Gli UFO* non esistono - SugoNews · Anzi, lei e Caballero, che di solito faceva fuori in duello...
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Giuseppe Culicchia
In Libreria
Gli UFO* non esistono*Uomini Fedeli Oggi
Sperling & Kupfer EditoriCarmencita oggi è una giornalista ed una speaker radiofonica, vive con due amiche Carmencita oggi è una giornalista ed una speaker radiofonica, vive con due amiche Carmencita oggi è una giornalista ed una
e un gatto in una casa bianca, vera speaker radiofonica, vive con due amiche e un gatto in una casa bianca, vera speaker radiofonica, vive con due amiche
agorà letteraria e culturale del momento. e un gatto in una casa bianca, vera agorà letteraria e culturale del momento. e un gatto in una casa bianca, vera
Questa è la sua prima opera letteraria.agorà letteraria e culturale del momento. Questa è la sua prima opera letteraria.agorà letteraria e culturale del momento.
Carmencita: quante volte siamo andati a letto con lei! O meglio, subito dopo aver visto lei. Anzi, lei e Caballero, che di solito faceva fuori in duello Western stile “Mezzogiorno di fuoco” torme di banditi e rivali in amore.La bella Carmencita dalle lunghe trecce corvine era per noi bambini nati intorno alla metà degli anni Sessanta l’unica vera star del Carosello mandato in onda dalla Rai, celebre programma dopo cui com’è noto le nostre mamme ci spedivano a nanna. Il fatto che la ragazza dal profi lo per così dire importante reclamizzasse il caffè Lavazza per noi all’epoca passava a dire la verità decisamente in secondo piano, anche perché non ci era permesso di bere simili bevande per adulti.Al massimo, quando i nostri genitori decidevano chissà perché di abbassare la guardia, ne assaggiavamo un cucchiaino a fi ne pasto: ma solo la domenica, o in occasione di compleanni, onomastici e feste comandate. Si svolgevano allora rituali anche bizzarri, che prevedevano l’aggiunta di smisurate quantità di zucchero nella tazzina semivuota della mamma, di modo che il cucchiaino di caffè zuccherato diventava in realtà un cucchiaino di zucchero caffeinato: avevamo cinque o sei anni e non avevamo idea di che cosa fossero robe come il diabete o il colesterolo. Credo che tutti i bambini italiani, nessuno escluso, desiderassero possedere Carmencita. Non in senso biblico, va da sé, ma sotto forma di giocattolo, magari insieme con Caballero, che con la sua pistola a tamburo esercitava un certo fascino su chi era cresciuto guardando in bianco e nero alla tivù pellicole come “Ombre rosse”, “Quel treno per Yuma” o “Duello al sole”.Non sapevamo che i due personaggi fossero frutto della creatività dell’Agenzia Armando Testa, e nemmeno che il famoso critico letterario e visagista Paul Lecquerq l’avrebbe defi nita un giorno “la donna con le gambe più belle del mondo”. Oggi Carmencita fa la giornalista e la speaker radiofonica, e vive con due amiche e un gatto in una casa dalle pareti dipinte di bianco. Inoltre ha appena scritto un libro, “Gli UFO non esistono”, dove per UFO si intende Uomini Fedeli Oggi. Da parte mia, credo tuttavia di poter smentire il suo pessimismo. Perché lei, Carmencita, è stata il nostro primo amore, e le siamo rimasti fedeli eccome: nel senso che malgrado il trascorrere del tempo non l’abbiamo mai dimenticata. Come avremmo potuto? Lei, Carmencita, con quel nome così esotico e con quella bocca a cuore.
