di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono...

8
Roberto Iovino (continua in sesta pagina) n. 85 - Novembre 2008 Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Mille modi di essere di Bohéme “I l titolo per uno scritto ci perseguita per anni. Lo si porta addosso come una minaccia, un punto finale o anche una civetteria, un ca- priccio”. Così scriveva Gianandrea Gavazzeni. Quan- do si tratta di scrivere del “repertorio” ed in partico- lare quello più frequentato, non è il titolo che ci per- seguita ma il contenuto. Torna La Bohème in scena al Carlo Felice per la terza o la quarta volta in dieci anni e occorre ritor- nare a parlarne e a scriverne. Che cosa dire di un’o- pera che è tra le più eseguite al mondo e su cui tan- to si è scritto.Il buon senso e l’intuito opterebbero per un doveroso silenzio, un auspicabile “tacet” da parte del musicologo cui spetta l’ingrato compito. Ma varie ragioni costringono a parlare ed a scrivere. E allora ecco mille dubbi: ritornare alle atmosfere delle “Scenes”di Murger analizzandone stile e am- bientazione? O ricavare dalle lettere di Puccini le ra- gioni del suo appassionarsi a tale soggetto? O anco- ra indagare sul perchè dell’imperituro successo di tale partitura? Premetto ancora una volta che il mio rapporto con Puccini è quanto mai ambivalente. Come diceva Rimsky-Korsakov del Boris Godunov musorgskiano (chiedo perdono per l’immodesto paragone) anch’io dico spesso “Adoro e detesto Puccini”. Lo adoro per l’originalità della sua scrittura, per la sua capacità di “rubare” intelligentemente ed origi- nalmente le tendenze musicali e stilistiche più mo- D opo i trionfali “Capuleti e Montecchi” di Bellini, splendida inaugurazione stagio- nale che ha riconciliato i melomani ge- novesi con il loro teatro, il travagliato 2008 si chiu- de, liricamente parlando, con uno dei titoli in asso- luto più amati, “Bohéme”. Sarà anche l’occasione per celebrare Puccini nel 150° anniversario della nascita. Al collega Lorenzo Costa il consueto compito di il- lustrare il lavoro. Queste righe, oltre che per formu- lare ai lettori i migliori auguri dell’”Invito” per il pros- Bohéme genovese DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] Puccini al Righi Lorenzo Costa (continua in seconda pagina)

Transcript of di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono...

Page 1: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

Roberto Iovino(continua in sesta pagina)

n. 85 - Novembre 2008

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Mille modi di esseredi Bohéme

“I l titolo per uno scritto ci perseguita per anni.Lo si porta addosso come una minaccia, unpunto finale o anche una civetteria, un ca-

priccio”. Così scriveva Gianandrea Gavazzeni. Quan-do si tratta di scrivere del “repertorio” ed in partico-lare quello più frequentato, non è il titolo che ci per-seguita ma il contenuto.

Torna La Bohème in scena al Carlo Felice per laterza o la quarta volta in dieci anni e occorre ritor-nare a parlarne e a scriverne. Che cosa dire di un’o-pera che è tra le più eseguite al mondo e su cui tan-to si è scritto.Il buon senso e l’intuito opterebbero perun doveroso silenzio, un auspicabile “tacet” da partedel musicologo cui spetta l’ingrato compito. Ma varieragioni costringono a parlare ed a scrivere.

E allora ecco mille dubbi: ritornare alle atmosferedelle “Scenes”di Murger analizzandone stile e am-bientazione? O ricavare dalle lettere di Puccini le ra-gioni del suo appassionarsi a tale soggetto? O anco-ra indagare sul perchè dell’imperituro successo ditale partitura?

Premetto ancora una volta che il mio rapportocon Puccini è quanto mai ambivalente. Come dicevaRimsky-Korsakov del Boris Godunov musorgskiano(chiedo perdono per l’immodesto paragone) anch’iodico spesso “Adoro e detesto Puccini”.

Lo adoro per l’originalità della sua scrittura, per lasua capacità di “rubare” intelligentemente ed origi-nalmente le tendenze musicali e stilistiche più mo-

D opo i trionfali “Capuleti e Montecchi” diBellini, splendida inaugurazione stagio-nale che ha riconciliato i melomani ge-

novesi con il loro teatro, il travagliato 2008 si chiu-de, liricamente parlando, con uno dei titoli in asso-luto più amati, “Bohéme”. Sarà anche l’occasioneper celebrare Puccini nel 150° anniversario dellanascita.

