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N. 4 - Novembre-Dicembre 2015Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/32/2012

Guardiamo al nostro mondo. Sembrerebbe unmondo senza piet. La scienza e la tecnicache pretendono di governare tutto fanno appelloalla fredda ragione matematica; la societ industrialenon pensa che al reddito, suscitando rivendicazioni di-versificate; la politica e leconomia conoscono lottesenza quartiere; il terrorismo, che si diffonde ovunque,colpisce alla cieca; le guerre in corso provocanomigliaia di morti; i profughi sono rifiutati dai Paesi co-siddetti sviluppati; e, nonostante tutti gli sforzi e i trattatiinternazionali, lo spettro minaccioso di un conflitto pla-netario ancora alle porte. un mondo che lascia dif-ficilmente spazio alle emozioni, ai sentimenti, alla com-passione...

Per questo mondo duro e insensibile, Ges oggicome ieri proclama: Beati i misericordiosi perch ot-terranno misericordia (Mt 5, 7). E papa Francescoripete questo annuncio alla Chiesa e almondo, invitandoci a celebrare ilGiubileo della Misericordia. Mi-sericordia la composizione didue parole: miseria e cuore. Poi-ch con cuore indichiamo la ca-pacit di amare, misericordia si-gnifica amore che guardaalla miseria della perso-na. Misericordioso chi ha un cuore ca-pace di essere feritodal bisogno altrui(morale o materia-le); chi apre il cuo-re allaltro e agi-sce per soccor-rerlo nella ne-

cessit; chi, dietro le ferite della miseria che sfigura odella decadenza morale che aliena, sa vedere lapersona da amare e soccorrere.

La misericordia non soltanto un aspetto dellamore diDio; il suo stesso essere: Quanto il cielo alto sullaterra, cos la sua misericordia; essa laltezza di Dio,la sua trascendenza. Ma anche la sua umanit, se ilsalmista pu affermare: Come tenero un padre versoi figli, cos il Signore tenero verso quelli che lotemono (cf Sal 103, 8. 13). Trascendente e vicina ad untempo, la misericordia di Dio capace di togliere ognimale: Quanto dista loriente dalloccidente, cos egliallontana da noi le nostre colpe (v. 12), la sua colleradura un istante, la sua bont per tutta la vita (Sal 30, 6).La grande lezione della Scrittura che grazie alla mise-ricordia il perdono possibile. Al male delloffesa, Diorisponde con il bene della sua venuta; al male deldissenso e del rifiuto di lui, Dio risponde con il bene del-lalleanza ripetutamente offerta e compiuta in Ges, che

accoglie luomo ferito dal peccatoe con il suo perdono fa di luiuna creatura nuova, restituitaalla dignit e bellezza origi-naria di figlio di Dio. La mi-sericordia la grazia che

ci avvolge da sempre, sen-za misura da parte diDio e senza merito da

parte nostra; quan-to Ges esige daidiscepoli: Siatemisericordiosi co-me misericor-dioso il Padrevostro che nei

il dono della Misericordia

SPECIALE GIUBILEO

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Il Risveglio newsEditore: Arcidiocesi di Spoleto-Norcia - Via Aurelio Saffi, 13 - 06049 Spoleto (PG)Direttore responsabile: Dott. Francesco CarliniRedazione: Via Aurelio Saffi, 13 - 06049 Spoleto (PG) - Tel. 0743 231030 - E-mail: [email protected] corrente postale: N. 1006054207 intestato a: ARCIDIOCESI SPOLETO NORCIA IL RISVEGLIO NEWSGrafica, impaginazione e stampa: Tipografia Cardoni s.a.s. - Via degli Scipioni, 35/B - 00192 Roma - [email protected] nel Registro Giornali e Periodici del Tribunale di Spoleto: n. 2/2012 - Iscrizione al ROC n. 22208

cieli (Mt 5, 48); il pipuro riflesso di Dio inuna vita umana. Ed anche lavvenire divinodelluomo.

Per, per poter esercitarela misericordia bisognaavere ricevuto misericor-dia. Potremmo dire, ispi-randoci ai neologismi dipapa Francesco, che permisericordiare dobbia-mo essere misericordia-ti. Perch evidente chenon possiamo donare senon ci che abbiamo ri-cevuto (cf Misericordi Vultus,9). E se non abbiamo ri-cevuto nulla, non donia-mo nulla. Santa TeresadAvila affermava: Misono stancata prima iodi offenderlo che Dio diperdonarmi. Papa Fran-cesco, nella prima omeliapronunciata come Ponte-fice, ha detto: Lui ve-nuto per noi, quando noiriconosciamo che siamopeccatori. Non facile affidarsi alla misericordia diDio, perch quello un abisso incomprensibile. Madobbiamo farlo! Ges ti abbraccia, ti bacia e ti dice sol-tanto: Neanchio ti condanno; va, e dora in poi nonpeccare pi (Gv 8, 11). Soltanto quel consiglio ti d IlSignore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi checi stanchiamo di chiedergli perdono. Chiediamo lagrazia di non stancarci di chiedere perdono, perch Luimai si stanca di perdonare.

Nella Lettera Enciclica Dives in misericordia, san GiovanniPaolo II invitava la Chiesa a professare la misericordia,ad introdurla ed incarnarla nella vita, ad implorarlanella preghiera. Professare la misericordia facile.Ogni volta, infatti, che ci accostiamo al Sacramentodella Riconciliazione, proclamiamo che Dio Signoredella nostra vita, che pi grande del nostro peccato,

che il suo amore per noitrionfa sulla fragilit esul buio dellesistenza.Incarnare la misericordia pi difficile. Vuol diremettere in pratica la do-manda del Padre nostro:Rimetti a noi i nostri de-biti come noi li rimettiamoai nostri debitori; vuoldire saper comprendere,saper capire, voler per-donare fino a settantavolte sette (cf Mt 18, 22). testimonianza necessaria,quotidiana: Se non per-donerete a chi vi ha fattodel male dice Ges ,neppure il Padre vostroperdoner a voi (cf Mt6, 15). Bisogna infine im-plorare la misericordia,credendo fermamente an-che al valore di una pre-ghiera che non ha unaefficacia immediata con-nessa con il suo esercizio.Perch la preghiera diimplorazione, soprattuttonei casi-limite nei quali

pare di non poter fare altro, resistenza attiva e vera almale.

Tutti questi esercizi vengono proposti a noi dal Giubi-leo. Li compiremo, come singoli e come Chiesa diocesana,accompagnati dallesempio e dallintercessione dei nostriSanti, mentre riascolteremo, pressante ed amica, laparola di Ges: Beato te, se saprai accogliere nel cuore e nella vita lamisericordia di Dio. Beato te, se non sarai insensibile alla miseria dellaltro. Beato te, operatore di misericordia, perch otterrai mi-sericordia!

+ Renato BoccardoArcivescovo

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Preghiera del Papa per il Giubileo

Signore Ges Cristo,tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,

e ci hai detto che chi vede te vede Lui.Mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Il tuo sguardo pieno di amore liber Zaccheo e Matteo dalla schiavit del denaro;ladultera e la Maddalena dal porre la felicit solo in una creatura;

fece piangere Pietro dopo il tradimento,e assicur il Paradiso al ladrone pentito.

Fa che ognuno di noi ascolti come rivolta a s la parola che dicesti alla samaritana:Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:

fa che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.Hai voluto che i tuoi ministri fossero anchessi rivestiti di debolezza

per sentire giusta compassione per quelli che sono nellignoranza e nellerrore:fa che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzioneperch il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore

e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggioproclamare ai prigionieri e agli oppressi la libert

e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordiaa te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Amen

Perch un Giubileo?- per sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da

Ges, che come Buon Pastore venuto a cercarci perch cieravamo smarriti

- per percepire il calore del suo amore quando ci prendesulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre

- per essere toccati dal Signore Ges e trasformati dalla suamisericordia, per diventare a nostra volta testimoni di miseri-cordia.

Indicendo il Giubileo della Misericordia, papa Francesco haespresso lauspicio che esso sia vissuto intensamente in ogniDiocesi, cos da consentire a tutti di incontrare ed esperimentarela misericordia di Dio attraverso loperosa missione dellaChiesa. Un segno dellAnno Santo sono le Porte della Misericordia,aperte nelle Basiliche Papali a Roma e in ogni Chiesa locale.Nella nostra Archidiocesi, la Porta sar aperta dallArcivescovonella Basilica Cattedrale di Spoleto, nei Santuari di Santa Ritaa Roccaporena e a Cascia e nel Santuario della Madonnadella Stella in Montefalco.

Il Giubileo dellaMisericordia

La misericordia di Dio pi forte del peccato Sappiamo di essere chiamati allaperfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamoforte il peso del peccato. Mentrepercepiamo la potenza della graziache ci trasforma, sperimentiamoanche la forza del peccato che cicondiziona. Nonostante il perdono,nella nostra vita portiamo le con-traddizioni che sono la conse-guenza dei nostri peccatiLamisericordia di Dio per pi forteanche di questo. Essa diventa indul-genza del Padre che attraverso laChiesa raggiunge il peccatore per-donato e lo libera da ogni residuodella conseguenza del peccato, abi-litandolo ad agire con carit e acrescere nellamore piuttosto che ri-cadere nel peccato. (Papa Francesco)

Per ricevere il dono dellindulgenza Attraversare la Porta della Mise-

ricordia con il desiderio dellaconversione.

Confessarsi entro otto giorni. Partecipare alla celebrazione eu-

caristica. Pregare secondo le intenzioni

del Sommo Pontefice. Compiere un gesto

di carit e di penitenza.

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IL GIUBILEO DELLA MISERICORNELLA PIANA SPOLETIN

Apertura delle Porte Sante. Domenica 13 dicemDomenica 20 dicembre 2015 nei Santuari: alle 9.30 a Roccapor

MONTEFALCO, SANTUARIO MADONNA DELLA STELLA: RISCOPRIRE LA VIA CRUCIS,MOMENTO PER FARSI ABBRACCIARE DALLA MISERICORDIA DI DIO

ISantuari sono luoghi, dice papa Francesco, dove i pellegrini sono toccati nel cuoredalla grazia e trovano la via della conversione. Un Santuario ebbe a dire il card.Angelo Comastri a Spoleto nel 2011, nei Dialoghi in citt nasce da una intensa einattesa irruzione del Cielo nelle vicende della terra. E questa irruzione non unaintrusione, ma un dono, una grazia, una luce che rimane legata al luogo e parla alle ge-nerazioni successive. Cos accaduto nel luogo dove oggi sorge il Santuario dellaMadonna della Stella: questi fatti sono un dono, una grazia, un regalo di Dio prima di

tutto per voi che vivete in questa terra!. Nel santuario della Madonna della Stella due aspetti si intrecciano: storia di un popoloe storia personale. Nella storia di un popolo ci sono i ricordi dei nonni o dei bisnonni che tramandano lepoca delle apparizioni,i pellegrinaggi di una volta, a piedi o col calesse, le processioni dai paesi vicini. A questi si aggiungono le storie di gente cheassicura di aver ricevuto grazie dalla Vergine e, comunque, di averne avvertito la protezione in momenti difficili della vita.Il popolo che frequenta questo Santuario, in aperta campagna della piana spoletina, costituito non da turisti, ma dapellegrini attratti dalla Madre della Misericordia, che ad essa chiedono il perdono dei peccati e il dono della fedeltcoerente al Vangelo. In questo luogo, il sacramento della Riconciliazione tappa particolarmente importante e sentita dalpellegrino. Ovviamente, vi si celebra lEucarestia, si proclama ed insegna la Parola di Dio, si recita il Rosario, momenti chesaranno specialmente curati nellAnno Santo. Particolare attenzione avr poi la pia pratica della Via Crucis ogni primo venerd del mese. E ci per ricordare, comeafferma papa Francesco, che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escluderenessuno o, come diceva il fondatore dei Passionisti, san Paolo della Croce, che la Passione di Cristo opera damore; opera di infinito amore; la pi stupenda opera del divino amore. La Via Crucis un momento per farne memoria, perabbracciare e per farsi abbracciare dalla Misericordia di Dio, come Maria ai piedi della Croce.

