GIORNALE DI AUGUSTA

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Errore o orrore urbanistico? nelle edicole AU, la guida di Augusta a soli € 2,50 N.18 - Anno VI - Settembre 2005 - € 1,00 il semaforo della disperazione Voglia di autonomia La Marina nella bufera Aj ello contro Torricciano Dossier polo industriale P. Prisutto: “Restituiamo la carta di identità

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n. 18 - settembre 2005

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Errore o orrore urbanistico?

nelle edicole AU,la guida di Augusta a soli € 2,50

N.18 - Anno VI - Settembre 2005 - € 1,00

il semaforo della disperazione

Voglia di autonomia

La Marina nella bufera

Ajello controTorricciano

Dossier polo industriale

P. Prisutto: “Restituiamo la carta di identità”

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settembre 20052

SOMMARIO3 Editoriale4 Forestiere: “Senza di noi o contro

di noi, la Cdl perderà nei cinque collegi”

5 Voglia di autonomia6 L’avv. Gioacchino Ajello contro il

commissario Torricciano7 La Marina nella bufera8 Padre Prisutto invita i cittadini a

restituire la carta di identità9 Nuovo Muscatello: spreco di dena-

ro10 Da Augusta l’autostrade del mare

per Ravenna10 Nel caos totale il traffi co la mattina11 Cortometraggi e commedie all’om-

bra di Federico12 Breve storia e situazione del polo

indutriale14 9 persone denunciate, 5 immobili

sequestrati14 73 mila euro per servizi di pubblica

utilità15 Approvata la proposta di conven-

zione per la gestione dell’hangar16 Mègara Hyblea è diventata un cam-

po di patate17 Impiantistica: anno zero18 Il Regno delle Due Sicilie prima

dell’invasione piemontese del 186020 “Vogliamo scuole degne di questo

nome”21 Parcheggiare vicino a scuola?

Mission impossible!22 Carmelo e Lucia Fazio padre e

fi glia: due pittori23 Satirikon24 Amarcord25 Lungomare Rossini, fogne a cielo

aperto26 Rifi uti urbani: puzza e disagi

Sommario

Direttore responsabileGiorgio prof. Càsole

Fotocomposizione e stampaStamperia d’arte “Il Torchio”

[email protected] Garibaldi 16 - Tel. 0931 524010

96011 AUGUSTA (SR)Chiuso in tipografi a il 22-09-2005

I pezzi non fi rmati s’intendono del direttoreLEONARDI EDITORESegretaria di redazione

Giulia CàsoleRedazione presso la tipografi a

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n. 18 - Anno VIPeriodico di interesse cittadinoPeriodico di interesse cittadino

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OGNI AGENZIA HA UN PROPRIO TITOLAREED E’ AUTONOMA

Page 3: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 20053 Editoriale

Ci sono stati augustani che, in agosto (mese canonico delle ferie obbligate), si sono

recati a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, e, stupefat-ti, hanno constatato lo scorrere del traffico automobilistico, grazie a rotatorie ampie, funzio-nali e ben congegnate. Nel nord Italia la gente corre, non solo in automobile, come, del resto, qui da noi, ma anche a piedi. E non è un’immagine stereotipata. La corsa dà il senso del ritmo di vita seguìto, perché, come ricorda un detto inglese, time is money, e, poiché il tempo è denaro, oc-corre giungere presto sul luogo di lavoro. Perciò, hanno pensato gli amministratori municipali, meglio eliminare i tempi morti davanti ai semafori e a causa degli ingorghi, meglio evitare le strozzature, meglio rendere il traffico agevole e, appunto, scorrevole. Gli augustani in visita a Desenzano hanno avuto un flash—back: è venuta loro in mente, sùbito, l’immagine delle ”rotatorie che fanno ‘ruotare’ la testa agli augustani”, come abbiamo titolata un pezzo, pub-blicato sul numero scorso, il 17, per denunciare le disfunzioni causate, direttamente e indiretta-mente, dalle rotatorie realizzate da noi, solo di recente. Dovrem-mo invitare gli amministratori comunali e/o i loro tecnici a fare un salto a Desenzano del Garda. Il sindaco Carrubba va, spesso, a Roma per missioni. Per una volta, prenoti un volo fino a Milano!

