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20 giugno-luglio 2011 S erve un cambiamento radicale nella società italiana che generi innan- zitutto una netta inversione di tendenza al declino della nostra eco- nomia. È una frase che ci sentiamo ripetere ogni giorno e che genera sfiducia e sconforto tra la gente. Il “IX meeting Nazionale Giovani Dirigenti di Federmanager” tenutosi a Tori- no il 10 giugno ripropone appunto come sottotitolo “l’anim@ di un’Italia possi- bile” puntando sulla fiducia, la passione e la creatività. La chiocciola inserita al posto della “a” sottolinea la capacità dei network di cogliere il cambiamento. Federico Castelletti, coordinatore “gruppo giovani dirigenti”, ha aperto i lavori e dopo il breve saluto di Renato Cuselli, il presidente Federmana- ger Giorgo Ambrogioni ha ricordato il motto: “Lasciare un mondo un po’ migliore di come lo si è trovato”. La nostra generazione, ha aggiunto, non l’ha fatto. Abbiamo perso l’anima ed occorre ritrovarla, servono quindi obiettivi e grandi valori come il merito e l’equità sociale. I giovani assumo- no l’impegno di un nuovo grande progetto con lo stimolo che può sembra- re contraddittorio di essere “eretici ed uscire dagli schemi”. “C’è bisogno di ambizione. L’Italia è un paese vecchio ed i giovani scappa- no”. Con queste parole ha esordito Andrea Vianello, noto giornalista RAI, mode- ratore del meeting ed ha aggiunto che il nostro sarebbe un paese dalle “risorse pazzesche”. Il declino non è ineluttabile e la battaglia generazionale ci unisce. Molto ci si aspetta dalla classe dirigente che è la spina dorsale di ogni paese. Grande interesse hanno continuato a suscitare nei presenti che gremiva- no la sala Agorà di Mirafiori Motor Village, gli argomenti trattati dalle per- sonalità invitate: economisti, managers e docenti universitari. Sono inter- venuti (in ordine di presentazione): Fabrizio Paschina di Intesa San Paolo, Angelo Savino di Kiva Microfound, Paolo Baronci di Mperience, Edward De Bono teorico del pensiero laterale, Hubert Jaoui specialista innovazio- ne, Antonio D’Elia di HR Consultant. Alla “tavola rotonda” hanno parteci- pato: Dominick Salvatore economista, Irene Tinagli economista e docente, Pierluigi Curcuruto della ProSpera, Andrea Granelli della Kanso, Luca De Pietro della Venice International University e Francesco Castelletti coordi- natore dei giovani dirigenti di Federmanager. Sono stati intelligentemente inseriti, nel contesto della discussione, un filmato di Gabriele Salvatores, l’esibizione di una coppia di ballerini clas- sici dell’Accademia dello Spettacolo di Torino ed una parte di un bellissi- mo discorso di Robert Kennedy letto da Alessandro Rigotti, anch’egli del- l’Accademia dello Spettacolo di Torino. Si trattava naturalmente di fiducia, passione e creatività come è stato il prosieguo degli interventi dei quali abbiamo colto tratti fondamentali, non potendo riportarli interamente. Andrea Vianello ha detto che possiamo definire Muhammad Yunus il rivo- luzionario della fiducia, personaggio molto noto e premio Nobel per la pace 2006, che nel 1976 ideò il microcredito fondando in Bangladesh la “banca dei poveri” o diversamente detta la “banca del villaggio”, nata per conce- dere prestiti e supporto organizzativo ai più poveri. Sono così nate impre- se dal nulla portando benessere nei paesi ove agivano. Yunus è stato imitato e per Angelo Savino il microcredito può alleviare la povertà nel mondo. Nel sud del mondo 25 dollari possono cambiare la vita. La creatività è un processo di apprendimento per imitazione e variazio- ne (Paolo Baronci), è un’idea che viene cambiata e replicata. Imitare signi- fica copiare e variare. Se questo avviene all’interno di un ambiente seletti- vo, si arriva all’innovazione. Edward De Bono ideatore del pensiero laterale che prevede un approc- cio alla soluzione dei problemi da diverse angolazioni, discostandosi così dalle considerazioni più ovvie, ha detto che a partire dai filosofi greci di 2400 anni fa, fino ai giorni nostri, passando dal Rinascimento, non abbia- mo sviluppato il pensiero per creare valore. Per esempio, le Olimpiadi di Los Angeles ebbero un grande successo anche economico, pur seguendo quelle di Mosca di quattro anni prima che erano andate in perdita; e la società finlandese Nokia, nata nel 1865 per produrre carta, ora possiede il 35% del mercato dei telefoni cellulari. Il nostro cervello ragiona per sche- mi. Bisogna rompere gli schemi per innovare. Per Hubert Jaoui bisogna agire, non solo pensare in modo creativo. Siamo tutti creativi, non esiste persona non creativa. È più facile essere creativo che intelligente. Quindi si deve agire, non solo pensare in modo creativo. Un imbecille che cammina, va più lontano di un intelligente seduto. La vera creatività è sognare l’impossibile. Non è che non osiamo perché le cose sono difficili, ma le cose sono difficili perché non osiamo (Seneca) A proposito di passione per il lavoro, noi possiamo decidere come crea- re la nostra realtà professionale (Antonio D’Elia HR Consultant) e l’on. Giu- liano Amato nel suo video, rivolto ai giovani dirigenti, ha sottolineato il valore di “ricreare lo spirito”. La tavola rotonda che ne è seguita ha destato molto interesse. La crisi è finita, ha affermato Dominick Salvatore, ma la crescita non torna e l’occupazione non riparte. Anche la Germania non è ritornata al PIL del 2009. Continuano gli acquisti da parte degli stranieri delle nostre aziende. I costi per fondare un’azienda in Italia sono notevolmente più ele- vati rispetto a quelli delle altre nazioni europee. È necessaria una riduzio- ne della pressione fiscale. E mentre siamo, per creatività, al 42° posto su 54 paese, sentiamo dire spesso cose intelligenti ma inutili. L’importanza della fiducia nel nostro sistema è stata sottolineata anche da Irene Tinagli. Inoltre il paese è malato se non vi è meritocrazia e si deve anche pensare al ruolo che la politica deve avere. La passione che si spegne può diventare rassegnazione e la rassegnazione diventare rancore. È importante puntare sulla scuola, compresa l’università, e sulla formazione in azienda. Il nostro sistema è molto complesso, quindi si deve semplificare perché stiamo morendo di burocrazia. Anche con il federalismo, occorre superare il campanilismo informati- co (ogni Comune ha il suo) ed arrivare ad una economia di scala in questo campo (Luca De Pietro). Puntare sulla responsabilità poiché nessuno dice che ha sbagliato (Andrea Granelli). L’innovazione è uno strumento non un fine. Per Francesco Castelletti il “ricambio della classe dirigente” può essere un meccanismo virtuoso. I dirigenti tra loro non si parlano e non vi sono azioni condivise. Noi siamo bravi a gestire le emergenze. Nel suo intervento conclusivo Federico Castelletti ha detto che ora dob- biamo chiedere a noi stessi cosa fare. Occorre creare un nuovo modello organizzativo. Vogliamo metterci la faccia sul territorio e quindi entrare in politica con liste civiche. L’attuale dirigenza non fa cambiamenti e si deve uscire dall’insabbiamento. La classe politica è sclerotizzata, non ha la capacità di rigenerarsi, ed una nazione che perde una generazione è una nazione fallita. Giovani dirigenti Meeting nazionale dei giovani dirigenti Pier Giorgio Prato Come in tutti i convegni di questi ultimi tempi, la crisi è, purtrop- po, l’argomento che condiziona i ragionamenti. Gli argomenti trat- tati, tanto da rendere no facile riproporre in questa sede gli innume- revoli spunti di riflessione che ne sono scaturiti. Ma come potranno i managers, spina dorsale del paese, come sono stati definiti, ed in particolare i giovani, provocare una svolta risolu- tiva in un sistema che sembra barcollare? È necessario un cambia- mento culturale e questo si ottiene incrementando il sapere. Sapere come far bene il nostro prodotto, sapere come proporlo e venderlo bene. Saper gestire i conflitti e sapere moltissime altre cose che fanno parte della professione, perché questa nostra società globale è un mondo di competitori. Quindi bisogna saper vincere. “Il sapere è potere” frase sfruttata, ma sempre valida e per sapere occorre studio/formazione continua. Studiate o formatevi come o con chi volete, purchè quello che avete studiato, il giorno dopo vi serva a far meglio il vostro lavoro. Certo, per aumentare il proprio sapere sempre servono dosi mas- sicce di perseveranza e passione, ma dopo sarà più facile creare ed innovare. Ed il “merito”, alla lunga, non potrà più essere ignorato. Coraggio, giovani dirigenti, siamo tutti convinti che ce la farete. L’Assemblea dei Delegati, riunitasi l’11 giugno in coincidenza con il 9° Meeting Nazionale, ha eletto il nuovo Coordinamento Nazio- nale Gruppo Giovani Federmanager (2011-2013). Coordinatore: Franco Dosio nato nel 1968, ingegnere, iscritto all’APDAI dal 1° maggio 2007, dirigente di una nota azienda indu- striale del torinese. Fanno parte del nuovo Coordinamento Nazionale altri tre giovani dirigenti iscritti all’APDAI: Monica Bastiani, Marco Wallis Bugliosi e Alberto Ghiglia. A loro i nostri migliori auguri.

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20 giugno-luglio 2011

Serve un cambiamento radicale nella società italiana che generi innan-zitutto una netta inversione di tendenza al declino della nostra eco-nomia. È una frase che ci sentiamo ripetere ogni giorno e che genera

sfiducia e sconforto tra la gente.Il “IX meeting Nazionale Giovani Dirigenti di Federmanager” tenutosi a Tori-

no il 10 giugno ripropone appunto come sottotitolo “l’anim@ di un’Italia possi-bile” puntando sulla fiducia, la passione e la creatività. La chiocciola inserita alposto della “a” sottolinea la capacità dei network di cogliere il cambiamento.

Federico Castelletti, coordinatore “gruppo giovani dirigenti”, ha apertoi lavori e dopo il breve saluto di Renato Cuselli, il presidente Federmana-ger Giorgo Ambrogioni ha ricordato il motto: “Lasciare un mondo un po’migliore di come lo si è trovato”. La nostra generazione, ha aggiunto, nonl’ha fatto. Abbiamo perso l’anima ed occorre ritrovarla, servono quindiobiettivi e grandi valori come il merito e l’equità sociale. I giovani assumo-no l’impegno di un nuovo grande progetto con lo stimolo che può sembra-re contraddittorio di essere “eretici ed uscire dagli schemi”.

“C’è bisogno di ambizione. L’Italia è un paese vecchio ed i giovani scappa-no”. Con queste parole ha esordito Andrea Vianello, noto giornalista RAI, mode-ratore del meeting ed ha aggiunto che il nostro sarebbe un paese dalle “risorsepazzesche”. Il declino non è ineluttabile e la battaglia generazionale ci unisce.Molto ci si aspetta dalla classe dirigente che è la spina dorsale di ogni paese.

Grande interesse hanno continuato a suscitare nei presenti che gremiva-no la sala Agorà di Mirafiori Motor Village, gli argomenti trattati dalle per-sonalità invitate: economisti, managers e docenti universitari. Sono inter-venuti (in ordine di presentazione): Fabrizio Paschina di Intesa San Paolo,Angelo Savino di Kiva Microfound, Paolo Baronci di Mperience, EdwardDe Bono teorico del pensiero laterale, Hubert Jaoui specialista innovazio-ne, Antonio D’Elia di HR Consultant. Alla “tavola rotonda” hanno parteci-pato: Dominick Salvatore economista, Irene Tinagli economista e docente,Pierluigi Curcuruto della ProSpera, Andrea Granelli della Kanso, Luca DePietro della Venice International University e Francesco Castelletti coordi-natore dei giovani dirigenti di Federmanager.

Sono stati intelligentemente inseriti, nel contesto della discussione, unfilmato di Gabriele Salvatores, l’esibizione di una coppia di ballerini clas-sici dell’Accademia dello Spettacolo di Torino ed una parte di un bellissi-mo discorso di Robert Kennedy letto da Alessandro Rigotti, anch’egli del-l’Accademia dello Spettacolo di Torino. Si trattava naturalmente di fiducia,passione e creatività come è stato il prosieguo degli interventi dei qualiabbiamo colto tratti fondamentali, non potendo riportarli interamente.

Andrea Vianello ha detto che possiamo definire Muhammad Yunus il rivo-luzionario della fiducia, personaggio molto noto e premio Nobel per la pace

2006, che nel 1976 ideò il microcredito fondando in Bangladesh la “bancadei poveri” o diversamente detta la “banca del villaggio”, nata per conce-dere prestiti e supporto organizzativo ai più poveri. Sono così nate impre-se dal nulla portando benessere nei paesi ove agivano.