Padre Luciano Temperilli, cp Rettore del Santuario della Madonna della Stella

SPOLETO, BASILICA CATTEDRALE: NELLANNO SANTO LA MADRE DI DIO CI ACCOM-PAGNER AMOREVOLMENTE

In questo Anno Santo considero un grande privilegio accogliere nella chiesa madredi tutte le chiese i pellegrini che verranno per varcare la Porta Santa e viverelesperienza dellabbraccio misericordioso del Padre nel dono dellindulgenza. Ca-ratteristica della Cattedrale quella di essere un grembo accogliente e fecondo: dalluogo dove il Vescovo successore degli Apostoli e inviato dallo Spirito quale maestroe modello per tutti i cristiani insegna e celebra, vivremo in questo speciale annomomenti alti di spiritualit e di comunione ecclesiale. In sintonia con la Chiesa

universale, in particolare con il magistero del Successore di Pietro, saremo illuminati e condotti dallo Spirito a sperimentarelamore di Dio che consola, che perdona e dona speranza.In questa esperienza ci guider e ci accompagner amorevolmente la Madre di Dio, venerata dal popolo spoletino col titolo diSantissima Icone. NellAnno Santo della Misericordia ogni terzo gioved del mese, alle ore 16.00, ci ritroveremo nella Cappellaad essa dedicata in Duomo per una celebrazione mariana. I pellegrini, inoltre, avranno la possibilit di partecipare ogni giornoallEucaristia (ore 9.00 nei giorni feriali e ore 11.30 nei giorni festivi) e di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.Chiediamo alla Vergine Maria di prenderci per mano in questo Anno Giubilare e farci scoprire il volto misericordioso del suoFiglio; interceda e chieda per noi al Padre di perdonarci e di illuminarci. Sotto il suo manto santo, tutti troveremo riparo econforto, non solo in questo anno, ma per tutta la vita.Ringraziamo il buon Signore per aver ispirato al Romano Pontefice di concedere alla Chiesa questo anno di grazia.

Don Sem Fioretti Rettore della Basilica Cattedrale

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DIA A e NELLA TERRA DI SANTA RITA bre 2015: alle 16.00 nella Basilica Cattedraleena, alle 11.00 a Cascia e alle 16.00 alla Madonna della Stella

CASCIA, SANTUARIO SANTA RITA: GUIDARE I PELLEGRINI, IN PARTICOLARE ATTRAVERSOLA CONFESSIONE, A RIVEDERE LA PROPRIA VITA E ORIENTARLA SECONDO IL DISEGNODI DIO

Domenica 20 dicembre ore 11: il nostro arcivescovo mons. Renato Boccardoaprir la Porta Santa nella Basilica di santa Rita in occasione del Giubileo dellaMisericordia indetto da papa Francesco, dando cos la possibilit a quantiverranno di accogliere il dono dellindulgenza plenaria. Dono prezioso, che verrusufruito anche dalle Monache agostiniane custodi del corpo di santa Rita le quali,essendo claustrali, non possono recarsi altrove.

Questo Giubileo della Misericordia sar particolarmente sentito nella nostra Basilica di Cascia, dove il messaggio di santaRita si coniuga fortemente con la misericordia: ella, infatti, nel suo tempo tormentato e inquieto seppe, prima tra le mura dicasa e poi tra i concittadini di Roccaporena e Cascia, favorire riconciliazione e fraternit, portando tutti con la preghiera econ la sua dolcezza a pi a miti consigli e pacifici pensieri. Grati al buon Dio per questo anno di grazia, il nostro Santuario, per facilitare il cammino penitenziale dei pellegrini, in unionecon il Monastero, ha pensato ad incontri di preghiera, liturgie penitenziali e celebrazioni ritiane: il pellegrino sar guidato arivedere la propria vita e orientarla secondo i disegni di Dio. Nel sito internet del Santuario - www.santaritadacascia.org -troverete informazioni pi dettagliate circa le celebrazioni giubilari.Santa Rita, modello e maestra di misericordia, possa accompagnare in un cammino di vera conversione personale efamiliare quanti verranno ad invocarla, a gloria di Dio e della sua Chiesa.

Padre Mario De Santis, osaRettore della Basilica di Santa Rita a Cascia

ROCCAPORENA, SANTUARIO DI SANTA RITA: PARTICOLARE ATTENZIONE PER I GENI-TORI DEI FIGLI IN CIELO, PER LE PERSONE VEDOVE E PER LE FAMIGLIE

Il 20 dicembre prossimo il Giubileo della misericordia vedr protagonista anche ilnostro Santuario di Roccaporena con lapertura della Porta Santa. Scrive papa Fran-cesco che i Santuari sono meta di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spessosono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. In comunione con il cammino giubilare proposto dalla Chiesa diocesana, il Santuariodi Roccaporena custode e testimone insieme a quello di Cascia del messaggio disanta Rita vuole essere luogo di grazia nel quale tanti possano esperimentare e

gustare liniziativa dellamore per gli uomini del Dio vivente.Intendiamo proporre alcuni momenti di incontro, con lintento di donare un rinnovato e pi efficace impulso alle attivit ordi-narie della pastorale che qui si svolgono. Essi si riferiscono ad ambiti specifici della vita, che ha vissuto anche la nostraSanta: incontro con i genitori dei figli in cielo (9 aprile 2016), con le persone vedove (28 maggio 2016) e con le famiglie(8 ottobre 2016). Il Santuario di Roccaporena diverr per loro luogo privilegiato per fare esperienza della presenza amore-vole e misericordiosa di Dio manifestata in Ges, volto della misericordia del Padre. Qui troveranno uno spazio fecondo,lontano dagli affanni quotidiani, ove potersi raccogliere e riacquistare vigore spirituale per riprendere il cammino di fede conmaggiore ardore e speranza, cercando di seguire Cristo nella vita ordinaria e testimoniarlo in mezzo al mondo. Ringrazio fin dora quanti verranno pellegrini a Roccaporena e a tutti assicuro la pi cordiale vicinanza nel Signore, sotto losguardo di santa Rita.

Don Simone MaggiPro-Rettore del Santuario di Roccaporena

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CONTEMPLIAMO GES CRISTO, VOLTO DELLA MISERICORDIA DEL PADREGes Cristo il volto della misericordia del Padre. Ilmistero della fede cristiana sembra trovare in questaparola la sua sintesi. Essa divenuta viva, visibile eha raggiunto il suo culmine in Ges di Nazareth. IlPadre, ricco di misericordia, mand suo Figlio natodalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo defi-nitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre. Gesdi Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e contutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.

Il percorso giubilarenella basilica Cattedrale di Spoleto

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VARCARE LA PORTA DELLA MISERICORDIAIo sono la porta delle pecore, diceGes. Se uno entra attraverso dime, sar salvato; entrer e uscir etrover pascolo.

Attraversiamo la Porta Santa conpiena fiducia di essere accompagnatidalla forza del Signore Risorto checontinua a sostenere il nostro pelle-grinaggio; lasciamoci abbracciaredalla misericordia di Dio e impe-gniamoci ad essere misericordiosicon gli altri come il Padre lo connoi. una Porta della Misericordia,dove chiunque entrer potr speri-mentare lamore di Dio che consola,che perdona e dona speranza.

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RICORDIAMO I TESTIMONI DELLA MISERICORDIAFacciamo grata memoria di alcuni figli della nostra terra che hanno accolto labbraccio della misericordiadi Dio e lhanno testimoniato nella vita e nelle opere. I santi ricorda papa Francesco sono esempida imitare; i loro gesti di amore e di misericordia sono gli unici che resistono alla distruzione dellamorte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parolabuona, un sorriso.

3San Benedetto Patriarca dei Monaci dOccidente

Nacque a Norcia verso il 480. Comp gli studi classici a Roma, dove conobbeil degrado economico e sociale della citt. A 17 anni, accompagnato dallanutrice, fugg verso Tivoli per dedicarsi in solitudine alla vita religiosa eraggiunse la vicina localit di Subiaco.Molti andarono da lui e lo riconobbero come maestro. Benedetto decise cos diabbandonare la vita ascetica per dedicarsi allinsegnamento: fond dodicipiccoli monasteri, con i rispettivi superiori che facevano capo a lui, riservandoper s quello dedicato alla formazione dei discepoli. La sua fama si diffuse anche presso la nobilt romana: due illustri cittadini gliconsegnarono i propri figli, Mauro e Placido, che saranno i primi membri dellagrande famiglia benedettina. Ma la gelosia e lavversione per il successo cheegli riscuoteva tra i giovani spinse un monaco di nome Fiorenzo a tentare di uc-ciderlo con del pane avvelenato. Benedetto decise allora di trasferirsi altrove e nel 525 giunse a Cassino. Quiinizi la costruzione di una nuova dimora per i suoi monaci e, soprattutto,redisse la Regola, che sar di ispirazione a tutto il monachesimo occidentale.Nella Regola scrisse: Non disperare mai della misericordia di Dio. La tradizione vuole che Benedetto morisse a Montecassino il 21 marzo 547.Il beato Paolo VI lo proclam Patrono dEuropa il 24 ottobre 1964.

Santa Chiara della CroceMonaca agostiniana

Nacque a Montefalco nel 1268. Fin dallet di quattro anni mostr una cosforte inclinazione alla preghiera da trascorrere intere ore immersa nellorazione,ritirata nei luoghi pi nascosti della casa paterna. Desiderosa di consacrarsi interamente a Dio, Chiara segu lesempio dellasorella Giovanna, chiedendo di entrare nel locale reclusorio, dove fu accoltanel 1275. Il vescovo di Spoleto Gerardo, con decreto del 10 giugno 1290, ri-conobbe la nuova famiglia religiosa e le diede la regola di S. Agostino. Il Mo-nastero fu chiamato della Croce su proposta della stessa Giovanna, che nevenne subito eletta badessa. Alla sua morte (22 novembre 1291), Chiara fuchiamata a succederle nella carica, contro la sua volont e nonostante lagiovane et. Durante il suo governo, seppe tenere vivo nella comunit, con laparola e con lesempio, un grande desiderio di perfezione. Di lei fu scritto chea tutti mostrava lamore di Dio e la misericordia e la verit e la pace che daessi provengono. Ebbe da Dio singolari grazie mistiche, come visioni edestasi, e doni soprannaturali.Tanta era la fama delle sue virt, che immediatamente dopo la morte, avvenutain Montefalco il 17 agosto 1308, Chiara fu venerata come santa. L8 dicembre1881 venne canonizzata da papa Leone XIII.

