Cassa Padana in assemblea · In gita con i soci 8-9 Piazza Loggia, a quarant’anni dalla strage...

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Anno 14 05 maggio 2014 Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa IN QUESTO NUMERO Cassa Padana in assemblea In gita con i soci: fotocronaca A Ferrara, un musical made in filiale

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Anno 14

05maggio 2014

Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

IN QUESTO NUMERO

Cassa Padanain assemblea

In gita con i soci:fotocronaca

A Ferrara, un musical made

in filiale

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Popolis, periodico mensiledi Cassa Padana autorizzazione del Tribunaledi Brescia, n. 43/2000dell’8 agosto 2000

sede, Villa seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

Redazionemacri Puricelli, [email protected]

Lidia sbarbada, [email protected]

Armando rossi e Debora Zanini, [email protected]@cassapadana.it

sede: Villa seccamani, via Garibaldi 25, Leno-BresciaTel. 030 9040270 [email protected]

Comitato di redazioneFranco Aliprandi, stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, macri Puricelli, Armando rossi, Lidia sbarbada

Hanno collaborato a questo numero: Fabio Ardigò, sandra Bassi, Valerio Gardoni, Demetrio Pedace, Barbara Ponzoni, Laura simoncelli

Fotografie:Archivio storico "Bigio savoldi e Livia Bottardi milani" centro di documentazione, Fabio Ardigò, Angelo Boffelli, Valerio Gardoni, Gianpaolo Garuffo, Barbara Ponzoni, Armando rossi, Lidia sbarbada, Flavia Vighini, Fabrizio Volta

In copertina: Assisi: la Basilicadi san Francesco

Stampa: staged, s. Zeno N. (Bs)

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4-5Cassa Padana, con ottimismoverso il futuro

6-7In gita con i soci

8-9Piazza Loggia, a quarant’anni dalla strage

10-11Viaggiando nel tempo: quando la pesca diventa solidale. Una giornata speciale il 2 giugno all’Archeopark

Il vaso di Pandora: quando il passato incontra il futuro

12-13Quando rido e

perché rido: al traguardo la settima edizione del Premio di poesia Claudio Bertoletti

14-15ML: quando la passione per la danza ti regala la vita. Un musical solidale made in Cassa Padana

Associazione Giulia, per aiutare i bambinie le famiglie

16-17San Martino Onlus, trent’anni di solidarietà

Laboratori della natura 18-19-20-21Cronache da Ramallah: cinque settimane in Palestina con il progetto di Cassa Padana per undici cooperative di credito e risparmio dei Territori occupati

22 A g e n d A

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È LA sTAGioNe Dei BiLANCi

C’è un bilancio 2013 fatto di numeri, positivo per la Cassa sia nel conto economico che dal punto di vista patrimoniale, nonostante la crisi e le difficoltà.C’è poi un bilancio del lavoro e delle prospettive che si sono create nell’anno.

Nel 2013 Cassa Padana è stata un cantiere. La costruzione della nuova sede direzionale è una metafora calzante.La criticità maggiore è derivata dalla necessità di far convivere una profonda “dicotomia”.Da un lato l’operatività aziendale è stata sottoposta a un maggiore carico di complessità.Il lavoro quotidiano, stressante, gravoso, è quello di attutire gli effetti negativi che si producono per il tempo necessario a traghettare la Cassa verso il “nuovo” che stiamo costruendo. Per essere efficaci è necessario conoscere, interpretare e reagire in modo rapido a sollecitazioni che un mondo globale e interconnesso ti ribalta in casa, in modo non sempre razionale.Contemporaneamente, però, la Cassa ha continuato ad “alzare la testa”, pensando a come dovrà essere nel futuro e costruendone già le basi. Il nuovo centro direzionale, l’impegno profuso nel favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese, il sostegno a progetti sociali, che è continuato con la stessa intensità di persone e risorse, il processo di consapevolezza e cambiamento interno avviato su tutto il personale e la casa delle imprese sono alcuni esempi significativi di progetti in cui la Cassa si trova spesso a giocare in anticipo sui tempi. Quando i fenomeni si manifestano nella loro interezza spesso è troppo tardi, non si è più in grado di reagire.Tenere insieme questa dicotomia non è semplice, così come programmare in scenari dove l’incertezza e la mutevolezza delle variabili esogene regnano sovrane.E questa è una lettura semplice, sintetica ma reale del 2013.Alla fine è stato un anno fecondo. La Cassa può contare su una base molto solida di risorse umane, organizzative, patrimoniali di primordine - che la crisi non ha intaccato - e sulla chiarezza di fondo degli obiettivi che intende perseguire. E le prospettive per il 2014 appaiono buone.

Luigi Pettinatidirettore generale Cassa Padana Bcc

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i N P r i m o P i A N o

CAssAPADANA,CoN oTTimismoVerso iLFuTuro di Macri Puricelli | [email protected] un migliaio di persone ha partecipato, domenica

23 marzo a Leno, all’inaugurazione del Centro polifunzionale di Cassa Padana e della nuova piazza intitolata al Dominato Leonense. e mentre si progetta una “Casa delle imprese”, il 25 maggio si va in assemblea.

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CAssAPADANA,CoN oTTimismoVerso iLFuTuro

sviluppo economico e culturale. E’ un in-vito, anche in tempi difficili, ad alzare lo sguardo verso il fu-turo senza però di-menticare da dove veniamo. Da quelle nostre origini che sono la nostra for-za”.

Oltre la crisi, quin-di. Un messaggio e un’azione straordi-nari per quella che poco più di un se-

colo fa era la “banchina” di Leno. E che proprio negli ultimi anni è cresciuta anche attraverso ben tre fusioni (Bcc Camuna, Bcc Valtrompia e Banca Veneta 1896) che hanno portato in dono decine di filiali, nuovi territori in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, e tanti nuovi colleghi.

Nel 2013 Cassa Padana, che il 25 maggio andrà in assemblea anche con il rinnovo delle cariche, è stata un cantiere e non solo per via di questo Centro che stava per essere concluso. Il lavoro quotidiano, gravoso, è stato quello di continuare a progettare e a sostenere i territori nonostante la crisi economica. E al tempo stesso progettare il “nuovo”.

