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Hector Berlioz Serate d’orchestra Edizione italiana a cura di Maurizio Biondi Novelle, racconti fantastici e pezzi critici: il “Decamerone romantico” del più grande e visionario musicista dell’ottocento francese. In collaborazione con: Gabriella Bardaro Agenzia letteraria e di promozione editoriale www.gabriellabardaro.com Convenzione per i possessori della CARTA ENTUSIASMO Nel teatro d’opera di un’immaginaria città tedesca, durante la rappresentazione delle opere più noiose o scadenti, i musicisti abbandonano gli strumenti e, di nascosto al pubblico, cominciano a discutere animatamente; Berlioz si siede fra loro e annota ciò che ascolta, prende parte alle dispute, si abbandona a sua volta alla narrazione. È in questa fantasiosa cornice narrativa che, per venticinque serate consecutive, pagine di diario, pezzi di bravura critica, novelle fantastiche e appassionate giungono a comporsi in una sorta di ampio Decamerone romantico, dal quale emergono gli amori e le idiosincrasie dell’autore: il disprezzo per quella critica musicale che pure egli stesso esercitava da militante, l’ammirazione smisurata per alcuni compositori (Weber sopra tutti), l’odio violento per altri, l’amore per il tono febbrile e la trovata grottesca. Pubblicato per la prima volta nel 1852, Serate d’orchestra può essere considerato la prova letteraria più complessa e ambiziosa di Hector Berlioz. Orchestra da camera GIOVANNI BATTISTA POLLEDRO Intitolata all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, l’Orchestra da Camera Giovanni Battista POLLEDRO nasce nel 2012 a Torino, come associazione non a scopo di lucro. Opera nel settore della promozione culturale delle arti musicali, diffondendo inedite rarità. L’orchestra si avvale esclusivamente del contributo di giovani musicisti, che possono vantare collaborazioni con celebri e importanti istituzioni musicali italiane e straniere. Dalla sua fondazione il direttore stabile è il Maestro Federico Bisio. Il repertorio dell’Orchestra Giovanni Battista POLLEDRO è molto ampio e si estende dai capolavori del Barocco a quelli del ‘900. Si dedica inoltre, collaborando con cori del territorio, alla diffusione della musica sacra. www.orchestrapolledro.eu

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Page 1: GIOVANNI BATTISTA POLLEDRO...Laghi, verrà pubblicata dalla casa editrice A-R Editions (USA). • Bartolomeo Campagnoli (1751-1827): Concerto in Si bemolle maggiore Op. 15 per violino

Hector Berlioz

Serate d’orchestraEdizione italiana

a cura di Maurizio Biondi

Novelle, racconti fantastici e pezzi critici: il “Decamerone romantico” del più grande

e visionario musicista dell’ottocento francese.

In collaborazione con:

Gabriella Bardaro Agenzia letteraria e di

promozione editoriale www.gabriellabardaro.com

Convenzione per i possessori della

CARTA ENTUSIASMO

Nel teatro d’opera di un’immaginaria città tedesca, durante la rappresentazione delle opere più noiose o scadenti, i musicisti abbandonano gli strumenti e, di nascosto al pubblico, cominciano a discutere animatamente; Berlioz si siede fra loro e annota ciò che ascolta, prende parte alle dispute, si abbandona a sua volta alla narrazione. È in questa fantasiosa cornice narrativa che, per venticinque serate consecutive, pagine di diario, pezzi di bravura critica, novelle fantastiche e appassionate giungono a

comporsi in una sorta di ampio Decamerone romantico, dal quale emergono gli amori e le idiosincrasie dell’autore: il disprezzo per quella critica musicale che pure egli stesso esercitava da militante, l’ammirazione smisurata per alcuni compositori (Weber sopra tutti), l’odio violento per altri, l’amore per il tono febbrile e la trovata grottesca. Pubblicato per la prima volta nel 1852, Serate d’orchestra può essere considerato la prova letteraria più complessa e ambiziosa di Hector Berlioz.

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O Intitolata all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, l’Orchestra da Camera Giovanni Battista POLLEDRO nasce nel 2012 a Torino, come associazione non a scopo di lucro. Opera nel settore della promozione culturale delle arti musicali, diffondendo inedite rarità.

L’orchestra si avvale esclusivamente del contributo di giovani musicisti, che possono vantare collaborazioni con celebri e importanti istituzioni musicali italiane e straniere. Dalla sua fondazione il direttore stabile è il Maestro Federico Bisio.

