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N° 2/2012 C arissime Sorelle, da poco abbiamo celebrato la solennità di Maria SS. Addolorata, madre e fondatrice del nostro istituto. S. Maddalena ci ricorda di avere cuori grandi, cuori grandi ad imitazione di quel gran Cuore che sul Calvario offerì per le anime tutta la vita del proprio Figlio. (a M. Elizabetta Renzi) Comportiamoci dunque da vere figlie e serve di Maria Addolorata consolandola con la santità della nostra vita. Nel prossimo mese di ottobre, due eventi segnano la vita della Chiesa: la celebra- zione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede e l’inizio dell’ anno della FEDE (11 ottobre), in Piazza S. Pietro, durante una solenne concelebrazione presieduta da Benedetto XVI, circondato dai vescovi che hanno partecipato all’apertura del Concilio Vaticano II. Questi avvenimenti ci toccano da vicino perché siamo principalmente chiamate a “far conoscere ed amare Gesu’”, spezzare i contenuti della Parola e della Fede ai nostri destinatari affinché siano conosciuti, accolti e interiorizzati per poi orienta- re la vita. La sfida che la Chiesa sta affrontando per superare la distanza creatasi tra lei e l’uomo contemporaneo deve interpellarci e stimolarci in prima persona. Si respira una crisi di fede, l’uomo odierno non vuole saperne di Dio ma dentro il suo cuore Lo sta cercando senza saperlo. Le nostre comunità sentano l’esigenza di una preghiera insistente a Dio perché faccia brillare ancora, nel cuore dell’uomo, la luce assopita della Fede cosicché possa ritornare a Lui. Meditia- mo sulla prima comunità cristiana di Gerusalemme descritta negli Atti degli Apostoli. Essa è una comunità fondata su quattro pilastri fondamentali: la preghiera, lo spezzar del Pane, la solidarietà e la condivisione e l’ascolto assiduo degli insegnamenti degli apostoli. Il capitolo 2 degli Atti degli Apostoli così conclude: “Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”. La loro testimonianza era edificante, trascinava e Dio apriva il cuore della gente alla conversione e all’accoglienza del messaggio di salvezza. Nutriamo la nostra speranza: nulla è impossibile a Dio! Maddalena ci raccomanda di camminare nel tempo con la Chiesa. Forse è il tempo migliore per seminare a piene mani la semente della PAROLA nel cuore di coloro che incontriamo sulla nostra strada, nei ministeri, in parroc- chia e altrove. Carissime Sorelle, concludo affidando il cammino di tut- ta la Provincia a Maria, Madre della Chiesa. Lei che ha vegliato sulla Chiesa nascente, accompagni i nostri passi verso una fede più matura e profonda. Insieme alle mie consigliere: Gabriella, Giusy e Zulima auguro un anno fecondo di bene evangelico! Fraternamente, Sr. Natalina Biffi

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N° 2/2012

C arissime Sorelle,

da poco abbiamo celebrato la solennità di Maria SS. Addolorata, madre e fondatrice

del nostro istituto. S. Maddalena ci ricorda di avere cuori grandi, cuori grandi ad imitazione di

quel gran Cuore che sul Calvario offerì per le anime tutta la vita del proprio Figlio.

(a M. Elizabetta Renzi) Comportiamoci dunque da vere figlie e serve di Maria

Addolorata consolandola con la santità della nostra vita.

Nel prossimo mese di ottobre, due eventi segnano la vita della Chiesa: la celebra-

zione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede e

l’inizio dell’ anno della FEDE (11 ottobre), in Piazza S. Pietro, durante una solenne

concelebrazione presieduta da Benedetto XVI, circondato dai vescovi che hanno

partecipato all’apertura del Concilio Vaticano II.

Questi avvenimenti ci toccano da vicino perché siamo principalmente chiamate a

“far conoscere ed amare Gesu’”, spezzare i contenuti della Parola e della Fede ai

nostri destinatari affinché siano conosciuti, accolti e interiorizzati per poi orienta-

re la vita. La sfida che la Chiesa sta affrontando per superare la distanza creatasi

tra lei e l’uomo contemporaneo deve interpellarci e stimolarci in prima persona.

Si respira una crisi di fede, l’uomo odierno non vuole saperne di Dio ma dentro il

suo cuore Lo sta cercando senza saperlo.

