GIUGNO 2013 - Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino · In gita all’ARCHEOPARK.....28 Visita al...

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Periodico dell’Istituto Comprensivo di Cosio Valtellino - Via P.L. Nervi, 1 - 23013 Cosio Valtellino (SO) - [email protected] - GIUGNO 2013

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IMMAGINI1°, 2° e 4° di copertina

Scuola Media

IL PIPISTRELLOAnno XIX N° 3 - GIUGNO 2013Esente da legge sulla stampa

n. 47/1948Soggetto alla C.M. 242/1988

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SOMMARIO

Visita all’Oratorio di Cosio, Storia di una Comunità .................................................. 1La magia delle parole.............................................................................................................. 3Fontanellato, la Rocca Sanvitale e Parma .................................................................... 5Appunti di viaggio, quasi un racconto epico ................................................................. 7Sbarco a Venezia ...................................................................................................................... 8Una notte all’Hotel Ariston ................................................................................................... 9Ca’ Macama .............................................................................................................................10Matt Bomer…L’intervista è possibile ............................................................................ 11Alla scoperta del professor Ciapusci ........................................................................... 12Un giovane cuoco si confessa ......................................................................................... 14Naturalmente giocando ..................................................................................................... 15La magia della vita ................................................................................................................. 16La giornata dell’ambiente .................................................................................................. 18Laboratorio dei 5 sensi ....................................................................................................... 20Noi siamo i bambini giallo-verde-blu e la natura difendiam ................................21Progetto di attività motoria .............................................................................................. 23Al Safari Park…emozioni per tutti i gusti ..................................................................... 25Ecco a voi …i LEMURI ........................................................................................................... 27In gita all’ARCHEOPARK ..................................................................................................... 28Visita al Museo Egizio di Torino ....................................................................................... 30Progetto “Al di là del Ponte” ............................................................................................. 31Al Castello Sforzesco e al Teatro Trebbo ................................................................... 34Test - Come Pinocchio o come Lucignolo? ................................................................ 36Giocate con noi…REBUS ..................................................................................................... 37Una giornata da casari ....................................................................................................... 38La nostra gita a Pombia ..................................................................................................... 39Nuove vite a scuola con noi .............................................................................................. 40Un viaggio nell’Antico Egitto .............................................................................................. 41Arriva il nuovo C.C.R. ............................................................................................................ 43

REDAZIONE

Margolfo Francesca

Mazzoni Giulia

Tarchini Mario

Carrara Alice

Capponi Tessa

Pescatori Sara

Svanella Andrea

Appiani Laura

Brioschi Alessio

Gherbi Beatrice

Merlini Beatrice

Pontiggia Nicola

Fistolera Nicholas

Martinalli Marianna

Zecca Samuele

Acqiustapace Tommaso

CoordinatoreLuciano Vaninetti

1La realizzazione dell’ Oratorio di Cosio ha incuriosi-to tutta la redazione, quindi per soddisfare le nostre bocche affamate di notizie abbiamo contattato Don Mario per fissare un’intervista. Detto fatto! Il giorno 11 aprile ci siamo trovati per tempo, abbiamo infor-cato le nostre bici e siamo partiti in fila indiana verso Cosio. Dopo la rotonda qualcuno ha cominciato ad attaccare, pensando al Giro d’Italia, il prof ha pro-vato a richiamare i fuggitivi con poderosi fischi alla Trapattoni ma dopo un finto sur place ricominciava la fuga. Tra scatti, contrattacchi, fughe rintuzzate e fischiate vane del prof , siamo piombati in men che non si dica davanti alla Casa parrocchiale proprio ben sincronizzati con Don Mario che stava arrivan-do proprio allora. Abbiamo parcheggiato le bici e il Don ci ha fatto accomodare in un locale cha sapeva di nuovo e seduti comodamente abbiamo mitragliato il Parroco con le domande che avevamo pre-parato.

“Un ponte tra la chiesa e la strada”

VISITA ALL’ORATORIO DI COSIO, STORIA DI UNA COMUNITA’Quando impegno, sacrifici danno senso alla realtà

Quando e perché è nata l’idea di costruire l’orato-rio?L’idea è nata con calma durante la visita pastorale del Vescovo Maggiolini nel lontano 1996, qui prima c’erano dei vigneti e dei campi di diversi proprietari, la Parrocchia una parte li ha acquistati mentre i rima-nenti sono stati donati. Cosa vi ha spinto all’impresa?Ci ha spinto l’esigenza di avere un centro per i ra-gazzi e un campo da calcio, eravamo rimasti l’unico paese senza spazi di ritrovo Quanto è costato?È costato fino a oggi 1.300 000 euroDa dove provengono i fondi?Circa il 20% erano già presenti in parrocchia 260.000 euro), il 25% da un mutuo con la banca di 600.000 euro da

2pagare in 15 anni, e grazie alla creazione dell’ asso-ciazione “Don Provino” che fa varie attività di ven-dita in due anni hanno raccolto 53 mila euro, l’Am-ministrazione comunale ci ha prestato d80.000 di cui 50.000 già restituiti a patto che possa utilizzare la struttura. Abbiamo ricavato fondi anche dalla festa degli “Arrosticini”,d55 000) e dalla vendita di terreni che la Parrocchia possedeva con un ricavo di 150.000 euro. Purtroppo ci sono stati anche vari imprevisti sul percorso come:

Dopo il terremoto dell’Aquila, la normativa antisi-smica ci ha “obbligato” a spese non previste: abbiamo dovuto rinforzare i muri con l’aggiunta di ferro in

più, con un costo di ulteriori 40.000 euro.Da ultimo la palificazione non prevista ma indispen-sabile che è costata 230.000 euro, quando gli scavi per la costruzione hanno messo a rischio il fabbrica-to preesistente.Come era l’ oratorio di prima?L’oratorio non esisteva era semplicemente una sala giochi.Quanto è durato il progetto?Il progetto è stato iniziato con l’acquisto del terreno nel 2007/2008, i lavori sono incominciati nel 2009 e nel 2012 è stato completato il primo lotto dell’oratorio.E’ soddisfatto del risultato?Ne sono contentissimo.

Dopo l’intervista Don Mario ci ha lasciato di corsa, era impegnato nella Benedizione delle case della par-rocchia, siamo stati accompagnati da Giovanni Brio-schi, il papà di un redattore, che ci ha accompagnati 13 m sotto terra a visitare egli impianti geotermici dell’ oratorio dove faceva un gran caldo! La nostra paziente guida ci ha mostrato il salone delle feste che è ancora in fase di allestimento, dove c’erano degli odori molto forti crediamo di vernici o qualcos’al-tro. In questi grandi spazi si svolgeranno in futuro le varie feste della comunità; lì accanto, sorgerà anche una “mini Cappella” per i momenti di preghiera e di

raccoglimento. Ci hanno colpito i modernissimi spo-gliatoi, belli e funzionali, del resto non potevano che essere all’altezza dello splendido campo sportivo po-livalente con un’erbetta sintetica che ci ha subito ip-notizzato. Dentro per una partitina super veloce prima del ritorno in redazione. Il prof ci ha chiamato, abbia-mo salutato e via come al solito, a rotta di collo, verso la scuola, la tappa è stata vinta da…nessuno, abbiamo vinto tutti, è stata un bel pomeriggio e abbiamo anche schivato la pioggia.

A cura di Alessio B., Beatrice G.,Nicholas e Alice

Come funziona l’oratorio?Funziona ancora un po’ come un periodo di prova, diciamo che stiamo facendo il rodaggio, manca l’input. A breve si creerà commissione che avrà il compito di creare un sistema organizzativo in-dispensabile per il buon funzionamento dell’oratorio.Qualcuno di illuminato diceva che “L’oratorio è come un ponte tra la chiesa e la strada”.Bisogna far operare bene i tre campi: quello culturale con la catechesi, quello umano con la forma-zione e quello spirituale con l’incontro.Chi vi aiuta a gestire le diverse attività?Sono tre settori: bar, campo e aule che vengono gestite da 30 persone.Il volontariato è stato significativo per la sua realizzazione?No, non solo significativo… ma fondamentale e lo è tuttora.Tutti possono utilizzare la struttura?La può utilizzare chiunque religiosi e non.L’oratorio ha degli orari di apertura?Si, per adesso sono 4 pomeriggi e 2 sere.Cosa si augura per la comunità di Cosio in relazione alla nuova struttura? Si augura che il prete diventi bravo e che anche i ragazzi lo siano, che possa essere un posto dove si sta bene e tutto quello che si augura ognuno per la persona a cui tiene di più.

3Questo progetto si strutturava tre puntate. La prima è cominciata il 13 marzo, appena finito l’intervallo ci siamo diretti, tutti contenti verso la Scuola d’infanzia “raggio di sole” di Regoledo. Arrivati alla meta ci siamo tolti le giacche e, con grande sorpresa, abbia-mo trovato tutti i bambini seduti su sedie o panchine piccolissi-me, c’era un’atmosfera dolce e accogliente.

Francesca

Erano tutti tenerissimi! E ve-derli lì mi ha fatto ricordare quando andavo io all’asilo. Abbiamo cantato delle can-zoni, abbiamo detto i nostri nomi e alla fine abbiamo deciso che sarebbero stati i bambini a scegliere con quale ragazzo lavorare. Hanno cominciato a chia-mare i bambini e quando è arrivato il turno di una bambina di nome Francesca, come me, mi ha scelto! Ero molto felice!Aveva i capelli biondi e spetti-nati, raccolti in una coda, era abbastanza alta. A parlare da-vanti a tutti era timidissima, ma quando eravamo solo io e lei, non la smetteva più di chiacchierare ! Man mano che venivamo scelti, andavamo nella biblioteca della scuo-la a scegliere un libro che avremmo letto insieme al prossimo incontro, quel-lo del 20 marzo. La mia bambina l’ha scelto subito, senza guardare nessun altro libro. Si intitola : “Coniglietto Bianco ha una sorellina”. Ci siamo sedute su un tavolo e abbiamo cominciato a fare un disegno, io disegnavo e lei co-lorava. Finito il disegno siamo andate a giocare con i giochi dell’asilo. Purtroppo il tempo è

volato e noi siamo dovuti tornare a scuola perché i bambini do-vevano andare a pranzo.

Adele

Mi sono molto stupita di vederli tutti seduti nell’attesa del nostro arrivo. Io mi ricordo che quando ci andavo io

e facevamo molto più rumore! Abbiamo fatto conoscenza e poi i bambini hanno comin-ciato a sceglierci. Dopo un po’ una bambina minuta con i capelli corti, marrone chiaro, si avvicinò a me, mi diede la mani-na e mi portò in biblioteca.Era un po’ esitante sulla scelta del libro e me lo ha fatto cam-biare ben due volte! Il libro che ha scelto si intitola: “Sai perché

la luna è vita?” Ci siamo di-rette verso un tavolo e ab-biamo cominciato a leggere il libro, anche se era previsto che lo facessimo la settimana seguente, ma ci teneva così tanto a farlo oggi che non ho saputo dirle di no. Il tempo è volato e abbiamo dovuto, sep-pure con rammarico, tornare a scuola. Per tutta la settimana nella nostra classe abbiamo pensato a come animare il li-bro per rendere la lettura più divertente.Mercoledì è arrivato veloce-

mente, e, per fortuna, tutti si sono ricordati di portare il libro con i peluche o i vari oggetti co-struiti per l’animazione del libro. Stavolta abbiamo fatto l’inter-vallo un po’ prima per passare più tempo con i nostri bambini dell’asilo. Siamo partiti verso un quarto alle undici e siamo velocemente arrivati lì, come l’altra volta abbiamo tolto le giacche e abbiamo, di nuovo abbiamo trovato i bambini che

C’era un’atmosfera dolce e accogliente

La magia delle paroleFrancesca aveva i capelli biondi e spettinati, raccolti in una coda

4ci aspettavano seduti in cer-chio in silenzio.

Francesca

Tanti bambini erano assen-ti per cui mi sono affretta-ta a vedere se Francesca era presente: per fortuna c’era! Per animare il libro avevo portato un pelu-che a forma di coniglio (dato che il libro parla-va solo di conigli), una cuffia con le orecchie da coniglio e una piccola culla di carta, costruita da me, dentro cui si trovava un coniglietto di cartone. Ci siamo appostate in un angolo appartato per una lettura tranquilla. Ho tirato fuori dalla borsa il coni-glietto e l’ho dato in mano alla bambina, però la cuffia non ha voluto mettersela. Abbiamo cominciato a leggere il libro e alla fine di ogni pagina mi faceva domande sul libro a cui ero felice di rispondere. Il libro è finito velocemen-te, dopodiché abbiamo fatto un disegno copian-do le immagini del libro. Giusto in tempo, abbiamo finito di colorare il disegno proprio quando i bambini dovevano andare a mangia-re. Ho salutato Francesca e poi siamo tornati a scuola.

Adele

Quando siamo entrati all’asilo e siamo andati nell’aula rossa, mi sono guardata intorno per assicurarmi se la mia bambina fosse presente. E, per fortuna, dietro il muretto è sbucata Chiara che è venuta da me a salutarmi. Subito mi ha chiesto del libro e io l’ho tirato fuori dalla borsa insieme alle lune di cartone che avevo pre-parato per animarlo. Ho cominciato a leggere il libro che parlava delle caratteristiche della luna e, dopo aver finito la lettura, siamo andate a progettare il lavoretto che avremmo fatto la prossima volta. Purtroppo il tempo è passato in fretta e io ho dovuto torna-re a scuola con i miei compagni.