“Questo è un momento storico”, ha detto il giorno dell’inaugurazione del Centro il direttore Pettinati. “E non sto esagerando. Questa giornata è uno spartiacque fra quello che è stato fino ades-so e quello che sarà in futuro. Ci abbiamo messo anni, anni di intenso lavoro, per arrivare fino a qui. Abbiamo percorso un sentiero che ha origine nella nostra storia e in quella del nostro territorio. Abbia-mo ricavato forza da questa storia. E abbiamo capi-to quali sono e quali potrebbero essere le potenzia-lità delle nostre terre. E’ importante che la piazza sia intitolata al Dominato Leonense. Perché da una parte rappresenta il rapporto con l’antica e ritrova-ta abbazia benedettina. E dall’altra l’interpretazio-ne moderna dei valori benedettini. Ecco, il Centro è il trait d’union fra la nostra storia, rappresenta-ta anche da Villa Seccamani, e il futuro proiettato in modo armonico nei prossimi anni e decenni”. Ora che il Centro polifunzionale è operativo, una delle prossime scommesse di Cassa Padana sarà la Casa delle imprese, che troverà sede negli spazi lasciati liberi dalla filiale. Un progetto con cui Cas-sa Padana si troverà ancora una volta a giocare in anticipo sui tempi. Come ha sempre fatto. ●

La prima-vera in-s t a b i l e , fra brevi

piogge e qualche raggio di sole, ha graziato l’attimo ma-gico del taglio del nastro del Centro po-lifunzionale di Leno. Ha permesso a molti di emozionarsi e di cantare l’inno nazio-nale suonato dalla banda Vincenzo Ca-pirola. Ha benedet-to lo svelamento della targa della grande piazza. Per molti lenesi, soci, dipendenti e amici di Cassa Padana è stata un’intensa giornata alla scoperta di un Centro di oltre 10mila metri quadrati, co-struito con sofisticati sistemi antisismici, capace di produrre energia geotermica e che ospita una delle due filiali lenesi di Cassa Padana (operativa già dal 24 marzo) e molti dei suoi uffici. Ma anche un Forum da trecento posti aperto alle iniziative di tutti. Qui è iniziata e qui si è anche conclusa la lunga giornata dedicata all’inaugurazione.

Orgogliosi il presidente e il direttore generale di Cassa Padana, Vittorio Biemmi e Luigi Pettinati, che fin dall’avvio dei lavori (solo due anni e mezzo fa) hanno seguito giorno dopo giorno la nasci-ta di un Centro il cui significato regala anche un forte segno di ottimismo nel futuro che verrà. A festeggiare c’erano anche il sindaco di Leno, Pie-tro Bisinella, e l’abate Giovanni Palamini. “Questo luogo è la nostra risposta concreta alla crisi”, ha spiegato il presidente Biemmi. “E’ la dimostra-zione di quanto Cassa Padana creda in un nuovo

CASSA PAdANA IN ASSEMBLEA

Domenica 25 maggio alle ore 9, Cassa Padana riunirà i suoi soci per il tradizionale appunta-

mento di primavera. All’ordine del giorno l’approva-zione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013 e il rinnovo del Consiglio di amministrazione, del Col-legio sindacale e del Collegio dei probiviri. Al 31 mar-zo scorso i soci di Cassa Padana erano 11.326. ma po-tranno partecipare all’assemblea solo quelli iscritti al libro soci da 90 giorni. i soci che non possono parteci-pare personalmente all’assemblea, possono delega-re altri soci - solo persone fisiche - a rappresentarli.

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L A B A n C AA L T U O S e R V I Z I O

umBriA 26 - 30 mArZo 2014

domenica 30 marzoCittà della Pieve:i soci incontrano la direzione di Cassa Padana... ultimo giorno di viaggio!

Mercoledì 26 marzola salita verso Gubbio: l'inizio del viaggio.

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FoToCroNACAiN GiTA CoN i soCi

Foto di Gianpaolo Garuffoe Lidia Sbarbada

Mercoledì 26 marzo il Palazzo dei Consoli a Gubbio...e il cielo è sempre più blu!

Sabato 29 marzoPanorama sul complesso religioso di Santa Giuliana, camminando per Perugia.

Giovedì 27 marzoPiazza dei Priori a Narni: alla scoperta della città sotterranea.

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PiAZZA LoGGiA,A quArANT’ANNi DALLA sTrAGeiNCoNTro CoN mANLio miLANi, FoNDATore DeLLA CAsA DeLLA memoriA e PresiDeNTe DeLL’AssoCiAZioNe Dei PAreNTi DeLLe ViTTime

di Valerio Gardoni | [email protected]

Brescia, 28 maggio1974. e’ mattina. in piazza Loggia c’è una manifestazione sindacale antifascista. Piove. molti manifestanti si sono riparati sotto i portici. 10 e 12 minuti, un boato. una bomba nasco-sta in un cestino dei rifiuti deflagra: è una strage. rimangono uccise sul colpo sei persone, altre due moriranno alcuni giorni dopo. sono Giulietta Banzi Barzoli, 34 anni insegnante; Livia Bottardi milani, 32 anni insegnante; euplo Natali, 69 anni pensionato; Luigi Pinto, 25 anni insegnante; Bartolomeo Talenti, 56 anni operaio; Alberto Trebeschi, 37 anni insegnante; Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni insegnante; Vittorio Zambarda, 60 anni operaio. Le vetrine di uno storico negozio di abiti della città vanno in frantumi e feriscono decine di persone. Alla fine saranno un centinaio i feriti.

I n O S T R I P R O g e T T IA B R e S C I A

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Brescia, 28 maggio 2014: sono passati quarant’anni dalla strage. Manlio Milani, mari-

to di Livia, guarda le immagini di quei giorni. Ferite aperte nel suo cuore. Siamo alla Casa della Memoria, il luo-go che lui, presidente dell’associazione che riunisce i parenti delle vittime, ha voluto aprire qui a Brescia per non di-menticare mai quella strage.

Quarant’anni dopo, l’enorme ferita che ha macchiato di sangue la piazza più bella di Brescia rimane aperta. Un iter giudiziario fatto di 5 processi, 3 in-chieste con un milione di pagine scrit-te, 1.500 testimoni, 10 sentenze, non ha portato ad alcun colpevole. E prosegue: a fine febbraio di quest’anno la Cassa-zione ha accolto il ricorso della Procura generale di Brescia riaprendo un nuo-vo processo d’appello, anche se solo per una parte degli imputati. “La prima cosa che ho fatto – dice Manlio Milani - è stato un grande sospiro di sollievo. Finalmente dopo 40 anni di un lunghis-simo viaggio, fra estreme difficoltà, tra-bocchetti e sofferenza, alla fine siamo riusciti a far emergere un dato di fon-do che quarant’anni fa era esattamente all’opposto: la strage di Brescia, che ha subito depistaggi da parte di uomini an-che istituzionali, non è un fatto locale ma fa parte della storia di questo Paese”.

