Giornalino 1 2011:Giornalino...Face book, il social network più clic-cato nel web, al giorno...

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L’Arvultico L’Arvultico forme espressive dell’I.T.I.S. “L. ed A. Franchetti” Numero 4 - Aprile 2011 EDITORIALE I l tempo passa, e anche que- st’anno, si avvia pian piano alla conclusione. Vicissitudini, problemi, nuove e vecchie emozio- ni per tutti noi, “poveri” studenti, ma anche per professori, preside, bi- delli… Molti eventi hanno stravolto l’abi- tudinaria routine quotidiana, spe- cialmente riguardanti la cronaca: la rivolta in Egitto, la guerra in Libia, la crisi, la riforma scolastica, il pri- mo passo verso il federalismo. Lentamente tutti gli italiani stanno cambiando: non voglio esprimere pareri, riguardo al come! L’Italia è di nuovo in movimento, anche se sembra addormentata, da tanti anni, dopo la guerra. Dopo l’unità, ci sia- mo battuti per un futuro migliore e abbiamo ottenuto anche dei risul- tati. E’ vero, noi italiani siamo consi- derati un po’ da tutti all’estero, i buongustai “pizza e maccarroni”, e non viene considerato il vero lato che ci fa onore; l’arte, la storia e l’ingegno. Siamo passati dai grandi geni, ai poveri sfruttatori, ma anche questo è il mondo, non si può avere tutto per sempre. Benigni ci ha ricordato la nostra grandezza, nonostante tutto, durante la sua ul- tima apparizione ufficiale in televi- sione, dove illustrava al pubblico l’esegesi del nostro inno nazionale. “Non potete capire la soddisfazione a passare per il Louvre, tra le varie stanze e stanzoni e vedere che una buona parte delle opere sono di ar- tisti italiani”. Ogni straniero, oserei dire è un po’ italiano, proprio per questo motivo. Siamo noi, gli arte- fici del nostro destino, mi rivelò un insegnante, qualche anno fa, ed è qui, che siamo arrivati, oggi, viven- do. (continua a pagina seguente) Face book, il social network più clic- cato nel web, al giorno d’oggi, con- tribuisce attivamente alla vita sociale di ogni individuo; basti pensare che molte persone si sono conosciute e hanno intrapreso relazioni sentimen- tali grazie a questo social network. È uno strumento di comunicazione molto utile, vediamo la sua storia: Facebook è stato fondato il 4 feb- braio 2004 da Mark Zuckerberg, al- l'epoca studente diciannovenne presso l'università di Harvard, con l'aiuto di Andrew McCollum e Eduardo Saverin. Per la fine del mese, più della metà della popola- zione universitaria di Harvard era re- gistrata al servizio. A quel tempo, Zuckerberg fu aiutato da Dustin Mo- skovitz e Chris Hughes per la pro- mozione del sito e Facebook si espanse all'Università di Stanford, alla Columbia University e all'Uni- versità Yale. Questa espansione con- tinuò nell'aprile del 2004 quando si estese al resto della Ivy League, al MIT, alla Boston University e al Bo- ston College. Alla fine dell'anno ac- cademico, Zuckerberg e Moskovitz si trasferirono a Palo Alto in Califor- nia con McCollum, che aveva se- guito uno stage estivo alla Electronic Arts. Affittarono una casa vicino al- l'Università di Stanford dove furono raggiunti da Adam D'Angelo e Sean Parker. Il dominio attuale, face- book.com, fu registrato soltanto in seguito, tra l'aprile e l'agosto 2005, e molte singole università furono ag- giunte in rapida successione nel- l'anno successivo. Col tempo, per- sone con un indirizzo di posta elettronica con dominio universitario (per esempio .edu, .ac.uk ed altri) da istituzioni di tutto il mondo acquisi- rono i requisiti per parteciparvi. Quindi il 27 febbraio 2006 Facebook si estese alle scuole superiori e alle grandi aziende. Dall'11 settembre 2006, chiunque abbia più di 13 anni può parteciparvi. Gli utenti possono fare parte di una o più reti parteci- panti, come la scuola superiore, il luogo di lavoro o la regione geogra- fica. Se lo scopo iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra stu- denti di università e licei di tutto il mondo, con il passare del tempo si è trasformato in una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di Internet.Dal settembre 2006 al settembre 2007 la posizione nella graduatoria del traffico dei siti è pas- sata secondo Alexa dalla sessante- sima alla settima posizione. Dal lu- glio 2007 figura nella classifica dei 10 siti più visitati al mondo ed è il sito numero uno negli Stati Uniti per foto visualizzabili, con oltre 60 mi- lioni di foto caricate settimanalmente. In più, la sua celebrità è descritta in due film di successo: Feisbum, un film tutto italiano dove si parla delle vicende che accadono a dei ragazzi che utilizzano questo social network. E il più recente: The social network, film americano la cui trama è incen- trata sui fondatori di face book, e sul fenomeno che hanno scatenato. Ma non tutto è oro ciò che luc- cica…infatti, ci sono delle misure di sicurezza a cui devi attenerti se non vuoi farti “cancellare” dal sito: 1.Devi mettere il tuo vero nome, non puoi spacciarti per un personaggio famoso, o per una persona che non esiste, potresti fare involontaria- mente anche un furto d’identità. 2. Non devi superare un determinato limite di amici, potresti incorrere nella cancellazione del tuo profilo perché risulta che conosci “troppe” persone, ricorda anche che face book all’inizio era un social network ideato per rincontrarsi con persone di cui si sono “perse” le tracce. Facebook ha rivoluzionato le comu- nicazioni, creando una rete mondiale di persone che si incontrano in una grande piazza virtuale, dove possono interagire e scambiarsi idee. Alice Bacci IL POTERE DI FACEBOOK

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L’ArvulticoL’Arvulticoforme espressive dell’I.T.I.S. “L. ed A. Franchetti”

Numero 4 - Aprile 2011

� EDITORIALE

Il tempo passa, e anche que-st’anno, si avvia pian pianoalla conclusione. Vicissitudini,

problemi, nuove e vecchie emozio-ni per tutti noi, “poveri” studenti,ma anche per professori, preside, bi-delli…

Molti eventi hanno stravolto l’abi-tudinaria routine quotidiana, spe-cialmente riguardanti la cronaca: larivolta in Egitto, la guerra in Libia,la crisi, la riforma scolastica, il pri-mo passo verso il federalismo.

Lentamente tutti gli italiani stannocambiando: non voglio esprimerepareri, riguardo al come! L’Italia èdi nuovo in movimento, anche sesembra addormentata, da tanti anni,dopo la guerra. Dopo l’unità, ci sia-mo battuti per un futuro migliore eabbiamo ottenuto anche dei risul-tati.

E’ vero, noi italiani siamo consi-derati un po’ da tutti all’estero, ibuongustai “pizza e maccarroni”, enon viene considerato il vero latoche ci fa onore; l’arte, la storia el’ingegno. Siamo passati dai grandigeni, ai poveri sfruttatori, ma anchequesto è il mondo, non si puòavere tutto per sempre. Benigni ciha ricordato la nostra grandezza,nonostante tutto, durante la sua ul-tima apparizione ufficiale in televi-sione, dove illustrava al pubblicol’esegesi del nostro inno nazionale.“Non potete capire la soddisfazionea passare per il Louvre, tra le variestanze e stanzoni e vedere che unabuona parte delle opere sono di ar-tisti italiani”. Ogni straniero, osereidire è un po’ italiano, proprio perquesto motivo. Siamo noi, gli arte-fici del nostro destino, mi rivelò uninsegnante, qualche anno fa, ed èqui, che siamo arrivati, oggi, viven-do.

(continua a pagina seguente)

Face book, il social network più clic-cato nel web, al giorno d’oggi, con-tribuisce attivamente alla vita socialedi ogni individuo; basti pensare chemolte persone si sono conosciute ehanno intrapreso relazioni sentimen-tali grazie a questo social network.È uno strumento di comunicazionemolto utile, vediamo la sua storia:Facebook è stato fondato il 4 feb-braio 2004 da Mark Zuckerberg, al-l'epoca studente diciannovennepresso l'università di Harvard, conl'aiuto di Andrew McCollum eEduardo Saverin. Per la fine delmese, più della metà della popola-zione universitaria di Harvard era re-

gistrata al servizio. A quel tempo,Zuckerberg fu aiutato da Dustin Mo-skovitz e Chris Hughes per la pro-mozione del sito e Facebook siespanse all'Università di Stanford,alla Columbia University e all'Uni-versità Yale. Questa espansione con-tinuò nell'aprile del 2004 quando siestese al resto della Ivy League, alMIT, alla Boston University e al Bo-ston College. Alla fine dell'anno ac-cademico, Zuckerberg e Moskovitzsi trasferirono a Palo Alto in Califor-nia con McCollum, che aveva se-guito uno stage estivo alla ElectronicArts. Affittarono una casa vicino al-l'Università di Stanford dove furonoraggiunti da Adam D'Angelo e Sean

Parker. Il dominio attuale, face-book.com, fu registrato soltanto inseguito, tra l'aprile e l'agosto 2005, emolte singole università furono ag-giunte in rapida successione nel-l'anno successivo. Col tempo, per-sone con un indirizzo di postaelettronica con dominio universitario(per esempio .edu, .ac.uk ed altri) daistituzioni di tutto il mondo acquisi-rono i requisiti per parteciparvi.Quindi il 27 febbraio 2006 Facebooksi estese alle scuole superiori e allegrandi aziende. Dall'11 settembre2006, chiunque abbia più di 13 annipuò parteciparvi. Gli utenti possonofare parte di una o più reti parteci-

panti, come la scuola superiore, illuogo di lavoro o la regione geogra-fica. Se lo scopo iniziale di Facebookera di far mantenere i contatti tra stu-denti di università e licei di tutto ilmondo, con il passare del tempo si ètrasformato in una rete sociale cheabbraccia trasversalmente tutti gliutenti di Internet.Dal settembre 2006al settembre 2007 la posizione nellagraduatoria del traffico dei siti è pas-sata secondo Alexa dalla sessante-sima alla settima posizione. Dal lu-glio 2007 figura nella classifica dei10 siti più visitati al mondo ed è ilsito numero uno negli Stati Uniti perfoto visualizzabili, con oltre 60 mi-lioni di foto caricate settimanalmente.

In più, la sua celebrità è descritta indue film di successo: Feisbum, unfilm tutto italiano dove si parla dellevicende che accadono a dei ragazziche utilizzano questo social network.E il più recente: The social network,film americano la cui trama è incen-trata sui fondatori di face book, e sulfenomeno che hanno scatenato.Ma non tutto è oro ciò che luc-cica…infatti, ci sono delle misure disicurezza a cui devi attenerti se nonvuoi farti “cancellare” dal sito:1.Devi mettere il tuo vero nome, nonpuoi spacciarti per un personaggiofamoso, o per una persona che nonesiste, potresti fare involontaria-

mente anche un furto d’identità.2. Non devi superare un determinatolimite di amici, potresti incorrerenella cancellazione del tuo profiloperché risulta che conosci “troppe”persone, ricorda anche che face bookall’inizio era un social networkideato per rincontrarsi con persone dicui si sono “perse” le tracce.Facebook ha rivoluzionato le comu-nicazioni, creando una rete mondialedi persone che si incontrano in unagrande piazza virtuale, dove possonointeragire e scambiarsi idee.

Alice Bacci

IL POTERE DI FACEBOOK

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temi ed attualitàtemi ed attualitàPag. 2 Aprile 2011

Tra tutti questi cataclismi, proteste,e guerre contro i beduini schiaccia-mosche (non me ne vogliano, nonè in senso dispregiativo), dobbiamofocalizzarci sulla nostra realtà val-tiberina, e tornare dentro ai nostripiccoli confini.

Qui, noi ragazzi dell’Arvulticoscriviamo. Al momento non possia-mo fare tanto altro.

Essere cronisti indiretti dell’infor-mazione, seguire agitatori dellefolle, politici irrazionali, vederecome varia e gira oggi il mondo.Possiamo farci sentire, ma ancoranon abbiamo molti strumenti, dallanostra parte.

