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Politiche microeconomiche Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome

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Politiche microeconomiche

Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma

Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome

La politica microeconomica

• Mira a realizzare obiettivi di efficienza ed equità operando (a seconda dei casi) per:

– Assicurare esistenza e funzionamento dei mercati

– Correggere i fallimenti del mercato

– Correggere la distribuzione del reddito e fornire i beni meritori (fallimenti del mercato in senso lato)

• Nota: rivedere i lucidi dei fallimenti microeconomici!

Prima parte

Assicurare esistenza e funzionamento dei mercati

Nozick: lo stato “minimale”

• Mercato → esercizio dei diritti individuali • Il compito fondamentale dello Stato non è quello

di perseguire forme di eguaglianza sostanziale (Stato sociale), ma di limitarsi unicamente a quelle di eguaglianza formale (Stato liberale)

• Lo stato deve limitarsi ad alcuni compiti minimi: – attribuzione diritti – difesa – giustizia

• Queste minime attività comportano comunque costi (finanziati con tassazione)

Diritti di proprietà

• I diritti di proprietà hanno rilevanza per efficienza (Coase), ma anche per equità (effetti distributivi)

– Specifica area di rilevanza per i diritti di proprietà: Governo societario (corporate governance): poteri di azionisti di maggioranza, di minoranza e gruppo di controllo, manager

• Non è importante soltanto l’attribuzione astratta, ma anche la garanzia del loro rispetto

Stato liberale: fondamenti

• Stato liberale si fonda sull’idea che – Il sistema capitalistico sia efficiente: assenza di

fallimenti del mercato (visione radicale)

– Che lo Stato sia inefficiente nel correggere le imperfezioni: fallimenti dello stato

• Comunque, accordo generale su due funzioni minime che uno Stato dovrebbe svolgere – 1) garantire l'esercizio della proprietà

– 2) assicurare il funzionamento del mercato

Seconda parte

Correggere fallimenti del mercato

Interventi microeconomici

• Imposte e sussidi (disincentivare/incentivare)

• Regolamentazione

– Politiche di supporto alla concorrenza

– Legislazione antimonopolistica

– In presenza di esternalità …

• Controllo dei prezzi

• Produzione pubblica (impresa pubblica)

• Attribuzione dei diritti di proprietà

Incentivi e disincentivi

• Servono a alterare i comportamenti per favorire la realizzazione dell’efficienza (o dell'equità)

• Sono imposte positive o negative e sussidi • Esempi di sussidi delle imprese:

– Credito di imposta – Contributo in conto interessi – Contributo in conto capitale

• Possibile traslazione. Ad esempio nel caso delle delle imposte: differenza tra soggetto “percosso” e “inciso”

Regolamentazione

• Controllo diretto dello stato (o altro ente pubblico) sul comportamento di operatori privati.

• Riguarda sia attività legislativa sia amministrativa. • Ha specifici ambiti di applicazione. Obiettivi:

– Favorire innovazione – Difesa e disciplina della concorrenza – Controllo esternalità (negative e positive)

• Forme di regolamentazione (esempi) – Diritti d’autore, brevetti; Ambiente; Entrata e concorrenza

effettiva; legislazione antimonopolistica; Tariffe e prezzi; Informazione dei consumatori e qualità dei prodotti

Regolamentazione: Rischi

• Controllo diretto dello stato (o altro ente pubblico) sul comportamento di operatori privati.

• Riguarda sia attività legislativa sia amministrativa. • Rischi della regolamentazione

– Favorire interessi sezionali – Tariffe a favore dei produttori invece che dei

consumatori (lobby) – Diritti d’autore che ostacolano la diffusione della

conoscenza – Licenze e protezione dalla concorrenza

Controllo dei prezzi

• Obiettivi

– Fissare prezzi minimi (proteggere i redditi)

– Fissare prezzi massimi (politica anti monopolistica)

• Non è alternativa alla legislazione anti-monopolistica

Modalità di attuazione

• Si consideri che: – Prezzo = costo medio + margine unitario di profitto – Margine profitto = tasso di rendimento х capitale investito

• Si può fissare: a) Il margine di profitto b) Il tasso di rendimento sul capitale (profitto/capitale) c) Il prezzo massimo (price cap)

• Problemi – Con a) le imprese possono gonfiare i costi medi – Con b) sovracapitalizzazione (effetto Averch-Johnson) – Con c) occorrono informazioni molto attendibili sui costi.