E’ difficile oggi immaginare il clima funesto di quegli anni. L’escalation di violenza innescata a Brescia nei mesi precedenti alla strage. Le tensioni socia-li, le paure, i disordini, gli attentati alle sedi di partito e di sindacato, sino alla morte di Silvio Ferrari, giovane neofa-scista trucidato dal tritolo che traspor-tava sotto la sella della sua vespa. Il 1974 è stato un anno tragico. Il 4 agosto dello stesso anno il treno Italicus Roma-Mo-naco esplode in galleria vicino a Bolo-gna: muoiono 12 persone. Una tensione che inserisce la strage di piazza Loggia in un quadro molto più ampio e scon-certante, non ascrivibile al solo attenta-to terroristico di colore politico. Bene-detta Tobagi, figlia di Valter, giornalista assassinato il 28 maggio del 1980 dai terroristi della colonna XXVIII marzo, nel suo libro “Una stella incoronata nel

buio” (Einaudi) tesse le trame con mi-nuziosa perizia. Parole inquietanti come depistaggi, inquinamenti, complotti, co-spirazioni, servizi deviati, si susseguono per tutte le tre inchieste. Provocano un senso di impotenza tra la ricerca della verità e il suo raggiungimento. Si rima-ne confusi, con uno sguardo fuori fuoco di fronte ai crimini occulti di un passato il cui fragore si propaga insoluto fino al nostro presente.

Nella Casa della Memoria, dove è stata raccolta tutta la documentazione della strage e non solo, Manlio Milani non riposa mai. L’associazione promuo-ve iniziative e mostre, collabora con al-tre onlus, istituisce borse di studio, ge-stisce la biblioteca e le attività culturali. Ma soprattutto contribuisce a fare sto-ria per le future generazioni. Perché la memoria non si ritiri nei suoi luoghi più sotterranei per divenire oblio o contor-cersi in revisioni fuori asse o sfuocate. Il grande lavoro della Casa della Me-moria pone la strage di piazza Loggia nella ragione per cui è stata ordita: un attacco diretto alle istituzioni dello Sta-to e alla democrazia. Perché il racconto di quel giorno, nella sua essenzialità, non venga disperso e nulla venga taciu-to. Perché siano la storia e la memoria a giudicare una delle stragi più efferate degli “anni di piombo”. ●

uN memoriALe Per TuTTe Le ViTTime DeL Terrorismo

La Casa della memoria ha deciso di promuovere due anni fa una sotto-

scrizione, tramite una cartolina dedicata, per raccogliere i fondi necessari per un memoriale delle vittime del terrorismo. una sequenza di formelle, oltre 430, con inciso il nome, data e lavoro di ogni vitti-ma. Le prime mattonelle sono già instal-late a Brescia, partendo da Piazza Log-gia con un itinerario verso il Castello. un percorso in salita a simboleggiare l’im-pegno per il ricordo individuale e l’eleva-zione civile che la memoria riconsegna alla coscienza. in occasione del 40° an-niversario della strage si punta a incen-tivare la sottoscrizione. Per l’occasione è previsto un annullo filatelico abbina-to all’emissione di un bollo straordina-rio in ricordo delle vittime della strage di Brescia. Le cartoline stampate sono tutte numerate progressivamente. il contribu-to minimo richiesto è di 5 euro. Mail: [email protected]. 030 2978253

Qui accanto trovate il Qrcode con l’intervista integrale a Manlio Milani.

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ViAGGiANDo NeL TemPoquANDo LA PesCA DiVeNTA soLiDALe

uNA GiorNATA sPeCiALe ALL’ArCheoPArkdi Sandra Bassi | [email protected]

Nell’incantevole cornice dell’Archeopark, immersi in una natura sorprendente, tra boschi e monta-gne affacciate su un lago dove dondolano zatte-re e piroghe, si svolgerà “Viaggiando nel tempo”

una giornata per celebrare il decennale della manifestazione regionale di pesca, sport e solidarietà dedicata ai diversamente abili, organizzata dalla sezione di Darfo Boario Terme dell’asso-cizaione Pescatori sportivi e sostenuta anche quest’anno dalla Cassa Padana.

La manifestazione è cresciuta negli anni grazie alla determi-nazione e alla convinzione dei suoi organizzatori rispetto all’im-portanza delle attività motorie e a iniziative sportive didattiche e culturali di questo tipo, volte a favorire gli incontri dei citta-

dini più giovani e dei meno fortunati. L’associazione è attiva da anni ed è guidata da Giovanni Verga, suo fondatore e da 20 anni dirigente nazionale.

Viaggiando nel tempo, in calendario il 2 giugno, vedrà la partecipazione di numerose realtà del volontariato locale e non solo: la federazione paralimpica provinciale con il suo presiden-te Angelo Martinoli, la polisportiva disabili di Valle Camonica capitanata da Gigliola Frassa e dai suoi collaboratori, l’associa-zione naturalistica Il Rododendro, il Centro anziani di Corna.

Nel corso della giornata, i disabili potranno divertirsi nell’attività della pesca affiancati e aiutati da esperti pescatori volontari. Nel pomeriggio il parco ospiterà i bambini con le loro famiglie invitati a rivivere quelle che erano le abitudini di

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ViAGGiANDo NeL TemPoquANDo LA PesCA DiVeNTA soLiDALe

iL VAso Di PANDorA: iL PAssATo iNCoNTrA iL FuTuro

il vaso di Pandora, associazione culturale per la valorizzazio-ne del patrimonio museale, nasce pochi mesi fa dalla passio-

ne e dalla professionalità di sei soci fondatori: tre archeologhe, due insegnanti e un cultore di storia locale. Lo scopo principale delle attività che l’associazione propone è quello di promuove-re e valorizzare le affascinanti testimonianze che appartengono al passato della Pianura Bresciana. il primo importante impegno preso dal Vaso di Pandora con il territorio è stata la firma di una convenzione con il Comune di manerbio attraverso la quale gestirà (fino al 2015) il servizio di-dattico del museo Civico della Città, che contiene numerosis-simi reperti archeologici datati dal mesolitico fino all’età rina-scimentale.L’offerta, rivolta a tutte le scuole da quelle dell’infanzia fino agli istituti superiori, propone 5 tipi di attività: approfondimenti te-matici, laboratori didattici, domeniche al museo, visite guidate classiche o teatralizzate e esercizi di archeologia sperimentale.

vita e di lavoro dei primitivi Camuni, godendo quindi di una bellissima giornata all’insegna di sport, svago, cultura e soli-darietà.

