giovani per il turismo n° 0

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In questo numero Giovani e Sud italia TGG e le prospettive del Turismo Campano Metrò del mare: La strana Odissea Misteri di Napoli: Il cimitero delle fontanelle Rubriche e tanto altro...

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magazine informazione no profit per valorizzare il turismo giovanile nella nostra terra

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In questo numero

Giovani e Sud italia

TGG e le prospettive del Turismo Campano

Metrò del mare:La strana Odissea

Misteri di Napoli: Il cimitero delle fontanelle

Rubriche e tanto altro...

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Editoriale

Giovani e Sud italia:Un Binomio Possibile?Davide Cacace

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Giovani per il Turismo torna dopo la lunga pausa estiva,con una nuova grafica ed un nuovo formato più efficiente e snello. Nel frattempo, sono stati innumerevoli gli avvenimenti succedutisi nel tempo, in questi mesi estivi; ma, probabilmente, la notizia che desta maggiori perplessità e spunti di riflessione, ai fini delle tematiche dai noi trattate, è l’analisi effettuata dallo Svimez.Il Rapporto dello Svimez 2011 sull’economia è emblema-tico: “Nei prossimi venti anni il Sud Italia è destinato a spopolarsidella parte più giovane della sua popolazione”.I giovani meridionali, infatti, sempre più sovente sono costretti a dover prestare la propria attività lavorativa in mansioni dequalificanti e spesso degradanti; in tanti, nel corso degli ultimi decenni, hanno fatto sacrifici per iscriversi all’università e per completare gli studi; il risultato che hanno ottenuto è stato spessoquello di ritrovarsi con un pezzo di carta in mano, senza avere l’opportunità di essere impiegati.Il Rapporto Svimez 2011, ha calcolato il numero di under 30 destinati ad emigrare al Nord nei prossimi decenni. Se dal 2000 al 2009 sono stati circa 600.000 gli emigrati dal Meridione, nel 2050 i giovani nelle regioni del Sud potrebbero passare dagli attuali 7 milioni a meno di 5.Il rischio è che l’Italia meridio-nale si trasformi inun deserto demografico. Ovviamente, il dato è legato inscindibilmente a tutte le conseguenze derivanti da tale “diaspora”: meno giovani significherà una popolazione più vecchia, minor numero di nascite, minori investimenti, maggio-re difficoltà a trovareposti di lavoro, e così via. Questi sono solo alcuni dei dati ricavati dal rapporto Svimez. bisognerebbe interrogarsi sulle cause che hanno generato questo “cancro sociale” lento, ed inesorabile.Si potrebbe partire da un altro rapporto Svimez del luglio 2011, nel quale è riportato che “Nel Sud c’è un'emergenza giovani: due su tre sono a spasso', ossia senza un'occupazione, e oltre il 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia”. Dinnanzi a questi elementi, non stupisce la circostanza per cui fra 20 anni il Sud Italia sarà un territorio con “povertà di giovani”.Quando dei giovani laureati riescono nell’ardua impresa di essere assunti, oppure, iniziano una libera profes-sione, vengono catapultati in un mercato chiuso, in cui risulta alquanto complesso inserirsi nello stesso, oppure, nel migliore dei casi, sono obbligati ad accontentarsi delle briciole.Perché il sistema attuale permette tali soprusi anziché tutelare i giovani?

Non potrà meravigliare il dato che tantissimi neo-laureati, decidano di iniziare o proseguire le proprie carriere altrove; due sono le opzioni: continuare al sud come precario, con assenza di stabilità economica e con limitatissime garanzie, oppure trasferirsi in città del centro-nord per tentare un approccio diverso al mercato del lavoro.È il solito problema delle mancanze di diversificazioni delle offerte di lavoro: per trovare un’occupazione, i giovani in cerca di lavoro sono costretti (dalla domanda/offerta) ad “impiegarsi” nelle classiche e canoniche attività in cui il mercato del lavoro è sostanzialmente già saturo, proprio per l’assenza di alternative concrete; la naturale conseguenza di tutto ciò è che, non essendoci impieghi stabili, garantiti e ben pagati, ci si impegna in attività in cui la concorrenza è altissima, dove sono scarse le possibilità di inserimento, e dove si è costretti ad abbassare le proprie pretese economi-che (ad esempio: se Caio non accetta di svolgere una mansione a 100€ perché ritiene che in tal modo la sua professionalità venga svalutata, ci saranno almeno altre 10 persone che saranno disposte a farlo). Valori quali capacità personale e serietà vengono barattati in cambio di “costi più bassi”.Se a ciò si aggiungono altre piaghe quali: assunzioni di tirocinanti a costo zero anziché di giovani laureati, baronie e caste, favoritismi e raccomandazioni (sempre a discapito di professionalità e competenze), il quadro è tanto completo quanto tetro. A questo punto non meraviglierà più di tanto pensare al “giovane di belle speranze” che decida di tentare altrove la propria fortuna. Gli interrogativi restano: perché si permette a istituzioni e poteri forti di perpetrare questa politica che genera un gravissimo nocumento sia sul lato economico (investimenti mancati, assenza di garanzie previdenziali, dequalificazione professionale, ecc.) sia sul lato sociale (aspetto demografico, culturale, ecc.)? Perché non puntare sul rafforzamento delle garanzie per i giovani, incrementando gli investimenti e le tutele per chi è in cerca di lavoro? Senza dubbio non è semplice restare in questa realtà ostile, e sicuramente i giovani che decideranno di andare via avranno bisogno di molto coraggio per abbandonare tutto, ma forse, oggigiorno, ci vorrà ancora più coraggio per decidere di rimanere qui!

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La strana odissea del Metrò del MareDopo 10 anni di navigazione l’avventura sembrava giunta al termine,ma con un colpo di scena finale il viaggio continuò... Carlo Cibelli