Yunus è stato imitato e per Angelo Savino il microcredito può alleviare lapovertà nel mondo. Nel sud del mondo 25 dollari possono cambiare la vita.

La creatività è un processo di apprendimento per imitazione e variazio-ne (Paolo Baronci), è un’idea che viene cambiata e replicata. Imitare signi-fica copiare e variare. Se questo avviene all’interno di un ambiente seletti-vo, si arriva all’innovazione.

Edward De Bono ideatore del pensiero laterale che prevede un approc-cio alla soluzione dei problemi da diverse angolazioni, discostandosi cosìdalle considerazioni più ovvie, ha detto che a partire dai filosofi greci di2400 anni fa, fino ai giorni nostri, passando dal Rinascimento, non abbia-mo sviluppato il pensiero per creare valore. Per esempio, le Olimpiadi diLos Angeles ebbero un grande successo anche economico, pur seguendoquelle di Mosca di quattro anni prima che erano andate in perdita; e lasocietà finlandese Nokia, nata nel 1865 per produrre carta, ora possiede il35% del mercato dei telefoni cellulari. Il nostro cervello ragiona per sche-mi. Bisogna rompere gli schemi per innovare.

Per Hubert Jaoui bisogna agire, non solo pensare in modo creativo. Siamotutti creativi, non esiste persona non creativa. È più facile essere creativoche intelligente. Quindi si deve agire, non solo pensare in modo creativo.Un imbecille che cammina, va più lontano di un intelligente seduto. La veracreatività è sognare l’impossibile. Non è che non osiamo perché le cosesono difficili, ma le cose sono difficili perché non osiamo (Seneca)

A proposito di passione per il lavoro, noi possiamo decidere come crea-re la nostra realtà professionale (Antonio D’Elia HR Consultant) e l’on. Giu-liano Amato nel suo video, rivolto ai giovani dirigenti, ha sottolineato ilvalore di “ricreare lo spirito”.

La tavola rotonda che ne è seguita ha destato molto interesse.La crisi è finita, ha affermato Dominick Salvatore, ma la crescita non

torna e l’occupazione non riparte. Anche la Germania non è ritornata alPIL del 2009. Continuano gli acquisti da parte degli stranieri delle nostreaziende. I costi per fondare un’azienda in Italia sono notevolmente più ele-vati rispetto a quelli delle altre nazioni europee. È necessaria una riduzio-ne della pressione fiscale. E mentre siamo, per creatività, al 42° posto su54 paese, sentiamo dire spesso cose intelligenti ma inutili.

L’importanza della fiducia nel nostro sistema è stata sottolineata anche daIrene Tinagli. Inoltre il paese è malato se non vi è meritocrazia e si deve anchepensare al ruolo che la politica deve avere. La passione che si spegne puòdiventare rassegnazione e la rassegnazione diventare rancore. È importantepuntare sulla scuola, compresa l’università, e sulla formazione in azienda.

Il nostro sistema è molto complesso, quindi si deve semplificare perchéstiamo morendo di burocrazia.

Anche con il federalismo, occorre superare il campanilismo informati-co (ogni Comune ha il suo) ed arrivare ad una economia di scala in questocampo (Luca De Pietro).

Puntare sulla responsabilità poiché nessuno dice che ha sbagliato(Andrea Granelli). L’innovazione è uno strumento non un fine.

Per Francesco Castelletti il “ricambio della classe dirigente” può essereun meccanismo virtuoso. I dirigenti tra loro non si parlano e non vi sonoazioni condivise. Noi siamo bravi a gestire le emergenze.

Nel suo intervento conclusivo Federico Castelletti ha detto che ora dob-biamo chiedere a noi stessi cosa fare. Occorre creare un nuovo modelloorganizzativo. Vogliamo metterci la faccia sul territorio e quindi entrare inpolitica con liste civiche. L’attuale dirigenza non fa cambiamenti e si deveuscire dall’insabbiamento.

La classe politica è sclerotizzata, non ha la capacità di rigenerarsi, eduna nazione che perde una generazione è una nazione fallita. ❑

Giovani dirigenti

Meeting nazionaledei giovani dirigenti

Pier Giorgio Prato

Come in tutti i convegni di questi ultimi tempi, la crisi è, purtrop-po, l’argomento che condiziona i ragionamenti. Gli argomenti trat-tati, tanto da rendere no facile riproporre in questa sede gli innume-revoli spunti di riflessione che ne sono scaturiti.

Ma come potranno i managers, spina dorsale del paese, come sonostati definiti, ed in particolare i giovani, provocare una svolta risolu-tiva in un sistema che sembra barcollare? È necessario un cambia-mento culturale e questo si ottiene incrementando il sapere. Saperecome far bene il nostro prodotto, sapere come proporlo e venderlobene. Saper gestire i conflitti e sapere moltissime altre cose che fannoparte della professione, perché questa nostra società globale è unmondo di competitori. Quindi bisogna saper vincere.

“Il sapere è potere” frase sfruttata, ma sempre valida e per sapereoccorre studio/formazione continua. Studiate o formatevi come o conchi volete, purchè quello che avete studiato, il giorno dopo vi servaa far meglio il vostro lavoro.

Certo, per aumentare il proprio sapere sempre servono dosi mas-sicce di perseveranza e passione, ma dopo sarà più facile creare edinnovare. Ed il “merito”, alla lunga, non potrà più essere ignorato.

Coraggio, giovani dirigenti, siamo tutti convinti che ce la farete.

L’Assemblea dei Delegati, riunitasi l’11 giugno in coincidenza conil 9° Meeting Nazionale, ha eletto il nuovo Coordinamento Nazio-nale Gruppo Giovani Federmanager (2011-2013).

Coordinatore: Franco Dosio nato nel 1968, ingegnere, iscrittoall’APDAI dal 1° maggio 2007, dirigente di una nota azienda indu-striale del torinese.

Fanno parte del nuovo Coordinamento Nazionale altri tre giovanidirigenti iscritti all’APDAI: Monica Bastiani, Marco Wallis Bugliosi eAlberto Ghiglia.

A loro i nostri migliori auguri.

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21giugno-luglio 2011

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 17 giu-gno – È Federico Dosio, ingegnere di 43 anni eresponsabile di stabilimento di Salgomma S.r.l.,il nuovo coordinatore nazionale del GruppoGiovani Dirigenti. Dosio è stato eletto nel corsodel nono Meeting del Gruppo Giovani che si èsvolto il 10 e l’11 giugno a Torino. Guiderà uncomitato di 27 componenti in sieme a Giusep-pe Chiari, 42 anni, direttore industriale dellaMargaritelli S.p.A., eletto vice coordinatore.

Nel nuovo comitato sono presenti 10donne, pari al 37% di rappresentanza rispettoa una media nazionale del 7%. “Siamo unpaese che ha bisogno di cambiamenti per potercompetere in uno scenario internazionalenuovo e in continua evoluzione – ha dichia-rato Dosio – come Gruppo Giovani Dirigentidi Federmanager vogliamo chiamare a raccol-ta tutti i giovani dirigenti a mettere in atto queicambiamenti imprescindibili necessari a rilan-ciare il sistema economico italiano”.

Il neo-coordinatore ha indicato che “si pro-cederà con la creazione e la promozione delnetwork anim@ mediante la riproposizione delformat dell’evento, la ricerca di contatti e accor-di con altre realtà manageriali e im prenditoria-li, la costruzione di strumenti di supporto per ilnetwork, ovvero sito Web, blog, gruppi Linke-din”. Dal network stesso emergeranno e saran-no sostenuti iniziative e progetti “trasversali” dirinnovamento del sistema Paese. Dosio ha inol-tre dichiarato che saranno lanciate al tempostesso iniziative specifiche sul versante internoall’associazione, per promuovere la partecipa-zione e l’impegno diretto delle nuove genera-zioni, lo sviluppo di nuovi servizi e di nuovemodalità di rappresentanza, la crescita delleassociazioni nella loro capacità di incidere nelcontesto socio-economico locale.

La kermesse torinese, che ha fatto parte delricco programma di iniziative ispirate ai 150anni dell’Unità d’Italia, è stata arricchita dallapresenza di un folto parterre di importanti pro-

tagonisti del mondo dell’imprenditoria, dell’e-conomia e delle Information Technology. Sonointervenuti Paolo Baronci di Mperience, il teo-rico del Pensiero Laterale Edward de Bono,Pierluigi Curcuruto di ProSpera, Luca De Pie-tro della Venice International University,Andrea Granelli di Kanso, Hubert Jaoui, notospecialista dell’innovazione, Fabrizio Paschi-na di Intesa Sanpaolo e gli economisti Domi-nick Salvatore e Irene Tinagli. Hanno dato testi-monianza anche il presidente del comitato deigaranti per il 150° Anniversario dell’Unità d’I-talia, l’onorevole Giuliano Amato e il presi-dente del Censis Giuseppe De Rita, i qualihanno confermato la loro fiducia negli obiet-tivi espressi dal nuovo coordinatore.

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 17 giu-gno) – Il meeting, dal titolo “L’anima di un’I-talia possibile”, ha chiamato a raccolta i gio-vani dirigenti di tutta Italia, che si sono con-frontati sulla situazione economica del Paese,

l’apporto culturale che la nuova classe mana-geriale puo’ e deve portare al cambiamento.

Due i ‘must’ emersi: innovare e fare rete,che si concretizzano nella proposta di crearee implementare reti di Network InnovationManagers (NIM), capaci di cogliere i cambia-menti per trasformali in opportunità di cresci-ta economica e sociale.

“I giovani dirigenti – ha dichiarato France-sco Castelletti, che ha guidato il Gruppo Gio-vani Dirigenti nell’ultimo biennio – hanno sot-tolineato che la crisi economica che attana-glia il Paese è un elemento ‘esterno e di con-testo’, che ha solo evidenziato un problemapiù grave relativo alla capacità di reazione delsistema Italia, che non ha ancora saputo ade-guarsi ai fenomeni già innescati dalla globa-lizzazione e potenziati dalla crescita dirom-pente dell’interconnessione”.

È un passaggio epocale che l’Italia non hacolto nella sua complessità e che rende ana-cronistici e inadatti strategie, modelli, organiz-zazioni, comportamenti manageriali chehanno funzionato per decenni. I giovani diri-genti denunciano un Paese “ingessato” in rigi-de strutture gerarchico-burocratiche, conmodelli manageriali di “comando e control-lo”, totalmente inadeguate a confrontarsi conreti di capitale umano. Un sistema che in tuttigli ambiti, dalla formazione alla pubblicaamministrazione, dalla rappresentanza poli-tica e sindacale all’impresa, è chiamato adaffrontare un vero e proprio cambiamento cul-turale, guidato da manager che sappiano svi-luppare la collaborazione, facendo leva suvalori come la fiducia, l’affidabilità, la passio-ne, la tensione ideale, la responsabilità socia-le e la visione creativa per co-innovare.

In sintesi, un richiamo al valore civile attra-verso la raccolta di tutte le migliori energiepositive del Paese per rompere le ingessatureburocratiche, creando le “spinte” di cui il siste-ma Italia necessita per tornare a pieno titolotra i grandi. ❑

Giovani dirigenti

Notiziario Federmanager

Giovani di Federmanager, l’obiettivo è innovare e fare rete

Vittorio Di CapuaUn lucano sorridente ma duro

Vittorio Di Capua, quando arriva alla Lamborghini, è già un personaggio di rilievo del mondodell’automobile, e non solo in Italia. Nato nel 1932 a Matera, Di Capua si laurea nel 1954 colmassimo dei voti, a 22 anni è già assistente universitario e nel 1955 entra in Fiat e gli viene affi-dato il controllo delle esportazioni in vari Paesi e in tutta Europa; nel 1981 viene trasferito a Gine-vra come presidente di Fiat Finance.

Nel 1996 viene chiamato in Lamborghini e si dedica al salvataggio dell’azienda, che è sull’or-lo del baratro. Lungi dal prendere residenza in un luogo prestigioso, Di Capua si fa risistemare laforesteria della fabbrica, accanto alla portineria, dove vive stabilmente; una decisione che per-mette di stare a diretto contatto con la fabbrica, i suoi uomini, le sue realtà e i suoi problemi.

È il dirigente lucano a capire che l’Audi è il miglior acquirente possibile della Lamborghini eche finalizza gli accordi per la cessione. Una volta arrivata la dirigenza tedesca, dà le dimissioni.

È ricordato oggi con grande rispetto e affetto da tutti gli amanti della Lamborghini per il suoruolo chiave nella sopravvivenza e nella rinascita della Casa nei tempi più turbolenti della suastoria.

Il Presidente Cuselli con Federico Dosio,Marco Wallis Bugliosi e Alberto Ghiglia ripresiall’Assemblea di Torino.