Le nostre comunità sentano l’esigenza di una preghiera insistente a Dio perché faccia brillare

ancora, nel cuore dell’uomo, la luce assopita della Fede cosicché possa ritornare a Lui. Meditia-

mo sulla prima comunità cristiana di Gerusalemme descritta negli Atti degli Apostoli. Essa è

una comunità fondata su quattro pilastri fondamentali: la preghiera, lo spezzar del Pane, la

solidarietà e la condivisione e l’ascolto assiduo degli insegnamenti degli apostoli. Il capitolo 2

degli Atti degli Apostoli così conclude: “Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità

quelli che erano salvati”. La loro testimonianza era edificante, trascinava e Dio apriva il cuore

della gente alla conversione e all’accoglienza del messaggio di salvezza. Nutriamo la nostra

speranza: nulla è impossibile a Dio!

Maddalena ci raccomanda di camminare nel tempo con

la Chiesa. Forse è il tempo migliore per seminare a piene

mani la semente della PAROLA nel cuore di coloro che

incontriamo sulla nostra strada, nei ministeri, in parroc-

chia e altrove.

Carissime Sorelle, concludo affidando il cammino di tut-

ta la Provincia a Maria, Madre della Chiesa. Lei che ha

vegliato sulla Chiesa nascente, accompagni i nostri passi

verso una fede più matura e profonda.

Insieme alle mie consigliere: Gabriella, Giusy e

Zulima auguro un anno fecondo di bene evangelico!

Fraternamente,

Sr. Natalina Biffi

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C on il titolo “Allarga lo spazio della tua tenda”, tolto dal libro di

Isaia, a partire del giorno 12 di Maggio 2012 si trova aperta al

pubblico, nella Chiesa della Santissima Trinità, una esposizione missio-

naria, organizzata per gli Istituti Missionari – Ad Gentes : Animatori

Missionari Ad Gentes, Opera Missionaria Pontificia e il Santuario della

Madonna del Rosario di Fatima.

I contenuti e gli argomenti dell’esposizione sono stati preparati da un

gruppo interdisciplinare e da missionari di diversi Istituti religiosi e da

laici.

Il discorso d’ introduzione prevede che il visitatore impari, attraverso

vari ritmi e simboli, la realtà della missione, con una coscienza teologi-

ca che dice come Dio si mostra missionario. Leggendo l’azione missio-

naria si comprende che la comunicazione da persona a persona deriva

dalla Trinità.

Così si presenta il primo nucleo della esposizione: “Dio Missionario: la

missione è comunicazione” Dio che comunica se stesso in tre persone

- un unico Dio. Ancora in questo primo momento, il visitatore è collocato davanti a circostanze storiche nelle quali il

cristiano capisce il mandato missionario - Andate, insegnate e battezzate; ricevete lo Spirito Santo – cioè l’Ascensione

di Cristo e la Pentecoste.

A partire di questa prima parte che fornisce la comprensione teologale e storica della missione, l’esposizione apre una

grande piazza missionaria, con tantissime figure che hanno seguito la voce del maestro: “và ad insegnare e a battezza-

re”… Questa piazza dal titolo: “Discepoli di Gesù Cristo: missionari ieri – oggi e sempre”, dà la possibilità al visitatore

di sentirsi ancora circondato da missionari.

Senza indicazione di tempo e di spazio ci sono figure, fotografie di tanti missionari, più o meno conosciuti di epoche

storiche diverse come: Paolo di Tarso, Francesco d’ Assisi, Antonio di Padova, Daniele Comboni, la nostra Madre Fonda-

trice Maddalena Gabriella di Canossa e tanti altri. Disposti in grandezza naturale, il visitatore quasi può dialogare con

loro faccia a faccia, mentre si vede, grazie ad uno specchio, in mezzo a questa moltitudine di testimoni.

Da questa piazza il visitatore passa ad un nuovo nucleo: missionari in tutto i tempi e in tutti i luoghi dove si può vede-

re concretamente la realizzazione ministeriale di tanti missionari in varie e diverse parti del mondo.

