GRANDEZZE FISICHE - univpm.it · GRANDEZZE FISICHE • Permettono di descrivere un fenomeno fisico...
Transcript of GRANDEZZE FISICHE - univpm.it · GRANDEZZE FISICHE • Permettono di descrivere un fenomeno fisico...
GRANDEZZE FISICHE
• Permettono di descrivere un fenomeno fisico
• Devono essere quantificate ovvero misurate
• Vengono utilizzate quattro grandezze fisiche fondamentali: LunghezzaL, Massa M, Temperatura Q, Tempo t.
MISURA DELLE GRANDEZZE FISICHE
MISURA DELLE GRANDEZZE FISICHE
• Consiste nell’associare alla grandezza un numero, secondo operazionifissate da regole ben definite. Questo numero esprime il rapporto tra lagrandezza in questione ed un’altra ad essa omogenea usata come unitàdi misura
Velocità
• MISURA DIRETTA: Si realizza confrontando direttamente la grandezza conil campione preso come unità di misura
• MISURA INDIRETTA: A volte non è possibile definire un campione di unagrandezza. In questo caso la misura viene dedotta dalla misura di altregrandezze fisiche di specie diversa, tramite una legge che può costituire ladefinizione della grandezza considerata
EQUAZIONI DIMENSIONALI
• Tra le grandezze fisiche intercorrono relazioni, costituite spesso dalladefinizione della grandezza, che comprendono operazioni dimoltiplicazione, divisione ed elevamento a potenza razionale semplice.
• La grandezza viene posta in relazione con le altre mediante un prodottomonomio.
• Si conviene di indicare la dimensione di una grandezza fisica traparentesi quadrate [A]
A[ ] = L[ ]a
× M[ ]b× t[ ]
c× q[ ]
d
Gli esponenti indicano la dimensione della grandezza rispetto alle grandezzefondamentali
• Grandezze omogenee hanno tutte le stesse dimensioni
• Una grandezza è adimensionale se: a = b = c = d = 0
• La scelta delle grandezze fondamentali è arbitraria si osservi, però, cheil campione dell’unità di misura deve soddisfare a due condizioni
a) Deve essere facilmente disponibile ed usabileb) Deve essere stabile nel tempo
SISTEMI DI UNITA’ DI MISURA
• I sistemi di unità di misura si differenziano tra loro in base alla sceltadelle grandezze fisiche fondamentali e, quindi, delle relative unità dimisura
Grandezze FondamentaliSI
Nome Simbolo
Lunghezza metro m
Massa chilogrammo kg
Tempo secondo s
Intensità di corrente ampere A
Temperatura termodinamica kelvin K
Intensità luminosa candela cd
Quantità di materia mole mol
Grandezze SupplementariSI
Nome Simbolo
Angolo piano radiante rad
Angolo solido steradiante sr
Grandezze DerivateSI
Nome Simbolo
Frequenza hertz Hz
Forza newton N
Pressione, Tensione pascal Pa
Lavoro, Energia, Calore joule J
Potenza, Flusso Termico watt W
Relazione con altreunità SI
Hz = s-1
N = kg .m .s-2
Pa = N . m -2
J = N . m
W = J . s-1
ESEMPI
Alcune grandezze sono spesso misurate ancora con unità di misura non appartenenti alSistema Internazionale
Forza: chilogrammo-peso o chilogrammo forza simbolo kgp o kgf 1 kgp = 9,8 NCalore: caloria simbolo cal 1 cal = 4,186 JPotenza: kilocaloria/ora simbolo kcal/h 1 kcal/h = 1,163 WPressione: atmosfera simbolo atm 1 atm = 1,01325•105 Pa
bar simbolo bar 1 bar = 1•105 Pa
Per l’energia elettrica, viene ancora utilizzata una specifica unità di misura denominata kilowattora (kWh).
Il kilowattora è definito come l’energia sviluppata dalla potenza di 1 kW per la durata di un’ora.
kJJsWhkWkWh 360010360036001000111 3
Altri fattori di conversione
ESEMPI
Una lampada da 60 W è tenuta accesa per 5 ore, quanto consuma e quanto si spende?
kJkWhWhhW 10803,0300560
Nella tabella seguente viene riportato il costo del kWh elettrico, in regime di maggior tutela, per iclienti domestici residenti comprensivi di iva e accise e calcolati nell’ipotesi di tariffa bioraria conconsumi per il 33% in fascia F1 ed il 67% in fascia F23 (F1+F3). Tutti gli importi in tabella sonocalcolati con le tariffe in vigore nel secondo trimestre 2017.
Ipotizzando un contratto per una potenza di 3kW ed un consumo annuo di 2700 kWh si ha uncosto di 0,19 €/kWh. Per cui:
€06,0/€19,03,0 kWhkWh
L’energia costa di meno dalle 19:00 alle 8:00durante i giorni della settimana (chiamatafascia 2 - F2) e durante tutto il weekend e ifestivi (F3). Il prezzo dell’energia è invece piùalto dalle 8:00 alle 19:00, da lunedì al venerdì(F1).
SISTEMA TERMODINAMICO
SISTEMA
AMBIENTE
TERMODINAMICA
Si occupa dello studio delle proprietà dei corpi e dei fenomeni cheimplicano uno scambio di Lavoro, Calore o, più in generale, di Energia
TERMODINAMICA
Si occupa dello studio delle proprietà dei corpi e dei fenomeni cheimplicano uno scambio di Lavoro, Calore o, più in generale, di Energia
• Principio Zero Equilibrio Termico
• Primo Principio Conservazione dell’energia
• Secondo Principio Differenza tra le varie forme dienergia, studio dei fenomeni reali
• Terzo Principio Proprietà della materia nelle vicinanzedello zero assoluto
Prenderemo in esame le questioni riguardanti l’energia meccanica etermica; saranno discussi il Primo e Secondo principio con particolareriguardo agli aspetti applicativi concernenti: macchine termiche,frigoriferi, impianti di climatizzazione
Forme di Energia
Sistema
Macroscopica: Energia posseduta dal sistema nelsuo insieme
Microscopica: Energia legata alla strutturamolecolare. Può essere vista comesomma dell ’ Energia cinetica edell ’ Energia potenziale dellamolecola
Microscopica: Energia di traslazione
Energia di rotazione
Energia di vibrazione
Energia Sensibile
Microscopica: Energia legate alle forze intermolecolari,ovvero alle forze che legano tra loro lemolecole
Energia che dobbiamo fornire per rompere il legame tra le molecole e realizzare unpassaggio di stato.Un sistema allo stato liquido è ad un livello di energia più elevato di quello allo stato solido,mentre un sistema allo stato gassoso è ad un livello di energia maggiore di quello liquido.Le trasformazioni possono verificarsi senza il cambiamento della composizione chimica
Energia Intermolecolare
Energia Interna U (joule, J)È la somma delle energie microscopiche
Energia Interna U
U = f(T,)Energia sensibile Energia latente
Energia latente
SISTEMA TERMODINAMICO
• APERTO: Quando scambiamassa con l’esterno (Sistemacon DEFLUSSO)
• CHIUSO: Quando nonscambia massa con l’esterno(senza DEFLUSSO)
• ADIABATICO: Quando nonscambia Calore con l’esterno
• ISOLATO: Quando nonscambia Calore, Lavoro eMassa con l’esterno.
SISTEMA
AMBIENTE
• INTENSIVE: Il valore non dipende dalla massa considerata.
• Es: TEMPERATURA, PRESSIONE
• ESTENSIVE: Il valore per l’intero sistema è uguale alla somma deivalori che competono alle singole parti del sistema stesso.
• Es: MASSA, VOLUME, ENERGIA INTERNA (U), CALORE (Q),LAVORO (L), ENTALPIA (H), ENTROPIA (S).
GRANDEZZE DI STATO
Un sistema termodinamico in equilibrio è definito da un certonumero di grandezze fisiche che ne individuano lo stato. Questegrandezze vengono dette di stato in quanto determinanounivocamente lo stato fisico del sistema e la loro variazione, dauno stato ad un altro, non dipendono dalla trasformazione.Possono essere di due tipi:
Si conviene di scrivere con lettere maiuscole le grandezzeestensive e con lettere minuscole quelle intensive
Es: Volume: V (m3) v( m3/kg); Energia Interna: U (J) u(J/kg); Calore: Q (J) q (J/kg); Lavoro: L(J) l (J/kg)
GRANDEZZE FISICHE
Molto spesso alcune grandezze fisiche vengono riferite all’unitàdi massa. In questo caso si conviene di scriverle con lettereminuscole
Es:Volume: V (m3) volume specifico v (m3/kg)Energia Interna: U (J), riferita all’unità di massa u (J/kg)Calore: Q (J) riferito all’unità di massa q (J/kg)Lavoro: L(J) riferito all’unità di massa l (J/kg)Entalpia H (J) riferita all’unità di massa h (J/kg)Entropia S (J/K) riferita all’unità di massa s [J/(K•kg)]
• Es: Lo stato termodinamico di unfluido è individuato da due grandezzedi stato. Se si considerano tregrandezze queste sono legate tra loroda una Equazione di Stato del tipo:
• F(P,T,V) = 0
RELAZIONI TRA LE GRANDEZZE DI STATO
Se un sistema è costituito da un numero C di componentichimicamente distinti e da un certo numero F di fasi chimicamentedistinte, allora lo stato fisico del sistema, in equilibriotermodinamico, è completamente individuato quando si conosconon grandezze intensive (n = C - F + 2). Questo significa che se siassumono m (m>n) grandezze caratteristiche del sistema, alloraesistono m-n equazioni del tipo:
F1 (X1, X2, ......., Xn) = 0
.
.
Fm-n (X1, X2, ......., Xn) = 0
• MECCANICO: Se, per esempio, la pressione P = costante
• TERMICO: Quando la temperatura T = cost. non c’è scambio termico
• CHIMICO: Non ci sono reazioni chimiche o fenomeni di diffusione di speciechimiche. Questo equilibrio è caratterizzato da un potenziale chimico costante.
EQUILIBRIO DI UN SISTEMA TERMODINAMICO
Un sistema è in equilibrio termodinamico quando è contemporaneamente inequilibrio meccanico, chimico e termico
FLUIDO TERMODINAMICO
Considereremo sistemi chimicamente omogenei ovvero costituiti da sostanze pure oriconducibili a queste.
Una sostanza è considerata pura quando ha una struttura molecolare uniforme edinvariabile oppure quando è costituita da una soluzione di sostanze omogenee inrapporto fisso tra loro (aria)
PRINCIPIO ZERO
X1 ,Y1 X2 , Y2
X3 , Y3
Se due sistemi sono in equilibrio termico con un terzo sistema, sono in equilibriotermico tra di loro.