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22 giugno-luglio 2011

Minerva

Intervista a Monica Bastiani, dirigente in Accenture S.p.A., neo-eletta nel Coordinamento Nazionale Giovani Dirigenti

La nomina a dirigente arrivata prestissimo,poco dopo i trent’anni, in AccentureS.p.A. importante azienda di consulenza

direzionale, servizi tecnologici e outsourcing.Monica Bastiani 38 anni, laurea in Economiae Commercio e un brillante percorso di car-riera che le vale la qualifica di ResponsabileHuman Capital Development nella medesimaazienda, ha appena portato a casa l’elezione,insieme ad altri 3 colleghi di Torino, nel Grup-po Nazionale Giovani Dirigenti di Federma-nager, coordinato da Federico Dosio.

Parlare con lei aiuta a capire come sianomolti i “grandi e piccoli” risultati che una mana-ger deve raggiungere, come possa apparire“facile” una vita complessa e piena di respon-sabilità, come le emozioni siano un argomen-to di grande rispetto. Insomma una manager saparlare di tutto. E fa una bella differenza.

Procediamo per tappe e a ritroso, percuriosità: come è arrivata l’idea della candi-datura?

Sono entrata da poco a far parte del grup-po Minerva Federmanager Torino che, con unsolo un anno e mezzo di vita, ha saputo met-tere insieme oltre 150 donne manager in Pie-monte. Una realtà bellissima, portentosa econcreta che offre la possibilità di confrontar-ci e di fare rete, difficoltà, quest’ultima, anco-ra viva nel nostro paese, non solo per le donne.In questo ambito è nata la proposta della miacandidatura. L’ho valutata come adeguata allavoglia di spendermi in attività che possano aiu-tare altre donne e più in generale le nuovegenerazioni, a crescere. Poi è andata bene, lanomina è arrivata, sono entusiasta.

Quale caratteristica, la giovane età o ilgenere, è maggiormente motivo soddisfazio-ne rispetto a questo nomina.

Francamente l’età perché non ho mai con-siderato il genere una cifra così influente sullemie possibilità di fare. Anzi, ho sempre pen-sato che impegnandomi e mettendo passione

Una vita non è mai compiuta però talvoltabastano poche parole per cogliere il segreto e ilfascino di una persona.

Attraverso questa intervista la giovane collegaMonica Bastiani mostra con semplicità e natura-lezza le tappe di una vita in continua progressio-ne, non senza trascurare problemi ed esitazioniche le hanno permesso di cogliere – in così gio-vane età – gli obiettivi fondamentali di unadonna: famiglia, lavoro, carriera.

Non a caso ho scritto di una “donna” perchéda questa risposta traspare – senza fare unadenuncia – quel marcato diaframma che separal’uomo dalla donna.

Mi viene da dire che la donna ha un’esisten-za più ricca; perché più sofferta, “Una maternitàequivale a un master”.

Ecco una risposta che vale anche per altredomande.

Marina Cima

nelle cose avrei costruito… sì è un termineappropriato, ma ho avuto un forte imprintingin tal senso dalla mia famiglia e poi l’esperien-za in Accenture dove sono entrata poco dopola laurea (parliamo ancora dell’Andersen Con-sulting) una multinazionale e nel settore deiservizi, inoltre, ha segnato la differenza.

Per quali aspetti?Ad esempio perché Accenture trasferisce a

tutti i livelli la pragmaticità della mentalitàamericana: “se puoi dare, allora dai”. Tradot-to significa che il tuo impegno e le tue aspet-tative, le motivazioni che hai e sai trasmette-re sono importanti ai fini della tua valutazio-ne e, quindi, della crescita personale. Soloquesti.

Nella nostra azienda nessuno timbra il car-tellino, a qualunque livello: gli orari anche inbase alle mansioni sono gestiti e autocertifica-ti. Il part-time non è un problema.

Eppure si lavora e c’è spazio per crescere(io ne sono un esempio) e per le donne que-sto è un vantaggio, perché permette una ge -stione migliore degli orari, la possibilità dilavorare in ambienti differenti da quello dellavoro, di focalizzare davvero le proprie capa-cità sugli obiettivi. Un vantaggio è anche ilfatto che la diversity sia un valore e l’investi-mento sui giovani una scelta aziendale.

Tornando alle scelte, quella universitariacom’è andata?

O Economia o Ingegneria: tutto il resto nonpoteva essere preso in considerazione per miopadre. Il lavoro prima di tutto! Però mi ha cre-sciuta consapevole di dover badare a me stes-sa e di dovermi chiedere molto e di dover chie-dere molto al lavoro. Oggi sono contenta dellascelta fatta, anche se non mi sono mai occu-pata del marketing di prodotto su cui avevo unapreparazione specifica. In Accenture sonoentrata sapendo che sarebbe stata un’esperien-za durissima ma molto importante per la car-riera futura e quindi con l’intenzione di rima-nere qualche anno… Sono in realtà rimastamolto di più e a gennaio 2012 compirò i miei“14 anni” di Accenture! Ho avuto modo di cre-scere, molto, occupandomi prima di changemanagement come consulente, cosa che mi hapermesso di visitare e conoscere diverse realtàaziendali a volte anche difficili per una donna,per poi entrare nel 2004 all’interno dello staffRisorse Umane dove oggi sono responsabileper lo sviluppo del piano Human Capital Stra-tegy per la mia geografia di riferimento (IGEM-Italia, Grecia, Emerging mar kets).

Quali caratteristiche crede abbiano influitonel successo del suo percorso professionale?

La passione e l’entusiasmo, la capacitàorganizzativa, il saper individuare obiettivi eraggiungerli rispettando i tempi. Ma anche lacapacità di lavorare in team e di “tirare” glialtri e poi la voglia di lavorare molto su di me,

di migliorare nella gestione delle relazionicome dei ruoli.

Inoltre, l’aver studiato fin da piccola le lin-gue è stato fondamentale per poter accederea un’azienda internazionale.

Il resto, credo, lo fanno i talenti, quelli checiascuno di noi ha e che deve coltivare e farcrescere con passione. Fuor di “parabola”ovviamente, senza dimenticare, noi donne, didover sempre essere molto chiare con noi stes-se, con i nostri obiettivi. Ad es., sapevo di volerpuntare alla dirigenza e l’ho fatto buttando ilcuore oltre l’ostacolo, lavorando sodo, ore eore al giorno, lontana da casa. E poi le scelte,anche quelle personali, come un compagnodi vita che ha saputo credere in me e condi-videre, da sempre. Un’azienda, e anche quiun po’ di fortuna l’ho avuta, che investe suigiovani e non discrimina le donne.

Cosa manca alle donne per avere un ade-guato riconoscimento al merito?

Forse la capacità di lavorare maggiormen-te sui loro punti di forza, di spingerli al meglioinvece di focalizzare l’attenzione sui punti didebolezza, anche se con la buona ambizionedi cambiarli.

Perciò dobbiamo riuscire a costruire i nostripercorsi, a pianificarli e, soprattutto, a comuni-carli ai nostri superiori. Quest’ultimo aspetto èfondamentale: la “dichiarazione” dei no striobiettivi, favorisce il crearsi delle condizioni per-ché si attui il risultato a vari livelli e, soprattutto,che arrivino, anche, i riconoscimenti. Quasi sem-pre, purtroppo, il merito, seppur dovuto, nonviene riconosciuto a chi non sa richiederlo.

Per questo credo sia fondamentale attuareper le donne dei percorsi di formazione allasicurezza emotiva per mettere al riparo la ca -pacità empatica, come dire, supportarla ri -spetto a rischi di questo tipo.

Inoltre, e questo è un compito che sentomolto mio, dobbiamo riuscire a creare nuovimodelli di riferimento. Se ce l’ho fatta possoraccontarlo e far capire, soprattutto alle piùgiovani, che è possibile, che riesco a fare tuttocon soddisfazione, ad essere a casa per darecena ai miei figli.

Ed è per questo che in Minerva Federmana-ger ho subito trovato una comunanza di inten-ti, la voglia di accettare le sfide con altredonne, di non “chiamarsi fuori” dai ruoli dipotere e di responsabilità.

Infine, e Minerva in questo esprime un veropotenziale, credo che il networking tra donnesia un metodo fondamentale per sviluppareidee e trovare soluzioni.

Qual è il principale obiettivo per unadonna manager oggi, quindi qual è il suo.

Riuscire a conciliare tutto, senza doverrinunciare alla possibilità di sviluppare la pro-pria professionalità per la realizzazione per-sonale (famiglia, figli), che è una parte impor-tante della nostra vita.

segue a pag. 29

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23giugno-luglio 2011

Prima della lettura della relazione del Pre-sidente, lo stesso ha invitato i consiglie-ri Zuccaro (consigliere CNEL) e Caprio-

glio (consigliere CESE e CEC) a relazionare suruoli e attività nelle rispettive organizzazioni.

Dopo la lettura della relazione, il Presiden-te Corradini ha inoltre illustrato una mozioneinterna su alcune problematiche governative,riferendosi in particolare al più o meno vela-to accenno ad ulteriori provvedimenti puniti-vi nei confronti dei pensionati.

Su richiesta del Presidente Ambrogioni si èmodificato in parte tale mozione, che costi-tuirà la base per l’inoltro alle autorità gover-native, di concerto con altre organizzazionidirigenziali, di idonea segnalazione e richie-sta di argomentazione. Inoltre il Comitato diPresidenza sarà sistematicamente vigile sulprosieguo dei provvedimenti economici efiscali che dovessero insorgere rispetto alleventilate manovre aggiuntive per mantenerel’osservanza del patto di stabilità. Su cui i soli-ti falchi politichi e sindacali si stanno avven-tando con le solite argomentazioni di “privi-legio” della nostra categoria.

Relativamente alle modifiche statutarie, leinnovazioni rilevanti sono sostanzialmente leseguenti:• l’eliminazione della norma che consentiva

un duplice mandato soltanto alla personaappartenente alla stessa federazione;

• l’aumento del numero dei consiglieri perconsentire una maggiore rappresentanzageografica ai componenti Federmanager eFunzione Pubblica;

• la riduzione della delibera di scioglimento daunanimità a maggioranza qualificata di 4/5;

• l’eliminazione della norma farraginosa dinomina dei consiglieri delle Unioni Regio-nali, rinviando alla designazione delle sin-gole organizzazioni.Le predette proposte, unitamente ad altre di

maggiore snellimento burocratico, sono stateelaborate da apposito gruppo di lavoro.

Consiglio Nazionale CIDAVenerdì 17 giugno si è tenuto il Consiglio Nazionale CIDA con O.d.G.: comunicazioni del

Presidente; approvazione del bilancio consuntivo; approvazione proposte di modifica statuto

Cida

Sulla prima norma è intervenuto il Presiden-te Ambrogioni, ribadendo che tale modifica èimprontata alla ricerca dei migliori candidatiper la posizione, che dimostrino impegno,competenze, testimonianze, attitudini, ecc.per ricoprire il ruolo. Inoltre, questo consentea Federmanager di esprimere propria candi-datura per la prossima legislatura, essendoFedermanager non solo l’organizzazione piùrilevante ma avendo lavorato nella direzionedi riallacciare rapporti con altre federazioni/confederazioni nella prospettiva di una nuovacasa comune. Il Presidente Rembado si è di -chiarato d’accordo, anche se ciò non escludela presentazione di candidature da parte dellealtre federazioni aderenti alla Cida.

Circa il bilancio, annoto che è stato chiusoin utile dopo aver effettuato ulteriori accanto-namenti supposti esaustivi per la querelle delCAF/Cida nonché l’aver sostenuto i costi peril trasloco ed il riadattamento (eccellente) del -la nuova sede di proprietà.

Ovviamente lo spirito che aleggia in Cidaè assai più armonioso e collaborativo rispettoal passato.

A disposizione dei colleghi per eventualiapprofondimenti.

Luigi Caprioglio

Caprioglio con Ambrogioni e Cuzzillaall’Assemblea di Torino.

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24 giugno-luglio 2011

Egregio Signor Presidente del Consiglio, Signori Ministri,dai mass media apprendiamo, con molta preoccupazione, notizie

su possibili ulteriori provvedimenti che il Governo potrebbe adottarecon la prossima manovra finanziaria, finalizzati a sospendere nuova-mente il meccanismo di perequazione automatica delle pensioni.

Le scriventi Organizzazioni, con la presente, si vedono costrettead esprimere tutto il loro dissenso riguardo alla eventuale reiterazio-ne di misure punitive nei confronti di una categoria che è già stataabbondantemente vessata e che assolve pienamente ai propri obbli-ghi fiscali.

Non potremmo accettare eventuali nuovi interventi da parte di que-sto Governo che andassero a colpire ulteriormente i pensionati, conl’intento di recuperare risorse per finanziare una spesa pubblica anco-ra ricca di sprechi e sacche improduttive.

