GRAVIDANZA OVER 40? FIGLI PIÙ STUDIOSI Nutri · dimostrata efficace contro la psoriasi e anche...

38
N & P 1 BORSE & OCCHIAIE Combatti l’effetto “procione” NATI PER MUOVERSI Nutri Previeni & GRAVIDANZA OVER 40? FIGLI PIÙ STUDIOSI POSTURA CORRETTA MENSILE NUMERO 19 ANNO III NOVEMBRE 2017 IL SETTIMANALE GRATUITO PER LA TUA SALUTE Pasta Non fa ingrassare Prugne e frutti di bosco Contro psoriasi e asma ALIMENTAZIONE BELLEZZA Faccia “di zucchero” Quando la dieta rovina il viso Lip gloss Cocco e mango ENDOMETRIOSI QUESTA SCONOSCIUTA OPEROSI O SFATICATI? SCOPRILO CON IL NOSTRO TEST ORTORESSIA OSSESSIONATI DAL CIBO SANO DEMENZE LE BUONE ABITUDINI PER PREVENIRLE COPPIE “MUTE” E “SORDE” NIENTE DIALOGO PER UNA SU 2 TÉ NERO UN AIUTO PER PREVENIRE LE FRATTURE? INCIDENTI DOMESTICI 3 cose da non fare Nutri Previeni & MASTICARE Aiuta contro funghi e batteri

Transcript of GRAVIDANZA OVER 40? FIGLI PIÙ STUDIOSI Nutri · dimostrata efficace contro la psoriasi e anche...

N&P 1

BORSE & OCCHIAIE

Combatti l’effetto “procione”

NATI PER MUOVERSI

Nutri Previeni&GRAVIDANZA OVER 40? FIGLI PIÙ STUDIOSI

POSTURACORRETTA

MENSILE • NUMERO 19 • ANNO III • NOVEMBRE 2017

IL SETTIMANALE GRATUITO PER LA TUA SALUTE

PastaNon fa ingrassare

Prugne e frutti di boscoContro psoriasi e asma

ALIMENTAZIONE

BELLEZZA

Faccia “di zucchero”Quando la dieta rovina il viso

Lip glossCocco e mango

ENDOMETRIOSIQUESTA SCONOSCIUTA

OPEROSI O SFATICATI?

SCOPRILO CON IL NOSTRO TEST

ORTORESSIAOSSESSIONATI DAL CIBO SANO

DEMENZELE BUONE ABITUDINI

PER PREVENIRLE

COPPIE “MUTE” E “SORDE”NIENTE DIALOGO

PER UNA SU 2

TÉ NEROUN AIUTO PER PREVENIRE

LE FRATTURE?

INCIDENTIDOMESTICI3 cose da non fare

Nutri Previeni&

MASTICAREAiuta contro funghi

e batteri

2 N&P

© Kekoa Publishing S.r.l.REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N.103/2015 DEL 22.06.2015

Via Mantova 44, 00198 ROMA

MENSILE - ANNO III - NUMERO 19 NOVEMBRE 2017

Nutri Previeni&Direttore Responsabile Francesco Maria Avitto

Direttore Editoriale Vincenzo Coluccia

Vicedirettore Lucia Limiti

E D I T O R I A L S T A F FMagazine Editor Attilia BurkeFocus Editor Michela PerroneWeb Editor Marzia Caposio

S C I E N T I F I C A D V I S O RCentro Ricerche Nutrizionali DIETOSYSTEM – Milano

A R TMagazine Art Director Francesco MoriniImpaginazione e Grafica Niccolò IacovelliWeb Art Dominga CozziWeb Developer Paolo CambiaghiPhotos shutterstock.com

COMMUNICATION & MARKETINGChief Marketing Officer Luigi De SantisAdvertising [email protected]

F I N A N C EChief Financial Officer Marco Amicarelli

I T & D I G I T A LICT Manager Giuseppe RicciDigital Operation Manager Davide Battaglino

E D I T O R EKekoa Publishing Srl (Gruppo Sics)

Amministrazione Via Mantova 44, 00198 - Roma

Redazione: Via Boncompagni, 16 - 0187 Roma Viale Monza, 133 - 20125 Milano Tel. (numero unico nazionale): 02.28172609

PUBBLICITÀKekoa PublishingVia Boncompagni, 16 - 0187 RomaTel. 02.28172609 [email protected]

COMITATO SCIENTIFICOProf. Gianfranco BeltramiPresidente Commissione Medica della Federazione ItalianaBaseball e Softball - Vicepresidente FMSI

Dr Antonio CarettoPresidente Associazione Italiana di Dieteticae Nutrizione Clinica (ADI)

Prof.ssa Hellas CenaUniversità di Pavia Dip.to di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense Unità di Scienza dell’Alimentazione

Prof. Costantino De GiacomoA.O. Ospedale Niguarda Ca’ GrandaDirettore Dipartimento Materno Infantile

Prof. Lorenzo Maria DoniniDirettore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza - Roma

D.ssa Sara FarnettiSpecialista in Medicina Interna, Fisiopatologia della Nutrizionee del Metabolismo

Prof. Marco GasparottiChirurgo Plastico

Prof.ssa Maria Gabriella GentilePresidente Fondazione FOBANResponsabile Centro DCA - Centro Diagnostico Italiano

Prof. Michelangelo GiampietroSpecialista in Medicina dello Sport e in Scienza dello Sport. Presidente SIAMAB

Prof. Filippo GrazianiProfessore associato Università di PisaHonorary Senior Lecturer University College of London

Prof. Giacinto MiggianoDirettore di Unità Operativa Complessadi Dietetica e Nutrizione Umana Policlinico A.Gemelli

Prof.ssa Silvia MigliaccioDipartimento di Scienze del Movimento, Umanee della Salute Università di Roma “Foro Italico”

Prof. Fabrizio MuratoriPresidente eletto Società Italianadell’Obesità (SIO)

Prof. Pierluigi PecoraroBiologo Nutrizionista, Dirigente SIAN – ASL Napoli 3 SudConsigliere Ordine Nazionale Biologi e Membro direttivo SINU

Prof. Alessandro PintoMembro del Consiglio direttivo nazionaleSocietà Italiana Nutrizione Umana (SINU)

Dr Enrico Prosperi Segretario Società Italianadi Psicologia Clinica Medica (SIPCM)

Dr Pier Luigi RossiDocente di Nutrizione Clinica Università degli Studi di BolognaSpecialista in Scienza dell’Alimentazione e Igiene, Divulgatore scientifico

Prof. Luca ScalfiProfessore Ordinario di Nutrizione Umana Universitaria Policlinico Federico II - Napoli

D.ssa Tiziana StalloneBiologa Nutrizionista e Presidente ENPAB (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a Favore dei Biologi)

Prof. Andrea Vania Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica Università “La Sapienza”- Roma

Prof. Stefano ZurridaProfessore Associato di Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano Dir. Unità Diagnostico Chirurgica in Senologia Istituto Europeo di Oncologia

N&P 3

4 N&P

IN QUESTO NUMERO

Nutrizione6 PastaNon fa ingrassare

7 Prugne e frutti di boscoContro psoriasi e asma

Salute8 Gravidanza over 40?Figli più studiosi

9 Té nero Un aiuto per prevenire le fratture?

10 Masticare Aiuta contro funghi e batteri

12 Coppie “mute” e “sorde”Niente dialogo per una su 2

Bellezza14 Faccia “di zucchero” Quando la dieta rovina il viso

15 Lip glossCocco e mango

Reportage16 Postura correttaNati per muoversi

Focus24 OrtoressiaOssessionati dal cibo sano

26 EndometriosiQuesta sconosciuta

28 Incidenti domestici3 cose da non fare

30 Borse e occhiaieCombatti l’effetto “procione”

32 DemenzeLe buone abitudini per prevenirle

Test34 Operosi o sfaticati?Voglia di lavorare saltami addosso!