Per tutta la settimana abbiamo pensato al lavoretto da fare con i bambini. Mercoledì 30 marzo è arrivato in fretta e ci siamo tut-ti preparati per l’ultima puntata. Purtroppo, quel giorno molti miei compagni hanno dimenticata il libro a casa. La maggior parte ha chiamato i genitori per farsi porta-re il libro, ma alcuni no e hanno tro-vato un’altra soluzione per restitui-re il libro. Tutti si erano impegnati a portare il materiale per il lavoretto conclusivo, molti lo avevano arric-chito con idee originali.

Francesca

Ho trovato la mia bambina seduta in un angolo del tavolo e mi sono avvicinata. Io avevo portato il ma-teriale per il lavoretto: un carton-cino, delle molle di carta per dare l’effetto del rialzo alle figure che lei avrebbe dovuto colorare. Abbiamo piegato a metà il cartoncino e lei ha cominciato a colorare le figure. Finito di colorare abbiamo preso la colla e abbiamo incollato la molla al

centro della metà del foglio. Alla fine della molla abbiamo applicato, sem-pre con la colla, le immagini colora-te da lei. Come ultima operazione, sulla prima facciata del cartoncino, abbiamo scritto il titolo del nostro libro accompagnato dai nostri nomi e l’abbiamo chiuso con dello spago. Il lavoretto è piaciuto mol-to! La fine della terza puntata è arrivata e ho salutato Francesca dicendole che l’avrei rivista quan-

do sarebbe andata alle elementari. Questo progetto mi è piaciuto molto!

Adele

Sono arrivata nell’aula rossa e mi sono affrettata a vedere se Chiara era presente, per fortuna si! Mi ha subito chiesto che cosa avevo in borsa. Allora ho tirato fuori un disegno sulla luna e poi gliel’ho fatto colorare. Si è molto divertita, ma anche io a guardar-la. Alla fine abbiamo posato su un cartoncino il nostro disegno, abbiamo scritto il nostro nome e il titolo del libro per farlo presen-tare agli altri bambini. Mi sono proprio divertita!

A cura di Francesca e Adele

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Abbiamo cominciato a salire una scala e arrivati in cima abbia-mo incontrato la nostra guida. Eravamo nella stanza delle armi in cui se ne trovavano di ogni tipo! C’era anche un camino con una specie di nicchia che era un VANO SCALDAVIVANDE. Poi ab-biamo proseguito in un’altra stanza in cui si trovava un grande tavola apparecchiata. Tutt’intorno si trovavano tantissimi piatti di porcellana con inciso lo stemma. I piatti erano molto più grande del normale perché la nobiltà a quei tempi mangiava tutti le ci-barie nello stesso piatto. Siamo entrati in un’altra stanza in cui c’era un enorme biliardo. Era proprio identico a quello di adesso e aveva anche un segnapunti attaccato al muro. Nella stanza seguente c’era una camera da letto, con un libro, un inginoc-chiatoio su cui pregare, un comodino e un letto matrimoniale che era molto più corto. La guida ci ha spiegato il motivo, è curioso apprendere che allora le persone erano solite stare come sedute sorrette da cuscini, non si sdraiavano come facciamo noi oggi. Immagina-te la scomodità e chissà quanti problemi di mal di schiena. Una delle ultime stanze che abbiamo visitato era piena di quadri che rappresentavano i duchi che avevano vissuto nella Rocca.Si capiva molto facilmente qual era quello più re-cente perché era vestito con abiti abbastanza mo-derni e con colori vivaci. In quasi tutti i locali della Rocca si trovavano dei dipinti dello stesso pittore che al posto della firma inseriva nei suoi quadri un gatto. La guida ci ha detto che si chiamava Feli- ce Boselli e felix in latino vuol dire gatto ecco svelato il motivo della presenza di un gatto in ogni suo dipinto. Siamo usciti dalla Rocca, abbiamo attraversato il giardino e siamo entrati in una stanza molto piccola in cui ci stavamo a malapena: era la Camera Ottica! Entrati abbiamo chiuso la porta la sala era completamente buia. Dopodichè su due superfici bianche in cui si vedevano delle im-magini in movimento, dapprima sembrava un video ma alla fine abbiamo scoperto che era esattamente quello che succedeva all’esterno, ma non erano delle telecamere a fare tutto ciò, ma era un gioco di lenti e prismi che rifletteva sui due schermi bianchi la vita della piazza: osservare e controllare… senza essere visti!

Era una cosa eccezionale!Poi siamo entrate in altre stanze, in una c’era un teatrino con dentro delle statuine con attaccate dei fili, un artistico teatrino delle marionette. Ma la sala che mi ha colpito di più presenta gli affreschi del Parmi-gianino, il mito di Atteone; un particolare mi ha emozionato quel-lo che rappresentava un bambino sorretto da un angelo con un ramo di ciliegio spezzato in mano che significa una morta pre-matura

IL PRANZO

Dopo aver visitato la Rocca siamo usciti, la fame cominciava a farsi sentire e, come per magia si è materializzato un alpino che ci ha guidato in un ampio salone con due grandi tavoli dove ci siamo accomodati per il meritato pranzo al sacco. Tutti hanno cominciato una corsa veloce perché volevamo prendere i posti migliori vicino ai propri amici. Il nostro gruppo era composto da Sara, Francesca, Sefora e Nicolò Tarabini. Abbiamo chiacchierato tra di noi un po’ rumorosamente e dopo qualche schh dei prof abbiamo deciso di abbassare il volume della voce. Tutta l’allegra comitiva ha mangiato a sazietà perché

Dagli affreschi del Parmigianino a quelli dell’ Antelami

Fontanellato, la Rocca Sanvitale e Parma Ci credereste che pittore firma i suoi quadri con un gatto?

Siamo partiti dal piazzale della scuola alle ore 6.30.I prof che ci hanno accompagnato erano quattro: Vaninetti, Giganti, Pezzola e Barri.

E siamo arrivati a Fontanellato alle 10.30 abbiamo visitato la Rocca Sanvitale.Per prima cosa siamo scesi dal pullman e abbiamo camminato qualche minuto,

poi siamo arrivati in una “Piazzetta” in cui attorno si trovavano delle mura con degli archiche si affacciavano dove ci trovavamo noi. Ci siamo divisi in due gruppi, la 1°A e la 1°B.

Francesca

6sapeva che la prossima occa-sione si sareb-be presentata chissà quanto. Dopo il lau-to banchet-to abbiamo collaborato a fare pulizia e a sistemare gli scarti del pic-nic negli

appositi contenitori per la raccolta differenziata. Ora è il tempo di andare ai servizi, aspettando il proprio turno, a operazione conclusa il pullman era già pronto perché Parma ci stava aspettando.

PARMA

Siamo scesi dal pullman e le due guide erano già pronte a partire, una con la 1^A e l’altra con la 1^B. La nostra si è soffermata dap-prima sul torrente Parma che scorreva impetuoso a causa delle abbondanti piogge, ci ha detto che in estate quasi scompare. Poco dopo arriviamo davanti a una grande costruzione su cui era appeso uno stendardo con su scritto Palazzo della Pilotta che prende il nome da pelota il gioco in voga tra i soldati spagnoli che lo praticavano in quei luoghi. Siamo entrati subito dopo nel Teatro Farnese, tutto in legno, davvero imponente, pensate che poteva contenere anche 4000 persone, ma ha avuto scarsa fortunato nel-la sua storia. Dopo un’inaugurazione nel 1618 in occasione del un matrimonio tra una Farnese e un De Medici con tanto di battaglia navale. Il teatro venne riempito d’acqua, le pareti in legno furo-no protette da lenzuola intrise di pece così da creare una specie di impermeabilizzazione. Poi venne simulata una battaglia navale con figure di cartapesta, da quell’occasione memorabile è stato utilizzato due o tre volte, proprio a causa della sua enorme dimen-sione. Nell’inverno del 1944 ha subito un bombardamento an-

gloamericano e ora si presenta restaurato ma ancora in cerca di un suo adeguato utilizzo. Durante la visita guidata abbiamo assistito un po’ sorpresi dall’atteggiamen-to di un gruppo di studenti francesi che definire cafoni è quasi un complimento. Tanto che la nostra guida faceva fatica nella sua spiegazione, si è indispettita e ne ha cantato quattro ai francesi. Usciti dal Teatro Farnese ecco il giallo Samuela che si è accorta di aver dimenticato il suo cellulare nei servizi del teatro. Per fortuna tutto si è risolto bene, dopo una corsa a perdifiato la prof Barri e la nostra compa-gna sono tornate col telefono ritrovato. Eccoci in cammino, dopo qualche minuto siamo approdati in una bellissima piazza, la Piazza Garibaldi, contornata dal palaz-

zo del Comune e dal Palazzo del Governatore, impreziosito da due meridiane. Il sole e il cielo azzurro rendevano tutto ancor più bello. La nostra allegra comitiva seguiva la nostra guida e in un attimo ci siamo trovati nella splendida Piazza del Duomo co il Battistero e l’Arcivescovado. Entrati nel Battistero a pianta ottago-nale siamo rimasti incantati dai dipinti dell’Antelami e dalla fonte Battesimale. Al centro si trova una grande vasca doppia fatta di marmi di diverso colore. La sua forma ricorda il quadrifoglio, nel-la notte di Pasqua, i quattro sacerdoti stavano nella vasca centrale e battezzavano le persone. Il Duomo ci ha colpito per la ricchezza degli arredi e per lo stupendo dipin-to sulla cupola in cui Antelami ritrae l’Assunzione della Madonna in cielo in quel vortice di straordinaria bel-lezza con Gesù che le viene incon-tro. La nostra guida ci ha detto che il l’affresco non era stato apprezzato dai fedeli, fino a quando un famo-so pittore disse che neanche tutta la chiesa riempita d’oro avrebbe il valore di quella splendida rappre-sentazione. Qualche nostro com-pagno sembrava più attratto dalle grate sul pavimento piene di mo-nete, c’era già chi progettava una calamita gigante per prendere il malloppo. Una volta ritornati sulla piazza abbiamo fatto i nostri acquisti nel locale adiacente e poi con grande sorpresa i prof si sono fidati di noi e ci hanno concesso una mezzoretta di libera uscita. Siamo partiti come raz-zi verso la zona centrale chiusa al traffico, ci siamo comportati bene, abbiamo concluso la visita alla città assaggiando un ge-lato strabuono e poi via, era tempo di prendere il pullman che ci aspettava accanto al torrente Parma. Durante il viaggio di ritorno c’erano delle voci…dicevano che delle nostre compagne si erano perse mentre cercavano un negozio per comprare degli orecchi-ni…Chissà se è vero! Noi sappiamo solo che è stata una gita fantastica e…avventurosa !!!

A cura di Sara, Francesca, Tessa, Alice, Andrea e Giulia M.

7In marcia verso Fontanellato e Parma

Appunti di viaggio, quasi un racconto epico

cacchetta e giocare con lei. Mentre gioca continua a

cianciare, in fondo al pullman sembra di essere nel pol-

laio del Gobbi, che dire di Sara che continua ad ascolta

musica rap in fondo al pullman, che diavolo succede,

siamo su una discoteca ambulante? A metà tragitto un

autogrill ci chiama “Venite a prendere un panino”, come

si fa a dire di no, a dire la verità tutti avevano voglia di

mettere qualcosa sotto i denti. Alle 20.45, tutti sintoniz-

zati su Torino, c’è la partitissima Juve-Bayern Monaco,

riuscirà la nostra squadra del cuore a passare il turno?

Alle 21.00 siamo sul piazzale della scuola, i genitori sono

lì ad aspettarci, la giornata si conclude.

A cura di Mario, il grande viaggiatore

AndataSono le ore 6:30 quando partiamo con il pullman. Aspet-

tiamo gli ultimi ritardatari e poi partiamo. Tutti sono alle

prese con cose diverse. C’è chi ascolta musica, can-

tando a squarciagola, chi gioca con il nintendo DS, chi

parla liberamente con chi gli capita e quelli nei posto

davanti che guardano attentamente fuori dal finestrino

e chi parla con il vicino. Il tempo sembra non passare

mai e ci vorranno ben tre ore e mezza per arrivare a

Fontanellato. Questa cosa però non è una cosa negativa,

perché a me piace molto andare in pullman dato che è

l’unico momento in cui mi posso rilassare e riposare,

ma soprattutto non bisogna stare attenti a quello che

dicono i professori! A un certo punto si sente il Nicolò

che urla di disgusto, il Shu vomita, ma non una volta,

ripetutamente stabilendo in 4 il nuovo record nella storia

delle gite della nostra scuola. Dopo un po’ i professori

mettono il film “Vita da camper”, ma a causa del rumore,

in fondo al pullman è difficile seguirlo. A circa metà del

viaggio ci fermiamo per il rituale PIT-STOP all’autogrill.

Tutti o almeno quasi tutti prendono qualcosa: io un cap-

puccino e una brioche con la marmellata, altri caramelle,

bibite, panini, non dimentichiamo i maialini di gomma li

abbiamo “pastrugnati” talmente che grugnivano in coro,

richiamando l’attenzione di tutti i presenti. Dopo una

mezz’oretta siamo tornati in pullman e siamo ripartiti.