L’ultimo nucleo è dedicato ad interrogare una volta di più il visitatore e ad aiutarlo a prendere coscienza dell’attitudine

missionaria che acquistiamo con il battesimo Allarga lo spazio della tua tenda; dalla fonte battesimale alla missione.

Gli oggetti esposti sono: il fonte battesimale, il cero pasquale, la candela del battesimo, il vaso per l’olio battesimale, la

conchiglia battesimale e la veste bianca.

Alcuni di questi oggetti si trovano legati a persone conosciute per la loro azione missionaria: la veste di Mary Jane Wil-

son, donna legata ad un Istituto missionario con azione determinante in Portogallo e non solo e il cero è stato offerto

dal Beato Giovanni Paolo II al Santuario di Fatima. E’ importante in questo nucleo la presenza di una lettera “Per un

volto missionario della chiesa in Portogallo”, che i Vescovi portoghesi hanno scritto ai fedeli nel 2010. L’esposizione

continua attraverso l’elemento simbolico dell’acqua che troviamo nello spazio all’uscita e che immette il visitatore in

un ambiente mariano, stabilendo un legame al tema annuale del Santuario di Fati-

ma, tolta dalle memorie di sorella Lucia e che propone in altra formula il mandato

missionario: “Volete offrivi a Dio”?

E’ con questo invito che il visitatore esce dell’ esposizione, accompagnato da

questa provocazione di Gesù: “ Come ho fatto io, fate anche voi”…

L’ esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 ore

fino al 31 Ottobre 2012.

Il visitatore porta via con sé un documento ‘souvenir’ che lo farà ripensa-

re a ciò che ha visto: la realtà della missione nei suoi aspetti di assistenza spiritu-

ale, insegnamenti, assistenza sociale, promozione degli altri, e soprattutto sul co-

me assumere l’impegno battesimale come cristiano e credente oggi.

Le Sorelle del Portogallo

Allarga lo spazio della tua tenda

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U n gruppo di cinque volontarie: Monica Bressani, Sara Serroni, Valeria Calloni,

Giulia Brussano, Claudia Trinelli, alunne della Scuola superiore “Barbara Melzi”

presso le Madri Canossiane di Legnano, accompagnate da M. Maria Vezzoli, si sono re-

cate in Albania per offrire il loro servizio nel villaggio in cui operano le Madri: Derven.

Derven è un villaggio nei dintorni di Kruje. Le volontarie hanno risposto ad un appello

lanciato nella loro scuola, ma prima di tutto hanno ascoltato e risposto all’appello risuo-

nato nel cuore di ciascuna. Così il 15 giugno si sono messe in volo verso Tirana dove Ma-

dre Marineve Gerbino, superiora della comunità e Madre Antonietta Salinardi le aspet-

tavano per condurle a Kruje. Per creare un primo contatto con l’ambiente di lavoro, il

giorno 16 mattina sono andate a Derven per completare gli addobbi negli ambienti che

avrebbero ospitato ragazzi e animatori. Lì si sono incontrate con Agnese Prendi, volon-

tatria del posto e coordinatrice delle attività. L’entusiasmo per la nuova esperienza da

vivere in quegli ambienti le ha rese creative e gioiose durante le due ore di lavoro. Nel

pomeriggio, subito dopo pranzo, una piccola immersione a Shen

Vlash (Durazzo), ha dato loro la possibilità di conoscere l’altro am-

biente dove le Madri operano e, una passeggiata sul lungo mare di

Durazzo ha permesso loro di camminare sulla spiaggia a piedi nudi

e sentirsi in qualche modo accolte da questa terra tanto amata da

Dio e anche da noi che qui Lui ci vuole. Il 17 mattina sono andate

ancora nel villaggio per partecipare alla Celebrazione Eucaristica

assieme alla comunità cattolica. Poi inizia l’avventura del servizio di

undici giorni precisamente dal 18 al 29, tranne la domenica.

Attese? Timori? …un po’ sì, ma tutto è caduto quando in punta di

piedi hanno cominciato ad offrire il loro servizio a un gruppo di 40-

50 ragazzi dai sette ai 15 anni. M. Maria e M. Antonietta hanno vis-

suto con loro tutta l’esperiena del servizio. C’erano anche oltre ad

Agnese, Klodian e Mikeledi animatori di Derven Posht e Adelina,

Moza e Irisa, di Kruje. Don Carmine Leuzzi, il parroco, ha condiviso

l’esperienza del grest personalmente e con un piccolo gruppo di

ragazzi che, stipati nella sua macchina, portava da Derven Kollina. La sua presenza è

stata preziosa, come parroco e come collaboratore nel realizzare il tema del grest e i

giochi.