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Santa RitaSposa e monaca agostiniana

Rita Lotti nacque intorno al 1381 a Roccaporena, piccolo borgo nel comunedi Cascia. Fin dalladolescenza manifest una chiamata alla vita religiosa eogni volta che le era possibile si ritirava nel piccolo oratorio domesticooppure correva al monastero di Santa Maria Maddalena nella vicina Cascia.Ben presto i genitori la promisero in matrimonio a Paolo Mancini, un giovaneborghigiano dal carattere forte e impetuoso, secondo alcuni brutale e violento.Cos, verso i sedici anni, Rita ne divenne vittima e moglie. Con la nascita dei figli, Giangiacomo Antonio e Paolo Maria, e grazie allasua assidua preghiera e alla perseveranza nel rispondere con dolcezza allaviolenza, Rita riusc a cambiare il carattere del marito. Ben presto, per, lasua esistenza di sposa e di mamma fu sconvolta dallassassinio del marito,vittima dellodio tra opposte fazioni. Rita perdon generosamente gli assassini;non cos i figli che, influenzati dallambiente e dai parenti, meditavanovendetta. La mamma, per evitare la loro rovina umana e spirituale, chiese aDio piuttosto la loro morte: entrambi morirono di malattia in giovane et.Rita, vedova e sola, pacific gli animi e riconcili le famiglie con la forza del-lamore; quindi entr nel Monastero agostiniano di Cascia, ove visse perquarantanni, servendo Dio ed il prossimo con una generosit gioiosa eattenta ai drammi del suo ambiente e della Chiesa del suo tempo. Negliultimi quindici anni di vita, Rita port sulla fronte una ferita dolorosa: era ilsegno della sua partecipazione ai patimenti di Cristo. Mor il 22 maggio1447 e fu canonizzata da papa Leone XIII il 24 maggio 1900.

Beata Maria Luisa ProsperiMonaca benedettina

Geltrude Prosperi nacque a Fogliano di Cascia nellagosto del 1799. Il 4maggio 1820 venne accolta nel Monastero di Santa Lucia a Trevi e divennesuor Maria Luisa. Le testimonianze sono concordi nel descriverla amabile,benvoluta dalle educande e dalle monache, precisa nello svolgimento deisuoi doveri e dedita ad una preghiera intensa. Favorita da fenomeni mistici,vedeva e parlava con Ges.A 38 anni fu eletta Badessa e lo rest fino alla morte, il 12 settembre 1847.Il Monastero viveva un momento difficile e lei ne assume con forza e determi-nazione il governo: progressivamente ma decisamente, ristabil losservanzapiena della Regola benedettina con una azione fondata sullesempio. Avevamodi di governo attraenti, non autoritari, con un forte carisma personale. Lasua gestione vide passare il Monastero dalla ristrettezza allabbondanza:divenne fonte di elemosine per i molti poveri che bussavano alla porta, in unaTrevi in cui la vita per tanti era durissima.La Prosperi fu presenza del Signore, trasparenza di Vangelo, azione luminosadello Spirito. Ha compiuto il bene, infondendo forza e speranza a quanti laavvicinavano; lo studio, la bont e la misericordia resero feconda la sua vita.Rimane di lei il ricordo dellamore e della misericordia manifestati, dellelacrime asciugate, del pane dato a chi aveva fame, della compagnia offertaa chi era solo e ammalato. Beatificata a Spoleto, su mandato di papa Benedetto XVI, il 10 novembre 2012.

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Venerabile Giovanni MerliniMissionario del Preziosissimo Sangue

Giovanni Merlini nacque a Spoleto il 28 agosto 1795, contemporaneo e quasivicino di casa di Francesco Possenti, poi san Gabriele dellAddolorata. In unmomento di forte avversione per la Chiesa e il clero, accentuata dalla diffusionedella massoneria, i genitori cercarono di farlo desistere dal diventare prete. Egliper persever e ricevette lordinazione sacerdotale il 19 dicembre 1818. Nel1820 si rec a Giano dellUmbria per un corso di esercizi spirituali predicatidal sacerdote romano Gaspare del Bufalo (poi Santo), il quale not la bontdel giovane e gli propose di entrare nella Congregazione dei Missionari delPreziosissimo Sangue che aveva fondato.Il suo ministero fu caratterizzato dalla capacit di guidare con mitezza le co-scienze, soprattutto quelle dei giovani. Percorse lItalia predicando: ebbe unagrande attenzione per i pi poveri che, con la miseria e lignoranza, divenivanodelinquenti e spesso briganti. Il suo rapporto con loro fu contrassegnato dagrande carit e dalla volont di redimerli; fu lievito e fermento di misericordia,dedicandosi anche al fenomeno dellusura, un male che degradava le personee rovinava le famiglie. Nel 1848 venne eletto Moderatore Generale della Con-gregazione, incarico che ricopr per ben 25 anni. Godette della stima di Pio IXche, su sua richiesta, estese nel 1849 la festa del Preziosissimo Sangue a tuttala Chiesa. Mor a Roma il 12 gennaio 1873 a seguito di un incidente stradale,perdonando il vetturino che laveva investito.

Beato Pio IXArcivescovo di Spoleto

Giovanni Maria Mastai Ferretti (1792-1878), meglio conosciuto come Pio IX,nacque a Senigallia il 13 maggio 1792. Divenuto sacerdote nel 1819, nono-stante il suo proposito di non volere cariche, fu nominato da papa Leone XII (spo-letino) nel 1827, a soli 35 anni di et, arcivescovo di Spoleto. Mostr rigore perla disciplina religiosa e molta carit per i poveri, arrivando a impegnare i proprimobili per aiutare i pi bisognosi. Durante linsurrezione del 1831 fu nominatoDelegato straordinario di Spoleto e Rieti, e con unabile mediazione salv la cittda un inutile spargimento di sangue: convinse i generali pontifici a non aprire ilfuoco e ai rivoltosi concesse, alla deposizione delle armi, soldi e passaporti. Intale periodo salv la vita a Napoleone III, che stava per essere fatto prigionierodagli austriaci proprio a Spoleto. Il 13 gennaio 1832 la citt sub un grave ter-remoto: diresse subito gli aiuti, organizzando un piano specifico e andando dipersona sui luoghi del disastro. Da allora si impegn per la ricostruzione nel pibreve tempo possibile, prima del sopraggiungere dellinverno, ottenendo fondidal papa Gregorio XVI. Divenuto vescovo di Imola nel 1832 e cardinale nel1840, il 16 giugno 1846 fu eletto Papa con il nome di Pio IX. Quando i Canonicidel Duomo si recavano a Roma, li riceveva in giornata e li faceva fermare apranzo per avere notizie delle persone conosciute a Spoleto, suscitando le criti-che dei prelati romani e lindignazione dei Vescovi delle grandi Diocesi che do-vevano chiedere udienza con mesi di anticipo.Lesempio pi bello della sua umanit e paternit sono i rapporti che ebbe condon Sante Valle: essendo di famiglia povera, questi studiava in seminario comeesterno e pagava la retta lavorando come garzone presso una famiglia; il Ve-scovo lo sostenne economicamente con grande discrezione e rimase con lui infraterna amicizia. Quando da Papa venne a Spoleto, ebbero un lungo col-loquio: a Pio IX che gli diceva: Don Sante fai attenzione, che mi hanno raccon-tato su di te cose non tanto belle!, il prete rispose: Santit, sapissi che mhonnodittu de te, ma io che te conosco no je daco retta! Fa comme me. Mor a Romail 7 febbraio 1878 e fu beatificato da san Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.

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Beata Maria Teresa FasceMonaca agostiniana

Maria Teresa Fasce nacque a Torriglia (GE) il 27 dicembre 1881. Durante ilperiodo degli studi, manifest il desiderio di entrare in un monastero, ma dovettepregare molto, aspettare e soffrire prima di poter comprendere con chiarezzail progetto di Dio. Quando lo cap, nulla la trattenne: sua meta fu il Monasterodi Santa Rita di Cascia, che laccolse come postulante a 25 anni nel 1906. Lanotte di Natale offr al Signore la sua giovinezza vestendo labito agostiniano,e lanno seguente, nella stessa solennit, sanc con i voti religiosi la sua consa-crazione.Dal 1914 fu maestra desempio e di parole per le giovani novizie. Dal 1917al 1920, la fiducia delle consorelle la chiam a compiti di responsabilit comeMadre Vicaria. Dal 1920 fino alla morte, con voto unanime, le Suore la pro-clamarono Abbadessa. Cos divenne, per antonomasia, la Madre. Come re-sponsabile della comunit, lAbbadessa esercit verso tutti unautentica caritmaterna, in particolare ai bambini e ai tanti pellegrini che chiedevano di in-contrarla, per i quali aveva sempre parole di speranza e di misericordia; fuparticolarmente sollecita e generosa anche nei confronti della popolazione diCascia, specialmente durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo forte sensomaterno la port a fondare lAlveare di Santa Rita per le bambine bisognose;la sua coraggiosa intraprendenza la condusse alla costruzione della Basilicadedicata alla Santa di Cascia. Come Rita, si dimostr donna dalla forte perso-nalit che, per seguire Cristo, fu capace di andare controcorrente.Segnata da una lunga sofferenza fisica, lasci questa terra per entrare a farparte della vita eterna il 18 gennaio 1947. Papa Giovanni Paolo II la ascrisseallalbo dei Beati il 12 ottobre 1997.

Beato Pietro BonilliPrete spoletino

Nacque il 15 marzo 1841 in San Lorenzo di Trevi. Allet di 9 anni ottenne daisuoi il permesso di frequentare le scuole nella vicina Trevi, a patto di provvederelui stesso al suo sostentamento, perch la famiglia non disponeva di denaro. Fudiscepolo di don Ludovico Pieri, sacerdote trevano, pieno di zelo e di santit: dalui impar il gusto della preghiera e la devozione alla Sacra Famiglia.Ordinato Sacerdote il 19 dicembre 1863, visse per tutta la vita il proposito ela preghiera della prima Messa: O Sacerdote santo o la morte. Per 34 annifu Parroco a Cannaiola di Trevi, dove si adoper con zelo instancabile a far ri-fiorire la vita cristiana, umana e sociale dei cristiani a lui affidati. Amava diredi se stesso: Sono un povero uomo, un peccatore bisognoso di perdono e dimisericordia. Il suo carisma si definisce nella contemplazione del Mistero diNazaret Ges Figlio di Dio incarnato nella famiglia umana di Maria e Giu-seppe , vivendo la familiarit con Dio, con gli uomini e con la natura, con ca-rit, semplicit, umilt. Tutto per essere, dare e costruire famiglia.Il 7 settembre 1884 Bonilli accolse il primo e poverissimo orfano in casa sua enel 1888 fond lIstituto delle Suore delle Sacra Famiglia di Spoleto: ancoraoggi sono testimoni della misericordia del loro fondatore e la esercitano in varieopere, in Italia e nei Paesi di missione.Mor a Spoleto il 5 gennaio 1935 e fu beatificato da san Giovanni Paolo II il24 aprile 1988.

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Servo di Dio Settimio PeroniVescovo di Norcia

Settimio Peroni nacque a Fiesole (FI) nel 1878 e mor a Roccaporena di Cascianel 1957. Fu vescovo di Norcia dal 1928 al 1951, individuato personalmentedal cardinale Pietro Gasparri in un momento difficile: sembrava vicina la sop-pressione della Diocesi e la sua aggregazione a Spoleto, dove gi erano statitrasferiti i seminaristi. Lingresso di Peroni a Norcia avvenne nel modo pi sem-plice possibile per non urtare nessuno. Egli comprese subito la situazione deli-cata, ma la accett con misericordia e cristiana rassegnazione, con fede in Dioe carit verso i suoi fedeli.La povert e le discordie erano presenti in ogni comunit, ed egli cerc di aiutaree pacificare. Il momento pi tragico fu quello della Seconda Guerra Mondiale edel periodo immediatamente successivo; qui rifulse la sua capacit di amare ela sua bont danimo. Il 4 aprile 1944 ci fu un rastrellamento tedesco nei dintornidi Cascia, allo scopo di catturare i partigiani rifugiati nei casolari disabitati: 106persone stavano per essere deportate. Il Vescovo intervenne offrendo la sua vitain cambio del rilascio di quanti erano stati sequestrati. La Provvidenza gli con-cesse di avere una valida interlocutrice nella madre Teresa Fasce, badessa delMonastero di Santa Rita; in favore della fanciullezza bisognosa, lei fond lAl-veare a Cascia e lui lOpera di Roccaporena.

