CANADA 5 · dell’ammiraglio britannico che sconfisse gli inglesi a Trafalgar, mentre al suo...

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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 17 – 18 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Maggio – Novembre.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di adoperare sia per l’andata che per il ritorno uno degli

scali aeroportuali di Montreal. Alternativamente potrete usufruire per l’andata

dell’aeroporto di Quebec City e per il ritorno di quello di Ottawa.

FUSO ORARIO: - 6 ore rispetto all’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Passaporto, possibilmente con validità residua di sei mesi all’ingresso nella

nazione. Dal 2016 non è più necessario il visto turistico ma dovrete essere in

possesso dell’ eTA (electronic Travel Authorization) rilasciata su richiesta

online preventiva dalle autorità canadesi.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana sufficiente per brevi periodi, ma è consigliabile possedere la

Patente Internazionale.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Non sussiste alcun rischio per la sicurezza in questi territori e gli standard

ospedalieri sono ottimi. . Si consiglia però di stipulare un’assicurazione

sanitaria che preveda le spese mediche e le spese per un eventuale rimpatrio

sanitario.

MONETA: DOLLARO CANADESE.

TASSO DI CAMBIO: 1 € = 1,50 Dollari Canadesi.

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Descrizione del viaggio:

1° giorno: trasferimento fino a Montreal

Raggiungere il Canada dall’Italia è in genere agevole e per lo scopo di possono sfruttare anche comode linee aree dirette, specialmente se la

tratta che avevate in mente prevede una partenza da Roma. Da qui infatti esistono voli che nel volgere di sole 9 ore vi porteranno

direttamente nella principale metropoli del Quebec, Montreal (tratta operata in genere da Transat). Se invece dovrete partire da Milano

dovrete necessariamente fare uno scalo intermedio in un aeroporto europeo e nordamericano visto che al momento non sussistono

collegamenti aerei diretti tra queste due località. In questo caso il tragitto si dilata a 11-18 ore complessive, ma grazie al fuso orario a favore

atterrerete in Canada plausibilmente nella medesima giornata in cui partirete dall’Italia. Per quanto concerne gli aeroporti intermedi in

genere vi preannunciamo che questi possono essere quelli di Reykjavik, Tunisi, Amsterdam, New York, Toronto, Istanbul, Casablanca,

Londra, Parigi o Amman. Una volta giunti in territorio canadese non dovrete far altro quindi che espletare le formalità doganali e

raggiungere la vostra location a Montreal per un po’ di meritato riposo e per adattarvi al nuovo fuso orario.

2° - 3° - 4° - 5° giorno: MONTREAL

Montreal è la metropoli canadese in cui più nitidamente potrete apprezzare il perfetto bilinguismo e la compenetrazione della tradizione

britannica e francese, una caratteristica squisitamente canadese. Oggi le tensioni sociali tra anglofoni e francofoni appaiono ormai confinate

ai libri di storia (anche grazie alla massiccia immigrazione degli ultimi decenni che ha riplasmato Montreal facendone un melting pot

proiettato al futuro) e i giovani della città sembrano vivere in estrema armonia tra loro quale che sia la loro etnia di origine e appaiono ben

determinati a concentrarsi su alcune tematiche di interesse globale, prima tra tutte quella ambientale qui particolarmente sentita. A Montreal

potrete così gustarvi lo charme tipico francese dei raffinati ristoranti del centro storico o degli alberghi di lusso e al contempo ammirare uno

skyline fatto di altissimi grattacieli tipicamente nordamericani popolati da una borghesia ricca e da finanzieri sempre affaccendati. La nomea

da placida metropoli a misura d’uomo di Montreal è solo però l’ultima etichetta affibbiata alla città in ordine di tempo: fondata da

missionari francesi nel 1642 Montreal fu per secoli uno snodo di importanza fondamentale sia per le esplorazioni che per il commercio delle

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pellicce nel Nord America e divenne una delle mete predilette per gli amanti dell’alcool statunitensi durante il periodo del proibizionismo tra

le due guerre mondiali. Gran parte del merito di questa recente metamorfosi urbana di Montreal la si deve al celebre sindaco Jean Drapeau

(che rivestì la carica dal 1954 al 1986 con solo brevi interruzioni) il quale promosse la candidatura e permise quindi lo svolgimento di

manifestazioni di prim’ordine a livello mondiale in città come l’Esposizione Universale del 1967 e l’organizzazioni delle Olimpiadi del 1976.

L’eco di questi recenti fasti sono gli odierni festival che ogni anno impreziosiscono ancora il suo calendario. A Montreal in giugno si tiene

infatti annualmente una gara di automobilismo di Formula Uno lungo il suo circuito semiurbano, in luglio in città risuonano le note della

migliore musica jazz durante il Festival International de Jazz, mentre ad agosto i cieli notturni della metropoli canadese sono sconvolti da

grandiosi spettacoli pirotecnici in occasione del’International Des Feux Loto Quebec.

Una visita a Montreal non può che prendere l’avvio dallo storico labirinto di stradine sinuose acciottolate e monumenti simbolo del

passato di Vieux Montreal, adagiata sulle sponde orientali del fiume San Lorenzo poco oltre le sue leggendarie rapide che impedirono

a lungo in passato la navigazione sul fiume oltre questo punto sulla rotta verso i Grandi Laghi nord americani. Gli appassionati di

architettura e tutti coloro che hanno un animo sensibile e romantico verranno infatti rapiti dai suoi scorci retrò e raffinati composti da

un’alternanza di edifici storici e palazzi vittoriani perfettamente conservatisi. L’epicentro della grande metropoli canadese è

indiscutibilmente Place Jacques Cartier, un’animata piazza in cui troverete in ogni momento della giornata musicisti improvvisati,

artisti di strada, turisti curiosi e autoctoni affaccendati nelle loro commissioni. E’ un luogo vibrante dove si percepisce l’animo attivo

della città. Inoltre presenta un paio di attrattive di livello: da un lato svetta infatti la Colonne Nelson fatta erigere dagli inglesi i onore

dell’ammiraglio britannico che sconfisse gli inglesi a Trafalgar, mentre al suo opposto si fa notare lo Chateau Ramezay, costruito nel

1705 come residenza sfarzosa per il governatore cittadino. Di grande richiamo è poi anche il limitrofo Hotel de Ville, un possente

edificio ottocentesco che da sempre è l’epicentro della vita pubblica cittadina e all’interno del quale si colloca la Hall d’Honneur, uno

splendido salone impreziosito da una serie di dipinti a tema realista del Quebec del XIX e XX secolo e da busti dei primi personaggi

pubblici di Montreal. Da Place Jacques Cartier vi risulterà molto semplice e veloce dirigervi quindi verso il fiume San Lorenzo,

approcciandovi al quartiere di Vieux-Port. Lungo il dedalo di stradine che dovrete percorrere vi esortiamo nel mentre a fare una sosta

presso lo storico Marché Bonsecours, facilmente identificabile per la sua alta cupola argentea. Questo mercato coperto fu il

principale banco di scambio di merci alimentari della città fino agli anni ’60 ma oggi è divenuto un ricettacolo di bancarelle che

vendono antiquariato, prodotti tradizionali del Quebec e boutique di alta moda e appare davvero imprescindibile una sosta passando

in questa zona.

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Una vista sulla pedonale e sempre animata Place Jacques Cartier, l’epicentro della vita della moderna Montreal con sullo sfondo la

sagoma della Colonne Nelson che svetta. Quindi il raffinato e imponente Hotel de Ville dell’800 nel quale da secoli si amministra la

vita pubblica di Montreal ed infine l’inconfondibile cupola argentea dello storico Marché Bonsecours.