Bisognava essere pronte alle 7,30 di mattina per partire da Kruje con un furgone perchè

i ragazzi alle 8,15 erano già davanti alla chiesa ad aspettare, alle 12 si ritornava a Kruje.

Il racconto della vita di S. Giuseppina Bakhita spezzettata giorno per giorno e qualche

brano del Vangelo, hanno unito ragazzi e animatori. Il caldo si è fatto sentire, ma la So-

rella Universale con il suo amore e la sua presenza spirituale ha alleviato ogni fatica e

allietato il cuore di tutti: ragazzi e animatori, così che tutto è stato condotto come con

un unico cuore e un solo amore. I ragazzi più grandi nel tempo delle attività manuali

hanno rappresentato la vita del villaggio africano su grandi cartelloni che sono serviti da

sceneggiatura per la festa finale. Altri ragazzi invece hanno preparato delle scene sulla

vita di Bakhita per la festa finale, fissando così il messaggio semplice ma incisivo che

ognuno ha portato con sé. Il canto imparato in italiano e che ha fatto da inno del grest:

“Camminiamo sulla strada che han percorso i santi tuoi….”, ha messo un po’ tutti alla

scuola di Bakhita che nella semplicità della sua vita ha realizzato il cammino di santità.

Una novità del grest è stata quella di aver fatto un corso di lingua italiana a conclusione

delle attività di ogni giornata. Nessuno dei ragazzi ha voluto rinunciare a questo mo-

mento per cui divisi in due grandi gruppi le volontarie italiane si sono cimentate con

Da Legnano in Albania

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loro, aiutate per la traduzione dai volontari albanesi. Qualcosa hanno imparato tutti: gli albanesi l’italiano e

le italiane un po’ di albanese, ma soprattutto hanno fatto esperienza di amicizia, sia i ragazzi che i volontari.

Veramente si è creato un clima di serenità, di fiducia… sia tra gli animatori che tra i ragazzi.

Ogni giorno, i ragazzi, sono stati “spinti” ad andare a casa.

L’ultima mezzora di ogni mattinata gli animatori, seppure stanchi, l’hanno vissuta con gioia, con spirito di

servizio e di libertà: organizzavano l’attività del giorno seguente.

Le giornate sono passate troppo in fretta, quasi non ci si è accorti ed è arrivato il giorno della partenza.

Con questo grest Bakita è andata nelle case di ciascun ragazzo, per quello che hanno conosciuto della sua

vita, e anche con un semplice quadretto che ognuno di loro ha realizzato a decoupaj con una sua immagine.

L’esperienza è stata bella, positiva, arricchente, una delle ragazze italiane in un momento di verifica ha detto

che due settimane sono state poche, ce ne sarebbe volta una terza perché l’esperienza fosse più completa.

Un’altra ha detto che avrebbe desiderato conoscere di più la realtà concreata visitando delle famiglie pove-

re. Tutte insieme sono state d’accordo nel dire che è bene continuare a venire in Albania per qualche anno

ancora e che quindi avrebbero sostenuto tale idea presso la scuola.

Ringraziamo la preside, Madre Antonia e quanti altri hanno collaborato per la realizzazione di tale esperienza

qui tra noi. Ringraziamo in particolare i genitori che per primi hanno lasciato che le figlie si assentassero da

casa per due settimane. L’ultimo grazie và a voi: Monica, Sara, Valeria, Giulia, Claudia, Madre Maria che con

semplicità e generosità avete dato tutto quello che è stato necessario per vivere bene l’esperienza tra di voi

e con i ragazzi in terra albanese. Il Signore vi benedica, rimanete sotto la sua mano perché la vostra vita

cresca nella consapevolezza di essere un dono ricevuto e da donare”. Il Signore tenga viva nei cuori e presso

la Scuola, l’idea di ritornare, vi aspettiamo.

sr. Antonieta Salinardi

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Vola solo chi ha il coraggio di farlo

E cco su quale tema si è svolto la 4ta edizione del Grest estivo a

Gosławice – Polonia dal 02 al 13 Luglio.

