La Costiera dei Giovani N.0
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21-Oct-2014 -
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www.costieragiovani.it
I l cambiamento che s iamo di Giò Caruso
Eccola. La nostra voce. La nostra reazione. Ecco la nostra forza propulsiva. La risposta a quello che tanti, spesso anche i politici, si chiedono. Chi sono i nostri giovani? Che fanno? Di cosa si interes-sano? Cosa vogliono? ―Eccoci‖ rispondiamo. Siamo dalla parte delle idee, dalla parte della propositività, dalla parte di chi sa che, prima o poi, sarà protagonista. Non nascondiamocelo. Un giornale. Perché no? Basato sull‘idea della più piena e auten-tica libertà di espressione. Basato sulla ferma volontà di far emer-gere il lato migliore di tutti noi, quello che troppo spesso teniamo dentro, quello che troppo raramente ci chiedono di esprimere. E‘ bastata un‘idea geniale e meravigliosa di Daniele Milano, ovvero il Progetto ―La Costiera dei Giovani!‖, un gruppo facebook (e come altrimenti?) e un invito: dite quello che più vi piace dire, fate ciò che vi piace di più, se volete. Nessun obbligo, ma poi però, cari giovani, non dite che non avete potuto esprimervi. Ora il modo c‘è, siamo qui per questo. Niente scuse.
Un po‘ di autocritica bisogna farla. Perché i primi a cambiare dob-biamo essere noi. Passiamo tanto tempo, troppo tempo, a lamen-tarci. Inutilmente. Ma noi che cosa proponiamo? Ci lamentiamo perché vogliamo cambiamento, non è vero? Bene, provate a vederla così: noi il cambiamento non dobbiamo volerlo, dobbiamo esserlo. Rappresentarlo, impersonarlo. Non pren-diamoci in giro e non facciamoci prendere in giro dalle promesse, solo i giovani possono essere il cambiamento. E chi altrimenti? Ma per esserlo dobbiamo pensare, proporre, agire. Individuare le criticità, capire il modo per fronteggiarle e poi passare all‘azione. Questa è la strada. Il rapporto con le Istituzioni, ad esempio, è uno scambio. Non lasciatevi illudere, vi concederanno attenzione solo se mostrerete di poter dare qualcosa in cambio. E tutto som-mato è giusto, amici. Bisogna dare idee, progetti, o semplicemen-te il vostro impegno. Ma sappiate che non sono loro ad avere l‘ultima parola. Ma noi, perchè non c‘è nulla di più forte di un gruppo di giovani determinato, convinto e con le idee chiare. Capi-te dove volete andare e puntate dritti all‘obiettivo, non esitate, non fatevi scoraggiare, seminate e abbiate la pazienza di aspettare il momento in cui potrete finalmente raccogliere. Arriverà, basta esserne convinti. Ed eccoci al nostro problema più grande. Quello che ci rimprovera-no sempre i nostri genitori: siamo abituati ad avere tutto e subito. Ma poi dobbiamo sempre ricominciare da capo. No, la strada non è più questa, oggi c‘è bisogno di impegno, di forza progettuale, di visioni di lungo termine dettate da un modo differente di vedere le cose, da un modo giovane ad esempio. Solo noi possiamo, perché solo noi possiamo vedere la nostra ter-ra da un altro punto di vista, solo noi possiamo costruire la classe dirigente del domani. C‘è bisogno che essa sia ben diversa da quella attuale, su questo siamo tutti d‘accordo. Allora mettiamoci al lavoro! Basta personalismi, basta campanilismi, basta persecu-zioni, basta vani idealismi. Questo lasciamolo al passato, conside-riamolo il come ―non si deve fare‖… Iniziamo a dimostrare, prima di tutto a noi stessi, che possiamo essere uniti, validi, propositivi, che possiamo essere La Costiera dei Giovani. La corsa è lunga, ed è solo con noi stessi. Il futuro è dei Giovani, la Costiera è dei Giovani.
L'artigianato non passa mai di moda. Ma come nasce un pezzo artigia-nale? Ce lo racconta Chantal Giovinetti. di Liliana Maria D‘Alessandro
Crea fantastici accessori arti-gianalmente, dando sfogo
alla sua creatività utilizzando
un materiale plastico sempli-ce ma resistente : la pasta
polimerica, anche detta argil-la sintetica, pasta sintetica o
pasta termoindurente poiché
viene cotta in forno. Sto par-lando di Chantal Giovinetti,
22 anni, una fantasiosa ra-gazza di Castellamare, lavora
a Positano dove è conosciuta
proprio per il suo particolare hobby di ―artigiana‖. Sono
molte, infatti, le ragazze del-la Costiera che sfoggiano
orgogliose le sue colorate ed eccentriche creazioni.
Da studenti universitari a imprenditori...
come avviene il ―grande passo‖? Inter-vista ad Alessandra Staiano, fondatrice
della Cooperativa Nesea di Capri
La Cooperativa Nesea a r.l. è nata nell‘aprile
scorso. L‘idea è partita principalmente dal no-stro desiderio comune di valorizzare il territo-
rio in cui viviamo. Un territorio ricco di storia, cultura, arte e tradizioni in una cornice pae-
saggistica da sempre ammirata ed elogiata in
tutto il mondo. Spesso però si associa l‘immagine di Capri esclusivamente al lusso,
alla mondanità e alle celebrità che ogni estate la scelgono come luogo privilegiato di vacan-
za, dimenticando che, nel corso dei secoli,
hanno passeggiato lungo le ripide stradine della nostra isola imperatori, uomini di scien-
za, artisti e letterati.
continua a pagina 7
Sentieri in Costiera, una miniera dietro l’angolo
di Alessandro di Benedetto
Costiera Amalfitana. Ecco che
balzano davanti gli occhi il bel-lissimo duomo di Amalfi, il dolce
paesaggio ravellese, i vicoli di
Positano con le sue boutiques piene di turisti ed altro ancora.
Ma nessuno potrebbe immaginare che la Divi-na Costiera, oltre ad essere mare, limoni e
monumenti, può divenire il paradiso
dell‘escursionismo e delle attività outdoor. Sì, avete capito bene.
continua a pagina 13 continua a pagina 10
Lo Staff ―La Costiera dei Giovani!‖ dedica questo giornale a Ste-fano Carrano, Francesca Mansi e Vittorio Apicella … Amici che non ci sono più. Nell ‗augurio che possiate seguirci e proteggerci dall‘alto.
www.costieragiovani.it
2 Anno I - numero 0
Anche in Costiera Amalfitana, l‘angolo di paradiso famoso in
tutto il mondo per le bellezze paesaggistiche ... ci sono dei pro-blemi legati alla condizione dei giovani sul territorio. Quello prin-
cipale è lo spaesamento dei ragazzi nei confronti del mondo dell‘università e del lavoro, della politica, della scuola, della par-
tecipazione e del divertimento.
Sintonizziamoci su uno stesso canale, sulla stessa frequenza ...
Cerchiamo di pensare che è compito della Scuola, degli Enti Lo-cali, degli Informagiovani, dei Forum dei Giovani e delle Associa-
zioni orientare il ragazzo per dargli certezze, aiutarlo a cresce-
re, spronarlo a diventare un buon adulto e un buon cittadino. Per dare una risposta al suo spaesamento, dovuto essenzialmen-
te a una crisi sociale e politica, è fondamentale progettare e agi-re insieme secondo un nuovo stile di governo territoriale, definito
Governance.
La Governance, a differenza dello stile di governo tradizionale,
che presuppone e lascia intatta la contrapposizione tra poteri
pubblici e società civile, si presenta come azione di direzione inclusiva, qualificata dalla cura e dall‘attenzione nei confronti dei
soggetti verso cui si indirizza; in quanto tale, presuppone la co-noscenza, l’ascolto, il coinvolgimento e la valorizzazione
di tali soggetti e tende verso la creazione di una loro sempre maggiore capacità di autogoverno.
Bene. Questo concetto innovativo è stato applicato per la pro-gettazione del Piano territoriale di politiche giovanili (definito con
l‘acronimo PTG), strumento di progettazione “territoriale”, che
consente di mettere a sistema tutti gli interventi di politiche gio-vanili per perseguire obiettivi comuni su un territorio distrettuale
caratterizzato dalle stesse problematiche.
Il risultato? Il progetto è risultato vincitore al bando di
settore della Regione Campania. Inizialmente il PTG del nostro distretto è risultato tra i tredici approvati (e nei nove sen-
za riserve) sui cinquanta presentati da tutta la Regione!! Elemen-
to vincente e qualificante del PTG è stata la dinamica coope-rativa intercorsa tra Amministrazioni, Informagiovani, Forum e
associazioni, accresciuta grazie alle ripetute occasioni di confron-to avute all‘interno del Comitato distrettuale ―Costiera Amalfita-
na‖ . I Forum dei Giovani hanno contribuito operativamente alla stesura dei progetti, apportando idee innovative e originali, forti
della pluriennale esperienza nel settore della progettazione gio-
vanile. Tale fase di progettazione del PTG è stata seguita atten-
tamente anche dagli Amministratori Delegati alle politiche giova-
nili che dai vari confronti hanno recepito l‘alto potenziale di ―capitale umano‖ situato nella rete Informagiovani – Forum -
Associazioni - Enti Locali e Scuole.
Il PTG rafforza la Costiera dei Giovani, progetto che negli anni è
riuscito a instaurare relazioni solide e proficue creando rapporti di scambio tra Forum dei Giovani, Informagiovani, Scuole, As-
sociazioni ed Enti locali, oltre alla presenza sul web con il sito www.costieragiovani.it
Specchio di queste relazioni è questo Giornale, che raccoglie al-cune delle esperienze, delle proposte e delle notizie più positive
che la Costiera, come territorio unico offre. In più c‘è il portale
www.costieragiovani.it, aggiornato costantemente dallo staff informagiovani, segreteria organizzativa delle attività legate ai
giovani. Infatti, anche l‘informagiovani, ufficio dedicato all‘informazione, nell‘era di internet cambia volto e viene rilancia-
to spostandosi sul web. L‘intento è di mettere a sistema gran
parte delle opportunità previste a livello locale (Forum dei Giova-ni, associazionismo), nazionale ed europeo. Tra le priorità indivi-
duate vi è quella di orientare il tempo libero verso attività che aiutino a crescere in modo intelligente, recependo gli stimoli pro-
venienti dall‘Europa, per non ―poltrire‖ nella dimensione del lo-cale.
Il sito e il progetto hanno avuto notorietà tra i giovani in partico-
lare con ―La Costiera dei Giovani Summer Sport‖ che quest‘anno giungerà alla III° edizione. Lo scorso anno questa manifestazio-
ne sportiva ha raggiunto 564 partecipanti, tutti giovani compresi tra i 16-35 anni e provenienti da più paesi della Costiera. E‘ stato
un mezzo importante per conoscerci e un momento di autentica
socialità che si rinnova di anno in anno dal 2009!
Siamo orgogliosi di quello che stiamo creando ... perchè il merito
è di tanti. Non c’è protagonismo di un singolo! Se così fos-se La Costiera dei Giovani non potrebbe esistere. Sono le
esperienze, le idee di ciascuno che alimentano questa rete. An-che perchè non ci siamo svegliati ora... il buon cittadino si infor-
ma, partecipa, progetta SEMPRE, non solo quando gli fa como-do!
Sara Dienstbier
Il Forum dei Giovani di Maiori.
―Ci siamo anche noi!‖ La mancanza di forme di aggregazione
giovanile, unita al sempre più crescente
desiderio da parte dei giovani di mettersi in gioco, ha fatto sì che l‘attuale ammini-
strazione proponesse anche per il nostro paese la creazione di un organo progettu-
ale targato GIOVANI, ovvero il Forum.
La proposta è stata accolta con entusia-smo da quella parte dei giovani che da
sempre ha nutrito l‘esigenza di ―farsi sen-tire‖. Infatti, attraverso tale organo, essi
hanno la possibilità di partecipare più atti-
vamente alla vita sociale della nostra co-munità, proponendo nuove idee e progetti
su tutto ciò che può riguardare le loro condizioni e non solo.
Non vorremo peccare di presunzione af-fermando che, nonostante la recente co-
stituzione dell‘organo, l‘obiettivo principa-
le di quest‘ultimo è quello di contribuire alla crescita e all‘innovazione del nostro
paese con la collaborazione anche di colo-
ro che non hanno mai sperimentato forme di impegno e di partecipazione. Nei mesi
successivi alla sua costituzione, il Forum ha organizzato diverse attività (sportive e
non solo), che hanno coinvolto l‘intero
paese, al fine di farsi conoscere e di crea-re maggiori situazioni di incontro e con-
fronto. Nel tempo lo stesso si propone di organizzare ulteriori eventi e manifesta-
zioni di maggior rilievo, confidando anche nella collaborazione degli altri forum gio-
vanili della Costiera.
In mancanza di una sede stabile, il Forum si riunisce attualmente una volta a setti-
mana nell‘ufficio Informagiovani del co-mune di Maiori per lo svolgimento delle
proprie attività. La speranza di noi ragazzi
è però quella di renderlo maggiormente presente e operativo, affinché esso diven-
ga ―indipendente‖ pur fungendo da ponte tra l‘amministrazione e la realtà giovanile.
