GIUGNO 2011 - Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino · Che bello all’Archeopark! .....22...

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Periodico dell’Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino - Via P.L. Nervi, 1 - 23013 Cosio Valtellino (SO) - [email protected] - GIUGNO 2011

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IMMAGINI1° di copertina Chiara Marchettini

2° e 4° Francesca Martinalli

IL PIPISTRELLOAnno XVII N° 3 - Giugno 2011Esente da legge sulla stampa

n. 47/1948Soggetto alla C.M. 242/1988

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REDAZIONEBulanti Anita

Colli Benedetta Darra Mattia

Fumiatti Alessandro Martinalli Alessio

Zenuni Liridon Ruffoni Rebecca

Fazzini Lia Margolfo Chiara

Cornaggia M. Maria Harizaj Martina

Cornaggia Emanuele Arnoldi Martina

Moiola Linda Curtoni Matteo Rabbiosi Sophia

CoordinatoreLuciano Vaninetti

SOMMARIOUn pomeriggio al museo Angelo Vaninetti .............. 1Ecomuseo della Valgerola:un museo a cielo aperto .................................................. 3Francesco Gavazzi, visto da vicino ............................... 5Il nucleare: il grande rischio ............................................ 6Aurelio Moiola, una vita da collezionista ................... 8Trento, una città che val bene una visita ...............10Al Planetario e al Museo del Novecento ...............11Due giorni a Torino, un tuffo nella storia ...............12Di seme in seme ............................................................... 14Pippo e Girasole ................................................................ 15Baby english ........................................................................ 17Che bello si va a teatro! .................................................18Grazie mamme per la vostra sensibilità… .............19Finalmente eccoci:vediamo la nostra fattoria a Bolgare! .....................20Che bello all’Archeopark! ..............................................22Giochiamo al…detective .................................................23Progetto: “Arte di casa nostra” .................................24Laboratorio artistico ....................................................... 26Melodie canadesi alla Primaria di Regoledo ........27A Mantova, alla scoperta degli Etruschi ................27Una gita fantastica .......................................................... 28Una città che nasce dalle acque ...............................29L’archeologo… al lavoro .................................................30La gita al parco delle Cornelle ....................................33Da dove siamo venuti? ...................................................34Laboratorio di Poesia .....................................................35Conosciamo la religione greco-ortodossa ............36

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1Angelo Vaninetti nasce a Regoledo l’ 8 febbraio 1924. Dopo gli studi a Brera a Milano, realizza la sua pri-ma mostra nel 1956 a Sondrio. Espone in Italia e all’estero i suoi quadri, conseguendo premi e ricono-scimenti. Le tecniche usate dall’artista vanno dall’olio, all’ acquarello, dal pastello alla tempera, dall’incisione alla litografia. Nella sua vita realizza circa 3000 qua-dri. Muore a Regoledo il 22 marzo 1997.Giovedì 14 aprile la redazione del Pipistrello, quel giorno decimata a causa di gite scolastiche e malanni, è andata a visitare il museo dedicato al pittore val-tellinese Angelo Vaninetti, in via Bernasconi. Siamo

partiti in bici da scuo-la. Arrivati, ci ha su-bito accolto una delle tre figlie di Vaninetti, Annalisa.Entriamo in una stan-za non molto grande e partiamo per la no-stra visita con i premi che ha ricevuto An-gelo. Il primo viene letto ad alta voce da Sofia: “L’ente pro-vinciale del turismo di Sondrio conse-gna ad Angelo Va-ninetti la medaglia d’oro il 28 settem-bre 1961…”.

Poi tocca a Emanuele: “Il comune di Milano consegna l’Ambrogino d’oro al signor Angelo Vani-netti…”. Poi di nuovo: “L’amministrazione comunale di Sondrio consegna ad Angelo Vaninetti la medaglia d’oro…”. Usciamo dalla stanza, attraversiamo un cortiletto e rientriamo in un’ altra casa. Annalisa ci spiega che la casa in cui era esposto il museo la fece costruire Angelo anni prima, in modo che sua figlia, già sposata, ogni tanto lo venisse a tro-vare. La signora ci fa notare un quadretto, piccolo, raffigurante un gatto. E ci racconta la sua storia… “Mio marito un giorno disse a mio padre “Tu dise-

gni sempre oggetti, porte o finestre. Ma non hai mai disegnato degli animali. Non sei capace, per esem-pio di fare un gatto! Non sei capace!” Ovviamente lo diceva scherzando. Ma il papà volle dimostragli di saperlo disegnare.. Così si mise all’opera e dopo una settimana si presentò a mio marito dicendogli “Ecco. Visto che so disegnare un gatto? Tieni, questo quadro voglio regalartelo. Ricordati sempre che gli occhi di quel gatto sono i miei occhi. Quando non ci sarò più, ti potrò vedere tramite questo quadro.” Nella stanza, questa volta, non ci sono solo quadri: c’è anche un carrellino di ferro, ammaccato, vecchio, con sopra tutti gli oggetti che Angelo usava per i suoi quadri. Matite, pastelli colorati, pennelli… Annalisa aveva fatto una pausa e ne ho approfittato per farle una domanda: “Che ricordi ha di suo padre?”Annalisa sentendo questa domanda fa un sorriso. Si capisce dal suo volto che ha dei bellissimi ricordi del-la sua infanzia con suo padre. I suoi occhi parlano più della sua bocca. Inizia a raccontare… “Ho dei ricor-di meravigliosi. Mio padre era un uomo tenace. Fin da piccola mi portava nei musei d’arte, alle mostre. Mi ha insegnato ad amare gli artisti, i quadri, l’arte. Mi diceva “senza l’arte non si può vivere.” E io cre-

“Gli occhi di quel gatto sono i miei”

Un pomeriggio al museo Angelo Vaninetti“Nella mia arte c’è speranza, non c’è mai ribellione o disperazione”

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2do che non ci sia frase più giusta, più vera che possa esistere sull’arte. Lui mi faceva notare tanti piccoli particolari nei quadri e da quei particolari mi insegna-va a capire se un artista era valido o meno. Non mi insegnava solo a disegnare ma, soprattutto, a capire i quadri. Tramite l’arte lui mi insegnava a combattere nella vita”.Usciamo dalla stanza. Appeso al muro c’è una parte del suo diario. Qui riporto le frasi che mi sembravano più importanti, più profonde. “La mia arte: questo è il dono più grande che Dio mi ha fatto”, “Mi riten-go moderno, anche se dipingo oggetti antichi, “Nella mia arte c’è speranza, non c’è mai ribellione o dispe-razione”. Saliamo le scale. Arriviamo in una stanza più grande. Sulle pareti quadri di Vaninetti. Al centro un tavolo con delle sculture. Annalisa ci spiega che ha voluto mettere delle opere degli scultori famosi contemporanei di suo padre.Saliamo di nuovo le scale. La nostra atten-zione viene subito ra-pita da un teschio sul pavimento, in un ango-lo, ai piedi di un caval-letto.Annalisa ci racconta “Il papà voleva rappre-sentare in uno dei suoi quadri un teschio. Ma per farlo aveva bisogno di un teschio vero. Così chiede a un suo ami-co di procurarglielo.

L’amico non sa come fare e Angelo gli suggerisce di andare al cimitero. Così, non si sa come (suo padre non glie l’ha mai voluto dire), il giorno dopo l’ami-co si presenta a casa di Angelo con un bel teschio in mano. Angelo, soddisfatto, realizza il suo quadro.“Nella stanza c’è anche un quadretto di un bellissimo merlo. Angelo un giorno era in giardino, lui amava la natura. Tutti i giorni c’era un merlo che cinguettava sull’albero. Angelo gli disse: “Ma sì, certo che ti di-pingo”. E realizzò questo bellissimo quadro.Alla fine Annalisa ci accompagna all’uscita e, per chi vuole, c’è un quaderno dove scrivere una frase sul museo o sull’arte. Poi usciamo, prendiamo le bici-clette e torniamo in redazione perfettamente puntuali.

A cura di Chiara M.

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3Dato che sugli scorsi numeri de “Il Pipistrello” erano comparsi degli articoli provenienti dalle scuole ele-mentari che parlavano di attività didattiche realizzate da un certo Ecomuseo della Valgerola e quest’ estate a Gerola ho potuto conoscere questa istituzione attra-verso le numerosissime manifestazioni organizzate, ho pensato di proporre l’ argomento in redazione, che è stato subito accettato dal prof. Vaninetti, che aveva già visitato il loro sito internet. Abbiamo allora deci-so di organizzare una conversazione con il direttore dell’ Ecomuseo della Valgerola Ettore Acquistapace, che giunto in redazione giovedì 28 aprile, ha fornito esaurienti risposte alle nostre domande. Ringraziamo Ettore per la disponibilità.

Ci dica qualcosa di lei.Io sono Ettore Acquistapace, sono un insegnante in pensione e, come vedete dal cognome, sono di Gero-la, e precisamente, della frazione Case di Sopra.Cos’ è un Ecomuseo? Di cosa si occupa?Un Ecomuseo non è un museo o un palazzo, è un ter-ritorio in cui si fondono natura, storia, cultura e gusto. La natura vuol dire il territorio, i boschi, le monta-gne. La storia vuol dire come l’ uomo ha vissuto nella natura. La storia di Gerola inizia nel 1238, quando, come racconta un documento presente e consultabile nell’ Archivio Parrocchiale di Gerola, viene venduta l’ alpe di Trona ad un Curtoni, anche se c’è un docu-mento molto più antico, ma un po’ sospetto, che spo-sta ancora più indietro la nascita del paese intorno all’ anno mille. La cultura non rappresenta il sapere dei gerolesi, perché erano analfabeti, ma il loro modo di vivere: coltivare, pascolare le bestie, tessere e curarsi. Il gusto rappresenta tutto ciò che i gerolesi potevano trovare da mangiare: castagne, segale, orzo, miglio, latte, formaggio, fragole, mirtilli, parüc, tarassaco, ortiche. Come e quando è nato l’ Ecomuseo della Valgerola?L’ Ecomuseo della Valgerola è nato 3 anni fa. Visto che c’era un bando della Regione Lombardia, che prevedeva il finanziamento di attività e/o associazioni che valorizzassero il territorio, il sindaco ha fatto do-manda che ha avuto una risposta positiva. La regione ha mandato del personale in incognito per verificare se quanto dichiarato corrispondesse alla realtà.

