«Giuni Russo, la voce che segnò un’estate»

3
 IL SOGNO LIBERTARIO DI UNA VITA “ON THE ROAD” IL NUOVO LIBRO DI LAURENT MARÉCHAUX SUGLI SCRITTORI-VIAGGIATORI IL MANOSCRITTO DI MICHELANGELO APPRODA SULL ’IP AD na, National Geographic Chan- nel (canale 403 di Sky) e Froggy (società di marketing), si tratta della versione digitale del famo- so Codice Vaticano Latino 3211: una raccolta di scritti, in prosa e poesia, e disegni realizzati dal- l’artista toscano. Composto da 111 fogli, che van- no dal 1534 al 1563, il manoscritto rappresenta un documento im- portante per l’arte e la letteratu- ra italiana. Contiene non solo schizzi e minute di lettere ma an- che gli originali di molte delle poesie che sono state inserite nel “canzoniere” di Michelangelo, le “Rime”. Questi componimenti vennero stati scritti a mano di- rettamente dall’artista su fogli originariamente sciolti e poi riu- niti in una specie di taccuino che è giunto sino ai tempi nostri. E pensare che da lui la poesia era considerata come una «cosa sciocca». Tuttavia la sua attività poetica si viene caratterizzando, a differenza di quella usuale nel Cinquecento influenzata dal Pe- trarca, da toni energici, austeri e intensamente espressivi, ripresi dalle poesie di Dante. I più antichi componimenti poetici datano agli anni 1504- 1505, ma è probabile che ne abbia realizzati anche in precedenza, dato che sappiamo che molti suoi manoscritti giovanili andarono perduti. Interessante anche la storia stessa del Codice Vaticano Latino 3211. Il volume venne in- fatti realizzato da Fulvio Orsini, uno dei più importanti intellet- tuali della Roma del sedicesimo secolo, filologo e collezionista di libri antichi. All’inizio del di- ciassettesimo secolo donò il ma- noscritto alla Biblioteca Aposto- lica Vaticana, dove è tuttora con- servato. Chiunque scarichi l’applicazio- ne dall’app store di Apple può quindi sfogliare digitalmente un documento altrimenti accessibi- le solo agli studiosi. Non solo. L’app fornisce una serie di com- menti al manoscritto e permette di conoscere meglio, attraverso un filmato, la storia e i tesori con- tenuti nella Biblioteca Vaticana. Dall’applicazione è possibile poi accedere anche al mondo di National Geographic Channel: dal sito internet ricco di video e curiosità ai profili Facebook dei diversi canali. Sulle tracce dei grandi “vagabondi” dello spirito, da Rimbaud e Conrad, fino alla San Francisco di Jack Kerouac  Alberto P ezzini un bellissimo libro per scrit- tori che amano il viaggio. È uscito a ottobre presso la ca- sa editrice Arthaud ed il suo auto- re – pazzo per i viaggi ed il mare – l’ha chiamato  Ecri vains voya-  geur s, ces vagab onds qui dise nt le monde (Scrittori viaggianti, questi vagabondi che dicono il mondo). Lui è Laurent Maréchaux, nato nel 1952, che ha cominciato a pub- blicare libri di mare, libertà, don- ne e scrittori maledetti come Rim- baud e Conrad (  I figl i del Drago ) per l’editore Le Dilettante. Ha amato talmente tanto Rimbaud da compiere gli stessi itinerari per l’Africa che il poeta maledetto da- gli occhi di cielo era solito percor- rere per traghettare i suoi schiavi. Occhi di cui non si sarebbe mai di- È va nel 1947. Quando vede l’Oceano Pacifico dagli stessi docks escla- ma: «Sono arrivato alla fine; il continente, è finito; non mi resta altro che tornarmene sui miei pas- si». Solo che il tarlo di quella città continuava a roderlo. Ci ritorna nel gennaio del 1952, si stabilisce presso Carolyn Cassady in Liberty Street per un certo tempo per poi pernottare sempre in alberghetti equivoci ed in misere camere d’af- fitto. Sarà proprio in una di quelle  – a l 29 di Russ ell Stree t – dove Ke- rouac metterà a punto On the ro- ad , la sua opera maggiore e più fa- mosa, un’autobiografia romanzata e dannata come lui, in cui prende- rà forma la sua celebre “prosa spontanea”, una scrittura che può anche fare a meno del lettore. «Nella sua camera, nella febbri- citante bianca luce artificiale, nel- la camera cosparsa di carta e libri, scrive alla sua scrivania, scrive a Peter e a Penn, e la pioggia pic- chietta sul vetro della finestra, la pioggia imperla il vetro della