N&P 5

È il trattamento dietetico d’urto che ti aiuta a perdere peso rapidamente e che ti motiva a intraprendere un percorso di dimagrimento equilibrato, l’unico in grado di darti una soluzione definitiva ai tuoi problemi di peso.

Dieta Combinata integra la personalizzazione dietetica realizzata con il contributo scientifico di Dietosystem con ProteoNorm, l’integratore proteico di altissima qualità.

Dieta Combinata e il prodotto ProteoNorm sono esclusivamente affidati ai nutrizionisti*, in grado di prescriverti il trattamento personalizzato e monitorare il tuo stato di salute.

Dieta combinatacon

Senza fatica, con l’aiuto di un nutrizionista

Perdi peso, Ritrova la tua forma

Cerca il tuo nutrizionista di fiduciasu www.dietacombinata.it

una divisione di DS MEDICA

20125 Milano - Viale Monza, 133 - Tel. +39 02 28172 200 - Fax +39 02 28172 299 eMail: [email protected] - Web: www.dsmedica.info

FILIALI | Roma: Viale Regina Margherita, 302 - Napoli: Via Jannelli, 646

6 N&P

Una ricerca dell’I.R.C.C.S. Neu-romed di Pozzilli mostra come, contrariamente a quanto mol-ti credono, il consumo di pasta

non contribuisce all’obesità, ma è invece associato ad una diminuzione dell’indi-ce di massa corporea. Negli ultimi anni la pasta si è ritrovata addosso una cattiva reputazione: farebbe ingrassare. Cosa che ha spinto molte persone a decidere di li-mitarne il consumo, spesso nel quadro di una di quelle aggressive diete “fai da te”. Ora una ricerca condotta dal Dipartimen-to di Epidemiologia dell’I.R.C.C.S. Neu-romed di Pozzilli rende giustizia a questo fondamentale elemento della Dieta medi-terranea, mostrando come  il consumo di pasta sia in realtà associato a una riduzione dell’obesità, considerando sia quella gene-rale che quella specificamente addominale. La ricerca, pubblicata sulla rivista scien-tifica Nutrition and Diabetes, ha preso in esame oltre 23.000 persone inserite in due grandi studi:  Moli-sani  e  INHES  (Italian Nutrition & HEalth Survey), condotti dallo stesso Dipartimento. “Analizzando i dati antropometrici dei partecipanti e le loro abitudini alimentari – spiega George Pou-nis, primo autore del lavoro – abbiamo vi-sto che il consumo di pasta, diversamente da quello che molti pensano, non si associa a un aumento del peso corporeo. Al con-

trario: i nostri dati mostrano che mangiare pasta si traduce in un più salutare indice di massa corporea, una minore circonfe-renza addominale e un miglior rapporto vita-fianchi”. Dai numerosi studi già con-dotti, la Dieta Mediterranea emerge chia-ramente per i suoi effetti benefici sulla sa-lute, compreso il controllo del peso. Molto poco, invece, si sapeva del ruolo specifico di un componente basilare come la pasta. I dati dello studio Neuromed, ora, vanno a colmare questa lacuna, confermando al-cune osservazioni recentemente condotte negli Stati Uniti e in Grecia. “La pasta – dice Licia Iacoviello, Capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizio-nale del Neuromed – è spesso considerata un fattore da limitare quando si segue una dieta per perdere peso. C’è chi la elimina completamente dai suoi pasti. Alla luce di questa ricerca, possiamo dire che non è un atteggiamento corretto. Stiamo parlan-do di un componente fondamentale della tradizione mediterranea italiana, e non c’è ragione per farne a meno. Il messaggio che emerge da questo studio, come da altri la-vori scientifici già emersi nell’ambito dei progetti Moli-sani e INHES, è che seguire la Dieta Mediterranea, nella moderazione dei consumi e nella varietà di tutti i suoi elementi, la pasta in primis, rappresenta un vantaggio per la salute”.

PastaNon fa ingrassare, anzi

I CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ELISABETTA FRIGERIO

Nutrizione

23 MILALE PERSONE

I CUI DATI SONO STATI ANALIZZATI

NEGLI STUDIMANGIARE PASTA SI

TRADUCE IN UN PIÙ SALU-TARE INDICE

DI MASSA CORPOREA,

UNA MINORE CIRCONFE-RENZA AD-

DOMINALE E UN MIGLIOR RAPPORTO

VITA-FIANCHI

N&P 7

N U T R I Z I O N E

Prugnee frutti di boscoContro psoriasi e asma

Secondo quanto riporta in una ricerca condotta presso la University School of Medi-cine a Cliveland e pubblicata

sulla rivista Science Translational Medicine, dalla buccia delle prugne si ottiene una sostanza che potreb-be aiutare nella lotta alla psoriasi e all’asma, anche in forma grave e resi-stente ai farmaci oggi disponibili. Si tratta della “cianidina”, una molecola presente anche nei frutti di bosco, che ha dimostrato di avere un’azione antinfiammatoria specifica senza pre-cedenti. Lo studio si è basato sull’a-nalisi di oltre 90 mila composti natu-rali. I ricercatori sono andati a vedere quali composti interagissero con una molecola infiammatoria molto “cat-tiva”, già bersaglio di ben 50 speri-mentazioni cliniche con altri farmaci sperimentali, l’interleuchina 17 A. La cianidina è risultata capace di bloc-care l’interazione di questa interleu-china con il suo recettore, bloccando così di fatto il processo infiammato-rio. In studi su topi la cianidina si è dimostrata efficace contro la psoriasi e anche l’asma grave non curabile con i farmaci glucocorticosteroidi. La maneggevolezza di questa piccola molecola ne fa un candidato perfetto per nuove terapie, molto più semplici di tante costose terapie sperimentali con anticorpi specifici, mai prive di effetti collaterali.

“La cianidina era in grado di bloccare l’interazione dell’interleuchina con il

suo recettore, bloccando così di fatto il processo

infiammatorio”

100-150 mlnLe persone nel mondo che soffrono di asma, secondo le stime dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità

8 N&P

SaluteI CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ATTILIA BURKE

Buone notizie per le mamme che scelgono di affrontare una gravidan-za all’età di 40 anni e

oltre. I loro figli, infatti, potreb-bero essere più sani, più alti e più propensi a studiare, secondo un ‘identikit’ tracciato da una ricerca della London School of Economi-cs, in collaborazione con il Max Planck Institute for Demographic Research, in Germania, pubbli-cata sulla rivista Population and Development Review. Secondo quanto sottolineato dagli autori, sebbene una gravidanza in età più avanzata possa notoriamente essere legata a un maggior rischio di problemi nello sviluppo del bambino che non vanno sotto-valutati, è stato osservato che i bimbi nati da mamme over ‘40 potrebbero trarre anche dei be-nefici da questa scelta, in termini sia di salute che di educazione scolastica. Per arrivare a questa conclusione sono stati analizzati i dati relativi a un milione e mez-zo di donne e uomini svedesi, nati tra il 1960 e il 1991 per esaminare la relazione

tra l’età della mamma alla nascita e la forma fisica, l’altezza e la car-riera scolastica del figlio. Dai ri-sultati è emerso che i figli nati da mamme in età matura erano più in salute, più alti e avevano più probabilità di dedicarsi agli studi con passione fino a frequentare l’università. I ricercatori hanno evidenziato, di fatto, che tra due fratelli nati dalla stessa madre, quelli più piccoli, nati quando la mamma aveva 40 anni, trascorre-vano un anno in più nel sistema educativo rispetto ai loro fratelli o sorelle nati da una gravidanza a 20 anni. “Abbiamo bisogno di svi-luppare una prospettiva diversa. I genitori in attesa di un figlio sono in genere ben consapevoli dei rischi associati a una gravidanza in età avanzata, ma sono meno consapevoli degli effetti positivi”, spiega Mikko Myrskyl, uno degli

autori della ricerca.

