Giornata del contemporaneo

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Segno

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Segno

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La pittura segnica, come si può facilmente intuire dal nome, si basa sull’ uso dei segni per la realizzazione di un opera. Gli artisti però non usano questi segni per rappresentare forme ed immagini della realtà nel senso tradizionale, ma si servono dei segni al solo scopo di rappresentare loro stessi. Il segno può essere disposto in modo ragionato su una superficie come avviene per esempio nelle opere di Giuseppe Capogrossi (1900-1972).

Il segno può anche essere disposto in maniera spontanea ed istintiva, come possiamo vedere nelle opere di Hans Hartung (1904-1989).

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Gesto

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Nella pittura gestuale, l’artista interviene sulla tela con gesti impulsivi e impetuosi. Questo tipo di arte viene chiamato anche Espressionismo astratto o Action Painting, cioè pittura d’ azione, in cui la cosa più importante e fondamentale della realizzazione di un opera d’ arte, è proprio l’ atto del dipingere.Jackson Pollock (1912-1956), è uno dei più significativi esponenti dell’ Action Painting Statunitense, ed è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei maggiori maestri in questo tipo di pittura

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Materia

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La pittura materica è quella in cui i materiali utilizzati rivestono un ruolo di primaria importanza.I protagonisti sono dei materiali “poveri”, rozzi e grossolani, come per esempio tele di sacco bucate e rammendate, legni bruciacchiati, lamiere rozzamente saldate ecc. il tutto poi viene composto dall’ Artista in modo creativo e personale.Uno degli Artista che ha esplorato le possibilità offerte dai vari materiali è Jean Dubuffet (1901-1985), che mescola nelle sue opere i colori alla sabbia, terra, fango e catrame per ottenere una superficie pittorica spessa, sulla quale intervenire con vari strumenti.Dubuffet, a differenza di Burri e Tapies, altri grandi esponenti della pittura materica, non propone un arte astratta. Le sue immagini si rifanno alla realtà che viene interpretata in modo ingenuo e istintivo, con la spontaneità che possiamo ritrovare quando guardiamo un disegno di un bambino.

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Spazialismo

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Lo Spazialismo è una corrente non uniforme, che ha come rappresentanti due artisti: il milanese Lucio Fontana e il russo (ma naturalizzato americano) Marc Rothko.

Le loro opere possono ricondursi all’Informale per la comune assenza di “forme”, ma la loro ricerca ha per fine risultati diversi da quelle degli altri artisti informali.

Con le loro opere mirano a suggerire effetti spaziali del tutto inediti: Fontana ricorrendo a buchi e tagli prodotti nelle tele, Rothko ricorrendo alle stesure di colori secondo macchie di sottile variazione tonale.

Queste applicazioni nel ambito pittorico hanno la capacità di suscitare atmosfere immateriali e non terrene, proponendo una nuova visione di spazi, oltre lo spazio naturalmente percepito.

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Popular

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Negli anni sessanta gli artisti riflettono sulle caratteristiche della società di massa e del consumismo, che ormai regna nei paesi più ricchi. La Pop Art si caratterizza per la grande attenzione riposta sugli oggetti e le immagini quotidiane.

Pop Art è un termine spesso usato per intendere l’abbreviazione di Popular Art, cioè arte popolare, Movimento culturale e artistico nato principalmente in Inghilterra e negli Stati Uniti verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso e poi sviluppato un po’ in quasi tutta Europa, avendo delle punte massime di diffusione soprattutto nei “famosi” anni Sessanta, gli anni del Boom economico, del consumismo estremo ma soprattutto gli anni delle contestazioni e delle “rivoluzioni” degli studenti di mezzo mondo.

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Ottica

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Il termine Op Art è semplicemente l’abbreviazione di Optical Art, un movimento artistico la cui caratteristica principale è lo studio dei fenomeni ottici insieme anche allo studio di come i nostri occhi percepiscono i vari colori, lo spazio e il movimento.Proprio per le varie sue caratteristiche e il rilievo che gli artisti e gli studiosi danno alla rappresentazione illusoria del movimento, la Op Art è detta anche Arte Cinetica cioè del movimento e del moto, infatti riprende alcuni studi effettuati dai loro colleghi ed esponenti del Futurismo sul dinamismo ed il movimento dei corpi.Gli artisti che fanno parte del movimento della op Art realizzano le loro opere in modo da dare l’impressione visuale del movimento attraverso la scientifica organizzazione di forme geometriche e la precisa combinazione di colori puri che sono in grado di agire sulla sensibilità percettiva di qualunque osservatore.

