Giornalino di istituto n.2

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Giornalino dell’I.C.“S. Riccobono”- S. Giuseppe Jato Numero 2, Maggio 2011 SOMMARIO LE NOSTRE ATTIVITÀ 2 LE NOSTRE INTERVISTE 16 RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITA’ 19 EVENTI 24 SCRITTURA CREATIVA 25 LA PAGINA SPORTIVA 30 LA PAGINA DEI GIOCHI 31 RINGRAZIAMENTI 32 La nostra scuola prende il nome da un grande uomo che si chiamava Salvatore Riccobono. Egli nacque a San Giuseppe Jato il 31-01-1864. Dopo aver compiuto gli studi secondari e il servi- zio militare, si laureò nel 1889 presentando una tesi di Diritto Romano. Si trasferì quindi in Ger- mania per quattro anni, seguendo i corsi istituiti dai maestri più prestigiosi. Tornato a San Giu- seppe Jato, Salvatore fu chiamato per frequenta- re la scuola romana del maestro Vittorio Scialo- ya. Successivamente, lavorò come professore presso la “Facoltà giuridica” a Sassari e a Paler- mo. Fondò la rivista “ Gli Annali del Seminario Giuridico “. Salvatore Riccobono morì il 05-04- 1958 a 94 anni. La scuola a lui intitolata circa venticinque anni fa si trovava nel Corso Umberto I, dove oggi c’è il Liceo scientifico. Tiziana Vicari e Aurora Rappa I F La nostra scuola PAGINA 1

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giornalino dell'Istituto comprensivo statale Riccobono di San Giuseppe Jato (Pa)

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G i o r n a l i n o d e l l ’ I . C . “ S . R i c c o b o n o ” - S . G i u s e p p e J a t o N u m e r o 2 , M a g g i o 2 0 1 1

SOMMARIO

LE NOSTRE ATTIVITÀ

2

LE NOSTRE INTERVISTE

16

R I FLE TTI AM O S U…L A

LEGALITA’

19

EVENTI

24

SCRITTURA CREATIVA

25

LA PAGINA SPORTIVA

30

LA PAGINA DEI GIOCHI

31

RINGRAZIAMENTI

32

La nostra scuola prende il nome da un grande uomo che si chiamava Salvatore Riccobono. Egli nacque a San Giuseppe Jato il 31-01-1864.

Dopo aver compiuto gli studi secondari e il servi-zio militare, si laureò nel 1889 presentando una tesi di Diritto Romano. Si trasferì quindi in Ger-mania per quattro anni, seguendo i corsi istituiti dai maestri più prestigiosi. Tornato a San Giu-seppe Jato, Salvatore fu chiamato per frequenta-re la scuola romana del maestro Vittorio Scialo-ya. Successivamente, lavorò come professore presso la “Facoltà giuridica” a Sassari e a Paler-mo. Fondò la rivista “ Gli Annali del Seminario Giuridico “. Salvatore Riccobono morì il 05-04-1958 a 94 anni.

La scuola a lui intitolata circa venticinque anni fa si trovava nel Corso Umberto I, dove oggi c’è il Liceo scientifico.

Tiziana Vicari e Aurora Rappa I F

La nostra scuola

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ANNO 2010-2011

LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Il Progetto “Mappa Valle Dello Jato”

Ora si che l’ingresso della nostra scuola è davvero molto bello! E questo grazie alla realizzazione di un pannello nel quale è rappre-sentata la “Valle dello Jato”. Questa idea è nata per far conoscere ed evidenziare tutta la bellezza del nostro territorio. La realizza-zione è stata opera della professoressa Agostina Sarro con la collaborazione dei professori Natale Cascio, Salvatore Castronovo, Vito La Milia e della prof. Donatella Taormina. Vi hanno partecipato i bidelli Alamia e Bilello; il falegname Cesare La Corte. Sono state coinvolte le classi 1^-2^-3^ D, 1^-2^-3^ E, 1^ F e gli allievi Davide Ciziceno, Alessia Di Giovanni, Rosa Spina e Gaetano Amato di 2^ A.

La lavorazione del pannello è stata divisa in 5 fasi: nella prima è stato preparato il bozzetto; nella seconda si è attuata una ricerca storica sul territorio di San Giuseppe Jato e dintorni; la terza ha riguardato la preparazione della superficie; la quarta si è basata sulla realizzazione dei “rilievi storici” e la quinta sulla definizione dei particolari e della verniciatura finale.

E’ stato un’attività molto complessa, ma ne è valsa la pena: il risultato è straordinario!

Sono state abbellite anche altre zone: l’ingresso che dà sulla Presidenza e quella dove i docenti timbrano l’arrivo e l’uscita.

Alessia Di Giovanni II A

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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La settimana del Green School Project

Per saperne di più sul progetto Comenius abbiamo fatto qualche domanda alla professoressa Patrizia Buscemi.

C’è una profonda differenza fra il Comenius e il Gemellaggio: il primo interes-sa i paesi dell’Unione Europea; il secondo è inteso come uno scambio cultu-rale fra le scuole italiane.

Il Comenius è un progetto finanziato dall’Unione Europea, inserito all’interno del Lifelong learning programme LLP, “programma di apprendimento lungo tutta una vita”. In particolare, si tratta di “partenariati” multilaterali fra una rete di scuole di tutta Europa. Il meccanismo di partecipazione si basa sulla pre-sentazione di un modulo di candidatura per la realizzazione di obiettivi comu-ni. Qui, alla “S. Riccobono” il Comenius è attivo dal 2004 quando, la professo-ressa Di Bona ha richiesto una borsa di studio per seguire un corso per inse-gnanti in Irlanda. Così sono nati i primi contatti con gli altri docenti dei paesi membri dell’Unione Europea: il primo progetto è stato il My village a part of Europe con Spagna, Lituania e Irlanda del Nord. L’anno successivo è stata la stessa professoressa Buscemi a compiere l’esperienza della formazione in servizio, recandosi in Irlanda. Anche il Dirigente Scolastico, il Professore Giuseppe Lo Porto, ha partecipato a due corsi di formazio-ne per dirigenti: uno in Olanda nel 2008, dal titolo “Vet in the netherlands vertical streaming” e uno nell’aprile 2010 in Turchia, dal titolo“School’s success in involving parents and families”. Così, la rete di amicizie europee si è incrementata, fino ad arrivare all’anno in corso: il progetto “Green school Project”, che si concluderà nel luglio del 2011, ha visto la partecipazione di allievi e do-centi di varie zone d’Europa: Slovenia, Finlandia, Estonia, Svezia, Grecia e Francia.

Da sabato 26 a giovedì 31 marzo sono stati nostri ospiti, ed è stato un gran successo! L’organizzazione, che ha visto coinvolti do-centi e allievi dei plessi “Mattarella” e “S. Riccobono”, è stata molto articolata ed ha riguardato diversi aspetti didattici, istituzionali, sociali e organizzativi: i vari momenti dell’incontro sono stati interessanti sia per gli ospiti che per gli studenti.

A conclusione del meeting, è stata realizzata una grande manifestazione, durante la quale la scuola ha presentato i lavori dell’orchestra, del coro, dei balletti e anche una sfilata. Al termine dell’intervista, la professoressa Patrizia Buscemi, con il suo sorri-so, ha manifestato piena soddisfazione per la risposta positiva data da noi ragazzi, soprattutto in considerazione del fatto che l’incontro con altre culture è altamente stimolante.

Maria Basile II D

Programme for Comenius Week Saturday 26/03

Arrivals

Sunday 27/03

9.30—Trip to Palermo City. Visit to the Cathedral. Free time for shop-ping/sightseeing

12.20—Visit to the “Massimo Theatre”

Lunch in central city (at own cost): “Focacceria San Francesco”

16.00—Visit The Chatedral in Monreale

17.00—Concert from Coro Cum Iubilo

18.30— “Sicilian Puppet Theatre” in Monreale

Happy hour FILDAS (host)

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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La settimana del Green School Project

Programme for Comenius Week

Monday 28/03

09.00—Cofee at the Primary school: visit classes in our school whit pupil guides

11.00— Visit classes in our school whit pupil guides—talk about your countries (Auditorium—incluse classes quinte Primary

13.30—Sicilian Brunch (host—Ass. Cult.)

14.30—Project work at school: visit to San Giuseppe Jato; visit to the “Calatrasi Cellar”

20.00 – Pizza Palermo (at own cost)

Tuesday 29/03

09.00 - Visit to “Palazzo dei Normanni”

13.30 – Brunch (at own cost)

14.30 – Pullman – partenza da Piazza Indi-pendenza: visit to “Old Poggioreale”. Guided visit at ““Museo del sale” (WWF)

Dinner at local restaurant (at own cost)

Wednesday 30/03

9.30 – Trip to the local Museum and Mount Jato

13.30 – Brunch

Project work at school:

16.30 – Concert By the school Orchestra at school

Dinner at restaurant “Calatrasi” (host)

Thursday 31/03

Departures

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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La settimana del Green School Project

La tematica portante del progetto “A Green School in a Grin” è l’ecologia: riciclo e riutilizzo di oggetti oramai fuori uso e realizza-zione di prodotti con materiale di scarto come carta, plastica, car-tone, piatti, etc… Lo scorso anno, le nostre insegnanti ce ne hanno parlato e ci han-no presentato la nostra mascotte: un peluche d’orso bianco di no-me Aura che è stata con noi per alcuni mesi. Poi, la maestra Ro-salba Ferrante l’ha portata con sé in Francia e da lì Aura è partita per la Finlandia. Quest’anno, invece, sono venuti loro da noi: hanno riportato Aura che è passata alla Francia e da noi hanno lasciato Samu, il fratel-lo, l’altra mascotte del Comenius. Tutto è cominciato quando la maestra ci ha comunicato che il 26 marzo sarebbero arrivati i docenti europei del “Comenius Project” e dovevamo impegnarci molto: ci siamo preparati al meglio, tutti avevamo qualcosa da fare. Abbiamo realizzato un pannello con le bandiere dei sette paesi partecipanti e abbiamo scritto “benvenuti” in tutte le lingue. Con le insegnanti abbiamo creato l’”ECO-MONSTER”: il mostro ecologico che mangia-assorbe, attraverso una lingua lunghissima, la spazzatura. L’energia eolica prodotta dalle sue ali viene trasfor-mata in fiori e da un tubo fuoriescono messaggi ecologici. Nel realizzare il prodotto tra noi ragazzi c’è stata molta collabora-zione, entusiasmo e impegno.

Secondo gli allievi del Plesso “Mattarella”

Lunedì 28 marzo sono arrivati i docenti europei nella nostra scuo-la: li abbiamo accolti calorosamente e gli abbiamo presentato il “mostro”. Alcuni bambini hanno indossato gli abiti tipici dei paesi partecipanti al Comenius. Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo co-minciato tour della scuola. Ogni gruppo ha accompagnato uno stato, parlando esclusivamen-te in inglese. Gli ospiti hanno visitato l’atrio, le classi, la palestra, l’aula video, la biblioteca: ognuno di noi spiegava cosa si facesse in ogni classe. Alla fine del giro ci siamo fermati al “mercatino dell’usato” e anche lì abbiamo detto qualcosa ed essi, in ricordo di questa esperienza, gentilmente ci hanno donato piccoli oggetti. Hanno fotografato tutti gli angoli, i libri, i quaderni e pure i mura “scarabocchiati”. È stato anche offerto un break a base di ricotta, focacce condite, cassata siciliana, torta al cioccolato, dolci tipici siciliani. Noi, invece, ci siamo recati presso la scuola media, aspettando il loro arrivo. Ogni nazione ha portato dei regali per la nostra scuo-la e ha fatto una breve presentazione del proprio paese in inglese, mentre la professoressa Patrizia Buscemi traduceva. E’ avvenuto uno scambio di informazioni, abitudini, attività sportive e hobby di ogni territorio. Mercoledì 30 marzo siamo stati invitati a un altro incontro tenutosi al plesso “Riccobono”: siamo stati accolti da una grande orchestra che ha suonato prima il nostro inno e poi gli altri inni dei paesi o-spitati. Ci siamo recati, poi, in palestra dove alcuni ragazzi di tutte le prime hanno ballato la tarantella. Infine, c’è stata la sfilata dei costumi tipici delle varie nazioni, durante la quale alcuni ragazzi/e hanno indossato abiti realizzati con materiale da riciclo. Dopo aver vissuto in pieno questa esperienza, possiamo dire che il “COMENIUS PROJECT” ha rafforzato, tra i giovani e il persona-le docente, la conoscenza e la comprensione della diversità cultu-rale e linguistica europea.

Chiara Tocco, Andrea Paradiso, Marika Di Piazza, No emi Ma-donia, Samuele Stassi, Alessandra Lo Forte — classi quinte

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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La settimana del Green School Project

Secondo gli allievi del Plesso “Mattarella”

Le classi quinte inaugurano “Il Mercatino Dell’Usato ”, con lo scopo di invogliare i piccoli a “non buttare” ciò che non serve più, quindi a inquinare meno la nostra terra che in questo momento ha proprio bisogno di noi. Le nostre insegnanti ci hanno incoraggiato e abbiamo deciso di “metterci alla prova” organizzandone uno. Abbiamo subito iniziato la raccolta di oggetti usati in buone condizio-ni che non servivano più o che non piacevano più, divulgando l’invito a tutte le classi della scuola primaria. Il giorno seguente erava-mo pieni di donazioni che riempirono il mercatino. Abbiamo subito creato un registro di “carico” dove annotare tutti gli oggetti donati, e uno di “scarico” in cui annotare gli oggetti in uscita. Il mercatino piano piano è stato abbellito con cartelloni e con pensieri nostri che invitano tutti i bambini a venire a prendere e a donare.

Gli oggetti sono esposti su due tavoli e selezionati per tipologia: ad esempio c’è l’angolo dei pupazzi, ldei bracciali, dei giochi e gio-cattoli, dei portagioie, dei portafoto, dei piccoli quadri e così via.

Il mercatino dell’usato ha alcune regole che vanno rigorosamente seguite:

• Deve essere rispettato il turno e il cambio del mercatino (8.30-11.00/11.00-13.30)

• Non prendere sempre ma anche donare

• Se un bambino è assente, le insegnanti hanno il compito di sostituirlo con un altro.