Doveroso dedicare queste ultime righe a chi fin dall‘inizio ha creduto in questo pro-
getto e si è opposto a una situazione di
stasi e disinteresse delle nuove generazio-
ni; un ringraziamento speciale va pertanto al presidente del Forum Pietro D‘Urzo, al
segretario Enrico Ruocco e a tutto il diret-tivo. In con-
clusione ci
auguriamo di poter dar pro-
va a tutti gli ―scettici‖ del
nostro paese, che i giovani
di Maiori pos-
sono dare di più… Dateci
fiducia!!!
Filomena De Filippis ed Emanuela Riccio
Forum
Insieme ... "andiamo alla grande"! Questa è la Costiera dei Giovani
www.costieragiovani.it
3 La Costiera dei Giovani
Forum
Metti un giorno di fine estate: troppo autunnale per rimanere in
spiaggia dopo il tramonto, troppo estivo per continuare a stu-diare. Metti la voglia di guardare all‘inverno che si avvicina come
a qualcosa di diverso, meno noioso ed agonizzante del solito. Metti l‘occasione: qualche amico, alcuni conoscenti e Mariavita
che ti parla di qualcosa che, in un primo momento, non capisci
bene. Racconta di essere stata eletta presidente del Forum dei Giovani, che esiste già da un anno, però si capisce che sta cre-
scendo e che diventerà qualcosa di diverso. Dice che questa cosa potrà permetterci di organizzare nuovi progetti, non solo le
solite feste. Dobbiamo mettere insieme le idee e partire. Ci sto! Tra pochi giorni si ritorna sui libri ed alcune amiche, compagne
di corso, sono venute a godere del sole più dolce. Invito anche
loro alla riunione. Ventinove settembre duemilasette. La sede si trova all‘interno
dell‘edificio delle scuole medie. Lo stanzone semivuoto ospita un paio di scrivanie e poco altro. Ci sono tra gli altri, Ines, Marta,
Elia, Irene, Giulia, Salvatore… Non ricordo bene perché ci sia
venuto in mente, ma la prima esigenza che abbiamo provato è stata quella di dare una nuova faccia al Forum e di presentarla
al paese. Nel giro di poche ore sono nati Officina (ebbene sì, abbiamo dato al Forum un nome proprio!), un blog che segue
ogni sua evoluzione, le prime collaborazioni e idee di progetto ed un primo manifesto, che ancora oggi si legge alla voce ―Chi
siamo‖ del blog:
Officina nasce dalla volontà del Forum dei Giovani di Positano di creare uno spazio in cui tutti possano esprimersi, intervenire e partecipare attivamente alla vita del proprio paese. Immaginiamo il lavoro come un laboratorio aperto in cui le per-sone possano incontrarsi, discutere, creare, confrontarsi, impe-gnarsi a portare avanti progetti di varia natura. Arte, musica, spettacolo, cinema, sport, tradizioni popolari, cultura, cibo, gio-chi, feste, corsi... Officina è un gruppo aperto, con un'organizzazione anti-gerarchica, che promuove attività creative e la partecipazione sociale. Officina ha una mente, anzi molte, ma ha bisogno di molte mani, e braccia... e voci, perchè ha molti pensieri da con-dividere.
La riunione continua e qualcuno comincia a parlare di un pro-
getto artistico, realizzato a Venezia, che si occupa di promuove-re il valore dell‘acqua pubblica. Si tratta di 100%pubblica. Nella
formula veneziana si concretizzava nella distribuzione di bottiglie
vuote, sigillate e complete di analisi dell‘acquedotto veneziano, corredate da una cartina di Venezia che riportava tutte le fonta-
ne della città, funzionanti, chiuse o fuori servizio. A Positano, l‘intervento di public art è stato preceduto da un corso,
H2Opositivo, al quale hanno partecipato gli alunni di seconda media. I ragazzi abbinando al tema un corso per la realizzazione
di un video hanno prodotto uno spot pubblicitario per l‘acqua
pubblica e collaborato alla realizzazione di una nuova perfor-mance a Positano. Ecco il primo, e forse più riuscito, progetto.
Un giorno di fine estate è nata Officina: un‘inconsapevole ed efficacissimo network di competenze e di incapacità in continua
evoluzione. Ogni anno si aggiungono attività nuove e nuove co-
noscenze emergono. Si parte con le feste, si passa all‘arte pub-blica, si ereditano vecchie tradizioni, si inventano nuovi scenari.
Ludoteca! Colori, giochi costruiti con materiale di riciclo, carta-pesta e gessetti. I più piccoli sono la passione di Officina. Ra-
gazzi e bambini sono il punto di riferimento della maggior parte delle iniziative: non solo destinatari, ma veri e propri attori pro-
tagonisti. Se un ragazzo di quinta elementare passa l‘inverno a
coltivare un orto in cassetta installato sul tetto della scuola, co-municherà all‘intero paese lo straordinario valore dei giardini
terrazzati della Costiera. Con questa convinzione, e con infinito amore per il coltivare, è
nato Terraterra!L aboratorio di agricoltura commestibile, in col-
laborazione col designer-contadino Anthony Mattia Cantarella. Un orto a misura di bambino che ha coinvolto genitori, nonni,
amici e conoscenti nella avventurosa sfida di produrre un insala-ta.
Un giorno tra gli altri, duemilaotto. Ines, ovvero la ―segretaria‖ e
cuoca ufficiale di Officina sta lavorando all‘Informagiovani, con il quale condividiamo l‘ufficio. Beviamo un the e chiacchieriamo di
un nuovo progetto che si sente nell‘aria, ma
non ha ancora trovato una forma. Con un pas-
so di lato sul tema della
conservazione del pae-saggio e della agri-
cultura, ed uno avanti verso la partecipazione,
Of f i c ina dà v i ta
a L‘ufficio dei giardini, pensato come un laboratorio di cittadi-nanza attiva per il recupero, la riscoperta e la progettazione par-
tecipata di spazi pubblici verdi. Nella penuria di spazi pianeg-gianti e verdi della nostra costiera la proposta suona alquanto
strana. Spazi pubblici a Positano? La spiaggia! Meglio: la spiag-gia in inverno. Ines ricorda che il giardino ai piedi della casa
comunale aveva ospitato, in passato molte iniziative promosse
dal comune e da associazioni culturali. Immediatamente ci sia-mo ricordati di questo luogo, quasi rimosso dalla geografia della
nostra memoria. Lì c‘era la biblioteca! C‘erano anche un piccolo anfiteatro e quattro palme. Così è nata l‘idea di riappropriarsi di
quel luogo offrendo a tutti la possibilità di esprimere il proprio
desiderio e, magari, di ricordarci qualche altro luogo dimentica-to, forse un giardino terrazzato.
Sedici marzo duemilaundici. Riunione. Ci sono Ines, Margherita, Cristina, Giorgia, Mariavita, il nostro nuovo presidente, Valenti-
na, e sua figlia Romina. Anche mia figlia, inconsapevolmente, dà
il suo contributo. Appena chiusa la Caccia al Tesoro. Ogni anno un centinaio di persone riunite in una decina di squadre parteci-
pano a questo evento cimentandosi in durissime prove fisiche, matematiche e di conoscenza della storia di Positano. Appena
conclusa la correzione e premiati i vincitori della Caccia, Officina si è subito dedicata al Carnevale. Festa dei bimbi: riuscita. Festa
per i più grandi: riuscita. Sfilata dei carri: un‘incredibile sforzo
creativo collettivo e spontaneo. Ancora se ne parla, un po‘ per-ché ogni anno si diventa più bravi, un po‘ perché il tutto è ani-
mato da un‘accesa competizione. Giurati, partecipanti, spettatori e fans stanno già pensando alla prossima edizione. Intanto è già
ora di occuparsi della PrimaVeraFesta. Come dice Valentina, è la
festa della famiglia: l‘ultima vera occasione per godere della spiaggia di Positano senza ombrelloni e lettini, tutti insieme.
Mangeremo, correremo, giocheremo, ascolteremo della musica, balleremo costruiremo cose: aquiloni, girandole, parapendii, teli
sulla spiaggia, chiacchiere e risate. Sarà come una volta, quan-do questa festa era tradizione. Dopotutto Officina è anche que-
sto: un ponte tra passato e futuro. Ci piace l‘idea di occuparci di
politiche giovanili, per tutte le età. Martedì ci aspetta il prossimo appuntamento di Volare Libe-ri, PON sulla legalità al quale Officina partecipa come partner. Venerdì scorso siamo stati ospiti della cooperativa ―Le terre di
Don Diana‖a Castel Volturno, tra i beni confiscati alla mafia e
intitolati a Don Peppino Diana, prete ucciso il 19 marzo 1994 per il suo impegno contro le mafie. Aspettiamo impazienti di ascolta-
re i ragazzi raccontare ciò che hanno visto e sentito. Metti che un giorno, tra qualche anno, questi ragazzi di seconda media, si
incontrino per stare insieme. Metti due chiacchiere. Metti che abbiano cose da dire. Metti qualche idea. Forse verranno ad
Officina.
Gabriella Guida per Officina
Metti un giorno a Officina
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4 Anno I - numero 0
Forum
Sono già trascorsi più di cinque anni da quando, ai piedi del
Gran Sasso, in Umbria, durante la route estiva di alcuni Scouts amalfitani, è nata l‘idea di dar vita al Forum dei Giovani di A-
malfi. Da allora, con tanta costanza, facendo squadra, abbiamo raggiunto importanti traguardi: a cominciare da ―Youth on the coast‖ , lo scambio culturale realizzato ad Amalfi che ha ospi-
tato delegazioni provenienti da Slovenia, Spagna e Bosnia-Erzegovina. Un percorso di confronto interculturale sui temi
della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile. Un impor-tante momento di raffronto e di dialogo interculturale!
Nel prossimo mese di maggio, invece, incontreremo molti dei nostri amici ... questa volta a Sarajevo, per un nuovo scambio
culturale.
E poi l‘iniziativa ―La Costiera dei Giovani – Summer Sport‖ in collaborazione con i ragazzi di Ravello; ed infine ―la Scuola di Formazione Civica e Politica - RES PUBLICA‖, la più recente delle attività da noi organizzate.
Res publica è stata rivolta principalmente agli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo grado, che hanno preso parte
con entusiasmo alle lezioni tenute da docenti della Facoltà di Scienze Politiche dell‘Università degli Studi di Salerno. Il discor-
so su RES PUBLICA, articolato in 9 incontri, ha come punto di partenza l'analisi della nostra Carta Costituzionale. Abbiamo
approfondito il ruolo dell‘Italia e del Mezzogiorno nel contesto
europeo, le riforme dell‘apparato amministrativo, che elevano la persona a cittadino attivo ed autonomo, alleato delle Istitu-zioni. La scuola è riuscita a chiarire come una cittadinanza inte-
sa come partecipazione attiva e consapevole del cittadino alla
cosa pubblica non può prescindere dal valore del metodo de-mocratico e dalla partecipazione.
Al di là dei progetti realizzati, siamo molti soddisfatti per esser riusciti a dare una forte scossa ad un ambiente che risultava
essersi appiattito sotto il peso dell‘apatia e del lassismo. Ciò è
merito di tutti quei Giovani che credono in Amalfi, nelle sue
potenzialità, in quella volontà, che è in tutti noi, di poter cam-biare le cose.
Inutile dire che si sono riscontrate non poche difficoltà di ca-
rattere organizzativo, come la chiusura della sede in via delle
Cartiere, impegni personali, studio, lavoro, ma la nostra voglia di creare qualcosa ha già dato i primi frutti: c‘è chi viaggia per
l‘Europa, chi mette a disposizione della collettività le sue com-petenze, chi si dedica alle attività culturali in collaborazione
con altre associazioni, chi con caparbietà si impegna affinchè anche nel Forum ci sia un ricambio di giovani motivati a conti-
nuare questa avventura!
Un filo lega Marco, Sara, Vincenzo, Daniele, Alessio, Andrea,
Maria, Giuseppe, Andrea T., Giulia, Giulio, Giorgio, Gianpiero, Marlon, Andrea C., Otello, Paolo, Giovanna, Roberto etc. Que-
sto filo è tessuto con l‘amicizia, il rispetto per l‘altro, la voglia
di fare, l‘apartiticità.
Sara Dienstbier e Marco Rispoli
La non violenza è la più forte arma mai inventata dall'uomo.
Un laboratorio di pace per imparare ad usarla.
L‘ente nazionale Expo Italy che annualmente da l‘opportunità ad un certo nu-
mero di giovani dai 18 ai 28 anni di prestare volontariato presso lo Stato italia-no, ha bandito per la prima volta nel comune di Ravello il progetto
―Laboratorio per la pace‖. L‘associazione Expo Italy dal 2005 si impegna nella promozione e nella diffusione dei valori di pace e dei diritti umani a livello ter-
ritoriale. Lo scopo di questo progetto è di individuare i bisogni più urgenti e i maggiori problemi che si riscontrano sul territorio comunale e provinciale
all‘interno dei gruppi sociali maggiormente svantaggiati e a rischio. I laboratori
per la pace propongono un percorso di educazione alla mondanità, alla pro-mozione di una cultura di pace per diffondere i principi di giustizia, uguaglian-
za e libertà tra i popoli, in particolare tra gli studenti della scuola dell‘obbligo, tra le parrocchie, aziende e centri di aggregazione. In relazione agli obiettivi
individuati, le attività dei volontari riguardano:organizzazione di eventi e gior-
nate a tema; forum del libro; incontri con cittadini stranieri promuovendo la multiculturalità nelle scuole attraverso incontri didattici con gli alunni; ricerche
sul web per l‘acquisizione di informazioni sulle opportunità lavorative e profes-sionali nel settore, e realizzazione di newsletter. All'interno della biblioteca
francescana di Ravello, per dare sostegno allo sviluppo del progetto, verranno
organizzati gruppi di studio formati dagli alunni della scuola media Marino Frezza. Gli alunni potranno consultare numerosi volumi trattanti temi di pace
esprimendo le proprie impressioni a riguardo tramite l'ausilio di un forum del libro. Inoltre le volontarie hanno in serbo di bandire verso i ragazzi un concor-
so letterario per il miglior testo scritto. Queste e tante altre iniziative che si pongono l‘obiettivo di coinvolgere ulteriormente i ragazzi, sono in frase di or-
ganizzazione presso l'ente al fine di raccogliere informazioni utili al consegui-
mento del progetto. Silvana Ruocco
La Costiera dei Giovani!