sua finestra e rotola via dolcemente come lacrime”(da La ci ttà e la me- tropoli ). San Francisco ha stregato Kero- uac e lo ha imprigionato dentro uno spazio assai ristretto. La li- breria City Lights, fondata nel 1953 da Lawrence Ferlinghetti, il Caffè Vesuvio, dove Jack si pren- deva delle sbronze talmente po- tenti (una durò due giorni) da far- gli dimenticare addirittura un ap- puntamento con Henry Miller a Big Sur dove il grande scrittore lo aspettava perché curioso di cono- scere quel vagabondo e “clohard celeste”. D’altro canto è a San Francisco che la “Beat Genera- tion” sarebbe nata ufficialmente:il 7 ottobre del 1955, alla Six Gallery, sarebbe sbocciata la loro prima manifestazione pubblica. Allen Ginsberg – l’autore di Juke Box al- l’idrogeno  – avre bbe let to  Howl (Urlo) pur essendo completamente ubriaco. Kerouac parlerà di quella notte straordinaria – dentro quella ex officina – come di una «notte di follia, che aveva segnato la rina- scita poetica di San Francisco». La sua passione per San Franci- sco sarebbe però venuta meno pre- sto, alla fine dello stesso anno, quando avrebbe percepito il sapo- re di cenere anche di quella città meravigliosa ma troppo “metropo- ambivalente lo porterà prima a va- gare per San Francisco di notte, e poi a detestarla: «Alla vista del Golden Gate nella notte, sento un brivido in me. Quel ponte ha qual- cosa di sinistro, qualcosa che as- somiglia ai dettagli dimenticati de- gli incubi evanescenti da Seconal (barbiturico). Ho percorso 3.000 miglia per rabbrividire di orrore». Ma la sua vita era così, come quel- la di una falena errabonda, desti- nata a bruciare per l’eternità. Il suo vero obiettivo sarebbe stato proprio quello, come scriverà in On the road : «Perché per me l’uni- ca gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere sal- vati, vogliosi di ogni cosa allo stes- so tempo, quelli che mai sbadiglia- no o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, co- me favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh». Una scena del lm “Easy Rider”. A lato: il nuovo libro di viaggi di Maréchaux menticato. Un uomo che ha scelto di vivere in Italia, negli Usa, e poi di aprire un’agen- zia de presse a Parigi. Non possiede cellulare ed è asseta- to di libertà come i suoi be- niamini: uno dei suoi libri mi- gliori è Outlaws, Fuorilegge. Ha girato il mondo in lungo ed in largo per accorgersi co- me – soltanto nel viaggio in sé  – pos sa tro vare u na ca sa a mi - sura sua. In questo libro (con in co- pertina un uomo a cavallo lambito dalla polvere delle prate- rie) ha diviso gli scrittori in due categorie:quelli che scrivevano per viaggiare, e quelli che viaggia- vano soltanto per reperire un ma- teriale buono su cui scrivere. Tra questi ultimi uno spazio amorevo- le l’ha dedicato a Jack Kerouac (considerato uno dei suoi maestri nello scrivere) ed alla San Franci- sco dove l’autore più cool della “beat generation” ha vissuto. Kerouac si era fiondato a San Francisco – in una specie di imita- zione a rebours – pe rché sui dock s di questa città fatta a saliscendi Jack London aveva trascorso la sua adolescenza. Kerouac ci arri- litana” per lui. Per Kerouac uno dei nodi della sua “letteratura” sa- rà sempre questa eterna lotta tra la grande città ed un posto ritira- to, illuminato bene, dove ritrovare una quiete interiore mai assapora- ta abbastanza. Un sentimento così  Liliana Giobbi a chi lo dice che il Vati- cano è in ritardo rispet- to ai tempi moderni?Pit- tore, scultore, architetto, poeta, genio assoluto del Rinascimento italiano, e ora protagonista addi- rittura dell’innovazione digitale. Michelangelo Buonarroti di Ca- prese, nell’Aretino, esce dalle mura vaticane e sbarca sull’iPad: Sarà possibile scaricare diretta- mente dall’Apple Store una nuo- va applicazione chiamata pro- prio“Michelangelo”. Frutto della collaborazione tra la Biblioteca Apostolica Vatica- M SECOLO D’ITALIA 12 GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011

description

Articolo di Alberto Samonà sul "Secolo d'Italia" di giovedì 22 dicembre 2012

Transcript of «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate»

