Giornalino_2013

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Giornale Rione Giotti edizione 2013

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Si ringraziano per la cortese collaborazione:ll Presidente dell’Ente Giostra della Quintana Domenico Metelli

ll Vice Presidente dell’Ente Giostra della Quintana Maria Rita Lorenzetti ll Segretario Generale dell’Ente Giostra della Quintana Alfredo Doni

I Magistrati dell’Ente Giostra della Quintana

Inoltre si ringraziano:Leonardo Dolci - Prof. ssa Ambra Cenci - Prof. ssa Anna Maria Rodante - Emanuele Roscini - Luca Giacinti

Franco Parigi - Giancarlo Balzarini - Marco Cardinali - Alberto Settimi - Stefano Preziotti

Progetto grafico e impaginazione:Leonardi Diego - Grafiche CMF - Foligno (Pg)

Coordinatore:Claudio Mazzocchi

Supplemento di Latitudinex (Testata Giornalistica) - Registrazione Tribunale di PerugiaN. 12 Del 24 Marzo 2009 - Editore Stylelibero (Foligno)

Finito di stampare Maggio 2013 - Stampa: Grafiche CMF Foligno (Pg)

Giostra della Quintana 2013

26 MAGGIO 2013CENA GRANDE IN PIAZZA

31 MAGGIO 2013APERTURA TAVERNA DEL PRETE

DI ROSTOVIGLIO

14 GIUGNO 2013CORTEO STORICO

ORE 21.30

15 GIUGNO 2013GIOSTRA DELLA SFIDA

ORE 21.30

1 SETTEMBRE 2013FIERA DEI SOVRASTANTI

4 SETTEMBRE 2013GAREGGIARE DEI CONVIVI

AL RIONE GIOTTI

14 SETTEMBRE 2013CORTEO STORICO

ORE 21.30

15 SETTEMBRE 2013GIOSTRA DELLA SFIDA

ORE 21.30

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4 Nobile Rione dei Giotti 5Sola Fides su Victoria

Cari giottini sono davvero contento di salu-

tarvi sulle pagine del vostro organo d’infor-

mazione. Anche quest’anno ci attende una

Quintana intensa, emozionante e ricca di

novità. Per questo so che posso contare sul vostro soste-

gno proprio come avviene ormai dal 2000 quando il vo-

stro Priore Alfredo Doni, oggi eccellente Segretario Ge-

nerale dell’Ente, mi chiese di candidarmi alla presidenza

dell’Ente Giostra. Da allora ho avuto modo di apprezzare

la vostra fertile vita quintanara che anima tutte le conti-

nue iniziative che ogni anno proponete alla città. Una del-

le più belle è proprio questo foglio rionale, consentitemi

di chiamarlo così, un vero e proprio distillato di passione

che racconta la vostra Quintana attraverso un’elegante

veste tipografica. La qualità del giornale è cresciuta di pari

passo alla crescita della manifestazione di cui voi siete

una parte importante. Ogni anno c’è una febbrile attesa

per l’uscita di questo organi di informazione quintanara

che permette al Rione di uscire dall’universo affascinante

di Pazza Faloci e di proporsi alla città facendo conoscere

anche gli aspetti meno noti del Popolo della Quintana.

La manifestazione compie 400 anni, quattro secoli sono

passati da quella sera di carnevale in cui Foligno gettò le

fondamenta di un gioco, anche se la definizione è ridut-

tiva, che affascina, rapisce e che, soprattutto, disegna il

profilo umano di noi folignati. Un sogno lunghissimo che

ci ha scolpito nel cuore l’amore per la città e per il cavallo,

il Principe della Tenzone. Qualcuno dice che chi è quinta-

naro e folignate due volte. Sono d’accordo e posso dire

che la nostra manifestazione non ha perduto le sue ca-

ratteristiche e si connota come straordinario collante del

tessuto sociale cittadino. E a maggior ragione la Quintana

ci aiuta a vivere meglio anche questo momento difficile

ricordandoci i valori veri della vita come la solidarietà,

l’amicizia, la lealtà. Fare Quintana significa contribuire alla

crescita di Foligno regalando non solo spettacolo, ma mo-

menti di grande aggregazione. Per questo mi compiaccio

per la grande passione che mettete nell’organizzazione

della Festa e vi invito a continuare così. Colgo l’occasione

per complimentarmi ancora con voi e per salutare con un

abbraccio il Priore Leonardo Dolci che vi rappresenta e

incarna perfettamente il vero spirito quintanaro. Un gros-

so in bocca al lupo e buona Quintana a tutti.

Il PresidenteDomenico Metelli

Il Saluto del Priore

B envenuti alla Quintana.Mai come in questo 2013 a 400 anni dalla prima notizia storica precisa sulla effettua-zione di una Giostra in Foligno la nostra Fe-

sta dovrà avere un significato di speranza e di unione fra i folignati tutti.In attesa della fine dei lavori di ripavimentazione del no-stro amato centro storico, che ci regaleranno una città meravigliosa, e in apprensione per una crisi economica che ha dei precedenti solo in anni di guerra, ci dovremmo ricordare tutti del perché nel 1946 tante persone di buo-na volontà vollero organizzare la rievocazione di quella Giostra del 1613.Per la Città di Foligno e per il popolo tutto che dopo anni di sangue,odio e divisione si ritrovava a giocare e ad occuparsi di una gioiosa sfida fra i dieci Rioni, cercando di dimenticare in fretta lutti miseria e incubi del passato.In questo numero speciale ospitiamo molti dei Magistrati dell’Ente e quindi lascio spazio a loro molto volentieri.Grazie in anticipo a tutti i Rionali ai Soci ai Consiglieri ed al Popolo del Giotti per quello che faranno da maggio a settembre e grazie a tutti i collaboratori che per un anno intero seguono tutti gli aspetti dell’organizzazione del Rione.Buon divertimento a tutti.

Il PrioreLeonardo Dolci

Il Saluto del Presidente dell’Ente Giostra della Quintana

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7Sola Fides su Victoria

Accolgo con grande piacere la richiesta del Nobi-le Rione Giotti di salutare i rionali dalle colonne di questa bella pubblicazione. Dopo tre anni di mandato eccoci qui a lavorare tutti insieme per la

nostra splendida Giostra, una tra le più affascinanti rievocazioni storiche d’Italia e d’Europa e uno dei tornei equestri più difficili ed emozionanti. La Giostra di giugno si avvicina e la mia passio-ne cresce sempre di più. Mentre prima la mia partecipazione, complici i vari impegni istituzionali, si limitava solo a qualche momento, ora il mio essere profondamente quintanara ha po-tuto trovare il suo legittimo spazio partecipando in prima per-sona all’organizzazione della manifestazione. La nostra squadra, quella di palazzo Candiotti, lavora con passione, competenza, allegria, con grande affiatamento e con l’obiettivo di raggiun-gere traguardi sempre più alti sia nella città che oltre i confini dell’Umbria promuovendo la Quintana ed il nostro territorio. Il Giotti è per tradizione un Rione che vive la festa in modo

particolare. Alla serietà nel mantenere i propri impegni alterna anche straordinari momenti goliardici che accendono le sere di Quintana. Insomma è un Rione vivo, pulsante, pieno di giovani sempre pronto a migliorarsi e a migliorare la struttura della Festa. Il vostro Priore Leonardo Dolci è sempre propositivo e fissa nuovi e ambiziosi obiettivi. Siete protagonisti, insomma, sotto tutti gli aspetti e questo testimonia le vostre ottime capacità organizzative e gestionali. In taverna poi si respira un clima di gioia davvero contagioso. Le vostre qualificate iniziative scandiscono con successo il periodo quintanaro. Per questo voglio ringraziarvi per l’impegno, la passione, l’abnegazione, la simpatia che appartengo-no solo allo straordinario Popolo della Quintana. Grazie ancora, cari Giottini, e ora che inizi la Festa!