Coordinamento : Giò Caruso, Sara Dienstbier e
Giovanna Amendola
Grafica e impaginazione: Andrea e Umberto
Gallucci
Contributi (in ordine alfabetico): Giovanna
Amendola, Giuseppe Amendola, Vincenzo Balzamo Gabriella Campagna,
Giò Caruso, Liliana Maria D‘Alessandro, Filomena De Filippis, Alessandro Di Benedetto,
Gaetano Di Lieto, Valeria Fattoruso, Antonella Florio, Ada Franzesi, Gabriella Guida,
Antonio Mammato, Serena Nolli, Alba Pansa,
Emanuela Riccio, Marco Rispoli, Silvana Ruocco, Annamaria Scannapieco, Alessia Sirena,
Francesco Vitale.
ANNO I n. 0
sito web: www.costieragiovani.it
e- mail: [email protected]
Stampa: Landi Arti Grafiche S.R.L.
Tipografia - Litografia , Baronissi (SA)
Cinque anni di successi per il Forum dei Giovani di Amalfi
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5 La Costiera dei Giovani
Informagiovani
Ti sei appena diplomato e non sai cosa vorresti fare ―da grande‖? Ti sei appena laureato e sei alla ricerca di un‘ esperienza lavora-
tiva? Sei curioso e vuoi confrontarti, conoscere nuove culture e imparare una lingua? Ecco di seguito due proposte che ti permettono di fare ciò: il Servizio Volontario Europeo (SVE/EVS) e il Servizio Civile Nazionale
Il Servizio Civile Nazionale
Che cos’è - Un progetto italiano istituito
dalla legge n. 64 del 6 marzo 2001. La sua storia affonda le radici nell‘obiezione di
coscienza. Il servizio Civile Nazionale è un‘
esperienza di cittadinanza attiva per tutti i cittadini italiani di età compresa tra i 18 e
28 anni. Il SNC dà la possibilità quindi di dedicare un anno della propria vita a sè
stessi e agli altri, formandosi acquisendo conoscenze ed espe-rienze e maturando una propria coscienza civica.
Quali enti possono partecipare - Gli enti che partecipano al
Servizio Civile Nazionale sono le amministrazioni pubbliche, le associazioni non governative (ONG) e le associazioni no profit
che operano negli ambiti specificati dalla Legge 6 marzo 2001, n. 64. Gli enti devono dimostrare di possedere requisiti struttu-
rali ed organizzativi, avere adeguate competenze e risorse spe-cificatamente destinate al SCN. Solo tali enti, iscritti in appositi
albi - Albo nazionale e Albo regionale -, possono presentare pro-
getti di Servizio Civile Nazionale.
Obiettivo - Promuovere la difesa non violenta della patria, ―la solidarietà e la cooperazione con riguardo alla tutela dei diritti
sociali, ai servizi alla persona e alla educazione alla pace fra i
popoli‖.
Aree di intervento - Protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio
civile all'estero (missioni di promozione della pace, dei diritti u-
mani, dello sviluppo e della cooperazione fra i popoli)
A chi si rivolge - Giovani dai 18 ai 28 anni
Compenso - Previsto un rimborso pari a 433,00 € mensili e in caso di progetti svolti all'estero, in aggiunta al compenso mensi-
le, è prevista un'indennità di 15,00 € giornalieri per tutto il peri-
odo di effettiva permanenza all'estero.
Come si partecipa - I giovani che sono interessati devono pre-
sentare, entro la data di scadenza prevista dal bando la doman-da di partecipazione in carta semplice indirizzata all'Ente che ha
proposto il progetto. Deve contenere l'indicazione del progetto prescelto ed essere corredata di titoli di studio, titoli professio-
nali e documenti attestanti esperienze lavorative. E' ammessa la
presentazione di una sola domanda per bando. Al termine del periodo previsto dal bando, i giovani partecipano quindi ad un
colloquio di selezione presso l'ente titolare, finalizzato alla com-pilazione di una graduatoria dei giovani giudicati idonei
per il progetto in questione.
Come avviene la selezione - La partecipazione avviene previa
selezione, attraverso bandi pubblici di progetti presentati dagli enti accreditati ed inseriti dall‘Ufficio Nazionale in un apposito
comunicato (Gazzetta Ufficiale sito servizio civile) ed ha una du-rata di 12 mesi, durante il quale và realizzato il
progetto scelto.
Per info:
www.serviziocivile.it www.antennedipace.org
www.serviziocivilecampania.it
Il Servizio Volontario Europeo
Obiettivi - Promuovere tra i giovani la tol-
leranza, la lotta alle discriminazioni, i princi-pi di cittadinanza attiva e gli scambi tre le
culture.
Che cos’è - Il Servizio Volontantario
Europe è un‘esperienza di volontariato in un paese straniero per un determinato
periodo di tempo e permette ai giovani partecipanti di età com-presa tra i 18 e 30 anni di apprendere e acquisire competenze a
vantaggio dello proprio sviluppo personale formativo e profes-
sionale attraverso l‘educazione non formale.
Ambiti e tematiche - immigrazione, bambini e giovani, inte-grazione sociale, arte e cultura, tutela del patrimonio artistico,
ambiente, sport e tempo libero
Durata
Breve termine. Dalle due settimane ai quattro mesi di attività
Lungo termine. Oltre i dodici mesi.
Come funziona - Attraverso un lavoro di rete tra un ente di
invio, un ente di accoglienza e il volontario.
Gli enti possono essere organizzazioni non governative, associa-zioni, enti senza fine di lucro o cooperative.
L‘organizzazione di invio ha il compito di fornire al volontario la preparazione socio - linguistica, tenere i contatti con
l‘organizzazione di accoglienza, di fornirgli l’assicurazione, di
sostenere, con l‘aiuto del finanziamento comunitario, i costi del viaggio o eventuali spese eccezionali.
L‘organizzazione di accoglienza invece ha il compito di preparare il volontario attraverso un corso di formazione linguistica-
culturale, di seguirlo nel progetto mediante l‘affiancamento di un
tutor, di garantirgli vitto, alloggio e un pocket-money mensile. Molto spesso l‘ente di accoglienza è anche ente di coordinamen-
to nello stesso progetto.
Il volontario ha il compito di rispettare gli accordi presi con le due organizzazioni, di partecipare alla formazione.
Le attività che svolge è programmata, ma allo stesso tempo of-
fre al partecipante la possibilità contribuire attraverso proprie idee e risorse. Inoltre, durante le attività del progetto, il volonta-
rio riceve un supporto linguistico. Infine, il programma consente al volontario di ricevere una piccola indennità mensile che va
tra i 50 e i 150 euro. La somma del pocket money è definita in
base al paese di destinazione del progetto. La partecipazione al servizio volontario europeo avviene attra-
verso l‘invio del proprio curriculum vitae in formato europeo, una lettera di motivazione all‘organizzazione di invio e
l‘eventuale application form richiesta dall‘organizzazione di acco-glienza.
Per info:
http://ec.europa.eu/youth/evs
www.goiventùinazione.it www.afsai.it
www.linkyouyh.org
Alba Pansa e Gabriella Campagna
Crescere/ imparare Facendo
www.costieragiovani.it
6 Anno I - numero 0
Ho svolto la mia esperienza nel SCN da dicembre 2007 a dicem-
bre 2008, presso il Comune di Maiori con l‘Assessore al Turismo. Ho partecipato al Progetto ―Turismo e…‖.
Le attività previste erano:
- Organizzazione di eventi
- Creazione di volantini pubblicitari sulle manifestazioni esistenti e su quelle organizzate;
- Organizzazione manifestazioni nuove, o prolungamento di ma-nifestazioni già esistenti;
- Aumento delle ore di fruizione di percorsi guidati e del numero di attività di visita guidata soprattutto per il periodo estivo;
- Report finale delle iniziative e degli eventi organizzati.
Partecipavo a questo progetto insieme a un altro ragazzo, abbia-
mo svolto diverse attività tra cui la distribuzione di materiale informativo di manifestazioni ed eventi culturali svolti nel territo-
rio. Inoltre sono stati realizzati manifesti, volantini e loghi; svi-
luppati e digitalizzati i relativi testi; gestito i numerosi contatti necessari per la definizione delle varie manifestazioni. Oltre a ciò
abbiamo proseguito con la distribuzione dei cartacei per strada e per negozi. Ancora, in merito ad un progetto culturale – didatti-
co, ci sono state delle visite guidate ai principali monumenti del-la città; in merito ad un‘ulteriore manifestazione culturale è stato
realizzato anche un filmato per valorizzare un‘abbazia medievale
del posto, abbiamo gestito l‘apertura di un museo e tante altre attività.
Questa esperienza, che consiglio a tutti di fare, penso che sia
qualcosa di diverso da un lavoro perché è un'attività retribuita, e
dura 12 mesi. Tuttavia penso anche che quando non si riesce a trovare un'occupazione, questa possa essere una buona alterna-
tiva momentanea, l'importante però è non cullarsi ma continua-re a cercare un impiego. Altrimenti la fine del servizio civile può
essere vissuta in modo traumatico dal momento che si passa a
non fare più niente, dopo un anno abbastanza impegnativo.
Gabriella Campagna
Informagiovani
Ho partecipato al progetto di Servzio Civile Nazionale all‘estero
con la Caritas di Roma- Settore Educazione Pace e Mondialità -
da Ottobre 2008 a Settembre 2009. Il progetto ―Orizzonti e Confini. Percorso per operatori di solidarietà internazionale‖ è
un‘esperienza formativa che offre un‘opportunità di azione in aree di crisi internazionali, sperimentare nel quotidiano le sof-
ferenze delle persone che vivono la povertà in contesti interna-zionali segnati da guerre, disperazione e disagio socio-
economico.
Il progetto si è sviluppato in due momenti: una fase a Roma e
una a Maputo (Mozambico). Durante la permanenza a Roma
ho partecipato ad una serie di attività quali una formazione socio – culturale in preparazione alla mia partenza e l‘ organiz-
zazione di un convegno e un evento di raccolta fondi per una campagna sulla sugli ex bambini soldato in Repubblica Demo-
cratica del Congo. Arrivata a Maputo invece collaboravo con la
Caritas di Maputo, partecipavo e organizzavo incontri, affianca-vo gli educatori di una scuola in periferia della città nelle attivi-
tà di animazione, visitavo le persone malate con il responsabile del progetto di ―HIV/ AIDS e sicurezza alimentare‖.
Ho un ricordo molto bello, è stata un‘ esperienza che mi ha formato tanto: mi ha permesso di capire quali sono le mie
competenze, i miei limiti e quali di questi possono essere mi-gliorati! Mi sono messa in gioco con lo spirito di superare gli
ostacoli un passo per volta! L‘incontro con un‘altra cultura è un
esperienza affascinate ma, allo stesso tempo, ti fa porre molte domande … impari a conoscere gli altri e confrontarti, riesci a
capire come ci sente visti da ―altri‖ punti di vista.
Alba Pansa
Il programma Youth in Action
Sono passati già quasi 5 anni da quando il Parlamento e il Consiglio Europeo han-no adottato il programma Youth in Action, che ha preso il via nel 2007 e du-rerà fino al 2013. COS’E YOUTH IN ACTION. Questo pro-gramma consente di promuovere le citta-dinanza attiva, dando la possibilità ai gio-vani dai 15 ai 28 anni di partecipare ad eventi e attività in tutta Europa, attraver-so quelli che vengono definiti, principal-mente, ―scambi culturali‖ o ―training cour-se‖.
DIFFERENZA TRA SCAMBIO CULTURALE
E TRAINING COURSE.
Lo scambio è apprendimento intercultu-rale tra giovani che si confrontano attra-verso giochi di ruolo, workshop, e preve-de anche visite a luoghi di aggregazione giovanile e monumenti. Il training course è più formativo e si rivolge a chi opera nel settore delle politi-che giovanili e vuole acquisire maggiori competenze.
Entrambi sono finalizzati a sviluppare il senso di tolleranza e solidarietà nei parte-cipanti, solitamente provenienti da 2 o più Paesi europei. Ritenendo di fondamentale importanza tali valori, il Forum dei Giova-ni di Amalfi, nell‘ottobre 2009, ha organiz-zato uno scambio culturale con altri 3 Stati, coinvolgendo un totale di 25 parte-cipanti. Spagna, Slovenia e Bosnia hanno risposto all‘appello della nostra organizza-zione che ha ospitato ad Amalfi una dele-gazione di 5 partecipanti ciascuno. Tra attività, giochi di società e viaggi, 10 gior-ni (20-29 ottobre) sono letteralmente volati via lasciandoci l‘indelebile ricordo di quella che va considerata senza dubbio un‘esperienza emozionante, divertente, formativa e molto originale.