La storia, non nuova ma sempre incantevole, “della Gabbianella e del

Gatto” ci ha aiutato a far si che essa diventasse, durante le due settimane

del grest per i 46 bambini tra 7 a 13 anni, una bella avventura, fatta di

ricerca e scoperta di valori che aiutano nella crescita del loro essere

“Cristiani”.

Certo che il grest non comincia quando arrivano i bambini, ma inizia mesi

prima, con l’accurata e creativa preparazione. Come ogni anno i giovani

del posto sono i volontari che ci aiutano. Insieme abbiamo scelto il tema

dell’anno, insieme abbiamo faticato per la preparazione e la decorazione

dell’ambiente, insieme abbiamo preparato il programma di ogni giornata composto da:

preghiera, scenetta con il tema del giorno, discussione e reflessione nei gruppi, giochi,

merenda, officina dei lavori manuali, preghiera finale. Oh... e’ stato un lavoro

impegnativo, ma abbiamo goduto con gioia per il risultato. Gioia non solo nostra, ma

gioia soprattutto dei bambini che si vedevano davvero immersi nella storia e ogni

giorno rimanevano con il fiato sospeso nell’aspettativa di

quello che sarebbe avvenuto il giorno successivo.

Una giornata del grest è stata riservata per una bella gita in un

parco carino. Qui i bambini hanno avuto la possibilità di visitare

gli animali del piccolo zoo, di andare a cavallo, di mangiare la

salsiccia alla brace “in polacco - grill – “ e altre attrazioni che

attiravano la loro curiosità e la loro meraviglia. L’esperienza del

grest per loro è stato è stata un guadagno sotto vari aspetti:

culturale, ricreativo, distensivo, sociale!

Ringraziamo il Signore per il dono di tutti i collaboratori, sia per

quelli in prima linea che per quelli che hanno servito

dietro le quinte.

“Il problema di un gatto del porto è problema di tutti i

gatti del porto”

Magari, imparassimo anche noi questo senso

di appartenenza!!!

sr. Maria Izabel

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P erché è LUI che per primo si è “aperto” a Me!

Mi ha fatto conoscere il Suo ESSERE! Mi si è manifestato attraverso il Suo Amore Misericordioso,

illuminando la mia mente e il mio cuore con la Sua Parola, con il Suo Corpo e con le Persone che ho incontrato

sul sentiero della vita, affinché possa vivere una vita piena di senso e a sua volta farLo conoscere.

Salga al Signore la mia lode e gratitudine perché mi Ha condotto fino a questo giorno e per tutte le meraviglie

che Ha compiuto lungo il percorso della mia storia di salvezza!

Ora, mi affido al mio Dio con tutta me stessa! Chiedo che mi riempia il cuore del Suo Spirito affinché possa

crescere sempre più in una autentica relazione con LUI!

Sono grata ad ogni sorella della Provincia per la preghiera e il ricordo!

Il Signore VI BENEDICA!

Sono contenta di essere Canossiana per sempre!

sr.Oksana

Voti perpetui

Ukraina 01 Settembre

Canossiana per sempre

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I l 14 settembre 2012 segna una data importante nella mia

vita: sono 50 anni dalla mia entrata nella Vita religiosa; una

data quindi da celebrare e fare festa per LODARE e RINGRAZIA-

RE il Signore della Storia che mi ha chiamata a seguirLo più da

vicino per stare con Lui e condividere la Sua missione.

Desidero fare un salto indietro nel tempo e ricordare il giorno

della mia partenza dal paese nativo: Aicurzio. Era il 14 settem-

bre 1962, festa della Esaltazione della S. Croce. In quel giorno,

la S. Messa era celebrata a Campegorino, la chiesetta del cimi-

tero dove sull’altare maggiore trionfa un grande Crocifisso mi-

racoloso, molto caro ai miei concittadini. Ricordo bene che al

termine della S. Messa, dopo aver salutato le persone presenti,

mi inginocchiai e affidai, anzi consegnai la mia vita a Lui per

sempre affinché realizzasse il suo progetto su di me. A Vimerca-

te, quel pomeriggio del 14 settembre, tirava aria festosa: erano

arrivate 7 giovani reclute desiderose di consacrare la loro vita a Dio, io ero tra quelle

sette. E così iniziò il cammino di preparazione alla missione: postulandato, noviziato,

primi voti e voti perpetui emessi il giorno 8 dicembre 1970 a Vimercate. A fine dicem-

bre di quell’anno mi fu consegnato il Crocifisso per la partenza Ad Gentes, ero desti-

nata all’Asia.