La storia del Metrò del Mare inizia nel lontano 2001, quando gli armatori campani sposarono l’idea dell’allora assessore ai trasporti Ennio Cascetta, creando un consorzio e facendo nascere un’iniziativa di successo che e’ maturata negli anni ottenendo apprezzamenti e risultati crescenti nel tempo.Il servizio si proponeva di creare dei collegamenti stile metropolitano tra le varie località della costiera campana, dal litorale flegreo fino ai porti del Cilento. Grazie ai sostanziosi contributi pubblici e alla promozione mirata del nuovo servizio marittimo, tantissimi pendolari e turisti hanno utilizzato negli anni il Metrò del Mare acquistando i biglietti a tariffe estrema-mente convenienti. Nella stagione 2010 andare da Napoli ad Amalfi costava 13 euro, raggiungere Sorrento 6, Bacoli solo 3,5. L’iniziativa ha avuto ricadute benefiche sin dall’inizio su tutto il territorio, dalla riduzione del traffico su rete stradale e autostradale, alla creazione di nuovi itinerari per gli operatori del settore, all’aumento di clientela per gli albergatori.Lo scorso aprile è giunta una notizia inaspettata che ha spiazzato tutta l’organizzazione turistica regionale, ovvero la soppressione del progetto e la cancellazione delle linee che fino alla scorsa estate hanno alimentato il turismo balneare campano. A darne la notizia fu l’assessore regionale al turismo De Mita che con amarezza giustificò la scelta con la necessità di far fronte ai tagli, e di dover garantire innanzitutto i servizi primari per la stagione estiva. La notizie scosse l’ambiente da più parti, ma ad alzare la voce furono le autorità amministrati-ve delle località costiere del Cilento. Il sindaco di Acropoli, Alfieri, tuonò su come la scelta avrebbe avuto per la provincia salernitana ripercussioni molto gravi, aprendo nuove argomentazioni sulla necessità di creare per l’area del Cilento un’amministrazione regionale a sé, staccata da quella Campana ritenuta troppo pro-capoluogo partenopeo. Effettiva-mente, i dati degli scorsi anni hanno dimostrato come il servizio del Metrò del Mare non incidesse in maniera conside-revole sull’area del golfo, ma desse linfa al territorio Cimenta-no, tagliato fuori dalle rotte marittime regolari.Altra critica molto forte fu mossa sulle enormi spese promo-zionali sostenute nell’ultimo biennio per la creazione di un’immagine positiva del territorio, ma come spesso sottoline-ato mai concretamente sostenuta da effettivi miglioramenti di infrastrutture e servizi.

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L’insurrezione suscitata dall’infelice scelta dell’amministrazione regionale ebbe un parziale successo in quanto l’iniziativa fu in parte ripristinata, e da inizio luglio il Metrò del Mare aveva ripreso a navigare.Gli assessori regionali tornarono sui propri passi, e ricono-scendo l’importanza di questo progetto diedero vita ad una versione ridimensionata e rinnovata del servizio, inserendola all’interno di un ambizioso progetto integrato di servizi denominato Terre d’aMare. Per la prima volta a seguire l’attività del consorzio è stato l’assessorato al turismo e non più quello dei trasporti, quindi non si è parlato più di trasporto pubblico locale ma effettivo servizio turistico. Inoltre, quest’anno, ad affiancare i servizi marittimi ci sono stati itinerari di qualità e di valorizzazione delle aree interne del Cilento, al fine di creare un’offerta turistica sistemica coerente sotto tutti gli aspetti.L’apprezzabile sforzo di andare incontro a quelle che erano le reali esigenze dei fornitori di servizi turistici sul posto ha dovuto però fare i conti con una realtà non facile, considerato che le corse sono state ridotte e il servizio del metrò è rimasto attivo soltanto per 2 mesi e mezzo contro i 5 mesi della scorsa stagione. Quest’anno il progetto ha avuto un costo totale di 800mila euro, a conferma di una notevole riduzione dei fondi a disposizione, considerato che in totale la spesa del 2010 per Il metro fu di 4,5 milioni di Euro.L’iniziativa si è conclusa lo scorso 18 settembre ed ha tuttavia ottenuto risultati soddisfacenti. Oltre 30.000 turisti hanno utilizzato la linea Cilento-Capri-Salerno, e il sistema coordina-to di bus che consentiva la visita a borghi medioevali e monumenti nell’entroterra ha ottenuto un alto gradimento.Per alcuni è stata la dimostrazione che si può fare tanto anche con poco, ed è stato apprezzato lo sforzo nell’allocazione delle scarse risorse regionali. Tuttavia resta il malcontento di chi negli anni ha utilizzato il servizio come pendolare, ed ha assistito in generale, sul territorio, ad una forte riduzione dei servizi del trasporto pubblico locale e ad un aumento continuo delle tariffe. La regione si trova in una fase di difficoltà economica, ma tagliare su turismo e trasporti e’ di quanto più deleterio si possa fare per un territorio a forte vocazione turistica.

Costiera Amalfitana

Golfo Salerno

Cilentana

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La storia del Metrò del Mare inizia nel lontano 2001, quando gli armatori campani sposarono l’idea dell’allora assessore ai trasporti Ennio Cascetta, creando un consorzio e facendo nascere un’iniziativa di successo che e’ maturata negli anni ottenendo apprezzamenti e risultati crescenti nel tempo.Il servizio si proponeva di creare dei collegamenti stile metropolitano tra le varie località della costiera campana, dal litorale flegreo fino ai porti del Cilento. Grazie ai sostanziosi contributi pubblici e alla promozione mirata del nuovo servizio marittimo, tantissimi pendolari e turisti hanno utilizzato negli anni il Metrò del Mare acquistando i biglietti a tariffe estrema-mente convenienti. Nella stagione 2010 andare da Napoli ad Amalfi costava 13 euro, raggiungere Sorrento 6, Bacoli solo 3,5. L’iniziativa ha avuto ricadute benefiche sin dall’inizio su tutto il territorio, dalla riduzione del traffico su rete stradale e autostradale, alla creazione di nuovi itinerari per gli operatori del settore, all’aumento di clientela per gli albergatori.Lo scorso aprile è giunta una notizia inaspettata che ha spiazzato tutta l’organizzazione turistica regionale, ovvero la soppressione del progetto e la cancellazione delle linee che fino alla scorsa estate hanno alimentato il turismo balneare campano. A darne la notizia fu l’assessore regionale al turismo De Mita che con amarezza giustificò la scelta con la necessità di far fronte ai tagli, e di dover garantire innanzitutto i servizi primari per la stagione estiva. La notizie scosse l’ambiente da più parti, ma ad alzare la voce furono le autorità amministrati-ve delle località costiere del Cilento. Il sindaco di Acropoli, Alfieri, tuonò su come la scelta avrebbe avuto per la provincia salernitana ripercussioni molto gravi, aprendo nuove argomentazioni sulla necessità di creare per l’area del Cilento un’amministrazione regionale a sé, staccata da quella Campana ritenuta troppo pro-capoluogo partenopeo. Effettiva-mente, i dati degli scorsi anni hanno dimostrato come il servizio del Metrò del Mare non incidesse in maniera conside-revole sull’area del golfo, ma desse linfa al territorio Cimenta-no, tagliato fuori dalle rotte marittime regolari.Altra critica molto forte fu mossa sulle enormi spese promo-zionali sostenute nell’ultimo biennio per la creazione di un’immagine positiva del territorio, ma come spesso sottoline-ato mai concretamente sostenuta da effettivi miglioramenti di infrastrutture e servizi.