Il Vice Presidentedell’Ente Giostra della Quintana

Maria Rita Lorenzetti

Il Saluto del Vice Presidente dell’Ente Giostra della Quintana

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8 Nobile Rione dei Giotti

Eccoci, dunque, ci siamo. Si riparte per una nuova, inebriante stagione di Quintana da vivere tutta d’un fiato. E’ vero, la nostra festa scandi-sce i tempi della città, è un filo conduttore che ci lega intorno ad un mondo che merita di essere scoperto da tutti. Anche da chi lo guarda,

dall’esterno, con un po’ di malcelata indifferenza. La Quintana è prima di ogni altra cosa sentimento, emozioni forti che accomunano tutti i contradaioli, al di là dei colori d’appartenenza. Il Giotti è la mia casa, da sempre, e ogni volta che ci metto piede nella mia mente scorrono come in un film migliaia di fotogrammi che mi ri-portano indietro nel tempo. Ne è passato tanto dalla prima volta che mi affacciai tra le mura della taverna, molto è cambiato da allora ma certo non il mio sentimento, la mia fede in questa meravigliosa contrada sempre protagonista in ogni ambito della Quintana. Qui sono diventato adulto, sono nati i miei figli, i loro cugini e mille storie di vita si sono intrecciate all’ombra di un fico che non c’è più ma che i miei occhi vedono ancora. Oggi, come un tempo, questa fucina di amore quintanaro allo stato puro alimenta sogni e speranze di chi offre un pezzo della propria esistenza per il piacere di stare insieme agli altri e di raggiungere, insieme, la gloria che solo il Campo è in grado di regalarti. Sono certo che lo stesso sentimento provano tutti i rionali, non solo quelli di piazza Faloci, ed è proprio questa la grande, enorme ricchezza della Quintana: l’unica vera festa della città, la sola espressione di volonta-

riato in grado di muovere centinaia e centinaia di ragazzi. Sono sempre più convinto che socialmente la Quintana sia un fenomeno straordinario, soprattutto in una città come Foligno dove lo spirito di aggregazione latita tristemente in moltissimi settori. Credo che tale aspetto, peculiare, sia sottovalutato da chi guarda la Quintana dall’esterno, a comin-ciare dalle istituzioni pubbliche che a volte sembrano sopportare, più che supportare concretamente e convintamente, una festa dal sapore unico.

Il Segretario Generaledell’Ente Giostra della Quintana

Alfredo Doni

Il Saluto del Segretario Generale dell’Ente Giostra della Quintana

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10 Nobile Rione dei Giotti

Sono davvero onorato di far parte anche quest’anno della Redazione de L’Animoso, l’organo d’informazione del Nobile Rione Giotti. Il mio mo-desto contributo vuole aiutare a ricordare e ad imprimere nel cuore dei giovani giottini le gesta, è proprio il caso di dirlo, di personaggi che hanno

illustrato il Rione e la storia della Giostra della Quintana. Mi spoglio dell’abito da Ma-gistrato dell’Ente e sull’onda della passione voglio ricordare chi mi ha iniziato alla vita rionale spalancandomi le porte di un mondo che ha segnato inevitabilmente la mia vita. Tanti anni fa, così iniziano le favole, mi avvicinai al Giotti per disputare, insieme ad alcuni amici il Torneo di Basket dei Rioni, manifestazione che con le sue sfide accendeva gli animi già nel mese di agosto. Allora si giocava in Piazza della Repubblica e, proprio a causa delle tiratissime partite di pallacanestro, nacque la rivalità con il Rione Contra-stanga dopo una finale che ci vide sconfitti. Non mi ero perduto mai una sola Giostra, ma non conoscevo il mondo dei Rioni e delle taverne nate da pochi anni. Così, iniziai a frequentare la taverna e la sede di Piazza Faloci. Ricordo ancora quel caldo pomeriggio di fine agosto quando entrai nella corte di Palazzo Marchetti. Avevo appena varcato la

soglia della taverna quando fui richiamato da un perentorio “Oh, ma tu non fai gnente!”. “No – risposi – che devo fare?”. “Non lo vedi, qui ce sta da fa, allora pija sta raschietta e comincia….”. La voce e, soprattutto, il gentile invito a parte-cipare proveniva da un signore di mezza età, con i capelli lunghi grigi ed il sorriso stampato sulle labbra. Era Giacinto, Giacinto Candellori, vice priore del Rione e fondatore dello scoutismo folignate. Questo fu il mio battesimo del fuoco. Non ci volle molto a capire che cos’era il Giotti ed il clima che si respirava. Poi, giorno dopo giorno, iniziai a conoscere Amedeo Ciancaleoni, il Priore, ritrovai Lina Paoletti, la mia cara maestra elementare che ogni sera, proprio come nelle favole, si trasformava nella maga dei fornelli. E ancora Sergio Angeli, Armando Olivieri, Loredana e Alessandro Castori, Giuliano Scarponi, Fiorella e Vittorio Fioroni, Milena e Giancarlo Balzarini, Sergio Cruciani e tutti gli altri. Questa nutrita schiera di quintanari mi ha insegnato ad amare il Giotti e la Quintana dispensandomi insegnamenti buoni anche per la vita. Il Rione era una famiglia. Sì, una famiglia con l’amore e i litigi, con gli scherzi e le lacrime, quando il Campo ci era avverso, insomma un gruppo di cui eri fiero di far parte. Gli aneddoti sono tanti, ma uno in particolare mi è rimasto impresso perché descrive la personalità ed il carattere dell’indimenticabile Giacinto. Dal 1975 i Rioni si sfidavano nella Gara Gastronomica e in una delle prime edizioni il Giotti si impose a sorpresa con una gara passata alla storia. Giacin-to, con l’aiuto di Lina, stava preparando un anguilla alla brace. La Giuria accompagnata dal Presidente Ariodante Picuti e dall’assessore Clodoveo Tacconi era già a tavola pronta per giudicare il piatto del Giotti. In cucina Giacinto stava girando sulla graticola l’anguilla che però, prima di finire nel piatto dei giurati e degli ospiti, si divincolò dal forchettone, quasi fosse ancora viva, e finì nella cenere. Il gelo e il silenzio avvolsero la cucina, tutto sembrava compromesso ma, all’improvviso, Giacinto prese l’anguilla con le mani e la passò sotto l’acqua fredda per pulirla. Poi ancora un po’ sulla graticola ed ecco l’anguilla pronta per essere servita. I giurati apprezzarono il piatto e assegnarono la vittoria al Giotti. Vollero conoscere il cuoco e così Giacinto arrivò in sala. “Come si chiama il piatto?” chiesero e il nostro rispose im-mediatamente “Anguilla all’acqua”, ma si rifiutò di spiegare la ricetta. Il segreto culinario era proprio nell’acqua fredda che aveva “involontariamente” reso l’anguilla croccante fuori e morbida dentro, mentre quello più importante era la passione ed il genio di un grande quintanaro.

Mauro Silvestri

Il Magistrato per i rapporti con i media e promozione dell’immagine

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12 Nobile Rione dei Giotti 13Sola Fides su Victoria

“Sono felice di salutare il Popolo del Giotti attraver-so le pagine della pubblica-zione rionale. Il vostro Rio-ne è sempre molto attivo e contribuisce ogni anno alla crescita della nostra mani-festazione. Quando vengo in taverna respiro un clima di allegria che conferma la vostra tradizionale esube-ranza. La situazione finan-ziaria dell’Ente è abbastanza buona, i conti sono a posto. Ma, proprio come avete fat-to anche voi, l’Ente ha cer-cato di contenere le spese operando tagli che però non pregiudicano la spetta-

colarità della Festa. Il momento è particolarmente difficile e la Quintana si è adeguata facendo fronte agli impegni con le risorse a disposizione ma, soprattutto con il miracolo del volontariato che è la nostra ricchezza inesauribile. Proprio grazie al generoso Popolo della Quintana possiamo vantare un bilancio in pareggio senza rinunciare a produrre spetta-coli e ad intervenire sulle strutture per renderle sempre più accoglienti. Vi auguro una straordinaria Quintana e ri-mango, come sempre, a vostra disposizione”.