Page 1: «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate»

5/14/2018 «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate» - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/giuni-russo-la-voce-che-segno-unestate 1/3

 

IL SOGNO LIBERTARIO

DI UNA VITA

“ON THE ROAD”IL NUOVO LIBRO DI LAURENT MARÉCHAUX SUGLI SCRITTORI-VIAGGIATORI

IL MANOSCRITTO

DI MICHELANGELO

APPRODA SULL’IPAD

na, National Geographic Chan-nel (canale 403 di Sky) e Froggy(società di marketing), si trattadella versione digitale del famo-so Codice Vaticano Latino 3211:una raccolta di scritti, in prosa epoesia, e disegni realizzati dal-l’artista toscano.

Composto da 111 fogli, che van-no dal 1534 al 1563, il manoscrittorappresenta un documento im-portante per l’arte e la letteratu-ra italiana. Contiene non soloschizzi e minute di lettere ma an-che gli originali di molte dellepoesie che sono state inserite nel“canzoniere” di Michelangelo, le“Rime”. Questi componimenti

vennero stati scritti a mano di-rettamente dall’artista su foglioriginariamente sciolti e poi riu-niti in una specie di taccuino cheè giunto sino ai tempi nostri. Epensare che da lui la poesia eraconsiderata come una «cosasciocca». Tuttavia la sua attivitàpoetica si viene caratterizzando,a differenza di quella usuale nel

Cinquecento influenzata dal Pe-trarca, da toni energici, austeri eintensamente espressivi, ripresidalle poesie di Dante.

I più antichi componimentipoetici datano agli anni 1504-1505, ma è probabile che ne abbiarealizzati anche in precedenza,dato che sappiamo che molti suoimanoscritti giovanili andarono

perduti. Interessante anche lastoria stessa del Codice VaticanoLatino 3211. Il volume venne in-fatti realizzato da Fulvio Orsini,uno dei più importanti intellet-tuali della Roma del sedicesimosecolo, filologo e collezionista dilibri antichi. All’inizio del di-ciassettesimo secolo donò il ma-noscritto alla Biblioteca Aposto-lica Vaticana, dove è tuttora con-servato.

Chiunque scarichi l’applicazio-ne dall’app store di Apple puòquindi sfogliare digitalmente undocumento altrimenti accessibi-le solo agli studiosi. Non solo.L’app fornisce una serie di com-menti al manoscritto e permettedi conoscere meglio, attraversoun filmato, la storia e i tesori con-tenuti nella Biblioteca Vaticana.

Dall’applicazione è possibilepoi accedere anche al mondo diNational Geographic Channel:dal sito internet ricco di video ecuriosità ai profili Facebook deidiversi canali.

Sulle tracce dei grandi“vagabondi” dello

spirito, da Rimbaude Conrad, fino

alla San Franciscodi Jack Kerouac

◆ Alberto Pezzini

un bellissimo libro per scrit-tori che amano il viaggio. Èuscito a ottobre presso la ca-

sa editrice Arthaud ed il suo auto-re – pazzo per i viaggi ed il mare – l’ha chiamato   Ecrivains voya-  geurs, ces vagabonds qui disent lemonde (Scrittori viaggianti, questivagabondi che dicono il mondo).Lui è Laurent Maréchaux, natonel 1952, che ha cominciato a pub-blicare libri di mare, libertà, don-ne e scrittori maledetti come Rim-

baud e Conrad (  I figli del Drago)per l’editore Le Dilettante. Haamato talmente tanto Rimbaud dacompiere gli stessi itinerari perl’Africa che il poeta maledetto da-gli occhi di cielo era solito percor-rere per traghettare i suoi schiavi.Occhi di cui non si sarebbe mai di-

Èva nel 1947. Quando vede l’OceanoPacifico dagli stessi docks escla-ma: «Sono arrivato alla fine; ilcontinente, è finito; non mi restaaltro che tornarmene sui miei pas-si».