Possiamo fare, ciò che non, pos-siamo fare. Sembra l’ideologia at-tuale che travolge il mondo dell’in-formazione ai giorni nostri: è infatticomico delineare come le informa-zioni varino categoricamente, conparticolari d’ogni tipo e dimensione,ogni volta modificati e aggiornatiper attirare ulteriormente la lettura,dei pochi rimasti a leggere giornali.Si potrebbe fare una consulta epremiare gli articoli più fantasiosimagari.

Non so come finirà tutto ciò.Tutto questo sconquasso continua afarmi tergiversare e rimanere a ri-muginare su cosa saremo noi, ragaz-zi di oggi, studenti, un domani.

Riesco solo a focalizzare l’atten-zione sulle mie passioni, e su tuttele passioni di tutti i ragazzi del mon-do, che consentono di liberarsi dal-l’impiccio e dal peso di tutte questesituazioni e problemi, e di continua-re a sperare che un giorno, magari,un altro Lennon, King, Parker, rie-sca a dire basta, ad altre situazioniche sono ingiuste, e senza senso.

Che questo giornale, umilmentescritto per diletto, sia semplicementela bandiera di una passione che siaccende, e si spegne, razionalmenterispetto al nostro modo di essere edi vedere.

Che serva come sfogo, e consola-zione a chi vuole esprimere parerie raccontare come oggi, tutto ilmondo gira e và.

Lasciamo semplicemente che sia.Vi lascio ora, alla lettura di tutti glialtri articoli, che vi potranno più omeno interessare, conscio del fatto,che chi li leggerà, non avrà buttatoil proprio tempo, poiché sta leggen-do per curiosità, o per sfizio. O per-lomeno, me lo auguro.

IL CAPOREDATTORE

Non siamo su un videogioco incui si corre a bordo di automobili dasogno, spinte da gas che fungono dapropulsori e dalle provocazioni degliavversari. "Guidare in maniera re-sponsabile", per gli appassionati deititoli di simulazioni automobilisti-

che, è come intimare ad un goloso dilimitarsi con i dolci. Ma noi siamosulla strada,non possiamo permet-terci errori o follie.

Com’è la nostra vita al volante,cheabitudini di guida abbiamo? Com-piamo spesso manovre rischiose, in-frazioni dei limiti di velocità e lapropensione ad affondare sull'acce-leratore con dei passeggeri a bordospesso bambini è all’ordine delgiorno. Non parliamo poi della pas-sione nutrita dagli automobilisti perle competizioni su strada, che preve-dono corse movimentate da sorpassiavventati e velocità sfrenate.

I ragazzi risultano essere poco pre-occupati quando sono al volante; sa-

rebbero, anzi, più propensi a ricer-care emozioni forti, reagendo inmodo aggressivo proprio alla guida.

I giovani automobilisti mostranodi non considerare il rispetto dellenorme sociali come un obiettivo im-portante di per sé, ma solo in fun-

zione delle conseguenze strumentali(premi o punizioni) che da esso pos-sono derivare. I neopatentati sannobene che eccesso di velocità e alcoolalla guida sono gli ingredienti più te-mibili che causano sinistri per lo piùdagli effetti devastanti.

D'ora in poi o si beve o si guida:parola di legge dello stato.

Ma cosa prevede la nuova legge?I giovani fino a 21 anni, per primacosa, non potranno più bere neppureun goccio di birra o vino, se si vor-ranno mettere alla guida.

O si beve, appunto, o si guida. Ma le cose non si limitano a questo

provvedimento. Chi provoca un in-cidente mortale dopo aver bevuto, o

dopo aver preso droghe, rischieràfino a 15 anni di carcere oltre al ritirodella patente e al sequestro dell’auto.Anche i minorenni sono avvertiti: chiviene pizzicato a guidare un moto-rino dopo aver bevuto non pagheràsolo una multa. Come punizione ag-

giuntiva, potrà prendere la patenteper la macchina più tardi dei suoiamici: a 19 anni, se il livello di alcoolnel sangue era inferiore a 0,5, addi-rittura a 21 anni se superava quellasoglia.

Ma l'intervento si apre anche alla"questione velocità".

Per i neopatentati, fino a tre anni,scendono ancora i limiti di velocità:da 100 a 90 chilometri orari in auto-strada e da 90 a 70 sulle extraurbane.

Insomma: limiti strettissimi... etolleranza zero.

Galdieri Idiana

Guida spericolataPrima collega il cervello... poi parti!!!

Un signore si trova improvvi-samente sotto un autenticodiluvio, di notte, vede unamacchina nera che avanzamolto lentamente e senzapensarci 2 volte ci sale abordo, ma quando si voltaverso il conducente si ac-corge che questi non c'è!!!Spaventatissimo si buttafuori dall'auto e inizia a

correre. Corre, corre, fin-chè non arriva in un pae-sino e, esausto, entra in unbar urlando:"I fantasmi, i fantasmi!!! Inpaese ci sono i fantasmi!!!"Il barman gli chiede cosafosse quella storia dei fan-tasmi, e lui racconta ai pre-senti la vicenda dell'autonera che avanzava lenta,

senza conducente! A quelracconto uno dei presenti,bagnato fradicio, rivoltoad un amico:"Giovanni questo dev'essereil deficiente che s'è infilatonella nostra macchina inpanne mentre la stavamospingendo!"

Il Barzellettiere nero

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Pag. 3Aprile 2011

Nel percorso evolutivo della specie umana, il sesso ha costituito l’ele-mento che ne ha permesso la riproduzione e l’adattamento geneticoai vari ambienti che l’uomo ha conquistato nel suo percorso. Ognivolta che l’uomo si accoppia e si riproduce dà la vita ad un nuovo in-dividuo che porta un’eredità genetica risultante da un miscuglio deidiversi caratteri dei suoi genitori. Il sesso, per gli individui, nonviene solo praticato con la consapevolezza di svolgere una funzionebiologica riproduttiva, bensì per la soddisfazione di bisogni fisici,emotivi e psicologici. E’importante quindi capire che le funzioni bio-logiche riproduttive della sessualità, pure essendo connesse al nostrospazio individuale emotivo e psicologico, mantengono tuttavia unelevato grado di indipendenza. Questo ci permette di vivere la nostravita sessuale secondo scelte personali che ci garantiscano la felicità ,felicità che non necessariamente si realizza all’interno di una coppiache alleva figli.

Ma come vivono la sessualità i ragazzi di oggi?

Certamente i ragazzi hanno po-chissima conoscenza dell'anato-mia e delle fisiologia della rispo-sta sessuale, mischiano leinformazioni corrette con le leg-gende metropolitane. Senza dub-bio, però, il loro interesse è rivoltoverso le malattie sessualmentetrasmissibili e la contraccezione,che sono poi i due problemi chepreoccupano maggiormente igiovani. Ma non dimentichiamoche il sesso va anche oltre: i ra-gazzi generalmente non cono-

scono il modo di confrontarsi con l'altro, mancano le basi della comu-nicazione sessuologica. In famiglia non si parla, e a scuola educazionesessuale non si fa. Il problema della mancanza di dialogo sul sesso ri-mane, e per contro le incertezze vengono accresciute dalla continuadiminuzione dell'età media del primo rapporto, adesso si aggira in-torno ai 14 anni. I ragazzi, in fatto di sesso fanno tanto ma sanno poco, parlandone inmodo sbagliato, per vantarsi tra gli amici.

L'adolescenza è il periodo in cui i giovani acquisiscono la completamaturità sessuale passando dalla semplice capacità procreativa allapiena consapevolezza della propria sessualità. Questo passaggio èprofondamente influenzato dal contesto culturale e sociale in cuivive il giovane. Diversi modelli culturali, sociali e religiosi causano neigiovani rilevanti differenze di comportamento a parità di sviluppo fi-siologico. Il giovane, passando dal controllo parentale all'adattamentosociale, deve costruirsi i propri modelli di comportamento, anche ses-suale, mediando tra i modelli trasmessi dai genitori e quelli del con-testo sociale in cui si trova a vivere. E' importante in questa fase cheil giovane acquisisca le giuste informazioni sull'anatomia e la funzio-nalità degli organi sessuali, sulla fisiologia del rapporto sessuale (larisposta sessuale), sulla contraccezione e sulle malattie sessualmentetrasmissibili .I genitori possono svolgere un ruolo importante in que-

sto processo formativo, anche se i giovani preferiscono procurarsi au-tonomamente queste informazioni.Le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST) sono malattie virali obatteriche che si possono trasmettere e contrarre principalmente at-traverso l’attività sessuale (ma alcune anche per altre vie). Il contagiopuò avvenire anche in un rapporto non completo: può bastare unsemplice contatto salivare per essere a rischio di MST.L’AIDS per esempio è una malattia complessa, caratterizzata dallaperdita delle difese dell’organismo umano in conseguenza all’azionedi un virus specifico (HIV): chi ne è affetto è più facilmente espostoa malattie che l’organismo sarebbe normalmente in grado di combat-tere.L’HIV si trasmette da una persona infetta ad una sana attraverso loscambio di sangue, sperma e secrezioni vaginali. Si può essere con-tagiati usando materiale quale aghi, siringhe o accessori contaminaticon sangue infetto, oppure avendo rapporti sessuali senza profilatticocon una persona infetta, o ancora con trasfusioni di sangue infetto.Non si trasmette invece con le strette di mano, i baci, le carezze, glioggetti e gli ambienti di uso comune (telefono, doccia, servizi igienici,ecc.) né attraverso altri liquidi biologici (saliva, lacrime, ecc.). HPV (papilloma virus umano)Sono virus che si trasmettono per viasessuale e che si replicano nelle cellule dell’epidermide. Esistonotanti tipi di HPV, alcuni sono benigni, cioè causano solo i condilomi,mentre altri provocano alterazioni cellulari che favoriscono la com-parsa di tumori al collo dell’utero. Si trasmette per via sessuale, manon vanno trascurate altre vie di contagio: servizi igienici pubblici,bordi delle piscine, palestre, ecc. È anche possibile autoinfettarsi conle proprie mani o con indumenti venuti a contatto con il virus. Il pe-riodo di incubazione varia da tre a sei settimane. Epatite B e C , è una malattia causata da più tipi di virus che colpi-scono il fegato. L’epatite B è quella che più frequentemente viene tra-smessa con i rapporti sessuali: il virus è presente nel sangue, nellosperma, nelle secrezioni vaginali, nell’urina, nelle lacrime e nella sa-liva. Ha un’incubazione variabile tra i 40 e i 180 giorni. L’epatite Cporta in una gran quantità di casi alla malattia epatica cronica, cau-sando danni al fegato nel lungo termine (ad esempiolacirrosi). Ha unperiodo d’incubazione piuttosto lungo.Herpes genitale,è un’infezione causata da un virus che si trasmetteattraverso i rapporti sessuali. Il periodo d’incubazione è di pochigiorni (4-5). Il virus dell’herpes una volta contratto tende a rimanerenell’organismo dove resta inattivo per poi ripresentarsi periodica-mente in momenti di deficit immunitario.Trichomoniasi genitale è una malattia causata da un microrganismounicellulare che nuota frequentemente nell’apparato genitale maschilee femminile. Si trasmette per lo più attraverso l’attività sessuale,anche se è possibile il contagio mediante oggetti infetti quali asciuga-mani, biancheria, ecc. il periodo di incubazione è di 1/3 settimane.Sifilide è una malattia causata da un batterio che si trasmette attra-verso i rapporti sessuali. Il periodo di incubazione è di circa 3 setti-mane.

Ricorda che la prevenzione è un’ottima strategia: adottare compor-tamenti sessuali responsabili (informazione, attenzione nei rapportisessuali occasionali, uso di preservativi, ecc.) ti protegge dal conta-gio.

A.P.