Al collega Lorenzo Costa il consueto compito di il-lustrare il lavoro. Queste righe, oltre che per formu-lare ai lettori i migliori auguri dell’”Invito” per il pros-

Bohéme genovese

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

Puccini al Righi

Lorenzo Costa(continua in seconda pagina)

Page 2: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

(segue dalla prima pagina)

2

llaa lliirriiccaa

derne, per la sua scabra ma effi-cace arte di armonizzare in ma-niera sorprendente, per il suo ge-nio nel costruire pannelli a mosai-co di grandissima efficacia e digrandissima perizia compositiva,per l’utilizzo di mezzi talvoltaestremamente moderni.

Lo detesto cordialmente inveceper la puerilità dei suoi soggetti,per la scontata romanticheriache caratterizza le sue eroine,per la banalità di molte pagine,per l’attaccamento a soggetti da-tati, scontati e eccessivamenteretro per quei tempi.

Se si aggiunge che chi scrivecon il passar degli anni è semprepiù convinto della superiorità dellamusica strumentale e sinfonica ri-spetto a quella operistica (ecce-zion fatta per Monteverdi, Mo-zart, Verdi, Wagner, R. Strauss)non resta... niente da aggiungere.

Ma alcuni passi di Boheme, diTosca, di Turandot, del Tabarro

seducono e affascinano ancheme. Puccini diceva di se stesso:“Non ho la nè la forza di Verdi, nèla vivacità di Rossini, nè la raffina-tezza di Donizetti”. In talune pagi-ne però il suo genio e la sua arteraggiungono vette altissime.

Mi limiterò pertanto a dare al-cuni spunti per riascoltare Bohè-me. Lasciamo da parte il sensi-smo che provoca a noi italiani,tanto inclini alla commozione be-cera, che le opere ieri e le fictiontelevisive italiche oggi stimolano apiene mani. Un ambientazionequalunque, una storia d’amore,un pò di corna o di triangolazioni,una malattia o una morte. Eccogli ingredienti che tanto piaccionoallora come oggi.

Senza nulla togliere alla capa-cità di commuovere di Bohème,concentriamoci su alcune paginedel primo e dell’ultimo atto e ana-lizziamone la costruzione.

Atto primo. La tonalità domi-nante è quella di Do maggiore inAllegro vivace. Corno inglese, cla-rinetti e corni suonano “ruvida-mente” (in partitura). Il Do mag-giore ricorrente spesso sfocia inSi bemolle maggiore, ma se an-diamo alle due arie di Rodolfo eMimì (Che gelida manina e Sì michiamano Mimì), noteremo cheesse si svolgono rispettivamentetra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore laprima, mentre la seconda è gio-cata tra il Re maggiore ed il Lamaggiore.

Le relazioni armoniche sonoben più complicate e varie che inqualsiasi altro contesto d’operaitaliana.

Si dirà “roba da tecnici” non ap-prezzabile dal pubblico. Non è ve-ro perchè è grazie a questo pro-cedere costruttivo differenziatoarmonicamente in modo così va-rio che si realizza quella varietà disituazioni psicologiche che carat-terizzano il primo atto: gioconditàgiovanile, alterchi, prese in giro,stupore, attesa, confidenza, tre-pidazione.

Tutti questi sentimenti si risol-vono nel Finale alle parole “O soa-ve fanciulla” quando torna l’alter-nanza Re maggiore La maggioreche sfocia poi nel ritorno al Domaggiore iniziale. L’episodio èstrabiliante per la creazione diquel pedale eseguito dagli archicostellati dai brevi interventi ditrombe, corni e arpa che mirabil-mente fanno passare l’atmosferadal presente ad un momento so-speso nel vuoto e del tutto atem-porale, dove il sentimento traci-ma e si fa irresistibile.

Altro momento magico è l’inci-pit del secondo atto. La fanfara“dell’epoca di Luigi Filippo” antici-pa l’andamento ritmico del Finaledell’Uccello di fuoco stravinskiano.Ancora nel secondo atto il Finalemirabilmente costruito su un atti-mo di sovrapposizione tra il valzerdi Musetta (parte fastidiosamen-te civettuola anche nel libretto) ela fanfara. Due tonalità si sovrap-pongono e l’effetto di simultaneitànon smette mai di farmi venire inmente la parte finale di Fetes daiNocturnes di Debussy, che Pucci-ni guardava con molto interesse.