Ci. sono stati augustani che hanno soggiornato a Ma-rina di Ragusa, modestissimo villaggio di pescatori oltre cinquant’anni fa, quando si chiamava Mazzarelli, centro di attrazione turistica oggi, con due lungomari, il Mediterraneo e l’Andrea Doria, esclusivamente pedonale il primo, carrozzabile il secondo, ma isola pedonale dalle 18 alle 2 della notte, con un rigorosissimo controllo della polizia municipale, durante la stagione estiva (è ovvio) per il

rispetto del sacrosanto passeg-gio. Due lungomari degni di questo nome, sotto cui si am-mirano le spiagge ben pettinate di prima mattina, con le docce pubbliche, con sacchi neri per i rifiuti, con camminamenti, con gli opportuni scivoli, per i disabili, e, addirittura da qual-che anno, con rigogliose palme da oasi del deserto (palme, sia detto per inciso, offerte da un’azienda locale). Altro flash-back, altra immagine augusta-na: il lungomare Rossini (così è ufficialmente denominato), poco e male illuminato, senza marciapiedi, senza frangiflutti (addirittura c’è un tratto comple-tamente scoperto dopo l’ultima mareggiata, da noi più volte denunciato, ahimé, purtroppo, senza esito), sotto cui non c’è una spiaggia, ma, anzi, fogne a cielo aperto, fogne ignominiose, fogne fuori leggi. A Marina di Ragusa i due lungomari sono serviti da bar, chioschi, negozi, ad Augusta sono serviti dai topi e dagli escherichia- coli. Il lun-gomare Rossini prosegue fino al Granatello, attraverso curve ormai assurde, che si potrebbero rettificare, e con percorsi quasi da giungla, non distanti dalla strada ferrata. Nello scorso nu-mero abbiamo documentato in modo inoppugnabile una situa-zione di pericolo, di fronte a un pontile per barche da diporto, ma nessuno, né autorità comu-nale, né portuale ha provveduto a eliminare il pericolo, nè a transennare l’area con il pericolo nascosto. E dire che abbiamo volutamente rievocato la tra-gedia di Vermicino di circa un quarto di secolo fa, che provocò la morte del povero Alfredino Rampi, la cui foto abbiamo stampato su quel numero, per provocare un ricordo commo-vente e suscitare una sollecita reazione. E dire che il citato sindaco Carrubba ha abitato da quelle parti fino a poco prima della sua elezione e sa perfet-tamente qual è la situazione di tutto un quartiere dove, come a Venezia, si registra il fenomeno dell’acqua alta, anche a causa dei canaloni di scolo intasati: sia quello comunale, sia quello che è di pertinenza dell’ex ente Ferrovie dello Stato. Il sindaco è andato ad abitare, così ci risulta, in una tenuta (beato lui!) sotto la giurisdizione del comune di Melilli e non s’è nemmeno visto quando nella zona si registrò l’ennesimo fenomeno dell’acqua

alta. Sulle vergognose fogne del lungomare Rossini, vi invitiamo a leggere una lettera accorata di un nostro ex concittadino, oggi residente a Roma. Consiglierem-mo allo stesso sindaco di fare un salto a Marina di Ragusa, con un esborso minimo a carico del tesoro comunale, di tuffarsi nelle acque cristalline e di stendersi all’ombra di una palma.

Non è necessario essere turisti per andare non nel nord, ma qui, dietro l’angolo, a due passi, a Priolo, cittadina circon-data dalle industrie cancerogene, dove, però, gli amministratori comunali sono riusciti far rea-lizzare, con soldi pubblici o con quelli fatti sganciare — sacro-santemente — dalle industrie, fior di impianti sportivi. I nostri ragazzi, giovani e meno giovani sportivi li invidiano e si rodono il fegato. Per quanto riguarda queste strutture siamo all’anno zero, degni dei paesi sottosvi-luppati (absit iniuria verbis). Quando qualcosa c’è, si lascia gestire ai privati, con conces-sioni più o meno liberali. E i privati non sempre sono liberali, tanto che, sovente, i nostri atleti sono costretti a bussare altrove, a utilizzare impianti di altri Co-muni vicini, perché non possono sostenere le pretese economiche dei loro ex colleghi o ex amici che hanno ottenuto dal Comune la concessione per gestire quel poco che c’è.