2006, numero 9pagina 1 di 6 - LIBRI
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Novena Bienal de La Habana 2006Si è conclusa il 27 aprile 2006 la nona Biennale d’Arte dell’Avana a Cuba. 52 paesi invitati e 90 artisti hanno affrontato il tema proposto dal Presidente della Biennale Alejandro Rojas Blaquier “Dinamica della Cultura Urbana” attraverso installazioni fotografi che, video e pittura.“Dinamica della Cultura Urbana” attraverso installazioni fotografi che, video e pittura.“Dinamica della Cultura Urbana”
Nata nel 1984 con l’intento di proporre al pubblico una panoramica sugli artisti provenienti dai paesi defi niti del SUD del mondo spesso fuori dai circuiti classici dell’arte occidentale, la nona edizione della Biennale d’Arte dell’Avana ha indagato il tema della Città focalizzando l’attenzione sul ruolo dell’arte come antidoto all’esasperato isolamento che l’uomo vive in un mondo con sempre meno confi ni strutturali e sempre più muri ideologici. In quest’ottica la Biennale ha proposto accanto a famosi ed importanti artisti provenienti da Cuba, Argentina, Sud Africa, Venezuela, Canada, Cina, Brasile il lavoro di alcuni artisti europei di fama internazionale le cui opere indagano sull’esistenza Brasile il lavoro di alcuni artisti europei di fama internazionale le cui opere indagano sull’esistenza Brasileumana: a rappresentare l’Italia il pittore torinese Daniele Galliano in esposizione alla Fortaleza San Carlos de la Cabaña. Le grandi tele ad olio di Galliano rompono attraverso l’istinto creativo il concetto di isolamento rappresentando fi gure umane sublimi nei loro difetti da risultare familiari all’occhio di chi guarda.
I contorni sfumati eppure reali, tangibili e riconoscibili delle fi gure, suscitano una miscellanea di emozioni contrastanti ma amorevolmente coesistenti. È il pittore stesso, che all’attivo ha molte partecipazioni internazionali e italiane, a scrivere che siamo esseri spirituali che compiono un viaggio umano. E sono i suoi stessi personaggi a testimoniarlo, diventando istantanee di sguardi spettatoriali, specchio e rifl esso di una società che è abitata e vissuta anche quando sembra isolata. Molte inoltre, le iniziative artistiche collaterali alla Biennale: in Plaza de la Revolucion il collettivo italiano OGI: NO KNAUS, al Museo Nacional de Bellas Artes la personale di OGI: NO KNAUS, al Museo Nacional de Bellas Artes la personale di OGI: NO KNAUS Claudio Parmiggiani “In silenzio a voce alta”, mentre uno fra i più importanti e conosciuti artisti cubani Parmiggiani “In silenzio a voce alta”, mentre uno fra i più importanti e conosciuti artisti cubani ParmiggianiKCHO ha presentato in Plaza Vieja le performance “Vivi y deja Vivir” fi rmando i mattoni da lui KCHO ha presentato in Plaza Vieja le performance “Vivi y deja Vivir” fi rmando i mattoni da lui KCHOrealizzati, pezzi unici che ognuno poteva aggiudicarsi per la propria collezione privata.www.bienalhabana.cult.cu
L’artista cubano Kchodurante la performance “Vive y deja vivir”alla Plaza Vieja dell’Avana
MetropolitanscapeNelle città si abita, si vive, si lavora, si muore, si cresce, si lotta, si sale, si scende, si parcheggia, si corre, si dorme, si gioisce, si litiga, si ama, si guarda, si sogna, si pensa al futuro. In una città, Torino, e in un Palazzo storico, Palazzo Cavour, è di scena lo spazio metropolitano attraverso lo sguardo di una sessantina dei più noti artisti internazionali degli ultimi decenni. Metropolitanscape: il paesaggio urbano nell’arte contemporanea, aperta fi no al 2 luglio, è una bella mostra che esplora la dimensione metropolitana attraverso opere realizzate con vari linguaggi visivi, dalla scultura
di terracotta di Fausto Melottiagli impacchettamenti d’edifi ci di Christo, dalla fotografi a dei tedeschi Andreas Gursky e Thomas Struth, agli assemblaggi d’oggetti industriali dell’inglese Tony Cragg. Gli immaginari urbani ci appaiono con aspetti contrastanti, dall’ispido