Gravidanza over 40Figli più studiosi

“I genitori in attesa di un

figlio sono in genere ben

consapevoli dei rischi

associati a una gravidanza in

età avanzata, ma sono meno

consapevoli degli effetti

positivi”

N&P 9

S A L U T E

Té nero Un aiuto per prevenire le fratture?

L’abitudine di bere due o più tazze di tè nero al giorno (con o senza l’aggiunta di latte) sembra

ridurre il rischio di frattura nelle donne anziane. Almeno così sarebbe secondo uno studio condotto su oltre 1000 donne di età media 75 anni, arruolate nell’ambito della ricerca “Calcium Intake Fracture Outcome Study” in corso in Austra-lia. Ai fini della ricerca, alle donne è stato chiesto di compilare dei questionari su abitudini alimentari,

stili di vita e sul consumo di bevan-de di varie qualità, compreso il tè. La salute delle ossa è stata valutata a più riprese per un totale di circa dieci anni di osservazione. Ebbene, è emerso che coloro che usavano bere tre tazze di tè nero al giorno, presentavano un rischio ridotto del 34% di andare incontro a una grave frattura collegabile all’osteoporosi, e un rischio di frattura dell’anca, ridotto del 42%. “Studi precedenti, compreso il nostro, hanno dimo-strato un effetto benefico del tè, una

delle principali fonti dietetiche di flavonoidi - afferma Prince - I nostri risultati spiegano solo un legame tra il consumo di tè e la struttura dell’osso. Ma il nostro non è uno studio causa/effetto. È, infatti, an-cora poco chiaro come i flavonoidi possano agire sulla struttura ossea. Sono perciò necessari ulteriori studi. Nel frattempo, una donna matura che ha paura di cadere e fratturarsi un’anca potrebbe optare per una tazza di tè nero al dì”, con-clude Prince.

LE TAZZE DI TÈ ASSUNTE AL DÌ3

La nostra è una ricerca osservazionale, cioè si limita a “osservare” che le donne che assumevano tè nero erano meno

soggette a fratture, ma non è uno studio causa/effetto

MasticareAiuta contro funghi e batteri

S A L U T E

Secondo quan-to rivela una ricerca statuni-tense, pubbli-

cata sulla rivista Im-munity, masticare il cibo correttamente, non solo aiuta la dige-stione, ma rafforza il sistema immunitario e aiuta a proteggerci da infezioni causate da funghi e batteri. È quanto hanno scoper-to alcuni ricercatori dello University and National Institutes of Health negli Stati Uniti, evidenziando che un tipo specifico di cellule immunitarie, i linfociti Th17, viene stimolato proprio quando si mastica. Il sistema immunitario ha lo scopo di bloc-care agenti patogeni nocivi e tollerare la presenza di normali batteri amici. È noto che, in questo com-pito, viene aiutato da una sana alimentazio-ne. Tuttavia, non solo cosa si mangia, ma anche come si mangia sembra avere un peso. In altre parti del cor-po, come l’intestino e la pelle, la presenza di cellule immunita-

rie è stimolata dalla presenza di batteri e si riteneva che accadesse lo stesso anche nella bocca. I ricercatori hanno invece scoperto che il cavo orale ha un diverso modo di stimolare i linfociti Th17: sono stati infatti in grado di stimolarne un aumento nei topi, semplicemente cam-biando la consistenza (durezza) del loro cibo, dimostrando così che la masticazione è determinante. In particolare, ad attivare le cellule Th17 sareb-bero i “danni causati dalla abrasione delle gengive derivata dal masticare”, commenta il biologo dell’Univer-sità di Manchester Jo-anne Konkel, primo autore della ricerca. Secondo Konkel “la comprensione dei fattori che regolano l’immunità nella bar-riera orale potrebbe favorire lo sviluppo di nuovi modi per curare diverse malattie in-fiammatorie”.

GengiveI danni causati dall’abrasione derivata dal masticare stimolano i linfociti, che sono

cellule del sistema immunitario

Non solo cosa si mangia, ma anche come si mangia gioca un ruolo importante per il

sistema immunitario

10 N&P

N&P 11

Inse

rzio

ne a

pag

amen

to

www.dietacombinata.it

Viale Monza, 133 - 20125 [email protected] - [email protected]

FILIALI | Roma: Viale Regina Margherita, 302 - Napoli: Via Jannelli, 646

Call Center NutrizionistiTel. 02 2800 5700

METODOLOGIE PER LA NUTRIZIONE ESCLUSIVE PER IL

MEDICO E IL BIOLOGO NUTRIZIONISTA

DS Medica sostiene la lotta al sovrappeso, all’obesità e alle sue patologie correlate attraverso un sistema

diagnostico-terapeutico integrato, erogato soltanto dai medici e dai biologi nutrizionisti, in grado di offrire ai pazienti soluzioni

scientificamente validate e durature nel tempo.

www.dsmedica.info

Il benessere come scienza

PLICOMETRIAANAMNESI ALIMENTAREE PIANO NUTRIZIONALE

IMPEDENZIOMETRIA

12 N&P

S A L U T E

Coppie “mute” e “sorde”Niente dialogo per una su 2

Secondo un’indagine condotta da GfK Eurisko, le coppie di oggi vivono sostanziali difficoltà dovute

anche alla frenesia dei tempi, ma soprattutto alla mancanza di dia-logo. Il 73% degli innamorati, infatti, ritiene fondamentale l’essere ascol-tato e capito, ma anche se il dialogo è ritenuto più importante dell’affi-nità sessuale, manca nel 50% delle relazioni. Tra gli ostacoli all’ascolto ci sono la tendenza al multitasking, la mancanza di tempo e l’uso smodato del cellulare. Inoltre il 6% confessa di “sentire poco” la voce del proprio partner. Questo è quanto emerge dall’indagine “Senti chi ama”: per 1 coppia italiana su 2 dunque c’è troppo poco dialogo, non ci sente ascoltati né capiti dal partner.

