Giovedì 20 giugno 20 13 1,20 LA CORTE SBUGIARDA B. Senti ... · rigenti locali No-Tav, alleati con...

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Giovedì 20 giugno 2013 – Anno 5 – n° 168 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Senti chi sparla di Marco Travaglio C’ è un solo spettacolo deprimente come i 5Stelle che cacciano una senatrice per aver criticato Grillo: i partiti che danno lezioni di democrazia. Anziché tacere e guardare al proprio interno, nella speranza che non lo fac- ciano anche i loro elettori superstiti, i partiti dei soldi pubblici in barba al referendum, delle tes- sere false, dei congressi taroccati o mai fatti, delle regole violate o cambiate su misura per gli amici, degli statuti carta straccia, dei probiviri dormienti e del Porcellum, montano in cattedra col ditino alzato: “Eh no, certe cose non si fan- no”. Il socialista Nencini si appella addirittura a Grasso perché salvi la Gambaro, e lui la de- mocrazia dei partiti la conosce bene perché vie- ne dal Psi: il partito di Craxi che cacciava i dis- sidenti Codignola, Bassanini, Enriques Agno- letti, Veltri e altri e si autocelebrava nei con- gressi con le piramidi di Panseca facendosi eleg- gere per acclamazione. Anche il centrosinistra inorridisce per le 4 o 5 espulsioni grillesche, forse perché ne ha all’attivo centinaia: quando si tratta di democrazia interna, fa le cose in grande fin dai tempi della cacciata del gruppo “ma- nifesto” e dei “pidocchi” di togliattiana memo- ria. Chi volesse l’elenco completo (o quasi) degli espulsi dal Pd lo trova sul blog bojafauss.ilcan- nocchiale.it . Ad Agropoli ne han cacciato uno che aveva denunciato una speculazione edilizia; due consiglieri di Troina li han silurati “per aver votato in contrasto con le indicazioni del par- tito”; alcuni li han defenestrati con una tele- fonata dall’esecutivo di Piacenza perché osa- vano sostenere Renzi, ecc. Particolarmente democratico il caso di Aviglia- na, in Valsusa, piccola patria di Fassino. Alle ultime comunali il Pd si presentava in un listone civico Pro-Tav con Pdl e Udc contro i suoi di- rigenti locali No-Tav, alleati con Idv, Sel e M5S. L’ammucchiata naturalmente perse il Comune e per vendetta il Pd piemontese fece espellere i tre eletti nella lista vincente e commissariare il circolo del paese per eresia dal dogma dell’Im- macolata Cementificazione. La Lega ha espulso più dissidenti di un arbitro di calcio, e qualcuno l’ha pure menato. Il partitucolo di Monti è un accrocco di partitini personali, da Casini a Montezemolo, capitanati da un senatore a vita che s’è candidato da ineleggibile dopo aver giu- rato che mai e poi mai. Lì alberga pure l’ottimo Buttiglione, che nel '95 era segretario del Ppi e dall’oggi al domani, dopo aver sfiduciato il go- verno B., annunciò l’alleanza con B. La mag- gioranza del partito gli votò contro: lui espulse la maggioranza del partito. Il Pdl, già Forza Italia, ha fatto due congressi in vent’anni, per giunta finti. Tre anni fa Fini, uno dei due fondatori, se ne andò un attimo prima di finire espulso insieme ai fedelissimi Granata, Bocchino e Briguglio, sbattuti dinanzi ai pro- biviri in quanto “incompatibili con i valori fon- danti del partito”. Cioè i valori dell’illegalità, visto che avevano contestato il bavaglio anti-in- tercettazioni, la prescrizione breve e la revoca della protezione al pentito Spatuzza. Ma il caso più strepitoso risale al 1996, quando fu arrestato il giudice Squillante e furono indagati Previti e B. per averlo corrotto, in base alle accuse di Stefania Ariosto, allora compagna di Vittorio Dotti. Civilista Fininvest da 16 anni, Dotti era il numero 2 di Forza Italia. Previti chiese la sua testa per non aver tappato la bocca alla fidan- zata. B. lo convocò e gl’intimò di scrivere una totale dissociazione dalla Ariosto e giurare che le sue deposizioni erano “fantasie, calunnie e bugie”. Dotti rispose di non poterlo fare. Allora la Fininvest gli revocò tutte le cause e B. prima lo cacciò dal partito perché “il nostro rapporto si è incrinato”, poi lo “scandidò” da capolista di Forza Italia nel collegio Milano4 a un mese dalle elezioni, rimpiazzandolo con un altro avvocato della ditta. Tanto – disse Ferrara – “a Milano 4 faremmo eleggere non solo Dotti, ma pure il suo cane”. Con tanti ringraziamenti dal neodepu- tato, detto da quel giorno “il cane di Dotti”. Presa in castagna sull’Ici della sua palestra non pagata , il ministro Idem ammette le irregolarità ma a dimettersi non ci pensa affatto. Un atteggiamento poco olimpico Poi ci sono questi ministri del Pdl che evadono le tasse. E quelli del Pd? Idem » www.spinoza.it LA CATTIVERIA » IL GAFFEUR DELLA FIFA Blatter, ancora lui: “Il calcio conta più dei problemi del Brasile” Ziliani » pag. 15 » IL “SISTEMA INQUIETANTE” » Diciassette arresti nell’isola tra deputati e funzionari regionali Con i soldi dei disoccupati escort e viaggi per politici siciliani La Consulta non ha dubbi: secondo i giudici nel processo Mediaset non è stato ignorato alcun legittimo impedimento di Berlusconi In Cassazione ora l’ex premier rischia l’interdizione dal Parlamento I suoi si scatenano, ma il Caimano recita la parte dello statista CINQUE STELLE Il web certifica il “fuori”. Serenella Fucsia: “Beppe fu cacciato dalla Rai, ora fa lo stesso con chi dissente?” Il leader telefona agli eretici, rientra il processo a Paola Pinna Zanca » pag. 7 Gambaro espulsa, ma Grillo offre la tregua ai ribelli FRANCO BATTIATO “Le ragazze pagate dal Palazzo? Ormai sono come una tassa occulta, una specie di Imu aggiuntiva” Pagani » pag. 5 “Una rete di corruzione estesa” sugli appalti dei grandi eventi attraverso i programmi di promozione turistica e formazione professionale Per “prestazioni di altra natura” versati tremila euro a Sara Tommasi Lo Bianco e Rizza » pag. 4 PACE CON I TALEBANI Obama l’“afgano” e la vendetta del Mullah Omar D all’inconcludente vertice irlandese fra i cosiddetti “grandi della Terra” la notizia vera è uscita all’ultimo, quando Obama ha annunciato che in Qatar erano iniziate le trattative con i Talebani. Fini » pag. 12 IL TEMA D’ITALIANO Maturità, panico tra gli studenti: “Magris chi?” I l momento è solenne: inizia l’esame di maturità, si leg- gono le tracce del tema; mezzo milione di studenti aspetta con il cuore in gola. Poi l’adrena- lina lascia posto allo smarri- mento. Rodano » pag. 14 LA CORTE SBUGIARDA B. LUI ABBAIA MA NON MORDE Borromeo, d’Esposito, Mascali e Massari » pag. 2 - 3 y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!]!?!"

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Giovedì 20 giugno 2 01 3 – Anno 5 – n° 168 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Senti chi sparladi Marco Travaglio

C’è un solo spettacolo deprimente come i5Stelle che cacciano una senatrice per

aver criticato Grillo: i partiti che danno lezionidi democrazia. Anziché tacere e guardare alproprio interno, nella speranza che non lo fac-ciano anche i loro elettori superstiti, i partiti deisoldi pubblici in barba al referendum, delle tes-sere false, dei congressi taroccati o mai fatti,delle regole violate o cambiate su misura per gliamici, degli statuti carta straccia, dei probiviridormienti e del Porcellum, montano in cattedracol ditino alzato: “Eh no, certe cose non si fan-no”. Il socialista Nencini si appella addirittura aGrasso perché salvi la Gambaro, e lui la de-mocrazia dei partiti la conosce bene perché vie-ne dal Psi: il partito di Craxi che cacciava i dis-sidenti Codignola, Bassanini, Enriques Agno-letti, Veltri e altri e si autocelebrava nei con-gressi con le piramidi di Panseca facendosi eleg-gere per acclamazione. Anche il centrosinistrainorridisce per le 4 o 5 espulsioni grillesche,forse perché ne ha all’attivo centinaia: quando sitratta di democrazia interna, fa le cose in grandefin dai tempi della cacciata del gruppo “ma-nifesto” e dei “pidocchi” di togliattiana memo-ria. Chi volesse l’elenco completo (o quasi) degliespulsi dal Pd lo trova sul blog b o j a fa u ss . i l ca n -n o cc h i a l e . i t . Ad Agropoli ne han cacciato unoche aveva denunciato una speculazione edilizia;due consiglieri di Troina li han silurati “per avervotato in contrasto con le indicazioni del par-tito”; alcuni li han defenestrati con una tele-fonata dall’esecutivo di Piacenza perché osa-vano sostenere Renzi, ecc.Particolarmente democratico il caso di Aviglia-na, in Valsusa, piccola patria di Fassino. Alleultime comunali il Pd si presentava in un listonecivico Pro-Tav con Pdl e Udc contro i suoi di-rigenti locali No-Tav, alleati con Idv, Sel e M5S.L’ammucchiata naturalmente perse il Comunee per vendetta il Pd piemontese fece espellere itre eletti nella lista vincente e commissariare ilcircolo del paese per eresia dal dogma dell’Im-macolata Cementificazione. La Lega ha espulsopiù dissidenti di un arbitro di calcio, e qualcunol’ha pure menato. Il partitucolo di Monti è unaccrocco di partitini personali, da Casini aMontezemolo, capitanati da un senatore a vitache s’è candidato da ineleggibile dopo aver giu-rato che mai e poi mai. Lì alberga pure l’ottimoButtiglione, che nel '95 era segretario del Ppi edall’oggi al domani, dopo aver sfiduciato il go-verno B., annunciò l’alleanza con B. La mag-gioranza del partito gli votò contro: lui espulsela maggioranza del partito.Il Pdl, già Forza Italia, ha fatto due congressi invent’anni, per giunta finti. Tre anni fa Fini, unodei due fondatori, se ne andò un attimo prima difinire espulso insieme ai fedelissimi Granata,Bocchino e Briguglio, sbattuti dinanzi ai pro-biviri in quanto “incompatibili con i valori fon-danti del partito”. Cioè i valori dell’illegalità,visto che avevano contestato il bavaglio anti-in-tercettazioni, la prescrizione breve e la revocadella protezione al pentito Spatuzza. Ma il casopiù strepitoso risale al 1996, quando fu arrestatoil giudice Squillante e furono indagati Previti eB. per averlo corrotto, in base alle accuse diStefania Ariosto, allora compagna di VittorioDotti. Civilista Fininvest da 16 anni, Dotti era ilnumero 2 di Forza Italia. Previti chiese la suatesta per non aver tappato la bocca alla fidan-zata. B. lo convocò e gl’intimò di scrivere unatotale dissociazione dalla Ariosto e giurare chele sue deposizioni erano “fantasie, calunnie ebugie”. Dotti rispose di non poterlo fare. Allorala Fininvest gli revocò tutte le cause e B. prima locacciò dal partito perché “il nostro rapporto si èincrinato”, poi lo “scandidò” da capolista diForza Italia nel collegio Milano4 a un mese dalleelezioni, rimpiazzandolo con un altro avvocatodella ditta. Tanto – disse Ferrara – “a Milano 4faremmo eleggere non solo Dotti, ma pure il suocane”. Con tanti ringraziamenti dal neodepu-tato, detto da quel giorno “il cane di Dotti”.

Presa in castagna sull’Ici della sua palestra non pagata, il ministro Idem ammettele irregolarità ma a dimettersi non ci pensa affatto. Un atteggiamento poco olimpico

Poi ci sono questi ministridel Pdl che evadonole tasse.E quelli del Pd? Idem

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LA CATTIVERIA

» IL GAFFEUR DELLA FIFA

Blatter, ancora lui:“Il calcio contapiù dei problemidel Brasile”

Ziliani » pag. 15

» IL “SISTEMA INQUIETANTE” » Diciassette arresti nell’isola tra deputati e funzionari regionali

Con i soldi dei disoccupatiescort e viaggi per politici siciliani

La Consulta non ha dubbi: secondo i giudici nel processo Mediasetnon è stato ignorato alcun legittimo impedimento di BerlusconiIn Cassazione ora l’ex premier rischia l’interdizione dal ParlamentoI suoi si scatenano, ma il Caimano recita la parte dello statista

CINQUE STELLE

Il web certifica il “fuori”. SerenellaFucsia: “Beppe fu cacciato dalla Rai,ora fa lo stesso con chi dissente?”Il leader telefona agli eretici, rientra ilprocesso a Paola Pinna Zanca » pag. 7

Gambaro espulsa,ma Grillo offrela tregua ai ribelli

FRANCO BATTIATO

“Le ragazze pagatedal Palazzo?Ormai sono comeuna tassa occulta,una specie di Imua gg i u n t iv a ”

Pagani » pag. 5

“Una rete di corruzionee s te s a ” sugli appaltidei grandi eventiattraverso i programmidi promozione turisticae formazione professionalePer “prestazioni di altran a t u ra ” versati tremilaeuro a Sara Tommasi

Lo Bianco e Rizza » pag. 4

PACE CON I TALEBANI

Obama l’“a f ga n o ”e la vendettadel Mullah Omar

Dall’inconcludente verticeirlandese fra i cosiddetti

“grandi della Terra” la notiziavera è uscita all’ultimo, quandoObama ha annunciato che inQatar erano iniziate le trattativecon i Talebani. Fini » pag. 12

IL TEMA D’I TA L I A N O

Maturità, panicotra gli studenti:“Magris chi?”

Il momento è solenne: inizial’esame di maturità, si leg-

gono le tracce del tema; mezzomilione di studenti aspetta conil cuore in gola. Poi l’adrena -lina lascia posto allo smarri-mento. Rodano » pag. 14

LA CORTE SBUGIARDA B.LUI ABBAIA MA NON MORDE

Borromeo, d’Esposito, Mascali e Massari » pag. 2 - 3

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2 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto QuotidianoLA SENTENZA

È CADUTO PURE L’U LT I M OLEGITTIMO IMPEDIMENTOLA CONSULTA BOCCIA IL RICORSO PER RALLENTARE IL PROCESSOMEDIASET. ORA SOLO LA CASSAZIONE PUÒ SALVARE BERLUSCONI

Il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti

Alessandro Sallusti

A s s i c u ra z i o n i“Napolitanodica se il pattoè garantito”di Beatrice Borromeo

Berlusconi salga al Colle e chieda a Napo-litano se il patto è ancora valido: il pre-

sidente lo deve tutelare, dato che è stato lui avolere fortemente questo governo”: dice Ales-sandro Sallusti, direttore de Il Giornale che ieri,appena la Consulta ha respinto il ricorso delCavaliere, ha titolato sul sito “Assalto a Ber-lusconi”. Ma “avrei dovuto chiamarlo ‘assaltofinale’, ormai ci siamo”.Direttore Sallusti, cosa può fare il capo delloStato per respingere gli invasori?Non può intervenire direttamente sulla Cas-sazione, né sul Parlamento che, guarda caso, hamesso all’ordine del giorno l’ineleggibilità delCavaliere. Ma deve dare assicurazioni, e nonpiù tramite ambasciatori: bisogna che i dues’incontrino di persona, che si guardino negliocchi.L’ineleggibilità non è mai stata votata prima,perché si preoccupa?Sottolineo che è bizzarro che venga messa incalendario nonostante un accordo garantitoda Napolitano. E poi chi ne assicura l’esito, lecolombe del Pdl? Le stesse che partono col ra-moscello d’ulivo in bocca e tornano con bombeda sganciare? Nella migliore delle ipotesi sonopiccioni.Potete sempre contare sul Pd.Gli stessi che avevano assicurato a Prodi la pre-sidenza della Repubblica? Spetta solo a Napo-litano chiarire se questo patto, nato nell’inte-resse del Paese, è ancora valido.Ci contava davvero, il Cavaliere, sul fatto chel’armonia nata dalle larghe intese potesse in-fluenzare i suoi processi?Nella sua testa era un modo per disinnescarlepoliticamente, per mostrare la sua buona vo-lontà e collocarsi, agli occhi dei giudici, nonpiù come nemico assoluto. Però quando 15giorni fa l’ho incontrato era molto pessimista,c’è da dire che è sempre estremamente lucido.Cosa succederà ora?Berlusconi è sempre imprevedibile, tutti quelliconvinti delle sue prossime mosse dovrebberostare attenti.Potrebbe anche far cadere il governo?Un’azione politica forte ci deve essere, da partedi tutto il Pdl: non puoi assistere immobile al-l’uccisione del leader. Ma vediamo come va alQuirinale.Twitter: @BorromeoBea

E Verdini dissea Violante:“Ti voterei ovunque”

GIUSTIZIA E INCIUCI

L’inciucio tra Pd e Pdl non può permettersi smorfie. Accadequando Fabrizio Cicchitto evoca il “mostro giustizialista”.

Accanto a lui, Luciano Violante rimane impassibile. L’esponen -te del Pd, all’epoca ritenuto l’ispiratore politico del “mostro giu-stizialista, dopo vent’anni si ritrova in mezzo all’ex socialistapiduista Cicchitto e all’impresentabile plurinquisito Denis Ver-dini, entrambi berlusconiani.Questo trio tragico va in scena al Capranichetta di Roma, inpiazza Montecitorio. Un convegno sulla fine della Seconda Re-pubblica. Con loro anche il ministro Gaetano Quagliariello eAntonio Polito del Corriere della Sera. Inquietante il “papello”recapitato da Verdini a Violante sulla giustizia (“Oggi, caro Lu-ciano, sarei disposto a votarti in qualsiasi posto, vent’anni fano”): separazione delle carriere, abolizione del carcere preven-tivo, bavaglio alle intercettazioni, persino una gradazione dellepene per i politici che rubano. Verdini dixit: “Una cosa è rubareun milione di euro, altra ventimila euro”. A quel punto persinoPolito non si è trattenuto: “Denis stai esagerando”.

di Antonella Mascali

Senza se e senza ma, la Corte co-stituzionale ha dato torto a Sil-vio Berlusconi e ragione aigiudici milanesi del processo

Mediaset.Ieri, finalmente, la Consulta ha messola parola fine a un conflitto sollevatodal leader del Pdl nel 2011, come pre-sidente del Consiglio-imputato di fro-de fiscale, contro il collegio presiedutoda Edoardo D’Avossa, per un legittimoimpedimento negato a marzo 2010.Respinte dalla Corte le pressioni subitein queste settimane perché ci fosse al-meno una sentenza “intermedia” chepermettesse al leader del Pdl di salvarela faccia e di non solleticare tentazioniantigovernative. Non a caso dal Qui-rinale, alla vigilia della sentenza, erastato detto che “la decisione della Cortecostituzionale è stata caricata di aspet-tative improprie...”.La Consulta ieri pomeriggio ha stabi-lito che quella decisione del Tribunale èstata presa secondo legge, e secondo ilprincipio della separazione dei poteri.Berlusconi, invece, ha violato il prin-cipio della “leale collaborazione”.

IL CUORE della decisione si può leggerein un dispositivo molto articolato:“...fermo rimanendo che il giudice, nelrispetto del principio della separazionedei poteri, non può invadere la sfera dicompetenza riservata al Governo, spet-tava all’autorità giudiziaria stabilire chenon costituisce impedimento assolutoalla partecipazione all’udienza l’impe -gno dell’imputato Presidente del Con-siglio dei ministri”. Fuori dal linguaggioistituzionale, vuol dire che un giudicenon può avere la funzione di un pas-sacarte di fronte a un imputato parla-mentare o membro del governo.Essendo i cittadini (anche politici)uguali davanti alla legge, è il giudice chedeve valutare se un impedimento sia as-soluto, o meno. E in quel caso non lo eraperché, ricorda la Corte: “Per più volte ilTribunale aveva rideterminato il calen-dario delle udienze a seguito di richiestedi rinvio per legittimo impedimento”;la riunione del consiglio dei ministri “fufissata dall’imputato Presidente delConsiglio” proprio il giorno del proces-so “che egli aveva in precedenza indi-cato come utile per la sua partecipazio-ne all’udienza e senza fornire alcuna in-dicazione né circa la necessaria conco-mitanza e la ‘non rinviabilità’ dell’im -pegno, né circa una data alternativa perdefinire un nuovo calendario”.Sono gli stessi concetti espressi dal Tri-bunale quando respinse il legittimo im-pedimento a cui si era appellato Berlu-sconi: un Consiglio dei ministri fissatoper venerdì 26 febbraio fu aggiornato allunedì successivo, 1 marzo 2010, pro-prio nel giorno di udienza fissata unmese e mezzo prima con l’accordo delladifesa. Tra l’altro era stato convocatoper varare una legge anti corruzione chenon fu mai approvata da quel governo.Ieri, come oggi, i berluscones parlano dipersecuzione ma i fatti nudi e crudi rac-contano un’altra storia: alla ripresa delprocesso Mediaset, post lodo Alfano,l’11 novembre 2009, il Tribunale rico-nobbe al Cavaliere il legittimo impedi-

mento addirittura fino al 18 gennaioprendendo per buona una lettera dellaPresidenza del Consiglio in cui si dicevache aveva impegni a novembre e di-cembre “presi molto tempo prima”, eche le uniche date disponibili per pre-senziare al processo erano il 18 e il 25gennaio. Udienze a cui non si presentò.Come ha ricordato il relatore in CorteCostituzionale, Sabino Cassese, SilvioBerlusconi “4 volte è stato impossibi-litato a comparire, 3 volte ha chiesto illegittimo impedimento, per 2 volte l’ha

visto accolto e una rigettato”. La Con-sulta avrebbe dovuto pronunciarsi già amaggio dell’anno scorso, ma avendochiesto documenti ai giudici di Milano,ha ricominciato la discussione un annodopo.La sentenza di ieri si aspettava nientepoco di meno che dal 24 aprile quando,nel mezzo della camera di consiglio, laCorte ha deciso di non decidere: c’era -no le consultazioni per formare il go-vernissimo Pd-Pdl e non bisognava tur-bare le convergenze parallele.

DA ALLORA sono passati quasi due me-si in cui i tentativi di condizionare laCorte hanno scosso più di un giudice,come ai tempi dei cosiddetti “lodi”Schifani e Alfano e del legittimo impe-dimento “ad premier e ministri”. Tuttibocciati, come ieri il conflitto. D’altron -de la Consulta per dare ragione a Ber-lusconi avrebbe dovuto smentire sestessa.Già per il caso Previti aveva stabilito chel’agenda processuale si fa sulla base de-gli impegni istituzionali del politico im-putato e del principio della ragionevoledurata del processo. Inoltre, nel gen-naio 2011, quando bocciò il legittimoimpedimento “speciale”, relatore sem-pre Cassese, la Corte disse che rientranel “potere del giudice valutare, casoper caso, se lo specifico impegno addot-to dal Presidente del Consiglio” sia, omeno, un impedimento legittimo.Che buttasse male, Berlusconi l’avevacapito. Tanto che i suoi avvocati, senzaaspettare la Consulta, ieri mattina han-no presentato in Cassazione il ricorsocontro la condanna in appello a 4 annidi reclusione (3 indultati) e (soprattut-to) a 5 anni di interdizione dai pubbliciuffici. È proprio in Cassazione che sigioca il destino giudiziario, e forse po-litico, del Cavaliere: il 27 giugno i giu-dici civili dovranno stabilire se renderedefinitivo il risarcimento di 560 milionialla Cir di De Benedetti per il lodo Mon-dadori e in autunno ci sarà il verdettofinale sul processo Mediaset. In mezzo,la sentenza di primo grado per Ruby.

fattoa mano

Da qui a fine meseTutti i tribunalisulla strada di Silvio

DOMANIPROCESSO RUBY BIS, NUOVA UDIENZASi avvia a conclusione il processo Ruby 2, in cuisono imputati Emilio Fede, Lele Mora e NicoleMinetti, accusati di induzione e favoreggiamen-to della prostituzione, anche minorile, per averorganizzato per Berlusconi il bunga-bunga “unsistema prostitutivo”, secondo i pm

LUNEDÌ 24 GIUGNORUBY, ECCO LA SENTENZAIn questa data è prevista la de-cisione sul processo Ruby, in cuiBerlusconi è imputato di con-cussione e prostituzione minori-le. Rischia 6 anni di carceree l’interdizione dai pubblici uffici

SUL FILO Silvio Berlusconiconvoca i “suoi” ministria Palazzo Grazioli A n s a / La Pre ss e

3il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3LA SENTENZA

Il Pdl punta dritto al ColleIncontro col PresidenteIL TIMORE RESTA IL VERDETTO DELLA SUPREMA CORTE. LUI SI DICE“A M A R E G G I ATO ”, ATTACCA I GIUDICI, MA TIENE AL RIPARO L’E SECUTIVO

di Fabrizio d’E s p o s i to

Nonostante il pessi-mismo della vigi-lia, la speranza c’e-ra, seppur ridottis-

sima. Una sentenza favorevoleal Cavaliere avrebbe significato“un segnale politico inequivo-cabile” in tempi di inciucio conil governo Napolitano-Let-ta-Alfano, come racconta chiha parlato ieri con Silvio Ber-lusconi. Ed è per questo che ladecisione della Consulta bru-cia tantissimo. La rabbia di B. èingessata da una nota diramatasubito dopo in cui si segue loschema degli ultimi mesi. At-taccare i giudici senza metterein discussione l’esecutivo delnipote di Gianni Letta: “Que-sto tentativo di eliminarmi dal-la vita politica che dura ormaida vent’anni, e che non è mairiuscito attraverso il sistemademocratico perché sono sem-

pre stato legittimato dal votopopolare, non potrà in nessunmodo indebolire o fiaccare ilmio impegno politico per un’I-talia più giusta e più libera”. Peril momento la fedeltà all’inciu-cio non s’incrina in modo ir-rimediabile “nonostante conti-nui un accanimento giudizia-rio nei miei confronti che nonha eguali nella storia di tutti iPaesi democratici”.

BERLUSCONI ormai non si fidapiù di nessuno ma non ha al-ternativa alla strategia della pa-cificazione indicata dal Colle.Ritornare adesso al muro con-tro muro aprirebbe un buco ne-ro dagli scenari imprevedibiliper il suo destino personale, checoincide con quello del Pdl e delcentrodestra. Anche se i suoifedelissimi, tipo Gasparri, inmattinata provano ad alzare iltiro sulla temuta sentenza dellaCassazione per diritti tv Media-

set: “Se Berlusconi sarà con-dannato all’interdizione perpe-tua dai pubblici uffici ci dimet-teremo in massa”. Galan e laCarfagna, per quanto conta, sidissociano, ma poi è la Gelminia sconfessare Gasparri: “PerBerlusconi non si abbandona ilterreno di battaglia”. In ognicaso, al di là del processo Ruby edel ricorso sul lodo Mondadori(i 560 milioni di euro a De Be-nedetti), è la Cassazione su Me-diaset il vero incubo. In meritosi fa notare da più ambienti undettaglio pratico non seconda-rio: se B. aprisse la crisi dopo laConsulta e Napolitano cedessesulle elezioni, la sentenza dellaSuprema Corte sull’interdizio -ne potrebbe cogliere il Cavalie-re sprovvisto di seggio parla-mentare e potenziale vittimadell’incandidabilità. Viceversa,la permanenza al Senato, equindi la fiducia a Letta, gli ga-rantirebbe una battaglia a Pa-lazzo Madama, magari con unvoto per la conferma della mi-sura interdittiva. Ipotesi sullacarta, ma che rendono l’idea delclima di fibrillazione, tra rabbiae riunioni, ieri a Palazzo Gra-zioli. B. si è chiuso in una stanzacon i legali Ghedini e Longo enon si è fatto passare alcuna te-lefonata. Poi la nota e le con-siderazioni degli avvocati “sullapreminenza della giurisdizionerispetto alla legittimazione diun governo a decidere tempi emodi della propria azione”. Perla serie: “Se non vale per me,potrebbe toccare tutti”.Sulla decisione della Consulta,ovviamente, si è misurata la fe-deltà al Capo con la gara delledichiarazioni tra i parlamentaridel Pdl. La più importante quel-la congiunta dei ministri dicentrodestra. La notizia li hacolti durante una riunione delconsiglio dei ministri. Il vice-premier Alfano ha subito ras-sicurato “Enrico” e poi vergatouna nota di “amarezza” coi col-leghi di governo. Per rafforzar-la anche una visita a PalazzoGrazioli. A loro il Cavaliere haribadito la linea della fedeltàspiegando però che “la pazien-za ha un limite su Imu e Iva”.Questo il fronte di guerra dausare come pretesto in caso dinecessità. Potrà sembrare para-dossale, ma la direttiva seguitadai berlusconiani è all’insegnadei “toni bassi”. Altrimenti nel-le polemiche avrebbero tiratodentro Napolitano, come ac-cadde quando la Consulta boc-ciò il lodo Alfano. Stavolta no. IlColle deve garantire, secondoB., una fuoriuscita bipartisandalla guerra di questi vent’anni.I contatti con il Quirinale ci sa-rebbero già stati. Ambasciatoreil solito Gianni Letta. Spetta aNapolitano dire sì alla richiestadi colloquio avanzata già dalCavaliere.