Una volta giunti al Vieux Port di Montreal rimarrete probabilmente sorpresi dalla profonda riqualificazione che ha completamente

cambiato il volto all’antica area portuale cittadina. Oggi i suoi storici quattro moli (dominati dalla Tour de l’Horloge del 1922 eretta

a commemorare i marinai canadesi caduti nella prima guerra mondiale) sono un felice connubio di aree verdi, attrazioni e

divertimenti e appaiono sempre animati da brulicanti attività. L’elemento di spicco di quest’area è il Centre des Sciences de Montreal,

un avveniristico museo delle scienze che tratta temi e offre spunti risolutivi a diverse problematiche moderne, prima tra tutte quella

ambientale.

Al termine di questa visita erudita giungerà quindi inevitabilmente l’ora di pranzo per il quale potrete optare sia verso i numerosi

chioschi dell’area del Vieux Por the propongono essenzialmente street food, oppure camminare nuovamente verso il cuore di Vieux

Montreal in cui lungo la storica Rue Saint Paul si collocano ristoranti di classe (e costosi) tra i più in vista della città. Nel pomeriggio

vi suggeriamo quindi di continuare a percorrere questa strada in direzione sud fino a raggiungere la Basilique Notre Dame,

sicuramente il più sfarzoso ed elaborato edificio di culto del Canada settentrionale. Costruita nel 1829 presenza diverse chicche

artistiche come intagli in legno di pregevolissima fattura, dipinti, vetrate istoriate, sculture dorate, organi enormi e la Gros Bourdon,

considerata la più grande campana di tutta l’America settentrionale. L’elemento saliente al suo interno resta però la Chapelle du

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Sacré Couer, un palcoscenico tra i più ambiti per gli sposalizi di alto livello di Montreal. Ritornando all’esterno della basilica vi

ritroverete quindi nella Place d’Armes, storico luogo in cui si svolseero le prime schermaglie belliche tra i coloni pionieri e i nativi

irochesi. Oggi la piazza è uno dei fulcri di Montreal, tanto da ospitare sul suo perimetro al sede della Bank of Montreal, del 1817 e

con interni in marmo sontuosi (la più antica della città), il Vieux Seminaire (del 1685 e considerato l’edificio più antico ancora in uso

della metropoli), oltre a una serie di moderi grattacieli che caratterizzano lo skyline moderno di Montreal. Il nostro consiglio è di

godervi con calma quest’area storica di Montreal, indugiando magari un po’ tra i bei negozi di antiquariato di Rue Notre Dame

Ouest, e di trattenere un po’ di energie da dedicare in seguito per una goliardica prima serata nella metropoli canadese.

Una romantica vista serale sulla Tour de l’Horloge del Vieux Port di Montreal che si rispecchia nelle maestose acque del fiume San

Lorenzo. Quindi una vista a 360° sulla splendida Place d’Armes che riassume in sé molte delle sfaccettature storiche e moderne della

complessa Montreal ed infine gli straordinari interni della Basilique Notre Dame, gemma tra le architetture cittadine.

Il centro moderno di Montreal, la sua Downtown, rappresenta la quintessenza dell’anima nord americana di Montreal essendo

composto da una vera e propria selva di grattacieli alternati a piccoli spazi verdi, musei di livello e una miriade di costosissime

boutique. Questo quartiere trova ubicazione giusto a ovest della Viuex Montreal, come incastonato tra questa e l’altura dove sorge il

Parc du Mont Royal. Oltre allo stupore che di per sé suscita l’aggirarsi tra queste mastodontiche costruzioni nella Downtown avrete a

disposizione diversi monumenti con i quali intrattenervi per quasi tutta la giornata. Il primo che vi suggeriamo di visitare è il Musée

des Beaux-Arts de Montreal che possiede tra le sue sale una sorta di compendio dell’arte canadese di altissimo livello (vi sono lavori

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di Roy-Audy, Paul Kane, Riopelle e del Group of Seven), diversi manufatti amerindi e inuit oltre a una sezione dedicati ai maestri

europei come Rembrandt, Picasso e Monet. Usciti dal museo incamminatevi quindi in direzione nord lungo Rue Sherbrooke, l’arteria

stradale principale della zona, e in breve portatevi presso i grandi edifici che copongono la McGill University. Fondata dal’’omonimo

mercante di pellicce di origini scozzesi nel 1821 la McGill University è uno dei primi rinomati atenei a livello mondiale, basti pensare

che nel corso della sua esistenza da qui sono usciti ben 6 premi Nobel e due primi ministri canadesi. La location tra magnifici edifici

vittoriani, l’ampio e sempre animato campus (sono in media 30.000 gli immatricolati) ne acuiscono poi lo charme, tanto che vale la

pena intrufolarvisi anche solo per curiosare tra le aule didattiche. A completamento della mattinata non mancate infine di visitare

l’adiacente Musée McCord che raccoglie quella che forse è la più completa collezione di reperti, oggettistica, testimonianze ed

espressioni artistiche inerenti il periodo pionieristico della colonizzazione canadese. Di grandissimo impatto emotivo e visivo è la

sezione nota come Archives Photographiques Notman che raggruppano la più vasta collezione fotografica sul tema con istantanee che

esplicano in maniera ininterrotta le vicende del Canada dal 1840 ai giorni nostri.

Una vista panoramica sullo skyline tipicamente americano della Downtown di Montreal dove proliferano altissimi grattacieli e al cui

interno si aprono il campus e i begli edifici vittoriani della McGill University, uno dei principali atenei del Canada e del mondo.

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Fattasi l’ora di pranzo vi suggeriamo quindi di fare ancora qualche centinaio di metri verso nord per immergervi nel quartiere etnico

di Chinatown dove vi imbatterete in una serie pressoché infinita di negozi di souvenir e chincaglierie oltre ovviamente agli

onnipresenti ristoranti cinesi. Le vie di maggior richiamo dell’area sono Rue de la Gauchetière e Place Sun Yat Sen, spesso gremita di

anziani cinesi che amano scrutare il viavai generale.

Nel pomeriggio poi avrete a disposizione alcune diverse alternative in zona. Se siete amanti della cultura e degli edifici di culto non

dimenticate di dare un’occhiata alla bella Cathédrale Christ Church, moderno tempio della comunità anglicana locale del 1987, o

alla Cathédrale Marie Reine du Monde realizzata su esplicita immagine della Basilica di San Pietro di Roma. Qualora invece non

sentiste tutta questa verve culturale vi ricordiamo che nella Downtown, specie lungo Rue Sainte Catherine Ouest, si concentrano i

principali shopping mall moderni di Montreal, che raggiungono il loro apice nel Centre Eaton un complesso di cinque piani

completamenti dedicati alla vendita al dettaglio, una sorta di tempio del commercio di alto livello canadese. Anche per i meno avvezzi

allo shopping questa visita risulterà particolarmente intrigante. Verso il tardo pomeriggio infine una buona idea può essere quella di

portarsi nel modernissimo palazzo del ghiaccio di Atrium dove potrete pattinare per qualche ora sul ghiaccio in qualsiasi momento

dell’anno. Anche se non avete mai provato l’esperienza lanciatevi nell’impresa, è pur sempre uno dei passatempi preferiti dei locali!

L’ingresso scenografico alla Chinatown di Montreal, uno dei quartieri etnici più pittoreschi di tutto il Canada. Quindi l’interno del

modernissimo complesso commerciale Centre Eaton, la gemma dello shopping della metropoli canadese, e uno sguardo sulla pista di

pattinaggio su ghiaccio al coperto Atrium, uno dei luoghi di svago preferiti dagli abitanti di Montreal.

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La terza giornata di stanza a Montreal ruota invece sui punti di interesse collocati nelle immediate vicinanze del centro cittadino. Vi

consigliamo di iniziare questa tappa dell’itinerario partendo dal nostalgico quartiere di Little Italy, un enclave di immigrati di origine

italiana che si colloca giusto a ridosso del Boulevard Saint Laurent, il principale asse viario che taglia letteralmente in due Montreal.