Giovani e sessualità

Mentre camminiamo in città, siamo immersi inun ambiente che non è piacevole e stimolantecome quello naturale, che potremmo trovare incampagna o anche in un parco. Specialmentenelle metropoli, a dominare sono spesso il ru-more, la sporcizia, i cattivi odori, l’atteggia-mento indifferente e qualche volta aggressivodelle persone che incrociamo. Inoltre, spostan-doci sui marciapiedi dello spazio urbano, diffi-cilmente possiamo praticare la meditazione,caratterizzata da un’attenzione piena ad ognipasso. Bisognerebbe assumere un nuovo mododi camminare quando, per necessità, dobbiamospostarci a piedi all’interno della città. Un cam-minare pienamente consapevole, sereno, tran-

quillo,perchè camminare in città, in molti casi,è un privilegio, perché fa comunque bene. Chisi muove con mezzi privati, va a finire che nonfa mai un passo e relega all’eventuale palestratutto il bisogno di attività fisica del corpo. Inol-tre, poter muovere liberamente il proprio corpo,poter camminare, correre, saltare, è una for-tuna. Non tutti se lo possono permettere. Nontutti hanno le gambe che funzionano bene. Go-diamoci dunque il privilegio di un corpo che simuove come vogliamo. Diamo importanza al no-stro respiro, stiamo facendo almeno due coseinsieme: camminare e respirare, ciascuna conun proprio ritmo,inoltre col procedere dei passi,possiamo sentire i muscoli delle gambe che la-

vorano. Le gambe stanno facendo il loro me-stiere, ciò per cui la natura le ha modellate,ilcorpo che si muove nello spazio, che procede inavanti,è una sensazione piacevole di tutto ilcorpo che si muove in senso orizzontale, attra-versando la città. È molto interessante ancheosservare le nostre reazioni rispetto alle personeed alle situazioni che incontriamo lungo il no-stro cammino. La reazione istintiva della mentespesso è quella di emettere un giudizio discri-minante, per ogni persona che capita sotto tiro:quello va bene, quest’altro no, questa qua deveessere un tipo così, quell’altro è di quella certacategoria, eccetera. È pure naturale, fino ad uncerto punto. Così è fatta la mente. Alcune per-sone e situazioni ispirano simpatia, altre repul-sione. Il cucciolo di cane fa tenerezza, il

cassonetto strapieno di immondizia disgusta.Non bisogna perdere l'occasione per conosceremagari la propria città come non si aveva maifatto prima. Si scopriranno angoli suggestivi,quel negozietto utile che proprio non si era maivisto, i primi segni della primavera sugli alberidei viali, il canto degli uccelli, il profumo deipollini… Fondamentale è osservare le cose che non vannoe segnalarle a chi di dovere (vigili urbani, ser-vizio di raccolta rifiuti, polizia ecc.): dalla bucapericolosa alla scritta razzista sui muri, dall'al-bero malato al cumulo di rifiuti abbandonati,camminare è un modo per scoprire tanti pro-blemi e migliorare la tua città

L’ecologista

Camminando in città... penso...

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Questa è la nostra prima escla-mazione al solo pensiero.A volte ci viene una certa acquo-lina in bocca che nemmeno cirendiamo conto di quante cosemangiamo per sentirsisazi, a tal punto da nonpoterne più e sentirci,pure, in colpa.Con tutti questimodelli che la Tvci impone di se-guire, l’unicacosa che cimettiamo intesta è di doveressere tuttibelli allostesso modoper sentirci piùa nostro agiocon noi stessi econ gli altri.Ma siamo noiche ci impo-niamo determi-nate cose, perchécrediamo che doveresser belli significhi:avere una panciapiatta, un viso perfetto,edessere guardati da tutti con occhistrabilianti per sentirci realizzati.Soprattutto per le ragazze è unpunto fisso che si ha in testa,quello di dover essere perfetteper i ragazzi; il canone di bellezzaoggi di una giovane ragazza è 90-60-90!Ora ditemi come si può preten-dere di essere così perfette?!Ci sentiamo in colpa quandomangiamo qualche cosa in più,sognamo di essere modelle conun fisico perfetto, e di avere unprincipe azzurro che ci sbavi die-tro. Ci sono paesi nel mondo che ri-chiedono cibo per poter sopravvi-vere, e noi lo rifiutiamo?Non ci rendiamo conto chesiamo in un paese dove il cibo èla nostra prima passione, siamoriconosciuti per la migliore ali-

mentazione nel mondo, e do-vremmo esserne orgogliosi in-vece di farci tutti questi problemi.Ci sono persone nel mondo chevanno fiere del loro corpo così

com’è , anche essendo obesee in sovrappeso , ed allora

noi perché non possiamoaccettare il nostro?

Secondo una stati-stica ci sono migliaiadi bambini in Africa ein altre zone delmondo che na-scono sottopeso oaddirittura muo-iono per malnutri-zione, cioè percattiva alimenta-zione, e non pos-sono permettersidi avere un’alimen-tazione sana comela nostra.

Il nostro il problemacon il cibo non viene

fuori così dal nulla;perché se una persona

come per esempio un ra-gazzo è in sovrappeso, non

può dipendere soltanto dallacostituzione fisica; ma può es-sere anche che i genitori fin dapiccoli impongono ai figli di man-giare determinate cose per forza,ed alla fine il bambino si abituaad avere un certo tenore di vitaalimentare a cui è stato sempreabituato. Viene più spontaneo mangiareun cibo preconfezionato che ma-gari cucinarsi e gustarsi qualcosadi preparato con le proprie mani,in casa. Prima accettiamo il nostro corpoe spontaneamente iniziamo a re-golarci con il cibo che mangiamotutti i giorni e di ciò che fa benealla salute.

Carlyn Yakubu

C i b o ? ! ? ! ? M m m m m m c h e s q u i s i t e z z a !

IL MALE COLPISCE LA NOSTRA SOCIETA’

curo di un altro... una società senzaDIO! Una società malata non puo' chesfornare menti "malate"...E per "malattia" si intende il PREGIU-DIZIO, l'INTOLLERANZA, la GRET-TEZZA MENTALE.Ovviamente il pregiudizio, in sensoampio, non costituisce di per sé unfenomeno da interpretarsi solo inchiave negativa. Il filosofo ingleseBacone pensava che l’intellettoumano potesse, mediante la cono-scenza, liberarsi dai pregiudizi (i fa-mosi quattro idola) e dar vita ad unpercorso conoscitivo certo. Di solito,però,quando si parla di pregiudiziobalzano subito agli occhi i gravi epi-sodi di intolleranza, discriminazioneo ostilità razziale riportati dalle cro-nache: un gruppo di balordi cheaggredisce l'ignaro immigrato, ma-gari per gioco, la mobilitazione delquartiere cittadino contro l'insedia-mento di stranieri, le odiose manife-stazioni di antisemitismo cheperiodicamente ripropongono allanostra attenzione fantasmi del pas-sato che speravamo sepolti persempre...o semplicemente un pen-siero diverso da quello di un’altrapersona. Spesso una razza si ritienesuperiore biologicamente, e inmodo infondato su di un'altra, cosìsi genera il razzismo,intolleranzaverso gli altri,diversi da….Esistonopoi anche forme di intolleranzameno vistose, quelle che nasconoda pregiudizi di casta, di classe so-ciale, di corporazione, ma forse èpiù giusto parlare di discrimina-zione. Esiste l'intolleranza econo-mica, laddove all'individuo èpreclusa la libera iniziativa econo-mica, perché una burocrazia chegoverna e pianifica, determina dal-l'alto ogni attività. Studiando la sto-

ria e la filosofia, conosciamo le vi-cende di Giordano Bruno, messo alrogo per le sue idee troppo avan-zate rispetto ai tempi, di Galileo Ga-lilei e della sua famosa abiura,conosciamo la secolare opera del-l'Inquisizione, gli eretici perseguitatie trucidati, la caccia alle streghe, leteste mozzate durante la Rivolu-zione francese, i campi di sterminionazisti, i gulag sovietici. Una lungaserie di orrori e di violenze che hacostellato il cammino della storia…tutto in nome dell’intolleranza versoqualcuno o qualcosa,aggiungereiverso il libero pensiero che ci rendeognuno diverso dall’altro e per que-sto importante. Non possiamo con-tinuare a fingere e vivere la nostravita come se niente accadesse in-torno a noi,essere egoisti al puntoda non ammettere l’evidenza,cal-pestare il prossimo pur di arrivare alnostro obiettivo,perché tanto“quella cosa” non ci coinvolge. Lasocietà di oggi,nutrita di pettego-lezzi,cattiverie e preconcetti sta an-dando alla deriva perché hacompletamente dimenticato ilsenso della vita che non è quellodel bene personale ma della lealeconvivenza civile. Ognuno di noiha bisogno “dell’altro”,che sia esso ilpartner,l’amico,il fratello….o sempli-cemente una persona con cuiscambiare due parole nel rispettodella libertà di tutti. E’ difficile curareuna società così malata,questomale si è talmente radicato nel pro-fondo del suo sistema linfatico cheoccorre appellarsi alla voce dellacoscienza per evitare che degenerie ne consegua la catastrofe.

Giorgia Checcaglini

La società in cui viviamo, votataormai alla degenerazione su qual-siasi versante, è la causa prima delnostro senso di inadeguatezza...sefossimo nati in un'epoca antece-dente o in una diversa zona del pia-neta non ancora raggiunta dalconsumismo, dalla globalizzazione

o dalla ricchezza sovrabbondantenon ci sarebbe ragione di definirci'malati'. Malata è la nostra societàche tende inesorabilmente ad unindividualismo sempre più esaspe-rato e si dimentica del valore irridu-cibile di qualsiasi essere umano, chesia esso più o meno timido o insi-

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Si forse alla fine siamo tuttiun po’ soli, ci rifugiamo den-tro noi stessi.Viviamo su un mondo tuttonostro, abbiamo difficoltà acomunicare con i nostri geni-tori e ci auto convinciamoche la soluzione sia “fregar-sene”.La solitudine quando divieneuna scelta volontaria si riper-cuote negativamente sul no-stro stato psicologico.Le cause possono essere di-verse: un po’ la timidezza,un po’ la diffidenza verso glialtri che ci porta a non fidarcimai di nessuno e ad averepaura di essere sempre de-lusi dalle persone che cistanno accanto.Queste cause possono bloc-carci ed influire a peggiorarela solitudine, che s’intravedesempre di più anche nellecoppie, e nel matrimonio so-prattutto: dove non c’è dia-logo, non c’è unità, dovequalcuno è sempre assente e

ciò porta alle separazioni odivorzi.La famiglia quando funziona,è l’antidoto alla solitudine,perché dove c’è armonia,sincerità, felicità, ed unionenon si è mai soli.E la conseguenza dei divorzinelle famiglie porta i figli adisperdersi, a nascondere laloro solitudine nelle uscitecon gli amici, nelle serate disvago, dove l’unica cosa acui pensi è divertirti. Si è sempre più soli quandosi stanno le ore davanti al pc,davanti ai videogiochi, da-vanti al cellulare ecc… anzi-ché stare con gli amici all’ariaaperta, semplicemente per ilpiacere di stare insieme.La tecnologia riduce le per-sone a condurre una vitamonotona, senza nemmenoaccorgersene; non ci ren-diamo conto di quante cosepotremmo fare senza oggettitecnologici che condizionanola nostra vita.

Ormai gli adulti che vivono disolitudine, ci sanno convivi-vere e ne sono consapevoli;perciò quello che preoccupadi più è la situazione dei gio-vani che ancora hanno un fu-turo da affrontare!I social network tendono adisolare le persone dietro adun pc, un mezzo di comuni-cazione che sostituisce leconversazioni faccia a faccia,la possibilità di stare a con-tatto con le persone nella re-altà.E’ sempre più difficile fidarsidelle persone senza averalcun pregiudizio, ci rifu-giamo su cose per cui nonc’è bisogno di mettere ingioco noi stessi per quelloche siamo; abbiamo paurache nessuno ci possa capire,che nessuno ci possa ascol-tare ed allora ci chiudiamo innoi stessi.