Viaggiando nel tempo non poteva trovare una collocazione migliore dell’Archeopark, il parco preistorico che consente ai suoi visitatori un salto indietro nel tempo, tra affascinan-ti pagine che raccontano la preistoria, esplorando palafitte e caverne, battendo il rame o avanzando sul lago a colpi di pagaia. Per scoprire il nostro passato in un modo inusuale, stimolare la curiosità dell’ospite per cogliere le trasformazioni di uomini, oggetti, abitazioni, legato al trascorrere del tempo,

di denise Morandi

attraverso ricostruzioni, su base scientifica, di insediamenti preistorici sotto la costante e diretta osservazione dell’ideato-re del parco stesso, l’archeologo camuno Ausilio Priuli. In uno spazio di circa centomila metri quadrati, im-merso nella natura, è possibile ripercorrere e rivivere 15mila anni di storia degli antichi Ca-muni e delle genti padane e alpine. In questa speciale giornata, la pesca diventa un veicolo di crescita e coesione. ●

InFOAlberto Baiguini, tel. 347.8786169

i prossimi appuntamenti: 8 maggio, ore 20.45, sala informa-giovani del Comune di manerbio: “il vaso di Pandora” si pre-senterà ufficialmente al pubblico; 11 maggio 2014, ore 16.30 Caccia al tesoro con “il filo di Arianna”; 20 maggio: per le scuole, “esercizi di archeologia sperimentale”.

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I n O S T R I P R O g e T T IA C R e M O n A

quANDo riDoe PerChé riDoAL TrAGuArDo LA seTTimAeDiZioNe DeL Premio Di PoesiACLAuDio BerToLeTTi

di Barbara Ponzoni | [email protected]

Sorrisi, risate, allegria e buon umore, è stato questo il tema della settima edizione del Premio di poesia Claudio Bertoletti. Perché “ogni giorno senza un sorriso è un giorno perso” disse un giorno Charlie

Chaplin.330 gli elaborati pervenuti, tante le scuole che hanno par-

tecipato: Beata Vergine, Campi, Virgilio, Vida, Anna Frank e Sacra Famiglia. Ma i numeri di certo non possono ben rap-presentare l’energia, le emozioni scaturite all’annuale premia-zione finale, a Palazzo Cittanova lo scorso 22 marzo. Paola Bertoletti, sorella gemella di Claudio, ha accompagnato il pub-blico presente in un viaggio fatto di ricordi, momenti allegri e giocosi, quelli che ogni giorno viveva insieme al fratello.

Perché Claudio, prematuramente scomparso a 41 anni, era davvero sempre sorridente e pronto allo scherzo. E questi momenti di vita vissuta amava tradurli in poesia. Ecco perché è nato un premio per i ragazzi delle scuole medie, seguito dal-la nascita dell’associazione Claudio Bertoletti, nel 2011, pre-sieduta oggi da Paolo Taglietti, suo cognato.

Negli anni questo “movimento” si è notevolmente amplia-to, con un coinvolgimento sempre maggiore delle scuole, con il laboratorio L’Officina delle Espressioni, un percorso lungo tutto un anno scolastico per trarre dai ragazzi le loro capacità artistiche, a 360 gradi, sotto la guida di due docenti, Serena Mola e Olga Ribera. Da subito c’è stata la piena collaborazio-ne del Comune di Cremona, così come il contributo di Cassa Padana Bcc, sponsor unico fin dalla prima edizione. Oltre a una giuria tecnica, che ha assegnato le tre borse di studio ai vincitori, c’è, da sempre, una giuria “popolare” fatta dai lettori de La Provincia che hanno potuto esprimere la loro preferen-za tramite un coupon in allegato al quotidiano. I voti sono sta-ti tantissimi, segno che questo concorso è veramente sentito dalla comunità cremonese.

Bravissimi sono stati i ragazzi dell’Officina delle Espres-sioni che, come navigati artisti, hanno fatto da padroni di casa della manifestazione, con balletti, scenette e tante risate. An-che quest’anno ha voluto essere presente la scuola di danza Sporting Life.

Fabio Tambani, vice responsabile dell’area del cremonese per Cassa Padana Bcc, nonché amico di Claudio, ci ha confi-dato come davvero fosse sempre allegro e pronto alla battuta e di come questi momenti siano il mezzo più bello e vero per ricordarlo.

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Ma è la gemella Paola che ha più commosso i presenti. Sul pal-co ha raccontato di sé, dei giorni felici con il fratello, delle loro scaramucce. Di come ogni giorno lui le “propinasse” uno scherzo, di come, già quarantenni, si rincorressero per la piccola azienda di famiglia, dopo l’ennesimo tramezzino mangiato a tradimento o la bonaria presa in giro.

“La morte si è presa solo i vestiti di Claudio, lasciando nell’arma-dio quello che lui è stato e continua ad essere perché io posseggo la chiave e quando la giro e apro l’anta mi sembra di sentire uscire come da un magico carillon la sua voce allegra che mi dice di non essere triste, ma di gioire perché se anche io non vedo Claudio, Claudio vede me”. Ed è proprio durante queste manifestazioni che Paola prende quella chiave e apre l’armadio con noi, per noi.

Titolo più azzeccato non poteva esserci per il concorso di quest’anno, perché la risata era il tratto distintivo di Claudio. Profonde e allo stesso tempo delicate le poesie premiate, ma una ha primeggiato su tutte, quella di Sara Dasti, della scuola media A.Campi: “Per ridere”. Sara si è guadagnata anche la borsa di stu-dio di 1000 euro. ●

Per ridere

Per ridere ci vuole il cuoresenza malumorePer ridere ci vuole un sorriso,che sia ampio e decisoNon deve essere forzatonè costretto, ma amatoDeve essere come un’ondache trascina chi lo circonda

Quando rido chiudo gli occhi e volo viain una strada che non è solo mia,corro a perdifiato,finché mi ritrovo ad un sognoaggrappatofaccio un respiro profondoe in un silenzio ardente cado.

Sara Dasti, scuola media A.Campi

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i PremiATi

Borse di studio

1° Sara dasti, classe ii D - istituto Campi(1000 euro)

2° Francesco Tambani, classe ii D - istituto Anna Frank (500 euro)

3° Sara Pedroni, classe iii C - istituto Beata Vergine(300 euro)

Vota la poesia (con il coupon de La Provincia)

1° Sara Pedroni, classe iii C - istituto Beata Vergine2° duccio Pasquetti, classe ii C - istituto Vida3° Cecilia Zelioli, classe i G - istituto Virgilio

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I n O S T R I P R O g e T T IA F e R R A R A

ML: quANDo LA PAssioNe Per LA DANZA Ti reGALALA ViTAuN musiCAL soLiDALe made in Cassa Padana

Mattia detto Gelo. Gelo è Brad Pitt, Jude Law, Ce-sare Cremonini, Stefano Accorsi…

Non è tanto una questione di bellezza (certo che è bello), quanto di faccia “da sberle”. Con uno del genere i guai non sono solo un’opzione… eppure i guai ogni tanto si fanno, e pazienza. Lalla….Lalla è una ballerina dolce, solare, bel-la, brillante. E intelligente: in condizio-ni normali uno come Gelo nemmeno lo prende in considerazione. In condizioni normali però…. E siccome non sempre siamo “normali”, può benissimo accade-re anche ad una “sveglia” come lei di aver voglia di avventura, e di lasciarsi avvici-nare da un “poco di buono” come Gelo. E può succedere allora che una sera, in un locale, i due si conoscano, si attraggano e lascino “correre” la passione.