Ciò non vuol dire che abbiano lo stesso stato termodinamico ma solo che tra essinon c’è scambio termico
Adiabatico
Conduttore
MISURA DELLA TEMPERATURA
Per poter stabilire una scala di misura di una grandezza fisica si deve poter stabilire uncriterio di confronto e uno di somma. Pertanto fissata l’unità di misura della grandezzain esame resta determinata l’intera scala. E’ ciò che accade per la Lunghezza, Massa,Volume ed altre grandezze ma non per la Temperatura in quanto per questa si puòstabilire un criterio di confronto (Principio Zero) ma non di somma. Per la temperaturarisulta necessario fissare l’intera scala.
Costruire una scala della temperatura significa mettere in corrispondenza biunivocauna serie di numeri con i livelli termici individuabili per mezzo del Principio Zero.
Un dispositivo di misura che permette di associare ad ogni livello termico un numero èchiamato TERMOMETRO.
Punto di fusione delghiaccio a pressione
atmosferica 0°C
Punto di ebollizionedell’acqua a pressione
atmosferica 100°C
SCALA DI TEMPERATURA
Detta X la sostanza termometrica e T = a . X la legge che lega la temperatura allasostanza termometrica si ha:
T(Xg) = a . Xg Per il punto di fusione del ghiaccio
T(Xv) = a . Xv Per il punto di ebollizione dell’acqua
aT Xv T Xg
Xv XgT X
T Xv T Xg
Xv XgX
T XXv Xg
X
100
Con questa scala si misurano per definizione 100 gradi di differenza tra due punti diriferimento (SCALA CENTIGRADA) ma non è detto che le loro indicazionicoincidano per ogni altra situazione
T LLv Lg
T LRv Rg
R
T EEv Eg
E
T LPv Pg
P
T VVv Vg
V
100
100
100
100
100
L Termometro a liquido (Alcool, Hg)
Termometro a resistenza elettrica
Termometro a termocoppia
Termometro a gas a volume costante
Termometro a pressione costante
Adoperando il termometro a gas a volume costante, le indicazioni che si ottengono condifferenti gas sono tanto più vicine quanto più Pg tende a zero.
Il comportamento a cui tendono tutti i gas al tendere a zero della pressione si dicecomportamento del gas ideale.
L’espressione scritta sotto definisce quindi la temperatura del termometro a gas ideale(Volume costante). L’unità di misura nel S.I. è il kelvin K
O2
Aria
N2H2
TPv Pg
PPg
lim 0100
T(K)
P(kPa)
717.75
La temperatura di fusione del ghiaccio è definita come:
Tg = 273.15 K
Accanto alla scala di temperatura in kelvin è usata la scala in gradi celsius (°C),definita come:
t (ºC) = T(K) - 273.15
TgPv
PgPg
100
10lim
Successivamente anziché la temperatura di fusione del ghiaccio è stata presa ariferimento la temperatura del punto triplo dell’acqua TT posta per definizione pari a:
TT = 273,16 K
27316
27316
27316
.
.
.
a X
T XX
X
T PP
P
T
T
T
Scegliendo 273.16 permette di mantenere Tg = 273,15.
Infatti per l’acqua al passare della pressione dal valore di saturazione (0.006 atm) al valoredel punto di fusione normale (1 atm) corrisponde una diminuzione della temperatura difusione di un centesimo di grado.
La temperatura del punto triplo dell’acqua è quindi di 0.01 ºC
GAS IDEALE
Dalla definizione di temperatura assoluta abbiamo visto che, per un qualsiasi gas, inun termometro a volume costante si ha:
Questo è dovuto al fatto che per un gas ideale il prodotto pressione volume molaredipende solo dalla temperatura.
Detto il volume molare definito come: con n numero di moli per un gasideale si ha:
n
Vv
Tp p
pT
T 0lim16.273
Tfvpp
0
lim Avpp
0
lim
Con A funzione della sola temperatura
GAS IDEALE
Indicando con
Tp p
pT
T 0lim16.273
T
T
p vp
vp
n
Vp
n
Vp
TT lim
lim16.273lim16.273
0
da cui
T
vpvp T
16.273
limlim con
kmol
atmmvp T
3
414.22lim
Il valore di 22.414 rappresenta il volume occupato da una kmole di gas idealealla pressione di 1 atm ed alla temperatura del punto triplo dell’acqua
Kkmol
J
Kkmol
Jvp T
2.8314
16.273
1001325.1414.22
16.273
lim 5
kmolK
JR
2,8314
GAS IDEALE
Pertanto l’equazione di stato di un gas idealepuò essere scritta come:
Sostituendo al volume molare la sua espressione si ha:
TRvp
Dove è la costante universale del gasR
TRnVp Introducendo il volume specifico v definito come il volumeoccupato per unità di massa
kg
m
M
Vv
3
TRnMvp TRM
nvp
Indicando con la massa molecolare si ha:n
MM T
M
Rvp
GAS IDEALE
Indicando con una costante che dipende dalla massa molecolare del gassi ha:
L’equazione sopra scritta costituisce la prima proprietà del gas ideale
M
RR
TRvp
Il gas ideale non esiste in natura, ma la legge è tanto più verificata quantopiù piccola è la massa molecolare, quanto più bassa è la pressione e quantopiù alta è la temperatura rispetto alla temperatura critica.
L’aria, ad esempio, può considerarsi un gas ideale con un errore dell’1%alla temperatura ambiente e per pressioni fino a 25 atm
PROCESSI TERMODINAMICI
Consistono in trasformazioni che da uno stato iniziale di equilibriotermodinamico portano ad uno stato finale, sempre di equilibriotermodinamico
• Processo aperto • Lo stato iniziale e finale non coincidono
• Processo chiuso o ciclo • Lo stato finale e iniziale coincidono
• Sistema chiuso
o senza deflusso
• La massa resta confinata all’interno delsistema. Si possono avere scambi dicalore e lavoro con l’esterno.
• Viene scambiata della massa conl’esterno
• Sistema aperto
o con deflusso
TRASFORMAZIONI REVERSIBILI O QUASI STATICHEIN SISTEMI SENZA DEFLUSSO
• CASO IDEALE: R = 0
• (1) Espansione senza attrito
dL = P . dV
• CASO REALE:
• (1) Espansione con attrito
dL = P . dV - R . dx dal sistemasi ottiene un lavoro minore
• (2) Compressione con attrito
dL = P . dV +R . dx sul sistemasi compie un lavoro maggiore
P
dxR
Rdx
(1)
(2)
dx = w . dt
Se la trasformazione avviene in untempo che tende all’infinito allorala possiamo considerare quasistatica
LAVORO LUNGO UNA TRASFORMAZIONEREVERSIBILE
12
p
V
L12 (+)
12
p
V
L21 (-)
V1 V2 V1 V2
Il lavoro è l’area sottesa dalla curva ed èpositivo quando c’è una espansione
Quando c’è una compressione è negativo 2
1
dVPL
LAVORO LUNGO UN CICLO CHIUSO REVERSIBILE
1 2
p
V
Ln = L12 + L21 (+)L12 > 0 ; L21 < 0L12 > L21
CICLO DIRETTO
p
VV1 V2 V1 V2
Ln (+)
2Ln (-)
1
Ln = L12 + L21 (-)L12 > 0 ; L21 < 0L12 < L21
CICLO INVERSO
CONVENZIONE SUI SEGNI
• (1) Espansione senza attrito
dL = P . dV (+)
Lavoro fatto dal sistemasull’esterno. Si prende positivo (+)
• (2) Compressione senza attrito
dL = P . dV (-)
Il lavoro è fatto dall’esterno sulsistema. Si prende negativo (-)
• Il calore è positivo quandodall’esterno entra nel sistema.
• E’ negativo quando è ceduto dalsistema all’esterno
P
dx(1)
Q(+)
L(+)
P
dx
(2)
Q(-)
L(-)
LAVORO CON DEFLUSSO
• SISTEMI APERTI
necessità di valutare il lavoro
utile prodotto da una massa m di
fluido che entra in una sezione ed esce
da un’altra
Turbina
Pompa
Tensione alternataT A
1
2
1 Sezione di ingresso
2 Sezione di uscita
T Turbina
Lu Lavoro utile
A Alternatore
Lu
LAVORO IN SISTEMI CON DEFLUSSO
1
2
1’
2’l’12
Il lavoro l12 rappresenta il lavoro totale scambiato fra il sistema e l’esterno riferitoall’unità di massa, somma del lavoro utile l’12 e del lavoro di immissione ed emissione:
11221212 ' vPvPll
Sostituendo L12 nell’espressione precedente si ha:11221212' vPvPll
1122
2
112' vPvPPdvl
2
112' vdpl
CONCLUSIONI
Nell’ ipotesi si possa trascurare la variazione di energia cinetica, lavariazione di energia potenziale ed il lavoro delle forze di attrito(trasformazioni reversibili) si ha:
2
1
12' dPvl
1
2
p
v (m3/kg)v1v2
2
1
12' dPvl
ESEMPI
Processo a volume costante
È quanto avviene in una turbina idraulica dove P1 e P2 sono le pressioni amonte ed a valle della turbina. Le variazioni di volume sono trascurabili.Il lavoro utile esterno è dovuto alla differenza tra il lavoro di immissionee quello di emissione. Per trasformazioni reversibili si ha:
21
2
1
12' PPvdPvl
Forme di Energia
Sistema
Macroscopica: Energia posseduta dal sistema nelsuo insieme
Microscopica: Energia legata alla strutturamolecolare. Può essere vista comesomma dell ’ Energia cinetica edell ’ Energia potenziale dellamolecola
Microscopica: Energia di traslazione
Energia di rotazione
Energia di vibrazione
Energia Sensibile
Microscopica: Energia legate alle forze intermolecolari,ovvero alle forze che legano tra loro lemolecole
Energia che dobbiamo fornire per rompere il legame tra le molecole e realizzare unpassaggio di stato.Un sistema allo stato liquido è ad un livello di energia più elevato di quello allo stato solido,mentre un sistema allo stato gassoso è ad un livello di energia maggiore di quello liquido.Le trasformazioni possono verificarsi senza il cambiamento della composizione chimica
Energia Intermolecolare
Energia Interna U (joule, J)È la somma delle energie microscopiche
Energia Interna U
U = f(T)Energia sensibile Energia latente
Energia latente
PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
In un processo ciclico la quantità di calore netto scambiata fra il sistema el’esterno (presa con il suo segno) è uguale alla quantità di lavoro nettoscambiato (presa con il suo segno).