Il bello della zona per lo più nelle sue atmosfere che richiamano la madrepatria con numerosi caffè e ristorazioni in cui gustare

prelibatezze che pensereste di assaporare unicamente in Italia. Lo stupore vi pervaderà ulteriormente percorrendo le bancarelle del

Marché Jean Talon dove saranno a vostra disposizione una serie di ortaggi e alimenti freschissimi con cui preparare piatti della

nostra tradizione culinaria. Dopo questa ventata italiana nel cuore di Montreal incamminatevi quindi verso sud insinuandovi tra le

strade che compongono la zona di Mile End, uno dei quartieri più trendy della città moderna dove non farete fatica a trovare

boutique, ristoranti di nouvelle cuisine e anche una nutrita comunità ebraico ortodossa. Questo non è però che il preludio all’ancora

più vibrante e vivace quartiere di Plateau, reinventatosi a partire dagli anni ’70 come una comunità appartata e protetta per artisti,

cantanti e scrittori canadesi che ne hanno promosso l’immagine un po’ bohemien e un po’ chic che tuttora lo etichettano. Non ci sono

qui monumenti di spicco ma ancora una volta sarà la sua atmosfera libertina e frizzante a incuriosirvi e conquistarvi man mano, come

le ricercate architetture degli edifici spesso impreziosiste da scale a chiocciola e balconi in ferro battuto. Verso l’ora di pranzo vi

esortiamo quindi a concludere la vostra camminata mattutina dirigendovi alla volta dei vicini Quartier Latin e Le Village, due aree di

Montreal storicamente sorte e promosse dall’attività delle locali università e dall’atmosfera quasi parigina. Vi imbatterete così in una

selva di bar, bistrò, negozi di musica, discoteche e luoghi di aggregazione unici nel panorama di Montreal e non faticherete a credere

che quest’area sia effettivamente il cuore pulsante della città per quanto riguarda le nuove generazioni. Le Village è poi il fulcro della

vita omosessuale della metropoli canadese (specialmente Rue Sainte Catherine Est) nella quale si tengono spesso manifestazioni per le

pari opportunità e nella quale sorgono diversi locali promiscui. Vi ricrodiamo infine che questi quartieri (specificatamente Plateau e

Mile End) sono il fulcro dell’offerta culinaria di Montreal proponendovi diverse ristorazioni di alto livello qualitativo in cui

assaporare i migliori piatti della tradizione québecois. Tra questi meritano una menzione i bagel (panini a ciambella aromatizzati in

vario modo), i sidri realizzati con le mele colte nelle vicine piantagioni del Cantons de l’Est, i vini bianchi della medesima regione e i

deliziosi sciroppi d’acero che costituiscono la quintessenza della cucina regionale.

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L’entrata del Marché Jean Talon, il principale mercato ortofrutticolo e alimentare di Montreal e il vanto principale del quartiere di

Little Italy. Quindi alcune architetture tipiche della zona di Plateau, quartiere bohemien, di artisti e personaggi celebri che è divenuto

uno dei luoghi più richiesti per risiedere in città ed infine una strada de Le Village, l’epicentro della vita e della comunità gay locale.

Dopo esservi intrattenuti a sufficienza in questo crogiolo culturale e etnico dei quartieri nord-occidentali di Montreal nel pomeriggio

vi consigliamo infine di puntare dritto al Parc du Mont-Royal, un’estesissima area verde ideata e disegnata da Frederick Law

Olmstead, lo stesso architetto del Central Park di New York. Questo parco pubblico è così grande che viene frequentato

quotidianamente da centinaia di appassionati di jogging, viene usato come contesto per uscite a cavallo e viene scelto da moltissimi

autoctoni come meta per rilassanti pic-nic all’aria aperta nel weekend. Percorrendolo troverete diversi punti panoramici da qui

gustare sublimi viste su Montreal (come il Kondiaronk Point View situato vicino allo Chalet du Mont Royal, una splendida villa antica

in pietra). Non perdete quindi l’opportunità di raggiungere al suo interno il placido e bellissimo Lac aux Castors, un bacino solcato

d’estate da pedalò e d’inverno da pattinatori su ghiaccio e slitte a trazione animale, e di visionare l’imponente George Etienne Cartier

Monument all’ingresso del Parc du Mont-Royal sotto il quale ogni domenica sono solite riunirsi negli ultimi anni bande di artisti di

strada (improvvisate e non) che si danno appuntamento per cantare, ballare e fare festa. Se vi avanzasse del tempo una buona idea è

poi quella di raggiungere, poco oltre il confine meridionale del parco, l’Oratoire Saint Joseph, un pomposo edificio dalla volta a

cupola che domina lo skyline di quest’area di Montreal. Non dimenticate comunque di riservarvi ancora parecchie energie da

dedicare alla serata in questi vibranti quartieri che rappresentano il clou della vita notturna della metropoli. I quartieri di Plateau

(Boulevard Saint Laurent, Rue Saint Denis, Avenue du Mont Royal e Rue Crescent) pullulano infatti di vita ogni notte, mentre i locali

più ambigui e le discoteche migliori sorgono a stretto contatto tra loro nella zona di La Village. Lanciatevi quindi in qualche eccesso

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in questi templi dello svago, non ve ne pentirete di certo. Se proprio invece viaggiaste con bambini e foste impossibilitati a divertimenti

esuberanti una valida alternativa è quella di muovervi alla volta di Little Italy per assistere allo spettacolo circense di altissimo livello

del Cirque du Soleil che trova qui la sua base storica.

Una bucolica scena tipica del Parc du Mont Royal, il principale polmone verde urbano di Montreal e uno dei luoghi di aggregazione e

di svago prediletti dai suoi concittadini. Al suo interno si raggiungere anche il sublime Belvedere Kondiaronk da cui si aprono

meravigliose viste sul cuore della metropoli. Infine l’imponente mole dell’Oratoire Saint Joseph che svetta poco a sud del parco.

L’ultima giornata della vostra permanenza a Montreal si sviluppa nell’esplorazione delle belle isole fluviali che sorgono

immediatamente a est del centro storico cittadino, laddove il fiume San Lorenzo ha appena concluso il turbolento passaggio delle

antiche rapide ubicate presso l’odierno quartiere di Lachine. Molti dicono che sia stata proprio questa caratteristica fluviale

peculiare del fiume (che oltre non poteva essere navigato dall’Atlantico) a persuadere i primi esploratori a fondare proprio qui

Montreal. La prima e più grande isola che vi consigliamo di raggiungere dal Vieux Port di Montreal mediante i frequenti traghetti

urbani è Ile Sainte Hélène che fu scelta nel 1967 come sede per ospitare l’Esposizione Universale. Oggi i suoi principali motivi di

richiamo sono il vasto parco dei divertimenti di La Ronde che ne ricopre la punta settentrionale (troverete diverse attrazioni

adrenaliniche e se viaggerete con bambini calcolate diverse ore di permanenza in loco, sarà impossibili persuaderli ad uscire) e il

vasto Parc Jean Drapeau, un’autentica oasi verde che si allunga su tutta la metà meridionale dell’ Ile Sainte Hélène. Qui la pace, il

silenzio e la possibilità di leggere un buon libro sentendo lo scroscio delle acque del San Lorenzo nelle vicinanze saranno invece

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motivi di assoluto richiamo per i visitatori più maturi. Grandi e piccini torneranno invece d’accordo per quanto concerne la visita

all’adiacente (collegata mediante ponti all’Ile Sainte Hélène) Ile Notre Dame, un’isola fluviale artificiale realizzata con i materiali di

scavo recuperati per scavare i tunnel della metropolitana cittadini. Il vanto principale dell’Ile Notre Dame è la presenza del circuito

automobilistico semi permanente Gilles Villeneuve che in giugno diviene il palcoscenico di un avvincente Gran Premio di Formula

Uno che vede sfrecciare sul suo asfalto le monoposto più veloci e tecnologiche del pianeta.

Alcune delle adrenaliniche e divertenti attrazioni del parco giochi La Ronde che ricopre tutta l’area settentrionale dell’isola di Sainte

Hélène sul fiume San Lorenzo. Quindi una vista aerea di una sezione del circuito Gilles Villeneuve di Formula Uno che si snoda tra la

terra e le acque dell’Ile Notre Dame, poco distante.