Solo che il tarlo di quella cittàcontinuava a roderlo. Ci ritornanel gennaio del 1952, si stabiliscepresso Carolyn Cassady in LibertyStreet per un certo tempo per poipernottare sempre in alberghettiequivoci ed in misere camere d’af-fitto. Sarà proprio in una di quelle – al 29 di Russell Street – dove Ke-

rouac metterà a punto On the ro-ad , la sua opera maggiore e più fa-mosa, un’autobiografia romanzatae dannata come lui, in cui prende-rà forma la sua celebre “prosaspontanea”, una scrittura che puòanche fare a meno del lettore.

«Nella sua camera, nella febbri-citante bianca luce artificiale, nel-la camera cosparsa di carta e libri,scrive alla sua scrivania, scrive aPeter e a Penn, e la pioggia pic-chietta sul vetro della finestra, lapioggia imperla il vetro della suafinestra e rotola via dolcementecome lacrime”(da  La città e la me-tropoli).

San Francisco ha stregato Kero-uac e lo ha imprigionato dentrouno spazio assai ristretto. La li-

breria City Lights, fondata nel1953 da Lawrence Ferlinghetti, ilCaffè Vesuvio, dove Jack si pren-deva delle sbronze talmente po-tenti (una durò due giorni) da far-gli dimenticare addirittura un ap-puntamento con Henry Miller aBig Sur dove il grande scrittore loaspettava perché curioso di cono-scere quel vagabondo e “clohardceleste”. D’altro canto è a SanFrancisco che la “Beat Genera-tion” sarebbe nata ufficialmente:il7 ottobre del 1955, alla Six Gallery,sarebbe sbocciata la loro primamanifestazione pubblica. AllenGinsberg – l’autore di Juke Box al-l’idrogeno   – avrebbe letto  Howl (Urlo) pur essendo completamenteubriaco. Kerouac parlerà di quella

notte straordinaria – dentro quella

ex officina – come di una «notte difollia, che aveva segnato la rina-scita poetica di San Francisco».

La sua passione per San Franci-sco sarebbe però venuta meno pre-sto, alla fine dello stesso anno,quando avrebbe percepito il sapo-

re di cenere anche di quella cittàmeravigliosa ma troppo “metropo-

ambivalente lo porterà prima a va-gare per San Francisco di notte, epoi a detestarla: «Alla vista delGolden Gate nella notte, sento unbrivido in me. Quel ponte ha qual-cosa di sinistro, qualcosa che as-somiglia ai dettagli dimenticati de-

gli incubi evanescenti da Seconal(barbiturico). Ho percorso 3.000miglia per rabbrividire di orrore».Ma la sua vita era così, come quel-la di una falena errabonda, desti-nata a bruciare per l’eternità. Ilsuo vero obiettivo sarebbe statoproprio quello, come scriverà inOn the road : «Perché per me l’uni-ca gente possibile sono i pazzi,quelli che sono pazzi di vita, pazziper parlare, pazzi per essere sal-vati, vogliosi di ogni cosa allo stes-so tempo, quelli che mai sbadiglia-no o dicono un luogo comune, mabruciano, bruciano, bruciano, co-me favolosi fuochi artificiali colorgiallo che esplodono come ragniattraverso le stelle e nel mezzo sivede la luce azzurra dello scoppio

centrale e tutti fanno Oooohhh».

Una scena del film “Easy Rider”. A lato: il nuovo libro di viaggi di Maréchaux

menticato. Un uomo che hascelto di vivere in Italia, negliUsa, e poi di aprire un’agen-zia de presse a Parigi. Nonpossiede cellulare ed è asseta-to di libertà come i suoi be-niamini: uno dei suoi libri mi-gliori è Outlaws, Fuorilegge.Ha girato il mondo in lungoed in largo per accorgersi co-me – soltanto nel viaggio in sé – possa trovare una casa a mi-

sura sua.In questo libro (con in co-pertina un uomo a cavallo

lambito dalla polvere delle prate-rie) ha diviso gli scrittori in duecategorie:quelli che scrivevanoper viaggiare, e quelli che viaggia-vano soltanto per reperire un ma-teriale buono su cui scrivere. Traquesti ultimi uno spazio amorevo-le l’ha dedicato a Jack Kerouac(considerato uno dei suoi maestrinello scrivere) ed alla San Franci-sco dove l’autore più cool  della“beat generation” ha vissuto.