Servo di Dio Andrea BonifaziPrete spoletino

Andrea Bonifazi nacque a Fratta di Montefalco il 23 settembre 1956. Durantegli studi nel Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi matur unaaccentuata attenzione per la Parola di Dio nella meditazione della Sacra Scrit-tura.Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1980 e dal 1983 divenne Professore inca-ricato di Lingua Ebraica, Lingua Greco-Biblica, Antico Testamento, LetteraturaSapienziale ed Esegesi dellAntico Testamento presso lIstituto Teologico di Assisie inizi la collaborazione con lUfficio Catechistico Nazionale. In Diocesi pro-mosse alcune iniziative biblico-pastorali, quali la Scuola di preghiera con la lec-tio divina a Collerisana; organizz, insegn e diresse la Scuola Diocesana diTeologia per la formazione ai ministeri laicali e al diaconato permanente; fu As-sistente spirituale dellAVULSS per il volontariato sanitario e co-fondatore diAGLAIA, Associazione spoletina per lassistenza ai malati terminali.Fu parroco di Villamagina di Sellano, di Verchiano di Foligno e, dal 1996 finoalle morte, di Baiano di Spoleto e Firenzuola di Acquasparta. Nel suo ministero,si dedic in particolare alla formazione delle coscienze, soprattutto attraversola frequentazione continua della Parola di Dio, la centralit dellEucaristia, unserio culto mariano. Con il suo esempio orient molti giovani allamicizia conDio e al dominio di s. La sua silenziosa carit riusciva a coinvolgere anche ipi lontani dalla Chiesa; con una vita sobria, testimoniava il distacco dai benimateriali e lamore per la povert.Era particolarmente legato ai sacerdoti anziani, per i quali si prodigava anchein servizi umili. Nonostante la leucemia lo debilitasse sempre pi, accoglievaed ascoltava tutti senza mai lamentarsi. La sua abitazione era un continuo an-dirivieni di gente: parrocchiani che cercavano il prete, studenti che volevanocolloquiare con il professore, poveri che domandavano accoglienza e qualcosada mangiare. Mor il 25 dicembre 1998.

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Mons. Bartolomeo Accoramboni

Bartolomeo Accoramboni nacque a Preci. Ricevette la formazione di base allabbaziadi S. Eutizio e la perfezion a Roma, ove conobbe lospedale di Santo Spirito in Sas-sia. Fu vescovo di Spoleto dal 1236 al 1271. Nel 1252 apr il processo di beatifica-zione di Simone da Collazzone e nel 1253 Innocenzo IV lo incaric di istruire ilprocesso di canonizzazione di santa Chiara dAssisi, morta l11 agosto di quellanno.La sua opera pi significativa fu lerezione dellOspedale Nuovo a servizio dei pau-peres Christi (i poveri di Cristo): si dice che, intorno al 1254, a Spoleto si vide per pa-recchie notti nella zona del prato di San Gregorio una stella brillare sopra il pozzo.Il vescovo Bartolomeo, cogliendo il pensiero dei cittadini, patrocin la fondazione in

quel luogo di un nuovo ospedale che doveva accogliere non soltanto gli infermi ma anche i poveri, i pellegrini e so-prattutto i neonati abbandonati. La cura dellospedale fu affidata a Monache agostiniane di clausura ed a laici oblati,il cui distintivo era una stella bianca a sei o ad otto punte: da ci il nome di Santa Maria della Stella.La sua bolla episcopale Pastor vigilans ci fa conoscere la vita interna del Monastero: la comunit viveva una vitamista, attiva e contemplativa, che passava da Maria a Marta, da Rachele a Lia, dalle vette della contemplazione alleopere di misericordia. Il Vescovo manifest anche una visione moderna della donna: le Monache erano autorizzatead uscire dalla clausura per prestare servizio nellospedale in favore dei poveri infermi perch dove manca unadonna il malato soffre. Esse per non dovevano mai dimenticare di essere di clausura: non si dovevano attardarein chiacchiere nei locali dellospedale ma, compiute le opere della carit, rientrare sollecitamente in Monastero.

RICORDIAMO IL NOSTRO BATTESIMOGiunti presso laltare del Patrono di Spoleto San Ponziano, che non ha esitato ad affrontare il martirio purdi custodire la fedelt al suo Signore, ricordiamo il Battesimo che liberandoci dal peccato originale ciha resi figli di Dio e ci ha inseriti nella sua famiglia che la Chiesa: rinnoviamo la professione della nostrafede e facciamo il segno della Croce con lacqua benedetta attinta al fonte battesimale.

in forza del Battesimo ricorda il Papa che, liberati dal peccato originale,siamo innestati nella relazione di Ges con il Padre.

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Il germe della vita cristiana ricevuto nel Battesimo ha portato frutto: ricordiamo con ammirazione e gratitudine alcunifratelli e sorelle che, con limpegno personale e la testimonianza della vita, sono stati riflesso della misericordia diDio per la gente del loro tempo.

Professione di fedeIo credo in Dio, Padre onnipotente,

creatore del cielo e della terra;e in Ges Cristo, suo unico Figlio,

nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo,

nacque da Maria Vergine, pat sotto Ponzio Pilato,

fu crocifisso, mor e fu sepolto;discese agli inferi;

il terzo giorno risuscit da morte;sal al cielo,

siede alla destra di Dio Padre onnipotente;di l verr a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,

la remissione dei peccati,la risurrezione della carne,

la vita eterna.Amen.

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Don Guerrino Rota

Nacque a Cerreto di Spoleto il 12 luglio 1936 e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1962.Il suo ministero di parroco di Maiano e Terraia di Spoleto, di insegnante nel locale IstitutoTecnico e di assistente allAzione Cattolica gli permise di conoscere dal di dentro ilmondo giovanile, con le tensioni e i problemi che caratterizzarono gli anni 70 del 900.Il nuovo arcivescovo di Spoleto, mons. Ottorino Pietro Alberti, dotato di spiccata sensibilitsociale, chiese a don Guerrino di dedicarsi ai giovani, agli emarginati, a quanti eviden-ziavano problemi esistenziali e di adattamento sociale: il giovane sacerdote and a Romapresso il Centro di solidariet di don Mario Picchi e quindi in Germania e negli Stati Unitiper conoscere da vicino i metodi di recupero che in quei Paesi si stavano sperimentando

da tempo. Il Centro di solidariet di Spoleto apr ufficiosamente il 30 novembre 1974: una casa-famiglia dove i ragazzicon problemi di droga potevano dimorare per un percorso di maturazione psicologica ed essere quindi reinseriti nella so-ciet. Soprattutto doveva essere un luogo di misericordia dove il giovane poteva riacquistare fiducia in se stesso e nellapropria volont, rendersi utile agli altri, lavorare o riprendere gli studi interrotti, trovare la famiglia mancata e soprattuttosentirsi amato e poter amare. Da allora, grazie anche a tante persone di buona volont, il Centro si sviluppato ed ha aiu-tato centinaia di giovani a riprendere in mano la propria vita con responsabilit e speranza. Don Guerrino mor improvvi-samente il 2 novembre 1989.

Don Ludovico Pieri

Don Ludovico Pieri (1829-1881) visse a Trevi, nella stessa epoca in cui Maria LuisaProsperi era badessa di Santa Lucia. In quel tempo, la cittadina conobbe una partico-lare fioritura di vita cristiana grazie proprio al ministero sacerdotale del Pieri, cherivela la sua grandezza nel saper rimanere nellombra senza lasciare nessuno privodellaiuto e del sostegno di una grande umanit e misericordia. I trevani lo definivanoe un po semplicetto e visionario, ma gli riconoscevano di essere un entusiasta ecoinvolgente educatore dei ragazzi mediante la direzione delle scuole serali, carita-tevole cappellano dellospedale e fondatore della Pia Unione di S. Giuseppe. Nellachiesa di San Francesco in cui si svolgevano le riunioni degli associati, don Pieri scopr

un dipinto della Santa Famiglia di Nazareth, lo fece restaurare, e diede inizio a quella devozione alla S. Famiglia chein seguito divenne il punto centrale della spiritualit e dellopera del beato Pietro Bonilli. Proprio allaccompagnamentospirituale assicurato dal Pieri dobbiamo il fiorire di figure esemplari come il beato Placido Riccardi e lo stesso Bonilli.Ecco come questultimo ne delinea la figura: Mi accolse, mi prodig cure, mi fu attorno con i pi squisiti tratti di be-nevolenza, sinteress al mio avvenire: e quando udendo la voce dellAltissimo che mi chiamava al Santuario, decisidi abbandonare il secolo, ei mi bened gli abiti sacerdotali, di quelli mi rivest: mi accompagn con saggi ammaestra-menti nella mia vita chiericale e di Seminario.

Fra Pietro Mancini

Luigi Mancini nacque il 7 settembre 1917 ad Avigliano Umbro, secondo di sette figli.Entr giovanissimo tra i Frati Minori Cappuccini nel Convento di Todi. Il 5 novembre 1932 indoss labito francescano e lanno successivo emise i voti diobbedienza, povert e castit; l8 settembre 1938 fece la professione solenne e venneinviato presso il convento dei Frati Minori Cappuccini di Spoleto, dove rimase per ben62 anni, con il compito di frate cercatore. Per le persone che incontrava due volte lanno primavera ed autunno , fra Pietro rimasta una figura dal volto luminoso, pieno di pace e di bont: in lui era visibile lamisericordia e la pazienza di Dio verso gli uomini. Chiedeva lelemosina, sapendo

che questa, insieme alla penitenza, produce grazie e salvezza presso Dio. Per tutti aveva un sorriso, una parola diincoraggiamento, una benedizione ed anche una medaglietta o una corona del rosario, che portava sempre nellegrandi tasche. Fra Pietro passava per chiedere ma, specialmente al tempo del terremoto del 1979, soprattutto nellal-tipiano di Cascia, distribu vino, olio e legumi: ad ogni famiglia un pacco gi preparato.Nelle sue visite era considerato come il Cristo che si nasconde nelle persone dei poveri e dei semplici e molti si pre-occupavano quando, con lavanzare degli anni, tardava o mancava lappuntamento annuale. Mor a Spoleto l8febbraio 1999.

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Maria Ciarletti Fettuccia

Maria Fettuccia nacque a Spoleto l8 maggio 1921 e vi mor il 14 dicembre 2008.Donna mite e dolce, di grande forza danimo, affianc il marito nellattivit commer-ciale e si dedic alleducazione delle due figlie. Invest i talenti ricevuti dal Signorenella famiglia e in un generoso impegno nella parrocchia di San Gregorio Maggiorein Spoleto, collaborando con i diversi parroci e assicurando piena disponibilit al ser-vizio pastorale.Affascinata dalla figura di padre Pio da Pietrelcina, del quale fu figlia spirituale, diedeinizio a Spoleto e in altri luoghi al gruppo di preghiera Amore e sofferenza, coor-dinandone le attivit fino alla morte. Con discrezione e semplicit aiut molti poveri

e per anni port il messaggio misericordioso di Dio tra i carcerati, tra gli ammalati come ministro straordinario del-lEucaristia e nellospedale cittadino accanto ai degenti privi di assistenza. Assicur fedelmente un sostegno economicoai seminaristi dellArchidiocesi e, insieme con altre donne spoletine, fu costante nella preghiera per il dono di nuovevocazioni.