L’INDAGINE E LE SOLUZIONIIl primo ostacolo per le comuni-cazioni di coppia è la tendenza, sempre più diffusa, ad impegnar-si in troppe attività nello stesso momento (27%). Seguono il poco tempo a disposizione per stare insieme (17%) e l’esigenza di con-centrarsi sulle proprie incombenze (16%). Tra i freni al dialogo di cop-pia ci sono anche le distrazioni da cellulare e, in alcuni casi, la ridotta capacità uditiva. Infatti, sms, chat e app complicano il dialogo nel 10% delle relazioni, arrivando al 21% nelle coppie più giovani (30-34 anni), mentre il 6% confessa di riuscire a ‘sentire poco’ la voce del proprio partner. “In Italia ci sono circa 7 milioni di persone con una ridotta capacità uditiva – com-menta Antonio De Caria, chirurgo specialista in audiologia – che,

se ignorata o non gestita adegua-tamente, può rendere difficile la comprensione e la conversazione, portare all’isolamento e creare anche problemi di coppia. Non stupisce troppo che il 6% degli in-tervistati ammetta di sentire poco il partner, mentre il 14% sostenga, confondendo la realtà, che è la voce di lui o di lei ad essere troppo bassa”. Percentuale che sale al 18% nelle coppie con più di 64 anni, incremento determinato dall’ab-bassamento uditivo che si verifica con il passare degli anni. In genera-le, gli uomini sembrano essere un po’ più appagati della propria vita sentimentale rispetto alle donne (58% contro 51%). Le soluzioni divergono però tra i sessi: le donne vorrebbero essere più ascoltate e capite (48%), mentre gli uomini più affinità sotto le lenzuola (31%).

1 SU 10Le coppie per le quali il cellulare

mette un “freno” al dialogo

Il primo ostacolo per le comunicazioni

di coppia è la tendenza, sempre più diffusa, ad impegnarsi in troppe attività nello stesso

momento

N&P 13

La rivista di viaggi e turismo

ISLANDS Viaggi collega i lettori alle loro destinazioni preferitepresentando nuove eccitanti opportunità di viaggio

islandsviaggi.it

“IL VIAGGIO PIÙ BELLO È QUELLOCHE NON È STATO ANCORA FATTO” - Loick Peyron

In edicola e in edizione digitale

14 N&P

I CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ELENA MAINARDI

Bellezza

Non si tratta solo di far aumentare la carie o i chili di

troppo e la circonferen-za della vita. Una dieta troppo ricca di zuccheri, danneggia anche il viso, facendolo apparire più vecchio. In inglese si chiama “sugar face”, cioè “faccia di zucchero”, che si manifesta con acne, borse sotto gli occhi e pelle pallida e grassa. A spiegarlo è l’Associazione dei dermatologi inglesi, come segnala il quotidia-no The Independent.

Spiega l’esperta“I cibi ricchi di zucchero – precisa la dermatolo-ga Tamara Griffiths – hanno un alto indice glicemico, che produce un notevole carico di zuccheri nel corpo e forti fluttuazioni dell’insulina. Nel tempo tutto ciò può portare allo sviluppo di resistenza all’insulina e diabete, e accelerare il processo di invecchia-

mento”. Lo zucchero inoltre distrugge il col-lagene, facendo perdere freschezza e tonicità alla pelle. “L’ingestione di cibi zuccherati – conti-nua – agisce direttamente sull’invecchiamento della pelle, danneggiando le molecole che si produco-no quando gli zuccheri si combinano con proteine e grassi, in un processo noto come glicazione, e si legano al collagene e altri componenti della pelle”. Inoltre lo zucchero è un agente disidratante, e aumenta la produzione di olio nella pelle, renden-dola più “unta” e acneica. Tuttavia, concludono i medici, se la dieta è bilan-ciata ed è inserito in uno stile di vita sano, un po’ di zucchero non fa male. Quella che deve preoccu-pare è una dieta con alto contenuto di zuccheri. Il sistema sanitario inglese raccomanda un consumo giornaliero non superiore ai 30 grammi.

Faccia “di zucchero”Quando la dieta rovina il viso

L’ingestione di cibi zuccherati agisce direttamente sull’invecchiamento della pelle; inoltre lo zucchero è un agente disidratante, e aumenta la produzione di sebo, rendendo

la pelle più “unta”

N&P 15

Lip glossCocco e mango

B E L L E Z Z A

Prepara a casa un lip gloss sfizioso per dare risalto alle tue labbra, bastano pochi ingredienti giusti e naturali.

INGREDIENTI½ cucchiaino di olio di cocco, non lavorato

1 cucchiaino di gel di aloe vera

10 gocce di olio alla vitamina E

3 gocce di estratto naturale di mango

PREPARAZIONEMettere per alcuni secondi l’olio di cocco nel microonde, o in un pentolino a fuoco basso, fino a totale liquefazione. Mettere tutti gli ingredienti in una piccola bowl e mescolare fino a che il composto non sarà omogeneo. Versare il tutto in un conteni-tore da 10 gr prima che il composto si soli-difichi. Applicare sulle labbra con il dito.

PosturacorrettaNATI PER MUOVERSI

In piedi, seduti, sdraiati... nell’arco di 24 ore assumiamo centinaia di posizioni, ma se non stiamo attenti poi son dolori! Ma quando è che che dobbiamo cominciare

a preoccuparci per la nostra schiena?

di Luca Tringali

N&P 17

REPORTAGE

18 N&P

REPORTAGE

Sono passati circa 20 milioni di anni da quando qualche nostro antenato ha deciso di alzarsi sui due piedi, assumendo la postura

eretta. Nel corso degli ultimi millenni questa posizione ha permesso di svol-gere le attività più importanti, come la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame. Molto più recentemente, abbiamo però preso un’abitudine diversa: la posizione seduta. Da quando la nostra società ci ha permesso di sostituire buona parte della nostra forza con delle macchine, la produttività è tale che gran parte dei lavori manuali sono stati sosti-tuiti da attività a carattere intellettuale e creativo. Attività come lo studio, la progettazione, e la scrittura, si svolgono tipicamente su di una scrivania, stando seduti. Al giorno d’oggi, la posizione seduta è la più comune sia tra i bambini, che passano molto tempo sui banchi di scuola, sia tra gli adulti, che lavorano in ufficio. Siamo molto più liberi, e possia-

mo trascorrere il tempo tenendo la schie-na e gli arti in qualsiasi posizione prefe-riamo, non essendo obbligati a seguire una specifica postura dettata dal peso degli strumenti che si usano nell’agricol-tura. La nostra colonna vertebrale, però, è sempre la stessa, quindi dobbiamo im-parare ad assumere una postura corretta per evitare di deformarla. Ne abbiamo voluto parlare con il dottor Andrea Bernetti, medico specialista in Medici-na Fisica e Riabilitativa, dell’università di Roma “la Sapienza”. In particolare, Bernetti si occupa dell’analisi biomecca-nica del movimento e della valutazione computerizzata della postura.

Ma la prima domanda da porsi è: che cosa è la postura? Si tratta di un mecca-nismo di adattamento del nostro corpo alla forza di gravità terrestre: gli astro-nauti nello Spazio assumono posture differenti. Bernetti spiega che la postura ci serve per “mantenere la posizione del

Il controllo del nostro movimento

è in parte anche indipendente dalla nostra volontà ed avviene tramite

i riflessi, gli automatismi che abbiamo assunto

quando da bambini abbiamo imparato

a camminare.