Tesorieredell’Ente Giostra della Quintana

Fernando Fucinese

“Vi ringrazio per l’ospi-talità e approfitto per salutare tutti i quinta-nari del Giotti. Sapete che non amo dilungarmi in chiacchiere e voglio sottolineare l’ottimo rapporto che ho con il vostro Priore Leonardo Dolci, sempre attento a metterci al corrente di ogni iniziativa nell’ottica di una grande collabora-zione. Voglio sottolinea-re, inoltre, l’importanza del vostro lavoro sul fronte della promozione e del marketing. Proprio questa elegante pubbli-

cazione mette in risalto quanto di buono siete riusciti a fare in questi anni sul fronte della comunicazione. Avete investito ingenti risorse, ma sono sicuro che questo vo-stro lavoro sarà premiato dai folignati e dai tanti turi-sti che arrivano a Foligno. L’attività di promozione del Giotti si inserisce ed è perfettamente in linea con gli obiettivi tracciati dall’Ente quindi vi esorto a continuare così con la vostra grande passione e con il qualificato lavoro che traspare inequivocabilmente da queste pagi-ne. Buona Quintana”.

Risorse Straordinarie e Attività Promozionalidell’Ente Giostra della Quintana

Guido Tofi

“Un caro saluto agli ami-ci del Giotti. Mi posso sbilanciare perché, pur avendo il cuore legato ad un altro Rione, all’in-terno del vostro gruppo ho tantissimi amici. Vi ringrazio di avermi chie-sto di intervenire con un saluto nella tradizionale pubblicazione rionale perché ciò mi permette di complimentarmi con tutti voi per la vostra vi-talità. Il Giotti è uno dei Rioni più attivi, frizzanti e giovani del panorama quintanaro. Per quanto riguarda il mio settore

devo sottolineare che la vostra Commissione artistica è sempre attenta e rigorosa nel seguire le scelte che si condividono al Comitato Centrale. Sono soddisfat-to per la vostra giusta e opportuna collaborazione che conferma come anche il Rione stia lavorando verso obiettivi comuni sulla via della definitiva consacrazione della Quintana. Grazie ancora, dunque, per quanto state facendo e cercate di trasmettere alle giovani generazio-ni di Giottini la vostra creatività, il grande amore e la vostra infinita passione”.

Presidente Commissione Artisticadell’Ente Giostra della Quintana

Stefano Trabalza

“Partecipo con grande pia-cere alla vostra iniziativa con un breve saluto in vi-sta della 67° edizione della Giostra della Quintana. Or-mai ci siamo, mancano po-chi giorni prima della Gio-stra della Sfida in notturna e, sono sicuro, il Giotti si sta preparando nel migliore dei modi pronto a recitare un ruolo da protagonista anche in questa tenzone. Da quando sono Magistra-to il vostro Rione si è sem-pre presentato nel migliore dei modi grazie al puntuale e qualificato lavoro della Scuderia. Dal 2000, infatti,

siete stati sempre competitivi e per 6 volte avete messo dietro tutti gli altri. Per quanto riguarda il mio delicato set-tore posso dire che il rapporto con il Rione è stato sempre collaborativo e schietto e anche voi, proprio come gli altri, avete favorito la crescita esponenziale della gara che oggi può essere annoverata come la più tecnica e difficile d’Italia. Ma ora, tra pochi giorni, vi attende un’altra grande sfida in una Giostra che si annuncia anche quest’anno spettacolare e incerta. E allora non mi rimane altro che ringraziare e formulare un grande e sincero in bocca al lupo”.

Presidente Commissione Tecnicadell’Ente Giostra della Quintana

Marco Cardinali

Giostra della QuintanaI Magistrati dell’Ente

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15Sola Fides su Victoria

“Cari Giottini raccolgo con grande piacere l’invi-to a partecipare alla rivista del Rione. Il rapporto che ho con voi e con il vostro Priore Leonardo Dolci è di grande amicizia e stima. Siete un gruppo giovane e attivissimo che si distingue nel panorama quintanaro per impegno, passione e tanta goliardia. Apprezzo le vostre trovate e vi ringrazio ancora per la collaborazio-ne e l’attenzione con cui se-guite tutte le manifestazioni collaterali dell’Ente. Per quanto riguarda il Progetto Scuola, voglio ringraziarvi di

nuovo per la vostra sensibilità nei confronti di un lavoro che può cambiare il futuro della nostra manifestazione. Vo-glio sottolineare ancora che di recente, dopo l’ultima visita dei ragazzi delle scuole cittadine nella sede e nella Scude-ria, ho ricevuto i complimenti per la cordialità e la squisi-ta accoglienza che avete riservato a studenti e professori. Grazie ancora e, soprattutto, in bocca al lupo per tutte le vostre attività”.

Attività Promozionali e Collaterali dell’Ente Giostra della Quintana

Lucio Cacace

Vi ringrazio per l’atten-zione che mi avete ri-servato. E’ la prima volta, infatti, che mi viene chie-sto un saluto ufficiale in una pubblicazione rio-nale. Voglio ringraziarvi di cuore per la vostra attività e per la grande e qualificata partecipa-zione a tutti gli eventi della Quintana. Nel mio ruolo di Maestro di Pa-lazzo, ereditato dal pic-colo grande uomo Ren-zo Trombettoni, voglio sottolineare il vostro amore e la vostra cura nell’amministrazione del

patrimonio della Quintana. In voi ho sempre trovato una grande collaborazione che, alla fine, facilità il mio lavoro. La vostra attenzione e la grande cura nel tra-mandare le prestigiose tradizioni quintanare merita un plauso. Continuate così, nel solco tracciato dai grandi quintanari del passato, conservando questo patrimonio unico e prezioso che è arrivato fino a noi. Grazie per la collaborazione, per il cortese invito e buona Quintana”.

Maestro di Palazzodell’Ente Giostra della Quintana

Alessandro Castellani

Da più di 10 anni dalla mia elezione a Magistrato dell’Ente Giostra Quin-tana con delega al Patri-monio. Di mattoni ne ab-biamo messi tanti, inutile ricordare retoricamente il passato ma guardiamo solo il presente ed il fu-turo. Gli ultimi mattoni li abbiamo messi per la ri-strutturazione della sede/taverna del Rione Cassero e per il completamento dell’opera oramai da anni avviata del Rione Morlupo. Quelli che dovremo met-tere nell’immediato futuro sono quelli per la sistema-

zione delle zone precarie del palazzo dell’Ente Giostra Quintana in Via Colomba Antonietti (taverna Rione La Mora) e la tanto desiderata ristrutturazione della zona piscina per la sistemazione definitiva del box dei cavalli al Campo de li Giochi. Non mi dimentico però che la vostra sede é in affitto e cercheremo di trovare una soluzione. Tutte opere consistenti, fatte e da fare, che testimoniano una solidità che sicuramente si protrarrà a lungo nel fu-turo, tutto patrimonio dell’Ente Giostra della Quintana e

della Città di Foligno. Ma tutto ciò é solo la costruzione del luogo, della casa, dell’accoglienza del vero patrimonio che siete Voi, quello del volontariato, quello dell’anima viva della città, quello che ha insegnato a tutti il vero rapporto e confronto sociale, quello che sveglia e da la carica allegra ad una città un po’ sorniona, quel popolo che non trova luogo per suonare liberamente i tamburi e che comunque continua sempre di più a farlo fino a scrivere pezzi reali di musica, la colonna sonora molto apprezzata in Piazza Grande. Voi siete parte del benessere mio e di tutti coloro che ne vengono coinvolti o influenzati. Giottino Bianco e Celeste, colui che da sempre é costretto nell’ inespandibile e più piccolo enclave quintanaro, cuore e polmone di una città bella e antica, se il mio ufficio avesse il compito ed il dovere di ridisegnare la città fuori le mura metterebbe un po’ di bianco e celeste in tutte le contrade. Una macchia di leopardo che possa ripagare e ricordare il vostro sacrificio fino ad oggi sopportato ma che non ha ostacolato il coin-volgimento di tanto popolo ed il raggiungimento di tanti allori. Un pezzo di quel cuore antico ovunque per accen-dere la circolazione di vero e nobile sangue quintanaro. Vi ringrazio per le tante buone persone che il vostro rione mi ha fatto conoscere e frequentare. Con Voi la quintana è sempre di più futuro bello e inebriante.