Madre Cecilia Sgevano

Nacque a Vicenza il 23 dicembre 1918 ed entr nellIstituto delle Suore della SacraFamiglia di Spoleto il 18 agosto 1937. Dopo la professione religiosa, svolse il primoapostolato in Libia, poi allistituto Palazzi Zavarise di Fano come insegnante dellebambine non udenti. Terminati gli studi accademici, fu trasferita a Roma come supe-riora dello studentato. Nel 1958 fu destinata a Trevi, come superiora dellistituto Me-dico-Pedagogico Opera Mons. Bonilli.Eletta Superiora Generale della Congregazione nel 1964, la guid per 18 anni conparticolare saggezza, lasciando unimpronta incancellabile, caratterizzata da unlungo e fecondo lavoro di apertura e di risposte generose alle istanze della Chiesa

nel dopo Concilio Vaticano II. Il suo governo fu per lIstituto tempo di sviluppo e di ampio respiro, di concrete realizza-zioni in ogni campo, specialmente di rinnovamento spirituale, carismatico e missionario. Con la sua perspicacia ed ilsuo amore profondo per il Regno di Dio, allarg gli orizzonti della Congregazione, dando vita alle missioni in AmericaLatina, nelle zone pi povere e bisognose di aiuti umani e spirituali.Madre Cecilia fu donna di intensa vita spirituale, sensibile alle necessit della Chiesa, forte, intelligente, decisa, dolcee delicata, materna e tenace nel perseguire il bene delle singole suore e dellintera famiglia religiosa, conducendolacon la parola e lesempio di una vita semplice, umile e misericordiosa sulla via tracciata dal fondatore. Concluso il suo incarico, torn a Trevi, dove continu a dedicarsi con materno e delicato amore alle ospiti, porzioneeletta del cuore del beato Bonilli e del suo. Nel silenzio, nella preghiera e nellaccettazione della malattia, madre Ce-cilia si lentamente preparata allincontro con il Signore, avvenuto il 1 giugno 2009.

Mons. Sergio Virgili

Nacque a Cesi di Terni il 24 ottobre 1933. Ordinato presbitero a Spoleto nel 1961,trascorse i primi anni come vice-parroco al Sacro Cuore; fu poi parroco di S. Venanzoe quindi, per oltre trentacinque anni, parroco del Sacro Cuore.Don Sergio era un prete dalla fede concreta, un uomo apparentemente burbero, main realt gioviale e generoso, sempre pronto ad ascoltare chiunque bussasse alla portadella canonica. Non aveva paura di sporcarsi le mani per il popolo a lui affidato,in particolare per i pi bisognosi. Rendeva il suo servizio a Dio e al prossimo consa-pevole che la stola senza il grembiule della carit resterebbe semplicemente coreo-grafica e che il grembiule senza la stola sarebbe fatalmente sterile.

Diede inizio alla Caritas nella nostra Chiesa locale, quasi quarantanni fa, e ne fu direttore fino al 2001. Come non ri-cordare il volontariato alla Casa di riposo di San Paolo, che origin il trasferimento degli anziani a Terraia, in un am-biente pi accogliente; poi lassistenza ai barboni della stazione ferroviaria, accolti per la notte nella canonica di SanSabino; la raccolta di stracci e carte per recuperare fondi da destinare ai poveri; i soggiorni estivi per ragazzi diver-samente abili; la casa per ragazze madri; limpegno per il terremoto in Irpinia del novembre 1980; lavvio della Mensadella Misericordia nel 1996. Piccole cose fatte da tutti fanno grandi cose, era il suo motto. Mor il 7 ottobre 2010.

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Suor Aloisia Sammartino

Suor Aloisia Sammartino, religiosa della Carit di santa Giovanna Antida Thouret, nac-que il 1935 e mor a Roma il 2014. Donna dalla carit concreta e silenziosa, dolcecome la castagna ma spesso rivestita di aculei come il riccio che rinchiude il preziosofrutto. Per anni ha svolto il servizio di infermiera caposala allospedale San Matteodegli Infermi di Spoleto: per tutti i ricoverati era punto di riferimento, per ogni difficoltha cercato soluzioni, ha contribuito in modo significativo alla nascita di Aglaia (Asso-ciazione per lassistenza palliativa - Onlus) a Spoleto, con pazienza e delicatezza hacondotto diverse esistenze allincontro finale con Dio. Tra i malati terminali suor Aloisiaha testimoniato per anni che Dio misericordia, stata per molti limmagine viva di

quel Ges che si china sullumanit sofferente. Al momento della pensione, il parroco di San Nicol pens di coinvolgerladirettamente nellattivit pastorale, in modo particolare tra gli anziani e gli ammalati. Ma lei decise di partire missionaria:and a portare il Vangelo della misericordia ai bambini e ai malati di una delle zone pi povere della Romania. Giovani,adulti e sacerdoti dello spoletino si sono recati pi volte nella sua missione per animare le giornate dei pi piccoli ecollaborare nella costruzione di case e ambulatori medici. Nellestate 2014 una telefonata, da Roma, allamico pretespoletino: Don Vito, ho un tumore e sono alla fase terminale, prega per me. Se questa la volont di Dio va bene, perprega affinch mi dia la forza per affrontare con serenit questa fase della vita. Sono state le ultime parole di unasuora normale, concreta, schietta, riservata, dedita al servizio dei poveri e alla proclamazione tra i malati e i bambinidel messaggio della misericordia di Dio.

ADORIAMO LEUCARISTIA, SACRAMENTO DELLA MISERICORDIAAlla Cappella del SS.mo Sacramento adoriamo lEucaristia: il SignoreGes si dona a noi nel sacramento eucaristico, condivide il nostro stessocammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anchenei momenti in cui la strada si fa dura, quando gli ostacoli rallentano inostri passi. La potenza di Dio, che quella dellamore, scende nellanostra povert per trasformarla. Anima di Cristo, santificami. Corpo diCristo, salvami. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo,lavami.

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GUARDIAMO A MARIA, MADRE DI MISERICORDIAAlla Cappella della Santissima Icone ciaffidiamo alla Madre di Ges, che con-tinua nel tempo il ministero materno ri-cevuto dal Figlio ai pedi della croce infavore dellumanit. Qui la Vergine amata e venerata nella sua anticaImmagine: sempre attenta alle invocazioni di quanti ricorrono a lei, riconosciuta Madre di misericordia e dispensatrice di grazia. Quandoci sentiamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi dice papaFrancesco guardiamo a Maria, sentiamo il suo sguardo che dice alnostro cuore: Forza, figlio, ci sono io che ti sostengo.

ACCOGLIAMO NEL SACRAMENTO IL DONO DELLA MISERICORDIAUltima ma fondamentale tappa del percorso giubilare la carezza riservata dalla mi-sericordia di Dio a chi si riconosce peccatore e bisognoso di perdono. Il posto, il luogoprivilegiato dellincontro con Ges Cristo il mio peccato, dice papa Francesco. gra-zie a questo abbraccio di misericordia che viene voglia di rispondere e di cambiare, eche pu scaturire una vita diversa. La morale cristiana risposta, la risposta com-mossa di fronte a una misericordia sorprendente, imprevedibile, di Uno che conoscei miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso.

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La confessione: abbraccioriconciliante e rigeneran

Per poter comprendere lagrandezza del dono del sa-cramento della Penitenza-Confessione-Riconciliazione, misembra cosa buona non dimenti-care mai un grande e meravi-glioso punto di partenza. Il librodella Genesi al capitolo 1,31 af-

ferma: Dio vide quanto aveva fatto ed ecco, era cosamolto buona. Il progetto di Dio creatore e Padre fu quellodi mettere luomo, fatto a sua immagine e somiglianza, incondizione di godere del suo amore e delle sue atten-zioni, col beneficio di servirsi appieno del creato e con ilmandato di armonizzare la creazione stessa: Il SignoreIddio prese luomo e lo pose nel giardino di Eden, perchlo coltivasse e lo custodisse (Gen 2, 4b ss.); regalo unico estupendo, investitura davvero affascinante. Satana per tenta di mandare tutto in fumo, attivandotutto quello che era in suo potere per allontanare la crea-tura dal suo creatore, mettendo distanza fra luomo eDio, infilandoci in mezzo la disobbedienza e il peccato.Accendendo la superbia riusc a far s che luomo vol-tasse le spalle a Dio; cos lo sguardo delluomo si rivolsealtrove e la creatura umana scopr la vergogna e lapaura. Dio per non si d per vinto, com naturale chesia: rilanciare caratteristica peculiare del suo amore.Ed ecco la promessa che trionfa sulla condanna: doneril Figlio, lunico capace di ricreare in s un centro, unpolo aggregativo e propulsivo, ristabilendo la pace.Ges proprio per insegnarci a non subire ma calpestarele insidie del maligno ci d, oltre linsegnamento, anchelesempio, si fa modello e soprattutto offre il suo servizio,mette a disposizione la sua potenza divina. Al tempo stesso per Ges invita luomo a rimettersi incammino, un cammino di ritorno per un incontro che rin-nova ed invita ad accogliere il Regno e a convertirsi alVangelo. La sua parola che tocca e cambia le co-scienze (cfr Lc 15), i gesti che compie sono capaci di ca-povolgere anche i comportamenti pi inveterati: lachiamata di Levi (Lc 5, 27-28), la donna peccatrice (Lc 7, 36ss.) e la guarigione del paralitico (Mt 9, 2-8). Il magistero della Chiesa afferma che se in tutti i rigene-rati la gratitudine verso Dio fosse cos grande da conser-vare con perseveranza la grazia e la giustizia ricevutein virt del Battesimo, non sarebbe stato necessario isti-tuire un altro sacramento distinto dal Battesimo per la re-missione dei peccati. Nel sacramento della Penitenza,infatti, il credente si trova a recuperare la vita nuova gi

assaporata col Battesimo e viene reintegrato a vivere lapienezza del corpo di Cristo. Il sacramento della Confessione per i credenti caduti nelpeccato dopo il Battesimo altrettanto necessario allasalvezza, come il Battesimo per aderire alla vita in Cri-sto. La Confessione allora va vissuta soprattutto come laforza del Battesimo che vuole resistere al male e non per-mettere che questultimo torni ad occupare la creatura li-berata-rigenerata, ben adornata e arricchita dei donidello Spirito. Il discepolo di Cristo che mosso dallo Spi-rito Santo dopo il peccato si accosta al sacramento dellaConfessione non richiesto solo dellaccusa dei peccatiche in qualche modo stanno segnando la propria vita edi conseguenza anche i comportamenti; prima ancoradeve presentarsi con i segni della conversione e del pen-timento sincero. Infatti, scopo del sacramento della Peni-tenza essenzialmente quello di riaccendere in noilamore di Dio e di ricondurci pienamente a lui.