Abbiamo continuato a vedere il film “muto”. Alle 10.30

siamo arrivati a Fontanellato, più precisi di un orologio

svizzero.

RitornoStiamo tornando a casa, la giornata è sta-

ta bella e divertente, quando il sottoscritto,

Abdul e Shu devono andare in bagno urgen-

temente, il prof Vaninetti dice di seguirlo e,

mentre si beve un buon caffé, noi ci fondiamo

nel bagno del bar… e il gioco è fatto.

Alle ore 17.30 si parte, il vostro cronista ha

dormito tutto il tempo invece Giulia era in fon-

do e con la ciurma ha fatto un “casino”infernale

per tutto il tempo, Francesca sta parlando con

Sara, però, sostiene che Mario mangiava delle

briciole di caramella, ma se dormivo? Tessa e

Alice gioca con POVE, un gioco sul telefonino,

abbastanza famoso che consiste nel curare una

8Le vostre amatissime inviate Laura e Beatrice, vi portano alla scoperta di Venezia e di calli e campielli, dove vi per-derete con noi: cosa c’è di più bello di perdersi in una città come questa?! Eccoci nel parcheggio del Tronchetto e qui co-minciamo a disorientarci sarà colpa della marea di bancarelle cinesi che ci cir-condano? Poi partiamo per una veloce passeggiata sul lungomare per raggiungere la stazione dove prendiamo il trenino “People Mover”, vfrrrrhuuum eccoci in un at-timo a Piazzale Roma. Si pre-senta davanti a noi il “meravi-glioso” ponte Calatrava che è stato al centro di discussioni animate e denunce a go go, collega Piazzale Roma con la Stazione centrale di Venezia. Durante il no-stro soggiorno attraversiamo gli innumerevoli ponti che collega-no le 200 isolette della laguna. Chi non conosce il ponte di Rialto, quello dei Sospiri, il famoso ponte dell’Accademia e quello dei Pugni? E ora eccoci apparire davanti a noi la meravigliosa Piazza San Marco, un enorme piazza con dei bellissimi edifici come il Campanile di San Marco, la Torre dell’Orologio, la Basilica di San Marco e il Palazzo Ducale che conteneva le stanze del Doge il governatore di Venezia. È incredibile pensare che in un “piccolo” spiazzo ci possa essere un così grande patrimoni storico e arti-

stico, beh sinceramente tutta Venezia è un mu-seo a cielo aperto! Dopo la visita al Palazzo Du-cale e alla Basilica di San Marco siamo par-titi di gran carriera per la visita con la guida Alberto Secco alla Serenissima. Abbia-mo vagato senza una meta per ore e ore sotto il sole cocente, e grazie a un raggio di luce divina che ha illuminato tutto ab-biamo visto come un miraggio, Piaz-

zale Roma e dopo aver raccolto quel poco di speranza e di forza che ci rimaneva abbiamo fatto l’ultimo sforzo della giornata cioè attraversare Piazzale Roma, arrivare al ticket del “People Mover”, salire le scale (le scale mobili si inten-de!), scendere al Tronchetto e andare al parcheggio per prende-re il pullman che ci stà portando in Hotel. Dopo dieci minuti di viaggio motorizzato siamo arrivati all’ Hotel Ariston che al primo colpo non abbiamo neanche minimamente notato perché stava-mo pensando alle rampe di scale che avremmo dovuto fare per portare in camera le valigie. Ed eccoci, adesso, proprio in questo istante varcare la soglia dell’Hotel …

A cura di Laura e Beatrice M.

Un sogno tra i più belli.. tra calli e campielli

SBARCO A VENEZIAUn museo a cielo aperto che ci lascia stupefatti

9“ Avremmo voluto se non ucciderlo… almeno strozzarlo”

Una notte all’Hotel AristonLa nostra talpa ci spiffera che nella 101…

La sera del giorno 16 aprile noi alunni delle classi 2° arriviamo all’ hotel l’Ariston che, quando l’ave-vamo guardato in internet, sembrava bello e gradito dai clienti. Appena siamo scesi dal pullman entriamo speranzosi nella hall e constatiamo che all’esterno sembra davvero confortevole ma all’interno abbia-mo altre sensazioni. Il portiere d’albergo ci comunica con chi siamo in camera e ci consegna le chiavi. Al-cune serrature non si riescono ad aprire e chiudere, vuoi che siano un po’ magiche? Sistemiamo i nostri bagagli e osserviamo le camere: il bagno è piccolo, il water sconfina nella doccia, il soffitto ha bisogno di ritocchi, la pulizia delle camere non è al top. La cena è così così: c’è pasta al sugo, di secondo cotoletta con spinaci e di contorno patatine, il gelato alla strac-ciatella era quasi abbordabile. Come dice il vecchio saggio a criticare ci vuol poco coraggio, Venezia vale di più di qualsiasi supercena, che ne dite voi lettori? Prima di ritirarci nei nostri alloggiamenti, andiamo a fare un’ispezione nelle altre stanze e, le Beatrici, tanto per non fare cognomi, vanno a fare scherzi nel-le camerate di Alessio e Nicholas. Il divertimento ha uno stop quando, intorno alle 21.00 i professori di ronda entrano nelle nostre camere e intimano a tutta la truppa che da lì in poi comincia il COPRIFUOCO. Nonostante ciò siamo in grado di darvi delle primi-zie… abbiamo informatori in ogni dove. I nostri 007 sono già in azione, sembra che Lorenzo sia andato a letto alle 20.00 si è svegliato alle 22.00, ben riposato, e pronto per fare baldoria con i suoi compagni di stanza. Fate conto che di solito lui è molto tranquillo

e silenzioso ma quella sera si è scatenato. La nostra talpa ci spiffera che nella 101 di Nadia, Felicia e Ca-milla Z. hanno fatto strage di doghe, precisiamo di doghe non di dogi, vittime predestinate entrambi i letti proprio nella stessa camera: mamma mia che sfortuna!!! Ssst, silenzio, la nostra cauzione potrebbe prendere il volo, speriamo bene. Si mormora che nel-la camera 102 di Beatrice G., Valentina, Beatrice M. e Angelica sia a notte fonda che di mattina strapresto non riescono a dormire perché in quella al piano di sopra, la 202 facevano un casino esagerato. Chi era-no gli occupanti la stanza incriminata?…ma i nostri eroi Denny, Fisto, Pontix e Simone. Si sussurra che la parte del leone la interpretasse soprattutto Den-ny che andava correndo da un parte all’altra bussan-do alle pareti, come se fossero le porte del paradiso. Tutte noi avremmo voluto se non ucciderlo almeno strozzarlo e poi, finalmente, all’ 1.00 si è placato, trovando la strada del… letto. Erica e Greta, sul far dell’addormentamento, hanno avuto dei piccoli in-convenienti, ma curate a dovere dai nostri gentili prof li hanno risolti, passando una discreta nottata. L’ ultima cronaca dall’Ariston riguarda Angelica, si è svegliata e… ha iniziato a sanguinare a dirotto dal naso, ma niente paura: c’è sempre una crocerossina pronto-intervento, pare si chiami Chiara M., che ha risolto brillantemente il guaio.Tornati a casa siamo riandati in internet, sulle recen-sioni scritte dai clienti del nostro hotel, e abbiamo verificato che quasi tutte non erano proprio tenere, ma per noi è già IL MITICO ARISTON di sempiterne narrazioni. Che volete farci se la gioventù è amante dell’epica, non quella classica, la NOSTRA!!!

A cura di Beatrice G. e Nicholas

10l laboratorio Ca Macama è un luogo magico, appena entrati si ve-

dono maschere dappertutto, ogni parete ne è piena. Ci sono due

grandi locali, uno gestito da Nancy e l’ altro da Mario, il respon-

sabile di tutto. Il gruppo si è diviso in due parti, uno con Nancy

e l’altro con Mario. Prima di raccontarvi cosa abbiamo fatto, io e

tutti gli altri miei compagni siamo stupiti dalla bellezza delle ma-

schere appese al muro. Mario ci spiega come le maschere sono

state importanti per la città e per la vita quotidiana a Venezia,

venivano utilizzate da 26 dicembre fino al giorno delle ceneri. Così

facendo tutti i veneziani erano tutti uguali, perché non si riusciva a

capire chi c’era dietro la maschera: potremmo chiamarla la demo-

crazia mascherata. Successivamente ci mostra dei quadri dove

sono rappresentate scene, momenti di vita sociale e quotidiana: a

teatro, a passeggio, a carnevale. Dopo la chiacchierata istruttiva

e sorprendente che è servita a dare un senso a quello che avrem-

mo fatto è ora di passare dalla teoria alla pratica. Indossiamo i

grembiuli perché i colori sono indelebili, quindi come apprendi-

sti artigiani ci sediamo attorno a grandi tavoli da lavoro: adesso

Siete Tutti invitati al Laboratorio di maschere veneziane

CA’ MACAMASentirsi quasi artisti in un luogo simile è possibile

dobbiamo scegliere il modello di maschera che più ci ispira, è un

momento importante, ognuno è libero e le possibilità sono tante.

Si inizia ed io scelgo la maschera più tradizionale. Ascoltiamo

le raccomandazioni di Mario e cominciamo a colorarle. Dopo la

prima fase dobbiamo aspettare che asciughi, abbiamo a disposi-

zione quattro Phon e si fa la coda. Diamo una passata col fono e

pum salta la corrente diverse volte. Dopo l’asciugatura, via con la

seconda fase, ricopriamo di cera le nostre maschere per lucidarle,

qualche momento di attesa e poi arriva l’operazione più impor-

tante. Decoriamo la maschera con colori metallici, oro, argento

CONTINUA... A PAGINA 44

11Matt Bomer è forse un attore sconosciuto a voi ma per noi della redazione non lo è. Lui è un attore statuniten-se, di 35 anni, il suo nome completo è Matthew Staton Bomer è diventato famoso grazie a vari film “Non aprite quella porta: l’inizio” un bellissimo film horror; “In Time” e “Magic Mike”. Ha fatto anche molti telefilm, i più famosi sono: “Chuck” dove ha registrato la 2^ stagione; “White Collar” dove sta continuando le riprese dalla 5^ stagione in cui lui è il protagonista cioè Neal Caffrey, un ladro. In più alle mirabolanti doti da attore ha anche una stupenda voce. Ora vive a New York con la sua famiglia. Un giorno, per puro caso, siamo riusciti a contattarlo grazie a un so-cial network e immediatamente gli abbiamo chiesto la sua disponibilità per un’ intervista. Dopo qualche giorno ci ha risposto che ne sarebbe molto felice e adesso a voi un autentico scoop( che farebbe gola alla concorrenza) per il nostro e vostro giornalino preferito, “Il Pipistrello”.

Cosa l’ha convinta a iniziare la carriera di attore?Quando ero più giovane ho sempre guardato la TV e poi ho iniziato a guardare le interviste di attori e sembrava che si stavano divertendo così ho pensato di provarlo e certe cose hanno portato ad altre cose ed oggi eccomi qui.Come ha fatto a iniziare questa professione? Ho iniziato frequentando una scuola di recitazione e ho stu-diato duramente per arrivare dove sono oggi. La scuola era molto importante per me perché mi ha insegnato molte cose sulla vita e sul nostro mondo che è sempre una nuova sco-perta.Quale era il suo sogno da bambino? Quando ero un ragazzino volevo fare il pompiere per aiutare le persone. Mi piaceva l’idea di aiutarle oppure di salvar loro la vita.Che squadra di football tifa o tifava? Io non seguo molto il football, cioè guardo le partite, ma non lo faccio da vero appassionato.Qual è il suo attore preferito?Il mio attore preferito potrebbe essere Chris O’Donnell, è molto bravo, infatti mi piacerebbe diventare come lui, un giorno, forse.Le piacerebbe diventare una stella di Hollywood?Non proprio, io sono contento di dove sono ora e non mi interes-sa diventare una persona super famosa perché ha i suoi pregi e i suoi difetti, infatti potresti divenire una persona amata e adorata da tutti, ma poi saresti sempre circondato da telecamere e papa-razzi e non avresti un momento libero per la tua famiglia e staresti sempre distaccato dai tuoi famigliari, ed è questo che io voglio evitare, perché per me la famiglia è la cosa più importante.È felice di essere diventato un attore? Ha dei ripensamenti?Sono contento, molto contento di essere diventato un attore, per-ché posso ancora diffondere la consapevolezza che c’è sempre speranza e aiutare le persone, per quanto posso.Qual è il suo telefilm preferito?

Probabilmente dovrebbe essere The Following, o Revenge, non so se sono molto famosi anche in Italia ma in America lo sono abbastanza, come White Collar.È già venuto a visitare l’Italia? Se si quando e dove?Si, sono già stato in Italia, ma è stato molto tempo fa e non ricordo esattamente quando, però mi tornano sempre alla mente i ricordi di un paese meraviglioso e fiero delle sue origini e tradi-zioni con dei paesaggi mozzafiato e mi piacerebbe molto tornare.Qual è la sua città preferita? La mia città preferita potrebbe essere New York, ma perché è solo il mio tipo di città e mi rispecchia un poco non per altro. E poi se domandate a un americano qual è la sua città preferita vi risponderà sempre che è o Boston, o New York oppure Washing-ton! Quindi la cosa è scontata anche per me!