Il repertorio dell’Orchestra Giovanni Battista POLLEDRO è molto ampio e si estende dai capolavori del Barocco a quelli del ‘900. Si dedica inoltre, collaborando con cori del territorio, alla diffusione della musica sacra.

www.orchestrapolledro.eu

Page 2: GIOVANNI BATTISTA POLLEDRO...Laghi, verrà pubblicata dalla casa editrice A-R Editions (USA). • Bartolomeo Campagnoli (1751-1827): Concerto in Si bemolle maggiore Op. 15 per violino

Simone LaghiDopo aver conseguito i diplomi in Viola e Violino, si è trasferito in Olanda per studiare al Conservatorium Van Amsterdam, ottenendo una Laurea in Musica Antica e Violino Barocco. Particolarmente interessato agli autori italiani attivi alla fine del ‘700, ha registrato e pubblicato opere inedite di Pietro Nardini, Ferdinando Bertoni, Bartolomeo Campagnoli ed altri. Suona regolarmente con importanti gruppi di musica antica come Academia Montis Regalis, Europa Galante, Accademia degli Astrusi, Arte dell’Arco ed altri. Dal 2013 svolge un Dottorato in Musicologia all’Università di Cardiff (Galles). È direttore artistico dell’Ensemble Symposium.

Ensemble SymposiumL’Ensemble Symposium è un collettivo musicale di giovani professionisti uniti da un forte interesse verso la ricerca musicale e la prassi esecutiva storica, fondato nel 2012 da Simone Laghi. Il suo obiettivo è quello di creare un legame fra la ricerca musicologica e l’attività concertistica, attraverso una serie di progetti destinati

a presentare al pubblico partiture inedite di compositori del periodo classico e barocco, contribuendo alla rivalutazione di un vastissimo repertorio in gran parte inesplorato. Il primo progetto ha riguardato la collezione di sette trio sonate in stile italiano denominata Scherzi Melodichi, composte nel 1734 da G. P. Telemann: l’Ensemble ha inciso, nel 2013, la prima versione integrale su strumenti originali, ed allo stesso tempo, ha pubblicato la partitura e le parti in notazione moderna (Edizioni Pian & Forte, Milano), ricevendo diverse recensioni entusiastiche.

La registrazione dei Sei Quartetti per archi di Bartolomeo Campagnoli ha visto la luce nel 2014 grazie al generoso contributo del Comune di Cento (FE) e, per la prima volta, ha riportato alla luce questo set di quartetti che era stato considerato perduto durante la Seconda Guerra Mondiale; il manoscritto è stato ritrovato nel 1997 alla Berliner Staatsbibliothek, dove è tuttora conservato. L’edizione critica di questi quartetti, a cura di Simone Laghi, verrà pubblicata dalla casa editrice A-R Editions (USA).

• Bartolomeo Campagnoli (1751-1827): Concerto in Si bemolle maggiore Op. 15 per violino e orchestra

I. Allegro giusto II. Poco adagio. Cantabile III. Rondò. Allegretto

Violino solista: Marco Norzi

• Giovanni Battista Polledro (1781-1853): Sinfonia in Do maggiore “Pastorale” Adagio - Andante non troppo – Più mosso

• Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847) Sinfonia in La maggiore Op. 90 “Italiana”

I. Allegro Vivace

II. Andante con moto

III. Con moto moderato

IV. Saltarello. Presto

Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro Dir. Federico Bisio

La tutela del patrimonio artistico passa anche attraverso la valorizzazione della tradizione musicale italiana: essa ha contribuito allo sviluppo della musica occidentale, in primis con l’opera e con la musica strumentale. Le scuole violinistiche del nostro paese hanno esportato grandi maestri in ogni parte d’Europa per tutto l’ottocento, ed essi hanno lasciato notevoli tracce del loro passaggio nelle più importanti biblioteche ed istituzioni. Attraverso un lavoro di ricerca attento e appassionato, è possibile risalire alle reciproche influenze fra questi violinisti e tracciare dei percorsi che riportino le loro musiche nei luoghi di origine per renderle di nuovo fruibili dagli ascoltatori e dagli esecutori. La ricerca che ha portato alla riscoperta delle musiche di Bartolomeo Campagnoli e di Giovanni Battista Polledro ha avuto proprio lo scopo di riportare alla luce un immenso patrimonio che appartiene a tutti noi, e del quale dobbiamo essere responsabili.