N&P 19

20 N&P

REPORTAGE

corpo nello spazio reagendo alla forza di gravità, opporsi alle forze perturbanti esterne, mantenere l’equilibrio statico e dinamico”. Questo significa che la postu-ra ideale, per definizione, non esiste: si deve scegliere la postura corretta in base al contesto. Infatti, la gravità terrestre è più o meno costante su tutto il globo, ma le forze esterne variano: per esempio, il suolo su cui camminiamo è uno dei più importanti fattori capaci di influenzare la nostra postura. “Nello specifico”, ci dice Bernetti, “abbiamo dei sistemi sensitivi dedicati, deputati al controllo del cam-mino, che permettono al nostro corpo di rispondere alle diverse caratteristiche della superficie su cui poggiamo: incli-nazione, ostacoli, asperità”. Il controllo del nostro movimento è in parte anche indipendente dalla nostra volontà ed

avviene tramite i riflessi, gli automatismi che abbiamo assunto quando da bam-bini abbiamo imparato a camminare. “Anche il tipo di calzatura può influire sulla postura”, prosegue il dottor Ber-netti, “infatti cambiando l’allineamento del piede (utilizzando ad esempio un tacco) si modifica la distribuzione delle altre articolazioni nello spazio, anche della colonna. Un tacco alto ad esempio comporta sempre un atteggiamento in iperlordosi del rachide lombare. Tutto ciò per garantire la funzione principa-le del sistema posturale: mantenere l’equilibrio”. I tacchi alti, dunque, oltre al classico dolore che possono causare nel breve periodo, hanno anche l’effetto a lungo termine di modificare la postura, e se il loro utilizzo viene abusato rischiano di indurre un atteggiamento di iperlor-dosi. Il metodo migliore per adattare il proprio corpo alle condizioni del suolo è di toccare il pavimento con i piedi nudi, perché in questo modo nulla si frappone tra il nostro senso del tatto ed il terreno. Naturalmente, potrebbe non essere la scelta più igienica in molte situazioni. Una suola eccessivamente rigida per le nostre calzature, comunque, rischia di compromettere il nostro adattamento automatico al suolo, e dunque modificare in modo errato la postura, oltre a rendere precario il nostro equilibrio.

Per questi motivi è difficile indicare una “postura corretta”: tuttavia, come ci spiega Andrea Bernetti, “possiamo sicuramente descrivere quadri di postura non adeguata. Una prima distinzione però va fatta tra paramorfismi, ovvero atteggiamenti posturali non strutturati,

Tra medicina e medicina alternativa

Questo significa che la postura

ideale, per definizione, non

esiste

N&P 21

e dismorfismi, ovvero alterazioni strut-turate e non reversibili, patologiche”. Un esempio abbastanza comune è la distin-zione tra l’atteggiamento scoliotico (che è solo un paramorfismo) e la scoliosi vera e propria: questa è una alterazione strutturata del rachide nelle tre dimen-sioni (altezza, larghezza, e lunghezza). La scoliosi è quindi una vera e propria patologia. Prosegue Bernetti: “esistono poi delle alterazioni della postura come l’iperlordosi lombare, che può provocare a lungo termine artrosi delle faccette articolari del rachide, o come l’ipercifosi dorsale, che può essere legata anche a patologie come l’osteoporosi e quindi peggiorare in età avanzata”.

Se si trascorre molto tempo da sedu-ti, “la posizione più adatta è quella

consentita da alcune sedie ergonomi-che”, ci spiega il dottor Andrea Bernetti, “tuttavia l’ideale comunque è non mante-nere la posizione seduta per troppe ore consecutive ma alzarsi ogni tanto”. Per quanto riguarda i bambini l’ideale sarebbe, in primo luogo, mantenere una postura quanto più possibile simmetrica, senza rotazioni del tronco. “È importante anche mantenere un buon allineamento della colonna evitando l’eccessiva fles-sione anteriore e facendo attenzione a mantenere il contatto con lo schienale”. La tecnologia delle sedie, se progettate correttamente, ci aiuta a mantenere la postura corretta da seduti.

Tuttavia, il punto fondamentale è non mantenere la stessa posizione, qualunque essa sia, per troppo tempo

Nel caso si ritenga di avere bisogno di correggere la propria postura (o quella dei propri figli), è bene ri-volgersi ad un esper-to. I medici specializ-zati in tale argomento sono solitamente fi-siatri od ortopedici, che spesso hanno

seguito durante la propria formazione medica dei corsi di studio relativi alla po-stura. Non bisogna confondersi, invece, con i “posturologi”, che fanno parte di una branca della me-dicina alternativa, se-condo cui esistereb-

bero dei recettori in grado di modificare la postura, come la mandibola oppure le varie cicatrici della pelle. Ad oggi, que-ste teorie non hanno alcuna base scientifi-camente dimostrata. Quindi rivolgersi alla posturologia è nel mi-

gliore dei casi inutile, nel peggiore danno-so. Del resto, l’unica medicina alternativa che ha dimostrato di funzionare è la me-dicina stessa, perché la scienza accetta le nuove idee, ma solo dopo che esse ab-biano dimostrato

inconfutab i lmente la propria validità. L’opzione migliore consiste sempre nel passare attraverso il proprio medico di famiglia, che potrà consigliarvi lo specia-lista più adatto molto meglio di quanto po-trebbe fare internet.

REPORTAGE

I dismorfismi sono alterazioni

strutturate e non reversibili

22 N&P

REPORTAGE

continuativamente. “Ogni posizione statica mantenuta per più ore al giorno può comportare problemi dal punto di vista posturale”, ribadisce Bernetti. “Ad esempio, mantenere la posizione seduta per più ore al giorno può comportare un aumento dell’atteggiamento ipercifotico dorsale, associato o meno ad una linea-rizzazione del rachide lombare. Inoltre, se si utilizza molto il computer in una posizione non idonea, si può assistere anche alla linearizzazione della lordosi cervicale”. Ovviamente tutto questo dipende dalle caratteristiche del sistema motorio di ogni persona e non si può generalizzare, però è ovvio che una vita sedentaria comporti la riduzione del tono muscolare con tutte le alterazioni che conseguono. Un buon modo per interrompere la sedentarietà, anche solo per qualche minuto, è lo stretching. Gli esercizi che allungano la muscolatura, infatti, aiutano a contrastare la rigidità dovuta al mantenimento di una posizio-ne statica per troppo tempo. “Attenzione però”, avvisa Andrea Bernetti, “in caso di patologia o dolori, bisogna riferirsi in primo luogo ad un medico specialista di riferimento e non affidarsi al fai da te. Infatti anche lo stretching può essere controindicato in alcune situazioni”.

Naturalmente, non è soltanto la posi-zione seduta a poter creare problemi: abbiamo detto che il problema princi-pale è il mantenere continuativamente una stessa postura. “Anche la posizione eretta se mantenuta per troppo tempo può comportare problemi”, ci fa notare il dottor Bernetti. La questione diventa facilmente evidente soprattutto se la posizione è fissa, cioè se si rimane in piedi ma senza camminare: i militari responsabili del servizio di guardia sono tipicamente soggetti a disturbi legati alla postura. In situazioni di questo tipo, infatti, è facile sovraccaricare strutture come il tratto lombare della colonna ver-tebrale. La posizione eretta ha comunque dei vantaggi, se non deve essere necessa-riamente statica: per questo motivo sono state sviluppate delle scrivanie regolabili in altezza, che permettono di lavorare in piedi. Si tratta di normali scrivanie da uf-

ficio, il cui piano di lavoro, sul quel viene appoggiato un computer o dei documenti cartacei, può essere regolato per arriva-re all’altezza delle proprie braccia, per esempio a circa un metro e mezzo dal pa-vimento. In questo modo si riesce a lavo-rare in piedi. Naturalmente, la scrivania consente comunque una certa mobilità, quindi si possono stiracchiare i muscoli e le giunture mentre si lavora. Questo tipo di scrivanie sembra avere degli effetti positivi sulla postura (ed anche sulla produttività, perché si è dimostrato che lavorando in piedi si è meno inclini alle distrazioni), tuttavia sono in commercio da poco tempo, e non sono ancora del tutto noti gli effetti a lungo termine.