Veniamo al Finale quarto al fa-moso “Sono andati fingevo di dor-mire”.

Certamente il sor Giacomo evo-ca una bellissima melodia, strug-gente ed avvolgente per il pubbli-co già oltremodo commosso, mal’efficacia sta nel fatto che talemelodia è preceduta dal tema d’a-more dell’atto primo e che dopoessere stata enunciata proseguein Do minore anzichè in maggiorecome anche l’ascoltatore digiunodi musica si aspetterebbe. Eccoche il sogno di Rodolfo si infrangee non ci sarebbe altro mezzo persottolinearlo meglio.

Ecco alcune ragioni ed alcunimomenti che ci invitano a riascol-tare Bohème con orecchie atten-te e “rinnovate”. Solo così ognivolta ne apprezzeremo un ele-mento in più e sarà una fantasti-ca sorpresa.

Lorenzo Costa

Teatro Carlo Felice, 22, 23, 25, 26, 27,29, 30 novembre, 2 dicembre

G. Puccini, La Bohéme

Daniel Oren, direttore

Jonathan Miller, regia

Dante Ferretti, scene

Cristina Gallardo Domas (Mimì), Ainoha Arteta (Musetta), Massimiliano Pisapia (Rodolfo), Luca Salsi (Marcello), José Fardilha (Schaunard), Arutjun Kotchinian (Colline)

Mille modi di essere di Bohéme

Page 3: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

giati e hanno maggiori occasioni.Spesso in Italia (anche se, ora, lecose stanno cambiando e i diretto-ri artistici ricorrono di più anche aigiovani) si doveva avere da subitol’esperienza, che, però, non si puòavere se chi è agli inizi non ha maila possibilità di esibirsi e di dimo-strare quanto vale.

Quali indicherebbe come i mo-menti più importanti, per i suoi ini-zi da direttore?

Sicuramente i debutti in titolioperistici, a partire dal 1998, inpiccole stagioni liriche, come “Lenozze di Figaro”, “Don Giovanni”, “IlBarbiere di Siviglia”, “La Traviata”,“Il Trovatore” e “Rigoletto”, “LaBohème” e “Tosca”, “Cavalleria Ru-sticana” e “I Pagliacci”. Il 2004,poi, è stato un anno intenso: sonostato chiamato a dirigere “Il Ma-trimonio segreto” di Cimarosa conl’Orchestra Sinfonica “G. Gavazze-ni”, diventandone direttore ospite,ho inaugurato la stagione lirica delTeatro Civico di Vercelli e direttol’Orchestra Sinfonica di Goyania in“Madama Butterfly” a Uberaba(Brasile). Mi piace ricordare ancheil momento in cui mi sono avvicina-to al repertorio contemporaneo, di-rigendo “Il Contrappasso” e “La Ca-sa del Nonno” di Luigi Giachino inprima esecuzione assoluta.

Gli impegni futuri…L’anno prossimo dirigerò un’ope-

ra di Zecchino in prima assoluta econtinuerò a collaborare con il cir-cuito dei teatri lombardi. Ho da po-co diretto al Teatro Grande di Bre-scia “La Medium” di Menotti e “Gian-

3

ll ’’iinntteerrvviissttaa

G enovese, diplomato in violinoal Conservatorio “Paganini” ein direzione d’orchestra al

“Verdi” di Milano, Matteo Beltrami sista imponendo in questi anni comeuno dei direttori più interessanti del-le giovani generazioni.

Quali sono state le prime espe-rienze in campo musicale?

Da bravo genovese ho studiatonel Conservatorio della mia città, ini-ziando dal violino, strumento in cuimi sono diplomato. Tra i dieci e i do-dici anni ho iniziato a suonare conorchestre genovesi e liguri ma, avent’anni, è entrata nella mia vita ladirezione d’orchestra. Ho avuto, in-fatti, la fortuna di dirigere a PalazzoDucale il “Trovatore” di Verdi in for-ma di concerto. Da quel momento,dico sempre che “il violino l’ho appe-so al chiodo”. Ho iniziato a dirigerepiccoli ensemble liguri, orchestre diarchi con solisti genovesi, poi hocontinuato gli studi al Conservatorio“Verdi” di Milano, dove mi sono di-plomato in direzione d’orchestra.

Basta il talento per affermarsi?In Italia come all’estero?