Carlyn Yakubu

“Si può dire che oggi i giovanisono fin troppo normali anchequando appaiono trasgressivi”.La società dei consumi infattipropone ai giovani un’identitàfatta di beni e segni da acqui-stare. E’ una società che li in-ganna, chi non riesce ad ade-guarsi si sente insufficiente,escluso. Si sente il bi-sogno di vestirsi grif-fati, di frequentare ilgruppo…, diciamo con-fondono bisogni pri-mari e secondari. Vo-gliono rimanerebambini, mantenereun’identità adole-scenziale il più alungo possibile. Sonoinsensibili, precocisessualmente e so-cialmente, scaltri, in-differenti verso ilprossimo.Le giovani generazioni devonolottare contro tanti fattori chegiorno per giorno rendonosempre più difficili le loro con-dizioni; la difficoltà di trovareun posto di lavoro; il crollo ditante certezze e di tanti miti,lo stato spesso è lontano dallaloro realtà, non li tutela,quindiessi appaiono incapaci di risol-vere i loro problemi.Qual è la causa?Sicuramente la crisi dei valori(famiglia, fede, rispetto, com-

prensione, etc.) crea smarri-mento e senso di solitudine neigiovani.La società industriale ci haportato tanto benessere mate-riale ma col suo “dio-denaro”ha trasformato tutto in oggettidi consumo, ha illuso cheanche la felicità, diventa "viag-

gio", e può essere raggiunta inogni momento mediante ilconsumo di una “dose”.Oggi tutto può essere facil-mente conquistato col denaro,anche la libertà è diventata"consumabile", ciò ha favoritola diffusione tra i giovani, delladroga. Essi a volte sono auto-distruttivi, cercano lo sballoestremo per dimenticarsi deipropri problemi, allora ricor-rono alla droga, all’alcool o simettono alla guida in condi-

zioni terrificanti, con la musicaa tutto volume, catapultandosiper le strade e diventare unpericolo per sé e per gli altri.Per venire incontro a certe si-tuazioni si potrebbe pensaread un intelligente inserimentosociale e ad una integrazioneprofessionale dei ragazzi. Oc-

correrebbe favorirela parità delle op-portunità tra loro,inbase al merito e nonal fatto di essere ”fi-glio di ”…Avvicinarliad un impegno soli-dale nei confronti dichi ha bisogno,di chisoffre, di chi è ma-lato, o semplice-mente diverso.Promuovere il loroingresso in azionisociali, politiche,cul-turali, sportive, af-

finchè si sentano parteintegrante e utile al cambia-mento.Un ruolo fondamentale pertale riuscita spetta alla fami-glia, educando i propri figli aiveri valori,ma anche la scuolaoccupa un posto rilevante.Solo seguendo una similestrada, i giovani potranno rag-giungere quella tranquillità in-teriore che tanti soldi noncomprano.

L.P.

Solitudine: un male moderno

“Giovani distrazioni”

RISPETTA L’AMBIENTE: altrimenti la natura si ribella!

E’ molto importante che noiragazzi impariamo il prima pos-sibile a rispettare l’ambiente,perché si diventi persone re-sponsabili, che considerano ilproprio benessere strettamentelegato a quello della terra sullaquale vivono.

Bisogna quindi sapere cheacqua ed energia elettrica nonvanno sprecate, e che pertantoè bene aprire i rubinetti e ac-cendere gli interruttori soloquando servono.

Ma si deve anche sapere chele automobili inquinano, e chequindi, se possibile, è megliomuoversi a piedi, in bicicletta ocon mezzi pubblici. Si deve sa-pere che tutto quello che sibutta via inquina l’ambiente, equindi è importante scegliereoggetti in generale che abbianoil minor numero possibile di in-volucri da eliminare, limitarel’uso dei sacchetti di plasticaquando si fanno acquisti, prefe-rire piatti, bicchieri, stoviglie,fazzoletti, tovaglioli, bavaglini,asciugamani, da lavare piutto-sto che usa e getta.

Bisogna educarci alla raccoltadifferenziata, imparando e di-stinguere tra i diversi materialie utilizzando gli appositi conte-nitori, in casa e fuori casa. Inol-tre, è importante mangiare cibisani, naturali, biologici, che ab-biano subito il minor numero ditrattamenti industriali: al bandoi pesticidi, che inquinano l’am-biente e il nostro corpo, albando i coloranti, i conservantie tutti quegli additivi chimici,spesso inutili, che servono soloper dare agli alimenti un aspettopiù accattivante.

Si deve imparare ad apprez-zare il sapore di frutta e verdurae a legumi e vari tipi di cerealiintegrali oltre alla pasta tradizio-nali, che è fatta con farina difrumento raffinata, limitandoinoltre il consumo di carne. In-fine, è importante che siamoconsapevoli che anche saponi,detersivi e detergenti inqui-niamo, e che quindi è meglioscegliere prodotti a basso im-patto sull’ambiente, ecologici, eusarne in quantità moderata

RICORDIAMOCI BENE:

La natura può vivere senzal’uomo ma l’uomo senza naturamorirebbe.

“Dobbiamo quindi ricollocarciall’interno di questo corpo di cuifanno parte solo gli altri esseriumani ma anche la natura; dob-biamo rispettarci per avere unfuturo migliore, sia con gli ope-rai della prima ora, sia con quellidell’ultima; sia con quelli del no-stro colore politico, e sia con glialtri; con tutti coloro cioè chelottano per un mondo che nonfinirà con l nostra generazione” .

CAPOREDATTORE

Aprile 2011

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Titolo: “Genitori e figli: agitarebene prima dell’uso”.

Regia: Giovanni Veronesi.

Interpreti: Silvio Orlando(Gianni); Luciana Litizzetto(Luisa); Chiara Passarelli

(Nina); Matteo Amata (Ettore); MichelePlacido (Alberto); Margherita Bui (Ros-sana); Andrea Fachinetti (Luigi); PieraDegli Esposti (nonna Lea); Elena SofiaRicci (Clara); Max Tortora (Mario); Vit-torio Emanuele Propizio (Ubaldoly).

Musiche: Andrea Guerra.

Produzione: Aurelio e Luigi De Lauren-tis.

Nazionalità: Italiana.

Anno: 2010.

Genere: commedia.

TramaIl film si apre con la scena di un ragazzoche espone ai suoi genitori la propria in-tenzione di fare un provino per entrarenella casa del Grande Fratello. Suo padreè nettamente contrario e perciò si scam-biano delle brutte battute. Però il figlio èmaggiorenne e risponde a suo padre chepuò fare quello che vuole. Il giornostesso il padre, che è professore in unliceo, dà da fare ai suoi alunni un tema inclasse riguardo al loro rapporto con i ge-nitori. A questo proposito una ragazza dinome Nina, prima di scrivere il tema,pensa che nella sua casa altre personevedevano una tranquillità che era, però,soltanto apparente. Tutto ciò perché suopadre e sua madre ogni volta che si ri-volgevano la parola, litigavano. La pace era tornata in casa sua soltantoquando i suoi genitori si erano separati.Suo padre era andato a vivere in unabarca di sua proprietà nel porto dellacittà e sua madre era restata in casa conNina e suo fratello minore Ettore.Quest’ultimo aveva un carattere al-quanto strano ed aveva comunque leidee molto chiare. Infatti, anche se pic-colo, non simpatizzava affatto per gli ex-tracomunitari. Una volta, a scuola, avevascritto un tema a proposito del suo di-sprezzo per gli stranieri e per questo leinsegnanti avevano convocato i suoi ge-nitori. Il padre e la madre di Nina e di Et-tore, non solo si erano separati recandodolore ai figli, ma avevano trovato unaltro partner, senza pensare alle conse-guenze che ciò poteva portare ai figliquando ne fossero venuti a conoscenza.Il padre, Gianni, se la faceva con Clara,l’amica della sua ex-moglie e lei, Luisa,si vedeva con Mario, infermiere e suocollega di lavoro. A questo punto si veri-fica un secondo episodio negativo chevede protagonista Ettore. Egli malmenaun suo compagno di classe zingaro e,successivamente le insegnanti convo-

cano di nuovo i genitori dicendo loro chese il figlio avesse continuato a compor-tarsi in quel modo dovevano necessaria-mente sospenderlo per una settimana. Lamadre di Ettore, in seguito, va a chiederescusa alla famiglia di Garco, il ragazzinozingaro. Le scuse vengono accettate dasuo padre insieme ad un biglietto dicento euro. Nonostante Luisa e Giannifossero divorziati, si ritrovavano per di-scutere dei problemi riguardanti i figli ela madre di Gianni, Lea. E’ lei che sco-pre Luisa che flerta con Mario e lo ridicealla nipote Nina che non prende moltobene la cosa. Nina va sempre a trovarela nonna ammalata all’ospedale per do-mandarle della sua adolescenza e dicome risolvere i suoi problemi con i ra-gazzi. A proposito di questi, Nina incon-tra un ragazzo che frequenta il quartosuperiore chiamato Ubaldolay, dal qualesi sente subito attratta. Egli, la sera delprimo maggio, la porta ad un festa perragazzi ventenni. Qui compare di nuovoLuigi, il figlio del suo professore, ilquale per dimostrare il suo coraggio e ilfatto che gli animali non fanno del malese non disturbati, attraversa a nuoto unagrande vasca all’interno della quale viera un’immensa orca di circa quindicimetri, sotto gli occhi di Nina e degli altriragazzi. Successivamente vi è una scenamolto importante, nella quale Nina perla prima volta ha una relazione intimacon Ubaldolay , nella casa della nonnaLea., che le aveva consegnato di personale chiavi e dato il permesso. Poco dopola nonna peggiora e muore sotto gliocchi di suo figlio, il quale per la primavolta dopo quindici anni, l’aveva rivista.In seguito a ciò, Nina dice: «Nonna Leabatte ospizio tre a zero e così la partitaera finita», perché la nonna era unagrande giocatrice di poker . Nonna Leaviene cremata e le sue ceneri gettatenelle acque del porto. Qui si svolge unascena molto particolare, ovvero il ricon-giungimento di tutta la famiglia, sem-brava come se fossero tutti in vacanza.Tutti e quattro si tuffano in acqua con ivestiti. In conclusione vi è l’episodio diNina e Ubaldolay che aspettano i risul-tati del test di gravidanza che, per lorofortuna, dà esiti negativi. Ora si chiudeil lungo flash-back e si vede Nina checonsegna il tema al professore e pensa:«io questo tema lo potevo fare in dueversioni; sia da figlia sfortunata che dagiovane mamma sfigata».

Personaggi più importantiIl personaggio più importante è propriolei, Nina, una ragazza di circa 15 anniche frequenta il liceo classico. Come perogni ragazza della sua età, i litigi con igenitori sono all'ordine del giorno. I personaggi secondari sono: Gianni, ilpadre di Nina, un commerciante di arti-coli da pesca, che lascia la moglie perandare a vivere su una barca; Luisa, lamadre di Nina, caposala in un ospedale;Ettore, il fratellino, un bambino inspie-gabilmente razzista, vista la sua giova-

nissima età; Alberto, professore di Ninae padre di Luigi, un uomo un po' all'"an-tica" con dei modi alquanto bruschiverso il figlio; Rossana, moglie di Al-berto e madre di Luigi, una donna un po'trascurata nella famiglia che per sfogareil nervosismo suona il pianoforte; Luigi,figlio di Alberto e Rossana, un ragazzoche sogna di avere successo e di andarein tv e sfrutta ogni occasione per riu-scirci; Lea, madre di Gianni e quindinonna di Nina, dal passato burrascoso;fino all'ultimo suo figlio si rifiuta di ve-derla perché circa venti anni prima avevaperso la casa a causa del gioco d'az-zardo; Clara, migliore amica di Luisa eamante di Gianni, una donna un po' "fa-cile"; Mario, collega e amante di Luisa,sposato con un'altra donna dalla quale haavuto tre figli, è un po' codardo; infine,c'è Ubaldolay, il "fidanzato “di Nina, unragazzo che frequenta la stessa scuoladella protagonista, il suo soprannomederiva da un attore che impersonava undetective di una serie televisiva, appunto"Ubaldo Lay", che indossava sempre unimpermeabile bianco, uguale a quelloche un giorno aveva indossato il ra-gazzo.

Intento dell’autore e messaggio contenuto.