ALTRI SCAMBI PER I GIOVANI DELLA
COSTIERA. LE MIE ESPERIENZE. Il Forum dei Giovani di Amalfi, in collabo-razione con le altre organizzazioni di gio-vani della Costiera, ha partecipato anche ad altri scambi. Io stesso, ad esempio, ho avuto la possibilità di conoscere nuovi
posti e, soprattutto, di confrontarmi con altre realtà e culture, riuscendo così a vivere pienamente l‘essenza degli scambi culturali. In particolare, nel marzo del 2008 sono stato a Malta, conoscendo persone fanta-stiche, e per ben 2 volte sono stato in Polonia, nell‘ottobre e nel dicembre scor-si. Dopo il primo tour polacco, ho voluto vivere anche l‘esperienza del training course. Sicuramente è un‘esperienza da provare, o, come nel mio caso, da riprovare per-ché può offrire sempre nuovi stimoli ed emozioni. Per questo motivo il Forum dei Giovani di Amalfi sta organizzando un altro scambio culturale, stavolta in Bo-snia, per il Maggio prossimo. La parteci-pazione è aperta a tutti i giovani dai 15 ai 28 anni. Per info: [email protected]
Vincenzo Balzamo
Servizio Civile Nazionale, ecco due testimonianze
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7 La Costiera dei Giovani
Da studenti universitari a imprenditori... come avviene il ―grande passo‖?
Lavoro
Ne parliamo con Alessandra Staiano, socia fondatrice
della Cooperativa Culturale Nesea a r.l. di Capri. Quando e come è nata l’idea di mettere su una società?
Continua dalla prima - La Cooperativa Nesea a r.l. è nata
nell‘aprile scorso. L‘idea è partita principalmente dal nostro desiderio comune di valorizzare il territorio in cui viviamo. Un
territorio ricco di storia, cultura, arte e tradizioni in una cornice paesaggistica da sempre ammirata ed elogiata in tutto il mon-
do. Spesso però si associa l‘immagine di Capri esclusivamente
al lusso, alla mondanità e alle cele-
brità che ogni estate la scelgono come luogo privilegiato di vacanza,
dimenticando che, nel corso dei secoli, hanno passeggiato lungo le
ripide stradine della nostra isola
imperatori, uomini di scienza, artisti e letterati. Obiettivo della nostra
Cooperativa è proprio quello di mantenere vivo tra isolani e non
l‘interesse per la Capri vera, reale, impregnata di testimonianze dal passato ma al tempo stesso sempre aperta a nuove espe-
rienze artistico-culturali.
La formula scelta è stata quella della cooperativa a responsabi-lità limitata, formata quindi da un insieme di soci che svolgono
un‘attività con finalità mutualistiche, cioè allo scopo di conse-guire un beneficio per i soci stessi senza lucrare nell‘esercizio
dell‘attività. Nel nostro caso il gruppo fondatore si basa sulla
professionalità e sulla serietà dei componenti nonché sulla vo-glia di crescere e mettersi in gioco.
La cooperativa si pregia di figure specializzate soprattutto in ambito culturale e artistico e ha per oggetto la progettazione e
fornitura di servizi per la cultura, la promozione e rivalutazione
del territorio, la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e paesaggistico dell‘isola per renderlo più fruibile alla cittadi-
nanza ed al turismo, nonchè favorire e diffondere il rispetto del patrimonio culturale e il riconoscimento dei valori della cultura,
sia umanistica sia scientifica. Una cultura, quindi, intesa nell'accezione propria del termine, comprendendovi l'arte, la
letteratura, la musica, il teatro, il paesaggio, il cibo e l'acco-
glienza.
2. A chi vi rivolgete? Non abbiamo una tipologia di destinatario prestabilita. I pro-
getti in cui ci muoviamo risultano essere d‘interesse non solo per gli ospiti quanto per gli isolani stessi. Un esempio è stato il
successo delle passeggiate guidate alla scoperta della Capri medievale, della zona di espansione trecentesca e della Capri
del Seicento, in collaborazione con l‘Associazione Culturale An-temussa. Un modo per molti per conoscere la storia del centro
storico dell‘isola.
Non di minore importanza è per noi l‘interesse ad avvicinare al mondo dell‘arte i più piccoli. A questo scopo, abbiamo in can-
tiere per la prossima primavera un progetto di attività didatti-che, tra cui laboratori e visite gioco, rivolte ai ragazzi di scuole
elementari e medie. L‘obiettivo sarà quello di appassionarli alle
scienze storiche e archeologiche, alla storia dell‘arte e alle scienze naturali in uno spazio geografico, quale è Capri, che
rappresenta un vero e proprio laboratorio all‘aria aperta.
3. Immagino che all’inizio abbiate dovuto affrontare non poche difficoltà, quali? E come le avete superate?
Sicuramente intraprendere un‘attività a livello autonomo ha comportato di dover accettare, da parte di tutte noi, rischi e
responsabilità. La prima difficoltà da affrontare in questi casi è
sempre quella economica. E posso dire che la costituzione del-la cooperativa ha rappresentato per noi un vero e proprio inve-
stimento. Poi ci sono state tutte le difficoltà a livello burocrati-co che inizialmente ci hanno trovate alquanto impreparate da-
to il nostro profilo accademico-professionale. Fortunatamente abbiamo potuto contare sul sostegno di professionisti del set-
tore che non si sono tirati indietro al momento di fornirci pre-
ziosi consigli nell‘affrontare le pratiche iniziali. Di notevole importanza è stato, indubbiamente, il sostegno
delle nostre famiglie che hanno creduto in noi e ci hanno ap-poggiato in ogni momento.
Come hai detto, non è stato facile intraprendere
quest‘avventura, ma siamo giovani e con tanta energia e vo-glia di fare. Sicuramente ha aiutato poter contare su un pro-
fondo e solido rapporto di amicizia, che lega noi socie e che ci ha permesso di superare ogni difficoltà con l‘unione delle no-
stre forze e sfruttando al meglio le capacità e le inclinazioni professionali di ciascuna di noi. Ciò che ci ha permesso di arri-
vare dove siamo oggi è stato il non perdere mai di mira
l‘obiettivo comune che ci siamo prefissate all‘inizio di quest‘avventura.
4. Il vostro più grande successo finora?
Lo dico senza esitazione: il riscontro tra la gente e tra le stesse autorità locali. È sicuramente la nostra più grande soddisfazio-
ne finora vedere come, in soli pochi mesi di attività, siamo riu-scite a creare un nome, Nesea, che poco a poco sta diventan-
do una garanzia di professionalità nel settore artistico-culturale
dell‘isola di Capri.
5. Quale ambizione per il futu-ro?
Aprirci a nuovi orizzonti oltre il ter-
ritorio isolano ed esportare il nome
di Capri non più solo come sinoni-mo di lusso, stravaganza e monda-
nità ma soprattutto come cuore pulsante di arti, culture e tradizioni
di oggi e di ieri.
Anzi, approfitto di quest‘occasione per invitare tutti i lettori a visitare la nostra pagina web www.neseacapri.org e a seguire
il nostro gruppo su Facebook che giornalmente aggiornia-mo con gli eventi artistico-culturali in programma sull'isola di
Capri e non solo e con notizie, informazioni, articoli, letture dal mondo dell'arte e della cultura a livello nazionale e internazio-
nale.
Nesea Cooperativa a r.l. tel. 338.8893937
www.neseacapri.org - [email protected]
Giovanna Amendola
www.costieragiovani.it
8 Anno I - numero 0
Riforma Gelmini, ecco cosa cambia
Università
Per il ministro della Pubblica Istruzione l‘obiettivo dichiarato è: lotta agli sprechi e alla parentopoli, finanziamenti solo in base alla qualità dell‘Università. Il 29 gennaio 2011 è stata varata una delle riforme più contestate dell’intera storia repubblicana italiana.
Tumulti e proteste hanno accompagnato la riforma universitaria varata dal ministro Gel-mini, in piazza sono scesi studenti, ricerca-tori, laureati e docenti; tutti insieme a pro-testare contro una riforma che molti consi-derano scellerata. Non sono mancati i mo-menti di forte tensione e gli scontri con le forze dell‘ordine. Ma al di là delle legittime proteste, nella sostanza cerchiamo di far chiarezza su questa riforma.
La Legge — La legge n. 240/10 del 30 di-cembre 2010 (Norme in materia di organiz-zazione delle università, di personale acca-demico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'effi-cienza del sistema universitario) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 gennaio 2011, ed entrerà formalmente in vigore il 29 gennaio 2011. La legge modifica radicalmente tutto il sistema universitario; i suoi effetti vedranno la luce gradualmente poiché la sua applicazione dipende dall'ema-nazione di numerosi decreti attuativi. È an-che nota come disegno di legge S. 1905, ma in sede di approvazione parlamentare, il disegno di legge originario è stato notevol-mente modificato.
Vediamo cosa cambia
OBIETTIVI - Lotta agli sprechi e alla cosid-detta ―parentopoli‖, stop ai rettori a vita, più autonomia per le università che si traduce in una forte responsabilità finanziaria, scientifi-ca, didattica.
Finanziamenti dallo Stato solo in base alla qualità dei servizi erogati e alla qualità dell‘insegnamento e fine dei finanziamenti a pioggia;
IL CODICE ETICO - Ogni ateneo dovrà adottare un codice etico per evitare incom-patibilità e conflitti di interessi legati a pa-rentele. Nella sostanza si traduce nel divieto di chiamata, da parte delle università, per docenti che abbiano un grado di parentela "fino al quarto grado”. Sulla stessa scia il nuovo codice etico prevederà un drastico taglio dei finanziamenti per tutti gli atenei che gestiranno le risorse in maniera non trasparente.
Limite massimo complessivo di 6 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Con la riforma ogni rettore può restare in carica solo per un mandato e per un massimo di sei anni, durante il quale può anche essere sfiduciato e rimosso dall‘incarico.
L’ Università italiana come un’azienda. Ecco come
ORGANI ACCADEMICI - La riforma intro-
duce una distinzione netta di funzioni tra Senato e Consiglio d‘Amministrazione: al Senato accademico sarà affidato il compito di avanzare proposte di carattere scientifico, ma sarà il Consiglio di Amministrazione, a cui è affidato anche compito di programma-zione, ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese dell‘Università, an-che delle sedi distaccate. Una prassi pura-mente aziendale che prevederà la creazione di un CdA non elettivo, ma composto per il 40 per cento da membri esterni. Lo stesso Presidente potrà essere esterno all‘ateneo. Un Direttore Generale sostituirà il direttore amministrativo.
VALUTAZIONE - Ci sarà una maggiore presenza di membri esterni con l‘obiettivo di garantire una valutazione oggettiva e impar-ziale. Prevista anche la valutazione dei pro-fessori da parte degli studenti, determinante per l‘attribuzione dei fondi del Miur agli ate-nei.
FUSIONI TRA ATENEI - Agli atenei sarà dato modo di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e abbattere costi considerati ―inutili‖.
DIDATTICA - Attualmente ogni professore è inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. In futuro saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori, passando dagli attuali 370 alla metà, con una consistenza minima di 50 ordinari ciascuno.
RICERCATORI - Cambia il sistema di re-clutamento per i ricercatori, con l‘introduzione di un sistema di tenure-track, che prevederà contratti a tempo determina-to di sei anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall‘ateneo sarà confermato a tempo inde-terminato come associato. In caso contra-rio, per evitare il fenomeno dei "ricercatori a vita", terminerà il rapporto con l‘università ma il ricercatore maturerà titoli utili per i concorsi pubblici. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in uni-versità, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100.
GESTIONE FINANZIARIA - Si procederà all‘introduzione di una contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri na-
zionali concordati tra MIUR e Mi-n i s t e r o d e l T e s o r o .
OBBLIGO PRESENZA DOCENTI A LEZIONE I docenti avranno l‘obbligo di certificare la loro presenza a lezione, questo per evitare che si riproponga il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la pri-ma volta stabilito inoltre un riferimento uni-forme per l‘impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didatti-che, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studen-ti.
SCATTI STIPENDIALI SOLO AI PROF MI-GLIORI — In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.
MOBILITA’ DEL PERSONALE — Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico. Pos-sibilità per chi lavora in università di prende-re 5 anni di aspettativa per lavorare nel pri-vato senza perdere il posto.
RIORGANIZZAZIONE INTERNA — Per evitare la moltiplicazione di facoltà, ogni ateneo potrà averne al massimo 12 per ate-neo.
CONCORSI — La riforma introduce l'abili-tazione nazionale come condizione per l‘accesso all‘insegnamento universitario al l ‘assoc iaz ione e a l l ‘ordinar iato. L‘abilitazione è attribuita da una commissio-ne nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potran-no accedere solo gli abilitati. Ci sarà infine una distinzione tra reclutamento e la pro-gressione di carriera con l‘obbiettivo di por-re fine ai concorsi banditi solo per promuo-v e r e u n m e m b r o i n t e r n o . ACCESSO PER I GIOVANI STUDIOSI — Si procederà alla revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale ac-cademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani. Per tutelare i ricercatori si provvederà ad una revisione degli assegni di ricerca con aumento degli importi. Prevista inoltre l‘abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti e introduzione di nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello.