“Mappamondo spinoso”di Michelangelo Pistoletto fatto di carta Michelangelo Pistoletto fatto di carta Michelangelo Pistolettodi giornale e ferro, alla “Città, felice regno dei fi ori” di Nicola De Maria, un sognante olio su tela con variazioni di giallo e di blu. I curatori, Marco Di Capua, Giovanni Iovane, Lea Mattarella hanno individuato alcuni temi: uno, ad esempio, è quello della Torreche, da Babele al progetto costruttivista di Tattlin e ai grattacieli, dimostra come l’uomo abbia sempre sentito il desiderio d’elevarsi, di congiungersi al cielo per sfi da, superamento dei limiti terreni o estremo atto di superbia. Un altro è il tema del paesaggio della mente, Mindscape, che considera la casa come rifugio, capanna, ventre, archetipo abitativo rappresentato, dall’ “Igloo” di pietra, datato 1991, di Mario Merz, alla tenda della sopravvivenza Mario Merz, alla tenda della sopravvivenza Mario Merzdell’olandese Dre’ Wapenaar. Non manca il tema dell’Utopia con opere di Ilya Kabakov, Matt Mullican e Franco Scognamiglio. Nel ricco e variegato percorso espositivo viene in luce la doppia anima della mostra: la denuncia di dolore, distruzione, soprusi e sofferenza da un lato e la consapevolezza di un’eterna forza di rinascere dall’altro.www.palazzocavour.it
Michel Najjar – Germania
Ottjorg A.C – Germania
BGL – Canada
Elisa Strada – Argentina
Pablo Siquier – Argentina
Dolores Cáceres – Argentina
Laura Messing – Argentina
Federico Gonzales e Ingrid Sinzinger – Argentina
Ryan Od Uber – Aruba
Cameron Rudd – AustraliaRodney Glick – Australia
Lynette Voevodin – Australia
North Front Street Project – Belize
Meschac Gaba – BeninRaquel Schwartz – Bolivia
Rogerio Canella – Brasile
Mariano Klautau – Brasile
Josè Guedes – Brasile
Cinthia Marcelle – Brasile
Eduardo Srur – Brasile
Giuliano Montijio – Brasile
Eder Santos – Brasile
Rivane Neuenschwander – Brasile
Pascale Martine Tayoou – Camerun
Pablo Rivera – Cile
Yennyferth Becera – Cile
Claudia del Fierro – Cilevv
Liu Guangyung – Cina
Kan Xuan – Cina
Margarita Pineta – Colombia
Jaime Avila Ferrer – Colombia
Alvaro Ricardo Herrera -- Colombia
Ananas Leki Dago - Costa de Marfi l
Michele Magma – Repubblica Democratica del Congo
Polibio Diaz – Repubblica Domenicana
Limber Vilorio - Repubblica Domenicana
Simon Vega – El Salvador
Miguel Alvear – Ecuador
Hanny El gowely – Egitto Sergio Brito – Spagna
Javier Camarasa – Spagna
Jordi Colomer – Spagna
Sze Tsung Leong – Stati Uniti
Dimitris Tsoublekas – Grecia
Rivka Rinn – Israele
Daniele Galliano – Italia
Dione Simpson – Jamaica
Goh Ideta – GiapponeAmal Saade – Libano
Jonathan Hernandez – Messico
Moris – Messico
Gonçalo Mabunda – Mozambico
Akindobe Akinbiyi – Nigeria
Sissel Tolaas – Norvegia
Morten Viscum – Norvegia
Eric R. Fajardo – Panama
Jonatna Harker – Panama
Andrea Miranda – Perù
Ivan Lozano – Perù
Chemi Rosaldo Seijo – PortoricoSamuel Fosso – Repubblica Centroafricana
Douts Mohamadou N’Doye – Senegal
Sue Williamson – Sudafrica
Conrad Botes – Sudafrica
Abigail Hadeed – Tobago
Omer Ali Kazma – Turchia
Fuat e Murat Sahinler – Turchia
Oscar Bonilla – Uruguay
Ana Tiscornia – Uruguay
Jaime Castro Orotzegui – Venezuela
Sara Maneiro – Venezuela
Carlos German Rojas – Venezuela
John Kotzè – Zimbawe
Luis Enrique Camejo – Cuba
Ramon Serrano – Cuba
Ibrahim Miranda – Cuba
Duvier Del Dago – Cuba
Roberto Diago – Cuba
Alejandro Gonzales – Cuba
Pedro Abascal – Cuba
Edgar Hechavarria – Cuba
Belu-Siniu Fainaru – Romania
Fanklin Alvarez – Cuba
Alejandro Ramirez – Costa Rica
Tallur L.N. – India
Trinità Session – Sudafrica
Mariano Molina – Argentina
Arquivo Brasilia – Germania
Cubabrasil – Germania, Brasile, Cuba
Territorio Sau Paulo – Brasile
Lucy Orta - Francia
Gabriella Lovera
Elisabetta Tolosano
2006, numero 9pagina 2 di 6 - ARTE
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I Palloni nella testa. Mondiali di calcio 2006
Siete pronti? I mondiali di calcio sono alle porte.
