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Presentazione preparata dai ragazzi Disciplina Storia e Geografia a.s. 2013\2014 IC Chiuduno

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Antartide L'obiettivo di Greenpeace, dopo Moruroa, era di fare dell‘Antartide un Parco mondiale. Lo strato di ghiaccio dell'Antartide contiene il 90% dell’acqua dolce del mondo. Greenpeace decise di portare avanti questa campagna perché l'Antartide rimanesse il posto meno inquinato al mondo, evitando di cacciare la fauna presente ed intaccarlo per l'estrazione di materie prime preziose come petrolio e metalli compromettendo definitiva mente l'incontaminazione del posto. Greenpeace decise di inviare una propria nave (la Gondwana) in Antartide con a bordo giornalisti che documentassero la situazione di spartizione e trivellazione del continente per ottenere il consenso dell'opinione pubblica. Fu addirittura fondata una base scientifica propria di Greenpeace sul continente. Durante il viaggio verso l'Antartide la nave dovette affrontare vari problemi legati al ghiaccio a partire dagli iceberg fatti di ghiaccio molto compatto e potenzialmente devastanti per la nave e dai banchi di ghiaccio che si formavano e saldavano attorno alla nave intrappolandola con rischio di rimanere bloccati per mesi (rischio sfiorato nel Mare di Ross).

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Azione di Greenpeace alla centrale nucleare di Zwentendorf per i Save the World Awards, 2009.

Nel giugno del 1978 la Rainbow Warrior si diresse verso i mari della Spagna per impedire nuovamente la caccia alle balene da parte di Islanda e Spagna, ma durante il viaggio l'obiettivo mutò. A 600 miglia dalla costa sudoccidentale inglese c'era una "zona di scarico" di scorie nucleari in mare aperto. In America già dal 1972 non si scaricavano più in mare questo tipo di scorie per motivi ecologici. La notizia che fece mutare l'obiettivo fu che erano previsti degli scarichi di barre d'uranio, utilizzate in sottomarini a propulsione atomica, vietati da trattati internazionali.

I volontari si posizionarono con i gommoni proprio dove la nave inglese stava scaricando le scorie, ma nonostante questo lo scarico continuò senza preoccuparsi per la sicurezza dei volontari fino a lasciar cadere un barile direttamente sopra un gommone. Il tutto fu sempre filmato e trasmesso in TV. Intanto la campagna diventava sempre più organica e Greenpeace cominciò a chiedere la chiusura dell'impianto di Sellafield che scaricava in mare plutonio accusandolo di causare un tipo di cancro nei bambini della zona. Il messaggio che si voleva dare era che il trasporto di rifiuti pericolosi accresce la probabilità di incidenti e fuoriuscite e chi permette il trasporto internazionale di tali rifiuti non incoraggia l'industria ad usare metodi più puliti.

Nel 1985 Greenpeace era appoggiata anche dai sindacati inglesi che si rifiutavano di far trasportare dagli operai i barili di scorie ai moli per lo scarico. Da quell'anno il governo britannico abbandonò tale pratica e cominciò a cercare località sulla terraferma.

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In Europa l'uso di fitofarmaci in Columbia Britannica e l'uso di prodotti chimici tossici con scarico in fiumi e mari, soprattutto da

parte di Paesi Bassi e Germania, divenne una causa di preoccupazione. Nel 1980 il porto di Rotterdam fu il teatro di una

continua manifestazione (a cui partecipò la Rainbow Warrior) contro lo scarico di tonnellate di rifiuti acidi nel mare del Nord e il coinvolgimento della Bayer. Questo incuriosì giornali e opinione pubblica e, nonostante quella volta lo scarico avvenne lo stesso, due anni più tardi la Bayer cessò di attuare tale pratica. In quel

periodo la Beluga (battello fluviale di Greenpeace) attrezzata con un laboratorio a bordo fece il giro dei maggiori fiumi europei e

delle coste del mare del Nord per controllare il livello di inquinamento.

Nel frattempo le priorità di Greenpeace cambiarono leggermente per passare dall'esclusiva azione diretta ad una ricerca e

documentazione scientifica dei problemi di interesse attraverso i laboratori allestiti in imbarcazioni e motopescherecci grazie ai

fondi raccolti.

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Nel 1992 su commissione di Greenpeace viene prodotto il primo frigorifero che rispetta

l'ozono (il Greenfreeze prodotto da una piccola azienda tedesca) mentre, con la ratifica

del protocollo di Montreal, viene bandito l'uso dei CFC (dannosi per l'ozonosfera) entro il 1996. Nel 1993 Greenpeace Italia ottiene un risultato

significativo con l'approvazione da parte del parlamento italiano della legge più avanzata in

Europa per la protezione dell'ozonosfera (dismissione della produzione di CFC entro

il 1995).

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http://www.youtube.com/watch?v=44FQeTeusWM

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Fu5-sAD00Vc