Nella restante parte dell’anno nella bella stagione il circuito è invece lasciato alla mercé di ciclisti e pattinatori. Proprio al centro del

circuito e dell’Ile Notre Dame si staglia infine il Casinò de Montreal, la casa da gioco più famosa e in auge del Quebec dove potrete

tentare per un po’ la fortuna dilettandovi tra i suoi tavoli da gioco, le slot-machine e una vasta gamma di giochi d’azzardo. Terminato

il tempo (o più frequentemente i soldi) a disposizione al casinò vi esortiamo quindi a rientrare nella vostra location in città per

prepararvi alla volta ultima frizzante notte nella metropoli canadese del nord.

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Una splendida immagine al tramonto del Casinò di Montreal illuminato sapientemente come i grattacieli del centro cittadino sullo

sfondo. Quindi il medesimo skyline tipicamente nordamericano di Montreal come appare di notte dal fiume San Lorenzo.

6° - 7° giorno: QUEBEC CITY

Quebec City è probabilmente la più importante gemma storica dell’intera nazione canadese. Collocata laddove l’enorme estuario del San

Lorenzo ha inizio deve il suo nome proprio all’antico termine algonquino Kebec che nella lingua nativa significava “laddove il fiume si

restringe”. I primi insediamenti in questa strategica collocazione geografica risalgono a molti secoli fa e per lunghi anni l’attuale Quebec

City fu uno degli snodi fondamentali della popolazione degli indiani uroni. Solo a partire dal 1606 infatti gli europei riuscirono ad avere la

meglio definitivamente sulle antiche popolazioni e a fondare una cittadina permanente in questo luogo che passò più volte di mano tra inglesi

e francesi che si combatterono strenuamente per il controllo del Canada settentrionale. Fu peraltro sempre qui che venne ideato l’appellativo

nazionale, Canada appunto, derivato da una storpiatura del termine urone Kanata (letteralmente villaggio) con cui l’esploratore Jacques

Cartier definì nel 1535 lo storico abitato urone. Tutta questa importanza storica di Quebec City è a tutt’oggi ben evidenziabile anche

nell’abitato moderno che possiede una serie di record per quanto concerne il continente americano: Quebec City è infatti l’unica città con un

centro storico cinto da mura del continente e possiede la chiesa parrocchiale, il museo, la chiesa in muratura, la cattedrale anglicana, la

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scuola femminile, il quartiere finanziario, l’università francofona, il quotidiano e l’ospedale più antichi del Nord America. Quebec City è

infine animata durante l’anno da una serie di festival di grande richiamo nazionale, tra le quali spiccano il Carnaval in febbraio che prevede

una serie di parate, regate, sfilate e concerti goliardici, la Fete Nationale il 23 giugno che con gli anni è divenuta un’occasione sentita in

Canada per affermare le aspirazioni indipendentiste e l’identità culturale particolareggiata del Quebec nel panorama nazionale e il Festival

d’Eté in luglio che offre ai turisti una serie di concerti, spettacoli teatrali e manifestazioni artistiche che animano le strade cittadine notte e

giorno.

La prima giornata in quei di Quebec City è giocoforza da suddividersi in due parti ben distinte. La mattinata vi sarà infatti necessario

dedicarla al cospicuo trasferimento stradale da Montreal alla città (250km, 2 ore e mezzo di auto) riuscendo così a raggiungere la

storica città del Quebec solo verso l’ora di pranzo. Una volta giunti a destinazione questa giornata si concentra quindi sui siti di

interesse disposti attorno alla Vieux-Quebec, principalmente nei pressi delle grandi arterie stradali parallele del Grande Allée Est e

del Boulevard René-Levesque Est che si allungano a sud-ovest della città antica. Camminando dal centro di Quebec City verso

l’esterno vi imbatterete quasi immediatamente nel bel palazzo stile impero del 1886 ornato da 22 statue bronzee dell’Hotel du

Parlement che ospita l’assemblea legislativa principale della regione francofona canadese. Poco oltre non potrete fare a meno di

notare poi l’Obsérvatoire de la Capitale, situato sulla sommità di un grattacielo di 221m che permette sontuose viste panoramiche

dall’alto sulla città. Spingetevi quindi verso est oltre la Grande Alée Est fino a giungere in prossimità delle sponde del fiume San

Lorenzo: qui trova ubicazione infatti lo storico Battlefields Park che fu il teatro dei sanguinosi combattimenti del 1759 che sancirono

la supremazia degli inglesi sui francesi sul Canada, specificatamente l’area settentrionale dello stesso nota con l’appellativo di Plains

of Abraham. Per il pranzo in questo caso il ostro consiglio è quello di abbandonare il verde del Battlefields Park per ritornare nel

cuore di Quebec City dirigendovi o lungo Rue Saint Jean, cosparsa di ristorazioni etniche, o presso il quartiere di Saint Roch dove

invece abbondano bistrò ricercati che propongono spesso la nouvelle cuisine. Se invece adorate lo street food provate una porzione di

poutine, patatine fritte intrise di uno strato di formaggio e ricoperte di sugo di carne, vendute da numerosi cantines o casse croutes,

ossia bancarelle e chioschi lungo la strada. Rue Saint Jean è anche un posto particolare in cui si concentrano un’elevata quantità di

negozi a tema medievale, assai pittoreschi, e una serie di pub perfetti per fare bisboccia alla sera. Il nostro consiglio per il pomeriggio

è infatti quello di indugiare in questo quartiere spiccatamente bohémien, di trastullarvi tra i café e i bar storici del posto dalla

deliziosa atmosfera informale e di scovare pian piano alcuni scorci dimenticati composti da case storiche ornate da bovindi e cortili

interni sempre animati nei fine settimana estivi. Tutto questo, ovviamente, per prepararvi alla serata da consumarsi in Rue Saint Jean

o nella vicina Avenue Cartier.

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Il severo ed imponente palazzo stile impero del 1886 dell’Hotel du Parlement che ospita la sede della camera principale della regione

francofona canadese del Quebec. Quindi due scorci di Rue Saint Jean e della Grande Alée, da sempre il fulcro della vita notturna e

degli svaghi degli abitanti di Quebec City.

E’ inutile girarci attorno, gran parte del fascino di Quebec City deriva però dal suo centro storico cinto da mura e noto come Viuex-

Quebec. Questo vasto spazio urbano di circa 10kmq si dispone praticamente su due livelli diversi: la parte bassa e protesa verso

l’immenso estuario del San Lorenzo che prende vita poco oltre la città è infatti come sorvegliato dalla Cittadelle e dalla Haute Ville,

aggrappate allo sperone roccioso di Cap Diamant, l’altura che più di ogni altra ha da sempre attratto gli esseri umani della zona. Il

suo controllo era ed è infatti incredibilmente strategico per controllare praticamente tutto il Canada settentrionale, poiché da esso si

sorveglia l’ultimo stretto tratto del fiume San Lorenzo prima che si apra verso l’Oceano Atlantico. Vi consigliamo quindi di iniziare la

vostra esplorazione cittadina proprio dalla Citadelle che con i suoi 2,3kmq è la fortificazione più estesa di tutta l’America

settentrionale. Eretta dai francesi nel 1750 e conclusa il secolo successivo dagli inglesi come forte militare mantiene tuttora una

funzione similare, essendo la sede del reggimento Canada’s Royal 22s e per questo vi si tiene ogni giorno alle 10 (in estate) la

pittoresca scena del cambio della guardia. Perlustrare liberamente la Cittadelle non è possibile proprio per la sua destinazione

militare ma prendendo parte a una visita guidata (prenotate in anticipo) potrete cogliere gli aspetti essenziali degli interni. Una volta

usciti non mancate di percorrere almeno il tratto della Haute Ville delle mura di Vieux-Quebec, oggi ampiamente restaurate, da cui si

godono splendide viste panoramiche sulla cittadina. Particolarmente fotogenico è il tratto noto come Terrasse Dufferin da cui

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scruterete l’imponente corso del San Lorenzo da 60m di altezza e da cui inizierete a vedere l’inconfondibile sagoma de Le Chateau

Frontenac. Questo pomposo e rinomatissimo albergo del 1893 è infatti oggi probabilmente il simbolo per antonomasia di Quebec City

e svolse anche un ruolo di fondamentale importanza durante la seconda guerra mondiale. Qui infatti si tenne un vertice segreto tra

l’ex premier canadese MacKenzie King, Winston Churchill e Roosevelt per definire i dettagli dell’offensiva in Normandia del 1944 che

in pratica sancì la vittoria alleata nel conflitto bellico.