Delega al Patrimoniodell’Ente Giostra della Quintana

Arnaldo Radi

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Bizzarri Group,

idee che prendono vita

Bizzarri s.r.l.Via A. da Sangallo,9Loc. Paciana _ Foligno (PG)

Tel. 0742 320590Fax 0742 329578

[email protected]

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18 Nobile Rione dei Giotti 19Sola Fides su Victoria

Dedicato al Rione Giotti

Nella più che sessanten-nale storia di questo coinvolgente evento cittadino si intrecciano

tante altre storie, forse minori (ma non troppo minori!), che nel loro insieme vanno a formare le infinite sfaccettature della preziosa gemma. Storie di persone, talune legate ad un lontano passato, altre invece collega-te ad un tempo più recente; storie di nobili animali, come sono i cavalli, veri protagonisti del ludus, insieme con i loro cavalieri; storie di azioni, alcune delle quali avventurose e successiva-mente confermate nella loro validità. Un esempio? Le taverne. Iniziate quasi per giuoco, esse sono ormai divenute elemento insopprimibile nell’ambito propriamente della festa in generale e meritevole soprattutto per i nu-merosi e rilevanti indotti scaturiti: la “scoperta “ di spazi storici obliterati, di prodotti commestibili locali quale olio, vino, cereali … , per non parla-re poi degli eventi che all’interno di esse si susseguono, dalla prima Gara Gastronomica al grandioso Banchetto Barocco.Insomma, a guardar bene, è come trovarsi di fronte ad un crogiuolo nel quale gli ingredienti eterogenei si mescolano, anche per opera di quel pizzico di arazionalità o di alchimia o di imponderabile che fa da emulsio-ne a tutti elementi. Ed una “buona penna”potrebbe scrivere di tutto, per-ché là dentro c’è di tutto e la scelta è varia e numerosa! Io, lasciando ad altri l’eventuale giudizio sulla qualità della mia “penna”, approfittando della circostanza che il rione mi offre, at-

tingendo dalle mie esperienze vissute nel tempo in cui facevo parte di que-sta manifestazione, voglio soffermare la mia attenzione ricordando alcune persone che, indirettamente o diret-tamente, sono collegate con il Giotti.Piccolo di statura, magro e scuro di capelli, occhi vivacissimi, di indole al-legra, disponibile e sufficientemente permaloso, Giacinto Candellori era l’uomo che tutti i rioni (e non solo i rioni!) vorrebbero avere nel proprio ambito. Giacinto era capace di risolve-re tutto, compresi quei problemi che irrompono nel momento in cui è tut-to pronto e che rischiano di mandare all’aria il lavoro di ore se non di gior-nate … la sua soluzione era sempre a portata di mano e il suo intervento ri-usciva a ristabilire l’ordine delle cose! Ma voglio ricordare anche l’insostitui-bile preparatore di luminarie, il grande Castori, il suo buon carattere, la sua disponibilità a rendersi utile, talmente avvertita che per un suo figliolo, il ri-one organizzò una grande cerimonia di battesimo in costume. Tra gli ospiti, logicamente anch’io in costume. Era priore Amedeo Ciancaleone, grande intermediatore nelle roventi sedute del Comitato Centrale. Il suo inter-vento riusciva a trovare il bandolo del-la matassa nelle tormentate decisioni da prendere. Maestro di Campo per tante Quintane, dovette forzatamente rinunciare al prestigioso incarico per-ché qualche priore trovava inoppor-tuno il suo duplice ruolo sospettando che … nel mondo della Quintana, in fatto di Giostra, gli equilibri erano e sono difficilissimi!Ma qualcosa che distingue questo

rione dagli altri, ed è il suo stemma. L’ondato d’azzurro e d’argento acco-glie due simboli araldici, che sono gli stessi simboli dello stemma della città. C’è da esserne orgogliosi! E, a questo proposito, ricordo un “giottino” ve-ramente particolare: monsignor Luigi Faveri. Egli fu tra i padri fondatori dell’attuale Ente Giostra dal lontano 1946, con-vintissimo assertore della opportuni-tà di riportare in vita un antico giuoco. Se ne ricorda ancora l’indole affabile, scherzosa e, nello stesso tempo, di grande rigore. Narro un aneddoto divertente che lo riguarda. Si trovava a passare verso l’attuale piazza Giaco-mini, dove era la bottega di un mani-scalco, personaggio noto per essere un accanito mangiapreti. “In questa strada ce passano li preti e li soma-ri” dice il maniscalco vedendo passare il monsignore. Il quale torna sui suoi passi e, sorridendo, gli dice: “ senti un po’. Io so’ prete, e poi, fa’ tu! ”. Di-venuto vescovo di Tivoli nel 1950, egli dovette lasciare Foligno, ma non la sua fede giottina, perché il suo stemma episcopale che è partito, ovvero divi-so a metà nel senso della lunghezza, assume a sinistra l’ondato d’azzurro e d’argento, che è il campo dello stem-ma rionale, per sua precisa scelta.E … se non avesse fatto la sua pro-posta? Come mai venne in mente ad una persona di riproporre un antico giuoco? A questo punto ricostruiamo i fatti, la loro scadenza cronologica e chiamiamo in causa quel pizzico di imponderabile e di alchimia di cui prima ho scritto. Scindiamo i territori, replichiamo i fatti, ancorché ben noti,

nominiamo le persone e poi mescolia-mo il tutto e vediamo cosa esce fuori, fino ad una conclusione che piacerà al rione.Tre città: Andria, Roma, Foligno. I fatti: una giostra disputata in Foligno nel 1613, un matrimonio nel 1906, una riunione nel 1946. Le persone. Ettore Tesorieri, monsi-gnor Michele Faloci Pulignani, Emilio de Pasquale.Ettore Tesorieri, nativo di Andria, lau-reato in utroque iure a Napoli; dopo un breve passaggio a Roma, un sog-giorno a Spoleto, dimora fissa a Can-nara, salvo periodi di permanenza a Foligno, dove esercita la funzione pri-ma di camerlengo, poi di cancelliere nel 1613.Monsignor Michele Faloci Puligna-ni, folignate, studioso anche di storia locale nei suoi tanti settori. Per ren-dere omaggio ad una giovane coppia di sposi, inopinatamente, egli pubblica nel 1906 un documento tratto da un libro particolare, conservato nell’Ar-chivio Storico di Foligno. Documento che nulla aveva a che fare con le nozze, perché esso tratta della descrizione di una giostra tenuta nella città in occa-sione del carnevale; esso è corredato di motivazioni, descrizioni precise, partecipazione dei cavalieri, vincitori

e premi. La data è 10 febbraio 1613. L’autore è il cancelliere Ettore Teso-rieri, di Andria.Emilio de Pasquale. Nativo di Andria, viene a Foligno per un congiungimen-to familiare. Amante degli studi, divie-ne segretario del monsignore e, nel 1935, durante una passeggiata, come lo stesso de Pasquale ha narrato spes-so anche alla sottoscritta, nel corso di una conversazione, fu nominata la città di Andria. Da qui l’invito del Faloci al giovane segretario di leggere quel te-sto da lui pubblicato nel lontano 1906. Cosa che egli fece e che poi mise da parte, come bagaglio culturale acquisi-to. Ma … e qui subentra l’impondera-bile o lo strano e misterioso legame che hanno le cose. E, da quanto si può dedurre, è proprio la città di Andria che funge da collante su tutta questa vicenda.Il documento del Tesorieri ha un tito-lo: Stimolo Generoso di Virtute. Su di me questo titolo ha sempre prodot-to un effetto particolare dovuto alla parola Stimolo, parola viva, trainante, parola che anche scritta, sembra qua-si in movimento. Chissà se, ferma per secoli sul foglio manoscritto, non abbia trovato la congiuntura favorevole per divenire forza trainante ed operati-va! Fatto si è che, nel 1946, era il 25

di luglio, dalla bocca di Emilio de Pa-squale, nativo di Andria, lo ripetiamo, attraverso le sue parole, venne fuori la proposta fatidica e venne fuori tut-ta la potenza dirompente di un antico testo: da quel giorno lo Stimolo si è articolato in tutta la sua potenzialità, e noi possiamo considerarlo come il de-gno incipit della nostra manifestazione. Ora siamo nel 2013. Quattrocento anni sono trascorsi dalla stesura della testimonianza del cancelliere Ettore Tesorieri, una ricorrenza che merita di essere onorata in ragione della sua identità specifica, quale fonte docu-mentaria di tutto rilievo, senza ulte-riori giustificazioni, e l’occasione mi è sembrata giusta per scriverne, sia pure rapidamente, precisando i termini del discorso. Ma con questo mio breve intervento ho voluto ricordare amici che non ci sono più e coloro che, con un contributo più o meno consapevo-le, portarono allo scoperto un’antica memoria. Da ultimo, un rilievo: Emilio de Pasqua-le fu sempre di fede giottina! E … ai lettori la conclusione!