LQ
Il primo principio si chiama anche principio della equivalenza fra calore elavoro o anche principio di conservazione dell’energia
0 LQd
LdUQ t
0 tdULQd
PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Per unità di massa
lduq t
dove
Dove ut è la somma di tre termini:•Energia interna u•Energia cinetica
•Energia potenziale
2
2w
zg
zg
wuddut
2
2
pertanto dzgw
dlduq 2
2
Per una trasformazione finita
12
21
22
1212122
zzgww
uuuq
Trascurando le variazioni dienergia cinetica e potenziale si ha: lduq
PRIMO PRINCIPIO NEI SISTEMI CON DEFLUSSOENTALPIA
1
2
1’
2’l’12
Per l’unità di massa 12
21
22
1212122
zzgww
luuq
Il lavoro l12 rappresenta il lavoro totale scambiato fra il sistema e l’esterno, somma dellavoro utile l’12 e del lavoro di immissione ed emissione:
11221212 ' vPvPll
Sostituendo l12 nell’espressione precedente si ha:
PRIMO PRINCIPIO NEI SISTEMI CON DEFLUSSOENTALPIA
Definendo l’entalpia per unità di massa come:
L’equazione sopra scritta rappresenta il primo principio per sistemi condeflusso. L’entalpia, essendo somma di funzioni di stato, è una funzione di stato
12
21
22
11221212122
' zzgww
vPvPluuq
12
21
22
12111222122
' zzgww
lvPuvPuq
vPuh
12
21
22
1212122
' zzgww
lhhq
PRIMO PRINCIPIO NEI SISTEMI CON DEFLUSSO
Trascurando le variazioni di energia cinetica e potenziale ed utilizzando laforma differenziale, possiamo riscrivere il primo principio come:
'ldhq
Per trasformazioni reversibili dPvl 2
1
12' da cui
solo per trasformazioni reversibili vdPdhq
CALORI SPECIFICI
Si consideri l’energia interna come funzione di due variabiliallora:
vTfu ,
dvv
udT
T
udu
Tv
Definendo il calore specifico a volume costante cv come il rapporto tra lavariazione di energia interna che subisce l’unità di massa del sistema e la suavariazione infinitesima di temperatura fra due stati di equilibrio allo stessovolume
v
vT
uc
dvv
udTcdu
T
v
Per un processo a volume costante dTcdu v
CALORI SPECIFICI
Per un processo a volume costante e reversibile da cui
Definendo il calore specifico a pressione costante cp come il rapporto tra lavariazione di entalpia che subisce l’unità di massa del sistema e la suavariazione infinitesima di temperatura fra due stati di equilibrio alla stessapressione
pTfh ,
dpp
hdT
T
hdh
Tp
Si consideri l’entalpia come funzione di due variabiliallora:
duq
dTcq v
CALORI SPECIFICI
Dalla definizione di calore specifico a pressione costante da cui
p
pT
hc
dpp
hdTcdh
T
p
Per un processo isobaro e reversibile da cuidhq
dTcq p
CALORI SPECIFICI
Oltre ai calori specifici a pressione e volume costante si possono definire calorispecifici lungo altre trasformazioni. Questi calori specifici vanno definiti in funzionedi variazioni di parametri del sistema. Per il momento possiamo dire che il calorespecifico lungo una trasformazione reversibile è definito come il rapporto tra ilcalore scambiato durante un processo e la variazione di temperatura che il sistemasubisce. Per un processo fra due stati molto vicini si ha:
T
qc
Processo adiabatico 0q 0c
Processo isotermo 0dT c
Compressione di un gascon cessione di calore
0dT0q
0c
GAS IDEALE
Dalla definizione di temperatura assoluta abbiamo visto che, per un qualsiasi gas, inun termometro a volume costante si ha:
Questo è dovuto al fatto che per un gas ideale il prodotto pressione volume molaredipende solo dalla temperatura.
Detto il volume molare definito come: con n numero di moli per un gasideale si ha:
n
Vv
Tp p
pT
T 0lim16.273
Tfvpp
0
lim Avpp
0
lim
Con A funzione della sola temperatura
GAS IDEALE
Indicando con
Tp p
pT
T 0lim16.273
T
T
p vp
vp
n
Vp
n
Vp
TT lim
lim16.273lim16.273
0
da cui
T
vpvp T
16.273
limlim con
kmol
atmmvp T
3
414.22lim
Il valore di 22.414 rappresenta il volume occupato da una kmole di gas idealealla pressione di 1 atm ed alla temperatura del punto triplo dell’acqua
Kkmol
J
Kkmol
Jvp T
2.8314
16.273
1001325.1414.22
16.273
lim 5
kmolK
JR
2,8314
GAS IDEALE
Pertanto l’equazione di stato di un gas idealepuò essere scritta come:
Sostituendo al volume molare la sua espressione si ha:
TRvp
Dove è la costante universale del gasR
TRnVp Introducendo il volume specifico v definito come il volumeoccupato per unità di massa
kg
m
M
Vv
3
TRnMvp TRM
nvp
Indicando con la massa molecolare si ha:n
MM T
M
Rvp
GAS IDEALE
Indicando con una costante che dipende dalla massa molecolare del gassi ha:
L’equazione sopra scritta costituisce la prima proprietà del gas ideale
M
RR
TRvp
Il gas ideale non esiste in natura, ma la legge è tanto più verificata quantopiù piccola è la massa molecolare, quanto più bassa è la pressione e quantopiù alta è la temperatura rispetto alla temperatura critica.
L’aria, ad esempio, può considerarsi un gas ideale con un errore dell’1%alla temperatura ambiente e per pressioni fino a 25 atm
ENERGIA INTERNA ED ENTALPIA DI UN GAS IDEALE
La seconda legge che caratterizza il gas ideale riguarda l’espressionedell’energia interna e deriva da una esperienza dovuta a Joule. Con questaesperienza si dimostrò che, per un gas ideale, l’energia interna è funzionedella sola temperatura.
perciò Tfu
dvv
udT
T
udu
Tv
il secondo termine del secondo membro è, quindi,
nullo. pertanto
dTcdu v
L’espressione è valida per un gas ideale qualunque sia la trasformazione
dTT
udu
ENERGIA INTERNA ED ENTALPIA DI UN GAS IDEALE
Se si considera la funzione entalpia per un gas ideale
perciò
il secondo termine del secondo membro è, quindi,nullo. Pertanto
L’espressione è valida per un gas ideale qualunque sia la trasformazione
Tfh
dpp
hdT
T
hdh
Tp
dTT
hdh
dTcdh p
RELAZIONE TRA I CALORI SPECIFICI
Dalla definizione di entalpia si ha:
perciò
Indicando
vpddudh vpuh
RTddTcdTc vp RdTdTcdTc vp
da cui
Rcc vp
v
p
c
ck con k>1
Rk
kcp
1 R
kcv
1
1
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
1) Processo ISOCORO (volume costante)
RTpv
1
2p
(Pa)
v (m3/kg)
11 RTvp
22 RTvp
v
2
2
1
1
T
p
T
p
Processo ISOCORO senza deflusso
lduq pdvduq 0lma v = cost.
duq dTcq v 1212 TTcq v
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
Processo ISOCORO con deflusso
'ldhq vdpdhq
121212 ppvTTcq p
1
2p
(Pa)
v (m3/kg)v
1212' ppvl
l’12
2
1
12' vdpl
1212121212 RTRTTTcvpvpTTcq pp
1212 TTRcq p 1212 TTcq v
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
2) Processo ISOBARO (pressione costante)
RTpv 1 2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1Processo ISOBARO senza deflusso
lduq pdvduq
v2
11 RTpv
22 RTpv 2
2
1
1
T
v
T
v
12
2
1
12 vvppdvl 121212 lTTcq v
121212 vvpTTcq v 1212 TTcq p
l12
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
Processo ISOBARO con deflusso
'ldhq vdpdhq
p
(Pa)
v (m3/kg)
0'12 lv1 v2
1 2
1212 TTcq p
2
1
12' vdpl
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
3) Processo ISOTERMO (temperatura costante)
RTpv 1
2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1Processo ISOTERMO senza deflusso
lduq
v2
l 12
RTvp 11
RTvp 22
2211 vpvp
costantepv
0 Tcu vma
1212 lq lq 1
2
2
1
2
1
12 lnv
vRT
v
dvRTpdvl
1
21212 ln
v
vRTlq
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
1
2
v (m3/kg)v1
Processo ISOTERMO con deflusso
v2
l12
ma 0 Tch p'ldhq
'lq 1212 'lq
1
2
1
2
2
1
2
1
2
1
12 lnlnln'v
vRT
RTv
RTvRT
p
pRT
p
dpRTvdpl
1
21212 ln'
v
vRTlq
Il lavoro lungo unaisoterma reversibile nelcaso con deflusso è lo stessodi quello nel caso senzadeflusso
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
3) Processo ADIABATICO (senza scambio dicalore)
1
2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1
lduq
v2
l12
ma RTpv da cui RdTvdppdv
dTccvdppdv vp
(1)0 pdvdTcv
sostituendo in (1)
pdvvdppdvcc
c
vp
v
0 vdpcpdvc vp 0p
dp
v
dvk
vp cc
vdppdvdT
costantekpv
kk vpvp 2211
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
Trasformazione adiabatica reversibile senzadeflusso
1
2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1 v2
l12
ma quindi dul 0q
(J kg-1)
1
2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1 v2
l’12
Trasformazione adiabatica reversibile condeflusso
lduq
)()( 211212 TTcTTcl vv
'ldhq dhl '
)()(' 211212 TTcTTcl pp
)(' 2112 TTkcl v In una adiabaticacon deflusso il lavoroè k volte quello senzadeflusso
ALCUNI PROCESSI DEL GAS IDEALE
La curva che rappresenta l’adiabatica è piùripida di quella che rappresenta l ’ isoterma(iperbole equilatera) 1
2
p
(Pa)
v (m3/kg)v1 v2
isoterma
infatti per l’iperbole (isoterma) si ricava
adiabatica
v
p
dv
dp
per l’adiabaticav
pk
dv
dp
Forme di Energia
Sistema
Macroscopica: Energia posseduta dal sistema nelsuo insieme
Microscopica: Energia legata alla strutturamolecolare. Può essere vista comesomma dell ’ Energia cinetica edell ’ Energia potenziale dellamolecola
Microscopica: Energia di traslazione
Energia di rotazione
Energia di vibrazione
Energia Sensibile
Microscopica: Energia legate alle forze intermolecolari,ovvero alle forze che legano tra loro lemolecole
Energia che dobbiamo fornire per rompere il legame tra le molecole e realizzare unpassaggio di stato.Un sistema allo stato liquido è ad un livello di energia più elevato di quello allo stato solido,mentre un sistema allo stato gassoso è ad un livello di energia maggiore di quello liquido.Le trasformazioni possono verificarsi senza il cambiamento della composizione chimica
Energia Intermolecolare
Energia Interna U (joule, J)È la somma delle energie microscopiche
Energia Interna U
U = f(T)Energia sensibile Energia latente
Energia latente
Una sostanza pura non deve necessariamenteessere composta da un unico elemento chimico.
Acqua
Aria
Stati della materia
OssigenoO2
Una sostanza pura è una sostanza la cui composizione chimicanon varia.
solida liquida aeriforme
Fasi
La fase è l’insieme delle parti omogenee del sistemaaventi lo stesso stato.
Una sostanza pura può trovarsi in diverse fasi.