Le piacerebbe di più visitare la Spagna, l’Italia o la Francia? Perché?Mi sarebbe sempre piaciuto andare in Spagna, in realtà non so perché ma l’ho sempre sperato era uno dei miei sogni nel casset-to e lo è tutt’ora. Ma anche l’Italia come ho detto prima mi piace-rebbe rivederla, invece la Francia non mi attira molto, forse per-ché è già scontato quello che visiterai … Boh non lo so proprio!Ha mai pensato di iniziare una carriera da cantante vista la sua meravigliosa voce? Perché?Penso di essere felice di essere solo un attore, forse un po’ più avanti potrei pensare ad una carriera di cantante, ma non ora, per adesso mi voglio godere gli splendidi anni che sto passando.Oltre alle doti di attore e cantante ha altre talenti? Ho molte altre competenze diverse da recitare o cantare come correre, giocare a basket, a baseball ma la mia vera passione è giocare con i bambini e credo che sia una cosa molto importante perché loro sono la cosa più importante e bella che una persona possa mai desiderare.

A cura di Beatrice M.

Un personaggio dalle mille doti

MATT BOMER… L’intervista è possibile“Volevo fare il pompiere e non l’attore”

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PROFILOPROFESSIONALECome mai ha scelto di insegnare religione? L’ho fatto perché volevo stare a contatto con i ragazzi, ho seguito il motto del papa Giovanni Paolo II “Se vuoi rimanere giovane devi stare con i giovani”. Inizialmente ero intenzionato a insegnare lettere e filosofia, però vo-levo dare un insegnamento disciplinare, pur importan-te, ma anche che toccasse il senso della vita. Dunque ho pensato alla materia più adatta da tutti i punti di vista. Perciò ho deciso di insegnare religione perché avevo la possibilità di incontrare molti ragazzi, discu-tere con loro e rendere il tempo trascorso con loro un’ esperienza piacevole. Per il mio corso di laurea ho sostenuto 45 esami tra cui teologia, psicologia, pedagogia e filosofia.

Che studi ha fatto e dove?Ho studiato a Milano all’università “Facoltà Teolo-gica dell’Italia Settentrionale - Istituto di Scienze Religiose”. Ho iniziato nel 2000 e l’ho frequentata per circa un mese, ero uno dei più giovani studen-ti, ero circondato da preti e suore, e ciò mi aveva un po’ scocciato. Sono rimasto a casa il tempo giusto per riflettere sul da farsi. Poi ho ripreso gli studi nel settembre del 2000, e li ho terminati nel giugno del 2005. Nel settembre del 2012 mi sono laureato.

In quale scuola ha insegnato per la prima vol-ta?La scuola di Campodolcino è stata la prima, il 13 settembre 2010 in una classe di terza me-dia. Ho iniziato l’insegnamento piuttosto tardi, perché inizialmente mi ero impegnato in par-rocchia aiutando il parroco e mi ero messo a disposizione dei giovani.

“Se vuoi rimanere giovane devi stare con i giovani”

Alla scoperta del professor Ciapusci“Per ogni cosa c’è il suo tempo”

Tutti voi vi sarete chiesti da dove viene il professor Ciapusci?Nasconde qualcosa nel suo passato? Ma forse vorreste sapere di più sul suo privato?

Noi della redazione, da perfetti telepati, vi abbiamo letto nel pensiero, quindi abbiamo chiesto all’insegnante di concederciun’intervista. Detto fatto in un paio di incontri in sala insegnanti l’abbiamo realizzata

un grazie va anche ai prof che ci hanno data libera uscita dalle lezioni. La conversazione è divisa in due parti,la prima riguarda la vita professionale, nella seconda il prof ci ha aperto uno spiraglio sulla sua vita privata.

13Come si è trovato?Mi sono trovato molto bene sia con i superiori, con i colleghi e con gli alunni. Nella lezione prevale l’incontro umano e poi lo studio, l’obiettivo è quello di orientare i giovani allievi verso una crescita carica di vita e di gioia a 360°. Che sogno ha nel cassetto?È quello di diventare un docente universitario perché nella scuo-la media e anche in quella superiore le lezioni non seguite con impegno e con motivazione dagli alunni. All’università le lezioni hanno un’altra atmosfera, c’è la ricerca, l’approfondimento, mi dedicherei alla teologia, e a quella parte della filosofia, vale a dire della “metafisica” che si occupa delle cose ultime.

Come si trova nella nostra scuola?Mi trovo bene, l’anno prossimo non so se ci sarò ancora, ma a me piacerebbe restare. Io sono, a dire il vero, abituato a scuole molto con molte più classi, dove vitalità e grinta, non mancano.

È soddisfatto delle sue scelte?Sono una persona molto riflessiva e valuto molto le mie scelte. Non mi sono mai pentito perché mi sono accorto che non c’è

A cura di Marianna, Laura e Nicholas

PRIVACYCi parli della sua famiglia.

Non sono sposato e non ho una mia famiglia. Io vivo con i miei genitori e una sorella di 31 anni.

Qual è il suo piatto preferito?

Io mi definisco di buona bocca, mi piace di tutto, ma mi piace soprattutto l’arrosto con le patate al forno e

la torta sacher. A dire il vero ho anche un debole per lo strudel e la torta di mele.

Cosa le piace della televisione e cosa no?

Della TV guardo il telegiornale, dibattiti religiosi oppure film comici, come Don Camillo, Bud Spencer e

Terence Hill, anche Totò e la serie di Casa Vianello. Non mi piacciono i film di violenza, i gialli e quelli che

sono pieni di omicidi.

Pratica o ha praticato degli sport?

Da ragazzo giocavo a calcio, ora sono appassionato di ciclismo e ho comprato anche un rampichino costo-

so e frequento le piste ciclabili. Mi piacciono sia il trekking che il Nordic-Walking.

Che musica ascolta?

Io ascolto musica classica, i miei preferiti sono Bach, Mozart, Beethoveen e Schubert.

Ama gli animali?

Amo molto i gatti, ne possiedo quattro. Il mio preferito è uno rosso e bianco tigrato. Possiedo anche un

cane, adoro in particolar modo i cuccioli mi piacerebbe averne uno.

Utilizza i nuovi media? Che cosa ne pensa, pro e contro.

Utilizzo il computer e ne riconosco l’utilità. Non sopporto i telefoni cellulari, io ne ho due, ma li tengo sem-

pre in modalità silenziosa. Sono iscritto a Facebook. Un aspetto negativo è che, utilizzandoli troppo, si perde

la relazione umana, non ci guarda negli occhi e tutto diventa velocità, spesso anche superficialità. Queste

caratteristiche diventano il simbolo dell’ansia della persona. Vorrei aggiungere che si tende a perdere la

cognizione del tempo, mentre io credo che “Per ogni cosa c’è il suo tempo”.

mai davvero un tempo per le scelte. Perché ogni giorno siamo chiamati a scegliere.

Ha paura della morte?Umanamente sì, perché la morte non si conosce, però, essendo credente, mi fido della parola di Dio.

Che contributo dà nella parrocchia del suo paese?Occupo diversi ruoli che non ho mai cercato, ma sono “imposti” dalla dimensione del paese, Somaggia in Valchiavenna.Dal 13 maggio 1990, quando ho iniziato, i miei ruoli si sono molti-plicati… facevo il chierichetto, sono in servizio ancora oggi,per 10 volte all’anno, con tanto di camice bianco, sono un cate-chista, segretario del parroco, organista, sacrestano, segretario del consiglio pastorale parrocchiale, segretario del consiglio af-fari economici della parrocchia (in pratica gestisco la contabilità). Tutto questo con spirito di umiltà e prontissimo a farmi da parte se si presenta qualcun altro.Mi occupo anche della pulizia della chiesa. Ricopro tutti questi incarichi perché non c’è nessun altro disposto ad aiutare la par-rocchia al mio posto.

14In quest’ articolo vi offriamo la testimonianze di un cuoco, il fra-tello di una nostra redattrice. L’abbiamo intervistato a casa sua ed è stato contento di rispondere alle nostre domande, disponibile e paziente ci ha parlato della sua esperienza, degli studi che ha fatto e di come la sua attività lo porti a spostarsi, sempre alla ricerca delle opportunità cha la professione gli presenta. Consiglia a noi studenti di scegliere le scuole che preparano per la professione di cuoco, perché anche in questi momenti di crisi del lavoro offre sempre buone possibilità di impiego. Mattia è un giovane cuoco e ha una carriera d’ avanti a sé…

Che studi hai fatto? Dopo le scuole medie ho scelto la scuola Alberghiera di Sondrio.

Come ti sei trovato?Mi sono impegnato, ave-vo proprio passione per la cucina e la scuola mi ha dato la preparazione teorica e pratica per im-parare. Sapete che dal secondo anno la scuola dà la possibilità di fare stage in alberghi e ri-storanti, teoria e pra-tica ti fanno crescere,

ti permettono di affrontare le difficoltà della professione. A me sono serviti molto e mi hanno incorag-giato a finire gli studi.

Che ricordi hai della scuola?Ho degli ottimi ricordi, andavo molto d’accordo con lo chef che mi ha anche procurato il primo lavoro e ci teniamo ancora in con-tatto.

A che età hai cominciato a lavorare?Ho cominciato a 17 anni, ero abbastanza giovane, ma era tempo.

Dove hai cominciato? Il mio primo lavoro è stato alla Locanda, a Talamona.

Fare il cuoco dove ti ha portato? Dopo l’esordio alla Locanda, sono passato al Grand Hotel di Menaggio in cui sono stato tre anni. La terza esperienza l’ho avuta alla Fiorida, da qui sono stato assunto all’agriturismo il Capretto. L’ultimo approdo è lo Sponki, dove lavoro attualmente.

Ti piace la tua professione?Si, mi piace molto perché ho sempre avuto una grande passione per la cucina.

Che orari hai?La mattina dalle 9.00 alle 15.00 e alla sera dalle 18.30 alle 22.00, ma quando serve mi fermo anche dopo. Sono a casa la domenica mattina, lunedì tutto il giorno e martedì sera.

Raccontaci una tua giornata lavorativa tipo.Arrivo al lavoro alle 9.00 di mattina, mi metto la divisa, accendo il bollitore per la pasta, comincio a preparare i tre primi, poi i tre secondi, i buffet e infine i dolci. Io sto sempre in cucina, quando ho finito di lavorare mi tolgo la divisa, mangio qualcosa e poi sono pronto per tornare a casa.

Cosa preferisci preparare dolce o salato?Preferisco fare le pietanze salate perché mi vengono bene.

Che rapporti ha con il datore di lavoro e i colleghi?Ho dei buoni rapporti con i colleghi, anche con il datore di lavoro che però è un po’ pazzo!

Che importanza ha una cucina di un buon ristorante?Deve essere un ambiente molto pulito e ordinato, con personale preparato e cuochi all’altezza. E’ la clientela che misura la qualità del nostro lavoro: da questo punto di vista siamo tranquilli, lo Sponki è molto frequentato, è questo l’importante.

Quali le regole essenziali da seguire?Bisogna mantenere pulito il locale, bisogna essere puntuali e so-prattutto…saper accontentare i clienti. L’ ASL controlla l’ambiente di lavoro?Si, è appena passato una settimana fa, ha fatto molti controlli ed era tutto a posto.

Quali strumenti professionali utilizza?Ce ne sono di pericolosi?Usiamo pentole, posate, tritacarne, impastatrice, grattugia, for-no, i più pericolosi sono i coltelli, ma esclusi loro, non usiamo attrezzi pericolosi.

Quale piatto ami di più preparare?Io preferisco cucinare i primi piatti, in particolare il risotto alla milanese perché per farlo bene ci vuole arte.

Quale la pietanza più richiesta?Gli schatt vanno sempre forte, anche la pizza è molto richiesta, ma è affare del pizzaiolo, io mi occupo della cucina.

A cura di Sara, Marianna e Francesca

Dalla Locanda… al Grand Hotel Menaggio

Un giovane cuoco si confessaIl risotto alla milanese è il suo asso nella manica

15SCUOLA dell’INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

Nel corso della prima parte dell’anno scolastico i bambini di quattro anni hanno avuto l’occasione di fare una inconsueta conoscenza. Da un racconto di Gianni Rodari si presenta un personaggio curioso e un po’ pasticcione: l’omino della pioggia! L’omino della pioggia “…salta da una nuvola all’al-tra…poi stanco si addormenta. Dorme e quando si sveglia apre tutti i rubinetti.”

L’omino salta su ed esclama: Povero me, chissà quanto tempo ho dormito! Guarda in basso e vede i pae-si, le montagne ed i campi grigi e tristi sotto l’acqua che continua a cadere. Allora comincia a saltare da una nu-vola all’altra, chiu-dendo in fretta tutti i rubinetti.

(Gianni Rodari,

L’omino della pioggia).