Prof.ssa Anna Maria Rodante

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23Sola Fides su Victoria22 Nobile Rione dei Giotti

La Commissione Artistica

La Commissione Artistica si presen-ta come un gruppo molto dinamico capitanato dall’abilissima responsa-bile Azzurra Rossetti, e formato dai

consiglieri Andrea Balzarini, Luca Giacinti. Insie-me a loro tanti giottini e giottine tra cui Elisa Ciancaleoni, Matilde Doni e ancora Simonetta, Marina, Roberta e Leonora che impegnano co-stantemente il loro tempo nella sede rionale nella manutenzione di splendidi vestiti, bandiere, scarpe, tamburi e nella continua ricerca di nuove idee. Ogni aspetto deve essere curato nei minimi det-tagli, a cominciare dallo sfarzoso corteo Rionale, che ogni anno vede scendere per le strade della città oltre 50 figuranti. I vestiti indossati dai vari personaggi sono per lo più riproduzioni di costu-mi presenti nei quadri del periodo (1580-1620 circa). Pizzi pregiati, ricche maniche e contro maniche, gioielli d’epoca, cappelli, cappe, man-telli sono alcuni dei dettagli che caratterizzano queste magnifiche opere d’arte. I costumi che utilizzano tessuti pregiati e ricami di eccezionale bellezza, sono stati realizzati interamente a mano dalla Sartoria alta moda Parigi di Sansepolcro, a cui va tutto il nostro affetto per la recente scom-parsa di Marco che ci ha lasciato nel mese di Gennaio. La collaborazione è stata fondamenta-le nel corso di questi ultimi anni, e proprio per l’amicizia instaurata con tutto il Rione, ci sentia-mo di ringraziare per l’impegno profuso nel ren-dere il Rione Giotti magnificamente unico.Nell’officina creativa del rione, il lungo lavoro di preparazione viene in parte assorbito dal Gareg-giare dei Convivi. Come ogni anno si rinnova la competizione tra i dieci Rioni, che pone come obiettivo la nobilitazione del cibo nel fastoso apparato del banchetto barocco. Nell’edizione 2012 la vittoria è scappata per un soffio; soltanto mezzo punto ha separato il Rione da una vittoria che manca ormai da qualche anno. Lo splendido lavoro fatto dalla commissione e da tutti i rionali ha contribuito a dare alla taverna una nuova di-mensione ed a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, realizzando uno spettacolo di altis-simo livello sotto tutti i punti di vista. Un ringra-ziamento particolare va a Claudia Angelini, Ceci-lia Cairoli, Augusto Arcangeli, Danilo Paracucchi, Franco Casciola e sicuramente a tutti i ragazzi della cucina e della taverna, che hanno ci hanno reso orgogliosi del nostro lavoro.Tra le nuove iniziative proposte, grazie all’aiuto di Simonetta, Roberta e Marina segnaliamo l’an-golo dei dolci e la vendita dei gadget rionali, che quest’anno godrà di un nuovo spazio, per con-sentire a tutti i golosi di gustare le prelibatezze cucinate della sapienti mani delle nostre rionali.

Luca Giacinti

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Cantina Signæ via Fonte Luglio, 2 Gualdo Cattaneo tel 0742 99590.

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26 Nobile Rione dei Giotti 27Sola Fides su Victoria

La Scuderia Rionale

Quella della scuderia all’interno del Rione è, pur con qualche brevissimo periodo di sospensione, un’esperienza ormai ven-tennale. Il suo vero primo nucleo inizia

quando, nel 1989, il Rione decise di Acquistare Nib-bio de Florinas, un anglo arabo sardo che nel 1993 divenne il primo cavallo di proprietà del Rione a vin-cere una Quintana per i colori bianco-celesti. Certo parlare di una vera e propria scuderia forse non si poteva, ma tutto, o quasi, nacque da un piccolissimo gruppo di appassionati del Rione. Quel gruppo nel corso degli anni è cresciuto, non solo nel numero, ma anche e soprattutto in esperienza, nel gestire e preparare i cavalli di giostra.

Dopo qualche anno di stanca, nonostante la vittoria del 1996, e di altre vicende, tra la fine del 1999 e l’ini-zio del 2000, con l’insediamento del priore Alfredo Doni, il settore ha avuto un forte e definitivo rilancio. Un lavoro duro che ha, senza dubbio, creato le basi non solo per una nuova avventura ma soprattutto per una più coesa vita rionale. E’ dal 2000, subito ba-ciati dalla vittoria di Lucio Antici in sella ad Usciaddo de Sedini, che il Rione è tornato a presentarsi al cam-po de li giochi sempre tra il novero dei favoriti per la vittoria del palio. Due volta secondi nel 2001, sempre con Usciaddo, ma con un nuovo cavaliere, Emanue-le Filippucci e poi nel 2003 la svolta. Inizia l’era del binomio più vincente della storia del Rione: Daniele

Scarponi in sella alla strepitosa Mon Valley. Questo binomio si presenta subito al debutto stabilendo il nuovo record di pista e dimostrando una superiorità che però non portò subito alla vittoria. Questa arri-vò nel Settembre del 2004 e venne replicata nel Giu-gno del 2005 e con una corsa praticamente perfetta, nel Giugno del 2006.Dopo le giostre del 2007 il Rione decide, per il pro-fondo rispetto sempre dimostrato nei confronti dei cavalli, di mettere meritatamente a riposo Mon Valley. Il 2008 rappresenta per certi aspetti un nuovo inizio: la scuderia infatti porta al debutto due nuovi cavalli, Dorilas e Baccani, quest’ultimo, soprattutto fornisce una buona prova. A ottobre 2008 Scarponi ci comu-

nica la sua volontà di andare a correre per un altro rione e così avviene. Come spesso è accaduto nella storia del nostro Rione, il consiglio compie una scelta sicuramente coraggiosa, ma anche in linea con la filo-sofia che ha sempre contraddistinto il nostro modo di fare quintana. Infatti non dobbiamo dimenticarci che sotto i colori del Nobile hanno debuttato, an-cora giovanissimi, cavalieri come David Mercanti e Lorenzo Paci, che sono diventati plurivittoriosi nella Giostra. Al posto di Scarponi va Giorgio Angeli, un giovane debuttante. Dietro ai successi, al debutto di nuovi cavalieri, c’è un duro lavoro che si svolge in-stancabile ed all’oscuro durante tutto l’anno. Ognuno degli addetti alla scuderia, guidati da Tomas Luzi, ha

un compito specifico: chi si occupa dell’alimentazione dell’addestramento, chi della cura dei finimenti e chi della manutenzione dei box. E’ la duplice passione per il Rione e i cavalli che permette a questo gruppo di giovani e meno giovani, di fare cose che probabilmen-te non farebbero neanche a pagamento. Il periodo più difficile e senza dubbio quello dei lunghi mesi inver-nali, dove la giostra è ancora lontana, ma nel quale si pongono le prime basi per un buon risultato. La cura del cavallo e l’osservazione di ogni suo cambiamen-to diventa quasi spasmodica, come pressante diventa anche il rapporto con il cavaliere. La preparazione ed il lavoro costante del cavaliere è l’altro elemento fon-damentale della scuderia, per la creazione di un bino-mio vincente. Nel 2009 a vestire i panni dell’Animoso arriva Luca Veneri senza lasciare una traccia impor-tante del suo passaggio al Rione. Successivamente, dopo qualche anno di ammiccamenti e di corteggia-