Ho imparato che, oltre al talentoe all’impegno, serve sempre unabuona dose di fortuna. Bisognaavere l’occasione di incontrare per-sone che ti ascoltino o a cui piaci equesto si fa con l’intraprendenza,con il “rompere le scatole”, il “farsivedere”, ma anche con tanta fortu-na. All’estero la storia non cambia,per quanto riguarda gli inizi e il far-si conoscere. Sicuramente, però,fuori dal nostro paese i giovani di-rettori d’orchestra sono più appog-

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.dsgenua.de

Matteo Beltrami, dall’archetto al podio

ni Schicchi” di Puccini, con TizianaFabbricini, con cui continuerò la col-laborazione. Mi aspettano, poi, dueappuntamenti in Lettonia e a Teneri-fe e una serata, su Rai 1, organiz-zata da Pippo Baudo e dedicata allalirica. Genova e il Carlo Felice (di cuiavevo diretto il “Barbiere di Siviglia”a Shangai), invece, non figurano trai miei impegni futuri.

Come mai il passaggio dal violi-no alla direzione?

Ho sempre avuto un pessimocontatto con il pubblico. suonare da-vanti a una platea mi dava, più cheemozione, ansia. Dirigere, invece,mi fa l’effetto contrario, mi “carica”.E’ il mio modo per servire il pubbli-co, che è ciò che, secondo me, unmusicista deve fare e lo faccio mol-to meglio dirigendo che suonando,perché sono più me stesso. E l’im-portante è che non ho rimpianti.

Marta Musso

si ringrazia per la foto Loris Tassinaro

Page 4: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

4

ll ’’aapppprrooffoonnddiimmeennttoo

A ncora una volta il tradizio-nale Concerto di Nataledel Teatro Carlo Felice si

rivela una magnifica occasioneper scoprire pagine desuete delrepertorio sinfonico-corale. Il pro-gramma accosta quest’anno uncompositore ingiustamentedimenticato, Gabrie l Pierné(1863-1937), ad un autore certoassai noto, Rimski j -Korsakov(1844-1908), ma solo in virtù dialcuni celeberrimi brani orche-strali.

Non molti hanno ancora potutoapprezzare i pregi della sua pro-duzione operistica, che ha cono-sciuto una sistematica esplorazio-ne fuori dalla Russia in tempirelativamente recenti.

L’incontro con le opere e lapoet ica di Wagner ( inverno1888) aveva acceso in Korsakovun rinnovato interesse per il tea-tro, alimentando la sua attivitàcompositiva.

Sul finire del 1895 andava inscena al Teatro Marijnskij La not-te prima di Natale: il compositoretrovava una fonte d’ispirazionenelle Veglie alla fattoria pressoDikan’ka di Gogol, una raccolta dinovelle che aveva suscitato l’inte-resse di numerosi musicisti russi,e da cui in precedenza lo stessoRimskij-Korsakov aveva ricavato ilsoggetto per La notte di maggio.

Ad attrarre la sua attenzioneera stato soprattutto un raccon-to, quello già mirabilmente dram-matizzato da Ciajkovskij con i suoiCerevicki (Stivaletti), in cui si nar-ra di come il giovane fabbro Vaku-la, figlio della strega Solokha e

innamorato della civettuola Oxa-na, provi la forza del suo amorecompiendo un’impresa apparen-temente impossibile: andare aPietroburgo per procurarle lescarpette della zarina. Korsakovnon riprese il libretto di Polonskij,ma confezionò egli stesso il testo,mantenendosi i l più possibilefedele a Gogol, seppur introdu-cendo elementi tratti dalla mitolo-gia slava.

L’autore ebbe poi buon gioconel ricavarne una suite sinfonica,poiché le parti più interessantisono quelle di carattere descritti-vo, affidate all’orchestra.

È proprio il tessuto strumenta-le a reggere l’opera, un tessutofatto di piccoli spunti, non sem-pre orditi insieme con assolutalogica e coerenza, ma capace ditratteggiare con efficacia le pagi-ne di ambientazione o gli spuntitipologici e caratteriali dei perso-naggi.

Se la fama di Rimskij-Korsakovcome compositore e didatta nonconobbe mai oscuramenti, bendiversa fu la parabola artistica diGabriel Pierné.

All ’ inizio del XX secolo eraindubbiamente un musicista disuccesso: non solo vantava illu-stri padrini (Franck e Massenetfra gli altri), ma aveva già all’atti-vo un ricco corpus di opere chespaziavano attraverso tutti i gene-ri, tanto da essere consideratocome una delle nuove speranzedella scuola francese.