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Il Concilio Vaticano II nella Lumen gentium al n. 11 re-cita cos: Nel sacramento della Penitenza i fedeliricevono dalla misericordia di Dio il perdonodelle offese fatte a lui e insieme si riconci-liano con la Chiesa che stata ferita dalloro peccato, ma allo stesso tempo me-diante la carit, lesempio e la pre-ghiera, coopera alla loro conversione.Dunque, il peccatore che mosso dallagrazia di Dio misericordioso intra-prende il cammino della conver-sione fa ritorno al Padre cheper primo ci ha amati (I Gv4,19), al Cristo che per noiha dato se stesso (Ef 5,25),allo Spirito che stato ef-fuso su di noi abbondante-mente (Tit 3,6). Risuona

sempre per luomo di buona volont linvito del Signore,come risulta dalla II Lettera ai Corinti (5,20): Lasciateviriconciliare con Dio e questo oltre ad un valore teolo-gico ha pure un valore esistenziale. Tornando ad abbrac-ciare lautore e la sorgente della vita, luomo pu sentirsivivo efficacemente non solo perch vive ma perch espressione della stessa forza vitale e della novit chepromanano da Dio stesso. Allo stesso tempo, anche Dioin qualche modo ha bisogno delluomo vivente per espri-mere, manifestare ed offrire tutto il bene che solo lui pued . Al centro di tutto questo processo c Ges delquale in forza del Battesimo siamo diventati fratelli. Pisiamo vicini ed intimi con Ges, pi scorre in noi la sualinfa vitale che ci fa capaci della sua stessa vita e conse-guentemente anche di copiosa fruttificazione in lui, comesappiamo da Giovanni 15,5: Senza di me non potetefar nulla. Molta di questa affinit con Ges passa attraverso laConfessione, specialmente se ricorriamo ad essa inmodo regolare anche per i peccati ritenuti meno gravi: vero che non ci separano da Ges, ma sono sempreuna ferita allamore e alla vita nuova. pur sempre unpreferire noi stessi, il nostro punto di vista e la semplicenaturalit alla signoria di Cristo, alle sue proposte, allapossibilit di forzare e oltrepassare i confini segnati dainostri limiti; un accettare di non crescere e di restare fuoridalla novit: si accoglie la sua grazia, ma senza la-sciarci coinvolgere fino in fondo per vivere la sopranna-turalit. Il ripensare responsabilmente il sacramento della Con-fessione senza dubbio favorisce unattenzione rispettosae vivace verso lamore misericordioso di Dio Padre come manifestato in Cristo Ges. quello che continuamentesiamo esortati a fare e a vivere da papa Francesco ilquale, proprio perch possiamo riassaporare questa

gioia e letizia spirituale e riappro-priarci delloriginalit pro-

pria del messaggioevangelico, sta condu-

cendo la Chiesa allagrazia del Giubileo. Cos fa-

cendo sar pi facile e soprat-tutto pi bello e gioioso vivere

di Cristo, operare con Cristo, ri-cevere e donare labbraccio diGes, perch la vita liberata torni

a fiorire e a portare fritti di giusti-zia, di pace, di rispetto e di stima vi-

cendevole.

Mons. Luigi Piccioli Vicario generale

amoroso, te del Padre

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Allinizio della sua attivitpubblica, nella sinagogadi Nazaret, Ges pro-clam davanti a tutti il contenuto, loscopo, lo stile e la novit della suamissione, e gi da quel momentola consegn alla Chiesa e a tutti isuoi discepoli: Lo Spirito del Si-

gnore su di me, mi ha mandato a portare il lieto annun-cio ai poveri,...a promulgare lanno di misericordia delnostro Dio (Lc 4,16 ss.). E cos ogni cristiano, in forza del Battesimo e della Cre-sima, pu e deve dire di s: Lo Spirito del Signore su dimemi ha mandato a portare il vangelo ai fratelli.Per questa ragione il Papa nella Evangelii gaudium ci ri-corda che la Chiesa se non missionaria, se non inuscita non la Chiesa di Ges Cristo: infatti, la missione nel dna della Chiesa e di ogni cristiano. E nella BollaMisericordi Vultus, con cui ha indetto il Giubileo stra-ordinario della Misericordia, ce lo ripropone in modoancora pi forte affinch tutti i cristiani si sentano missio-nari della misericordia che si fatta visibile in Ges: lui il volto della misericordia di Dio per gli uomini. Laconversione della Chiesa, infatti, una conversione pa-storale in senso missionario. E il Giubileo della misericor-dia rappresenta come una accelerazione convinta chespinge le nostre comunit ad uscire dalla porta dellechiese per entrare nelle famiglie, varcando la portadelle loro case. E ci per mandato del Vescovo, che nellaChiesa diocesana il primo missionario del Vangelo: interessante notare che il nostro Arcivescovo ha nellostemma il motto dellapostolo Paolo Nonerubesco Evangelium (Non mi vergogno delVangelo). Allora, i cristiani laici delle nostreparrocchie, nel tempo quaresimale 2016,andranno missionari di casa in casa perportare la buona notizia dellamore di Cri-sto e della misericordia di Dio. Andranno con fede, con franchezza e corag-gio, con fiducia, con umilt, con sguardo disimpatia nei confronti delle persone e dellefamiglie. Alcuni andranno e tutti gli altri so-

sterranno questa avventura missionaria con la preghierapersonale e comunitaria.Entrando nelle case i missionari si presenteranno come in-viati della parrocchia, ascolteranno le persone facendomaggiore attenzione ai bambini, ai malati e a quanti sononella difficolt per qualsiasi motivo; consegneranno, anome dellArcivescovo, un piccolo vangelo contenentele pagine pi significative nelle quali Ges mostra lamoremisericordioso del Padre e inviteranno a leggerle nel-lanno giubilare; offriranno, con semplicit e franchezza,la buona notizia di Ges che ci comunica lamore di Dio,ci salva, ci perdona, ci d la vita eterna, vince le nostrepaure e le nostre angosce, sostiene le nostre debolezze,d pace al cuore e alla famiglia.Questa visita, che responsabilizza i laici e ne riconoscela dignit profetica, potrebbe intimorire alcuni spingendolia pensare di non esserne capaci. Ges dice loro: Nonsarete voi a parlare, ma lo Spirito Santo parler in voi(Mc 13,11). Lapostolo Paolo direbbe che si pu andarecon molto timore e trepidazione (I Cor 2,3 ss.), ma poi siraccolgono i frutti del Vangelo. Non si tratta, infatti, di an-dare a fare grandi discorsi, ma di mostrare la premuradella Chiesa e della parrocchia alle persone del nostro ter-ritorio e di dare con umilt e gioia la testimonianza dellapropria fede. Abbiamo bisogno daltronde di laici dispostia rompersi la faccia per Cristo e per il Vangelo accet-tando, come gi Ges aveva previsto, di essere rifiutati edi soffrire un po per lui, e rallegrarcene (cfr Lc 6,23).Le porte delle nostre parrocchie si aprano, dunque, af-finch i laici missionari vadano tra la gente. Si apranole porte delle case, affinch la buona notizia del Vangelo

illumini e riscaldi. Si aprano i cuori dellepersone, affinch la misericordia di Dioguarisca e dia pace e gioia. Sar bello e si-gnificativo, motivo di crescita personale e co-munitaria, se in questo anno giubilare ognilaico delle nostre parrocchie sar disposto adire, insieme con lArcivescovo e con tutta laChiesa, Non mi vergogno del Vangelo.

Don Luciano Avenati Vicario episcopale per la formazione

Non mi vergogno del Vangelo

Quaresima 2016: in ogni parrocchia verr celebrata una missione tenuta dagli stessi operatoripastorali, inviati in ogni casa a recare lannuncio gioioso della misericordia di Dio

GIUBILEO E MISSIONE

appena iniziato un nuovoanno liturgico, arricchito dalGiubileo straordinario dellaMisericordia, occasione in pi percelebrare e testimoniare la miseri-cordia del Padre: liturgia miseri-cordia. La liturgia il culmine verso cui

tende lazione della Chiesa e al tempo stesso la fonte dacui promana la sua energia (Sacrosantum Concilium, 10). LaChiesa attraverso i sacramenti attua lopera della salvezzae mostra il volto misericordioso del Padre. La liturgia eu-caristica , per eccellenza, il sacramento della misericor-dia; ogniqualvolta si celebra lEucaristia si fa memoriadella Pasqua del Signore, dellamore del Padre che hamandato il suo Figlio come strumento della nostra sal-vezza. Il sacramento della Riconciliazione il sacramentodella guarigione in cui riceviamo il perdono del Padre eristabilisce la piena comunione ecclesiale che si esprimenella celebrazione eucaristica (cfr Benedetto XVI, SacramentumCaritatis, 20). Come ci ricorda papa Francesco celebrareil sacramento della Riconciliazione significa essere avvoltiin un abbraccio caloroso: labbraccio dellinfinita mise-ricordia del Padre (Udienza generale, 19 febbraio 2014). Non da tralasciare il sacramento dellUnzione degli infermi:Se lEucaristia mostra come le sofferenze e la morte di

Cristo siano statetrasformate inamore, lUnzionedegli infermi, daparte sua, associail sofferente allof-ferta che Cristoha fatto di s perla salvezza ditutti, cos cheanche egli possa,nel mistero dellacomunione dei

Santi, partecipare alla redenzione del mondo (cfr Bene-detto XVI, Sacramentum Caritatis). Cerchiamo di avere in noi laconsapevolezza che assistere le persone che vivono lamalattia va a beneficio spirituale di tutta la comunit cri-stiana, sapendo che quanto avremo fatto a ciascuno diloro lo avremmo fatto a Cristo stesso (cfr Mt 25, 40). In questo Anno Santo, infine, ogni comunit rilegga, ri-fletta e metta in pratica le parole che lArcivescovo ci haconsegnato allAssemblea diocesana (25 ottobre 2015)per quanto attiene alla celebrazione eucaristica, sacra-mento nel quale la misericordia di Dio per lumanit di-venta corpo e sangue del Signore Ges, cibo e bevandadi salvezza. In particolare:

Si continui a coltivare la dignit e solennit dellaMessa domenicale, favorendo una partecipazione frut-tuosa e costruttiva, nella consapevolezza che nonbasta avere comunque la Messa, ma occorre che que-sta sia il pi possibile unitaria, partecipata, animatanei ministeri e nel canto.

La proclamazione delle letture bibliche in ogni Messaavvenga con propriet e decoro. I lettori devono es-sere consapevoli di compiere un gesto che rende pre-sente Cristo, Parola di Dio, in mezzo ai suoi fedeli.

Possa la lectio divina divenire il normale percorso for-mativo per tutti gli agenti pastorali della parrocchia:sono chiamati a parteciparvi in modo continuativo iministri straordinari dellEucaristia, i catechisti, i mem-bri del gruppo liturgico, gli operatori della Caritas ecoloro che, in modi diversi, cooperano allazione pa-storale ordinaria.

Si preveda in ogni parrocchia, almeno mensilmente enegli orari pi opportuni, un tempo specifico di adora-zione eucaristica nel quale i credenti possano guardareil Signore e lasciarsi guardare da Lui.

Don Edoardo RossiDirettore ufficio liturgico diocesano

culmine e fonte della vita della chiesa

Il gruppo di lavoro per il Giubileo e lufficio diocesano per la Pastorale liturgica e sacramentale hanno predisposto per lAnno Giubilare alcuni schemi di Liturgie Penitenziali Comunitarie.