Ma per i bambini che cos’è l’acqua? “L’acqua serve per lavarsi le mani…l’acqua è sempre acqua. Dalle nuvole viene giù l’acqua…l’acqua è la piog-gia che cade dal cielo. Io faccio la doccia al mare…io uso l’acqua per fare il ba-gno. L’acqua è una cosa da bere…ho disegnato il bic-chiere con l’acqua, l’aranciata, la limonata spremu-ta…”Manipolazioni d’acqua: nel bagno della scuola “i ru-binetti sono aperti e io sto giocando con l’acqua…mi è piaciuto fare le onde con le mani. Mi è piaciuto

giocare con le barchette…le facevamo galleggiare…le barche devono galleggiare me lo ha insegnato il mio papà.”Sperimentazioni con l’acqua utilizzando i 5 sensi: ab-biamo scoperto che l’acqua si può “vedere, è traspa-rente. L’acqua è bagnata, freddissima o calda…”Che odore ha l’acqua? “di acqua, solo di acqua”Come facciamo a scoprire che rumore fa l’acqua? “Io tengo in mano il barattolo con dentro l’acqua… io suono con l’acqua dentro un barattolo…e si sente il rumore dell’acqua…sembra il rumore delle cam-pane…poi… abbiamo costruito il bastone

della pioggia”E che sapore ha l’acqua? “di acqua”Quando nevica “io gioco a prendere i fiocchi, poi quan-do siamo tornati in aula i fiocchi non c’erano più per-ché erano diventati acqua.”Dove va l’acqua che bevia-mo? “Prima va nella boc-ca, va qui. Si vuota tutta dove c’è tutte le altre cose che abbiamo mangiato… L’acqua va in pancia, poi nei piedi, poi basta… poi si fa la pipì”.Tanto quanto l’acqua, il fuoco riveste un ruolo af-fascinante per i bambini. Ma attenzione: “Fuoco fuoco attento al fuoco non è un gioco!” come dice questa canzone con il fuoco non si può gio-

care. Per i bambini il fuoco “serve per bruciare la legna. Serve per riscaldarsi, si può cucinare la frittata, il caffè, la camomilla. E’ quando bruciano i boschi…” e lo sa bene anche il draghetto Grisù. “Draghetto Grisù ha starnutito e ha acceso il fuoco.

Scoprire il mondo attraverso il gioco e la fantasia

Naturalmente…giocandoIl punto di vista dei bambini tra immaginazione e realtà

16 SCUOLA dell’INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

“Verde quanto verde intorno a me” recita così la canzone mimata in cerchio dai bambini della sezio-ne rossa, gialla, verde e blu in occasione della festa del Verde pulito realizzata come ogni anno nel giardino della scuola. Coroncine fiorite e verdi braccialetti han-no incoraggiato l’arrivo della primavera e “i bambini trovano sassi…raccolgono i legnetti perché puliscono un po’”. Il progetto “La magia della vita” organizza-to dal Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno quest’anno arricchisce l’offerta formativa prevedendo la sperimentazione di una microserra costituita dall’uti-lizzo di materiale riciclato, in questo caso il contenitore di plastica adoperato normalmente per riporre le uova. La piccola serra permette ai bambini di osservare da vi-cino il processo di crescita e di trasformazione da seme a pianta e, nel contempo, di prendersi cura e di parteci-pare responsabilmente a nutrire e crescere un “essere vivente”.

Durante l’incontro Veronica, l’operatrice del Museo, ci ha spiegato cosa significa “essere vivente” proponendo alcuni oggetti inanimati come un sasso, un bottone, una graffetta di metallo che, insieme a vari semini si nascondevano dentro a un sacchetto colorato. I semini vengono dapprima analizzati sotto lo sguardo attento dei bambini ai quali viene fatta usare una lente di ingrandimento. In seguito Veronica ha proposto la visione di un filmato molto interessante...

Alessio: a me è piaciuto quando ho tolto la pelle del fagiolo e ho visto che dentro c’era una piantina piccola e anche una foglia minu-scola.

Voleva diventare un vigile del fuoco ma non doveva sputare fuoco.” Insomma, il nostro amico draghetto aveva un grosso problema da risolvere. I bambini però una soluzione ce l’hanno: “deve met-tere qualcosa sulla bocca per non sputare fuoco…un tappo…e così può fare il vigile del fuoco”.Sperimentare il fuoco è possibile solo osservando i suoi giochi di luce. “I bambini guardano le candele, la fiamma delle can-dele si dondola un po’”.

Però è possibile riprodurre un finto fuoco. A tutti i cu-riosi e agli amanti della sicurezza, ecco gli ingredienti chimici per sperimentare una…colata lavica! “Abbiamo costruito un vulcano. Il nostro vulcano era con la lava ma non era vera. Era fatta con l’aceto, la pittura rossa e una polverina magica (il bicarbonato). Il nostro vulcano è rosso, è finto, fatto di sabbia.”Nel corso del mese di maggio i bambini escono in giardino per manipolare un altro elemento naturale: la terra…altre scoperte ed emozioni li attendono!

Il progetto realizzato in collaborazione con il Museo Civico di Morbegno

La magia della vitaIn chiave ecologica anche la rappresentazione teatrale dei genitori

17SCUOLA dell’INFANZIA “RAGGIO DI SOLE” - REGOLEDO

Mirco: mi è piaciuto quando abbiamo preso dentro a un sacchet-to delle cose e poi quando dopo abbiamo costruito la serra.

Erika: mi è piaciuto quando dovevamo indovinare che cosa c’era dentro nel sacchetto a quadratini. Alcune cose erano viventi e al-tre no.

Rachele: mi è piaciuto quando abbiamo seminato i semi. Uno aveva come un occhio e si chiamava fagiolo con l’occhio. Poi c’erano le lenticchie, un fagiolo marrone e uno grosso bianco. Il mais, la soia li abbiamo messi nel contenitore delle uova traspa-rente e nel cotone abbiamo aggiunto l’acqua e poi aspettiamo che crescano.

Karol: a me è piaciuto quando abbiamo visto il filmato che la piantina cresceva pian piano. Quando era sotto terra si vedeva spuntare la radice e si toglieva la pelle.

Hasan: mi è piaciuto quando si piantavano i semi nel cotone e poi aggiunto l’acqua.

Mosè: mi è piaciuto quando abbiamo aperto il fagiolo e ho visto dentro una piantina vera.

Alessandro: mi è piaciuto quando abbiamo visto il cartone. Si vedevano crescere le piantine. Ho visto dentro a un seme che stavano nascendo una fogliolina e una radice piccola.

Il clima ecologico viene riproposto con originalità anche nello spettacolo teatrale rappresentato da un gruppo di genitori presso l’Auditorium Frassati di Regoledo. Tra l’emozione e lo sguardo attento dei bambini, sul pal-co si sono presentati alcuni personaggi: “la mamma sta chiamando Cipì che deve andare nel nido. Il lupo si avvicina all’albero che muove le braccia… poi c’era lo smog…e dopo gli extraterrestri sono venuti sulla ter-ra”. Un istruttivo, divertente racconto accompagnato da tante piacevoli canzoni che hanno offerto altri spunti per parlare di ecologia.

Grazie a tutti!

Nicolas: mi è piaciuto quando seminavamo i semi e abbiamo co-struito la serra.

Matteo: mi è piaciuto quando abbiamo pescato dal sacchetto e cercato di indovinare che cosa erano gli oggetti.

Gaia: mi è piaciuto quando abbiamo osservato tutti i semi e visto la piantina piccolissima dentro al fagiolo.

Gihan: mi sono piaciuti i semi messi dentro il cotone. Dopo cre-scono le piantine.

Emma: mi è piaciuto quando abbiamo tolto la buccia del fagiolo e visto la sua bocca che conteneva una piccolissima bianca pian-tina.

18 SCUOLA dell’INFANZIA “AQUILONE” - COSIOScuola dell’Infanzia “Aquilone” Cosio

LA GIORNATA DELL’AMBIENTE

Il 16 aprile i bambini e le insegnanti della scuola dell’Infanzia “Aquilone” di Cosio hanno vissuto l’esperienza della giornata ecologica. Anche quest’anno il tema proposto era legato alla semina nel cortile adiacente la scuola.

Tutti i bambini sono stati coinvolti nella realizzazione di cappellini colorati che hanno sfoggiato con entusiasmo durante la bellissima giornata di sole.

I bambini di 5 anni, durante l’attività di gruppo relativa all’elemento terra, avevano, precedentemente, messo a dimora nei vasetti alcune piantine rendendole così disponibili per questa giornata speciale.

19SCUOLA dell’INFANZIA “AQUILONE” - COSIO

Ci siamo trasformati in contadini ed eccoci al lavoro ….

…. ma che fatica! E’ meglio riposarsi un po’…..

20 SCUOLA dell’INFANZIA “AQUILONE” - COSIO

Nel mese di maggio i bambinidella scuola dell’Infanzia Aquilonevengono coinvolti in vari laboratori

con lo scopo di far acquisire a tutti le buone abitudini alimentari.

Con la mediazione di due Agenti speciali alla ricerca di 5 super poteri i

bambini vengonocoinvolti in giochi sensoriali che prevedono un approccio al cibo

inusuale e divertente.L’esperienza è piaciuta molto ai bambini che hanno dimostrato

interesse ed entusiasmonell’eseguire le attività proposte

dalle esperte.

Laboratorio dei 5 sensi Come far acquisire buone abitudini alimentari

L’entusiasmo e l’interesse non mancano

21SCUOLA dell’INFANZIA - ROGOLO

SOFIA: siamo andati in giro per la città a dare i fiori.

DALILA: abbiamo pulito il giardino.

ALESSANDRO: siamo andati in giardino a strappare le erbacce.

ROBY: abbiamo fatto una passeggiata, ab-biamo incontrato il Dirigente e gli abbiamo dato un fiore e cantato la canzone. Ci ha detto che siamo bravi.

DANIELE: abbiamo pulito il giardino, ab-biamo usato le mani, i secchielli e i rastrelli.

SAMUELE: i bambini avevano il bracciale della natura con i colori della canzone.

SERENA: abbiamo raccolto le foglie perché c’era tanto sporco in giardino.

ALESSANDRA: abbiamo fatto la passeg-giata.

LINDA: mi è piaciuto perché ho dato il fiore al nonno e alla nonna.

GAIA: abbiamo raccolto le foglie.

GABRIELE: siamo andati in giardino a to-gliere le erbacce.

EMMA: abbiamo fatto la passeggiata.

MONICA: ho dato il fiorellino alla mamma, c’era scritto che vogliamo bene alla natura e abbiamo chiesto di aiutarci.

CLAUDIO: abbiamo pulito il nostro giar-dino. Abbiamo tolto i legnetti, li abbiamo messi prima nel secchiello poi nel sacco nero.

STELLA: Linda ha dato un fiore a suo nonno.

ZOE: ho dato il fiore alla mamma. La canzo-ne che abbiamo cantato ci dice di rispettare la natura.

“Noi siamo i bambini giallo-verde-blu e la natura difendiam…”Siamo andati in giro a togliere le erbacce

Nella prospettiva ecologica, uomo e am-biente sono fortemente interconnessi e si pongono come elementi interdipen-denti, caratterizzati da una relazione bi-direzionale.

Di conseguenza, ci è sembrato doveroso promuovere delle attività mirate alla for-mazione di una coscienza ecologica, affin-ché i bambini imparino quanto sia impor-tante adottare degli atteggiamenti positivi e di tutela verso l’ambiente in cui viviamo.Ricorriamo ad un canto per introdurre il problema dell’inquinamento ed eviden-ziare le conseguenze sulla nostra salute e sull’ambiente finalizzando il laboratorio ad una “giornata ecologica”, alimentando nei bambini il desiderio di poter condividere con i familiari un’esperienza di tipo ecolo-gico, lanciando l’idea di pulire il giardino della nostra scuola e di una passeggiata, sperimentando personalmente i compor-tamenti ecologici di rispetto e interazione con l’ambiente.Ad ogni bambino leghiamo un braccialetto giallo-verde-blu e… ADESSO BISOGNA…andare in giardino a pulire la nostra aiuola.

… LA NOSTRA MISSIONE…

Poi via, si parte per vie del paese, trasfor-mandoci in tanti eco-agenti che chiedono, attraverso un cartoncino a forma di fiore, l’aiuto per la salvaguardia dell’ambiente ai familiari e alle persone che incontriamo.Tornati a scuola rievochiamo l’esperienza dell’uscita con il racconto dei vissuti per-sonali.

BENEDETTA: siamo andati a dare i fiori alla gente.

MARTINA F: i bambini hanno messo il fio-re della natura.

SIMONE: abbiamo strappato le erbacce in giardino.

Abbiamo dato i fiori alla gente

22 SCUOLA dell’INFANZIA - ROGOLO

SARA: siamo andati a fare una passeggiata e abbiamo dato i fiori alla gente.

ANGELA: siamo andati in giardino in fila e abbiamo cantato la canzone.

VITTORIA: ho dato il fiore alla mia mamma e ho cantato la canzone.

LEO: ho raccolto i legnetti secchi.

MICHAEL: abbiamo messo il cappello perché abbiamo fatto un giro e dato i fiori alla gente.

NICOLA: siamo andati a passeggio. Abbiamo incontrato il Dirigente e gli ho dato un fiore. Mi è piaciuto quando ho trovato le bacche.

MARIA: in giardino abbiamo trovato anche gli insetti. Quando abbiamo fatto la passeggiata abbiamo dato il fiore alla mamma di Vittoria.

23SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 1°B

PENSIERI E DISEGNI

L’ora che trascorriamo in palestra è bellissima. Il mo-mento più bello è quello dei giochi. Io vorrei fare mo-toria tutti i giorni e giocare sempre a DODGEBAL.

Luca M.

Mi piace molto giocare a BATTAGLIA NAVALE e a DODGEBAL con i super-eroi.

TommasoI maestri ci fanno fare tante cose sempre più difficili e se giochiamo bene insieme inseriscono nei giochi i SUPER-EROI così il gioco diventa sempre più diffi-cile e bello.