Il periodo missionario apostolico l’ho vissuto in Malesia e a Singapore tra varie espe-

rienze a contatto con diverse culture che hanno allargato i miei orizzonti di pensiero

e di visione. La gente e le Sorelle mi hanno accolta con cuore aperto e ospitale. Mi

sono sentita a casa. Rivedo tutto come in un film, il tempo missionario mi ha maturata

umanamente e spiritualmente. Attraverso i passaggi obbligati della vita si cresce, an-

che i brevi periodi passati in India hanno allargato ulteriormente i miei confini mentali

facendomi apprezzare ed amare ogni cultura perché in essa c’è il riflesso di Dio. Per

tutto questo abbondanza ringrazio Dio per la Sua fedeltà, la sua vicinanza sia nei tem-

pi gioiosi che in quelli difficili.

Nel 1986, l’obbedienza mi ha richiamata in Patria per 4 anni, sono ripartita nel 1991

per Singapore per rientrare poi de-

finitivamente nel 1997 e da allora la

mia missione si è svolta in Italia nei

diversi ambiti in cui sono stata chia-

mata a servire.

Il 15 settembre 2012, nella cappella

di Vimercate, ornata a festa, si è

celebrata la S. Messa Giubilare in

ringraziamento per tutto ciò che è

stato e sarà. Eravamo in tre Sorelle:

accanto a me, M. Gabriella De Riva

celebrava anch’essa il suo 50mo e

M. Gabriella Sinceri il suo 60mo.

Un Giorno per Dire Grazie

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C’era una grande emozione nell’aria! Dopo la Rinnovazione dei Voti, il coro per tre volte ha cantato: Eccomi, Ecco-

mi, Signore io vengo a fare la tua volonta’! Sì, la nostra vita è nelle mani di Dio a noi ancora una volta affidarci a Lui

senza riserve. All’omelia, don Maurizio Villa, il celebrante, ha ricordato lo slogan carismatico in cui è rinchiuso il no-

stro carisma: INSPICE ET FAC. Lungo gli anni della mia esistenza ho imparato ad approfondire il significato di quelle

parole e a fare mio questo imperativo di vita. Gradualmente è diventato il mio punto abituale di riferimento nei

momenti di scelta, di dubbio e di difficoltà. Concludendo l’omelia, don Maurizio ha scandito tre passaggi importanti

della vita di una canossiana: la preghiera quotidiana, la comunione fraterna e lo zelo apostolico assicurato da un

sano riposo notturno per far conoscere ed amare Gesù.

Alla festa hanno partecipato amici e parenti, la loro presenza ha ulteriormente contribuito a rendere più gioioso

l’evento.

A tutte e a ciascuna Madre di Vimercate và il mio sentito e affettuoso GRAZIE per la preparazione e la celebrazione

di questo importante avvenimento della mia vita.

“Magnificat anima mea Dominum!” Lc. 1,46

Sor. Natalina Biffi

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E’ toccato a me

il compito di farti da

cantore.

Nei miei canti ho

dato voce

ai tuoi fiori di pri-

mavera,

ho dato un ritmo

alle tue foglie fru-

scianti.

Ho cantato nel silen-

zio della notte

e nella pace del tuo

mattino.

Il fremito delle pri-

me piogge d’estate

e l’ondeggiare delle

messi autunnali.

s’è trasfuso nelle

mie melodie

Fa’ che il mio canto

non cessi alla fine,

mio Signore, quando

spezzi il mio cuore

per entrare nella

mia casa,

ma fallo scoppiare in

tuo

( Tagore)

3 settembre 1962 – 15 settembre 2012: 50 anni! Sono tanti e sembrano un soffio! Mi

rivedo, diciottenne, nell’abito lungo, di un grigio sbiadito, nei chiostri di S. Alvise – Vene-

zia, confusa e smarrita dopo aver salutato i miei…. Ed oggi , 50 anni dopo, sono qui, con la mia

comunità , con le sorelle del mio Istituto,con parenti e amici, a cantare la grandezza del Signo-

re, la sua immensa pazienza con me e la sua infinita tenerezza.