Abbiamo già più volte evidenziato come il mancato adeguamentodelle pensioni al costo della vita nell’ultimo decennio abbia fatto regi-strare una perdita di potere d’acquisto, che abbiamo calcolato tra l‘8%ed il 10%, colpendo, in particolare, i pensionati over 70, titolari di pen-sioni mediamente più basse, che non hanno ulteriori fonti di reddito.

Tale effetto negativo è stato ulteriormente aggravato dal blocco dellaperequazione istituito negli anni 1998, 1999, 2000 e 2008, per con-correre in modo solidaristico al finanziamento degli interventi di rifor-ma del sistema pensionistico.

In particolare, con riferimento alla normativa che disponeva lasospensione della perequazione automatica per il 2008 delle pensio-ni di importo superiore a 8 volte il minimo Inps (art. 1, comma 19,legge n. 247/2007), la Corte Costituzionale si è pronunciata, con sen-tenza n. 316/2010, in merito alla legittimità costituzionale del prov-vedimento.

In tale sentenza, pur dichiarando non fondata la questione di costi-tuzionalità sollevata dal Tribunale di Vicenza, tuttavia, la Corte Costi-tuzionale pone un monito al Legislatore allorquando, concludendo lemotivazioni, segnala che “la sospensione a tempo indeterminato delmeccanismo perequativo, ovvero la frequente reiterazione di misureintese a paralizzarlo, esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni congli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità (su cui, nellamateria dei trattamenti di quiescenza, v. sentenze n. 372 del 1998 e n.349 del 1985), perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza,potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamen-ti del potere di acquisto della moneta”.

Quest’ultimo richiamo dell’Alta Corte, nelle motivazioni della sen-tenza richiamata, costituisce una novità rispetto ai precedenti interven-ti, che ci auguriamo sia tale da indurre il Legislatore a non reiteraresimili provvedimenti in futuro.

In tal modo si ritornerebbe a porre la questione della violazione deiprincipi costituzionali che affermano la proporzionalità e l’adeguatez-za delle pensioni in relazione al mutamento del potere di acquisto dellamoneta, nonché la tutela dei diritti acquisiti, che saremmo costretti ariproporre al giudizio della magistratura.

A ciò si aggiunga che, a partire dal 1° gennaio 2011, i pensionati

hanno già subito una evidente grave penalizzazione a causa della man-cata conferma del meccanismo di perequazione automatica introdot-to con la Legge 3 agosto 2007 n. 127, per effetto della quale l’indicedi piena rivalutazione automatica delle pensioni è tornato ad essereapplicato fino a 3 volte il minimo Inps anziché a 5 volte, come era valsoper il triennio 2008-2010.

Il citato provvedimento aveva accolto, seppure parzialmente ed invia transitoria, le richieste delle scriventi Organizzazioni, dimostran-do la consapevolezza delle Istituzioni circa la iniquità del meccani-smo parzialmente perequativo e la conseguente necessità di dover dareuna risposta, in termini progressivi, alle legittime aspettative dei pen-sionati.

Siamo consci delle difficoltà della situazione economica del Paesee della necessità di perseguire gli obiettivi di riequilibrio del bilanciopubblico, come da impegni assunti in sede comunitaria, tuttavia, unapolitica economica di spending review e l’introduzione di strumenti enormative atte a ridurre significativamente il livello di evasione fisca-le, che caratterizza negativamente il nostro Paese, con l’obiettivo di unfisco più equo che riduca la pressione fiscale su lavoro, pensioni e im -prese, deve e può trovare soluzioni di allargamento della base impo-nibile anziché andare a penalizzare e mortificare quelle categorie cheassolvono onestamente ai propri obblighi fiscali.

Chiediamo pertanto, di poter aprire un confronto immediato con ilGoverno, per poter esplicitare in modo più dettagliato le proposte dellescriventi Organizzazioni ai fini di rilanciare la crescita del Paese, in unclima di coesione sociale.

In attesa di un Suo positivo riscontro, cogliamo l’occasione per invia-re i più cordiali saluti.

Giorgio Corradini Silvestre BertoliniCIDA CONFEDIR-MIT

Giorgio Ambrogioni Guido CarellaFEDERMANAGER MANAGERITALIA

Egregio On. Silvio BerlusconiPresidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Dr. Gianni LettaSottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

Egregio On. Renato BrunettaMinistro della Pubblica Amministrazione e Innovazione

Egregio Sen. Maurizio SacconiMinistro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Egregio On. Giulio TremontiMinistro dell’Economia e delle Finanze

Federmanager nazionale

Trasmettiamo il testo della lettera che abbiamo predisposto ed inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri e ad alcuni Ministri peresprimere il nostro totale dissenso rispetto alle ipotesi più che concrete di un nuovo blocco della perequazione delle pensioni medio-alte odi un contributo di solidarietà.

Abbiamo chiesto ed ottenuto la condivisione di tutte le Associazioni di categoria interessate sul tema.È chiaro che non ci stiamo limitando all’invio di una lettera: ancora una volta cercheremo, attraverso contatti diretti, di sensibilizzare le

componenti del Governo, Presidenti di Commissioni parlamentari e politici vari.Non sarà facile ma il nostro impegno sarà massimo per contrastare una misura che giudichiamo assolutamente marginale e quindi odiosa

e demagogica.

Lettera al GovernoPerequazione automatica delle pensioni

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25giugno-luglio 2011

Una riforma a costo zeroUna riforma per i giovani, gli anziani ele situazioni di disagioUna riforma per la modernità

Con questi tre slogan si possono sinte-tizzare i risultati della ricerca sulla tassa-zione dei redditi da lavoro dipendentesvolta, per conto di Federmanager, dallaFondazione REI – Ceradi Luiss GuidoCarli in collaborazione con il Diparti-mento di Diritto ed Economia delle Atti-vità Produttive dell’Università degli studidi Roma “La Sapienza” e con il Diparti-mento di Scienze Giuridico-Sociali e del-l’Amministrazione dell’Università deglistudi del Molise.

È a tutti noto che il peso dell’imposi-zione personale sui redditi grava preva-lentemente sul reddito di lavoro dipen-dente. Ciò non solo è dovuto all’elevatogrado di evasione fiscale e di erosione checaratterizza le altre categorie di reddito,ma anche alla non adeguatezza della di -sciplina normativa in materia, ferma allariforma attuata negli anni ’90 che tenevaconto di una realtà economico-socialeben diversa dall’attuale.

È necessario innanzitutto che il legisla-tore fiscale prenda atto del mutato con-testo giuridico e socio-economico in cuisi inserisce oggi il lavoro dipendente, chesempre più si caratterizza per la flessibi-lità della retribuzione (in cui alla partefissa si affianca quella variabile misuratasulla produttività) e per schemi di “totalremuneration” (in cui il salario non è piùcostituito solo dallo stipendio ma da unacomposizione complessa costituita an -che da tutti gli strumenti di welfare azien-dale, fra cui in particolare dalla previden-za complementare ed assistenza sanita-ria privata).

Molto timidamente il nostro legislato-re si è accorto della nuova struttura dellaremunerazione riconoscendo una fisca-lità di vantaggio per alcune componentiretributive agganciate alla produttività,ma con limiti di importo estremamenteridotti. Nel contempo la nozione di “totalremuneration” appare del tutto assentedalla nostra legislazione fiscale, che silimita a riconoscere in modo settorialetalune deduzioni separatamente per laprevidenza complementare e per l’assi-stenza sanitaria.

Portare a regime una fiscalità di van-

taggio per la parte variabile della retri-buzione – senza, ovviamente, limiti strin-genti di importo – e creare un unicoplafond di deduzione fiscale quantomeno per previdenza ed assistenza sani-taria (in modo che il singolo dipendentea seconda delle sue esigenze possa annoper anno spostare i versamenti fiscalmen-te deducibili dalla previdenza alla sanitàe viceversa), significherebbe un primopasso verso la modernizzazione del siste-ma di tassazione del reddito da lavorodipendente. Tali riforme potrebbero esse-re realizzate a costo zero, nel momentoin cui la fiscalità di vantaggio per la partevariabile della retribuzione si applichisolo agli aumenti retributivi collegati adaumenti di produttività rispetto (ad esem-pio) alla media del biennio precedenteall’applicazione della nuova normativa eil plafond unico sia inizialmente fissatoper un importo pari alla somma delle at -tuali deduzioni fiscali per previdenza esanità.

Nel medio periodo, compatibilmentecon lo stato dei conti pubblici e – si ag -giunga - con il recupero dell’evasione edell’erosione fiscale, dovrebbe essere co -munque rivista la curva delle aliquoteIRPEF, che gravando – come detto – pre-valentemente sul reddito di lavoro dipen-dente raggiungono velocemente le ali-quote marginali più elevate. In tale revi-sione – che comunque dovrebbe esseregeneralizzata e complessiva – un passag-gio essenziale appare quello di ridisegna-re la curva delle aliquote secondo nuoviconcetti non solo di pura progressivitàeconomica, ma anche sociali (dalla fami-glia, ai bisogni degli individui, all’età).Appare sicuramente compatibile con iprincipi costituzionali di progressività ecapacità contributiva l’introduzione delconcetto di maturità fiscale e contributi-va, per cui le aliquote fiscali e contribu-tive dovrebbero essere ridotte nell’etàgiovanile di avvio al lavoro (ad esempio,fino ai 35 anni), per divenire piene nel-l’età matura e ridursi nell’anzianità (adesempio, dopo i 60 anni o comunque conil pensionamento). La piena fiscalità devecorrispondere ad una età di massima pro-duttività lavorativa, dovendo tenersi con -to, invece, sia della necessità della fasegiovanile di avvio al lavoro (fase a cui cor-risponde anche la formazione della fami-glia) che di quelle della terza età, in cui

alla riduzione del reddito per pensiona-mento spesso corrisponde l’aumento ditaluni bisogni dovuti alla salute e all’as-sistenza. Dunque, una curva delle ali-quote a parabola, in cui il punto più altodovrebbe corrispondere alla piena capa-cità e maturità lavorativa.

In ogni caso, l’attenzione del legislato-re dovrebbe rivolgersi alle situazioni dibisogno dei lavoratori, attualmente deltutto trascurate. Si pensi ai casi in cui, aseguito di perdita del lavoro, il lavorato-re si dovesse trovare a dover affrontarespese di riqualificazione ed aggiorna-mento professionale; il riconoscimentofiscale di tali spese appare doveroso.

Due ultime considerazioni su tali ridi-segno della curva delle aliquote.

Esso ha sicuramente un costo che, pe -raltro, dovrebbe essere recuperato nonsolo attraverso la lotta all’evasione fisca-le ma anche attraverso il ridimensiona-mento dell’erosione fiscale. Esclusi i red-diti da lavoro dipendente ed autonomo(professionale e di impresa) praticamen-te tutte le altre categorie di reddito sonosottratte alla progressività IRPEF. L’attua-zione del federalismo fiscale potrebbeulteriormente aggravare tale situazione,là dove le addizionali IRPEF (che ne do -vrebbero costituire un caposaldo) doves-sero applicarsi solo ai redditi assoggetta-ti a progressività, con esclusione (comefino ad oggi è stato) dei redditi assogget-tati a cedolare secca (affitti, redditi finan-ziari, plusvalenze, ecc.). Pertanto, anchesui redditi assoggettati a cedolare seccadovrebbero essere applicate le addizio-nali regionali e comunali.

In ogni caso per far fronte alla perditadi gettito conseguente alla riforma dellacurva delle aliquote IRPEF, dovrebbe es -sere attentamente valutata la possibilitàdi spostare la pressione fiscale dal reddi-to al consumo (ad esempio, attraverso larevisione delle aliquote agevolate IVA e/ol’introduzione di tributi di tipo ambienta-le), e cioè – riprendendo uno slogan caroall’attuale Ministro delle finanze secon-do un programma che non ha mai, peral-tro, trovato attuazione – dalle personealle cose. ❑

Sintesi della ricerca su fisco e lavorodipendente a cura di Fondazione REI - Ceradi Luiss Guido Carli

Federmanager nazionale

Presentato a Roma il 9 giugno dal presidente Giorgio Ambrogioni

Un progetto di riforma fiscale per il Paese

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26 giugno-luglio 2011

I l saluto di benvenuto ai partecipanti è datodal dott. Giuseppe Gherzi, direttore dell’U-nione Industriale di Torino. Due i presup-

posti qualificanti del Fondo: la facilità e rapi-dità di accesso al finanziamento delle inizia-tive di formazione, siano esse di carattereaziendale che individuale. L’inserimento strut-turale ed ineludibile della formazione tra leattività dell’impresa. Ricorda ancora che l’at-tività svolta da Fondirigenti si esplica attraver-so due istituzioni, Fondimpresa rivolto alla for-mazione di operai e impiegati e Fondirigentirivolto alle risorse manageriali.

Una considerazione in chiusura d’interven-to: le grandi aziende del territorio hanno coltole opportunità offerte da Fondirigenti, meno lePMI, nel cui ambito gli interventi di formazio-ne dovrebbero proprio promuovere l’innova-zione tecnologica e la preparazione dellerisorse per la ripresa e lo sviluppo.