A Ragusa, per citare an-cora il comune ibleo, i cui am-ministratori, di qualsiasi colore politico, hanno reso sempre più bella e attraente Marina, a Ragu-sa, c’è un immobile principe-sco, immerso in un’ampia tenuta verdeggiante, chiamato “castello di Donnafugata”. Fu acquistato, con fondi di una legge regiona-le, molti anni fa,per renderlo fruibile dal pubblico locale, per attirare visitatori, richiamati dal gattopardiano omonimo castello, per realizzare spettacoli estivi. E’ gestito dal Comune. Lo si può visitare senza sborsare un cen-tesimo. Il Comune di Augusta oggi si vanta d’aver ottenuto in concessione dal demanio statale tutta l’area dell’imponente ex idroscalo, con l’immenso ex hangar per dirigibili, tutti i fab-bricati utilizzati prima dall’ae-ronautica, poi dalla Guardia di Finanza, per usi amministrativi, con tutta l’acropoli che domina il porto, compresa l’ex strada carrozzabile utilizzata quando l’aeroporto era in funzione.

B e n e . Nessuno più dì chi s c r i v e può es-sere lieto di questo. Chi scri-ve (s ia consenti-ta questa autocita-zione, visto che gli augustani l’hanno dimenticato) a più riprese ha perorato la cau-sa del recupero dell’hangar, pubblicando ampi servizi non solo sulla carta stampata (La Sicilia, il 9/10/1999, Prospettive Siracusa, luglio 2000, Gior-nale di Augusta, marzo-aprile 2004), ma anche attraverso interventi, spesso quotidiani, a Radio Tropical, l’ultima radio di Augusta, oggi spenta: con l’editore dell’emittente, Claudio Strano, ci mettemmo in contatto con l’ufficio stampa della Terza Regione Aerea, di stanza a Brin-disi, da cui dipendeva l’area, per sollecitare informazioni e avere ragguagli. Abbiamo realizzato i nostri servizi dopo esserci recati sul posto e dopo esserci opportu-namente documentati. Abbiamo lanciato l’allarme sul pericolo di crollo. Ora apprendiamo che il sindaco gioisce per aver firmato, quasi a ritmo di tamburo batten-te, una convenzione con un’as-sociazione costituitasi ad hoc, nel 2001, perché gestisca tutta l’area. Ancora una volta un’altra dismissione di responsabilità, un’altra dimostrazione di non essere in grado di provvedere o di saper programmare per gestire il patrimonio pubblico da parte dei pubblici amministrato-ri. In che cosa consiste il colpo d’ala, lo scatto d’orgoglio? Darsi tanto da fare per farsi eleggere, anche se la carica oggi è molto ben retribuita, solo per l’ordi-naria amministrazione? Prima dell’elezione diretta del primo cittadino, uno dei sindaci più longevi fu Domenico Fruciano, avvocato, democristiano, viven-te, ricordato come “il sindaco delle margherite”, perché fece rifiorire la villa comunale, ridot-ta oggi a uno stato miserando, più in estate che in inverno; il sindaco Gulino, rimasto in cari-ca per un decennio, è ricordato per le piazze e le piazzette. Per che cosa potrà, se vorrà, essere ricordato Massimo Carrubba?

Giorgio Càsole

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settembre 20054 Politica

La nostra città è a de-mocrazia limitata”. Con questa “forte” affermazione esor-

disce Puccio Forestiere, av-vocato penalista di grido che da un trentennio guida la destra storica in Augusta e da anni combatte una battaglia personale e di gruppo, con il Circolo “Venturini” e con l’Associazione “La Destra”, contro i vertici del suo stesso partito, Alleanza Nazionale, all’interno della federazione siracusana.