Una romantica vista serale dal fiume San Lorenzo del quartiere storico di Vieux Quebec, l’unico centro storico dotato di mura

difensive di tutto il Nord America. Quindi un dettaglio sullo storico hotel de Le Chateau Frontenac, autentico simbolo di Quebec City.

A completamento della mattinata vi esortiamo quindi a muovervi nell’adiacente Quartier Latin dove vi imbatterete nella sobria

Cathedral of the Holy Trinity, la prima cattedrale anglicana del Nuovo Continente (è del 1804), nella vistosa Basilica de Notre Dame

che venne ampliata a più riprese dal XVII secolo al 1925 quando assunse la sua fisionomia definitiva, nel Musée des Ursulines de

Quebec (del 1639) che fu il primo convento adibito a scuola femminile per le orsoline del Nord America, oltre ovviamente che nel

Musée de l’Amerique Française. Questo museo, reputato come il più antico continentale, vi permetterà un approfondimento unico per

completezza e dettaglio sulla storia della cultura francese durante la colonizzazione del Canada, dispensandovi numerosi aneddoti e

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curiosità spesso misconosciute. Fattasi quindi l’ora di pranzo il nostro consiglio è quello di scendere dalla collina di Cap Diamant

attraverso le sceniche Rue Cote de la Montagne o la scalinata Escalier Casse-Cou fino in Rue Petit Champlain, nella Basse Ville, dove

abbondano ristoranti con ampi dehors che servono ottimo cibo a prezzi ragionevoli. Inoltre l’atmosfera qui è sempre vivace, grazie

alla presenza di numerosi artisti di strada che animano la stretta e pittoresca strada.

Terminato il pranzo potrete quindi dedicare il pomeriggio alle attrazioni e ai monumenti della Basse Ville, che ruotano a breve

distanza da Place Royale una piazza storica fu la culla dei primi insediamenti stabili di Quebec City. Oggi questo slargo nel tessuto

urbano si contraddistingue invece per la presenza dell’Eglise Notre Dame des Victoires, la chiesa in pietra più antica del Nord

America (1688) contraddistinta al suo interno da un modello ligneo della barca Brézé con la quale i francesi salparono per

combattere gli indiani nativi del posto nel XVII secolo , e per l’interessante Centre d’Interpretation de Place Royale che ripercorre la

storia del primo insediamento coloniale e presenza alcuni interni di rilievo come le tipiche cantine a volta interrate del tempo. Se siete

amanti della cultura nativa e indiana non perdete infine assolutamente l’occasione di visitare il vicino Musée de la Civilization che

approfondisce usi, costumi e culture delle 11 tribù indiane autoctone dell’antico Quebec. La vostra giornata potrà infine terminare tra

le rimodernate banchine del Vieux Port oggi animate da una nuova serie di moderne attività commerciali che sorgono fianco a fianco

con l’antico Marché du Vieux Port, un mercato alimentare in cui troverete qualsiasi produzione culinaria tipica del Quebec come

pescati, formaggi, foie gras e sidro di qualità.

La sfarzosa Chapelle interna del Musée de l’Amerique Française, considerato dagli storici del settore il più antico sito museale stabile

di tutto il Nord America. Quindi un paio di scorci pittoreschi della Basse Ville di Quebec City, dal fascino vagamente europeo:

dapprima l’animata Rue Petit Champlain sempre animata e ricca di ristorazioni e poi la storica Place Royale, vera culla cittadina.

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8° giorno: BAIE DE ST PAUL , LA MALBAIE, TADOUSSAC

Con l’ottava giorno di viaggio inizierete a muovervi non più nelle grandi città del Canada settentrionale poste lungo il corso del fiume San

Lorenzo ma approccerete le pittoresche comunità rurali del Quebec, nella fattispecie concentrandovi sulla zona nota come Charlevoix,

collocata sula riva occidentale dell’immenso estuario del San Lorenzo che si allarga a dismisura dopo aver attraversato Quebec City. Il

Charlevoix è un bellissimo territorio collinare verdeggiante inframmezzato da pareti di roccia e da vallate scavate dalle scorse glaciazioni,

ed è da sempre amato dall’aristocrazia canadese che lo ha scelto a più riprese come luogo prediletto per la costruzione di seconde case a

scopo di villeggiatura. I paesi che lo compongono sono decisamente gradevoli, questo sia grazie agli oculati piani regolatori urbani che

hanno imposto standard qualitativi delle costruzioni di alto livello e consoni alla tradizione, sia per il fatto che i borghi del Charlevoix sono

spesso un ricettacolo di artisti in erba dalla feconda verve e mentalità. Una caratteristiche apprezzerete forse più di ogni altra della regione è

però quella culinaria. Lo Charlevoix ha fama di essere una delle migliori culle della cucina canadese, come si evincerà provando

l’Eboulmontaise, una sublime preparazione degli agnelli della zona. Guidando in direzione nord lungo la Rte138 che copia la costa

occidentale dell’estuario del San Lorenzo la prima località degna di nota che vi consigliamo di raggiungere è Baie Saint Paul (95km, 75

minuti), una amena località densa di edifici storici che negli ultimi anni sono stati riadattati a location per ottimi ristoranti o come atelier per

artisti locali. Qui non troverete monumenti di spicco ma la bellezza del luogo sta proprio nell’indugiare tra i suoi vicoli e sul lungofiume

facendosi coinvolgere dall’atmosfera spensierata e serena. Poco fuori l’abitato in compenso non perdetevi una vista sul gigantesco cratere

del Mont des Eboulments, un residuato geologico dell’impatto di un ciclopico meteorite di 15 miliardi di tonnellate che colpì la Terra in

questo luogo circa 350 milioni di anni fa (poco prima dell’apparizione in massa dei dinosauri).

Proseguendo lungo la Rte362 seguitando la deviazione per Mont des Eboulments in breve raggiungerete quindi la sfarzosa località di La

Malbaie (45km, 45 minuti), un centro composto da cinque piccole frazioni che già dall’800 si affermò come meta rinomata tra le élite

canadesi e statunitensi per le vacanze (l’ex presidente Usa Taft vi fece persino costruire un’abitazione personale). A La Malbaie vi

consigliamo di non perdervi un paio di attrazioni: innanzitutto non esitate a entrare nel lussuosissimo Manoir Richelieu, uno storico albergo

dalla fisionomia più simile a un castello che a un approdo per viandanti che venne costruito nel 1928 con il caratteristico tetto in rame che lo

identifica ancora oggi. Se non avete problemi di denaro vale davvero la pena persino di sceglierlo come location per un pranzo impeccabile e

fermarsi per qualche ora a giocare nel suo Casinò de Charlevoix, la casa da gioco più in auge di tutta la regione. Se invece dell’etichetta e

dello sfoggio di opulenza prediligerete invece attrattive più rudi l’alternativa è la visita alla Maison de Bootlegger, un ex fattoria ottocentesca

che venne riadattata a negozio segreto di alcolici durante l’epoca del proibizionismo. Anche qui esiste un folkloristico ristorante dove

mangiare venendo serviti in un contesto goliardico che richiama lo spirito di quell’epoca passata.