Quando gli oggetti cominciano a diminuire non avviene lo scambio, ma si accettano solo donazioni. Così, non appena i tavoli sono di nuovo pieni, i bambini possono prendere ciò che desiderano.

Il mercatino sarà aperto fino alla fine dell’anno. Ci auguriamo che questa idea sia di buon esempio per tutti e speriamo che, così facendo, anche gli altri possano rispettare sempre più l’ambiente.

Andrea Paradiso, Marika Di Piazza, Noemi Madonia, A lessandra Lo Forte e le classi quinte

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Il nostro Gemellaggio

Una delle attività svolte in questa scuola è il “Gemellaggio” che consiste nello scambio culturale di tradizioni e abitudini tra due paesi d’Italia, due realtà completamente diverse. Ad occuparsene sono le professoresse Lucia Trapani e Anna Scandariato.

I gemellaggi avvengono da almeno cinque anni e l’ ultimo è stato realizzato con Oderzo, in provincia di Treviso, per la durata di cin-que giorni. E’ stata una bella esperienza sia per gli alunni che per i docenti accompagnatori.

Giuseppe Rumore II A

Già da tre anni la nostra scuola partecipa al gemellaggio con l’Istituto Comprensivo Statale “F. Amalteo” di Oderzo (TV) in Veneto. Nell’Aprile dello scorso anno, dal 15 al 18, siamo stati ospitati dalle famiglie degli alunni.

Appena giunti ad Oderzo, ci siamo recati a scuola dove ab-biamo conosciuto i ragazzi nostri coetanei. Molti di noi hanno subito simpatizzato, altri si conoscevano già dall’anno prece-dente. I professori addetti all’organizzazione hanno realizzato varie attività ricreative e molte visite guidate a Venezia, Trevi-so e altri paesi dei dintorni. Le famiglie sono state ospitali, cordiali, affettuose. Esse si sono rivelate molto disponibili, in particolar modo quando, a causa di un’enorme nube di polve-ri, causata dall’eruzione di un vulcano islandese, agli aerei è stato impedito di volare in tutta Europa: così siamo stati pia-cevolmente “costretti” ad essere ospiti per altri due giorni. Il momento dei saluti con i ragazzi e le loro famiglie è stato se-gnato da grande commozione: avevamo tutti un nodo in gola e gli occhi arrossati.

Il viaggio di ritorno si è rivelato molto pesante, in quanto ab-biamo dovuto affrontare la strada in pullman da Oderzo a Civitavecchia, per poi imbarcarci per Palermo e affrontare l’intera notte seduti in poltrona.

Questa esperienza ci ha permesso di conoscere nuovi luoghi e nuova gente, e di cogliere le diversità fra la nostra cultura e quella tipica del nord: c’è da dire che quello che è contato di più è stato il rapporto e lo scambio reciproco con gli altri.

Anastasia Marsala III A

Il Gemellaggio a Carpi

L’Istituto Comprensivo “Carpi Zona Nord” è una comunità studentesca che comprende la scuola per l'infanzia "Sergio Neri" le scuole primarie (elementari) "Martiri per la Libertà" e "Marianna Saltini" e la scuola seconda-ria di I grado (media) "Odoardo Focherini". Il nostro istituto serve un bacino d’utenza abbastanza ampio ed eterogeneo, che comprende quartieri residen-ziali, zone miste residenziali-produttive, centri frazionali ed aree rurali.

Le famiglie vedono, nella maggior parte dei casi, l’impegno lavorativo di en-trambi i genitori, assorbiti spesso da intensi ritmi di lavoro. Negli ultimi anni si sono formate piccole comunità multietniche, a tutt’oggi è in continuo incre-mento il fenomeno immigratorio da paesi extracomunitari, con una presenza in costante aumento di alunni stranieri.

Il nostro Istituto ha collaborato, fin dalla sua istituzione, ad iniziative in rete con altre scuole del territorio ed è parte integrante del Patto per la Scuola stipulato con l’amministrazione delle Terre d’Argine. Il Patto è una convenzione che prevede reciproca collabora-zione tra i soggetti firmatari del piano con l’obiettivo di migliorare il livello qualitativo del sistema for-mativo locale.

Per arricchire e migliorare ulteriormente l’offerta formativa, l’Istituto Comprensivo si avvale anche dell’ausilio di enti e di servizi del territorio: musei, teatri, biblioteche e ludoteche, circoli, associazio-ni, centri sociali e cooperative… nella consapevolezza che si è inseriti a pieno titolo in una comunità educante a 360°.

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Il Gemellaggio a Carpi

Sono Joel,

e abito a Carpi dove frequento la scuola secondaria di primo gra-do Odoardo Focherini.

Come i miei compagni sono al terzo e ultimo anno e presto do-vrò affrontare il mio primo esame scolastico. Sono un ragazzo che, per curiosità e voglia di conosce-re, si assume diversi impegni.

Quasi ogni giorno infatti ritorno a scuola per partecipare a vari cor-si e a potenziamenti linguistici.

Tra tutte le attività extrascolastiche, quest'anno, mi ha particolar-mente coinvolto il laboratorio teatrale che si è concluso il 12 e 13 aprile con uno spettacolo costruito sulla figura di Odoardo Fo-cherini, un personaggio storico che sta molto a cuore alla mia scuola e alla mia città. Odoardo Focherini, giovane cattolico car-pigiano, durante la seconda guerra mondiale, donò la sua vita salvando quella di circa 105 ebrei.

Vorrei ricordare di questo grande uomo una sua frase che mi ha particolarmente toccato: “Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non, di non averne salvati in numero maggiore”.

Olga Focherini, una delle figlie di Odoardo, ha invece così ricor-dato suo padre: "La sua grandezza sta nel fatto che di fronte al male che stava distruggendo la società, lui non si è voltato dall’altra parte come hanno fatto in tanti. Ha guardato la soffe-renza dei perseguitati ed ha creduto che valesse la pena rischia-re la propria vita per aiutarli ..."

Sono Alessia,

abito a Carpi e frequento la scuola se-condaria di primo grado Odoardo Fo-cherini e sono all’ultimo anno. Sono dispiaciuta di lasciare questa scuola che ha fatto parte della mia vita per tre anni, nonostante abbia avuto momenti anche brutti e periodi poco positivi.

Pratico pallavolo da otto anni e sono molto impegnata, quasi ogni giorno. E’ uno sport che amo e che spero di poter continuare in futuro. Mi piace leggere libri, soprattutto romanzi e fantasy. Fin da quando ero piccola infatti frequento le librerie più fornite della città e mi piace seguire la fiera internazionale del libro che quest’anno si svolgerà a Torino.

Mia madre ha aperto un negozio di dolci da circa un anno e a Carpi sta diventando molto popolare. A causa di questo non rie-sco a passare molto tempo con i miei genitori e spesso sono a casa solo con mio fratello, che è al terzo anno dell’istituto tecnico informatico.

Il prossimo anno ho scelto di frequentare il liceo linguistico per-ché mi sono sempre piaciute le lingue e spero di poter andare a vivere all’estero in futuro e intraprendere una carriera che mi con-senta di sfruttare le mie conoscenze.

I miei hobby preferiti sono la musica, la fotografia e scrivere.

Sono Camilla,

abito a Carpi frequento la scuola secondaria di primo grado Odo-ardo Focherini.

Sono al l ’u l t imo anno e quest’anno dovrò affrontare l’esame, per prepararmi ad un nuovo inizio: la scuola superiore. Ho scelto di frequentare il Liceo Sociale, perché psicologia è una materia che mi interessa molto, e credo che mi possa aiutare a capire bene chi sono e cosa penso davvero.

Pratico pallavolo, uno sport che col passare di otto lunghi anni, è diventato il centro della mia vita. Amo questo sport, perché mi permette di lasciare per qualche ora tutto il resto, e quando gioco mi sento libera.

Per i momenti in cui non sono in palestra o a scuola, mi dedico alla musica, alla lettura. Fin da piccola, mia sorella mi ha insegna-to a suonare il pianoforte, solo che non ho mai iniziato a studiarlo in un conservatorio. Però la musica mi è sempre interessata e credo che se vi sarà la possibilità, inizierò a prendere lezioni.

I miei genitori sono due professori della mia scuola e mia sorella è una universitaria che studia Fisica. La mia famiglia è composta da persone molto interessate agli studi e alla scuola, ma il mio obiettivo principale è quello di trasferirmi all’estero e poter giocare a pallavolo non solo per divertimento, ma per lavoro.

Sono Vanessa,

abito a Fossoli di Carpi e frequento la scuola secondaria di pri-mo grado “Odoardo Focherini” e sono all’ultimo anno; sono di-spiaciuta di lasciare questa scuola, che ha fatto parte di me per tre anni la quale mi ha fatto conoscere alcune persone importan-ti...

Pratico Atletica da 6 mesi ma momentaneamente sono ferma a causa di una slogatura alla caviglia, uno sport a cui dedico me stessa e spero di continuare anche in futuro, d’estate pratico an-che equitazione perché amo i cavalli e glii animali in generale..

Mi piace molto anche leggere soprattutto fantasy e romanzi; quel-lo che mi ha appassionato di più è “Eragon”.

Il prossimo anno frequenterò l’Istituto biotecnologico Selmi a Modena; ho scelto questa scuola perché mi piacciono molto le materie scientifiche e la medicina..

In futuro voglio fare la veterina-ria e già frequento una dotto-ressa che mi fa assistere ad alcuni interventi e visite.

Ciao, mi chiamo Francesco e vengo da Carpi.

Anche io frequento l’ultimo anno della scuola media Focherini, a cui sono molto legato.Il prossimo anno frequenterò l’istituto tecnico industriale, perché mi sono sempre piaciute le materie scientifiche, e le materie che s ono legate alla tecnica e al disegno.

I miei hobby sono ascoltare musica, stare con gli amici, suonare la chitarra e la pallavolo, sport che mi piace tanto e per il quale sono impegnato quasi ogni giorno. Il mio genere di musica preferito è il rock, quasi sempre ascolto, per-ché penso che sia il tipo di musica più bello. Un altro dei miei interessi principali è guardare film e leggere libri, spe-

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Il Gemellaggio a Oderzo

Parliamo di...Legalità

“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perchè è in ciò che sta

l'essenza della dignità umana”

[Giovanni Falcone]

Molti uomini hanno sacrificato la loro vita per combattere la mafia e tutte le forme di criminalità, ma non sono riusciti a eliminarla definitivamente.

La criminalità è estremamente difficile da combattere. Si crede a volte di essere riusciti a sconfiggerla, ma poi torna quando meno te lo aspetti.

Abbiamo avuto il piacere e l’onore nella nostra Scuola media ad Oderzo di ascoltare la storia di un ex poliziotto che ha vissuto in prima persona il problema della criminalità. Siamo rimaste impressionate per come molte persone mettano a rischio la propria vita per cercare di rendere il mondo migliore. Queste persone sono da ammirare poiché aiutano il mondo intero senza chiedere nulla in cambio.

Purtroppo, come ci sono persone che lottano per l'onestà, ci sono quelli che lottano perché la criminalità vinca su tutto: gli unici mo-tivi di tale pazzia sono il vile denaro ed il potere!

Pensiamo che ognuno di noi, adulto o bambino che sia, debba cercare di lottare a modo suo contro la criminalità, per far sì che, piano piano, tutti comincino a rispettare la legge. Ognuno dovrebbe impegnarsi ad educare i propri figli al rispetto degli altri, al sen-so del lavoro e al senso della giustizia. Tutti dovremmo impegnarci un po’ di più a non adeguarci ai comportamenti scorretti dicendo “Tanto lo fanno tutti” e a rinunciare invece ai privilegi che non meritiamo per quello che siamo ma che otteniamo per “chi” conoscia-mo.

L'unica arma contro la criminalità è la legge e per questo è necessario rispettarla e farla rispettare. Non bisogna mai farsi fuorviare dai soldi facili e smettere di rispettare la legge perchè sarebbe come dare un uomo in più alla disonestà e quindi aiutare il mostro più grande: l'illegalità.

Diceva Pascoli: “Il poeta è un fanciullo che sogna e vede cose che gli altri non vedono né possono vedere…essendo ormai abituati alla coscienziosa razionalità”. Come il fanciullino cerchiamo dunque di privilegiare l’intuizione alla ragione, il sogno al vero, l’invenzione alla riproduzione in serie ….e cerchiamo, ancora, di aggrapparci a quella sana illusione che tutto al mondo sia facile , che tutto sia risolvibile….

Forse se ci crediamo davvero riusciremo a farcela! Insieme…

Per la legalità!

Giulia Manfredi, Francesca Manfioletti e Stella Fiorin della 3B

Scuola Media Statale “F. Amalteo”

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Il Progetto P.Q.M.

La sigla P.Q.M significa “Piano Nazionale Qualità e Merito” ed è stato istituito per assicurare ad ogni scuola un insegnamento e un apprendimento di qualità. Il P.Q.M ha inizio con delle prove stan-dard, dei test d’ ingresso e successivamente si passa all’ elabora-zione di attività di miglioramento per superare le difficoltà eviden-ziate. Lo scopo del P.Q.M è diffondere l’ abitudine di auto valutar-si. A fine di tale percorso l’ Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo d’ Istruzione e Formazione ( INVALSI ) pro-pone delle prove per gli studenti, basate su attività già realizzate; le elabora e infine le restituisce alle scuole con i risultati ottenuti. Nell’ anno 2009/2010 il P.Q.M si è centrato sull’ ambito logico-matematico, definito progetto pilota; poi nell’ anno scolastico 2010/2011 effettua anche metodologie linguistiche.

Gli attori principali del P.Q.M sono le scuole, gli studenti ai quali è offerta la possibilità di migliorare le lo loro capacità, i dirigenti sco-lastici e lo Staff di direzione che si occupano di coordinare e di supervisionare il percorso. I Tutor di progetto nella nostra scuola sono le prof.sse Trapani Lucia e Scannariato Anna che hanno il compito di guidare gli studenti delle classi IIB e IIC.

Tiziana Vicari I F

Questo progetto extracurriculare, come dice il nome, si occupa di giardinaggio.