Sicuramente l’intento dell’autore eraquello di creare una storia che parlassedelle tematiche e dei problemi di tantis-simi adolescenti, come la separazionedei genitori, il razzismo e il rapporto ge-nitori-figli. Sono questi, infatti, gliaspetti contenuti nel messaggio che l’au-tore vuole trasmetterci, e cioè che tutti iproblemi possono essere risolti standovicino alle persone che amiamo e facen-doci dare una mano da loro. L'autore vuole far notare le difficoltà cheognuno ha, in questo caso con i genitorio con i figli, e il fatto che alla fine, primao poi, tutto si "aggiusterà", anche se inseguito si riapriranno inevitabilmentenuove liti. E’ simpatica la sua idea di farvedere queste situazioni dal punto divista dei figli.

Giudizi personaliIn questo film l’ autore vuole descrivereil rapporto tra genitori e figli, che èmolto complicato nell’ età adolescen-ziale. Ci sono anche altre tematiche,come il razzismo. Il film mi è piaciutomolto, perché parla di una situazioneparticolare, l’ adolescenza, che sto vi-vendo in questo momento. Infatti il filmparla, più o meno, di ragazzi della nostraetà, esponendo le loro problematiche ele loro situazioni, gli incontri e i senti-menti. Nonostante appartenga al generedella commedia, il film mi ha fatto riflet-tere sul rapporto con i miei genitori eanche su altre tematiche, come il razzi-smo e il rispetto per gli animali.

Bianchi Paolo.

(continua pagina seguente)

BANCOPOLIS

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Il film “Genitori e figli: agitare bene prima dell’uso”

Se Garibaldi vedessel’Italia di oggi……Sicuramente sarebbe deluso nonché ama-reggiato nello scoprire che i mille e… qualcunaltro sono morti per nulla!!!Sono passati 150 anni di storia e dobbiamoscoprire che oggi ci sentiamo più disuniti chemai; non rispettiamo più la morale e il sensocivico, un cittadino si sente migliore dell’altro,perché magari è nato e risiede in zone privile-giate o più sviluppate rispetto ad altre, nonparliamo poi del lavoro,dello studio, dello svi-luppo socio-economico che taglia l’Italia indue, se non in tre.Sarebbe meglio dire che i politici sono divisie non la società, ma non è così, la guerra con-tinua che essi si fanno su tutti i fronti, consi-derata ormai la normalità, accade perchévivono forse da troppi anni dentro i palazzi,per loro diventati castelli, vero senso per cui sitrovano ad occupare “quel trono”.Questo modo di essere e di fare tuttavia è uncattivo esempio per la popolazione(soprattuttogiovanile) che sta perdendo gli ideali in cuicrede e nel corso degli anni questi valorivanno acquistando un ruolo sempre più di-verso. Per parlarci chiaro,oggi non c’è nes-suno pronto a sacrificare tutto quello che ha innome di un ideale,forse la differenza consisteproprio in questo; un tempo ,quegli uomini va-lorosi non avevano nulla da perdere, quindipotevano ribellarsi, agire contro un sistemacon la speranza di guadagnare almeno la li-bertà. Oggi in nome di un ideale o di un pen-siero diverso dal contesto, si rischia di perderetutto… e allora?Allora si va avanti a testa china, pensando inun modo ma agendo in un altro, solo perchétravolti dall’onda che spinge la nazione.Il nostro simile diventa un nemico da elimi-nare o considerare inferiore solo perché parlanapoletano invece che milanese o triestino.Ricordiamoci che l’italiano è l’uomo che abitain Italia, paese in cui ognuno si deve sentireparte integrante e necessaria per la Nazione.Uniti si vince ogni difficoltà, divisi si precipitanell’abisso, diventando preda per gli altri,sempre in agguato per la cattura.

A.L.

Aprile 2011

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Pag. 7Aprile 2011

Questo film mi è piaciuto molto , perchéè ambientato ai tempi odierni e proprioper questo mi sono identificato nellescene e nei personaggi, soprattutto nelmodo di fare della protagonista. Que-st’ultima, Nina, è una ragazza di quindicianni mia coetanea ed è proprio per que-sto che mi sono ritrovato nel rapportoche Nina ha con i suoi genitori. L’im-pressione che ho riportato dal film è chetracci un quadro realistico, in quanto èvero che i genitori, che appartengono aduna generazione diversa da quella deifigli, hanno delle idee e la pensano inmodo più tradizionalista e “statico” ri-spetto ai giovani d’oggi che sono voltisempre più verso una società dinamica emoderna. Quindi i genitori dovrebberoadeguarsi a questo modo di pensare piùgiovanile. Una critica che sento il biso-gno di fare alla protagonista è relativa alsuo comportamento nei confronti di suofratello minore Ettore. Infatti, una scenache ha suscitato in me reazioni negative, è quando Nina il sabato sera vuole uscirecon gli amici e sua madre, che anche leidoveva incontrare il suo amante Mario,le dice che non poteva uscire finchè suofratello non si addormentava. Allora, sic-come Nina aveva “fretta” di uscire ,mette all’interno di un bicchiere pienod’acqua quattordici gocce di sonnifero elo fa bere a suo fratello. Dopo poco, que-st’ultimo si addormenta e così Nina,spensierata, esce con il suo ragazzo edinsieme vanno alla festa. Quest’episodionon mi è per niente piaciuto, perché se-condo me l’amore verso i propri fami-liari è un aspetto molto importante,”imparagonabile” con le sciocchezzegiovanili. Anche sotto quest’aspetto miidentifico molto con la situazione vissutada Nina perché , a volte quando vogliouscire con i miei compagni, mio fratellonon è d’accordo e vuole che prima ri-manga con lui a giocare e magari devoanche rinunciare agli impegni prestabi-liti. Però ne sono contento, perché starecon la mia famiglia, per me, è la cosa piùbella che ci possa essere e che rende fe-lice la nostra vita.

Botteghi Marco.

Secondo me, questo è un bellissimo filmche tocca soprattutto noi giovani, perchémolti ragazzi si rivedono nei panni deipersonaggi e nella loro storia. Ma toccaanche i genitori che, come quelli delfilm, cercano di fare del loro meglio percapire i propri figli, anche se non sempreci riescono. È difficile essere figli comelo è essere genitori!

Rossi Andrea.

Questo film mi è piaciuto molto perchérispecchia la realtà dei giorni d’oggi intutto e per tutto ed in particolare perchéi protagonisti hanno recitato in manieracosì veritiera che mi è sembrato comese ci fossi io all’interno di quella storia alposto di Nina o di Luigi. Infatti io miidentifico molto bene nel personaggio diNina, sia perché è una mia coetanea, sia

per il tipo di discussioni che spesso hacon i suoi genitori nel corso del film e ilmodo nel quale risponde soprattutto asua madre. Mi ci vedrei pure bene nelpersonaggio di Luigi, anche se usa unpo’ troppo la prepotenza, quando comelui mi rivolgo a mio padre e a mia madrein tono polemico e mi arrabbio se noncondividono certe mie idee o opinioni.Inoltre il rapporto che c’è nella realtà fragenitori e figli è proprio uguale identicoa quello che si trova nel film, con lestesse battute e le stesse frasi dette dagliuni e dagli altri. Mi hanno appassionatotanto le canzoni di Gianna Nannini e miha fatto parecchio ridere il fatto che Ninaquando vedeva i suoi genitori litigareimmaginava che dicessero dei numeri.Infine mi è molto piaciuto il titolo ed inparticolare la frase “agitare bene primadell’uso” che a me fa pensare ai genitorie ai figli come la bomboletta di schiumaper i capelli: se agitata bene prima diusarla viene fuori una schiuma densa ecremosa, altrimenti avremo una schiumaliquida e flaccida che lascerebbe i capellicrespi e difficili da pettinare piuttostoche lucenti e brillanti. Così nel caso digenitori e figli, se non cercano ognunopiano piano di adeguarsi alle idee del-l’altro prima di rapportarsi, si continueràad andare incontro a litigi e discussioniche possono portare (nel caso piùestremo ma probabile) alla rottura diun’intera famiglia.

Conti Riccardo.

Secondo me l'intento dell'autore è farciriflettere su temi molto importanti come:il rapporto tra i membri di una famiglia ,il razzismo , il sesso. Il film mi è piaciutomolto perchè rispecchia in modo reali-stico i problemi di tutti gli adolescenti,mi ha coinvolto e mi ha fatto rifletteresui temi sviluppati all'interno di esso. Miha sensibilizzato su un problema in par-ticolare, il razzismo, che secondo me èla cosa più stupida che possa esistere esi dovrebbe cercare assolutamente di to-gliere questi pregiudizi e queste ideedalla testa di molte persone.

Cappellacci Mattia.

Questo film rispecchia in modo reali-stico la vita di molte famiglie moderneseparate e in conflitto ed anche i pro-blemi degli adolescenti e i rapporti diffi-cili che hanno con i genitori . L’ unicacosa che non ho gradito è la figura dellanonna, perché è un cattivo esempio per inipoti, mentre in realtà dovrebbe essereil contrario ed essere un appoggio per lafamiglia che soprattutto oggi è molto indifficoltà per il resto mi è piaciuto e miha trasmesso il messaggio che è moltoimportante comunicare con i genitori

Chimenti Elia.

Il film, intende spiegare il rapporto tragenitori e figli, per niente facile algiorno d'oggi ; i genitori certamente cer-cano di agire sempre a favore dei loro

figli, che però non sempre colgono imessaggi “inviati”dai genitori, a volteanche ribellandosi. Gli aspetti principal-mente sottolineati dal film sono moltoattuali al giorno d'oggi molto accentuatisoprattutto nelle citta' e sono: sesso,droga, alcool, che per gli adolescentipossono rappresentare a volte anchetrappole mortali. Il film parla anche divalori molto importanti, per esempionella parte finale dove viene esaltata lafamiglia, soprattutto con la scena deltuffo in acqua.

Giogli Gianluca.

Il film tratta dei giovani e dei genitori edei loro problemi e secondo me è moltorappresentativo dei nostri tempi.Unadelle scene più belle , a parer mio, èquella in cui Luigi attraversa la vascacon l’orca, ma allo stesso tempo è lascena che c’entra di meno con l’argo-mento trattato. Il film gode inoltre di unacolonna sonora fantastica .Secondo meVeronesi aveva l’intento di far capire chefra genitori e figli non è facile stabilireun dialogo e non ci sono consigli o ma-nuali sul come avere un ottimo rapporto,ma comunque i genitori ameranno sem-pre i figli e viceversa, anche se non sem-bra.A me personalmente è piaciuto manon lo consiglio a tutti per via della pro-fondità dei pensieri alternata con scenemolto istintive, come le litigate.

Morganti Ettore.

Penso che l’ intento dell’ autore sia statoquello di mostrare a noi ragazzi che du-rante il periodo dell’ adolescenza certiproblemi e certi argomenti sono normalie anche i genitori devono quindi capire ipropri figli. Naturalmente c’è un limitea tutto e noi ragazzi non dobbiamo esa-gerare. A me personalmente il film è pia-ciuto molto perché tratta un argomento,o meglio più argomenti che sto vivendoin prima persona. Secondo me l’autoreci vuol far capire che i genitori ci devonocomprendere e sostenere se magari ab-biamo periodi in cui siamo più scontrosie ribelli. D’altra parte, come ho già detto,tutto ha un limite. Insomma secondo meil film è stato importante per molti ra-gazzi come me.

Nardi Giacomo.

Questo film mi è piaciuto molto perchèparla di un tema molto moderno (infattiil film è dell’anno scorso): il dialogo tragenitori e figli, che non è del tutto pre-sente in questo momento. Inoltre gli at-tori principali, essendo ancora adole-scenti, secondo me, hanno reso benel'idea del rapporto problematico che sistetra un figlio e la propria famiglia. Se-condo me i genitori dovrebbero essere lepersone che capiscano meglio il figlio,perchè essendo passati anche loro daquell'età sarebbe normale che aiutasseroi figli ad affrontare questo periodo di"novita" che è l'adolescenza.

Sara Fekkak.