L’insurrezione suscitata dall’infelice scelta dell’amministrazione regionale ebbe un parziale successo in quanto l’iniziativa fu in parte ripristinata, e da inizio luglio il Metrò del Mare aveva ripreso a navigare.Gli assessori regionali tornarono sui propri passi, e ricono-scendo l’importanza di questo progetto diedero vita ad una versione ridimensionata e rinnovata del servizio, inserendola all’interno di un ambizioso progetto integrato di servizi denominato Terre d’aMare. Per la prima volta a seguire l’attività del consorzio è stato l’assessorato al turismo e non più quello dei trasporti, quindi non si è parlato più di trasporto pubblico locale ma effettivo servizio turistico. Inoltre, quest’anno, ad affiancare i servizi marittimi ci sono stati itinerari di qualità e di valorizzazione delle aree interne del Cilento, al fine di creare un’offerta turistica sistemica coerente sotto tutti gli aspetti.L’apprezzabile sforzo di andare incontro a quelle che erano le reali esigenze dei fornitori di servizi turistici sul posto ha dovuto però fare i conti con una realtà non facile, considerato che le corse sono state ridotte e il servizio del metrò è rimasto attivo soltanto per 2 mesi e mezzo contro i 5 mesi della scorsa stagione. Quest’anno il progetto ha avuto un costo totale di 800mila euro, a conferma di una notevole riduzione dei fondi a disposizione, considerato che in totale la spesa del 2010 per Il metro fu di 4,5 milioni di Euro.L’iniziativa si è conclusa lo scorso 18 settembre ed ha tuttavia ottenuto risultati soddisfacenti. Oltre 30.000 turisti hanno utilizzato la linea Cilento-Capri-Salerno, e il sistema coordina-to di bus che consentiva la visita a borghi medioevali e monumenti nell’entroterra ha ottenuto un alto gradimento.Per alcuni è stata la dimostrazione che si può fare tanto anche con poco, ed è stato apprezzato lo sforzo nell’allocazione delle scarse risorse regionali. Tuttavia resta il malcontento di chi negli anni ha utilizzato il servizio come pendolare, ed ha assistito in generale, sul territorio, ad una forte riduzione dei servizi del trasporto pubblico locale e ad un aumento continuo delle tariffe. La regione si trova in una fase di difficoltà economica, ma tagliare su turismo e trasporti e’ di quanto più deleterio si possa fare per un territorio a forte vocazione turistica.

Giovani Per il Turismo: Organigramma Ringraziamenti:L'associazione ringrazia calorosamente tutti coloro che hanno

fornito un contributo importante per la costituzione del gruppo.

Un pensiero affettuoso a tutti i membri che hanno dedicato una

parte del proprio tempo libero per scrivere gli articoli, le rubriche

e le recensioni inserite in queste pagine.

Il Giornalino, per ora, potrà essere scaricato on-line, o tramite le

e-mail inoltrate dagli interessati.Non ci poniamo limiti, con la speranza di migliorare e di crescere

sempre più, per lo sviluppo della nostra terra e del Turismo.

Davide Cacace – PresidenteCarlo Cibelli – Vicepresidente

Anna Maria Russo – Segretario

Dario Alfano – Capo Servizi Pasqual Landolfi – GraficoIn questo numero, anche: Marco Aragno, Massimo Tuccillo,

Alessandro Tuccillo, Antonio Giustino Guerrera

Sapri-Capri-Napoli

Per altre informazioni

www.metrodelmare.net

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Il TTG di Rimini si chiude con buone prospettive per il turismo CampanoLa kermesse si è conclusa tra gli elogi agli organizzatori e la speranza di una sterzata nel settore Carlo Cibelli

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L’edizione 2011 del TTG di Rimini si e’ appena conclusa tra la soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti, soprattutto in riferimento al successo di alcune novità introdotte in quella che viene oramai ritenuta dagli addetti la fiera nazionale più importante e produttiva del settore turistico. Il 2011 ha visto crescere il numero dei partecipanti del 14% (48.735 presenze) rispetto all’edizione precedente, grazie anche alla nuova formu-la che ha disposto una “spalmatura” delle attività su 3 giorni, dal 6 all’8 ottobre, andando incontro alle esigenze di tempo e flessibilità mostrate dal comparto nelle ultime edizioni.Tra i vari eventi una nota particolare merita l’organizzazione del TTI (Travel Trade Italia), ovvero il workshop ideato e allestito per pubblicizzare e commercializzare il prodotto “Italia” sul merca-to nazionale ed estero. La Regione Campania ha risposto all’appello con energia e vigore, confermando la tendenza ad una forte partecipazione alle manifestazioni del settore, e puntando su una costante attività promozionale del territorio.A guidare la spedizione romagnola e’ stata la capoarea all’assessorato al turismo Ilva Pizzorno (succeduta alle dimis-sioni dell’ormai ex assessore al turismo De Mita), che nella conferenza iniziale ha presentato le offerte che sono state esposte durante la manifestazione: mare, cultura, termalismo, archeologia, turismo congressuale, ed enogastronomia. Di fianco al prodotto mare, il più apprezzato e maggiormente consolidato sul mercato, la scelta degli altri profili e’ stata

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

segnata dalla necessità di destagionalizzare il territorio, obietti-vo palesemente indicato all’apertura della fiera, e fortemente indirizzato dagli albergatori desiderosi di usufruire di un perio-do di attività più lungo nell’arco dell’anno. L’altra grossa impel-lenza era la necessità di recuperare l’immagine del territorio colpito dalle ben note problematiche di spazzatura e criminalità, obiettivo forse troppo ambizioso e strettamente legato alla risoluzione delle tematiche più che alla promozione del territo-rio. La conferenza è stata anche l’occasione per fare un primo bilancio della stagione turistica appena conclusa, che, nonostante l’assenza di dati realistici, sembra aver dato segnali di recupero, confermati anche dagli stessi albergatori. La ripresa è ancora lenta, ma per la prima volta l’ottimismo è stato espresso anche da chi vive direttamente la realtà turistica e non soltanto dai regionali. Lo stand campano ha occupato una superficie di ben 160mq, e sono stati chiusi circa 1000 contratti nella 3 giorni di fiera, molti dei quali hanno riguardato l’area del Cilento a cui va lo scettro per la destinazione campana più apprezzata e attiva della manifestazione. Il presidente Giuseppe Volpe del Consorzio Turistico Cilento non ha nascosto la soddi-sfazione, ed ha reso noto che diversi accordi sono stati chiusi nel corso della fiera con operatori scandinavi, inglesi, tedeschi e russi.L’esperienza romagnola e’ stata sicuramente positiva grazie alla strategia adottata, condivisa da tutti e finalmente in un’ottica sistemica tra pubblico e privato.