Questa non vuole essere una storia con personaggi buoni da una parte e cattivi dall’altra. Lalla non è la “buona” e Gelo non è il “cattivo”. Non c’è bianco e nero; piuttosto toni di grigio. Gelo si innamora a prima vista, Lalla all’amore nemmeno ci pensava, e deve cambiare città perché è stata ammessa a un’impor-tante accademia di danza.

Lalla forse non si è innamorata di Gelo (non ancora in ogni caso) e tra lui e il ballo non vorrebbe dover scegliere (anche se in realtà questa è una bugia: ha scelto il ballo, meglio che Gelo non glielo chieda). Gelo però è un poco di buono, e soprattutto non è abituato al ruolo di “vittima” in amore, e quindi reagisce male, al punto che una sera, nello stesso

di demetrio Pedace | [email protected]

Teatro comunale Abbado, Ferrara4 giugno 2014, ore 21Biglietti:filiale Cassa Padana, Ferrara tel.0532713610

ML,IO nOn HO PAURA

FOTO DI MILKO MARCHETTI

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metti una sera un gruppo di ragazze e ragazzi che ballano e suonano sul palco. Aggiungi una storia d’amore (scritta da chi sta firmando questo articolo), le musiche dei cantanti italiani più amati (Negrita, elisa, Fio-rella mannoia, Alex Britti) e un obiettivo di solidarietà (nei confronti dell’associazione Giulia onlus alla quale sarà devoluto il ricavato della vendita dei biglietti). infine raggruppa gli ideatori (la filiale Cassa Padana di Ferrara e il Jazz studio dance di Ferrara). Avrai “mL, io non ho paura”: un musical sulla forza della passione.

AssoCiAZioNe GiuLiA, Per AiuTAre i BAmBiNi e Le FAmiGLie

L’associazione “GiuLiA” onlus nasce il 21 marzo 1996 dal

desiderio dei volontari, che prestavano il loro sostegno ai genitori della piccola Giulia, di offrire il proprio aiuto e la propria disponibilità anche ad altri, in particolare ai diversamente abili, ai bambini e agli anziani. L’associazione decide di concentrare la propria attività su un progetto mirato ai bambini oncologici del territorio ferrarese. La raccolta fondi è finalizzata a potenziare le risorse con figure professionali, quali uno psico-oncologo e un pediatra oncologo, che in collaborazione con la Clinica pediatrica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Arcispedale s. Anna di Cona e il servizio di psico-oncologia dell’unità operativa di Clinica psichiatrica dell’università e AusL di Ferrara, siano in grado di accogliere e sostenere il piccolo paziente e la sua famiglia nel difficile cammino della malattia in senso globale.

Nel 2009 è nata l’Associazione Giulia ricerca che, in stretta collaborazione con le strutture sanitarie ed universitarie, ha lo scopo di sostenere progetti di ricerca e formazione diretti a medici, infermieri e psicologi in oncologia e psico-oncologia pediatrica.

locale in cui si erano incontrati, rivede Lalla e la colpisce al viso. Violentemente. E non è solo il male fisico, perché la vio-lenza del gesto entra anche nella testa e nel cuore di Lalla.

Ed ecco quindi che nello spettacolo c’è un momento “forte”: lo schiaffo vio-lento con cui Gelo colpisce Lalla. Rap-presenta la violenza in genere; in sé non sarebbe poi nemmeno così tanto grave, anche perchè non viene seguito da nes-sun altro gesto del genere.

Una mia amica dopo aver letto il co-pione mi ha fatto notare che “se tutti gli uomini violenti fossero così, che ti mena-no la prima volta tu li mandi a quel paese e loro “a quel paese” ci vanno davvero, non ci sarebbe bisogno delle associazioni di tutela delle donne. Purtroppo invece la regola è diversa: questi uomini continua-no a tormentare la loro vittima, altro che andarsene…”. Quindi Gelo in realtà non è poi così cattivo (anche se nessuno lo scuserà per quello che ha fatto). Soffre per amore e perde la testa, comportan-dosi da perfetto idiota.

ML non ha l’ambizione di diventare uno spettacolo contro la violenza sulle donne.

Vuole essere solo una storia d’amo-re che, quasi all’improvviso e “per sba-glio”, è incappata nello schiaffo di Gelo a Lalla. E allora, visto che questo schiaf-fo era stato dato, non ci restava altro da fare che decidere come continuare la storia… Ci siamo chiesti: “e ora che si fa?” Come la continuiamo una storia così? Facciamo come a Hollywood, in cui “l’eroina” lotta per il suo amore e il cattivo si “redime” fino all’inevitabile “lieto fine”? Assolutamente no. Non sia-mo mica ad Hollywood…

Forse perché abbiamo figlie che cre-scono, ci piaceva di più un altro messag-

gio: Lalla è abbastanza forte da supera-re tutto questo, soprattutto con l’aiuto di sua sorella maggiore, ballerina come lei (altro messaggio che ci piaceva: oc-corre una rete di affetti “forti”: sorelle, madri, amiche, non importa, per affron-tare questo genere di guai, perché da sole forse diventa troppo difficile).

Ci piaceva che piano piano Lalla (grazie a sua sorella) capisse che in real-tà un grande amore non può mai nasce-re sulla prevaricazione e sulla violenza. E se il desiderio di riprovare, di perdo-nare, di ricominciare insidia i pensieri di Lalla, è perché il cuore ci inganna e spesso altera i ricordi, facendoci ricor-dare solo ciò che più gli pare e piace.

Ed infine, ci piaceva che Lalla potes-se credere che il tempo è un prezioso alleato e che, giorno dopo giorno, ine-vitabilmente, il ricordo di Gelo sarebbe svanito, dettaglio dopo dettaglio, e lei avrebbe potuto ricominciare da capo. Questa parte ci piaceva così tanto che abbiamo deciso di inserire nello spetta-colo uno spezzone del film French Kiss, in cui Kevin Kline spiega questo concet-to ad una sofferente (per amore) Meg Ryan.