L’ affermazione è stata distintamente pronunciata dal penalista alla conferenza stampa del 3 settembre scorso nella sede di Via Limpetra del Circolo Venturini, presente tutto lo stato maggiore del circolo e delle associazioni, giovanili e no, che ne rap-presentano le propaggini. Naturalmente, Forestiere, ex deputato nazionale, ha spie-gato con la chiarezza che gli è propria e che, in taluni punti, diventa addirittura cruda, sen-za peli sulla lingua, non senza contumelie e momenti sarca-

stici, con farcitura di parole assoluta-mente realistiche. Augusta è una cit-tà a democrazia li-mitata perché non c’è opposizione al governo, peraltro deludente, del sin-daco Carrubba, il quale amministra senza controllo consiliare, essendo stato sospeso da mesi, per le note vicende di ricorsi elettorali, il consi-glio comunale.

Il consiglio è a t t ua lmen te commissariato. Il commissario è il

funzionario regionale Torri-ciano che, nominato dall’as-sessore regionale agli Enti Locali, Stancanelli, dello stesso partito di Forestiere, con i suoi atti amministrativi, da solo o in accordo con lo stesso sindaco, sta “obietti-vamente avvantaggiando di-rigenti, iscritti o simpatizzanti attivi del circolo di A.N. <Ta-tarella>, i cui esponenti locali se un giorno appaiono critici del sindaco, l’indomani lo appoggiano di fatto” accusa Forestiere, che precisa: “Non vogliamo dire che questi atti siano illegittimi; sarà la magistratura a indagare e a valutare, come nel caso del difensore civico, contro la cui nomina è stata presentata una denuncia penale (da parte dell’ex vicesindaco guliniano, Gioacchino Aiello, avvocato, ndr); vogliamo sottolineare questo dato politico - conclude Forestiere al riguardo - che, appunto, i destinatari degli atti del dottor Torricciano sono persone iscritte o conti-gue al circolo Tatarella”.

Il sindaco nell’area di sottogoverno coopta o sta per cooptare esponenti di quei movimenti, come l’Udeur, Italia dei Valori, o altri che, in qualche modo, sembravano critici nei confronti del suo operato denuncia Forestiere, che si domanda: “Dov’è, dunque, l’opposizione, che ha il diritto-dovere civico di controllare l’operato del-l’Amministrazione?” Da un punto di vista politico-ammi-nistrativo, il quadro cittadino è desolante per l’ex deputato, che elenca una serie di punti importantissimi:

1) il Piano Regolatore Generale è stato bocciato da Palermo, con una perdita per la città non solo in termini finanziari, circa venticinque miliardi di vecchie lire, ma anche in termini di certezza del diritto da parte di quei tanti cittadini che aspettavano da anni l’approvazione del Piano, ma anche per l’immagine stessa della città, che appare sempre più degradata, con numerosi, enormi quartieri dormi-tori, con quartieri immondezzai, con quartieri abusivi;

2) il piano artigianale non si sa che fine abbia fatto;

3), la nuova ala dell’ospedale <Muscatello> ri-schia d’essere l’eterna incom-piuta, mentre ci sono buone prospettive per l’ospedale di Lentini;

4) l’Autorità Portuale è ingessata, a parte qualche pia-cevole viaggio oltre oceano, perché nell’ultima finanziaria la deputazione nazionale non

Incontrando i giornalisti, l’ex deputato nazionale di Alleanza Nazionale ha criticato il sindaco di Augusta Massimo Carrubba e ha rivolto un appello a tutte le forze politiche perché si vada alle elezioni anticipate

Forestiere: “Senza di noi o contro di noi, la Cdl perderà nei cinque collegi”

è stata in grado di far inserire i fondi per il porto di Augusta. “Augusta sta diventando il simbolo negativo della realtà siciliana” - sono state le parole testuali che hanno concluso questa parte del lungo incon-tro con i giornalisti.