È stato realizzato per stimolare i ragazzi alle attività manuali. Essi sono seguiti da cinque docenti: i professor Mariano Tusa e Car-melo Calabrese; le professoresse Nunzia Zora, Giovanna Lanzarone e Vita Macaluso. Per parteciparvi non bisogna avere dei pre-requisiti specifici, ma saper usare i seguenti strumenti da lavoro: la zappa, il rastrello, le scope, i vasi per le piante e i concimi.

Tutto questo serve per realizzare degli spazi verdi dentro e fuori l’Istituto, utilizzando piante aromatiche e fiori molto belli non solo per la vista ma anche per l’olfatto.

E’ un’attività molto bella, divertente e utile, sicuramente da riproporre anche in futuro.

Alessia Di Giovanni II A

Il Progetto Trinity

Il “Trinity” è un college inglese che dà l’opportunità agli stu-denti di essere esaminati da un professore di madre-lingua. I ragazzi che vi partecipano vengono divisi in tre gruppi, a se-conda della difficoltà del corso: il primo è il più facile è si chia-ma gread 1; il secondo è un po’ più difficile ed è denominato gread 2; il terzo gruppo riunisce i ragazzi che parteciperanno al gread 3 e 4.

L’esame è sostenuto dopo un corso pomeridiano seguito du-rante l’anno scolastico.

Il progetto si è potuto realizzare grazie alle tre professoresse d’inglese dell’istituto che hanno aderito: Patrizia Buscemi, Maria Teresa Surdi e Zaira Di Mitri.

L’esame del 1^, 2^ e 3^ gread consiste in una conversazione che consiste nel capire e rispondere usando la grammatica e le funzioni ripassate durante il corso. Il 4^ gread, invece, è diviso in due parti: nella prima si parla di un argomento scelto dal ragazzo; nella seconda parte, è prevista una conversazio-ne in lingua-madre. Gli esaminatori possono dare tre tipolo-gie di voto: A, “ottimo”; B, “sufficiente”; C, “insufficiente”.

Alessia Di Giovanni II A

Il Giardino degli Aromi

Il Progetto “Coro stabile S. Riccobono” Si tratta di un progetto extracurriculare che la scuola ha organizzato per creare una real-tà musicale fatta da un insieme di ragazzi che condividono un momento di socializzazio-ne attraverso il canto, in particolare il canto corale.

Da quest’anno la scuola attiva un “coro stabile”: ciò significa che sarà presente in ogni manifestazione.

Il coro è formato da ragazzi che partecipano spontaneamente, dopo aver superato una selezione vocale che stabilisce se hanno i requisiti per parteciparvi. É inserito anche nel progetto “legalità” per dare un segnale alla società, grazie all’impegno proficuo per se stessi e per il gruppo.

Fra le varie finalità, non bisogna sottovalutare l’attività di gruppo che scardina ogni for-ma di protagonismo e individualismo, a favore della cooperazione e delle pari opportuni-tà, nel far valere le proprie potenzialità. In tal modo, si sviluppa la tolleranza e lo spirito di collaborazione, per realizzare più obiettivi comuni di non secondaria importanza: la formazione tecnica secondo tutti i parametri del canto e l’esecuzione di repertori musicali poco conosciuti al grande pubblico.

Alessia Di Giovanni II A

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ANNO 2010-2011

LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Le(g)ali al Sud: un progetto per la Legalità in ogni scuola

Il progetto, denominato anche “C-3”, approfondi-sce le tematiche relative all’ambiente, di cui si oc-cupano alcuni alunni della scuola primaria, e alla le-galità, di cui si interessano alcuni ragazzi della scuola secondaria.

Questo progetto è stato realizzato in collaborazio-

ne con l’associazione “Libera” di Palermo.

Si articola in quaranta ore e i temi principali sono: la costituzione italiana, i diritti e i doveri che la cittadinanza impone come stru-menti per una convivenza civile, la conoscenza di alcuni aspetti negativi della società tra i quali la mafia e il racket.

Altri temi importanti sono le organizzazioni criminali, la storia dell’antimafia, la conoscenza del rapporto fra mafia e intercultura, la globalizzazione del fenomeno mafioso, e le varie forme e stru-menti culturali, sociali utili per sconfiggere la mafia.

All’ attività parteciperanno esperti che terranno alcuni seminari con personalità d’eccellenza, come lo scrittore Augusto Cavadi o il maratoneta olimpionico Rachid Berradi, primatista italiano.

Il progetto prevede anche alcune visite presso la “casa-memoria” di Peppino Impastato a Cinisi; presso la redazione di TeleJato a Partinico e le cooperative di “Libera terra” che hanno in custodia i beni immobili sequestrati ai mafiosi.

Giuseppe Rumore II

Strumento

La Musica a Scuola La nostra scuola è una delle poche che offre ai ragazzi l’opportunità di avere un’educazione musicale.

Coloro che desi-derano seguire questi corsi pome-ridiani devono pre-sentare la doman-da di iscrizione per il primo anno di scuola media: anche io ho deci-so di farlo.

La scuola presen-ta quattro diversi

corsi di strumento: quello di violino, di chitarra, di flauto e di pianoforte. Io ho scelto di seguire le lezioni di violino.

A mio parere, è un’esperienza molto utile per chi vuole intra-p r e n d e r e l a c a r r i e r a d i m u s i c i s t a . Ogni ragazzo ha a disposizione un’ora alla settimana, molte volte divisa in due giorni, dalle 13 :30 fino alle 17:30. Ogni volta, mi rilasso perché a me piace molto suonare: è come se andassi in un’altra dimensione e, per qualche minuto, mi sen-to “fuori dal mondo”.

A fine anno ci sono i vari saggi: così gli altri possono ascolta-re quello che, con tanto lavoro, riusciamo a creare. Imparare a suonare è un’esperienza fantastica e spero che anche altre persone, come me, abbiano questa opportunità e capiscano quanto sia importante e bello.

Federica D’Aleo II E

La mia passione per la musica Mi piace molto suonare il pianoforte: così ho scelto di seguire le lezioni che si tengono a scuola

I giorni interessati sono il martedì a terza ora (dalle 15:30 alle 16:30) e il mercoledì a quarta ora (dalle 16:30 alle 17:30).

Anche a casa mi esercito ogni giorno con la mia tastiera personale; però ho poco tempo, data la moltitudine di compiti che devo svolgere.

Quando suono provo una felicità immensa perché mi diverto tantissimo!

A volte, quando sono triste o nervosa, la mia musica ha il potere di rendermi di nuovo felice o di tranquillizzarmi.

Spero vivamente di continuare a studiare pianoforte anche dopo la terza media, perché voglio continuare a imparare e a scoprire nuove potenzialità di questo fantastico strumento!

Maria Basile II D

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Giornate dell’Orientamento

Le “giornate dell’Orientamento” consistono nel far visitare la scuola secondaria agli alunni delle classi quinte della Primaria e nello svolgere alcune attività con alunni e docenti delle classi Prime.

Quest’anno, per gli alunni del plesso “Mattarella”, si sono svolte il 25/01/11; per quelli del “Falcone”, il 26/01/11. Le classi I C, I D e I E hanno ospitato gli alunni del “Mattarella“; la I F, la I A e la I B hanno accolto gli allievi della scuola “Falcone“.

Sono stati offerti loro degli omaggi molto carini: la I F ha dipinto delle pinze di legno con colori a tempera e le ha decorate con immagini raffiguranti frutti e fiori.

Gli alunni della I A hanno preparato dei segnalibri e gli alunni della I B hanno prodotto su dei fogli dei pensierini ai quali hanno aggiunto delle rose colorate in carta crespa.

Al loro arrivo, questi omaggi di “benvenuto”sono stati consegnati nella Sala Riunioni.

Successivamente, gli alunni delle classi quinte sono stati accolti nel laboratorio di musica dove il professore Michele Raia li ha intrattenuti con una piacevole lezione.

Nei due laboratori d’arte, le docenti Agostina Sarro, Giovanna Lanzarone e Donatella Taormina hanno fatto loro creare dei simpatici disegni.

In palestra, i professori Mariano Tusa e Sinatra hanno orga-nizzato divertenti e movimentati giochi di gruppo.

Dopo le attività laboratoriali, gli alunni della secondaria sono ritornati al normale svolgimento delle attività didattiche, men-tre le classi quinte si sono recate in Aula Riunioni con i loro genitori: qui il dirigente scolastico ha spiegato loro il regola-mento d’Istituto, illustrando il P.O.F.

Infine, i docenti di strumento Loredana Vassallo, Gaetano Siino, Giuseppe Di Chiara e Patrizia Cristarella hanno realiz-zato una lezione-concerto per alunni e genitori .

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Giornate dell’Orientamento

Il punto di vista degli allievi del Plesso “Mattarella”

Oggi 25 Gennaio 2011, ci siamo recati presso la Scuola Secon-daria di I Grado per svolgere attività di orientamento. Eravamo timidi e impauriti.

Una volta entrati, il Preside ci ha accolti e ci ha spiegato come si sarebbe svolta la giornata. Gli alunni di prima media ci hanno dato dei segnalibri molto belli.

Ci hanno divisi in due gruppi e, nell’arco della mattinata, ci sia-mo alternati nello svolgimento delle attività insieme ai ragazzi di 1° media che hanno fatto da tutor. Anche noi abbiamo fatto lo stesso all’inizio dell’anno con i bambini di 1° pri maria.

Ci siamo recati in palestra dove abbiamo eseguito un percorso predisposto dal prof. di educazione fisica: aiutati dai nostri tutor, abbiamo cercato di camminare in equilibrio sulla sbarra; abbia-mo infilato dei cerchi nei triangoli; infine ci siamo arrampicati per vincere delle caramelle. Abbiamo anche fatto una partita di pal-lavolo con i ragazzi di 1° media, ma hanno vinto lo ro: sapevano giocare bene ed erano dei giganti rispetto a noi!

Con la 1°E ci siamo recati al laboratorio artistico . La prof. Dona-tella Taormina ci ha spiegato quello che dovevamo fare: ognuno di noi in coppia con il tutor ha creato un animale matto, utilizzan-do un collage di pezzi di cartone. Alla fine abbiamo allestito un cartellone dal titolo “L’Animatto”. Tutto è stato divertentissimo e la paura e l’angoscia iniziale erano già svanite.

Alle 11.30 sono arrivati i nostri genitori e ci siamo recati nella “Sala Riunioni”: il Preside ha voluto parlare con noi e con loro.

Questo momento è stato molto importante perché, se qualcu-no avesse avuto dubbi, avrebbe potuto chiarirli.

Abbiamo anche assistito a un concerto tenuto dai professori di strumento musicale e…quale dolce melodia si è diffusa per la scuola! Quale forte emozione ha suscitato in tutti noi! Dopo le dolci note siamo tornati a casa.

Questa esperienza ci è servita a socializzare, a conoscere al-tre persone, a conoscere meglio la scuola.

I bambini in uscita dai plessi dell’infanzia “Villa” e “Rodari” han-no svolto anche loro le “giornate dell’Orientamento” nel nostro plesso dove sono stati accolti dalle maestre e dai bambini delle classi prime. Sono state realizzate diverse attività: al loro arri-vo, giochi di “conoscenza” nelle classi; successivamente, tour della scuola; infine, giochi in palestra e ritorno in classe per una elaborazione grafica dell’esperienza vissuta.

Gli alunni delle classi VA e VB

Open Day

L’Open day si svolge nel mese di Gennaio: è una giornata “aperta” alle scuole Palermo e dintorni, durante la quale i docenti delle Scuole Secondarie di II Grado incontrano in Aula Riunioni i genitori e gli alunni delle terze classi. Le diverse scuole illustrano l’offerta formativa con i loro stand in Auditorium.

La particolarità del nostro istituto è il fatto che durante la mattinata viene prepara-to un break: I genitori e gli alunni offrono appetitosi spuntini e dolci da loro stes-si preparati.

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Al Plesso “Mattarella”

Un Mondo a Colori e di Colore Il progetto PON “Un Mondo a Colori e di Colore” ha visto coinvolti complessivamente n° 20 alunni frequ entanti le classi V della scuola Primaria “ P. Mattarella” con la conduzione dell’esperto in arte musiva prof. Burigana Ezio, affiancato dalla moglie prof.essa Botti Luigina, e delle docenti tutor Rotolo Grazia e Ales Erina. La scelta di questo percorso formativo è nata dalla necessi-tà di far conoscere i MOSAICI, senza dubbio fra le arti più rappresentative del mondo antico, di cui il prof. Burigana è “ Maestro Ac-cademico”.

Nel laboratorio, allestito presso la scuola Secondaria di 1° grado “S. Riccobono”, gli alunni hanno av uto la possibilità di conoscere la tecnica musiva della posa diretta romano- bizantina, attraverso la sperimentazione pratico/manuale. Le opere musive realizzate sono in mostra presso la nostra scuola. La successiva fase del progetto ha visto i bambini impegnati nello studio di alcuni importan-

ti capolavori dell’arte antica musiva e di apprezzarne la bellezza attraverso la rielaborazione su cartoni disegnati in “punta di ma-tita” e colorati secondo diverse tecniche pittoriche.

Dossier Ecologia Il progetto, rivolto ad alunni di terza elementare e seguito dall’insegnante esperto Giuseppe Pizzurro e dalle docenti tutor Grazia Cusumano e Zaira Di Mitri, si è occupato di sviluppo e risorse energetiche e cambiamenti climatici. Sono state fatte prove di caro-taggio illustrate nei cartelloni.

Sono state organizzate due escursioni: al lago Poma e al lido di Balestrate.

Alla fine del progetto, i bambini hanno imparato a differenziare i rifiuti e hanno compreso il valore del riciclaggio; hanno rappresenta-to i danni causati dall’uomo per comportamenti scorretti.

Con materiali riciclati sono stati create fiori di plastica, fioriere, portapenne con latte, tessuti e lana.

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LE NOSTRE ATTIVITÀ

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Al Plesso “Mattarella”

Giocare con i link Si tratta di un progetto che serve ad ampliare l’offerta formativa per gli alunni: obiettivo è l’acquisizione di competenze informatiche utili alla creazione di ipertesti e di link tra le varie pagine create da loro.