Una nuova istituzione che coinvolge anche il nostro comune

Ecomuseo della Valgerola: un museo a cielo apertoUna fusione tra natura, storia, cultura e gusto

Quali attività svolge?L’ Ecomuseo della Valgerola svolge attività didatti-che, organizza le strutture ricettive per gli eventi e cerca di fare ulteriori ricerche storiche sul territorio.Quali attività didattiche svolgete?Noi dell’ Ecomuseo svolgiamo vari tipi di attività di-dattiche, alcune di esse sono: La filiera del latte La spesa la faccio io La tela di Penelope Homo Salvadego In vena di ferro Il calore della lana La vera storia del BedulinPer quale fascia di età sono realizzate le vostre at-tività?Le nostre attività sono pensate per bambini e ragazzi dalla scuola materna alle superiori.Le risorse finanziarie da dove provengono?Su ogni progetto che viene realizzato la regione sot-toscrive il 50% delle spese, un ruolo importante ha il comune di Gerola che finanzia il rimanente. Altre risorse vengono dalla Provincia, dalle donazioni di privati e, da quest’anno, dal 5xmille nella denuncia dei redditi. Come siete organizzati?L’ Ecomuseo è guidato dal comitato direttivo, che è formato dai sindaci e da alcuni rappresentanti dei co-muni facenti parte dell’ Ecomuseo: Gerola, Pedesina, Rasura e Cosio Valtellino, dal direttore, dal direttore delle attività Sergio Curtoni e dal comitato scientifico.Presentate un bilancio a fine anno?Si, a fine anno si presenta un rendiconto in regione.Avete degli sponsor?Si, abbiamo degli sponsor, che però non ci danno sol-di, ma ci forniscono di bevande alle manifestazioni: sono infatti la Levissima e alcune case vinicole val-tellinesi. Come vi fate conoscere?Noi ci facciamo conoscere con gli stand e le attività didattiche nelle manifestazioni più importanti come la Sagra del Bitto, la Sagra della Mascherpa, la Sagra del Mirtillo e le altre sagre che si tengono in valle. In quanti lavorate nell’ Ecomuseo?Non diciamo “lavorate”, perché non riceviamo uno

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4stipendio. Comunque, siamo circa 20 per-sone che, in occasione delle sagre, diven-tano circa un centinaio.Quali associazioni fanno parte dell’ Eco-museo?Ne fanno parte varie associazioni della Valgerola: il gruppo degli alpini, il coro “Amici di Gerola”, le Pro Loco di Gerola, Pedesina e Rasura-Mellarolo, il Presidio Slow Food del Bitto, la Casera di Gerola, la parrocchia e il suo mensile “Campane e Voci”.La popolazione locale come ha accolto la nascita dell’ Ecomuseo?I residenti erano già informati, molte atti-vità che adesso svolge l’ Ecomuseo erano svolte dalle singole associazioni. La gente si offriva già prima, ora è forse la loro di-sponibilità è aumentata. Quali relazioni avete con le scuole?Noi dell‘ Ecomuseo andiamo nelle scuole per proporre le nostre attività didattiche e loro vengono da noi a Gerola per metterle in pratica. Per questa primavera abbiamo già più di 80 classi prenotate.Quali sono le relazioni con gli enti ter-ritoriali, Comunità Montana di Morbe-gno, Amministrazione Provinciale?Le relazioni con gli enti territoriali sono buone, andiamo da loro a presentare i no-stri progetti che vengono sempre sottoscritti ma, pur-troppo, scarsamente finanziati.É l’unico Ecomuseo in Valtellina?No, non è l’ unico, ci sono anche ad Albaredo, a Lan-zada e quello Bianzone, legato ai terrazzamenti re-tici.Come si diventa direttore?Visto che non voleva farlo nessuno mi sono offerto ed essendo laureato e con competenze specifiche mi hanno accettato.Quali sono i suoi compiti principali?Non ho un compito specifico: tengo i contatti con le istituzioni, mi offro come guida turistica durante le sagre e molto altro.Avete incontrato difficoltà nella storia dell’ Eco-museo? No, grosse difficoltà non ne abbiamo mai trovate.Qual è la cosa che le ha dato più soddisfazioni?Di sicuro, visto il mio passato da insegnante, vedere

così tante classi che arrivano per conoscere la nostra valle. Qual è il progetto che le sta più a cuore?I progetti che mi stanno più a cuore sono lo sviluppo dell’ Ecomuseo e il mantenimento del territorio.Aspetti positivi e negativi di questo lavoro.Un aspetto positivo è quello di lavorare approfonden-do le conoscenze del nostro territorio. Aspetti negati-vi non ce ne sono.Cosa rappresenta il vostro simbolo?Il nostro simbolo rappresenta tre cime con il tetto del calecc, la tipica costruzione dove si fa il Bitto.Che idee avete per il futuro?Idee precise non ce ne sono, mi auguro che l’ Ecomu-seo continui a svilupparsi e che abbiamo il successo che abbiamo avuto in questi tre anni.

A cura di Matteo C., Mattia D.,Alessio M. e Alessandro

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5Immaginiamo che molti di voi sappiano che Francesco Gavazzi è il ciclista professionista su strada più importante che la Valtelli-na abbia mai prodotto. Vi facciamo notare che è stato convocato nella nazionale di ciclismo che ha partecipato al mondiale di Mel-bourne 2010. Uno dei redattori, Emanuele, l’ha conosciuto al Fan Club, associazione di tifosi di Gavazzi, in occasione della cena rituale che si tiene alla fine di novembre. È un tipo simpatico, quando l’ho conosciuto ho provato una forte emozione. Solo suc-cessivamente mi sono interessato ancora di più al ciclismo, mi sono appassionato a tal punto che ora lo pratico pure io.Mentre io e mio papà andavamo a casa di Francesco ci siamo fermati ha comprare una torta-gelato per l’occasione.Arrivati a Talamona siamo entrati lungo il vialetto che portava all’ingresso di casa Gavazzi. Ci ha accolti sua madre e ci ha fatto accomodare in sala. Quando ci ha servito la torta-gelato, noi sta-vamo parlando fitto fitto di calcio e di bici.Dopo il dolce ho seguito Francesco in cucina per l’intervista, du-rante la quale il ragazzo di sua sorella ironizzava su tutte le do-mande che io serio gli sottoponevo.A fine conversazione la mamma di Francesco andò in camera e prese alcuni poster autografati. Alla fine della serata, molto sod-disfatto per la buona riuscita dell’intervista, sono tornato a casa: avevo assolto il mio compito in modo positivo.

Il mondo sportivoCome è iniziata la sua passione per il ciclismo?Quando ero piccolo, mio papà guardava le corse in bici, allora anch’io mi sono appassionato e, a 14 anni, ho iniziato a correre in bici.Quale è stata per lei la vittoria più importante?Sicuramente la terza tappa al giro dei Paesi Baschi dell’anno scorso.A Talamona c’è un suo Fan Club?Si, è composto da circa 200 per-sone e nelle corse più vicine fa il possibile per venire a vedermi.Quando si allena e per quanto?Tutti i giorni dalle 2 alle 6 ore.Quali sensazioni prova durante la gara?Emozione nelle parti finali dove posso tentar la vittoria, mentre durante la corsa invece sono tran-quillo, rido e scherzo con altri ci-clisti.

Un grande campione delle due ruote

Francesco Gavazzi visto da vicino“Il ciclismo è un piccolo mondo e come tutti i mondi c’è gente che prova a rubare.”

Di media quanti chilometri percorre all’anno?Circa 30.000/35.000 calcola che in macchina ne faccio circa 15.000/20.000.Ci spieghi cosa lo ha portato alla Lampre?Da dilettante mi hanno visto in azione e poi mi hanno seguito in diverse manifestazioni ciclistiche e, visti i buoni risultati, mi han-no convocato. Dapprima mi hanno preso in prova, per valutare da vicino e con sicurezza le mie potenzialità. Nel 2007, siccome rispondevo positivamente alle loro aspettative, c’è stata la confer-ma ufficiale: ero un ciclista professionista per una grande società, la Lampre.La sua prima vittoria l’ha dedicata a qualcuno?Non mi ricordo bene, ma probabilmente a me, ai miei famigliari e alle persone che mi stanno vicino, anche nei momenti più tristi.Cosa pensa dei ciclisti dopati?Come al mondo c’è gente “cattiva” nel ciclismo ci sono i dopati. Il ciclismo è un piccolo mondo e come tutti i mondi c’è gente che prova a rubareIn media quante gare fa all’anno?Circa 80-90 corse tra giri e classiche, nel periodo tra gennaio e ottobre.Per lei quale è stata la classica o il giro più difficile?Sicuramente la Liegi – Bastogne – Liegi.Dove ha affrontato la salita più faticosa?Difficile scegliere ma probabilmente il Mortirolo durante il mio primo giro d’Italia nel 2008, in allenamento non ci vado mai per-ché è un’ascesa veramente impressionante, una delle più dure in

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6assoluto.Com’è strutturata la sua dieta?A casa mangio di tutto, cercando di evitare i fritti, dolci e gras-si; quando devo correre mangio pastasciutta o riso a colazione, dopo la corsa faccio un abbondante colazione e a cena mi conce-do antipasto, contorno, primo, secondo e una fetta di torta.Cosa ne pensa sull’uso dei caschetti: secondo lei è giusto che diventi obbligatorio per girare in bicicletta?Sono d’accordo che diventi obbligatorio, anche se io non sono un buon esempio perché in allenamento non lo indosso mai.

Il mondo privatoÈ stata bella la sua infanzia?Si, giocavo molto a calcio con i miei amici.Pratica altri sport oltre al ciclismo?Adesso solo in bici, ma in inverno faccio corsa, qualche camminata e giro anche in mountain bike, da piccolo ero amante del calcio.

Quali sono i suoi hobby?Viaggiare in posti di mare, in cerca di luoghi caldi. Anche l’Inter mi sta molto a cuore, ma più che uno hobby è una passione.È sposato?Non ancora ma convivo.Fa dieta tutto l’anno?Si, d’inverno però è più difficile, perché faccio meno allenamento e col freddo si tende a mangiare di più.Cosa fa durante il giorno?Dopo aver fatto colazione, mi alleno fino all’una, pranzo, mi ri-poso un paio d’ore sul divano, poi faccio una passeggiata a piedi, a volte col cane; qualche volta sono io che ho l’incarico di fare la spesa.Quando è nato e dove?1/08/84 a Morbegno.Ha un soprannome?Gava.