Augusta sembra essere una città colonizzata - ha osservato ancora Forestiere, facendo riferimento alla di-saffezione dei rappresentanti regionali e nazionali che, essendo stati eletti nel no-stro collegio, dovrebbero avere più a cuore le sorti di questa città: i riferimenti erano palesemente rivolti al priolese Pippo Gianni, eletto deputato nazionale grazie al polo berlusconiano, provenendo dall’Udc e al siracusano Roberto Centaro, eletto senatore nel segno dì Forza Italia, ma c’era anche l’allusione allo stesso sindaco Massimo Carrubba, “che non

risiede nemmeno in territorio comunale e che ha appaltato il Comune, ai melillesi”.

Di Pippo Gianni Fore-stiere ha detto che lo stesso deputato è conscio della pro-pria fragilità elettorale, tanto d’aver chiesto addirittura due candidature per 1’Udc in due

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settembre 20055 Politicacollegi per aver almeno la si-curezza d’averne uno: quello per sé stesso. Forestiere non è stato tenero nemmeno con il senatore Centaro che, ha detto, è favorevole all’incene-ritore in territorio augustano e con l’assessore regionale Giancarlo Confalone, fa-vorevole alle trivellazioni nel Val di Noto, sulla scia d’un’autorizzazione conces-sa dall’augustana Marina Noè, quando era assessore regionale.

Forestiere accusa di ambiguità il suo collega di partito Fabio Granata, attuale assessore regionale al Turi-smo, e ancora una volta si scaglia contro il commissario, nella persona di Ferdinando Cammisuli, della federazione provinciale di Alleanza Na-zionale: un commissariamen-to, dice per inciso il penalista, che dura da oltre due anni, mentre per lo statuto del par-tito non può superare i dieci

L’MPA di Raffaele Lombardo decolla. Da tutta la Sicilia è un fiorire di adesioni.

Sono Consiglieri regionali, provinciali, comunali, sono sin-daci, assessori che dichiarano di essere stati illuminati. .sulla via di Damasco. Subito dopo le elezioni comunali di Catania avevamo detto e scritto che il movimento per l’autonomia me-ritava la dovuta attenzione, pure essendo prematuro scommettere sulla sua effettiva consistenza. Ora si può dire qualcosa di più. Siamo andati circa un mese ad-dietro al Golden di Catania. Era di... scena la prima recita

del neonato MPA, neppure tanto reclamizzata ed anzi rivolta agli aderenti più rappresenta-tivi o ritenuti tali. Qualcuno sussurrava che era un incontro dei “quadri”. Francamente non riuscivamo a capire di quali quadri si volesse parlare per un movimento comunque politico

Voglia di Autonomiaancora ai primi passi. Ci siamo trovati in realtà in un locale, la cui ampiezza è nota a tutti, strapieno e parecchie persone stavano pure fuori... del recinto, per mancanza di posti.

Abbiamo subito avuto la sensazione che Raffaele Lom-bardo stesse facendo sul serio, come si usa dire, e che l’MPA fosse tutt’altro che un’astrat-ta invenzione. La “voglia di autonomia” era già divenuta.. .contagiosa. Adesso le fila si sono ancora ingrossate. Poco importa che nell’MPA si notano i soliti pronti a salire sul carro del più che probabile vincitore. Ciò accade ed è accaduto inevi-tabilmente. Quello che conta è il forte desiderio di una fiscalità di vantaggio, di adeguate infrastrut-ture, che sono alla base di una politica di sviluppo economico e sociale, che sono alla base di una politica di sviluppo economico e sociale, ed ancora di un autentico rispetto dello Statuto autono-

mo siciliano. Ed è per queste elementari ma sentite esigenze che in giro c’è tanta voglia di autonomia, che certamente sin dalle prossime elezioni regionali modificherà non marginalmente gli assetti politici in Sicilia.

Ogni assimilazione del-l’MPA ad esperienze politiche ed amministrative passate e presen-ti, ci sembra non solo riduttive, ma pure superficiale. Raffaele Lombardo vuole muoversi, cosi ci sembra, prendendo ad esempio quello che è successo in Spagna con la Catalogna ed in Germania con la Baviera. E’ un progetto ambizioso che non è contro qualunque, ma è per la Sicilia. Quella volta al Golden abbiamo sentito parlare di una forza politica non rissosa, pron-ta al dialogo nel rispetto delle regole democratiche, apriori-sticamente nè di destra nè di sinistra, lontana da influenze.. .negative tipicamente siciliane, pronta a battersi per le esigenze

tromila euro mensili (senza tener conto dei gettoni di presenza o di altri emolumenti derivantegli dall’es-sere componente di diritto dell’Autorità portuale e presidente del Consorzio univer-sitario megaro-ibleo, per citare solo due delle cariche più im-portanti).