Si consideri un sistema pistone-cilindro contenente una sostanza pura (liquido), al qualeviene somministrato calore a pressione costante. Fornendo calore la temperatura delliquido aumenta (calore sensibile) mentre per il volume specifico del liquido si ha unlieve incremento (tratto A-B) . Giunti nel punto B anche se si continua a fornire calore latemperatura del sistema rimane costante e si osserverà un repentino aumento del volumespecifico. Il calore fornito (tratto B-C) serve a modificare lo stato di aggregazione dellasostanza (calore latente). La temperatura a cui avviene il passaggio di stato si chiamatemperatura di saturazione ed è unica per la pressione considerata. Nel punto B si hatutto liquido (liquido saturo), nel punto C tutto vapore (vapore saturo secco), nel tratto B-C una miscela di liquido e vapore in condizioni di saturazione.
tsL
L+V
V
ts: temperatura disaturazione relativaalla pressione P
Calore
LL+V
Tratto A-B
Tratto B-C
Continuando a fornire calore si riscontra un nuovo aumento di temperatura (caloresensibile) ed un aumento del volume specifico (tratto C-D). Nel tratto C-D , adesclusione di C, il vapore si trova, relativamente alla pressione data P, ad una temperaturasuperiore alla relativa temperatura di saturazione ts. Il vapore in questo tratto vienechiamato vapore surriscaldato. Nel tatto A-B, escluso il punto B, il liquido si trova aduna temperatura inferiore alla temperatura di saturazione ts relativa alla pressione P. Inquesto tratto il liquido si chiama liquido sottoraffreddato
tsL
L+V
V
ts: temperatura disaturazione relativaalla pressione P
Calore
V
D
Vaporesurriscaldato
Tratto C-DPunto C
In definitiva:
ts: Temperatura di saturazione relativa alla pressione PLs: Liquido sottoraffreddatoVs: vapore surriscaldatoL+V: miscela liquido vapore saturoB: Liquido SaturoC: Vapore saturo secco
t(ºC)
P = costante: isobara
Vsts
A
BL+V
Ccalore latente
D
Ls
v (m3/kg)
Il calore necessario per far passare l’unità dimassa di una sostanza da una fase all’altra èdetto calore latente. Nel caso di passaggio daliquido saturo a vapore saturo secco è dettocalore di vaporizzazione (r). Nel passaggioinverso è detto calore di condensazione. Inquesto caso il calore viene rilasciato ed èuguale a quello di vaporizzazione.Per l’acqua:A 0 ºC r = 2500,9 ≈ 2501 kJ/kgA 100 ºC r = 2257 kJ/kg
Per una pressione di 100 kPa ts = 100 ºC
DIAGRAMMA T - v
A
B C
D
Se la pressione passa da 0.1 MPa (100 kPa) a 1MPa, il volume specifico v diminuisce. Il passaggiodi stato da liquido a vapore inizia ad unatemperatura più elevata, il volume specifico delliquido saturo aumenta mentre quello del vaporesaturo secco diminuisce. Ne deriva che il segmentoche unisce i punti di liquido saturo e vapore saturosecco è molto più corto. Un ulteriore aumentodella pressione renderà ancora più corto questosegmento, fino a ridurlo ad un punto (puntocritico). Per l ’ acqua questo avviene per unapressione di 22.09 MPa. Questo punto viene dettopunto critico ed è caratterizzato dalla coincidenzadei punti rappresentativi dello stato di liquidosaturo e dello stato di vapore saturo secco. Latemperatura, la pressione ed il volume specifico diuna sostanza pura che si trovi al punto critico sonochiamati, rispettivamente, temperatura critica Tcr,volume specifico critico vcr, pressione critica.
Per l’acqua:
•Pcr = 22.09 MPa
•Tcr = 374.14 °C
•vcr = 0.003155 (m3/kg)
Un liquido che per una data pressione si trovaad una temperatura inferiore a quella disaturazione, corrispondente a quella pressione,viene detto liquido sottoraffreddato.
Analogamente un liquido è sottoraffreddato se,per una data temperatura, si trova ad unapressione superiore alla pressione di saturazionecorrispondente a quella temperatura.
Un vapore si dice vapore surriscaldato se sitrova, per una data pressione, ad unatemperatura maggiore della temperatura disaturazione corrispondente alla pressione data.
Analogamente un vapore si dice surriscaldato se,per una data temperatura, si trova ad unapressione inferiore alla pressione di saturazionecorrispondente alla temperatura data.
LIQUIDO SOTTORAFFREDDATO E VAPORE SURRISCALDATO
Durante la fase di vaporizzazione la sostanzaè composta da una miscela liquido vapore.Per conoscere le quantità di vapore o liquidopresenti in un dato punto si definisce il titolodi vapore x
Miscela Satura Liquido Vapore
t
v
m
mx
Dove mv è la massa del vapore ed mt lamassa totale ovvero la somma della massa divapore e la massa del liquido
vl
v
mm
mx
A CM
Miscela Liquido Vapore
vl=vls v vv=vvs
Miscela Satura Liquido Vapore
In A il titolo di vapore xA = 0 essendo lamiscela tutta liquida (liquido saturo); in C iltitolo di vapore xC = 1 essendo la miscelatutta vapore (vapore saturo secco)
vl
v
mm
mx
A CM
Miscela Liquido Vapore
vl=vls v vv=vvs
Miscela Satura Liquido Vapore
Siano vA, v e vC i volumi specifici (m3/kg)nei punti A, M e C e mT la massa totaleovvero
mT = mv + ml
Dove mv e ml sono, rispettivamente, lemasse del vapore e del liquido
vl
v
mm
mx
Il volume totale (m3) V = Vl + Vv
vvllT vmvmvm
vvlvTT vmvmmvm
In A vA = vl = vls dove vls è il volumespecifico del liquido saturo. Così in C vC =vv = vvs dove vvs è il volume del vaporesaturo secco
A CM
Miscela Liquido Vapore
vl=vls v vv=vvs
Miscela Satura Liquido Vapore
v
T
v
l
T
v vm
mv
m
mv
1
vl vxvxv 1
vll vxvxvv
lvl vvxvv
lv
l
vv
vvx
vvlvTT vmvmmvm
A CM
Miscela Liquido Vapore
vl=vls v vv=vvs
Miscela Satura Liquido Vapore
AC
AMx
A CM
Miscela Liquido Vapore
vl=vls v vv=vvs
lv
l
vv
vvx
lvl vvxvv
Ma :
vl = vls
vv = vvs
Possiamo scrivere anche:
slvssl vvxvv
slvssl vvxvv
Miscela Satura Liquido Vapore
A CM
Miscela Liquido Vapore
hl=hls v hv=hvs
Relazioni simili valgono anche per l’energiainterna, entalpia ed entropia (la dimostrazione èanaloga a quella riportata sopra)
slvssl vvxvv
slvsslM hhxhh
slvsslM ssxss
Dove hvs – hls rappresenta il calore latente divaporizzazione r.Su questo ci ritorneremo più avanti dopo averfatto l’entropia ed il diagramma entropico
Calcolo dell’entalpia lungo una isobara (sistema aperto):
t(ºC)
P = costante: isobara
ts
0
AL+V
Bcalorelatente
C
v (m3/kg)
Per trasformazioni isobare reversibili
LsVs
'ldhq
0' vdpl dhq
Tratto 0A
00
0
0
0
hhTTcdTcdhq AAPl
T
T
Pl
A
A
A
Dove TA e T0 sono le temperature in K ecPl il calore specifico del liquido apressione costante
Tratto AB
AB
B
A
BA hhrdhq Tratto BC BCBCPv
T
T
Pv
C
B
BC hhTTcdTcdhqC
B
Dove cPv il calorespecifico del vaporea pressione costante
In definitiva tratto 0C
000 hhqqqq CBCABAC BCPvAPlC TTcrTTcq 00 Esprimendo la temperatura in ºC
00 hhttcrtcq CBcPvAPlc
Calcolo dell’entalpia lungo una isobara:
t(ºC)
P = costante: isobara
ts
0
AL+V
Bcalore latente
C
v (m3/kg)
Ls
Vs
00 hhttcrtcq CBcPvAPlc
Assumendo h0 = 0 a 0 ºC
AcPvAPlc ttcrtch
Dove la temperatura è espressa in ºCe tA = tB
Calcolo dell’entalpia lungo una isobara:
t(ºC)
P = costante: isobara
0=A
L+V
Bcalore latente a 0 ºC
C
v (m3/kg)Ls
Vs
cPvc tcrh
Dover = 2501 kJ/kg a 0 ºCcPv = 1,875 kJ/(kg K)
Se A coincide con l’origine O ovvero tA =0 ºC
AcPvAPlc ttcrtch
DIAGRAMMA p - v
Nel diagramma p-v le linee a temperatura Tcostante sono decrescenti, come mostrato infigura.
Il diagramma p-v non è molto usato nellatecnica in quanto il volume specifico delliquido lungo la curva limite inferiore,quando si è lontani dal punto critico, è dimolto inferiore al volume specifico delvapore saturo lungo la curva limitesuperiore. Per l’acqua a 20 ºC vl = 0.001m3/kg e vv = 57.84 m3/kg. Il diagrammariportato in figura è volutamente deformato.
SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Il primo principio esprime la conservazionedell’energia e fissa l’equivalenza fra le diverseforme
Oggetto “caldo”
Ambiente più “freddo”
Q
Il primo principio della termodinamica non vieta che un oggetto “caldo”posto in un ambiente più “freddo” si riscaldi. È esperienza comune che ciònon si verifica.
È esperienza comune che un oggetto a temperaturamaggiore posto in un ambiente a temperatura minorediminuisca la sua temperatura. L’energia termicapersa dall’oggetto a temperatura maggiore è ugualequella ricevuta dall’ambiente circostante
SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Ambiente più freddo
Q
Le trasformazioni avvengono spontaneamente solo in un certo verso enon secondo quello opposto.
Nel riscaldamento di un ambiente ottenuto tramiteuna stufa a resistenza elettrica, l’energia elettricafornita ai capi della resistenza è uguale all’energiaceduta sotto forma di calore all’ambiente. In accordocon il primo principio della termodinamicaEe
Q
Ee=0
Fornendo calore alla stufa non si provoca unagenerazione di una pari quantità di energia elettricaai capi della resistenza, anche se ciò non è incontrasto con il primo principio della termodinamica
SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Il secondo principio della termodinamica non si limita alla solaindividuazione del verso di una trasformazione, ma fornisce i mezzinecessari per determinare la qualità dell’energia e per quantificarne ildegrado a seguito di una trasformazione, permettendo inoltre dideterminare i limiti teorici per la prestazione dei dispositivi ditrasformazione dell’energia.
Il primo principio della termodinamica non pone alcuna restrizioneal verso di una trasformazione e la sua soddisfazione non assicurache la trasformazione avvenga in realtà, si sopperisce a questainadeguatezza con il secondo principio della termodinamica.