Nell’intervento del dott. Pietro Fiorentino,Direttore di Fondirigenti, l’illustrazione e ilconsuntivo delle attività del Fondo: significa-tiva l’esposizione dei dati del 2010 che riguar-dano l’area di Torino confrontata con quelladelle altre province. La percentuale dei diri-genti “formati” a livello nazionale è del 44%contro un indice del 57% per la nostra provin-cia. Ma anche per Torino siamo ancora distan-ti dall’obiettivo di un intervento formativoall’anno per dirigente che rappresenta il tra-guardo di Fondirigenti.

Mancano dati sulla “formazione implicita”,quella che viene praticata in azienda in modopermanente di solito sottoforma di “guida” perle attività di immissione ai nuovi ruoli anchese non è evidenziata sotto forma di corsi verie propri. Ne compare nella parte del bilanciodelle aziende il valore della formazione come“asset” del patrimonio. Segue, in modo anali-tico, l’esposizione degli strumenti e delle pro-cedure per usufruire dei contributi e del sup-porto di Fondirigenti: accesso ai piani forma-tivi, avvisi territoriali, avvisi individuali, pro-getti particolari (I Turismi; ad es. La cultura diimpresa).

Ampio respiro all’impegno relativo ai pro-getti di riqualificazione dei dirigenti disoccu-pati; risalto alle iniziative formulate a favoredelle PMI (aziende con un massimo di tre diri-genti in forza) e dei dirigenti disoccupati.

Pacato e chiaro l’intervento della dott. Baro-ne, quasi di tono didattico ed inteso a illustra-re, con l’aiuto di slide, gli strumenti e le pro-cedure di lavoro di Fondirigenti: più di 13.000

imprese con altre 73.000 dirigenti apparte-nenti a tutti i settori produttivi hanno già ade-rito. L’adesione al Fondo è gratuita, può esse-re effettuata in qualsiasi momento dell’annocon validità immediata. Nella “DenunciaAziendale” all’INPS è sufficiente selezionarel’opzione “Adesione” e inserire il codice FDIR.Nota, per la formazione del management leaziende dispongono dello 0,30% dei contri-buti versati all’INPS, senza altri costi aggiun-tivi. Il “Conto Formazione” è riservato alleimprese aderenti e le risorse accantonate pos-sono essere utilizzate in qualsiasi momentodell’anno. Con il “Conto 24” le imprese piùpiccole hanno la possibilità di aver approvatii propri piani formativi in 24 ore.

Interessanti gli interventi dei rappresentan-ti di due aziende, la prima – la Michelin – digrosse dimensioni, la seconda la Sestriere Ver-nici – di medie dimensioni, incentrati sulleesperienze formative condotte in queste a -ziende.

Nella prima, la Michelin S.p.A., la gestionedella formazione è uno dei compiti specificidella gestione delle Risorse Umane: “Averel’ambizione della formazione per sostenere losviluppo: attraverso la formazione offrire uncontributo riconiscibile nello sviluppo dellepersone e nel miglioramento delle performan-ce della Michelin. Essere entro il 2015 “azien-da di riferimento nella formazione”.

Queste alcune delle frasi sentite in aula chedanno bene l’idea e la considerazione che l’a-zienda Michelin attribuisce alla formazione.

Qualche dato: l’azienda investe il 4-5%l’anno del proprio budget del personale in for-mazione; mediamente vengono dedicate 2settimane all’anno per dipendente, corrispon-denti al 6% del costo del lavoro e a 2.700 Europer dipendente (4.600 persone in organico:operai 74%, impiegati e quadri 25%, dirigen-ti 1%). Nel corso dell’ultimo anno sono statiformati 19 dirigenti, con un costo complessi-vo di 88.000 Euro di cui 39.000 finanziati daFondirigenti.

Meno strutturato ma più coinvolgente l’in-tervento di Nicoletta Roncarolo, responsabiledel personale e della formazione presso laSestriere S.p.A. I fondi messi a disposizione daFondirigenti sono stati impiegati per effettua-re un viaggio di formazione in Giappone convisita a numerose aziende locali.

Come esperienza comune, ricavata nelcorso delle visite, il senso di attaccamento,quasi di appartenenza, che lega i dipendentigiapponesi alle aziende e lo sforzo costante

per il miglioramento spontaneo dei processi ela condivisione degli obiettivi comuni.

Alcuni degli strumenti e dei metodi riscon-trati sono stati trasferiti in Italia e adottati nel-l’azienda in questione (tabelloni nei reparti,lavagne, segnali colorati, costituzione di team)con buona accettazione e condivisione daparte di tutti i dipendenti.

Controcorrente e chiaramente provocatorigli interventi di Nadio Delai, presidente diErmeneia, e di Vincenzo Boccia, presidente diPiccola Industria. Dice in modo perentorioNadio Delai: “Smettiamola di chiamarla for-mazione e di considerarla una voce estranea,un’attività da promuovere, evidenziare e pia-nificare in modo autonomo”. La formazione ècomponente naturale delle attività aziendali equasi sempre viene svolta in modo implicito,naturale nel mondo aziendale, ufficio o repar-ti che sia. Pensiamo a ciò che accade quandoin azienda viene introdotto un nuovo proces-so oppure un nuovo impianto; in questo casoagli addetti del nuovo processo viene seria-mente impartita la formazione operativa e lenorme di sicurezza richieste, il tutto senzainterventi formali effettuati in aula!

Non è esagerato ritenere che questo tipo diformazione più fluida, assolutamente non for-male, che potremo definire “formazione im -plicita” corrisponda a 1,5 volte quella di tipoformale.

Tira le somme alla fine del Convegno il Pre-sidente di Fondirigenti, nonché Presidente diFedermanager APDAI Torino, Renato Cuselli.

Ricorda brevemente gli sviluppi della cre-scita di Fondirigenti negli ultimi anni, la asso-luta necessità di usare gli strumenti della for-mazione per ridare sviluppo alle aziende eprospettive di lavoro ai dirigenti.

Cita le difficoltà di congiungere, di metterein relazione le offerte educative del Fondo conla domanda della base: la difficoltà di far com-prendere che Fondirigenti costituisce la piat-taforma di partenza per le mete di produttivitàe competitività delle aziende.

Il panorama delle motivazioni e la descri-zione degli strumenti hanno costituito i temiricorrenti del convegno: quali i risultati? Nonspetterà a noi constatarli.

Per dovere di riporto ricordiamo ancora cheil Convegno è stato condotto in modo fermoma piacevole nelle modalità, senza sbavatureo dispersioni, dal dott. Roberto Granatelli,direttore dell’APDAI.

A.B.

Fondirigenti

13 giugno 2011: Centro Congressi Unione Industriale di Torino

Il ruolo di Fondirigenti nella Formazione Manageriale

Il convegno si propone di illustrare gli strumenti che il Fondo mette a disposizione delle aziende e dei loro dirigenti per cogliere le opportunità della formazione, nella logica della crescita

della cultura d’impresa e manageriale

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27giugno-luglio 2011

Sindacale

Credo che gli interventi abbiano ben evi-denziato lo scopo dell’iniziativa chenon deve essere sottovalutata e le

aziende ancora di più devono viverla con par-tecipazione perché può rappresentare unadelle soluzioni (non l’unica ovvio) per venireincontro alle esigenze delle parti in gioco (chevediamo lamentarsi dei costi da una parte edella mancanza di opportunità dall’altra) chevivono il contesto di disagio operativo chedura da anni e che si è materializzato con l’i-nizio della mancanza di opportunità dall’al-tra) che vivono il contesto di disagio operati-vo che dura da anni e che si è materializzatocon l’inizio della grande crisi del sistema. Crisi(Dini) che, dal 1995 in poi, ha portato ad unincontrollata lievitazione dei costi del lavoro.

Questa combinazione negativa di eventi hafavorito, purtroppo, il diffondersi pericoloso diuna cultura del disagio a scapito di quella delrischio e della sfida… le conseguenze di questasituazione ci sono drammaticamente evidenti esi evidenziano soprattutto su due macroaree: lariguarda la dirigenza Schiere di colleghi, soprat-tutto quelli con fascia di età superiore ai 50,

disoccupati, precari sono costretti a transitarecon sempre maggior frequenza nella categoriadei neet (not in education employment en trai-ning) cioè di quelli che non ne possono più dicercare, bussare aspettare e neppure di sperarecon il rischio di scoraggiarsi perché non arriva-no le risposte concrete. Quando si passa dallafase di disoccupato a quella di lavoratore sco-raggiato il disagio, specie a livello psicologico,è spesso irreversibile.

Altra macroarea di riferimento riguarda leaziende ed alcuni comportamenti sintomaticidella situazione di disagio di cui parliamo:alcune aziende, specie quelle piccole, hannoadottato soluzioni alquanto improbabili perabbattere il costo del lavoro scaricando sullaparte più debole.

Come per esempio, ridurre lo stipendio uni-lateralmente o sottoscrivere, in via privata,variazioni stipendiali in pejus con il rischiopoi, cambia rapporto di soggezione se noncertezza, di trovarsi davanti al giudice quindiin sede di verifica di legittimità delle stesse.ABUSUS NON TOLLIT USUM.

Questi sono comportamenti devianti che

A cura di Federmanager e Manager Italia si è tenuto un convegnopromosso da Italia Lavoro, Agenzia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Incentivi a favore dei dirigentiL’evento ha avuto luogo il 28 giugno presso la Camera di Commercio di Torino quando questo numero era già pronto per la stampa. Poiché fra i molti protagonisti il moderatore era Roberto Granatelli, Direttore APDAI, riproduciamo parte del suo intervento con il proposito di riprenderel’argomento dopo le ferie estive

non corrispondono più alle aspettative socia-li di un sano, quindi legittimo, rapporto sinal-lagmatico quale è quello di lavoro.

Ebbene, l’iniziativa di cui oggi parliamo, pro-mossa dal Ministero del lavoro, realizzata da Ita-lia Lavoro, che stiamo condividendo come atto-ri, deve tendere… unitamente ad altre forme dicontrollo anche… a questo ad evitare il radicar-si di queste anomalie comportamentali… che,tra l’altro si autoalimentano compromettendosempre di più la base fiduciaria del rapporto.

Il messaggio forte che vorremmo si coglies-se con questa occasione di incontro è che l’in-tervento agevolativo promosso dal Ministero,fortemente voluto dalle nostre Federazioni,deve essere assolutamente colto nella suaessenza… ma an che nella sua temporaneità…

Se non adeguatamente compreso e utilizzatosi penserà che le aziende lo ritengono inutile!Siamo qui anche per evitare che ciò accada! ❑

ManageritaliaIl cambio dei vertici

federali

L’assemblea nazionale di Manageri-talia dell’11 e 12 giugno a Milano harinnovato i vertici federali in un pro-

cedere rivelatore che ha fatto cogliere ilmeglio con la consapevolezza semprenuova nel difficile cammino del ruolomanageriale nella modernità dei tempi.

Iniziale ovazione di riconoscenza nelricordo del Presidente federale LorenzoGuerriero, che ci ha lasciati il 18 maggio,da parte di tutti noi per i molti successiottenuti in Manageritalia sotto la sua lun -ga guida innovativa in ogni campo e intutti i rapporti politici e sindacali così utilie così necessari per il bene della catego-ria e del suo progresso nella società.

A sostituirlo, all’unanimità dei presen-ti, è stato chiamato Guido Carella, già VicePresidente, con l’accoglienza cordiale ela grande stima di tutti che merita una per-sona “di casa” che ci è cara per la sua com-petenza; per la conoscenza di tutta la strut-tura federale e per il talento professiona-le e umano con cui accompagnerà la suapresidenza nella quotidianità.

Al suo fianco due Vice Presidenti: Ales-sandro Baldi, Presidente del Fondo MarioNegri e Marisa Montegiove, responsabi-le nazionale del gruppo Donne Manager.

Guido Carella col suo stile tra nitore ericerca di forze nuove, ha subito inseritonelle diversificate attività federali, nuovegiovani età con competenze specificheadeguate alle esigenze federali per le sfi -de che l’aspettano.

Assemblea forte, assemblea attuale,as semblea da rispettare per il faticosofuturo quotidiano che ci aspetta.

Giulio Airaghi

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28 giugno-luglio 2011

Vita associativa

Federmanager Alessandria, l’associa-zione provinciale dei dirigenti delleaziende industriali produttrici di

beni e servizi, ha provveduto al rinnovodei propri organi statutari per il triennio2011-2013.

Il nuovo Consiglio Direttivo è compo-sto da Francesco Bausone, BartolomeoBerello, Roberto Davico, Antonella Don-zelli, Giacomo Forti, Gianluigi Giacomaz-zi, Paolo Giorgi, Carlo Nano, Roberto Pro-mutico, Giorgio Rivabella e Camillo San-giovanni; Francesco Martinotti, BrunoNano e Roberto Taverna sono i membri delCollegio dei Revisori dei conti.

