Giuseppe Flavio - Delle Antichita Giudaiche Vol.1

360
DELLE ANTICHIT A GIUDAICHE DI GIUSEPPE FLAVIO TRADOTTE DAL GRECO E ILLUSTI\iTB CON ROTB DAL L' ABATE FRANCESCO· ANG"IOLINI J>IA.CE.NTINO TOMO PRIMO MILANO DALLA TIPOGRAFIA DI GIO. BATriSTA l 8 2 I.· : .

description

Versione storica ripulita, formattata e con OCR delle Antichità Giudaiche

Transcript of Giuseppe Flavio - Delle Antichita Giudaiche Vol.1

DELLE

ANTICHIT A GIUDAICHEDI

GIUSEPPE FLAVIOTRADOTTE DAL GRECO E ILLUSTI\iTB CON ROTB

DAL L' ABATE

FRANCESCO ANG"IOLINIJ>IA.CE.NTINO

TOMO PRIMO

MILANODALLA TIPOGRAFIA DI GIO. BATriSTAl~ONZOGNO

82

I.

: .

lA

presente "tradttzione ~ protetta dall6 vigenti leggi,

esaendoai adempito a quanto ""e prescrivono.

AVVISODELL' EDITORE.

G1usun FuVIo, che grecamente mue le storie della sua nazione' ora fa parte di questa Collana ; e l opera SlJ,Il, non p cluJ riu.. ~eire gratissima ad ogni genere di persone qualora si pensi e/w la Religione ho, fatto quasi nostre proprie e familiari k_ antiche ~ morie del Pppolo Ehreo -Fra t.

'Vr

varie 'IJersioni di questo istorico ho trascelto quella del/: Angiolini come la pi lodata per l eleganza e la fedelt. Due sono /: edizioni che di. e~sa abbiamo, l una pubblicata in J7erona pei torchj degli Eredi di Marco Moroni /:anno 1 779 in 4 vol. in 4.' e /: altra impressa in Ronza nel 1 792 da:l nesiderj pur in 4-l) Io. ho stimato segulr la prinza, ma /:ho corredata tl alcune carte., ed altri ornanrenti che non saranno inutili alla migliore intelligenza del testo. Non ho fatto precedere -nessuna vita di :Gru:sEPPE, poich aveTuiola' scritta gli 'StesSeiue negli anni anzidetti; cUi senz'indugio all''avo d. circoncidono: e da lui dopo altrettanti giorni serbano la costum~a i Giudei di fare la ci:onch' l'anno terzodecimo : poiaione ;. dove gli Arabi volto ch .il fondat nato ad A ~ralllQ di concubina fu circonciso in tal tempo. 01'4 ~ l!).i con tutta l' accuratezza spolT , quanto gli si appartiene. .III. Sara in lsmaello nato di Agar . sua fantesca po.$e dapprima amore , volendogli bene del pa1i , ~he a un proprio figlio ; poich veniva allevato a fUCCedere a' beni paterni. Ma dato alla luce lsacco, pens non doversi con. questo edacare lsmaello pi avanzato negli anni, e capace di maltrattarlo; quandQ venisse a morire il lor padre. Ad Abramo dun(j:Ue di per consiglio' eh~ irsiem colla madre a mandasse Jld abitare altre terre. Ei veramente alla prima non Ji sapeva adattare a i caldi 'voleri di Sara,. crudelis.. sima azione parendogli a DUUldar fuori di casa un fanciullo ancor tenero. , e una madre bisognosa del pecessario alla vita. Finalmente ( giacch ancor Dio approvava i consigli di Sara ) piegatosi consegn JsmaeUo alla madre , incapace cb' egli era d' andar da se; e con .seeo una fiasca d'acqua e delpane le intim , che n' andasse , o.ve la n~sai.t aco~ereb;r bela. Or siccome in progresso del via~o comiaciq il necessario a mancare 1 co11 venne. in gr~mde ma.. liaconia: ma. falltlndole r acqua del tutto, deposto so t~ un abete a .figliuolo '. che agonizzava ' ella UrQ pi ~zi, pt;rcL sqli occhi. non le 'Piraaae. ~

LIJI'. I.

CP. Xli Il tJJl, .:

49

~e.to ye.nu.tole incontro un angelo di Dio l~ addit& ad un tempo UDa fonte viciri.a , e ordinolle , che p1ovvedesse pure all' educz:io:ne del fanciullo ; che grandi beni l~ provenebbono dall' eaaer salvo Ismaello. A cotali predieimenti f cuore , e accordatasi co~ pastori , merQ la l~r cura , sp~gesi alle miserie. IV. Al fanciu& cresciuto ugli umi d ella pe~ moglie u:Qa giovane donna di schiatta egizia, doud~ traeva pur essa l' o.rigine : della qule nascono acl lsmaello dodici 6Hliuoli in tutta ; e aono Nabajot ~ Cedar ~ A~flel {9o), Mabeam 1 e Duma (9r), e Masma, Mll$sa 1 Adar,. e Tema, e Jetur, e Natia, e Cedtna , (92). Ahitan CJUesti _twtto quel tratto, che dall'Eufrate si stebd al mar Roso, fatto a ~H terra il nome di Nahatena; e san ~eiti appunto , che danno lor nome alle genti desii Arabi e alle Jro trihn s pel valore lor prOprio ' .s p el meri~ ~ingoiare di Ahtaao.

a

CA:PJ'roLo

xm.

D' lsiiCCO lef5ittimo figli6 d' Abramo.I. .tU>ram:o aveva tutto il auo ~ilore- in Isacc~, sic ome ttigebito, e lidi' estrema et sua datogli ia dl>no da Dio. Provoca~i vieppi la benivoglieaza e_-_ dell'un e 1'-al:tro paree _l' i.tesao f~ialld. col seguir ch'cri faceva le rirt~ tutte , col rispettare i sooi genitori, e col fare ~n caao del di-viu culto. Abrmao perci .ripol,l~a ogni auo bene m lascir

r-aJilo:re

FIJ.YIO , tomo I.