menti, approda finalmente in scuderia, l’oggetto dei nostri desideri, il cavaliere che da tutti è considerato tra i migliori, se non il migliore in assoluto, Massimo Gubbini. Esperto fantino folignate, è arrivato al Giotti con in tasca anni di esperienza, ottime capacità tec-niche e quel quid in più che contraddistingue tutti i vincenti dagli altri.Grazie a Massimo, ragazzo umile e riservato, dalla grande passione per i cavalli, la già “perfetta” macchi-na della scuderia, formata dal collaudato team rionale e dal grandissimo e generosissimo Baccani, torna alla vittoria nel Settembre del 2010 dominando la Gio-stra della Rivincita e consacrando Massimo tra i cam-pionissimi della competizione. Il Palio di Settembre,

chiude anche il ciclo vittorioso del consiglio rionale capeggiato da Alfredo Doni, che dopo due manda-ti consecutivi decide di lasciare la guida a Leonardo Dolci. Il nuovo cammino, riserva subito una mera-vigliosa sorpresa con una vittoria consecutiva nella edizione della sfida di Giugno 2011. Massimo, chiama-to a difendere i colori bianco celesti da agli avversari una lezione di capacità tecnica e di forza mentale: effettua una gara straordinaria, con una terza torna-ta esemplare, in cui Baccani, allenato alla perfezione tutto l’anno, si è confermato cavallo estremamente generoso. Il popolo giottino impazzisce di gioia, così come il suo nuovo Priore Leonardo Dolci, che esce per primo dal Campo de li Giochi e celebra così il 10° Palio.A Settembre l’Animoso scende in campo tra i favoriti e dopo aver corso una Giostra praticamente perfet-ta, si lascia scappare la vittoria per un soffio, dimo-

strando tuttavia che è lui il cavaliere da battere e confermando ancora una volta la qualità assoluta di tutto il team dei ragazzi della scuderia.Cavalli a disposizione del Rione: Detto Foglietto, Lord Colossus.Tomas Luzi, Fabio Cruciani, Sergio Angeli, Gabriele Bini, Simone Paracucchi, Luigi Consonni, Paolo Ma-racchia, Federico Falfari, Mattia Quintini e Danielone: nella loro passione incondizionata, nei loro sacrifici quotidiani, risiede quella scintilla che ha ed ha fatto della scuderia del Nobile Rione Giotti, una delle più complete e competitive scuderie della Quintana di Foligno.

Emanuele Roscini

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Nobile Rione dei Giotti30 31Sola Fides su Victoria

La Cucina La Taverna

Forte di una squadra ben collaudata, guidata dallo chef Francesco Sarti, con un menù da fare invidia ai migliori ristoranti nazionali, la cucina della Locanda del Prete di Rostovi-

glio ha deciso di mettersi alla prova migliorando ulterior-mente (se fosse possibile) la scelta dei suoi piatti.Un gruppo affiatato di ragazzi e ra-gazze che, ogni sera, corrono e si adoperano nel preparare piatti tipici della tradizione culinaria umbra, così da soddisfare ogni tipo di richiesta (anche la più estrosa), dei numerosi commensali della taverna del Nobile Rione Giotti.Tra attimi di pura goliardia e punti-gliosa preparazione delle “comande”, questi giottini e giottine svolgono ogni tipo di mansione utile al fine ul-timo: l’ eccellenza nella preparazione dei piatti così da riempire le pance degli avventori.Ed ecco gli Antipasti, (arricchiti da un ottimo tagliere di salumi) dove il continuo via vai dei popolani viene guidato dal vociare dei responsabili del settore che regolano ogni attimo della preparazione dei piatti. Un vorticoso susseguirsi di mani che, in tempi da record, riescono a comporre ogni tipo di richiesta. I Primi Piatti, zona dove tra il profumo dei sughi e il co-pioso vapore dei bollitori, vengono creati i “primi” della

tradizione nostrana: tra un cestello di pasta fumante ed una padella colma di sugo, si inizia a far “saltare” le pietan-ze pronte per essere servite.E per secondo? un ottimo piatto di carne non può manca-re; esperti del settore sono i nostri mastri fochisti, ormai

immuni alle elevate temperature del nostro Braciere che preparano suc-culenti piatti di carne (dove la Taglia-ta è padrona incontrastata), conditi con i più numerosi ingredienti ed arricchiti dai più svariati contorni.La scelta non si chiude qui: infatti come secondo piatto “di credenza” ci possiamo spostare anche tra i Se-condi della Tradizione con una scel-ta ampia che va dal Carpaccio con rucola, balsamico e grana, fino alla Coratella, piatti forti della nostra tradizione (senza nulla togliere alle altre numerose scelte di settore).La cucina del Nobile Rione Giotti, mai paga dei propri risultati e sem-pre pronta a mettersi in gioco per soddisfare gli avventori, vi aspet-ta; quindi “accorrete o genti” e ri-cordate che “Uno non può pensa-

re bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.” (Virginia Woolf). Noi siamo sicuri di soddisfare appieno questo modo di dire. Metteteci alla prova e non rimarrete delusi.

Emanuele Roscini

Nel 1600 era il rione dove si concentravano i divertimenti dei fo-lignati con il suo gran

numero di taverne e ogni altro luogo di ritrovo, in grado di soddisfare lo spirito goliardico della “cittade tut-ta”. Quello splendido dedalo di vi-coli, ancora tali e presenti a cornice dei 400 anni della Giostra di Foligno, posizionati alle spalle della Piazza Grande ospitava e ospita ancora, la famosa Taverna del Prete di Rostovi-glio, cuore palpitante della vita bian-coceleste offrendo divertimento ed ottima gastronomia.Ecco il Nobile Rione Giotti, nobile perché è l’unico ad essere inserito nello stemma della famiglia del con-tradaiolo Monsignor Luigi Faveri, conservare come propria caratteri-stica quella dell’aggregazione diven-tando scuola quintanara per molti giovani folignati. Varcando la soglia d’ingresso della ta-verna la Corte, arricchita da fiaccole, tavoli e panche di legno, ci trasporta indietro nel tempo, in quel 1613 che per la forza e la dedizione dei contra-daioli, ritorna in vita con tutto il suo vigore ed il suo pathos. La cantinetta

del vino, particolare per il pozzo al suo interno, insieme al buzzico della birra, completano il quadro storico fedelmente al periodo della manife-stazione.La Sala Grande, “parte popolare” della locande del prete di Rostovi-glio, completamente in pietra, è ca-ratterizzata d’archi e addobbi floreali che aiutano a rende il luogo anco-ra più magico con la sua atmosfera barocca; da una finestrella ecco in-travedersi una saletta con appesi al muro pentole, tegami, mestoli e tut-to quello che poteva far parte di una cucina dell’epoca: la “Sala Della Mas-saia”, una delle sue salette adiacenti alla principale. La seconda saletta si distingue per i finimenti dei caval-li, appesi alle pareti, assieme ad atri “arnesi” utili alla cura e “giuoco” del destriero (amore e protagonista, in-sieme al cavaliere, della giostra): ecco la Sala del Maniscalco.Naturalmente lo spirito “bellicoso” in difesa dei propri colori al “Campo de li Giochi”, non manca all’interno delle mura e dell’energia dei giottini; “anima di sfida” resa visibile e con-creta anche nella Sala delle Armi tra alabarde e motti “bellicosi”, spazio

dove la pietra ha veramente ritro-vato il suo vigore e splendore (grazie ai lavori di ristrutturazione, fatti dai popolani).Dopo la parte popolare (così come la storia insegna che ai piani bassi si trovava il popolo, al pari nei piani alti solo la nobiltà dimorava), salendo le scale che sovrastano la Corte, ci si ritrova in un corridoio, anticame-ra delle tre grandi stanze di “nobile animo e vita”: la prima dedicata ad una delle figure cardine del Giotti, Amedeo Ciancaleoni, storico ed in-dimenticabile priore, maestro di vita per ogni giottino; le altre due sono poste ed organizzate come a “difesa” dei simboli della gloria conquistata negli anni dal Nobile Rione nel Cam-po de li Giochi, allestite con corazze, di ricca forgiatura e damaschi in rilie-vo sulle mura come ad evidenziare lo stacco storico con la parte popolare della taverna. Qui i muri proteggono con “senso dell’onore”, ciò di cui un rione va più orgoglioso: i palii vinti tra “grida, gioia ed urla di vittoria”, memoria delle glorie passate ma so-prattutto stimolo di fierezza per i giottini tutti.