A cura di Emanuele C., Martina A. e Liridon

Negli ultimi tempi avrete sentito spesso parlare di centra-li nucleari o atomiche. Le centrali producono radiazioni dannose per l’uomo e l’ambiente. Esse hanno sia aspetti positivi che negativi. Oggi scienziati e ingegneri fanno di tutto per migliorare procedure e tecniche costruttive per evitare incidenti come quelli di Chernobyl. Ma tali rischi non potranno mai essere completamente annullati, come ha dimostrato quello che è accaduto a Fukushima, in Giappone. Inoltre l’uranio sta per esaurirsi. Prima del disastro si pensava di passare al nucleare anche in Italia come in altri paesi. Naturalmente le opinioni delle perso-ne sono cambiate radicalmente dopo aver visto le gravi conseguenze in Giappone. Noi ragazze della redazione “Il Pipistrello” abbiamo deciso di fare un sondaggio sul nucleare perché vogliamo sapere il parere di un buon numero di persone su questo importante argomento, an-che in vista del referendum del 12 giugno. Così ci sia-mo sguinzagliate per Morbegno, Regoledo e Cosio per raccogliere almeno 150 pareri. Le risposte le abbiamo sistemate nei grafici che permettono una migliore vi-sualizzazione delle opinioni e degli orientamenti delle persone che abbiamo “sondaggiato”. Martina Harizaj e

Sophia Rabbiosi hanno avuto il compito di condurre il sondaggio. La prima ha operato a Cosio, la seconda a Regoledo e Morbegno. Le persone coinvolte sono state molto disponibili. Le nostre incaricate sono state ac-colte in casa e hanno potuto svolgere il loro lavoro in maniera ottimale.

Dopo Chernobyl…Fukushima

Il nucleare: il grande rischio Atomo sicuro o energia rinnovabile?

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7I numeri parlano da soli e quindi ogni commento ap-pare superfluo. Sarebbe curioso conoscere le opinioni dei lettori de “Il Pipistrello” per avere il polso della situazione nel nostro territorio. Di certo il Referen-

dum sul nucleare è alle porte, vedremo da lì dei risul-tati definitivi. Una previsione in merito la potrebbe fare chiunque senza essere degli indovini patentati, a meno che…

A cura di Sophia, Linda, Martina H. e Matteo

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8Il signor Aurelio Moiola è venuto a trovarci in redazione per l’inter-vista collettiva il 12 maggio, ha risposto con piacere alle doman-de poste dai vostri “giornalisti in erba” preferiti. Si è seduto tran-quillamente accanto al prof e ci ha rivelato con semplicità, ma con un entusiasmo contagioso la grande passione di tutta una vita.Sappiamo che lei è un collezio-nista... Che cosa colleziona? Io colleziono svariati oggetti.I più interessanti sono monete, minerali, francobolli, cartoline dei primi del ‘900, in particolare della zona della bassa Valtellina, chiavi fatte a mano del 1500-1700 con relative serrature, lampade, an-tiquariato in genere, reperti della prima guerra mondiale, radio, pesi di antiche bilance, coltelli, santini e raccolta di figurine Liebig.Da dove nasce la sua passione?E’ nata quasi per caso il giorno in cui sono andato con mio padre a Chiavenna per visitare il Museo del Paradiso gestito da un suo amico. In quella occasione il direttore mi ha regalato dei minerali a cui mi sono subito affezionato e da lì mi è venuta la voglia e ho iniziato ad appassionarmi, poi dalla ricerca in montagna al desi-derio di collezionarli il passo è stato naturale. Mentre l’amore per i francobolli è nato grazie alla vecchia direttrice delle poste di Re-goledo che abitava prioprio nella casa vicino alla mia e ogni volta che arrivavano dei nuovi francobolli me ne regalava una serie. Qual è la prima la sua prima collezione?Vi sembrerà incredibile ma quasi in contemporanea ho comincia-to con minerali, monete e francobolli.Perchè proprio questi oggetti?Non c’è un perchè quando nasce una passione è come se fosse lei che ti guida, in pratica sono le cose che mi hanno ispirato.Quale ama di più?Quella a cui tengo di più a che mi occupa più tempo in que-sto momento della mia vita è quella dei cimeli storici della prima guerra mondiale.Quando osserva la realtà la pensa in termini collezionistici?E’ difficile rispondere…. Ma si, in effetti guardo molto le cose che potrei collezionare, per esempio quando sono in vacanza e vedo una frana vado subito a controllare se c’è qualche minerale che mi può interessare. Partecipa a mostre di collezionismo?Si, si, io partecipo a mostre e anche a mercatini in cui è pos-

sibile scambiare oggetti da collezionare. Partecipo soprattutto a mostre-mercato che riguardano i minerali.In quali città si tengono?Io per partecipare a queste mostre sono andato in diversi posti tra cui Milano, Verona, Torino, Vicenza, il Lago di Como, il Veneto e, ovviamente, la Valtellina.Quando non sono in mostra dove tiene tutte queste collezioni?A casa queste cose sono dentro dei cassettoni o all’interno di teche nel mio garage.Qual è la cosa che per lei ha più valore affettivo?Le collezioni a cui tengo di più sono sicuramente quelle di minera-li e delle monete del Regno d’ Italia prima degli anni 2000.E quella con più valore monetario?La cosa che vale di più è un moneta da 20 lire d’argento dell’anno ‘36, che mi sembra che valga all’incirca 3000 euro, di buon valore ci sono le 2 lire del 1911 valgono 1000 euro, possiedo anche un tallero di Umberto I che dovrebbe valere circa 600 euro.E’ faticoso fare il collesionista?Quella che mi è costata molta fatica è sicuramente quella dei mi-nerali, per il fatto di salire in montagna, di trovarli dopo ore di cammino e di ricerca e alla fine di caricare il tutto nello zaino per portarli a casa.Fa parte di qualche associazione di collezionisti?Io faccio parte del Circolo Numismatico morbegnese.Da quanto tempo?Io sono nel circolo dalla fondazione, avvenuta negli anni ‘90 quan-do eravamo in 6 o 7 soci fondatori, mentre adesso siamo in circa 120 collezionisti.

Più che un hobby è una passione

Aurelio Moiola, una vita da collezionistaEcco tutti i suoi segreti

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9Che relazione ha con gli altri collezionisti?Due o tre volte al mese ci troviamo nella sede del circolo per mostrare le collezioni, per scambiare degli oggetti che si hanno doppi con altri oggetti o avendo in cambio dei soldi.Che tipi sono i collezionisti?Credo di non sbagliare se li definisco “matti” o comunque molto originali.A fare il collezionista che cosa si guadagna?Non si guadagna niente, almeno economicamente, si guadagna in passione, voglia di vivere, di conoscere, di viaggiare.Sono invidiosi gli altri collezionisti?Si, si in effetti c’è molta competizione fra noi collezionisti del cir-colo.Come fa a trovare i cimeli della prima guerra mondiale?Per trovare cimeli delle guerre bisogna effettuare delle ricerche sui ghiacciai, in cima agli alpeggi, il reperto più particolare è stato trovato circirca 3 anni fa nella Valle dei Vitelli, nel Parco dello Stelvio. Era uno scudo da trincea, pesantissimo roba da 40 o 50 kg. , questo scudo si pensa sia caduto dal monte Cristallo. Ora si trova nel museo Donegani al Passo dello Stelvio. Che consigli da ad un collezionista in erba?Consiglierei di non spendere troppi soldi per completare le colle-zioni e di guardere nei solai delle case, è li che si trovano le cose più interessanti. Come ha reagito la sua famiglia alla sua passione?Bene... Pensate che ho trasmesso la passione anche a mia moglie

che ormai si è abituata ad avere poco spazio in casa, perché viene occupato dalle collezioni che tendono a crescere.Abbiamo ammirato la collezione di minerali che ha donato alla nostra scuola?Vi confesso che avevo molti oggetti doppi e allora ho pensato che avrebbero fatto bella mostra di sé a scuola, magari facilitando la nascita di qualche collezionista e anche perchè così rimarrà un ricordo. Ho donato dei minerali anche alle scuole di Novate Mezzola e di Talamona. Qual è stata la cosa più bizzarra che ha trovato?La cosa più bizzarra che ho trovato è stato un macinino da caffè con una forma stranissima.Il suo sogno nel cassetto?Quello di accumulare più collezioni possibili per mettere insieme una mostra.Qual è il minerale più prezioso?Tra quelli che possiedo quello con più valore è la demantoide che vale sui 10000 euro.Quali sono i suoi minerali preferiti?Preferisco in assoluto le acquemarine e i granati.A conclusione di questa interessante chiacchierata, Aurelio ha invitato tutta la redazione a visitare le sue collezioni per cui il 26 maggio saremo a casa sua così potremo vedere dal vivo la pas-sione di una vita.

A cura di Anita, Benedetta e Rebecca

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10 Dalla Torre del falco alla Torre dell’aquila

Trento, una città che val bene una visita!Il castello del Buonconsiglio e il passare delle stagioni

Erano le 5.30 del 14 aprile quando i ragazzi del-le classi prime, molto assonnati per la sveglia troppo mattiniera, si sono messi in viaggio per la loro gita, la splendente e alla prima vista no-iosa, Trento. I ragazzi erano accompagnati dai professori, Pezzini, Pezzola, Libera, Ciacciarel-li e Zugnoni. Giunti a Trento i ragazzi eccoci al castello del Buonconsiglio. Per incominciare le guide hanno spiegato ai ragazzi qualcosa sul ca-stello, in seguito i ragazzi sono stati portati su una terrazza dalla quale si poteva ammirare un bellis-simo panorama di Trento e i tetti delle numerose chiese. Poi gli alunni si sono spostati in una stan-za dove erano state portate delle stufe dell’epoca medioevale, queste erano costruite sul posto, non avevano sportelli anteriori perchè la legna si inse-riva all’interno di stufe attraverso dei buchi poste sul retro. Il calore si espandeva anche nelle stanze vicine e durava a lungo. Successivamente la guida ha con-dotto i ragazzi lungo le mura del castello fino alla Torre del falco dove si potevano ammirare stupendi dipiniti narranti una caccia col falcone che ai tempi del medioevo era un’atti-vità molto praticata dai nobili trentini. La “passeggiata” sulle mura è stata la tappa successiva, il cicerone li ha condotti alla seconda torre: la Torre dell’aquila. In questa torre c’era il di-pinto “Il ciclo dei mesi”, questo bellissimo dipinto rappresen-tava appunto il passare delle stagioni. Nell’affresco purtrop-po mancava il mese di marzo che sfortunatamente è andato distrutto a causa di un incendio. I ragazzi si sono rimessi in marcia verso il giardino del castello dal quale sono passati per raggiungere le camere private dei principi-vescovi in ognuna delle quali c’era un bellisimo soffitto con colori molto vivaci. Gli alunni sempre scortati dalla guida sono scesi nella cantina del castello dove spiccavano in tutta la loro grandezza dellle gigantesce botti. Quando hanno terminato il giro del castello

gli scolari sono andati a pranzare “All’ostello della gioven-tù”, che era molto vicino alla loro prossima tappa. Consumato il pasto i viaggiatori si sono incamminati per raggiungere la Torre Vanga dove li aspettava la guida per iniziare il tour del-la città, dopo aver ascoltato la storia della torre la guida si è avviata. Si sono diretti verso il Duomo di Trento, ma prima di giungervi hanno percorso la via Larga dove le case erano affrescate da numerosi e variopinte immagini rappresentanti i valori positivi e quelli negativi dell’umanità. Sulla faccia-te del Duomo erano presenti due rosoni, uno rappresentava la ruota della fortuna mentre l’altro era un lucernario deco-rativo, all’interno era molto bello e sull’altare era presente una specie di baldacchino simile a quello che c’è anche nella chiesa di S.Pietro a Roma. Dopo essersi congedati dalla guida i ragazzi hanno avuto un momento libero per fare acquisti, in particolare “La Maison du mound”, negozio di souvenir che ancora li ringrazia per il fatturato che hanno incrementato.