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

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con Intervista a Mimmo SavinoViaggio tra le Pro Loco: l’esempio di Giugliano.

Marco Aragno

Dai paesini disseminati nell’entroterra abruzzese alle periferie napoletane sommerse dai rifiuti, le Pro Loco si trovano ovunque. Vere sentinelle dei nostri territori – come le ha definite il Presidente Giorgio Napolitano, – queste associazioni somigliano un po’ ai Genii Loci della religione romana, ovvero a quelle divinità che avevano il compito di proteggere tutti i luoghi della città. Ma come e quando sono nate? Di certo non bisogna scomodare entità sovrannatu-rali per conoscere le loro origini. A partire dal 1881, in Trentino Alto-Adige, già fecero la loro comparsa le prime Pro Loco fondate da gruppi di cittadini. Nei decenni successivi, questi uffici di informazione turistica cominciarono a spuntare come funghi anche nelle altre regioni. Ed oggi, dati alla mano, se ne contano più di seimila: un vero patrimonio del Paese che da quasi un secolo e mezzo si mobilita per la promozione del turismo, della cultura e di tutte quelle che sono le risorse presenti sul territorio. Ma se i numeri non sono sufficienti a dimostrare la loro

importanza, basti sapere che le Pro Loco sono le uniche associazioni ad essere citate dalla legge quadro sul turismo 135 del 2001, nonché fra le poche a vantare una struttura nazionale, regionale e provinciale. Per mostrare un esempio di tali associazioni, abbiamo avuto l’opportunità di interloquire col presidente della Pro Loco di Giuglia-no per dare voce ad una delle organizzazioni più attive della Campania. La sede si trova al Corso Campano, poco lontano da Piazza Annunziata, di fronte ad un ampio spiazzo adibito a parcheggio. Ad accoglierci all’interno, dietro una scrivania ingombra di libri, il presidente Mimmo Savino. Da oltre dieci anni, il pittore giuglianese si fa carico di guidare la Pro Loco remando contro mille difficoltà economiche e mantenendo un dialogo non sempre facile con le istituzioni. Proponiamo un estratto per contenuti dell’intervista rilasciataci, per fornire un quadro chiaro del loro tipo di attività.La Pro Loco è nata ufficialmente il 22 aprile 1977 per volontà di un gruppo di cittadini. Fra le principali attività, va di sicuro menzionato il progetto nazionale di servizio civile. Dall’anno 2003/04, vengono assunti dei volontari che lavorano in progetti finalizzati al rilancio del turismo e della storia locale, con ricerche sulle tradizioni, sull’arte e sulla cultura giuglianese: tutti lavori documentati con cd, filmati e documenti in pdf. Ma le attività che organizzano sono anche altre: presentazione di libri, convegni, confronti politici, concerti di musica classica e musica sinfonica. Dal 1997 sono state promosse oltre 250 manifestazioni ed eventi culturali. La Pro Loco, in quanto iscritta all’albo regionale delle Pro Loco, gode di finanziamenti che vengono concessi dalla Regione sulla base di una tabella stilata con cadenza annuale. Quest’anno sono stati terzi in graduatoria ed hanno avuto diritto ad un finanzia-mento di 2200 euro. Altre fonti di finanziamento sono gli eventuali contributi dell’amministrazione comunale, erogazioni liberali da parte dei cittadini, e offerte da parte di soci e del presidente stesso. Insomma, come ha affermato il Presidente Savino :

c’è tutto da rimettere e poco da guadagnare… Siamo ben lontani dagli standard delle regioni settentrionali: al Nord esistono Pro Loco che funzionano come vere e proprie aziende che dalla gestione di musei e di altri centri di cultura traggono i proventi necessari a finanziare le loro attività. A Giugliano questo non avviene perché non si avvia, come già detto, un pro-getto culturale a lungo termine che punti sulla costru-zione di infrastrutture di valore culturale come cinema o teatri

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

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6 giovani per il turismo n°0

Misteri di NapoliIl cimitero delle Fontanelle

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

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Il Cimitero delle fontanelleI Misteri di Napoli

Dario Alfano

7 giovani per il turismo n°0

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

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8 giovani per il turismo n°0

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

Info per la visita del cimitero

Il Rione Sanità, che ospita il cimitero, è raggiungibile percorrendo un tratto di strada a piedi dopo essere arrivati alla stazione Materdei della Linea metropoli-tana 1.Il Cimitero delle Fontanelle è aperto tutti i giorni tranne il Mercoledi e l’ingresso è gratuito.

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Massimo Tuccillo

La chiesa di Santa Maria L’incoronata

9 giovani per il turismo n°0

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

LA STORIALa Chiesa di Santa Maria Incoronata fu edificata come parte di un programma urbanistico teso a dotare l'area attorno al palazzo reale di un serie di edifici pubblici e privati, secondo il volere di Carlo II d'Angiò.Il tempio venne fondato nel 1364, ma non in ricordo dell'incoro-nazione della regina Giovanna I d'Angiò e del suo secondo marito Luigi di Taranto, come crede la tradizione, bensì per ospitare una preziosa reliquia, una spina della corona di Cristo, che la sovrana aveva richiesto espressamente in dono dal re di Francia, Carlo V di Valois, raffigurata nel portale d'ingresso; l'edificazione di questa particolare "cappella palatina" esterna al Castello, avvenuta in un momento difficile per la regina, subito dopo la morte del marito (1362), doveva avere la funzione di rivendicare davanti al popolo napoletano la

legittima sovranità sul Regno da parte di Giovanna, ricollegandola alla sacralità di Cristo. In origine un piccolo ospedale fu costruito accanto al luogo di culto e l'intero complesso fu governato all'ordine dei Certosini di San Martino sino alla fine del XVI secolo.Fu riaperta al culto nel XVIII secolo, dopo un periodo di totale abbandono e subì una serie lunghissima di restauri (ad opera di Gino Chierici alla fine dell'Ottocento e della soprintendenza negli anni cinquanta del Novecento) per tutto il secolo successivo che si protrassero sino al 1993: gli ultimi interventi hanno privato la chiesa delle sovrastrutture adiacenti e dei barocchismi, rendendola, così come oggi ci appare, del tutto spoglia di ogni arredo.