Al di là della “posizione ideale”, che come abbiamo detto non esiste, sono quindi due i punti fondamentali da tenere a mente per avere una buona postura. Uno, come riassume Bernetti, è che “più regolazioni sono permesse da una posizione di lavoro/studio (sedia, scrivania, ecc...) più la posizione assunta può essere personalizzabile ed adegua-ta alle esigenze individuali, evitando il mantenimento prolungato di posizioni sfavorevoli”. La posizione corretta deve quindi essere stimata sulla base delle nostre esigenze personali, non solo per quanto riguarda il compito che dobbiamo svolgere, ma anche per quanto riguarda la nostra forma fisica ed eventuali patolo-gie già esistenti del sistema motorio. Nel dubbio, meglio parlarne con il proprio medico di medicina generale, che saprà certamente dare delle indicazioni perso-nalizzate, oppure potrà indirizzarci verso uno specialista. L’altro punto fondamen-tale è ricordarsi che il sistema motorio è, per l’appunto motorio, ed è progettato per il movimento. Mantenere la stessa posizione per troppo tempo è sempre de-leterio: anche quando riteniamo di avere assunto la nostra “posizione perfetta”, non dobbiamo rimanere immobili con quella postura per troppe ore di fila. È sempre buona cosa interrompere almeno una volta ogni 30-60 minuti la monoto-nia della posizione di lavoro con un paio di minuti di stretching per sciogliere la muscolatura e sbloccare le articolazioni.

La scrivania consente

comunque una certa mobilità,

quindi si possono stiracchiare i muscoli e le

giunture mentre si lavora

È sempre buona cosa interrompere almeno una volta ogni 30-60 minuti

la monotonia della posizione

di lavoro con un paio di minuti di

stretching

Mai mantenere la stessa

posizione per troppo tempo

N&P 23

24 N&P

F O C U SNUTRIZIONE

OrtoressiaOSSESSIONATI

DAL CIBO SANO

Sappiamo che la nutrizione

svolge un ruolo molto importante per la nostra

salute, aiutandoci a prevenire molti disturbi. Come spesso

succede, però, un abuso di certi alimenti o una vera e propria

ossessione per un determinato stile di vita possono essere

molto dannosi.

N&P 25

F O C U SNUTRIZIONE

COME NASCEL’ortoressia colpisce soprat-tutto adolescenti e adulti e di solito viene innescata da un fattore scatenante, qualcosa che la persona in precedenza non è riuscita a controllare, magari una ma-lattia. “È un disturbo che di solito colpisce persone mol-to razionali che incappano, magari per la prima volta, in un problema di salute – evidenzia la psicoterapeuta – Da quel momento fanno di tutto per prevenire la morte in un’escalation che, se non si ferma, rischia di diventare molto pericolosa”. È ampia-mente dimostrato che l’ali-mentazione gioca un ruolo fondamentale nella preven-zione di molte malattie, ma non bisogna dimenticare che esistono anche fattori ambientali e genetici. “Trat-tare questo disturbo non è semplice perché si tratta di andare a “rompere” una serie di rigidità che si sono formate magari durante anni – sottolinea Gambacorta – Siccome la causa scatenante è la paura dell’ignoto si cerca di far prendere coscienza che esiste una parte di im-potenza nella nostra vita e si prova a introdurre gradual-mente un alimento in modo controllato”.

Mangia sano, vivi meglio. Sono anni che ce lo sentiamo ripetere ed è stato anche un fortunato slogan pubblicita-rio. Eppure... come spesso succede l’abuso di qualcosa non fa mai troppo bene. Se il cibo diventa un’ossessione e ricerchiamo il “sano” e il light a tutti i costi… potrem-mo avere un problema. Tra i non addetti ai lavori questo disturbo è conosciuto come ortoressia ed indica appun-to l’ossessione per i cibi salutari. Non è una patologia riconosciuta dal manuale de-gli psichiatri (che parlano di disturbo evitante o restritti-vo dell’assunzione di cibo), ma è un problema che va sotto l’ombrello dei disturbi alimentari. “È importante capire che non è l’attenzione all’alimentazione corretta e alla salute a essere messa in discussione – sottolinea Martina Gambacorta, psi-cologa e psicoterapeuta – I problemi nascono quando una persona perde la piace-volezza dello stare a tavola e il senso di convivialità, un irrigidimento che può anche portare a un rifiuto a recarsi al ristorante per festeggiare occasioni special”.

NON SI VEDE (O QUASI)“È un disturbo poco visibile: si può notare il dimagri-mento e una certa dose di controllo e rigidità in ciò che si mangia – afferma la psicologa – Le carenze nu-trizionali che questo regime alimentare può provocare, però, non si vedono a occhio nudo ed emergono solo se ci si sottopone a specifici esami”. L’ossessione per il cibo sano può sfociare nella compulsione e nell’ipocon-dria. “Il disturbo si declina in tantissime forme: c’è chi elimina per esempio lo zuc-chero bianco, chi predilige determinate cotture, addirit-tura chi arriva a consumare solo cibi confezionati perché non ‘contaminati’ – spiega Gambacorta – L’aspetto paradossale è che control-lando in questo modo il proprio regime alimentare si finisce spesso per avere l’effetto opposto, ovvero carenze e mancanze che sfociano in disturbi fisici”. Un altro campanello d’allar-me può essere l’isolamento sociale: “Come ogni disturbo ossessivo-compulsivo, anche in questo caso chi ne soffre tende a trascurare la sfera privata e affettiva, com-portandosi magari in modo bizzarro quando è obbligato a mangiare in pubblico”, aggiunge la psicologa.

EndometriosiQUESTA SCONOSCIUTASe soffrite di fortissimi dolori mestruali potreste avere l’endometriosi, una patologia ancora troppo poco conosciuta e spesso sottovalutata che, nei casi più gravi, può portare anche all’infertilità. Impariamo a conoscerla e riconoscerla.

F O C U SS A L U T E

26 N&P

Durante la dolce attesa si produce un ormone, il progesterone, che ha un’attività inibitoria sulla malattia. Da alcuni anni però

sappiamo che a questo si accompagnano anche complicanze”

Qualcuna avrà imparato a conoscere que-sta parola nel tempo, per

altre sarà solo un termi-ne che hanno sentito e alcune non sapranno che cos’è. L’endometriosi è una patologia che colpisce dal 3 al 5% delle donne fertili italiane, provocando forti dolori – addominali e non solo – soprattutto durante il ciclo. Come ri-conoscere questo disturbo che, nei casi più gravi, può portare anche all’infer-tilità e quando iniziare a preoccuparsi? Lo abbiamo chiesto a un esperto.

CHE MALE!Sono tante le donne che soffrono di dolori me-struali: per fortuna non tutte hanno l’endometrio-si: “Un campanello d’allar-me può essere la compar-sa o l’aumento del dolore mestruale, che deve però essere invalidante”, spiega Paolo Vercellini, ordinario di Ostetricia e Ginecolo-gica all’Università degli Studi di Milano e medico al Policlinico del capo-luogo meneghino. Se vi ritrovate a letto per un paio di giorni al mese con un dolore che non passa nemmeno con un antido-lorifico e provate dolore durante i rapporti sessua-li… dovreste rivolgervi al

vostro ginecologo di fidu-cia. Il fortissimo dolore è legato probabilmente a un’infiammazione cro-nica: “Esistono diverse teorie sull’origine di questo disturbo – premet-te Vercellini – La princi-pale è che le contrazioni mestruali spingano parte delle cellule della mucosa che ricopre l’utero (l’en-dometrio) verso la cavità addominale. Qui trovano condizioni favorevoli riuscendo a sopravvivere anche al di fuori dell’ute-ro”. Il risultato è un’irrita-zione cronica.