Purtroppo anche le cose belle ad un certo punto finiscono, “la truppa” a malincuore ha dovuto salutare la bellissima capitale del Trentino per tornare nell’altrettanto bello Cosio Valtellino. Durante il viaggio di ritorno la prof. Pezzola per allietare i ragazzi ha fatto cantare loro delle canzoni mol-to allegre, strabelle e con qualche sapore antico nelle quali anche il mitico prof. Zugnoni ha provato a dare il suo con-tributo, ma tutti i ragazzi hanno detto che forse il canto non era proprio il suo forte. La più acclamata era la prof. Libera, tutti la incitavano ma non ha voluto farci sentire il suo canto melodioso. Dopo quattro ore lunghe e ultranoiose i ragazzi sono finalmente giunti a Regoledo dopo una lunga, anzi lun-ghissima giornata di storia…non è un po’ troppo?

A cura di Anita, Benedetta,Rebecca e Liridon

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11In una giornata baciata dal sole le terze si sono recate a Milano per visitare il Planetario e il Museo del Novecento. Dispiaciuti al pensiero che potevamo essere in Germania, siamo partiti con il pullman alla volta del capoluogo lombardo. Con le nostre pazze scatenate gare coi videogiochi il tempo vola e siamo subito nel parco davanti al Planetario. Manca un’ora all’entrata. Neanche il tempo di fare un passo nel parco e siamo assediati dal un esercito di vu cumprà armati di occhiali, braccialetti e molte altre cianfru-saglie. Entriamo al Planetario. Si spengono le luci. Il cielo si illu-mina di tanti puntini. Ammiriamo il finto cielo, che sembra vero, sopra di noi. Dopo circa un’ora il cielo del planetario si è spento e siamo usciti, dove ci aspettavano i nostri amici vu cumprà per un secondo tempo di acquisti. Abbiamo pranzato nel verde del parco e, una volta saziati, ci siamo diretti sotto la Madunina. Abbiamo avuto quindi un momento di svago: un gruppo è andato in Piazza Affari con il prof. Vaninetti per vedere il famoso dito medio di Cat-telan, altri sono dispersi nei negozi del centro per fare shopping. Alle due e mezza ci siamo quindi radunati sotto la maleodorante montagna di sale con i cavalli, un istallazione di Palladino, per poi accedere al Museo del ‘900, sfruttando un ingresso della me-tropolitana. Lasciamo gli zaini in un’apposita saletta, saliamo la rampa azzurra con alla base una scultura di De Chirico. Passiamo di sala in sala tra quadri e sculture accompagnati dalla nostra guida. Arriviamo in cima al museo, da dove vediamo dalle grandi vetrate tutta Piazza Duomo. Scendiamo in una saletta che ci ri-corda i tempi della scuola materna, data la grandezza delle sedie. Dobbiamo fare un autoritratto astratto. Ci raggiungono anche i nostri compagni della 3^B. Usciamo e abbiamo un altro momen-to di svago. Il prof. Vaninetti porta un gruppo alla Libreria Fel-trinelli, altri vanno ancora in ricerca del negozio giusto. Verso le cinque ci dirigiamo quindi verso il Castel-lo Sforzesco, luogo di incontro con il nostro pullman. Ci sediamo sull’orlo della grande fontana che, però, al nostro arrivo, quasi per un oscuro maleficio, si blocca. Arriva il pullman. Saliamo e in un attimo arriviamo a Regoledo. Siamo tutti felici: iniziano le vacanze di Pasqua.

Matteo C.

Milano per noi delle terze tra stelle e dipinti

AL PLANETARIO E AL MUSEO DEL NOVECENTOFacciamo anche shopping in Piazza Duomo

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12Il giorno 2 maggio, dopo mesi e mesi di attesa, noi ragazzi di 2° siamo finalmente parti-ti per la nostra prima gita di 2 giorni a Torino! Il pullman è arrivato puntuale e, come previsto, abbiamo lasciato il parcheggio di ritrovo alle 6 in punto.I passatempi principali du-rante il viaggio erano video-giochi, musica e pettegolezzi vari. Qualche minoranza si stava ancora riprendendo dal sonno.Verso le 8.30 ci siamo ferma-ti all’Autogrill per calmare la fame e altri bisogni.Finalmente alle 10 circa arri-viamo a Torino! Andiamo a piedi fino alla nostra prima meta: la Reg-gia di caccia dei Savoia, più brevemente chiamata Venaria. All’entrata ci siamo divisi in due gruppi. Poi ognuno viene accolto dalla propria guida. Dopo la vi-sita la fame si è fa sentire. Siamo usciti dalla reggia per andare ai giardini. Abbiamo mangiato sotto dei bellissimi “tunnel” di rose. Purtroppo non erano an-cora fioriti e ci siamo potuti godere lo spettacolo solo a metà. Una volta sazi le prof ci hanno finalmente svelato con chi eravamo in camera la notte. Le came-re dei maschi erano tutte da due e quelle delle ragazze tutte da tre tranne una da due.Qualcuno soddisfatto e qualcuno deluso, siamo saliti sul pullman per dirigerci alla Basilica di Superga per visitare le tombe dei Savoia.La guida ci ha mostrato le tombe dei re nell’ordine della dinastia.Successivamente, dopo 131 scalini di una vecchia scala a chiocciola di pietra, siamo arrivati sulla cupo-la della Basilica. Purtroppo c’era qualcuno che soffri-va di vertigini, ma la ringhiera era abbastanza alta e non ci sono stati incidenti. Dalla cupola si vedeva un fantastico panorama: Torino in tutto il suo splendore. Peccato che c’era un po’ di nebbia e le foto non veni-vano bene.

Siamo scesi dopo cinque minuti. Abbiamo scoperto che la discesa può essere più faticosa, o meglio, più pericolosa della salita. Neanche in questa occasione, però, ci sono stati incidenti, per fortuna.Siamo scesi e abbiamo firmato un grande quadernone mezzo pieno. Poi siamo tornati al pullman e abbiamo raggiunto la nostra ultima meta della giornata: Parco del Valentino e Borgo Medioevale. Dopo aver passa-to una giornata sotto il sole cocente, proprio quando arriviamo al parco, inizia a piovere. Quindi facciamo un piccolo giro veloce tra i vialetti, circondati da al-beri, fiori e piccoli ruscelli.Dentro al parco c’è un piccolo Borgo Medioevale. Entriamo da un grande e vecchio portone di legno. Entriamo e ci troviamo davanti tanti portici con ne-gozietti di vario genere. Scopriamo che non c’è quasi niente da visitare, così, dopo poco, ci diamo agli ac-quisti: i ragazzi alle vetrine di coltelli e piccole spade e le ragazze ai negozietti di bigiotteria. Terminati gli acquisti usciamo dal Borgo dallo stesso portone da cui siamo entrati.Usciamo dal Parco e torniamo in pullman per andare, finalmente, in hotel.Arriviamo in un piccolo atrio, dove ci fanno aspettare per venti minuti. Alla consegna delle camere scopria-

Venaria, Superga, Mole Antonelliana… e molto altro!

Due giorni a Torino, un tuffo nella storiaVisitate il Museo del cinema, vi sorprenderà

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13mo che siamo disposti su quattro piani diversi: secon-do, terzo, quarto e quinto.Le camere non sono niente di che, normali. Una stan-za grande per i tre letti, la televisione, una scrivania e un piccolo bagno. Solo un difetto: la porta si apriva da sola! La notte è passata tranquilla e al mattino ci siamo svegliati, ci siamo preparati e siamo scesi per

fare colazione. Entriamo nella stanza vicino all’atrio e troviamo un grande tavolo con su di tutto: ananas, yogurt, latte, brioche, biscotti di ogni genere, pane, burro e marmellata.Finita la colazione saliamo a fare le valigie. Quasi non ci credo che dobbiamo già andare via dall’alber-go. Saliamo sul pullman e andiamo alla nostra prima

visita del giorno: Palazzo Reale. A Palazzo ci sono tante stanze, tutte con una funzione diversa. La mia preferita è la sala da pranzo. Piatti e i bicchieri di cristallo su un grande tavolone coperto da una bellis-sima tovaglia ricamata a mano.Finita la visita del Palazzo che, devo dire, è stata piut-tosto lunga, siamo andati a piedi fino alla Chiesa di San Lorenzo, dove c’era una copia della Sacra Sindo-ne che si poteva fotografare. Siamo stati dentro poco poi siamo andati nello stesso ristorante della sera pri-ma per mangiare.Poi il momento tanto atteso soprattutto dalle ragazze: SHOPPING!Fissato il punto di ritrovo e date alcune indicazioni ci siamo divisi in tanti grup-

pi, ognuno nel suo negozio!Alle due ci siamo tutti ritrovati al punto stabilito, a parte qualche ritardatario.Poi, ancora a piedi, siamo andati a palazzo Madama. Lì abbiamo visto un video sui resti delle porte romane di Torino. La visita è durata poco. Poi siamo passati davanti a Palazzo Carignano, ma non siamo entrati. La guida si è messa su una specie di piedistallo e ci ha dato delle informazioni sul Palazzo. Alla fine, per concludere in bellezza, abbiamo cam-minato fino alla nostra ultima meta: Mole Antonel-liana con annesso il Museo del cinema! Il Museo del Cinema è molto bello. Non è come i soliti musei con tutti gli oggetti vecchi da vedere e le guide da ascol-tare. Consiglio a tutti di andarci! Alla fine della visita scopriamo che non andremo in cima alla Mole con l’ascensore panoramico perché non c’è abbastanza tempo. Così ci restituiscono i due euro dell’ascensore.Usciamo dal museo e aspettiamo il pullman per dieci minuti. Arrivato il pullman salutiamo Torino per un ultima volta e saliamo. Siamo tutti soddisfatti di que-sta gita. Il viaggio di ritorno è un po’ più tranquillo dell’andata, forse per la notte passata in bianco. Arriviamo a Regoledo verso le dieci con tutti i geni-tori che ci salutano.È stata una gita fantastica!!!

A cura di Chiara M.