L’importanza di leggere

Orami è stimato che gli adolescenti ita-liani sono meno interessati alla lettura(o alla cultura?) di quanto lo fossero iloro coetanei di qualche anno fa.Questo fatto, è derivante dall’incre-mento esponenziale delle tecnologie,che distolgono l’attenzione dalla caravecchia carta stampata.Ora, videogiochi, televisione, internet,sono i mezzi che sostituiscono al me-glio: giornali, libri e bambole.Il libro in sé può sembrare un elementoingombrante nella vita di tutti i giorni,perché è pesante, costa molto, però c’èda dire che, quando cerchi a lungo unlibro quasi introvabile, quando lo troviè la felicità più grande, sfogliarne le pa-gine e sentirne l’odore, insommaun’emozione più unica che rara.Dall’esperienza di tutti i giorni si puòtrarre qualche spunto, ovvero, in unascuola, trovare un ragazzo/a che ha lapassione per i libri e non legge solo sce-menze ma anche libri di autori più im-portanti, è come cercare l’oro nelTevere, ovvero una cosa impossibile.Questa domanda, però mi rendoconto che è difficile da rispondere,quindi ho chiamato in aiuto un miovecchio amico, un fiorentino diquelli… proprio IGP (indicazione geo-grafica protetta): Dante Alighieri, anchea lui ho posto la fatidica domanda, ec-covi uno stralcio della mia intervista.Alice(d’ora in poi A): egregio profes-sore, secondo lei, perché i ragazzi dioggi non amano la lettura?Dante Alighieri(d’ora in poi D.A.): saiforse perché al mondo di oggi non in-teressano le storie del passato, o perchégli argomenti trattati dai libri non sonoabbastanza intelligenti o interessanti.Oppure per il contrario, sono talmentebelli che nessuno ha il coraggio di leg-gerli, chi lo può sapere, ti dico solo che,e questo tienilo bene a mente,se noncerchi qualcosa che stimoli cultural-mente il tuo cervello, esso, prima o poisi impigrirà.Perciò, fare delle buone letture, è lachiave di un cervello sempre sveglio ediciamo “pronto all’uso”, è come uncomputer, se salvi sempre il dato, essolavorerà più correttamente e senza im-pacci, mentre se salvi poco e niente,sarà lento e non ricettivo. Dopo questa intervista mi sono per-messa di portare un brano tratto da “Iltempo che vorrei” di Fabio Volo:“Leggere mette in moto tutto dentrote: fantasia, emozioni, sentimenti. Èun'apertura dei sensi verso il mondo, èun vedere e riconoscere le cose che tiappartengono e che rischiano di nonessere viste, fa scoprire l'anima dellecose. Leggere significa trovare le parolegiuste, quelle perfette per esprimere ciòcui non riuscivi a dare forma. Trovareuna descrizione a ciò che tu facevi fa-tica a riassumere. Nei libri le paroledegli altri risuonano come un'eco den-tro di noi, perché c'erano già.”

Bacci Alice

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MOVIES STAR

Pag. 8 Aprile 2011

&

DRAG

ONFO

RCE!!!

Il loro primo nome DragonHeartè stato cambiato nel dicembre2001 per evitare ambiguità conaltre band, etichette e film. La for-mazione iniziale comprendeva idue chitarristi Herman Li e SamTotman, il cantante ZP Theart e ilbassista Steve Scott. Nell'aprile2000 la band, con il produttoreKarl Groom, entrò nei Thin IceStudios per registrare il demoValley of the Damned. Non con-tenti dei primi risultati, chiama-rono il virtuoso tastierista CliveNolan per un'apparizione daospite. Nel giro di una settimanala demo fu pronta. Per conclu-dere l'anno 2000, il gruppo fuchiamato dagli Stratovarius comespalla nel loro tour inglese, e purnon avendo un tastierista otten-nero grandi successi.Valley of the Damned:La prima metà del 2001 fu pas-sata a scrivere le canzoni per ilprimo album e a cercare di ac-cordarsi con una casa discogra-fica. Con l'arrivo del tastieristaVadym la band cominciò un tourin Inghilterra e riuscì a firmare uncontratto con Sanctuary/ NoiseRecords nel marzo 2002. L'album,Valley of the Damned, è stato re-gistrato in tre studi diversi tramaggio e ottobre 2002. Subitodopo la band ha girato l'Europain un tour di successo.Inhuman Rampage:Il 2005 vede la composizione delterzo album, Inhuman Rampage,la cui data di uscita è il 20 giugno2006 in Canada e negli USA, edun breve tour in Nord America.L'album è stato registrato framarzo e settembre 2005 nei ThinIce Studios in Surrey (RegnoUnito) e nello LamerLuser Stu-dios di Londra. I biglietti del con-certo del 22 novembre a NewYork sono stati esauriti in ungiorno. Il primo brano del CD, in-titolato Through the Fire and Fla-mes, è stato scelto tra le traccebonus del videogioco GuitarHero III: Legends of Rock, anchegrazie all'elevato impegno tec-nico richiesto nell'eseguirla.Successivamente alla registra-zione dell'album, la band si ri-trova senza bassista perl'abbandono, a causa di svariatimotivi, di Adrian Lambert; iniziacosì la ricerca di un nuovo com-ponente con un metodo abba-stanza insolito. Infatti chiunqueavrebbe potuto spedire diretta-

mente ai Dragonforce un proprioprovino audio/video che sa-rebbe poi stato valutato daglistessi. La scelta ricade così su ungiovane francese, Fred Leclercq,leader dei Maladaptive. Vienesubito schierato nell'InhumanRampage European Tour: TheFirst Strike, tour in collabora-zione con gli Edguy, e poco dopoviene confermato come bassistadella band.Ultra Beatdown:Nel giugno 2008 i Dragonforcehanno annunciato l'uscita delquarto album, intitolato Ultra Be-atdown, il quale è stato pubbli-cato il 25 agosto. Quest'ultimo èstato seguito da un tour iniziatoad ottobre assieme ai Turisas,che poi è continuato in Australiae nel Regno Unito. Il 4 luglio è stato pubblicato ilprimo singolo estratto dall'al-bum, Heroes of Our Time, uscitoesclusivamente sul loro My-Space; successivamente è statoreso scaricabile anche da iTunes.Il 9 luglio, infine, è stato pubbli-cato il video ufficiale sul canaleufficiale YouTube della band. Il22 gennaio 2009 è stata annun-ciata l'anteprima del video per ilnuovo singolo estratto, The LastJourney Home, in esclusiva pergli utenti di xBox Live. Il 27 gen-naio il video è stato caricato sulsito web della Roadrunner Re-cords.Twilight Dementia: Il 13 settembre 2010 in Europa eil 14 negli USA e in Canada i Dra-gonForce hanno rilasciato il loroprimo album live, intitolato Twi-light Dementia. Le 13 canzoni to-tali, divise in 2 CD, sono stateregistrate in 19 spettacoli nelRegno Unito e a detta del chitar-rista Herman Li l'idea è stataquella di registrare ogni singolospettacolo dell'ultima tappa deltour, in modo da poter scegliereil meglio di ogni canzone senzabisogno di fare qualsiasi sovrain-cisione in studio, mantenendo iltutto molto "live".Il loro genere è definito da untermine coniato da loro stessi:EXTREME POWER METAL, pervia dei drummings velocissimi,veri e propri virtuosismi alla chi-tarra e le loro ritmiche estrema-mente veloci.

Bacci Alice

Intervista ai Pink Floyd !E anche a distanza di tempo la loromusica è sempre grande, è sempre ma-gnifica. Sono stati dei personaggi bril-lanti e fantasiosi, in poche parole sonostati i re del passato, e in questo arti-colo riusciremo a far venire a galla tuttii loro segreti! Bene, cominciamo…Quando è uscito l’album ‘The DarkSide Of The Moon’ ? E chi e inquanti eravate a scriverlo? «Nel 1973, eravamo in quattro, RogerWaters, Richard Wright, Nick Masone David Glimour».Chi è stato il compositore delle can-zoni del CD ‘The Darkside of themoon’?Nelle nostre canzoni ci ha aiutato SydBarret, nostro caro amico affetto daschizofrenia, a cui dobbiamo il suc-cesso dell’album. L’albulm è stato incima alle classifiche per settimane esettimane e, grazie a questo, che cihanno conosciuto in tutto il mondo».Roger, dove hai registrato le tueprime canzoni?«Ad Abbey Road».Quale idea vi ha ispirati per la com-posizione dell’album ?«Ci incontrammo a casa di NickMason. E a un tratto dissi: "Ehi ra-gazzi, mi è venuta un'idea". Stavo pen-sando a tutte le difficoltà che ciritroviamo di fronte nella vita e che cimettono in ansia, e alle capacità cheabbiamo di risolverle o di scegliere lastrada da percorrere».Venne definito un album a tema,anche se ne trattava più d'uno: la fol-lia, la tristezza, il tempo, la vita e lamorte. Come riassumerebbe quel cheha voluto esprimere in "Dark Side ofthe Moon"? «Se c'è un messaggio èquesto: la vita non e un gioco. Ab-biamo un solo colpo in canna, e dob-biamo fare scelte basate sullaposizione morale, filosofica o politicache abbiamo adottato. Possiamo ren-dere il mondo un po' più luminoso opiù buio. Ma a tutti è offerta l'occa-sione di trascendere le proprie ten-denze egoistiche e la propria avidità,lasciando il segno sulla grande teladella vita. Siamo confusi dalla reli-gione come dalla politica. E dobbiamorendercene conto soprattutto in questomomento, nel 2003, mentre è in corsouna nuova crociata, a 600 anni di di-stanza dal passato».Il suo più famoso riferimento a SydBarrett è "Shine On Your Crazy Dia-mond", dall'album successivo "WishYou Were Here". Ma il tema dellafollia di "Brain Damage" faceva al-lusione proprio a lui... «È stato un grande shock per me osser-vare la tragedia della schizofrenia cosìda vicino».

Giorgia Checcaglini

Il senso del Risorgimento:oggi pura illusione?Non potevamo non parlare nel cento-cinquantesimo compleanno della Re-pubblica italiana di un film che nefesteggia la ricorrenza;”NOI CREDE-VAMO” di Mario Martone.Noi…La prima persona plurale esprime l’at-tore collettivo: non solo i tre protagoni-sti del film, ma tutti i personaggi unitinell’azione di credere.Un noi, però, al quale manca il po-polo. Il popolo è l’assente del film: laRepubblica Romana resta fuoricampo,nel carcere borbonico i contadini nonpartecipano alle conversazioni sullapolitica, pur essendo anche loro dete-nuti in quanto sovversivi. Che il po-polo manchi, lo dice fin dall’inizio laprincipessa di Belgiojoso. Il popolonon fa parte del noi. Questo è unpunto molto importante: fa già inten-dere in che senso Noi credevamo puòessere film di storia critica.… credevamoL’imperfetto è il tempo del racconto:esprime la durata delle azioni, la lorocontinuità nella storia.

E’ un film forte,riproduce uno spac-cato storico che noi tutti dovremmo ri-cordare,per meglio dire, nondimenticare, per non perdere queiprincipi e ideali per cui molti uominihanno combattuto o sono morti.Si,quei tre ragazzi del sud Italia, in se-guito alla feroce repressione borbonicadei moti che nel 1828 vedono coin-volte le loro famiglie,così maturano ladecisione di affiliarsi alla Giovine Ita-lia di Giuseppe Mazzini. Nel film,attraverso quattro episodi checorrispondono ad altrettante pagineoscure del processo risorgimentale perl'Unità d'Italia, le vite di Domenico,Angelo e Salvatore (i protagonisti) ver-ranno segnate tragicamente dalla loromissione di cospiratori e rivoluzionari,sospese come saranno tra rigore mo-rale e pulsione omicida, spirito di sa-crificio e paura, carcere e clandestinità,slanci ideali e disillusioni politiche.C’è una forte vena celebrativa per rac-contare verità storico-scomode sul no-stro Paese, con una serie insistente diallusioni al nostro presente;infatti an-cora oggi sono vivi i conflitti mai su-perati di allora: conflitto tra Nord eSud del Paese, tra conservatorismo au-toritario e democrazia libertaria, trapadronato e proletariato. La fine delpotere temporale dei papi e la nascitadella Repubblica, il tempo passa manon matura le idee,anzi le degenera!E’ un film che cattura e sintetizza per-fettamente un momento storico,è av-vincente come un western, masoprattutto fa capire a tutti noi perchél'Italia è una democrazia imperfetta.