Il particolare impianto a due navate asimmettriche coperte da crociere sembra sia il risultato di un rimaneggiamento del preesistente edificio in cui era posta l'aula giudiziaria per i processi penali del tribunale dell'epoca angioina.La chiesa risulta interrata rispetto al piano stradale in quanto, in epoca posteriore, l'area fu colmata, per volere di Carlo V, da sterri utilizzati per sistemare il fossato di Castel Nuovo.Frammenti di affreschi, probabilmente eseguiti intorno al 1352 sono visibili nella prima campata, a sinistra dell'in-gresso; essi rappresentano Il trionfo della fede e I sette Sacramenti e sono stati attribuiti a Roberto Oderisi.Alcune identificazioni di personaggi celebri, sebbene prive di effettivo fondamento, sono state fatte su alcuni di questi affreschi come ad esempio i tre figli di Giovanna I nella Confermazione, San Ludovico di Tolosa ordinato vescovo da Bonifacio VIII nella Ordinazione oppure addirittura il Petrarca e Laura nel Battesimo.Anche le pitture presenti nelle lunette, varie Storie bibliche

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

(1340-43), gravemente danneggiate, sono da attribuirsi allo stesso artista napoletano.In fondo, a sinistra dell'altare maggiore settecentesco, vi è la Cappella del Crocifisso, un tempo affrescata con opere di inizio quattrocento (Vita di San Ladislao) i cui frammenti sono oggi esposti nella navata maggiore, attribuiti ad un ignoto pittore di origine marchigiana e formazione padana, indicato con il nome di comodo di Maestro delle storie di San Ladislao. Sulle volte della cappella sono dipinte le Storie della Vergine, della stessa mano. Nella cappella era presente infine un polittico, descritto nelle "Vite de pittori, scultori ed architetti napolitani" del De Dominici (1742), di cui restano tre pannelli esposti al Museo di Capodimonte, sempre eseguito dallo stesso Maestro delle storie di San Ladislao.Nella cappella si ammirava anche un bel Crocifisso ligneo eseguito da Michelangelo Naccherino, ritenuto a lungo di Giovanni da Nola, oggi nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani.

L’INTERNO

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Roccamonfina è un piccolo comune della provincia casertana e sorge all’interno dell’omonimo parco regionale. Il nome Roccae monfinum deriva dall’appellativo che un tempo veniva attribui-to al monte Santa Croce, appunto chiamato monte Fino. Un’altra interpretazione sull’origine del nome, vuole che l’imperatore Decio avrebbe fondato Roccamonfina dopo essersi rifugiato in queste terre alla ricerca della sua amata Fina. Già in epoca antecedente a quella romana, esistevano degli insediamenti umani a Roccamonfina: alle pendici del Monte Frascara si trova un recinto di pietre megalitiche, denominato “Orto della Regina”. E’ probabile che siano state le popolazioni aurunche o ausone a realizzare queste costruzioni intorno al terzo secolo avanti Cristo. La funzione dell’Orto è ancora sconosciuta, anche se le ipotesi più accreditate sono due : si tratterebbe dei resti della mitica Musona che i Romani distrussero nel 314 a.c. , oppure dovrebbe essere una fortificazione difensiva locale.

Di notevole importanza è il Santuario di SS. Maria dei Lattani, fondato da San Bernardino da Siena e da San Giacomo della Marca intorno al 1429 dopo Cristo. La nascita del Santuario è dovuta alla scoperta da parte di un pastorello di una statua della Vergine con il bambino in una vicina grotta. La chiesa è preceduta da una maestosa scalinata in pietra locale, da un pronao in stile gotico ove è possibile ammirare un robusto portale in legno di castagno datato 1507 d.C. L’ interno è costruito da una sola navata con volte a crociera, sorrette da eleganti pilastri e con finestre archiacute. Di notevole fascino è il chiostro rettangolare, annesso alla Chiesa, chiuso da colonne di forma diversa che sorreggono una parte del dormitorio dei frati francescani. Le pareti e le volte sono adornate da diversi dipinti di padre Tommaso da Nola, che eseguì le opere tra il 1630 ed il 1637.

Il Santuario è al centro della festa tradizionale della “Calata Sant’Antonio”, che si svolge l’ultimo martedì di maggio. La statua del Santo protettore viene portata in spalla dai fedeli dalla frazione Gallo a Roccamonfina , dove viene conservata nella chiesa collegiale del paese. Nel corso dell’ “Ammessa” si svolge una festa contraddistinta da canti,musiche e fuochi pirotecnici. La “Salita” viene effettuata l’ultima domenica di Agosto.

I consigli di: Viaggiando per l’Italia

Antonio Giustino GuerreraRoccamonfina: Tempo di castagne

10 giovani per il turismo n°0

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

Roccamonfina è conosciuta in particolare per la bontà delle sue castagne. In Ottobre si tiene la tradizionale “Sagra delle Castagne”, dove è possibile assaggiare le varie specialità prodotte (liquori a base di castagne , caldarroste, marmellata di castagne e castagne sciroppate). I roccani sono diventati dei veri e propri maestri nella coltivazione e nella conserva-zione di questo frutto. La tecnica della “bagnatura” è una delle più utilizzate da queste parti: le castagne sono prima immerse in una “bagnarola” colma di acqua per circa dieci giorni e poi distese in degli spazi asciutti per farle asciugare al sole. Il processo della “bagnatura” viene ripetuto ogni volta che le castagne diventano secche e serve per preservare la qualità del frutto dalle intemperie o da altri fattori nocivi.

Per altre informazioni

www.roccamonfina.net

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Anna Maria Russo

11 giovani per il turismo n°0

Si avvicina la commemorazione dei defunti celebrata ogni anno il 2 novembre e chi abita e vive a Napoli, e ne conosce i suoi lati più affascinanti e misteriosi, non può che associa-re questa ricorrenza ad uno dei luoghi simbolo della Napoli esoterica, il “cimitero delle fontanelle”, situato in uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli, la Sanità; l’origine di questo cimitero risale al XVI secolo quando la città fu colpita da epidemie, carestie, disastri naturali; qui vennero trasferiti i cadaveri che non potevano permettersi una degna sepoltura, come avveniva ad esempio per i nobili che sceglievano una chiesa la quale avrebbe ospitato le proprie spoglie. Quando nel 1656 Napoli fu colpita da una dura pestilenza che ne decimò la popolazione, (su una popolazio-ne di 400.000 morirono più di 250.000 persone) i corpi vennero trasferiti in massa in questa cava che divenne una

vera e propria fossa comune, successivamente accolse anche le salme del 1837 quando la stessa città fu colpita dal colera. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872 quando il parroco Don Gaetano Barbati grazie all’aiuto della popolazione del quartiere, sistemò ordinatamente le ossa dando un senso di cura e riconoscimento a queste anime senza nome. Ad oggi non si conosce quanti corpi siano custoditi all’interno di questo cimitero, c’è chi azzarda un numero che si avvicina ad un milione, le leggende dicono anche che qui vi siano custodite le ossa del poeta Giacomo Leopardi che morì a Napoli e la sua tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma cosa rende speciale questo luogo? Sicuramente il culto delle anime del purgatorio; chi non ha avuto in terra degna sepoltura è costretto ad essere, dopo la morte, ancora legato ad essa; le preghiere possono