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14 SCUOLA DELL’INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

La scuola dell’infanzia “ Raggio di Sole” unitamente alle altre scuole dell’Istituto Comprensivo di Cosio, ha aderito all’iniziativa promossa dal mandamento do Morbegno “ SCUOLE PER L’AMBIENTE”, avente come obiettivo e tema principali la sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente naturale circostante.Questa iniziativa prevedeva la definizione di una data comune a tutte le scuole partecipanti, 19 mag-gio2011, per la realizzazione presso ciascun plesso di progetti e/o iniziative a favore dell’ambiente, con la libertà di organizzare l’evento nel modo più consono alle esigenze di ciascun’istituzione scolastica.A proposito le insegnanti della scuola dell’infanzia Raggio di Sole, hanno redatto un’ Unità d’apprendi-mento dal titolo “ Di seme in seme”, programmando attività inerenti l’esperienza della semina, da svolger-si nel periodo aprile- prima metà di maggio.Dopo aver preso visione di un interessante DVD con-

Dalla scuola del dire alla scuola del fare

DI SEME IN SEMECome è bello coltivare!

cernente la tematica sopraccitata, i bambini sono stati coinvolti nell’esperienza pratica della semina e colti-vazione di ortaggi in cassetta.Durante il percorso si sono svolte varie attività e gio-chi di rielaborazione verbale, logica, grafica e pittori-ca e la registrazione su grafici predisposti dei cambia-menti ( soprattutto della crescita, ma non solo) delle piantine. A conclusione, giovedì 19 maggio, si è animata all’aperto la festa dedicata all’ambiente, con giochi, canti drammatizzati, “ Storia di un piccolo seme” ed il trapianto di parte del coltivato in piccoli vasi da consegnare a ciascun bambino da portare a casa e tra-piantare nell’orto famigliare per proseguire la colti-vazione e godere dei prodotti finali. Questa attività ha efficacemente coinvolto tutti i bambini, che si sono sentiti responsabili, in collaborazione con i famiglia-ri, della piantina affidatagli.

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15SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

VI PRESENTIAMO L’ORTOTEATRO di PORDENONE in

“PIPPO E GIRASOLE”“E’ stato bello andare sul palco e seminare”

Il giorno 6 aprile 2011, i bambini della scuola dell’infanzia Raggio di sole,si sono ritrovati con i loro amici della scuola dell’infanzia l’Aquilone e i bambini delle classi 1^ e 2^ della scuola primaria presso la sala Frassati di Regoledo, per assistere allo spettacolo teatrale dal titolo “ Pippo e Girasole”.In tale occasione è stata messa in scena una rappresentazione realizzata con attori e pupazzi, il cui tema principale era l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, nonché la possibilità che anche i piccoli fossero coinvolti nella tutela di questa Terra che ci è stata Donata.Lo spettacolo raccontava della crescita: la crescita dell’individuo in armonia con se stesso e con chi e cosa lo circonda, La storia rappresentata narrava di Filippo detto Pippo, un bambino attivo e molto curioso … “ Quel giorno era il compleanno di Pippo. Dopo aver scartato tanti pacchi pieni dei soliti giocattoli elettroni-ci, ecco l’ultimo minuscolo pacchettino. È il regalo a cui tiene di più, quello della sua mamma, un’appassionata di fiori e di natura. E dentro il pacco regalo Pippo trova un dono davvero speciale: un seme di girasole! Bisognerà farlo crescere, prendersi cura di lui, e per farlo occorrerà l’aiuto dei bambini presenti in sala. Il seme riposa nella terra e intanto fa la conoscenza degli altri abitanti della stessa aiuola: una bella coccinella gialla di nome Puntina, il lombrico Lollo e il porcospino Spillo. Il seme è ancora piccino e non sa nulla della vita né di se stesso, ma pian piano grazie alle cure di Filippo, ecco che timidamente comincia ad evolvere in un germoglio.E ben presto scopre che anche la vita di un semplice fiore come lui può essere piena d’insidie. Come la presenza del terribile Fu-monero! Ma poi grazie all’intervento e all’aiuto dei suoi amici, tutte le vicissitudini saranno positivamente superate e la storia avrà un sereno e lieto fine…Lo spettacolo si è rivelato essere coinvolgente, sem-plice e chiaro nel contenuto: anche i bambini più piccoli sono rimasti affascinati e attenti per tutta la durata del programma. Gli attori sono riusciti a trasmettere in modo chiaro ed efficace il contenuto proposto, an-che attraverso un coinvol-gimento diretto dei bambini con domande-stimolo, l’in-vito a partecipare in coro a semplici canti e per alcuni di loro l’invito a salire sul palco per collaborare diret-tamente a piccoli momenti

della messa in scena. Al termine dello spettacolo alcuni bambini si sono così espressi:

SERENA “Mi è piaciuto tanto, quando Pippo aveva spostato il gi-rasole nel prato vicino alla strada ed è arrivato il fumonero; non avevo paura.

CRISTINA “È stato bellissimo tutto. La coccinella era molto bella e poi era bello vedere crescere il girasole.”

GABRIELE “Mi piaceva quando cantavano le canzoni e mi ha fatto ridere quando Pippo cercava la sua mamma e non la trovava, all’inizio, Veramente mi è piaciuto in tutti i momenti.”SOFIA “Mi è piaciuto il teatro perché c’era Pippo ed era il suo compleanno e mi piaceva vedere cos’era il suo regalo della sua mamma e poi ho visto che era un semino di girasole”

ALESSIA “Il teatro si chiamava il seme di girasole, Mi è piaciuto quando la mamma di Pippo mi ha fatto piantare il seme nella terra e mi ha fatto bagnare per dargli da bere.”

MADDALENA “Quando c’era il fumo nero mi piaceva perché c’era il fumo e qualcosa dietro tipo un’ombra. Non avevo paura perché non era vero…il teatro è una cosa finta.”

ALESSIA “Lo spettacolo è stato bello perché c’era la mamma di Pippo che gli ha dato il regalo perché era il suo compleanno, era un semino.

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16 SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

LIVIA “È stato bello andare sul palco a seminare, Mi ha chiamato la signora che era la mamma di Pippo. Ho messo giù la terra nel vaso e l’Alessia ha messo il seme. Mi piaceva stare sul palco a fare il teatro.”

TOMMASO “Mi è piaciuto fumo nero perché sembrava che c’era

dentro un’orca ma non mi fa-ceva paura …mi piaceva.”

ELIA “È arrivato Fumonero e non ha fatto più respirare la piantina e mi è piaciuto il ric-cio che ha aiutato la piantina.

INES “Mi è piaciuto quando la mamma stava mettendo i fiori sul tavolo e li bagnava e Pippo stava guardando la mamma.”

STEFANO “Mi piaceva quando stava arrivando Fumonero e il girasole voleva da bere.”

SERENA “È stato bello perché c’era la mamma di Pippo che gli piacevano i fiori.”

EMMA “ Mi è piaciuto quando la mamma di Pippo gli sta dando il regalo con dentro i semini di girasole perché a lei piacciono tanto i fiori.

DANIELE “ Quando c’era Fumonero e non si vedeva niente e poi il riccio ha aiutato il girasole ma non ce l’ha fatta e noi abbiamo dovuto soffiare via Fumonero.”

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17SCUOLA INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

Ma che succede?Accade che, noi bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’In-fanzia “Raggio di sole”, nel secondo quadrimestre, abbiamo im-parato un po’ di inglese.Cantando, giocando, colorando abbiamo iniziato a conoscere numeri, colori, animali, mezzi di trasporto; sappiamo salutare e presentarci. Negli ultimi due mesi ci siamo recati anche alla Scuola Primaria per utilizzare la LIM: una magica lavagna che funziona semplicemente con il tocco delle nostre mani. Ab-biamo guardato un simpatico cartone animato in lingua in-glese, ne abbiamo conosciuto i personaggi che ci hanno guida-to nell’esecuzione di giochi interattivi. Abbiamo provato anche l’emozione di sederci sui banchi di scuola: ormai è quasi ora!

Imparare l’inglese cantando e giocando

BABY ENGLISHONE, TWO, THREE…GO!

In tutto questo ci siamo divertiti un sacco! La ricetta?Imparare…giocando.

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18 SCUOLA INFANZIA “AQUILONE” - COSIO

I BAMBINI RACCONTANO . . . . .

Nicole - “Pippo e Girasole” era il titolo del teatro. C’era un bambi-no che si chiamava Pippo, era il suo compleanno e la sua mamma gli aveva regalato i semi di Girasole.Elia B. - Pippo pianta il seme e sboccia piano piano. Due bambini della scuola di Regoledo hanno aiutato a piantare il seme.Elisa C. - L’hanno messo nella terra.Davide - In un vaso.Elia B. - Dopo l’hanno ricoperto di terra e l’hanno bagnato con l’acqua perché se no non cresce.Anita - Poi Pippo gli dava sempre l’acqua al Girasole.Marta - Il Girasole aveva sete e doveva bere e quando c’era il sole diventava alto.Simone - Il semino è cresciuto ed è diventato un Girasole.Giada - C’era anche il fumo nero che voleva strozzare il Girasole,noi bambini abbiamo dovuto soffiare per mandare via il fumo nero.Davide - E si perché hanno detto: “Aiutateci a soffiare il fumo”.

Leonardo - E’ il bruco che ha detto: “Aiutateci a soffiare via il fumo”.Simone - Ma non era fumo vero,era solo un bastoncino che fa-ceva il fumo.Mario - Il Girasole ha incontrato anche il riccio.Davide - Il riccio spinoso.Elia B. - Il riccio di nome Spillo.Roberto - E anche il lombrico Lollo.Davide - E c’era anche la coccinella.Matteo - Di nome Puntina.Gabriele - Il teatro è finito quando il Girasole è diventato grande. Pippo era sbalordito dall’altezza del Girasole.Elisa G. - Il Girasole lo hanno piantato in un prato quando è cre-sciuto.Davide - Assieme con gli altri fiori.Nicole - Quando è finito il teatro ci hanno regalato i semini di girasole.Luca - Io quando sono arrivato a casa ho piantato con la mia mamma il seme del girasole.Davide - Io li ho seminati a casa vicino a altre piante,per il mo-mento è solo una piantina.Simone - Io li ho seminati ieri sera e non è ancora cresciuto niente.Mattia S. - Io l’ho già piantato e è diventato grande così,su in terrazza. E’ bello il girasole.Fatima - Io li ho messi in un vaso,è cresciuta la piantina e le foglie.Roberto - La mia mamma li ha seminati nell’orto,ma non so se è cresciuta la piantina.Elisa G. - Io non li ho piantati,non ho il giardino.Lorenzo - Neanche io li ho piantati,ci dimentichiamo ogni giorno.Matilde - Io li ho piantati dalla mia nonna e sono cresciute due foglioline.

Oggi mercoledì 6 aprile 2011

CHE BELLO SI VA A TEATROIn scena “ PIPPO E GIRASOLE”.