Per richiederli: 0743 23101; [email protected]

GIUBILEO E LITURGIA

N. 4 - Novembre-Dicembre 2015 19

Spoleto, Basilica Cattedrale: Liturgiaeucaristica presieduta dallArcivescovo

20 N. 4 - Novembre-Dicembre 2015

Questo anno pastorale ca-ratterizzato dal Giubi-leo della Misericordiacoinvolger naturalmente anchela catechesi nelle nostre comunitparrocchiali; insieme alla pasto-rale familiare abbiamo gi pro-grammato alcuni incontri con i

genitori dei bambini e dei ragazzi per discutere insiemesu quanto il Papa ci esorta a vivere e per rinnovare lanostra adesione a Ges, verificandone e approfonden-done la conoscenza.Tutti gli adulti coinvolti nella catechesi e nella formazionedelle nuove generazioni, ad iniziare dalla comunit par-rocchiale (sacerdoti, catechisti e animatori) e dalla fami-glia, hanno lobbligo di sperimentare e vivere le operedi misericordia, sia corporali che spirituali, che contrad-distinguono noi cristiani, ma che dovrebbero essere pro-prie di ogni essere umano.Sarebbe auspicabile, allora, che allinizio dellAnnoSanto i nostri ragazzi (perch no, accompagnati oltreche dai sacerdoti e catechisti anche dai genitori) pos-sano recarsi in pellegrinaggio alla Basilica Cattedrale,nostra chiesa madre: l si pufare esperienza dei doni di Cri-sto rinnovando le promesse bat-tesimali, nutrendosi della Parolae del Pane, affidandosi alla San-tissima Icone, sperimentandolamore misericordioso di Dio nelsacramento della Riconcilia-zione. Non meno importante far vivere ai giovani che ci sonoaffidati lesperienza di servizio aifratelli in difficolt, varcando, secos si pu dire, le porte santedella sofferenza nelle nostrestrutture caritative: penso, adesempio, alla Mensa della Mise-ricordia, alle Caritas parroc-chiali, alle strutture per donnedisabili e per anziani delle Suoredella Sacra Famiglia (Montepin-cio, Trevi, Istituto Nazareno), allaCasa Famiglia per disabili OAMI

di Baiano di Spoleto, alle case della comunit GiovanniXXIII di Bevagna ed Eggi, al Centro di Solidariet DonGuerrino Rota, alle due realt per minori nate nel nomedi Santa Rita (a Cascia Alveare di Santa Rita, a Roc-caporena il Centro Educativo). Chi non potesse recarsiin questi luoghi, pu organizzare con i ragazzi le visiteagli anziani e ai malati della propria parrocchia e farcos comprendere che siamo stati creati per amore, vi-viamo per amore, alla sera della vita saremo giudicatiin base allamore: quindi dobbiamo donare amore.Per concludere, la misericordia applicata alla catechesinon deve essere una parola n astratta n troppo infla-zionata, ma uno stile di vita e una meta da raggiungerecon gesti di perdono, di sostegno, di aiuto e di amore,certi che nella misericordia abbiamo la prova di comeDio ama. Egli d tutto se stesso, per sempre, gratuita-mente, e senza nulla chiedere in cambio. Viene in nostroaiuto quando lo invochiamo (Papa Francesco, MisericordiVultus, 14).

Don Canzio ScarabottiniDirettore ufficio catechistico diocesano

Far comprendere che siamo stati creati per amore

GIUBILEO E CATECHESI

Roccaporena di Cascia, 20 settembre 2015: i catechisti della Diocesi partecipano alla Messa al terminedella loro assemblea annuale

N. 4 - Novembre-Dicembre 2015 21

Suggerimenti per vivere con lo stile della misericordia alcuni momenti del percorso di catechesi

Durante lAnno Giubilare per i bambini e i ragazzidelliniziazione cristiana delle parrocchie ilgruppo di lavoro del Giubileo propone delletracce sulla festa della Prima Confessione, sul ritiro dellaPrima Comunione e sulle attivit con i ragazzi della Cre-sima. Presso la segreteria della Curia sono disponibilidelle schede illustrative, che proponiamo in sintesi.

Festa della Prima Confessione Dopo un percorso biblico-catechetico (Caino e Abele,

Decalogo, Ezechiele 36,26-27, Figliol prodigo Lc15), si propone di dare risalto come famiglia e co-munit alla festa della Prima Confessione. Si pu sce-gliere il tempo di Avvento o di Quaresima.

Predisporre un luogo, chiesa o cappella feriale, inmodo adeguato.

Proporre un gesto che esprima la rottura operata dalpeccato (esempio, una brocca fatta in frantumi o unabella foto che poi viene strappata).

Lettura biblica: per esempio la Parabola del Figliolprodigo.

Esame di coscienza: rapporto con Dio (nella para-bola, labbandono del Padre), rapporto con se stesso(nella parabola, mangiare il cibo dei porci); rapportocon gli altri (nella parabola, atteggiamento verso ilfratello) e rapporto con il Creato (nella parabola, di-lapidare il patrimonio). Si pu consegnare un fo-glietto diviso in quattro parti, una per ogni rapporto.I bambini scriveranno in ciascuna parte i propri pec-cati.

Confessione personale. Nel frattempo, si potrebbeproiettare un video sulle opere di misericordia o sullestorie di Santi o un cartone animato sul tema dellaConfessione. Nellatto della confessione i bambiniportano il segno della rottura (pezzo di brocca o di

foto). Il sacerdote consegna in cam-bio un lumino da lasciare ai

piedi dellaltare, vi-cino al cero pa-squale. Ilfoglietto con ipropri peccativerr posto in

un braciere.

Recita del Padre nostro. Benedizione finale e canto. Al termine, si suggerisce un momento conviviale (rin-

fresco, pranzo o cena insieme).

Ritiro della Prima ComunioneDurante il ritiro si suggerisce di far vivere ai ragazzi unmomento esperienziale. Lobiettivo far capire che ilpane indispensabile per vivere come lEucarestia lo per la vita del cristiano e aiutare a prendere coscienzache non tutti nel mondo hanno lindispensabile per vi-vere. Si suggerisce lattivit di preparazione del pane:partire dalla storia del grano per far vedere i passaggidal seme al pane (nelle schede disponibili in Curia ctutto il procedimento per fare il pane).

Proposte per i ragazzi della CresimaVedere alcuni film significativi su testimoni della carit:Rita da Cascia (con Vittoria Belvedere); Alla luce del sole(con Luca Zingaretti, sulla vita del beato Pino Puglisi);State buoni se potete (con Gigi Proietti, sulla vita di sanFilippo Neri). Organizzare degli incontri con personeche vivono quotidianamente gesti di misericordia (adesempio, chi assiste un figlio o un genitore malato o di-sabile) o esperienze missionarie. Organizzare un incon-tro con strutture caritative di ispirazione cristiana (vediservizio alle pagine 36 e 37).

Trevi: le donne disabili della casa Mons. Bonilli

22 N. 4 - Novembre-Dicembre 2015

un volto da riconoscere,contemplare e servire

Poteva esserci misericordiaverso di noi infelici mag-giore di quella che indusseil Creatore del cielo a scenderedal cielo e il Creatore della terra arivestirsi di un corpo mortale?Quella stessa misericordia indusseil Signore del mondo a rivestirsi

della natura di servo, di modo che pur essendo paneavesse fame, pur essendo la saziet piena avesse sete,pur essendo la potenza divenisse debole, pur essendo lasalvezza venisse ferito, pur essendo vita potesse morire.E tutto questo per saziare la nostra fame, alleviare la no-stra arsura, rafforzare la nostra debolezza, cancellare lanostra iniquit, accendere la nostra carit. Inizio con le parole del grande Santo e Dottore dellaChiesa Agostino di Ippona per dirvi di come la Caritasdiocesana si sta preparando a percorrere il camminospeciale in occasione dellAnno giubilare della Miseri-cordia.Certamente il servizio della carit ha in s un forte le-game con lessere misericordioso. Basti pensare alleopere di misericordia corporale per comprendere quantodare da mangiare agli affamati o vestire gli ignudi, maanche rendere visita agli infermi o ai carcerati, rivesta

in s il nucleo pi caratteristico delle attivit della Cari-tas. Le opere di misericordia corporale e spirituale do-vranno allora essere riprese per risvegliare la nostracoscienza spesso assopita davanti al dramma della po-vert e per entrare sempre di pi nel cuore del Vangelo,dove i poveri sono i privilegiati della misericordia di-vina (Papa Francesco, Misericordi Vultus). LAnno Santo diverr occasione per riorganizzare e rio-rientare le nostre opere e i nostri servizi, a partire dallaConfraternita della Misericordia, ovvero dallassocia-zione onlus di riferimento per le attivit della Caritas dio-cesana. Sarebbe bello che durante lAnno giubilare itanti volontari che ogni giorno offrono il proprio tempo,il proprio intelletto o le proprie mani al servizio degli ul-timi, potessero cogliere il senso di appartenenza alla Ca-ritas diocesana attraverso la loro partecipazione inqualit di soci della Confraternita della Misericordia.Saremo inoltre sempre pi vicini alle tante famiglie deiterritori dellArchidiocesi piegate dalla crisi socioecono-mica, le quali sperimentano ogni giorno i propri falli-menti esistenziali. Mi riferisco, in particolare, ai giovani,anche altamente scolarizzati, alla costante ricerca diprima occupazione in un mercato del lavoro sempre piprivo di opportunit lavorative; ai padri divorziati che,seppur con uno stipendio a volte dignitoso, sono schiac-

ciati dal peso delle scadenze dei paga-menti per i debiti contratti e leobbligazioni assunte; alle famiglie in dif-ficolt estrema a causa del crollo verticaledei redditi disponibili generato dalla di-soccupazione; agli anziani che vivonocon niente perch impegnati a sostenereil peso delle famiglie dei figli e dei nipoti;ai malati che non riescono a far fronte allespese di una sanit sempre pi a paga-mento. Vogliamo abitare il loro disagioe condividere il peso delle loro fatiche peressere veramente Chiesa in uscita. Lavo-riamo umilmente affinch ci accada,nella convinzione che la misericordia non una parola astratta, ma un volto da ri-conoscere, contemplare e servire.

Giorgio Pallucco Direttore Caritas diocesana

GIUBILEO E CARIT

Il palazzetto a Spoleto che ospita gli uffici della Caritas diocesana e la Mensa della Misericordia

SEGNO CONCRETO DI MISERICORDIA NELLANNO GIUBILARE: LAVVIO A TREVI DEL PROGETTO COLTIVAZIONE ORTI SOLIDALI

La Caritas diocesana e la Caritas inter-parrocchiale di Trevi sono impegnate nel progetto Coltivazione di orti solidali.Grazie alla concessione a titolo gratuito da parte della Regione dellUmbria di un terreno situato in localit BorgoTrevi da anni incolto sar possibile avviare cicli di produzione di frutta e di ortaggi con le finalit principali di pro-muovere lintegrazione sociale, sostenere le famiglie in difficolt economica, offrire a persone disoccupate lopportunitdi formazione e di acquisizione di competenze sulla gestione e produzione di prodotti ortofrutticoli, valorizzare lespe-rienza di anziani e pensionati, migliorare la condizione socio-economico-relazionale del territorio. Gli orti saranno as-segnati in primis a circa 30 persone e/o famiglie in difficolt residenti nel comune di Trevi, per le quali accertato unostato di disagio elevato. Il progetto non a scopo di lucro e gli assegnatari delle parcelle potranno beneficiare diretta-mente del frutto della loro attivit e, laddove possibile, collaborare reciprocamente per lo scambio dei prodotti. Le even-tuali eccedenze saranno gestite dalla Caritas Interparrocchiale di Trevi, che provveder a distribuirle alle altre fasce dipovert presenti sul territorio. Linaugurazione prevista per la primavera 2016, in pieno Giubileo della Misericordia.