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Nel pomeriggio quindi dirigetevi presso la località di Tadoussac (75km, 90 minuti), scenograficamente posta alla confluenza del maestoso

fiordo di Saguenay nell’estuario del San Lorenzo. Il borgo è già di per sé pittoresco e spesso affollato ma la sua attrattiva principale non è

tanto in paese quanto nelle profonde acque del grande fiume canadese antistanti. Tadoussac è infatti la località principe per il whale

watching del Canada settentrionale. Da maggio a novembre, specie nelle giornate di calma di vento, prendendo parte ad apposite escursioni

in barca che vengono organizzati da moltissimi tour operator locali avrete infatti elevatissime probabilità di incontri ravvicinati con le

gigantesche balenottere azzurre (da agosto in avanti), beluga e balenottere minori, tutte attratte dall’eccezionale concentrazione di krill che

si registra qui grazie alla confluenza delle acque calde e dolci del fiordo di Saguenay (il più meridionale dell’emisfero boreale) con quelle

fredde e salate del San Lorenzo. Vi suggeriamo, se opterete come vi consigliamo di pernottare in paese, di prendere parte alle ultime uscite

giornaliere delle imbarcazioni, sfruttando la minore ressa di barche al largo e il fatto che i cetacei amano l’imbrunire per venire a fare

incetta del loro cibo preferito.

Uno scenario classico della bucolica regione dello Charlevoix composta da distese di campi coltivati, foreste e villaggi pittoreschi che si

specchiano nell’enorme estuario del fiume San Lorenzo. In seguito poi un dettaglio sul pomposo Manoir Richelieu di La Malbaie, uno storico

albergo che tradisce la tradizione turistica di alto livello della zona e un’istantanea delle uscite a caccia di balene presso Tadoussac.

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9° giorno: CHUTE MONTMORENCY, SAINTE ANNE DE BEAUPRE’

La nona giornata dell’itinerario proposto rappresenta il primo lungo trasferimento del viaggio. Si passa infatti dalla regione dello Charlevoix

e dall’estuario del San Lorenzo fino al Parco Nazionale del Mont Tremblant, collocato sulle boscose alture collinari e montane che

circondano a settentrione la metropoli di Montreal. Lo sviluppo chilometrico della tappa è ingente (585km) che vi terranno impegnati al

volante per circa 7 ore effettive durante la giornata ma per vostra fortuna, circa a metà strada, vi imbatterete in un paio di località di

interesse in cui spezzare la monotonia del viaggio (sebbene guidare lungo la Rte138 e il Charlevoix sia sempre un’esperienza amabile). Il

primo luogo di interesse che toccherete sarà Sainte Anne de Beaupré (180km, 3 ore da Tadoussac) una delle rare cittadine meta di

pellegrinaggio del Canada. La sua fama deriva infatti dalla Basilica locale degli anni ’20 caratterizzata da rivestimenti in piastrelle colorate,

vetrate istoriate e luminosi mosaici interni che ripercorrono i passi principali della vita di Sant’Anna. Anche se non siete ferventi cristiani

vale la pena di fermarsi un poco per guardare con un poco di stupore e sbigottimento alle folle che da luglio raggiungono il posto per

pregare la santa o farsi consacrare ex voto o oggetti di varia natura.

Di tutt’altro genere è invece l’attrattiva della Chute Montmorency (25km, 25 minuti), una imperiosa cascata dall’altezza vertiginosa (sono di

30m più alte di quelle del Niagara) che danno sfoggio di sé a breve distanza dalla Rte138. Vi consigliamo di fermarvi qui per il pranzo,

magari dopo aver risalito il salto di roccia che le compone in modo da godersi lo spettacolo del roboante incedere delle sue acque anche dal

panoramico ponte pedonale sommitale (per i meno sportivi esiste anche una comoda funivia che risale l’altura). Dopo le doverose foto di rito

nel primo pomeriggio riprendete quindi nuovamente l’auto e sempre guidando in direzione sud-est colmate infine la distanza che vi separa

dalla Ville de Mont Tremblant (380km, 4 ore di guida) che fungerà da vostra nuova base per il proseguo del viaggio.

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Una vista sulla piazza antistante la facciata della Basilica di Sainte Anne de Beaupré, uno dei siti di pellegrinaggio cristiani di maggior

rilievo di tutto il Canada. In seconda immagine invece una spettacolare fotografia delle imponenti cascate della Chute Montmorency.

10° - 11° giorno: MONT TREMBLANT NATIONAL PARK

Il parco nazionale del Mont Tremblant risulta essere uno dei luoghi più magici dove approcciarsi all’incontaminata natura del Quebec,

un’area protetta ormai da più di un secolo (fu la prima area protetta ad essere istituzionalizzata nel lontano 1895) che conserva al suo

interno la tipica flora delle foreste canadesi composte per lo più da aceri, sempreverdi ma anche dalla rara quercia rossa americana. Nei

suoi 1510kmq poi vivono allo stato selvaggio nutrite popolazioni di volpi, cervi, alci e lupi e un’infinità di uccelli e piccoli mammiferi con cui

non tarderete ad imbattervi percorrendo i numerosissimi sentieri che si snodano verso le aree più remote del parco. Il punto di accesso

privilegiato dalla Ville de Mont Tremblant è costituito dal pittoresco Lac Monroe, raggiungibile in auto (40km, 45 minuti) dove troverete

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diversi centri informativi, chioschi in cui noleggiare il necessario per le escursioni e anche diverse guide pronte a condurvi tra gli anfratti più

spettacolari dell’area protetta (il nostro consiglio è comunque quello di muovervi liberamente tra queste colline ammantate da foreste e

punteggiate da splendidi laghi cristallini dalle sponde sabbiose perfette per il relax). Dal Lac Monroe si diramano una serie di percorsi adatti

a tutti che si inoltrano più o meno nel parco. Per i più allenati un percorso da non mancare è sicuramente quello che conduce dal parcheggio

di Chutes Croches (poco oltre il Lac Monroe) in direzione del Rèfuge du Lac Ernie (6km, 1 ora e mezza) e poi da qui fino al più vasto bacino

del Lac des Sables (altri 11km, 3 ore e mezza) dove potrete fermarvi a consumare un lauto pranzo all’aria aperta lungo le sponde del lago

con una buona possibilità di avvistamenti di animali selvatici. Nel pomeriggio poi potrete fare rientro verso Chutes Croches passando per il

Lac Escalier (8km, 2 ore) e da qui al parcheggio dove avevate lasciato la macchina (10km, 3 ore e mezza).

Per chi invece non volesse impegnarsi così a lungo in un estenuante marcia tra la natura esistono percorsi altrettanto validi come il tour del

Lac Poisson (14km, 5 ore nel complesso) che si avvale anche della possibilità di appoggio presso un paio di rifugi nella foresta, il giro ad

anello che conduce al Lac à l’Ours insinuandosi oltre la riva occidentale del Lac Monroe (13km 4 ore e mezza) o la più tecnica Via Ferrata

che risale la facile parete rocciosa de La Vache Noire dalla cui sommità si godono magnifiche viste sulla distesa arborea infinita del Parco

del Mont Tremblant. Per quest’ultima opzione vi raccomandiamo di noleggiare l’attrezzatura apposita in loco e di farvi accompagnare da

una guida se non avete alcuna esperienza di arrampicata. Il suggerimento che vi diamo è quello di dedicare almeno due giorni al trekking (o

anche al kayak o alle uscite in mountain bike) al parco così da immergervi appieno nella sua atmosfera incantata, fermo restando la

possibilità di soggiornare sempre a la Ville de Mont Tremblant per la notte. La località in sé è un po’ epicentro dell’offerta turistica della

zona e risulta animata durante tutto l’arco dell’anno con migliaia di amanti delle attività outdoor che affollano i suoi alberghi. L’apice della

stagione, oltre che nella stagione invernale quando si attivano gli impianti di risalita della località per praticare lo sci alpino è registrabile in

agosto quando qui si organizza una delle competizioni sportive più estreme del mondo, ossia l’Ironman North America Championship che

consiste in una nuotata di 3,8km nel lago cittadino, una uscita in mountain bike di 180km e una maratona di corsa da svolgersi le une dopo le

altre. Solo assistere a queste dimostrazioni di incredibile resistenza risulterà psicologicamente estenuante quasi quanto correre davvero

questa impressionante gara. Ricordatevi poi nel tardo pomeriggio della seconda giornata di portarvi già da Ville de Mont Tremblant alla

volta della capitale Ottawa per la nottata (155km, 2 ore).