Una trasformazione puòavvenire soltanto se soddisfacontemporaneamente il primoed il secondo principio dellatermodinamica
trasformazione1°principio
2°principio
SERBATOI DI ENERGIA TERMICA
Il serbatoio di energia termica o serbatoio di calore è definito comeun corpo di capacità termica ( ) relativamente grande etale da fornire o assorbire una qualsiasi quantità finita di caloresenza subire alcuna variazione di temperatura
•oceani
•laghi
•fiumi
•atmosfera
Esempi
cmC
I serbatoi che forniscono caloresono anche detti sorgenti, mentrequelli che lo assorbono sono dettipozzi (sorgenti a temperaturainferiore)
Sorgente
Q
Pozzo
Q
MOTORI TERMICI
Il lavoro può essere facilmente convertito in altre forme di energia,ma, al contrario, la conversione di altre forme di energia in lavoronon è spontanea né semplice. Per convertire il calore in lavoro c’èbisogno di dispositivi appositamente progettati detti motori termici
Qu
SorgenteT1
SorgenteT0
Qe
MT
Ln
con
T1 > T0
I motori termici
•ricevono calore da una sorgente ad alta temperatura
•convertono parte di questo calore in lavoro
•cedono la parte rimanente di calore ad una sorgentea temperatura inferiore
•funzionano secondo un ciclo
uen QQL
uen QQL
RENDIMENTO TERMICO DI UNA MACCHINA TERMICA
Poiché il calore ceduto dal sistema alla sorgente a temperatura inferiore è semprediverso da zero, il lavoro netto fornito dal sistema all’esterno è sempre minoredel calore assorbito dalla sorgente a temperatura maggiore. Si può quindiquantificare l’efficienza di una macchina termica mediante il rendimento termico definito come:
e
n
Q
L
dove Ln è il lavoro netto fornito dal sistema e Qe il calore assorbito dal sistema.Dal primo principio si ha:
e
u
e
ue
Q
Q
Q
1
Esempi di rendimento•autovettura 20%•motori Diesel 30%•grandi impianti a vapore 40%
considerando i segnie
u
Q
Q 1 0 < < 1
e
u
q
q 1
RENDIMENTO TERMICO DI UNA MACCHINA TERMICA
P
Gas
30°C
P
Gas
90°C
Se fosse possibile cedere nuovamente alla sorgente a 100 ºC gli 85 kJ dell’energiadel gas, si avrebbe un motore in cui = 1. Ovviamente ciò non è possibile. Perconsentire al gas di tornare nelle condizioni iniziali, si dovrebbe, per esempio,scambiare calore con un pozzo a 20 ºC. Questa energia non può essere utilizzata eprende il nome di energia di scarico
P
Gas
30°C
Qu = 85 kJ
Sorgente100 °C
Pozzo20 °C
Lu = 15 kJ
Qe = 100 kJ
Secondo Principio della Termodinamica: enunciato di KELVIN - PLANCK
È impossibile costruire una macchina ciclica il cui unico effetto sia la trasformazione inlavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente a temperatura uniforme e costante
MT
qe = 2729 kJ/kg
qu = 2019 kJ/kg
PozzoT0
MT
qu = 0
ln = 709 kJ/kg
= 26 % = 100 %
qe = 2729 kJ/kg
ln = 2729 kJ/kg
SCHEMA DI UN IMPIANTO MOTORE A VAPORE
caldaia
Sorgente
Qe
pompa
condensatore
Pozzo
Lu
Qu
Le
eun LLL
eun LLL
uen QQL
Secondo Principio della Termodinamica: enunciato di CLAUSIUS
È impossibile costruire una macchina ciclica il cui unico effetto sia il trasferimento dicalore da un corpo a temperatura più bassa ad un corpo a temperatura più elevata.
Qi = 5 kJ
Qe = 7 kJ
MF
Ln = 2 kJ
Ambiente freddoTi
Qe = 7 kJ
MF Ln = 0
Qu = 0
Ambiente freddoTi
Secondo Principio della Termodinamica: Equivalenza dei due enunciati
Si consideri la combinazione di unamacchina termica e di una macchinafrigorifera;si ipotizzi che la MT,violando il 2° principio nell’enunciatodi Kelvin, abbia trasformato in lavoroLu tutto il calore Qe ricevuto. Si forniscail lavoro Lu così ottenuto alla MF cheassorbe la quantità di calore Qi dallasorgente fredda T0 e restituisce Qe + Qi
alla sorgente calda T1. Pertanto il lavoronetto Qn della macchina, costituita dallacombinazione di MT e MF, è nullo,mentre il calore netto scambiato con T1 èuguale a Qi. Quindi, il risultatocomplessivo è un trasferimento di caloredalla sorgente fredda verso quella piùcalda senza compiere lavoro. Questocontraddice l ’ enunciato di Clausius.Perciò se è falso l’enunciato di Kelvindeve essere falso anche quello diClausius. Se è vero un enunciato è veroanche l’altro
MF Ln = 0
Qi
Ambiente freddoT0
MT
Qe
Lu = LiQe =
Qe + QiQn= Qi
MACCHINE FRIGORIFERE
Il calore fluisce spontaneamente nel verso delle temperature decrescenti. Il processoinverso, come abbiamo visto, non è spontaneo ma perché possa essere realizzatooccorrono apparecchiature speciali dette macchine frigorifere.
MF
qi
Ambienterefrigerato
Ti
ln
ine
ien
ien
nn
qlq
qql
qql
ql
qe
MF
qi = 143 kJ/kg
Ambienterefrigerato
Ti
ln = 36 kJ/kg
qe= 179 kJ/kg
n
i
l
q
= 3.972
MACCHINA FRIGORIFERA
evaporatore
Qe
valvola dilaminazione
condensatore
Qi
ln= 36 kJ/kg
Ambienterefrigerato
Ti
800 kPa
30°C
140 kPa
-20°C
140 kPa
-20°C
800 kPa
30°C
Ln
qi = 143 kJ/kg
qe = 179 kJ/kg
1
2 3
4
= 3.972
POMPE DI CALORE
PdC
Qi = 5 kJ
AmbienterefrigeratoTi = - 2 °C
Ln = 2 kJ
1 = 3.5
PdC
ln
qi
Ambienteesterno
Ti
ine
ien
ien
nn
qlq
qql
qql
ql
qe
n
e
l
q1
1
1
1
1
1
n
i
n
in
n
e
l
q
l
ql
l
q
Qe= 7 kJ
AmbienteriscaldatoTe = 20 °C
TEOREMA E CICLO DI CARNOT
Il secondo principio della termodinamica pone alcune limitazioni al funzionamento dellemacchine termiche che operano secondo un ciclo. Un motore termico, infatti, non puòfornire lavoro netto scambiando calore con una sola sorgente ed una macchina frigoriferanon può funzionare se non si fornisce lavoro dall’esterno.
I teoremi di Carnot, che si riferiscono al rendimento dei motori termici, si possonoesprimere come:
• Il rendimento di un motore termico irreversibile è sempre minore di quello di unoreversibile che operi tra le due stesse sorgenti di calore.
• I rendimenti di tutti i motori termici reversibili che operino tra le due stesse sorgenti dicalore sono gli stessi.
In sostanza i teoremi di Carnot affermano che il rendimento massimo si ottiene con unciclo in cui le trasformazioni siano reversibili e questo rendimento è :
21,TTf
ILEIRREVERSIBEREVERSIBIL
• indipendente dalla sostanza che percorre il ciclo
• dipende solo dalle temperature delle due sorgenti.
RENDIMENTO DEL MOTORE TERMICO DI CARNOT
CICLO DI CARNOT
P P
4 1 compressione adiabatica
P
Gas
T1 = costL12Sorgente
T1
1 2 espansione isoterma
Qe
1
2
P L23
2 3 espansione adiabatica
Iso
lam
ento
term
ico
Gas
T1
2
3
Pozzo
T2
Qu
3 4 compressione isoterma
3
4
L34
Iso
lam
ento
term
ico 4
L41
1
CICLO DI CARNOT
• 1-2 espansione isoterma reversibile
lduq 0 dTcdu vma
1212 lq lq
• 2-3 espansione adiabatica reversibile
lduq 0 ldTc v
con T2 < T1 quindi L23 > 0
con v2 > v1 quindi q12 = l12 > 0
dTcl v
2123 TTcl v
1
21
2
1
1
2
1
12 lnv
vRT
v
dvRTpdvl
1
211212 ln
v
vRTlq
p
(Pa) 2
v (m3/kg)
ln
T1= cost
T2= cost
34
q12
q34
1
CICLO DI CARNOT
LduQ 0 Tcu vma
con v3 > v4 quindi q34 = l34 < 0
• 3-4 compressione isoterma reversibile
LQ 3434 LQ
• 4-1 compressione adiabatica reversibile
lduq 0 ldTc v
con T2 < T1 quindi l41 < 0
dTcl v
1241 TTcl v
2141 TTcl v
4
323434 ln
v
vRTlq
3
42
4
3
2
4
3
34 lnv
vRT
v
dvRTpdvl
3
423434 ln
v
vRTlq
4
323434 ln
v
vRTlq
p
(Pa)
v (m3/kg)
ln
T1= cost
T2= cost
34
q12
q34
2
1
RENDIMENTO DEL MOTORE TERMICO DI CARNOT
1
21
4
32
ln
ln
1
v
vRT
v
vRT
12
34111q
q
q
q
q
q
e
u
e
u ma
1
2
4
3 lnlnv
v
v
v
Infatti per l’adiabatica reversibile si può scrivere
lduq 0 pdvdTcvovvero pdvdTcv
integrando
mav
RTp sostituendo
v
dvRTdTc v separando le variabili
v
dvR
T
dTc v
2
1
3
2
T
T
v
v
vv
dvR
T
dTc
2
3
1
2 lnlnv
v
T
T
R
c v Per la trasformazione 4-1 si ha:
1
2
1
4
T
T
v
v
vv
dvR
T
dTc
4
1
2
1 lnlnv
v
T
T
R
cv ovvero1
4
1
2 lnlnv
v
T
T
R
cv
In definitiva1
4
2
3
v
v
v
v
1
2
4
3
v
v
v
v
1
21T
T
RENDIMENTO DEL MOTORE TERMICO DI CARNOT
Il rendimento termico di Carnot è il più alto rendimento di un motore termico che compiail suo ciclo tra due serbatoi di calore alle temperature Ts e Ti. Per un motore termico realequesto rendimento è irraggiungibile perché è praticamente impossibile eliminarecompletamente tutte le irreversibilità associate al ciclo reale. Si noti che le temperaturesono temperature assolute.
I rendimenti termici dei motori che funzionanotra le stesse temperature devono soddisfare larelazione
qu
qe
MTCarnot
ln
PozzoTi = 300 K
= 70 %
s
i
T
T1
iimpossibilmotori
ireversibilmotori
iliirreversibmotori
rev
rev
rev
La maggior parte delle macchine termiche hannorendimenti inferiori al 40%. Questo potrebbesembrare un valore basso ma si osservi che ilconfronto non deve essere fatto con il 100%, macon il rendimento di Carnot.
Il rendimento termico dei motori reali (comequello di Carnot) può essere ottimizzato fornendocalore alla più alta temperatura possibile ecedendo calore alla più bassa temperaturapossibile.