Reduci da una calda Olimpiade, dove non sempre gli sport che abbiamo seguito erano chiari nei loro dettagli e regolamenti, ora si passerà alle sfi de più acclamate di sempre: pane per i nostri denti. Adesso la palla bisogna buttarla dentro, senza troppe storie.
Pronte le birre, gli amici si radunano, le sfi de sono adrenaliniche... Gioca la nazionale! E quale miglior allenatore di Oronzo Canà? Ci hanno chiesto di scrivere questa recensione in 2500 battute, ma per tante che possano sembrare lui, Lino Banfi alias Oronzo Canà negli anni d’oro della sua carriera, ne ha pronunciate indubbiabente di più! Quante ne dice? Non siamo riusciti a contarle e dunque, dato l’avvenimento, vi consigliamo il fi lm pre-mondiale. Perché è un fi lm mondiale. Un cult di serie trash. Tutto nasce con una candidatura inaspettata per Oronzo Canà, Lino Banfi , allenatore disoccupato di serie B: si tratta di allenare una squadra neopromossa in A, la Longobarda. Sua moglie Mara Canà, proprio come la città brasiliana ma piemontese Doc, non aspettava altro. Finalmente la fama. Parte il campionato, e con lui la famiglia Canà tutta si trasferisce al Nord. Da questo momento in avanti Oronzo si dimostrerà l’allenatore più macchietta del campionato: interviste improbabili, tattiche di gioco che tutti noi vorremo vedere sui campi - la mitica Bi… Bi… Bi-zona - trattative di calcio mercato - trattative di calcio mercato -emozionali ed internazionali - Maradonna benedetta!!! - Maradonna benedetta!!! - Maradonna benedetta!!! e la sua speciale presenza in panchina. Come non citare la famosa telefonata con sua moglie Mara dallo stadio storico del Maracanà? O gli insulti al bambino e l’equivoco madornale della partita in benefi cenza
per gli ‘handicappeti’? Il fi lm si snoda fra gag, equivoci e doppi sensi nella migliore tradizione della commedia frivola italiana; senza sottovalutare alcune realtà del mondo del pallone, così per come si presenta ancor oggi, fra imprenditori intrallazzoni e inciuci economici che inquinano una realtà calcistica fatta anche di passione. Ma cosa vi stiamo raccontando? Avete presente Banfi ? Si tratta di ascoltarlo e di goderselo in buona compagnia con tre amici e un bicchiere di vino rosso.
In conclusione, tutti vorremo alzare al cielo Lippi, così come accade nel fi lm al nostro Oronzo, gridandogli che è un “eroe”. E se proprio ci urlerà che l’abbiamo “preso per un coglione” signifi cherà che s’è vinto il Mondiale.
L’allenatore nel pallone Regia Sergio Martino.
Con Lino Banfi , Gigi Sammarchi e Andrea Roncato.