Il Caporedattore

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Qualche giorno fa è passato a tro-varmi a casa, mentre rassettavoun pò qui un pò lì, il mio nipotinodi 7 anni .Non so come mi è uscita fuori lafrase "ma sei come l'Orlando Fu-rioso?!" (perchè si era un atti-mino scatenato)... ovvio che nonsarei sfuggita alla domanda "zia,chi è l'Orlando Furioso?"... eh...me la sono cercata lo so!

Premetto che per evitare la noianel raccontare un poema cosìlungo e intrecciato….. ho im-provvisato...come potevo….al-l’istante questo è uscito…..

L'Orlando Furioso era un valo-roso Cavaliere - che si chiamavaper l'appunto Orlando - che com-batteva tutte le ingiustizie delMondo ma un brutto giornocadde in disgrazia “Zia cos'èuna disgrazia?” perchè durante igiochi olimpici organizzati peronorare il suo Re, con la sua pos-sente spada infilzò per sbaglio ilgatto preferito della Regina (unorribile bestia, dal pelo ispido,nero, col muso prominente e identoni di sotto sporgenti fino atoccare il naso... tanto che il no-stro Orlando lo scambiò per uncinghiale... “ecco Amore mio,questa è una disgrazia...” maho lasciato a lui scegliere se ladisgrazia fosse l'aver ammaz-zato tale bestia o se lo fosserodiscutibili i gusti della Regina...Così venne cacciato dal Re, pri-vato del suo bene principale (ilcavallo che tanto amava) e con-

dannato all'esilio fino a che nonavesse portato in dono alla Re-gina una zanna di Drago! (forseper farsi un girocollo)E quindi il nostro Orlando partìtutto triste e ricco solo della suaarmatura d'acciaio inossidabiletirato a lucido a sputi, olio di go-mito e grasso di foca. Bè, quella,il re non poteva di certo toglier-

gliela essendo un'armatura appar-tenente alla nobile casata delCavaliere da tempi immemora-bili! Si vociferava addirittura chefosse stata forgiata col metallopreso da una stella cadente!!!Dopo mesi e mesi di vagabon-daggio, campando solo di ciò chela foresta aveva da offrire e chie-dendo notizie ad ogni contadino,mercante o pellegrino incon-trasse sulla sua strada, se erano aconoscenza di un Drago in zona,

finalmente trovò nel folto dellaforesta, una casina all'apparenzaabbandonata!Avvicinandosi però pian pianovide che un filo di fumo uscivadal comignolo sul tetto e così,spada alla mano, si avvicinò fur-tivo all'unica finestra e sbirciòdentro...Vide, intenta a rimestare in un

grosso pentolone appeso ad ungancio sul fuoco del caminetto, lapiù bella donzella mai incontratain vita sua!Ovvio che se ne innamorò alprimo sguardo!Anzi al primosbircio!!!Ma quella donzella, devi sapere,mio caro Nipotino, non era cheuna strega, che già sapeva dell'ar-rivo di quel Cavaliere disgra-ziato, così aveva avuto tutto iltempo di preparare un apposito

incantesimo che la trasformò, ap-punto, in tale bellezza! Solo inquesto modo infatti, ella sapeva,che avrebbe attirato la sua atten-zione!Appena il Cavaliere bussò allaporta, la Strega aprì e chiese chifosse quel bel Cavaliere, si mo-strò timida e timorosa.Fu così che il Cavaliere entrò in-consapevole di chi avesse difronte. Ignaro del suo destino.Vi trovò un ottimo pasto caldo,un comodo letto fresco e pulito eun sonno ristoratore, dopo notti enotti passate all'agghiaccio. Lamattina successiva il Cavaliere sisentiva in debito con quella don-zella (che cavaliere sarebbesennò?!) e chiese cosa poteva fareper sdebitarsi di tanta generosità.Quella vecchia strega,all’appa-renza docile fanciulla, che già sa-peva di averlo in trappola, finse lìper lì di non voler nulla in cam-bio, ma all'insistenza del Cava-liere, ella ammise che, effettiva-mente, qualcosa c'era....Doveva recarsi in cima ad unamontagna per uccidere unDrago.(lui pensò tra sé:) “eccoc’era la fregatura!”Tuttavia in groppa al suo ca-vallo,che guarda caso era riap-parso miracolosamente ,armatodi speranza e coraggio partì bal-danzoso e convinto dell’arduaimpresa da compiere. L’uccisionedel Drago avrebbe permesso allastrega di completare un potenteincantesimo di magia nera!!!Quale zia!!!La prossima volta che stai piùtranquillo ,finisco di raccontartila storia!!!

Galdieri Idiana

Pag. 9Aprile 2011

Tra SognoTra Sogno

e Realtà

e Realtà

L’Orlando Rimescolato

Cosa farò da grande?Essendo una ragazza del primo superiore ho ancora tantotempo per pensare a quello che farò da grande, e se ungiorno deciderò, fino all’ultimo non sarò mai sicura dellastrada che farò. Secondo me tutte le scuole ti danno unabase fondata per qualsiasi indirizzo, certo, alcune sarannopiù appropriate di altre, ma se c’è la forza di volontà si ar-riva da tutte le parti. Da piccola, mia mamma mi diceva: ‘Sai cosa farai da grande?’ E io rispondevo: ‘Dato che mipiacciono gli animali, la veterinaria! ‘. E a distanza di nove

anni, se mi richiedesse la stessa cosa risponderei : ‘ AN-CORA HO QUATTRO ANNI PER PENSARCI!’. Appuntoper questo voglio precisare che secondo me, tutti i ragazzidella mia stessa età che hanno già un’idea ben precisa suquello che faranno in futuro sono da ammirare, io non sonotra questi, ma sono sicura che quando sarà il momento faròla mia scelta e sarà giusta. Perché le persone devono ra-gionare con la propria testa non con quella degli altri,alla fine l’ultima parola è solo e soltanto la vostra.

Giorgia Checcaglini

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Pag. 10 Aprile 2011

Estro Poetico

Luna

Nelle parole sussurratec’è la via del non ritorno,quanto pianse la creaturache si vide abbandonata

dall’amor cui nulla sfugge,per cui si fan mille e più cose,

la poveretta sta ancor lì,e il sole asciuga le sue lacrime,

e come due amanti in un giro tondo, allor si fondono luna e sole.

Bacci Alice

Grido

Nulla potè il mio grido, che in un giorno di primavera

fece da eco al tu addio,invano pregai la morte,che non ti portasse via.

Quanto sperai che l’incubo più buio finisse proprio lì.Bacci Alice

Germoglio

Noi,germogli di vita,

cerchiamo invano la luce del sole,sperando di accaparrarcene almeno una stilla,

serbando nel cuore la speranza che nessuno ci colga.

Bacci Alice

L’anima

La mia anima va,dalla notte dei tempi,

ella va,ascoltando inerte le parole d’altri,

ispirando pensieri che cambiano il mondo,errando per paesaggi sconosciuti,

tornando a casa nella notte d’oggi,piena di sapienza del mondo d’altri.

Bacci Alice

Paura

Si nutre del nostro credo,si fonde con l’anima,

parla della vita con le persone a te più care,la sfidi,

ma perdi da eroe.Bacci Alice

La parola alle fanciulleParlo a te, o giovinetta ignara della vita, che sogni ad occhiaperti,che pensi di adagiarti come su fantastici tappeti di rose;ate che non sai che la vita è pericolo e potrebbe essere abisso,lavita è tempesta,potrebbe essere naufragio.Giovanetta, ricordalo, che tu hai un manto reale ed è il pudore; tuhai una felicità ed è la purezza.La purezza non è solo legge, ma felicità della vita. Se vuoi sorrideresii pura. Solo i puri sorridono, gli altri sogghignano.Se avessi la sventura di perdere la purezza, per tutta la vita perde-resti la gioia.L’Inferno comincia nell’istante stesso in cui si commette la colpa;quindi ciò che è strano e terribile è che si trova l’inferno in fondoallo stesso piacere.Ma se vuoi essere pura,non transigere! Ricordati che sei una fi-glia-la figlia dell’Immacolata!-Anche una minima macchia risalta sulla magnolia e sul giglio.Quando indossi un abito, domandati prima: questo abito è degnodi una figlia di Maria?Non dire:-è la moda!-Vuoi essere la schiava della moda o essere figlia di Dio, libera evera! Quando poi ti sei vestita di un abito indegno non osare averpaura di chiedere aiuto e perdono, non macchiarti di superbia edorgoglio.Se tu sarai te stessa tutto apparirà più vero; allora sulle ansie saràbalsamo,sulle angosce sarà dolcezza,sull’avvenire sarà luce,quellaluce che è riflesso del cielo.

R.C.

Ti racconto mia nonnaUna donna d’altri tempi…..Mia nonna era sempre col sorriso sulle labbra. Anche quando lafame si faceva sentire,quando a tavola c’era pane e cipolla, lei non sipreoccupava ma si dava da fare come poteva per sfamare i suoi figli.S’inventava pietanze che apparissero gustose ed appetibili agliocchi dei suoi tre figli,che non facevano il broncio davanti al piatto,ma divoravano velocemente quello che c’era per paura che en-trasse qualcuno e facesse sparire quel “ben di Dio”!Per non parlare della sua bravura nell’essere sarta,si adoperava acucire vestiti e vestitini su misura per tutta la famiglia, riusciva a rica-vare modelli “all’ultimo grido “anche da canovacci e tovaglie, per nonparlare poi di come costruiva giocattoli di vario tipo per i piccoli.Era sempre in movimento; in casa pensando all’educazione dei suoifigli e al lavoro domestico necessario per una famiglia di 10 per-sone, fuori,nei campi ad aiutare gli uomini nei lavori pesanti. Peròaveva sempre il sorriso sulle labbra!Non la ricordo mai arrabbiata, ma sempre premurosa, pronta adogni evento, saggia nei consigli,severa quando era necessario,mamolto pacata, silenziosa,schiva,spesso riflessiva!La sua voce echeggiava per la casa, fischiettava spesso, non soche arie… ma erano note melodiose, di pace,come quando uscivasull’aia, mi ricordo tutti gli animali le correvano intorno come tantipiccoli che cercano la loro mamma per protezione, e lei…con il suocanestro li chiamava a sé.Poi la sera…prima di andare a letto era la prima che salutava,si co-ricava per ultima dopo che tutti si erano ritirati, poi andava nellastanza dei piccoli e dava loro la buonanotte raccontando storied’altri tempi.Che fantasia!!! Quelle storie apparivano vere, reali, un misto tramito e realtà, ma bellissime, perché lei gli dava un senso.Questa era mia nonna… e se potessi averla ancora con me… le rac-conterei io una storia, il mio ringraziamento per essere esistita!