E’ notorio che il sindaco Carrubba non svolge altra pro-fessione che quella di politico.

Forestiere ha concluso che lui e i suoi, presenti in tutta la provincia, rappresentano una forza non indifferente e “sen-za di noi o contro di noi, il polo della Casa delle Libertà rischia di perdere in tutt’e cin-que i collegi della provincia e, in ogni caso, saremo presenti con una nostra lista trasver-

mesi. Una critica, dunque, a tutto campo quella di Puccio Forestiere, il quale ha rivolto un appello a tutte le forze politiche augustane: andare alle elezioni amministrative anticipate nella primavera del 2006, quando si andrà a vota-re per rinnovare l’Assemblea Regionale Siciliana e il Parla-mento nazionale, ma “occorre uno scatto d’orgoglio da parte delle forze politiche”, che le stesse forze non hanno certo voglia d’esercitare, sindaco Carrubba in testa.

Il sindaco dovrebbe di-mettersi per poter andare alle urne fra qualche mese o il consiglio dovrebbe sfidu-ciarlo. Il consiglio, come si sa è sospeso, né si prevede, fra ricorsi, controricorsi e eventuali elezioni parziali, quando si potrà ricomporre, né appare verosimile la spon-tanea rinuncia di Carrubba, che, come sindaco, gode di una indennità di oltre quat-

della nostraSicilia, molto spesso di-

sattese. Una forza politica (o se volete un partito politico) regio-nale, pronto a federarsi in campo nazionale senza servilismo ma con chiari accordi..

Vittorio Pepe

tratto da “La Gazzetta del Calatino” del 1° luglio 2005

sale alle Amministrative, sul modello di quella, vincente, del sindaco Neri a Lenti-ni”. L’appuntamento con la stampa e con il pubblico più vasto è per la prima decade di ottobre, per un incontro sulla realtà della destra storica in provincia.

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settembre 20056 DocumentoEsclusivo

L’Avv. Gioacchino Ajello contro il commissario Torricciano

Difensore civico

L’avvocato Gioacchi-no Ajello, 58 anni, già vicesindaco di Pippo Gulino, stanco

di andare per la sua professio-ne da un tribunale all’altro, nutre la legittima aspirazione di ricoprire un prestigioso in-carico: quello di difensore ci-vico del Comune di Augusta. Figura importantissima quella del difensore civico, previ-sta dallo Statuto comunale approvato oltre dieci anni fa e rimasta sulla carta, al con-trario di quanto è accaduto al Comune di Siracusa, dove il difensore civico è stato eletto dal Consiglio Comunale, già per la seconda volta. Spetta proprio al massimo conses-so civico eleggere a questa importantissima e delicata carica (per i cittadini, natu-ralmente) fra quanti si candi-dano, essendo in possesso dei requisiti richiesti. Il bando, finalmente pubblicato nello scorso luglio, prevedeva la laurea in giurisprudenza come requisito minimo; titoli pre-ferenziali erano considerati esperienze qualificanti, come avere svolto, per esempio, incarichi nella pubblica am-ministrazione. Le candidature sono state appena quattro. Un numero francamente basso e deludente. Potremmo, tutta-via, definirlo realistico se si considera che chi svolge la funzione di difensore civico non può esercitare altra at-tività; anche se la funzione è lautamente retribuita, evi-dentemente ci sono avvocati in Augusta che guadagnano molto di più dell’emolumen-to retribuito dalla pubblica amministrazione. Ci possono essere anche avvocati che non hanno ritenuto di candidarsi,

oltre che per questa ragione, perché non in possesso dei necessari requisiti o perché hanno intuito che era inutile candidarsi, almeno in questo preciso momento. In questo momento, infatti, il consiglio comunale è andato a casa per volere del TAR di Catania, in seguito ai ricorsi di due ex ammini-s t r a t o r i comuna-l i , non r i e l e t t i a l con-siglio.