Antonio Mammato
www.costieragiovani.it
9 La Costiera dei Giovani
Lavoro
Il mondo del lavoro è in continuo movimento, le aziende cercano persone decise, motivate e con un'adeguata competenza in settori specifici e strategici per le loro finalità produttive. Prima di lanciarsi allo sbaraglio nell'universo degli stage formativi, il
giovane laureato dovrà innanzitutto avere ben chiari due punti: che cosa vorrà fare da grande equali sono i corsi più adatti per ottenere il pieno successo lavorativo.
Avere ben chiaro quali siano le proprie aspirazioni lavorative, per quanto possa sembrare scontato, è il primo passo per essere competitivi nel mondo del lavoro. Per nostra fortuna (o sfortuna) l'Università italiana non fornisce una formazione altamente settoriale e specialistica, quindi il neolaureato avrà un ran-
ge di scelte lavorative verso cui indirizzarsi. Prima di scegliere un Master è dunque opportuno contattare gli uffici relazione con il pubblico delle principali a-ziende italiane per chiedere quali competenze specifiche sono richieste ed apprezzate per un eventuale inserimento nei loro organici. Apprese queste fonda-
mentali notizie (si consiglia di chiedere il parere a più aziende) si può iniziare la scelta dello stage o del Master più idoneo. Le possibilità sono molteplici, ogni università italiana organizza corsi e Master, alcuni di dubbia utilità, altri molto qualificanti ai fini di un inserimento occupa-
zionale. Ma come scegliere il master migliore? Il consiglio che mi sento di dare è quello di puntare su master organizzati da Università italiane che già
offrono corsi di laurea aventi un certo prestigio. Prima di pagare la retta d'iscrizione è opportuno che i neo laureati si informino su chi siano i docenti, sulle ore effettive di stage pratico, e soprattutto, su quali siano le aziende che ospiteranno i tirocinanti. Per quanto possa valere, il consiglio è di diffidare da quei
Master troppo costosi, e con tirocini pratici presso aziende di scarsa rilevanza. Chi non fosse soddisfatto dell'offerta formativa italiana, può sempre optare per un corso in uno dei paesi U.E.
In tal caso è necessario portare con sè: - Europass CV in italiano (scaricalo dal link www.europassitalia.ite segui le istruzioni per la compilazione suhttp://europass.cedefop.europa.eu/img/dynamic/
c1345/type.FileContent.file/CVInstructions_it_IT.pdf) e in inglese o, ancora meglio, nella lingua del Paese dove stai andando a fare lo stage; - Attestati di qualifica o di stage in Italia e diplomi, accompagnati dai rispettivi Europass Certificati (vedi par. 2.2.2);
- Europass Passaporto per le lingue (vedi par. 2.2.2) - Lettera di presentazione o di referenza;
- Un book che raccoglie i lavori svolti;
- Eventuali pubblicazioni, se significative; - Eventuale rassegna stampa ecc.
Senza ombra di dubbio non c‘è datore di lavoro che non apprezzi un‘esperienza fuori dai confini del nostro Paese, in Europa e ancora di più nei due nuovi
giganti che premono alle porte, la Cina e l‘India. L'importanza di uno stage formativo svolto all'estero, se da un lato è utile al fine di arricchire il proprio baga-
glio di esperienze professionali è comunque una spesa economica considerevole per un giovane senza lavoro e fresco di laurea. L'Europa ha previsto per i neolaureati dei programmi che mirano a superare gli ostacoli economici che impediscono il pieno inserimento lavorativo e formativo dei giovani. Ogni Paese
ha una propria regolamentazione in materia di stage e tirocini e pertanto si invitano gli interessati a consultare la sezione 4 al seguente link: http://www.euroguidance.it/prodotti/Stage.pdf.
La Comunità Europea mette comunque a disposizione degli interessati risorse economiche importanti attraverso diversi programmi:
Per chi non è ancora laureato un'occasione di formazione da non perdere è il programma Erasmus, che permette di svolgere stage formativi in diversi pae-si europei, con la possibilità di sostenere anche esami presso le università dei paesi ospitanti, regolarmente convalidabili al ritorno in Italia. Per accedere al
programma Erasmus è necessario superare una selezione e dimostrare di avere alcuni requisiti di base come la conoscenza della lingua del paese in cui si
vuole andare a studiare.
Il programma Erasmus, diversamente da quanto si possa credere, è aperto, oltre che agli studenti universitari in regola con gli esami e che non abbiano
compiuto il 29° anno di età, anche a:
- Studenti che hanno ottenuto un primo titolo di istruzione superiore rilasciato da un istituto di istruzione superiore; - Studiosi o professionisti che tengono lezioni o effettuano ricerche;
- Personale direttamente impegnato nell'istruzione superiore
Francesco Vitale
Programma Comenius
Finalità:
• Sviluppare, tra i giovani e il personale docen-
te, la comprensione della diversità culturale
europea e del suo valore.
• Aiutare i giovani ad acquisire le abilità per la
vita (life-skills) e le competenze necessarie ai
fini dello sviluppo personale, della successiva
occupazione e della cittadinanza europea attiva.
Azioni:
1. Scambi di allievi tra istituti scolastici esteri;
2. Tirocini di allievi presso istituti scolastici o
imprese estere;
3. Partenariati bilaterali e multilaterali tra scuo-
le, con la finalità di sviluppare progetti di ap-
prendimento comuni tra gli allievi.
Programma Leonardo da Vinci
Finalità
• Sostenere coloro che partecipano ad attività di
formazione continua nell‘acquisizione e utilizza-
zione di conoscenze e competenze per facilitare
lo sviluppo personale, l‘occupabilità e la parteci-
pazione al mercato del lavoro europeo.
• Sostenere il miglioramento della qualità e
dell‘innovazione nei sistemi e nelle prassi di
istruzione e formazione professionale.
Incrementare l‘attrattiva dell‘istruzione e
della formazione professionale e della
mobilità per datori di lavoro e singoli.
Per saperne di più, modulistica e scadenze vai
su :
http://www.programmaleonardo.net
Programma Grundtvig
Finalità
• Rispondere alla sfida educativa posta
dall‘invecchiamento della popolazione europe-
a.
• Contribuire ad offrire agli adulti percorsi
alternativi per migliorare le proprie conoscen-
ze e competenze.
Tra le attività previste, quella relativa alla
Mobilità riguarda in particolare visite, tirocini,
assistentati e scambi destinati sia al personale
impegnato nell‘educazione degli adulti, sia a
discenti adulti.
Giovani e Lavoro. Ecco qualche suggerimento utile
www.costieragiovani.it
10 Anno I - numero 0
Artigianato & Lifestyle
Continua dalla prima - Tra me e gli orecchini che Chantal crea
è stato subito amore a prima vista: hanno forme così morbide e colori così brillanti che sembrano quasi zuccherosi marshmal-
low! Ovviamente non crea soltanto orecchini, ma anche colla-ne, spille, portachiavi , borse e altro ancora.
Non potevo, allora, non intervistare una ragazza con questo estro creativo così forte e spiccato! Ho conosciuto virtualmente
Chantal tramite facebook per acquistare una delle sue creazio-ni e si è mostrata subito entusiasta anche dell‘intervista che le
proponevo:
Come ti sei avvicinata a quest'arte?
Fin da piccola ho sempre avuto la passione per i lavori creativi, poi ho scoperto quest‘arte grazie ad un‘ amica e mi sono aiuta-
ta un po‘ con Internet.
Da quanto tempo hai questo hobby?
E‘ un anno ormai che mi dedico a lavorare gli accessori.
Quali materiali utilizzi? Le mie creazioni nascono grazie ad una pasta polimerica con
tantissime varianti di colori,da quelli brillantinati a quelli traslu-cidi fino ai fluorescenti e ai metallizzati.
Come riesci ad ottenere le diverse forme dei tuoi acces-sori?
I modelli li creò io a mano libera, non ho nessuna forma, inizio con il primo pezzo e poi il resto mi viene man mano.
Quanto tempo impieghi per creare un oggetto artigia-nalmente?
Il tempo varia a seconda della grandezza dell‘ oggetto. Io per creare i miei orecchini impiego circa mezz‘ ora a paio, piu il
tempo di cottura.
Puoi riassumere breve-
mente il procedimento di creazione che segui?
La lavorazione può sem-brare semplice, ma non
tutti i colori hanno la stes-
sa consistenza e quindi quelli troppo morbidi dan-
no qualche problema in piu. Una volta creato l‘
oggetto che si desidera,
che può essere un porta chiavi ,un porta foto ,una calamita ,fino agli accessori di bigiot-
teria, si passa alla fase della cottura (la più complicata per me) : bisogna utilizzare un forno apposito per cuocere i nostri
oggettini dato che , essendo un materiale sintetico, non deve entrare a contatto con i cibi, il tempo varia dai 10 ai massimo
25-30 minuti. Per ottenere colori più brillanti, poiché con la
cottura il colore tende a scurirsi di qualche tonalità , una volta usciti dal forno immergo gli orecchini in acqua fredda cosi ,
oltre a farli raffreddare, faccio si che il colore rimanga più o meno lo stesso.
Una volta completato il processo di creazione e cottura viene la
parte che io preferisco: ultimare l‘oggettino (in questo caso
degli orecchini) con perline,swarovski e pietre ,quindi abbinare il gancio che più mi piace. Infine si può decidere d lucidare il
prodotto o lasciarlo opaco.
Come e dove vendi gli accessori che crei? La mia non è una vera e propria vendita, creo gli orecchini per
me, pubblico le foto su facebook e se qualcuno è interessato a
qualche modello lo ordina. E‘ solo un passatempo ma quando vedo che le ragazze sono davvero contente del lavoro che ho
fatto per loro, mi sento molto molto gratificata!
E i prezzi?
I prezzi variano dai 17 ai 25 euro a seconda del tipo di oggetto e dalla sua particolarità e grandezza.
Sembra piuttosto difficile creare degli oggetti del genere, ma
sicuramente sarà divertente. D'altronde l'artigianato è una tra-
dizione molto viva nel nostro Paese, ed è bene portarla avanti e sostenerla proprio come fa questa ragazza, con passione e
dedizione. Un pezzo artigianale è sempre qualcosa di prezioso e unico e non passa mai di moda. Nessun pezzo è uguale
all‘altro, c‘è sempre quella sfumatura, quella rotondità, quel ―qualcosa‖ che lo carattezza in maniera determinante rispetto
ad altri oggetti simili, ed è proprio nelle piccole imperfezioni
che risiede la sua esclusività. L‘industria della moda queste cose le sa bene, e guarda con un occhio di riguardo l‘
‖handmade‖ che è arrivato a costi esorbitanti. La Costiera è sicuramente il luogo per eccellenza dove si può trovare qualun-
que tipo di oggetto creato a mano senza spendere una fortu-
na, pensiamo ad esempio ai sandali di cuoio o ai vestiti e agli accessori ―Moda Positano‖ : vengono elogiati così tanto che i
turisti assalgono i negozi locali per arraffare più pezzi possibili!
Con l‘aiuto di un tutorial e armati di pasta polimerica, ma so-prattutto armati di tanta tanta fantasia, noi tutti potremmo
provare a cimentarci nella meravigliosa arte dell‘artigianato ,
sicuramente i risultati non saranno degli accessori belli e ben fatti come quelli di Chantal, ma ,almeno, potremo dire di averci
provato!!
Liliana Maria D’Alessandro
Nella foto: Chantal Giovinetti
L'artigianato non passa mai di moda. Ma come nasce un pezzo artigianale? Ce lo racconta Chantal Giovinetti.
Alcune creazioni di Chantal
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11 La Costiera dei Giovani
Sondaggi
Poche opportunità per il tempo libero e un grande bisogno di informarsi su lavoro, Università e divertimento
Il Progetto La Costiera dei Giovani si pone l’obiettivo primario di essere vicino alle esigenze, ai problemi, alle idee dei ragazzi della Costie-
ra. Quale modo migliore di conoscere la realtà territoriale che rivolgersi ai diretti interessati?
Detto fatto! Per questo primo numero del nostro giornale abbiamo sottoposto un Questionario composto da 22 quesiti a 204 ragazzi delle
classi terze, quarte e quinte del Liceo E.Marini (Scientifico e Classico) di Amalfi e dell’Istituto Tecnico per il Turismo Sez. Maiori.
Attraverso questo questionario, desideriamo addentrarci tra le abitudini,le idee, i desideri dei nostri coetanei.
Il sondaggio evidenzia dei dati davvero molto interessanti. Procediamo.
PREGIUDIZI E “PAESANISMO”. E’ stato chiesto ai ragazzi di esprimere il proprio
parere su situazioni di cosiddetto "Campanilismo", inteso come attaccamento al
proprio paese e disinteresse o pregiudizi nei confronti degli altri paesi della Costiera.
L'83% dei sottoposti a sondaggio ha dato risposta affermativa alla domanda
“Secondo te esistono pregiudizi territoriali tra il tuo paese e gli altri paesi della Costie-
ra?. Questo dato ha messo in risalto una realtà della Costiera che troppo spesso vie-
ne trascurata o preso troppo poco sul serio. Inoltre, il 58% dei ragazzi ritiene che si
tratti di una realtà che colpisce sia i giovani che gli adulti, e il 57% di essi ritiene che
siano dovuti a differenze fra pesi dell'entroterra e quelli situati sul mare. Un dato
molto preoccupante, che porta a riflettere su quale possa essere la natura di un tale
disagio, la diversità fra questo genere di paesi è minima, ma sufficiente per mettere
in atto dei pregiudizi o delle rivalità... tanto intense quanto molto spesso infondate.