Qualità dell’energia
qu
qe
MTCarnot
ln
PozzoTi = 303 K
s
i
T
T1
Per l’energia si può parlare di qualitàoltre che di quantità. Infatticonsiderando i valori del rendimento,si può notare come può essereconvertita in lavoro una quantitàmaggiore di calore se essa è fornita adalta temperatura . Più è alta latemperatura della sorgente maggioreè la qualità dell’energia.
Ts(K)
925 67.2
800 62.1
700 56.7
500 39.4
350 13.4
T (K)
500
1000
1500
2000Qualità
Il lavoro è una forma di energia diqualità molto più elevata dalmomento che il 100% di esso puòessere convertito in calore.
MACCHINA FRIGORIFERA DI CARNOT
Analogamente a quanto fatto per il ciclo diretto, per la macchina frigorifera di Carnot(ciclo inverso) si ha:
qi
qe
MFdi Carnot
ln
Ambienterefrigerato
Ti
n
i
l
q
is
i
TT
T
p
(Pa)
1
2
v (m3/kg)
ln < 0
Ts= cost
Ti= cost
3
4
q41 =
q23 =
qe
qi
DISUGUAGLIANZA DI CLAUSIUS ED ENTROPIA
Si consideri un ciclo reversibile e lo si immagini scomposto in tanti cicli di Carnot. Ilgenerico ciclo assorbe una quantità di calore Qi alla temperatura Ti e cede Qj allatemperatura inferiore Tj.
p
(Pa)
V (m3)
Qj
QiTi
Tj
j
j
i
i
T
Q
T
Q 0
j
j
i
i
T
Q
T
Q
0j
j
i
i
T
Q
T
Q 0
1
n
i i
i
T
Q
Considerando il limite per n 0Re
v
T
Q
DISUGUAGLIANZA DI CLAUSIUS ED ENTROPIA
L’espressione rappresenta un differenziale esatto dove S è una funzione di stato a cui sidal il nome di entropia.
0Re
v
T
QT
qds
J kg-1 K-1
L’entropia è una funzione di stato per cui l’integrale esteso ad un ciclo chiuso è sempreuguale a zero. Si osservi che l’uguaglianza con il calore scambiato diviso la temperaturaalla quale viene scambiato è stata ottenuta per un ciclo reversibile.
Per un ciclo irreversibile si ha.
i
j
i
j
Q
Q
T
T
11
j
j
i
i
T
Q
T
Q
j
j
i
i
T
Q
T
Q 0
j
j
i
i
T
Q
T
Q
0j
j
i
i
T
Q
T
Q 0
IrrevT
Q
IrrevT
QdS
o
T
QdS
J K-1
Irrev
T
qds
DISUGUAGLIANZA DI CLAUSIUS ED ENTROPIA
In definitiva
La variazione di entropia di un sistema chiuso durante una trasformazioneirreversibile è maggiore dell’integrale della grandezza q/T valutato lungoquella trasformazione. Solo nel caso di una trasformazione reversibile ledue quantità diventano uguali.
T
qds
gendsT
qds
T
qds
La quantità q/T rappresenta l’entropia scambiata per scambio termico.Pertanto la variazione di entropia durante una trasformazioneirreversibile è sempre maggiore dell’entropia scambiata e ciò implica che,durante una trasformazione irreversibile, vi sia la generazione di entropiaa causa delle irreversibilità.
gensT
qss
2
1
12
sgen è una quantità positiva o al più nulla. Ha un valore che dipendedalla particolare trasformazione per cui non è una grandezza di stato
ENTROPIA
Durante una trasformazione l’entropia di un sistema isolato o adiabaticonon diminuisce mai, al più rimane costante se la trasformazione èreversibile. Si noti che in assenza di scambio termico l’aumento dientropia è dovuto alle sole irreversibilità.
Dal momento che nessuna trasformazione reale è reversibile, si puòaffermare che ogni trasformazione comporta la generazione di unaquantità di entropia e l’aumento dell’entropia dell’universo consideratocome sistema isolato.
0ds
0
0
0
gens
Trasformazione irreversibile
Trasformazione reversibile
Trasformazione impossibile
ENTROPIA
• Le trasformazioni possono avvenire spontaneamente solo in un certo verso che sia inaccordo con il principio dell’aumento dell’entropia; in modo che si abbia Sgen 0.Non sono possibili trasformazioni in contrasto con il principio di aumentodell’entropia.
• L’entropia si conserva solo durante trasformazioni reversibili e non si conservadurante tutte le trasformazioni reali. L’entropia dell’universo è sempre in aumento
• L’entropia generata misura l’entità delle irreversibilità dei processi termodinamicireali, che limitano le prestazioni dei sistemi di produzione dell’energia.
BILANCIO ENTROPICO PER I VOLUMI DI CONTROLLO
Q
me
se
su
mu
T
Il bilancio entropico per i volumi di controllo devetenere conto del trasporto di massa attraverso ilcontorno del volume di controllo
genuuee SsmsmT
QS
dSsdmsdmT
dQdS genuuee
genuuei SsmsmT
Q
d
dS
Per trasformazioni stazionarie e per sistemi con un solo ingresso ed una sola uscita
T
QssmS eugen J K-1 s-1
DIAGRAMMA T-s
L’area sottesa dalla curva della trasformazione reversibile, tracciata nel diagramma T-s,rappresenta la quantità di calore scambiata durante la trasformazione.
Si noti che l’area rappresenta il calore scambiato solo per trasformazioni reversibili, mentreper trasformazioni irreversibili non ha alcun significato.
Trasformazione reversibile
21
dA = T ds = q
2
1
qTdsArea
T(K)
s (J kg-1 K-1)
12
q12
s
T
Trasformazione reversibile
CICLO DI CARNOT NEL DIAGRAMMA T-s
Trasformazione 2 - 3 isoentropica
Trasformazione 4 - 1 isoentropica
s
T
ln,u
s1 s2
1 2
34
DIAGRAMMA T - s (Acqua)
Nella termodinamica sipreferisce far uso di altridiagrammi, come ildiagramma entropico.
L’andamento dell’isobaranel fluido sottoraffreddatoè volutamente distorto. Inquesta zona, in realtà, leisobare si confondono conla curva limite inferiore,per cui normalmente nonvengono tracciate
CICLO A VAPORE DI CARNOT
Gen. Vapore
qe
compressore
condensatore
qu
4
1 2
3
le
lu
1
3111T
T
q
q
q
q
q
q
l
ass
ced
ass
ced
ass
cedass
ass
n
1 2
34
T1
T3
1 2
34
0
CICLO RANKINE
Trasformazione 0-2 q = dh+ l’l’ = 0q = dhq02 = h2 - h0
Trasformazione 2-3
q = dh+ l’q = 0l’ = - dhl’40 = - (h0 - h4)
Trasformazione 3-4
q = dh+ l’q = 0l’ = - dhl’23 = (h2 - h3)
Trasformazione 4-0
q = dh+ l’l’ = 0q = dhq34 = - (h3 - h4)
02
34111q
q
q
q
q
q
q
q
l
ass
ced
ass
ced
ass
cedass
ass
n
02
431hh
hh
CICLO RANKINE
ass
ced
ass
ced
ass
cedass
ass
n
q
q
q
q
q
q
l
11
Il rendimento può essere espresso anche in funzione della temperatura
0202
43311ssT
ssT
q
q
ass
ced
Dove T02 è la temperatura media alla quale vienefornito calore ed è compresa tra T1 e T3 che sono letemperature massime e minime, rispettivamente,dell’isobara P02
Per l’isobara reversibile P02 si ha:
dhq 020202 hhssT 02
0202
ss
hhT
Essendo s3 = s2 e s0 = s4
1 2
34
0
T1
T3
02
31T
T
da cui
T0
CICLO RANKINE
1
31T
TC
Confronto con il ciclo di Carnot
02
311T
T
q
q
ass
ced
Come si vede confrontando le due espressioni ilrendimento del ciclo Rankine è minore di quello diCarnot che opera fra le stesse temperature T1 e T3
essendo T02 minore di T1
L’espressione del rendimento del ciclo Rankine mostra che un metodo per aumentare il rendimento delciclo, è quello di abbassare la pressione di condensazione dell’isobara P34. Esiste, però, un limite inferiorein quanto il valore della pressione di condensazione non può essere inferiore alla pressione di saturazione
corrispondente alla temperatura della sorgente inferiore alla quale si cede il calore (T3’ nella figura)Una volta assunta la P34 la più bassa possibile, un altro metodo per aumentare il rendimento del ciclo èquello di aumentare la temperatura media alla quale si fornisce calore lungo l’isobara P02 Si procede, cioè,ad un surriscaldamento del vapore.
Il rendimento di Carnot per il ciclo che opera tra le temperature T1 e T3 è dato da
Il rendimento del ciclo Rankine
1 2
34
0
T1
T3
3’4’T3’
CICLO RANKINE
Esempio
1 2
34
0
T1
T3
3’4’T3’
Se il condensatore è raffreddato dall’acqua di unfiume a 15 ºC ed è fissata una differenza ditemperatura DT =10 ºC per poter effettivamenterealizzare lo scambio termico, allora la miscelaliquido vapore nel condensatore si troverà ad unatemperatura di equilibrio di 25 ºC. A questatemperatura la pressione di saturazione, P3’4’, sarà dicirca 3,2 kPa
Temperatura°C
Pressione di saturazionekPa
2 0,7056
5 0,8721
10 1,2276
15 1,7051
20 2,339
25 3,169
30 4,246
1 2
3
4
CICLO RANKINE CON SURRISCALDAMENTO (HIRN)
lu
0
Gen. Vapore
qe
pompa
condensatore
qu
5
1
3
4
le
0
5
Trasformazione 0-3 q = dh+ l’l’ = 0q = dhq02 = h3 - h0
Trasformazione 3-4
q = dh+ l’q = 0l’ = - dhl’50 = - (h0 - h5)
Trasformazione 4-5
q = dh+ l’q = 0l’ = - dhl’34 = (h3 - h4)
Trasformazione 5-0
q = dh+ l’l’ = 0q = dhq45 = - (h4 - h5)
1 2
3
0
5 4
ass
ced
ass
ced
ass
cedass
ass
n
q
q
q
q
q
q
l
11
h =1-h4 - h5
h3 - h0
CICLO RANKINE CON SURRISCALDAMENTO (HIRN)
h =1-h4 - h5
h3 - h0
CICLO RANKINE CON SURRISCALDAMENTO (HIRN)
03
411T
T
q
q
ass
ced
Come abbiamo visto il rendimento lopossiamo anche scrivere come
1 2
3
0
5 4
T4
Il surriscaldamento riduce anche la parzialecondensazione durante l’espansione in turbina
Dove T03
03
0303
ss
hhT
Il limite della temperatura massima di surriscaldamento è legato a considerazioni metallurgiche deimateriali utilizzati. Attualmente la temperatura massima con cui il vapore può entrare in turbina è di circa600 ºC.