Nella sua musica da camera sievidenziavano grande abilità nellecostruzioni ritmiche e raffinatezza

nell’impiego dei timbri, mentre leopere di maggiore ambizione,destinate al teatro, rivelavano unsapiente magistero tecnico, chetrovava elementi di forza nellatrasparenza della scrittura, nellaperfetta orchestrazione, in un’i-neffabile leggerezza di tocco. LesEnfants à Bethléem, composto suun poema di Gabriel Nigond edeseguito ad Amsterdam nell’apri-le del 1907, era parte con L’Anmil, La Croisade des enfants, eSaint François d’Assise di un ciclodi quattro oratori: in questi gran-di affreschi corali, il credo esteti-co di Pierné si imponeva con sin-cerità, verve e delicatezza, men-tre le melodie sembravano riflet-tere l’acume del suo spirito e ladolcezza del suo carattere.

Nonostante le premesse,Pierné fu presto ricordato soprat-tutto come direttore d’orchestra -dal 1910 al 1934 conobbe in talveste grande celebrità, una cele-brità di cui approfittò per imporrei capolavori di autori contempora-nei come Debussy, Ravel, o Stra-vinsky.

Ora che le spire del moderni-smo più esasperato hanno allen-tato la loro fatale presa, possia-mo finalmente riaccostarci alnostro recente passato con giu-dizio più sereno: forse ricono-sceremo l ’ inf luenza di autoricome Piernè sulle generazionisuccessive e sarà magari possi-bile riscoprire molti tesori perdu-ti, ancora pervasi da quell’auradi modestia che tanto distingue-va il loro artefice.

Aureliano Zattoni

Il concerto di Natale

ALDO DABOVE & FIGLI s.n.c.

di A.F. e M. Dabove

Riparazioni - InstallazioniRiscaldamento Idraulica - Manutenzioni

16143 Genova - Via G.B. D’Albertis, 101 r. - Tel. 010.508122

Page 5: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

5

ddiisscchhii && lliibbrrii

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

[email protected] - www.mangiareinliguria.it/dalino

Bacchetti riscopre Galuppi“Amo il barocco e il preclassici-

smo: ho già inciso diverse opere diBach e pagine di Cherubini. Con laSony italiana abbiamo deciso di sco-prire compositori italiani in parte di-menticati. Mi sono guardato in giroe Galuppi mi ha incuriosito. Galuppiha scritto oltre cento sonate se-guendo il gusto dell’epoca: alcunesono in quattro movimenti e hannoun andamento simile alle suites,molte sono strutturate in due tem-pi, altre in uno solo”. Lo dice An-drea Bacchetti. Il trentunenne pia-nista genovese ha recentemente in-ciso per la Sony un CD contenenteotto Sonate del compositore vene-ziano, più noto certamente comeoperista ( si ricorda il suo “Filosofodi campagna”) ma molto attivo an-che come clavicembalista. Il CDcontiene otto Sonate: la prima è inun unico movimento (Allegro), lesuccessive sono in due tempi (n.2in do maggiore Adagio-Allegro; n.3in re minore Andantino-Presto; n.4in si bemolle maggiore Larghetto-Allegro; n.5 in do minore AllegroModerato-Allegretto; n.6 in la mi-nore Siciliana-Allegro). Dell’ultima(in si bemolle) vengono proposte ledue versioni esistenti che differi-scono per il primo tempo (Andantein un caso, Allegro nell’altro). Sona-te che in un’apparente semplicitàespositiva, appaiono ricche di solu-zioni espressive, con movimenti len-ti di indubbia eleganza e di chiaraascendenza teatrale, ma anchecon allegri brillanti e piacevoli. Ca-ratteri che la lettura di Bacchetti,lucida, elegante e variegata sul pia-no dinamico mette in luce piena-mente. Da segnalare, in particolarela prima Sonata, in un unico movi-mento, che riprende chiaramente iltema di “Le pupille amate” dal “Lu-cio Silla” di Mozart.