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Una vista della località di Ville de Mont Tremblant in chiave invernale con le pendici delle sue colline adiacenti adibite a piste da sci alpino

perfettamente curate. Quindi una vista dell’idilliaco Lac Monroe in veste autunnale e una scorcio delle bucoliche viste che si godono dai

sentieri attrezzati che si snodano nel profondo del Parco Nazionale del Mont Tremblant.

12° - 13° giorno: OTTAWA

La capitale canadese appare come un bouquet perfettamente curato situato laddove iniziano le immense distese del Canada continentale. La

sua storia affonda le radici tra la millenaria storia degli indiani algonquini e i più recenti avvenimenti coloniali. Fu la regina Vittoria a

sceglierla come capitale nazionale in virtù di una sorta di compromesso tra le aspirazioni di Toronto e Montreal sulla nazione, ma

inizialmente la sua scelta destò non poco stupore nei locali che videro collocare la loro capitale in una remota località di provincia lontana

dalle principali rotte commerciali. Solo decenni dopo infatti l’assetto urbano di Ottawa fu completamente rinnovato e reso degno di tale

prestigio dall’urbanista francese Jacques Greber che disegnò per la città splendidi parchi, ampi lungofiumi e diversi quartieri idonei ad

ospitare i palazzi governativi. Oggi Ottawa è la realizzazione ideale di una comunità perfettamente bilingue (inglese e francese), giovanile e

gioviale, con musei di rilevanza internazionale, bei panorami sui rilievi collinari di Gatineau e un’offerta culinaria di prim’ordine. Col

passare degli anni infine Ottawa ha imparato a convivere in maniera egregia anche con i lunghi e gelidi inverni canadesi continentali

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riadattando l’enorme superficie gelata del Rideau Canal (8km di lunghezza) nella più grande pista di pattinaggio urbana del mondo (spesso

utilizzata dai locali anche per recarsi a lavoro) sulla quale peraltro in febbraio si tiene un animato festival: il Winterlude. Se siete amanti dei

festival non lasciatevi poi sfuggire il Canadian Tulip Festival in maggio durante i quali i parchi cittadini esplodono di variegate tinte durante

la schiusa dei tulipani e l’Ottawa Bluesfest, in giugno, che rappresenta il secondo evento in termini di rilevanza mondiale della musica blues

dopo il corrispettivo di Chicago.

Il nostro consiglio per una visita oculata di Ottawa è quello di iniziare il vostro tour cittadino dalla Downtown, lo storico quartiere

centrale della capitale canadese situato alla confluenza del Rideau Canal nel grande fiume Ottawa. Confederation Square è la piazza

principale della città e il suo vero baricentro: da qui si diramano infatti vicini gli uni agli altri i principali monumenti cittadini.

Camminando per un centinaio di metri verso nord-ovest incrocerete subito lo sguardo con il Parliament Hill, un sontuoso edificio in

arenaria impreziosito da arcate, doccioni gotici e torrette ramate del 1865 che ospita il parlamento canadese, cuore della vita politica

nazionale. L’aula delle discussioni pubbliche è visitabile (preferibilmente prendendo parte a una visita guidata,prenotate per tempo)

ma altrettanto interessante è assistere alla cerimonia del cambio della guardia che si tiene alle 10 del mattino ogni giorno d’estate

sotto l’incombente sagoma della Peace Tower, l’edificio più alto di tutta Ottawa. Conclusa queste prima visita vi consigliamo di

iniziare una bella passeggiata tra le aree verde di Majors Hills Park fino a raggiungere la confluenza tra il Rideau Canal e il fiume

Ottawa, un’area caratterizzata dalla presenza di una serie di chiuse del 1812 note come Ottawa Locks che stupiscono ancora oggi i

visitatori per l’ardita impresa di ingegneria idraulica in cui si cimentarono i nostri antenati.

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Un’affollatissima Confederation Square è l’epicentro della vita quotidiana della Ottawa moderna. Quindi la splendida fisionomia

regale del Parliament Hill, la sede del parlamento canadese, splendidamente collocata lungo il corso del fiume Ottawa in cui si

specchia la sua alta Peace Tower. Infine il sistema di chiuse note come Ottawa Locks che fungono da conclusione al Rideau Canal.

Il Rideau Canal è sempre stata una via di comunicazione fluviale di primaria importanza per i commerci cittadini se si pensa che nei

suoi ondulati 200km di lunghezza collega la capitale canadese con Kingston, il fiume San Lorenzo e il Lago Ontario. Quest’opera

venne ideata originariamente come via militare privilegiata per l’approvvigionamento della città allora posta al limitare dei confini

statali ma in realtà non fu mai utilizzata a tale scopo. Sbucando sul lato opposto del Majors Hill Park vi imbatterete quindi nella vista

della scintillante Notre Dame Cathedral-Basilica, il luogo di culto più antico della città (è del 1841) facilmente distinguibile per il suo

singolare tetto metallico, e della turrita Royal Canadian Mint, la storica zecca di stato (oggi non più in uso) che fu ad inizi ‘900 una

delle più importanti raffinerie auree della nazione. Anche se queste due costruzioni hanno un loro charme però non reggono di certo il

confronto con l’adiacente National Gallery of Canada, un museo dedicato alle maggiori opere pittoriche di artisti canadesi e inuit che

vi consigliamo caldamente di visitare ospitato in uno splendido edificio di granito rosa e guglie in vetro.

Lo scenario ameno del Rideau Canal in chiave invernale quando si trasforma nella più vasta pista di pattinaggio urbana pubblica del

mondo. Quindi l’interno solenne dell’ottocentesca Notre Dame Cathedral-Basilica ed infine il moderno edificio che ospita la National

Gallery of Canada anticipato dall’iconica scultura moderna rappresentante un gigantesco aracnide, uno degli emblemi di Ottawa.

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Fattasi quindi l’ora di pranzo vi farà piacere il sapere di trovarvi esattamente nel clou dell’offerta gastronomica della capitale

canadese. Il quartiere di ByWard Market che si estende giusto a est della National Gallery è infatti una sorta di crogiolo di oltre 150

ristorazioni, molte delle quali di livello, che saranno liete di soddisfare i vostri palati. Inoltre tenete a mente la zona perché il ByWard

Market è anche uno dei posti con la vita notturna più frizzante di tutta Ottawa, unitamente ad Elgin Street (che si allunga dinnanzi al

Parliament Hill). Concluso il pasto potrete quindi dilettarvi nella seconda grande attrattiva del quartiere di ByWard, ossia lo

shopping. L’area è infatti l’epicentro del commercio al dettaglio locali con negozi ospitati in antichi edifici di mattoni rossi e

bancarelle che occupano buona parte delle strade della zona. Qui troverete sia articoli regalo che pezzi di alta moda, ma anche

prodotti ortofrutticoli, caseari, latticini e pesce. Concedetevi almeno un paio d’ore per respirare appieno l’atmosfera del posto. Nella

seconda parte del pomeriggio infine vi esortiamo a prendere uno degli efficientissimi mezzi pubblici e di portarvi dal ByWard fino al

termine occidentale di Wellington Street dove sorgono due elementi architettonici di grande interesse nel panorama di Ottawa: la

Supreme Court dalla singolare composizione austera in cemento alla base e da un raffinato tetto in rame a spiovente soprastante e il

Canadian War Museum, una mostra toccante che vi erudirà sulla storia militare canadese e su tutte le principali operazioni belliche

svolte dalle truppe locali nei principali scenari di guerra del XX e XXI secolo. Per la serata infine vi consigliamo di rientrare a

ByWard per divertirvi tra i suoi vibranti locali.