CICLO RANKINE CON SURRISCALDAMENTO
'3'0
411T
T
q
q
ass
ced
Un altro modo per aumentare il rendimento termico delciclo Rankine è quello di aumentare la pressione incaldaia (tratto 0’ 3’ in figura) mantenendo costante latemperatura di ingresso in turbina
Tuttavia l’aumento della pressione in caldaia, mantenendo costante la temperatura di ingresso inturbina, comporta un aumento della fase liquida in uscita dalla turbina stessa, punto 4’ in figura. Questoeffetto indesiderato può essere ridotto o eliminato con un risurriscaldamento
Dove T0’3’
5'4
'0'33'0 '
ss
hhT
Attualmente si può arrivare a pressioni in caldaia di circa 30 MPa con potenze di circa 1000 MW
12
3
0
5 4
T4
0’
1’ 2’
3’T3’
4’
La temperatura media alla quale si forniscecalore T0’3’ è maggiore di T03 per cui ilrendimento termico migliora.
CICLO RANKINE CON RISURRISCALDAMENTO
Gen. Vapore
qe
pompa
condensatore
qu
5
13
4
le
0
67
risurriscaldatore
lu
5
7 6
1 2
3
4
T3
0
T4
4503
6543
hhhh
hhhh
q
l
q
l
ass
UTurb
ass
n
Trascurando il lavoro nella pompa
Tabella Vapore saturo
Temperatura°C
Pressione di saturazionekPa
2 0,7056
5 0,8721
10 1,2276
15 1,7051
20 2,339
25 3,169
30 4,246
35 5,628
40 7,384
45 9,593
50 12,349
55 15,7658
60 19,940
65 25,03
70 31,19
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE
Determinare il rendimento di un ciclo Rankine ideale in cui ilvapore d’acqua entra in turbina alla pressione di 3MPa e sicondensa alla pressione di 75 KPa.
Da quanto visto nel caso dei vapori saturi ricordiamo che:
slvssl vvxvv
lsvslslsvsslM hxhhhxhh ,
lsvslslsvslsM sxsssxss ,
lsvssl xvvv ,
Dove vvs,ls è la differenza tra il volume specifico del vaporesaturo secco ed il volume specifico del liquido saturo.Analogamente
Dove hvs,ls e svs,ls rappresentano la differenza tra i valori dell’entalpia e dell’entropia del vaporesaturo secco e del liquido del saturo.
1 2
34
0
T1
T3
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE
P23 = 3 MPa = 3000 kPa; da cui T3 = 233,85 ºC
P41 = 75 kPa da cui T14 = 91,76 ºC
Dalla Tab. A7
lsvssxsssxss ,4115414
3
41
2
T3
T145
s1 s4 s5
lsvss
ss
ss
ssx
,
14
15
144
Dalla Tab. A7
P23 = 3000 kPa; da cui s3 = s4 = svs = 6,1856 kJ/(kg K)
P14 = 75 kPa; da cui s1 = s2 = sls = 1,2132 kJ/(kg K)s5 = svs = 7,4558 kJ/(kg K) da cuis5 – s1 = svs,ls = 6,2426 kJ/(kg K)
8,07985,02426,6
2132,11856,6
,
144
lsvss
ssx
23
14
23
41 11hh
hh
q
q
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE
kg
Jldhq '
h1 = hls = 384,44 kJ/kg; h5 = hvs = 2662,4 kJ/kgh5 – h1 = hvs,ls = 2278 kJ/kg
P41 = 75 kPaDalla Tab. A7
3
41
2
T3
T145
s1 s4 s5
P41 = 3000 kPah3 = hvs = 2803,2 kJ/kg
lsvslslsvsslM hxhhhxhh ,
kg
kJh 76,220622788,044,3844
Trasformazione 1-2
lsvshxhhhxhh ,4115414
0 q'ldh P 12,112 Pvhh ls ma v1,ls ≈ v2dPvdh
Per P41 = 75 kPa tab. A7vls = v1 = 0,001037 m3/kg
Con P1 = P41 e P2 = P23
kg
kJ03,3753000001037012 ,hh
kg
kJ39,38703,336,38403,312 hh
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE
3
41
2
T3
T145
s1 s4 s5
23
14
23
41 11hh
hh
q
q
25,02456,039,3872,2803
36,38476,22061
Il ciclo di Carnot che opera tra le temperature T14 e T3 haun rendimento dato da:
3
141T
TC
T14 = Tsat alla P41 = 75 kPa dalla Tab. A7 T14 = 91,76 ºC
T3 = Tsat alla P23 = 3000 kPa dalla Tab. A7 T3 = 233,85 ºC
28,016,27385,233
16,27376,9111
3
14
T
TC
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE con surriscaldamento
Infatti:Punto 1P14 = 75 kPa, h1 = hls = 384,36 kJ/kg; vls = v1 = 0,001037 m3/kgs1 = s2 = sls = 1,2132 kJ/(kg K)
3
2
1 4
T14
Se si opera un surriscaldamento fino ad una temperatura T3 di350 ºC sempre alla pressione P23 = 3 MPa = 3000 kPa e si lasciainalterata la pressione al condensatore, cioè si mantiene P14 = 75kPa, si può vedere come il rendimento aumenta ma di una piccolaquantità
T3350 ºC
Punto 2P23 = 3000 kPa
Trasformazione 1-2kg
Jldhq ' 0 q
'ldh
P 12,112 Pvhh ls
ma v1,ls ≈ v2dPvdh
Con P1 = P41 e P2 = P23
Per P41 = 75 kPa tab. A7vls = v1 = 0,001037 m3/kg
kg
kJ03,3753000001037012 ,hh
kg
kJ39,38703,336,38403,312 hh
Punto 3T3 = 350 ºC; P23 = 3000 kPa ≈ 30 bar, diagramma T-s successivo, h3 = 3115,3 kJ/kg; s3 = 6,7428 KJ/(kg K)
5
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE con surriscaldamento
Punto 5P14 = 75 kPa, s5 = svs 7,4558kJ/(kg K); svs,ls = 6,2426 kJ/(kg K)
Punto 4P14 = 75 kPa, s4 = s3 = 6,7428 KJ/(kg K)s5 = svs 7,4558kJ/(kg K); svs,ls = 6,2426 kJ/(kg K)
3
2
1 4
T14
T3350 ºC
5
lsvssxsssxss ,4115414
89,02426,6
2132,17428,6
,
14
15
144
lsvss
ss
ss
ssx
lsvshxhhhxhh ,4115414
Punto 5P14 = 75 kPa, s5 = svs 7,4558kJ/(kg K);h5 = hvs = 2662,4 kJ/kg ; h1 = hls = 384,44 kJ/kgh5 – h1 = hvs,ls = 2278 kJ/kg
86,2411227889,044,3844 h
23
14
23
41 11hh
hh
q
q
26,0
39,3873,3115
44,38486,24111
Con il surriscaldamento il rendimento passa da 0,25 a 0,26
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE con surriscaldamento
Portiamo la temperatura di saturazione T14 alcondensatore a 25 ºC a cui corrisponde una pressione P14
= 3,169 kPa
3
2
1 4T14
T3350 ºC
Punto 4P14 = 3,169 kPa, s4 = s3 = 6,7428 KJ/(kg K)
5
lsvshxhhhxhh ,4115414 78,02235,8
3543,07428,6
,
14
15
144
lsvss
ss
ss
ssx
Punto 5P14 = 3,169 kPa, h5 = hvs = 2546,48 kJ/kg ;h5 – h1 = hvs,ls = 2441,65 kJ/kgs5 = svs = 8,5765 kJ/(kg K); svs,ls = 8,2235 kJ/(kg K)
25 ºC
Punto 1P14 = 3,169 kPa, h1 = hls = 104,828 kJ/kg; vls = v1 = 0,0010032m3/kgs1 = s2 = sls = 0,3543 kJ/(kg K);)
Punto 3T3 = 350 ºC; P23 = 3000 kPa ≈ 30 bar, diagramma T-s precedente,h3 = 3115,3 kJ/kg; s3 = 6,7428 KJ/(kg K)
kg
Jldhq 'Trasformazione 1-2
0 q'ldh P 12,112 Pvhh ls ma v1,ls ≈ v2dPvdh Con P1 = P41
e P2 = P23
kg
kJ0064,3169,330000010032012 ,hh
kg
kJ89,1070064,388,1040064,312 hh
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE con surriscaldamento
lsvshxhhhxhh ,4115414
3
2
1 4T14
T3350 ºC
525 ºC
kg
kJ89,2008113,244178,0828,1044 h
23
14
23
41 11hh
hh
q
q
37,03669,089,1073,3115
828,10489,20081
Il surriscaldamento il rendimento passa da 0,26 a 0,37 con un aumento del 42,31% circa
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI ESPANSIONE
P1
P2
1
22’
È il rapporto tra il lavoro reale (lr ) e quelloideale (li )
12
'12
l
l
l
l
i
ris
21
'21
hh
hhis
Esempio
P1 = 3 MPa ; T1 = 400 ºC
P2 = 50 kPa ; T2 = 100 ºC
P1
P2
1
22’
A B
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI ESPANSIONE
Esempio
P1 = 3 MPa ; T1 = 400 ºC P2 = 50 kPa ; T2 = 100 ºC
Acqua surriscaldata P= 3 MPa ; T = 400 ºC
Acqua surriscaldataP = 0,05 MPa ; T = 100 ºC
Punto 1P = 3 MPa ; T1 = 400 ºCh1 = 3231,7 kJ/kg ; s1 = 6,9235 kJ/(kg K)
P1
P2
1
22’
A B
T1
Punto 2’P = 0,05 MPa ; T1 = 100 ºCh2’ 2682,4kJ/kg ; s1 = 6,9235 kJ/(kg K)
Punto 2P = 0,05 MPa ; T1 = 100 ºCs1 = s2= 6,9235 kJ/(kg K)
Dalla precedente tabella A6
Punto AP = 0,05 MPa ; T1 = 100 ºC sA = sls= 1,0912 kJ/(kg K) sA - sB = svs,ls= 6,5019 kJ/(kg K)hls = hA = 340,54 kJ/kg ; hvs = hB = 2654,2 kJ/kg ; hvs,ls = hB –hA = 2313,66 kJ/kg
897,05019,6
0912,19235,6
,
222
lsvs
A
lsvs
ls
s
ss
ss
ssx
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI ESPANSIONE
P1
P2
1
22’
A B
T1
897,05019,6
0912,19235,6
,
222
lsvs
A
lsvs
ls
s
ss
ss
ssx
lsvslslsvsls hxhhhxhh ,222
lsvsAABA hxhhhxhh ,222
kg
kJ9,241566,2313897,054,3402 h
67,0673,09241573231
4268273231
,,
,,is
21
'21
hh
hhis
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI COMPRESSIONE(Compressore)
P1
P21
22’
È il rapporto tra il lavoro ideale(isoentropico, lid ) e quello reale alcompressore (lr )
'12
12
L
L
l
l
r
idis
1'2
12
hh
hhis
P1
P2
1
2
2
A
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI COMPRESSIONE(Pompa)
Quando le variazioni di energia cinetica epotenziale del liquido sono trascurabili ilrendimento isoentropico di una pompa èdefinito in modo analogo a quello delcompressore
È il rapporto tra il lavoro ideale(isoentropico, lid ) e quello reale alcompressore (lr )
2
1
A
A
r
idisP
l
l
l
l
A
AisP
hh
hh
2
1
RENDIMENTO ISOENTROPICO DI COMPRESSIONE(Pompa)
P1
P2
1
2
2
A
Quando le variazioni di energia cinetica epotenziale del liquido sono trascurabili ilrendimento isoentropico di una pompa èdefinito in modo analogo a quello delcompressore