Gods, kings and demons Primo cd inciso da solista per il basso tedesco René Pape, accompagna-

to dalla Staatskapelle di Dresda, diretta da Sebastian Weigle. Una rassegnadelle “sue” principali arie d’opera ma anche brani che affronterà in futuro,sul modello del recital “Gods and Demons”del 1952 di George London, conl’aggiunta di “Kings”. Tre termini che ben rispecchiano i personaggi portatisulla scena da Pape, che ne hanno costruito la carriera, a partire da KingMark di Tristan und Isolde, da Mefistofele nel Faust di Gounod o da Filippo IIdel Don Carlo verdiano. Su tutti una rarità, come l’esecuzione di alcune arietratte da Demon di Rubinstein. Acclamato nei maggiori teatri lirici del mon-do, in questa incisione della Deutsche Grammophon, Pape conduce chiascolta in un viaggio eterogeneo in compagnia dei più diversi compositori,conosciuti attraverso le loro arie d’opera: non solo Wagner, Verdi o Gounod,ma anche Boito con Faust, Dvorak con la Rusalka, Offenbach e i suoi Rac-conti di Hoffmann, Berlioz con la Dannazione di Faust.

Viaggio in ItaliaSi intitola “Viaggio in Italia” il nuovo CD inciso dalla Camerata Musicale Li-

gure per la Devega.. Un interessante mix fra lettere di poeti e musicisti de-dicati al nostro Paese (affidate alla voce dell’attore Walter Maestosi) e bra-ni musicali quanto mai vari, riletti con gusto e vivacità dal gruppo strumen-tale formato da Josè Scanu (maestro concertatore, chitarra), Giovanni Sar-do (violino), Marco Moro (flauto) e Simone Mazzone (chitarra). I testi lette-rari sono di Boine, Sbarbaro, Cardarelli, Trilussa, Verdi e Calvino. Le musi-che invece sono rilette dal repertorio di De Andrè, Rota, Morricone, Verdie Vivaldi. Parole e suoni al servizio di un fantasioso ma suggestivo viaggioche parte da Genova e approda a Venezia.

Page 6: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

6

aattttuuaalliittàà

simo Natale e per un felice avviodel 2009 (con la speranza chetutte le nere previsioni venganomiracolosamente smentite), perricordare, a titolo di curiosità,che “Bohème” è, almeno in parte,“genovese”. Due sue celebri pagi-ne, infatti, furono precedente-mente composte da Puccini ap-punto per Genova e successiva-mente confluirono, opportuna-mente adattate, nella popolareopera ispirata a Murger.

La prima è la lirica “Sole e amo-re” il cui testo recita: “Il sole alle-gramente batte ai tuoi vetri.Amor piano piano batte al tuocuore e l’uno e l’altro chiama. Ilsole dice: ‘O dormiente mostratiche sei bella’. Dice l’amore: ‘So-rella, col tuo primo pensier, pensaa chi t’ama?…”.

Composta nel 1888, la lirica fudonata nello stesso anno alla rivi-sta musicale “Paganini” di Geno-va. La pagina si concludeva con ladedica musicata “A Paganini,G.Puccini”, in sostituzione delleoriginarie parole “Il primo marzodell’Ottantotto” probabilmente ladata di composizione. “Sole eamore” si trasformò poi nel quar-tetto (Mimì, Musetta, Rodolfo eMarcello) del III atto, appunto di“Bohéme”.

L’altra celebre pagina risale alsettembre 1894, quando, in oc-casione della consegna della ban-diera di combattimento alla co-razzata Umberto I, il periodico“Armi ed Arte” pubblicò un nume-ro speciale e chiese la collabora-zione di vari artisti, scrittori e mu-sicisti. Puccini regalò un “Piccolovalzer” pianistico la cui didascaliainiziale (Con ondulazione) indical’origine e la destinazione marina-resca.

Lo stesso autore spiegò che lacomposizione gli era stata ispira-ta dall’ondeggiare della barca nellago di Massaciuccoli dove erasolito andare a pescare. Il valzerpassò poi nel II atto di “Boheme”e divenne, pressoché inalterato, ilfamoso Valzer di Musetta.

r.i.

Andar per mostre e... per teatriGiovedì 4 dicembre, ore 16: Palazzo Bianco - Visita al nuovo allestimento del MuseoGiovedì 15 gennaio, ore 16: Palazzo Ducale - Lucio Fontana: Luce e coloreDomenica 21 dicembre: Teatro Regio, Torino - Thais di J. MassenetVenerdì 16 gennaio: Teatro alla Scala, Milano - L’affare Makropoulos di L. JanacekDomenica 1° febbraio: Teatro Regio, Torino - Les Contes D’Hoffmann di J. Offenbach

Prenotazioni in Segreteria ai nn. 010352122 e 0103623168

(segue dalla prima pagina)