Il 10 giugno u.s., nel corso di una riu-nione di Consiglio si è proceduto al for-male passaggio delle consegne e il nuovoDirettivo ha nominato in qualità di Presi-dente Francesco Bausone, mentre Anto-nella Donzelli e Bartolomeo Berello sonoi due nuovi Vicepresidenti dell’Associa-zione; confermato l’incarico di Tesorierea Roberto Promutico.

I Consiglieri hanno voluto poi esprime-re al Presidente uscente, Sergio Favero, illoro più sentito ringraziamento per l’in-tensa e professionale attività svolta nei

Alessandria

Rinnovato il Consiglio DirettivoComunicato stampa del 10 Giugno 2011

trascorsi mandati a favore della dirigen-za alessandrina. Un ulteriore particolareringraziamento è stato rivolto al collegaAngelo Bonetta per la collaborazioneprestata all’Associazione in campo assi-stenziale e previdenziale.

Il neo Presidente, nel tracciare un sin-tetico programma di lavoro per il prossi-mo triennio, ha evidenziato che sarà con-tinuata l’opera di chi lo ha preceduto, maha sottolineato che Federmanager Ales-sandria dovrà dimostrare una particolaresensibilità ed attenzione alle istanze edalle idee provenienti dalle generazionipiù giovani non trascurando le problema-tiche, talvolta anche più complesse, cheinteressano la Dirigenza femminile. ❑

Novara

Nuovo Consiglio DirettivoCon la recente Assemblea Referendaria sono stati eletti i nuovi Consiglieri ed il Revisore dei Conti ed è statoapprovato il nuovo Statuto Sociale, in sostituzione di quelloprecedente, che, se pur due volte emendato, risaliva al 1981

Il giorno 24 maggio 2011 il nuovo Con-siglio Direttivo ha provveduto all’asse-gnazione delle varie cariche per cui la

composizione del Consiglio è la seguente:

Presidente: Giovanni Silvestri

Vice Presidente Novara: Mario Fattori

Vice Presidente VCO: Carlo Ricchetti

Consiglieri: Luciano Calzavara, Danie-le Cerasaro, Daniele Corti, Bruno FrancoFerraris, Gianluigi Noja, Patrizio Passa-monti, Paolo Pettinaroli

Tesoriere: Pier Luigi Vaudano

Revisore dei Conti: Mario Donati

Sono stati pure nominati i responsabi-li dei servizi e dell’assistenza offerti dal-l’Associazione.

Dei 10 componenti del Consiglio, 5sono nuovi e, di questi, 3 sono dirigentiin servizio. Crediamo così di aver rag-giunto un perfetto rapporto tra la neces-saria componente di base e quella nuova,per innovare e crescere.

Nella seconda metà del mese di giugnosarà consultabile il nostro nuovo portalesul sito: www.novara.federmanager.itdove sarà disponibile tra l’altro il testocompleto del nuovo Statuto. ❑

Convegno FASI

I l 7 luglio 2011 – alle ore 17.30 – si ètenuto un Convegno presso l’Associa-zione degli Industriali di Novara – sul

tema “FASI: il Fondo Sanitario in conti-nuo sviluppo”.

Per il FASI sono intervenuti il Presiden-te Stefano Cuzzilla ed il Direttore Anto-nio Ercolani.

Temi trattati: le innovazioni presenti efuture sia per quanto riguarda il FASIcome assistenza integrativa per i dirigen-ti estesa con il FASI-OPEN alle altre cate-gorie, sia in particolare per FASI-GSR, laGestione per il Sostegno al Reddito deidirigenti temporaneamente non occu-pati. ❑

Biella

Il Consiglio Direttivo di FedermanagerBiella eletto nel corso dell’Assembleadel 17.6.2011 (vedi la cronaca al fondodi pag. 19) ha provveduto al rinnovodelle cariche sociali confermandoRenzo Penna alla Presidenza.Per la composizione completa della “squadra” rimandiamo i lettori al prossimo numero.

politica dell’accoglienza capace di tener contodella presenza decisiva degli immigrati di ulti-ma generazione nei cicli della produzione edel lavoro. Certo di fronte all’imperante elogiodel divenire, cui le leggi della complessità cispingono, un rischio esiste. Il presidente diFedermanager nazionale Giorgio Ambrogioninon lo ha sottaciuto mo strando la consuetapassione e incisività: “Come si fa a non vede-re per esempio il ruolo della Rete nel recentereferendum, che ha letteralmente bypassato icorpi intermedi? Quale futuro dunque per larappresentanza? Se non ci rendiamo conto diquello che sta avvenendo, siamo fuori dai gio-chi. Se non cominciamo a praticare, e non soloa discettare, di merito, responsabilità e rischiosiamo destinati a un ruolo di comprimari. Ilpaese è malato, ma la parte sana che è la mag-gioranza deve reagire. La classe dirigente puòfare un salto culturale, cominciando a far fun-zionare l’ascensore sociale, dando realmentevoce alle realtà produttive, riallineando etica,valori e produttività.

Di certo non c’è niente di semplice nel com-plicato affresco che l’appuntamento di que-st’anno ci ha consegnato. Probabilmente pro-prio per questo Renato Cuselli, chiudendo laparte politica della sua relazione, si è affidatoa Goffredo Fofi, intellettuale dallo spiritogandhiano che credendo nella rivoluzionedelle coscienze e della cultura, amava ripete-re: “Non basta capire le cose, dobbiamo ado-perarci per modificarle”.

Evidentemente dopo il tempo dell’eserciziointellettuale, di certo imprescindibile e deci-sivo, è ora di passare all’azione, adottandoquel “pragmatismo razionale”, che la diffi-coltà del momento richiede. ❑

segue da pag. 16

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29giugno-luglio 2011

Vita associativa

Oltre 600.000 penne nere italiane enumerose rappresentanze di SezioniEstere, hanno spontaneamente e dili-

gentemente sfilato tra gli applausi affettuosi fradue ali di folla partecipe e al suono di oltre100 fanfare alpine.

Ininterrottamente e lungo tutto il percorsodella sfilata, lungo più di 7 chilometri. Sfilataordinata, con labari, simboli, bandiere e gagliar-detti decorati. Tutta la storia della nostra Patria.

A commuovere e dare maggior lustro LEFRECCE TRICOLORI, che hanno accompa-gnato da Corso Vittorio a Piazza San Carlo,Piazza Castello a Via Roma la GLORIOSABANDIERA DI GUERRA del 3° ReggimentoAlpini, fra i simboli del nostro Risorgimento.

Ho avuto l’onore di rappresentare, con tantialtri, la città delle medaglie d’oro al valor mili-tare, centro europeo del riso e città d’arte.

Con tanto orgoglio e indimenticabili ricor-di e qualche (tante) lacrime.

Gli applausi e le fanfare delle bande ci hannoaccompagnati fino a Piazza Vittorio. Un maredi Alpini e un mare di applausi. Considero queigiorni, quei momenti, tra i più cari, e i più com-moventi indimenticabili della mia vita.

Fra le Adunate Nazionali alle quali ho par-tecipato… quando gli anni erano molto meno,considero l’Adunata di Torino, la più riuscita,la più spettacolare, la più affettuosa e per mela più commovente e autentica.

Le penne nere degli Alpini e la nostra Ban-diera Nazionale unica e con tre colori, la follache ci ha applaudito, e l’anniversario dell’U-nità d’Italia hanno ottenuto una meravigliosae indimenticabile VITTORIA.

Autorità Nazionali: rapida visita del Mini-stro della Difesa La Russa e del Presidente dellaCamera Fini.

Autorità Regionali e Provinciali: il Presiden-te della Regione Piemonte Roberto Cota, il Sin-daco Sergio Chiamparino.

L’Autorità più importante per noi Alpini, ilnostro presidente nazionale Corrado Perona:bravo Presidente. Complimenti.

Successo immenso del Piemonte.Renzo Michelini

La bella e gloriosa Torino è stataonorata ed ha onorato l’84a

adunata degli Alpini

Siamo lieti di aderire alla richiesta di pub-blicazione del Presidente di Federmana-ger Vercelli richiamandoci alla copertina

del numero scorso di Dirigente d’Azienda edal commento pubblicato a pagina 4.

Con l’occasione mandiamo un saluto aMichelini ed a tutti i colleghi alpini che – comeanche il nostro Direttore – hanno espresso conla loro presenza alla manifestazione l’orgogliodi appartenere al Corpo con la piuma sul cap-pello insieme al commosso ricordo per i tantiCaduti nella Grande Guerra e nella SecondaGuerra Mondiale, anche se per ragioni anagra-fiche non ne hanno preso parte. ❑

Renzo Michelini, tenente degli Alpini, in una fotodel gennaio 1950 (pre-campo invernale Sauzed’Oulx-Sestriere). Da quella data sono passatioltre 60 anni, ma Michelini con il cappelloalpino continua ancora oggi – ve lo possiamoassicurare – a fare una splendida figura.

Torino 2011

Salone Internazionale

del Libro

Anche quest’anno Torino è stata peralcuni giorni capitale della Cultura.Dal 12 al 16 maggio, presso i loca-

li del Lingotto Fiere, si è svolta la 24a edi-zione del Salone Internazionale del Libro.Il tema conduttore della manifestazione èstato “dalla memoria storica al futuro pros-simo”, in continuità con la riflessione sullamemoria avviata nell’edizione 2010, arric-chita dai temi e dai problemi dell’Unifica-zione italiana. Da un passato riletto critica-mente nei suoi nodi ancora irrisolti, si è pas-sato al futuro prossimo, alle parole chiaveche lo decideranno, in un contesto globalesempre più complesso e di difficile lettura.

Paese ospite d’onore, era la Russia, il cuistand era ricco di bellezze, culturali e nazio-nali; la Palestina è stata invece special guest,foriera d’attività culturali fuori e dentro ilSalone. La statistica indica che i visitatorisono stati circa 305.000, evidenziando un,seppur minimo, calo ri spetto al 2010, cheha visto 315.013 visitatori varcare la sogliadella storica struttura del Lingotto. Rispettoa quest’ultima edizione, la morfologia dellamanifestazione è cambiata. Per le celebra-zioni dei centocinquanta anni dell’Unitàd’Italia, è stato allestito l’Oval, padiglionededicato alle Istituzioni nazionali e ad ospi-tare la Bookstock Village, mostra fotografi-ca 1861-2011. Più di 74.000 visitatori han -no assistito ai 1.300 incontri organizzati neipadiglioni del Lingotto Fiere, a riprova delgrande appeal della manifestazione e del-l’attualità dei temi trattati, forse anche perla presenza dello stand Libro e Cioccolato.Tentazione e Meditazione. Sotto il profilocommerciale, alcuni medi e piccoli editorihanno affidato le loro migliori produzioniad associazioni di categoria, rinunciandoall’allestimento di propri stand; al contrariodelle grandi case editrici, sempre presenti.Specchio della globalizzazione, campanel-lo d’allarme degli artigiani della cultura.Salone del Libro non solo culturale e divul-gativo, ma anche ludico, attraverso le gran-di strutture allestite dai produttori di videogame, oggetto di visita dei giovani, ma nonsolo. Ingresso nel tempio della cultura que-sto che, associato alla continua evoluzionedigitale, suggerisce un pensiero: e se a brevei libri non fossero più di carta? Aspettiamoil 25° Salone Internazionale del Libro…

F.No.

Le generazioni più giovani sono meno di -sposte a mettere da parte le aspirazioni perso-nali, giustamente, per noi questo aspetto è statopiù difficile. Vorrei però dire loro che è indi-spensabile investire nel lavoro con entusiasmoe voglia di fare senza pianificare troppo tutto ilresto, che poi viene da sé, un tassello alla volta.

Oggi con due bimbi piccoli non ho inten-zione di fermarmi, anzi, sto iniziando a piani-ficare un nuovo percorso di crescita professio-nale, mi sento pronta e l’ho già comunicato.

Oggi so di conoscere quali sono i punti su cuiposso fare affidamento e mi sto avvicinando allamia vera strada. Riuscirei così a mettere insiemel’interesse per le persone, io che volevo studia-re psicologia, e la capacità di far crescere le orga-nizzazioni. Vorrei poter essere un coach e soprat-tutto vorrei poter dare qualcosa della mia espe-rienza agli altri, ai più giovani specialmente.

Infine, perché moltissime donne che aspira-no alla dirigenza si “concedono” i figli solo aobiettivo raggiunto. Qual è la sua esperienza?

Idem. Non potevo pensarci prima. Mi vienein mente un fatto che è per me esemplificati-vo: alla prima gravidanza un manager di lungaesperienza mi ha spiegato come la maternitàequivalga a un master. Ho capito che è vero eche le aziende devono riflettere seriamente sulvalore di questa esperienza per una donna,soprattutto ai livelli di responsabilità. Ho vis-suto poi la maternità con grande serenità esenza problemi, anzi ho potuto pianificare almeglio la gestione dei figli, ma sono consape-vole che c’è ancora molta strada da fare.