5o

!lzt.LB AKTICIRT.A.' Ct'D]).A.JCBZ

morendo' libero d'ogni male il figliuolo; e questo -appunto concedendoglielo Iddio l' ottenne : poich vo lendo Iddio far prova del quanto lo amasse, com.parsogli, e schieratogli innanzi quanto gli aveva dato, e come lo aveva messo al di sopra de'suoi .nimici , e dalla sua benivoglienza aveva ora Isacco 1 l' unica su felicit , lo richiede, che gliel' oflia in vittima e in sacrifizio ; e gl' impone, che condottalo sul monte Moria , quivi innalzato un altare facciagliene un'olocausto; cos darebbe a vedere, qual fosse il suo buon animo verso di lui , se anteponesse al piacere di .Dio la salvezza del figlio. n. Abramo adunque per .nessun patt tredendosi lecito di trascurare i divini voleri, anzi suo dover giudicando di Sottomettersi in tutto ad uno , dalla cui provvidenza dipende il vivere di qu'tutti, a cui egli vuol bene, non fatto alcun cenno n del divino comandamento , n del disegno per lui formato del sacrificio del figlio non che alla moglie , neppure a verun de' suoi servi (che certamente l'avrebbero fra. stornato dal servir Dio ) , preso lsacco insiem con due servi , e caricato il giumento di quauto al sa grifzio si richiedeva, pigli la via del monte; e seco omai fatto avevano i due servi il viaggio di dtie gior )l~te.: in sulla terza come gli veRDe veduto il monte, lasciati al piano i compagni , col solo figliuolo poggi in sull' erta; ove Davide poscia (g3) stabil .i fon damenti del tempio : e recan con seco .ogn' altra cosa bisognevole al sacrificio , salvo -la vittima; il per'Ch Isaco gi d' atmi venticinque nell' allestir . he

5l faceva l' ara, ricb~sto il padre; che intendeva gli mai. d sagrificare, mentre non ci ava vittima, n'~b be in :risposta, che Iddio provvderebbe]a loro, potendo ben egl di ci , che non , traiTe abbon devole provvdlmento per l'uomo, e ci che pur v', torio a chi troppo in quello si fida ; s~amnistrer duncjne a lui pure la vittima, quando abbia a grado il stw sagrifizio. : m. Come fu preparato l' altare, e sovrapp()ste Vi furon le legne , e tutto era in ordine , cos parla ad lsacco. " Figlio , dopo averti merd d' infinite pre, ghiere ottenuto da Dio , appena vedesti ]a luce , , che 'non v' ebbe cosa alla buona educazione tua n confacentesi, ch'io non la cercassi con ogni stu., dio , n io per me non sapeva immaginare 'pi ., grande felicit ; che il vederti gi fatto uomo ; e ., il !asciarti morendo erede e padrone di mie sostan ,; ze; ma poich Dio fu, che mi volle tuo patlre, , ed ora pur piace a Dio , che a lui ti . consacri , ., deh sii forte, e souUnettiti nobilmente a tal s~gri . , fizio : poich: io ti lascio. omai nelle mani di Dio , , a cui parve bene d'essere da noi in questa 'g.llisa , onorato per quella benignit ; onde ognora mi , porse difesa e ajuto. D~que giacch nato 'appena , tu de'morire non d'una morte comune a tutti, ma , d'un'offerta, che il proprio tUo padre sagrificandoti ., di te f a Dio Padre universal d' ogni cosa. , io , cred degno di te il pensiero, ch' ei sulla tua " persona ha formato , che non per morbo o -per ., cuerra o per allrettale sciagura solita. a intervenireLUI, J, CAP. XJIJ.

$2

DELLE !NTIGIIIT A.' Gltm.UC:RE

,, ad altrui. tu_ lasci li -.i vere, ma in. mezzo alle prev ci e ai sacri. riti tu il faccia siouro, ch'egli. accoiT v il tuo spirito, e vQITallo assiso vicino a se. Tu- dun v que- a'\lfai cura e :peasiero della cadente .et mia,. al , qual fiue singolarmente io t'ho insino a quest' ora , allevato , austituendo tu in tua vece Iddio. , IV. !sacco, s.iecome 6gliuolo di tal padre , donde col nascere aveva di necessit tratti spiriti generosi; pigli ,per beq.e il parlare di lui ; e detto che ". non-'? s~ia stato degno ueppur di nascere , se doveva u poi riprovar.e ad un tempq i decr.eti di Dio e del " pl\dre , e non.. seguir prQiltalnente , ci che avvisa, VllJlO aiPhed,ue; quando gran colpa sarebbe stata v .il dis1Wbidire al padre anche solo , !le ci volesse ,. di -buon grado si acc.osta alr altare ed al sacrifzio : :iJ qual si sarebbe ,s~t9, se non vi _si fosse fra}M' p.osto Iddio ; che chi~g.do Abramo per nome , il ~taglie . dall' uccisione del figlio : non pa desiderio, d'umano. sangue a\ergli impostQ, diceva, il sacrifizio del figlio , n quello , di cui l' ave~ fatto padre, vo. l~rglielo tanto barbar&lllente rapire ; ma. per avereq.na prova dell'animo. suo , se presto egli fosse. a fare_ ancora siffatti coman.da,nenii. Or , eh ha . com prese le sue (Usposizioni e lil squisite~a .di. sua pie.. t , co.mp~cesi --egli ~sai di quanto gli ba conceduto ~ e non rim&Tassi per l'aTV~ di avere ogn.l cura di lui e. di dargli g~"aude pQs~i~. Vivr lllllgo t~po il figliuolo, e. dopo una vita felice lascer .-q_ssqri .di graudi averi tigli legittimi e costumati, Gli 11copre di pi le molt.e nazioJ e le grandi. ric.che~e , a ui

'8. J. CfAP. ][JIJ' XIV S rtr.

5)

dova cre.!Clere . la lor discendenza , e la fama pet"-' petua, di cui godrebbono que' fondatori, e l' illvi.. dia, che, accpiatata coll' armi la Cananite, ili se farebbono a tutti gli uomiai. Ci dett Iddio d' im.. provviso fe'loro comparire pel. saerifizio un montoe; ec1 essi fuor -d' o~ spel'IIDZa vttduwi iD .aalT81DtntG , ed in poaseaso d'una prome1sa eli tanto .bene, abbraeeiaronsi l' uno l' altro ; e aaeri6cato r.eDdettersi a Sara, e traS6ero felieemnte i lor giomi, sonea.enclOJo sJi Iddio in' tutto c:i, cJM ~o. '

c ...

p.J T,

d L~

XIV.

E in. quaato a &ir , mia ib.di a noo molto sen muore f)' ia et ceuto?eD.tiMU' alini. Seppdliaconla m ~ro ' caoedeadole coa. decreto pubblico i Ca. DaMi bio go per scppellirla ; Abramo per , oo~. 1ato un edmpO al preieo ili quattrocento aicli (!}4:) , t:be sbors a un certo ~n i:bronita , cp1;.i egli t&esao , e i sulli 'P"teri collocarouo i lor meaumeDti.

c

C .l P l 'l' b L b .,XV.