Bohéme genoveseIl ricco dicembre della GOG

F ine anno all’insegna dei grandiappuntamenti per la Giovine

Orchestra Genovese. Lunedì 1° di-cembre ospite sarà infatti GrigorySokolov uno dei pianisti più autorevolie interessanti nel panorama odierno.Programma classico, con Mozart (leSonate K 280 e K 332) e Beethoven(Sonate op.2 n.2 e op. 27 n.1). E se-rata sicuramente di richiamo, così co-me di richiamo sarà quella del 15 di-cembre che vedrà il Carlo Felice acco-gliere, sempre nell’ambito del cartello-ne della GOG, la London Chamber Or-chestra diretta da Christopher War-ren Green. Il menù sarà interamentemozartiano: Sinfonia in sol minore K183, Quintetto in solo minore K 516e Sinfonia in sol minore K 550. Ultimoappuntamento prenatalizio il 22 nellaChiesa del Gesù. Sarà il gruppo La Ri-

sonanza diretto da Fabio Bonizzoni aproporre una serata interamente de-dicata a Haendel. Il pubblico potràascoltare il Concerto in si bemolle perorgano, archi e basso continuo op. 4n.6, “Haec est Regina virginum”, an-tifona per soprano, violino, viola e or-gano, “Aminta e Fillide” cantata perdue soprani, archi e basso continuo.Soliste i soprani Maria Grazia Schiavoe Yetzabel Arias Fernandez.

ORGANIGRAMMA ASSOCIAZIONEIl Consiglio Direttivo dell’Associazione, nel corso della sua prima riu-

nione, ha deliberato di attribuire le cariche sociali nel modo seguente:Presidente Onorario: Guendalina Cattaneo della Volta - Presidente e Te-soriere: Giuseppe Isoleri - Vice Presidenti: Laura Giorgi, Dario Peytrignet- Segretarie: Adriana Caviglia, Maria Elisabetta Daneu - Consiglieri: Ma-ria Teresa Marsili, Gabriella Mordiglia, Maria Grazia Romano, GabriellaTassara, Pietro Timossi. Nel contempo ha confermato l’entità delle quo-te sociali: Socio sostenitore da € 145 - Socio ordinario da € 85 - Sociofamiliare € 50 - Socio giovane € 30

Per coloro che desiderassero versare la quota tramite bonifico ban-cario indichiamo:c/c 21647 presso Sede di Genova della Banca Popolare di Novaracod. IBAN : IT12 V 05608 01400 000000021647.

CCCC RRRR OOOO CCCC IIII EEEE RRRR AAAA UUUU .... NNNN .... CCCC .... AAAA .... LLLL .... MMMM ....Comunichiamo che l’UNCALM ha organizzato una crociera per i giorni 10 – 17 maggio 2009 sulla COSTA SERENA intitolata “PANORAMI D’ORIENTE” con il seguente programma: Venezia, Bari, Olimpia,Smirne, Efeso, Istanbul, Dubrovnik, Venezia.Chi fosse interessato a conoscere meglio i dettagli puòrivolgersi alla Sig.ra Caviglia al n. 010352122.

Page 7: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

7

vviittaa aassssoocciiaattiivvaa

I nostri concerti

16149 Genova - via Sampierdarena, 54-2 - tel. 010.6454634 - fax 010.415075E-mail: [email protected] - internet: www.mantelli1948.com

Il 27 settembre abbiamo ini-ziato il nuovo anno sociale conun concerto alla Galleria Nazio-nale di Palazzo Spinola con unprotagonista d’eccezione: MarcoPasini al pianoforte.

Il M° Pasini ha svolto, con laconsueta professionalità, un pro-gramma impegnativo e vario checomprendeva: Sonata “Chiaro di luna” diBeethoven, dopo una lettura diDante di Liszt, Fantasia op. 28di Skrjabin, Cinque pezzi daRomeo e Giulietta di Prokof’ev ele Polacche opp. 26 n. 1 e 53 diChopin.

Il folto pubblico presente èrimasto, ancora una volta, affa-scinato dalla musicalità e dallatecnica che il M° Pasini manife-sta ad ogni suo récital.

Tutti i sentimenti presenti nellediverse partiture del programmasono stati riverberati sugli spet-tatori che hanno premiato l’arti-sta con lunghissime ovazioni.

Un bellissimo inizio di stagione!

Sonata “Les adieux” di Beetho-ven, Notturno op. 62 n. 2 diChopin, Rapsodia op. 119 n. 4di Brahms, Quattro mazurke ePolonaise op. 44 di Chopin,Pour le piano di Debussy.