Emanuele Roscini

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33Sola Fides su Victoria

Barocco in …”campo di cielo”“Finalmente un

bel colore!” esclamò il Pre-sidente Sandro Pertini, in visita a Foligno nell’ottobre del 1984, quando mi baciò la mano, sotto le arcate di palazzo Trinci. E il bel colo-re era quel celeste Madonna d’un drappo da letto, con cui era stato confezionato, in fretta e furia, l’abito per la prima dama del rione Giot-ti. Ricordo con emozione quell’incontro, sigillato da

quella frase che venne spontanea al Presidente, che aveva incontrato prima di me una dama vestita di nero con fregi dorati, che probabilmente avevano richiamato alla sua mente, i colori dei drappi funebri. Bel colore davvero è il celeste del nostro rione, che oscilla tra la chiarezza del cielo senza nubi e le acque del mare! Colore amato dai pittori di ogni epoca, che ne hanno fatto lo sfondo prestigioso delle immagini di Cristo. Ma è anche colo-re potente per gli antichi, che attribuivano al celeste la forza di un talismano, proprio perché colore del cielo, dove risiedevano gli dei. Kìanos lo chiamavano i greci che con questa parola designavano il celeste in tutte le sue tonalità. Ciano, per i romani, era il colore del cielo e del mare e Ciano era il profumatissimo giacinto che sedus-se Persefone, che passò dal giardino fiorito, al silenzioso mondo dei morti. In Egitto, il creatore dell’universo, Kne-ph, era raffigurato nel colore del cielo e il loto azzurro, il nanufar, era considerato il più divino dei fiori e offerto ritualmente al Sole affinchè tornasse a risplendere ogni mattina. Nel Medio Evo, mentre nasceva il sodalizio fra l’oro e l’azzurro ”il dolce color d’oriental zaffiro” che conquistava la pittura sacra, i trattati d’amore suggeriva-no agli innamorati di donare fiori celesti, come promessa di fedeltà. Colore tra gli “onesti”, insieme al nero e al

bianco, era considerato da Calvino e poiché la Madon-na s’abbigliava di celeste, anche la società aristocratica cominciò ad imitarla. Ma il celeste è soprattutto colore ispiratore di pace e di concordia e per questo è adatto alle bandiere e agli stemmi araldici e proprio dall’araldica inglese deriva quella definizione, che trovo suggestiva e romantica, di “campo di Cielo” per indicare il celeste im-piegato anche, per la verniciatura dei velivoli della Royal Air Force. Ma celeste è anche la bandiera dell’Argenti-na, patria dell’ultimo grande Papa e ancora celeste è la bandiera vittoriosa del Napoli di Maradona, ma celeste è anche la bandiera della nostra squadra di calcio e celeste è la bandiera del Giotti, la cui nuance vira dolcemente al turchese. Ci piacerebbe sapere quando e chi pensò bene di caratterizzare l’Arme del rione, ponendo un gi-glio e una croce, tra le onde bianco celesti. In realtà quel piccolo rione che racchiudeva il potere ecclesiastico ed il polo della religiosità cittadina, con la chiesa Cattedra-le, il Vescovado, la chiesa di Santa Marta e l’Oratorio del Buon Gesù, non aveva ancora, nel XVII secolo, un’Ar-me ben definita. Quel giglio senza pistilli, con accanto la croce in campo ondato, compare per la prima volta nella Sala delle Armi del Palazzo Comunale, dove furono affrescate nella prima metà dell’ottocento, le 20 bandiere, raggruppate a trofeo, con i nomi e gli stemmi degli allora 20 rioni cittadini. Dipinta ad acquerello la effigiò, accanto ai simboli degli altri rioni, lo storico folignate Mancinelli in un libro prezioso, scritto a mano, gelosamente con-servato nella Biblioteca comunale. Forse creata ex novo, dunque, nel secolo diciannovesimo, la bandiera del Giotti ricompare nella processione di San Feliciano del 24 gen-naio del 1939, quando le 20 bandiere degli antichi rioni sventolarono per le vie cittadine, rimanendo poi esposte all’interno della Cattedrale. Quello che avvenne dal 1946 ad oggi è storia risaputa: forse non seicentesche le radici storiche del nostro emblema, ma poco importa: per noi giottini non c’è niente di più bello di quel”campo di cielo” che ci fa battere il cuore e che, tante volte, abbiamo visto ondeggiare in segno di vittoria!

Prof.ssa Ambra Cenci

Barocco in…“campo di cielo”

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34 Nobile Rione dei Giotti 35Sola Fides su Victoria

La scelta del nome (ab-breviazione dei termini inglesi Latency Gap-ri-tardo-) ci è subito sem-

brata divertente; un po’ per l’andazzo di chi lo frequenta e un po’ per esor-cizzare in maniera comica (cinica?) gli ultimi risultati Quintanari. Ad ogni modo, l’idea di un Laborato-rio Artistico, è partita dalla voglia di passare del tempo insieme ai riona-li che desiderino approcciare ad un percorso artistico di natura pittorica. Fortemente sostenuta dal Priore Dolci, abbiamo iniziato questo per-corso buttando in terra i primi semi fondamentali per eseguire un’opera: sezione aurea, cenni di prospettiva, grammatica del colore.Ovviamente, benché i titoli di studio lo permettano, il nostro ambito non

è quello di insegnare a dipingere, ma quello di seguire e consigliare nella tecnica e nelle soluzioni di svolgi-mento, questi pittori in erba, che ogni domenica pomeriggio e lunedì sera si riuniscono in Taverna per stare insie-me, ascoltare musica e esprimersi at-traverso le forme più congeniali.A turno, ognuno di noi sottopone agli altri la propria Playlist musicale che va a stendersi come un tappeto su acquerelli, tentativi di quadri a olio, cenni di matita e colpi di tempere. I soggetti ritratti sono per lo più per-sonali e ispirati dal momento, “Colori caldi, Carnevale, Reinventa il simbolo del Giotti” sono stati gli unici temi che ci siamo proposti. Al termine della stagione 2012-2013 del Lag, ci sarà un vernissage con aperitivo in Taverna per illustrare ai

più affezionati, ai curiosi, agli scettici, quanto fino a quel momento è stato prodotto. Cercheremo di allestire un’asta dei lavori più significativi per poter di-sporre di un piccolo fondo cassa che ci permetterà di realizzare le coreo-grafie delle prossime Giostre, e per acquistare l’occorrente per la nuova stagione del Laboratorio.Ringraziamo i partecipanti più assidui e i saltuari:Giuseppe De Santis, Andrews Sor-belli, Nelly Stella, Stella Menichelli, Andrea Bertini, Dragana Gjorgjeska, Marika Cruciani, Dalia Riccetti, Fabri-zio Todisco, Marialucia Metelli.