Il corso si è tenuto nell’Aula Informatica del Plesso ”Mattarella”, per una durata di 30 ore. All’inizio c’è stata una parte teorica che è stata subito seguita dalla parte pratica.

I docenti coinvolti sono stati Vincenzo Lo Porto e Gaetano Sciara.

I Luoghi della memoria

Il progetto ha visto coinvolti gli alunni delle classi prime e un gruppo di alunni di III B impegnarsi nella realizzazione di una “marcetta tricolore” ispirata all’Unità d’Italia.

E’ stata realizzata una danza ritmica sull’Inno nazionale con l’aiuto delle insegnanti Rosanna Mirto , Mariella Marsala e Angela Lauro.

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LE NOSTRE INTERVISTE

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Al Dirigente Scolastico

Da quanto tempo è dirigente scolastico?

Questo è il mio quarto anno

Per quale motivo ha scelto questo lavoro? ha svolto altri lavori?

Visto che a me piacciono le sfide, mi sono posto la domanda: «Perché no?». Inoltre, poiché ho insegnato alle superiori e all’università, avevo desiderio di conoscere la realtà della scuola media: così ho deciso di fare il dirigente scolastico qui. Sì. Come ho detto prima, ho insegnato inglese. Sono stato dieci anni in una scuola elementare a Palermo e poi, per sette anni, in un liceo a Partinico.

Il suo lavoro la soddisfa?

Sì, molto. Anche se devo dire che mi divertiva di più insegnare

Che cosa le sarebbe piaciuto fare alla nostra età?

Mi sarebbe piaciuto fare l’architetto

Come si trova in questa scuola? All’inizio ci sono stati dei piccoli problemi che subito dopo si sono sistemati. Nonostante questo primo momento, mi sono trovato sempre benissimo e spero che anche per voi sia lo stesso

Quali sono gli interventi che ha apportato alla nos tra struttura scolastica?

Mi piace sottolineare che non agisco da solo, ma siamo un team che nel prendere le decisioni vive del sostegno reciproco. Quindi preferisco parlare al “plurale”. Ci siamo occupati di migliorare gli ambienti condivisi: la biblioteca, la sala professori, la sala riunioni etc…”

Perché avete deciso di cambiare la modalità di ingr esso creando degli appositi spazi esterni?

Noi crediamo che l’ordine sia un fattore vincente. Voi alunni entravate in modo disordinato: prima si sono verificati incidenti che a-desso non si ripetono più

Quante ore rimane a scuola per lavorare?

Il contratto dei dirigenti scolastici non prevede orari: ci sono giorni in cui rimango a scuola dalle otto alle venti. Dipende dal carico di lavoro.

Quali sono le sue responsabilità? lei ritiene che s iano molto impegnative? All’interno di una struttura scolastica tutte le responsabilità sono affidate al dirigente. Esse sono molto stimolanti, molto affascinanti, molto fastidiose, molto belle e, in alcuni casi, anche brutte

Che rapporti ha con il personale scolastico?

Penso di avere un rapporto di rispetto reciproco

Per quale motivo ha deciso di inventare i debiti ch e non esistono alla scuola secondaria di I Grado?

L’abbiamo fatto per fare capire a voi ragazzi che tutte le materie sono importanti e che non ne va tralasciata nessuna

Come pensa di operare per venire incontro alle nost re esigenze? Cerco di capire quali siano le vostre esigenze; comprendere le nostre; infine mi applico affinché si possano trovare punti di incon-tro

Cosa l’ha spinto a inventare la “settimana della le galità”?

Ci ha spinti la voglia di “vivere” la Legalità

Prof. Giuseppe Lo Porto

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LE NOSTRE INTERVISTE

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Ai corsisti dei Progetti PON

Fra Cielo e Terra Gli orari e i giorni in cui partecipate al progetto si adattano ai vostri impegni quotidiani?

Chi è il vostro tutor ?

Salvatore Castronovo

Chi è il vostro esperto? Cosa ne pensi?

Si chiama Salatore Canali. È bravo e spiega molto bene. Insomma, ce le fa capire

Qual è l’argomento del progetto? Il rispetto dell’ambiente: in questo momento stiamo studiando il rici-clo dei rifiuti

Bisogna avere dei prerequisiti per parteciparvi?

No, stiamo imparando tutto quello che c’è da sapere nel corso del progetto

Stai migliorando le tue capacità su tale argomento? Sì, molto

State usando materiali? Se si,quali?

Sì,stiamo usando materiali riciclabili, ad esempio: bottiglie, lattine, scatolette di tonno etc …

Vi divertite? Sì, ci divertiamo tantissimo. Abbiamo anche realizzato alcune escur-sioni insieme ai ragazzi della Primaria che partecipano a al progetto “Dossier Ecologia”.

Pensi che quello che stai imparando ti servirà nell a vita?

Sì, perché il rispetto dell’ambiente è importantissimo

Giada Madonia I F

AllenaMente Quest’anno fra le terze classi sono state scelte le eccellenza di matematica per partecipare al P.O.N. “AllenaMente”, con l’esperto esterno prof. Leo-nardo Selvaggio e la tutor, la professoressa Mulè. L’argomento che abbiamo trattato è stato quello relativo alla “statistica” come scienza che studia i fenomeni sociali collettivi. Essa raccoglie, ana-lizza, interpreta e visualizza l’andamento di particolari fenomeni condizionali. Ci siamo voluti occupare anche di aspetti che inte-ressano noi ragazzi quali: facebook, la musica, le attività pomeri-diane.

L’indagine è stata compiuta su tutta la popolazione scolastica del-la Scuola Media. Abbiamo loro somministrato dei questionari ano-nimi a risposte aperte da noi formulati. Dopo aver rilevato i dati attraverso uno spoglio, abbiamo tabulato i risultati ottenuti su ta-belle multiple, calcolandone poi la frequenza percentuale. Il tutto è stato visualizzato utilizzando dei grafici: istogrammi, ortogrammi ed aerogrammi. Il computer in tutto questo ci è servito molto, ma l’aiuto dei professori è stato indispensabile.

Il Preside è stato così entusiasta che ha proposto a noi parteci-panti di illustrare il processo e le informazioni ottenute a tutta la scuola.

Riteniamo che questo P.O.N. è stato molto istruttivo per noi alunni e allo stesso tempo divertente.

Testo tratto da un’intervista realizzata da Alessia Di Giovanni

Parole a Colori Gli orari e i giorni in cui partecipate al progetto si adatta-no ai vostri impegni quo-tidiani? Non sempre, ma ci siamo adattati

Chi è il vostro tutor ?

Antonietta Di Benedetto

Chi è il vostro esperto? Cosa ne pensi?

Giusy Mandalà. È molto brava e spiega molto bene.

Qual è l’argomento del progetto?

La realizzazione di un cortometraggio sulla legalità

Bisogna avere dei prerequisiti per parteciparvi?

No, non bisogna avere dei prerequisiti specifici

Stai migliorando le tue capacità su tale argomento?

Sì.

State usando materiali? Se si, quali? Stiamo usando la fotocamera, la videocamera, i pannelli per colorare la luce e il ciak.

Vi divertite?

Si molto, è un’attività sia divertente che interessante

Pensi che quello che stai imparando ti servirà nell a vita?

Si, sicuramente ci servirà.

Sofia La Milia II A

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LE NOSTRE INTERVISTE

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Ai corsisti dei Progetti PON

Reporter

Gli orari e i giorni in cui partecipate al progetto si adattano ai vostri impegni quotidiani?

Sì, fortunatamente si adattano

Chi è il vostro tutor ?

Linda La Manno

Chi è il vostro esperto? Cosa ne pensi? Rita D’Aleo. Penso che lei sia molto brava

Qual è l’argomento del progetto?

La realizzazione del giornalino scolastico

Bisogna avere dei prerequisiti per parteciparvi? Sì, bisogna saper scrivere bene

Stai migliorando le tue capacità su tale argomento? Sì, certo

State usando materiali? Se si, quali?

Sì : la lavagna interattiva, i PC nell’aula informatica, il registrato-re, i giornali, le riviste e le stampanti

Vi divertite?

Si

Pensi che quello che stai imparando ti servirà nell a vita?

Si, perché impariamo un nuovo modo di scrivere

Maria Sofia Lo Cicero I E

Adventure English Gli orari e i giorni in cui partecipate al progetto si adatta-no ai vostri impegni quotidiani?

Chi è il vostro tutor ?

Maria Teresa Surdi

Chi è il vostro esperto? Cosa ne pensa?

Vito Antonio Pilade: l’esperto è abbastanza chiaro nell’espressione, nel linguaggio e nella pronuncia. Ci fa ben capire ciò che spiega

Qual è l’argomento del progetto?

La conoscenza della lingua inglese

Bisogna avere dei prerequisiti per parteciparvi?

No, impariamo tutto durante le lezioni

Sta migliorando le sue capacità?

Assolutamente sì

State usando materiali? Se si, quali? Soprattutto i CD per la conversazione

Vi divertite?

Più che altro siamo molto stimolati ad imparare e ci sentiamo davvero coinvolti

Pensa che quello che sta imparando le servirà nella vita?

Penso proprio di sì

Grazia Cusumano, Docente

Imparare per Educare Gli orari e i giorni in cui partecipate al progetto si adattano ai vostri impegni quotidiani? Non sempre, perché ad e-sempio io ho un’attività. Co-munque, facciamo il possibile per conciliare tutti gli impegni.

Chi è il vostro tutor ? Sono due: la fisico-terapeuta Alessandra Basile e il professore Giovanni Scalici

Chi è il vostro esperto? Cosa ne pensa?

Alessandra Danili: è molto preparata e mi trovo benissimo.

Qual è l’argomento del progetto? Educare bene i propri figli. Inoltre, scarichiamo lo stress e la ten-sione attraverso il corpo

Bisogna avere dei prerequisiti per parteciparvi?

No, l’unico requisito che bisogna avere è “essere genitori”

Sta migliorando le sue capacità?

State usando materiali? Se si, quali? Si, stiamo usando le carpette con i block notes e le penne. Inoltre, attrezzatura da palestra, cioè materassi e cuscini

Vi divertite? Sì, tanto. Durante il corso scarichiamo l’ansia e lo stress e, grazie anche ai giochi che facciamo, dimentichiamo l’età che abbiamo e ci sentiamo più giovani

Pensa che quello che sta imparando le servirà nella vita?

Penso che servirà non solo a noi, ma anche ai nostri figli: è impor-tante che imparino le regole di una buona convivenza

Maria Grazia Lo Piccolo, genitore

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RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITÀ

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Intervista al Comandante dei Carabinieri

Come mai ha scelto questo lavoro?

È una passione che mi ha trasmesso mio padre che ha sempre amato la vita militare. Da quando ho com-piuto diciotto anni il suo desiderio era quello di veder-mi in divisa, soprattutto nell’Arma dei Carabinieri. Le piace? Certo! Mi ritengo molto fortunato perché faccio un lavoro che amo e ci metto molta passione: mi piace il contatto con la gente per la quale mi prodigo per tro-vare una soluzione a qualunque loro problema, picco-lo o grande che sia. Quando ci riesco, questo mi gra-tifica moltissimo.

Comporta molte responsabilità? Quali sono?

Si, non solo responsabilità ma anche tempo; tempo sottratto alla famiglia. Ma ogni azione di noi Carabi-nieri deve essere indirizzata alla gente, in nome di un lavoro che amiamo.

Le responsabilità sono molteplici: principalmente nei confronti dei colleghi che fanno servizio in questa stazione e che dipendono da me e dal mio operato. Per loro sono una guida professionale ma anche dal punto di vista umano. Altra responsabilità grandissi-ma è quella verso la popolazione

Da quanto tempo svolge questo importante compito?

Da quasi diciannove anni

Ha fatto altri lavori? Quali?

Mentre ero studente universitario lavoravo in una concessionaria di auto: mi occupavo di finanziamenti e della gestione ammini-strativa

Quale percorso bisogna affrontare per diventare Com andante dei Carabinieri?

Bisogna partecipare ad un concorso pubblico e affrontare le prove previste. Una volta superate, se si vuole diventare Comandante dei Carabinieri bisogna frequentare una scuola militare per due anni, al termine dei quali si ottiene il grado di “vicebrigadiere”. Infi-ne si viene assegnati ad un reparto e, dopo alcuni anni di esperienza, si può avere la gratificazione di essere assegnati ad un Co-mando-Stazione.

È stata una sua scelta?

Si. Il ruolo che ricopro è la naturale evoluzione della mia attività e sono molto contento di esserci riuscito, perché, come dicevo prima, è un lavoro che amo

Da quanto tempo è qui a San Giuseppe Jato?

Da sei mesi e mi trovo benissimo: non ho avuto alcun problema di ambientazione perché sia io che la mia famiglia siamo stati ac-colti bene dalla popolazione. Questo ci fa molto piacere perché la nostra vita è spesso caratterizzata da spostamenti: dobbiamo ripartire da “zero” e quindi essere a contatto con una comunità che ti aiuta nelle fasi dell’inserimento pone le basi per vivere bene. Questo è molto gratificante per noi.

In che modo riesce a garantire un’adeguata vivibili tà anche a noi ragazzi?

Questo è uno degli obiettivi primari dell’Arma dei Carabinieri e soprattutto qui a San Giuseppe Jato: siete il nostro futuro quindi cerchiamo di tutelarvi dandovi consigli, parlando con voi. Provo sempre piacere quando ho la possibilità di parlare con voi giovani: cerco di trasmettervi quell’esperienza acquisita negli anni affinché siate consapevoli dei pericoli che quotidianamente correte: al-cuni atteggiamenti che da voi considerati “ganzi”, in realtà possono recare a qualcun altro. Ecco perché cerchiamo sempre di spie-garvi cos’è il bullismo e i rischi per voi giovani nell’avvicinarvi paurosamente al mondo della droga.

Tutelando voi è come se tutelassi mio figlio.

Come ci spiegherebbe il concetto di “Legalità”?

La legalità è semplicemente rispettare le regole in Democrazia: quando ci si comporta bene con gli altri si vive nella Legalità.