AVENTINO GASPARRI

Il vicepresidente

del Senato avvisa:

“Se lo interdicono

dai pubblici uffici

ci dimetteremo tutti

dal Parlamento”

Con D’Ascola giunta blindata per B.INELEGGIBILE A CHI?

LO STUZZICADENTIIl ministro Quagliariello ha appena

pranzato e non trova uno stuzzicadenti.Si arrangia con una matita. È lo stile in-

ciucioALTRI IMPRESENTABILI

Formigoni con l’ex socialista Forte e l’ex dc D’Onofrio

TRIOViolante in

mezzo a Cic-chitto e Ver-

dini è un’im -magine del-

l’i n c i u c i o.Fanno finta

di leggere perdare un tono

alle largheintese

MERCOLEDÌ 26 GIUGNOSENATO SU INELEGGIBILITÀLa giunta delle elezioni e delleimmunità avvia la discussionesull’ineleggibilità di Berlusconi,sulla base di una legge del ‘57che dichiara incandidabili i tito-lari di concessioni statali

GIOVEDÌ 27 GIUGNOCASSAZIONE E MONDADORILa Corte deciderà in via definiti-va se Berlusconi dovrà pagare aCarlo De Benedetti 560 milioni,imposti come risarcimento peravergli strappato la Mondadoritramite una sentenza comprata

C’È UN ACCANIMENTO CONTRO DI ME

MA SONO LEALE: NON MOLLO LETTA JR

La decisione della Consulta non avrà alcuna influenza

sul mio impegno personale a sostegno del governo

di Antonio Massari

È il 6 novembre 2009. Alle18:33 Gianpi Tarantini,

interrogato nella Procura diBari per l’inchiesta sulle pro-stitute presentate a Silvio Ber-lusconi, risponde a una do-manda di rito: deve indicarequal è il suo difensore. Gianpine nomina due: “Nicola Qua-ranta del Foro di Bari e Vin-cenzo D’Ascola del Foro diReggio Calabria”. Tre anni do-po, negli atti di un’intricata in-chiesta, che parte da Napoli e si

dipana tra le procure di Bari eRoma, si legge: “Gli avvocatiD’Ascola, Niccolò Ghedini eGiorgio Perroni, hanno con-fermato l’immediato interes-samento di Berlusconi, per ga-rantire a Tarantini un’efficaceassistenza legale, senza che Ta-rantini abbia mai provveduto acorrispondere alcun compen-so”. Insomma: fu Berlusconi ainteressarsi della difesa di Ta-rantini. L’intesa tra Ghedini eD’Ascola, da tempo, è unarealtà consolidata: e fu così cheD’Ascola – ritenuto un prin-

cipe del foro, penalista con stu-di a Milano, Roma e ReggioCalabria – assunse la difesadell’arrembante imprenditorebarese. A febbraio di quest’an -no – terzo in lista per il Pdl inCalabria – D’Ascola viene elet-to senatore. E da senatore en-tra in un posto chiave: la Giun-ta per le autorizzazioni a pro-cedere. E sempre Ghedini – dapolitico, questa volta, e non investe di collega avvocato – no -mina D’Ascola all’interno del-la Giunta, capogruppo per ilsuo partito. E non si tratta di

una sfumatura. Da ieri è notainfatti una data cruciale perBerlusconi: il 9 luglio, la Giun-ta, che decide anche sui casi diineleggibilità, dovrà occuparsidell’ex premier. La legge 361del 1957 dispone che i bene-ficiari di concessioni pubbli-che (incluse quelle televisive)sono ineleggibili. Una mozio-ne del M5S ha messo in agendail caso Berlusconi e il 9 luglio –salvo imprevisti – la Giuntadovrà pronunciarsi. In teoria,M5S, Pd e Sel hanno una mag-gioranza in grado di far deca-

dere il Cavaliere. Solo in teoria:il Pd non ha mai spinto sull’i-neleggibilità di Berlusconi. IlPdl invece – il cui voto contra-rio è scontato – blinda la trup-pa affidandola a D’Ascola.

“ORA UNA DATA C’È : è il 9 lu-glio. Vedremo se la farannoslittare”, dice il capogruppo delM5S, Michele Giarrusso. Ladata, infatti, dovrà essere rati-ficata, sempre dalla Giunta, il25 giugno. E non si tratta del-

l’unico problema per Berlusco-ni, che dovrà essere affrontatoin Giunta. Se la Cassazione do-vesse confermare la condannadel Cavaliere– quella del pro-cesso Mediaset – la Giunta do-vrà prendere atto della sua in-terdizione dai pubblici ufficiper 5 anni e dichiararlo deca-duto dalla carica parlamentare.C’è un precedente: quello diCesare Previti. Furono neces-sari 433 giorni, a partire dallasua condanna definitiva, pri-ma che decadesse la sua inve-stitura da deputato. La melinadella Giunta, quindi, può di-ventare fondamentale per il fu-turo politico di Berlusconi. E afar da guardia, nel gruppo delPdl, c’è un uomo che di Ber-lusconi ha sempre avuto moltacura. Tanto da accorrere a Bari,per prendere in carico la difesadi Tarantini, e da correre a Pa-lazzo Grazioli, quando Ghedi-ni lo convoca per aiutare Gian-pi a trovare lavoro. D’Ascola hasempre negato di averlo aiuta-to. Ma Ghedini, interrogatodalla Procura di Napoli, rac-conta: “Berlusconi mi ha tele-fonato e mi ha detto: chiamal’avvocato D’Ascola che forsec’è la possibilità di aiutare Ta-rantini a trovare un lavoro, fal-lo venire a Palazzo Grazioli. Ioho chiamato Nico (D’Ascola, ildifensore di Tarantini, ndr) eho detto: guarda, Nico, c’è ilPresidente che ti vuole parla-re...”. E tra i tanti problemi del“presidente”, ora, ce n’è qual-cuno nella Giunta in cui d’A-scola, dal fido Ghedini, è statonominato capogruppo.

AL SENATO

Il 9 luglio è

in calendario

la discussione

sul Cav. Il centrodestra

manda avanti

l’avvocato di Tarantini

4 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto QuotidianoORGIA ITALIA

Non c’è scandalosenza risvoltop e co re cc i o

GIANPI TARANTINILE RAGAZZE E L’APE REGINAÉ in corso il processo per Taran-tini ed altri 6, tra cui l’ape reginaSabina Began. L’accusa è di averportato escort nelle residenzeestive di Silvio Berlusconi da set-tembre 2008 a maggio 2009.

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

Palermo

Viaggi, abbonamentiin tribuna vip, oro-logi d’oro, vino pre-giato ed escort, un

“pentito” fa il nome di SaraTommasi, per corrompere de-putati e funzionari sicilianiconvincendoli a finanziare perdecine di milioni di euro (35quelli scoperti, si indaga su altri65) l’ultima versione del siste-ma criminale politico-affaristi-co dell’isola (come lo ha defini-to il pm Gaetano Paci) che ruotaattorno a due poli: la formazio-ne professionale e la promozio-ne turistica, entrambe taroccatecon le false fatturazioni. Per ilprocuratore capo FrancescoMessineo “una corruzione este-sa, un sistema inquietante”.

Le dieci cortigianedel faccendiere

Al centro dell’inchiesta che hacondotto in carcere (e ai domi-ciliari), 17 persone, tra cui ex as-sessori (Luigi Gentile e Gian-maria Sparma di Fli), funziona-ri degli assessorati, alti burocra-ti e titolari di società pubblici-tarie, ci sono un ente professio-nale, il Ciapi, e un faccendierecon radici nobili: FaustinoGiacchetto, parente dei baroniLa Lomia. Attorno una galassia

di politici di rango, alcuni inda-gati per corruzione, altri, inve-ce, solo dell’ipotesi di finanzia-mento illecito ai partiti; tutti se-dotti anche dalle grazie di unadecina di escort messe a dispo-sizione dal faccendiere in unacasa del centro di Palermo e innumerosi alberghi in provincia.Poi c’è la soubrette Sara Tom-masi, destinataria, il 30 luglio2010, di un bonifico di tremilaeuro, così spiegato da uno deicollaboratori di Giacchetto:“Qualche giorno dopo avermiconsegnato un foglio di cartacon l’indicazione dell’Iban del-la Tommasi – ha rivelato Ange-lo Vitale, amministratore dellaSicily Comunication – il Giac-chetto mi fece avere una bozzadi contratto di cessione di dirittidi utilizzo d’immagini fotogra-fiche tra la Media Center e la

Tommasi, affinché lo firmassi.Non avendo mai ricevuto ilcontratto firmato dalla contro-parte, né la fattura per il boni-fico effettuato alla Tommasi,chiesi notizie al Giacchetto chemi fece intendere che non sitrattava di un servizio fotogra-fico, ma di un pagamento perdelle prestazioni di altra natu-

ra”. Il “bancomat”(così definitoun colonnello della Finanza)del sistema criminale era il Cia-pi, ente di formazione profes-sionale che ha incassato in diecianni oltre 100 milioni di eurosenza aumentare di una solaunità l’occupazione in Sicilia,impiegando “in modo autore-ferenziale” 200 persone, moltenegli uffici dello stesso Giac-chetto, in via Ruggero Settimo,divenuto una sorta di assessora-to parallelo al Turismo: qui ar-rivavano (e venivano predispo-sti) i decreti di finanziamento.Dettagli svelati dal racconto didue collaboratori di Giacchettoche hanno parlato dei finanzia-menti delle campagne elettoralidei deputati Francesco Scoma,Francesco Cascio, Gaspare Vi-

trano (già arrestato per una sto-ria di tangenti), Salvino Caputo(recentemente decaduto peruna condanna passata in giudi-cato), il defunto Salvatore Cin-tola, e dell’ex assessore di FliLuigi Gentile. Manifesti e altromateriale elettorale sarebberostati regalati anche a “FabrizioFerrandelli, Alia, SebastianoBruno e altri che non ricordo”.

Viaggi, orologi d’o roe vino pregiato

Viaggi a New York per Cascio alcosto di 46 mila euro, a Viennaper l’ex ministro delle Comuni-cazioni Totò Cardinale, orologiPatek Philippe, casse di vinopregiato Sassicaia e Ornellaia, eun tocco di gentilezza per Do-menico Di Carlo, già collabora-tore dell’ex ministro SaverioRomano: per lui una tangentein una busta a corredo di unmazzo di fiori. Finanziamenti(4.500 euro) persino per Car-melo Pintabona, il sodale diValter Lavitola nel tentativo diricatto a Silvio Berlusconi, e de-cine di abbonamenti allo stadioBarbera: tra gli indagati anchel’amministratore delegato delPalermo Calcio Rinaldo Sagra-mola. In carcere, infine, è finitoanche Gaspare “Rino” Lo Ni-gro, a capo per anni dell’agenziadell’impiego: Giacchetto gli haregalato servizi fotografici perpalazzo Vernaci, ad Altofonte,dove abita, e persino alcune li-tografie del maestro Bruno Ca-ruso, raggiunto a Roma dai col-laboratori di Giacchetto: costo20 mila euro. Con l’arresto di LoNigro l’inchiesta lambisce lazona grigia tra politica e mafia:la sua foto venne trovata nel co-

IL BUSINESS

Fo r m a z i o n e

p ro fe ss i o n a l e

e promozione

turistica

i due poli

del malaffare

“SISTEMA INQUIETANTE”CON TANGENTI, SQUILLOE SARA TOMMASISCOPERCHIATA NELLA REGIONE SICILIANA UNA RETE“DI CORRUZIONE ESTESA”SUGLI APPALTI DEI GRANDIEVENTI NELL’ISOLA: 17 ARRESTI TRA POLITICI E FUNZIONARI

Firenze, l’ex assessore alla escort: “Amore mio”QUELLA LUNGA “S TOR I A” CON ADRIANA, TUTTE LE TELEFONATE CHE INCASTRANO L’UOMO DELLA GIUNTA RENZI

vo del boss Domenico Raccu-glia e di lui parlano i mafiosi Sal-vatore Aragona e GiuseppeGuttadauro, intercettati dai ca-rabinieri. “Può essere che abbiauna parte importante nel fare...delle determinate cose...”, diceGuttadauro. E Aragona replica:“U papè... u papè...”, interpretatocome un riferimento al papello.

Il pentito Giovanni Brusca losospettò di essere uno degli au-tori dell’anonimo inviato tra lestragi di Capaci e via D’Amelioe i pm di Palermo hanno con-frontato lo scritto del papello,assieme a quella di una decinadi boss, anche con la sua grafia.Con esito, come per tutti gli al-tri, negativo.

di Davide Vecchi

Quattro anni di telefonate e di sms partite dalcellulare intestato al Comune di Firenze in

uso all’ex assessore Massimo Mattei rivelano co-me il rapporto tra l’uomo della giunta di MatteoRenzi e la “regina” delle escort fiorentine, Adria-na, sia stato ben altro che di amicizia. “Ignoravoche la mia amica fosse una escort”, ha detto Mat-tei martedì, “era una mia amica”. Leggendo lecarte degli inquirenti dell’indagine “Bella vita”,per quanto ben nascoste e omis-sate, gli sms e le telefonate delpolitico ad Adriana sono tem-pestate da “amore mio”, “vitamia”. In particolare negli anni2011 e 2012. Luogo degli incon-tri tra i due l’appartamento inzona viale Europa di proprietà

della cooperativa sociale il Borro, nel quale, sem-pre secondo quanto risulta della intercettazionisull’utenza della donna, Adriana metteva a dispo-sizione anche di alcune sue amiche della scuderiadi Franchino, soprannominato, in maniera mol-to eloquente, “capo puttaniere”.Mattei, che non risulta indagato e appare all’o-scuro di quanto faceva Adriana, a qualunque oramanda messaggi alla rumena 42enne. E le tele-fona. “Ci sei tra mezz’ora a casa?”. “Ti trovo versole 17?”. “Vita mia ho bisogno di passare a casa, sei

lì?”. E molti altri di contenuto strettamente per-sonale e non connesso all’attività di prostituzionedella rumena. Appare ormai chiaro però che gliuomini di Palazzo Vecchio siano coinvolti nel gi-ro di escort. Dopo il funzionario sorpreso propriocon Adriana nell’ufficio comunale dalla donna diservizio, ora emerge con chiarezza il legame diMattei. Il politico si è dimesso per motivi di saluteappena pubblicata la notizia delle indagini e mar-tedì ha tentato di prendere le distanze dalla donnacon una lettera ufficiale in cui ha sostenuto “che laragazza (...) era mia amica da circa dieci anni, èstata dipendente della Cooperativa e di altre mieaziende in varie riprese e per vari periodi. Ha la-vorato con profitto e responsabilità”.Nato a Firenze nel 1971, laureato in lettere, Mat-tei è un imprenditore che a 24 anni ha fatto il suoingresso in politica. Qui è cresciuto all’ombra diMatteo Renzi. Prima in Provincia, dove è stato

eletto nel 2004 (insieme al rottamatore) e due an-ni dopo diventò presidente del Consiglio. Poi inComune, assessore alla mobilità a cui nel tempoha aggiunto le deleghe a infrastrutture, grandiopere, trasporto pubblico locale, manutenzioni edecoro. Dal 2000 al 2004 ha ricoperto anche lacarica di presidente del Calcio Storico Fiorentinoed è stato presidente del Viola Club Provincia diFirenze.Mattei ha un profondo legame con Renzi e a Pa-lazzo Vecchio c’è chi garantisce sia stato il sin-daco a suggerirgli di lasciare subìto l’assessorato.Nel 2008, quando nel Pd all’epoca guidato daWalter Veltroni, ci fu il primo battibecco sulleregole delle primarie, fu Mattei a esprimersi:“Non si cambiano le regole a partita già iniziata”.Ora è stato costretto a dimettersi. E potrebbe es-sere la prima vittima politica dell’inchiesta sulleescort del franchino.

L’INCHIESTA “BELLA VITA”I messaggi: “Ci sei tra mezz’ora a casa?”

“Ti trovo verso le 17?”. “Vita mia

ho bisogno di passare a casa, sei lì?”

La soubrette Sara Tommasi. Nell’altra pagina, Battiato La Pre ss e -A n s a

I pm Messineo e Leonardo Agueci e il generale Stefano Screpanti AnsaIllustrazione di

Emanuele Fucecchi

5il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3ORGIA ITALIA

di Malcom Pagani

Arresti, furti di dena-ro pubblico e donnebarattate, sostieneBattiato: “Come

cammelli in un suk”. Dallastretta grondaia dell’“illustre eonorata società”, l’ex assessoreal Turismo della giunta Crocet-ta è evaso con un paio d’ali. Ilfoglio di via, una frase pronun-ciata a Bruxelles a marzo e ri-tagliata a margine di un lungoragionamento sui percorsi cul-turali: “Queste troie che si tro-vano in Parlamento farebberoqualsiasi cosa, dovrebbero apri-re un casino”. La puntuale ri-

provazione ipocrita dell’interoarco costituzionale, governato-re in testa, la controfirma all’e-spulsione. Ora che in meno di90 giorni il decreto Battiato è di-ventato legge e nell’isola i finan-zieri scardinano la trasversaleimpalcatura di escort e regalìe,l’asceta di Milo non si aspettascuse terrene: “Questo Paese èuna barzelletta, Il tempo è statogalantuomo, ma sei onesto e di-ci la verità non c’è smentita pos-sibile. A poco a poco cadono lemaschere. Dopo i 30 anni ognu-no ha la faccia che si merita e lafarina, come si dice, va in cru-sca”.È andata in crusca, in effetti.

Avevano deciso di farmi fuoriben prima di Bruxelles. Ma nonimporta. È una storia chiusa.Come dicono i francesi: “Je m'enfous, ça ne me dérange pas”. Alpotere piace travestire i sudditida idioti, ma gli italiani non so-no scemi. Hanno già visto tutto,compreso ogni cosa. Non le na-scondo che da allora non possopiù andare in giro. Il musicistaBattiato è passato in terz’ordi -ne, mi fanno dei complimentiche non ho mai avuto in vitamia.Nel cacciarla dalla Regione, de-stra, sinistra e centro disseroche ce l’aveva con le donne. Bol-drini, Grasso, Fornero, mezzo

LA CRICCA DEL G8I MASSAGGI DI FRANCESCANelle carte dell’inchiesta sullacricca si parla di favori sessualiforniti tramite Diego Anemone aGuido Bertolaso. Noti i “solitim a ss a g g i ” di Francesca alloSport Village di Roma nel 2009

La rivincita di Battiato

“Dissi puttane, mi cacciaronoMa il tempo è galantuomo”

Povera Patria

parlamentino siciliano. Santan-chè, anche: “Ignoranza becerasenza confini”.L’elegantissima cantrice del “luici vuole tutte in orizzontale, maio non gliela do”? Donna di rarafinezza, sì. Mi hanno accusatodi misogìnia, ma l’hanno fattoin evidente malafede. Io non cel’ho con le prostitute. Non rico-nosco proprio il genere comecategoria. Per me maschile,femminile e animale nuotanonello stesso insieme. Qui il fattograve e inaccettabile è che leescort vanno in Parlamento, di-ventano politici e usano i soldicon cui paghiamo le tasse. Maripeto, le ragazze non hanno

colpe. I frustrati che le vendonoal mercato, invece sì. Sono dap-pertutto, è incredibile, come ilcacio sui maccheroni. A Bruxel-les parlai anche di Lusi. Non c’èuno che l’abbia scritto. Tutti asparare sul dito, mentre indica-vo la luna. Domina l’ipocrisia.Non sarebbe più facile dichia-rare che la tassa occulta per leescort è una specie di Imu ag-giuntiva? In fondo, nell’inter -pretazione di questi signori, ladonna è solo una merce discambio.L’idea del mercimonio è anti-c h i ss i m a .Ricorda Bandiera bianca? “Siamo

figli delle stelle e pronipoti disua maestà il denaro”. Finché inParlamento rimarranno 100deputati funzionali al manteni-mento dello status quo, non gi-reremo pagina. Prenda il gover-no Letta. Fa venire il dubbio chegli ultimi 20 anni di barricatesiano stati una finzione. Che secerti uccellini non avessero av-visato al momento giusto Ber-lusconi, anche gli Scilipoti e iRazzi non avrebbero avuto unloro ruolo.Se Berlusconi viene interdetto, ilPdl lascerà il Parlamento.Oggi ho sentito distrattamenteuno scemo che lo sosteneva.Robe da matti. Farse terribili.Forza, andate via. Magari lo fa-cessero davvero.Lei rifarebbe l’a ss e ss o re?Non lo volevo fare neanche pri-ma. Dissi “vengo a patto chenon debba dialogare con i po-litici e possa confrontarmi conle intelligenze”. Crocetta insi-stette. È finita come è finita. Di-ciamo che lui non era il rivolu-zionario che mi aspettavo e ioero quello che sono sempre sta-to.Si dice si sia pentito e abbia pro-vato a organizzare una carram-bata pacificatoria a uso e consu-mo delle telecamere.

E questo come l’ha saputo? Luicontinua a dire con un certo co-raggio a chiunque, alle Iene l’ul -tima volta, 10 giorni fa, che i no-stri rapporti sono splendidi e cisentiamo spessissimo. Non ciparliamo da mesi.Antidoti all’o r ro re?Seguire la propria coscienza.Sono un fan di Jack Sarfatti, unostudioso che la mette al centrodella sua ricerca. Che ce ne fac-ciamo di una fisica quantisticache ignora l’amore e il cervello?Se non sei in grado di individua-re i pensieri di un uomo, è me-glio che tu faccia il geometra.Dell’uomo nuovo del suo ultimodisco però non c’è ancora trac-

cia.Ma è pieno di gente in gamba,consapevole. Giorni fa ero a Ro-ma, avrò preso il taxi 20 volte.Non c’è stato conducente chenon mi abbia rivelato il deside-rio di buttare Alemanno nel Te-vere. Ovviamente è una meta-fora, non vorrei che l’ex sindacosi risentisse. (S o r r i d e )E il caos dei grillini?Li ho incontrati. Entusiasti, vo-levano devolverci i loro stipen-di, mi sono piaciuti. Ma, pur-troppo, mi pare stia franandotutto perché i lupi romani, fe-lici, approfittano dell’ingenuitànaïf per sbranarne le ragioni.

LA FRASE

I N C R I M I NATA

Queste prostitute

che sono

in Parlamento

fa re b b e ro

qualsiasi cosa

Dovrebbero aprire

un casino

L’ “AMICO”

P R E S I DE N T E

Avevano deciso

di mandarmi via

prima di Bruxelles. Non

capisco perché Crocetta

dica in giro che i nostri

rapporti sono splendidi

Non lo sento da mesi

SESSO E MINORIRUBYGATE E BUNGA BUNGAÈ prevista per il 24 giugno lasentenza per l’ex premier accu-sato di prostituzione minorile econcussione. B. è accusato an-che di aver fatto sesso con Rubyquando era ancora minorenne

NOTTI HARD A TERMINIMELE SINDACO DIMENTICAIl neo-sindaco di Carovigno, Co-simo Mele, è noto per aver tra-scorso, nel 2007, una notte condue squillo. Una si sentì male edisse di aver assunto della co-caina ceduta dall’ex deputato

Lombardi, riecco il prefetto “della” Po l a n c oETERNI RITORNI

di Davide MilosaMilano

A volte ritornano: persino i prefetti. RobertoMaroni lo aveva promesso in campagna

elettorale: riformerò l’Aler, l’azienda lombardaper l’edilizia residenziale, ente pubblico tra i piùricchi d’immobili d’Europa, coinvolto in diversiscandali giudiziari. E così, incassata la vittoria, ilneo presidente regionale ha dato il via ai lavori.Come? Diminuendo i commissari. Da tredici adodici. Alla faccia dei tagli. Ma-roni la pensa diversamente. Di-ce: “Siamo passati da 130 pol-trone a 12”. Insomma, il segre-tario della Lega sventola la ban-diera del rinnovamento. Cin-que poltrone andranno al Car-roccio, sei al Pdl. Sull’ultima,

quella dell’Aler di Milano, si siederà l’ex prefettoGian Valerio Lombardi, napoletano classe ‘46.“La persona giusta al posto giusto”, commen-tava ieri il presidente. “Persona super-partes”.Eppure sull’imparzialità di Lombardi qualchedubbio viene, rileggendo le carte del processoRuby. Nel dicembre 2010 Marysthell Polanco,all’epoca fidanzata con un narcotrafficante ar-restato per 12 chili di cocaina, chiama in Pre-fettura e in un attimo è a colloquio con Lom-bardi. Pochi secondi per fissare un appunta-

mento. Giusto il tempo per ascoltare il rappre-sentante dello Stato esordire con un “come pos-so aiutarla?” e concludere: “Mi saluti il presi-dente (Berlusconi, ndr)”. È il 4 dicembre 2010.

A L L’EPOCA la Polanco, tra le “olgettine”, è unadelle più assidue frequentatrici delle feste di Ar-core. Nel frattempo, però, ha bisogno del pas-saporto italiano. La soubrette parla con PalazzoGrazioli. “Buonasera – le dicono – dovrei darleun numero del prefetto Lombardi”. Il 6 dicem-bre Polanco telefona. “Chiamo da parte del pre-sidente Berlusconi”. Le porte si aprono. Tutte,anche quelle del parcheggio riservato della Pre-fettura. In un’altra indagine, Lombardi, pur noncoinvolto penalmente, compare tra gli amici de-gli amici. Si tratta dell’inchiesta sulle case va-canze del comune di Milano. Si parla di “scambidi favore”. I pm la chiamano “cerchia”. C’è anche

Lombardi. Si dirà: rilevanza penale zero. E cosìoggi l’ex prefetto si accomoderà nella stanza deibottoni di Aler. Quella che ha ospitato Loris Zaf-fra, Pdl, coinvolto in Mani pulite. Un’ammini -strazione, la sua, azzoppata da recenti inchieste.L’ultima: l’assunzione della figlia di un presuntoboss, mediata dall’ex assessore Mimmo Zambet-ti. La penultima: appalti in cambio di voti. Coin-volti il consigliere comunale Marco Osnato e ilsuocero Romano La Russa. Insomma, se Zaffra siè mostrato distratto, certo non fanno ben speraregli inciampi dello stesso Lombardi sulle infiltra-zioni dei clan al Nord. Davanti alla Commis-sione parlamentare antimafia disse che in Lom-bardia la mafia non esiste. Era il 21 gennaio 2010:sei mesi più tardi il blitz Infinito portò in carcere160 presunti affiliati. La Lombardia fu descrittacome vero e proprio mandamento della ‘ndran -gheta.