Le coordinatriciClaudia Angelini, Elisa Ciancaleoni

Laboratorio Artistico

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Rione Giotti

36 Nobile Rione dei Giotti

1946 OSVALDO MINESTRINI

1947-1949ERALDO RENZINI

1950 C. BERIOLI

1951 ALCESTE AGUJARI

1952-1954OSVALDO NARDI

1955G. EGIDI

1956-1959OSVALDO NARDI

1960BRUNO RICCI

1961-1965MARCELLO FORMICA

1966-1975AMEDEO CIANCALEONI

1976-1977 TONINO AZZARELLI

1978MAURO FORMICA

1979-1980 CLAUDIO ROSI

1981PAOLO GIUSTI

1982-1984MAURO MAZZOCCHI

1985PIERO CRUCIANI

1986FABIO CRUCIANI

1987-1989CINO FELICI

1989MARIO GIACOMONI

1990 DAVID MERCANTI

1991MASSIMO MONTEFIORI

1992 DAVID MERCANTI

1993-1997 LORENZO PACI

1998 ROBERTO LANITE

1999 ALFIERO CAPIANI

2000 LUCIO ANTICI

2001-2002 EMANUELE FILIPPUCCI

2003-2008 DANIELE SCARPONI

2009GIORGIO ANGELI

2009LUCA VENERI

2010MASSIMO GUBBINI

2011MASSIMO GUBBINI

2012MASSIMO GUBBINI

2013MASSIMO GUBBINI

Cavalieri negli Anni

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Nobile Rione dei Giotti40

Ciao Marco… Come un Gladiatore nell’Arena

Come un gladiatore nell’arenaCombattendo, minuto per minuto, ora per ora,giorno per giorno,questo mostro terribile è arrivato.Disperatamente combatte,cercando di cancellarlo dal suo corpo, ma la lotta continua impari, furibonda e feroce.Il mostro ha la meglio:lui reagisce ed ancora combatte,con tutte le sue forzema inutilmente.Il mostro lo addormentaE se lo porta via.Il mostro ha vinto:ma l’amore è più forte.È immortale.

Franco Parigi

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42 Nobile Rione dei Giotti

Memoria Storica, Forza del Presente

Innumerevoli racconti di sacrifici e passione; i sacrifici e le continue scommesse in un pro-

getto comune nato quasi per scherzo ma con una forza inarrestabile che, mano a mano, e’ divenuta calamita di numerose persone e personalità.Quei padri fondatori, per usare termini storici, che prima di essere giottini, nascono come quintanari, in quegli anni in cui l’appartenenza rionale era piu’ una differenziazione solo territoriale e non di valori; anni in cui il progetto Quintana era in uno stato embrionale e non per questo meno valido, anzi forse più puro e vero.Giuliano Scarponi, professore d’arte, amante della storia e membro, oltre che del Consiglio rionale del Giotti, della Commissione Arti-stica dell’Ente, e’ uno dei tanti esempi di questi al-bori quintanari, di quella storia nata per scherzo e diventata baluardo della nostra città.Parliamo degli ultimi anni sessanta, periodo in cui quasi per noia un gruppo di ragazzi si ritrovavano in stanzette di fortuna, in palazzi “prestati” come luogo di ritrovo; anni in cui l’idea di taverna pas-sava silenziosa nelle loro menti, più come una speranza ed un miraggio, che solo successivamente sarebbe diventata realtà.Una realtà, divenuta tale arrabattan-do tra le famiglie del quartiere, tutto quello che poteva servire (sia come strumento vero e proprio di lavoro, sia come “materia prima” per un pri-mitivo menu’ da proporre agli even-tuali avventori).In Giuliano ancora vivono forti nella mente e nell’anima, quelle giornate di lavoro in sordina, quelle serate gale-otte in cui si dovevano sbrigare per dare vita alla Locanda del Prete di Rostoviglio (basti pensare che in una nottata hanno smontato e risistema-to quello che e’ oggi il nostro tetto).Ricreare “falsi storici” simili, il più possibile, alla realtà dell’epoca della

manifestazione (esempio fra tutti è la scalinata che dalla sala nobiliare por-ta fino alla corte del Nobile Rione, formata da mattoni messi “in punta” sfruttando il lato alto e non la “pia-nella” nella sua misura intera, come dettavano i testi storici conosciuti e studiati dal Prof. Scarponi nella sua crescita culturale; la stessa ringhiera presenta questa indole di “adatta-mento” alle necessità di un falso sto-rico d’autore, con le sue fantasie di ricci e curve dolci).Abbiamo anche parlato di una forte vena artistica di questo quintanaro e giottino, indole che si può ritrovare all’interno delle mura rionali: nella sala grande, dove sulla sinistra e sul-la destra (osservandola dall’ingresso principale) ritroviamo due pitture dettagliatissime, della città di Foligno

(forse non troppo visibili e lasciate un pochino allo stato del tempo). Sicuramente l’opera che più salta all’occhio degli avventori e di tutti i nuovi giottini e’ quella dei tre oscuri figuri, rinominati amichevolmente i “mammocci”, che si stagliano sopra il tavolo del cavaliere, subito innanzi alla sguardo di chi giunge.Una personalità tipicamente giottina quella di Giuliano Scarponi, carat-terizzata da quell’indole guerriera e puramente folignate; un carattere forte e deciso di quelli che “non vo-gliono li piedi sulla testa” e che non hanno problemi nel dire quello che credono e pensano di chi si sente forse un po troppo “esperto” della nostra manifestazione.Basti pensare ad un simpatico aned-

doto accaduto durante la prima meta’ degli anni settanta in cui, nel-la costruzione del primo “buzzico” della taverna (la’ nella nostra corte), dopo un’intensa giornata di lavoro di quei ragazzi, ora uomini e fonte di memoria storica che mai dovreb-be andare persa, per una forte cri-tica basata sull’ambito estetico e la discutibile utilità del luogo, Giuliano ha seguito il proprio carattere, af-ferrando un palo (scarto della cre-azione ultima) e in meno che non si dica distruggendo completamente la struttura.

Ribadisco, caratteri forti con quella follia che caratterizza sia i giottini di ieri come quelli di oggi.

Un padre fondatore (si ripetere la frase e’ giusto in questo caso) da porre insieme a tutte quelle personalità che hanno fatto grande il Nobile Rione Giotti e la Quintana tutta.Disegnatore di bozzetti per i costumi di sfilata, esperto storico della cultura cittadina, amante della Giostra e di tutto quello che riguarda la storia della manifesta-zione, vuole lasciare un messaggio forte a tutti coloro che si avvicinano

per la prima volta alle mura rionali e alla Giostra: un “Svegliatevi” urla-to a voler spronare le nuove leve a non fermarsi al solo aspetto goliar-dia del Rione ma dedicarsi appieno a difendere questo progetto diventato realtà, questa idea di luogo di ritrovo che ora chiamiamo taverna e divenu-ta mattoni e tavoli.Di sentirsi fortunati ad avere un luo-go di ritrovo, di amicizie e scuola di vita; nel fare Quintana contribuendo in ogni aspetto nella storia di Foli-gno. Sopratutto sentirsi orgogliosi d’essere giottini e mai accontentarsi e fermarsi nel far crescere il Rione e la Giostra con le proprie idee e il proprio lavoro volontario, sempre con quell’umiltà che forse si e’ anda-ta a perdere negli ultimi anni.

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44 Nobile Rione dei Giotti

Il Concorso Fotografico

L’idea del Concorso fotografico “Le 13

foto più belle per il Calendario Giotti

2014” è nata in occasione della ricor-

renza dei 400 anni della Giostra della

Quintana. Lo scopo del concorso è quella di mo-

strare il movimento, la gestualità, il colore, la gara, le

manifestazioni collaterali, in poche parole la vita…..

del nobile rione Giotti.

Un modo per tuffarsi in tutte le manifestazioni e

cercare quell’atmosfera tipica della notte delle ban-

diere, della cena grande, della sfilata, della gara eque-

stre, della fiera dei soprastanti con tutte le vario-

pinte bancarelle.……….insomma un buon motivo

per scattare foto!! Quindi, per la prima volta i pro-

tagonisti saranno tutti i giottini con i loro atteggia-

menti colti al volo, naturalmente sempre inseriti in

un contesto globale evitando primi piani. Alla fine, le

migliori tredici foto faranno da cornice al Calenda-

rio giottino del 2014.

http://www.rionegiotti.it/concorso-fotografico

Giancarlo Balzarini

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46 Nobile Rione dei Giotti

Giostra della Quintana 1963

L’8 settembre di cinquant’anni fa l’Animoso Marcello Formica in sella a Briosa trionfava al campo de li giochi

portando in piazza Faloci il primo Palio della storia del Rione

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Cantaquintaniere 2013 primo classificato Rione GiottiSilvia e Pugio “Non si lasceranno mai”

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