Spesso pensiamo che la Legalità significhi soltanto infrangere le norme penali, cioè commettere un reato. In realtà, essa riguarda ogni azione quotidiana di convivenza civile: ad esempio, gettare l’immondizia nei cassonetti piuttosto che fuori dal finestri-no;oppure non gettare le cartacce o la bottiglia di plastica vuota per terra; e ancora, quando si guida, fermarsi sulle strisce pedo-nali se qualcuno sta per attraversare.

Questi sono dei piccoli segni di Legalità, di Democrazia: ciò deve avvenire anche a scuola dove ci sono delle regole e in famiglia.

Intervista realizzata al Maresciallo Pierfrancesco Truscelli

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RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITÀ

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La Legalità...secondo noi...

Questa è la frase che si trova all’interno del P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa).

Essa rivela pienamente quello che è il fondamento di ogni Istituzione ed evidenzia quanto sia importante per una buona convivenza civile darsi delle regole da rispettare consapevolmente e seriamente.

Qui a scuola questo è valido per tutti coloro che sono coinvolti nel processo educativo e rappresenta il centro del “Patto Formativo” stipulato fra alunni, docenti, genitori.

La Redazione

MI ASSUMO LA RESPONSABILITÀ DI

RISPETTARE LE REGOLE!

La legalità è qualcosa di importante perché significa “Giustizia”. Possiamo ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi dalla mafia: due buoni magistrati, perché facevano bene il loro lavoro. Chiara Spica II D

Legalità significa soprattutto rispettare una legge stabilita per tutti. Essa esprime un comportamento opposto all’illegalità; un compor-tamento che segue la Giustizia.

Tiziana Vicari I F Legalità significa rispettare la legge e avere un comportamento giusto e adeguato. Aurora Rappa I F

Penso che la legalità sia un argomento che parla della giustizia e che ci fa pensare alla mafia e alle persone che sono morte per combatterla, come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. La legali-tà si riferisce anche all’educazione, alle regole da rispettare, alle Istituzioni.

Maria Sofia Lo Cicero I E

Per me, la legalità è qualcosa di molto importante perché, se non ci fosse, il mondo sarebbe un caos. Per fortuna il nostro stato ha una costituzione che ci aiuta a capire cosa è giusto e cosa non lo è. Federica D’Aleo II E

Per me la legalità è molto importante e va preservata perché per-mette a noi tutti di vivere civilmente

Alessia di Giovanni II A La legalità significa rispettare le leggi e seguire le regole. La mafia è contro la legalità, cioè illegale. I comportamenti mafiosi più dif-fusi sono: ricattare e minacciare. Credo che sia sempre meglio seguire le regole che comportarsi in questo modo.

Jiao Shi-Hao (Francesco) I F Per me la Legalità è il rispetto della legge e delle regole della società . Questo significa non essere arroganti, né avere compor-tamenti da “mafioso”, ma esprimere solidarietà verso gli altri. Daniele Amato I C

La legalità è sapere che ci sono delle leggi da seguire e da met-tere in atto. Non bisogna, infatti, sentirsi superiori a nessuno. Solo così il mondo può migliorare.

Antonio Sgrò II A

La parola “legalità” significa tutto questo: rispettare le persone e la legge; non spacciare droga; non minacciare le persone e i bambini; non seguire l’esempio di chi è mafioso; non assume-re un atteggiamento da “bullo” a scuola.

Ilenia Lo Iacono II A

Secondo me, legalità significa rispettare la legge, gli altri e tutto ciò che ci circonda. Ognuno di noi non deve essere mafioso oppure ricattare o minacciare qualcuno.

Costanza Di Martino

La Legalità è il rispetto delle regole. Se non fosse così, il mondo sarebbe un caos totale perché tutti penserebbero di poter fare qualunque azione. Essa è qualcosa di straordinario per tutta l’umanità e spero che non perda mai il suo valore.

Maria Basile II D

Legalità è giustizia, rispetto delle regole, della legge e delle persone. La Legalità è molto importante perché, senza di es-sa, nel mondo regnerebbe l’anarchia. Credo che oggi, però, stia perdendo importanza e le persone che non rispettano le “regole” (tossicodipendenti, mafiosi, spacciatori, ecc..) stiano diventando un numero sempre maggiore. Spero che questo cambi.

Sofia Siviglia II D

La Legalità è il rispetto delle regole e delle persone. Penso che senza di essa il mondo andrebbe tutto “a rotoli”.

Giuseppe D’Amico II E

Legalità significa giustizia, rispetto delle regole e delle perso-ne. Alcune azioni contrarie ad essa sono il bullismo e lo spac-cio di droga e non devono essere compiute.

Giuseppe Rumore II A

Secondo me la legalità non è semplice da spiegare, ma ci provo: per me è ogni azione corretta rispettando la legge. Il contrario di legalità fa pensare alla parola “mafia”, cioè non rispettare le regole e fare azioni che non sono corrette.

Rosario Albinelli I F

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RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITÀ

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Storie vere

Peppino Impastato: Un “giovane Eroe”

Appartiene al suo sorriso

l’ ansia dell’ uomo che muore,

al suo sguardo confuso

chiede un po’ di attenzione,

alle sue labbra di rosso corallo

un ingenuo abbandono,

vuol sentire sul petto

il suo respiro affannoso;

è un uomo che muore.

Questa è una poesia scritta da Peppino Impastato intorno ai vent’ anni che dimostra la bella persona che era. Peppino Impa-stato nacque e morì, ucciso dalla mafia, a Cinisi.

Il giorno della morte di Cesare Manzella, che era suo zio, qual-cosa cambiò nel suo cuore. La famiglia degli “Impastato“ aveva solide tradizioni mafiose. La casa di Peppino distava “ cento passi “ da quella dello zio: i “cento passi “ non sono soltanto un allontanamento materiale e fisico ma esprimono anche il fatto che il modo di pensare e di agire di Peppino era molto diverso da quello della sua famiglia: di forte contestazione.

La forza di Peppino sta nel fatto che riuscì a convincere altre persone a lottare insieme a lui contro il male per il trionfo del bene: con gli amici aprì una stazione radio che chiamò “ Radio Aut “. Ogni azione fu compiuta con grande consapevolezza e coraggio.

Peppino morì il 9/05/1978: lo legarono ai binari e lo fecero salta-re in aria con una bomba, cercando di farlo passare per un terro-rista. Uccidendolo, la mafia sperava di annullare i suoi pensieri e le sue parole.

Anche la madre di Peppino, Felicia Bartolotta, era contro la ma-fia e chiese la verità sulla morte del figlio, facendo coraggiosa-mente i nomi dei mandanti.

Secondo noi, Peppino è un esempio da seguire, perché si è op-posto alla sua stessa famiglia per il trionfo della legalità e della giustizia.

Tiziana Vicari e Aurora Rappa I F

Rosario Livatino: il “giudice ragazzino”

Rosario Livatino era un magistrato siciliano di Agrigento: fu ucci-so all’età di 30 anni mentre si recava a lavoro, la mattina del 21 settembre del 1990.

Era un magistrato onesto che sapeva fare bene il suo lavoro: è stato ucciso proprio per questa sua onestà che in un paese cor-rotto era particolarmente evidente perché contraria ai comporta-menti tipici del luogo.

La sua morte non è stata inutile: grazie al suo coraggio, dopo un anno è stata approvata la normativa sui collaboratori di giustizia.

Pensiamo che sia stato orribile l’omicidio di Rosario, e proprio a causa del suo desiderio di a combattere la mafia.

Giuseppe D’Amico II E, Antonio Sgrò II A,

Alessia Di Giovanni II A

Falcone e Borsellino

“ Credo che quello di Falcone e Borsellino siano stat e due vite parallele.. Come due canarini che difficilment e soprav-vivono a lungo alla morte dell’altro”.

Questo è stato il giudizio di Antonio Caponnetto su due “eroi” che si chiamano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino . Essi era-no due giudici e anche da morti, le loro idee rimangono nel cuo-re di tutti. Giovanni e Paolo erano nati nello stesso quartiere:la Kalsa di Palermo. Il 23 maggio 1992 ,è morto Giovanni Falcone; dopo pochi mesi, il 19 luglio, anche Paolo Borsellino. La famiglia era un valore per Paolo; l’altro grande ideale era l’amicizia con Giovanni. Questi soleva affermare: <<Sono nato nello stesso quartiere di molti mafiosi. Conosco a fondo l’anima siciliana. Da un’inflessione di voce o da una strizzatina d’occhi capisco molto più che da lunghi discorsi.>>. Falcone e Borsellino avevano un grande senso di giustizia ed erano liberi nella mente e nel cuore. Giovanni Falcone è stato assassinato dalla mafia con un carico di esplosivo piazzato sotto l’autostrada, all’altezza di Capaci. Con lui morì anche la moglie, Francesca Morvillo.

Paolo Borsellino aveva promesso di scoprire chi avesse ucciso il suo amico Giovanni e sapeva che anche lui sarebbe morto.

Secondo noi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono dei veri e propri “eroi” che da piccoli hanno vissuto in quartieri in cui c’era la mafia e invece da grandi l’hanno combattuta fino alla morte.

Maria Sofia Lo Cicero I E, Jiao Shi-Hao I F Padre Pino Puglisi:il Prete dalle “Tre P” Padre Pino Puglisi, soprannominato “il prete dalle tre P”, nacque il 15 settembre del 1940 e morì il 15 settembre del 1993, ucciso dalla mafia. Padre Pino Puglisi era parroco della Chiesa del “Santissimo Salvatore” a Brancaccio. Egli guardava con gioia il mondo che lo circondava: nelle sue predicazioni ricordava come i cristiani fossero chiamati alla gioia e al dovere di testimoniarla.

Con l’aiuto di alcuni volontari, Don Pino diede vita al centro “Padre Nostro” per il sostegno ai minori. Egli sapeva bene che ci sono molti bambini che vivono per le strade, imparando così solo il male. Pur essendo consapevole di andare incontro alla morte, non si fermò dal compiere la sua missione per il bene.

Con l’aiuto di alcuni volontari, Don Pino diede vita al centro “Padre Nostro” per il sostegno ai minori. Egli sapeva bene che ci sono molti bambini che vivono per le strade, imparando così solo il male. Pur essendo consapevole di andare incontro alla morte, non si fermò dal compiere la sua missione per il bene.

Il giorno della sua morte Padre Pino Puglisi decise di non porta-re con sé i suoi amici, perché non voleva mettere a rischio la loro vita: questo ci fa capire che era una persona molto buona che pensava al bene altrui piuttosto che al proprio.

Secondo noi, Padre Pino Puglisi è un ottimo esempio che do-vrebbe essere seguito se si vuole sconfiggere la mafia utiliz-zando il linguaggio dell’amore per gli altri.

Giuseppe Rumore II A

Rosario Albinelli I F

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ANNO 2010-2011

RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITÀ

PAGINA 22

Storie vere

Un uomo che ha lottato per non pagare il “PIZZO”: Libero Grassi

Libero Grassi era un imprenditore che si trasferì a Palermo: qui aprì un’azienda di biancheria, la Sigma, insieme al fratello. Era capace di legarsi ai suoi dipendenti e si dispiaceva molto quan-do questi, per qualche motivo, si licenziavano.

Le richieste di “pizzo” non tardarono ad arrivare: la prima fu di cinquanta milioni. Ma Libero decise di non pagarlo e andava in giro senza scorta: era fiero della sua scelta.

Ma , in un giorno qualsiasi dell’estate dell’anno 1991, Libero era appena uscito da casa: erano le sette e trenta del mattino e sta-va per raggiungere la sua azienda, quando due uomini gli spara-rono quattro colpi di pistola calibro 38 e lui morì.

Ecco le parole di Libero Grassi riguardo alla paura:

<<Paura? E perché? Non serve aver paura. La paura f a il gioco della mafia. Bisogna avere il coraggio di far e scelte precise, di decidere da che parte stare>>.

Secondo noi, Libero Grassi ha avuto un gran coraggio e tutti dovrebbero seguire il suo esempio, anche se non è affatto im-presa facile. Libero Grassi ha ragione nel dire che non serve aver paura della mafia perché deve invece essere fermata. Pensiamo anche che tutti coloro che sono stati uccisi dai mafiosi siano stati delle grandi persone: degli “eroi” che mai nessuno dimenticherà.

Maria Basile II D e Sofia Siviglia II D

“Addio Pizzo”

A Palermo, nella notte tra il 28 e il 29 giugno 2004, alcuni ra-gazzi appesero dappertutto (sui pali della luce, sui muri, accan-to ai negozi più esclusivi) degli adesivi anonimi con su scritto: “UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO E’ UN POPOLO SENZA DIGNITÀ”.

Il loro scopo era quello di aprire uno spazio nel dibattito pubbli-co, facendolo partire dalle strade. I ragazzi dicevano ai cittadini di andare a comprare ciò che ci serviva presso i negozianti che non pagavano il pizzo e che erano costantemente minacciati per questo.

Oggi, questo gruppo è diventata un’associazione con molti i-scritti: tutti quei commercianti che, coraggiosamente, non pa-gano il “pizzo”

Secondo noi, questi ragazzi hanno fatto molto bene a costituire questo gruppo: il “pizzo” è qualcosa di inutile e non lo si deve mai pagare.

I lenia Lo Iacono II A

Chiara Spica II D

Poesie e Racconti

La Legalità

La Legalità

deve essere preservata,

senza uccidere né rubare

ma semplicemente rispettare

sia la legge che le persone,

facendo del bene alla popolazione

Come i grandi uomini del passato

che molto duramente hanno pagato

con la loro morte e sofferenza.

Ma ancora di loro c’è l’esistenza

non materiale ma spirituale

perché hanno trasmesso il loro ideale:

non avere paura di quelli più forti

perché li potranno sconfiggere anche da morti.

I loro pensieri rimarranno per sempre,

impressi nella mente di tutta la gente

Alessia Di Giovanni II A

Giuseppe Rumore II A

Federica D’Aleo II E

Il “Bullo” e il ragazzo

C’era una volta un ragazzo, molto educato e gentile, che aveva tantissimo rispet-to per la natura... era Carletto.

Un giorno andò a giocare al parco, ma vide Riccardo, un “bullo” maleducatissimo. Carletto rimproverò Riccardo perché aveva sporcato l’ ambiente buttando per terra una lattina di Coca-Cola e una buccia di banana.