QUALI RIMEDIPurtroppo al momento non esistono soluzioni in grado di curare chi soffre di endometriosi. Tutta-via si può tenere sotto controllo il problema con una terapia farmacologi-ca e una chirurgica. Nel primo caso si tratta di assumere medicinali che impediscono l’ovulazione e inibiscono o riducono la mestruazione. L’opera-zione è invece effettuata soprattutto per via laparo-scopica, ma non è risolu-tiva: il rischio di recidiva è infatti del 10% l’anno. “Nel caso di cisti sospette o di dimensioni superiori ai 5 cm o di restringimen-to dell’intestino occorre optare per l’intervento chirurgico – spiega l’e-

sperto – Si tratta tuttavia di casi piuttosto rari: la maggior parte delle pa-zienti può scegliere quale sia l’alternativa migliore per se stessa e per i suoi progetti di vita. Poiché si tratta di una patologia che dura anche per decenni, è fondamentale il dialo-go che si instaura con lo specialista”.

GRAVIDANZA E ENDOMETRIOSI“Chi soffre di endome-triosi ha un rischio più elevato di infertilità”, spiega Vercellini. Le donne che riescono a rimanere incinte devono però sapere che purtroppo “l’endometriosi si associa a diverse complicanze – evidenzia lo speciali-sta – Un maggior rischio di aborto, di placenta previa e, nel caso di parto cesareo, di complicazio-ni chirurgiche” perché magari la donna è stata plurioperata in passato. “Fino a qualche anno fa si pensava che la gravidanza avesse solo effetti positivi per le donne che soffrono di endometriosi – ricorda il ginecologo – Durante la dolce attesa si produce un ormone, il progesterone, che ha un’attività inibito-ria sulla malattia. Da alcu-ni anni però sappiamo che a questo si accompagnano anche complicanze”.

F O C U SS A L U T E

N&P 27

Incidenti domestici3 COSE DA NON FARE

Girare per casa scalzi, non prendere le dovute precauzioni con il ferro da stiro e prestare poca attenzione alla

stufetta a gas della casa in montagna sono comportamenti scorretti che

aumentano il rischio di farsi male tra le mura domestiche, e sono anche quelli

più comuni!

F O C U SS A L U T E

28 N&P

In cima alla lista dei posti più pericolosi

c’è casa nostra. Già, avete letto bene: tra le mura domestiche si consumano ogni anno centinaia di migliaia di incidenti più o meno gravi, la maggior parte dei quali potreb-be essere evitata con un pizzico di attenzione in più. Tra i più colpiti ci sono gli over65, in preva-lenza donne, che spesso sottova-lutano i rischi di un ambiente che conoscono bene. Quasi un quarto dei ricoveri ospedalieri per traumi deriva da incidenti dome-stici. Tra le cause principali vi è la conformazione della casa, ma a giocare un ruolo determinante spesso è la pro-gressiva perdita di motilità che si registra con il passare degli anni e i compor-tamenti poco appropriati. Vediamo come si possono preve-nire gli incidenti più gravi.

Una prima attenzione riguarda le calzature che indossiamo in casa. Anche se siamo nel nostro ambiente, infatti, occorrerebbe evitare di andare in giro a piedi nudi. Questo sia per evitare di pestare qualcosa che ci ferisce, sia perché così facendo non siamo isolati. Il consiglio è di indossare un bel paio di ciabatte di gomma, che hanno la doppia funzione di essere antisci-volo e di non condurre l’elettricità.

Oltre a mai stirare a piedi nudi, la gestione del ferro da stiro richiede qualche attenzione particolare che va al di là del rischio di bruciarsi (comunque sempre presente). Quando terminiamo l’acqua, per esempio, dovremmo resistere alla tentazione di riempire immediatamente il ser-batoio, magari con la spina ancora piantata nella presa elettrica… Meglio invece fare una piccola pausa, magari approfittandone per prendere un caffè, lasciando raffreddare per qualche minuto il ferro dopo aver tolto la spina. Solo dopo qualche minuto è possibile inserire nuovamente l’acqua e riprendere a stirare. Una volta terminata l’attività, poi, evitare di riporre immediatamente il ferro dentro l’armadio, magari avvolgendo i fili attorno. Meglio lasciarlo raffreddare per 15-20 minuti prima di riporlo.

Una cucina a gas che funziona nel modo corretto deve avere una fiamma azzurra, non rossa. Se la tonalità vira verso i toni caldi, infatti, significa che dobbiamo pulire meglio il bruciatore, magari avvalendoci di uno spazzoli-no per eliminare lo sporco che si annida nelle fessure. Un altro campanello d’allarme di un gas che non funziona nel modo corretto è quello che rovina la parte della pentola a contatto diretto con il fuoco. Attenzione poi a stufe o scaldabagno a gas, magari nelle case di montagna: se non sottoposti a una frequente manutenzione, possono provocare intossicazioni da monos-sido di carbonio. Importante quindi pianificare, in base al tipo di apparec-chio, un controllo ogni 1-3 anni.

Mai a piedi nudi

Il ferro da stiro

Attenzione alla fiamma del gas

F O C U SS A L U T E

N&P 29

Borse & occhiaieCombatti l’effetto “procione”

Sono due pro-blemi estetici molto

diversi che hanno anche rimedi differenti. Purtroppo,

non c’entra nulla – o quasi – la carenza di sonno e molto

la predisposizione e il nostro fenotipo.

F O C U SS A L U T E

30 N&P

Il pesodellaborsa

L’effetto “procione”

Combatti le occhiaie

Le conosciamo tutte in modo più o meno diretto: borse e occhiaie pos-sono rovinare il nostro umore fin dal mattino, quando ci mettiamo davanti allo specchio e vediamo il nostro sguar-do stanco e appesantito ancora prima di iniziare la giornata. Attenzione però: non sono la stessa cosa – anche se spesso si tende a confonderle – e non tutti i rimedi sono efficaci.

“Le borse sotto gli occhi sono sacche di grasso che per questioni genetiche o di età tendono a diventare visibili a livello palpebrale”, spiega Dario Tartagli-ni, medico estetico. A questo di solito si associa una componente acquosa di ritenzione dei liquidi: “Ci sono persone che si svegliano la mattina con gli occhi gonfi, ma che migliorano durante la giornata”, aggiunge l’esperto.Purtroppo per chi soffre di borse la soluzione è una sola: l’intervento chirurgico. “I rimedi fai-da-te alternativi all’opterazione lasciano il tempo che trovano”, sottolinea Tartaglini, che evidenzia anche come si tratti di “una problematica esclusivamente estetica, che non dà problemi funzionali. Mi ren-do tuttavia conto che l’impatto estetico è notevole, soprattutto perché conno-tiamo questo problema a una persona anziana”. Con un intervento in day hospital si risolve il problema almeno per una decina d’anni.

Che fare dunque per chi soffre di occhiaie? “Per quelle bluastre ci sono due ausili: l’aci-do ialuronico e il grasso – spiega Tartagliani – Entrambi creano un’“intercapedine” tra lo strato dermico e quello venoso, andan-do a isolare le due parti. Tendenzialmente il grasso è più efficace perché è bianco e non trasparente e perché rilascia fattori che inibiscono anche il deposito di melani-na”. Per le occhiaie marroni, che caratte-rizzano chi possiede tratti mediterranei, “si può invece usare il laser o alcune creme schiarenti”, conclude Tartaglini.