aiutare queste anime a raggiungere il paradiso abbandonando il purgatorio. Questo atto di devozione e generosità del popolo napoletano però richiede simpaticamente un compromesso, ossia le anime aiutate devono ricambiare il favore, come esaudire dei desideri che possono essere, ad esempio, una guarigione di un familiare o una vincita al gioco del lotto. Le anime <<pezzentelle>>, quindi, vengono adottate; si sceglie un teschio, gli si dà un nome, lo si pulisce (addirittura c’è chi gli ha costruito una teca) e si prega per lui, questa anima sconosciuta diventa parte della famiglia, ma se questa anima non ricambia il favore? C’è chi si offende e quindi reagisce adottandosi un altro teschio, senza mai abbandonare quello scelto in precedenza. Questo culto fu severamente vietato dalla curia romana, ma nonostante questo divieto non cessò mai di esistere: le credenze popolari dei napoletani sono più forti di qualsiasi ordinamento! Dopo tanti anni di chiusura quando questo luogo poteva essere visitato solo il giorno dei morti, grazie ai lavori di messa in sicurez-za e la voglia del popolo della Sanità di aprire al pubblico questo luogo unico, magico e così affascinante, oggi è possibile visitarlo ogni giorno dalla 10 alle 17 tranne il mercoledì. Se pensiamo al cimitero delle fontanelle però ci viene in mente un altro luogo simile ed altrettanto affascinante, la “chiesa di Santa Maria delle anime del purgatorio” sita in via dei Tribunali, il cuore antico della città. Eretta nel 1616 su commissione di diversi nobili, questa chiesa stile barocco è caratterizzata sia all’esterno che sulla facciata dalla

presenza di teschi, ma non è questa la sua particolarità, quando vi si accede si può ammirare una stupenda chiesa, e quando invece si scende nei sotterranei? Le chiese sembrano essere 2 , quella superiore (che si ammira appena si accede) e quella inferiore, una chiesa costruita sotto un'altra chiesa; l’ipogeo, dove sono visitabili tombe e resti di ossa; i teschi (le famose “capuzzelle”) che troviamo anche nel cimitero delle fontanelle, peraltro, anche in questo luogo si celebra il culto delle anime del purgatorio come ci suggerisce il nome della chiesa, e lo si fa di nascosto essendo vietata tale pratica. Sembra quasi che un luogo sacro in superficie celi un luogo arcano e mistico sotto di esso. Un simbolo caratterizzante di questo luogo è sicuramente il teschio di Lucia, (un teschio coperto da un velo da sposa) la leggenda vuole che Lucia sia morta in un naufragio insieme al suo sposo; le donne di Napoli sono molto devote a questa figura, in quanto la venerano come protettrice del loro matrimonio o addirittura, sempre per ricambiare il favore delle proprie preghiere, chiedono di trova-re l’amore della loro vita, e tutt’oggi si possono ammirare al fianco del teschio, i fiori che le donne offrono in segno di voto. La chiesa, col suo ipogeo, si può ammirare dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13, il sabato dalle 10 alle 17. Si avvicina il 2 novembre i vivi celebrano i morti , ogni persona celebra un proprio familiare o conoscente, c’è anche chi pregherà per

donna Concetta (il teschio che suda) o Pasqualino, 2 anime i cui nomi sono stati dimenticati; ma siamo sicuri che queste anime “pezzentelle”, ree di essere state povere durante la loro vita e quindi non degne della stessa sepoltura dei benestanti, saranno ben liete di essere ricordate con un altro nome pur di ricevere lo stesso conforto che un orfano potrebbe avere quando viene adottato.

Art Explosion: l'arte si racconta nei Campi flegrei Monte di Procida, Pozzuoli e Bacoli 21 ottobre - 11 dicembre 2011Venerdi 21 ottobre 2011 prende il via la prima di un

progetto di prestigio che punta a rianimare l'antico

patrimonio del territorio con svariate iniziative volte

alla valorizzazione di realtà museali e di siti archeolo-

gici come la Necropoli di Cappella, il Castello di Baia, il

Tempio di Diana e di Venere, il Complesso Vanvitelliano,

Palazzo Toledo, Macellum, che diverranno palcoscenici

d'eccezione per accogliere eventi di altissimo livello

culturale ed artistico in un connubio tra antico e

moderno. Opere ed interventi inediti tra cui esposizio-

ni, installazioni, performance live di noti writing &

street art, mostre collettive ed individuali.

WWW.ARTEXPLOSION.IT

Pompei e scavi

Area espositiva del Santuario di Pompei dal 17

al 19 dicembre

Al via la I edizione di Natale in fiera, la fiera

dedicata alle creazioni natalizie campane: dall’arte

presepiale ai dolci tipici, passando per le

immancabili idee regalo degli operatori

commerciali.

WWW.POMPEIEXPO.IT

Rubrica EventiRubrica EventiMARTEDI IN ARTE DAL 25 OTTOBRE

Riparte la manifestazione culturale di

Martedì in Arte. Dopo il successo

dell’edizione 2010, si conferma anche per

quest’anno l’iniziativa ministeriale che

prevede l’apertura serale dei siti e luoghi

statali l’ultimo martedì di ogni mese

45°Etichettehttp://www.palazzorealenapoli.it

Una grande esposizione invita a riflettere sui

sessant'anni che hanno preceduto il Plebiscito

dell'ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai

moti del '48 alla spedizione dei Mille.Una mostra

dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai

esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a

vivere e a trasmettere l'emozione del momento. E,

insieme, un grande esperimento di multimedialità

per far entrare il visitatore nel cuore vero dei

fatti.Orario di apertura: lun-mer 15/18; mar-gio-ven

9/12

Vico Equense, in mostra le macchine di Leonardo

sala polifunzionale dell'Istituto SS. Trinità e

Paradiso dal 22 ottobre al 30 novembre 2011

Più di venti macchine inventate da Leonardo da Vinci

riprodotte in scala per il grande pubblico dal

laboratorio di scenografia della Pusa University di

Aleppo. Un imponente e singolare lavoro, eseguito con

minuzia al fine di realizzare vere e proprie macchine,

di grandi dimensioni, costruite con procedimenti

speciali, che s'ispirano ai quattro elementi essenziali

della vita: acqua, aria, terra e fuoco. Presentata per la

prima volta nella provincia di Napoli, ha già riscosso

nei luoghi, dove è stata esposta.. I visitatori potranno

interagire con le macchine e metterle in funzione

combinando così l'esperienza diretta del funzionamen-

to con l'esplorazione dei principi fisici e meccanici

utilizzati da Leonardo.

