Gli Irochesi

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GLI IROCHESI Casagrande, Mora, Saresera

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La cultura degl'Indiani del Nord America è una cultura molto complessa. Le popolazioni

autoctone che occupavano il Canada appartenevano a numerose tribù, a loro volta

divise in diversi gruppi di famiglie, ciascuna con la loro tradizione, abbigliamenti, tipo di abitazioni, lingue e modo di vivere, a secondo della zona in cui abitavano. Praticavano la pesca, la caccia, e

anche l'agricoltura. La maggior parte delle tribù si spostavano di frequente su vasti territori per

seguire la preda, o comunque dove c'erano viveri, risultando in frequenti conflitti, sfrenati e cruenti.

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Finchè il cavallo non fu introdotto nel nord America agli anizi del 1700, il cane era il solo

animale domestico conosciuto dagli aborigeni e se ne servivano anche per trasportare carichi

leggeri. Non avendo la conoscenza della ruota, tutti gli spostamenti in cerca di nuove zone ove costruirvi nuovi villaggi, erano eseguiti a piedi, portando con se le vettovaglie e le coperture

delle abitazioni (le impalcature erano abbandonate).

Ai primi del diciassettesimo secolo, gli Uroni, i cui antenati erano gli Irochesi, contavano un 16.000

anime, e vivevano in numerosi grandi villaggi sugli altipiani tra il lago Simcoe e la baia di

Giorgia del lago Urone.

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Le loro abitazioni erano capanne, ricoperte con la corteccia delle betulle, erette dentro ad una specie di fortino recintato da palizzate, e nei

campi vicini coltivavano granoturco (15 varietà), fagioli (6 tipi), zucche (6 tipi), tabacco e girasoli.

Era in effetti una società agricola e semi-sedentaria, praticavano commercio con altre

tribù, dedicandosi anche alla caccia e alla pesca, e provvedevano all'approvvigionamento di viveri

per l'inverno.La dieta principale degli Uroni era basata sul

granoturco, con i fagioli e le zucche usati come cibi supplementari. Il pesce era abbondante, ma

altra carne scarseggiava, fuorchè in autunno quando i cacciatori riuscivano a radunare, in

recinti costruiti appositamente, i cervi dalla coda bianca, abbattendone in quantità. Durante le invernate con abbondante neve anche l'alce

diventava facile ed ambita preda.

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Nella maggioranza dei casi, ogni famiglia era autosufficiente; possedeva, a titolo di usofrutto, un'area

specifica nei campi di granoturco, pescava per conto proprio, e condivideva parte della selvaggina catturata

durante la caccia fatta in comune.Le donne avevano la responsabilità della semina,

sarchiamento, e la raccolta dei prodotti, ma anche gli uomini assistevano di tanto in tanto nei lavori dei campi.Le donne erano quelle che si adopravano sia nelle attività

domestiche che in quelle agricole, creando vasi di terracotta per cucinare, piatti di corteccia, panieri di vimini

per trasportare i prodotti, bauli per proteggerli durante l'inverno, tappeti di giunchi usati per dormire.

Raccoglievano la frutta selvatica, conciavano le pelli degli animali per farne degli abbigliamenti, si procuravano della fibbra dei tigli e degli olmi e la attorcigliavano dopodichè

gli uomini confezionavano, con questo tipo di corda, le reti per la pesca.

Gli uomini si davano alla caccia, alla pesca, al commercio con altre tribù, costruivano le canoe e le capanne, e

fabbricavano gli arnesi e le armi, e naturalmente essendo uomini, facevano la guerra.

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Durante la stagione invernale, quando le attività diminuivano, nei villaggi si celebravano le feste, che un

missionario aveva suddiviso in quattro categorie: le feste canore, le feste dei congedi, le feste di ringraziamento, e

le feste di liberazione dalle malattie.Le loro feste erano in maggioranza legate al ciclo del

granoturco cosicchè festeggiavano per sette giorni durante la semina, sette giorni quando il granoturco inverdiva e quattro giorni durante la raccolta. Ma la festa di maggior importanza occorreva verso la metà dell'inverno e durava sette o otto giorni; nel quinto giorno sacrificavano un cane

bianco, terminando poi gli ultimi giorni con vari giochi e danze. A primavera e autunno, un gruppo di uomini chiamati la "Società dei Visi Falsi" visitava il villaggio

entrando nelle capanne per scacciare gli spiriti maligni, indossando spaventose maschere di legno. Esistevano anche altre "società" quali quella dei "Medici", "Danza

Oscura" e "Festa dei Morti"; le ultime due erano controllate dalle donne, che avevano una grande autorità

nell'amministrazione dei villaggi.

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Quando gli Irochesi, durante le frequenti guerre con le altre tribù, facevano dei

prigionieri, e se non erano sacrificati, erano adottati nelle varie famiglie, potevano sposarsi con le loro donne, e diventavano di fatto cittadini del villaggio.