Da non confondere con le borse, le occhiaie sono caratterizzate da una colorazio-ne scura a livello della palpebra inferiore. Ne esistono di due tipi: quelle più bluastre e quelle marroni. “Le prime sono quelle più frequenti – spiega il medico – Sono tipiche delle persone con fototipi molto chiari: la pelle sottile lascia intravedere i vasi venosi profondi che hanno colore blu”. Quelle marroni, invece, sono le respon-sabili del cosiddetto “effetto procione”: “Questa colorazione è dovuta alla presenza di melanina e interessa sia la parte superiore sia quella inferiore della palpebra. In questo caso hanno un ruolo predisposizione genetica e componenti ormonali che determinano un accumulo in quella zona”. Un mito da sfatare? Quello che le occhiaie siano legate alla carenza di sonno: “Non dormire abbastanza ha un effetto negativo sull’occhio – ammette l’esperto – Aumenta il cortisolo e quindi anche la ritenzione idrica. Questo può far gonfiare l’occhio, ma non provoca le occhiaie”. La dimostrazione più evidente è che hanno le occhiaie anche bambini molto piccoli.

F O C U SS A L U T E

N&P 31

32 N&P

DemenzeLe buone abitudini per prevenirleChe tu abbia 20, 30 o 40 anni, non è mai troppo presto per proteggersi dalle demenze. Spaventano tutte, ma ci sono alcune abitudini “scudo” che possono ridurre il rischio. L’importante è iniziare ad attuarle fin da subito.

F O C U SS A L U T E

N&P 33

Ne abbiamo tutte un po’ paura, soprattutto se ci è capitato di seguire un genitore che ne era affetto. Le demenze affliggono 47 milioni di persone nel mondo e secondo gli esperti il numero triplicherà nei prossimi 30 anni. A dispetto delle cifre impressionanti, la buona no-tizia è che esistono comportamenti e abitudini che possono ridurre il rischio di sviluppare una di queste malattie neurodegenerative. E alcuni sono anche divertenti. Il segreto, però, è iniziare a seguirli fin da subito, senza aspettare che arrivi la pensione. Diversi studi hanno infatti dimostrato che un’attuazione tardiva di questi comportamen-ti è meno efficace rispetto a chi li segue da una vita.

MUOVERSIIl modo migliore per contrastare gli acciacchi cognitivi è abbandonare la poltrona e muoversi. Non è ne-cessario diventare degli atleti, basta una passeggiata quotidiana per mantenere attivi cervello e muscoli.

DORMIRE IL GIUSTOAlmeno otto ore per notte e conce-dersi il riposino dopo pranzo sono buone abitudini per mantenere efficiente il cervello. Occhio però a non esagerare: una persona che dorme troppo di giorno e ha notti che durano non più di sei ore ha un rischio di declino cognitivo più alto.

PROTEGGERE LA TESTALe lesioni alla testa aumentano il ri-schio demenza. Quindi è una buona abitudine sempre indossare il casco anche in bicicletta e allacciare la cintura in auto.

MODERAZIONE A TAVOLAMolta frutta e verdura, poca carne e latticini, una manciata di noci, pesce, olio d’oliva a crudo e un bicchiere di vino rosso. Occasional-mente la carne. È questa la ricetta per prevenire molte malattie e, di conseguenza, mantenere anche a tavola un cervello vispo. In fondo basta seguire la dieta mediterranea.

FARE SESSOLe coppie che si concedono un rapporto a settimana avrebbero performance migliori anche fuori dalla camera da letto, quando si devono mi-surare con la fluidità verbale e i compiti spaziali. Anche chi si incontra sotto le lenzuola mensilmente ha un cervello più attivo di chi ha proprio smesso l’attività sessuale. Merito degli ormoni che si liberano durante il rapporto e dell’intimità che si crea con il partner.

DIVERTIRSIColtivare un hobby, fare le parole crociate, uscire di casa. Coltivare la socialità aiuta a mantenere il cer-vello giovane e attivo. Per farlo non serve essere campioni di scacchi: basta saper giocare a briscola o tenersi al passo con la tecnologia, magari per poter comunicare con il nipote che vive all’estero.

F O C U SS A L U T E

34 N&P

Test

N&P 35

Test

Operosio sfaticati?

Qual è il vostro rapporto con il lavoro?

Siete instancabili piccoli Stachanov, o

amanti della pausa caffè che corrono a

timbrare il cartellino quando scadono le

canoniche 8 ore lavorative? Forse un’i-

dea ce l’avrete già, ma potrebbe anche

essere che il vostro lavoro non vi appas-

sioni eccessivamente. Scoprite con noi

qual è la vostra reale inclinazione. Di E

va C

aron

es

36 N&P

1Vi chiedono maggiore dispo-

nibiità e impegno sul posto di

lavoro per favorire l’andamen-

to della vostra azienda. Cosa

rispondete? a) Va bene, purché mi venga pagato il

lavoro extrab) Se ne vale la pena, va bene il sacrifi-

cioc) Il dovere prima di tutto

2Cosa vi affatica di più?

a) Il lavoro manuale

b) Il lavoro che comporta un

forte sforzo mentale

c) Non lavorare

3Cosa scegliete tra:

a) L’attuale stipendio, lavoran-

do menob) Uno stipendio più elevato di

quello attuale, lavorando di più

c) Uno stipendio di poco inferiore per

un lavoro part-time

4Quale tipo di lavoro più vi si

addice?a) Imprenditore

b) Libero professionista

c) Dipendente

5Quali effetti ha il lavoro su di

voi?a) Vi stancab) Vi realizza

c) Vi nobilita

6Siete già impegnati ma con la

mente vi concedete di viaggia-

re. Quale di queste cose prefe-

rireste fare?

a) Una notte con una star dello spetta-

colob) Una notte con uno sconosciuto/a

c) Una notte con chi vi è sempre pia-

ciuto

7Dovete fare ogni giorno gli

straordinari, cosa ne pensate?

a) Creano problemi alla vita

privatab) Sono un disagio

c) Fanno comodo per arrotondare lo

stipendio

N&P 37

Test

PunteggioA B C

1 2 1 3

2 3 1 2

3 1 2 3

4 3 1 2

5 1 2 2

6 1 2 3

7 2 3 1

Fino a 12 punti

Il lavoro e lo sviluppo personale sono punti fondamentali su cui si

basa la vostra esistenza. Per voi essere impegnati è parte integran-

te di quello che siete, è motivo di soddisfazione e gratificazione,

proprio per questo per voi è così importante fare un lavoro che vi

appassioni, che dia un senso alle vostre giornate. Proprio per que-

sto non vi stancate facilmente e i risultati si vedono.

Da 13 a 17 punti

Il lavoro vi piace ed è sicuramente importante, purché non diventi

la parte predominante della vostra vita. Prima di tutto non deve

invadere la sfera privata e, quando chiudete la porta del vostro uf-

ficio, i problemi non devono più seguirvi. Vivete il lavoro senza an-

goscia, ma forse anche senza particolare passione o attaccamento.

Da 18 a 21 punti

A lavorare ci andate solo perché dovete farlo. E forse non avete ne-

anche mai preso in considerazione il fatto di farlo con uno scopo

che vada oltre il mero guadagno, ad esempio come gratificazione

personale. Se poteste sciegliere vivreste di rendita perché a pre-

scindere dalla professione, di base siete pigri.

PROFILI

38 N&P