Kerouac si era fiondato a SanFrancisco – in una specie di imita-zione a rebours – perché sui docksdi questa città fatta a saliscendiJack London aveva trascorso la

sua adolescenza. Kerouac ci arri-

litana” per lui. Per Kerouac unodei nodi della sua “letteratura” sa-rà sempre questa eterna lotta trala grande città ed un posto ritira-to, illuminato bene, dove ritrovareuna quiete interiore mai assapora-

ta abbastanza. Un sentimento così

◆ Liliana Giobbi

a chi lo dice che il Vati-cano è in ritardo rispet-to ai tempi moderni?Pit-

tore, scultore, architetto, poeta,genio assoluto del Rinascimentoitaliano, e ora protagonista addi-rittura dell’innovazione digitale.Michelangelo Buonarroti di Ca-prese, nell’Aretino, esce dallemura vaticane e sbarca sull’iPad:Sarà possibile scaricare diretta-mente dall’Apple Store una nuo-va applicazione chiamata pro-prio“Michelangelo”.

Frutto della collaborazione trala Biblioteca Apostolica Vatica-

M

SECOLO D’ITALIA12 GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011

Page 2: «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate»

5/14/2018 «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate» - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/giuni-russo-la-voce-che-segno-unestate 2/3

 

GIUNI RUSSO, LA VOCECHE SEGNÒ UN’ESTATETRA LIBRI, VIDEO E CD IL RICORDO DI UN’INTERPRETE “PARTICOLARE”

Una bella immagine di Giuni Russo sul palco

◆ Alberto Samonà

essant’anni fa nasceva Giuni Rus-so, che non a torto può essere con-siderata una delle più interessanti

cantanti del panorama artistico nazio-nale contemporaneo. In tanti anni di car-riera, la sua voce è stata in grado di in-terpretare magistralmente sia successida hit parade, come le popolarissime

Un’estate al mare, Alghero e Limonatacha cha cha, che brani tratti dal reperto-rio colto, fra cui arie da camera e ro-manze di Bellini, Donizetti e Verdi.

Sun’artista in grado di coniugare cantabi-lità a sperimentalismo, in un insieme divoce e arrangiamenti che ne rivelanol’ingegno creativo e la curiosità per lasperimentazione.

Il punto di svolta avviene nel 1988, conla pubblicazione dell’album A casa di Ida

 Rubinstein, ispirato al nome dell’omoni-ma ballerina russa; con questo discoGiuni Russo abbandona il genere pop insenso stretto, per sperimentare un’eclet-tica contaminazione con sonorità classi-che, lirica e jazz. Il suo cambio di rotta larende raffinata anticipatrice di un gene-re, la cosiddetta «musica di confine», cheincomincerà a svilupparsi solamentedieci anni più tardi. Fra l’altro, proprioper celebrare Giuni Russo, qualche mesefa è uscito il cofanetto intitolato A casa di

 Ida Rubinstein 2011, contenente un cd eun dvd, con brani tratti dall’album del1988, nei quali l’inconfondibile voce dellacantante è accompagnata da musicisti difama internazionale del calibro di UriCaine, Brian Auger, Paolo Fresu e dallostesso Battiato. Il dvd contiene un inedi-to video tratto da un concerto tenuto dal-la cantante al Teatro Manzoni di Monzail 10 luglio del 1991, nel quale interpretaotto arie da camera e brani del propriorepertorio. Il suo viaggio nella speri-mentazione è in realtà una ricerca a tut-to tondo, che incontra quella di poeti co-me Jorge Luis Borges, scrittori e dram-maturghi, fra cui Giorgio Albertazzi, eviene approfondita dallo studio dei testisacri e dalla spiritualità carmelitana. Fragli autori che ispirano l’evoluzione diGiuni Russo c’è, infatti, Santa Teresa

d’Avila, la martire cristiana Edith Stein(Santa Teresa Benedetta) e Giovanni del-la Croce, proclamato santo nel 1726 e di-chiarato dottore della Chiesa nel 1926.

Nel tracciato spirituale di Giuni Russopuò essere annoverato anche il brano

  Bing Being Baing , scritto dall’autorefrancese Henri Thomasson, allievo delmistico greco-armeno Georges Ivano-

vitch Gurdjieff. Dal libro Prima dell’alba

dello stesso Thomasson sono, inoltre,tratte alcune frasi del brano intitolato Il vento folle. Alla medesima influenza spi-rituale sembra ispirarsi anche Fonti mo-bili del 1997, il cui ritornello è una frasedel libro Vedute sul mondo reale di Gur-djieff.