Riccardo, dopo tanti e noiosi rimproveri, capì: raccolse tutto ciò che aveva buttato per terra.

Dopo qualche tempo, i due ragazzi fecero amicizia.

Riccardo diventò educato e così non sporcò più la natura...

Chiara Spica || D

Gianmarco e il “bullo”

C’era una volta un ragazzo di nome Gianmarco che aveva 11 anni e frequentava la Prima Media. Un giorno nella sua classe arrivò un ragazzo di 14 anni: era ro-busto e alto e faceva molto paura perché era ricoperto di tatuaggi e piercing.

Una mattina Gianmarco arrivò a scuola e si trovò davanti il quattordicenne che gli diceva di dargli la merenda, i soldi e il cellulare. Gianmarco non voleva cedere, e il “bullo” lo prese a botte. Per lo spavento, piuttosto che entrare a scuola, Gian-marco andò a casa. Arrivato lì, i genitori gli domandarono perché fosse rincasato così presto ed avesse un brutto graffio e l’occhio nero. Gianmarco raccontò tutto e i genitori immediatamente andarono a chiedere spiegazioni al “bullo”: cercaro-no di fargli capire che non doveva più agire in quel modo. Il “bullo” si mise a pian-gere, chiedendo scusa a Gianmarco.

Da quel giorno non commise più atti come questi e, soprattutto, diventò il miglio-re amico di Gianmarco!

Ilenia Lo Iacono II A

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ANNO 2010-2011

RIFLETTIAMO SU…LA LEGALITÀ

PAGINA 23

Racconti

La prepotenza e l’aggressività non servono a nulla

Ogni giorno era sempre la stessa storia: George picchiava Tom e lo costringeva a dargli la merenda. Purtroppo Tom era un bambi-no sensibile e indifeso; anzi credeva di esserlo, ma non era così. Tutti temevano enormemente George e c’ erano quelli che diven-tavano il suo “braccio destro“; altri non venivano addirittura a scuola e, altri ancora, creavano dei “nascondigli“ per proteggersi.

Scusate, non mi sono ancora presentato: sono Mike, un ragazzo che frequenta la Prima Media. Non sto qui a parlarvi di tutto ciò che causa George, ma vi vorrei raccontare un fatto che mi ha colpito molto. Cominciò circa un mese fa: il “ bullo “ della scuola, Ge-orge, prese per un braccio Tom e gli diede un appuntamento fuori. Voleva sfidarlo e, se avesse vinto, Tom gli avrebbe dovuto dare il suo aeroplano, ultimo modello.

Chi avrebbe potuto immaginare che Tom avrebbe avuto il coraggio di affrontare il più temuto? Le conseguenze sarebbero state: occhio gonfio, lesioni sul viso e, principalmente, tanta paura. Andiamo al dunque: stavo passando dal cortile della scuola, quando vidi Tom sbattuto su un albero. Lasciai cadere i libri a terra per difendere il mio amico. Certo, ne pagai le conseguenze, ma fui felice dell’ atto compiuto.

Questa è la sorpresa finale: riuscii a battere George non col fisico ma con la forza di farlo.

Giorni dopo quell’ accaduto, George non aveva più alcun potere su niente e nessuno. Finalmente capì che la prepotenza e l’aggressività non servono a nulla e non sono un buon finale per la vita.

Tiziana Vicari I F

Una vita senza droga

Cari ragazzi, voglio raccontarvi una storia che potrebbe servire a tutti come un insegnamento di vita.

Questa storia parla di una ragazza di nome Marzia che, dopo una lite con le sue amiche, comincia a frequentare un gruppo di ra-gazzi più grandi che invece di dare l’esempio fumavano bevevano e si drogavano.

Marzia voleva provare anche lei, ma aveva paura di avere qualche senso di colpa e di tradire la fiducia dei suoi genitori. Dopo qualche mese, i sensi di colpa finirono e Marzia cominciò a non voler studiare; ad arrivare a casa con forti dolori alla testa e spa-ventose allucinazioni.

I genitori non si accorgevano di niente, perché la ragazza durante il giorno sembrava del tutto normale. La sera, Marzia tornava tardi: i genitori erano ormai a letto; la mattina, ormai, gli effetti delle droghe finivano.

A scuola, invece, le amiche notarono i suoi comportamenti “strani”: cominciarono a preoccuparsi e a starle ancora più vicino. All’inizio Marzia non accettò l’aiuto delle amiche, perché provava vergogna; poi, lentamente, cominciò a rendersi conto che stava sbagliando e, grazie al loro affetto, perse il brutto vizio.

Questa storia ci fa capire quanto sia importante non drogarsi … perché una vita senza droga é una vita felice…!!!

Aurora Rappa I F

Federica D’Aleo II E

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ANNO 2010-2011

EVENTI

PAGINA 24

I “Virgineddi” di San Giuseppe Jato

All’interno della tradizione popolare dei festeggiamenti in onore di San Giuseppe con il tradizionale allestimento dell’altare e la recita delle parti (i Virgineddi), l’istituto comprensivo “S. Riccobono” e, nello specifico il plesso “Mattarella”, in collaborazione con l’associazione culturale “Orizzonte donna”, propone un’importante novità dove il recupero dei valori e della tradizione popolare si associa al tentativo di individuare modalità di interventi diversificati che modifichino l’atteggiamento negativo di alcuni alunni e delle loro famiglie verso l’istituzione scuola. La manifestazione, oltre al valore di tradizione popolare, di integrazione e di convivenza di culture diverse, vuole aggiungere una finalità altamente formativa, quella cioè di rimotivare i ragazzi, già fuori dal circuito scolastico, attraverso un percorso di riavvicinamento all’istituzione scolastica rendendoli protagonisti, incoraggiandoli e coinvolgendoli in un’attività di recita, in un contesto di tradizione popolare e spirituale quali sono i festeggiamenti in onore del santo. La recita delle parti ha visto l’interpretazione di ragazzi di diversa nazionalità, con la partecipazione degli alunni destinatari del progetto “Riappropriati del tuo futuro”di eta’ compresa tra i 16\18 anni che hanno evaso l’obbligo scolastico.

Un po’ di storia...

Un passo importante verso l’Unità d’Italia fu la spedizione “dei Mille” garibaldini nel sud, avvenuta nel 1860. Si trattava di quasi un migliaio di volontari provenienti dal nord, dal centro e dal sud dell’Italia. Durante la spedizione, Garibaldi incontrò a Teano il re Vittorio Emanuele II e gli “consegnò” la parte d’Italia da lui conquistata.

Il 17 marzo 1861 il Parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele II “Re d’ Italia per grazia di Dio e per volontà della nazione”.

Le quattro regioni che rimanevano ancora fuori dall’Unità erano il Lazio, appartenente al Papato; il Veneto, il Friuli e l’Alto Adige soggetti agli Austriaci.

Giuseppe Rumore II A A S. Giuseppe

Nel 150esimo anno di unità di Italia è stata organizzata una vera festa. Per prima ha sfilato per le vie del paese la “parata” con tambu-ri,trombe e tromboni,al suonando l’ Inno di Mameli. Poi il sindaco, il capo dei carabinieri e molti altri si sono messi in fila per farsi scattare delle foto.

I bambini di Prima Elementare hanno fatto un balletto vestiti di verde,bianco e rosso,i colori della nostra bandiera:sono stati molto bravi e infatti hanno fatto anche il bis. Infine si sono messi tutti al centro bella villetta,tenendo in mano una bandiera italiana con su scrit-to:”Istituto comprensivo S. Riccobono”.

Rosario Albinelli I F Jiao Shi-Hao I F

I centocinquanta anni dell’Unità d’Italia

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ANNO 2010-2011

SCRITTURA CREATIVA

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Poesie e Racconti

Alberto il vecchiotto

Alberto il vecchiotto era solo, povero e senza tetto. Viveva in periferia e non stava mai in compagnia. La sua vita non aveva scopo, viveva nelle fogne come un topo. Tutti lo disprezzavano E tutti l’odiavano. Era soltanto un povero barbone, ma un giorno arrivò la soluzione. Un piccolo bambino l’aiutò, ogni giorno pane e acqua gli portò. Insieme alla famiglia una casa di legno gli donò. Offrirono ad Alberto un lavoro e anche qualche moneta d’oro. Finalmente ebbe una dignità e non smise più di ringraziare il bimbo, la mamma e il papà. E ora anche gli altri iniziano a salutare. Anche io vorrei dare una speranza a chi non c’è l’ha Come ai tanti bambini che vivono nella totale povertà.

Salvatore Di Lorenzo I A

La Principessa invidiosa

C’era una volta una principessa di nome Rosy che viveva in un castello molto grande non tanto quanto quello della principessa Elisabetta, aveva tutto quello che voleva: bastava che lo chie-desse a suo padre. Perciò, la principessa Rosy era cattiva ed invidiosa di lei.

Un giorno, Rosy decise di fare una passeggiata durante la quale incontrò la principessa Elisabetta. Quando Rosy la vide decise di ideare un piano per farla soffrire. Passò le notti a pensare a quel piano, però non le vennero idee.

Una mattina pensò di andare a casa di Elisabetta, facendole credere di essere amiche, per ingannarla. Quando arrivò a desti-nazione, Elisabetta le aprì la porta e la salutò in modo molto gentile ed educato. La fece entrare e le fece vedere la casa; le offrì il tè e la fece sedere. Prima che Rosy se ne andasse, Elisa-betta le disse che era una principessa molto gentile e bella e che lei la stimava molto. Rosy quando sentì quelle parole, si commosse e non volle più farle del male. Diventarono così gran-di amiche e Rosy capì che nella vita non serve essere invidiosi.

Maria Sofia Lo Cicero I F

L’Amicizia

L’amicizia è

il sentimento più bello che c’è.

L’amicizia è affascinante

perché è molto importante.

Un amico sta sempre con te

perché per lui sei la cosa più bella che c’è.

Un soffio di vento,

un mare in tempesta,

un amico sta sempre nella tua testa.

Per qualcun altro potrai non essere niente,

ma per un amico resterai il più intelligente.

Anche quando vi lascerete

sempre e comunque insieme rimarrete.

Se per caso lontano sarete

Niente paura … non vi scorderete!

Quando ti senti solo

e non hai nessuno accanto

il tuo amico asciugherà il tuo pianto.

Adesso vi dico che …

L’amicizia è

il dono più bello che c’è!

Sofia Siviglia II D

Maria Basile II D

La Principessa Francesca

C’era una volta una principessa che si chiamava Francesca. Questa era molto bella e molto gentile.

Un giorno una persona cattiva decise di rapirla e, dopo averlo fatto, la portò in una casa lontana. La principessa cercò in tutti i modi di uscire, ma non ci riuscì.

Il re si preoccupò perché dopo tre giorni non la vedeva ancora. Mandò alcune persone a cercarla, ma non la trovarono. Un giorno, un principe sentì che la principessa era stata rapita e decise di andare dovunque a costo di ritrovarla. Quando giun-se alle porte di una casa, sentì la voce della principessa. Deci-se di entrare:fu scoperto e la persona, che era quella che ave-va rapito la principessa, prese la spada. Combatterono e alla fine il principe vinse, decise però di non ucciderlo: gli fece inve-ce capire che quello che aveva fatto era un’azione ingiusta. I due fecero pace, diventando amici. Così il principe liberò la principessa e da quel giorno vissero per sempre felici e con-tenti.

Costanza Di Martino II E

Page 26: Giornalino di istituto n.2

ANNO 2010-2011

SCRITTURA CREATIVA

PAGINA 26

John, Mark e le pietre preziose

Ero seduto sulla poltrona e sfogliavo un noioso libro d’ avventura che la maestra mi aveva assegnato. Tutt’ un tratto sentii squillare il telefono:

- Driiin ! -. Sobbalzai spaventato. Risposi :

- Pronto ? –

- Ciao Jonh, sono Mark, devo raccontarti una cosa incredibile ! –

- Cosa ?! –

- Stavo guardando la TV, quando un giornalista ha comunicato che è stata scoperta una grotta sotterranea ! Ma la notizia feno-menale è che la grotta contiene pietre preziose !- A casa ne ho uno scaffale pieno . Anche Mark ne è appassionato. Sia-mo due ragazzi misteriosi e, quindi, quando mia madre mi vide così felice, mi chiese il motivo per il quale lo ero, ma io non le risposi e facevo lo sguardo dell’ investigatore. Più tardi io e Mark ci incontrammo all’ angolo della mia casa. Deci-demmo che l’ indomani mattina saremmo partiti alla ricerca di queste pietre e, avremmo raccontato ai nostri genitori una bugia.

La mattina seguente io e il mio amico ci ritrovammo in piazza. Mark mi chiese :

- Hai tutto l’ occorrente ? –

-Sì, pala, scarponi e martello – risposi

-Allora, amico mio, cominciamo la nostra avventura ! – esclamò Mark entusiasta. Prendemmo il pullman e alla prima fermata scendemmo. Proprio davanti ai nostri occhi scrutatori c’ era un sentiero stretto e vecchio. S’ intravedeva una lontana fore-sta folta : erano migliaia di alberi verde cupo, come un nuvolone grigio fumo, sul quale si posavano gli uccelli. Attraver-sammo il vialetto : le pareti erano gocciolanti e non c’ era luce, ma un buio cavernoso. Dopo pochi istanti uscimmo fuori, finalmente e, ci incamminammo verso la foresta.

- E’ mia impressione, o è vero ?! – disse impaurito Mark.

- Ma che cosa ? – ribattei io.

- Sento … , una pantera si sta avvicinando, scappiamo !! – urlò a batticuore il mio amico. Era proprio vero, una pantera dal pe-lo scuro, che mi faceva pensare alle tenebre, era già vicina ai nostri corpi tremanti. Per fortuna ci arrampicammo su un albero e da lontano vedemmo un deserto. Avevamo paura, dopo l’ esperienza con la bestia feroce, ma essendo ragazzi coraggiosi decidemmo di non arrenderci. Nel deserto stava per arrivare un tornado e, forse la nostra avventura finiva lì. Cercammo rifugio dietro una piramide e riuscimmo a salvarci da quel vento tremendo, che proseguì dall’ altra parte del deserto. La fortuna era con noi. Era finita lì la giornata. Il cielo era di un blu profondo e intenso e poi dalla stanchezza mi addormentai. L’indomani mattina alle 5:00 in punto ero già sveglio.