Emma

Abbiamo giocato tantissimo e tutti insieme ci siamo divertiti molto.

Rachele

Il gioco che mi è piaciuto tantissimo è stato TUTTI CONTRO TUTTI.

Simone

In palestra mi piace correre, giocare a BATTAGLIA NAVALE, TUTTI CONTRO TUTTI e DODGEBAL.

Mattia P.

Un momento interessante e piacevole è stato il cer-chio alla fine di ogni gioco perché si rifletteva sulle regole e soprattutto si scoprivano i trucchetti per vin-cere.

Valentina

PROGETTO DI ATTIVITÀ MOTORIA

Il progetto proposto dall’associazione sportiva tennis-tavolo, coordinato da Massimo Baraglia e dall’esper-to prof. Alfredo Del Barba, è stato realizzato durante tutto l’anno scolastico ed ha coinvolto gli alunni di 1^ B. Tutti i bambini hanno partecipato con interesse e hanno dimostrato impegno e attenzione nel rispetto dei compagni e delle regole dei vari giochi. Tale progetto aveva lo scopo di favorire la conoscenza di sport alternativi, di sviluppare la coordinazione motoria, di avviare l’alunno ad uno spirito collaborativo.

Riflettere sulle regole...

La classe 1° B in movimento

24 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classe 1°B

Ringraziamo Massimo e Alfredoper averci accompagnato durante

questa bellissima esperienza.Vorremmo continuare l’attività

anche l’anno prossimo.

25SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 2

AL SAFARI PARK… EMOZIONI PER TUTTI I GUSTI“Chissà che bello vedere gli animali così da vicino”

A Furkan hanno dato il diploma di falconiere

IL VIAGGIO

Martedì 23 aprile siamo andati in gita al safari Park di Pombia con i bambini di Cosio.Quando ero sul pullman ho pensato: “Chissà che bello vedere gli animali da così vicino!” Intanto guardavo il dvd di Madagascar 3 per non annoiarmi troppo.

animali preferiti. Un falconiere faceva volare di qua e di là gli uccelli, c’erano: il gufo reale, la civetta delle nevi, l’avvoltoio, il caracara, i falchi, le cicogne… Un rapace doveva rientrare nella sua gabbia, ma non ne voleva sapere di andarsene, allora il falconiere gli ha detto: “Se vai, ti do 50 euro.” E lui ha ubbidito… Che uccello intelligente!A un certo punto il falconiere ha chiamato due bambini e uno era il mio compagno Furkan. Gli hanno messo un cappello in testa e il caracara gli si è appoggiato sopra. Ci siamo messi tutti a ridere!A Furkan hanno dato il diploma di falconiere. Se l’avessi ricevuto anch’io! Il rapace che mi è piaciuto di più è stata la civetta delle nevi, tutta bianca con delle macchie marroncine. Ho pensato: “E se mi salta sulla testa?”

ACQUARIO E RETTILARIO

All’acquario c’erano tante vaschette con molti pesci diversi e molto colorati. I primi pesci che vedevamo erano piccoli e man mano che si andava avanti ce n’erano di più grandi. Ho pensato. “E il prossimo

IL PARCO ANIMALI

Siamo entrati nel parco safari con il pullman perché non si poteva entrare a piedi: gli animali erano in libertà e alcuni erano pericolosi. Abbiamo visto gli erbivori e i carnivori e abbiamo scattato tante foto.Quando ho visto il leone e la tigre… mamma mia! Che spavento! Avevo paura che arrivassero addosso al pullman.Quando ho visto la giraffa che correva… wow che meraviglia! Era bellissima ed elegante. Ho pensato: “ E se spacca il vetro del finestrino?!”

LA FORTEZZA DEL FALCO

Appena arrivati alla fortezza del falco, ci siamo seduti sulle panche. Ero impaziente di vedere lo spettacolo perché gli uccelli rapaci sono i miei

26 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 2°

come sarà?”Ho anche avuto paura che i piragnauscissero dalla loro vascae mi mordessero.

Al rettilario c’erano tante biscee serpenti e perfino un alligatore.Mi sono un po’ spaventataquando ho saputo che quei serpentierano quasi tutti velenosi.Mi ha colpito vedere comesi mimetizzavano bene.

IL PARCO DIVERTIMENTI

Alla fine c’era anche un parco divertimenti, con tanti giochi: il bruco trenino, i gommoni, la giostra del re leone, la nave pirata, la ruota panoramica…Sono salita sul bruco e sembrava tranquillo, ma poi… a un certo punto ha cominciato a filare via come un razzo… sembrava che andasse a 200 all’ora. Che divertimento! Io urlavo. “Aaaaaaah!”Mi è piaciuta moltissimo la nave pirata perché andava sempre più veloce e sempre più in alto. Mi veniva il batticuore e il solletico alla pancia quando andava su e giù!Che bellissima giornata!!È stato fantastico!!!

27SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 2°

Al Safari Park abbiamovisto alcuni lemuri.

Sono delle scimmiette piccole, buffe e simpatiche. Stavano in un grande recinto dove era stato ricostruito il loro habitat.I lemuri hanno il corpo snello, ricoperto di pelo grigio-marroncino sul dorso e bianco sul petto. Hanno una coda lunga e folta a strisce bianche e nere. Il loro muso

ECCO A VOI I… LEMURI

è piccolo e appuntito, con occhi grandi e rotondi, circondati da macchie nere che assomigliano a un paio di occhiali. Le orecchie sono piccole e chiare. Le zampe hanno le dita lunghe e sottili.I lemuri si muovevano liberamente all’interno del loro recinto: si arrampicavano, saltavano sui sassi, mangiavano frutta e verdura, camminavano su un ponte sospeso e gironzolavano qua e là in mezzo all’erba.A un certo punto un lemure si è seduto in una posizione simile allo yoga: faceva proprio ridere! Sembrava si fosse messo in posa per farsi fotografare.

Che simpatiche scimmiette

Corpo snello e pelo grigio

28 SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3°

La notte prima della gita eravamo molto agitati per cui non siamo riusciti a dormire.La mattina dell’evento ci siamo ritrovati tutti insieme davanti al piazzale della scuola è arrivato il pullman e siamo partiti!!!!La meta del nostro viaggio era l’Archeopark di Boario Terme per approfondire la nostra conoscenza della vita al tempo della preistoria. Il viaggio è stato molto lungo ma per fortuna non ci siamo annoiati, tutti abbiamo fatto qualcosa: alcuni ascoltavano la musica, alcuni cantavano, alcuni parlavano... Finalmente abbiamo letto il cartello Archeopark così’ l’autista si è fermato e siamo scesi.

Arrivati sul posto abbiamo conosciuto la nostra gui-da, e dopo una breve merenda, abbiamo iniziato la nostra attività. Per prima cosa abbiamo manipolato l’ argilla. La nostra guida ci ha dato un pezzo d’argilla. Per farla diventare una palla abbiamo contato fino a 10 rotolandola sul tavolo. L’abbiamo schiacciata con il palmo della mano sul tavolo. Gli abbiamo lasciato un pezzettino di bordo. Sul tavolo abbiamo rotolato il bordo finche il bordo diventasse piatto. L’abbiamo de-corato con degli stampini primitivi e il bordo con delle conchiglie. Infine abbiamo fatto un grosso buco in alto con il punteruolo: ecco pronta la nostra medaglia.

Poi ci siamo recati nel laboratorio di frottage. A coppie ci siamo messi davanti a una grossa pietra con inciso delle immagini di uomini primitivi. La nostra guida ci ha dato un pezzo di carta carbone e un foglio. Abbiamo messo il foglio sull’incisone stando attenti di coprirla tutta. Abbiamo passato con il palmo della mano e con la carta premendo forte e abbiamo ricavato l’immagine dell’ inci-sione.

La nostra guida ci ha portato in una casa fatta di legno dove c’era Elisa che ci ha fatto vedere come si facevano i vasi di argilla con il tor-nio.

Dopo la visita al laboratorio ci siamo incamminati ver-so il tiro con l’ arco. La nostra guida ci ha pitturato la faccia di ocra e si prendeva una freccia, la si appog-giava ad una cordicina e si tirava verso il bersaglio che per noi era una lepre. Noi avevamo paura di non riuscire a tirare e a colpire il bersaglio.

Dopo il tiro con l’arco la guida ci ha accompagnati davanti a dei tavoli con sopra delle pietre scavate al centro. Ha posato quindi una ciotola piena di chicchi di frumento; a questo punto abbiamo capito che le pie-tre scavate erano il mortaio e i ciotoli il pestello. La guida ha dato ad ognuno di noi un sasso e una mancia-ta di chicchi che, con forza, abbiamo sfregato fino a farli diventare farina. Mentre Ilenia impastava la farina con l’acqua ci ha spiegato che, una volta, il pane non era come il nostro perché l’uomo Sapiens Sapiens non conosceva ne lievito ne sale, poiché quest’ ultimo si estraeva dal mare ed essi vivevano in montagna.

Successivamente Ilenia ci ha guidato a dei tavoli dove, su delle assi, erano appoggiati dei trapani a volano con cui abbiamo fatto dei buchi sul legno per alcuni era facile, per altri era difficile, ma era divertente.

La nostra guida ci ha anche spiegato come si lavorava il rame. Noi ci

IN GITA all’ARCHEOPARKE’ stata la più bella giornata della mia vita!

Avevamo paura di colpire il bersaglio!

29siamo seduti davanti ad un pezzo di tronco bucato con un dischetto di rame e dei sassi. Noi abbiamo usato il sasso come martello e picchiando picchiando abbiamo creato un portacenere. Al termine dei laboratori abbiamo mangiato i nostri squisiti panini e abbiamo giocato. Alle ore 14.00 circa abbiamo ripreso la visita e ci siamo recati in una fat-toria preistorica, era minuscola ma ci potevano vivere 12 persone, abbiamo visto attrezzi usati per coltiva-re, per la caccia e un telaio. A sinistra c’era Otzi, un uomo trovato mummificato sulle Alpi. Otzi visse 5300 anni fa e fu ritrovato con una freccia in una spalla per questo si dice che fu uno dei più grandi gialli della storia.

Dopo la fattoria abbiamo visitato una palafitta. Dopo la visita alle palafitte siamo entrati in una grotta molto fredda. La nostra guida ci ha spiegato che un tempo entravano soltanto gli sciamani. Sulle pareti abbiamo potuto ammirare dei disegni che rappresentavano scene di caccia, una spirale della vita , uomini oranti (uomini che pregano,) il sole sacro e impronte di mano.Al termine della visita abbiamo attraversato il laghetto con la zattera che f a c e v a m o

procedere tirando a turni una grossa fune. La cosa più divertente è stato tirare la fune. Vorremmo provarci di nuovo.

Prima di ripartire per il viaggio di ritorno abbia-mo acquistato dei souvenir: io ho acqui-stato l’arco, il trapano a volano, una collana e una calamita. Poi….via sul pullman per il ritorno, eravamo esausti ma felici e contentissimi. Questa giornata è stata la più bella di tutta la mia vita.

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 3°

30Il giorno 16 aprile 2013, i bambini di quarta di Regoledo e Cosio, con i loro insegnanti, sono andati a visitare il Museo egizio di To-rino. Alle 6.30 hanno preso il pullman, a metà viaggio hanno fatto una breve sosta in un autogrill. Sono arrivati a destinazione alle ore 11.00. In una piazzetta adiacente al Museo hanno potuto con-sumare la loro merenda e fare conoscenza con la città di Torino. Essendo una bella giornata di primavera, era affollata di turisti e di scolaresche in visita ai luoghi più importanti dal punto di vista artistico e storico. Verso le 11.30 sono arrivati al Museo, dove li attendevano le guide.

Il loro viaggio è iniziato alla scoperta del cammino del defunto nell’aldilà, attraverso il libro di Marti. Questa è una raccolta di preghiere e formule magiche che dovevano aiutare il defunto a

raggiungere il regno di Marti.Proseguendo hanno potuto scoprire l’importanza delle statuette USHABTI.Sicuramente è stato emozionante trovarsi di fronte alle “mum-mie”. In particolare hanno visto tre sorelle: “Gattina”, “Topina” e “Buon Anno”. Esse vissero a Tebe durante l’ottavo secolo a.C.; una di loro aveva ancora i capelli.

Molto interessante è stata la visita alla tomba dell’architetto Kha.C’erano tutti gli arredi domestici, molti cibi e bevande, gli oggetti da toeletta, la parrucca di Merit, un gioco dell’epoca e gli stru-menti di lavoro di Kha.Nella grande sala dello Statuario ci sono statue scolpite 3000 anni

VISITA AL MUSEO EGIZIO DI TORINO

Che emozione trovarsi di fronte alle mummie

Siamo diventati gli artigiani del faraone

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 4°

fa, in pietre particolari.Erano statue per faraoni, uomini, donne e divini-tà che avevano fatto cose importanti. La più alta è quella del faraone Sethi.C’erano inoltre delle sfingi ed è stato suggestivo, attraverso gli specchi, immaginare “il viale delle sfingi”di una importante città.

Finita la visita, verso l’una, altro “spuntino all’aperto” in un’altra piazzetta anch’essa poco distante dal museo.Nel pomeriggio gli scolari hanno partecipato al laboratorio “gli artigiani del Faraone”.Prima di uscire dal Museo hanno potuto fare acquisti per “portare a casa un po’ di Egitto”.