La piena maturità musicale e artisticaGiuni Russo la ottiene nel 2003, un anno

si, frasi tratte da quartine bibliche ed è

presente dappertutto una diffusa spiri-tualità, contrassegnata da un sentimen-to generale che rimanda alla necessità diun cambiamento interiore attraverso laricerca del Divino. Nello stesso album, cisono l’omonimo brano Morirò d’amore,con cui Giuni Russo partecipa al Festivaldi Sanremo, che può essere consideratoil suo testamento spirituale e nel qualesono presenti citazioni di Santa Teresad’Avila e San Giovanni della Croce, e ilbellissimo Vieni, pezzo ispirato a unapoesia di un mistico persiano e accom-pagnato da un arrangiamento ritmicoche rimanda alla tradizione delle danzerituali dei dervisci.

Da qualche anno il patrimonio crea-tivo e artistico della cantante è tutelatograzie all’azione dell’«associazioneGiuniRussoArte», fondata da Maria

Antonietta Sisini, che si prefigge, fral’altro, lo scopo di svolgere attività so-cio culturali volte allo studio, all’ap-profondimento e alla diffusione dellamusica di Giuni Russo, e di raccoglie-re, conservare e pubblicare il materia-le documentario riguardante la vita el’attività di quest’artista, senz’altrounica e insuperata nel suo genere.

Fra le collaborazioni storiche dellacantante palermitana, le più significativesono quelle con Franco Battiato, autoredei testi di alcuni dei suoi massimi suc-

cessi, e con la musicista e produttriceMaria Antonietta Sisini, inseparabilecompagna di tutta una vita. La specialitàdi Giuni è sopratutto la sua notevolegamma vocale, estesa su quasi cinque ot-tave, che la rende unica nel panoramamusicale italiano. La sua evoluzione ar-tistica viene anticipata nel 1984 dall’usci-ta dell’album Mediterranea, che rivela

Fra le collaborazionistoriche della cantante

quella con FrancoBattiato, autore

di alcuni dei suoipiù grandi successi

DA BIANCANEVE A SHAKESPEARE,IL TEATRO ADESSO PARLA AI BAMBINI

◆ Giorgio Sigona

ai “giovani” Cesaroni alle marionet-te di Cuticchio e Colla, passando peruna carica di favole, musical e un piz-

zico di Shakespeare. Chiuse le scuole, qualemiglior occasione per portare a teatro anchei bambini? Da prima di Natale fino al weekend della Befana si può scegliere tra tantissi-mi titoli, anche fuori dai circuiti dedicati econ il divertimento assicurato anche per gliadulti. Direttamente da una delle serie tv piùamate, arrivano a teatro Gli imprevedibili ra-

 gazzi dei Cesaroni, ovvero le avventure e iprimi amori in commedia musicale dei pro-tagonisti più giovani della fiction di Canale 5,Rudi e Jolanda, interpretati proprio da Nic-colò Centioni e Giulia Luzi (Roma, fino all’8gennaio).

Punta massima della tradizione dei puparisono invece le marionette di Mimmo Cutic-chio all’Auditorium della Musica di Romadal 27 dicembre con O a Palermo o all’inferno- ovvero lo sbarco di Garibaldi in Sicilia , men-tre, al Piccolo di Milano, la storica Compa-gnia di Carlo Colla & Figli porta in scena finoal 31 La bella addormentata nel bosco . Pensa-to per i bambini dagli otto anni in su, sempreal Piccolo, è Canto la storia dell’astuto Ulisse,viaggio di Flavio Albanese attraverso episo-di e personaggi dell’Odissea, tra il gigante Po-

DL’Aquila (oggi), dal viaggio tra il dolce e il sa-lato dei cibi che arrivano dall’Africa, SudAmerica e Irlanda di   È pronto! A tavola aCormonao (6-8 gennaio) fino alla tradiziona-le favola monferrina di Gelindo al Teatro Er-ba di Torino nell’allestimento quarantacin-quennale di Gian Mesturino (domani e 26 di-cembre). Nell’anno con più musical in tour-née, inevitabile che siano loro a farla da pa-drone anche tra i bimbi, da un successo or-mai consolidato come Aladin a La sirenetta,passando per Heidi, Alice nel paese delle me-raviglie,  Biancaneve,   Il libro della jungla,

 L’arca di Giada, due titoli più “adulti” mamolto divertenti come Sister Act (al Naziona-le di Milano) e il travolgente Mamma Mia (alBrancaccio di Roma) fino al Fantavole Show,dove capita di incontrare Cappuccetto rossocon lupo vegetariano che non vuole mangia-re i tre porcellini o Alice che non trova più ilBianconiglio (Bologna, 6-8 dicembre).