Italia, 1984, 98 minuti. Colore
Clode Costa e Albi Cotti
©silviapastore
2006, numero 9pagina 3 di 6 - CINEMA
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Vademecum per imbucatiPranzo gratis tutti i giorni, tutto l’anno. A volte ci scappa pure la cena sotto forma di aperitivo sfi zioso che tanto non costa nulla, perché «gentilmente offerto». Vivere da imbucato a Torino non è poi così male ed è più facile di quanto si pensi. Immaginate il risparmio alla fi ne di un anno vissuto così, da scrocconi. Se vi atterrete a queste poche semplici regole, che il sottoscritto ha messo in pratica e sperimentato sul campo quand’era giovanissimo, inizio «carriera» giornalistica intorno ai diciannove anni, vi divertirete molto, mangerete e berrete gratis un tot di volte, stringerete relazioni e la vita vi sembrerà più bella. Oggi gli imbucati di professione sono perlopiù persone anziane, perditempo con pochi soldi in tasca che s’inventano una testata giornalistica e si riempiono le borse di salatini e fette di torta alle conferenze stampa. Però hanno molto da insegnare, per fantasia e intraprendenza, ai giovani che oggi si lamentano per un cocktail a 5 euro. Fate come loro (come me), poi ne riparliamo:
1: un computer, internet, un indirizzo e-mail e una stampante sono computer, internet, un indirizzo e-mail e una stampante sono computer, internet, un indirizzo e-mail e una stampantefondamentali. E’ buona regola creare una testata ad hoc, per esempio funziona benissimo come lasciapassare il classico sito internet/magazine fi ttizio, magari dedicato alla vita della città, tipo «Torino on line» oppure «City area informazione». Andrebbe bene anche «Sugo», ma purtroppo esiste. 2: informarsi settimanalmente o giornalmente sulle conferenze stampa in programma a Torino e in Piemonte. Di solito in quelle organizzate dagli enti pubblici, Comune, Provincia e Regione, non vengono serviti buffet eccezionali, in compenso non mancano mai vini bianchi o rossi accompagnati da stuzzichini. Diffi cilmente vi fermeranno all’ingresso per verifi care chi siate realmente, basterà compilare sei caselle prestampate
inserendo nome, cognome, testata, indirizzo, recapito telefonico e mail (Atrium in Piazza Solferino è l’indirizzo più frequentato dagli scrocconi perché alla conferenza stampa si accede così). 3: controllare sempre, quotidianamente, gli appuntamenti degli assessori e le conferenze cui intervengono. Per saperne di più: www.comune.torino.it, www.regione.piemonte.it, www.provincia.torino.it. 4: nel giro di breve entrerete nell’indirizzario «giornalisti» e saranno gli altri a invitarvi, non voi a chiedere «giornalisti» e saranno gli altri a invitarvi, non voi a chiedere «giornalisti»di essere invitati. E’ comunque importante verifi care che sull’invito compaia l’indicazione «segue cocktail» o «segue buffet». Altrimenti non ne vale la pena, di solito ci si annoia e basta. 5: abbiate pazienza e sprecate un po’ di tempo per realizzare fi nte interviste. La fatica verrà ripagata da un lauto banchetto. I migliori catering li offrono i privati o le grandi kermesse, Fiera del Libro, Salone del Gusto, il mese scorso è toccato per esempio a CioccolaTò. 6: a fi ne conferenza stampa, evitate di lanciarvi sui camerieri come se non vedeste cibo da anni. Scegliete la sobrietà, però arraffate quello che potete: gadget, penne, bloc notes, avanzi di salatini da dare al cane, grissini, mozzarelline, scaglie di parmigiano, bignole, chantilly. Bevete tanto.
Guido Andruetto©silviapastore
2006, numero 9pagina 4 di 6 - STORIE
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La Pillola del Professor SoriaIl barolo del Premio Grinzane
Il Premio Grinzane Cavour è presente da venticinque anni sulla scena letteraria italiana e internazionale e valorizza da sempre il discorso della cultura materiale ed enogastronomica.