Come di Cetura ~~ Ja AhtwDJo . vtmne la ncione de' Trogloiliti.Abramo poscia prende Cetura in isposa , onde ha~i figliuoli sofferenti dell~ fatica , forniti d' acuto

ingegno; 'e -st>no Zamran , Jecsan, Madan ,. Madian, e Jesboc , Sue ; ~' quali pure nascono figli. Da Sue (95) in primo luogo. vengono Sabatane .e Dadan ; e da questo. ultimo Latusimo, Assurimo, e Laomimo: Di Madian furon Efa , Efer , Enoc , Abida , ed Elda. A tutti questi figliuoli e nipoti medita Abramo di provvedere -collo spedime colonie ; ed essi. impadronisconsi della Trogloditide (g6) , e di quanto d' Arabi~ Felice si stende infino al Mar Rosso; ed fama, che il detto Efer venuto con armi in Libi occupoIla; i cui nipoti piantata col lor sede , .dal nome di lui Africa appellarono quella terra. A' miei detti fa tesiiJnonianza anche Alessandro Poliistore , cos dicendo. ., CleodetnO'.il,profeta., che vien detto ancor Maleo, , quegli che scrive la storia giudaica , riferisce , n come an~e Mos loro legislatore not , che ben n molti figli ad Abramo nacquero di Cetura , : e ne hcita ancora i nomi annoverandone tre , Mera, Su .rim, e Jafran; e aggiugne, che fu da .Surim ntni~ nata l'Assiria; i due altri poi, Afera e Jafran aver dat il oome :alla citt d'Afra, ~.a} paese d' ~ca; poich aver essi congiunte con quelle d' Ercole le loro armi contro la Libia ed Anteo ; e sposa tosi Ercole con una figliuola d' Afra aver generato di lei a figlio Didoro , onde esser venuto Sofone , da cui Qbiamarsi Sofaci c:pe' Barbari.

z.u.

J,

eu.

DJ.

65

c .1 :. l'l' o L o

XVI.

I. Ad Isacco poi , cb' era preuo al quarantesimo anno , fenno Abramo di dare moglie .Rebecca nipote di Nacor suo 'fratdlo , manda per isposarla a nome. di lui il pi Tecehio fra' lel'Vi suoi , obbJigatlo a lealmente procedere con gran siuramenti ; cui fanno di questa guisa ; ponendoai cio le ma.D.i l' uno sotto il fianco dell'altro invocano poacia Iddio a testimonio dell'avvenire. Mand pure col de' presenti avuti in pregio , o perch rari 1 o perch non del tutto. co.. nosciuti in paese. Egli adunque speso alcun temp.o tra via , per lo viaggiar malagevole , che fa nella Msopotamia sfondata il verno dal fango, e d' acque priva la state , e , cb' peggio , infestata da' ladl'()o necci in modo da non uscirne salvi i passeggeri , se 8on prendano buona guardia di se ; perviene a C!U'ra ; ed entrato ne' bol'8hi scontra pi verginelle ve n.ute per acCfUa : allora si volge a Dio pr.e!andolo , ehe se .era di suo piacimento , che a fine venisse1o quelle nozze , facessegli rinvnire e conoscer tra quelle Rebecca , per cui aposare a nome del figlio avevalo Abramo spedito fin l ; e deisa sarebbe co lei , ebe al richiederle, cb' ei f;uia d'un po' d' aqllll, mentre l' altre ricu.san di farlo , gliela porgerebbe. . : IL Egli pertanto in questo pensiero si fa pi da pretao el po1zo , presa la vergiai, c:h~ &Ji_ diq

56 DELLE A1U'lCBITA7 GI~AICBB bere ; scusandosene l' altre , col dire che dovtwmo recar l'acqua alle.lo1"0 case, non darla a lui, perch non era s faile a trarla ' una sola in&a tlltte e le riprelide della dlU'Hza uaata col forestiere , di Cendo che altro VOITaD.nO -esse mai dare agli UOmini 7 ae negan loro perfino . all' acqua , e a lui gentilmeate l porge. Dal che VeDlltO egli in isperanza del reato' e volendo scoprire il vero 1 prese a lodarla. della aua oortesia e boat ; che noa abbia aclliTato di sovvenire a' aecessitosi ancor con sua noja, e i~, di che parenti ella fONe, e loro- prega cla tal fan.. eiulla ogni bene ; 6d oh- l' allogwero ' aggiugne' com' essi bl'8JDRDo , i: caaa d' un uom dabbene , ove fosae IIWlDe di legit~ igliuolanza. Or ella ..no-q mostrasi gi reeta d' iBfonnarlo secondo il suo desi d.erio , eh' anzi palesegli la sua stirpe ; " e 1\ebecca , n~ ella dice 1 io mi ch-iamo. Mio padre ai era Batuele , " ma egli- 8i aen' morto, e Lahano noatro -6-atello ~ illsiet.rl colla madre p.-onecJ.e; alla caea 111ltta, ha ,; cra di mia virginit Uclite tai cose ai consol dell'avvenuto e narratogli ,. -redendo da ci chiara ~~te la mano , che Dio porge-yagli el suo_ cam:mm ; e tratto fuori una collanetta ed altrettali Ol' ilamenti , ~he a ..:Crgini ~ cQafanno , . preaentane la fanciulla , ed abhiagli in ricompensa ed in premio ~ tervigio prestatogli in elo dell'autorit hiaoguevole a cptat~;. ~ .volcaa' ~c a' au.oi s-i1ori, VL

ClO~sio

o,a

e ficla,nza.

68n' andrebb~ c;p-i~~: di. presenfi., ;e on$Ce.. -.asi a lei. debitore del suo venire in casa di :lu,i ( e amore per la. donzella. il condusse. a parlare di questa pisa). Lab~o di. ci, contento gli .acc~a le nozze :4(olla _figliuola , non essen~osi egli :ugurato . gammai ~~ .geq.er~. di lui. iu.igliore ; e il .:ap.ander . ad ef'itto' pur ~h' s' intertenga appo lui alcun. tempo che: Don mvier Ja'. sua .figlia .tra' Cap.anei 1 dove anzi si: ineresee dell' affinit in que' p !lesi '.contratta .dalla sorella.. Pago di questo Giacobbe , tra .lor si conc~rta il ten;nine di sett' anni; che tantO: appunto aYea fermo sec~ m,edesi:o~c:) di servire al .suo s~ocer0; ; affine .che .dato saggio di sua Virt venisse mag~ormente a co~oscersi, chi egl~ era. Accettat J~ ~ondi~ione Labap.o, eQmt; fu il detto .. tempo . trasc~r~o ; allestisce : il :lfi. conce.deva,l~ et ;__questp. pen): noa .. op~i ~ ~.