Sud. Le radici meridionali dell'unità nazionale da venerdì 30 Settembre 2011 a domenica 15 Gennaio 2011Napoli, Piazza Del Plebiscito-Palazzo reale Map data ©2011 Tele Atlas  Immagini ©2011 , Cnes/Spot Image, DigitalGlobe, GeoEye Dati mappa

ChiudiMap data ©2011 Tele Atlas Immagini ©2011 , Cnes/Spot Image, DigitalGlobe, GeoEye

Campania senses da mercoledì 28 Settembre 2011 a lunedì 30 Gennaio 2012Casoria ospita l'iniziativa speciale del Padiglione Italia Campania Senses al CAM, il museo di arte contempora-nea a cura di Vittorio Sgarbi. Il nome della manifesta-zione è da supporto alla scelta di distinzione delle espressioni artistiche presentate, la sensorialità è infatti alla base dell’evento del CAM che vede coinvolti gli artisti campani con performance, installazioni, video, sound art, danza e fotografia. L'humus territoriale ha dato vita ad opere che affrontano tematiche incisive e taglienti come il fascismo, il nazismo, il ruolo della donna, il sesso, la religione, la politica, la camorra e l'immigrazione. Problematiche che il CAM ha preso in analisi in più di una mostra e che rendono questo museo fuori dai convenzionali circuiti dell'arte.

Viaggio nei luoghi del cinema napoletano26 dicembreNapoli è insieme a Roma la città italiana più rappre-sentata nel cinema: tra i vicoli, le gallerie, le colline, i palazzi di Napoli, la macchina cinematografica, infatti, si è mossa instancabile sin dai suoi esordi. Il tour condurrà il visitatore all'interno dell'antico Rione Sanità, nei luoghi che hanno fatto da sfondo a tanti capolavori del cinema. Una particolare attenzione sarà rivolta ai numerosi siti di valore storico-artistico che si incontreranno durante il percorso e ai vari aneddoti relativi al passato della città.

Inizio ore 10.00,costo 10 €

L'Unita' d'Italia nelle carte e nei testi dell'Archivio

storico di Pozzuoli da giovedì 22 Settembre 2011 a venerdì 30

Dicembre 2011Pozzuoli celebra l'Unità d'Italia con una mostra

documentaria. In esposizione, oltre a documenti

originali ed a volumi contenenti testi di Mazzini e

Cavour, editi nel XIX secolo, copia di una lettera che

Garibaldi scrisse al Sindaco di Pozzuoli nel 1876 e

documenti appartenenti all'Archivio Storico Diocesano

risalenti al periodo in cui fu Vescovo Raffaele Purpo

(1843 - 1876), in tema con l'argomento della mostra.

Saranno inoltre proiettati alcuni filmati.Ingresso

gratuito

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giovani per il turismo n°0 12

Maestà Regia. Arte a Palazzo dai Farnese ai Borbone

fino a sabato 31 Dicembre 2011La Reggia di Caserta si presenta al pubblico con nuovi spazi e

percorsi espositivi. 140 dipinti inediti - raggruppati per

percorsi tematici monografici tra i quali il cospicuo fondo di

Nature morte o i Soggetti Orientali di Michele Scaroina - sono

stati esposti per la prima volta nella Quadreria. Altri 120

dipinti relativi ai Fasti Farnesiani - tra i quali le Battaglie di

Alessandro Farnese, il matrimonio di Elisabetta Farnese e

Filippo V, ma anche le opere dedicate a Carlo e a Ferdinando IV

di Borbone, a Francesco I e Ferdinando II, o ancora esempi di

pittura di genere di XVIII e XIX secolo - non più esposti da

tempo, sono stati riallestiti nella Pinacoteca al piano nobile,

accanto alle opere già presenti tra le quali le celebri vedute di

J. P. Hackert - ed ancora circa un centinaio di oggetti d’arte

(porcellane, tessuti, sculture etc.) sono stati raccolti in altri

spazi visitabili su prenotazione, dedicati alle “Arti decorative a

Palazzo”.Orario di apertura: feriali 9:15/12:45, domenica 9:30/12 e su

appuntamento. Costo biglietto 7 euro

Gusto sapori e tradizioni

Dal 25 al 28 novembre in Piazza Bartolo

Longo a PompeiPrima edizione raccolta in quattro giorni di

esposizione dei sapori e non solo della

Campania e quattro sere ricche di eventi e di

cultura .Con il patrocinio del Comune di

Pompei e in collaborazione con la Confeser-

centi di Pompei, l'evento è organizzato dalla

Crazytime. L'ingresso è gratuito.Info:

www.saporietradizione.com

Il presepe viventeDal 28 dic al 06 gennaio a Quindici (AV)

Dal 27 al 29 dic a Pietrelcina (BN)

Dal 27 dic al 06 gennaio a San Vito Marigliano

(NA)Dal 26 dic al 09 gennaio a Giffoni Valle Piana (SA)

Dal 26 dic al 08 gennaio a Agerola (NA)

Il 26 dic a Carano-Sessa aurunca (CE)

FESTA DEL TORRONE - XI EDIZIONE

7,8,9,10,11 / 16,17,18 dicembre 2011 San Marco dei

Cavoti (Benevento) Oltre al famoso torrone di San Marco, ormai

conosciuto ed apprezzato in tutta Italia e nel

mondo, le tipicità gastronomiche locali (formaggi,

salumi, olio, miele, carni bovine - ovine - suine .....)

sono i protagonisti di un ampio ventaglio di

manifestazioni folkloristiche e culturali.

Festival dell'Artigianato

02-05 Dicembre 2011 Cava de’Tirreni

Parte la prima edizione del Festival dell'Artigiana-

to, un workshop volto a promuovere il recupero

degli antichi mestieri e a trasferire il know how

delle attività artigianali, alle nuove generazioni.