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19SCUOLA INFANZIA “AQUILONE” - COSIO

Le insegnanti e i bambini della scuola dell’infanzia “Aquilone”ringraziano i genitori per la disponibilità mostrata nell’aver gestito i mercatini e lo spettacolo natalizio

con il fine di acquistare un gioco multifunzione per il giardino della scuola.

GRAZIE MAMMEPER LA VOSTRA SENSIBILITA’ . . .

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20 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 1° e 2°

Martedì 10 maggio noi alunni di classe prima e seconda di Regoledo siamo partiti per la nostra tanto attesa gita .Verso le sette, ben svegli e attrezzati dello zainetto con il nostro ricco pranzo eravamo davanti alla scuola ad attendere il pullman. Eravamo felicissimi ed emozionati! Durante il viaggio chiacchieriamo, cantiamo e ridiamo. Ma quanto è lungo questo percorso: non arriviamo mai…..Finalmente eccoci: vediamo la nostra fattoria a Bolgare! Cosa faremo? Un signore subito ci spiega che ci saranno 3 laboratori e la visita agli animali. Noi siamo curiosi soprattutto di vedere il lama: ci sputerà veramente addosso?

Le mucche erano bianche e nere tutte sporcheGLI ANIMALI

Gli animali erano molto carini

Quando siamo arrivati abbiamo fatto uno spuntino. Poi siamo andati a vedere le mucche. Le mucche era-no bianche e nere tutte sporche. All’orecchio delle mucche c’era un cartellino arancione che era la loro carta di identità dove c’era scritto da che stalla erano venute e il loro nome. Oltre alle mucche c’erano le renne, il pony, l’asino, il pavone, i conigli, le galline, i pulcini, i cinghiali, le pecore, le colombe, i galli e altri animali. Gli animali erano molto carini. C’era un uccello bellissimo perché era di tantissimi colori.Nella stessa gabbia c’erano degli uccelli bianchi e piccoli che avevano la coda come quella del pavone.Poi abbiamo visto due pavoni! Uno ha aperto la coda.

“A me è piaciuto quando davo la forma al mio panino”FARE IL PANE

“Io ho fatto una lumaca con due piccole corna”

Noi bambini abbiamo fatto il pane. Il pane si appiccicava sulle mani, la sensazione era come se toccavo una pallina di fango. La signora che ci ha aiutato a fare il pane ci ha chiesto di che forma lo volevamo fare. Tutti hanno detto la forma che preferivano: rotonda, intrecciata,a forma di otto….A me è piaciuto quando davo la forma al mio panino. Io ho fatto una lumaca con due piccole corna. La si-gnora li ha messi in forno un quarto d’ora a cuocere. Che bella la mia lumachina cotta!

Il lama ci sputerà veramente addosso?

Ritorniamo alla naturaFinalmente eccoci: vediamo la nostra fattoria a Bolgare!

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21SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 1°e 2°

Un signore ci ha spiegato che tanto tempo fa c’ erano delle grandi culle dove ci si potevano met-tere anche due bambini piccoli. La culla era fatta di legno. I contadini usavano la mola per affilare gli oggetti. Per esempio la falce che si usava per tagliare il grano maturo o l’erba alta. Il giogo serve per tirare il carro con i buoi.I contadini alla mattina tiravano fuori le vacche e i buoi e gli mettevano al collo il giogo.La lavagna era piccola con una cornice di legno verde. Invece la parte nera si chiamava ardesia e serviva per scrivere. L’astuccio era normale solo che era di legno, e aveva una forma strana era rettango-lare. E’ marroncino e ha una scritta nera davanti. E’ un po’ piccolo però è a due piani e è molto spazioso e carino. La penna a inchiostro è di legno, il pennino invece è di metallo e appuntito: infatti è pericoloso.Per usare questa penna serviva l’inchiostro, i bambini dovevano stare attenti a non fare macchie .Altrimenti la maestra...

La culla era fatta di legnoGLI OGGETTI DI UNA VOLTA

Il pennino invece è di metallo e appuntito:infatti è pericoloso.

Dopo la sgranatura abbiamo macinato i chicchiIL LABORATORIO DEL MAISE’ stato faticoso girare la pietra

Al pomeriggio Elisa ci ha spiegato come si fa a sgra-nare il mais. Il mais aveva un odore strano ma buono.Per sgranare il mais dovevamo strisciare le mani sulle pannocchie. Noi eravamo seduti sui chicchi di grano.Dopo la sgranatura abbiamo macinato i chicchi.E’ stato faticoso girare la pietra.Ci è piaciuto macinare il mais perché era molto di-vertente.

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22Le Terze DI COSIO e REGOLEDO insieme

Che Bello ALL’ARCHEOPARKSUL PULLMAN... A MANGIARE... AD ASCOLTARE... OSSERVARE... PROVARE... REALIZZARE

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 3°A e 3°B

Siete capaci di fare il frottage?

UNA GIORNATA PARTICOLARESiamo andati a cacciare con arco e frecce

Ieri è stata una giornata particolare. Noi bambini delle classi terza di Cosio e di Regoledo, con le nostre maestre, siamo andati in gita all’Archeopark. Ě un bellissimo museo all’aperto, situato in Val Camonica, dove alcuni esperti hanno ricostruito dei villaggi preistori-ci per viaggiare nel tempo e rivivere il passato.Siamo partiti alle 8:00 di mattina. Siamo andati con il pul-lman e il viaggio è durato circa 2 ore e mezza.Ci hanno accolto due guide di nome Raffaella e Annarita: erano molto simpatiche.Con loro abbiamo visitato la preistoria e abbiamo fatto tan-ti laboratori: abbiamo modellato una ciotola con il rame, poi abbiamo costruito un medaglione di argilla, abbiamo fatto dei buchi con il trapano a volano e a pompa, abbiamo macinato i cereali e abbiamo fatto il pane col sistema degli antichi Camuni.Siamo anche andati a cacciare con un arco (per finta!) e a fare il frottage ricalcando i graffiti preistorici. Dopo aver gustato il nostro pranzo al sacco, siamo andati sulla zattera a tutto sprint!Poi abbiamo visto Lisa fare dei vasi di terracotta e siamo andati a visitare le palafitte: dentro abbiamo scoperto cosa facevano le donne primitive. Abbiamo anche visitato una grotta che era molto bella e

abbiamo visto il riparo sotto una roccia dove ci stavano a dormire gli uomini quando andavano a caccia. Ci sono piaciuti soprattutto alcuni momenti, in particolare il tiro con l’arco, perché è stato il più preistoricoQuesta gita mi è piaciuta tantissimo, in questo parco ci ritornerei con tutti i miei compagni e la mia famiglia e ci starei per tutta la vita.

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” classe 3°

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23SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 3° e 5°

Progetto realizzato dagli alunni delle classi 2^ di Cosio e Regoledo e dagli alunni delle classi 3^ e 5^ di Regoledo.Fantasia e matematica: un binomio possibile per stare bene insieme e vivere la matematica in modo giocoso.

La Maga Numerellache va in giro sempre bellasembra un po’ strambella.Non si ricorda mai nienteperchè gironzola distrattamentema si comporta simpaticamente.Con il suo cappello a puntae la bacchetta rosatrasforma ogni cosa.Tutta vestita di nerocon tanti fiocchetti rosaovunque si riposa.I suoi amici follettile fanno i dispettie lei li rincorre sui tetti.Va in giro per il mondocon i bambini fa il girotondoe tutti assieme felicidiventano grandi amici.

La Maga Numerellamolto svampitellae un po’ strambellaè arrivata nella nostrascuola bella.Tanti indovinelli ha portatoe tutti insieme abbiamosuperato...per finire questo annoin cui tante situazioniabbiamo affrontato.Gruppi misti abbiamo formatoe in allegria abbiamo ragionatoper risolvere problemi “abbiamosudato”...per un “bravo” meritato.

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24 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3°-4°-5°

Mi è piaciuta la semplicità dei quadri perché sono disegnati parti-colari che molte persone non sanno osservare. Mi sono emozio-nata e mi piacerebbe diventare una brava pittrice come lui.

(Martina B. 4^B)I suoi quadri sono semplici ma ricchi di particolari e di colori vivaci, sono bellissimi!Mi sono piaciuti in particolare le ortensie, le rose e il pettirosso.

(Chiara M. 4^ B)Appena siamo entrarti nelle sale dove c’erano esposti i primi qua-dri mi sono stupita per vari motivi: erano stupendi, avevano uno stile e una tecnica di coloritura particolare e raffiguravano scene di vita quotidiana. A me piace dipingere e spero di diventare brava come Angelo Vaninetti.

(Camilla P. 5^ A)Io ho quando ho visitato il museo di Angelo Vaninetti sono rima-sta senza parole… i suoi quadri avevano colori splendenti e vivaci e sembravano veri cioè fotografie.

(Gadea T. 5^ A)

PROGETTO: “ARTE di CASA NOSTRA”Visita al museo di arte contemporanea di Angelo Vaninetti

Noi alunni di terza, quarta e quinta in giornate diverse siamo an-dati in Via Bernasconi, dove ha sede il museo di Angelo Vaninetti per vedere alcune delle opere da lui realizzate. Ci ha accolto gen-tilmente la figlia Annalisa che ci ha dato molte informazioni sulla vita del pittore. Innanzitutto ci ha spiegato che Angelo Vaninetti ha raffigurato la vita semplice delle persone della nostra Valtellina dipingendo an-goli caratteristici, oggetti di uso quotidiano come candelieri, cio-tole e lampade. Porte, finestre, fiori, animali, abitazioni, paesaggi e ambienti sono i soggetti più presenti nei suoi quadri.“Le finestre e le porte – ci ha spiegato Annalisa – rappresentano

Visitando il museo ho visto dei dipinti che mi hanno colpito molto: la porta rossa perché dava un senso di profondità con i contrasti di luce. Le ortensie con i suoi colori mi attiravano mol-tissimo e più le guardavo più sembravano vere. L’ultimo quadro e quello dei girasoli perché ha la particolarità di incrociarsi tra loro formando delle sculture con i rami.

(Alessio S. 5^ A)La bellezza di questa arte si misura solo vedendo la coloritura, la precisione di ogni quadro. Angelo usava una tecnica pittoresca usando anche la spatola. Amava rappresentare la natura morta. I miei quadri preferiti sono: il gatto con gli occhi della figlia, il petti-rosso, i carlini, le porte, le ortensie e il dipinto di Vallate.Le porte sembrano un soggetto banale invece hanno un enorme significato: l’aprirsi al mondo.