Versione dinamica del price cap

• Si consente l’aumento del prezzo secondo la formula: – tasso di inflazione meno miglioramento previsto della

produttività

• Problema di fondo: – Perché il controllo dei prezzi riduca gli extraprofitti

senza scoraggiare l’investimento occorre informazione accurata sui costi delle imprese

– Per limitare le asimmetrie informative si ricorre alla yardstick competition (confronto di performance e costi di più imprese → benchmark *doccia fredda / fine-tuning])

Impresa pubblica

• Può raggiungere in linea di principio molti obiettivi di politica economica – Nei mercati monopolistici può astenersi dal

perseguire extra-profitti

– Produrre i beni pubblici

• Da alcuni anni si è molto ridotta l’estensione delle imprese pubbliche (privatizzazioni)

• Una delle ragioni: la sua inefficienza (vera o presunta)

Inefficienze vere e presunte

• Perdite con monopolio naturale → non inefficienza – Costi medi decrescenti → perdite per efficienza allocativa – Le imprese pubbliche possono assicurare l’efficienza in

settori che non riescono a combinare efficienza e profitti – Spesso operano nei settori meno redditizi, disertati dai

privati. Esempio: servizio universale della posta o rami secchi delle ferrovie

• Cause di inefficienza vere: – Incentivi “perversi” del management; Clientelismo;

Trasferimento dei costi eccessivi sui privati; Assenza vincolo di bilancio; Numero eccessivo di obiettivi e scarsa trasparenza; Debole capacità di innovazione

Impresa pubblica e privata

• Confronto con le imprese private

– Esperienza italiana: diverse fasi (peggioramento dopo gli anni ’70)

• Preferibile regolamentare le imprese private piuttosto che ricorrere all’impresa pubblica?

– Problema il “regolatore” potrebbe avere incentivi distorti (“cattura” del regolatore)

– Conta la “qualità” della burocrazia

Impresa pubblica e privata

• Confronto con le imprese private

– Esperienza italiana: diverse fasi (peggioramento dopo gli anni ’70)

• Preferibile regolamentare le imprese private piuttosto che ricorrere all’impresa pubblica?

– Problema il “regolatore” potrebbe avere incentivi distorti (“cattura” del regolatore).

– Conta la “qualità” della burocrazia.

Per che vuole approfondire, ma non per l’esame!

Interventi microeconomici mirati

• Mercati non concorrenziali – Politiche per la concorrenza (effettiva e potenziale) – Legislazione antimonopolistica

• Monopolio naturale, beni pubblici, asimmetrie informative – Produzione pubblica – Sussidi/Regolamentazione

• Esternalità – Regolamentazione – Imposte (o sussidi) piguviane – Attribuzione dei diritti di proprietà

Politiche di supporto alla concorrenza

• La concorrenza nei mercati può essere:

– Potenziale (contendibilità)

– Effettiva

Politiche di supporto alla concorrenza

• La concorrenza nei mercati può essere:

– Potenziale (contendibilità)

• Rimuovere ostacoli a entrata e uscita dal mercato

• Controllare le attività strategiche delle imprese

• Problema: difficile azzerare i costi irrecuperabili.

– Effettiva

Esempio: Caso Microsoft

• La Microsoft detiene l’80% del potere di mercato dei sistemi operativi grazie a Windows

• Tuttavia essa sostiene di non poter praticare un prezzo di monopolio a causa dei concorrenti, dei potenziali entranti, della possibilità che i consumatori continuino ad utilizzare le vecchie versioni del software

• Sostiene che la quota di mercato da monopolista non corrisponda ad un effettivo potere di monopolio

• Questa distinzione è basata sul fatto che il software è un bene durevole, le vendite correnti subiscono la concorrenza di quelle passate

Politiche di supporto alla concorrenza

• La concorrenza nei mercati può essere: – Potenziale (contendibilità) – Effettiva

a) Suddividere il monopolio in (molte) imprese indipendenti • Monopolista costretto a dividersi in più imprese indipendenti

(AT&T, 1982 – Microsoft, 2000). • Problema: le imprese in cui si divide il monopolio possono avere

costi medi più elevati (sub additività).

b) “Concorrenza per il mercato” (franchising) • Monopolista chi offre di più in un’asta (es.: licenze UMTS). • Obiettivo: far pagare anticipatamente al monopolista una somma

il più possibile vicina alla rendita che otterrà. • Problemi: rischio di collusione / disegnare aste efficaci

Esempio: servizi di pubblica utilità

• Nel campo dei servizi di pubblica utilità, in Europa

– misure per estendere le aree di mercato dove far operare la concorrenza (favorendo nuove entrate, disaggregando produttori in posizioni dominanti)

– autorità di regolamentazione

• Ad esempio, in Italia sono operative dal 1997 due importanti autorità indipendenti. Autorità per

– l’Energia Elettrica e il Gas www.autorita.energia.it

– le Garanzie nelle Comunicazioni www.agcom.it

Legislazione anti-monopolistica

• Obiettivi: – Tutelare la libertà economica

– Controllare il potere economico e politico

– Accrescere l’efficienza allocativa

• Rispetto all’efficienza allocativa: – Evitare accordi o intese tra imprese oligopolistiche