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4aprile 1996 -4 aprile 2016:la Mensa dellaMisericordia di Spo-leto festeggia ventianni. Il commendatorPonziano Benedetti,che lha coordinatafino al 2012, ci rac-conta come nacquequesta opera-segnodella Caritas dioce-sana. Nel dicembre1995 mons. RiccardoFontana fu nominatoarcivescovo di Spoleto-Norcia. Insiemeal compianto Giuseppe Merini, qualchegiorno dopo la nomina andammo a salutare a Roma ilnuovo Presule e gli illustrammo i progetti realizzati con idisabili. Apprezz il tutto e ci chiese, un po a bruciapelo:A Spoleto c una mensa per i poveri?. La nostrarisposta fu no. Il 14 gennaio 1996, festa di san Ponziano,mons. Fontana fece solenne ingresso in Diocesi e lasera stessa mi cerc e mi disse: Da domani al lavoroper realizzare la mensa. Individuammo i locali (dovubicata attualmente), li sistemammo e il gioved santo (4aprile, ndr) del 1996 inaugurammo questa opera-segno.La gestione da subito fu affidata a dei volontari, da mecoordinati. Poi, per un periodo vennero anche gliobiettori di coscienza. Oggi, nuovamente gestita da

volontari, coordi-nati da MassimoSucchielli. Allini-zio distribuivamo20-25 pasti caldie una quindicinada asporto; quan-do ho lasciato,nel 2012, erava-mo arrivati ad

una cinquantina di pa-sti consumati in locoe un trentina da aspor-to; oggi siamo sullot-tantina di pasti al gior-no. Per me la parolamisericordia ha sem-

pre significato cercare di risolvere i problemi dellepersone che venivano a mensa investendole direttamente,educandole. Oggi a 84 anni, nelle mie notti insonni,penso agli anni trascorsi alla Mensa, ma soprattuttorivedo i volti di tante persone aiutate, di tanti volontarigenerosi, il volto di una Chiesa accogliente e materna.Tutto quanto fatto in questi venti anni alla Mensa non tanto opera delle persone che ci hanno creduto eoperato (preziosissime), ma lespressione della vicinanzadella comunit cristiana a chi vive un momento di diffi-colt. Cara Mensa della Misericordia, buon complean-no!!.

La Mensa della Misericordia compie 20 anni Nata per volont dellarcivescovo Riccardo Fontana,

avviata e coordinata per diciassette anni da Ponziano Benedetti

24 N. 4 - Novembre-Dicembre 2015

ORE DI MISERICORDIA SUL QUADRANTE DELLA

MIA GIORNATA DI PARROCO

Ogni giorno dellanno, perquanto possibile, laprima ora della miagiornata di parroco un chiodofisso: lincontro con Ges Eucare-stia, in adorazione silenziosa nellacappella dei giorni feriali.In occasione dellapertura della

Porta Santa in terra africana, un segno eloquente: adogni vescovo della Repubblica del Centroafrica un osten-sorio per le loro Chiese locali. stato papa Francescoa farlo. E questo ha molto da dire, se si vuol vivere pie-namente lAnno giubilare della Misericordia. Questocontinuo demolire, uno dopo laltro, i segni del potereper attuare il potere dei segni, come direbbe don To-nino Bello, avr pure un senso per la Chiesa contempo-ranea! I Papi del dopo Concilio, ed in modosorprendente Francesco, ne sono testimoni. Capisco che stata per me una scelta impegnativa e sof-ferta quel farmi presente, ogni giorno, allEterno Presentein un silenzio che dovr poi necessariamente tramutarsiin scelte concrete di amore; quel portare a Ges ogni

parrocchiano, giungendo pian piano a poterlo chiamareper nome e su di lui invocare le pi grandi benedizionidi Dio nel suo Spirito. E, in quel Volto di Ges che svelala Misericordia del Padre, i tanti volti che, uno dopolaltro, si affacciano allostensorio: i malati, i bambini,gli anziani, i giovani, le famiglie, le persone sole e feritedalla vita, i poveri, il Vescovo, i sacerdoti del propriopresbiterio, il politico, il prossimo che pesai nemici.S, questa la mia quotidiana Visita Pastorale di par-roco. E pi trascorre il tempo in parrocchia, pi lestrade da percorrere e le case da visitare si focaliz-zano sempre meglio. Certo che dovrai portare loroGes, ne hanno diritto! amava ripetermi padre An-drea Gasparino ma prima di tutto, ogni tuo parroc-chiano, portalo a Ges. Solo allora potrai e sapraiservirlo!. Quanto detto, fa costatare che lEucarestiaa fare la Chiesa. Ed proprio vero: quando il cuorebatte, il sangue circola e la vita riprende. Ad uccidere lenostre parrocchie il gelo eucaristico! solo Ges checi fa cogliere i veri bisogni di tutti e di ciascuno. E, su-perando ogni resistenza, proprio quello il momentoideale per la risposta puntuale e concreta.

GIUBILEO E MINISTERO PRESBITERALE

La liturgia delle orescandisce la giornata

dei credenti

N. 4 - Novembre-Dicembre 2015 25

Ed eccoci giunti alla seconda ora della mia giornata:lora delle Lodi Mattutine. Ed intanto, nel trascorrere deltempo, durante lOra di Adorazione, qualche parroc-chiano si fatto presente, qualche altro viene per la con-fessione e la direzione spirituale, cos da essere in ognisituazione, e nonostante tutto, il segno del primato dellamisericordia. Ed insieme, in unione con tutta la Chiesa, diamo inizioalla Liturgia delle Ore con le Lodi. Ed ogni mattina, fa-cendo nostro il cantico del Benedictus, esprimiamo gra-titudine cantando: Grazie alla Bont Misericordiosa delnostro Dio, per cui verr a visitarci dallalto un Sole chesorge .Ci si ritrova ora in uscita, sulla strada. E, strada fa-cendo, dice Ges nel Vangelo annunciate che il Regnodi Dio vicino. Adesso inizia lora magica che dsenso e sapore a tutte le altre ore del giorno e dellanotte: lora del Buon Samaritano. Egli, come ci rac-conta levangelista Luca, dinanzi alluomo ferito fecitmisericordiam. Proprio cos: Fece misericordia. E, seil buon samaritano lo ha fatto, dice Ges: V e anchetu fa cos. E che staffilata ai sacerdoti del suo tempo:Essi, dicono e non fanno! (Mt 23,3). Da qui lesigenzanellattuare le quattordici Opere di Misericordia, sia cor-porali che spirituali, investendo tutto lambito della testi-monianza ecclesiale e sociale. Il cantiere avviato. C da allestire lormai famosoospedale da campo in vista della casa sociale con i suoi

cinque piani ben definiti: Spiritualit, Etica, Cultura, Po-litica ed Economia. Ce n per tutti.Per me parroco, dopo la Visita Pastorale davanti alSantissimo, iniziano le ore della Fantasia pastorale chetroveranno il loro pieno compimento nellEucarestia,fonte e culmine di tutta la vita della Chiesa, affermava ilConcilio Vaticano II. E quando, nella preghiera eucari-stica, elevo linvocazione: Padre, che nella tua miseri-cordia a tutti sei venuto incontro perch coloro che ticercano ti possano trovare, la fantasia di un parrocoritrova il proprio capolavoro giornaliero, assaporando ilprofumo delle pecore.Poi c il lavoro di ufficio parrocchiale: disbrigo dellaposta e delle pratiche burocratiche, accoglienza dellepersone che bussano, girovaghi che chiedono un pa-ninoIn tarda mattinata, spesso, c qualche ammalatoda visitare; poi, nel pomeriggio i ragazzi delliniziazionecristiana, i giovani; alla sera incontri vari, di preghierae programmazione pastorale. E mentre le ore si succedono, risuona nel canto la Paroladi Dio: Miseridordes sicut Pater in aeternum miseri-cordia eius. E cos raccogliere il frutto di una giornatadi parroco nella preghiera di un altro parroco, don PrimoMazzolari: Sul quadrante della mia giornata, Tu, Si-gnore, non segni che ore di misericordia.

Don Renzo Persiani Parroco di Cascia

Spoleto, Basilica Cattedrale Messa Crismale 2015

26 N. 4 - Novembre-Dicembre 2015

Misericordia la parolachiave che ci introduce eci accompagna in untempo lungo tutto un anno, untempo favorevole durante il qualeriscoprire il significato e il sensodellessere missionari dellamoremisericordioso che nella famiglia

trova ampia espressione. Le relazioni interne alla vita familiare richiedono, infatti,di essere abitate e spesso curate con il balsamo della mi-sericordia, quella stessa misericordia che Ges,durante la sua vita terrena, ha donato pro-prio nelle case. in casa di Simone che incontra Maria, pec-catrice nota a tutti. La accoglie, laperdona e la riabilita. nella casadi Zaccheo che dallincontro per-donante con Lui fiorisce la gioia. in una casa, durante un ban-chetto di nozze, che Ges evitaagli sposi una situazione di forteimbarazzo a causa della mancanzadi vino. in casa di Marta e Mariache manifesta amicizia e tenerezza.

Cosa possono dire questi episodi della vita di Ges allenostre famiglie? Certamente in Lui, volto della misericor-dia, e nelle sue azioni troviamo lesempio mentre quoti-dianamente ci misuriamo con gesti di perdono, dicompassione e di tenerezza verso il coniuge e i figli, versotutti i membri della famiglia. Guardare le persone e le situazioni con gli occhi del cuoreprima che con gli occhi della mente, per andare oltre leapparenze ed evitare il giudizio; perdonare per dare op-portunit nuove e nuovi inizi, recuperando speranza e fi-

ducia; essere attenti, prevenire,ascoltare; sostenere tutti in

famiglia; donare congioia e gratuitamente fa-cendo sentire amato chi accanto. Voglia il Si-gnore che in che in que-sto Anno Santo la

misericordia sia ossigenonuovo per tutte le nostre fa-miglie.

Cristina e Roberto MariottiniResponsabili della Pastorale

familiare diocesana

donare con gioia e gratitudine

INCONTRI PER PERSONE SEPARATE, DIVORZIATE O IN NUOVA UNIONE

LAnno Giubilare loccasione propizia per avviare in modo ufficiale incontri di pre-ghiera e condivisione insieme alle persone separate, divorziate o in nuova unione. Ilpercorso articolato in incontri mensili ed ha come obiettivi: aiutare a comprendere cheniente e nessuno cancella la dignit ricevuta dal Battesimo e che Dio ama tutti i suoi figlisenza distinzione; mirare, per chi si sente sfiduciato, alla riedificazione di s; prenderecoscienza delle proprie emozioni, delle proprie ferite, della propria storia personale percomprendere la valenza del perdono ed il recupero della capacit di relazioni gioiose;riscoprire la propria missione personale e la capacit di rispondere allamore di Dio.Gli incontri si terranno presso la Sala della Resurrezione del Centro diocesano di Pasto-rale giovanile a Spoleto, alle ore 21.00 dei seguenti venerd del 2016: 15 gennaio(Figli di Dio per sempre); 19 febbraio (Mi voglio bene: la difficolt e la gioia di accettarese stessi); 18 marzo (Mettersi nei panni dellaltro per comprenderne le debolezze); 15aprile (Accettare il dono della misericordia); 20 maggio (Le mie ferite); 17 giugno (Gliobiettivi e la missione personale); 16 settembre (Misericordia e giustizia); 21 ottobre (Ilperdono nella Sacra Scrittura); 18 novembre (La famiglia e la comunit, luoghi del per-dono e della festa); 16 dicembre (Rendiamo grazie a Dio: gustare la misericordia).

GIUBILEO E FAMIGLIA

N. 4 - Novembre-Dicembre 2015 27

Carissimi fratelli e sorelle, virendiamo partecipi di comenoi, suore di clausura delMonastero delle clarisse di Trevi,vivremo il Giubileo della Miseri-cordia.Dice padre Francesco nella Bolladi indizione dellAnno giubilare

che abbiamo sempre bisogno di contemplare il misterodella misericordia. fonte di gioia, di serenit e dipace. condizione della nostra salvezza. Dunque,questo Anno Santo sar anzitutto occasione di rendimentodi grazie a Dio per la sua misericordia e di approfondi-mento della conoscenza del suo amore per noi, coscome esso si rivela nelle pagine dellAntico Testamentoe nel volto e nella vita di Ges. Avremo occasione di conoscere meglio anche il sacra-mento della Riconciliazione, cos importane per il nostrocammino di conversione, personale e comunitario. Ognivolta che ci lasciamo riconciliare con Dio, infatti, si rin-saldano anche i legami tra di noi e pi visibile diventalunit che il Signore opera, nel rispetto delle nost