TEMPO PER LO STUDIO E TEMPO LIBERO. Complessivamente il 44% dei ragazzi intervistati ritiene che lo studio lasci poco (33%) o
addirittura pochissimo (11%) tempo libero. E’ la Costiera degli studiosi? Probabilmente più che mancanza di tempo, si tratta di mancanza
di alternative. Infatti, alla domanda "Quante possibilità offre il tuo paese per impiegare il tempo libero?" Il 54% dei ragazzi hanno risposto
"poche", il 27% si colloca addirittura sul giudizio “pochissime”, per un totale dell’81%! Solo il 4% ha ritenuto il proprio paese ricco di op-
portunità per impegnare il tempo libero. Le percentuali non variano quando il quesito allarga il proprio raggio d’azione alle opportunità a
livello costiero in generale: il 78% (50% poche + 28% pochissime) dei soggetti a sondaggio ritiene tutta la Costiera povera di alternative.
NECESSITA’ DI INFORMAZIONE PER I GIOVANI Un'alta percentuale di giovani (il 70% circa) ritiene di non essere abbastanza informa-
ta su feste, eventi sportivi e culturali. Si avverte particolarmente un bisogno di informazione anche per quanto riguarda l’orientamento per
la scelta dell’Università (il 60 % si ritiene poco informato) , mentre per le opportunità di lavoro il dato è ancora più siginificativo, visto che
poco meno dell’80% si ritiene poco informato in merito. Da qui è possibile rendersi conto, grazie a dati effettivi, dell'importanza di struttu-
re come Forum dei Giovani, Informagiovani e altre iniziative come questo Giornale, votate proprio a favorire la creazione e la promozione
di opportunità per i giovani.
Facendo ricadere invece l'attenzione sui rapporti interpersonali fra i ragazzi, il 68% riesce ad esprimere liberamente il proprio parere, men-
tre nella percentuale di ragazzi con maggiori difficoltà spiccano il 39% di giovani che hanno addotto come motivazione una mancanza di
interesse da parte di chi li circonda a conoscere le proprie opinioni ed un 37% che hanno addotto invece la motivazione della timidezza.
Inoltre abbiamo potuto appurare che sostanzialmente gli studenti si trovano quasi sempre in rapporti molto buoni con i compagni di clas-
se, solamente il 2% ha dichiarato infatti di avere un rapporto pessimo all'interno della classe. Da questi dati emerge una Costiera caratte-
rizzata da un clima di tranquillità, dove le idee circolano liberamente. Purtroppo i ragazzi si sentono spesso spaesati, il 75% di loro ammet-
te di avere dei momenti di scoraggiamento dovuti in maggior parte a problemi con i coetanei, sembrerebbe un dato in contraddizione con i
precedenti, ma che invece permette di svelare come spesso per un adolescente possa essere faticoso rapportarsi anche con i propri simili,
soprattutto fuori dal contesto scolastico. La presenza di numerosi momenti di aggregazione può portare tanti adolescenti ad aprirsi più facil-
mente con i propri amici e a conoscere sempre più persone.
L'esito del sondaggio va ritenuto nel complesso molto soddisfacente, La Costiera dei Giovani, passo dopo passo si avvicina sempre di più ai
ragazzi, riuscendo a farli sentire partecipi e a far sentire che qualcuno che si interessa a loro c'è, accorto e sempre disponibile ad ogni esigen-
za; sottolineando l'arricchimento che ciò comporta per entrambe le parti!
Valeria Fattoruso
Ecco cosa pensano i nostri giovani
75%
25%
Hai dei momenti di scoraggiamento?
Si No
22%
18%47%
6%7%
A cosa sono dovuti i tuoi momenti di scoraggiamento?
Paura di non ottenere i voti desiderati Incertezza sul futuro
Rapporti con i coetanei Rapporti con i genitori
Altro
83%
17%
Secondo te esistono pregiudizi territoriali tra il tuo paese e gli altri paesi della Costiera?
Si No
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12 Anno I - numero 0
Sport
L’ASD Intramontes tra passato presente e futuro
Successi e progetti dell‘unica realtà del volley
costiero nelle parole del vulcanico Mister Co-
stabile.
Tra le più importanti realtà sportive della Co-
stiera Amalfitana va sicuramente citata
l‘A.S.D. Intramontes, ormai un vero e proprio punto di riferimento per la pallavolo locale.
Abbiamo intervistato l‘allenatore Bonaventura
Costabile, in arte ―Venturino‖, sulla cresta dell‘onda pallavolistica ormai da quasi
vent‘anni, di cui undici da allenatore, per par-
larci del fenomeno Intramontes tra Passato, Presente e Futuro.
PASSATO
Venturino, quando e come è nata l’ASD
Intramontes? Chi l’ha fondata?
Nasce 8 anni fà dalla mia esperienza quasi ventennale nel mondo della pallavolo con la
collaborazione di Valeria Di Martino e la siner-
gia di Vincenzo Manzo dell' Amalfi Club.
Quali sono le attività più importanti svol-
te in passato e i migliori risultati conse-guiti?
Siamo al quinto anno di serie D femminile e
abbiamo disputato anche una stagione di serie D maschile. Abbiamo vinto una Coppa
Primavera e giocato due semifinali provinciali
under 17, quest‘anno anche semifinali Under 16.
Quanto e come è cresciuta l’ASD Intra-montes dalla sua fondazione ad oggi?
Ci siamo consolidati nel territorio aumentando
il bacino di utenza e aumentando l' offerta con l' apertura al minivolley e con l' apertura di 2
centri di minivolley oltre a corsi estivi in tutta la
Costiera.
PRESENTE
Quali attività svolgete?
Svolgiamo corsi di pallavolo dai quattro anni in
poi, partecipiamo a campionati agonistici regionali e ci occupiamo anche della gestione
di strutture sportive.
Numeri. Quante squadre e quante atlete avete?
Ad oggi abbiamo quattro squadre e circa
cento atlete. A che campionati partecipate, con quali
ambizioni e quali sono finora i risultati?
Finora (fine Marzo) i risultati sono piuttosto buoni: oltre all‘under 18 e al CSI, in Serie d
regionale siamo al terzo posto, nell‘ under 16
siamo alle semifinali provinciali.
Di tutto questo si occupano quante per-
sone? Mi occupo da solo della parte organizzativa
mentre per alla parte tecnica lavoro insieme a
Valeria di Martino.
L’ A.S.D. Intramontes ha di recente rice-
vuto un importante riconoscimento dal
C.O.N.I. che consentirà all’Associazione
di aprire e gestire un C.A.S. (Centro di
Avviamento allo Sport). Come ha fatto l’A.S.D. Intramontes a ricevere questo
importante riconoscimento?
Con l‘impegno e il lavoro. Anni di professiona-
lità, esperienza e competenza con formazione
e preparazione dei tecnici oltre a strutture
gestite in maniera professionale.
Com’è il rapporto con l’esterno
(Istituzioni, Sponsor, Federazione)? Quali e quante sono le difficoltà di fare
sport in Costiera?
Ottimi i rapporti con il comune di Tramonti (da 8 anni ci ospitano) e col Comune di Maiori
(sinergia iniziata quest' estate al Sand Village).
Sono Consigliere Provinciale della FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) con cui abbia-
mo un ottimo rapporto e siamo riconosciuti
come una delle migliori realtà in termini di risultati e professionalità.
FUTURO
Quali sono i progetti per il Futuro?
Ampliare ancora il bacino di utenza e promuo-vere un progetto nelle scuole per sensibilizza-
re i bambini alla pratica agonistica della palla-
volo. Per quanto riguarda invece i campionati, vorremmo toglierci qualche soddisfazione nei
campionati regionali.
Di sicuro all‘ASD Intramontes va riconosciuto il
grosso merito di riuscire a portare avanti un‘importante attività sportiva da molti anni e
con ottimi risultati. Merce piuttosto rara in
Costiera, dove troppo spesso in passato ab-biamo visto nascere sotto ottimi auspici e
importanti proclami decine di società sportive
poi scomparse nel giro di pochi mesi, spesso dopo una sola stagione di attività.
L‘ASD Intramontes ci insegna che la ricetta per gestire un‘attività sportiva continua e
soddisfacente non è complicata: professionali-
tà, impegno, progettualità, costanza e tanta umiltà.
Ma soprattutto passione, quella non può
mai mancare. Basti dire che Costabile, oltre
ad allenare, a quarant‘anni continua a calcare
i campi della Serie C, dopo un passato da giocatore di B1 e B2…
La Costiera dei Giovani promuove la pratica dello sport perché lo considera il
più importante e salutare elemento di
unione, condivisione, divertimento e passione. Per questo motivo, ci auguriamo di
poter instaurare delle proficue collaborazioni
con le realtà sportive della Costiera.
Come abbiamo già avuto modo di fare in
passato in occasione delle prime due edizioni di Summer Sport, manifestiamo la volontà di
riprendere una fattiva collaborazione con
l‘A.S.D. Intramontes, convinti di essere acco-munati da una grande forza di volontà e
dall‘intenzione di voler organizzare e svolgere
attività sportive di qualità per il bene della Costiera e dei suoi giovani.
Giò Caruso
Verso SUMMER SPORT 2011.
Riparte la polisportiva del divertimento
Nelle prime due edizioni Summer Sport ha messo insie-
me quattordici eventi divisi in sei discipline differenti, poco
più di mille partecipanti, otto Comuni patrocinanti, oltre
quaranta tra partner, sponsor e fornitori, tra cui due di caratura
internazionale, come Ferrarelle e Givova.
MA DIAMO I NUMERI? Sì, diamo i numeri, quelli reali che cor-
rispondono ai fatti, perché solo i numeri sanno evidenziare il valo-
re delle cose. E‘così che preferiamo esprimerci. Senza formulare
giudizi perché quelli spettano a tutti coloro che sono entrati in
contatto con questa realtà.
CHI SIAMO? Siamo pochi e con la testa più dura del
marmo. Non è un mistero che tutti gli eventi di Summer
Sport, che hanno accompagnato le ultime due estati sportive
in Costiera, siano stati sorretti da tre-quattro, talvolta cinque
persone. Perciò rivolgo un ringraziamento particolare a Da-
niele Milano, Sara Dienstbier, Enrico Ruocco, Andrea e Um-
berto Gallucci, Giovanni Civale, Maria Pisacane, Veronica
Iuculano e Giovanna Amendola. Non eravamo
un’associazione, non avevamo la gestione di alcuna
struttura, e abbiamo cercato e ottenuto il sostegno
di Istituzioni, sponsor e collaboratori vari inventan-
doci, di sana pianta, una manifestazione sportiva.
Siamo, di fatto, quello che abbiamo voluto essere.
Ovvero una realtà propositiva e apprezzabile per i giovani.
Punto. Abbiamo provato a mettere in campo quello che ab-
biamo in abbondanza, ovvero la forza di volontà e
l’umiltà. Quelle stesse doti con le quali vogliamo continuare
a far crescere questa manifestazione. Aggiungiamo che ci
piacerebbe fare le cose in grande, costruendo un po‘ alla
volta, non perché ci vogliamo complicare le cose, ma perché
è il posto in cui siamo nati che lo merita.
VOLONTARIATO PROFESSIONALE? Vorrei essere molto chiaro
su questo aspetto. Fino a questo momento le persone che hanno
lavorato per Summer Sport hanno fatto puro volontariato. Ma
sono convinto che ciò non sia giusto. Ci sono persone che si
impegnano per mesi per svolgere queste attività, lavorative a tutti
gli effetti, e meriterebbero di ricevere un compenso. Se per ora
non ci siamo riusciti forse non siamo stati abbastanza bravi, o
forse stiamo seguendo, più o meno puntualmente, un percorso a
lungo termine.
MISSIONE DIVERTIMENTO. Anche qui sembrerà banale, ma
in verità abbiamo solo bisogno di noi stessi, in quanto giovani.
Tutto sommato, se in quattro-cinque abbiamo fatto tanto, pensate
quanto potrebbe fare Summer Sport con uno staff di 15-20 perso-
ne, magari provenienti da tutti i centri della Costiera. Non credete?
In fondo, noi facciamo questo lavoro principalmente per
divertirci e per passione. Ma ciò non toglie che vogliamo farlo
nel miglior modo possibile.
VERSO SUMMER SPORT 2011 Le prospettive sono tante
e cercheremo di imboccare le strade più percorribili. Puntia-
mo all‘ulteriore crescita e all‘allargamento di Summer Sport.