- Mark !!! – lo sgridai.

- Che c’è ? – disse Mark con le borse sotto gli occhi.

- Alzati, dormiglione, è ora di proseguire il nostro viaggio ! – esclamai.

Ci avviammo su una montagna scoscesa, migliaia di chilometri dopo il deserto, con gli scarponi. Ci arrampicammo stanchi e stufi, non c’ è la facevamo più ! Dopo un po’ avvistammo un’ altra esploratrice. Era affascinante : capelli lungi, color oro le scendevano morbidamente lungo la schiena e gli occhi blu cielo riflettevano la loro brillantezza esagerata. Anche lei era lì per le pietre preziose. Dopo un lungo cammino arrivammo nel luogo dove vi era la grotta sotterranea. Era lì la ragazza.

- Come ti chiami ? – le chiesi.

Clara— rispose, con un sorriso smagliante.

Ci unimmo a lei. Scavammo a lungo, fin quando migliaia di pipistrelli ci vennero incontro. Noi confusi cademmo all’ interno del-la grotta.

- Che caduta straordinaria ! – esclamò Mark.

- Ma che dici, rischiavamo di farci male ! –

Prendemmo impazienti, i martelli e cominciammo a staccare le pietre dalle pareti. I loro colori intensi e brillanti abbagliavano i nostri occhi. Ne prendemmo parecchi e li conservammo nel nostro zaino. Questa fu un’ avventura fenomenale.

Ma arrivati a casa, cosa avremmo detto ai nostri genitori ? Beh, ci saremmo meritati una bella punizione, ma comunque rimasi felice di questa meravigliosa esperienza. Da allora i libri d’ avventura divennero i miei preferiti.

Tiziana Vicari I F

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ANNO 2010-2011

SCRITTURA CREATIVA

PAGINA 27

Recensioni “I Cento Passi”

Il film che abbiamo visto si intitola:”I Cento Passi”, un film biografi-co che parla di Giuseppe Impastato detto “Peppino”, un uomo che ha contrastato la mafia anche se ciò ha significato andare contro la sua famiglia.

Il regista Marco Tullio Giordana racconta la storia di questo “eroe” parlando della sua vita. La scelta del titolo è dovuta al fatto che dalla casa di Peppino alla casa dello zio, il capo mafioso del pae-se, c’erano cento passi.

Peppino decise di diventare un comunista e passò la sua vita combattendo la mafia: creò, infatti, una stazione radio chiamata “Radio Aut”, prendendo in giro i mafiosi. A causa di ciò, litigò spesso con il padre, anch’egli mafioso, perché non capiva che lui cercava solo di proteggerlo dallo zio. Quando uccisero il padre lui era distrutto e non voleva che i suoi parenti mafiosi partecipassero al funerale; dopo di che continuò con la radio fino a quando una sera i suoi amici sospettarono che qualcuno stesse complottando contro la sua vita,così cominciarono a cercarlo. Peppino non ave-va capito nulla fino a quando si accorse di essere seguito da un auto. Arrivò fino alla stazione dove lo malmenarono e lo uccisero dandogli un colpo di pietra e lo buttarono nei binari per far credere in un suicidio. Solo dopo pochi anni si è capito che non è stato un suicidio.

Il giorno dopo la madre, mentre vegliava sulla salma del figlio mor-to, sentì dei rumori provenienti da fuori: si affacciò e vide un gran-de corteo dedicato al figlio.

Questo ci fa capire che la morte di Peppino non è stata vana, ma è servita a tutti noi per comprendere che bisogna rincorrere i pro-pri e veri ideali, impegnandoci sempre di più per raggiungere i no-stri obbiettivi, senza farci intimorire dalle circostanze

Alessia Di Giovanni II A

“Il Bambino col pigiama a righe” Il libro che ho letto narra di un bambino di nome Bruno che vive a Berlino.

Un giorno, tornando a casa, sorprende la cameriera Maria a mette-re sottosopra il suo armadio e a preparare una valigia in cui c’ è proprio tutta la sua roba. Bruno scopre così che, per motivi di lavo-ro del padre, lui e la sua famiglia avrebbero intrapreso un viaggio. Non vorrebbe lasciare i suoi amici, ma deve farlo.

Arrivato ad Auschwitz, il posto del trasferimento, Bruno è molto triste perché non ha nessuno con cui giocare: ha soltanto una so-rella, Gretel, con la quale, però, non va molto d’accordo. Allora, preso dalla solitudine, gli viene in mente di costruire un’altalena e, procuratosi la ruota e la corda, la prova: cade, ma fortunatamente viene soccorso da Pavel, il cameriere che serve a tavola e taglia le verdure. Dalla finestra della sua camera ogni giorno Bruno vede una rete infinita e, così, comincia a seguirla. Si accorge che la rete non finisce mai, sino a che non nota un puntino che, avvicinandosi, capisce trattarsi di un bambino!!!! Il suo nome è Shmuel e i due presto diventano amici: raccontano ognuno la propria storia, sco-prendo di essere nati lo stesso giorno, il 15 aprile 1934. Bruno ri-torna più volte dal suo amico, anche per portargli da mangiare. Un giorno decide di oltrepassare la rete che li separa e di indossare il pigiama a righe, lo stesso di quello indossato da Shmuel. Con l’amico Bruno entrerà in una camera per fare una “doccia”: da quel momento, mentre sua mamma e sua sorella lo cercano, di lui non si saprà più nulla…

Ne consiglierei la lettura perché Bruno, oltrepassando la rete, muo-re per il suo amico.

Questo libro oltre ad insegnarci il valore dell’amicizia ci insegna che siamo tutti uguali, seppur diversi, e che una professione di fe-de o il colore della pelle, o ciò che indossiamo, non possono ren-derci migliori o peggiori: l’umanità non si misura in base all’etnia!!!!!!!! Valeri Labaro II D

“Babur” Questo libro racconta la storia di Babur,un ragazzino nato in In-dia dodici anni fa. Vive in un villaggio dove sfocia il Sacro Gan-ge. Suo padre,Akbar,è uno dei migliori coltivatori del villaggio; sua madre si dedica alla casa e agli altri figli: Nalini,Shiela e Padj. A causa dell’inondazione del Gange, la famiglia di Babur è costretta ad abbandonare la sua casa. Mentre la madre e le so-relle vanno a Calcutta, Babur e suo padre migrano in Italia in cerca di lavoro. Dai racconti del capitano della nave, Babur co-nosce vari luoghi dell’Italia. Qui vengono ospitati da famiglie di marocchini e anche dalle suore. Babur e suo padre iniziano a lavorare come lavavetri: in un giorno riescono a guadagnare 7 euro circa.

In Italia, Babur conosce molte cose nuove:la brioche,il ghiacciolo e il sigaro. Conosce anche il signor Antonio, proprietario di una fattoria. Qui, Babur vede per la prima volta molti animali come il cavallo, la pecora, il pulcino. Dopo molti anni di lavoro, Babur e suo padre riescono a mettere da parte un bel gruzzoletto che permette alla mamma e alle sorelle di poter venire in Italia. Tutta la famiglia si riunirà,finalmente!

Questa lettura mi è piaciuta molto, perché Babur è un bambino molto coraggioso che è stato capace di adattarsi in un posto sconosciuto. Lo consiglierei ad un amico perché penso che l’esperienza di Babur possa servire da insegnamento a molti ragazzi di oggi e possa far capire loro le difficoltà che affrontano molti stranieri nel nostro paese. Questo libro, infatti, ci insegna ad avere rispetto per tutti gli immigrati che oggi, a fatica, cercano di ambientarsi in Italia.

Salvatore Mirto II E

“La Grammatica è una canzone dolce” Giovanna, una bambina di dieci anni, è la protagonista di questo libro. Ha un fratello di quattordici anni che si chiama Tommaso; i genitori sono separati e vivono da una parte e dall’altra dell’ Atlan-tico. Quindi, ogni estate Giovanna e Tommaso devono attraversa-re l’Atlantico su un piroscafo per trascorrere del tempo con l’altro genitore.

Il racconto è ambientato in estate quando, mentre i due fratelli na-vigavano, ci fu una forte tempesta che ribaltò il piroscafo: i due protagonisti caddero in mare e ci rimasero fino alla mattina suc-cessiva, quando si ritrovarono su una stranissima isola. Qui c’erano spiagge con sabbia fine, altissime palme, una barriera corallina di mille colori, cielo azzurro e mare trasparente. Quest’isola, in base a queste caratteristiche, poteva sembrare una normalissima isola tropicale, ma al suo interno c’erano delle fab-briche per la costruzione di frasi con distributori per gli articoli, voliere per i nomi, orologi a pendolo per concordare i tempi dei verbi con il resto della frase, negozi che vendevano parole. C’erano, inoltre, un municipio per i matrimoni tra i nomi e gli agget-tivi e un ospedale per curare le parole troppo usate. Insomma, si trattava di un’ isola di grammatica vivente.

I due fratelli, vengono soccorsi da due personaggi, il signor Enrico e suo nipote Sublime. Da questo momento comincerà un’avventura contro il perfido Necrode che vuole ridurre la lingua a poche parole essenziali. Infine, i protagonisti riescono a sconfigge-re il nemico grazie all’amore!

Consiglierei il libro perché fa comprendere quale sia il valore più grande della vita: L’AMORE! Inoltre, la trama è interessante, perché presenta tutto in modo allegro e vivace, trasformando la grammatica in qualcosa di vivente, come se gli aggettivi, i nomi, gli articoli siano elementi che si “creano”!

Maria Basile II D

Page 28: Giornalino di istituto n.2

ANNO 2010-2011

SCRITTURA CREATIVA

PAGINA 28

Recensioni “Il sasso color di luna” di M. Giannini

Il libro parla di un ragazzino di nome Quinto che è imbranato e vie-ne deriso da tutti i compagni. Egli ha timore di due bulli: Ivano Gua-rini e Alessandro Tirelli. Se li ritrovò in classe.

Quinto era un ragazzo molto distratto a scuola e si lasciava pren-dere facilmente dalle sue fantasticherie sugli extraterrestri: la sua più grande passione! Un giorno, scoprì che vicino la scuola c’era un negozietto di libri usati: vi entrò e presto diventò amico del pro-prietario che era un vecchietto di nome Platone.

Il suo interesse per il mondo extra-terra lo spingeva ad avere la continua smania di osservare il cielo: una notte salì sulla soffitta di casa sua e, a un certo punto, ci fu un black out in tutta la città. Ec-co che in cielo vide una luce bianca che scendeva sul bosco.

Appena fu giorno, Quinto si recò nel bosco per cercare di capire cosa fosse successo, ma non trovò nulla. Mentre tornava a casa, inciampò su un sasso e, rialzatosi, lo prese: era davvero strano e pensò che fosse stato lasciato lì dagli extraterrestri la notte prece-dente. Dal momento in cui Quinto si impossessò di quel sasso si sentì capace di fare ogni cosa.

Felice della scoperta, si recò dal signor Platone e gli raccontò tutto quello che gli era accaduto: la strana luce nel cielo, il bosco, il re-perimento del sasso lasciato degli extraterrestri che gli avevano donato dei “poteri speciali”.

Il signor Platone, esaminato il sasso, rivelò al ragazzo che in realtà si trattava di un reperto appartenente ad una lontana epoca stori-ca, a civiltà primitive che comunicavano attraverso i segni impressi sul sasso.

La capacità di fare le cose non era nel sasso ma nella sua forza di volontà!

Consiglierei il libro ad un amico perché, grazie a questa lettura, ho capito che se noi desideriamo ardentemente qualcosa saremo ca-paci di realizzarla attraverso l’impegno e la buona volontà.

Ho anche capito che chi pensa di imporre la propria volontà con il mero uso della forza, alla fine è sempre sconfitto!!!!!!!

Geri Fiore II E

“L’amico ritrovato’’ di Fred Uhlman

Il libro tratta di due ragazzi di sedici anni che frequentano la stes-sa scuola. Uno era figlio di un medico ebreo,l’altro era figlio di una famiglia nobile, molto ricca, che era contro gli ebrei perché nazista. Tra loro nacque un’amicizia molto forte,che,però,dopo un anno, venne presto spezzata. Infatti, nel 1933 in Germania co-minciò la guerra agli ebrei,e Hans,il protagonista,venne mandato in America dai suoi genitori,per studiare ed evitare,così,di fare una brutta fine. Diventò avvocato,si sposò e condusse una vita molto buona ma non potè mai dimenticare tutto quello che era successo in Germania,compreso il suo amico Konradin che, sco-prì. Essere stato giustiziato in nome dell’amicizia che li aveva legati: aveva partecipato ad un complotto contro Hitler, per ven-dicare l’ingiusta barbarie contro gli ebrei e, di conseguenza, con-tro il suo amico Hans, sebbene lui fosse figlio di nazisti.

Consiglierei questo libro ad un amico perché è una lettura bella, toccante, commovente, che ci insegna il valore dell’amicizia, ca-pace di andare al di là del bene e del male, capace di superare l’odio razziale, i confini spazio-temporali. Una lettura che mi ha insegnato l’insensatezza delle discriminazioni, dal momento che ogni uomo nasce, e deve morire, libero, libero di essere, di ester-nare la propria identità.

Salvatore N ania II D

“Voglio sognare un angelo” Il libro è scritto in prima persona da una ragazzina che si chia-ma Camilla: frequenta la terza media ed ha un fratellino che si chiama Leo e del quale è un po’ gelosa, perché da quando è nato tutte le attenzioni sono rivolte a lui.

Camilla ha tanti amici: quelle più intime sono Ludovica e Vale-ria. Tutte e tre le amiche vengono chiamate dal professore di artistica per fare un provino per partecipare a una rappresenta-zione teatrale: tra loro sarebbe stata scelta Venusia, la protago-nista della rappresentazione. Proprio a Camilla viene affidato questo ruolo e lei rimane stupita perché, a causa della sua timi-dezza, mostrava imbarazzo ogni volta che fosse costretta a parlare davanti in pubblico.