v

r

all nozzt! sue c'o n Rachele ; cui" al suo' amore conce.dereblie dopo altri sett' anw. A questi.detti s'accheta Giacobbe ; poich l' anore pe~ la fanciulla nori' lo la~ sCiava far altro .. Finalmente passato ancor ques~ wriipo ; prese Rachele. .. VII:. 01'a ci~scuno di loro aveva un' ancella data dal padre. Di Rachele era Bala , e ~eMi.t di ~ia ,: non per schiave, ma suddite (t'o6). Lia intanto erapunta da quell' amore '.che alla sorella. portava il marito;- ~ sperava', che fatta madre verrehbegl in pregio ; pr ne porgeva continue' suppliche a Dio. Natole~ alla fine 'un maschio , e l!bn ci procac~iatoai l' ariror del manto, chain il figliuolo Ruberi (o7), pereh coiicedn.tole dalla divma piet; .. che tale l sigo.ifi~ ziotte 'di qitest nonie~ -Qltre questo ne partoi:ise c:ol' ttnpo tre=altri ;: cio Simeone i e significa ch'e-saud.illa il Signore , poi Levi , quasi direi ra1Te.rmare l" amor ~mritale; e dopo: lui Giuda (108); che vale rngraziamfinto. Or 'Rachele temendo non forse la fecondit della sorella scmasse l'amor 'del' marito per lei~ sposa a Giacobbe Bala sua ancella ; onde nasce un bambino, Dan (1 og) appellato, che in greco idioma direhhe&i 9-.J.,,.;~, ( decrtato da Dio); ap presso di in luce Neftal.im, quaai invincibile., per aver contrapposto l' ingegno lla lecondit della suora: hta Lia si' volge all'arte medesima per- ri&.rsene contro Rachele ; pe1'ciocch d al marito l' ancella ; e di Zelfa :pur viene il ,figliuolo Gad , che si pu dire fortuito ; iridi Mer, che val beato, per ch' ei s1 ggiunse a rendere Lia pi fa.J)1osa. 'Artune w

tf6

Dtil.E b'i'ICJIIT.l cm1D!1CU1t

. tanto , che Ruberi il primagnito di Lia , recatidG alla madre de' frutti deUa mandragola , Racbele at \'ederli che fece ne seul desiderio , e gliene addi.. man.;d. Lia non ascoltandola disse ; che btn pateftle a lei dovesse bastare d' ~verle involata la stimtl ~ l' mbr clel marito. Racheie per addolcii' l' animo irato della sorelJa , disse , che qudla sera avrehb pertneuo ' he seco lei dormisse a Dlrito. tia ' at ettata la grazia , ebbe seco Giacobbe 1 che a ci .condiscese per far cosa grata a Rachele. Di BliOvd ..*dunque lia eOJicepisce figliuoli; Issaear (rro) l'uno 1 ehe significa avuto in contraccambio ; ! Zabuloil -l',altro ~,pegno cio dell'amor del marito 'per lei: ' per ultimo tttltl figliuola nomata Dina. .Ancora a Rahele in pro~sso di te18.po nasce il figliuolo Giueeppe (1 1); ehe aggiunta siguifica di qualch' altnf anenire. .VIIJ. ltr ttttto questo tempo ( ~ souo vdrt' anni ) ~ardo Giacobbe 1e greggi del suocero; dopo il qua1e .gli chiese in grazia di poter , tolte seco aue donn 1 tornarsene a' suoi ; del che non eontento Lahano 1 egli pens di farlo furttvamente. Pigli duaque prova .del come sentivano le sue domie il partire ; al he -&ceo~sentendo assai di buon l'ado , 1\achele tol~ ancor seco le i1Dinagini tfgli Del , che siccome Ior pesaui awa di venerare (112) 1 fuggi~ colla sorella , e con esso loro i figliuoli dell' ma e del..1' altra, e le ancelle eo' figli 1 con quel poco o Jnolto che si trova,ano postedere. Trasse Giacobbe aacur seeo la ~net delle p-eggi , senza prima da'M'

nto

i.t-. t.

eu. m.

e perti recava seco &achei!$ e im.~ ~gli Dei ) sebJ>e.l:le gi usa per ammae bamento di Giaoobbe a npl!' far cuo di quell'onore, the Jor i d~fa; pert:ht\ se yenia~er raggiunti da. pa-:t Jir-. , dae ~~b)>eli ) avease ove ric:overatui ottetOfttt.tza a

tal>an!> (1 3}:

'.i

ueme

il p.t.rcfOJJ.. JX.. Labano avv.edutsi dop un giorno della pat

-teRza lll di Giacobbe -l delle figlie , 119ffrendola di mal cuore JnOsse contro di .lui cort la fi.t:tta Jb:a8gior, .the po ; e al seWJDo .d )j. sorprende a""ndatiaisopra un .POfiO ; e per allora , poich annottava , tton feee motto. 'l'r~&t4Ulto comparsogli. Iddio in ~o ' a.nraon.illo di acorre pacifkiJlente a geaero ie figliuole, e di. rt~Q. t,nqover nulla contro di lo~ p~r tollera ; ehe 1\llJi. $igneMe con Giac~hbe al,. leanza : ali;rbJl$tJ egli atuao ( d.i~a ) . ~rrebbe in soccorso d~l fuggitivo , ee d.is~giando egli la piceiolu;za di lui) gli an.dAsse toni:PO coll'armi. Labano, mosso dall' iu.titnazioae k.tr.agli da Dio , come fu gior-o no, chiaiDo a p~ento G*ohbe , e stopertogli il togno, (giacth affidato alla sua lealt gli era venuto innanzi} si fece ad aecuaarlo rimproverartdos)i, ch'egli -se l'era ricolto in ca 1nendicQ e bisognoso di tutto, e elle gli aveva somministrate di sue sostanze a do-vizia. " E in {atti io t'bo ntaritato .tolle mie aglie , b sperando con ci ) eh~ la ~ benivog~nza a ne)" stro riguardo aUilenterebbe ognor pi, ma tu non t! portand() rispetto a a tua trtad.re , n~ a quella consangujnit, che m.eco ti stringe, n alle mogli, ~ che. hai prese , n ai q~ , end' i!il pure son. ay!),

so

7'J, ;, ,; ;, ,, , , ,

DELLE -15TICRITA.' Cl1tDAICttE

mi b=attaati come .D.iuiico ,: -. col rapire' che. hai fatto. i -miei 'be~'-- e col persuadere 'le figlie 'a fuggire il lor padre, col'levarmi di -~aSi:\ quanto di sacro lasciaron-D i padri mii, hench tenuto da laro in gran pregio ' e da me. venerato ; con non minor riverenza: e siffatte cose; ch' :litri co un ~pert niniico non fece mai:, tu congi-.into.; e figliuolo- d'una Mia suora; e marito :deHe mie ~ figlie,' ospite oltreacci commensale in mia asa ., hai fatte con me ,_.A qUesto dir. di.., Labimo ri spose Giacobbe disclpandosi 1 che non in -lui solo Iddio-, ma .. in tutti altres aveva' imistato -l' amor 'della pau~a ; d era ben 'giusto ; che 'dopo si' lun:go tempo facesse a qttella ritornt> : " Quanto p-oi :81 " fmo ' che tu mi rinfacci ' se '. disse ' . al giudizio ., ltrui ti' dbvessi sominettere'' forse che 'tu: 'saresti " ritrovato l' ingiusto. cobciossia che aove tu mi , dovresti saper grado e della curil ch''i .ebbi del , tuo ; e di. quel- tanto pi .a che il feci - montare, , conie noli ti sostera1 tu dal ~usto~ portando di " mala-voglia ; eh~ una 'picclola parte i ne ritenga me. Certo riguardo alle figlie , sappilo . pure ~ ;, che non provien da mia frode il segnirmi 'ch' or , fanno nel mio viaggio; ma da qulla ben giusta , henivogliema' che. soglibno' sentir le spose pe' lor " uutriti; e tengono--esse dietro non tanto: alla mia , persona quanto a' lor figli " Questo C Ci, che :-disse iil riguardo al -~on .a ~er commesso ingiri.stizia : prosegui poi in riprensione e in acusa di lui ; eh'~gli fratello della sua madre ; autor delle nozze: coDe