Dodici le categorie di artigiani, quattro intense

giornate di laboratorio durante le quali i dodici

tutor, affiancati da propri assistenti, avvieranno

delle classi di lavoro, formate ognuna da 10

partecipanti, volte alla dimostrazione e alla messa

in mostra delle loro conoscenze e del loro

mestiere.La partecipazione è gratuita

Showcolate: una manifestazione tutta da gustare

Dal 4 all’8 dicembre, alla Mostra d’Oltremare di

Napoli(dalle 10.00 alle 20.30)

Artigianale, industriale, nero, bianco, fondente, al

latte… per cinque giorni il cioccolato sarà

l’assoluto protagonista di Showcolate..Grandi

maestri cioccolatieri ed importanti produttori

nazionali ed internazionali daranno vita alla prima

rassegna professionale del centro sud, intera-

mente dedicata al cioccolato. Info:

www.showcolate.it

L'Estate di San Martino (Festa di vino, arti, tradizioni e sapori)Marcianise(CE) centro Storico 12 e 13 novembre 2011Ci si prepara a festeggiare il decimo anniversario della 'presa delle venelle' con l'ormai arcinoto festival di vino, arti, tradizioni e sapori ospitato anche quest'anno, per le serate del 12 e 13

novembre, nell'incanto evocativo degli 'antichi vichi alle Torri', il quartiere d'impianto medioevale del centro storico di Marcianise.Info: 3331262819

NOTTE BIANCA A CASTELLAMMARE IL 30 DICEMBRE

Per promuovere lo storico mercato del pesce e

festeggiare l’arrivo dei pescherecci,la città ha

organizzato una manifestazione con spettacolo di

musica popolare, e degustazione

MERCATINI3 e 4 dicembre San Potito Sannitico (CE)Musica, arte, artigianato, sapori e saperi allieteranno la dodicesina edizione del Mercatino di Natale che, come ogni anno, si svolge il 1° weekend di Dicembre (Sabato 3 e Domenica 4). Dal 16-11-2011 al 06-01-2012 Castel San Giorgio (SA)Nella piazza centrale della città saranno allestite 10 casette in legno, adibite alla vendita di articoli natalizi, da regalo e prodotti gastronomici…in attesa del Natale

I PRESEPIdal 28 al 30 dicembre2^ Edizione della Mostra/Concorso di arte presepiale di Sant'Antonio Abate durante cui sarà possibile anche degustare i prodotti tipici della tradizione natalizia: dalle zeppole, alle caldarroste, alla pizza fritta e a numero-se altre specialità locali, in un mix di sapori e tradizione che contraddistingue la terra felix fin dagli albori.

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Rubrica SportivaAlessandro TuccilloPanoramica Eventi

Il Consiglio del MeseAnna Maria RussoL’inferno di Dante a Pertosa (SA)

L'estate è oramai alle spalle, ma le attività sportive non si fermano mai. Nel bimestre novembre-dicembre si ravvisano molti eventi sportivi nella nostra regione. Iniziamo la nostra speciale rassegna con uno sport molto praticato nel mondo, ma poco conosciuto in Campania: il badminton. Questo sport simile al tennis e praticato in passato tra le famiglie più in vista d'Europa, è divenuto uno sport agonistico nel tempo. Il 5-6 novembre si svolgerà un torneo nazionale di badminton a Napoli organizzata dalla società BcSant'Agata. Passiamo ora alla prossima disciplina: l' atletica leggera,la quale ha lunghe ed importanti tradizioni nel nostro territorio. Nel mese di dicembre, precisamente il 18, si menziona un evento molto interessante sulla costiera amalfitana, una maratona che parte da sorrento e percorre tutta la costiera per 42 km. Ricchi sono gli eventi per ciò che riguarda la pallavolo. Si menzionano a tal proposito gli incontri del girone A di serie A maschile del torneo regionale. Ora è la volta di uno sport un di certo più popolare: il tennis. Nella nostra regione diversi sono i tornei organizzati dalle varie società. Il 12 novembre si svolgerà presso la società As tennis Atheneo un torneo su terra che terminerà il 18 dicembre. Lo stesso mese inizierà il torneo organizzato a Napoli dalla società g.t Sammaritano.

Il prossimo sport oggetto della nostra rubrica è il tiro con l'arco, sport di grande concentrazione e precisione, anch’esso ricco di tradizioni antiche. Gli eventi organizzati nella nostra regione, in questo bimestre sono numerosi, ma andiamo con ordine. Nel mese di novembre si dispute-ranno vari tornei interregionali: il primo novembre a Salerno, specialità 18 metri, si svolgerà presso la società Arcieri Arechi Salerno; il 6 novembre si svolgerà ad Aversa la specialità 18 metri presso la società Arcieri Normanni Aversa; il 13 novembre si ritornerà nuovamente a Salerno; il 20 novembre, rientro nel casertano, e precisamente a Capua, presso la società arcieri Campania Capua; il 27 novembre, si passa in provincia di Napoli, ossia a Cardito, presso la società Arcieri Primavera. Nel mese di dicembre invece si disputeranno a Benevento il 4 dicembre presso la società arcieri del sannio; a Piedimonte Matese, il giorno 8, presso la società arcieri del Matese; ed infine a Salerno il giorno 11 ed a Capua il 18 del mese.Con il tiro con l'arco terminiamo la nostra rassegna, concludendo con un significativo e noto modo di dire, che sfruttiamo come nostro slogan: "chi si ferma è perduto". Quindi, attenzione: non fermiamoci mai!

La magia si ripete ogni fine settimana: con la guida di Dante in perso-na ci si inoltra nei cunicoli scavati nelle viscere della montagna e, di caverna in caverna, si incontrano Paolo e Francesca, Ulisse, Minos-se, Il Conte Ugolino e molti altri protagonisti della prima cantica della Divina Commedia. Sono gli spettatori a muoversi all’interno della scena e ad andare incontro ai personaggi. Non ci sono quinte e fondali di cartapesta, ma uno scenario preistorico che conta 35 milioni di anni. Un gioco di luci e suoni ed una serie di videoistallazio-ni d’arte contemporanea arricchiscono lo show che si snoda per circa un chilometro e coinvolge oltre 30 attori e ballerini.Le rappre-sentazioni  si tengono tutti i venerdì, mattina e sabato sera.Dante, accoglie il pubblico proprio alla sommità dell’erta” e dopo aver “recitato” per intero il primo canto dell’Inferno introduce il proprio gruppo di spettatori – visitatori, nel labirinto del centro

storico fino ad incontrare prima Virgilio e poi Beatrice nella prima delle 9 soste che descrivono il loro incontro, usando a volte gli stessi versi del Sommo Poeta altre volte un riassunto drammaturgico incisivo e descrittivo.Un Progetto di Turismo Culturale ideato da Domenico Maria Corrado e realizzato da Elledi 91 s.r.l e Tappeto Volante s.a.s. che ha come obiettivo la valorizzazione e lo sviluppo turistico dei Borghi Antichi e dei Centri Storici più significativi e suggestivi dei Comuni d’Italia, soprattutto nei periodi di destagionalizzazione dei flussi turistici ordinari, nato dalla evoluzione della entusiasmante esperienza maturata alle grotte di Pertosa in provincia di Salerno.Info e prenotazioni http://www.tappetovolante.org/dantePer noi Giovani per il Turismo abbiamo avuto la fortuna di assistere all’evento: un’esperienza sensoriale che vale la pena vivere!

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