Una delle effervescenti strade del ByWard Market, il quartiere dei ristoranti e del divertimento per antonomasia di Ottawa. Quindi

l’edificio solenne e austero della Supreme Court e il più moderno “involucro” del Canadian War Museum.

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La seconda giornata di stanza ad Ottawa si incentra invece sui luoghi di interesse collocati nell’immediato circondario della

Downtown. Per prima cosa in mattinata vi consigliamo di attraversare il corso del fiume Ottawa così da raggiungere sulla sua sponda

settentrionale il Canadian Museum od Civilization, un autentica macchina del tempo che vi permetterà di approfondire le vostre

conoscenze sia sugli usi e abitudini dei nativi canadesi, sia sull’epoca coloniale degli ultimi secoli, sia sulle sfaccettature del moderno

Canada del XXI secolo. Calcolate almeno un paio d’ore per la sua visita. Conclusa la stessa camminate gustandovi le belle viste sul

Parliament Hill nei parchi lungofiume del quartiere di Hull e quindi con i mezzi pubblici portatevi sulla sponda opposta del fiume

nell’esclusivo quartiere di Rockcliffe Village, un enclave urbana di ville strabilianti e ambasciate nazionali che fanno da contorno alla

Rideau Hall, la residenza del primo ministro canadese, che peraltro è visitabile in alcune sezioni con tour guidati. Se vi avanzasse

ancora tempo sufficiente un’idea interessante è poi quella di portarsi già verso il termine della mattinata in direzione dei quartieri

meridionali rispetto a Downotwn, caratterizzati in Prestono Street da una sorta di Little Italy con ristoranti nostrani di buona qualità,

in Bronson Avenue da un ricettacolo di ristoranti cinesi e presso Booth Strett da una miriade di tavole calde vietnamite. L’elemento

saliente dell’area è comunque il Canadian Museum of Nature che presenta alcune collezioni di fossili, scheletri di dinosauri, animali

imbalsamati e riproduzioni di enormi cetacei che desteranno stupore e ammirazione in grandi e piccini. Per la serata infine il

consiglio è sempre quello di gravitare attorno alle animate strade del quartiere di ByWard.

La facciata in granito della Rideau Hall, la residenza del primo ministro canadese inserita nell’aristocratico contesto del quartiere del

Rockcliffe Village. Quindi una splendida vista panoramica sul raffinato skyline della Downtown di Ottawa.

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14° - 15° - 16° giorno: ALGONQUIN NATIONAL PARK

L’Algonquin National Park costituisce la gemma dei parchi naturali dell’Ontario e uno dei luoghi privilegiati in cui gustarsi la natura

incontaminata e lo spettacolo straordinario del foliage canadese autunnale. Istituito nel lontano 1893 e disteso su oltre 7800kmq è un

compendio degli habitat del Canada meridionale con fitte pinete disposte su pendii collinari, corsi d’acqua che scrosciano in rapide

collegando migliaia di bacini lacustri di genesi post glaciale e torbiere dove pullula la vita silvestre comprendente esemplari di cervi, castori,

lontre, visoni, alci, lupi (rinomate sono le uscite notturne per udirne i caratteristici ululati) e decine di specie di avifauna boschiva. Come

precedentemente accennato poi in autunno tutto il parco si ammanta di incredibili tonalità multicolori sgargianti dovuta alla progressiva

perdita delle foglie dei suoi alberi caduchi, principalmente aceri, simbolo della nazione canadese e alla muta cromatica dei numerosissimi

abeti presenti. In quei giorni l’affollamento lungo la Highway 60 che costituisce la direttrice principale per penetrare nel parco è davvero

ingente ma vi basterà percorrere qualche centinaio di metri lungo i numerosi sentieri presenti per sentirvi pervasi dalla sua atmosfera da

luogo incontaminato e remoto.

L’Algonquin National Park si raggiunge con un trasferimento di mezza giornata da Ottawa (250km, 3 ore di guida) inoltrandovi nel parco

dalla East Gate della Highway 60. Qui incrocerete subito l’Algonquin Logging Museum, una piccola aerea espositiva che approfondisce la

storia del parco e l’impatto che l’industria del legname ebbe in passato su questi territori canadesi. Un’esperienza che vi consigliamo

caldamente di compiere già in prima giornata è un’uscita in kayak lungo le placide acque dei principali laghi del parco, come il Lake

Opeongo (consigliato) o il più centrale e battuto Lake of the Two Rivers. Questa modalità di esplorazione del parco vi permetterà di

approcciarvi allo stesso da un punto di vista differente e insolito e nondimeno sarete cullati e sorpresi dal vedere quanta biodiversità

lacustre ospitino questi bacini. Se non vi alletta l’idea potrete sempre in prima giornata percorrere l’affollato ma bellissimo Lookout Trail, un

sentiero di un solo chilometro che riassume però in sé un po’ il meglio di tutto l’Algonquin Park. Per le nottate in zona vi suggeriamo

caldamente di usufruire dei campeggi attrezzati presenti all’interno dei confini del parco (prenotate per tempo) che vi permetteranno

un’immersione completa nella natura selvaggia del Canada continentale.

In seconda giornata potrete valutare se dilettarvi nuovamente con il kayak (anche il Canisbay Lake è una meta molto interessante) o se

seguitare le vostre esperienze inoltrandovi nel parco lungo i principali sentieri del parco. In questo secondo caso le opzioni migliori sono

costituite da sentiero Mizzy Lake (11km, 4 ore di percorrenza) lungo il quale storicamente sono state avvistate tutte le principali specie

faunistiche del parco o il Centennial Ridges (10km, 3 ore e mezza ma più impegnativo) che si apre su alcuni degli scenari più mirabolanti

dell’Algonquin. Il nostro suggerimento è di fermarvi per almeno tre giorni complessivi nel parco (non dimenticando peraltro di visitare il bel

Algonquin Art Centre) e solo nel pomeriggio del terzo giorno di muovervi alla volta di Montreal (455km, 5 ore e mezza) per approcciarvi

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all’aeroporto internazionale cittadino per fare quindi rientro in Italia. Una valida alternativa per godersi la terza giornata in tranquillità è

sempre però quella di pernottare in terza giornata nuovamente ad Ottawa (270km, 3 ore) e poi l’indomani completare il trasferimento verso

Montreal.

Uno scorcio degli incredibili paesaggi autunnali dell’Algonquin National Park dove il foliage si esprime in tutta la sua magnificenza. Quindi

un’istantanea che ritrae il re della foresta locale: il lupo e uno scorcio dei tipici paesaggi locali lungo il sentiero Centennial Ridges.

17° - 18° giorno: trasferimento da Montreal fino in Italia

Il viaggio di ritorno da Montreal alla volta dell’Italia settentrionale (Milano) non è di per sé lunghissimo come percorrenza (se sceglierete

l’opzione con un solo scalo intermedio la durata media della tratta, scali compresi, è di sole 10-18 ore) ma complice un fuso orario in

avanzamento dovrete giocoforza prevedere di investire due giorni per toccare nuovamente il suolo italiano. Ad oggi i principali aeroporti in

cui fare un unico scalo per portarsi dal Canada all’Italia sono quelli di Casablanca, Parigi, New York, Londra, Istanbul, Reykjavik, Tunisi o

Amsterdam, mentre se vorrete optare per un paio di scali intermedi (per risparmiare un poco) in genere la prima tappa del vostro viaggio

saranno gli aeroporti di Toronto o più facilmente Reykjavik. Se invece avrete come meta di riferimento gli aeroporti di Roma sappiate che

esistono anche voli diretti a buon mercato della durata di sole 8 ore (in genere gestite dalla compagnia aerea Transat). Nulla vi vieta di

adoperare questa opzione anche per il rientro diretto in Italia e poi da Roma volare alla volta di Milano.