e

, Per

e

sae pfgli~; lo vess'e con indiscrete eommisato'Di an;. gariato' ohbligandovelo per vent'anni intri; vero. ) che il sofferto da lui in grazia delle nozze desiderate, hench aspro gli fosse > gli parv men grave ; ma quanto ehhe a sostenere dopo le nozze f11 tanto peg gio : che se gli rosse sfato. nenco ' . se. ne sarebbe sottratto. E di fatti Labano aveva trattato assai male Gia~o:bh , 'poih veggendo egli Iddio favorVl a tutte le brame di lui 'ora 'gli prometteva' che suoi sarebbero i' parti bianhi, ora r:neri. Ma 'crescendo a gran nU:mero quelli ; he a pr di Giacobbe na .scevn ,: noti teneva al present il patto. ' .'ma gli faceva .ilnpromessa di darglieli posCia al. finire dell' anno, per 'Io mal occhio, o~d' egli: vedeva molti plicrne l'entrate ~ cosi 'pronietten; quando speraTa>, che 'non verrebbero .in .tanto numero ' 'poscia manava di' fede, qundo scorgevalo avvenuto.: , X.Intomo poi alle cose _sgre, oomanda.'cbe se ne fccia ricerca;- il che avendo preso a fllle Labano, Rahele saputolo ripne le immagini sottO la . :gualdrappa; dicendo d'essere : b'a'V:agliata .dal tempo. Labano p(>n. fine all lnga ricerca, non hntnaginan.. do :mai,' che la figlia in "tale stato si fosse potuta accotare a qpe' 8imulacri : giura poi a Giacobbe' che: dell' aVftnuto n'on terrebbe piil conto ; ed egli all' ibcntro ' .che avrebbe amore per te sue figlie : e questa allanza la strinsero sopra crte montagne~ ove alzarono na lapide a f'oggia d' altare ., onde Galaad ( 1 t 4) vien .detto il proggio ; e per anhe al pre-sente Galadena ai 'Domina qu.Hla terra~ Tenuto

ne .

,,

t>ELLJ UTla!IITlt OJ17D.UCh

poscia in srazia de' purameuti haachetto , 'tabdt alla fiae ai parte.CAUTO:LO

xx.

L Giacobbe intanto ~ mentre avanzavaai nella telTI

.di Canaan, ebbe lcune visioni, che l'assicurarono a sperar bene per .l' avvenire ; e a quel lu()go di nome CGMpO di Dio ( 1 t5). Volendo egli poi risapere, quale dispoeiaione d'animo avesse per lui il ht.ello ,..1 mand innanzi persone , che ogni coaa spiassero .accuratamente ; che l' antc:.o sospetto il faceva put .or temere : e coloro , che al detto fine aped , ~llc:. ric ehe dicessero ad Eaa " che Giacobbe, credutA '" difficil aosa il vinre con 1ui sdegnato, avea vo,., lentieri a~rato il paeae ; dove ora avvisando il tempo essere un acconcio paeiere, se ne tornava, ., traendosi dietro le mo~ e i figliuoli , e gli aveti , acquistati , per CJUinci rimetter quanto aveva di .,. pi pregeole , .l1a mere~ di Jui ; poich~ timt " non eastrvi ben lilagSore , che il fare un fratello " partecipe lell' avuto da Dio ,. . Or essi per parte loro .spiegarono questi suoi sentiJP~nti. Ed Eaa , n.e fu lieto oltremodo' e con quattrocento armati venae .incontrare il fratello. Giacobbe .udendo mareiae il fratello alla volta di lui coa tant'armi, -\eJJlette assai; e. per , posta in Dio la speranza di sua . salv~ t dal c:anto suo pronide , collle uacir ealvo . egli coll

,... i. c:u.

**'

,s

futt l suoi, d~mati aacor i -nemici, ~ yolessero Jaaltnttarlo. Divisa dt~ in piil parti la gente fa.a , albi n~ pose alla fi.mtte , e i ~~ l; che '\>'euiseero appl'tuo ; enk -&e j .primi fo.t&ero per veJ~oo :tua attaccaR 1 incalzando il :katello , trova~:~ero i~ -4pe' di dit:tro un ricovero. Schierati in tal sui l e:uoi., IUiltla alctmi a prtsent.tw.e fl'atello; i dQ-1 1tativi eran giuinen.ti , e una p-an vRl'iet di quadrapedi, regalo pregevle usai peJ" la aaraezza in che n'er., c:hi li doveva .ricevere. Er.ano iuoltre le .bc:sWt l' una dell'altra ton debito iJtcrvallo dieeoste , tal .che dal ao.ntinuo MlCCedmsi c.h'a:vrian fattO, sembru~ ~ro una ~ quantit ; c:oodossia che in grazi Jtl.'doiiBmi ae ne le11terehbe la wllera, se anccr du.. h:lae MI ~ldo :81Lt.Uco. Fc:' di pi avvertiti i suoi 11aesai , che DIQ4Sero eol fratello d9lci mailiere. Il Spese) tutt il !iorno in mpor tali cose , sul 4r .della notte IllOsse Il suo catapo ; e lattai valicaWI .eet-to- .toJTente ehimato Jabo

famoso ,-,.. Egitto

ha i frptelli alla sua ubbidienza,

I. Ave:J gi passato dell'et aua l'anno trentesiiJl(j' godeva tutta la stima appo il re ; che gli pose il nome di Sofnat-paaneac avendo l' occhio alla stran~ intelligenza di lui ; poich questQ nome significa ri~ trovatore di cwe occulltl (8). Contrae p.ozze illusb'i assai ; e sposa la figlia di Putifarre uno de' scerdotj d' Eliopoli .(9) , ( euendone il re mezzano ) 1 vergine lDCOra, ed Asenet era il suo nome. Di lei nacquer"' gli figli innanzi la sterilit. n primogenito fu chiamatQ. ~anasse (10); ~be vale obblo, per aver egli. nello. -avventuroso ~no stato l' obblQ rinvenutp del~e pai"t sate sciagure. secondo Efraimo; e ci significa renditore, perch gli ~ra stata renduta la sua natia. fmert. Ora trascorsi i sett' an,ni felicemente secondat l'interpretazione 1 che a' sogni diede Giu,eppe, ed. ecco in Egitto per l'anno ottav~ la fame; e perch. ~uron colti dalla sciagura senza avvedersebe 1 oP"' pres.sine tutti concorsero al palazzo del re, the '!Olse a Giuseppe ; ed egli trasse lor fuori il fro... mento , divenuto perci vero .liberatore del popolo ; e ne aperse mercato non solo pe' terrazzani , ma pei: forestieri altres, a cui era lecito il cotnperiU'Ue :, gius;ta cpsa credendo Giuseppe che gli uomini tutti: siccome tra. se congiunti , cos venisser giov~ti da. quelli , che si trovavap.o nell' abbondanza.~