Centinaia di produttori seguono l’attività del Premio e nelle vene del Grinzane scorre il vino della terra di Langa, del Monferrato e Roero. A metà dell’800, Camillo
Benso fu sindaco del paesino di Grinzane Cavour e introdusse l’alta enologia in quella zona. Oggi il Premio Grinzane gestisce la vigna storica di Cavour e da questa produce un numero limitato di bottiglie selezionate, che rappresentano l’emblema di questo territorio e di questo
percorso culturale. La vigna in questi anni è stata seguita dall’azienda Gigi Rosso e successivamente dai Gigi Rosso e successivamente dai Gigi RossoFratelli Ceretto. Dal 2006 è in produzione la prima serie di bottiglie di questo straordinario barolo della vigna straordinario barolo della vigna straordinario barolodel Premio Grinzane che sono pronte per brindare il 16 giugno - Palazzo Reale di Torino, il 17 giugno - Castello di Grinzane, e l’11 luglio - Quadrilatero Romano di Torino ai 25 anni del Grinzane.
Giuliano Soria, Presidente del Premio Grinzane Cavour
Giovani autori scrivono SUGOSUGO inaugura la nuova rubrica Giovani autori scrivono SUGO. Tutta la Redazione dà il benvenuto
a Alessia Monachello della IVB Linguistico del Liceo Monti di Chieri, giornalista segnalata dal
Premio Grinzane Cavour nel contesto del progetto “Scrivere il Giornale 2005-2006”.
La band camianese è nel programma SoulSeekL’eredità di The Technica. Nel gruppo c’era anche Guido Chiesa
Installando SoulSeek (un programma che, tramite connessione Internet, consente di scaricare brani altrui e di immettere in rete i propri), troverete tutte le canzoni di un gruppo “giovane” degli anni Ottanta. A Cambiano,
più di vent’anni fa, tre ragazzi si riunivano per creare una band. Obiettivo? Divertirsi, con la piccola speranza di diventare famosi. Da un mese uno di quei giovani, ormai quarantenne, ha messo su SoulSeek i vecchi pezzi composti dal gruppo, che si è sciolto diversi anni fa. I nomi dei musicisti? Piero Monachello, allora diciottenne, suo fratello Michele, sedici anni, e l’amico Guido Chiesa, anche lui al bivio dei 18. Inglese il nome della band, “The Technica”, scelto da Guido, per richiamarne il genere musicale. Tutto iniziò nel garage di Guido. Lì composero le prime canzoni. Questi ragazzi avevano una passione in comune, la musica
New Wave Electronic, genere poco ascoltato e conosciuto dai giovani d’allora. Piero suonava la tastiera e scriveva la musica, Michele si occupava della base ritmica, e Guido, la voce solista, pensava alle parole. Quando ebbero un po’ di materiale, decisero di uscire allo scoperto, mostrandosi ad un pubblico: la prova più diffi cile. Applausi? Pochi. La causa dell’insuccesso fu probabilmente il carattere sperimentale della loro musica. Ma i tre ragazzi non si diedero per vinti e, nel ‘79, scrissero il loro primo album, intitolato “MIND THE GAP”, “MIND THE GAP”, “MIND THE GAP”che signifi ca ”Fai attenzione allo scalino”. A inventare il titolo, una forma di avvertimento, rispetto al tipo di musica proposta. Purtroppo l’album non entrò mai in commercio. Nonostante ciò, si divertivano ugualmente a fare foto da inserire nella copertina della loro preziosa cassetta. Il loro sogno non si sarebbe mai realizzato, ma non smisero di suonare, perché lo facevano per passione. Col tempo il gruppo si sciolse: “Ormai eravamo presi da altri impegni” racconta oggi Piero. Cosi le loro strade si divisero: Guido è l’unico che è riuscito a sfondare nel mondo dello spettacolo, diventando un regista, autore di diversi fi lm, fra cui “Il partigiano Johnny”. L’unico che continua ancora oggi a comporre musica sulla sua tastiera è Piero. Il rovescio della medaglia? Il partigiano Johnny cercherebbe ancora un regista.
www.grinzane.it
2006, numero 9pagina 5 di 6 - PREMIO GRINZANE CAVOUR
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Mao e le Inteviste Automatiche - Manuel Agnelli
Ecco un confronto tra Italia e U.S.A. della qualità dei pasti durante un tour di una rock band. A fornirci la sua esperienza è Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, la rock band più internazionale della scena italiana. Il loro ultimo disco si chiama “Ballate per piccole iene”, come dire dolce e tagliente al tempo stesso. Inoltre da un po’ di tempo a questa parte Manuel Agnelli e soci, hanno cominciato a viziare il pubblico dei loro concerti ospitando sul palco personaggi della storica scena “grunge” americana, come Mark Lanegan e Greg Dulli.