Puntiamo sulla collaborazione con i Fourm dei Giovani e con
le associazioni sportive della Costiera e vorremmo dare spa-
zio ad altri sport, come il calcio-tennis, la pallanuoto e la
pallacanestro, ma per il momento prendetele solo come pro-
poste. Se poi giovani come noi si mostrassero interessati a
queste possibili iniziative, potrebbe essere tutto più facile. In
due anni abbiamo imparato che spesso per fare le cose ba-
sta la forza di volontà e un po‘ di olio di gomito. Credeteci. E
ricordate:
―Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso‖ Nelson Mandela
Per info: [email protected]
Giò Caruso
www.costieragiovani.it
13 La Costiera dei Giovani
Ambiente
Continua dalla prima — Tra la Costiera Amalfi-
tana, la Penisola Sorrentina e Capri si annove-rano ben un centinaio di sentieri che partono dai vari paesi del territorio e che offrono vedu-te ed emozioni pari, se non maggiori, di quelli rinomati delle Alpi. Un tempo usati per colle-gare a piedi i paesi rivieraschi con l‘agro noce-rino e poi utilizzati come vie di confine della Repubblica Amalfitana, oggi questi numerosis-simi sentieri che costellano i Monti Lattari ven-gono frequentati solo da qualche escursionista di passaggio e dal pastore di turno. I sentieri della Divina vantano la particolarità di catapul-tare le persone in altri ambienti e in altre epo-che, cose che non vi aspettereste mai e che, senza prima vederli coi vostri occhi, non potre-ste mai comprenderne a fondo la bellezza e la peculiarità. Ce ne sono per tutti i livelli di pre-parazione fisica, per gli amanti di storia, di botanica, di religione o semplicemente per coloro che amano l‘adrenalina pura, sentieri prossimi al mare o che attraversano crinali di montagne a strapiombo che regalano paesag-gi letteralmente mozzafiato. Oggigiorno quelli
più conosciuti e pubblicizzati dagli operatori turistici sono il Sentiero degli Dei, uno dei più famosi percorsi di montagna di tutta la regio-ne Campania, e la Valle delle Ferriere con le sue caratteristiche fabbriche della carta, il suo microclima e le piante preistoriche. Ma avete mai sentito parlare di Alta Via dei Monti Latta-ri? E del Molare? E del Cerreto? Questi sono solo tre dei tantissimi sentieri sconosciuti ai più che vale la pena di scarpinare, che aprono ad ambienti naturali ancora incontaminati, a
panorami a trecentosessanta gradi su tutta la Campania e che fanno comprendere quanto la nostra bella terra non sia valorizzata a fondo. Anzi per niente. Lanciando la Costiera Amalfi-tana come meta di escursionismo e delle atti-vità all‘ aperto si andrebbe a risolvere il pro-blema più grave del turismo locale, quello della stagionalità. Basterebbe un semplice spot pubblicitario che lanci questa nuova fac-cia della Costa d‘Amalfi, per veder pullulare le nostre montagne di tedeschi, scandinavi, in-glesi, americani, ma anche italiani, tutti acco-munati dalla voglia di provare forti emozioni.
Aprendosi a questo nuovo tipo di turismo, la Costiera vedrebbe incrementare notevolmente il numero di presenze nelle strutture ricettive anche nei periodi ―morti‖ dell‘anno, destagio-nalizzando la domanda turistica, facendo così rimanere aperti gli alberghi tutto l‘anno e cre-ando sempre maggiori opportunità di lavoro per coloro che operano nel settore turistico. Ma lo spot pubblicitario è solo il punto di par-tenza: per far sì che questa nuova frontiera del turismo diventi una vera e propria miniera
d‘oro c‘è bisogno di una forte campagna pro-
mozionale che veda la nostra terra protagoni-sta all‘interno del mercato turistico nazionale e non. La propaganda deve essere coadiuvata dalla creazione di associazioni e consorzi per la tutela e la conservazione del patrimonio natu-ralistico, che veda partecipi prima i residenti e poi i turisti. Inoltre devono essere promossi convegni che trattino argomenti del settore ed organizzati grandi eventi come maratone di montagna, gare di orienteering, concorsi di speleologia ed altro che allargherebbero la conoscenza delle nostre risorse naturali ai turisti di tutto il mondo. Di questo passo paesi come Scala, Pontone, Pogerola, Tramonti, Agerola, che oggi fanno da spettatori al turi-smo amalfitano e ravellese, potrebbero diven-tare i paesi trainanti di questa ondata di novità del settore turistico, fungendo da punto di partenza e di arrivo delle varie escursioni. Una ondata di cambiamento dunque non solo per i turisti, ma anche e soprattutto per gli abitanti del luogo che diverranno più consapevoli delle ricchezze naturali che li circondano e impare-
ranno a valorizzare meglio l‘ambiente per po-terlo poi ―vendere‖ in modo migliore a coloro che decideranno di trascorrere il loro tempo qui, nella costa delle infinite meraviglie. E voi, cosa state aspettando? La Costiera Amalfitana ha ancora molto da raccontare, non vorreste mica lasciare questo bellissimo racconto a metà?
Alessandro di Benedetto
Sentieri in Costiera, una miniera d'oro dietro l'angolo
L’apparenza inganna: una soluzione? Revenue Management
La Confesercenti di Salerno organizza un corso in Management delle destinazioni turistiche per un turismo costiero efficace e valido!
(...)Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole
parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno e una costa sopra 'l
mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena
di picciole città, di giardini e di fontane, e d'uomini ricchi e procaccianti
in atto di mercatantia sì come alcuni altri.(...) ».
La cita anche Boccaccio nel suo celebre capolavoro "Il Decameron", la
Costa d' Amalfi, Patrimonio dell' Unesco, con le sue bellezze naturali,
amata e conosciuta in tutto il mondo, incastonata tra cielo, mare e ter-
ra, ricca di un passato glorioso che fa da cornice a questa incantevole
fotografia. Ma basterà tutto ciò a mantenere costanti i flussi turistici e
rispondere in maniera adeguata alle sfide del mercato? Per questo mo-
tivo, per sviluppare ed ampliare l'offerta turistica del nostro territorio e
fornire gli strumenti adatti a coloro che operano nel settore,
quest'anno la Confesercenti (Confederazione Italiana Esercenti Attività
Commerciali, Turistiche e dei Servizi) della Provincia di Salerno, ha de-
ciso di organizzare un corso in "Management delle Destinazioni
Turistiche", completamente gratuito, finanziato dalla Camera di Com-
mercio di Salerno per il "Consorzio Turistico Amalfi di Qualità" e per il
"Consorzio Ravello Sense". Il corso ha impegnato i partecipanti per ben
cinque settimane, quaranta ore di strategie e tecniche di gestione turi-
stica incorporate in vari argomenti che oscillano tra il Revenue
Management e il Pricing, dalle nuove esigenze della domanda turistica
all'Ottimizzazione, Booking e Controllo delle vendite.
L' Hotel La Bussola di Amalfi ha ospitato l'evento che ha previsto anche
un seminario tenutosi a Ravello nel suggestivo Auditorium, capolavoro
dell'architetto Oscar Niemeyer.
Il corso è stato guidato da grandi esperti del settore del calibro del
Prof. Giancarlo Dell' Ara (Ordinario di Marketing del turismo presso l'U-
niversità di Perugia), del Prof. Paolo Desinano, M. Beretta, M.S. Minuti,
docenti presso il CST di Assisi e tra i principali esperti dell' Hotel Reve-
nue Management.
In un contesto come il nostro, dove il turismo è alla base dell' attività
economica e maggiore fonte di ricchezza, è fondamentale e necessario
studiare, conoscere e saper mettere in pratica tecniche che hanno co-
me fine la realizzazione di un prodotto in grado di rispondere in manie-
ra adeguata alle aspettative del mercato locale, ma anche nazionale ed
internazionale. Siamo in possesso di strutture ricettive tra le più belle al
mondo situate ad Amalfi, Ravello e Positano, la quale bellezza è sicura-
mente arricchita dal panorama che le circonda. Ma questo non basta a
rendere un prodotto turistico che possa competere con la concorrenza!
Bisogna cercare di trovare una soluzione che offra e che valorizzi al
contempo le bellezze culturali e paesaggistiche e l'esperienza, la profes-
sionalità delle figure manageriali che possiedono competenze specifiche
e una buona conoscenza di certe discipline che mirano proprio all'otti-
mizzazione delle vendite. Ecco come la tecnica del Revenue
Management (tecnica che mira alla massimizzazione dei ricavi ottenibili
dalla gestione alberghiera) può aiutare a far emergere in maniera co-
stante e sempre più elevata anche la nostra realtà turistica. Il corso ha
dato risposte più che positive: tra i corsisti dipendenti, proprietari e
gestori dei grandi alberghi della costiera ma anche una proficua presen-
za di giovani studenti e lavoratori nell'ambito turistico. Il corso ha rag-
giunto i suoi obiettivi: fornire agli operatori turistici le armi giuste ed
efficaci per combattere la concorrenza e la forte elasticità della doman-
da!Ringraziamo la Confesercenti per aver dato la possibilità agli opera-
tori del luogo di ampliare le loro conoscenze nell'ambito del turismo la
cui caratteristica è proprio la sua dinamicità e complessità, affinché il
turismo costiero non sia solo un turismo "bello" ma soprattutto un turi-
smo efficace e valido! Speriamo che in futuro ci possa essere la possibi-
lità di organizzare corsi simili non solo riguardanti il turismo, ma i mol-
teplici problemi che affliggono il nostro splendido territorio.
Serena Nolli
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14 Anno I - numero 0
Eventi
Ben 150 cortometraggi provenienti da
tutta Italia ma anche da 6 nazioni estere e 18 nominations ai David di Donatello.
Questi i numeri, tutt‘altro che trascurabili, della quarta Edizione di ―A CORTO di Idee‖, organizzato dall‘Associazione
Happy Hours presso l‘Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello.
Abbiamo incontrato il Presidente
dell‘Associazione Alfonso Pastore per spie-garci come si fa a creare e far crescere
un‘iniziativa così originale e innovativa
dedicata alla realtà dei cortometraggi, spesso poco nota al grande pubblico.
Presidente, quando e perché è nata
l’Associazione Happy Hours? Che o-
biettivi si pone? L‘Associazione HAPPY HOURS nasce, a Maiori, nell‘ottobre del 2007 ed ha come scopo ed attività istituzionale, in particola-re, l‘organizzazione e la promozione di attività culturali, sportive, turistiche e ri-creative, nonché servizi e attività di pro-mozione del territorio (COSTIERA AMAL-FITANA in particolare) in tutti i suoi aspet-ti, con il coinvolgimento di cittadini, asso-ciazioni, aziende, enti pubblici e privati, contribuendo in tal modo alla crescita cul-turale e civile della cittadinanza e dei pro-pri soci nel pieno perseguimento della tolleranza e del rispetto umano. La nostra ―visione‖ è quella di un territorio ―vivo‖ che dia spazio alla CREATIVITA‘ ed alla COMPETENZA con l‘impegno che tutto ciò non resti che una visione!!!
Quante persone ne fanno parte?
L‘Associazione è composta da 3 persone: il sottoscritto, Domenico D‘Amato e Fran-cesco Savastano, ma ci sono altre persone che, seppur ufficiosamente, sono determi-nanti: Raffaele Zuppardo, Gennaro Crivel-li, Salvatore Guadagno, Alfonso Savasta-no, Majda Laalej e Paola D‘Urso . Per ogni evento l‘associazione si avvale di moltepli-ci collaborazioni che curano i diversi a-spetti organizzativi. (es. A CORTO di idee: SAE Institute Milano, Scuola di Cinema di Napoli Pigrecoemme, MTN Company, Gapslab.it e Costaamalfitana web tv).
Come è nata A CORTO di Idee?
A CORTO di idee è nata per caso, quando a febbraio del 2008 il padre guardiano del convento di S. Francesco di Maiori, Padre Domenico, durante un compleanno mo-strò a me e Domenico D‘Amato il teatro del convento appena ristrutturato e ci chiese di organizzare qualcosa che potes-se valorizzarlo… e noi pensammo ad una rassegna di cortometraggi.
Abbiamo detto, in fase di presenta-
zione, che CORTO di Idee quest’anno
ha visto partecipare ben 150 corto-metraggi provenienti da tutta Italia
ma anche da 6 nazioni estere. Con ben 18 nominations ai David di Do-
natello, peraltro. Come e quanto è
cresciuta la manifestazione negli an-ni?
Dopo la prima edizione, che può essere considerata il n°0 del format ―A CORTO di idee‖, abbiamo iniziato a lavorare duro per far crescere la manifestazione attra-verso l‘utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione, abbiamo fatto tantissima ricerca per scoprire i talenti più promet-tenti e li abbiamo ―fidelizzati‖ ottenendo una grande risposta da tutta Italia e dall‘estero. Inoltre, quest‘anno abbiamo avuto la pos-sibilità di svolgere l‘evento nel bellissimo Auditorium Oscar Niemeyer. A questo pro-posito colgo l‘occasione per ringraziare il Comune di Ravello per la grandissima di-sponibilità che ha dimostrato nei nostri confronti.
Oltre alla passione per il cinema, co-
sa principalmente spinge un gruppo di giovani ad organizzare questo e-
vento? In poche parole, che messag-
gio vuole esprimere ―A CORTO di I-dee‖?
A CORTO di idee nasce con l‘obiettivo di valorizzare, promuovere e divulgare le opere dei filmaker di talento che spesso e per vari motivi restano fuori dai circuiti cinematografici principali ma che invece sono delle realtà importanti per lo svilup-po di un rapporto più vivo con le immagi-ni, sin troppo spesso non giustamente considerati nei circuiti più importanti. Inoltre, vuole incentivare i giovani a sfrut-tare le potenzialità dei linguaggi artistici dei nuovi media e rispondere in modo creativo alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti. Per quanto riguarda invece lo spettatore, vuole offrire l‘opportunità di rendersi con-to che l‘orizzonte cinematografico è molto più ampio e variegato di quanto possa sembrare. Infine, ma non ultimo, vuole divulgare il Cortometraggio come forma espressiva particolarmente valida ed attu-ale a livello sociale e culturale
Perché proprio il cortometraggio? In
che cosa crede che si distingua dalle
altre forme d’arte? Il cortometraggio può essere paragonato, utilizzando un termine calcistico, alla ―primavera‖ cioè lo step prima di arrivare alla creazione di un film. Uno dei nostri obiettivi è riuscire a mettere in evidenza i talenti migliori del cinema emergente ita-liano e vederli magari in futuro ―girare‖ un
film o ricevere riconoscimenti importanti. Il cortometraggio si differenzia dal cinema perché deve sviluppare una trama in bre-ve tempo e senza banalità, far appassio-nare l‘utente in 2-3 minuti non è una cosa facile, ma è proprio in questa la sfida che risiede la particolarità e l‘unicità del lavoro dei registi di cortometraggi.