Dopo basta. E’ e resta un musical, e quindi lo spazio e l’attenzione del pub-blico dovranno andare ai ballerini, ai musicisti (sul palco assieme ai cantanti, a suonare dal vivo tutte le canzoni, riar-rangiate), alle scenografie e – in sintesi

di demetrio Pedace | [email protected]

– alla magia che vorremmo creare. Se tutto andrà come speriamo, il pubblico uscirà dal teatro con gli occhi ancora pieni di balletti, di immagini, le orecchie piene di buona musica, il tutto tenuto insieme da una trama d’amore che ha sì un lieto fine, ma un po’ meno scontato del solito. E noi ce ne torneremo a casa contenti. ●

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di Laura [email protected] S

in dal 1984, anno della sua fondazione, l’associazio-ne San Martino ONLUS di Legnago, frazione di Terra-

negra, persegue finalità di solidarietà nell’ambito dell’assistenza a persone con disabilità. In occasione del tren-tennale, che cade quest’anno, varie iniziative intendono sensibilizzare la comunità al problema delle disabili-tà e del volontariato. “Il volontariato è per noi una risorsa vitale”, sottolinea il presidente Mauro Saldi. “Oggi dispo-niamo della generosità di circa 200 vo-lontari che si mettono al servizio degli ospiti per i vari servizi: guidano pulmi-ni, cucinano, stirano, fanno assistenza nel fine settimana o durante la notte alla Comunità alloggio di cui la ONLUS dispone. A questi si aggiungono i vari benefattori che non fanno mai manca-re generi alimentari di prima necessi-tà, prodotti per le pulizie e vestiario”.

Il Presidente, orgoglioso dei sei lustri dell’associazione, ricorda come tutto sia nato grazie all’entusiasmo di al-cuni soci partiti per offrire supporto a un gruppo di famiglie che stavano assistendo un figlio disabile. “Il primo passo è stato quello di gestire un Cen-tro educativo occupazionale diurno frequentato oggi da 17 ospiti” – pro-segue Saldi – “finalità che la San Mar-tino ONLUS persegue valorizzando le capacità comunicative, occupazionali e relazionali, anche residue, delle perso-ne portatrici di disabilità, in un contesto relazionale e affettivo accogliente. Dal 1997, inoltre, la ONLUS gestisce anche una Comunità alloggio, una struttura residenziale che offre ospitalità tutto l’anno a persone disabili adulte che non sono in grado di vivere da sole o che si trovano in situazioni familiari difficili. Gli utenti della struttura sono 8, con una disponibilità accreditata di 10 posti”.

I n O S T R I P R O g e T T IA V e R O n A

sAN mArTiNo oNLus,TreNT’ANNi Di soLiDArieTà uN LuNGo ANNo Di iNiZiATiVe Per L’AssoCiAZioNe imPeGNATA NeLL’AmBiTo DeLLe DisABiLiTà

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LABorAToriDeLLA NATurA

Conoscere da vicino la natura per sviluppare le capacità manua-

li e costruire relazioni affettive. questi gli obiettivi guida del progetto battezza-to «Laboratori della natura», inaugura-to lo scorso 13 marzo e che proseguirà fino a giugno. il percorso, interamente fi-nanziato da Cassa Padana, è realizzato grazie alla collaborazione dell’associa-zione le rondini dell’Argine e prosegui-rà fino a metà giugno all’interno del par-co dell’agriturismo Tre rondini di Vigo. il percorso coinvolge i disabili nella cono-scenza della natura e del mondo anima-le con incontri settimanali. ogni appun-tamento approfondisce uno o più temi, come lo studio del terreno e delle piante del bosco, la lavorazione dei semi, la pre-parazione dell’orto, il profumo dei fiori, la frutta, gli animali della fattoria e i cavalli.

PeR SAPeRne dI PIù www.associazionesanmartino.net

Per ogni ospite delle due strutture, edu-catrici professionali elaborano progetti individuali che poi realizzano con l’aiu-to di operatori diplomati.

Varie le iniziative in programma per le trenta candeline dell’associazione, tra cui una cena, il 9 maggio, offerta a soci, sostenitori e volontari con conse-gna di una targa ricordo ai fondatori e ai benefattori che hanno accompagna-to il cammino della ONLUS in questi anni.

Il 15 maggio, il Teatro Salieri ospi-ta il convegno “Disabilità: servizi alle persone e progetti verso l’inclusione sociale” che vedrà coinvolte varie as-sociazioni e cooperative attive sul ter-ritorio che si occupano di disabilità e anche l’USSL 21. Filo rosso, l’impor-tanza del coinvolgimento del disabile, finalità perseguita anche dal progetto Laboratori della natura, che ha esordi-to lo scorso aprile e che accompagnerà gli ospiti dell’associazione fino a giu-gno, con una serie di incontri legati ai vari aspetti della natura e del mondo animale. Un concerto con i Filarmonici Veneti al teatro Salieri è in programma per il 6 giugno. Il programma musica-le della serata è stato inciso in un CD prodotto in mille copie, già in distribu-zione durante la serata e che poi sarà reperibile in associazione.

Una seconda serata musicale, sem-pre al Teatro Salieri (fine settembre pri-mi ottobre, con data da definirsi), con musica anni 60 e coinvolgimento della Banda comunale di Legnago chiuderà le attività estive del gruppo. Si riprende a novembre quando, oltre a una festa

con il vescovo di Verona prevista l’11 novembre, sono in calendario il pro-seguimento di altri progetti, tra cui la musicoterapia in collaborazione con l’Ulss 21, e la clown terapia attuata con il supporto della Croce Rossa. ●

InFO Associazione San Martino OnlusVia Terranegra – Legnago (Verona) Tel. e Fax 0442.23630 www.associazionesanmartino.net [email protected]

Il presidente dell'Associazione San Martino Onlus di Legnagodott. Mauro Saldi

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I n O S T R I P R O g e T T In e L M O n d O

CroNAChe DA rAmALLAhCiNque seTTimANe iN PALesTiNA CoN iL ProGeTTo Di CAssAPADANA Per uNDiCi CooPerATiVe Di CreDiTo e risPArmioDei TerriTori oCCuPATi

si è conclusa ad aprile la missione di cinque settimane in Palestina, prima tappa del percorso che Cassa Padana farà a fianco di undici cooperative di credito e risparmio palestinesi nell’arco dei prossimi tre anni per aiutarle a stabilizzarsi, a organizzarsi e a crescere. Dopo tanti anni di lavoro in una banca cooperativa italiana come Cassa Padana, è stato straordinario venire qui e capire finalmente in profondità cosa sia una banca cooperativa, perché nasca e in cosa si differenzi dalle altre.