Roberta Dho

segue da pag. 22

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30 giugno-luglio 2011

Le riorganizzazioni e, nei casi più gravi leristrutturazioni aziendali, continuano aprodurre effetti negativi sul tasso occupa-

zionale della categoria. Si ritiene infatti che ilnumero attendibile di risoluzioni dei rapportidi lavoro dei dirigenti industriali avvenute loscorso anno sia attorno alle 6000 unità com-plessivamente, valore comprensivo sia dellerisoluzioni gestite con il supporto delle Asso-ciazioni territoriali che di quelle avvenutefuori dalla sede sindacale (v. fig. 1 e 3).

Prosegue la tendenza verso un ulterioreimpoverimento di managerialità del nostrosistema produttivo che rischia di compromet-tere il futuro stesso del mondo industriale cuipotranno venire a mancare le competenze

Ci risiamo ancora una volta!!! Esiste la probabilità che il Governo stia

attentando di nuovo alle pensioni di valo-re medio-alto ma non solo.

Tra i temi oggetto della prossima mano-vra finanziaria correttiva, non vi sarebberosolo quelli che riguardano i dirigenti pen-sionati ma anche questioni che si riflettonoormai sull’intera categoria ed in parte su tuttii lavoratori. Appena qualche giorno fa ilnostro Presidente Renato Cuselli, presen-tando la relazione del Consiglio Apdai inoccasione dell’Assemblea generale degliIscritti, tenutasi il 21 giugno u. s., ha riferi-to sull’ultima manovra estiva varata dall’at-tuale governo con la legge n. 122/2010, cheha imposto una nuova variazione del siste-ma previdenziale introducendo, tra l’altro:– l’aggiornamento triennale, a partire dal

2015, dei requisiti anagrafici sulla– base dell’incremento della speranza di

vita; – l’allungamento delle finestre di uscita

dal lavoro;– l’innalzamento a 61 anni per il 2011

ed a 65 anni, a partire dal 2012, del-l’età di pensionamento delle donne delpubblico impiego, in ossequio a diret-tive comunitarie.

Con queste variazioni al sistema previ-denziale sono stati introdotti nuovi vinco-li nei confronti di tutti i lavoratori, ed in par-ticolare delle dipendenti pubbliche, tra-slando temporalmente in avanti, in alcunicasi anche di parecchi anni, la loro uscitadal mondo del lavoro e la acquisizione deldiritto di usufruire della pensione, semprepiù scarna ed insufficiente.

E mentre il Presidente Cuselli si doman-dava se ci si poteva ormai mettere allespalle la stagione delle riforme previden-ziali, citando anche quanto affermatorecentemente dal Presidente dell’InpsAntonio Mastrapasqua che ha definito ilnostro sistema previdenziale ormai inequilibrio, il Governo era al lavoro e stavaelaborando una serie di proposte per ilraggiungimento dell’equilibrio di bilancionel 2014, puntando, sulla base delleprime indiscrezioni diffuse dai massmedia, piuttosto che su tagli decisi aglisprechi ed ai privilegi, piuttosto che su unconsistente incremento delle entrate attra-verso una più robusta lotta all’evasionefiscale, anche, e per l’ennesima volta, suuna “Reformatio in peius” del nostro siste-ma previdenziale, anticipando al 2013provvedimenti che dovrebbero decorreredal 2015, estendendo anche alle dipen-denti private l’innalzamento progressivoa 65 anni dell’età di pensionamento edapplicando, per la quinta volta in poco

Previdenza

Dalla Circolare Federmanager n. 2289 del 27 maggio 2011

Indagine annuale sulle risoluzioni dei rapporti di lavoro avvenute nel 2010I dati raccolti a livello nazionale confermano la validità dell’indagine, avendo dato risposta 43 Associazioniprovinciali su 58. Purtroppo si ripete il trend negativo delle uscite dei dirigenti iniziato con i dati del 2007

professionali e manageriali necessarie per es -sere competitivi.

Ancora questa indagine conferma la strategi-cità del sistema di tutele e degli strumenti contrat-tuali per il riorientamento, la ricollocazione e ilsostegno al reddito dei dirigenti di soccupati, stru-menti che Federmanager ha fortemente volutomettere al centro degli ultimi rinnovi contrattuali.

Entrando nell’analisi e nell’interpretazionedei dati più significativi che emergono dall’in-dagine 2010, si rileva che l’età media dei diri-genti coinvolti nella risoluzione del rapportosta abbassando l’età di uscita: anche se la mag-gior parte delle risoluzioni (oltre il 58%) con-tinua a riguardare i dirigenti over 50, siamo inpresenza di un incremento significativo delle

risoluzioni che hanno riguardato i dirigenticon età sino a 45 anni (v. fig. 4).

Ancora due considerazioni di andamento:circa la tipologia di risoluzione, il 70% avvie-ne attraverso risoluzione consensuale mentre ilicenziamenti si attestano al 18% (v. fig. 2, 6,7). Altro dato rilevante è quello relativo al calodelle risoluzioni nelle aziende di piccole di -mensioni (con un numero di dirigenti non supe-riore a 3) (v. fig. 5). Ciò sembrerebbe conferma-re che le piccole aziende hanno esaurito la fasedi riassetto organizzativo, a differenza di quel-le di medie dimensioni (dirigenti in organicocomposti tra 4 e 10) nelle quali le chiusure dirapporto stanno proseguendo con intensità rile-vante sia rispetto al 2008 che al 2009. ❑

Perequazione automatica pensioni per l’anno 2012più di dieci anni, il blocco della, già di persé iniqua, perequazione automatica dellepensioni medio-alte o decurtandole di uncontributo di solidarietà.

La nostra Associazione è stata fra le primelanciare un grido di allarme nei confrontidella Federazione nazionale la quale si èmossa con grande sollecitudine e, ottenen-do la condivisione delle altre Associazionie Confederazioni di Categoria, ha predispo-sto ed inoltrato una nota, sottoscritta unita-riamente dai Responsabili delle varie siglesindacali, indirizzata al Presidente del Con-siglio ed ai Ministri competenti, nella qualesi esprime il forte dissenso della categoriarispetto alle ipotesi anticipate dai massmedia di un nuovo blocco della perequa-zione delle pensioni medio-alte, illustran-do i motivi che dovrebbero indurre il Gover-no a non assumere questa ulteriore misurapenalizzante a carico di tali pensioni.

Si confida che questa tempestiva ini-ziativa sia sufficiente a scongiurare ilrischio emergente significando altresì cheessa rappresenta un primo atto a cui, senecessario, seguirà una azione capillaredi sensibilizzazione svolta nei confrontidi esponenti di tutte le forze parlamenta-ri e di Governo per evitare che vengaattuato un ulteriore intervento demagogi-co sulle pensioni medio-alte, al fine direcuperare nuove risorse per riequilibra-re la finanza pubblica italiana. ❑

Roberto GranatelliAntonio Sartorio

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31giugno-luglio 2011

La legge 122 del 30 Luglio 2010, un insie-me di disomogeneo e complesso di normeaventi obiettivi diversi, legate unicamentedal titolo, così generico da poterle com-prendere tutte: “Misure ur genti in materiadi stabilizzazione finanziaria”: 56 articolicomplessivamente, ciascuno articolato incommi, paragrafi e sottoparagrafi. Una ses-santina di pagine complessivamente, tantoper darne una valutazione di tipo quanti-tativo…

Ebbene, in questo polpettone intricato,all’art. 12 e dobbiamo constatare con l’usodi un linguaggio piano e appropriato, siaffronta anche l’argomento previdenziale;si dispone infatti che a decorrere dal 1° gen-naio 2015, i requisiti di età oppure disomma di età e contribuzione che oggiregolano l’accesso alla pensione, sianoagganciati e incrementati della crescita del“valore della speranza di vita riferito all’etàdi 65 anni”, accertato dall’ISTAT e succes-sivamente aggiornato con cadenza trienna-le secondo i valori che verranno indicati condecreto da emanarsi a cura del Ministerodell’Economia e Finanza. Allo scopo, già adecorrere dal 2013, l’ISTAT renderà dispo-nibile il dato riferito alla popolazione resi-dente in Italia nel momento; in sede diprima applicazione l’incremento da ap -plicare ai termini di età di accesso in vigo-re non potrà superare i tre mesi e l’aggior-namento non verrà applicato in caso didecremento rispetto al valore precedente(sic!).

Di primo impeto emergono spontaneepiù osservazioni. La prima constata la finedel dispositivo prepotente e autoritariodelle “finestre di accesso” alla pensione, oracamuffato e reso permanente dall’adozio-ne dell’indice di andamento della speran-za di vita. Dispositivo che essendo di tipoautomatico e incrementale non mancherànel futuro di produrre effetti consistentinella determinazione del termine iniziale dierogazione delle pensioni, reso incerto e

peggiorato nel tempo. E comunque nonnoto ai soggetti contribuenti che vorrannoo dovranno pianificare in modo consape-vole la loro uscita dal mondo del lavoro consufficiente anticipo.

Tanto per avere qualche indicazione sulvalore della “speranza o attesa di vita”, cal-colata all’età di 65 anni (soggetti di sessomaschile), nell’anno 2000 era pari a 16,50anni, nel 2003 è cresciuto a 16,83 (incre-mento di 0,33 di anno pari a 4 mesi) e nel2005 è ulteriormente cresciuto a 17,46 anni(con un ulteriore in cremento di 0,63 dianno, pari a quasi ulteriori 8 mesi), cioècomplessivamente 12 mesi di incrementonell’arco di 5 anni (intervallo tra 2000 e2005). Secondo stime raccattate sul com-puter in qualche sito sindacale, l’incremen-to del limite di accesso alla pensione puòessere stimato in “oltre” 3,5 anni entro il2050.

Qualche lettore potrà osservare chepreoccuparsi così in anticipo di regole evalori di accesso alla pensione, modificaticon frequenza annuale negli ultimi diecianni è un discorso fuori dal tempo. Ma hadato parecchio fastidio il principio di auto-rità – o di prepotenza – della decisione;decisione che non risulta sia stata presen-tata e discussa in ambito sindacale, nelnostro mondo almeno.

Se a carico dei contratti assicurativi inessere e senza negoziazione bilaterale, daparte dell’assicurato nei confronti del sog-getto assicuratore, un’azienda assicuratriceintroducesse una clausola simile, quantesperanze potrebbe avere di avere causavinta a fronte di cause e istanze intentatedagli utenti? Non dimentichiamo che nelcaso di assicurazione pubblica e ob -bligatoria – è il caso della previdenza INPS –il contratto sociale, quello che lega il lavo-ratore dipendente all’ente previdenziale,viene accettato e sottoscritto nel momentoin cui il dipendente si iscrive e inizia a ver-sare i contributi.

Resta a suo carico e del datore di lavoro,il mantenimento dell’associazione at -traverso il pagamento regolare e costantedella contribuzione; a carico del soggetto

assicuratore la conservazione oculata deicontributi e la corresponsione delle presta-zioni alle condizioni definite all’atto dellasottoscrizione del patto. In caso contrariodove andrebbe a finire la bilateralità delleobbligazioni?

Questo nuovo, muto ed efficace strumen-to per spostare in avanti in modo ritmato edincrementale l’accesso alle pensioni, cisembra essere un dispositivo non corretto,tacito ed impositivo, con buona pace delpresidente INPS, dott. MASTRAPASQUA,che l’ha presentato come provvedimentocorretto ed efficace, finalmente capace disanare e mantenere nel tem po l’andamen-to corretto dei bilanci dell’Istituto, in modopermanente. Capace quindi di evitare iprovvedimenti di tipo congiunturale e pro-gressivo che hanno qualificato la normati-va previdenziale nell’ultimo decennio.

Infine, ancora una volta cresceranno letensioni in ambito aziendale tra i dipenden-ti che si apprestano a lasciare l’aziendaappena raggiunti limiti di accesso alla pen-sione e l’azienda, che sia pure in modo for-zato dovranno rivedere continuamente ipiani di rinnovo o sostituzione dei ruoliaziendali. E tutto ciò a scapito dell’ingres-so dei nuovi soggetti nel mondo del lavoro.