FRESCO DI NOMINAIl governatore lombardo Maroni

lo ha voluto come commissario all’Aler:

“È la persona giusta al posto giusto”

6 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

Ingroia: “Le mienon sono dimissioni,ma decadenza”

NON SONO DIMISSIONI, quelle di Antonio In-groia dalla magistratura, ma una semplice decaden-za: “Non voglio che la mia rinuncia alla toga passicome dimissioni volontarie, ma forzate’”, ha dettonel giorno della consegna delle chiavi dell’ufficio alprocuratore Marilinda Mineccia. Poi aggiunge: “Ladecadenza è un procedimento più rapido, è efficacein appena 15 giorni. La richiesta di dimissioni segue

un iter più lungo, deve essere trasmessa al capo del-l’ufficio che la gira al ministero, che per accettarledeve chiedere un parere al Csm. Tra commissione eplenum i tempi si farebbero lunghi’’. E a chi ha ipo-tizzato una ‘’furba’’ via di fuga, sostenendo che ladecadenza gli consentirebbe comunque tra due an-ni un rientro in magistratura, l’ex pm della trattativaStato mafia replica: “Tesi infondata”.

di Wanda Marra

Sono un pazzo? Sì, sonoun pazzo visionario:sono sempre sei mesiavanti agli altri”. Pier

Luigi Bersani cammina per ilTransatlantico, piglio deciso.Lo ferma Giacomo Portas, lea-der dei “Moderati”, eletto comeindipendente nelle liste dei De-mocratici. Lo abbraccia: “Luiper me è un amico vero. Ma vasempre più veloce: per lui lagiornata ha 20 ore non 24”.Conclude affettuosamente: “Èpazzo”. L’ex segretario Pd - cheha visto la sconfitta alle ammi-nistrative dei grillini e le diffi-coltà dei Cinque Stelle comeuna sua rivincita personale - simuove come uno che è pronto aripartire. Per dove, non è chia-ro. Incontra Guido Crosetto.Baci e abbracci anche con lui:“Quando divento premier, tifaccio Ministro”. Ma insomma,in questo governo di cambia-mento che ha ritirato fuori negliscorsi giorni, ci crede davvero?“Io sono assolutamente lealecon Letta. Ma per i Cinque Stel-le, sono qui, il Pd è qui. Mica po-tremo fare un esecutivo d’emer -genza per sempre”. Poi chiari-sce la sua posizione sulle regoledel congresso: “Facciamo le pri-marie per il segretario. E dun-que, devono essere primarie diiscritti, pur con la possibilità diiscriversi fino all’ultimo mo-mento”. Da Statuto non è così:gli iscritti votano per seleziona-re i candidati, che poi si sotto-pongono a gazebo aperti a tutti.Lui stesso è stato eletto così.Non solo: “Segretario e candi-dato premier sono due figuredistinte. Se il segretario vuol fa-re il premier, farà le primarie”.Insomma, l’obiettivo è renderepermanente la modifica delloStatuto che fece approvare perpermettere a Renzi di correre.“Mica ci sono due partiti, micastiamo andando verso un siste-ma bipolare”. Andando avanticosì, i partiti saranno dieci, ilcommento sorge spontaneo.“Appunto”, dice Bersani. Sce-nario inquietante, anche alla lu-ce della battuta di MassimoD’Alema, riportata da Repubbli -ca : “Magari nel Pd ci fossero lecorrenti. C’è solo caos”.

IL CAOS e gli schiaffi vanno inscena quotidianamente. Ieri co-mincia appunto D’Alema. SulCorriere della sera Stefano Fassinaall’indirizzo dei Giovani Turchie di Orfini: “Quella corrente nonè mai esistita. È facile parlarenelle stanze di partito”. Il piattoforte - al solito - lo offre MatteoRenzi. Ad Agorà. “Non toccatequelle regole è l’unica regola. Sevogliono fare le regole loro io mene sto a Firenze, questa voltanon mi faccio fregare. La primaregola è che il congresso si fa il 7novembre e si fa aperto”. E ag-giunge: “Io me ne andròda Firenze o se mi cac-ciano i fiorentini o seposso guidare il gover-no”.Insomma, lo Statutonon si tocca. E la normache ha permesso a lui dicorrere è bene che restitransitoria.Bersani contro Renzi,atto secondo. Il film è ri-cominciato. Angelo Ru-ghetti, renziano, di buo-

na mattina in un blog sull’Huf -fington Post: “Ci risiamo. Le lan-cette sembrano tornate all’au -tunno del 2012. Ripartono le di-scussioni sulle regole, come sel’obiettivo finale di un partito siaquello di organizzare le moda-lità di partecipazione dei suoisostenitori e non quello di vin-

cere le elezioni”. Davide Zoggia,responsabile OrganizzazionePd va per la sua strada: “Certoche le regole le cambiamo, altri-menti la Commissione che l’ab -biamo fatta a fare?”. Renzi alza iltiro: fino a che punto è dispostoad arrivare? Persino a prendereatto del fatto che il partito “è

caos” (per citare il suo nuovosponsor Maximo), e candidarsida solo? Rughetti dice: “Io sonoun estremista. Ma già nell’estate2012 facemmo una cena conRenzi, Delrio ed altri. Io gli dissi:‘Ma se cercano di fregarci, lo fac-ciamo un altro partito?’. Matteorispose: ‘Assolutamente no’. Pe-

rò, le cose cambiano”. Un altrorenziano, Matteo Richetti affidala sua staffilata a un Tweet. “Equalcuno con questi ci volevafare il governo di cambiamento?Da un'ora si susseguono inter-venti da asilo nido”. (il soggettoprimo sarebbero i grillini).Ci mette del suo pure Beppe Fio-

roni, che insieme alla Bindi nonè stato invitato al seminario diItaliani europei di lunedì. “Se se-gretario e premier coincidono,chiederò a Enrico Letta di can-didarsi alla segreteria”. Stamat-tina si vedono i 40 senza corren-te, capitanati dalla ex portavocedi Bersani, Alessandra Moretti.Civati ricorda che lui è candida-to segretario e Bettini che è a di-sposizione. Ce n’è per tutti i gu-sti.

TRA L’A LT RO , è tornato a gio-care un ruolo Napolitano,preoccupato da una parte dal-l’attivismo di Renzi, dall’altradalle ipotesi di ribaltone. L’al -troieri ha visto il sindaco di Fi-renze. Prima col ministro Bray.Poi, da solo: più di mezz’ora aquattrocchi, evidentemente idue hanno ri - preso le misuredel momento. Ieri Bersani chegli ha dovuto ribadire il soste-gno al governo. Infine, nella pri-ma segreteria ogni discussionespinosa è stata evitata. Il dibat-tito si è concentrato sulla tesseraonline. Opinioni diverse sullemodalità d’adesione.

IL TERZO UOMOFioroni dice la sua: “Se segretario e

candidato premier coincidono, dovrò

chiedere a Letta di candidarsi alla segreteria”

AT T I V I S M IMassimo D’Alema avverte:

“Nel partito non ci sono correnti. Magari,

c’è solo il caos”

È Caprara la nuova voce del ColleAL POSTO DI CASCELLA

Bersani e Renzi Ansa

IN FONDO A SINISTRA

Maurizio Caprara è il nuovo di-rettore dell’Ufficio per la

Stampa e la Comunicazione delQuirinale. Lo annuncia in una notala presidenza della Repubblica.Succede a Giovanni Matteoli cheaveva retto l’ufficio pro temporedopo la rielezione di Napolitano al-la Presidenza e la concomitantecandidatura a sindaco di Barletta

del portavoce del primo settennato,Pasquale Cascella, divenuto frat-tanto primo cittadino della capo-luogo pugliese.Caprara, giornalista del Corriere dellaS e ra aveva iniziato la propria car-riera al M a n i fe s to . Suo zio Massimo,napolitano di Portici, già segretariodi Palmiro Togliatti (fu anche de-putato nel ‘53), fu radiato dal partito

proprio con il gruppodel M a n i fe s to nel ‘69per la posizione forte-mente critica espressasull’invasione dellaCecoslovacchia. V e-rosimile che il parte-nopeo Giorgio Na-politano conoscessela famiglia da queglianni.Emanuele Macaluso,però, più che come di-rigente politico del

Partito Comunista Italiano in rottaper la deriva Sovietica, ricorda Mas-simo Caprara come giornalista. Lofu prima a R i n a s c i ta , poi a l’E s p re ss o ,infine anche a Il Tempo Illustrato e alGiornale.Dal M a n i fe s to , invece, Maurizio Ca-prara passerà poi giovanissimo alCorriere della Sera, prima come cro-nista, poi come redattore del ser-vizio politico. Siamo attorno allametà degli anni ‘80. Non molti annidopo occuperà la casella del corri-spondente diplomatico del quoti-diano di via Solferino, dove è rima-sto fino a ieri.

FINO AD ORA il profilo del porta-voce del Colle era stato molto piùpolitico. L’unica eccezione fu forsequella di Carlo Azeglio Ciampi che,da ex direttore di Banca d’Italia eministro del Tesoro, portò al Qui-rinale l’allora giornalista economico

Paolo Peluffo, poi divenuto consi-gliere di Stato e sottosegretario delgoverno Monti.Prima di lui i vari Tanino Scelba (ni-pote di Mario, con Oscar Luigi Scal-faro), Luigi Zanda (l’attuale capo-gruppo del Pd al Senato seguì Cos-siga dal Viminale al Colle) e An-tonio Ghirelli (giornalista sportivo epartigiano, storica voce di SandroPertini negli anni del settennato),per non dire dello stesso Cascella,erano tutti più “politici” o comun-que prossimi alla vita del Palazzo edei loro “presidenti”. Caprara, in-vece, arriva da un percorso diverso.Nel clima politico rovente che già siannuncia con le scadenze giudiziarieprossime che riguardano Silvio Ber-lusconi, e lo scontato ricasco chequeste avranno sulla tenuta delleistituzioni e sul Colle, certo non saràuna vita meno movimentata.

e . d . b.

P RO F I L I

Co r r i s p o n d e n te

d i p l o m a t i co

del “Corriere della

S e ra ”, nipote

dell’ex segretario

di Togliatti

Lo schiaffo quotidiano:in scena la telenovela PdBERSANI COSTRUISCE OSTACOLI PER RENZI: “SONO UN PAZZOV I S I ONA R I O ”. LUI: “NON MI FREGATE, PIUTTOSTO STO A FIRENZE”

L’abolizione del finanziamento ai partiti èun tema delicato. Importante. Tanto che

ieri in Commissione Affari costituzionali cheesaminava il disegno di legge in questione Ma-riastella Gelmini ha tirato fuori una propostainedita: “Facciamo delle audizioni internazio-nali”. In teoria l’iter del ddl dovrebbe durare unmese (un tempo che permette ai partiti - co-munque vada - di incassare la rata dei rimborsidi luglio). Ma denuncia il renziano Dario Nar-della: “Hanno già cominciato tutti a dire che unmese è troppo poco per arrivare all’approvazio-ne del testo. La verità è che lo vogliono affos-sare”. Poi, allarga il discorso: “Qui in questoParlamento non si muove niente, non si riesce afare niente. Basta pensare alla legge elettorale.Tra un po’ ci facciamo sentire noi”.

P R O P OST E

Esperti stranierisui soldi ai partiti

di wa . m a .

Maurizio Caprara

7il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

da di giornali e tv. Solo il caso Gambaro,raccontano, ha oscurato il resoconto deiprimi tre mesi da capogruppo di Vito Cri-mi, ha cancellato il dibattito sulla scuolapubblica, azzerato le cronache sulla pro-posta di abolizione dell'Imu, raso al suolol'ostruzionismo sul decreto emergenze.

Così, si volta pagina. Fine dei pro-cessi, giurano. Ma sarà dura cal-mare le acque. Ieri, tra le tantevoci amareggiate per l’ad -dio alla Gambaro, la sena-trice Serenella Fucksia è stata

quella più irruenta: “ProprioGrillo che è stato cacciato dallaRai per le cose che diceva, come faa non avere una corrispondenzadi amorosi sensi con chi dissen-te?”. Poi, si guarda intorno, tra lefacce attonite dei cronisti e deicolleghi. “Che dite, la prossi-ma sono io?”.

Zaccagnini (M5S)va all’incontro di Leftcon Pd e Sel

IL TITOLO dell’incontro è già tuttoun programma: “Un’altra maggio-ranza è possibile”. Al grido di “p i c-cole intese, grandi conquiste”, og-gi il settimanale Lef t organizza unincontro al Teatro Eliseo di Romaper capire su quali temi si possonocreare maggioranze diverse da

quella delle larghe intese. La no-vità è che all’incontro sarà presen-te anche Adriano Zaccagnini, de-putato Cinque Stelle, più volte cri-tico nei confronti della linea duradel Movimento.Oggi alle 15 discuterà con espo-nenti del mondo politico di cen-

trosinistra. Ci saranno, tra gli altri,l’europarlamentare Sonia Alfano, ilsenatore Pd Felice Casson e il de-putato Pippo Civati, il portavoce diArticolo 21 Beppe Giulietti e il lea-der di Azione Civile Antonio In-groia, nonché i deputati di Sel Giu-lio Marcon e Gennaro Migliore e il

costituzionalista Gustavo Zagre-belsky. Tra i vari temi di discus-sione, le proposte di legge sul red-dito minimo garantito, la tassazio-ne delle rendite finanziarie, i diritticivili, la fecondazione eterologa, lacittadinanza agli immigrati, il con-flitto di interessi.

LA TELEFONATA DI GRILLOALLUNGA LA VITA AI DISSIDENTIIN RETE, L’ESPULSIONE DELLA GAMBARO PASSA CON IL 65% DI VOTIIL LEADER CHIAMA I RIBELLI CURRÒ E PINNA. PRESTO VERRÀ A ROMA

Adele Gambaro. Sotto, Beppe Grillo La Pre ss e /A n s a

I 5 Stelle bloccanoil decreto emergenze

“Ci dicono coglioni”OSTRUZIONISMO E INSULTI IN AULAIL GOVERNO: “METTEREMO LA FIDUCIA”

CAMERA IN TILT

M OV I M E N TA N D O

di Chiara Paolin

Massimo Corsaro,spirito ironico dei

Fratelli d’Italia, riesce adirlo con garbo mentrefa due passi nel Transa-tlantico. È stata unagiornata lunghissima,noiosissima: “Finiamoin serata votando il ter-zo emendamento all’ar -ticolo 1. Poi sospendia-mo l’aula e la mattina ri-prendiamo con la con-

ferenza dei capigruppo.Per decidere come man-

dare avanti i lavori”. Tra-dotto, vuol dire che ieri la

Camera s’è impallata di brut-to sul Decreto emergenze,quello lanciato dal governoper dare una scossa a questio-ni tipo il terremoto de L’Aqui -la e dell’Emilia, il recuperodella Costa Concordia e l’an -goscia dei rifiuti made in Ita-ly.Solo che il Movimento s’èmesso di traverso rimpinzan-do l’aula di interventi “a titolopersonale”. Un minuto cia-scuno per dire che non si puòportare in Parlamento un te-sto blindato con la scaletta

delle priorità bell’e fatta. Sce-ne di consueto ostruzioni-smo, dicono quelli del Pd. No,è pura democrazia, rispondo-no i grillini denunciando ag-gressioni insospettabili: “Ildeputato di Scelta civica An-gelo Cera ha dato ripetuta-mente del coglione ai nostrideputati”. Cera avrebbe dettoa Vignaroli: “Ti do un pugnoche ti ammazzo”, Sc ha chie-sto scusa con un comunicatoma a fine giornata nemmenol’offerta della maggioranza bi-partisan di calendarizzare su-bito provvedimenti sull’am -biente ha placato i semplicicittadini.

“NON È INTENZIONE di nes-suno far decadere il decretoemergenze - spiega secca la de-putata M5S Claudia Mannino-. Solo che al Senato le forzepolitiche hanno avuto 45 gior-ni per snaturare il decreto, na-to per i terremotati dell’Emi -lia, introducendo misure chenon c'entrano niente”. Ormaiil testo è diventato una mace-donia, un minestrone, unasbobba indigesta: “Si parla diaree industriali, di rifiuti a Pa-lermo, di Expo a Milano, sichiede una deroga al patto distabilità da parte degli stessipartiti che hanno introdotto ilpatto di stabilità in Costituzio-ne. É una follia” attacca Mas-simo De Rosa. “Abbiamo pro-posto di spostare gli stanzia-menti di bilancio dal Tav o dalterzo valico di Giovi ai fondiper la ricostruzione dell’A-bruzzo. Perchè non voglio-no?” chiede Andrea Colletti.Il punto è che il governo ha bi-sogno di fare qualcosa, ancheper le emergenze, e non esclu-de di mettere la fiducia sul de-creto: “Se dovesse sorgere perragioni tecniche la necessità, ilministro potrà farlo” ha dettoil sottosegretario alla presi-denza del Consiglio, FilippoPatroni Griffi. Dario France-schini, ministro per i rapporticol Parlamento, tenta di cal-mare tutti (“non c’è l’intenzio -ne di mettere la fiducia”) ve-lando il vero guaio: se un go-verno bipartisan deve pensarealla fiducia per non perderetempo in aula, la finzione par-lamentare diventa la veraemergenza.

di Paola Zanca

Lo squillo arriva quando man-cano pochi minuti alle 17. Ilverdetto su Adele Gambaro è lì,pronto ad essere comunicato:

fuori, colpevole di oltraggio al capo delMovimento. Su ordine di 79 parlamentari,13.029 iscritti al blog hanno votato la suaespulsione. È il 65,8 per cento. Ha votatomeno della metà degli aventi diritto, 19mila su 48, e in 6.761 hanno detto che no,la Gambaro non se ne doveva andare. Nonè stato un plebiscito, non si è sfiorato il 90per cento come accadde con Marino Ma-strangeli. E forse è anche per questo cheBeppe Grillo, ieri, ha preso in mano il te-lefono. Ci aveva pensato già nei giorniscorsi, stanco di sentire ogni giorno cri-tiche e distinguo. Poi, tutto era precipitatocon le parole della Gambaro: non ha rettoil colpo, sentire quella senatrice emilianadire che il problema nel gruppo era lui.Invece, chi l’avrebbe mai detto, ora che lacasa brucia, a fare il pompiere è tornatoproprio il padre ferito.

NON PUÒ ASPETTARE la settimana pros-sima, quando sarà a Roma, probabilmentein occasione del “Restitution day”, il gior-no in cui tutti dovrebbero versare la diariaavanzata. Fa il numero di Tommaso Cur-rò, dissidente della prima ora, ieri di nuo-vo critico sulla cacciata della collega se-natrice. Parlano a lungo, i due. Nel cor-ridoio fumatori di Montecitorio, il depu-tato catanese si affanna a spiegare il suodisagio: “Come faccio io? Anche adessoqui è pieno di giornalisti”. Poi, poco piùtardi, è la volta di Paola Pinna. Anche leivede il cellulare illuminarsi con il nome delfondatore. Anche lei, che era arrivata aparlare di un nuovo gruppo pronto a na-scere alla Camera, si confronta con l’uomoche ha chiesto il processo per Adele Gam-baro e che sembrava pronto a fare lo stessocon lei.Fuori una, fermiamo gli altri. Fino all’al -tro ieri, sembrava che i “big” dei Cinque

Stelle non vedessero l’ora di “sfoltire” ilgruppo. Via le mele marce, meglio pochima buoni, dicevano, pensando addirittu-ra ad una espulsione collettiva per tuttiquelli che hanno osato criticare pubbli-camente il gruppo. Eppure, dev’esserescattato qualcosa, nella testa del Movi-mento. Un senatore ha la sua teoria: “Ècome con la ghigliottina. Devono essersiricordati che alla fine c’è finito sotto ancheRobespierre”. Fatto sta che sulla guerrigliainterna è scesa una pace surreale. I ri-sultati del voto sull'espulsione della Gam-baro, a sera, sono già scivolati via dal-l'homepage. Sul blog di Beppe Grillo, i

numeri della cacciata ratificata dalla Retesono un capitolo chiuso, acqua passata, danon tenere in evidenza. La parola d'ordineè far “decantare”. Per esempio il processoa Paola Pinna. Era praticamente già incalendario per lunedì, ma ieri AndreaColletti, promotore della richiesta diespulsione della deputata sarda, ha datoretta al pressing dei colleghi. Spiega Ales-sio Villarosa: “Mi ha detto che la ritira. Èstato un gesto fatto d'istinto, quell'inter-vista avrebbe fatto arrabbiare chiunque.Però è il momento di parlare d'altro. Bastacon queste storie, finisce che ci oscuriamoda soli”. Proprio così. A furia di discutere,dissidenti e talebani, hanno scritto l’agen -

LA RIUNIONEIncontro improvvisato ieri nel cortile dellaCamera durante una pausa dei lavori

Marta Grande“Uno vale niente?Beppe, come ti permetti?”

La deputata

LE ACCUSE

DAL BLOG

Il primo post era interlocutorio,

riflessivo. Poi ha scritto quella

frase che davvero non ho

capito: Adele è una come noi,

che sta qui, tutti i giorni,

che lavora. Come fa a dire

che non conta nulla?

Spero che la Rete alla fine ragioni, chesi faccia un’idea di quello che dav-

vero è successo. Spero che non valganosoltanto i post che ha scritto Grillo”.Cortile di Montecitorio, ore 15. Il votosu Adele Gambaro è ancora in corsoquando Marta Grande, la più giovanedeputata dei Cinque Stelle, è lì ad au-gurarsi che alla fine il web perdoni la suacollega senatrice. Nonostante le accusefirmate dal leader sul blog. Lei e la Gam-baro si conoscono bene, perchè en-trambe sono in commissione Esteri,una alla Camera, l’altra a palazzo Ma-dama. Spesso, nelle riunioni tra parla-mentari, hanno discusso del lavoro incomune: “Una persona pacata, prepa-rata, molto elegante”, se la ricorda così,la Grande. Per questo crede che aver de-ciso di mandarla via sia un errore gravee pericoloso.Lei ha votato contro la richiesta di

espulsione. La Gambaro non vi had a n n e g g i a to?Capisco le ragioni di chi crede che quel-le parole possano aver creato un dannoal Movimento. Ma secondo me il gioconon vale la candela. Che ha detto di cosìgrave?Ha detto che la colpa del fallimento alleamministrative è di Grillo.E infatti lui ha reagito in una manieracomprensibile. Ha chiesto dal blog:davvero il problema sono io? Posso ca-pirlo: il suo era un normale tono rifles-sivo, interlocutorio...poteva finire lì.Invece poi che è successo?Poi ha scritto quella cosa: “Uno non valeniente”. Ma come si permette? È unache sta lavorando! È qui, tutti i giorni,come noi... come fa a dire che non valeniente?Meno della metà dei parlamentari peròha deciso che se ne deve andare.

Ho sentito qualcuno parlare di quorumzero. Ma quello vale quando c’è un re-ferendum fatto apposta d’estate perchénessuno vada a votare, non quando c’èin ballo la vita di una persona.Ora rischia anche Paola Pinna. Se si do-vesse votare, sarebbe di nuovo contro?Non ho visto l’intervista, non posso giu-dicare, prima di parlare dovrei capirecosa ha detto. Comunque questo me-todo non mi piace. Spero che la Retenon cacci nemmeno Adele. La situazio-ne non è tragica come la raccontate.Si parla di dissidenti e di talebani.Mi sembra una assurdità. Anche quel-li che voi chiamate dissidenti, in realtàcriticano alcune modalità di azione,ma sui contenuti siamo tutti dallastessa parte. Ci si divide sullo 0,1 percento delle questioni. Sul resto siamotutti d’accordo.

p a . za .

Marta Grande Ansa

8 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

nella vicenda non torna: “Alle pri-me verifiche fatte dal mio avvocato,sembrano emergere alcuni profilidi irregolarità, e ovviamente, sonopronta come qualunque cittadinaad assumermi ogni responsabilità,versando le eventuali sanzioni am-ministrative conseguenti se doves-sero essere confermate, sulla basedegli accertamenti disposti, delleirregolarità”.

LA COLPA di tutto, secondo l'excampionessa, sarebbe una cattivaorganizzazione dovuta ai suoi con-tinui viaggi in giro per l'Italia: “Du -rante la mia carriera da atleta sonostata per lunghi periodi lontana dacasa. Per questo ho affidato la ge-stione dei miei interessi a persone etecnici di mia fiducia. Anche inquesto contesto” ha concluso la mi-nistra, “continuerò a ispirarmi a unprincipio fondamentale della miaesistenza che è il rispetto delle re-gole e l’assunzione di responsabi-lità in caso di loro violazione". Leresponsabilità sì, ma non le dimis-sioni.

IL PIANETA DEI FURBI

di Martina Castigliani

Ammette le irregolarità,ma non parla di dimis-sioni. Mentre la pale-stra Jajo gym allestita

nella sua casa di Ravenna restachiusa, il ministro alle Pari oppor-tunità Josefa Idem scarica la colpasu “tecnici di sua fiducia” e si dicepronta ad assumersi le sue respon-sabilità. Quattro anni di Ici non pa-gata e operazioni di restauro nonsegnalate, sono le accuse che risul-tano dopo l'accertamento anagra-fico del sindaco Pd Fabrizio Mat-teucci e nelle carte pubblicate ieridal Fa t to q u o t i d i a n o. i t .

MA IL MISTERO non finisce qui.“Se la palestra non esiste, la societàdilettantistica a chi pagava l'affit-to?”. La domanda arriva dal con-sigliere comunale del Movimento 5Stelle Pietro Vandini che leggendogli atti, rileva come “nell'accerta -mento di illecito dell'11 giugno” sispecifichi la presenza di “un affit-tuario” chiamato Maurizio Patanè,titolare dell'Associazione sportivadilettantistica Sicul Motori e Spor-ts. “Se non ho capito male”, ha con-tinuato Vandini, “si tratterebbe diun'attività commerciale in un luo-go dove non è presente alcuna at-tività commerciale. La Guardia diFinanza ha intenzione di verifica-re?”. Come dire: ma non è che lasocietà sportiva pagava un affitto innero? Patanè però non dà spiega-zioni. E anzi contattato dal Fa t to sidefinisce un “semplice collabora-tore di Guglielmo Guerrini, (il pro-

prietario e marito della Idem, ndr).Non sono tenuto a darvi altre in-formazioni”.E intanto verso mezzogiorno di ieriha cancellato il suo nome dalla pa-gina Facebook promozionale dellapalestra in cui era indicato come ilcontatto a cui rivolgersi in caso dinecessità. “La palestra è chiusa permotivi familiari”, conclude, “nonchiedetemi altro”. Un silenziostampa durato tutta la giornata.La palestra incriminata è una vil-letta lilla e bianca nelle campagne di

Santerno, frazione alle porte di Ra-venna. Le strade sono deserte, alcampanello della casa del maritonon risponde nessuno. I vicini dicasa scostano le tende, ma di ri-spondere a domande non voglionosaperne: “Abbiamo sentito la storiasui giornali”, dicono, “ma speriamonon sia vero. Sarebbe il colmo contutto quello che paghiamo noi”.L'edificio in questione è quello chefino al 4 febbraio era registrato co-me la prima casa del ministro, no-

nostante lei abitassecon la famiglia a pochimetri di distanza. Il 5giugno scorso la rego-larizzazione del paga-mento dell'Imu conun “versamento a tito-lo di ravvedimentooperoso” per riparareal ritardo. La ricercaora è per quel contrat-to d'affitto tra la socie-tà dilettantistica e laIdem, per dimostrarela correttezza della gestione Patanè.“Abbiamo chiesto una visura ca-merale della società”, è intervenutoil consigliere regionale Andrea De-franceschi, “e risulta che si tratta diun'associazione senza scopo di lu-cro. Ora ho chiesto l'accesso agliatti perché vorrei sapere se effet-tivamente hanno mai ricevuto fon-di dalla Regione”.Una verifica importante per cerca-re di capire quanti erano a cono-scenza della palestra che di fattoagli atti non esiste. Ieri Nicola Mor-ra, capogruppo al Senato del Mo-vimento 5 Stelle, ha depositatoun'interrogazione per chiederechiarimenti. Mentre la Lega Nordha presentato una mozione di sfi-ducia: “Deve dimettersi, quello cheè accaduto è gravissimo, inaccet-tabile che su un ministro gravinoaccuse di furberie”. Innervositodalla situazione anche il sindaco Pddi Ravenna: “Il ministro deve chia-rire, è l'unica che può farlo. Io fac-cio e farò quello che devo secondola legge italiana”. La Idem nel frat-tempo ha ammesso che qualcosa

Co n fco m m e rc i oe Ance: l’e c a to m b edelle imprese

TRA 2008 E 2013, fra commercio e turismo c'èstata “un’enorme quantità di chiusure”. Mancanoall’appello “224.000 titolari e tantissimi collabo-ra to r i ”. Così il presidente Confesercenti MarcoVenturi. “Un’ecatombe: ogni giorno chiudono 5negozi di ortofrutta, 4 macellerie, 42 di abbiglia-mento, 43 ristoranti, 40 pubblici esercizi” ha ag-giunto. In sei anni i posti di lavoro persi potrebbero

arrivare a quota 1,6 milioni. Grido di dolore anchedal settore costruzioni: “Il 2012 è stato per le co-struzioni l'anno più nero” nella crisi “più intensa epiù lunga nella storia del Paese”, sottolinea l’as-sociazione dei costruttori Ance. Che calcola: dainizio crisi i posti di lavoro persi sono 446 mila, coni settori collegati salgono a 669 mila “come l'interapopolazione di Palermo”. 11.177 le imprese fallite.