31E’ una calda serata estiva, è domenica 29 luglio 2012. A S.Bello, un piccola frazione di Morbegno, il signor Renzo Fallati, il ma-estro svizzero Marco Frigg e il signor Luigi Della Nave offrono una visita guidata alla popolazione per ricordare l’odissea della famiglia Zimet da Lipsia a S. Bello. La mia maestra è presente con penna e foglio. Dopo un’ora di emozioni vissute e raccontate direttamente dal signor Luigi, lette e narrate dal maestro e dal signor Fallati, la maestra compera un altro libro legato a Regina e torna alla sua casa in montagna.

Tutto finisce qui ? … No tutto comincia!Ad inizio anno scolastico ci viene proposto un progetto di Edu-cazione alla Cittadinanza: “Al di là del ponte”. Da settembre a maggio per due ore mensili, al sabato, viene presentata la storia di Regina e della sua famiglia con i libri “Al di là del ponte” e “Re-gina Zimet, l’Anna Frank della Valtellina” intervallando momenti di lettura, di riflessioni, di produzioni personali, di osservazioni di fotografie e di cartine geografiche. In questo modo abbiamo rivis-suto una storia vera accaduta in Valtellina al tempo della seconda guerra mondiale.

LA STORIA IN BREVEPartendo dal 1938 sono state esaminante le date, i luoghi e i momenti più significativi di questa odissea. Si è cerca-to di ripercorrere passo passo il lungo percorso pieno di insidie di Regina, una bambina ebrea, che al tempo della guerra aveva circa la nostra età. Con l’ausilio delle carte geografiche abbiamo visualizzato le tappe: da Lipsia a Mi-lano, a Bengasi, a Napoli, in Calabria, a S Giovanni Roton-do in provincia di Bergamo e a Serina.Sempre in viaggio, dal 1938 al 1943, poi la forte decisione di scappare a piedi attraverso le montagne bergamasche per giungere in Valtellina e poi, la libertà in Svizzera. Pur-troppo Regina e la sua famiglia non raggiunsero mai la Svizzera, ma aiutati dal parroco di Albaredo e da quello di Campovico si rifugiarono dal 30 dicembre 1943 al 25 aprile 1945 a S. Bello ospitati da Giovanni e Mariangela Della Nave, vivendo tra stenti e continue paure, ma accolti con sorrisi, con parole buone… con amore.

ALCUNE RIFLESSIONIAl sabato, quando veniva letta la storia, spostavamo i banchi, mettevamo le seggiole in cerchio e ci sedevamo pronti all’ascol-to. In aula c’era una magica atmosfera, il silenzio dominava e noi col fiato sospeso ascoltavamo. A volte la maestra si fermava, ci osservava, poi ricominciava, lei non lo diceva, ma si bloccava

per mandar via quel nodo che le veniva in gola leggendo. E’ sta-ta coinvolgente tutta la storia, ma ci ha colpito maggiormente la parte riguardante la fuga a piedi attraverso le nostre montagne . Quasi tutti siamo stati alla casa cantoniera di S. Marco o ad Alba-redo per cui la storia ci sembrava ancora più vicina a noi.

• Regina, la sua famiglia e la famiglia Della Nave, ad un certo punto per sopravvivere mangiavano solo castagne: a colazione, a pranzo e a cena. Ci siamo un po’ vergognati di noi stessi : spes-so ci lamentiamo del cibo buono e variegato che ci prepara la mamma.

• Continuamente Regina si chiedeva il perché di tutto quel soffri-re, cosa aveva fatto di male per meritarselo : soffriva in silenzio . Anche noi a volte trattiamo male i compagni o li offendiamo, ma-gari non ce ne accorgiamo o, magari lo facciamo volutamente,ma continuiamo a farlo.

• Reginetta, come la chiamavano i signori Della Nave, arrivata alla casa S. Marco aveva i piedi congelati, ma continuava a cam-minare e non si lamentava . Noi, a volte abbiamo piccoli malori e facciamo impazzire i nostri genitori…

• Cara bambina - mi rispose mio padre - tu non pensi al pericolo: se veniamo pescati per strada, ci fucileranno sul posto!

• Certo che possiamo essere fucilati – risposi tutta agitata - ma c’è sempre di mezzo il se… Se ci trovano va male, ma può anche darsi che non ci trovino e allora potremo salvarci!Questo dialogo, ci ha fatto molto riflettere: spesso noi, abbiamo paura di rischiare, abbiamo paura di mettersi in gioco, preferiamo stare tranquilli e non correre rischi.

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A e 5°B

Per sopravvivere castagne... a colazione, a pranzo e cena

PROGETTO “AL DI LA’ DEL PONTE”Storia di Regina Zimet, l’Anna Frank della Valtellina

32

4 MAGGIO 2013:GITA A S. BELLO

Per concludere in bellezza questo progetto, il giorno 4 maggio 2013 siamo andati in gita a S. Bello. Ab-biamo conosciuto il signor Luigi Della Nave, figlio

di Giovanni e Mariangela, persona disponibile e gentile e abbiamo vi-sitato i luoghi in cui Regina visse dal dicembre 1943 all’aprile 1945. La prima tappa è stata la stalla, dove la famiglia Zimet ha dormito per un breve periodo prima di alloggiare nel locale del formaggio. Siamo poi usciti all’aperto, abbiamo osservato, ma solo esternamente il locale del formaggio e l’entrata della casa dei Della Nave. Fi-nalmente il signor Luigi ci ha condot-ti alla catacomba ossia il nascondiglio sotto la chiesa usato dal papà di Regina, da Giovanni, figlio di Mariangela e da un partigiano.

ALCUNE FRASI TRATTE DAI LIBRI

Regina: - Non riuscivo a capire come degli esseri umani potessero trasformarsi in belve feroci.Il guardafili più anziano mi disse: - Vedete la valle sotto di noi? E’ la Valtellina! Lungo le cime delle montagne che vedete si trova il confine sviz-zero!Don Angelo Milani parroco di Albaredo: - Se-guite questo proverbio: andate sempre avanti mai indietro!Mariangela al marito: - Non sembrano delinquen-ti, cosa facciamo?Angela Della Nave: - Non ho mai odiato, l’odio di-strugge!Mariangela a Regina: - Sares mei che te saveset en dua te se trovet!Giovanni Della Nave: - No signor Filippo, noi siamo fratelli e un fratello non si paga!Regina: L’ultima sera a S. Bello era arrivata. Io e An- giolina sedevamo lì una vicina all’altra e non potevamo frenare le lacrime che ci scendevano dagli occhi.Erano di gioia per la fine della guerra?Di tristezza perché dovevamo separarci?O segno della consapevolezza che per chissà quanto tempo non ci saremmo più riviste, forse mai più? Noi non sapevamo cosa ci avrebbe portato l’indomani: avevamo solo la speranza in un avvenire migliore.

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 5°A e 5°B

33EMOZIONI ED OSSERVAZIONI

L’Adda era magnifica quella mattina, era di un celeste così intenso con striature bianche quando incontrava i massi per poi creare piccole cascate come quelle dei giardini Zen giapponesi. Il clima era fresco e mite; nell’aria c’era aro-ma di una primavera fiorita e calda. Il salice con le sue fronde ondeggiava aggraziatamente a poche centimetri da terra per il fresco vento del primo mattino, sotto di esso si estendeva a macchia un piccolo prato di un rigoglioso verde smeraldo punteggiato di foglie cadute per ricordarci che il gelido inverno era terminato. Dopo l’imponente salice si stendeva su tutto il perimetro dell’Adda un muro di lastroni di granito liscio, di quel colore grigiastro che c’è nel cielo dopo una tempesta in piena estate. Uscita dal mio incanto ascoltai…Tra le cose che abbiamo visto a S Bello, mi ha colpito la catacomba, quel locale anche se piccolo, ha avuto una grande importanza…Scesi nella catacomba con la paura e l’emozione negli occhi, scesi con calma, volevo gustarmi ogni momento : mi mancava quasi l’aria…Vedendola, tutta grigia, le mura di sassi, il pavimento di sabbia, senza finestre, con una piccola lampadina, ma a quei tempi non c’era, ho immaginato la sofferenza e la paura che avranno avuto quei signori che erano lì nascosti.Pensare che dei poveri uomini siano stati per giorni in un ambiente così tetro, senza cibo, senza acqua e senza acqua mette i brividi…Mi auguro di cuore che non ritornino più momenti così brutti come quelli della guerra per cui:

V IVA LA PACE

SCUOLA PRIMARIA “DON UGO SANSI” - REGOLEDO classi 2°

34

DOVE? al Castello Sforzesco e in piazza Duomo di Milano ma non solo eccoci al teatro Trebbo come spettatori, ma anche parte attiva dello spettacolo:“Pinocchi”

I BAMBINI DI CLASSE PRIMA DI COSIOPRESENTANO

NEL CUORE DELLA CITTA’ • cielo grigio, aria gelida e umida dall’odore di smog;• il traffico caotico delle auto, dei ciclomotori e dei mezzi pubblici in continuo movimento: tram, filobus, autobus; • strade lastricate e asfaltate con le rotaie dei tram e dei filobus;• semafori ovunque, moltissimi cartelli stradali e marciapiedi, tante strisce pedonali che noi abbiamo attraversato veloci e stando appiccicati alle maestre;• molti negozi, tante abitazioni grandi, alte, con tanti piani, poco spazio verde;• alcuni grattacieli come il Pirellone che ha 30 piani ed è altissimo; • il castello Sforzesco con la sua bella fontana con tanti zampilli, con il vicino parco Sempione dove ab-biamo mangiato i nostri panini e abbiamo fatto un po’ di corsette per riscaldarci, vista la giornata parti-colarmente fredda;

Brr!! che giornata gelida! Qui l’umidità si fa sentire!!Su, facciamo una corsetta per riscaldarci!

CHE MERAVIGLIA• il duomo con tante statue e guglie, la Madonnina che si trova in cima e domina tutta la città, la piazza affollata di persone di ogni etnia e animata da innu-merevoli piccioni;• la statua equestre del 1° re d’Italia Vittorio Emanue-le II, in piazza duomo.

« O mia bela Madunina, che te brilet de luntantüta dora e piscinina, ti te dominet Milan

sota ti se viv la vita, se sta mai coi man in mancanten tucch “luntan de Napoli se moeur”

ma poe vegnen chi a Milan »(Giovanni D’Anzi)

« O mia bella Madonnina che brilli da lontanotutta d’oro e piccolina, tu domini Milano

sotto di te si vive la vita, non si sta mai con le mani in mano tutti cantano “lontano da Napoli si muore”

ma poi vengono qui a Milano »

LA CONOSCETE LA CANZONE IN DIALET-TO MILANESE “OH MIA BELA MADUNINA”? CANTATELA CON NOI

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 1°

Al Castello Sforzesco e al teatro TrebboFinalmente la nostra prima visita guidata

Brrrr. che giornata gelida

35“I PINOCCHI”

AL TEATRO TREBBOIL DIVERTIMENTO E’ ASSICURATO

Gli attori si presentano e iniziano a raccontare le av-venture di pinocchio: c’era una volta un pezzo di legno...noi siamo spettatori.poi ci dividono in gruppi.ogni gruppo riceve un ruolo e… al momentoopportuno ci travestiamo pronti ad entrare in scena.pinocchio è tra noi. lo riconoscete?eccovi il famoso PolendinaPinocchio e il grillo parlantei due imbroglioni il Gatto e la Volpeche emozione! ora entriamo noi in scena!!!!

I NOSTRI RUOLI- BAMBOLE BURATTINO: ALESSIA, SABRINA, STELLA - ARLECCHINO: LORENZO- GLI ASSASSINI: ENEA, MARIO, MATTEO,

RICCARDO, SIMONE- I CONIGLI DELLA MORTE: ANITA, KENDRIM- BAMBINI AL PAESE DEI BALOCCHI: ASIA, CESARE, GIADA, NICHOLAS, ROBERTO- I MURATORI: ALESSANDRO- I PINOCCHI: ELISA, LARA

I CONIGLI DELLA MORTEMANGIAFUOCO E LE SUE MARIONETTE GIOCHI E BALLI AL PAESE DEI BALOCCHI

QUANTE RISATE: LE MAESTRE DIVEN-TANO DEGLI ASINELLI, PROPRIO COME

PINOCCHIO!

LA STORIA FINISCE CHE... TUTTI LO SAPETE PERCHÉ PINOCCHIO È UN PO’ VECCHIO: HA BEN 132 ANNI!CHI NON CONOSCE LE SUE AVVENTURE?

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 1°

Dario e Dante, due simpatici artigiani del nostro comune, che noi abbiamo nominato i Geppetti, ci propongono un’attività in classe:

- realizzazione di un medaglione in legno con la faccia di Pinocchio da colorare e poi pirografare.- lavorazione del legno e produzio-ne di una matitona e un fiorellino da parte di Dante

ATTIVITÀDI LABORATORIO

36 SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 2°

TESTCOME PINOCCHIO E COME LUCIGNOLO?Scuola Primaria “Caterina Acquistapace” classe 1^ Cosio TEST

COME PINOCCHIO O COME LUCIGNOLO?