n

IM

JJULE .OTICDT.li CJ1fD.lJCD

D. Quindi ancora Giacobbe , perch maltrattata forte la Cananea dalla fame , esse~~do da tal 8agello investita tutta la terra, manda per grano tutti i suoi in Egitto ( dove a.er.a udita essere anche 'per gli stranieri aperta la piazza. D sol Beniamino natogli di Rachele e della madre medesima che Giuseppe t il riteDlle pre,so di ae. Essi adunque giunti in Egit-to ai JWeseD.farono a Giuaeppe , chiedeado lieenza U comperare : poich non vi avea punto aulla , che si faeesse senza saputa di lai : che r onor fatto al re allora sarebbe agli uomifti vantaggioso , quando curato avessno quello a11eor di Giuseppe. Esso ad~ qoe rionosciuti i fratelli , che noa peuaavaao niente a lui ( perch , siccome part przoacello e a1 p~ tente per et avanzatasi a.ea caBgiati i liDeamenti .Ici Tolto , aon era loro possibile di ranisarlo , e se aggiuagasi la sublimit del ano posta, neppar di entrarae in SOipt!tto) volle lar pl"''V8 di ebe sentimenti gli fosaero in geaerale. Per cpesto e neg loro il v-mo e disse, che l ae veai?aao per !spiare i fatti del :re. 8'.iu6agevano befts fratelli , ma era la .'terit , C!he da ftlolte parti . s' erano assembrati eol : poich :fton !"edna possibile, che 'tUI uom privato aYesae 1ai figli e di s apparisceati fattezze, esse:ado rara eziandio nelle :reggie una tal figliuolanza. Adoper di tal 81Jlsa Giuseppe per risapere no'telle del padre , e dell' accadatogli dacch n'era 16ntano, e con intendimento di trame ancora notizie $pettanti al fratel leniamino : che temea forte ; non lo avessero con 4(Uell' ardire :tnedesitno ' oooe trattaron lui ' levato del mondo. :

r

t~.

il. ciP. Ti.

itt.\

tssi petci si tronvaao in grande s~lbpiglio timore ; e cftdtDdo d' essere iD sommo pericolo non t:bher agio di peuare al fra~: iDa letto- euon si accinsero a diseelparsi di quoto lor a' appiQuva , parlando a llom di tutti 1\n, c:h' era il primO". (eaito. u No ' disse ' BO non siamo Teauti fut. quA tt oa ~al animo ll di far torto a persou ) D cn " pftSiudicn gl' ildercssi dd :ft!; ..a per trame sal ~ vena, e per ave:r nea cortesia TOetra un l'i:covero tt dalle sciagure , ~be sf:nlzab.o i na&tro paese : che , utimma dire , e'be voi terminati di trar di pe ., ricolo tutti i bisognosi , non i eittadiai vostri sol ~ tanto a-vele apa-ta uua ~azza di gylllli ' D1a a' r~ ., re~eri ezindio. Che BOi si:un fmtelli , e che ab-r " biamo coaUDe il suape, te ne fa cltiaro }iJ qualit , de~ semhiaati. propria M di ciaSCliDO, che tutti ab.~ biamo tra DOi somiglianJa. Glaeo}ibe il padre " nostro , uomo ebreo , che di quatb'O dotme eLb~ , dodici figli , i quali quattdo vivevan tutti , a-avam pur felici ; JBa peri" Giuseppe. nostro hte)Jo : le ,. cse nostre andarono peggioraAdo; pe~ i1 padr " so$temui pa- lui lqa pena, e noi tra per la di "' sgrazia del fratel morto, e ptr l'aftDDO chi ve., chi6 siamo in tra.aglio ; e test nniaa& ,U "' far la compera del frutDento , afidata la cW'a del , pad-re e l' ammiliistrimone della fmigli al pi ~ giovia~ eli ol Beaiamino. PuOi tu atesso , o a. " gnore, mandando alla B Egiziani; ciascun de' quali io sporr , s per non es-sere da qualch'altra nazione punitane innan:ri passati a percuoter l'Egitto , come perch iatendo , che tutti v.eggano che Mo~ non fall nel predirli; e che giova all' uomo d' apprendere a far quello , per cui nom venga a disgustar Dio , il quale adeguatone faccia vendetta Jell? onta da lui ricevuta. ll fiume a UD CO mando di Dio corse sangue , e non fu pi p9ssibile il berne ; n d' acque non hanno onde attisnerne altrove. E non a dire, che fosser tali soltanto al: colore ; poicb chi provossi di berle , sent dolori e tormini assai crudeli. Tali per furon solo per gli. Egiziani ; poich gli Ebrei le trovarono dolci e po..: tabili, e niente alterate dall'essere lor naturale. Sconvolto il re da tal novit , e paventando degli Egiziani diede agli Ebrei- licenza d' andarsene ; ma fu libero appena dal male, ecl ecco mutarsi di sentimento ne.. gando loro di partire. Iddio allora , per la sconosceru:a del re., che dopo la liberazione ottenuta dalla disgrazia non: voleva ancor ravvedersi, manda sUgli Egiziani una piaga aovella. Moltitudine immensa di rane infest le lor tqre. N~ bulicava anche il fiume, 6)nd'eran costretti:

n:

F:r..AYIO, tomo l.

IO

DELL'R. ANTI~'IIIT1.' GJUB,I.ICBE

di usar d'un' acqua ammorbata dal puzzo di queglianimali, che vi morivan per enbo e infracidavtno. Penetrarono a scompigliarli perfino in casa ; che si trq\'avano tra le vinnde e tra i vini, e saltavano su pei letti. Menavano intanto un odore lczzoso e in.sratissm dal ,ffiolire ' e gua.5tarsi che la fabevanO< que' 1anocchi Scossi da questi mali gli E;gi~j , il monarca a.giunse a Mos 7 che tolti sec.Q g~i Ebrei .'andasse b en l ungi. Fatto qqesto comando in m eu ch'io noi dico , scomparve la moltitudine de' I"anoeobi ; e a\ la terra , s il fiume 1iebhe.~to la prin1a Gtoutara. Ma per Faraone l'esser la terra s1:"&a da 4pel malanno, e il dimenticarne il p rch braccio di 1alvare per questa via. , II. Cos invocando il Signore batte il mar colla verga. Risentissi il mare a tal colpo , e ritraendosi in .se. medesimo, lascia nuda la terra, onde presti nna via da fuggire agli Ebrei. Mos scorgendo la mano evidente di Dio, e il m~ per loro bene par titosi dal suo luogo , egli iLprimo v'entr ; e fe' cenno agli Ebrei , che il seguissero per quel cammino miracoloso , lieti del periglio che i loro persecutori nimici correrebbono , e grati della salute pet mezzo suo mostrata.si loro improvviso. ' m. Non istettero essi un momento il). forse, anzt ron grande ardore si a'vviarono , quasi vedessero Dio presente. Alla prima gli Egizj credettergli impazzati , al par di chi gettasi ad occhi veggenti ael precipizio; ma com'ebbero visto, che s'erano innoltrati il pi del '\'iaggio senz' alcun danno ' n ei avevano incontrato impedimento n difficolt, 1cvaronsi per inseguirli, quasi dovesse con essi ancora star cheto il mare ; e mandati innanzi i cavalli scead.evano. Ma gli Ebrei intatti furono all'altra riva assai pt-ima di questi , poich tra per l' ingombro dell' armi , e per dovere \"estirsene avean perduto llOil poco tempo ; onde avvenne , che pi ca'IJamen te affi-ettava1Ui .l' arriva,~li , fatti all' esempio lor bal-