– Evitare abuso di posizione dominante

– Evitare fusioni o acquisizioni di controllo (takeover) che riducano la concorrenza

La legislazione antimonopolistica

• Nata negli Stati Uniti (Sherman Act, 1890) • Europa: nel trattato istitutivo 1960 (art. 81, 82, 88) • Introdotta in Italia soltanto nel 1990

– La normativa comunitaria prevale su quelle nazionali. Si occupa solo di casi rilevanti per il commercio tra gli stati membri (sostanzialmente escluso il settore dei servizi), purché’ di dimensione superiore ad una soglia minima

– La normativa italiana è complementare a quella comunitaria (più di quella francese e britannica, orientate a difendere le grandi imprese nazionali)

– L’applicazione della legge → autorità garante per concorrenza e mercato (anti trust) salvo che per il credito (Banca d'Italia)

La legislazione comunitaria

• Per sanzionare le imprese si tiene conto di – Mercato rilevante (aspetti merceologici, geografici,

soprattutto: sostituibilità della domanda) – Posizione dominante (capacità effettiva di tenere

comportamenti non concorrenziali – elementi oggettivi) – Abuso di posizione dominante (elementi soggettivi) – Divieto di aiuti di stato (falsano la concorrenza) – Vietati aiuti alle esportazioni o a investimenti

• Permessi – Aiuti regionali (aree depresse) – Aiuti orizzontali (specifiche attività: ricerca e sviluppo) – Aiuti settoriali (settori ben individuati)

Esempio: interlocking directorates

• Esempio: il reticolo delle Assicurazioni (2004) – Negli USA il Clayton Act proibisce l’ interlocking directorates per

le imprese che operano nello stesso settore

(Fonte Carbonai, Di Bartolomeo, 2006)

Un altro esempio

Il “social network” dei consigli d’amministrazione delle società italiane quotate Fonte Casaleggio Associati (2004 )

Random pricing vs price discrimination

Monopolio naturale regolato e non

• Che cosa possono fare le politiche pubbliche? Ci sono due risposte comuni… 1. Una è la proprietà pubblica, anche se le imprese

pubbliche possono essere mal gestite. 2. Un’altra risposta sempre più comune è la

regolamentazione dei prezzi. Un prezzo massimo imposto su un monopolista non crea scarsità se non è fissato ad un livello troppo basso.

• Resta sempre aperta l’opzione di non fare nulla; il monopolio è negativo, ma la cura può essere peggiore della malattia.

Esternalità, beni pubblici: politiche

• Esternalità → divergenza tra costo privato e costo sociale (o tra utilità privata e utilità sociale) a causa di costi (o benefici) esterni.

• Consideriamo solo le esternalità negative

• Le politiche in caso di esternalità – Tassazione pigouviana / sussidi come incentivi

all’eliminazione delle diseconomie

– Permessi (o diritti) negoziabili

– Regolamentazione (comando e controllo)

Tassazione pigouviana

• Consiste nel rendere costosa l'attività che genera esternalità in modo da “scoraggiarla”, rendendo conveniente il comportamento socialmente efficiente.

• Similmente i sussidi possono essere usati per rendere meno costose attività che generano esternalità positive (benficio privato netto < sociale) in modo tale da incoraggiarle.

Pigou

Permessi Negoziabili

• Si crea il mercato dell'attività che genera esternalità negative – chi le genera deve disporre di un permesso, che –

salvo assegnazioni gratuite – dovrà “comprare” in un apposito mercato

– La quantità complessiva di permessi è decisa dall'autorità politica e dovrebbe corrispondere all’ottima produzione o emissione di esternalità

• Usati per l’applicazione dell’accordo di Kyoto del 1997 sulla riduzione delle emissioni di gas serra

• Fondamento teorico: Teorema di Coase

Coase

Regolamentazione

• Si impongono norme rigide e si controlla che siano rispettate. Le norme sono dirette a vietare i comportamenti che generano esternalità negative e in genere consistono nella fissazione di standard quantitativi da rispettare

• Se sono disponibili tutte le informazioni: tasse (o sussidi o permessi negoziabili) possono essere equivalenti

• In assenza: la regolamentazione è meno efficiente. A parità di riduzione dell’esternalità può costare di più alle imprese

Valutazione e confronti

• Con regolamentazione e permessi negoziabili si è più certi dell’ottenimento del risultato (esempio: determinata riduzione dell’inquinamento); con le tasse ognuno si comporta come meglio ritiene

• Tasse e permessi consentono di ottenere determinati risultati (esempio: data riduzione inquinamento) con minori costi complessivi per coloro che devono cambiare comportamento (cost effectiveness).