(Beatrice M. 5^ A)Quando siamo andati al museo di Angelo Vaninetti mi è piaciuta molto la sua tecnica di coloritura e si potevano vedere ancora i suoi strumenti (spatole, pennelli, colori ad olio) così come li ave-

gli occhi del mondo. Quello esterno fatto della bellezza della natura e il mondo degli affetti racchiuso nelle nostre abitazioni.” Inoltre Vaninetti ha ricevuto numerosi premi e ha fatto mostre al di fuori della provincia di Sondrio: infatti era conosciuto anche all’estero in Svizzera e Germania. Dal 1980 le sue opere sono presenti in numerose collezioni pub-bliche e private sia in Italia che all’estero. Di lui è stato detto: “ E’ stato il più importante pittore valtellinese del “900 perché ha storicizzato le radici della Valtellina. La sua opera lascia un ricordo all’uomo contemporaneo: riscoprire Dio, l’anima e i valori universali”.

LE NOSTRE IMPRESSIONI E RIFLESSIONI

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25SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 4°A - 4°B

va lasciati lui ancora sporchi di colore. Tra i molti quadri che ha dipinto mi sono piaciuti soprattutto i cani e il gatto con gli occhi di sua figlia. E’ stato interessante quando sua figlia ci ha spiegato come mai disegnava in particolare porte e finestre per evidenzia-re l’apertura sul mondo in continuo cambiamento.

(Melissa C. 5^ A)Mi sono piaciuti molto i quadri che rappresentavano attrezzi e oggetti di uso quotidiano.

(Erica B. 5^ B)

Mi è piaciuto molto il suo modo di esprimere attraverso la colo-ritura con la spatola e il suo modo di comunicare il proprio stato d’animo con la natura morta. I suoi quadri sono semplici ma al-trettanto raffinati sulla vita e sugli oggetti quotidiani; hanno avuto successo anche all’estero. Non mi aspettavo di trovare dei quadri così belli, mi sono piaciuti molto.

(Angelica C. 5^ A)Il suo modo di disegnare e il tipo di coloritura mi sono piaciuti molto perché in alcuni dei suoi quadri usava tinte allegre e nello stesso tempo colori tristi, ma alcuni quadri sembravano troppo semplici e senza senso. Tuttavia le opere di questo pittore mi han-no trasmesso: allegria, armonia e molta fantasia. VANINETTI è stato un GRANDE e va STIMATO per tutte le sue OPERE.

(Nicola P. 5^ A)In generale mi è piaciuto tutto, ma quello che mi ha colpito è stato il gatto con gli occhi di sua figlia. La tecnica di coloritura da lui usata ma anche i pennelli ancora sporchi di pittura. Mi ha colpito anche che in tutti i suoi quadri erano riprodotti oggetti di uso quotidiano o fiori.

(Camilla G. 5^ A)

Mi ha colpito molto la semplicità delle sue rappresentazioni. (Lorenzo T. 5^ A)

A me è piaciuto tutto ma in particolare mi ha impressionato vede-re ancora tutti gli attrezzi che Vaninetti usava per dipingere: tavo-lozze, spatole, colori a olio e pennelli…I quadri erano stupendi! Quello più bello per me è il gatto con gli occhi della figlia Annalisa.

(Matilde Z. 5^ A)

A me è piaciuto il suo stile di coloritura: a spatola e pennello mi-sto. I suoi quadri mi hanno dato un impressione di semplicità e tranquillità perché erano riprodotti soprattutto cose semplici e animali bellissimi.

(Sebastiano A. 5^ A)

Che bello! Bravissimo, stupendo!(Chiara C. 5^ B)

La visita al museo mi è piaciuta molto, i quadri sono stupendi e i soggetti ritratti mi hanno colpito molto per la loro semplicità e bellezza naturale. Angelo Vaninetti ci ha lasciato un ricordo molto prezioso. Grazie!

(Silvia S. 5^ B)

La visita al museo mi ha arricchito! Mi è piaciuto tutto ma in particolare i dipinti delle porte e finestre che rappresentavano la libertà.

(Federico M. 5^ B)

La visita al museo di Angelo Vaninetti è stata stupenda!I quadri sono magnifici, mi ha colpito molto la tecnica che usava per dipingere.

(Elisa M. 5^ B)

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26 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3°A - 3°B

Ognuno di noi ha scelto un quadro del pittore utilizzando una fotografia, scattata il giorno della visita al museo, e ha provato a riprodurlo. Abbiamo preso un foglio bianco poi abbiamo copiato con la matita il soggetto scelto con un semplice schizzo. Ci siamo divertiti a dipingerlo con i colori a tempera, pasticciando un po’... I nostri quadri sono davvero belli! Sembrano proprio quelli del pit-tore Angelo Vaninetti… La maggior parte dei bambini ha scelto un animale: il pettirosso o il gatto. Altri hanno dipinto le ortensie e alcuni la porta blu… Un piccolo gruppo ha disegnato il Battesimo di Gesù perché è abbastanza difficile da riprodurre…però sono stati bravi davvero! I nostri disegni saranno esposti lungo il corridoio del primo piano e potranno essere visti da tutti i bambini e forse anche dai genitori.

Dalla fotografia al disegno

Ci siamo divertiti con i colori a tempera

LABORATORIO ARTISTICO

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27SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3° - 4° - 5°

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A - 5°B

Martedì 19 Aprile le classi 5e di Regoledo e la classe 4a di Cosio Stazione si sono recate per la gita d’ istru-zione a Mantova con partenza alle ore 6.15. Dopo aver affrontato un viaggio abbastanza lungo, arrivano alla meta prevista; scendono vicino a Castel S. Gior-gio e alle ore 10.00 si imbarcano sulla motonave S. Sebastiano assieme ad un’altra scolaresca di scuola superiore. Cominciano ad avere una visione di Man-tova e, dai laghi, entrano nel fiume Mincio. L’am-biente, in parte naturale, è rigoglioso ed incantevole con la boscaglia di pioppi. Assai numerosa è la fauna di cigni, papere, pesci…Il viaggio prosegue fino a Governolo e, prima di sfociare nel Po, con un disli-vello di tre metri, assistono allo svuotamento dell’ac-qua per riequilibrare i due livelli. Il Po si presenta molto più ampio del Mincio, avendo tutti gli immis-sari. Dopo aver navigato un tratto sul Po sbarcano a

Banda canadese visita la Valtellina

MELODIE CANADESI ALLA PRIMARIA DI REGOLEDOInteressante incontro tra gli alunni della Primaria di Regoledo

ed il corpo musicale canadese “Fleur-de-vie”

Nel pomeriggio di martedì 12 apri-le, alla Primaria “Don Ugo Sansi” di Regoledo si è tenuto un incontro tra le classi 3^, 4^, 5^ e l’“Armonie ecole fleur-de-vie”di Laval-Quest, una banda proveniente dal Cana-da e ospite nella casa vacanze del Comune a Rasura. Gli alunni era-no molto entusiasti ed impazienti per l’arrivo dei giovani musici-sti, giunti qui a Regoledo per uno scambio culturale e per festeggia-

re e condividere la ricorrenza del traguardo dei cento anni di fon-dazione della Filarmonica “Santa Cecilia” di Regoledo. Dalle scale sono sbucati una quarantina di al-lievi e un gruppo di adulti, colti da calorosi applausi. Dopo una breve e simpatica presentazione del di-rettore d’orchestra improvvisata in un italiano accettabile, la banda ha intrattenuto il pubblico esibendo alcuni brani musicali famosi e di

grande effetto suonati con diversi strumenti: batteria, flauto traverso, clarinetto, corno, tromba, chitar-ra, saxofono. In seguito i ragazzi di 5^ hanno cantato “Va pensiero” di Giuseppe Verdi e tutti gli alun-ni hanno proposto l’inno canadese in francese. Il pubblico era molto contento ed eccitato. Il pomerig-gio si è concluso con quattro salti in compagnia al campone dietro la scuola seguito da un bje, bje!!

A MANTOVA ALLA SCOPERTA DEGLI ETRUSCHINavigazione sul Mincio e laboratori al Forcello

per un’interessante giornataS. Benedetto Po e, con un breve trasbordo in pullman, giungono al parco archeologico del Forcello. Con un filmato le guide illustrano la vita degli Etruschi agli alunni che, subito dopo, si apprestano ad eseguire con grande interesse l’attività: il mestiere dell’ archeolo-go. Questo laboratorio consiste nel trovare dei reperti sotto terra scavando con cazzuole e pulendo con sco-pini. Dai reperti trovati: cocci di vasi, legni carbo-nizzati, concotti, pesi da telaio, frammenti di ossa, i ragazzi hanno potuto sapere che sul luogo in cui han-no simulato lo scavo, sorgeva un abitato etrusco. Alla fine del lavoro tutti sono rimasti soddisfatti e hanno ricevuto il diploma del piccolo archeologo. Alle ore 17.00 le classi hanno ripreso il pullman per il rientro che, come previsto, è avvenuto alle 21.00 circa. Tutti i partecipanti sono apparsi gioiosi dell’ interessante giornata.

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28Martedì 19 aprile 2011 alle ore 6:00 noi alunni della classe quarta di Cosio ci troviamo davanti alla nostra scuola. Siamo euforici e felici pensando alla giornata che ci aspetta e abbiamo già dimenticato la levatac-cia.Quando arriva il pullman sistemiamo gli zaini nel portabagagli e ci sediamo ai nostri posti dopo aver salutato i compagni di viaggio: le maestre e gli alunni delle classi quinte di Regoledo.Durante il tragitto chiacchieriamo, giochiamo, ascol-tiamo musica, ridiamo, cominciamo anche a scam-biare alcune battute con i bambini appena conosciuti.Finalmente verso le ore 9:30 arriviamo a Mantova, ci avviamo in fila per due verso il pontile e ci imbar-chiamo sulla motonave “Sebastiano”. La voce della guida ci dà il benvenuto e iniziamo la navigazione sui Laghi di Mantova e sul fiume Mincio, nella cornice del Parco Naturale. Quando arriviamo alle chiuse la

Al Parco Archeologico del Forcello

UNA GITA FANTASTICAAbbiamo meritato il diploma del giovane archeologo

guida ci spiega che dobbiamo fermarci perchè il livel-lo dell’acqua si deve abbassare di tre metri per con-sentirci di superare il dislivello esistente tra il Mincio e il Po. Dopo un momento la nostra motonave pro-segue tranquillamente il suo corso e ora stiamo na-vigando sul fiume più lungo d’Italia. Che emozione!Dopo circa due ore di navigazione arriviamo a San Benedetto Po e sbarchiamo. Il nostro pullman ci aspetta perché dobbiamo anda-re al Parco Archeologico del Forcello, dopo circa 15 minuti di viaggio l’autista ci dice di scendere e pro-seguire a piedi attraverso una stradina sterrata. Per-corriamo circa 700 metri e arriviamo a destinazione. Un signore molto gentile ci indica alcuni tavoli, ci sediamo e cominciamo a pranzare. Sono già le ore 13:00, ma non sentiamo i morsi della fame perché a metà mattina, quando le maestre ci avevano dato il permesso di consumare uno spuntino, ne avevamo approfittato per abbuffarci. Dopo pranzo arrivano le guide, ci dividono in due gruppi e dopo averci illu-strato l’attività dell’archeologo ci portano in una zona dove, con cazzuola e pennello, cominciamo i nostri scavi. Con la cazzuola togliamo alcuni strati di terra e non crediamo ai nostri occhi quando troviamo alcuni resti archeologi di vasi, mulini, ossa, telai… Con il pennello li puliamo e poi entusiasti chiamiamo le ma-estre per mostrare loro le nostre scoperte. In seguito, come ogni archeologo che si rispetti, completiamo una scheda con le informazioni relative ai materiali portati in luce. Quando salutiamo le nostre guide ab-biamo una graditissima sorpresa: ad ognuno di noi è consegnato il diploma del giovane archeologo. Ci accorgiamo che ormai sono quasi le ore 17:00, al-lora raggiungiamo velocemente il pullman e ci acco-modiamo.Al ritorno ci divertiamo tantissimo perché a turno an-diamo al microfono a raccontare barzellette e ci ren-diamo conto che, dopo una giornata trascorsa insieme in allegria, i ragazzi di Regoledo non sono più degli sconosciuti, ma dei simpaticissimi amici.Arrivati a Cosio ci aspettano i nostri genitori e stan-chi, ma felici, torniamo a casa. È stata veramente una bella giornata!