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In Cisgiordania, in ognuna delle città di Tulkarem, Tubas, Qal-qiliya, Salfit, Jenin,

Nablus, Gerico, Ramallah, Gerusalemme, Betlemme esiste una cooperativa di credito e risparmio formata da sole donne. Solo a Hebron l’unica cooperativa presente è composta sia da donne che da uomini. In ogni coopera-tiva ci sono diversi gruppi di socie dislocati nei villaggi circostanti. Nei gruppi, un numero variabile di socie. E fra le socie c’è una grandissi-ma voglia di contare qualco-sa per la società, per la pro-pria famiglia ma soprattutto per se stesse. Non abbiamo potuto incontrarle tutte, ma molte si. A una certa omo-logazione esteriore (quasi irrinunciabili il velo e il “cap-pottino” allacciato fino ai piedi, dal quale però di tanto in tanto sbucano calzature moderne con tacco decisa-mente occidentale) si con-trappone una grande varietà di esperienze, provenienze, situazioni familiari, livelli di istruzione. Ma una cosa le accomuna tutte: il desiderio di unire le forze fra donne

per garantire un futuro mi-gliore a se stesse, alle proprie famiglie e soprattutto ai figli. Le cooperative sono nate tut-te negli ultimi quindici anni per portare finanziamenti laddove le banche commer-ciali non arrivano, per rac-cogliere risparmi offrendo condizioni migliori, per dare la possibilità a tante donne di contare molto di più nella società, di essere più indi-pendenti dai mariti, di poter realizzare qualcosa assieme. Dopo tanti anni di lavoro in una banca cooperativa ita-liana come Cassa Padana è stato straordinario venire qui e capire finalmente in profondità cosa sia una ban-ca cooperativa, perché nasca e in cosa si differenzi dalle altre. Di fronte a questa le-zione sul campo passano in secondo piano le anomalie che abbiamo rilevato qua e là. Fra operazioni di finan-za creativa che nemmeno il buon Tremonti avrebbe po-tuto immaginare e consigli di amministrazione che si riuniscono solo quando c’è da ritirare il regalo per la festa della donna, l’8 marzo. Le pratiche virtuose messe

di Fabio Ardigò[email protected]

in atto sono molte e in alcuni casi potrebbero essere pro-poste in Italia come esempi da seguire. E il loro valore sociale è molto prezioso. Nella nostra indagine, per valutare le cooperative ab-biamo utilizzato questi livel-li di giudizio: adeguato, in prevalenza adeguato, par-zialmente adeguato, in pre-valenza inadeguato, inade-guato. Abbiamo provato a utilizzare gli stessi criteri per raccontare la Palestina che abbiamo vissuto.

Fumare come i turchi?No: fumare come i pale-

stinesi appare di gran lunga più appropriato. Fra siga-rette e narghilé è raro non vedere un palestinese con la sua fedele nuvoletta intor-no. Che nei locali pubblici diventa nebbia padana dal momento che non esiste di-vieto di fumo alcuno. Inade-guato.

dossi sulle stradeOssessivo. Ce ne sono

ovunque, nelle città e spesso, a tradimento, anche fuori. La cosa più tremenda è che per renderli più efficaci sono dello stesso colore dell’asfal-to, perfettamente mimetizza-ti. Di conseguenza il primo dosso affrontato dopo aver noleggiato l’auto è impossi-bile da vedere e viene per-corso normalmente ad una velocità compresa fra i 50 e i 70 km/h. Questo compro-mette inevitabilmente il gra-do di fiducia fra l’autista e i passeggeri. Dopo il centesi-mo dosso svaniscono tutti i problemi: si va a passo d’uo-mo anche per passare sopra un tombino. Unico rischio, i tamponamenti. Parzialmente inadeguato.

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rosellaE’ molto interesting vede-

re cosa può happen quando un italiano trascorre molti years della sua life all’estero. La answer ci è venuta da Ro-sella, wonderful progettista della ONG Overseas che sta working con noi sul progetto “Start-up Palestine”. Di fatto ha creato un nuovo language che mescola continuamente words in italiano con altre in lingua inglese. L’effetto è davvero amazing. Adeguato.

TraduttoreE’ stata fondamentale per

noi la collaborazione di un ragazzo palestinese, poco più che ventenne e che ha vissuto a Ferrara per dieci anni, che ha efficacemente tradotto tutte le conversa-zioni fra noi e le donne pa-lestinesi delle cooperative. Ci aspettavamo una traduzione italiano-arabo, abbiamo sco-perto un’irresistibile tradu-zione arabo-romagnolo che, fra un sorbole e l’altro, ci ha consentito di completare il nostro lavoro. Ma il rapporto con lui è stato fondamentale anche per conoscere molti aspetti interessanti della vita del popolo palestinese. Dal-

la possibilità di avere fino a quattro mogli (lui a 22 anni è già alla prima ma non perde occasione per cercare le al-tre tre), all’ossessione per i cibi afrodisiaci, alla vita nelle comunità locali e nelle fami-glie. Il giudizio non potrebbe che essere adeguato se non fosse per alcune traduzioni maccheroniche che ci hanno costretti a rivederlo. Se ab-biamo potuto soprassedere sulla traduzione “polle ova-ie” (anziché “galline ovaio-le”) altrettanto non abbiamo potuto fare per la traduzione “firmare il contratto sotto il tavolo” anziché “sotto ban-co”. L’immagine della coor-dinatrice che invita il cliente ad accomodarsi sotto il tavo-lo per firmare il contratto ha fatto si che la valutazione ve-nisse modificata da adeguato a spassosamente adeguato.

ViabilitàDell’uso del clacson è

inutile parlare: viene utilizza-to come sostitutivo dell’au-toradio per fare da contrap-punto ad ogni situazione di traffico. L’unico punto del selciato dove non si trovano pedoni sono le strisce zebra-te; per il resto sbucano ovun-

que e bisogna avere mille occhi per non stirarne qual-cuno. Ma ci si abitua presto. Fra le iniziative più spassose degli israeliani annoveriamo quella di oscurare le mappe da tutti i navigatori. Per non essere da meno, i palestine-si rispondono oscurando i cartelli stradali. Ne esce un mix che rende appassionan-te l’esperienza di viaggio in Cisgiordania. In prevalenza inadeguato.

Assegno e cambialeAbbiamo provato a ca-

pire come vengono utilizzati assegni e cambiali a garan-zia dei prestiti, ma abbiamo ottenuto talmente tante ver-sioni che non sappiamo an-cora a quale credere. La più gettonata parrebbe essere questa: l’unica differenza fra assegno e cambiale è la du-rata, sei mesi nel primo caso e cinque anni nel secondo. Il solo aspetto sul quale pare tutti siano d’accordo è che la condanna inflitta dal tri-bunale per emissioni frau-dolente di entrambi sia la prigione.

Fino a quando? Fino al pagamento del debito. Par-zialmente adeguato.

istruzioneNon riescono a offrire

molti prodotti le cooperative che abbiamo visitato, ma una particolare tipologia di pre-stito non manca quasi mai: il finanziamento allo studio per i figli. Non importa quanto povera sia la famiglia o da quanti figli sia composta. Ogni madre tiene moltissimo all’educazione dei figli, anche a costo di enormi sacrifici. Adeguatissimo.

HebronSe si vuole conoscere il

surreale non c’è niente di meglio che visitare Hebron.