Ringraziamo il Presidente Alfonso Pastore e tutte le persone che hanno lavorato per
questa iniziativa davvero di grande spes-
sore e contraddistinta da un percorso di crescita graduale e inarrestabile.
L‘Associazione Happy Hours continua a distinguersi non solo per l‘ottima organiz-
zazione degli eventi , ma anche e soprat-
tutto per l‘originalità che accompagna le sue iniziative, peraltro rivolte a un pubbli-
co prevalentemente giovane.
Questa piacevole realtà della nostra Co-stiera dimostra come sia possibile creare
dei veri e propri circoli virtuosi con e per i
giovani; mettere a frutto le proprie cono-scenze con un pizzico di inventiva, ma
soprattutto con grande impegno e forza di volontà. Questo il percorso che anche il
Progetto La Costiera dei Giovani! intende
tracciare.
Condividendo a pieno lo spirito e le finalità delle attività svolte dall‘Associazione
Happy Hours, la Costiera dei Giovani si augura di poter presto instaurare una fat-
tiva e proficua collaborazione.
Giò Caruso
Grande successo per la IV° edizione di A Corto di Idee Il Presidente dell‘Associazione Happy Hours Alfonso Pastore: ‖Il nostro impegno per dar spazio alla creatività‖
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15 La Costiera dei Giovani
E se la nostra vita si riducesse a ciò che di essa può essere rac-
contato? O meglio: e se la nostra vita fosse un racconto e noi fossimo dei personaggi spaesati ed inconsapevoli della propria
funzione? Questo è il dilemma amletico che si pone Lenore Beadsman, la
giovane protagonista de La scopa del sistema di David Foster
Wallace. Il libro narra le bizzarre avventure di una serie di per-sonaggi, uno più improbabile dell'altro: in primis abbiamo la
stessa Lenore, che va alla ricerca dell'omonima bisnonna, antica allieva di Wittgenstein, fuggita dalla casa di riposo insieme a
venticinque tra pazienti ed infermieri; c'è Rick Vigorous, il capo ed il fidanzato di Lenore, continuamente ossessionato dalle scar-
se dimensioni del suo membro e dal desiderio di letteralmente
"possedere" Lenore; c'è il dr.Jay, uno psicanalista bizzarro e po-co professionale, che indossa maschere anti-gas durante le tera-
pie con i pazienti; c'è poi Vlad l'Impalatore, il pappagallo di fami-glia, che recita sermoni biblici infarciti di oscenità su una tv via
cavo... questi ed altri strambi personaggi, ritratti sullo sfondo di
un'America grottesca e da cartone animato, danno vita alle di-vertenti pagine de La scopa del sistema.
Il romanzo fu pubblicato nell'84 e segnò l'esordio letterario di Wallace - all'epoca ventiquattrenne - rivelando il talento di un
autore che in breve tempo divenne una figura di culto e scrittore apprezzatissimo sia in patria che all'estero. Forse a molti il nome
è ancora sconosciuto, ma sappiate che nella sua bibliografia fi-
gura il monumentale Infinite jest, un tomo di ben mille pagine, considerato il più grande romanzo americano degli ultimi quindi-
ci anni. Signore e signori, ci troviamo dinanzi ad un autore che nelle sue
pagine ha parlato di una varietà sterminata di argomenti (dalla
droghe alla tv; dalla violenza alla famiglia, passando anche per il
tennis, il cinema di David Lynch
e persino la matematica), il tutto con estrema lucidità, buone dosi
di ironia ed un stile che lascia il segno per freschezza ed origina-
lità.
Nel 2008 la notizia del suo suici-dio ha lasciato sgomenti non solo
i suoi fan, ma anche molti suoi colleghi che in lui riconoscevano
una personalità culturale unica ed irripetibile.
Se dunque siete interessati a
conoscere anche voi il suo uni-verso letterario vi consiglio di
cominciare proprio con la Scopa. Nonostante i suoi anni, questo
libro ancora oggi sa brillare per
la sua scrittura vulcanica ed a tratti innovativa, e per la sua tota-le inconvenzionalità.
Storie assurde, coincidenze impossibili, dialoghi volutamente surreali: il mix perfetto per dare vita ad un libro in cui può acca-
dere di tutto ed il suo contrario. Una volta immersi in questo "oceano" di narrativa vi sentirete anche voi disorientati come
Lenore Beadsman. Anche voi capirete cosa significa essere privi
di una funzione, proprio come l'omonima scopa, che se usata con la spazzola può servire a spazzare, ma se usata con il mani-
co può servire... a rompere una finestra!
Gaetano Di Lieto
Niccolò Ammaniti, autore del celebre romanzo ―Io non ho pau-ra‖ del 2001, successivamente diventato anche una pellicola di
Gabriele Salvadores, torna a far discutere la critica con la sua settima produzione letteraria edita da Einaudi: ―Io e te‖.
Con questo libro, ambientato ai princìpi del nuovo millennio,
mette da parte l‘ironia che caratterizza i suoi lavori e ritorna a
parlarci dell‘adolescenza, offrendocene uno scorcio lancinante e quasi surreale, manifestazione di quel disagio interiore che
contraddistingue a fasi cicliche intere fasce generazionali. E‘ la metafora del passaggio dall'infanzia alla vita adulta, ma anche
del dolore che questo comporta.
Lorenzo ha raccontato una bugia alla madre: le ha fatto crede-re di essere andato in montagna insieme ai suoi amici di classe
pur di mostrare di non essere un disadattato, ma in realtà, armato di scatolette e bibite, si è rintanato in cantina, deciso a passare qualche giorno lontano dal mondo, in totale libertà, senza bisogno di piacere agli altri e di uniformarsi. Il suo se-greto, però, viene presto svelato dall‘entrata in scena di Oli-via, la sua sorellastra, che non vede da anni e che irrompe nella sua vita all‘improvviso. Anche Olivia ha un problema, l‘eroina, e sta per affrontare, proprio in quella cantina, una brutta crisi di astinenza agli occhi inermi e innocenti del fratello minore.
Sono due fratelli che si rincontrano dopo tanto tempo scopren-
dosi diversi ma accomunati e legati dalla stessa insoddisfazio-
ne e dallo stesso male di vivere tipici di quell‘età piena di cam-biamenti, che per Lorenzo, sfocia in un‘innocente bugia da
quattordicenne; per Olivia, invece, diventa il baratro buio della tossicodipendenza. Molti autori italiani hanno già affrontato il
tema del disagio adolescenziale, in modi radicalmente diversi:
gli adolescenti di Enrico Brizzi rifiutano la società e il provincia-lismo urbano rifugiandosi nel punk, quelli di Paolo Giordano
preferiscono l‘autolesionismo e le fisime matematiche, per quelli di Federico Moccia è sufficiente attaccare lucchetti ai
ponti di Roma. Per Ammaniti, invece, la debolezza che caratte-rizza entrambi i protagonisti lascia intravedere un aspetto più
profondo e reale: quello del malessere e dell‘alienazione dal
resto del mondo, partendo dal rapporto con la famiglia e la scuola che Lorenzo vive come entità estranee. E‘ una sempli-
ce storia articolata in 116 pagine che raccontano, in un lungo excursus, l‘avventura di una settimana ai limiti della realtà,
regalando ai lettori «un racconto sul più semplice ed imper-
scrutabile dei misteri: diventare grandi ».
Ada Franzesi
Cultura
―La scopa del sistema ed il talento‖ di David Foster Wallace
"Io e te" di Niccolò Ammaniti
www.costieragiovani.it
16 Anno I - numero 0
Cultura
Perché continuare a studiare nell‘era digitale? A cosa serve tra-
scorrere intere giornate brancolando nel buio delle nostre stan-ze, per tentare di ricordare formule trigonometriche e passaggi
della dialettica hegeliana?
Insomma, in un‘epoca dove tutto è a portata di un clic, dove
navigando in Internet si ha accesso ad un numero infinito di portali di informazione, nell‘era della democratizzazione del sa-
pere dove sembra che tutto avvenga ad una velocità disarman-te, dove sembra che la praticità, il pragmatismo, la disillusione
abbiano scalato le vette dei nostri sistemi di valori, dell‘etica e della morale contemporanee, perché continuare a studiare?
Procediamo per gradi. La domanda iniziale (perché continuare a studiare nell‘era digitale) funge da incunabolo per lo meno ad
altre due domande di ordine socio-antropologico: come studia-re tenendo presente gli innegabili cambiamenti culturali, cioè
come tradurre nella pratica le nuove esigenze di apprendimento
e di fruizione del sapere? E ancora, godranno tali nuovi metodi di apprendimento dei requisiti di efficacia, immediata attuabilità
ed universalità?
Studiare è un‘attività totalizzante, investe mente e corpo (seppur in maniera meno sensibile), abitua al silenzio ed alla
riflessione, alla pazienza e alla dedizione, stuzzica la capacità
intuitiva, rinvigorisce la capacità di rielaborazione, dà le ali al pensiero, uno slancio all‘immaginazione, nobilita l‘animo ma,
soprattutto, rende liberi.
Lo studio assolve a tutte queste funzioni, certo, con un po‘ più
di fatica, anche nell‘era digitale, in un‘epoca meccanizzata, ro-botizzata, dove l‘automatismo e l‘accesso ad un vastità disar-
mante di dati e di informazioni rischia di rendere l‘uomo padro-ne e schiavo al contempo di un sistema che sembra anteporre,
come nota Francesco Antinucci nel libro ―La scuola si è rotta‖,
al metodo di apprendimento ―simbolico-ricostruttivo‖ (basato sulla capacità di astrazione), il metodo ―percettivo-motorio‖.
Quest‘ultimo consiste in una ―conoscenza per esperien-
za‖ (Antinucci), “che si forma fuori e non dentro la mente e per la quale non sono più necessarie doti quali la consapevolezza di
quel che si fa, la concentrazione, l‘attenzione, lo sforzo, la ca-
pacità astrattiva‖ (Paola Mastracola, ―Saggio sulla libertà di non studiare‖), doti che potrebbero apparire “demodè‖ e sorpassate
in un universo estremamente tecnologizzato.
E allora, torniamo al punto
di partenza, perché conti-nuare a studiare date que-
ste coordinate socio-antropologiche?
Studiare lancia l‘uomo in
un progresso all‘infinito, in
un movimento che, parten-do dalla curiositas e dun-
que, dal punto di vista dei p rocess i conosc i t i v i ,
dall‘esperienza sensibile,
non trova mai requie, sem-pre sospeso tra la soddisfazione di un avvenuto arricchimento e
l‘insoddisfazione cagionata dal senso di assoluta finitezza del singolo dinanzi all‘infinità del patrimonio culturale considera-
to in toto.
Ed è proprio in questa oscillazione tra ―soddisfazione di sé‖ e
quella che Seneca definiva ―displicentia sibi‖ che l‘uomo si qua-lifica in quanto tale , in quanto soggetto pensante, essere ra-
zionale, ―fatto per seguire virtute e canoscenza‖ (Dante, Infer-no, XXVI, vv. 119-120), padrone di sé e contemporaneamente conscio dei propri limiti.
Tucidide, nella sezione incipitaria della sua monumentale opera
storiografica ―La guerra del Peloponneso‖, aveva definito il suo
lavoro non ―come un pezzo di bravura da recitare al momen-to‖, ma come uno ―ktèma es aeì‖, un possesso per l‘eternità ―in nome dell‘immutabilità della natura umana‖.
L‘uomo d‘ogni tempo, a prescindere dalle coordinate storico-
politico-culturali, è stato mosso dalle stesse esigenza, più o me-no diviso dalle stesse lacerazioni interiori, animato dalle mede-
sime aspirazioni e lo studio, quello vero, soprattutto quello dei testi antichi, muove gli animi alla riflessione, nel tentativo di
risolvere il quesito dei quesiti, in un‘indagine psicologico-esistenziale senza tempo: chi è l‘uomo?
Studiare rende liberi, ci rende padroni indiscussi di un patrimo-nio inestimabile che è nostro e basta, ci rende consci della po-
tenza dell‘atto intellettivo, i cui elementi strutturanti sono, sen-za dubbio, l‘universalità (esso, infatti, è comune a tutti) e la
libertà.
Scriveva Virginia Wolf nel saggio ―Una stanza tutta per sé‖: ―Chiudete pure a chiave le vostre biblioteche, ma non c‘è chia-vistello che voi possiate mettere alle ali del mio pensiero‖ per
affermare, nel mondo dell‘interiorità, quella libertà che sul pia-no sociale era negata.
Studiare, come nota bene la Mastracola, ―significa immagazzi-nare il passato, stivarlo e traghettarlo nel presente, per non perderlo‖. Insomma, ben vengano le tecnologie, le riforme del sistema scolastico, ma forse la nostra società non è ancora
pronta (e spero non lo sarà mai) a trasformare le scuola in
―botteghe‖ (Antinucci), dove si impara facendo e non studian-do, e a trasformare in semplici automi pragmatici noi uomini
cosi innamorati di ―cose spirituali‖ (Platone).
Antonella Florio
Sapere, che piacere!
Tra Internet ed iPhone, per non perdere la gioia di studiare