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16Bartolomeo Campagnoli, nacque a Cento (FE) nel 1751. Iniziò precocemente lo studio del violino dapprima presso la sua città, quindi a Padova, alla scuola di Tartini, per approdare a Firenze nel 1771 per lavorare con Pietro Nardini. A Firenze ricoprì, fino al 1775, il ruolo di violinista presso il Teatro alla Pergola. Nella città toscana tenne numerosi concerti molto apprezzati e strinse amicizia con Luigi Cherubini.Desideroso di intraprendere una carriera solistica internazionale, abbandonò l’Italia e si trasferì in Germania a Frisinga come Konzertmeister dell’Orchestra di Corte del Vescovo elettore, incarico che mantenne fino al 1779 quando si spostò a Dresda. Qui rimase qualche anno finché, nel 1797, fu chiamato a ricoprire il ruolo di Konzertmeister presso la Gewandhaus di Lipsia. In qualità di primo violino della prestigiosa compagine, ebbe modo di entrare in confidenza con il repertorio sinfonico tedesco e austriaco dell’epoca. Lasciata Lipsia nel 1816 per un breve ritorno in Italia, Campagnoli tornò in Germania nel 1821 per ricoprire il ruolo di Konzertmeister nell’Orchestra di Neusterlitz, dove rimase, salvo un ultimo viaggio in patria nel 1826, fino alla morte avvenuta nel 1827. Il concerto per violino è una composizione tarda risalente, con probabilità, a qualche anno dopo il 1820. Articolato nei classici tre movimenti, il concerto richiede una compagine orchestrale di tutto rispetto. Nel primo movimento, Allegro giusto, che risente delle prime temperie del nascente romanticismo, la cantabilità sentimentale degli interventi del solista si fonde con quelli più ampi dell’orchestra. Il secondo movimento, Poco adagio, si apre su solenni accordi dell’orchestra per poi svilupparsi in una melodia patetica del violino. Il terzo movimento, Rondò allegretto, di carattere più leggero, è giocato sui ritmi puntati e sulla sobrietà dei modi, evitando il ricorso ad un virtuosismo troppo ostentato.

Giovanni Battista Polledro , nacque a Piovà (oggi Piovà Massaia in provincia di Asti) nel 1781. Allievo di G. Pugnani, nel 1797 si esibì per la prima volta in pubblico, iniziando così una prestigiosa carriera concertistica che lo condusse in Russia, Germania, Francia e Inghilterra. Nel 1812, a Karlsbad, eseguì una sonata giovanile di L. van Beethoven accompagnato al pianoforte dallo stesso autore. Dal 1814 al 1823 fu Konzertmeister dell’Orchestra di Corte di Dresda e, dopo il rientro in Italia, venne nominato dal re Carlo Felice primo violino della cappella e direttore dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Costretto ad abbandonare l’attività musicale per una malattia degenerativa che gli procurava tremori agli arti, si ritirò nella città natale dove morì nel 1853. Famoso violinista, non disdegnò di dedicarsi alla composizione. Nel suo corpus troviamo infatti molti lavori per violino e un certo numero di sinfonie. Egli aveva preso l’abitudine, durante il suo soggiorno tedesco, di iniziare i propri concerti con un brano strumentale. Rientrato a Torino, continuò a dedicarsi al genere. La Sinfonia “Pastorale” in un movimento è, con molta probabilità, uno degli ultimi lavori che Polledro portò a termine nella seconda metà degli anni trenta, come si evince dalla scrittura estremamente incerta dell’autografo, indice di una mano già compromessa dalla malattia.

Felix Mendelssohn Bartholdy, iniziò a concepire uno dei suoi lavori più noti, la Sinfonia in La “Italiana”, durante il viaggio nel nostro paese che compì a partire dal 1830, fortemente ispirato dalle atmosfere che trovò nelle città italiane.La sinfonia venne completata nel 1833 a Berlino ed eseguita per la prima volta, sotto la personale direzione dell’autore, a Londra il 13 maggio dello stesso anno per la Royal Philharmonic Society. Non completamente soddisfatto dell’esito del lavoro, nel 1834 Mendelssohn revisionò la sua composizione, senza però darla mai alle stampe. La prima edizione si ebbe infatti postuma nel 1851. Il vivace e gioioso primo movimento, scritto in forma sonata, è seguito dalla rievocazione (in Re minore) di una processione funebre seguita dal compositore a Napoli. Il terzo movimento è un tipico e classicheggiante esempio di minuetto e trio, che apre la strada al quarto movimento (ancora in chiave minore) che incorpora stili danzanti che il compositore aveva potuto apprezzare nelle città del sud: il saltarello e la tarantella.