GRAN BRETAGNA

B an ch i e r iinfedeli, pugnoduro di LondraIL GOVERNO VUOLE LO STOPAI BONUS E LA RECLUSIONE

di Caterina SofficiLondra

La commissione finanze, incaricata di ri-pulire il sistema bancario dopo i vari scan-

dali, ha presentato al ministro del Tesoro bri-tannico George Osborne un piano aggressivoper punire i banchieri spericolati. Le linee gui-da sono state presentate ieri, lasciando la Citysotto chock. Si chiede addirittura di istituireun nuovo reato di “condotta imprudente nellagestione di una banca” che prevede il carcereper chi viola le regole e rischia con i soldi deicontribuenti. Di più: c’è la richiesta di renderei bonus di fine anno esigibili solo dopo 10 anni,in modo da evitare le speculazioni dei banchie-ri spericolati. La commissione ha proposto an-che un aumento delle tasse per la banche truf-fatrici, come è avvenuto negli Stati Uniti con lamulta di 2 miliardi di dollari alla Hsbc, per fro-de fiscale.Con il tasso di fiducia nelsistema bancario al mini-mo storico, i tagli pesantiallo stato sociale e il nuo-vo governatore dellaBank of England in arri-vo, si cerca di rifare un po’il look alle banche inglesi.Sembra un po’ chiudere ilrecinto quando le vacchesono scappate. Ma le misure spaventano lostesso una parte del governo conservatore, cheha nelle banche il suo principale sponsor e fi-nanziatore. Neanche un anno fa il cancellieredello scacchiere, Osborne, aveva detto che legrandi banche sono un bene per la società.“Vorrei ce ne fossero di più”. Poi aveva tuo-nato contro il tetto ai bonus del banchieri pro-posto dall’Europa: “Potrebbe avere un effettoperverso e minare le responsabilità del sistemabancario”. Era chiara la volontà di non irritarei pesci grossi, e tenersi ben stretti quei grandibanchieri che fanno ricca la City. Seguire l’e-sempio del referendum svizzero poteva spin-gerli a lasciare la capitale britannica per ap-prodare in altri lidi, vedi Singapore o altre de-stinazioni più esotiche. Dopo l’infilata di scan-dali che hanno fatto traballare l’intero sistema,in uno Stato che si è trovato alle prese con ildeficit più pesante della sua storia proprio per-ché è intervenuto con i soldi del contribuentiper salvare due colossi bancari come la RoyalBank of Scotland e Lloyds, la cosa avrà un se-guito. Piace anche all’Ft. E il presidente dellacommissione finanze, il conservatore AndrewTyle, ha però detto che bisogna fare qualcosaper salvare la faccia e la reputazione delle ban-che dopo gli scandali. Hai visto mai che qual-cuno si ispirasse per risolvere casi come ilMps?

LA QUESTIONE

Quattro anni di Ici non

pagata e operazioni di

restauro non segnalate,

le accuse emergono

dopo l'accertamento

del Comune

ILLECITI IN CASA:IL MINISTRO AMMETTEMA NON LASCIADOPO LA DENUNCIA DEL “FAT TO ”JOSEFA IDEM DICE:“PRONTA AD ASSUMERMI LE MIE RESPONSABILITÀ”LA LEGA ANNUNCIA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA

Josefa Idem in palestra La Pre ss e

di Gianni BarbacettoMilano

Condannati. Domenico Dolce e Stefano Gab-bana, stilisti noti in tutto il mondo per il loro

marchio D&G, sono stati condannati a 1 anno e8 mesi di reclusione, per omessa dichiarazionedei redditi. Assolti invece, con grande soddi-sfazione dei loro avvocati, per il reato di dichia-razione infedele dei redditi, perché il fatto nonsussiste.Questa sentenza di primo grado chiude (perora) una vicenda nata nel 2007: dopo una ve-rifica fiscale, ai due stilisti viene contestata unamega-evasione fiscale. Segue indagine della pro-cura di Milano, che nell'ottobre 2010 formalizzale accuse: i due stilisti avrebbero sottratto al-l'erario italiano, nel biennio 2004-2005, oltre 1miliardo di euro. Avrebbero infatti creato unasocietà lussemburghese, la Gado, per gestire imarchi del gruppo: basata nel Principato, hapermesso che i proventi D&G fossero tassati al-l'estero. Ma la Gado era di fatto gestita dall'Italia.Dunque, secondo il magistrato Laura Pedio, era

un trucco societario per non pagare le tasse inpatria. Dolce e Gabbana avevano infatti vendutoi marchi alla Gado incassando 360 milioni dieuro e pagandone 162 milioni di tasse (il 45 percento). Ma, secondo l'accusa, quei marchi va-levano ben di più: più di 1 miliardo di euro, edunque le tasse da pagare erano 580 milioni.“Paradossale”, secondo il difensore MassimoDinoia, “perché i due stilisti sono stati accusatidi non aver pagato imposte per un importo qua-si doppio (580 milioni) rispetto a quanto effet-tivamente incassato (360 milioni)”.

ORA IL GIUDICE ha condannato per l'omessa di-chiarazione della società Gado, ma ha assoltocon la formula “il fatto non sussiste” (benchéfosse già maturata la prescrizione) per l'evasioneche sarebbe stata realizzata attraverso le dichia-razioni dei redditi individuali di Domenico Dol-ce e Stefano Gabbana. Il giudice li ha comunquecondannati al pagamento di una provvisionaledi 500 mila euro all'Agenzia delle entrate, che siera costituita parte civile nel processo.Già nell'aprile 2011 il giudice dell'udienza pre-

liminare Simone Luerti aveva prosciolto i duestilisti e altri cinque amministratori del colossodella moda, per i quali la procura aveva chiesto ilrinvio a giudizio, con la formula “il fatto nonsussiste”. La procura aveva però fatto ricorso inCassazione, che nel novembre 2011 aveva an-nullato il proscioglimento dei sette imputati, rin-viando gli atti al gup per una nuova decisione.Intanto era proseguito il procedimento tributa-rio, che nel gennaio 2012 aveva condannato i duestilisti a pagare 343 milioni di euro di multa alfisco, con condanna poi confermata anche in ap-pello dalla commissione tributaria di Milano.A giugno 2012, il nuovo gup a cui era approdatoil procedimento, Giuseppe Gennari, aveva re-stituito gli atti alla procura, che aveva chiamato idue stilisti a processo con citazione diretta, senzapassare attraverso l'udienza preliminare. Il di-battimento era iniziato il 3 dicembre 2012 e a finemaggio 2013 il pm Gaetano Ruta aveva chiesto dicondannare Domenico Dolce e Stefano Gabba-na a 2 anni e 6 mesi di reclusione per omessadichiarazione dei redditi, in quanto “soggetti chehanno maggiormente beneficiato” dell'opera -

zione Gado. Ieri, la sentenza: condannati i duestilisti a 1 anno e 8 mesi per omessa dichiara-zione, oltre che al pagamento di una provvisio-nale di 500 mila euro all'Agenzia delle entrate,ma assolti per dichiarazione infedele.

CO N DA N N ATO anche Alfonso Dolce, fratellodello stilista (a 1 anno e 4 mesi), in quanto am-ministratore della società Gado. Stessa pena aCristiana Ruella, amministratrice pro temporedella Gado e membro del cda di Dolce & Gab-bana, e a Giuseppe Minoni, direttore ammini-strativo e finanziario di Dolce & Gabbana. Con-dannato a 1 anno e 8 mesi, come gli stilisti, ilcommercialista Luciano Patelli. Assolta invece,come richiesto dal pm, Antoine Noella.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana La Pre ss e

D&G, condanna per la maxi evasioneUN ANNO E OTTO MESI PER I DUE STILISTI. DOVRANNO VERSARE MEZZO MILIONE ALL’ERARIO

9il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

La Corte dei conti:l’evasione Iva e Irapvale 50 miliardi

LA PRESSIONE fiscale effettiva “si è im-pennata fino al 53 per cento, dieci puntioltre quella apparente”. A denunciarlo ilPresidente della Corte dei Conti, LuigiGiampaolino in una audizione in Parla-mento. Alla base del problema, spiegaGiampaolino, c'è l'evasione fiscale che“continua a essere un problema molto

grave, tra le cause delle difficoltà del si-stema produttivo dell'elevato costo dellavoro, dello squilibrio dei conti pubblici”.I dati parlano chiaro: “L'evasione Iva eIrap (relativi al 2011) – spiega – co s t a n oall’erario 50 miliardi, di cui 46 sottrattiattraverso la mancata dichiarazione del-l’imposta sul valore aggiunto”. Anche se

l'evasione ha mostrato un ridimensiona-mento resta “significativamente eleva-ta”.Spiega Giampaolino: “La sottrazione dibase imponibile è stata pari a circa 250miliardi in valori assoluti (il 27 per centodell’imponibile potenziale), quattro puntiin meno rispetto al 2000”.

di Nunzia Penelope

Quando metà del pia-neta è alla disperataricerca di quattrini,si prova a recupe-

rarli nell’altra metà, quella dovetrovano rifugio masse di capi-tali equivalenti a un quinto delPil globale. Nasce da questa fa-me di denaro la nuova offen-siva del G8 nei confronti dei pa-radisi fiscali, annunciata al ver-tice irlandese. I Grandi hannomesso nero su bianco una sortadi decalogo per cercare di met-tere alle corde l’economia of-fshore, prima che sia lei a met-tere in ginocchio il mondo.

L’URGENZA C’È: secondo l’Oc -se, ogni anno l’Europa perde1.000 miliardi di tasse a causadei paradisi. E secondo l’ex ca-po economista di McKinsey, Ja-mes Henry, nel 2012 il totale deicapitali offshore ammontava a21 mila miliardi di dollari di solidepositi, più altri 10 mila mi-liardi in beni vari. Già questa ci-fra, equivalente al doppio del PilUsa più quello del Giappone,sarebbe sufficiente a chiarire lamole degli interessi in gioco.Ma è quando si va a verificarechi muove questa montagna disoldi, che arriva il bello. I prin-cipali operatori del mondo pa-rallelo dei paradisi risultano es-sere, infatti, le maggiori banchedel mondo: si tratta di ben 10mila istituti di credito, tra cui320 italiani.Tra i migliori clienti dei para-disi ci sono anche, ovviamente,le grandi multinazionali. Ap-ple, Starbucks, Google, e altre,sostengono di limitarsi a utiliz-zare le leggi vigenti nei diversipaesi per effettuare ‘’ottimizza -zione fiscale’’. Apple, in questomodo, è riuscita a crearsi unapersonalissima pressione fisca-le pari allo 0,1 per cento: para-gonato al 53 per cento in vigoreoggi in Italia, un’ottimizzazioneniente male. Le grandi compa-gnie, si sa, dettano legge e so-prattutto dettano le leggi: l’ad di

Apple Tim Cook, convocato dalsenato americano per elusionefiscale da 44 miliardi di dollari,ha ricordato agli sbigottiti sena-tori che “noi applichiamo le leg-gi che voi scrivete’’. Poi ha con-segnato loro una “memoria”: isuoi consigli su come riformareil fisco americano. Se le multi-

nazionali giocano sul filo deibuchi legislativi, nei paradisis’infilano però anche altri sog-getti. Il crimine organizzato,certo; ma anche il comune mor-tale che vuole far scomparireagli occhi del fisco il suo per-sonale tesoretto. Qui non sitratta più di ripulire capitali

sporchi ma, al contrario, di an-nerire soldi guadagnati onesta-mente per sottrarli alle tasse. Ilmercato, da questo punto di vi-sta, fornisce mille opportunità.Su Internet si fanno concorren-za centinaia di siti che offrono“come farsi una società offshorecon un click’’, a prezzi stracciati:

meno di 1500 euro. Se poi vo-lete esagerare, con 5 mila vi fateaddirittura la vostra personalebanca offshore. Ma la nuovamoda è quella dei trust. In Italiaè decollata quando le nuove re-gole hanno in pratica abolito ilsegreto bancario. E dunque, isoldi si tolgono dal conto cor-rente e si affidano a notai e av-vocati che, con un paio di firmee poche migliaia di euro di co-sto, li trasferiscono a Samoa, Se-ychelles, Hong Kong, incardi-nandoli su un paio di limited eblindandoli per sempre. E se glistessi soldi si volessero poi uti-lizzare a Roma, Milano, Parigi?Nessun problema.

COL TRUST SI APRE un contoonline presso una banca inter-nazionale, che fornisce un ban-comat anonimo, con cui – allafaccia della stretta sull’uso delcontante – è possibile ritirare fi-no a 2000 euro al giorno, senzalasciare traccia. Una stretta aquesto stato di cose potrebbe

scaturire, più che dalle volente-rose dichiarazioni dei Grandi,dalla quarta direttiva sull’anti -riciclaggio varata dalla com-missione Ue nel febbraio scor-so, ora in discussione nei varipaesi. Tra le diverse misure,prevede la guerra totale ai trust,che vorrebbe costretti a dichia-

rare fiduciari, titolari, benefi-ciari, risalendo tutta la catenadelle limited che li nascondono,fino al reale proprietario. Sa-rebbe una rivoluzione, al puntoche, secondo gli stessi addetti ailavori, è molto difficile che la di-rettiva sia approvata alla lette-ra.

NESSUN PAESE è vergine: Lon-dra, la patria del Cameron chetuona contro i paradisi, è la ca-pitale mondiale del riciclaggio egoverna su 20 rinomate loca-tion offshore; gli Usa di Obama,che combatte la Svizzera e le suebanche troppo ospitali con i su-per evasori statunitensi, hannoin casa il Delaware. E l’Irlandache ha ospitato il G8 è la stessache consente a Apple di pagarelo 0,1 per cento. Dunque, primadi arrovellarsi su cosa fare a li-vello mondiale, non sarebbemale se ogni paese iniziasse a fa-re qualcosa al proprio interno.L’Italia, per una volta, ne avevafatta una giusta: dopo anni di

chiacchiere,l’ex ministrodella GiustiziaPaola Severi-no aveva deci-so di affronta-re il problemadel riciclaggioe autoriciclag-gio. Pertanto,a gennaio,aveva insedia-

to una commissione, guidatadal procuratore aggiunto di Mi-lano Francesco Greco, affianca-to da un pool di super esperti,provenienti da BankitaliaAgenzia delle Entrate, Gdf, An-timafia, ecc. Tre mesi di lavoro,audizioni, approfondimenti.Ne è scaturita una proposta dilegge, presentata il 23 aprile.Col nuovo governo, la commis-sione e la proposta sono finite inun cassetto e dimenticate. Tal-mente dimenticate che EnricoLetta, nei giorni scorsi, ha de-ciso di ricominciare daccapo:insediando una nuova commis-sione, con lo stesso scopo macon esperti diversi. Del resto, sisa come vanno certe cose: senon sai come risolvere un pro-blema fai una commissione, senon vuoi risolverlo fanne due.

P R I V I L EG I

In Italia la pressione

fiscale è arrivata

al 53 per cento, per Apple

è soltanto lo 0,1,

grazie alle tasse pagate

o f fs h o re

Vertici, le Grandi promesse gridate al ventoNON SOLO G8

I LEADER Durante l’ultimo summit Ansa

I BUCHI NERI FISCALICHE NESSUN PAESEVUOLE SMANTELLAREIN CERCA DI SOLDI CONTRO LA CRISI IL G8 PROMETTELA LOTTA AI PARADISI OFFSHORE. MA SONO TROPPOUTILI PER AZIENDE E BANCHE IN FUGA DALLE TASSE

IL PIANETA DEI FURBI

di Gianpiero GramagliaBruxelles

Se è vero che la strada dell’inferno è lastricata dibuoni propositi (non mantenuti), quella delle

peggiori crisi internazionali è lastricata di riso-luzioni dei Grandi (non rispettate). Talora, da co-loro cui erano indirizzati moniti e raccomanda-zioni; più spesso dai Grandi stessi, che predica-vano bene e razzolavano male.

NELLE SUE varie successive formule, G5, G7, G8, ilVertice dei Grandi ha sempre voluto mantenereun carattere informale e non s’è mai dotato distrutture organizzative stabili, capaci di dare unseguito alle conclusioni, una volta l’anno, dei lea-der. Un problema che limita pure l’impatto delG20, che ha fin qui tradito le ambizioni d’una go-vernance globale. Anche lo schema del G8 s’è mo-dificato nel tempo: da riunione leggera, le chiac-chiere intorno al caminetto degli esordi, a circomediatico che coagulava riunioni parallele dei ca-pi di Stato e di governo e dei ministri degli esteri edelle finanze e richiamava migliaia di giornalisti;

quindi, dopo l’esito tragico di Genova 2001, unrecupero del formato più snello, senza però ridur-re la mobilitazione mediatica.Nato come forum essenzialmente economico, ilVertice dei Grandi ha progressivamente allargatoalle crisi politiche internazionali la propria com-petenza. E ha parallelamente ampliato i comuni-cati finali, fino a farne voluminosi breviari su cui,però, poi nessuno diceva messa. Divenuto stabil-mente G7 a Tokyo nel 1985 per impuntatura diCraxi e condiscendenza di Reagan, poi G8 conl’ingresso della Russia, il Gruppo dei Grandi hapreso coscienza che lunghi comunicati, a fronte discarsi risultati, erano un’ammissione d’impotenzae s’è sforzato di asciugare i testi, anche derubri-candoli al rango di ‘conclusioni della presidenza’(che ruota ogni anno). Qualche esempio di frasi alvento? Sulle crisi del Medio Oriente, ricorrenti, ilG8 ha versato fiumi di parole senza (quasi) maiottenere uno straccio d’attenzione. Nel 1982,Israele lanciò l’operazione Pace in Galilea, vera epropria invasione del Sud del Libano, poco primadel Vertice dei Grandi, le cui parole non scalfironola determinazione israeliana. E, negli Anni No-

vanta, accadde lo stesso sui conflitti nella ex Ju-goslavia, dove, però, la comunità internazionaleassunse poi un atteggiamento più attivo.Una delle leggende del G7 è la storia della paritàdello yen, la moneta giapponese: tra gli Anni Ot-tanta e Novanta, il Giappone arrivava sempre alVertice sul banco degli accusati, perché teneva laparità della sua moneta artificialmente bassa ri-

spetto al dollaro, favorendo così le sue esporta-zioni e rendendo più difficili quelle dei concor-renti. Bene. Regolarmente, il Giappone riuscivaquasi ad eclissarsi durante la riunione; incassavacon un inchino, ma senza colpo ferire, gli inviti deipartner ad apprezzare lo yen; e tirava avanti comese nulla fosse. Il problema s’è risolto da solo, quan-do il Giappone, avvitatosi in una crisi di più lustri,ha smesso di essere una minaccia economica ecommerciale. Però, quando ora vedete la Cina fareorecchie da mercante sullo yuan ad analoghe pres-sioni, avete capito a quale scuola orientale si stiaispirando.Nel XXI Secolo, una costante del Vertice è stata lalotta al terrorismo, ma un terreno su cui s’è mi-surata l’impotenza, e pure la cialtroneria, deiGrandi è stata l’Africa. La storia comincia a Ge-nova, prosegue in Canada l’anno dopo e va avantia più riprese: al G8 vengono invitati capi di Statoafricani, vengono presi impegni di aiuto cifrati e,poi, anno dopo anno, si scopre che ben pochi lihanno rispettati. La polvere finisce sotto il tappetodel G20: lì, l’Africa c’è e non c’è più motivo di in-vitarla.

21.000 MLDI SOLDI NASCOSTISECONDO IL FMI

Fonte: Congressional Research Service Usa, 2013

10 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

Galan: “Ci sonogay nel Pdl,ma non lo dico”

di Carlo Tecce

L’operazionesmonta la Rai, chesarà lunga un paiodi anni e mobili-

terà i parlamentari e i citta-dini, comincia fra tensioni econfusioni.Il viceministro Antonio Catri-calà, a Radio Radicale in mat-tinata e in commissione Cul-tura a Montecitorio, ha ripe-tuto che ci sarà una grossamobilitazione collettiva - daicittadini ai parlamentari - perridefinire il ruolo del serviziopubblico perché il 6 maggio2016 scadrà la concessioneche affida il canone a viale

Mazzini: “Io non credo che siaprobabile che altri soggettipubblici attrezzati come laRai, in termini di competenze,di risorse, di frequenze e dipotenza dal punto di vista tra-smissivo possano coprire ilservizio pubblico meglio diquanto non faccia la Rai -spiega Catricalà -. Però è chia-ro che il Parlamento italianopotrebbe dire ‘vorrei che an-dasse al migliore tra tutti ipossibili competitori’. Quelloche noi possiamo fare è pre-parare il terreno. In che mo-do? Oggi abbiamo la possibi-

lità di fare una mini consul-tazione, anche limitata neltempo, di soggetti estranei allaRai e al circuito tradizionale diconsultazione, ferme restandole competenze della commis-sione parlamentare di Vigi-lanza, sul contratto di servizioche stiamo andando a rinno-vare. Questa potrà essere poiuna occasione e un banco diprova per sperimentare unaconsultazione più vasta suquello che noi intendiamodebba essere il servizio pub-blico”. Catricalà non ha ap-prezzato il titolo del Fa t to cheha anticipato la notizia e haprecisato che il “bando” è un'i-potesi che devono scegliere i

parlamentari: il ruolo centra-le, assieme agli abbonati, losvolgerà la commissione diVigilanza.Il modello Rai va esaminato,scandagliato e infine rivisto. Iberlusconiani hanno già laproposta pronta: “Da anni di-co che due canali su tre – ar-gomenta Renato Brunetta –vadano venduti. E poi vialeMazzini deve praticare la tra-sparenza e mettere in rete leconsulenze e gli appalti”.Il capogruppo alla Camera èuno dei componenti di rilievoin Vigilanza per il Pdl: ci sono

IL CAVALLO Il simbolo della Rai; sotto, Catricalà Ansa / LaPresse

Operazione smonta Rai,il Pdl esulta: vendere due retiCATRICALÀ E LA CONCESSIONE PER BANDO: “DECIDE IL PARLAMENTO,NOI PREPARIAMO IL TERRENO”. BRUNETTA: “BASTA LASCIARE UN CANALE”

di Gaia Scacciavillani

Daniela Santanché non ce l’ha fatta. Per diventare editricedovrà bussare a porte diverse da quelle di Rcs Media-

group. Lo ha deciso, dopo un lungo braccio ferro il cda del-l'editore del Corriere della Sera, che ha respinto al mittentel'offerta della pasionaria del Pdl per Novella 2000, Vi s to, A s t ra ,Brava Casa e il polo dell'enigmistica, accettando invece quelladel concorrente Alfredo Bernardini de Pace che include an-che Ok Salute. Una scelta evidentemente sofferta, se già mar-tedì il consiglio si era spaccato sul tema e ieri in mattinatal’aria che tirava era completamente diversa. Poi qualcosa ècambiato.A mettere nero su bianco per primo le perplessità è stato, inserata, il sindacato interno dei giornalisti. “I giornalisti deiPeriodici di Rcs Mediagroup protestano per il destino chel'amministratore delegato sembra deciso a tracciare per al-cune testate periodiche del gruppo. – recitava un comunicatodiffuso ieri sera - Secondo insistenti indiscrezioni di stampa, ilpossibile acquirente sarebbe una piccola concessionaria dipubblicità che fa capo all’onorevole Daniela Santanchè: un’i-potesi che inequivocabilmente non sarebbe in grado di offrirealcuna affidabilità dal punto di vista delle prospettive indu-striali ed editoriali, della solidità economico-finanziaria e del-la futura stabilità occupazionale delle decine di giornalisti chepotrebbero trovarsi coinvolti”. I giornalisti, quindi, hannoaffermato “con forza la propria netta contrarietà a qualsiasioperazione che, lambendo logiche politiche, possa, anche sol-tanto potenzialmente, mettere in seria discussione anche l’au-tonomia e l'indipendenza delle attività del primo gruppo edi-toriale italiano”.

A STRETTO GIRO è arrivata anche una nota di solidarietà delsindacato nazionale che si è unita “al no deciso all’ipotesi disvendita di alcune testate periodiche che sembra profilarsi inqueste ore e che ha il sapore incomprensibile dell’operazionepolitica”. Quanto all'intera operazione di cessione (alternativaalla chiusura) delle testate, il sindacato ha ricordato di aver“rigettato da subito il disegno di dismissione o chiusura digiornali storici e di smembramento e depauperamento delprimo gruppo editoriale ita-liano” e, in probabile riferi-mento agli accordi raggiun-ti dalla redazione del Co r r i e -re , ha sottolineato che “nonsono accettabili disparità diatteggiamento e di disponi-bilità a trovare soluzioninelle diverse aree giornali-stiche di Rcs, tutte coinvoltein una crisi che ha ancheorigine da scelte e operazio-ni manageriali scriteriate”.

Bernardini de Pacesfila i magazine Rcsalla SantanchèIL CDR CONTRO LA DEPUTATA: INAFFIDABILEAL RIVALE VA UN PEZZO DEI PERIODICI

CRISI IN VIA SOLFERINO

DI TUTTO DI PIÙ

gli ex ministri Maurizio Ga-sparri e Paolo Romani, Augu-sto Minzolini e Renato Schi-fani.

I BERLUSCONIANI, chiamati aesprimersi sul servizio pubbli-co, potranno far un bel favorea Silvio Berlusconi, che osser-va Mediaset sempre più in dif-ficoltà: indebolire il serviziopubblico.Il Movimento Cinque Stelle haposizioni più polifoniche. I de-putati in commissione Culturadicono che sia necessario “unalegge antitrust e un azionaria-

to diffuso”, una mossa che so-miglia tanto a una privatizza-zione. Il presidente CinqueStelle in Vigilanza, Roberto Fi-co, indica come sbagliata lastrada di un vendita che po-trebbe portare a una svendita.Lo stesso Catricalà non haimai citato la vendita, ma il te-ma Rai fa traballare il palazzopolitico e crea incomprensio-ni. Il capogruppo Pd in Vigi-lanza, Vinicio Peluffo, ha in-vocato una convocazione diCatricalà per un chiarimento.Il presidente Fico l'ha accon-tentato.

REAZIONI

Il viceministro

è stato convocato

in commissione

Il presidente Fico: “No

alla vendita”. I timori

del Pdl e il Pdl in agguato

Daniela Santanché Ansa

CERTO CHE CONOSCO parlamentari gay del Pdl.Ce ne sono in percentuale come negli altri partiti,ma non è obbligatorio dirlo”. Così Giancarlo Ga-lan, Pdl, al programma La Zanzara su Radio 24. “Èlecito anche starsene zitti - dice Galan - a me nonme ne frega niente di cosa uno fa a letto”. Perchénon c'è nessuno che fa coming out?: “Noi siamoindividualisti e quindi crediamo che sia un fatto

privato. Ma la cosa non è più tabù, conosco qual-che mio collega omosessuale”. L’ex governatoredel Veneto, Galan, è protagonista di una propostadi legge per garantire diritti civili alle coppie omo-sessuali: è stato il primo nel partito, poi seguito daaltri colleghi. Fino alla scorsa legislatura non sipensava possibile un impegno del Pdl su questite m i .

11il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

La Fed rassicurai mercati: nessunastretta monetaria

di Stefano Feltri

Le lobby sono scatena-te. Il momento è de-licato. La priorità è li-mitare i danni con il

decreto del fare: ieri è circolatoil primo testo ufficiale dopo ilConsiglio dei ministri. Con laprima vittoria dei lobbisti: è sal-tata la Robin Tax (un aumentodell’addizionale Ires) estesa allepiccole imprese che operanocon le energie rinnovabili.Doveva servire a finanziare untaglio di 135 milioni di euro del-la componente A2 della bollet-ta, cioè quella che tra le altre co-se copre i costi per lo smantel-lamento delle centrali nucleari.Nel testo che circolava ieri latassa sui piccoli produttori rin-novabili era sparita, ma appenail governo ha ipotizzato di in-filarla di nuovo nella versionedefinitiva – al 10,5 per cento dal2014 invece che dal 13 e appli-cata a chi supera 2 milioni di ri-cavi e 250 mila euro di imponi-bile – subito si è scatenata lacontroffensiva di Assoelettrica,la principale associazione di ca-tegoria del settore, guidata daChicco Testa.La Robin Tax sarebbe andata acolpire i piccoli produttori dirinnovabili che infatti stavanogià protestando, con la loro as-sociazione Anev. È giusto tassa-re l’energia verde? Di certo staricevendo quantità enormi diincentivi, in meno di sei mesihanno gà incassato tutti i sussidistanziati per l’intero 2013, 6,7

miliardi. I produttori tradizio-nali protestano per il calo deiconsumi e la concorrenza degliimpianti “verdi” – soprattuttofotovoltaico – che inondano larete di energia con priorità didispacciamento. E quindi lecentrali tradizionali restanoquasi ferme.