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO - classe 4°

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29SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A - 5°B

Prima etrusca, poi romana, Mantova subì nel tempo grandi mu-tamenti. Nel XII secolo, per rendere sicura la città, furono creati quattro laghi, alimentati dal fiume Mincio, che resero Mantova simile ad un’isola. La città è tagliata in mezzo da un canale che congiungeva il lago Superiore al lago Inferiore. Nel Seicento vi fu una grande inondazione, in seguito alla quale il fiume cominciò a trasportare e depositare nei laghi un’ingente quantità di sedimen-ti, trasformandoli in paludi. Per risanare la zona, fu prosciugato il lago a Sud, cosicché Mantova rimase circondata dall’acqua solo su tre lati. Nel lago Superiore furono introdotti i fiori di loto, tipici dell’Oriente; hanno qui trovato un habitat adatto e si sono ripro-dotti, popolando il lago. Il lago di Mezzo è popolato invece da una pianta tipica della zona: il trigol o castagna d’acqua.

I Gonzaga e l’UNESCO

Una città che nasce dalle acqueMantova e Sabbioneta patrimonio dell’umanità

Leggendarie origini di Mantova

La mitologia greca ci racconta che la città di Mantova deve il nome alla profetessa Manto, figlia dell’indovino Tiresia, che fuggì da Tebe e dopo un lungo errare si fermò in un territorio palustre, che oggi ospita la città e creò con le sue lacrime un lago, che do-nava, a chi ne avesse bevuto, capacità profetiche. Manto si sposò con la divinità fluviale Tybiris (Tevere) ebbe un figlio Ocno, che fondò sulle sponde del Mincio una città chiamata Manto in onore della madre. Ma una seconda Leggenda porta ad un’altra teoria, Mantova trae l’origine del suo nome da Mantu, dio etrusco signo-re dei morti del pantheon tirreno. Dunque il primo villaggio risale al 2000 a.C. abitato dagli Umbri, nel VI sec. a.C., si sviluppa sotto gli Etruschi e in seguito sotto i Galli e poi il territorio Mantovano viene colonizzato dai soldati veterani di Augusto.Il mito della fondazione di Mantova trova spazio anche nella Di-vina Commedia di Dante Alighieri nel XX Canto dell’Inferno, nel quale Dante stesso e la sua guida mantovana Virgilio incontrano gli indovini. Proprio indicando una di queste anime, Virgilio de-scrive i dintorni della città, il Lago di Garda ed il corso del Mincio che si tuffa nel Po a Governolo.

Dal luglio 2008 la città d’arte lombarda con Sabbioneta, entrambe accomunate dalla eredità loro lasciata dai Gonzaga che ne hanno fatto tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata accolta fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

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30 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A - 5°B

L’ARCHEOLOGO AL LAVORO

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31SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A - 5°B

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32 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A - 5°B

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33SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO - classe 2°

Giovedì cinque maggio siamo andati in gita al par-co delle Cornelle. Mi è piaciuto quando siamo andati nella selva tropicale; lì dentro abbiamo visto mol-ti animali: coccodrilli, cicogne, fenicotteri, anatre e tanti altri. Gli animali che mi sono piaciuti di più, fra quelli che ho visto là dentro, sono stati i coccodrilli, i

Io non avevo mai visto le cicogne e oggi le ho viste

La gita al parco delle CornelleLa selva tropicale era bellissima!

fenicotteri e i pappagalli. La selva tropicale era bellis-sima!!! Io non avevo mai visto le cicogne e oggi le ho viste!! Era bellissimo perché si camminava sopra una specie di ponte di cui non si vedeva più la fine: era molto lungo ma molto bello!! Quando ci si pas-sava sopra si potevano vedere gli animali che stavano

sotto. Poi abbiamo visto una cascata e siamo passati sotto una specie di galleria. Sopra la cascata c’erano decine e deci-ne di uccelli a me sconosciuti: erano bianchi e molto belli. Mi è piaciuto tantissimo vedere il pavone fare la ruota: era ma-gnifico con tutti quei colori. La giornata trascorsa al parco delle Cornelle per me è stata molto interessante, speciale e divertente.

Marta

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34SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO - classe 3°

La teoria del Big-bang mette d’accordo tutti

Da dove siamo venuti?C’è la nostra galassia chiamata “Via Lattea”

L’universo è costituito da miliardi di milioni di corpi celesti come stelle, asteroidi, pianeti, satelliti, polveri di gas….che formano ga-lassie e sistemi… che vagano nello spazio che li circonda;Questi corpi, in continuo movimento da quando hanno avuto ori-gine, vagano per lo spazio ancora oggi e continueranno a naviga-re per un tempo che noi non riusciamo a comprendere;Fra questi corpi e ammassi “celesti” c’è la nostra galassia chia-mata “Via Lattea” perché nelle notti limpide, guardando il cielo, si può vedere una striscia di puntini bianchi come il latte, che lo attraversa;All’interno di questa, c’è il nostro “Sistema Solare” dove pianeti, satelliti, asteroidi … girano attorno ad una grande stella chiamata Sole.Ma come è iniziato tutto questo?La maestra ci ha spiegato che scienziati di tutto il mondo e di tutte le epoche hanno fatto parecchie ipotesi, ma, fra tutte quelle

proposte, una sola sembra mettere d’accordo tutti. E’ la teoria del BIG – BANG, fatto avvenuto quindici miliardi di anni fa. Dal nulla, in un solo istante, si è prodotta con una esplosione un’enorme ed inimmaginabile quantità di materia che si è propa-gata nello spazio allontanandosi dal punto in cui tutto ha avuto origine.Siamo rimasti affascinati dalla creatività della natura perciò ab-biamo voluto provare a rappresentare con colori e tecniche par-ticolari il nostro Big – Bang. Abbiamo preso della stoffa blu notte e con molta fantasia l’abbiamo macchiata immaginando i colori dell’esplosione. Il risultato e stato strepitoso.ECCOLO…

Osservando il capolavoro, che ora è appeso al soffitto, proprio sopra le nostre teste, abbiamo espresso delle osservazioni che di seguito si sono trasformate in poesia...

Quando è iniziato tutto questo che ha portato alla nostra esistenza?Due semplici domande, ma migliaia di rispose che difficilmente riusciranno

a raccontare la “nostra storia”. Abbiamo indagato scientificamente e siamo riusciti a capire che:

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35SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO - classi 4° e 5°

LABORATORIO DI POESIA

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36 SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” classi 4° e 5°

Per capire meglio la”divisione” tra i cristiani abbia-mo pensato di invitare la mamma del nostro compa-gno Alexander, la signora Nina, che ci ha raccontato del proprio paese d’origine, l’Ucraina e della sua re-ligione.Nina ha esordito raccontandoci abitudini e tradizio-ni del suo paese. Ci ha poi spiegato nel suo paese ci sono cristiani che seguono il rito russo-ortodosso, al-tri il greco-cattolico, altri ancora quello cattolico; lei è di religione “greco-ortodossa”. Ha quindi illustrato i riti e le tradizioni religiose, cominciando da quelle pasquali, natalizie, l’amministrazione dei Sacramen-ti. Infine ci ha mostrato foto, cartoline, uova di legno colorate con immagini sacre e alcuni oggetti ricamati da lei stessa.La mamma di Alexander ci informa che la religione da lei seguita non è molto diversa dalla nostra, sola-mente che loro sono più tradizionalisti nel professa-re la loro fede e mantenere “vive” alcune tradizioni, come il decorare le uova pasquali, preparare il cesto con i vari cibi per la festa di Pasqua, che vengono benedetti la vigilia sul piazzale della chiesa.A Natale, invece, si prepara il presepe vivente e tutti donano dei soldi; si festeggia il 7 gennaio secondo il calendario Gregoriano. Quando un bambino riceve il Battesimo gli viene amministrata anche la Cresima. Nella celebrazione del Matrimonio agli sposi viene messa in testa una corona tempestata di pietre pre-

Il prete può sposarsi dopo aver ricevuto il Sacramento dell’Ordine

CONOSCIAMO LA RELIGIONE GRECO-ORTODOSSALoro sono più tradizionalisti nel professare la loro fede

ziose; la fede nuziale viene portata nella mano destra. Il loro capo religioso è il Patriarca che sta in Grecia; il prete può sposarsi dopo aver ricevuto il Sacramento dell’Ordine.Le loro chiese sono in stile barocco: ampie ma ricche di statue ed icone; l’altare è diviso dal resto della na-vata da una porta tutta d’oro. Anche nelle case appendono le icone: immagine sa-cre dipinte su tavole di legno con colori a olio, dove ogni colore ha un significato particolare.Abbiamo guardato l’orologio eh…. erano già le 16:20… il tempo per una foto, i saluti e …la lezione è stata interessante, è arrivata l’ora di torna-re a casa senza che ce ne accorgessimo.

COMPLIMENTIA MATTEO CURTONI

che ha vinto per la terza volta la GARA DEI CERVELLONI al trofeo A2A a S. Caterina Valfurva

ALLA 2A DELLA SCUOLA MEDIAche si è classificata terza al concorso CARTOLANDIA

ALLA 5B DELLA SCUOLA PRIMARIA DI REGOLEDOche si è classificata PRIMA alla manifestazione GIOCASPORT organizzata dal CONI a Morbegno

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