Sono di questi giorni le grandiose mani-festazioni di protesta dei giovani spagnoliper reclamare la carenza di occupazione epurtroppo va costatato che anche a casanostra i giovani non trovano più occasionidi lavoro e stanno perdendo il posto; il rap-porto ISTAT presentato il 23 maggio scorsoevidenzia che in Italia, nel biennio 2009-2010 ci sono stati 500.000 occupati inmeno con età tra i 15 e i 29 anni. Inoltre,ed è un fenomeno anche peggiore, hannoraggiunto quo ta 2 milioni gli “scoraggiati” –coloro che non hanno cercato lavoro per-ché ritenevano inutile il tentativo di cercar-lo –. Sono aumentati a dismisura i “Neet”,i giovani che non studiano e non lavorano…

Questo stato d’animo si fa sentire, se -condo il rapporto ISTAT anche sul frontescolastico: il 18,8% dei giovani italiani trai 18 e i 24 anni, (due ogni 10!), ha abban-donato gli studi senza aver conseguito untitolo di studio di scuola superiore. Comein modo sconsolato fa rilevare qualcuno, l’I-talia è con la Bulgaria in fondo alla classi-fica, con un tasso di abbandono degli studimolto distante dalla media UE.

Da un lato si cerca di mantenere il piùpossibile i lavoratori in occupazione ren-dendo sempre più difficili e cervellotiche leregole di accesso alla pensione, dall’altra –naturalmente – si constata la disoccupazio-ne crescente dei giovani.

Gerontocrazia? Mancanza di fantasia ecoraggio da parte di chi ci governa? Effettitransitori della congiuntura? Quale sarà larisposta più corretta? ❑

Previdenza

Compare in scena un nuovo personaggio, la “speranza di vita”

Nuovi dispositivi nella regolamentazione delle pensioniDopo l’adozione delle “finestre d’uscita” ora illegislatore aggancia la decorrenza dell’accessoalle pensioni all’indice di speranza di vita

Arturo Bertolotti

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32 giugno-luglio 2011

Sul giornale La Stampa dell’8 giugno2011, è apparso un articolo a firma diJuan Carlos De Martin, co-fondatore e

co-direttore del Centro NEXA su internet &società.

Nelle due semi colonne della rubrica Let-tere e Commenti a sua disposizione, il Profes-sore ha sensibilizzato i lettori sulla necessitàche i sindaci neo eletti di Milano, Torino,Napoli e Bologna, dedichino particolareattenzione, oltre agli aspetti consueti, alladimensione digitale delle loro città: la c.d.Città Digitale.

Questa prende le fattezze della Città delSole di Tommaso Campanella, con un pizzi-co di digitalità. La descrizione adotta toni miti-ci, che inquadrano la Città Digitale quale chi-mera dove: qualunque cittadino possiedaun’alfabetizzazione informatica possa acce-dere alla rete Internet; l’immagine della città

in Internet sia curata, quale immagine più rap-presentativa e diffusa nel mondo; le impresepossano fruire di servizi online; le bibliotechee gli archivi siano in rete; attraverso il digitalesi attuino le politiche d’integrazione; i servizicomunali siano descritti online, associando aciò il loro miglioramento; le aziende creinonuovi posti di lavoro legati al digitale, qualenuova frontiera del mercato del lavoro. Dul-cis in fundo, vengono citate quali esempi labiblioteca di Seattle e di Salt Lake City, sotto-lineando la necessità che ogni sindaco nomi-ni “un/una chief digital officer” che mantengala visione d’insieme, colga sinergie, identifi-chi ridondanze e osservi il rispetto degli obiet-tivi.

Letto l’articolo, quale torinese, ho pensatodi essere nel Giurassico. Non fosse per alcunielementi che mi hanno indotto a rileggere cri-ticamente l’articolo. Uscendo di casa, hoincrociato in via Roma almeno una cinquanti-na di persone sulla mezza età, intente all’uso

di smartphone. Giunto in piazza Castello, ilmio smartphone si è connesso alle reti wifi libe-ra che il Comune ha allestito da qualche tempo.Giunto in ufficio, mi sono connesso ad Inter-net per osservare la frequenza dei tram e deibus della città, soffermandomi sulla frequenzadei treni della Metropolitana digitale senza gui-datore, che collega il complesso del Lingottoalla città di Collegno passando per Torino.

Nel mentre, non ho potuto fare a meno diosservare la simpatica immagine cittadina cheTorino diffonde attraverso il suo sito istituzio-nale, dove è altresì possibile osservare traspor-ti urbani, parcheggi, viabilità in lingua italia-na e in al tre lingue tra cui l’inglese, il rome-no, ecc. Ho poi effettuato una ricerca di unvolume nell’archivio online della bibliotecaintitolata a Francesco Ruffini, del Dipartimen-to di Scienze Giuridiche, rintracciando il libroe la sua locazione.

Mi sono poi mosso presso un’azienda cheaveva richiesto la mia consulenza per questio-ni inerenti l’Informatica Giuridica e Fo rense,non senza un interrogativo: sono a Seattleoppure a Torino? Entrato nel bar dove solita-mente prendo il caffè al mattino, prendocoscienza di essere a Torino dove, seppur noncome a Seattle, vivo in un mito, come fosserealtà. ❑

Attualità

L’informatica sovrana

La città digitale: tra mito e realtà

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33giugno-luglio 2011

Il treno più famoso del mondo, l’“OrientExpress”, è stato rimesso a nuovo daun’industria italiana: la Magliola Ales-

sandro & Figli S.p.A. di Santhià.Questa azienda nota, non soltanto in

Italia, per la costruzione di carrozze fer-roviarie, carri merci, vetture tranviarie e larevisione e ristrutturazione degli stessiprodotti, ha operato su quattordici vago-ni di questo mitico treno riportando gliinterni ed anche la parte esterna, con i suoifregi e le sue scritte, al lusso originale.

È stato effettuato anche un interventomanutentivo sull’impianto frenante cheha reso perfetta la sicurezza.

Questo lavoro ha coinvolto tappezzie-ri, falegnami ed altri esperti artigiani che,insieme, hanno contribuito alla qualitàdel lavoro richiesta.

Le persone, invitate a febbraio, mesenel quale sono terminati i lavori, hannopotuto visitare, all’interno dello stabili-mento di Santhià, alcuni dei vagoni piùsignificativi dell’eleganza e del comfortdi questo treno.

I tre vagoni ristorante sono l’espressio-ne di un antico sfarzo. Bellissimi intarsi,decorazioni in lacca nera, pannelli divetro, lampadari di cristallo e tappezze-rie si ispirano ai loro nomi “Etoile duNord”, “Cote d’Azur” e “Oriental”.

La boutique presenta piccole e stiliz-zate vetrine nelle quali saranno esposti,per l’eventuale acquisto dei viaggiatori,gioielli ed altri oggetti di lusso. Nella salabar sarà anche sistemato un pianoforte.

I vagoni letto con cabine e normalisono arredate con altrettanto lusso; toe-lette con ripiani in marmo.

L’Orient Express sarà impiegato perviaggi crociera di lunghezze e duratediverse che toccheranno importanti cittàeuropee come Londra, Parigi, Roma,Vienna, Parigi, Budapest e Venezia conprezzi che saranno sicuramente ai livellidella grande qualità offerta.

Indipendentemente dall’indescrivibileeleganza di questo treno, riteniamo im -portante che il suo proprietario “VeniceSimplon Orient-Express” abbia scelto e

dato fiducia per questo “face lifting” adun’azienda italiana.

La Magliola Alessandro & Figli S.p.A.,come già citato, offre ottime garanzie perlavori con notevole apporto tecnologico.

Fondata a Biella da Antonio Magliolanel lontano 1829 per la costruzione dicarri agricoli e carrozze, si è trasferita aSanthià nel 1901 continuando a cresce-re nella specializzazione della costruzio-ne di materiale rotabile. Oggi l’azienda èdiretta dai discendenti del fondatore: i fra-telli Magliola Maurizio, Paolo e Liliana,ai quali, oltre al merito, auguriamo nuoveperformances.

P.G.P.

Attualità

Il mito dei treni

Orient Express

Page 15: Giovani dirigenti - fmto.it · Edward De Bono ideatore del pensiero laterale che prevede un approc-cio alla soluzione dei problemi da diverse angolazioni, discostandosi così dalle

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Serate al caffè Platti: 4 ottobre - A curadi G. Giaume “La birra spiegata ad unmarziano – produzione, storia e curiositàsulla bevanda più antica del mondo”;

8 novembre - Lo psicologo E. Frolaparla di “emozioni ed affetti tra scienza epoesia”; 6 dicembre - Serata a sorpresacon Carlotta Iossetti, attrice piemontese.Appuntamento sempre alle ore 20.45.

Settembre: 24/9 visita guidata alla VillaCavour di Santena; a seguire pranzo inristorante nella zona; trasferimento inpullman riservato.

26/9 Messa per i de funti del Club, com-partecipata da Manager Italia e Federma-nager, presso la chiesa di Sant’Antonio daPadova.

Ottobre: 1/10 festa dei soci neo-ottan-tenni e mostra delle realizzazioni artisti-che dei nostri associati, presso i RonchiVerdi (corso Moncalieri 466): pranzo alCircolo, presentazione della mostra e fe -sta per chi ha compiuto o compirà nel-l’anno le ottanta primavere.

14/10 Festa del 25° anniversario delClub: serata musicale a teatro offerta aiSoci e parenti.

Novembre: 13/11 festa del tartufo aMurisengo: gita in pullman nel Monfer-rato con visita della locale fiera e pranzo(con trifule); 15/11 serata con la dott.ssaTruzzi ai Ronchi Verdi (tema: ruolo stra-tegico della pubblicità).

26/11 tradizionale bagnacauda daDefilippi (Bussolino di Gassino), prece-duta da visita alle cantine Balbiano diAndezeno.

Dicembre: 17/12 cena degli auguripresso il ristorante Villa Sassi.

Maggiori informazioni sui programmi,orari e prezzi presso la segreteria del DIR-CLUB che, ricordiamo, è aperta al matti-

no di martedì, mercoledì e giovedì; lostesso dicasi per la prenotazione dellapartecipazione. Luglio, agosto e iniziosettembre chiuso. ❑

Dirclub

Per valorizzare il tempo liberoPer creare contatti interpersonali

Per produrre amicizia

10128 TORINO - Corso Re Umberto, 138Tel./Fax 011.318.64.42 - Cell. 338.938.71.34

Segreteria: mart. - merc. - giov. ore 9-12e-mail: [email protected]

www.dirclubpiemonte.it

DirClub Piemonte

Sintesi del programmaper il 2° semestre 2011 Cristina Codazza, la “nostra” segre-

taria di redazione, ha vinto ilprimo premio del concorso lette-

rario nazionale “Il Meleto” di Guido Goz-zano, assegnato sabato 11 giugno u.s. adAgliè, in provincia di Torino.

La giuria del premio, composta daMaria Rosa Masoero, direttrice del Cen-tro Studi Gozzano e Pavese, da BrunoQuaranta, Claudio Maringelli e LilitaConrieri, ha esaminato le opere, nume-rose, presentate per le diverse categorie –“Inedito studenti”, “Lavori inediti” e perquest’ultima categoria è pervenuta all’as-segnazione del premio a Cristina Codaz-za, che presentava la composizione“Goodman” che riproduciamo a lato.

La “nostra” Cristina non ci aveva maiparlato di questa passione e quindi i moti-vi di rallegramento sono doppi, per la suabravura e per la sua riservatezza. ❑

Agliè, in provincia di Torino, sabato 11 giugno 2011

Assegnato il premio letterariodel concorso “Il Meleto”Cristina Codazza ha vinto nella categoria inediti

Goodman(il segreto)

Goodman rideva,la figura sottile e nervosa,

scorgendo se stessotra i riflessi del lago,

d’un maggio inoltratofiero e già caldo,

rumoroso di piccoli grilli(attori impazienti d’una prova d’estate).

Quell’uomo era “perso”per tutti, al villaggioe forse per quelloera vivo, davvero

come una quercia(ed i suoi cento segreti)

come la terra(in un giorno di vento)

come quell’acqua(ed il suo viaggio-naufragio)

come in un tempo(senza più un destino).

Goodman non capiva il “progresso”ed il suo vorticoso senso

e in una sera di foglie nel cuoretoccò i fili dell’alta tensione

(poi il cielo)e volò via come una stella

innocente e stranita.

Ora esistetra quei cento rami riflessi

ed i suoi tanti segreti,per chi l’ha amato

soltanto,senza chiedergli mai

un perché.

Cristina Codazza - Torino

LAVORORicerca lavoroCOMUNICATO N. 1135

FIGLIA DI DIRIGENTE, laurea in agra-ria Università di Torino, residenza inFrancia, ventennale esperienza inorganizzazione gestione e controlloeconomico finanziario di aziende didifferenti tipologie del settore agrico-lo, in formazione del personale e insperimentazione di innovazioni, esa-minerebbe proposte di operatori italia-ni per sviluppare in Francia: valutazio-ni di fattibilità, diagnosi e studi azien-dali di settore, informatizzazione,ricerche di mercato e di personale,perizie, assistenza a gruppi in visite diistruzione, formazione e addestra-mento. Bilingue (italiano e francese),inglese letto e parlato. Informatica:excel, word, powerpoint, silex, isa-compta.Telefono e recapito APDAI. 011-5625588.