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Minimalismo

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Intorno all’ anno 1965, nasce negli Stati Uniti la Minimal Art, chiamata anche Arte Minima. Gli artisti che vi aderiscono, e che vengono citati come “Minimalisti”, utilizzano forme geometriche elementari, come per esempio cubi, rombi, cerchi ecc. e si servono di materiali semplici e non tradizionali. Questi materiali possono essere l’ acciaio, la plastica, il plexiglas, il cemento ed altri ancora.

Nell’ Arte minimal, l’ oggetto artistico non deve avere una funzione decorativa, e magari trasformarsi in merce di consumo, per speculare sopra, infatti non è importante il prodotto artistico finito, ma il processo creativo. Per tutti questi motivi si avrà un opera, che non deve essere realizzata esclusivamente dal suo ideatore e, una volta terminata, può essere anche distrutta o cancellata, a seconda di come è stata realizzata.

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Concetto/ Parole

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L’arte Concettuale è una corrente artistica che si manifesta negli Stati Uniti dopo il 1965. la caratteristica principale di questo movimento è di rappresentare idee e concetti, cioè si cerca di privilegiare la dimensione mentale a quella manuale ed esecutiva, come anche la progettazione e l’ ideazione dell’ opera alla sua vera e propria realizzazione.

Gli Artisti Concettuali, si esprimono attraverso delle fotografie, o magari dei testi scritti, o ancora organizzando degli spettacoli, delle performance ecc.Questi Artisti, si oppongono alla mercificazione dell’ Arte, realizzando opere che non possono essere vendute, ma al contrario devono essere fruite solo temporaneamente e in modo collettivo.Tra i più famosi Artisti del Movimento Concettuale, troviamo Joseph Kosuth e Vincenzo Agnetti.

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Corpo

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La Body Art è una corrente artistica che si diffonde a partire dal 1968. Il principio ispiratore di questa corrente è l’utilizzo del corpo come massima espressione per la creazione di rappresentazioni artistiche. Secondo molti artisti che seguirono questo movimento il corpo riusciva ad essere molto più espressivo di tutte le tecniche possibili, anzi, il corpo da solo doveva essere in grado di esternare il mondo interiore, le angosce, i dolori, i problemi di coloro che lo mostravano. Il concetto di body art divenne in breve tempo un’espressione concettuale: ciò che stava fuori doveva essere un ponte che portava all’interno, il corpo doveva essere uno specchio dell’anima. La body art creò notevole scompiglio poiché era contro ogni regola di buon costume. Molti degli artisti devoti alla corrente utilizzavano il proprio corpo esprimendosi attraverso le azioni più svariate in pubblico come espletare i propri bisogni fisici, masturbarsi, torturarsi...

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Questi artisti credevano di trovare in queste manifestazioni lo sfogo e la liberazione dalle proprie angosce, mostrando in pubblico la loro perversione o la loro omosessualità o il loro narcisismo per accettarli o farli accettare agli altri, o perché, sentendosi deboli, hanno creduto che il mostrare i propri difetti e le proprie insicurezze li avrebbe resi più forti e in grado di affrontarli.

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Quadricromia

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Il movimento artistico di avanguardia ‘’Nuovo Futurismo’’ nasce a Milano nei primi anni Ottanta. Fu il critico e gallerista Luciano Inga-Pin, recentemente scomparso, a raccogliere un gruppo di artisti che facevano riferimento al ‘’Manifesto per la ricostruzione futurista dell’universo’’, firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero con il proposito di dare nuovo slancio al movimento futurista con l’esaltazione dell’urbanesimo e degli spazi pubblici. Al ‘’Nuovo Futurismo’’ aderirono Gianantonio Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi, Andrea Crosa, Marco Lodola, Battista Luraschi, Luciano Palmieri, Umberto Postal, Romolo Pallotta, Claudio Ragni e Gianni Cella. Gli ultimi tre dettero poi vita al gruppo ‘’Plumcake’’. Questi ultimi si distinguono per l’uso di materiali industriali quali la vetroresina e il “glitter” sorte di gel indistriale e cangiante, impiegati in maniera ironica e “dissacrante” ed in grado di proporre a tutt’oggi un linguaggio innovativo ed originale.

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Plumcake

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Terra

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A partire dalla fine degli anni Sessanta, le opere definite “istallazioni”, iniziano a coinvolgere anche enormi spazi aperti, dando vita così ad un movimento artistico chiamato Land Art.

Gli artisti che fanno parte di questo movimento, il cui significato è “arte del territorio”, pensano che lo spazio sia naturale che umano, deve essere concepito come una grande “tela” su cui creare le proprie opere d’ arte.Tra i molti artisti famosi della Land Art, citiamo l’ americano Robert Smithson e il bulgaro Christo.