I n a t t e s a della de-c i s i o n e definitiva del Con-siglio di Giustizia Ammini-strativa, con sede a Palermo, cui si siano rivolti i consi-glieri eletti (sospesi, appunto, dal TAR), il massimo organo rappresentativo è stato so-stituito da un commissario ad acta, nella persona del funzionario regionale Torric-ciano “uomo di Stancanelli” informa Puccio Forestiere, che di queste cose se ne inten-de. Stancanelli è l’assessore regionale agli Enti locali, targato Alleanza Nazionale,

lo stesso partito di Forestiere. Però Stancanelli, stando a Forestiere, è il protettore del circolo “Tatarella” (A.N.) e avrebbe favorito politicamen-te dirigenti, iscritti e simpatiz-zanti del Tatarella e fra questi anche il difensore civico nominato, Raffaele Migne-co Omodei. Il quale è stato

nominato dal Torricciano senz’alcuna motivazione, ci dice l’avvocato Ajello da noi sentito in un’intervista esclu-siva, dopo aver appreso che l’ex vicesindaco aveva invia-to una diffida al commissario regionale subito dopo l’atto di

nomina, pro-prio perché l’atto deli-b e r a t i v o di nomina non riporta la motiva-zione della scelta dello stesso com-missario fra tutti i can-didati. Pre-cisa Ajel-lo: “Non ho nu l la contro i l c o l l e g a Migneco,

sia chiaro, ma credo d’aver prodotto più titoli di lui; solo che non posso ricorrere al TAR perché non conosco le motivazioni che hanno por-tato il commissario a questa scelta”.

-Lei lo ha diffidato?“Sì. L’ho diffidato sulla

scorta dell’art. 3 della Legge 241, la famosa Bassanini, che prevede chiaramente e inequivocabilmente che “l’atto deliberativo dev’essere ampiamente motivato”.

-Si può, dunque, con-figurare una violazione di legge?

“Certamente e riguarda precisamente l’art. 343 del Codice penale che prevede l’abuso d’ufficio”.

-Come ha reagito il commissario Torricciano?

“Come se niente fosse.

Ha proceduto alla nomina e il collega s’è insediato. Inol-tre ho chiesto alla segretaria generale del Comune di farmi avere, in virtù della legge sull’accesso agli atti ammi-nistrativi, copia del verbale redatto in séguito all’apertura delle buste dei candidati, con i loro curricula, giacché ritenevo, come normalmente succede e deve accadere in caso di apertura di buste, che doveva essere stato redatto un verbale. Invece no”.

-Si spieghi meglio.“E’ semplice: le buste

di partecipazione al concor-so per ricoprire l’incarico di difensore civico sono state aperte e non è stato redatto un verbale. Evidentemente, il commissario Torricciano le ha aperte da solo e da solo ha deciso, senza nemmeno il supporto di alcuna commis-sione”.

-Che cosa le ha rispo-sto la segretaria generale?

“M’ha inviato una lette-ra in cui testualmente è scrit-to, come può constatare, che non è stato redatto il verbale “poiché fa fede la delibera del Commissario Regionale n. 18 del 19/7/2005”.

-Che cos’ha intenzione di fare adesso?

“Sto valutando la pos-sibilità di chiedere l’annul-lamento o la sospensiva del-l’atto di nomina deliberato dal commissario, rivolgendomi alla magistratura ammini-strativa e di rivolgermi alla magistratura ordinaria penale contro la persona dello stesso Torricciano”.