Un altro degli interpreti della pièce è Stefano, una ragazzino di cui la nostra Camilla è invaghita: la fanciulla spera, infatti, che questo lavoro le possa dare l’occasione per conoscere meglio il giovane. Il giorno prima della “mise en scene”, Valeria, uno dei personaggi dell’opera, si sente male e viene portata in ospeda-le.

I professori sono molto preoccupati, perché da tempo hanno notato l’eccessiva magrezza della fanciulla e temono si tratti di anoressia. Per fortuna, si risolve tutto: Valeria si riprende e que-sto spiacevole episodio permette che si riconcili con la madre dalla quale non si sentiva amata.

Così, la rappresentazione va in porto e ha un grande successo: Camilla e Stefano si innamorano.

Tornata a casa, Camilla scopre che suo fratello, tanto da lei invidiato, in realtà è stato adottato dai suoi genitori: lo abbraccia affettuosamente, riempiendolo di coccole.

Questo romanzo mi è piaciuto molto, perché analizza i problemi di noi adolescenti: quelli relazionali con i genitori e gli adulti; le disfunzioni alimentari, come l’anorressia; i primi amori; le gelo-sie tra fratelli.

Costanza Di Martino II E

“Il Giardino Segreto” Il libro narra di una bambina, Mary Lennox, che va a vivere dallo zio perché i genitori sono morti.

La dimora è un grande castello con cento stanze, quasi tutte chiuse a chiave: Mary si perde nei lunghi corridoi. La bambina viene servita da una giovane cameriera, Martha, che ogni giorno pulisce il tappeto che si trova vicino al camino. C’è anche un giardino: lo zio ha vietato l’accesso, perché gli ricorda la moglie morta.

Un giorno, Mary riesce ad entrare nel giardino e lo trova trascurato: decide di trasformarlo in un magico giardino, piantando molti fiori e curandolo amorevolmente. Presa dall’entusiasmo, racconta del me-raviglioso “giardino segreto” al cugino. Alla fine, Mary viene scoperta dallo zio che, sorprendentemente, rimane contento di come avesse ripulito il giardino. Da quel momento, Mary, il cugino e lo zio vanno sempre a giocare nel giardino. È così che lo zio ritrova la serenità.

Consiglierei volentieri questo libro a un amico per diversi motivi: il primo è perché alcune volte la protagonista fa ridere; il secondo, per-ché insegna che, sebbene non siamo tutti uguali, tuttavia la diversità è un valore aggiunto perché aprendoci agli altri possiamo imparare sempre di più e crescere.

Inoltre, da questa lettura ho imparato che non dobbiamo farci condi-zionare mai dalle apparenze ma, al contrario, prima di sentenziare su qualcuno è bene conoscerlo a fondo.

Chiara Spica II D

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ANNO 2010-2011

SCRITTURA CREATIVA

PAGINA 29

Attualità...vicino a noi

L’ Inquinamento a San Giuseppe Jato Lungo le vie, principali e secondarie, della nostra cittadina possiamo ammirare la presenza di nuovi oggetti o corpi e-stranei: non si tratta di addobbi floreali o nuove decorazioni ma cumuli di spazzatura posti sui mar-ciapiedi. Sebbene l’ordinanza del sindaco detti le norme di deposito e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, stabilendo gli orari, questi non ven-gono rispettati dalla maggior parte dei cittadini, per cui durante tutto l’arco della giornata è possibile notare i sacchetti della spazzatura. Nel corso degli anni è divenuto, purtroppo, un fenomeno quotidiano.

Il problema si aggrava maggiormente quando il personale dell’ ATO RIFIUTI si trova in sciopero per il mancato pagamento degli stipendi: i rifiuti non smaltiti si ammassano in maniera esagerata lungo le strade.

Occorre trovare una soluzione a questo problema che sta assumendo, giorno dopo giorno, proporzioni gigantesche.

Miriam Nania III C

San Giuseppe Jato come Napoli In tema di “emergenza rifiuti” il nostro paese sta diventando

come Napoli: discari-che a cielo aperto, montagne di spazza-tura, roghi notturni dei cassonetti pieni di rifiuti e un odore insopportabile nell’aria .

La regione ha provato a risolvere questa situazione con un piano rifiuti presenta-

to nel marzo 2010. Tuttavia il

problema rimane. Ecco quindi che si sono fatte carico della situazione le associazioni impegnate nella sostenibilità am-bientale. Ma anche la popolazione potrebbe portare il suo contributo, e in un modo semplicissimo: attuare una raccolta differenziata.

Con l’ausilio di impianti adatti, questi rifiuti potrebbero essere smaltiti in meno di 2 mesi.

Naima Elkhattabi III C

Attualità...lontano da noi

La “questione” Immigrati Il 15 febbraio 2011 c’ è stato un nuovo sbarco di immigrati a Lampedusa. Il sindaco ha emanato una nuova ordinanza che vieta di vendere alcolici per evitare disastri o incidenti. I lampe-dusani si lamentano perché il numero degli immigrati ha supera-to il numero della popolazione residente nell’isola.

Gli immigrati si ribellano minacciando uno sciopero della fame se non verranno trasferiti dall’isola sulla terraferma: la loro paura è di essere rimpatriati nella terra d’origine. Dopo i trasferimenti con le prime navi e con due ponti aerei, attualmente sono 3731 gli immigrati presenti a Lampedusa.

C’è un acceso scontro fra il governo italiano e quello francese: l’Italia vorrebbe che gli altri stati che fanno parte dell’ Unione Europea l’aiutassero a sostenere il peso degli arrivi, accoglien-do gli immigrati.

Dato che gli immigrati vengono in Italia per estrema necessità e in condizioni disumane, crediamo che sia nostro dovere acco-glierli. Tuttavia, la solidarietà dovrebbe essere espressa da tutti i Paesi membri dell’ Unione Europea. Speriamo che la questione si risolva al più presto

Giuseppe Rumore II A , Alessia Di Giovanni II A

La speranza oltre la tragedia Fra tante tristi notizie, emerge una che ha dell’incredibile per la sua straordinarietà: fra gli immigrati che sono giunti a Lampedusa

dopo aver affrontato il mare in tempesta ammassati in barche che potevano contenerne non più di 30, ecco che una giovane don-na, seppur stremata, è riuscita a partorire una bellissima bambina: è la figlia della speranza!

Giuseppe Rumore II A

Alle 15:40 si è verificata un'esplosione, visibile anche dall'ester-no, che ha provocato il crollo di parte delle strutture della cen-trale. In un'ora sarebbero state rilasciate più radiazioni che nell'arco di tempo di un anno. Per contenere il surriscaldamento è stato autorizzato il rilascio controllato di vapore e si è proce-duto all'irrorazione dei reattori con acqua di mare e acido bori-co. I gas dispersi dalle esplosioni e dal rilascio di vapore hanno diffuso nell'atmosfera ioni radioattivi di iodio.

Gli incendi e la radioattività hanno reso problematico l'accesso negli impianti dei tecnici che cercavano di riprendere il controllo dei reattori.

Il Giappone ha ricevuto messaggi di cordoglio e offerte di assi-stenza da numerosi governanti in tutto il mondo: quarantacin-que stati si sono offerti di inviare squadre di ricerca e salvatag-gio, tra le quali Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Re-gno Unito, Stati Uniti e Germania. Per quanto riguarda l’Italia, il

Ministero dell'Interno ha inviato una squadra di salvataggio, composta da ventotto membri, e un team medico è pronto a partire.

Giuseppe Rumore II A

Terremoto e tsunami in Giappone

Giorno 11 Marzo è avvenuto un terremoto in Giappone: l’epicentro è stato nel mare, causando uno tsunami di e-normi dimensioni che ha pro-vocato molti danni e tanti morti.

Il rischio maggiore riguarda la centrale nucleare di Fukushi-ma: il livello dell'acqua negli

impianti è sceso sotto il minimo e pertanto è stata dichiarata l'e-mergenza nucleare.

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ANNO 2010-2011

LA PAGINA SPORTIVA

PAGINA 30

Sport e tornei nella scuola Qui, nella scuola “Salvatore Riccobono”, è stato organizzato un torneo di pallamano che è un gioco sportivo, vivace e, soprattutto, movimentato. Consiste nel fare goal nella porta avversaria marcando gli attaccanti e i difensori.

Ogni squadra solitamente è formata da 5 giocatori: 2 attaccanti che devono avanzare con la palla per fare goal; 2 difensori che di-fendono la porta non facendo passare gli attaccanti avversari; infine c’è il portiere che deve stare nella sua area a proteggere la porta.

Non è un gioco noioso perché devi essere sempre attento ai movimenti degli avversari e vi possono partecipare tutti.

Spero che questo articolo serva da spunto a chi lo leggerà per far nascere il desiderio di imparare questo nuovo sport, così come è accaduto a me!

Rosario Albinelli

Intervista al Professore Tusa Chi ha istituito il campionato? Quando ?

Il campionato si fa da molto tempo, ogni anno si fa l’iscrizione a questo campionato in cui si fa pallavolo per il femminile o calcio a 5 per il maschile, oppure altri tipi di sport come corsa di resistenza etc.

Quali sport vi rientrano?

La corsa di resistenza dove possono partecipare tutti poi ogni classe fa la sua squadra, le ragazze fanno una squadra di pallavolo invece i ragazzi una squadra di calcio a 5.

Ci sono sempre stati questi sport o hanno avuto var ianti?

No, sono sempre gli stessi in effetti

Vi partecipano tutte le classi?

Si, qui ogni classe partecipa con la propria squadra.

Chi vince verrà premiato?

Si, pagando 1 euro perché praticamente ognuno si autofinanzia

Pensate di riproporlo per gli anni successivi?

Si, senz’altro perché è un’attività che l’istituto organizza ogni anno difatti siamo arrivati primi l’anno scorso “in calcio a 5”.

Intervista realizzata da Jiao Shi- Hao I F

Pallavolo: le mie emozioni Da quest’anno ho iniziato a giocare a pallavolo. Mi piace molto perché mi diverto, scherzo e imparo nuove regole: ad esempio la disposizione sul campo di gioco.

Di giorno in giorno, riesco a giocare meglio e a segnare più punti

Durante questa attività provo tanta emozione, soprattutto quando vinco!

Ilenia Lo Iacono II A

La Pallamano Il quattro gennaio ho partecipato al campionato sportivo di pallamano, organizzato dal profes-sore Mariano Tusa. Questo sport ha due regole: si tiene sempre la palla in mano e non si deve far male a nessu-no. L’obiettivo è fare goal. A me piace anche il calcio, ma quando gioco a pallamano provo delle emozioni e mi diverto tanto.

Daniele Amato I C

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ANNO 2010-2011

LA PAGINA DEI GIOCHI

PAGINA 31

Chiara Spica, Maria Sofia Lo Cicero,

Costanza Di Martino

Jiao Shi-Hao I F

Scrivi la lettera mancante: leggerai uno dei protagoni-

sti di “Amici

LOD__RE

___UMACA

SCI___NZIATO

___ICILIA

RISPO__TA

__LBERO

TELEFO__O

___IARIO

F___UTTO

__NGIOLETTO

__PE

MAM___A

ORSACCHI__TTO

__EGOLA

__CCHIALI

__TORIA

PIAN__OFORTE

Indovina la parola chiave Giustizia/Falcone e Borsellino/Legge/Arma/Associazioni/Istituzione/Tribunale/Rispetto =

____________________________________

Reporter/Intervista/Redazione/Occhiello/Catenaccio/Titolo/Editore/Civetta/Pubblicità =

____________________________________

Prete/Tre P/Mafia/”Padre Nostro”/Coraggio/Rispetto per gli altri/Esempio per gli altri =

____________________________________

Profilo/Commenti/Bacheca/Foto/Video/Chat/Nuove amicizie/Contatti/Notifiche/”Mi piace” =

____________________________________

Stampante/Tastiera/File/Schermo/Scanner/Mouse/Casse/Start/Tasto d’ invio/Microsoft =

____________________________________

Banchi/Sedie/Cattedra/Finestre/Porta/Lavagna/Gesso/Cartelloni/Cartine/Armadio =

____________________________________

Completa il cruciverba: nella colonna evidenziata risulterà una parola legata al concetto di “legalità”

1) R U T T O

2) C C I S I O N E

3) E S I O N E

4) E G G E

5) L L E G A L E

6) A C C H E G G I O

7) I N A C C I A

8) S C U R I T À

Rebus

1) Contrario di bello

2) Sinonimo di assassinio

3) Rottura di qualche parte del corpo

4) Va rispettata ed è scritta in tribunale

5) Il contrario di legale

6) L’atto di rubare

7) L’azione compiuta da chi ricatta qualcuno

8) Contrario di luminosità

Cruciverba

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RINGRAZIAMENTI

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Ringraziamo vivamente il Dirigente Scolastico, Professore Giuseppe Lo Porto, e il suo team per averci offerto l’opportunità di seguire un corso tanto interessante.

Non possiamo non citare la tutor, Professoressa Linda La Manno, e l’esperta Rita A. D’Aleo per

l’impegno e la professionalità mostrati nel seguirci in questa “avventura”.

Un cenno anche ai docenti del plesso “Riccobono” e alle maestre del plesso “Mattarella” per averci fornito gli articoli e le foto dei vari progetti.

Siamo particolarmente grati a tutto il personale scolastico per la disponibilità e la serietà nel coadiuvarci in ogni giornata del progetto.

Un sentito ringraziamento al Comandante e a all’Arma dei Carabinieri di stanza a San Giuseppe Jato per la disponibilità mo-strata.

Siamo molto fieri del nostro giornalino e speriamo che anche voi, lettori, ne rimaniate entusiasti!

Alla prossima!

La Redazione

Aurora Rappa, Maria Basile, Giuseppe D’Amico, Costa nza Di Martino, Tiziana Vicari, Alessia Di Giovanni , Ilenia Lo Ia-cono, Sofia Siviglia, Rosario Albinelli, Giuseppe R umore, Federica D’Aleo, Maria Sofia Lo Cicero, Anto nio Sgrò, Danie-le Amato, Francesco Jiao Shi-Hao, Chiara Spica