:r.n. u. cAP. xvr.

t56

DELLE ANTICBIT1.1 GIVDAIOflE

danzosL; che_ non . verrebbe loro al par d' essi alcun male. Ma non sapevano gli Egiziani di battere una strada. propria . sol degli Ebrei , non comune anche a loro , e fatta a scampo di chi era in pericolo , noJl di chi intendea di valersene a rovinarli. Come adunque l'esercito .Egiziano fu dentro tutto , il mar si riversa, e ronda dai venti gittata al basso prende in mezzo gli Egizj. Scendevan dal cielo dirotti nembi , e scoppiavano onendi tuoni permischiati con .folgori, e, precipitayan dall' alto i fulmini; e a dir tutto in poco non: v' ha cosa , che l'ira di Dio tnandi quaggi . a diatruggimento degli uomini , che allora non ai vedesse accadere : poich gli avvlse ancora una tempestosa: notte e- oscurissima ; e per questo modo perirono tutti quanti , sicch non ne camp neppur un~ , che ai rimasti in Egitto reeaase l' avviso della aciagura. , IV. Per gli Ebrei a stento potevano ratteneni per l' allegrezza dell' inspetta:to lor salvamento e per la distruzion de' nirnici; e ravvisavano maggior sicurezza nel loro scampo , perch periti coloro che a servire astrignevanli , e perch favoriti da Dio d' un cos evidente soccorso. Essi adunque fuggito in tal modo il peric~lo , e di pi ri8ettendo al gastigo de' l01 nimici , di cui non se ne ricorda e ~empio ne' tempi andati, in canto e in gioja passa rono tuttala notte, e Mos compose un cantico in yersi .a sei (39) piedi , che comprendeva .. }e lodi di Dio ; e un ringraziamento della benivoglienza aua verso loro.

Lm. n. c.ua. n1. t57 V. Io per me cos ho sposte ciascuna di questecose , siccome le ho trovate ne' shcri libri. E non ci avr, chi facciasi maraviglia sulla novit del racconto ehe uomini degli antichi secoli: e di vita innocente ahbian trovato per mezzo il mare altres la via di salvarsi , o avvenisse ci per volere divino , o per . caso: quando ancora in faccia all'. esercito di Ales sndi.o, non ha molto tempo, si ritirato il mare (4o) di Panfilia, e mancando loro altra strada esso gliene porse una per entro se st~so , onde recassero al niente secondo il volere che proveniva dalla parola av\lta da Dio , s eatlgioui di tristo ch' cGJi

r

DELLE 1NTJCJIJTA.1 GIUDAICHE

era in 1;dente e _festoso ; e ristatosi in mezzo a loro disse di venire :per parte di Dio annunziatore -della JjJlerazione dai mali , che gli :oppri~evano ; e stante ecco 11na nuvola di. coturnici , ( e questa sorte d'uccelli pi che niun' altra s'-intertiene lungltesso il seno arabieo'), che valicato il tramezzo del na:re; tra per la stanchezza del lungo volo , e pel 'genio , che ha questo volatile sopra ogn' altro alla terra, si ,iene a psare nel campo ebreo. In un m0111ento ate chiappatele , come provvisione mandnta da Dio , ri.. pararono al lor bisogno. E Mos indirizza ben tosto i suoi ringraziamenti a Dio del soccorso 7 che pronto lor porse e pi l!U'go della pl'()Bl4issa. . VI. E immediate dopo la prima pYovvisione dt cibo una seconda ne mandloro Iddio. Perciocch levand~ Mos le sue mani a pregarlo, &eese: di cielo ru!Jiada; che attacoataglisi alle mani, siccome Mos si avvide, che quella pure veniva da Dio a lor nod:rimento, cos l'assaggia e accortosi che la moltitudine non ne &apea nulla ' ch' an~i pensavasi nevicasse e un effetto egli fosse della stagione piovosa , li fa avvisati , che :pan a q!lel fine , eh' essi vanno immaginand~ , cade queBa rugiada di cielo , ma per salute e sostenta... mento di loro stessi; e assaporandola ne porse anche loro , perch gli credessero : ond' essi seguendo l' e.. sempio del capitaao gradirono il cibo ; poich in dolcezza e in . diletto andava del pari col miele : sO miglia va una (4) gonma aromatica : .e di grandeua era appunto simile al seme del curiandolo. Or.a tutti si adoperavano .studio&~~ te a ricorla; ma fu' }orQ

poeo

1.1).

lr. tlJI. t.

denunziato, che per ciascun giorno , siccome quella, che non sarebbe mancata giammai , ne cogliessero ,tutti egualmente un assaron: (5) , che mia misura ; onde non avvenisse di non ritnanerne a' pi _deboli per la prepotenza de' pi gagliardi, che .li .super chiassero nel raccorla. Quindi fu , che chi ne prese pi dell' ingiunta misura , non .ebbe niente pi , che il sO-fferto travaglio , poich ne .trovava un assaron n pi n meno; quello poi, che veniva lasciato pel d vegnente non era di niun vantaggio , per lo guastarlo , che i vermi e r amarezza facevano. Di tal sorte era il cibo divino e straordinario , il quale , a chi lo pigliava , il bisogno toglieva d' ogn' altro cibo: e ancora (6) al presente tutto quel luogo -ne viene Qlaffiato cos , come allora , quando per compiacere Mos piovve Iddio quel cibo. Questa vivanda gli Ebrei la chiamano Manna ; poich Man (7) voce inteiTogante di nostra lngua , e significa che ci. ? . .Quegli intanto proseguivan godendo dello spedito loro dal cielo ; e per quarant' anni interi , quanti ne stettero nel diserto , usarono questo cibo. VU. Mossi di qui , come furono in Rafidim (8) , vennero per la sete agli estremi, e prch ne' d .scorsi eransi in povere sorgenti incontrati e allora troval'"ollo quel paese del tutto senz' acqua, si videro a mal partito ; e novellalllente adiraronsi con Mos; il quale per breve tempo sottrattosi alle furie del popolo si mette a supplicar Dio , che siccome avea. lor_o dato mangiare , quando erano bisognosi , cos desse lor bere ; poich manca saJ.ebhe la rrazia del