Smithson, crea spesso delle grandi opere, aventi disegni geometrici, che però si possono ammirare in tutta la loro bellezza, guardandoli dall’ alto. Un esempio famoso è quello chiamato Spiral Jetty del 1970, dove Smithson crea con del basalto nero, rocce calcaree, alghe e tanta terra, una bellissima spirale larga circa 45 metri presso Great Salt Lake nello

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Utah. Questa opera vista dall’ alto, da una bella emozione, e ci ricorda come anche la Natura stessa a volte, riesce a sbalordirci con le sue opere realizzate dal vento o dall’ acqua.

Il bulgaro Christo invece, da inizio ad una serie di “impacchettamenti” di grandi strutture artificiali ed aree naturali nel mondo, adoperando chilometri e chilometri di carta e plastica. L’ artista non pone limiti alla sua idea artistica, che si basa sul fatto, che nascondere un “luogo”, sia il modo migliore per poi “riscoprirlo” o ritrovarlo, e quindi dargli maggiore attenzione. Un po’ come la meraviglia, la curiosità e l’ attesa di un bambino davanti al suo regalo di Natale che deve ancora “spacchettare”.

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Scarti

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Arte Povera Il movimento nasce in aperta polemica con l’arte tradizionale, della quale rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, appunto, a materiali “poveri” come terra, legno, ferro, stracci, plastica, scarti industriali, con l’intento di evocare le strutture originarie del linguaggio della società contemporanea dopo averne corroso abitudini e conformismi semantici. Un’altra caratteristica del lavoro degli artisti del movimento è il ricorso alla forma dell’installazione, come luogo della relazione tra opera e ambiente, e a quella dell’”azione” performativa. Germano Celant, che mutua il nome del movimento dal teatro di Jerzy Grotowski, afferma che l’arte povera si manifesta essenzialmente “nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi”. Gran parte degli artisti del gruppo manifestano un interesse esplicito per i materiali utilizzati mentre alcuni - segnatamente Alighiero Boetti e Giulio Paolini - hanno fin dall’inizio una propensione più concettuale.

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L’arte povera si inserisce nel panorama della ricerca artistica dell’epoca per le significative consonanze che mostra non soltanto rispetto all’arte concettuale propriamente detta, che in quegli anni vedeva sorgere l’astro di Joseph Beuys, ma anche rispetto a esperienze come pop, minimal e Land Art (Richard Long).L’obiettivo di questi artisti era quello di superare l’idea tradizionale secondo cui l’opera d’arte occupa un livello di realtà sovratemporale e trascendente. Per questo motivo risulta importante la provocazione che deriva dall’opera di Giovanni Anselmo Scultura che mangia (1968, collezione Sonnabend, New York), formata da due blocchi di pietra che schiacciano un cespo di lattuga, vegetale il cui destino inevitabile è quello di deperire. Frequente è l’uso di oggetti viventi, come in Kounellis, il quale fissò un vero pappagallo su una tela dipinta, a dimostrazione del fatto che la natura dispone di più colori di qualsiasi opera pittorica.

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Filmati

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Il battesimo della video arte si tiene nel 1963 nella città tedesca di Wuppertal. Il padre riconosciuto è Nam Jun Paik, artista di origini sudcoreane che gioca con le immagini.

Nel 1965 Nam Jun Paik si aggira per la frenetica e glamour città di New York, in un giorno eccezionale: la visita del Papa. L’artista riprende, con la sua piccola telecamera, prima le strade percorse dalla variegata popolazione indigena e successivamente invase pacificamente dalla folla dei fedeli e dei curiosi al seguito del Papa. La trasformazione della metropoli viene poi mostrata al pubblico per mezzo di un filmato “al naturale”, senza ritocchi, tagli ed altri interventi da parte del regista.Nam Jun Paik riprende scene di vita quotidiana. L’artista osserva e crea le opere attraverso strumenti che sono alla portata di tutti, ma che solo pochi talenti sanno rendere significativi.Altro artista che con i suoi video e installazioni riesce a

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coinvolgere un ampio pubblico è Bill Viola. Newyorkese, classe ’51, artista unico e geniale, lavora con il pubblico. Gran parte delle opere di Viola trattano temi che da sempre interrogano l’uomo: mente, percezione, realtà, anima, vita, morte, trascendenza. I suoi lavori sembrano quasi degli esercizi spirituali da svolgere in gruppo, e contribuiscono a vivere in prima persona il significato dell’essere umano.

Non sempre le opere di video arte vengono immediatamente comprese da parte del pubblico, come si addice a ogni avanguardia che non cessa mai di sperimentare, nemmeno quando ha raggiunto la piena maturità.Il movimento nato negli anni Sessanta ha, infatti, oltrepassato il mezzo secolo di vita, non risentendo in nessuna maniera del trascorrere del tempo...Giovani artisti non si appagano di stupire e incantare il pubblico rivelandogli attraverso occhi nuovi lo spazio in cui viviamo con disattenzione ogni giorno.