L’ho scoperto a poco a poco, entrando nel Suo cuore, cogliendo la Sua Presenza e la Sua deli-

catezza. Sono stata molto amata da Lui e dai molti che ho incontrato nel mio cammino. Ha

posto sulla mia strada guide luminose e sicure che hanno saputo aiutarmi a costruire armonia

dentro di me, a trarre dalle mie fragilità, insicurezze e paure quei doni di natura e di grazia che

Egli aveva riposto in me. Loro mi hanno aiutato a credere, a fidarmi, a centrare la mia vita nella

confidenza e nell’abbandono al Signore.

Mi ha donato amicizie preziose nell’Istituto e nelle persone incontrate, amicizie durature, pre-

senti sempre con la preghiera, con lo scritto, con la consapevolezza che, anche nel silenzio di

parole, si era insieme e mi ha dato il gusto e la fedeltà per l’amicizia ricevuta e donata.

Ho lavorato e servito con amore ed impegno là dove mi ha posto: nella scuola, nei servizi

diversi, nel dono agli altri . Nelle fatiche, difficoltà, sofferenze ho trovato consolazione e aiuto,

critiche e comprensione…ma tutto è stato “un imparare la vita”.

Sì, il Signore ha riempito la mia vita ! Sento vero per me ciò che dice Paolo: “ha scelto ciò che

nel mondo è debole..e ciò che è nulla. per confondere i forti e i sapienti .”e in questa piccolezza

ho scoperto libertà , felicità e pienezza di vita,.E’ un cammino continuo quotidiano che mi pla-

sma, secondo la Parola che un sacerdote mi ha lasciato in occasione dei miei voti perpetui:” Il

Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. E noi tutti a viso scoperto, riflet-

tendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima im-

magine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore”( II Cor. 3, 17). Che Egli mi

conceda e ci conceda di camminare sempre nella Sua luce, con serena docilità alla Sua guida.

Di cuore ringrazio quanti sono stati e sono presenti nella mia vita e quanti con me e per me

hanno ringraziato il Signore di ogni dono.

Sor. Gabriella De Riva

Un Giubileo - Venite lodiamo il Signore

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.... Vivendo con grande gioia e ardore il

“E ’ l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli,

oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo

Vangelo a tutti i popoli della terra (cfr Mt 28,19). Con il suo amore, Gesù Cristo

attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa

affidandole l’annuncio del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo. Per

questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una

nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo

nel comunicare la fede... La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza

di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di

gioia. Essa rende fecondi, perché allarga il cuore nella speranza e consente di

offrire una testimonianza capace di generare: apre, infatti, il cuore e la mente di

quanti ascoltano ad accogliere l’invito del Signore di aderire alla sua Parola per

diventare suoi discepoli”.

“Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per

possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo

continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha

la sua origine in Dio”. (n. 7)

Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede, la quale vede il

mistero insondabile dell’intreccio tra santità e peccato. Mentre la prima evidenzia il grande

apporto che uomini e donne hanno offerto alla crescita ed allo sviluppo della comunità con la

testimonianza della loro vita, il secondo deve provocare in ognuno una sincera e permanente

opera di conversione per sperimentare la misericordia del Padre che a tutti va incontro. ( n13)

Per fede Maria accolse la

parola dell’Angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza

della sua dedizione. (cfr Lc 1,38) Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di

lode all’Altissimo per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui.

(cfr Lc 1,46-55) Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio,

mantenendo intatta la verginità. (cfr Lc 2,6-7) Confidando in Giuseppe suo

sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla persecuzione di Erode. (cfr Mt

2,13-15) Con la stessa fede seguì il Signore nella sua predicazione e rimase

con Lui fin sul Golgota. (cfr Gv 19,25-27) Con fede Maria assaporò i frutti

della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore (cfr Lc

2,19.51), lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel Cenacolo per ricevere lo

Spirito Santo. (cfr At 1,14; 2,1-4). (n. 13)

Accediamo alla Porta della Fede...