È il rapporto tra il lavoro ideale(isoentropico, lid ) e quello reale alla pompa(lr )
Esempio calcolo del rendimento di unCICLO RANKINE
Ovviamente il rendimento si può calcolare utilizzando direttamente ildiagramma T-s
CICLO FRIGORIFERO
3
4
2
1
5evaporatore
Qe
condensatore
Qi
1
2 3
4
compressorevalvola di
laminazione
Le
Qi
Qe
CICLO FRIGORIFERO
34
23
34
23
hh
hh
l
q
1
2 3
4
Trasformazione 1-2irreversibile
q= dh+ l’q = 0l’ = 0dh = 0h2 = h1
Trasformazione 2-3 q = dh+ l’l’ = 0l = dhq23 = h3 - h2
Trasformazione 3-4 q = dh+ l’q = 0l’ = - dhl’34 = - (h4 - h3)
Trasformazione 4-1 q = dh+ l’l’ = 0q = dhq41 = - (h4 - h1)
34
23
34
23
hh
hh
l
qCOP F
COPF Coefficiente di prestazione
1
2 3
4
CICLO FRIGORIFERO
A volte viene utilizzata, nella pratica ingegneristica, una particolare unità di misura appartenente al SistemaTecnico denominata Frigoria (Frig).È una unità di energia che si usa per misurare l’effetto frigorifero1 Frig = 1 kcalRicordando che: 1 kcal = 4186 Jsi ha: 1Frig = 4186 J = 4,186 kJL’unità di potenza corrispondente ad essa è pertanto la Frigoria per ora (Frig/h)
W163,13600
418611
s
J
h
kcal
h
Frig
CICLO FRIGORIFEROSottoraffreddamento
Il sottoraffreddamento del liquido uscente dalcondensatore è una tecnica che può dare vantaggi intermini energetici
Con un condensatore di dimensioni opportune, o con unapposito scambiatore, il refrigerante viene portato fino acondizioni di liquido sottoraffreddato (1’)
11’
2’ 2 3
4
Il calore prelevato all’evaporatore aumenta mentrerimane immutato il lavoro al compressore. Ciòcomporta un aumento del COPF
34
23
34
23
hh
hh
l
qCOP F
Senza sottoraffreddamento
Con sottoraffreddamento
34
23
34
32 ''
hh
hh
l
qCOP F
POMPA DI CALORE
1
2 3
4
1
2 3
4
Come detto in precedenza, la Pompa di Caloreha lo scopo di fornire calore alla sorgente adalta temperatura; la sua costituzione costruttivaè analoga a quella di una macchina frigorifera,ed il suo COP è dato dalla:
1
34
14
34
411
hh
hh
l
qCOP PdC
ARIA UMIDA
Vaporeacqueo Aria secca
V, T
Miscela di aria secca e vapore acqueo contenutinello stesso volume V alla stessa temperatura T
ma massa aria secca
• N2, O2, Ar, CO2
La massa d’aria secca rimane sempre costante ed allo stato di gasLa massa di vapore può diminuire (condensazione) o aumentare(aggiunta di vapore, evaporazione).Nel primo caso si parla di deumidificazione, nel secondo diumidificazione
mv massa di vapore
kmol
kgM 97,28
kmol
kgM 18
Pressione parziale del vapore Pv: pressione esercitata dal vaporequando nel volume V è presente il solo vapore
Pressione parziale dell’aria secca Pa: pressione esercitata dall’ariaSecca quando nel volume V è presente la sola aria secca
Legge di Dalton: Pt = Pa + Pv
ARIA UMIDA
Ipotesi : L’aria secca ed il vapore acqueo hanno comportamentodi gas ideale
ARIA UMIDA
TRvP
TRvP
aaa
vvv
a
aM
RR
v
vM
RR
v
vm
Vv
a
am
Vv
ARIA UMIDA
È il rapporto tra la massa di vapore e la massa d’aria seccapresenti nello stesso volume V alla stessa temperatura T
Umidità Specifica o assoluta x
È la grandezza fisica che indica quanti kg di vapore sono presenti perogni kg di aria seccaSe x diminuisce si parla di deumidificazione, se x aumenta diumidificazione
a
v
m
mx
DIAGRAMMA T - s (Acqua)
a
v
P
Px 2
2 623,0a
v
P
Px 1623,01
a
v
sP
Px S623,0
1S
Pv1
2
Pv2Pvs
12 xxxS
umidificazione
L’umidità specifica x non da informazionisul fatto che in S si è raggiunta lasaturazione
12 vvvS PPP
Umidità Relativa
È il rapporto tra la massa di vapore e la massa di vapore che puòessere contenuta in condizioni di saturazione nel volume V allatemperatura T
Umidità Relativa F
La x non da indicazioni delle condizioni in cui è contenuta la massadi vapore
sv
v
m
m
,
DIAGRAMMA T - s (Acqua)
Processo 1-2-S: processo di umidificazione.Aumenta l’umidità specifica X
Aumenta anche l’umidità relativa Φ
sv
v
P
P
,
11
sv
v
P
P
,
22 %100
,
, sv
svS
P
P
a
v
P
Px 2
2 623,0a
v
P
Px 1623,01
a
v
sP
Px S623,0
12 xxxS umidificazione
L’umidità specifica x non da informazioni sulfatto che in S si è raggiunta la saturazione
L’umidità relativa Φ si
12S
Pv1
3Tr
Pvs Pv2
1
Pv1 = PvS,R
RTr
Processo 1-R: processo di raffreddamentosensibile a pressione costante.
Aumenta l’umidità relativa Φ mentre l’umiditàspecifica x rimane costante
DIAGRAMMA T - s (Acqua)
Pvs1
2
Pvs2a
v
P
Px 2
2 623,0a
v
P
Px 1623,01
a
v
RP
Px RS ,623,0
Ma Pv1 = Pv2 = PvS,R quindi x1 = x2 = xR
1,,
11
sv
v
P
P
2,,
22
sv
v
P
P
Rvs
RvSR
P
P
,
,
Ma Pv1 = Pv2 = PvS,R
Pv,S,1 > Pv,S,2 = Pv,S,R
quindi Φ1 < Φ2 < ΦR
ΦR = 100%
TEMPERATURADi RUGIADA
È la temperatura di saturazione che si raggiunge in un processo di raffreddamento sensibile (a pressionecostante)
1
Pv
RTr
Possiamo anche definirla come la temperaturaalla quale inizia la condensazione del vapore inun processo di raffreddamento isobaro(raffreddamento sensibile); ovvero in un processoad umidità specifica costante
Processo 1-R: processo di raffreddamentosensibile.
Aumenta l’umidità relativa Φ mentre l’umiditàspecifica x rimane costante
ENTALPIA DELL’ARIA UMIDA
va HHH m
Hh
kg
JIndicando con hl’entalpia specifica
vvaa mhmhH Dividendo per ma
a
vva
a m
mhh
m
H va hxhh
askg
J
tcrxtch pvpa
t (°C); h = 0 a 0 °C
cpa = 1,006 kJ/(kg K)
cpv = 1,875 kJ/(kg K)
r = 2501 kJ/kg
TEMPERATURABULBO UMIDO
Misuriamo la temperatura dell’aria ambiente facendo uso di un termometro il cui bulbo viene tenutoavvolto in una garza imbevuta d’acqua (bulbo umido).
ma
v
Quando la corrente d’aria non satura incide, con una velocità v, sulla garza bagnata cede calore all’acquache in parte evapora diminuendo così la sua temperatura. L’indicazione del termometro sarà quindi piùbassa rispetto a quella che darebbe lo stesso termometro a bulbo secco.Se l’aria fosse satura (Φ = 100%) l’acqua non evaporerebbe ed i due termometri darebbero la stessaindicazione
Bulbo seccoTbs = 30 ºC
Bulbo umidoTbu = 20 ºC È evidente che la quantità di acqua che evapora
dalla garza sarà maggiore quanto minore èl’umidità relativa dell’aria. Il risultato è unamaggiore differenza tra Tbu e Tbs al diminuiredell’umidità relativa.
In definitiva la differenza tra una misura di temperatura a bulbo secco e bulbo umido ci permette dideterminare (come vedremo in seguito) l’umidità relativa.
TEMPERATURAdi SATURAZIONE ADIABATICA
Saturatore adiabatico Una portata di aria umida (ṁa = ma/Δτ) viene saturata mediantel’iniezione, attraverso appositi ugelli, della portata d’acqua ml. Ilprocesso a regime permanente è adiabatico e senza scambio di lavoro.L’apparecchiatura è chiamata saturatore adiabatico. Per l’acqua dialimentazione è imposto lo stesso valore di temperatura dell’ariaumida che esce dall’apparecchio, tale valore è la temperatura disaturazione adiabatica dell’aria nello stato di ingresso
21 xmmxm ala 12 xxmm al
21 hmhmhm asatla oppure 2121 hmhxxmhm asataa
2121 hhxxh sat Data l’entità dei termini che compaiono in quest’ultima relazione, non sicommette un grosso errore nel considerare trascurabile l’entalpiadell’acqua che viene aggiunta. In tal caso il processo viene consideratoisoentalpico
21 hh
Nel diagramma psicrometrico, che vedremo dopo, non si commette un grosso errore nel considerare latemperatura di bulbo umido uguale alla temperatura di saturazione adiabatica
La misura della temperatura a bulbo secco Tbs =29 ºC quella a bulbo umido Tbu = 20 ºC.Qual è il valore dell’umidità relativa? Circa il 40%
TbsTbu
Miscelazione adiabaticaTA / mA
TB / mB
TM / mM
xB / hB
xA / hAxM / hM
?
Bilancio di massa di aria secca:
MBA mmm (1)
Bilancio di massa di vapore d’acqua:
MMBBAA xmxmxm (2)
Dalla 1 e dalla 2 consegue:
BA
BBAAM
mm
xmxmx
Miscelazione adiabatica
Bilancio di energia (1° Principio TD):
MMBBAA hmhmhm Quindi:
BA
BBAAM
mm
hmhmh
Ora poniamo:
AMMB hhehh
Miscelazione adiabatica
Bilancio di energia:
MMBBAA hmhmhm
Da cui con la (1):
MBABBAA hmmhmhm
AMAMBB hhmhhm
MB
AM
A
B
hh
hh
m
m
Miscelazione adiabatica
BMMAmm AB :: BMABmmm AAB ::
BM
AB
m
mm
A
AB
AB
MB
BA
A
hh
hh
mm
m
Regola della leva