LA SOLUZIONE più razionaleper il consumatore sarebbe ri-durre un po’ gli esagerati incen-tivi alle rinnovabili che hannocreato una capacità produttivaenorme (senza sviluppare peròl’indotto), così sa riequilibrare ilsettore. Ma la lobby elettrica haun’idea migliore: “Sussidiateanche noi, per tenere le centrali

ferme”, dicono. In gergo si chia-ma capacity payment. E serve unpo’ a tutti: tra i gruppi che più nehanno bisogno c’è Sorgenia, lasocietà controllata dalla Cir deiDe Benedetti e dagli austriaci diVerbund. Sorgenia ha lasciatoAssoelettrica per ispirare unanuova lobby di categoria, Ener-giaconcorrente. Con centraliche operano al 20-30 per centodel potenziale, i produttori chie-dono allo Stato di essere remu-nerati per tenerle funzionantianche se inutili. Come assicura-zione. Al ministero dello Svilup-po sono arrivare richieste esor-bitanti: i lobbisti spingono per400-500 milioni all’anno nellafase transitoria e poi 2 miliardi

all’anno dal 2017 in poi. In teo-ria una parte del costo dovrebbeessere scaricato sui produttoridi rinnovabili, ma visto il loropotere di opposizione è assaiprobabile che alla fine finiscatutto o quasi sulle bollette. IlCommissario europeo all’ener -gia Günther Oettinger è contra-rio: “Tornare al capacity paymentnazionale è qualcosa che io con-sidero categoricamente sbaglia-to”, ha detto qualche mese fa.Ma in Italia l’Autorità dell’ener -gia presieduta da Guido Bortonista invece valutando l’applica -zione del meccanismo (ha giàapprovato la concessione di ol-tre 250 milioni in un anno a Enelper tenere accese le sue centrali a

olio combustibile, nel caso cifosse un’ondata di freddostraordinario). L’Antitrust diGiovanni Pitruzzella non haniente da ridire anche se, comenotano alcuni operatori, la con-correnza sarà la seconda vittimadel sussidio, dopo le tasche deiconsumatori: aiutare i produt-tori metterà fuori mercato quel-le aziende che si limitano a di-stribuire energia, e la competi-zione nel settore sarà distorta. Alministero dello Sviluppo il di-partimento Energia guidato daLeonardo Senni sta cercando diresistere alle pressioni: se la lo-gica è di pagare un servizio di“assicurazione” – cioè tenere at-tive centrali che ora non servo-no, in previsione di necessità fu-ture – allora che si faccia un vero

mercato, mettendo in concor-renza gli operatori e limitando ilpiù possibile la spesa. Le lobbyinvece partono dalle proprie esi-genze: servono miliardi per te-nere in piedi bilanci malmessi. Ilresto sono dettagli.

LA FAMIGLIA MORATTI osser -va interessata: i sussidi Cip6 allerinnovabili e assimilate (cioèanche al petrolio della Saras) so-no stati ridotti dal 2014. Ma loro,spiegano i tecnici del settore,possono stare tranquilli: alla Sa-ras continueranno ad arrivareincentivi anche se la sua energiadi verde ha molto poco. I tifosidell’Inter, che di quei soldi ve-dono gli effetti nella campagnaacquisti, ringraziano. I contri-buenti italiani molto meno.

ENERGIA, LE LOBBY SI RIPRENDONO135 MILIONI. ED È SOLO L’INIZIOADDIO A PARTE DEI TAGLI ALLE BOLLETTE NEL DECRETO DEL FARE

F35, il ministro vuole comprare altri 40 cacciaMONTI AVEVA RIDOTTO LA COMMESSA. MAURO (DIFESA): “90 AEREI SONO POCHI, A FINMECCANICA NON CONVIENE”

SULLE NOSTRE TESTE

GUIDO BORTONIL’Autorità dell’Energia è dispo-

nibile ad approvare meccanismi

di capacity payment,

cioè aiuti alle centrali

FLAVIO ZANONATOIl titolare dello Sviluppo sta

provando a tagliare i sussidi

del passato e a contenere le

richieste per i prossimi anni

CHICCO TESTAIl manager guida

Assoelettrica,

agguerrita associazione

dei produttori

di Daniele Martini

Contrordine: per gli F-35 laDifesa cambia idea per la

seconda volta. Ed è un ripensa-mento del ripensamento che hail sapore della beffa. Ridotto dalministro precedente da 131 a 90esemplari, l'ordine d'acquistoper i supercacciabombardieridella Lockheed Martin ora tor-na d'incanto alla cifra originariacon il nuovo ministro, MarioMauro. In visita all'annuale fie-ra aeronautica parigina di LeBourget, reduce da un incontrocon i manager Lockheed e nelcorso di colloqui allo stand dellaFinmeccanica, azienda italianache partecipa al megaprogettoper gli F-35 in qualità di partnerdi secondo livello, come seniente fosse il responsabile dellaDifesa del governo Letta ha det-to che il taglio di 41 aerei an-nunciato dal suo predecessore,l'ammiraglio Giampaolo DiPaola, non è irrevocabile, anzi,si può tranquillamente tornarealla cifra originaria. Come sitrattasse di quisquilie e di mez-zo non ci fossero miliardi di eu-

di per fare un favore a Finmec-canica rendendo l'operazionevantaggiosa dal punto di vistadell'azienda italiana, il ministrosi dice disposto non solo a scon-fessare il suo precedessore chenon era di certo un pacifista eprobabilmente qualche conto selo era fatto, ma a buttare nellafornace degli F-35 un altro bel

Ciotti, padre Alex Zanotelli,Umberto Veronesi, Chiara In-grao, Cecilia Strada, Savino Pez-zotta, Roberto Saviano, Riccar-do Iacona, Gad Lerner. La dif-ferenza è che nel frattempo cisono state le elezioni e i partitiche prima del voto aveva-no promesso agli eletto-ri un approccio più

cauto e riflessivo al delicatissi-mo e popolare tema dei caccia-bombardieri, ora probabilmen-te si sentono liberi di tornare aivecchi amori. Emblematico ilcaso del Pd che per bocca del suosegretario Pier Luigi Bersani in

campagna elettorale si era

gruppone piddino ancora nonriesce a decidersi come schierar-si. Idem al Senato dove una par-te del Pd ha presentato una mo-zione simile (primo firmatarioFelice Casson) che però è statafirmata solo da 18 senatori.

LE SCELTE del Pd diventano aquesto punto determinanti. Se ilgruppo della Camera decidessedi convergere in blocco sullamozione anti F-35, il costoso ediscusso programma dei caccia-bombardieri sarebbe definitiva-mente cancellato e finirebbeuna vicenda fin qui condotta al-l'insegna della scarsa trasparen-za. Il ripensamento del ministroMauro non è che l'ultimo epi-sodio di un comportamentoopaco. A tutt'oggi, per esempio,non è chiaro neppure quanti ae-rei siano stati effettivamente giàcomprati dalle nostre forze ar-mate. Secondo fonti ufficiali ita-liane sarebbero 3, ma citandofonti ugualmente ufficiali, peròstatunitensi, Toni De Marchi,blogger del Fatto Quotidiano edesperto di questioni militari, so-stiene siano 7 di più.

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri ildisegno di legge sulle seplificazioni, un cor-

poso provvedimento di 39 articoli (a costo zero)che introduce una serie di modifiche normativesoprattutto nel tentativo di ridurre la burocrazia.Tra le novità: le certificazioni relative ai titoli distudio e agli esami sono rilasciate su richiestadell’interessato anche in lingua inglese; viene in-trodotto un “tutor” per seguire le imprese nel-l’adempimento delle procedure burocratiche; ifunzionari del ministero per i beni culturali po-tranno accendere conti correnti per la raccoltapresso il pubblico di contributi destinati a spe-cifiche iniziative di tutela dei beni culturali o pae-saggistici; tutte le amministrazioni pubbliche do-vranno sbrigare come priorità le pratiche che ri-guardano l’accesso ai fondi strutturali europei,così da evitare che vadano persi. Nel caso di ere-dità inferiori ai 75 mila euro che riguardano ilconiuge o i figli si può seguire una procedurasemplificata. Le aziende saranno le prime a ri-cevere l’indennizzo, appena introdotto, per risar-cire i danni causati dalle lentezze della pubblicaamministrazione.

GOVERNOVia liberaalle semplificazioni

ro di differenza. Novanta esem-plari di F-35 costano circa 12miliardi, mentre per 131 ci sa-rebbe bisogno di 4 miliardi inpiù.

CHE COSA sia successo di so-stanziale dall'annuncio del ta-glio al controannuncio di oggi,non è dato sapere. Non risultasiano repentinamente cambiatele esigenze delle nostre forze ar-mate, né che si sia appalesataun'improvvisa minaccia milita-re contro il nostro paese tale daimporre il rafforzamento deiprogrammi di armamento néche gli alleati Nato ci chiedanoulteriori sforzi strategici. E nonrisulta neppure che il governoabbia improvvisamente scovatoaltri quattrini da buttare per gliarmamenti. All'origine del ri-baltone del ministro Mauro cisarebbe la convinzione che sottouna certa soglia di esemplari or-dinati dall'Italia, il lavoro di sup-porto della Finmeccanica alprogetto internazionale (la co-struzione delle ali e di parte dellafusoliera) non sarebbe econo-micamente conveniente. Quin-

impegnato per ridurre ulterior-mente l'impegno italiano per gliF-35. Quello stesso partito oranon sa che pesci prendere in vi-sta del prossimo appuntamentoparlamentare di lunedì e marte-dì alla Camera, quando si voteràin aula la mozione contro gliF-35. Il documento è presentatoda Sel e Movimento 5 Stelle ed èfirmato anche da una ventina dideputati Pd, mentre il grosso del

DA GIORNI i mercati erano nervositemendo che la Federal Reserve, laBanca centrale americana guidatada Ben Bernanke, decidesse che eraarrivato il momento di rendere la po-litica monetaria meno espansiva, ini-ziando ad “a s c i u ga re ” parte della li-quidità immessa sul mercato per

contrastare la crisi. Invece la riunio-ne del Fomc, il comitato che prendele decisioni, ha stabilito che non cisarà nessun cambiamento sul frontedel programma di acquisto titoli, cherimane quindi a 85 miliardi di dollarial mese. Tra le ragioni c’è la revisioneal ribasso delle stime di crescita per

gli Stati Uniti nel 2013: tra il2,3%-2,6% invece che il 2,3%-2,8%stimato a marzo. Migliorano invecele previsioni sulla disoccupazione. LaFed segnala però che i rischi per l’e-conomia americana sono diminuiti. Equindi la stretta, presto o tardi, ar-r i ve r à .

B O M BA R D I E R I

Per 130 velivoli servono

altri 16 miliardi, 4 in più

Mistero su quanti ne

abbiamo già presi. Lunedì

alla Camera la mozione di

M5S, Sel e un pezzo di Pd

Un cacciab o m b a rd i e re

F-35

po' di soldi pubblici.Di certo rispetto al primo ripen-samento ministeriale è cambia-ta aria. Non tanto perché sia sce-mata l'opposizione all'operazio-ne F-35 che rimane forte e vigilein larghi strati dell'opinionepubblica e anzi cresce. Di recen-te, per esempio, un appello perla cancellazione della commessaè stato firmato da numerosepersonalità come don Luigi

12 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto QuotidianoALTRI MONDI

di Massimo Fini

Dall’inconcludente vertice irlandesefra i cosiddetti “grandi della Terra” lanotizia vera è uscita solo all'ultimo,quando Obama ha annunciato uffi-

cialmente che a Doha, capitale del Qatar, eranoiniziate le trattative con i Talebani per negoziareuna pace in Afghanistan. Per non sputtanarsi ol-tremisura, Obama ha affermato, attraverso i suoiconsiglieri, che le trattative non saranno condottedirettamente dagli americani, ma dal governoKarzai con la Commissione politica talebana cheha ricevuto l'imprimatur del Mullah Omar, il ca-po della guerriglia. Ma è una copertura di facciata,perché Karzai non conta niente, è un presiden-te-fantoccio alle dipendenze del Dipartimento diStato Usa. Le trattative saranno dirette fra ame-ricani e Talebani. Del resto l'annuncio di Obamaarriva dopo due anni di contatti sottobanco, daquando l'Emirato islamico d'Afghanistan avevaaperto una sua sede diplomatica a Doha proprioper poter negoziare in territorio neutro. Peraltronon è la prima volta che gli americani cercano diagganciare i Talebani. Ci provarono già nel 2005quando la guerriglia, organizzata da Omar, eraappena all'inizio della controffensiva. Proposeroun'amnistia per i guerriglieri che avessero depo-sto le armi. Ma gli era andata male.

IN PRATICA NESSUN COMANDANTE talebano siera arreso. Dei 142 leader inseriti nella “lista nera”del Consiglio di Sicurezza dell'Onu solo 12 figuremarginali avevano accettato di deporre le armi(salvo riprenderle in seguito, dopo che i missiliNato avevano ucciso un fratello o un figlio). Ciavevano riprovato nel 2010, quando ormai i Ta-lebani controllavano il 75% del territorio. Le con-dizioni degli americani erano queste: “Prima i Ta-lebani disarmano e accettano la Costituzione, poisi potrà avviare un dialogo”. La proposta era estesaa tutti i leader talebani escluso il Mullah Omarconsiderato “inidoneo” per una conciliazione na-zionale. Aveva fatto notare Wakil Muttawakil exministro degli Esteri del Mullah Omar: “Una voltache i Talebani avranno deposto le armi e accettatola Costituzione che cosa ci sarà ancora da discu-tere?”. Naturalmente non se ne fece nulla. E ci ave-vano riprovato di nuovo costituendo un grottescoConsiglio di pace dove sostenevano che erano en-trati anche alcuni leader talebani, in realtà scartineraccattate per le strade di Kabul (in quell'occasio-ne, ridotti alla disperazione, gli Usa avevano chie-sto aiuto anche all’“arcinemico” Iran). Tutti questitentativi erano falliti perché gli americani si eranosempre rifiutati di trattare con il Mullah Omar, ilcapo indiscusso (e prestigioso agli occhi degli af-ghani) della guerriglia. E la novità dell'annuncio diObama è proprio questa: gli americani piegano leginocchia e accettano di trattare con Omar, “il mo-stro”, “il criminale”, il leader di “un movimento

spaventoso, motivato da una orribile ideologia”come si esprime ancora oggi il neocon Paul Ber-man. L'annuncio di Obama cela, malamente, unacocente sconfitta. Degli americani e della Nato. In12 anni di guerra, la più lunga dei tempi moderni,il più potente e tecnologico esercito del mondonon è riuscito a piegare “un pugno di criminali eterroristi” che ha anzi riconquistato tutta l'im-mensa area rurale dell'Afghanistan, circa l'80% delPaese. E questo è potuto avvenire perché, come hoscritto tante volte, i Talebani, e più in generale gliinsorti (agli uomini del Mullah Omar si sono ag-giunti altri gruppi) godono dell'appoggio dellastragrande maggioranza della popolazione afgha-na, storicamente insofferente all'occupazione del-lo straniero, comunque motivata (vedi gli inglesi,nell'Ottocento, e sovietici, nel Novecento). Ma orala situazione è di stallo. I Talebani non possonoconquistare le città (Kabul, Herat, Mazar-i Sharif,a Kandahar culla del movimento talebano la si-tuazione è un po’ diversa) datal'enorme sproporzione degli ar-mamenti. D'altro canto gli ame-ricani hanno l'assoluta necessitàdi venir via perché non possonopiù permettersi di spendere 40miliardi di dollari l'anno per unaguerra che non potranno maivincere. Ecco il perché dei nego-ziati. Che si presentano diffici-lissimi. Gli americani, benchéperdenti, per levarsi dai piedipongono delle condizioni. 1)Rottura di tutti i rapporti con alQaeda. 2) Fine degli attacchi inAfghanistan. 3) Riconoscimen-to della Costituzione del 2004.Poi ce n'è una quarta non detta:gli americani vogliono lasciare tre o quattro basiaeree per poter continuare comunque a control-lare il Paese. Sul primo punto non c'è problema. ITalebani non sono mai stati terroristi internazio-nali. Osama bin Laden se lo sono trovati in casa, celo aveva portato il nobile Massud per combattereun altro “signore della guerra”, Hekmatyar. Osa-ma bin Laden di cui Omar non aveva alcuna con-siderazione (lo definiva “un piccolo uomo”) èsempre stato un problema di cui si sarebbe vo-lentieri liberato. Tanto è vero che quando nel 1998

Bill Clinton gli propose di farlo fuori si dichiaròdisponibile. Fu poi Clinton a tirarsi indietro (Do-cumenti del Dipartimento di Stato). Se nel 2001,dopo gli attentati alle Torri Gemelle, si rifiutò diconsegnarlo agli americani fu per una questione diprincipio e di dignità nazionale. Il governo afgha-no chiese infatti agli Stati Uniti delle prove cheeffettivamente Bin Laden era alle spalle degli at-tentati e una seria inchiesta internazionale. Gliamericani risposero: “Le prove le abbiamo date ainostri alleati”. A questo punto il governo afgano,

come avrebbe fatto qualsiasi altro governo, si ri-fiutò di consegnare, su queste basi, un uomo cheera comunque sotto la loro giurisdizione. In ognicaso se in Afghanistan si ripresentassero degli ara-bi jihadisti Omar sarebbe il primo a cacciarli a pe-date, visto che a causa loro s'è giocato il potere el'intera esistenza. Comunque, se questo è il pro-blema, il Mullah Omar, a quanto ne so, è dispostoad accettare ispezioni dell'Onu che controllino chein Afghanistan non si ricostituiscano basi del ter-rore. Quello che non può assolutamente accettareè la Costituzione del 2004, ispirata alle istituzioni,ai valori, ai costumi dell'Occidente. Perché hacombattuto proprio per preservare le istituzionidella tradizione afgana, i suoi usi, i suoi valori, lasua essenza. Infine, ed è il punto più critico, il Mul-lah Omar vuole che alla fine dei negoziati non unsolo soldato straniero calchi il suolo afgano. Nonha combattuto più di 30 dei suoi 53 anni di vita perla libertà del suo Paese, prima, giovanissimo, con-tro gli invasori sovietici, lasciandoci un occhio, poicontro gli arbitrii, i soprusi, le violenze dei “signoridella guerra” (Massud, Dostum, Eckmatyar,Ismail Khan) e, da ultimo, contro gli occupantioccidentali, sacrificando la sua intera esistenza,per vedersi imporre, alla fine, una “pax america-na”.

Il più potente e tec-nologico esercito

del mondo non è riuscitoa piegare “un pugno di cri-minali”che ha anzi ricon-quistato tutta l’immensaarea rurale dell’Afghani -stan, circa l’80% del Paese

SALVARE LA FACCIASecondo le dichiarazioni ufficiali, in Qatar non

saranno direttamente gli americani a discutere

con la delegazione degli “studenti islamici”

KARZAI SENZA POTERESecondo Washington dovrebbe condurre

le trattative: ma è un presidente-fantoccio

alle dipendenze del Dipartimento di Stato Usa

di Paolo Tessadri

I talebani possono essere sconfitti in un solomese, se gli americani lo volessero”, è pe-

rentorio Wahab, 25 anni, giornalista della tvA rs , il Tempo, di Herat in Afghanistan. “È comeun gioco: se rimangono gli americani, ci sa-ranno sempre i talebani. Così gli americani so-no giustificati a rimanere e la vittima di questogioco è l’Afghanistan. Gli Usa non se ne an-dranno mai dal nostro Paese”.Wahab è uno dei 4 giornalisti afgani in Italia neigiorni scorsi per un progetto di formazione pergiovani cronisti. Con lui, tre giovani donne po-co più che 20enni, due di Herat e una di Kabul.Li unisce il fatto che tutti e 4 sono nati durantela guerra, come sottolineano, perché lì la guerrava avanti da trent’anni, ma mai nessuno è riu-scito a conquistare l’Afghanistan. Lo stesso or-goglio che si legge sui loro visi. Non tutte por-tano il velo, i capelli scendono lunghi e al dito

un semplice anellino.Il mese scorso, l’italiana Bar-bara De Anna è stata vittima diun attentato nelle strade di Ka-bul. “Quando io esco di casanon so se ci tornerò”, spiegaShahin, 23 anni, che abitataproprio nella capitale, “ma ledonne accettano il rischio purdi uscire, sono loro le primevittime assieme ai bambini”.Shahin è la più inflessibile nelcondannare gli americani e isuoi alleati: “Stanno occupan-do il nostro paese, loro non so-no onesti, non vogliono la pa-ce. Sono arrivati promettendo di portare la de-mocrazia, diritti umani e sicurezza, ma fino aoggi non è così. Hanno dato un sacco di soldi algoverno fantoccio, soldi che sono rimasti nelleloro tasche. Noi siamo il secondo Paese al mon-

do per livello di corruzione. Non posso, però,paragonare l’attuale situazione con il passatoregime talebano. Io sono l’esempio proprio per-ché sono qui”.Ma se non c’è sicurezza non si fa nulla. “Ci sono

due tipi di talebani, quelli afgani e quelli pa-chistani, sono quest’ultimi che compiono gli at-tentati suicidi. Oggi non è come il passato, con italebani era terribile, ma la situazione sta dinuovo peggiorando, e velocemente”, dicono legiornaliste in erba. “Un tempo la donna nonpoteva uscire di casa, studiare, lavorare, inoltregli italiani hanno fatto molto per la sicurezzadella città”, ammette Sosan, 22 anni, di Herat.Tutti ora ci facciamo la stessa domanda: checosa succederà dopo il 2014? I media stannocalcando molto la mano, parlano di disastro.Secondo me invece ci sarà una situazione distallo perché gli americani non se ne andranno.In Afghanistan non ci sarà mai pace perché Irane Pakistan supportano i talebani”. In Pakistan cisono 13 mila Madrasse, le scuole coraniche.Meno pessimista è Shanahz: “Io sono speran-zosa, credo nei giovani e fra loro non ci sonotalebani. Noi siamo in grado di costruire il no-stro futuro”.

L’arresto di un Talebano da parte dell’esercito afghano La Pre ss e

TRENT’ANNI DI “GUERRA SANTA”

Pianeta terra

USA OBAMA: CON “P R I S M” SALVATA ANCHE L’E U RO PAGrazie a Prism l’intelligence Usa ha sventato una cinquantina di at-tentati, in Usa e in Europa, ha detto Obama a Berlino reagendo allecritiche sul Datagate: “Siamo riusciti a trovare un punto di equilibriotra sicurezza, esigenze dell’intelligence e diritti individuali”. La Pre ss e

LONDRA ASSANGE, UN ANNO DA RIFUGIATOJulian Assange non ci pensa a lasciare l’ambascia -ta dell’Ecuador a Londra, diventata per lui l'unicoluogo sicuro. Ieri ricorreva un anno da quando si èrifugiato nella sede diplomatica. Il fondatore diWikileaks vi resterà anche se la Svezia ritirasse leaccuse di violenze sessuali. La Pre ss e

Obama in ginocchioe la vendettadel Mullah OmarDOPO 12 ANNI DI GUERRA GLI AMERICANI SI PIEGANOA COLLOQUI CON I “T E R ROR I S T I ”TA L E BA N I

“Americani e Talebani, giochi di potere”PAROLA DI GIORNALISTA AFGHANO

I N V E S T I T U RA Il mullahOmar riceve la reliquia di Maomet-

to a Kandahar, a metà anni 90La Pre ss e

La moschea voluta dal leader Taliban La Pre ss e

13il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

alla nostra destra, centra la trin-cea: e la battaglia ci si schiantacontro improvvisa. Perché nonè che una trincea di terra, que-sta, nascosta tra cespugli e cu-muli di macerie e ferri arruggi-niti. Bisogna spostarsi, e rapidi:il mortaio è sparato da una po-stazione semimobile, al primocolpo, il tempo di ricaricarlo, se-gue sempre un secondo. Corria-mo via come topi, la testa bassa,

di Francesca BorriAleppo

Ma l'obiettivo qualè? chiedo trasci-nandomi in unatrincea di quelle

che ho visto solo nei libri di sto-ria, il fango che già mi arriva allecaviglie. Mi indicano una speciedi deposito, cento metri piùavanti. Un parallelepipedo dicemento. “Conquistare quel-lo”. E poi? chiedo incauta.“Conquistare quello”, e mi in-dicano un altro deposito, un al-tro scatolone di cemento. Altricento metri più avanti. “E poiquello a destra”: altri venti. Finoa Damasco, sono 400 chilome-tri. L'aeroporto di Aleppo è allaperiferia orientale della città eha al suo interno un aeroportomilitare e la Brigata 80, assedia-ta da decine di jihadisti sbarcatiqui a sostegno della rivoluzionedalla Libia, dall'Afghanistandall'Iraq, dalla Cecenia e damolte periferie europee. La lin-gua comune non è l'arabo, suifronti in cui combatte al Qaeda:è l'inglese. La battaglia, qui, èiniziata a dicembre. Perché èdall'aeroporto che passano i ri-fornimenti ai soldati di Assad,per i ribelli occuparlo è decisi-vo. Questa settimana, hannolanciato l'offensiva definitivadopo quella di tre settimane fa.La città, infatti, è per metà sottoil loro controllo, e per metà sot-to quello del regime, oltre cheinteramente travolta dalla famee dal tifo.

MA ORA CHE ASSAD, con ilsoccorso di Hezbollah, ha ri-conquistato Qusayr, a sud, cru-ciale per la tenuta di Damasco, ècambiato tutto. Adesso, ha an-nunciato, è il turno di Aleppo. Isuoi carri armati si stanno strin-gendo a tenaglia, abbiamo i can-noni puntati addosso. Si respiral'aria del patibolo: delle ore con-tate. E l'aeroporto sembra esserediventato ancora più decisivo.In realtà, la vera superiorità delregime sta negli aerei, contro cuii ribelli non hanno che kalashni-kov: e gli aerei non decollano daqui. “Allah Akbar”, mi rassicuraKadyr. Dio è grande. “E comun-que non siamo qui per questo oquell'aeroporto. Siamo qui pertestimoniare che è inutile op-porsi alla volontà del popolo”,mi spiega. Anche se è ceceno,Kadyr. “Siamo tutti uomini: tut-ti fratelli”, mi ribatte. Ma i siria-ni volevano la democrazia. Vo-levano decidere da soli il pro-prio futuro, obietto. Ha 27 anni,ed è qui perché la Russia, che so-stiene Assad, gli ha sterminatola famiglia. Aazar è afgano, ha31 anni, suo padre è stato uccisoda una mina di fabbricazioneitaliana – precisa – come la figliadi Faryal, 27 anni, afgano anchelui. Alla sua destra Ajeeb, 23 an-ni, libico. Ma non è certo il luogomigliore per un'indagine socio-logica su al Qaeda. Un mortaio,

LA LINGUA COMUNE

Per capirsi i vari

miliziani della falange

jihadista – e u ro p e i ,

ceceni, afghani, libici –

non parlano arabo

ma inglese

ASSALTO ALL’A E R O P O RT OULTIMA VIA DI FUGA DA ALEPPOI RIBELLI SIRIANI SOTTO L’OFFENSIVA FINALE DI ASSAD

ALTRI MONDI

SOMALIA ASSALTO ALL’ONU: 22 MORTIPrima lo scoppio di un'autobomba, poi l'azione diun kamikaze che si fa saltare in aria, infine uncommando di mujaheddin armati che per un’ora emezzo trasformano il compound Onu in un campodi battaglia. A Mogadiscio tornano in azione i ter-roristi islamici Shabaab: almeno 22 morti. La Pre ss e

REP. CECA UNA DONNA COME PREMIERI Civici democratici (Ods), principale partitodella destra al governo, ha proposto come nuo-vo premier Miroslava Nemcova (59 anni), pre-sidente della Camera dei deputati. Prenderebbeil posto di Petr Necas, dimessosi per uno scan-dalo sessuale. La Pre ss e

MIO FIGLIO NON ERA UN TERRORISTA”, ha detto Carlo Del-nevo, il padre di Giuliano Ibrahim morto in Siria combattendocon i ribelli. “Nell’ultima telefonata mi ha detto: ‘Papà io sonoforte, sono qui a aiutare le donne e i bambini e a difendere la miafe d e ’. Io gli ho risposto ‘Che dio ti benedica, ti voglio bene’”. Ilpadre di Giuliano Ibrahim sa che non rivedrà il corpo di suo figlioche sarà seppellito “con i suoi compagni. Ti diremo noi dove - hariferito Carlo Delnevo citando le parole del comandante delgruppo di ribelli che lo ha informato della morte del figlio - cosìpotrai venire a salutarlo”.Giuliano Ibrahim era ad al Qusayr, tra Dayr az Zor e Aleppo dacirca 6 mesi, hanno spiegato ieri fonti investigative. Per arrivarein quella che fino a 6 giorni fa, prima dell’arrivo delle truppe diAssad, era considerata la roccaforte della Jabat al-Nusra, il gio-vane genovese si sarebbe avvalso di una rete di conoscenze, perla maggior parte maghrebini musulmani, che l’hanno aiutato aentrare in Siria dalla Turchia. Conoscenze che Ibrahim Delnevoaveva coltivato nei suoi frequenti viaggi in Inghilterra, Spagna eGermania e in Italia. Gli investigatori stanno cercando di rico-struire quella rete di contatti, che non si esclude siano anchelocali, che avrebbe permesso al giovane genovese di compierequella missione per cui si sentiva votato.Intanto le forze fedeli al regime di Assad e agli alleati libanesi diHezbollah avrebbero usato ieri armi chimiche nei dintorni diDamasco. È quanto sostengono i ribelli dell’Esercito siriano li-bero, citati dalla tv satellitare al Arabiya. Le armi chimiche sa-rebbero state usate nella località di Zamalka, alle porte dellacapitale, provocando numerose vittime, morte per soffocamen-t o.