Mao: Cominciamo dalla mattina. Di solito in un tour si fa colazione in albergo, quando ci si riesce a svegliare in tempo prima che chiudano il servizio. Dove ti sei trovato meglio? Negli alberghi italiani o in quelli americani? Agnelli: Diciamo che indipendentemente dalla qualità del caffè, che in America fa cagare, agli americani darei come voto 8 e agli italiani 6. Perché in albergo c’è la cosiddetta colazione continentale dove puoi trovare di tutto, dai corn fl akes alle salsiccie, dai succhi di frutta al pollo. In America è molto più ricca e di conseguenza più piacevole, più varia.
Mao: Benissimo, procediamo con il pranzo. In tour a quell’ora si è per strada. Cosa mi dici degli autogrill? Agnelli: In questo caso non c’è un gran divario. Comunque la qualità del servizio degli autogrill americani è superiore; forse perché hanno
una tradizione di vita on the road. Trovi veramente di tutto, mille ammennicoli e minchiate varie che ti aiutano a goderti il viaggio. Però la qualità del cibo, forse perché sono italiano, da noi è superiore. Quindi darei un 7 all’Italia e un 6 agli Stati Uniti.
Mao: E arriviamo alla cena, in quel meraviglioso luogo che si chiama ristorante. Agnelli: Quà gli spacchiamo il cul..
Mao: Perché fi no a questo punto gli americani sono in testa! Agnelli: No, va’beh. Diciamo che il punto forte degli americani è il servizio, che è nettamente superiore al nostro. E’ vero che un cameriere italiano è preparato meglio professionalmente, proprio perché è abituato a servire molti più tavoli; però in america hanno più personale, che è come se venisse pagato direttamente dal cliente, attraverso il sistema della mancia che è molto più diffuso che da noi. In questo modo ti può succedere di uscire contento da un ristorante, anche se hai mangiato male…
Mao: Però!…Agnelli: Certo, per quanto riguarda la qualità del cibo tutt’altra storia. L’unica eccezione è rappresentata dalla carne che negli Stati Uniti cucinano in molti modi, con tante salse, ma forse anche questa cosa l’hanno imparata dai francesi…Quindi dovendo concludere con un voto darei un 10 all’Italia e un 7 e mezzo all’America!
Mao
I consigli di Grigio Torino
Arriva il sole, il mare, l’estate. E con essi si apre la nuova
stagione di concerti. Centinaia di bands che con i loro tour toccano le principali città italiane. A Torino e provincia apre i battenti l’ormai famosissimo Chicobum Festival di Borgaro Torinese dove si alterneranno decine di gruppi tra i più famosi in Italia e in Europa. Da ricordare le date del 15 giugno con il pogo dei Punkreas, il 6 luglio con i Negrita, l’11 luglio con lo ska dei Persiana Jones accompagnati dagli Slide. Impossibile mancare al Festival “Days of the Dead” del 28/29 giugno dove si esibiranno tra i nomi più noti del Metal core, Rock e Hard Core (Agnostic Front, Caliban, New York Dolls, Hardcore superstar ect). Inoltre dal 12 al 16 luglio ritorna il Torino Traffi c Festival, 5 giorni di free events. Non si possono perdere gli show di Richard Hawley, Baustelle, Franz Ferdinand e The Strokes. Traffi c Village presenta The Indie Zone, dal 12 al 15 luglio con programma in via di defi nizione ma tra i gruppi confermati si trovano i Giardini di Miròe Julie’s Haircut. Il 30 giugno ad Avigliana Julie’s Haircut. Il 30 giugno ad Avigliana Julie’s Haircutnon si può mancare all’appuntamento con lo ska infuocato e riottoso dei sette torinesi Fratelli di Soledad.www.grigiotorino.it
©silviapastore
2006, numero 9pagina 6 di 6 - INTERVISTE
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