t66

:DELL2 ~NTICRIT1 1 GIVDAICU

nodrimento , se non ci fosse bevanda. Egli non prO. lung soyerchiamente di Carlo pago ; ma promette a Moa che daragli una fonte ahbondevole d'acqua, onde meno sei pensa : e gl' impone di battere colla verga la roccia , che col stesso tuiti vedevano , e trarr4. quinci la provvsione, di che abbisognano; e sarebbe sua cura, che senza cipera l01'0 o fatica ne spicciasse fuor l' acqua. Dunque l\los , ricevuti da Dio tai comandi , ne viene al suo popolo , che l' aspetta ed ha gli occhi rivolti in lui : perciooch gi l'aveva veduto scender dall' alto. Giunto che fu , disse ,. che Dio li "'\olcva anche libmi da tal traversia , . e che aveva a lui graziosamente mostrato il modo da camparne fuor d' ogni speranza , dicendo , che un fiume zampilleria dalla roccia. Atterriti a lai detti , perch pensava-ao di dovere stanchi com'erano dalla sete e dal viaggio tagliar la roccia , Mos la percuote colla verga , e apertasi ne spicci acqua molta e limpidissima. Alla 'llovit del portento stoOOirono 1 e attenti a mirarlo non ricordavansi ornai pi della sete ; poscia beendone, soave e dolce parve loro quel oo, e tale qual era degno d' un Dio , che il donava. Ammirarono adunque Mos come tanto pregiato da Dio , e con sacrifizj studiaronsi di contraccambiaJe la provvidenza divina. Anche nel nostro tempio ha una (9) dipintura , che mosba Iddio prenunziante a Mos 7 che in tal modo_ trarrebbe acf{ua dal sasso.

1.111. III, !lP, U.

c1 p l ~ oL oGli Arnaleciti e

II.

i 'Vicini loro mossa guerra agli Ebrei ne van colla peggio ; ~ H pi dell' esucitfl

loro vi- morto.

I. Ora facendo gi il nome ebreo romor dappet'"' tuttO , e spargendosi fama di lor-o per ogni parte ) avvenne a que' del paese di coneepirne non mediocre para ; e per ambasciate speditesi. vicendevol~nte !U confortavano gli uni gli altri a difendersi , ed a pro nrsi di struggere quella gente. Gli autori di tal con lliglio furono gli ahitap.ti della (1 o) Gobolitide e di Petra , i quali si chiamano Amaleciti , ed erano la nazione pi bellicosa di que' contorni ; i cui re per legati attizzaron se stessi e i popoli confinanti a far ~erra agli Ebrei, dicendo, che un esercito, com'era quello , nuovo ne' lor paesi e fresco ancora della achiavit egiziana lo avrebbono colto in agguato: cui non era ben fatto spregiare , m.a aazich prendease fiat , e si procacciasse abbondanza , e per fosse egli il primo a moTere arditamente lor guerra, sicuro partito e saggio sarebbe il disfargli subit~ente, punendogli e c:kll' esser venuti al diserto ' e di ci c'h avean fatto col, piuttosto che quando stendesser la mano sulle citt loro e su i loro averi. Conciossiach adoperino pi saviamente coloro, che tentan di spe. gnere la potenza nimica sul nascere , che , gi fatta ande, quelli, che intendono d'iD,tpedirne i pro~asi;

168 D!LLlt iBTICBITA' GIVDllcBI: ppich allora pesti sembrano rattristarsi del crescer aoverchio d' altrui , e quelli serrano tutti i passi , che li potessero danneggiare. Coiali cose suggerendo a' loro pari, e a' popoli convicifti per via d'imbasciate krmarono di uscir contro gli Ebrei. ll. Mos , che non temeva d' ostilit 7 fu dubbioso e turbato al sentire i movimenti de' paesani ; i quali essendo ~ presso al combattere , e convenendogli nnir al pericolo della zuffa , stavane con peneiero per la scarsezza, in cui era d'ogni cosa l' ebre moltitudine , che doveva combattere con persone provvedute a dovizia di tutto. Mos adunque fu il primo, che diede loro l' esempio di prender conforto , ed esortavagli a confidare sicw-i gi del favore divino per loro , onde mess'i in libert superarono . que~li stessi , che per contenderla loro avean prese l' armi. Persuadanai pure, che il loro esercito numeroso e ricco di tutto , d' armi , d' oro , di vittua;lie , e di quanto d cuore agli uomini a battagliare, conciofosse che nell' alleanza con Dio avrebbono tutto questo; e per lo contrario quel de' nirici meschino, inerme, debole , siccome quelli , che ben sapendo Dio, come stanno , non vuoi che rimangano loro al di sopra. Hanno ben essi provato in molti incontri ancor pi difficili della guerra , di che fatta sovvenitore sia Dio : qui si ha a fare con uomini ; eppqre , qwmdo trovmonsi alle strette per fame, per sete, e per l' opporsi ' che alla lor fuga facevano i monti e a mare, la Dio merc ne uscirono vittoriosi. Ora perci ~so~vagli a star di buon animo piucch aai , peJto

LIS. JU. CAl'. 11.

l

Ei9

ndo ..ehe".l'abbondare.di'tutto per lor consisteva nel vincere l' inimico. : m. Mos adtmque con tai sentimenti animava la moltitudine; e chiamati a se i capi delle trib, e i grandi del popolo prima ciascun da se , poi tutti insieme, a' pi giovani suggeriva di ubbidire a' pi vecchi, e questi d'ascoltare il lor capitano. Quelli. poi, che avean cuore d'affrontare i' pericoli, e. agli ardui ~contri non si spaventavano, concepivano assai certa speranza ' che uscirebbono ' quando che rosse' i quelle avversit sani e salvi; e spignevan Mos a condurgli. omai a fronte dell'inimico, e a. non indugiare .pi oltre , giacch il ritardo raffredderebbe la loro pronte'zza. Egli adunque divisa dal resto la gente atta all'armi, l'affida al comando di Giosu 'figliuolo di Nave della trib d' Efraimo; uomo di spiriti generosi , e sofferentissimo della fatica , e a trovare spedienti e a parlare al>ilissimo , timorato assai , e discepolo di Mos nella religion verso Dio, e forte. atimato presso gli E.brei. Egli adunque colloc una mano d' ann;rti vicino all' acqua alla guardia d'e' fanciulli ' delle donne ' e di tutto a campo ; e tutta la notte fu spesa a disporsi alla battaglia, o col rassettar l~ armi , ae ve ne avea di patite , o colJo stare in aspettazione del quando dessero il segno dx:lla battaglia al primo ordine di Mo~. Ancor egli stesso vgli quella notte per istruir Giosu , come avesse a ordinare il campo. All' apparire poi dell' aurora novantente dapprima si fece a confortar Giosu di ucuaPiare co'fatti la speme, che avovasi di sua pel.'