Per le bimbe che sognano di diventare bal-lerine, ecco a Roma il Balletto Municipale diKiev con il Lago dei Cigni e la favola di Nata-le per eccellenza, Lo schiaccianoci (Quirino,oggi e domani), danzato nella sua versionepiù classica anche da Gaia Straccamore alTeatro dell’Opera (fino al 30) e dal Balletto diMosca La Classique (Genova, Carlo Felice 28-29); e poi a Milano il Russian Classic Theatre,ancora con il Lago dei cigni e la Giselle (Tea-

tro Nuovo 25-26 dicembre e 1-2 gennaio e poia Trieste il 4 gennaio). Se la magia del teatroha funzionato, perché non osare ancora, ma-gari con la più colorata delle opere shake-speariane, il Sogno di una notte di mezza esta-te, in scena a Milano nella versione dedicataai ragazzi delle superiori del Teatro Studio(27-30 dicembre) e in quella ormai cult di ElioDe Capitani all’Elfo Puccini (fino al 31).

lifemo, il canto delle Sirene, la maga Circe,Penelope e Telemaco. Ben due gli adatta-menti del Canto di Natale da Charles Dickens(al Duse di Genova fino a domani e al Quirinodi Roma dal 5 all’8 gennaio), mentre a MilanoCristina Crippa porta all’Elfo Puccini la favolamoderna de Il bambino sottovuoto, dal roman-zo della scanzonata scrittrice austriaca Chri-stine Nostlinger (fino all’8 gennaio). Ancoradue classici al Puccini di Firenze, che uno dopol’altro presenta L’isola dei pappagalli con Bo-naventura prigioniero degli antropofagi, com-media musicale da Sergio Tofano con le note diNino Rota (22-23), e poi Il piccolo principe daSaint-Exupery nella storica messa in scena diItalo Dall’Orto (6-8 gennaio).

Per i più piccini, ecco in arrivo i “CuccioliShow”, con gli attori e i cartoni del lungome-traggio Cuccioli - Il codice di Marco Polo im-pegnati in un’altra avventura a Venezia.Questa volta i sei Cuccioli, in compagnia delburbero Capi e del simpatico Assistente (Ser-gio e Francesco Manfio) dovranno impedirealla perfida Maga Cornacchia di prosciugaree asfaltare la laguna per trasformarla in unacittà come tutte le altre (Legnano il 23 e Je-solo il 30 dicembre). E poi ancora tante favo-le, dal bosco di dolci e caramelle del Pan diZucchero al Cortile Platamone (Catania, 26dicembre) ai clown Bianco, Budino e Teteadel Circo di Natale a La Casa del Teatro de

prima della sua morte, con l’album Mo-rirò d’Amore, i cui testi sono scritti da leistessa insieme a Maria Antonietta Sisinie gli arrangiamenti affidati, fra gli altri, aFranco Battiato. Nei quindici pezzi checompongono l’opera riecheggiano cita-zioni della tradizione carmelitana, versidi poesie sufi, inni tradizionali giappone-

A sette anni dalla suascomparsa, periodicamen-te vengono proposti nuovicd, antologie e progettimusicali sui suoi successi,

che, si spera, scongiurinoil rischio che l’Italia di-mentichi frettolosamentequesta sua straordinariaartista, la cui vicenda mu-sicale ha registrato neltempo un’eccezionale evo-luzione, dal pop fino allenote e alle armonie dellamusica sacra. Non manca-no poi i dvd dedicati a lei eanche un libro della scrit-trice Bianca Pitzorno, inti-tolato emblematicamenteGiuni Russo. Da un’estateal mare al Carmelo.

SECOLO D’ITALIA 13GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011

Page 3: «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate»

5/14/2018 «Giuni Russo, la voce che segnò un’estate» - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/giuni-russo-la-voce-che-segno-unestate 3/3