Questo è stato il programmadel concerto che il 21 ottobreha visto come protagonista lagiovanissima Elena Piccione che,dopo aver studiato musica dacamera con il M° Damerini, sista perfezionando alla Hoge-school voor de Kunsten di Rot-terdam.

La giovane artista ha dimo-strato notevoli doti musicaliinterpretando con acuta sensibi-lità il non facile programma eraccogliendo, alla fine del con-certo, il meritato applauso deisoci presenti.

Domenico Ermirio, violoncello,quale premio del suo recente bril-lantissimo diploma, è stato il pro-tagonista di un concerto nelMuseo di Palazzo Reale svolgendoun programma composto daSonata n. 4 e Sonata 2bis di Boc-cherini, Suite IV di Bach e DueCapricci dall’op. 25 di Piatti. Ermi-rio ha dato splendida confermadelle doti musicali che lo hannopremiato al Conservatorio Pagani-ni interpretando con raffinata sen-sibilità l’intero programma. Per leSonate di Boccherini si è avvalsodella collaborazione al basso conti-nuo di Martina Romano, efficacesostegno con un fraseggio preci-so e appassionato. Un grandesuccesso ha accomunato i duegiovani esponenti della classe divioloncello guidata per tanti annida quel meraviglioso insegnanteche è il M° Nevio Zanardi.

Page 8: di Bohéme “I...Mimì (Che gelida manina e Sì mi chiamano Mimì), noteremo che esse si svolgono rispettivamente tra le tonalità di Re bemolle mag-giore e La bemolle maggiore la

8

ii nnoossttrrii aappppuunnttaammeennttii

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione

Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe IsoleriSegreteria: Adriana Caviglia

M. Elisabetta DaneuTel. (010) 352122 - (010) 3623168

Fax (010) 5221808www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

[email protected]

Stampa: Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITA’ SOCIALE DAL 25 NOVEMBRE 2008 AL 27 GENNAIO 2009Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche, ore 16,00Biblioteca Berio - Sala dei Chierici: - Storia del Melodramma, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30

Sabato 15 novembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHELA BOHEME: Felicità e dolore giovanile secondo Puccini,Relatore Lorenzo Costa,

Martedì 18 novembre, ore 16CONCERTO DI ANDREA PORTA, basso-baritonoAl pianoforte ENRICO ZUCCA,

Venerdì 21 novembre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: PALAZZO REALECONCERTO DEL DUO MAZZOLA – ALBERTI, violino e violoncello

Martedì 25 novembre, ore 15,30VICTOR HUGO E LA MUSICAA cura di Claudia Habich,

Martedì 02 dicembre, ore 16CONCERTO DI ADELE E IRENE VIGLIETTI, violino e pianoforteMusiche di Vivaldi, Mozart, Paganini, Kabalewsky,

Venerdì 05 dicembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: I GRANDI INTERPRETI – HERBERT VON KARAJANA cura di Sebastiano Zerbino,

Martedì 09 dicembre, ore 15,30THAIS: DALL’ALCOVA ALL’ALTAREA cura di Dario Peytrignet,

Martedì 16 dicembre, ore 16CONCERTO DEL DUO DOTTO – BRASCIOLU, violino e violaMusiche di Reger, Bach, Ysaje, Mozart, Halvorsen,

2009Venerdì 09 gennaio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: OTELLO di G. VerdiA cura di Pietro Timossi,

Sabato 10 gennaio, ore 15,30INCONTRI ALLA BIBLIOTECA BERIO: STORIA DEL MELODRAMMALE SCUOLE NAZIONALI: GERMANIA (1ª)IL SINGSPIEL: LA NASCITA DELL'OPERA TEDESCARelatore Lorenzo Costa,

Sabato 17 gennaio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEIL TURCO IN ITALIA: L’ispirazione della comicità esotica in RossiniRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 13 gennaio, ore 15,30COSA DICE LA MUSICAA cura di Michele Mannucci,

Martedì 20 gennaio, ore 16CONCERTO DEL DUO MENARDI – GIACOSA, flauto e pianoforteMusiche di Donizetti, Sivori, Tosti, Manzino, Rota,

Martedì 27 gennaio, ore 15,30“ALLA IMMORTALE AMATA”: lettere d’amore di musicistia cura di Roberto Iovino con Paola Delucchi, voce e violino e Caterina Picasso, pianoforte,

Martedì 03 febbraio, ore 16CONCERTO DI FEDERICA ASTENGO, pianoforteMusiche di Mozart, Bartok, Tchaikowsky, Schumann, Mendelssohn, Liszt.