Il padre di Giuliano:Non era un terrorista

il secondo colpo si abbatte ancorpiù vicino: corriamo più veloci,il solo riparo è un muro di ce-mento. Ma è a 20 metri. E la trin-cea è finita. Mentre Aazar e Fa-ryal ci coprono con una barrieradi fuoco, attraversiamo uno auno, al volo, sotto una grandinedi proiettili, la mente spenta, l'a-ria ormai densa di terra, polve-re, foglie, schegge: Kadyr chescivola e viene ucciso, i mortaiche martellano implacabili. So-no sempre più vicini: arriveran-no fino a noi, siamo già morti:non rimane che attaccare.

DJAMAL È IL PRIMO a scaval-care e lanciarsi verso il deposito,mentre mi rifugio dietro unanavetta passeggeri mezzo car-bonizzata. Viene centrata quasisubito, il cecchino che continuaa scaricargli addosso proiettilimentre gli altri, dietro, scaval-cano tutti insieme e in un mi-nuto, in un secondo, è guerra,guerra che sembra il cinema,questi corpi che corrono, che

cadono, guerra che sembra lafollia: mentre Djamal, a terra, legambe mozzate, ancora spara:fino all'ultimo rantolo. Dalledue opposte retrovie, partonocolpi di Rpg, dall'interno del de-posito rimbombano fucili e ka-lashnikov: e a ogni morto, l'urlo:Allah Akbar. Mi trascinano vici-no i cadaveri, impasti di carne esangue e espressioni stravolte:servono a fare barriera. A trattiqualcuno sembra sussultare.Qualcuno muoversi. Ma deveessere un'allucinazione: perché

va avanti per ore, la battaglia, icadaveri che si accumulano, siaccumulano, ti sfiorano, ti guar-dano: ti colano addosso: Ajeebsi apre una nicchia nel rovo dibraccia, e spara da lì, gelido, i go-miti su un mozzicone d'uomo.Ore, ore, e come una voraginesenza fondo: per ogni corpo chetorna, un altro che si lancia, e so-lo quest'urlo, Allah Akbar, si lan-cia e va, il deposito che lo ingoia,fino a quando un mortaio col-pisce la sua ala destra, spazzan-done via metà. Ed è allora chequalcuno, dalla trincea, tira unabomba incendiaria. Il fumo, poiqualcosa, dentro, che esplode: etutto si perde, tutto, dentro, im-provvisamente tace. Allah Akbar,Allah Akbar, ripete un ceceno, eabbraccia Ajeeb. Allah Akbar, ab-biamo vinto. Abbiamo vinto.Mentre le fiamme divorano tut-to, inclusi i suoi compagni. Ementre qualcuno, anche dall'al-tro lato del fronte, non ho dubbi- qualcuno contempla le ceneri,e esulta: abbiamo vinto.

ALLAH AKBAR

A ogni morto, l’urlo:

“Allah è grande”. Si va

all’assalto sotto il fuoco

dei cecchini. E alla fine

i due schieramenti

pensano di aver vinto

SENZA QUARTIERE Due scene della battaglia di Aleppo, iniziata dalla fine dell’anno scorso La Pre ss e

di Claudia CampeseNiscemi (Sicilia)

Scendete! Vogliamo parlare con voi”.Quando il pullman con 40 giorna-

listi esce dalla base Usa di Niscemi, inSicilia, ad aspettarlo ci sono i cittadini. INo Muos, il gruppo di attivisti che daanni si batte contro l'installazione a 5chilometri dal centro abitato delle gran-di antenne satellitari della marina mi-litare statunitense. Lo stesso impiantoche i giornalisti, locali e nazionali, eranostati invitati a visitare dal consolato Usain Italia. “Per mostrarvi come stiamo la-vorando, in totale trasparenza e colla-borazione per la salute di tutti i citta-dini”, spiega Luca Goretti, vice capo digabinetto del ministero della Difesa.Trasparenza e collaborazione: le parolechiave della giornata. Insieme alla salu-

te, la vera preoccupazione dei niscemesiche imputano all'elettromagnetismol'alto tasso di tumori e leucemie della zo-na. Almeno un caso per famiglia.Un'operazione trasparenza che si svolgetra visite guidate all'interno della base,hamburger e hot dog. In un barbecueallestito sotto a un'antenna: non mili-tare, ma di Telecom Italia. Come in unsafari, dai finestrini del bus scorrono le44 antenne a bassa e alta frequenza giàinstallate a 150 metri dalla riserva na-turale della Sughereta. In funzione davent'anni, ma che dovrebbero presto ve-nire sostituite dalla tecnologia Muos.Progetto approvato dalla regione Sicilianel 2011 e poi bloccato dal nuovo go-vernatore regionale, ora in attesa di unadecisione da parte del Tar siciliano.E intanto fortemente combattuto dallapopolazione. “Our friends”, i nostri ami-

ci, come li definiscono itecnici Usa della base. Cheperò “impediscono con iloro blocchi i passaggio dimezzi militari e operai –sottolineano – Non sap-piamo perché”. Il motivosta tutto nei dati diffusi da-gli stessi esperti Usa: “Cia -scuna delle due antennedell'impianto raggiunge almassimo i 200 watt”, spie-ga il professore John Oetting, studiosodi ingegneria elettronica e project ma-nager del Muos. Circa un sesto di un mi-croonde, meno di un traliccio per i cel-lulari. “Ma i dati non combaciano conquelli presenti nel progetto Muos avan-zato alla Regione Sicilia e approvato, do-ve è indicata una potenza massima di1600 watt”, ribatte a distanza il docente

del Politecnico di Torinoe consulente del Comunedi Niscemi Massimo Co-raddu. Sui dati di Oettingsi è basato anche l'Istitutosuperiore di sanità nellasua relazione prelimina-re, diffusa informalmen-te il giorno prima della vi-sita, e che dà un sostan-ziale via libera al comple-tamento del Muos.

Per i vertici militari delle due nazioninon c'è alternativa: il Muos si farà, in no-me della “salda amicizia e alleanza con-divisa negli interessi mondiali” di Italiae Usa. Si farà a Niscemi, “per la sua po-sizione strategica nel Mediterraneo”. Esi farà presto, perché il blocco dei lavoricosta alla marina militare Usa 50miladollari al giorno.

L’antenna del Muos

Il Muos come un microondeVISITA NELL’IMPIANTO MILITARE RADAR USA CONTESTATO DALLA POPOLAZIONE DI NISCEMI

14 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

Arresti e sequestritra i clan da Romaa Catanzaro

“NON ME LO POTEVATE dire chedovevo votare a quello. C'era biso-gno che mi ammazzavano di palate,per dare il voto a quello?”. È unadelle intercettazioni inserite dallaDda di Catanzaro nell'inchiesta“S to p”, in seguito alla quale ieri sonostati arrestati 28 esponenti del clan

Acri-Morfò di Rossano. Alle elezio-ni comunali del maggio 2011, la co-sca aveva puntato sull'avvocatoIvan Nicoletti, eletto nelle file delcentrodestra. Anche lui è finito aidomiciliari assieme ai vertici dellaconsorteria mafiosa che, guidatadalla moglie del boss Nicola Acri,

imponeva la vendita del caffè nelcomprensorio di Rossano ma anchenel milanese. Ieri, inoltre, sono statisequestrati anche 65 milioni di euronell'ambito di un'altra operazionedenominata ”bad brothers”. I benisono riconducibili ai fratelli Dome-nico e Giovanni Dell'Aquila del clan

“M a l l a rd o”. Insieme ad altri hannoorganizzato un’articolata holdingimprenditoriale, composta da so-cietà, attraverso le quali effettua-vano numerosi e ingenti investi-menti commerciali, principalmentenel settore delle costruzioni edilizie.Per poi dividerne i guadagni.

di Tommaso Rodano

Il momento è solenne:inizia l’esame di maturi-tà, si leggono le traccedel tema di italiano;

mezzo milione di studentiaspetta con il cuore in gola. Poil’adrenalina lascia posto allosmarrimento. Dai banchi si le-va un mormorio diffuso e la do-manda prende forma: “Chi dia-volo è Claudio Magris?”. Clau-dio Magris è considerato, sem-plicemente, uno dei più grandiscrittori italiani viventi. Maquesto la maggior parte dei ra-gazzi ancora non lo può sapere.Loro si aspettavano Pirandello,al massimo Svevo, comunqueun grande classico. E invece ilMinistero dell’Istruzione hacalato la carta a sorpresa: l’ana-lisi del testo è su un brano deL'inifinito viaggiare, ampio dia-rio dei viaggi dello scrittoretriestino, pubblicato nel 2005.

UNA SCELTA affascinante e ori-ginale, indubbiamente innova-tiva, che però si scontra con unostacolo concreto: la letteraturacontemporanea, da sempre, èl'ultimo argomento dei pro-grammi di italiano. Viene trat-tata, quando ci si riesce, negliultimi giorni di scuola, fretto-losamente e al termine di unarincorsa affannosa sia per gli in-segnanti che per gli studenti,con la testa già all’esame. Unadecisione tanto più sorpren-dente perché mai prima d’ora, amemoria d’uomo, era compar-so tra le tracce della maturitàl’analisi del brano di un autoreancora in vita. Magris, a cui ierimattina saranno fischiate leorecchie, ha diritto a tutti gliscongiuri del caso. Il suo com-mento non è scaramantico ma

divertito: “Sono molto onoratosi sia scelto un autore contem-poraneo e si sia optato per L’In-finito Viaggiare. Spero solo chegli studenti non mi mandino aquel paese, come capita ognianno all’autore del testo da ana-lizzare. Chiedo la loro indul-genza: ragazzi non mi maledite,faccio il tifo per ognuno divoi”.Niente da fare. Ieri mattina losbalordimento di maturandivecchi e nuovi (in molti sonoriusciti a bucare i controlli e autilizzare il cellulare) è rimbal-zato rapidamente tra i siti distudenti e i social network. Laparola “Magris” è la più digitatadi twitter in Italia e rimane intesta ai trending topics per tutto ilpomeriggio. Il repertorio dimessaggi è particolarmentefantasioso: “Magris??? E io chemi lamentavo di Montale”;“Neanche Magris saprebbe fareun tema su Magris”; “L’ultimavolta che ho letto un libro diMagris è domani”. Qualcuno

suggerisce ironicamente di sa-botare la pagina di Wikipediadedicata allo scrittore per au-mentare il panico degli studen-ti, qualcun altro si sbilancia inuna profezia irriverente: “Nelle

tracce della maturità esce Ma-gris. L’anno prossimo sarà lavolta di Sgarbi e piano piano ar-riveremo a Platinette”. Ineffa-bile poi l’affermazione di unaragazza, all’uscita da scuola, difronte alle telecamere di un te-legiornale: “Magris? Ma che è,uno yogurt?”.

ALLA FINE però, contro ognipronostico, la traccia dedicata aL’infinito viaggiare non è andatacosì male. Secondo un sondag-gio condotto in collaborazionetra SWG e il sito Studenti.it, l’a-nalisi del testo dello scrittoretriestino sarebbe stata scelta dal13 per cento dei maturandi. Vi-ste le premesse, un risultato più

che onorevole. La maggior par-te dei ragazzi, il 44 per cento, hapreferito la traccia generale su“vita e creatività”, un tema li-bero, a partire dallo spunto of-ferto da un saggio del fisico au-striaco Fritjof Capra. Il 16 percento ha scelto il saggio breve ol’articolo di giornale sul tema“individuo e società”, mentre il15 per cento ha scritto di “Stato,mercato e democrazia”. Solo l’8per cento ha optato per il temasui Brics, i paesi emergenti. Fa-nalini di coda, come ogni anno,il saggio scientifico e quello sto-rico politico (rispettivamentesu neuroscienze e omicidi po-litici), scelti da una sparuta pat-tuglia di studenti.

Maturità al via col dubbio“Magris chi? Lo yogurt?”PER LA PRIMA VOLTA IL TEMA D’ITALIANO DEDICATO A UN VIVENTESTUDENTI SCATENATI SU INTERNET, TRA PANICO E IRONIA

La storia non insegna,nemmeno a scuola.

Nemmeno quando l’alunno èun po’ di coccio e tende a ri-petere l’anno accademico piùe più volte.La storia si chiama “Alunnifantasma” e ha già mandatoagli arresti domiciliari unadozzina tra politici e funzio-nari che avevano messo inpiedi un bel sistemino, ovvero“un’organizzazione scolasticadi tipo criminale il cui unicoscopo è stato quello di assi-curare ai clienti dietro cospi-cui compensi il superamentodegli esami di idoneità e dimaturità senza che costorosiano stati sottoposti alla ben-

ché minima formazione”,hanno scritto i magistrati.Più precisamente: GaetanoGaleota, 45 anni, indicato da-gli inquirenti come il “gestoreocculto della scuola paritariaLucia Pacioli di Nola”, s’in-ventava classi abbondanti edesiderose di procurarsi ifretta un diploma; idem perAngelo Iervolino, 40 anni,nella nota della Procura de-scritto come “proprietario oc-culto” della scuola paritariaVittorio Emanuele II di No-la”; e soprattutto c’era Rober-to Conte, già consigliere re-gionale nonchè “socio occul-to” della scuola Achille Laurodi Torre Annunziata, accusa-

to di chiedere voti in cambiodella mirabolante promessadi tanti bei posti di lavoro perinsegnanti, bidelli e segreta-rie.

IL PROBLEMA È CHE quellescuole private, parificate allestatali, dovevano mantenereun numero minimo di iscrittiper restare aperte e offrire ilsospirato pezzo di carta: se glistudenti mancavano, bastavainventarseli a registro e incas-sare la retta degli altri, man-tenendo il buon nome dellastruttura. Per completare del-l’opera, secondo l’accusa, i ge-stori del business pilotavanogli esami di Stato ottenendo la

ALUNNI FANTASMA

Una dozzina di arresti

tra politici e funzionari

In un istituto

dell’h i n te r l a n d

arrivano da tutta Italia

per fare gli esami

INEDITOLo scrittore

ClaudioM ag r i s

A destra,l’istituto Righi

a Roma Ansa

SCUOLA DI VITA

LO SCRITTORE

“Sono onorato

di esser stato scelto,

spero che i ragazzi

non mi maledicano:

faccio il tifo

per ognuno di loro”

Seimila euro: diploma assicuratoINDAGINE SUGLI ISTITUTI PRIVATI NEL NAPOLETANO. PER IL TITOLO BASTA PAGARE

Brevi

VERCELLIAnziana disabilesbranata dai cani

Una donna di 83 anni, im-mobilizzata a letto da gravipatologie, è morta sbranatada due cani in una casa-ca-nile di Carisio, in provinciadi Vercelli. Gli animali, cu-stoditi dalla figlia e dalcompagno della vittima,insieme a un centinaio dialtre bestie, sarebbero statispinti dalla fame. I dueproprietari del canile sonostati arrestati dai carabinie-ri per maltrattamenti e ab-bandono di persona inca-pace con conseguentemorte.

CASO MEREDITHSollecito chiedesoldi su Facebook

Raffaele Sollecito, il giova-ne pugliese a processo in-sieme ad Amanda Knowper l’uccisione di MeredithKercher, lancia una collettasu internet per sostenere lesue spese processuali:“Non ho più risorse percombattere quest’ingiusti-zia – si legge nell’appello –ma non voglio mollare perquestioni finanziarie”.

F RO S I NON ECadavere di donnamurato in casa

Il cadavere di una donna èstato trovato murato in unappartamento a Fonte-chiari, in Ciociaria. si do-vrebbe trattare di Saman-tha Fava, 35 anni, scom-parsa un anno e mezzo fada Sora.

Un frame dal video del Corriere del Mezzogiorno

Ileghisti e facebook hanno un rapporto com-plesso. Pochi giorni fa le considerazioni im-

barazzanti di Dolorese Valandro sul ministroKyenge e sugli stupri. Ieri è arrivato l’ennesimodelirio razzista firmato da un esponente del Car-roccio sul social network. La protagonista sichiama Anna Giulia Giovacchini, consigliera le-ghista di Monza. La frase è la seguente: “Le gab-bie dei tonni non solo uccidono i poveri pesci,ma danneggiano direttamente anche gli italiani,vegetariani o onnivori!”. Il riferimento è agliimmigrati naufragati nel canale di Sicilia pochigiorni fa, che per tentare di salvarsi si sono ag-grappati proprio alle gabbie dei tonni. Non tuttice l’hanno fatta: sette sono annegati.

DELIRI 2.0

Lega, il razzismocorre in Rete

sostituzione dei membri dellecommissioni esterne non gra-diti con personale docentecollegato a Iervolino e al Ga-leota, garantendosi cospicuiritorni economici.“Al Pacioli mi sono presentatatre volte per le prove scritte.Mi facevano copiare temi everifiche su varie materie” haspiegato una ragazza agliagenti della Finanza. Preci-sando che a Bologna, la suacittà, aveva frequentato uncorso ritrovandosi spedita aNola per sostenere la matu-rità. Una confessione totale,inevitabile davanti alle inter-cettazioni di altre studentesseche urlavano al telefono: “Miavevi promesso un 75, mispieghi perché ho preso 60 ca-ro Galeota?”.Le indagini, partite da TorreAnnunziata, proseguono allaprocura di Nola, ma la storiavera continua nell’hinterlandnapoletano dove i pullmanconsegnano nuovi gruppi diragazzi pronti a sostenere ilfatidico esame. “Abbiamo pa-gato seimila euro per fare ilbiennio - spiega un ragazzo alCorriere del Mezzogiorno in

un video pubblicato ieri -. Eadesso ne abbiamo dati altri900 per le spese della matu-rità. Però è sicuro che pren-diamo il diploma, qua è fa-cile”.

GLI STUDENTI arrivano daMessina e da Milano, da Ro-ma e Ancona, dormono tuttinello stesso hotel e usano lanavetta organizzata diretta-

mente dalla scuola. Hanno inspalla zainetti semivuoti, faccetranquille. Qualcuno pure lamamma al fianco: “Noi siamodella Sardegna, purtroppo ab-biamo dovuto spendere unsacco di soldi, almeno siamosicuri che qua andrà tutto be-ne” dice la signora con un so-spiro. Lei sa che la storia, inpratica, è sempre la stessa.

Twitter @chiarapaolin

15il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

SECONDO TEMPO

giocatori”. Garcia chiede più volte ai fotografi dismetterla con i flash, si consulta fuori microfono conl’interprete prima di ogni risposta. Racconta di avermandato un sms a tutti i giocatori “per comunicare lavoglia che ho di incontrarli”.

QUALCHE CONCETTO lo azzarda in italiano: “Lavo -reremo duro, sicuro”, “Conta l’équipe, la squadra”.Conferma che l’avevano già cercato: “Con la Romaeravamo in contatto da due anni”. Sa di non essere laprima scelta, dopo i no di Mazzarri e Allegri: “Maquello che conta è essere l’allenatore”. Spiega che “l’o-biettivo è ritrovare l’Europa, giocando bene: bisognafare un gol più dell’avversario, ma anche la difesa èimportante”. Non parla esplicitamente di ChampionsLeague (“se entreremo dalla porta principale, me-glio”). Niente dettagli su modulo e metodi di lavoro.A Lille pretendeva doppia seduta di allenamento, 3volte a settimana. A Roma si regolerà assieme allostaff italo-francese (“lo sto formando”). Alla fine èstanco: “Dopo mezz’ora, ancora domande”. Si alza,mentre ripiovono flash. Dovrà abituarsi, in fretta.

sorpreso dalla sala stracolma. “Sembra il giorno pri-ma di una finale” sorride. “Helenio Herrera avevaallenato in Italia (l’ex tecnico aveva passaporto fran-cese e argentino, ndr), ma ho l’impressione di essere ilprimo allenatore francese nel vostro Paese” riven-dica. Proprio negli stessi minuti, Fabio Capello pare aun passo dal Paris Saint Germain. Garcia, che in cam-po predica un calcio offensivo (schemi, 4-3-3 e4-2-3-1), davanti ai microfoni fa catenaccio. Una do-manda su due è sul De Rossi furente, secondo molticon le valigie in mano. “Devo incontrarlo, lui e Tottisono importanti, in campo e fuori” concede. Gli chie-dono di Osvaldo vicino alla cessione, del nuovo por-tiere che non arriva. E lui: “Non parliamo di singoli

di Luca De Carolis

Io non ho paura di niente”. Nella Trigoria dove leteste rotolano in fretta (tre allenatori in due anni,

l’ex dg Baldini appena traslocato a Londra), il fran-cese Rudi Garcia, 49 anni e origini spagnole, pro-nuncia una frase che pare un esorcismo. È la suaprima conferenza stampa italiana da allenatore dellaRoma (appena ingaggiato, aveva parlato da NewYork assieme al presidente Pallotta). I fotografi loassaltano, tra la folla di cronisti c’è persino il cor-rispondente di Al Jazeera. C’è curiosità, per l’uomoche dovrebbe ridare sorrisi a un club reduce da dueanni di disastri. La sconfitta in Coppa Italia contro laLazio è una ferita che stilla ancorarimpianti, la proprietà americana ri-mane un rebus. “Ma a me il passatonon interessa, penso al presente e avincere con la Roma, sono ambizio-so” assicura Garcia. Faccia da attoreanni 50, cravatta scura allentata, l’exallenatore del Lille è visibilmente

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

GIOCHI DEL MEDITERRANEOIL SETTEBELLO BATTE LA FRANCIABuon esordio del Settebello guidato daCampagna; gli azzurri della pallanuotohanno battuto 9-6 la Francia nella sfidavalida per la prima giornata del gruppo A

DOPING, CASO SCHWAZERALTRI CINQUE INDAGATINell’indagine della Procura di Bolzanocoinvolti, fra gli altri, Michele Didoni, exallenatore di Schwazer, e il cavallerizzoprofessionista Karl Wechselberger

CAPELLO, SFUMA (PER ORA)IL PASSAGGIO AL PSGL’offerta: un anno di contratto.Sembrava fatta, poi la fumata nera,per ora. Tra Fabio Capello e lapanchina del Psg ancora nulla di certo

L’arte di “bl at t e r a r e ” a vanveraBRASILE IN PIAZZA CONTRO LE SPESE FARAONICHE DEL MONDIALE, MA PER JOSEPH BLATTER, IL BOSSDELLA FIFA: “IL CALCIO È PIÙ IMPORTANTE DEI PROBLEMI E DELLE INSODDISFAZIONI DELLE PERSONE”

Garcia, primo round a Trigoria

DALLA FRANCIA ALLA ROMAL’ex allenatore del Lille sorpreso dalla ressa

dei cronisti: “Sembra il giorno prima

di una finale!”. Dovrà abituarsi in fretta

La Montepaschi Siena si conferma campione d’Italia dibasket per la settima volta consecutiva. Una partita

perfetta a Roma in gara-5 ha permesso agli uomini diBanchi di sbancare ancora il PalaTiziano della Capitale63-79 con un terzo quarto da applausi: dal 33-33 del ri-poso lungo si è andati all’ultimo quarto con i toscaniavanti 47-60. Un parziale di 14-27 che non lascia scampo.Ancora tensione sugli spalti, con gli arbitri che a più ri-prese hanno minacciato di sospendere il match a causa dellancio di oggetti nelle ultime battute. Il tecnico dell’AceaRoma, Marco Calvani è stato espulso al termine del primoquarto, per proteste. L’arbitro Paternicò è stato anchecolpito da un oggetto. Dopo essere stato medicato dallostaff di casa, è tornato in campo con un cerotto portandoa termine il lavoro per i restanti due quarti di gara.

BASKET Siena campioneSettimo titolo di fila

di Paolo Ziliani

Ci siamo! Dopo il verbo “bla-terare” (cianciare, dire parolevuote, senza costrutto), Trec-cani, Zingarelli e Devoto Olisono pronti a inserire nei lorodizionari la voce del verbo“blatterare”: con una “t” inpiù, a significare pensieri, pa-role e opere prodotti – gene-ralmente con esiti rovinosi –da mr. Joseph Blatter, 77 anni,svizzero di Visp e mammasan-tissima della Fifa, l’organismocalcistico mondiale che zio Jo-seph presiede dal 1998 dopoesserne stato direttore tecnico(dal ‘77) e segretario (dall’81).L’ultima “blatterata” è arrivatadurante un’intervista di Blat-ter all’emittente brasiliana TVGlobo. Commentando i motidi protesta degli indignati diSan Paolo contro le spese follidel governo per l’organizza-zione dei Mondiali 2014, Blat-ter ha dichiarato che “il calcioè più importante dei problemie dell’insoddisfazione dellepersone” e che anzi “il buoncalcio e gli stadi eccellenti so-no qui per regalare diverti-mento ed emozione alla gen-te”. A quasi 300 anni di distan-za, un seguace di Maria An-tonietta ribadisce il concetto:“Se non hanno pane, che man-gino brioche!”.

MESDAMES et messieurs, eccoa voi Monsier Gaffeur, uno cheBertoldo al confronto gli fa unbaffo; il Sommo Pontefice delCalcio che tre anni fa alla Bbcdichiarava: “Credo che i gaydovranno astenersi dal sesso aiMondiali in Qatar del 2022”. IlPaese arabo condanna l’omo -sessualità? Blatter si adegua.Lui è fatto così: se i poveri chie-dono che i soldi non venganosperperati e gli omosessualidesiderano fare la loro vita, luili prega di pensarci bene. Sonopretese sconvenienti. Come ledonne che giocano a pallone.Piace così poco, a Blatter, il cal-cio femminile che pure dirige,che nel 2004 lanciò un appel-lo-ordine di servizio: per au-mentare l’appeal, le calciatricidovrebbero vestire in modopiù sexy, tipo pallavoliste, conpantaloncini affusolati e ma-

gliette aderenti. Un vaffa mon-diale lo investì. Lui piagnucolòche l’aveva detto a fin di bene.E avete presente le dure parolecon cui Joseph stigmatizzò lablanda pena (50.000 euro) in-flitta alla Roma dopo gli“hu-hu” e i cori razzisti all’in -dirizzo di Balotelli? Da che

co da ragazzi. E però: se poveri,omosessuali, donne e calciato-ri di colore lo stizziscono, zioJoseph un debole ce l’ha: quelloper i top player. Memorabile ilsuo appello strappalacrime afavore di Cristiano Ronaldoche il Manchester Unitedavrebbe dovuto liberare a fa-vore del Real Madrid: “I clubnon devono trattare i calciatoricome schiavi: se un giocatoredecide che vuole giocare altro-ve, una soluzione si deve tro-vare”. Come no.