Giorgia Checcaglini

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Pag.11Aprile ì 2011

Manga!La parola “manga”, indica in gene-rale i fumetti di origine giapponese,dapprima veniva trascritta con il ca-rattere significante “immagini senzanesso logico”, poi traslitterata in“man”-immagine e “ga”-satireg-giante.Nelle prime pubblicazioni italiane, lepagine venivano girate, come se siportassero davanti ad uno specchio,poi editate con i dialoghi italiani, tuttociò, avveniva, per via delle case edi-trici che non apprezzavano il modo dilettura originale, cioè da destra versosinistra. In più, le tavole, ovvero le paginesingole dei fumetti, sono sempre inbianco e nero, a meno che non cisia in corso una riedizione speciale,dove a volte vengono inserite anchetavole o illustrazioni a colori, ciò, de-riva dal fatto che la maggior parte deifumetti in Giappone, viene pubblicatasettimanalmente su una rivista, quindile pagine a colori risulterebbero unaperdita di tempo superflua. Nel mondo dei manga, esistono varigeneri, definiti per l’età dei lettori acui si rivolgono, e agli argomenti trat-tati, i più conosciuti sono:Kodomo: manga facili da comprendereper i bambini, con disegni stilizzati eprivi di alcuna linea superflua, spesso

hanno come protagonisti dei perso-naggi zoomorfi.Shojo e Majo shojo: sono manga dif-fusi tra le ragazze, gli shojo, raccon-tano di fatti della vita quotidiana diadolescenti e ragazze più o menocoetanee al pubblico a cui è rivolto.I majo shojo, invece, sono semprefumetti che raccontano la vita delleadolescenti, ma si introduce un con-cetto di fantasy, ovvero che le pro-tagoniste hanno come una secondavita in cui usano la magia per risol-vere i loro problemi, spesse volte,sono rappresentate come paladinedella giustizia.Shonen: manga rivolto ad un pubblicopressoché maschile, le inquadraturesono più prospettiche che negli shojomanga, i disegni tendono a sottoli-neare le caratteristiche fisiche e psi-cologiche del personaggio, viene fattaattenzione alla data di nascita, alsesso, alla statura, al segno zodia-cale, e addirittura al gruppo sangiu-gno.Yaoi: manga con sfondo di relazioniomosessuali tra uomini, nei quali ci siconcentra molto sull’aspetto dei pro-tagonisti, e sull’atto fisico.Yuri: manga che tratta vicende asfondo omosessuale tra ragazze, adifferenza degli yaoi, le protagoniste,vivono amori platonici, e si incentranosu aspetti molto psicologici.

Bacci Alice

AFORISMI

L'uomo e' cacciatore; la donna pesca-trice.

Sapete che cosa vuol dire rientrare acasa e trovare una donna che vi da'un po' d'amore, un po' d'affetto e unpo' di tenerezza? Che siete entratinella casa sbagliata

L'amore e' come una clessidra:quando si riempie il cuore, si svuotail cervello.

Alcuni temono che la felicita' sia unbene molto lontano, quasi irraggiun-gibile, motivo per cui corrono a piu'non posso nella speranza di avvici-narla, senza mai rendersi conto chepiu' corrono e piu' se ne allontanano

Un pessimista vede le difficolta' inogni opportunita'; un ottimista vedele opportunita' in ogni difficolta'.

Se non puoi essere una via maestra,sii un sentiero. Se non puoi essere ilsole, sii una stella. Sii sempre il me-glio di ciò che sei.

Mio padre ha lavorato nella stessaazienda per dodici anni. Poi l'hannolicenziato per sostituirlo con un com-puter, che fa tutto ciò che faceva miopadre, ma meglio. La cosa più depri-mente è che mia madre ha abbando-nato la casa e ne ha comprato uno.

Se i fatti e la teoria non concordano,cambia i fatti.Non abbandonare le tue illusioni.Una volta che le hai perse tirerai lostesso a campare, ma la tua non saràpiù vera vita."

PROVERBI

Chi non vuol imparare a scrivere conil manico della penna, impari col ma-nico della vanga.

Quando l'amore è a pezzi non c'ènessuna colla che lo riappiccichi.

L'Amore senza baci è pane senzasale.

Non aver paura di una lama mutama guardati da lingua biforcuta

Un padre campa cento figli e centofigli non campano un padre

Se le vostre parole non sono miglioridel silenzio, dovreste stare zitti

Chi dice quel che vuole sente quelche non vorrebbe.

Non sorridiamo perchè qualcosa dibuono è successo ma qualcosa dibuono succederà perchè sorridiamo

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Modi di dire ed epressioni figurate

La lingua comune usa molti modi didire ed espressioni figurate. Abbiamo raccolto e spiegato uncerto numero di quelli più comuni,con l’avvertenza che questo reperto-rio è anche per gli studenti stranieri.Tuttavia… è un ausilio alla compren-sione,non un invito all’uso.

Abbassare il tiro:avere pretese menoambizioseAndare coi piedi di piombo:proce-dere con prudenzaArma a doppio taglio:qualcosa chepuò giovare,ma anche nuocere a chise ne serveBalenare nella mente:il presentarsidi una intuizioneBattere la fiacca: non impegnarsi(essere la) cartina di tornasole:laprova di qualcosa. espressione dellinguaggio chimico; la cartina di tor-nasole si colora di rosso in ambienteacido, di blu in ambiente basico.Cavalcare l’onda:seguire la ten-denza del momentoColpo d’ala:soluzione improvvisa ebrillanteDare il ”LA”: dare il via (perché è lanota con cui si accordano tutti glistrumenti)Essere in lizza: prendere parte a unacompetizioneFare fagotto: andarseneMenare il can per l’aia:tirare in lungo,trovare scuse per non far qualcosaMettere al bando: allontanare,evitareSpezzare una lancia: prendere le di-feseTirare le fila: concludere una discus-sioneUscire dal seminato: deviare dall’ar-gomento principaleZoccolo duro: che non muta idee,opinione

PAROLE, MITI, STORIA

L’italiano comune possiede un nu-trito gruppo di parole,nomi,aggettivi,

verbi, avverbi, il cui significato ri-manda direttamente a personaggidel mondo antico: divinità, eroi, epi-sodi della mitologia o della storia.• Si dice che qualcuno è un Ercole oche ha forza erculea in riferimentoall’eroe che compì le 12 fatiche; ilmetallo liquido e sfuggente, il mercu-rio, prende il nome da dio messag-gero degli dei, in continuomovimento. Un’impresa titanica in ri-ferimento ai Titani,i giganti che osa-rono sfidare gli dei dell’Olimpo;adaltri noti giganti ,i Ciclopi, rimandal’aggettivo ciclopico, che pure signi-fica enorme.• L’aggettivo proteiforme, che vuoldire” capace di assumere forme di-verse” rimanda al personaggio mito-logico proteo che aveva questa virtù.Una donna dalle forme abbondanti sidice giunonica da Giunone, dea conqueste stesse caratteristiche. Certicibi o sostanze che stimolerebberol’istinto sessuale, gli afrodisiaci,pren-dono il nome dalla dea greca del-l’amore, Afrodite,mentre dal nomelatino della stessa dea,Venere, ab-biamo l’aggettivo venereo, riferito siaalle attività erotiche, sia alle malattietrasmesse per via sessuale.• L’atteggiamento di chi -beato lui-ammira se stesso senza riserve è ilnarcisismo, dal personaggio mitolo-gico di narciso,che si innamorò dellapropria immagine riflessa in unospecchio d’acqua. Con una meta-fora,quei richiami a cui non si sa re-sistere si dicono sirene, come lebellissime e mortali cantrici cuiUlisse riuscì a sfuggire, e un’odissea,dal viaggio di Ulisse/Odisseo,è unitinerario ,o un’avventura, particolar-mente difficile o travagliato. Per re-stare nell’ambito omerico (aggettivoche vuol dire di per sé”grandioso”,dal nome di Omero,leggendario au-tore dei poemi epici Iliade e Odis-sea), ricordiamo anche un’altrametafora, il tallone di Achille, ossia ilpunto debole,poiché l’eroe era invul-nerabile tranne che, appunto, in untallone.

• Anche la storia antica fornisce pa-role e modi di dire. Dionigi, tiranno diSiracusa, aveva ceduto per ungiorno il suo trono al principe Damo-cle, invidioso della sua posizione.Per fargli capire che il potere si ac-compagna sempre a gravi responsa-bilità e pericoli, Dionigi aveva peròfatto appendere sul trono una spadaaffilata, sostenuta con un sottile crinedi cavallo. Da ciò l’espressionespada di Damocle, che indica unaminaccia sempre incombente. Unavittoria di Pirro è un successo otte-nuto a carissimo prezzo,propriocome la vittoria che Pirro, re del-l’Epiro, conseguì in una battagliacontro i romani, ma a prezzo di per-dite così gravi da impedirgli di vin-cere la guerra. Infine una maratona,gara sportiva ma anche attività este-nuante, ci riporta alla battaglia di Ma-ratona e alla corsa che fece moriredi fatica il messaggero greco incari-cato di riferirne l’esito.

Dottore,ho il verme solitario!

Lo sanno tutti: i medici usano paroledifficili ed è arduo decifrare la loroscrittura. Questo si deve al fatto cheanticamente il mestiere del guaritoreaveva qualcosa di sacro e qualcosadi stregonesco. La difficoltà dei ter-mini medici dà vita ad alcuni fra i piùdivertenti esempi di etimologia popo-lare, quello strafalcione che si com-mette quando si deforma una parola,perché se ne fraintende il significato.Primo Levi, ha fatto notare quantospesso questi storpiamenti avven-gano con i termini medici.

Raggi ultraviolenti deriva dagli effettidannosi per il corpo,puz dal cattivo odore associato aogni degenerazione della materia,iniezioni indovinose perché nonsempre si trova la vena al primocolpo,verme sanitario perché si collegameglio alla salute più che al signifi-

cato dell’espressione originale,tifo pidocchiale perché si trasmettecoi pidocchi,dolori aeronautici perché si pensache la meteorologia influisca sui do-lori reumatici.

P.Levi,L’altrui mestiere.

LA REDAZIONE

Caporedattore:Marco Mercati Redattori:Giorgia CheccagliniMartina Biagioli Angela La Colla Idiana Galdieri Marco MattiacciCarlyn Yakubu Marco Mercati Alice Bacci Insegnante referente: Prof.ssa Rita CuccariniImpaginazione:Enzo MarchettoniRingraziamenti: Si ringraziano coloro che con il loro aiutohanno reso possibile la realizzazione delgiornalino.Buone Pasqua a tutti!!!

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Pag. 12 Aprile 2011

BARZELLETTE e RISATE

Una vecchietta entra dal macellaio e gentilmente domanda: Buon-giorno, ha della carne da fare ai ferri?". "Ma certo, signora, quantagliene occorre?". "Beh, un gomitolo..!

Polizia! C’e un matto che alto 1 metro e pesa 900 kg!! e il poliziotto: -ma cosa dice? come può, una persona essere così, bassae pesare così, tanto?!- e l'altro risponde: -”ma gliel'ho detto che è matto

Una bimba con una pallina in mano canta:''Ho la caramellina,ho la ca-ramellina...'' il fratello da dietro l'afferra al volo,la mangia e dice:''Oranon ce l' hai piùuuu!'' la piccola senza scomporsi si infila il dito nel nasoe dice:''E io me ne faccio un' altra!!'

Il giudice rivolto all'imputato: - Lei è accusato di aver gettato sua suo-cera dal terzo piano. Come si proclama? Colpevole o innocente? - Col-pevole. Credo che non stessi ragionando in quel momento... - Direiproprio. Avrebbe potuto colpire qualche passante!!

Una donna entra in cucina e vede suo marito che si aggira con in manoun ammazzamosche. Allora chiede: "Cosa stai facendo?" Marito:"Ammazzo le mosche!" Moglie: "Come procede?" Marito: "Ho giàucciso 3 mosche maschi e 2 mosche femmine!"La moglie un po’ stranita dall'affermazione: "Come fai a sapere di che

sesso erano?" Marito: "3 erano sulle lattine della birra e 2 sul tele-fono!!!"

Pierino torna a casa alle 10 di mattina e dice alla mamma di essere statosospeso da scuola. La mamma preoccupata chiede spiegazioni."Saimamma..."dice Pierino "Sono stato sospeso perché il mio compagno dibanco fumava!!".Ma come, fumava il tuo compagno di banco e hannosospeso te...?"."Si mamma hanno cominciato a dire che ero stato io adargli fuoco..."

Pierino, perche' hai scritto camino con la K ?."Perché camini senza cappa non esistono!".

Pierino in classe: "Signora maestra, ho buttato della carta dalla fine-stra"."Va bene, Pierino, ma non lo fare piu” .Poco dopo entra in classe unbambino tutto sanguinante.La maestra: "E tu chi sei?"."Io sono Della Carta".

Pierino alzati! E' ora di andare a scuola"."Mamma, oggi non ho voglia di andarci"."Su alzati, lo sai che ci devi andare: hai 47 anni e sei il Preside".

Professore: "Chi sa cos'e' l'H2SO4?".Studente: "Io lo so e'...e'... ce l'ho sulla punta della lingua...".Professore: "E allora, imbecille, sputalo, che e' acido solforico...".