La popolazione è qua-si totalmente araba, siamo in Cisgiordania. Tuttavia a presidiare la terra dove Abramo comprò una caver-na a 700.000 dollari attua-lizzati (sono dati riportati su un volantino regolar-mente distribuito presso la tomba dei patriarchi) sono stati importati 300 coloni per difendere i quali la cit-tà è stata militarizzata con la presenza di 2000 soldati. I coloni occupano le case del centro ma, non potendo integrarsi col resto della po-polazione, vivono in quelle che stanno a un livello più

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elevato sulla strada. Gli ara-bi vivono a piano terra di un immaginario condominio e i coloni stanno al piano rialza-to. Dal momento che questi ultimi trovano molto più co-modo lanciare la spazzatura dalle finestre che effettuarne regolare raccolta, fra le case dei palestinesi che abitano al livello più basso sono sta-te stese delle reti per evitare che la spazzatura arrivi a im-brattare le loro strade. Pas-seggiare fra i vicoli del Suk con la spazzatura che pendo-la sulle proprie teste intrap-polata fra le reti è stato anco-ra una volta davvero surreale. Hebron è molto visitata per le tombe dei Patriarchi. Abramo, padre comune, metterà d’accordo tutti al-meno una volta davanti alla sua tomba? Niente affatto! Moschea e sinagoga si divi-dono uno stesso edificio con entrate opposte e separate e con i sepolcri di Abramo e Sara al centro, visibili per tut-ti i fedeli solo dal lato da cui si è entrati; alcuni vetri anti-proiettile evitano che fra una preghiera e un salmo scappi qualche pallottola verso chi sta sul fronte opposto. E per quanto riguarda figlio e ni-pote? Isacco e signora sono

nella moschea (e quindi inac-cessibili per gli ebrei) mentre Giacobbe e consorte sono ospiti della sinagoga (stes-sa sorte per i musulmani). Perplessi da quanto visto (in una città splendida e affa-scinante) torniamo alla mac-china, pronti a tornare alla normalità, quando la nostra attenzione viene catturata da una signora che esce di casa dalla finestra calandosi grazie a una scala a pioli. La porta d’ingresso è dall’altra parte della casa, ma è stata murata dagli Israeliani. Ina-deguato.

il muroAncora lui. Appena ce

ne siamo liberati nei ghet-ti è ricomparso a Berlino. Non abbiamo fatto in tempo a demolirlo a Berlino che è riapparso in Palestina. Sem-pre con lo stesso scopo: se-parare i “buoni” dai “cattivi”, l’umanità dal buon senso, l’essere umano da quanto è più facile e difficile fare a questo mondo, ovvero vive-re in pace con i propri simili. Non è indifferente stare da una parte o dall’altra del muro, perché c’è sempre un lato “giusto” e uno “sba-

gliato” e dal lato “giusto” c’è sempre chi l’ha costruito. Inadeguatissimo.

il sorriso dei bimbiArrivano a frotte, bellis-

simi, non sai da dove sbu-cano. Sorprendentemente allegri, giocosi, con i loro occhioni profondi ricordano continuamente ai grandi che a un popolo si può sottrar-re un territorio, ma non un terreno sul quale poter co-struire qualcosa; che si può rubare la speranza, ma non un futuro da costruire. Me-ravigliosi. ●

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a cura di Valentina Bragazzi [email protected]

Ag

EN

DA

> eVenTI

Primavera letteraria in rosa

Sabato 3 maggio, ore17.30sala Conferenze “Centro Arcobaleno”,presentazione del libro “Quattro ruote tacco 12” di Valentina Bazzani.

domenica 4 maggio, ore16.30 - sala Consiliare, inaugurazione mostra di pittura “Rosa e...non solo”;Ore 17.30 - sala Consiliare, presentazione del libro “Come un pelegrin de compostela” di Armando Lenotti.

giovedì 8 maggio, ore 21.00 - sala Consiliare, conferenza “il ruolo della donna nella filosofia contemporanea”, relatore Nicolò Fazioni.

giovedì 15 maggio, ore 20.30 - Teatro Parrocchiale k2 spettacolo “mettiamoci in gioco”, ragazzi della scuola secondaria di i grado presentano letture, riflessioni, monologhi e dialoghi su vari temi.

Sabato 17 maggio, ore 20.45 - Chiesa parrocchiale di sustinenza “Letture ed emozioni tra voci di donne”, a cura del Gruppo Culturale Airone.

domenica 18 maggio, ore 17.00 - Presso “Centro Arcobaleno” in giardino, “donne, natura e bellezza” a cura dell’erboristeria “Antichi rimedi” di sanguinetto. Ore 21.00 - sala Conferenze “Centro Arcobaleno” presentazione di poesie dialettali veronesi a cura del “Cenacolo... Berto Barbarani di Verona”.

sala consiliare Comune di Casaleone (Verona)

InFO: tel. 0442.328719

2 giugno - Borgo San giacomo – Padernello (Brescia)

InFO: 030.9040334

PADerNeLLoA TAVoLA

Raccontami una storia.Incontro con Anna Maria Boselli Santoni11 maggio ore 20.30Biblioteca richeriana Dominato Leonense - Leno (Brescia)

InFO: tel. 030.9038463

Biennale forgiatura al maglioTerza edizione30 e 31 maggio

Bienno (Brescia)

InFO: tel. 3357456003

"Un pizzico di corda" Concerti e visite guidateFino al 17 maggiomuseo Civico Ala Ponzone – Cremona

InFO: http://musei.comune.cremona.it/PostCe-display-ceid-3.phtml

> APPUnTAMenTI

VIII° grande festa medioevalein ricordo di san Teobaldo con l’associazione Amici di san TeobaldoSabato 28 giugno Abbazia benedettina della Vangadizza

Badia Polesine (rovigo)

giornata del naso rossoa cura dell’associazione risvegliati Vip di Brescia18 maggio, ore 10-19Largo Goethe, sirmione (Brescia)

InFO: www.risvegliaticlown.org

> MOSTRe

Visioni femminiliFino al 9 maggioCassa Padana Bcc Piazza Arditi 4 Verona

InFO: 045594375

Il volto dell’arte. da giuseppe Verdi a Andy WarholFino al 2 giugnoreggia di Colorno – Colorno (Parma)

InFO: [email protected]

Il solaio delle meraviglieFino al 31 maggio museo Giacomo Bergomimontichiari (Brescia)

InFO: 0309650455

Sabato 7 e domenica 9 giugno, a Cigole, nel parco di Palazzo Cigola martinoni, appuntamento con la quinta edizione di “insieme per gioco” la manifestazio-ne dedicata alle famiglie. Due giornate a “misura di bambino” con laboratori creativi e manuali all’insegna del di-vertimento, del gioco, della cultura, del sorriso e del piacere di stare insieme.

iNFo: 030.9040334

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