POI C’È L’I TA L I A : con la qualeBlatter non sembra proprioavere feeling. A Berlino, quan-do gli azzurri vinsero il Mon-diale, lui non si fece vedere elasciò che a consegnare la Cop-pa a Cannavaro fosse Johans-son. “Era una finale tra nazionieuropee – balbettò giorni dopo– era giusto che a premiare ilvincitore fosse il presidenteUefa”. In realtà Blatter ce l’a-veva con noi perché l’Italia, ne-gli ottavi contro l’Australia,aveva passato il turno per unregalo dell’arbitro. “Il rigore suGrosso non c’era – disse mesidopo durante una visita uffi-ciale in Australia – e senza quelgol l’Italia sarebbe uscita per-ché avrebbe giocato i supple-mentari in 10 uomini per un’e-spulsione patita (di Materazzi,ndr)”. Ancora: durante la ceri-monia inaugurale dei Mondia-li del 2010 in Sudafrica, a con-segnare la Coppa al paese or-ganizzatore viene chiamatoVieira, uno sconfitto della fi-

nale Italia-Francia. Persinoquando dice una cosa correttaMonsieur Gaffeur riesce acombinare guai. Come quan-do, dopo il primo scudetto vin-to da Conte, scrisse alla Juve“complimentandosi per il 28°scudetto della storia del club”tanto più gradito perché “dopo9 anni la Juventus si è nuova-mente aggiudicata il titolo dimiglior squadra italiana”. Allafaccia dei 30 sul campo e dei 2titoli col verme spariti dall’Al -bo d’Oro ma fieramente riven-dicati dal popolo juventino. Edalla società stessa.A Blatter, cui si deve l’inven -zione di sgorbi regolamentarisubito abortiti come il goldengol e il silver gol, e che un gior-

no pensò addirittura all’allar -gamento delle misure delleporte “perché i calciatori oggisono più alti”, si deve dire gra-zie per un paio di accorgimentiche hanno reso più belle le par-tite (in attesa che la tanto ago-gnata moviola in campo facciala sua apparizione, ma Blatternon ci sente: vuoi mettere te-leguidare gli arbitri?): i 3 puntiper la vittoria, misura anti-in-ciucio da pareggio di comodo,e il divieto per i portieri – sulretropassaggio del difensore –di prendere la palla con le ma-ni. Per quanto incredibile pos-sa sembrare, per la legge deigrandi numeri anche Blatter –a volte – ne combina una giu-sta.Joseph Blatter, 77 anni La Pre ss e

GAFFEUR PRINCIPE

Le divise sexy per le

calciatrici, la censura dei

gay per Qatar 2022, la linea

morbida sul razzismo

Tutte le peggiori uscite

del padrone del pallone

pulpito, verrebbe da dire. Eh sì,perché la volta in cui Blatterandò più vicino a perdere lapoltrona di presidente fuquando, dopo gli insulti raz-zisti di Suarez a Evra in Liver-pool-Manchester 1-1 (ottobre2011), se ne uscì con una di-chiarazione sconcertante(“Nel calcio non c’è razzismo:a volte in campo si dicono cosesbagliate, ma a fine partita tut-to finisce lì”) che provocò unasollevazione generale: “Le pa-role di Blatter sono terribili –disse David Beckham – il raz-zismo non può essere spazzatovia nascondendolo sotto il tap-peto”. Blatter uscì miracolosa-mente illeso dalla bufera, siscusò in mille modi. Per lui,che ha cambiato tre volte mo-glie, cambiare parere è un gio-

IL NUOVO ALLENATORE

16 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

di Federico Pontiggia

Kal-El su Krypton,Clark Kent sullaTerra, ma Super-man chi è? Creato

con un occhio a Mosè e l’altro aCristo dai fumettisti Jerry Sie-gel e Joe Shuster nel 1938, il su-pereroe con la S sul petto è tor-nato al cinema: reboot (rilan-cio) firmato Zack Snyder, L’uo-mo d’a cc i a i o ha un tocco da ReMida, con oltre 215 milioni didollari incassati in cinque gior-ni a fronte di un budget di 225.Numeri record, che per unblockbuster equivalgono a mis-sion accomplished, ma la soddi-sfazione dello spettatore ècompiuta? Prologo, Kryptonha esaurito le risorse naturali,la corsa allo spazio è stata abor-tita, l’implosione è imminente.Voce di uomo che grida nel de-serto, lo scienziato Jor-El (Rus-sell Crowe) ha esortato all’eva-cuazione, ma ormai è tardi: an-che per lui e la moglie LaraLor-Van, da cui ha appena avu-to Kal-El, concepito carnal-mente su quella Krypton cheda tempo ha optato per la fe-condazione in vitro e la gesta-zione in bozzolo. La salvezza èspedirlo sulla Terra, ma anche i

dubbi sono in valigia: “Sarà unemarginato. Lo uccideranno”(cuore di mamma), “E come?Sarà un dio per loro” (orgogliopaterno). Sebbene anche il ge-nerale Zod (Michael Shannon)

lotti per la sopravvivenza dellaspecie, lo scontro frontale conl’ex amico Jor-El è inevitabile:Zod e accoliti vengono ibernatinello spazio profondo.

MENTRE KRYPTON si coniugaal trapassato remoto, Jonathan(Kevin Costner) e Martha Kent(Diane Lane) di Smallville,Kansas, trovano un bambinonella capsula spaziale precipi-tata in giardino: lo ribattezzanoClark e lo crescono come fosseloro figlio. È belloccio, aitante eha una forza smisurata, ma pa-pino preme perché la tenga abada: non è ancora il momentoper dichiararsi al mondo. Clark

(Henry Cavill) viaggia in inco-gnito, si fa mille domande – dadove vengo? che ci faccio qui? -finché sulle sue tracce non simette la giornalista premio Pu-litzer Lois Lane: teatro l’Antar -

tide, Clark la salva, lei mette inpagina, ma anche il rimorso dicoscienza ha una deadline. E pu-re noi: Zod e compagni tornanoper eliminarci e fare della Terrala vecchia Krypton, le forze Usasi frappongono, ma la NewYork dell’11 settembre 2001 alconfronto pare l’Eden. Il desti-no dell’umanità è nella calza-maglia di Superman… Già in-cline ai comics con qualchesuccesso (300, Watchmen), al-trove trash-fallimentare (S u c ke rPu n c h ), Snyder è stato scelto do-po lungo casting e messo sottotutela: a produrre e co-firmareil soggetto Chris Nolan, il re-gista della trilogia di The Dark

L’uomo d’acciaio:S come... sbadigliABBONDANO GLI EFFETTI, DIALOGHI BANALIEPPURE L’EROE SBANCA IL BOTTEGHINO

RITORNA SUPERMAN

©L’UOMO D’AC C I A I OUSA 2013regia: Zack Snydercon Henry Cavill, Amy Adams,Kevin Costner, Russell Crowe

RECENSIONI

CIAK SI GIRA

DOMINA STAR TREKIn attesa dei “s u p e r- i n c a ss i ” deL’uomo d’acciaio – in Usa ha se-gnato il record assoluto di uscitain giugno con $ 128,6 mln – il bot-teghino tricolore premia la fan-tascienza. In testa campeggia ladoppietta Star Trek (Into Dar-kness) diretto da J. J. Abrams se-guito da After Earth con Will Smi-th e figliolo diretti da Shyamalan.Si mantengono in ottima posi-zione Una notte da leoni 3 che“vo l a ” con oltre 11 milioni di euroe La grande bellezza di Sorrentinoche in 4 settimane sfiora i 6 mi-lioni tenendosi saldo al quartop o s to.

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SECONDO TEMPO

Argentero muscolare in una crime story al ritmo di “Cha cha cha”© Cha cha charegia: di Marco Risicon: Luca Argentero,Eva Herzigova.

CORSO (Argentero, modelloDylan Dog “m u s co l a re ”) lavora aRoma come investigatore privato,dopo una brillante carriera inter-rotta nella squadra omicidi. Una

notte assiste all’incidente fataledel 16enne figlio della sua ex, unamodella-attrice straniera (Herzi-gova, esordiente al cinema) oramoglie di un ricco e potente avvo-cato (Pippo Delbono). Da qui l’av -vio di una spirale di indizi e sco-perte che cambieranno i destinidei protagonisti. Marco Risi puntaal bersaglio del noir e si avvicina a

centrarlo, confezionando un filmcalibrato in racconto, stile e dire-zione del cast ben assortito. Se idifetti non mancano – specie nellatendenza al didascalismo nei dia-loghi – vi si rileva il coraggio di osa-re oltre i cliché dell’odierno cine-ma-medio made in Italy, guardan-do ai vecchi polar francesi, ai crimemovies americani e, ovviamente,

al glorioso cinema di genere pro-dotto nel Belpaese che spopolavanei ’70 .

Anna M Pasetti

© S to ke rregia: Park Chan-wookcon: Mia Wasikowska,Matthew Goode

LA VITA tranquilla di India Stoker(Mia Wasikowska, bravina) vienesconvolta nel giorno del 18° com-pleanno: l’amato padre muore inun incidente. Al funerale, la ragaz-za ne incontra il fratello mai cono-sciuto, Charlie (Matthew Goode,bella faccia da seduttore morbo-so): è tornato per stare accanto aIndia e sua madre gattamorta Evie(Nicole Kidman, poverina). Indianon si fida dello zio prodigo, ma

progressivamente ne è attratta: al-l’orizzonte, un destino pericolosa-mente condiviso…Prima avventu-ra in lingua inglese del regista co-reano di culto Park Chan-wook(Oldboy, Lady Vendetta, Mr. Ven-detta), Stoker è un thriller psico-logico formato famiglia, ma le re-lazioni pericolose figlia-madre-ziohanno tanto fumo – leggi, uno stileesibito – e poco arrosto. La trasfer-ta stelle & strisce toglie sporcizia,sangue, verità e ossessione allapoetica di Park: Stoker è come lafronte della Kidman, luccica manon si muove.

Federico Pontiggia

© Dream Teamregia: Olivier Dahanconcon José Garcia, Omar Sy

IL 50ENNE Patrick Orberà (Gar-cia, doppiato da Francesco Panno-fino in stile René Ferretti) è un excalciatore: disoccupato e alcoliz-zato, ha perso il diritto di vedere lafiglia. Tracciata dal giudice, la viad’uscita è unica: partire per un’i-soletta bretone e allenarvi la squa-dra di calcio, che punta ad andareavanti in Coppa di Francia per in-cassare e salvare la fabbrica di sar-dine locale. Ma gli isolani sonobrocchi senza speranza: Patrickdeve chiamare a raccolta i vecchicompagni, analogamente cadutiin disgrazia. Tra “L’allenatore nelpallone” e “Fuga per la vittoria”, ilfrancese Dream Team arriva nellenostre sale con Medusa. I buonisentimenti sono di rigore, i falli del-

la vita senza cartellino rosso, il ri-scatto sempre dentro l’area: do-manda, ma fare di testa nostra an-ziché importare dagli (odiati) Gal-letti è tanto difficile?

Federico Pontiggia

© Passioni e desideriregia: Fernando Meirellescon Anthony Hopkins, Jude Law

UNA COPPIA londinese (Law eRachel Weitz) soffre d’incomuni -cabilità, motivo del tradimento daparte di lei con un fotografo bra-siliano a sua volta mollato dalla fi-danzata. Questa, da parte sua, du-rante il viaggio di rientro a San Pao-lo s’imbatte in un ex maniaco ses-suale americano (Ben Foster) inriabilitazione e un anziano signore(Hopkins) alla ricerca della figliascomparsa. Quanto appena de-scritto è solo un parziale dell’in -treccio di trame che compone ilnuovo “global drama” del paulistaMeirelles sviluppato con un castall star stanziato attorno al piane-ta: da Londra a Vienna, dagli USA aParigi, da Bratislava al Brasile. Dif-ficile non trovare evocazioni agliuniversi babelici del messicanoIñarritu. Film ambizioso sull’effet -to domino tra casualità a 360°,vuole imporsi come novello ma-nuale d’amore (e incontri) senzaconfini di lingua, cultura e classisociali, a dimostrazione che certivizi dell’umana specie non dipen-dono dalla geografia. Vero, ma aquale costo di noia e retorica…

Anna M Pasetti

Knight, alias Batman. Qualcu-no, come E m p i re , ha fatto il pas-so critico più lungo della gam-ba, e ha esultato d’analogia: Th eClark Knight.

MAGARI FOSSE così. Vicever-sa, Snyder si conferma registacaciarone, illustratore musco-lare, culturista della computergraphic e degli effetti speciali: laseconda parte martella su mac-chine terraformanti e botte del-l’altro mondo, dando la sensa-zione che il topolino – le pre-messe intime e “ideologiche” –abbia partorito una montagnaaction senza alcun appigliodrammaturgico. Se conta solomenare le mani, il CGI e il 3Dposticcio, perché tirarla per lelunghe sul doppio passaportodi Kal-El/Clark Kent, perché“suggerire” con pletoriche di-dascalie il bivio tra n a t u re (pa -ternità biologica) e nur ture (pa -ternità delegata)? E perché di-scettare di scontro di civiltà? Se

Krypton impugna totalitaria-mente falce e martello (negli in-cubi di Kent entrano perfinocumuli di teschi allaPol-Pot…), Snyder brandiscela Stars and Stripes, fa volare Su-perman in assetto messiani-

co-imperialista e sventola dia-loghi for dummies. Lois: “Cosasignifica la S?” Kal-El: “Non èuna S. Nel mio mondo significasperanza.” Lois: “Qui è una S”.E, purtroppo, significa ancheSnyder.

NESSUN PARAGONE CON BATMAN

Il regista Snyder è lo stesso di “300” e il soggetto

è co-firmato da Chris Nolan (“The Dark Night”)

ma l’analogia con l’uomo pipistrello si ferma qui

LA REGINA DELLA NEVECarlo Mazzacurati sta gi-rando tra Veneto, Trentinoe Roma “La regina della ne-ve ”, una nuova commediainterpretata da Isabella Ra-gonese e Valerio Mastan-drea; la produzione è affi-data alla BiBi Film di AngeloBarbagallo assieme a RaiCinema. Il film è stato scrit-to dal regista padovano incollaborazione con Doria-na Leondeff e Marco Pet-tenello; racconta l’av ve n t u-rosa storia d’amore traun’estetista e un tatuatorealla ricerca di un colpo difortuna che potrebbe cam-biar loro la vita.

IRONS AMBIENTALISTAJeremy Irons premiato al fe-stival del cinema di Taominaha chiesto di presentare ildocumentario Tra s h e d da luisostenuto per far conoscerei problemi legati allo smal-timento dei rifiuti. “Gli at-tori hanno sempre avuto ilpotere di influenzare l’o p i-nione pubblica e molti si so-no impegnati per denuncia-re drammatiche situazionidi povertà o parlare di de-grado ambientale. Ora perfortuna oltre alla nostra fac-cia possiamo tirar fuori deisoldi per realizzare dei do-cumentari che svelino real-tà oscurate dai governi”.

LA STORIA DI LEA Il registaGiorgio Treves sta scrivendocon Heidrun Schleef (coautri-ce tra l’altro de “La stanza delf i g l i o”) la sceneggiatura di“Le a ”, un film che racconterà latragica vicenda di Lea Garofa-lo, la donna calabrese testimo-ne di giustizia che sfidò la 'n-drangheta per offrire a sua fi-glia una vita onesta e venne uc-cisa per vendetta da suo ma-rito e da altri familiari. Il film se-guirà anche la storia della figliadi Lea, Denise che ebbe il co-raggio di testimoniare contro ilpadre, gli zii e i loro complici - inseguito condananti all’erga -stolo - e che oggi vive nascostain regime di protezione.

a cura di Anna M Pasetti

Luca Argentero

La Pre ss e

17il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3SECONDO TEMPO

TELECOMANDO

Il viaggio di Pi p p oa colpi di aneddoti

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Così Marzullo ha scopertola decrescita felice

LEGGENDARIO Gigi Marzullo,una vita in Rai La Pre ss e

di Luigi Galella

Pippo Baudo è di nuovo in viag-gio. Abbandonate le luci del

varietà – volente o nolente – con lavoce afona, a tratti sofferta, e i ca-pelli bianchi che non si curano dicamuffare gli anni, porta in giro perl’Italia la sua imponente stazza diuomo-tv. E racconta i luoghi e simuove nello spazio, ma solo permascherare la vera inclinazione,che è di risalire a ritroso nelle ansedel tempo (“Il viaggio”, Rai Tre, lu-nedì, 21.05), trattenendosi perqualche minuto a delibare memo-rie storiche e aneddotiche. Piazzadel Duomo, Milano, la Madonnina.E il Giovanni D’Anzi del ‘34, con lanascita della canzone più nota, tut-tora, della città: Oh mia bela Madu-nina. Di evocazione in evocazione,come in un gioco di società: la piaz-za richiama la figura del Ghisa, il cuinome deriva dalla foggia dell’abitoe della sagoma, simile a una stufa dighisa, che nel 1860 assunsero i pri-mi vigili urbani della città. Instal-lato nel bel mezzo della piazza fatornare in mente un’immagine mi-tica, che la stessa tv non si stanca diriproporre: Totò e Peppino nel filmdi Camillo Mastrocinque (To t ò ,Peppino e la malafemmina), che in-terrogano l’uomo in divisa apparsoa Totò come un “generale austria-co”, nell’esotico e improvvisato

idioma: “Noyo vulevon savuàr l’in-diriss”. La storia si impasta di re-soconto televisivo e cinematogra-fico, ed è ancora la tv il luogo deiluoghi in cui far affiorare la formadei ricordi, fuggevole ma in qual-siasi momento riproponibile. Co-me se già fosse un Blob, la storia, e lasi potesse ad ogni istante manipo-lare a piacimento.

DAL GHISA alla Scala, il tempio del-la musica più caro, che i milanesiricostruirono nell’immediato do-poguerra. A inaugurarlo, il vecchioArturo Toscanini. E fuori della Sca-la l’incontro “casuale” con MarioCapanna, il cui nome è legato prin-cipalmente agli eventi del ‘68, annoin cui per la prima volta Pippo Bau-do condusse Sanremo. Il 7 dicem-bre proprio lì davanti il MovimentoStudentesco di Capanna inaugure-rà una contestazione contro i “bor -ghesi” che diverrà da allora rituale.Ora vediamo i due incanutiti e sor-ridenti, insieme, a ricordare: la voceufficiale dell’Italia di quegli anni, aisuoi esordi, e quella che rumorosa-mente la contestava.“Il viaggio” esalta il gusto per l’a-neddotica di Baudo. Il quale, tra-scorrendo gli anni, perde l’anticopotere e conquista la freschezza dol-ce degli anziani, che si guardano in-torno, curiosi e ansiosi di riscopriree ripetere un mondo dimenticato.

di Nanni Delbecchi

Noi non siamo soli. Ognuno di noiè parte di un cosmo che ci unisce

e il teatro è la prova vivente di tuttociò… Così parlò Pippo Franco, emersodal teleschermo nel cuore della nottecome per un sortilegio. Lo spettatoreinsonne, in dubbio se la vita sia unsogno, si dà un pizzicotto, ma Pipponon sparisce, resta con l’ostinazione ti-pica della realtà, continua a discorrere,a filosofare di vita, teatro e fratellanzaenergetica. Strano ma vero. Sembrache quell’ospite in primo piano parlida solo proprio mentre sostiene il con-trario, una specie di flusso di coscienzaalla Virginia Woolf; solo che è PippoFranco, indiscutibilmente Pippo Fran-co, tanto è vero che tra una conside-razione cosmologica e l’altra promuo-ve il suo prossimo show che debutteràalla Quercia del Tasso. Così arriva l’il-luminazione. Pippo Franco dice il ve-ro, anche lui, nonostante le apparenze,non è solo; ha davanti a sé Gigi Mar-zullo, risponde alle sue domande nellapenombra azzurrina del suo studio, èospite del programma Applausi, una

delle tante creazioni dell’offerta mar-zulliana. Si sapeva che Gigi, promossovicedirettore, a partire da giugnoavrebbe dovuto rinunciare ad apparirein video. Una specie di rivoluzione co-pernicana per la notte di Raiuno vistoche, con i suoi programmi che abbrac-ciano ogni branca dello scibile, l’uomovanta più presenze sul servizio pub-blico di Buffon in Nazionale. La nottedi Raiuno senza Marzullo. Possibile?Noi stessi stentavamo a crederlo e spe-ravamo in un miracolo.

EBBENE, IL MIRACOLO c’è stato. Sta-volta Tolomeo ha battuto Copernico.Mentre tutti si riempiono la bocca conla decrescita più o meno felice, Mar-zullo con un colpo di genio l’ha messain pratica, una decrescita felice, esta-tica, un capolavoro di gattopardismodove si dimostra che, davvero, less ism o re . Gigi da Avellino come Mies vander Rohe, anche meglio. L’assenza fi-sica lo rende ancor più presente: comese fossero voci di dentro, gli ospiti ri-spondono ai suoi leggendari tormen-toni sull’infanzia, la carriera, la fami-glia, il mistero della vita e della morte. E

volano alto. Ecco Bianca Guaccero,ospite martedì notte a S o t tovo ce : “C’è inme una grande dicotomia tra il mondodelle scienze e il mondo della lettera-tura…”. “La letteratura è la cosa che miha aiutata a sentirmi meno sola nellamia follia…” . “Ho anche una grandepassione per l’astronomia. Guardare ilcielo nella notte mi spinge a pensierimolto infiniti…”. Ed ecco il boudoirsimilfreudiano, l’atmosfera ovattata,l’album delle fotografie, la pianista chesuona la canzone del cuore, il sognoricorrente interpretato al telefono dallapsicologa…”Come sarà riuscito a ottenere così tantocon così poco? Azzardiamo una spie-gazione: dopo vent’anni di trattamentointensivo allo star system nostrano,Marzullo è come il Nerone di Petrolini,lui non deve più fare niente, gli ospitigli rendono omaggio in automaticoperché la marzullità è diventata una ca-tegoria dello spirito. E come sempre,quando c’è di mezzo lo spirito, apparirediventa superfluo. Pippo Franco ha ra-gione: non siamo soli. C’è sempre unMarzullo accanto a noi, e forse dentrodi noi, soprattutto se non lo vediamo.

Gli ascoltidi martedì

JUMP! STASERA MI TUFFOS p e t t a to r i 3,6 mln Share 18,45%BA L L A R ÒS p e t t a to r i 3,3 mln Share 1 5 ,0 5 %

IL RICHIAMO DELL’AFRICAS p e t t a to r i 2,7 mln Share 11,88%SQUADRA SPECIALE COBRA 11S p e t t a to r i 1,8 mln Share 7,9 9 %

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Borsa eMonete - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.40 Il Mammo "La vita èuna soap!" Telefilm

9.10 Alisa - Segui il tuocuore Soap

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 CentoVetrine Soap14.45 Il segreto Soap15.40 Pomeriggio Cinque

Attualità18.50 Avanti un altro Gioco

20.00 TG5 - Meteo.itInformazione

20.40 Paperissima SprintVarietà Condotto daGiorgia Palmas, VittorioBrumotti con il Gabibbo

21.10 Prima tvPupetta - Il coraggio ela passione "Quarta eultima puntata"Miniserie

23.15 TG5 Punto NotteAttualità

0.40 TG5 Notte - Meteo.itInformazione

1.10 Paperissima SprintVarietà Condotto daGiorgia Palmas, VittorioBrumotti con il Gabibbo(Repl.)

7.00 Tutto in famigliaTelefilm

7.50 I maghi di WaverlyTelefilm

8.40 Kyle XY Telefilm9.35 Gossip Girl Telefilm

11.30 Prima tv MediasetPretty Little Liars"La tempesta perfetta"Telefilm

12.25 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

13.00 Sport MediasetNotiziario sportivo

13.40 Cartoni animati15.00 Prima tv Naruto

Shippuden: Il Maestroe il Discepolo Cartonianimati

15.30 The Vampire Diaries"La storia si ripete"Telefilm

16.20 Smallville Telefilm17.45 Top One Gioco18.30 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione19.20 C.S.I. NY "Fallo

personale" "Taxi"Telefilm

21.10 2 Fast 2 Furious -Azione (Usa 2003). DiJohn Singleton, conPaul Walker, TyreseGibson

23.20 Amici per la morte -Azione (Usa 2003). DiAndrzej Bartkowiak,con Jet Li, DMX

1.20 Sport MediasetNotiziario sportivo

6.50 Chips Telefilm7.45 Charlie's Angels

Telefilm8.40 Pacific Blue Telefilm9.50 Carabinieri 7 Telefilm

10.50 Ricette all'italianaRubrica

11.30 TG4 Informazione12.00 Renegade "Pilota da

fuga" "Chicago Blues"Telefilm

14.00 TG4 Informazione14.45 Lo sportello di Forum

Real Tv15.30 Flikken coppia in giallo

"Il passato di Wolfs"Telefilm

16.35 My Life - Segreti epassioni Soap

16.45 Amore ritorna -Commedia (Usa 1961).Di Delbert Mann, conRock Hudson

18.55 TG4 Informazione19.35 Tempesta d'amore

Soap20.30 Quinta Colonna il

Quotidiano Attualità21.10 Speciale TG4 "La

guerra dei vent'anni - Loscontro finale" Attualità

23.05 I bellissimi di R4Rubrica

23.10 Infelici e contenti -Commedia (Ita 1992).Di Neri Parenti, conRenato Pozzetto, EzioGreggio

1.05 TG4 Night NewsInformazione

7.00 Omnibus - RassegnaStampa Attualità

7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus Attualità9.50 Coffee Break Attualità

11.00 Otto e mezzoAttualità (Repl.)

11.40 I menù di BenedettaRubrica (Replica)

12.30 Grey's AnatomyTelefilm

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco "Finchèmorte ci divida""Amore filiale" Telefilm

16.30 Suor Thérèse"Caduto dal cielo"Telefilm

18.10 The District "Un'altraopportunità" "GattoMatto" Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Servizio pubblico Più

"Una Vera Bufala: La truffa è servita?"Attualità

22.20 Videocracy - Basta ApparireDocumentario(Sve2009). Di Erik Gandini

23.55 Omnibus NotteAttualità

1.00 TG La7 SportInformazione

6.10 Unomattina caffèRubrica

6.30 TG1 Informazione6.45 Unomattina Estate

Attualità9.30 TG1 Flash Informazione9.35 Unomattina Talk

"Rifugiati politici"Talk show

10.00 TG1 Informazione10.20 Unomattina Ciao come

stai? Rubrica11.10 Road Italy Day by day

Rubrica11.20 Don Matteo 7 "Orma

d'orso" "La ragazzasenza nome" Telefilm

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Ho sposato uno sbirro 2

"Missione tata" Fiction15.05 Un'estate da ricordare -

Sentimentale (Can2012). Di Michael Scott,con Mia Kirshner

17.15 Estate in direttaAttualità

18.50 Reazione a catenaGioco

20.00 TG1 Informazione20.30 Calcio, Confederations

Cup 2013Gruppo B,Spagna - Tahiti (Dir.)