1. Sei stato invitato a una festa, ma hai un sacco di compiti da fare. Preferisci:

a) andare alla festa e i compiti li farò se mi resta tempo (1 punto) b) la festa può aspettare, i compiti no (2 punti)

2. Pensi che le maestre siano:

a) molto severe, che ti torturano con compiti e verifiche (1punto) b) simpatiche e gentili, che ti fanno conoscere cose belle ed interessanti (2 punti)

3. Sei convinto che la scuola sia:

a) noiosa e non ti fanno imparare niente di interessante (1 punto) b) divertente e ti fa imparare molte cose importanti (2 punti)

4. Pensi che sia importante andare a scuola?

a) no, sarebbe meglio dormire di più la mattina, giocare e guardare la tele (1 punto) b) sì, perché si impara e si sta con gli amici (2 punti)

5. Paragonando lo studio a mangiarsi un panino, ti viene da pensare:

a) no grazie, io sono a dieta (1 punto) b) sììì, io ne vado ghiotto (2 punti) Se il tuo punteggio è da 5 a 7 hai la personalità di un Lucignolo (speriamo di no). La scuola è la tua passione, vivi solo per andarci ed imparare cose nuove. Bravo, continua cosi’! Se il punteggio è 10 non hai nessuna personalità, perché non puoi esistere davvero!

37SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 2°

REBUSForza!

Giocate con noi

Scuola Primaria “Caterina Acquistapace” classe 1^ Cosio

Rebus

Prova a risolvere i rebus con i nomi dei personaggi di "Pinocchio".

REBUS 1 (Frase: 5, 2, 9)

Devi scartare una vocale!

REBUS 2 (Frase: 11 lettere)

REBUS 3 (Frase: 7, 8) Devi scartare una vocale!

38Martedì 9 aprile, di primo mattino, noi bambini di classe se-conda ci siamo recati a casa della nonna del nostro compagno Elia Acquistapace.Missione: imparare a fare la ricotta.Quando siamo entrati la signora Elda ci ha fatto togliere la giacca; dopo ci siamo accomodati su sedie, panchine o per terra. Per prima cosa la nonna ha ac-ceso il fuoco per riscaldare il latte. Ha preso una pentola di alluminio e ci ha versa-to cinque litri di latte. Dopo ha aggiunto un bicchiere che conteneva aceto bianco e acqua. Dovevamo aspetta-re che il composto raggiungesse i settanta gradi, per questo ha messo un termometro per misurare la tem-peratura.

UNA GIORNATA DA CASARI

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 2°

Missione: imparare a fare la ricotta

Nonna Elda ha tolto il pentolone dal fuoco

Ecco che finalmente nonna Elda ha tolto il pentolone dal fuoco ed ha versato la ricotta in appositi conteni-tori; che profumo di latte! Dopo questa bella espe-rienza ci siamo rimessi in fila e di corsa a scuola per scrivere ciò che avevamo fatto.

39SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 2°

Che impressione vedere il boa e il coccodrillo

I predatori dell’aria come sono ubbidienti

LA NOSTRA GITA A POMBIA

È martedì 23 aprile 2013: si va in gita!

Meta: Parco Zoo Safari di Pombia. È una bella mattina di sole, partiamo da scuola alle sette e cinquantadue: siamo tutti emozionati e desiderosi di vedere gli animali, soprattutto i leoni. Il viaggio dura più di due ore. Finalmente giungiamo alla meta. Dopo aver fatto merenda ecco che inizia l’avventura!Si aprono i cancelli e si avanza pian pianino: ecco gli erbivori: ippopotami, dro-medari, struzzi, giraffe…: belle le giraffe! E ora i carnivori: leoni, tigri siberiane,

ghepardi, lemuri, scimmie amadriadi…strani questi animali!Usciamo, dietro di noi si chiude il cancello: che emozioni!

È mezzogiorno, di corsa all’area picnic: panini, bibite, pizzette, patati-ne, dolci: ci voleva proprio.Ma le sorprese non sono finite: all’una andiamo a vedere lo spettaco-lo dei predatori dell’aria. Ci sono falchi, gufi, cicogne…e che fanno: ubbidiscono senza esitare al loro istruttore…sembra impossibile.Ci dirigiamo quindi al recinto dei lemuri: che simpatici animali! Hanno il pelo grigio e marroncino, la pancia bianca, due grandi occhi gialli, quasi arancioni ed una bellissima coda lunga a stri-sce bianche e nere. Sono quattro femmine: stanno sedute belle

dritte per terra (la maestra Cristina dice: “Ecco come dovete stare a scuola!”), fanno yoga, si arrampicano sui loro ombrelloni di legno…

Che bello starle a guardare…ma purtroppo è ora di andare. Scendiamo veloci per la stradina e via: a destra l’acquario, a sinistra il rettilario…

Che impressione il boa ed il coccodrillo! Per fortuna c’è il vetro che ci separa.Sono passate le tre: è ora dello shopping. Tutti in fila alla ricer-ca di qualcosa di speciale da portare a casa per non dimenti-care questa splendida giornata: peluches, collanine, animalet-ti, magliette…

È proprio bella questa gita ma tutte queste emozioni ci fanno venire un certo appetito: via di nuovo a fare merenda.

Ma che giornata sarebbe senza qualche gioco..e qui non mancano di certo: gommoni (che velocità!), ruota panoramica (che vista!), bruco mela (che bello essere tutti insieme su quel verde trenino!) e infine il veliero (su e giù, su e giù).Sono le cinque: è ora di ripartire.Saliamo sul pullman: si torna a casa! Peccato la nostra gita è finita. E’ stata però una gran bella giornata.

40 SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 2°/3°

NUOVE VITE A SCUOLA CON NOINel mese di marzo, il nostro compagno Assane, con il suo papà,

in una bella domenica di sole ha raccolto in uno stagno delle uova di girinie al lunedì mattina ce le ha portate a scuola. Noi le abbiamo messe in alcune vaschette.

Dopo un paio di settimane sono finalmente usciti i primi girini: erano neri,brutti con testa grossa e un codone. Li abbiamo nutriti, tenuti belli puliti, e pian pianino

si sono trasformati in piccole rane, prima mettendo le zampine posteriori e poi quelle davanti. Quando hanno cominciato a saltare e a respirare le abbiamo accompagnate in un fosso.

BUONA FORTUNA RANOCCHIETTE BELLE,SPERIAMO CHE UNA DI VOI SIA UN BELLISSIMO PRINCIPE!

41Martedì 16 Aprile, io e i mie compa-gni di 4^ e di Regoledo siamo andati in gita al MUSEO EGIZIO di Torino. Siamo partiti alle 6.30; era un viag-gio lunghissimo. Finalmente siamo arrivati!!! Subito dopo ci siamo reca-ti al museo. La nostra guida era un’ archeologa di nome Chiara.

Ci ha fatto vedere tante mummie: c’erano tre mum-mie che erano sorelle di nome Buon anno, Gattina e Topina; erano nei sarcofagi e poi una aveva anche i capelli; l’archeologa ha detto che gli Egiziani quando c’era caldo si taglia-vano i capelli e quando c’erano le cerimonie si mettevano le parruc-che di veri capelli. C’erano anche sale più belle del museo ad esem-pio quella delle statue, una era alta 5m e 20cm, e un re che aveva più di cento figli e sessantacinque mogli; è morto a novantadue anni, per mille carote!!! Suo fi-glio non è potuto diventare re, è morto prima. Abbiamo visto alcuni re molto importanti che avevano più di un sarcofago. Gli antichi Egizi mettevano i vestiti in un armadietto piccolo piccolo. Avevano anche i trucchi e i pro-fumi in alcuni vasetti grandi 5cm. Avevano, per scrivere usavano gli acquarelli, se sbagliavano dovevano fare tutto da capo, per i colori usa-vano le pietre colorate. Le mummie facevano venire i brividi!!! C’era una mummia attorcigliata. Finito di pranzare abbiamo fatto il laboratorio; abbiamo visto delle immagini e poi abbiamo iniziato io, Martina, Agnese, Marta e Federico abbiamo fatto i vasai; a Marta gli ha dato

un piattino e lei lo ha decorato e dipinto, mentre noi abbiamo costruito i vasi, ma Denis e Marco hanno di-pinto un uomo egiziano. Mi sono divertita un sacco!!!

Fatima Al museo abbiamo visto la tomba ricostruita della re-gina Nefertari: al suo interno vi erano tre stanze tra cui una dov’era posto il sarcofago in miniatura della regina. Nella stessa stanza c’erano degli oggetti mol-to importanti per gli egizi e alcuni servivano ai defun-ti nel mondo dell’al di là. In un’altra stanza c’erano le sfingi che sono statue con il corpo di leone e la testa di faraone; queste statue proteggevano il tempio egi-

zio. Io pensavo che i sarcofagi erano a forma di persone invece sono dei parallelepipedo

con scritto sopra i geroglifici. Durante i laboratori ho fatto lo scriba; la gui-da ci ha fatto ricopiare dei gerogli-fici sulla carta, sul papiro e sull’ar-gilla. E’ stata la giornata più bella che abbia fatto in vita mia!!!

Pio

Le cose che ho preferito sono state la stanza con le divinità con la faccia da gatto e un centime-tro d’oro,una mummia di 5000 anni fa e i laboratori. Io ho fat-to il pittore: prima ho dipinto un uomo, poi ho disegnato e colora-to. Questa è stata la gita più bella che ho fatto!!!

Marco

Al museo mi hanno impressionato la mummia un po’ sbendata che le si ve-

devano i capelli e il metro d’oro appar-tenuto ad un architetto. E’ stato curioso

vedere delle mummie di gatto e di coccodrillo imbal-samati e un papiro lungo più di 10 metri tutto intero. E’ stato proprio interessante!!!

Federico

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 4°

Un Viaggio nell’antico EgittoPer un giorno ho fatto lo scriba

Un faraone con 100 figli e 65 mogli? Ebbene si!

42Questa gita mi è piaciuta molto perché ho visto mol-te cose nuove e interessanti e quando sono tornata a casa, i miei genitori mi hanno promesso che mi por-teranno in Egitto per vedere dal vivo le meraviglie di questa antica civiltà. Per questo motivo sono molto emozionata!!!

Martina

Al museo egizio di Torino c”erano sei mummie e tan-tissimi sarcofagi di forme diverse, alcuni erano qua-drate e alcune della forma di uomo,erano tutti dipinti e scritti e se sbagliavano a scrivere dovevano ricomin-ciare tutto da capo; sui sarcofagi scrivevano la vita del faraone o della persona che veniva seppellita,solo il faraone o i ricchi venivano seppelliti. Nelle pirami-di che erano le tombe venivano messi anche del cibo i profumi,ciotole,dipinti e oro. Abbiamo fatto il la-boratorio: alcuni facevano gli scribi (io ero in questo gruppo ) altri gli orafi, i falegnami, i vasai, i tessitori e i pittori. Io nel laboratorio ho ricopiato i simboli egizi su un foglio di papiro e su un mattoncino che poi ho portato a casa. La gita mi è piaciuta tanto e vorrei ri-tornare a visitare il museo con la mia famiglia!!!

Filippo

43Venerdì 26 aprile 2013 noi alunni della classe 5° di Cosio e i nostri compagni di Regoledo abbiamo svolto le votazioni per il C.C.R., cioè .il Consiglio Comunale dei Ragazzi che si rinnova ogni tre anni. Le votazioni consistevano nell’eleggere sei consiglieri per ogni classe (tre maschi e tre femmine), per un totale di diciotto ragazzi. Questi diciotto consiglieri si sono poi riuniti martedì 30 aprile 2013 pres-so la sala consigliare del comune di CosioValtellino per eleggere il loro sindaco; all’assemblea erano presenti anche il Sindaco Fausta Svanella e alcuni suoi consiglieri. Prima di procedere alla votazio-ne ognuno di noi si è presentato al pubblico per farsi conoscere, poi abbiamo iniziato ed ognuno ha espresso le sua preferenza. È poi giunto il momento più atteso: lo spoglio delle schede; eravamo tutti molto curiosi di sapere che avesse vinto. Dopo una lunga e trepidan-te attesa è stato proclamato sindaco del C.C.R. uno di noi, che ha ottenuto sei voti: Elia Scherini. Ci siamo subito complimentati con lui e gli abbiamo rivolto i nostri migliori auguri.Gli è stata messa la fascia tricolore, poi ha preso la parola davanti a tutti e, con tanta emozione, ma altrettanta gioia, ha fatto il suo primo discorso

COMPLIMENTI ELIA!!!

SCUOLA PRIMARIA “CATERINA ACQUISTAPACE” - COSIO classi 5°

ARRIVA IL NUOVO C.C.R.Elio Scherini sarà sindaco per tre anni

Con la fascia tricolore: ecco il primo discorso ufficiale!

44e rame, occorre procedere con calma,

con precisione, i maestri Mario e Nancy

ci danno una mano e tanti consigli, sono

bravissimi e pazienti. A mio parere ci sia-

mo impegnati molto, all’inizio ero un po’

incredulo, via via che la maschera prende-

va forma, anche il mio impegno cresceva,

incredibile, mi stavo appassionando, mi

stavo divertendo. A conclusione del labo-

ratorio vedere le maschere fatte da noi lì su

un tavolone, così belle sembrava impossi-

bile che le avessimo fatte noi, ma… erano

proprio opera nostra. Le

abbiamo lasciate ad

asciugare, le avrem-

mo riprese nel po-

meriggio. Ca Maca-

ma che laboratorio!,

andando su internet

e curiosando nel loro

sito ho scoperto che

qui hanno costruito

le maschere per il film

“Eyes Wide Shut” l’ ulti-

mo film creato dal gran-

de Stanley Kubrick.

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