• Problemi seri di coordinamento internazionale in presenza di problemi ambientali globali e più in generale di beni pubblici globali (o beni comuni transnazionali)

Produzione di beni pubblici

• Problemi con il finanziamento e produzione beni pubblici

– Livello della produzione

– Finanziamento della produzione

– Soggetto che produce (produzione effettiva)

Produzione di beni pubblici

• Problemi con il finanziamento e produzione beni pubblici – Livello della produzione – Finanziamento della produzione – Soggetto che produce (produzione effettiva)

• Rispetto ai primi due punti (connessi: free riding) – Ricorso a metodi per determinare la “disponibilità a

pagare” per il bene pubblico e quindi la quantità da produrre (dati i costi)

– Attribuzione del compito di finanziare la produzione a qualche soggetto pubblico

Produzione di beni pubblici

• Problemi con il finanziamento e produzione beni pubblici – Livello della produzione – Finanziamento della produzione – Soggetto che produce (produzione effettiva)

• Rispetto al terzo punto – Il soggetto che finanzia non deve necessariamente

coincidere con quello che produce Impresa pubblica o privata?

– Rilevanza anche dalla capacità di controllo del pubblico sull'attività del privato

Politiche di second best Distorcere l’economia per curare le distorsioni!

Il problema di Patrizio

Politiche di second best

• Un po’ più seriamente… Distorcere l’economia per curare le distorsioni?

• No distorsioni → first best, ma non è detto che molte distorsioni siano peggio di poche

• Se non si possono eliminare tutte, un provvedimento inefficiente può migliorare il benessere correggendo un’altra inefficienza – Esempio: Agevolare con sussidi un’impresa è

distorsivo, ma può allentare le inefficienze dei mercati finanziari consentire e consentire una maggiore crescita nel medio periodo

Esempio (più complicato)

• L’introduzione di un dazio protettivo in un settore X: – Effetti: P rel. (PX/PY) ↑, prod. ↑, cons.↓, gettito ↑, import. ↓

– Come vedremo è distorsiva (riduce il benessere).

• Economia a due settori – Manifattura (competitivo) dove si è importatori netti

– Energia (monopolistico) dove si è esportatori netti

– PE/PM troppo alto per via della distorsione monopolistica

• Dazio nella manifattura → distorsione, ma in parte compensa la distorsione del monopolio: – riducendo il prezzo relativo ↓PE/PM (ovvero ↑PM/PE).

• Effetto netto?

Terza parte

Beni meritori e distribuzione del reddito

Paternalismo

• Non è detto che si possa considerare l’individuo il miglior giudice del suo benessere. – Ad esempio: Genitori e figli?

• Quando questo avviene potrebbe essere giustificato il paternalismo (il decisore è un altro: lo Stato)

• Giustificazioni del paternalismo: – l’individuo non ha informazioni essenziali per scegliere

– l’individuo non segue un processo decisionale razionale

Beni meritori

• I beni che sono oggetto di scelte paternalistiche (giustificate) sono detti meritori.

• Esempi: – obbligo scolastico – obbligo di allacciare le cinture di sicurezza – obbligo di portare il casco – proibizionismo – conservazione dei beni culturali

• Le stesse misure (vincoli all’azione individuale) potrebbero essere giustificate sulla base delle esternalità (ma diverso fondamento teorico)!!!

Beni meritori e intervento pubblico

• Legislativo

– obbligo scolastico

– obbligo di allacciare le cinture di sicurezza

– obbligo di portare il casco

– proibizionismo

• Sostituzione dello Stato al consumatore

– spese per la conservazione dei beni culturali

– Sostegno all’editoria

Distribuzione

• Equità

– Significato di equità

– Secondo teorema dell’economia del benessere

– Secchio bucato di Okun

First, second best e trade off

• Se valgono i teoremi dell’economia del benessere – esiste separazione tra efficienza ed equità – si ragiona in condizioni di first best tuttavia…

• 1) le condizioni per i mercati concorrenziali si verificano difficilmente – si ragiona in condizioni di second best

• 2) non esiste un sistema redistributivo lump sum – ossia imposte/trasferimenti → compiti redistributivi

(secondo teorema) senza creare distorsioni – trade-off tra efficienza ed equità

Secchio bucato (Okun)

• Trade-off tra efficienza ed equità – Impossibile effettuare delle ridistribuzioni tramite

imposte eque che non compromettano l’efficienza

• Esempio

• Ipotesi alternativa della sinergia (Schotter): l’equità può aumentare la produttività e la partecipazione

Fette diverse della torta

Le fette ora sono uguali ma la torta è più piccola

redistribuzione

1

1 2

2

3 3 4 4

Un esempio

• Può verificarsi il caso in cui maggiore equità comporti anche maggiore efficienza?

– Lottare contro l’esclusione sociale può portare a ridurre la criminalità e quindi ad aumentare il benessere e ridurre i costi per la difesa della proprietà privata