23.40 Calcio, ConfederationsCup 2013 Gruppo B,Nigeria - Uruguay (Dir.)

2.05 TG1 Notte - Che tempofa Informazione

2.10 Sottovoce Rubrica

7.30 Cartoon Flakes Ragazzicontenitore

9.00 Le sorelle McLeodTelefilm

10.25 TG2 Insieme Attualità11.25 Prima tv Il nostro

amico Charly Telefilm12.10 La nostra amica Robbie

"Senza respiro" Telefilm13.00 TG2 Giorno

Informazione14.00 Divieto di sosta -

L'Italia in movimentoRubrica

15.25 Blue Bloods "Criminaliin libertà" Telefilm

16.10 Prima tv Rai RevengeTelefilm

16.55 Prima tv GuardiaCostiera Telefilm

17.50 Rai TG Sport Notiziariosportivo

18.15 TG2 Informazione18.45 Senza traccia Telefilm19.35 Castle - Detective tra le

righe Telefilm20.30 TG2 - 20.30

Informazione21.05 Prima tv Lol:-) Sit com21.10 Prima tv Rai Piacere,

sono un po' incinta -Commedia (Usa 2010).Di Alan Poul, conJennifer Lopez

23.10 TG2 Informazione23.25 2Next - Economia e

Futuro "Ospite: DiegoDella Valle" Attualità

0.15 Close to home "L'uomoinvisibile" Telefilm

8.00 Agorà Attualità10.15 La Storia siamo noi

Documentario11.10 Buongiorno Elisir

"Orecchio" Attualità12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Le storie - Diario

italiano Attualità13.10 Prima tv Lena Soap

14.00 TG Regione - TG3Informazione

14.50 TGR Piazza AffariRubrica

15.00 Ponderosa "Jack Wolf "Telefilm

15.45 K-Pax - Da un altromondo - Drammatico(Usa 2001). Di IainSoftley, con KevinSpacey, Jeff Bridges

17.40 GEOMagazine 2013Documentario

19.00 TG3 - TG RegioneInformazione

20.00 Blob Varietà20.15 Celi, mio marito!

Rubrica20.35 Un posto al sole Soap21.05 Prima tv Law and

Order "Reality Show""Diritto di scelta" "Nelrispetto del privato"Telefilm

23.15 Ultima puntata delprogramma Rai 150anni La Storia siamonoi Documentario

0.00 TG3 Linea notteAttualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.05 X-Men - L'inizio SCH17.20 Bratz SCF17.25 Un giorno questo

dolore ti sarà utile SCU

17.25 Bar Sport SCC17.25 Terminator

Salvation SC117.35 Pazzo di te! SCP18.55 New Police Story SCM19.05 Cella 211 SCU19.05 Water Horse -

La leggenda degliabissi SCF

19.10 White Chicks SCC19.10 L'industriale SCP19.20 Prima o poi

mi sposo SCH19.25 Madagascar 3:

ricercati in EuropaSC1

21.00 Montecarlo Gran Casinò SCC

21.00 Honey SCF21.00 Spider-Man 3 SCM21.00 Love Training -

Lezioni d'amore SCP21.00 Gli intoccabili SCU21.10 Prima tv Resident Evil:

Retribution SC121.10 Rio SCH22.30 Hesher

è stato qui! SCU22.35 Piccole bugie

tra amici SCP22.40 Vittoria col cuore SCF22.45 I soliti idioti SCC22.50 Skyfall SC122.55 Real Steel SCH23.25 La maschera

di Zorro SCM

14.30 Golf, PGA EuropeanTour 2013 BMWInternational Open: 1agiornata (Diretta) SP2

16.00 Calcio, ConfederationsCup 2013 Gruppo A,da Fortaleza Brasile -Messico (Sintesi) SP1

17.00 Calcio, ConfederationsCup 2013 Gruppo A,da Fortaleza Brasile -Messico (Replica) SP1

18.15 Calcio, UEFA Champions League2012/2013 Ottavi difinale. Gara di andataCeltic - Juventus(Replica) SP3

19.00 Wrestling,g WWEExperience Ep. 51 SP2

20.15 Golf, Pro Tour 2013Friuli Venezia GiuliaOpen SP3

20.45 Golf, PGA EuropeanTour 2013 BMWInternational Open:1a giornata (R) SP3

21.00 Calcio, ConfederationsCup 2013 Gruppo A,da Recife Italia - Giap-pone (Replica) SP1

21.30 Basket, NBA2012/2013 Playoff.Finale. Gara 6 MiamiHeat - San AntonioSpurs (Replica) SP2

0.00 Calcio, ConfederationsCup 2013 Gruppo B,Spagna - Tahiti(Replica) SP1

I film Lo sportRadio3 Mondo: La giornata mondiale del rifugiatoIl numero di rifugiati e sfollati nel mondo è il più alto degli ultimi diciotto anni. Le cifre diffuse dalleNazioni Unite in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi sono impieto-se. A fine 2012 i rifugiati erano 45.1 milioni. Di questi, 15.4 milioni sono rifugiati, 937mila sonorichiedenti asilo e 28.8 milioni sono sfollati, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni purrimanendo nel loro Paese d’ origine. Le guerre restano la causa principale alla base della fuga, e ilconflitto siriano, tuttora in atto, alimenta il numero degli indiviudi e delle famiglie che cercano diavere salva la vita fuggendo in un paese straniero. Come fare per ridurre numeri così drammati-ci? Roberto Zichittella ne parla con Padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli per irifugiati, e con Ahmad Joyenda, direttore di Afghanistan Research and Ealutaion Unit.RADIO3 11.00

18 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 il Fatto Quotidiano

parentemente insignifican-ti, i fatti pesanti che, nel1969 delle università occu-pate, dell'autunno caldo edella strage nella banca, fi-nirono per cambiare lamappa fisica e antropolo-gica di Milano.Quel “t ra d i m e n to” non gli èancora stato perdonato, vi-sti i 16 anni di attesa dellesue nipoti Giulia e Giovan-na Borgese e di tutti queicittadini di Milano che han-no apprezzato la Camillagiornalista leggera e poiammirato la Camilla cheraccontava il Movimentostudentesco e le protesteoperaie, e smontava le falseverità ufficiali di una Mila-no diventata livida, teatroin bianco e nero di scontri

di Piergiovanni Alleva*

So bene che quello della“lettera aperta” è ungenere letterario pas-sato di moda, ma credo

di avere due ottime ragioni perfarvi ricorso. La prima è che sia-mo alla vigilia del più micidialeattacco mai portato ai diritti deilavoratori, e che nessuno sem-bra essersene accorto, perché ilgoverno Letta, che ne è l’autore,ed è espressione del Pd di cui seiSegretario, l’ha mascherato dasemplice misura di supporto al-l’occupazione giovanile. Si trat-ta in realtà della “liberalizzazio -ne” dei contratti a termine, os-sia della istituzionalizzazione egeneralizzazione del precariatocome normale – e ricattatoria –forma del rapporto di lavoro.La seconda ragione è che ho la-vorato con te per molti anni,quando eri Segretario dellaCgil, in qualità, per così dire, di“giuslavorista in capo” e ti hosempre sentito ripetere, in pub-blico e in privato, che il rilanciodell’economia e dell’occupazio -ne non passa dall’eliminazionedei diritti dei lavoratori, e, so-prattutto, dalla distruzione del-la loro dignità e riduzione a unostato di soggezione tramite li-cenziamenti “liberi” e precaria-to incontrollato. Hai sempre ri-marcato che è falso che licenzia-mento e precariato “liberi” au -mentino l’occupazione, che di-pende, invece, dalla politicaeconomica e dalla crescita delladomanda aggregata.Lo dimostra l’esempio dellaSpagna, che dopo aver liberaliz-zato i contratti a termine per i

giovani, ha visto aumentare ladisoccupazione giovanile benoltre il 50%, e lo ha dimostratoanche l’inutile manomissioneda parte del governo Mon-ti-Fornero dell’art. 18 dello Sta-tuto dei Lavoratori, che dopoun anno non ha creato neancheun posto di lavoro in più.Ma vediamo più da vicino la mi-cidiale proposta del governoLetta: in sostanza, i contratti dilavoro a termine diverrebbero“acausali” e senza limiti di ripe-tibilità per i giovani fino a 29 an-ni, mentre per gli altri il “primo”contratto a termine (che la ri-forma Fornero ha già reso“acausale” fino a 12 mesi) po-trebbe prolungarsi a 18, 24 mesio a chissà quando. “Acausale”significa che il termine automa-tico di scadenza potrebbe essereapposto anche senza una speci-fica causa, e cioè anche per farfronte a normali e continuativeesigenze produttive, e non sol-tanto quando ricorrano esigen-

ze temporanee. Ma chiediamo-ci, allora, perché il datore di la-voro, per sopperire a esigenzeproduttive continuative, do-vrebbe ricorrere non a contrattia tempo indeterminato, comesarebbe naturale, ma a contrattia termine, e perché le organiz-zazioni datoriali insistano tantoper introdurre questa anoma-lia.Semplice, perché il contratto atermine, a scadenza automaticae rinnovabile solo se il datore dilavoro lo vuole, gli conferisceuno strapotere contrattuale du-rante tutto lo svolgimento delrapporto, e mette di fatto fuorigioco lo Statuto del Lavoratori eogni altra legge protettiva, chenessun lavoratore precario ose-rà più invocare per timore di unmancato rinnovo. Non per nul-la un entusiastico plauso alla“proposta Letta” è venuto dauna schiera di eminenti giuristie avvocati di parte datoriale, chedella negazione e del contrastoverso i diritti dei lavoratori han-no fatto la loro professione,nonché la fonte di ingenti for-tune personali.

SE PASSERÀ la “Riforma Letta”(o Giovannini) tutte le nuove as-sunzioni saranno a termine, e ilprecariato sarà la condizionenormale dei lavoratori, privatidi tutela e di dignità. Né si dicache già oggi la maggioranza del-le assunzioni avviene mediantecontratti a termine o di lavorosomministrato: ciò è vero, macostituisce semplicementeun’illegalità di massa, perché al-meno l’80% di quei contratti èillegittimo, per carenza del pre-supposto di temporaneità delleesigenze produttive, e in ognimomento il lavoratore che vo-glia sottrarsi al ricatto, può de-nunziare in giudizio l’illegitti -mità, ottenendo la trasforma-zione del rapporto a tempo in-determinato. E nessuno lo sameglio di te, caro SegretarioEpifani, che hai sempre volutoche la Cgil disponesse di una ca-pillare rete di uffici vertenze le-gali, nei quali centinaia di bravi emotivati attivisti lottano ognigiorno contro l’illegalità. Puoi,dunque, come Segretario del Pd– da cui questa disastrosa pro-posta interamente dipende –consentire all’abolizione, nella

sostanza, del diritto del lavoro,che essa renderebbe, in concre-to, impraticabile per i lavoratoriormai totalmente precarizzati?In molti, moltissimi, speriamo ecrediamo che non lo permette-rai, che farai decadere, anchemettendoti in gioco personal-mente, la proposta governativadi “acausalità” dei contratti a ter-mine che, tra l’altro, viola pla-tealmente la Direttiva europea n.1999/70, la quale richiede, per laloro legittimità, che siano “deter -minati da condizioni obiettive”.Ribadisco che alla presentazio-ne del decreto da parte del mi-nistro Giovannini mancano po-che ore: bisogna, dunque, schie-rarsi e agire adesso.

* Responsabile della consultagiuridica della Cgil

LETTERA APERTA

SECONDO TEMPO

PIOVONO PIETRE

Camilla Ce d e r n a :a Milano c’è un giardino

NORDISTI

PRECARI PER LEGGE

Il governo, espressione

del Pd di cui sei Segretario,

sta per varare un micidiale

e mai visto attacco ai diritti

dei lavoratori dipendenti

Ti chiediamo di impedirlo

RICORDO TARDIVO

La città guidata da

Letizia Moratti le aveva

negato un omaggio

Non aveva perdonato

la svolta “civile”della

giornalista mondana

Guglielmo Epifani, segretario Pd La Pre ss e

di Gianni Barbacetto

n CI SONO voluti 16 anni,ma alla fine Milano ce l'hafatta a rendere omaggio aCamilla Cederna. Alla gior-nalista è stato dedicato ilgiardino di largo Richini,davanti all'università Stata-le. C'è voluto l'impegno diStefano Boeri, assessore al-la Cultura fino a poche set-timane fa, per far cadere iveti ideologici che avevanobloccato le pratiche, avvia-te tanto tempo fa, per in-titolarle una via o un giar-dino in città.L'amministrazione guidatadal sindaco Letizia Morattinon aveva voluto rendereomaggio alla giornalista,scomparsa nel 1997. Nongli aveva perdonato la suasvolta civile, dopo il 1968,quando la Camilla dellesplendide cronache mon-dane del “Lato debole” (lasua celeberrima rubricasull'E s p re ss o, quando anco-ra non sapevamo che cosasarebbe diventato il “go s-s i p”) si era trasformata nel-la giornalista d'inchiestache aveva affrontato lastrage di piazza Fontana, lamorte dell'anarchico PinoPinelli, la carriera e le gestadel presidente della Repub-blica Giovanni Leone e delsuo cerchio magico.La gustosa cronista leggerache raccontava dall'internola borghesia milanese pas-sata attraverso il boomeconomico venne ripudiatada quella borghesia che laritenne una “t ra d i t r i ce ”, perla sua meticolosa curiositàche la portava a narrare,con prosa leggera e prodi-giosa capacità di cogliere edescrivere i particolari ap-

feroci. A scoprire la targa(“Giardino Camilla Ceder-na”) in largo Richini nonc'era il sindaco, Giuliano Pi-sapia, ma il nuovo assesso-re alla Cultura, Filippo DelCorno: “Sono fiero di averportato a termine l'impe-gno di chi mi ha preceduto,perché in un momento dif-ficile della storia di Milano,Camilla Cederna non hamai perso la bussola di ognivero giornalista, la ricercadella verità”.

n DURANTE la piccola ce-rimonia che le ha dedicatoil giardino, lunedì scorso,Nando dalla Chiesa ha ri-cordato la Camilla degli an-ni Ottanta, che nella Mila-no da bere aderiva con ge-nerosità al circolo Societàcivile, prima forma d'impe-gno civico tutto fuori dal si-stema dei partiti e dal giocodelle ideologie del Nove-cento. E che all'apertura delmaxi-processo di Palermo– che per la prima volta por-tava a giudizio i boss di Co-sa nostra, arrivando poi allecondanne – dopo una tele-fonata in cui Nando le rac-contava le difficoltà di tantifamigliari delle vittime apartecipare a quel proces-so, senza che nessuno leavesse chiesto niente si im-pegnò nella ricerca di fondiche permisero per la primavolta alle vittime della ma-fia di costituirsi parte civilein un processo lontano, co-stoso, difficile.Ora, i milanesi che passe-ranno per quel giardino, glistudenti che si siederannosulle sue panchine, hannoun motivo in più per ricor-dare Camilla e andare allaricerca dei suoi libri.

Caro Epifani, cosìrinneghi te stesso

di Alessandro Robecchi

Èpossibile che non esista nulla di più sta-bile di un equilibrio precario. Tipo il

governo Letta, per dire. È a termine. No. Sì.Vedremo. Dipende. 18 mesi. No. 22. No.20 più Iva. No. Il tempo di fare le riforme. Eavanti così a piacere e secondo le sugge-stioni del momento, i ghiribizzi contin-genti, le più estemporanee riflessioni, eanalisi politiche, e letture di fondi del caffè.Ogni tanto si sgancia qualche numero pertirar su il morale a tutti. Tipo: 100 mila po-sti per i giovani! Wow! Se ne parla e se nescrive per un quarto d’ora e poi tutto tornanell’oblio, mentre i dati economici – quelliveri – arrivano puntuali come bollettini diguerra, modello Caporetto.A sostenere il governo Letta sono due forzepolitiche (al netto dei montiani, povere be-stie) che cordialmente si detestano da de-cenni pur sostenendosi a vicenda. La sta-bilità del governo Letta sarebbe dunque as-sicurata da due fattori. Fattore a: il Pdesprime il capo del governo ed è costretto adifenderlo pur cosciente dei mal di panciadella sua base. Fattore b: Berlusconi sostie-ne il governo Letta perché spera che fin-gendosi buono e gentile la magistratura glifaccia qualche sconticino in nome della“pacificazione” (come diceva lunedì Strac-quadanio intervistato su questo giornale,con candore degno di Heidi, mancavano

solo le capretteche fanno ciao).Insomma, i co-niugi non si ama-no, ma il divorzionon conviene anessuno, è sco-modo, costoso enon si sa dove siandrebbe a finire.Intanto, ognunovuol dare segnalivisibili di esisten-za in vita. E così,con scadenza quasi quotidiana, da unaparte e dall’altra si tira una granata verso ilgoverno Letta, tanto per non perdere l’e-sercizio. Nel Pd qualcuno si mette in testaun’idea meravigliosa, tipo fare un governocon la sinistra e parte dei grillini. Sasso ti-rato e mano subito nascosta: no, no, il so-stegno a Letta non è in discussione. Meglioancora fa il Pdl. Prima l’Imu, poi l’Iva, poiBrunetta lasciato libero senza catena némuseruola, poi la faccenda di sforare il pat-to europeo (da loro stessi votato con gran-de dispiego di propaganda).

CHE SONO tutti missili terra-aria contro ilgoverno Letta, al quale però dopo due mi-nuti si rivolgono grandi attestati di stima,sostegno, solidarietà, cioccolatini, coccolee sorrisi, e “abbiamo scherzato”. La situa-

zione è dunque perfetta. C’è ungoverno virtuale che si barcame-na sostenuto da gente che dicebianco all’ora di pranzo, nero al-l’ora di cena, poi di nuovo bian-co, poi di nuovo nero. E c’è unacampagna elettorale costante,ma virtuale pure quella, chesembra far tanto rumore, mamissili veri non ne lancia, spara asalve, fa ammuina, strappa qual-che titolone di giornale che ilgiorno dopo si sono scordati tut-ti, e si accinge a ricominciare

daccapo.In sostanza, ciò che veramente sostiene ilgoverno Letta è la sua inconsistenza, unitaall’inconsistenza di chi lo sostiene e al tem-po stesso minaccia di farlo cadere. Un olo-gramma, tanto vaporoso e inafferrabile daandare bene a tutti e andare male a tutti.Non sufficientemente bene da rivendicar-ne con orgoglio l’azione, non sufficiente-mente male da farlo cascare. Milioni di la-voratori italiani vi potranno spiegare chenon c’è nulla di più stabile del precariato, ealmeno in questo bisogna dare atto al go-verno di rispecchiare abbastanza fedel-mente il paese: un contrattino a termine,poi un altro, poi un altro, poi un altro, e cosìall’infinito. Ecco, appunto: niente di piùstabile di un equilibrio precario.

@AlRobecchi

MISSILI QUOTIDIANI

C’è un esecutivo virtuale

sostenuto da gente

che dice bianco all’ora

di pranzo, nero all’ora

di cena, poi di nuovo

bianco, poi di nuovo nero

La durata del governo Le t t asta scritta nei fondi del caffè

Camilla Cederna La Pre ss e

19il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

L’uovo di Colomboe il cono di Letta

Colombo riuscì a tenere inpiedi un uovo, il famoso“uovo di colombo”. Lettavorrebbe tenere in piediun cono poggiato sullapunta. Nel decreto del farec’è un capitolo quello deicinque miliardi “per rin-novo macchinari” che èun tentativo molto similea quello del Cono. Infattiperché un’industriale do-vrebbe rinnovare i mac-chinari quando il mercatoè in caduta verticale? Il co-no si deve rovesciare, pog-giarlo sulla sua base natu-rale stimolando i consumied il potere d’acquisto. Poisi pensa alla produttività.Il prossimo decreto lochiameremo del “rifare”ovvero del rovesciare ilcono rovesciato.

Francesco Degni

Nessuno tocchila nostra Costituzione

Sono terrorizzata all’ideache questo governo vogliacambiare la nostra Costi-tuzione. Che questo sia fat-to da saggi, tecnici o poli-tici non la devono toccare,è perfetta così com’è. An-che perché non ne hannocomunque nessun rispet-to, sono tutti pronti a direche è “anticostituzionale”quando si tratta di toccare iloro privilegi (es. impostaper redditi alti), ma nonquando si tratta di toglierei nostri diritti (es. lavoro opensione). Quindi non so-no nemmeno degni dipensare di cambiarne unaparola, la lascino stare inattesa di tempi migliori epersone più oneste.

Monica Stanghellini

Bersani ha fattoil suo tempo

Mi sento completamentea mio agio nel Pd, anche seritengo che il nostroex-segretario Pier LuigiBersani abbia fatto il suotempo. Non potremo faremolti progressi, se - dopoil suo passo di lato - con-tinueremo a guardare alui. Ora il Pd sta rapida-mente riconquistandoconsensi, perché gli elet-tori, anche grazie al presti-gio rapidamente conqui-stato dal Presidente del

Consiglio Enrico Letta,possono effettivamentesperare nel Cambiamen-to. Per fortuna, abbiamonel partito molte persona-lità di prestigio e moltigiovani preparati, unanuova classe dirigente chechiede spazio, in grado diottenere il più ampio con-senso degli elettori, comesi è visto nelle recenti am-ministrative e nelle regio-nali del Friuli. Non chiu-diamo loro la strada, senon vogliamo ridurci adun grande partito del pas-sato, che ha rinunciato, innome dell’“usato sicuro”al suo futuro.

Roberto Cesari

Bisogna diminuireil cuneo fiscale

È una situazione difficilequella in cui versa l’e c o-nomia nazionale. An-drebbe ridotto il cuneofiscale. L’eccessivo cu-neo fiscale - cioè la diffe-renza tra quanto pagatodal datore di lavoro equanto incassato effetti-vamente dal lavoratore,essendo il restante im-porto versato al fisco eagli enti di previdenza epensionistici tramite im-poste contributive - pe-nalizza tanto le impresetanto i lavoratori che,pur costando più dei lorocolleghi tedeschi o fran-cesi, guadagnano meno.Quindi per rimettere inmoto l’economia occor-

re immettere liquiditànel sistema produttivo emettere più soldi in ma-no alle famiglie, in mododa riattivare i consumi.Solo rilanciando la do-manda interna e aumen-tando la competitività siuscirà dalla crisi. E si de-ve dare più potere d’a c-quisto alle famiglie ita-liane, tagliando il cuneofiscale, anche se questocomporterà certamenteun costo elevato per lecasse dello Stato perché,non differentemente daquanto accade per l’Iva el’Imu, occorrerà poi tro-vare il modo di compen-sare le mancate entrare

fiscali che deriverannoda questo intervento.

Mario Pulimanti

L’espulsione dellasenatrice Gambaro

La senatrice Gambaro adistanza di poco più di tremesi dal suo insediamen-to in Parlamento ha attri-buito a Beppe Grillo il fal-limento delle elezioniamministrative dovutosecondo la sua ottica aitoni duri del suo blog chelei peraltro non condivi-de. Leggo sul Sole 24 Ore“che si sente frastornata”e che “trova in effetti que-sta modalità (la decisionesul blog di espellerla o no)strana”. Mi chiedo a que-sto punto, ma, la senatri-ce ha mai letto il blog di

Grillo? (I toni dei suoi po-st sono sempre gli stessida anni: gli zombie, gar-gamella, morfeo ecc.) iopenso di no .Il rimetteretutto alla rete è una mo-dalità che conoscono tut-ti mentre la senatrice pareche se ne accorga soloadesso,e allora? Allorapenso che la nostra invecedi chiedere le scuse diGrillo debba chiederescusa ai milioni di cittadi-ni italiani che hanno vo-tato il Movimento e chemai avrebbero pensatoche una loro rappresen-tante fosse così, “i m p r o v-visata” così incoerente ecosi poco informata co-me la senatrice in que-stione. O molto furba?

Tina Aprile

CARO FURIO COLOMBO, ma chi èEnrico Letta che, da vicesegretario tut-tora in carica del Pd, fa il primo ministrocon il vice Alfano in Berlusconi? I voti e ilmandato di uno dei suoi due incarichisono l’opposto all’altro. In più non si ca-pisce se obbedisca (a chi?) o comandi(a chi?). Mi può aiutare?

Pi n o

IN EFFETTI, tutti prendono per naturalee scontato un gruppo di fatti che non sonoaffatto normali. Non è normale che il nu-mero due di un partito vada a fare il nu-mero uno di un governo (che non è il go-verno del suo partito) mentre al suo nume-ro uno viene tolta non solo la possibilità digovernare, ma anche quella di restare lea-der del partito. E così il numero due si tieneil suo posto nel partito (in cui invece vienenominato un altro numero uno) e va aguidare un governo che è l’opposto di quel-lo presentato agli elettori dal suo ex capo,una promessa che aveva fruttato la piccolavittoria di cui stiamo parlando. Dunque, apensarci bene, Enrico Letta, con la suaaria da dottorando che già insegna qual-che corso e partecipa, con apparente mi-tezza e pericolosa precisione, alle commis-sioni d’esame, ha fatto qualcosa di straor-dinario, saltando due caselle in avanti,mentre rimane fermo nel suo posto all’in-dietro. Come se non bastasse, appena diceuna cosa, qualunque cosa, con il suo tonosaggio e di buon senso, tutti lo lodano, o al-meno riconoscono che “sta lavorando be-

ne”. Non vi viene in mente Clark Kent, ilmite, impiegatizio alter ego di Superman?Anche lui sembra un dottorando con i do-vuti occhiali, ma all'occorrenza è una for-za della natura. Tanto è vero che, con ap-parente gentilezza, governa un governo dicaimani (che hanno già mangiato, maniente lacrime) e di “italianieuropei” chesanno tutto, con esattezza, un po’ prima eche ricevono sempre il dovuto riconosci-mento perché sono intelligenti. Più un as-sortimento vario di brave persone dell’unae dell’altra denominazione di cui si parla ilmeno possibile. Clark Kent, come ricorda-no coloro che hanno amato il celebre fu-metto, qualche volta riceve una botta, unaspinta, un po’ di sarcasmo da qualcunoche ignora la vera identità e approfitta del-l’essere (di sembrare) molto più forte. Manoi, che sappiamo tutto di questa storia,siamo in attesa del momento in cui il ra-gazzo con gli occhiali indosserà la calza-maglia blu con la iniziale gigante, e spaz-zerà via con un soffio i suoi avversari. Ameno che ci sia kriptonite nei dintorni.Provvede, di solito, a portarla vicino a Su-perman qualche finto alleato con la facciainsospettabile, tipo Quagliariello. E cosìnon ci resta che sostare in attesa dell’uno odell’altro momento. A meno che questoClark Kent sia soltanto il mite ragazzo congli occhiali e la storia finisca qui.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Enr icoLetta comeClark Kent

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DIRITTO DI REPLICA

La Russa, Berlusconie Gheddafi

L’articolo de “Il Fatto” del13 giugno mi era sfuggito.L’articolo si chiede se siaverosimile che Berlusconiabbia mai potuto chiedereai servizi segreti “di ucci-dere ”Gheddafi. StefanoFeltri, che di solito è atten-dibile, mi attribuisce lafrase “Non venivano certoa raccontarlo a me ma èpossibile. Berlusconi erapreoccupato…” . Credoche il giornalista potrà fa-cilmente ricordare che ri-spondendo ad una sua te-lefonata io abbia invece“escluso tassativamente diavere mai sentito, anchecome prima ipotesi, qual-

cosa del genere e che lastessa mi sembrava incre-dibile. Alla “insistenza”del giornalista che michiedeva chi potesse sape-re qualcosa in propositogli ho detto che non pote-vo aiutarlo e anzi testual-mente “smetterei questainutile ricerca perché o èfalsa come credo o nessu-no in ogni caso te la con-fermerebbe”. Quello chemi preme sottolineare èche mai ho pensato né tan-tomeno detto la frase vir-golettata “Non venivanocerto a raccontarlo a me,ma è possibile”. Sono sicu-ro che Stefano Feltri se loricorderà. Oltretutto pen-so che al ministro della Di-fesa una cosa del generel’avrebbero in qualche

modo almeno sussurrata.Motivo per cui possoescluderla.

Ignazio La Russa

La cortese lettera di LaRussa conferma, con mag-giori dettagli e sfumature,quanto avevo sintetizzatosul giornale: che la richie-sta, per quanto bizzarrasenza seguito, ci poteva es-sere stata ma che lui da mi-nistro della Difesa non neera mai stato informato inalcun modo. Comunqueda La Russa non cercavoconferme, ma solo un com-mento, visto che la fontedella notizia da me ripor-tata non era sospettabile diessere poco informata opropensa alla millanteria.

Ste. Fel.

Rotelli: sono ospedalinon cliniche

In riferimento all’articolo“Rotelli si ritira, il Corserapassa di mano. Ma a chi?”,le segnalo una doverosaprecisazione, in relazionealla definizione di Giu-seppe Rotelli, quale “redelle cliniche”. Tale defi-nizione non tiene contodel fatto che il professorRotelli rappresenta il piùgrande e importantegruppo ospedaliero delnostro Paese con 18 ospe-dali e una casa di cura pri-vata. Non corrisponde in-fatti alla realtà medica escientifica definire “clini-che” ospedali con 300/400posti letto, dotati di dipar-timenti di urgenza e emer-genza quali il PoliclinicoSan Donato, l’Istituto Or-topedico Galeazzi, il Poli-clinico San Pietro e il Po-liclinico San Marco diBergamo, le tre struttureospedaliere di Brescia el’ospedale San Raffaele diMilano da poco acquisitodal Gruppo. Le saremmoquindi grati se volesse uti-lizzare la definizione di“ospedale” anziché “clini-ca”, e, se possibile, non de-finire il professor Rotelli“re delle cliniche”.

Sara BoldrinUfficio Stampa Gruppo

Ospedaliero San Donato