L’ex vicesindaco ha diffidato il funzionario regionale che sostituisce il consiglio comunale

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settembre 20057Clamoroso/M.M.: la Procura di Siracusa indaga e accusa

LA MARINA NELLA BUFERAGrande rilievo dato dalla stampa quotidiana

Page 8: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 20058

Il battagliero sacerdote Palmiro Prisutto, parroco di Brucoli, è uno degli esponenti più impegnati

di quel <comitato cittadino contro i termovalorizzatori>, che trascende le forze politiche e che ha organizzato non poche azioni, manifestazioni popolari, conferenze-dibattito, ecc., per sensibilizzare l’opinione pubbli-ca sul gravissimo pericolo per la salute derivante dall’installazio-ne in territorio augustano di un mega-inceneritore dei rifiuti solidi urbani per le province di Siracusa, Ragusa e Catania, chiamato eufemisticamente ter-movalorizzatore. <Ma non si tratta solo di quest’inceneritore> - avverte padre Prisutto, da noi sentito in un’intervista tra un impegno e l’altro i termovalo-rizzatori, se vogliamo continuare a chiamarli così, sono cinque: oltre al megainceneritore voluto dal presidente della Regione Salvatore Cuffaro e dai suoi amici, c’è l’impianto per lo smaltimento dei rifiuti portuali, che recentemente ha ricevuto l’autorizzazione all’ampliamen-to e al potenziamento, c’è la piattaforma polifunzionale che dovrà entrare in esercizio, c’è l’Enel-Tifeo che dovrà essere riconvertita e, infine, c’è l’ince-neritore della cementeria.

Come si può constatare, - sottolinea padre Prisutto, masti-cando amaro, - ce n’è abbastanza per scapparsene, per evacuare addirittura Augusta e siccome non si può, dobbiamo lottare strenuamente per invitare la gente di Augusta a mobilitarsi e poi per lottare contro tutti gli ecofurbi e i loro amici e complici, altrimenti moriremo non solo di cancro, ma anche di fame>. Padre Prisutto evoca una visione apocalittica, riportando pari pari lo slogan che chiude il manifesto, in cui viene riportato il documento-simbolo di questa campagna di sensibilizzazione,

Padre Prisutto (a ds.) durante una manifestazione popolare contro i termovalorizzatori

Il battagliero parroco di Brucoli è impegnato contro l’installazione dei cinque termovalorizzatori

diffuso anche in forma di vo-lantino, porta a porta. Il primo a diffondere il volantino è proprio il giovane parroco, che, appena ti vede, ti consegna il foglio e ti costringe benevolmente a prendere visione del testo, per fartene prendere coscienza. E poi informa che sta per concor-dare con gli altri esponenti del comitato altre azioni di sensibi-lizzazione e di lotta. Il prossimo obiettivo è quello di convincere i cittadini di Augusta e degli altri Comuni interessati, quali Priolo e Melilli, a restituire in massa la carta d’identità al presidente della Repubblica, Ciampi, il quale dovrebbe essere invitato dal comitato stesso a scendere qui e rendersi conto di persona.

Padre Prisutto invita i cittadini a restituire la carta di identità

Abbiamo sentito Angelo Stoli (nel-la foto), direttore del Dipartimento

Arpa (Agenzia provinciale per l’ambiente) di Siracusa, per fare il punto sulle novità logistiche e organizzative in senso lato che riguardano proprio il Dap aretuseo.

Direttore Stoli, dalla fine dello scorso maggio il Dap di Siracusa è tornato a “dimorare” in un’ala del Palazzetto della Sanità di via Bufardeci, nel capoluogo, dopo 1”’esilio” forzato all’ex Onp a causa di lavori di ristrutturazione...

“Dic iamo che in v ia Bufardeci ci sentiamo a casa: e una sede che ci facilita sicuramente dal punto di vista logistico. E non è tutto: presso l’Ufficio Territoriale del

Governo - Prefettura di Siracusa prosegue l’ i terburocratico verso la gara d’assegnazione di strumenti tecnicamente avanzati dei quali usufruirà proprio il <nostro> Dap. Con l’Ausl n. 8 stiamo già definendo la consegna dei locali in cui allocare tali macchinari. Quasi certamente, la scelta cadrà sul pianterreno del Palazzetto della Sanità, dove attualmente insiste l’Ufficio Vaccinazione dell’Ausl”.

- La situazione è migliorata anche dal punto di vista del personale

“Da non molto tempo, sono operative 30 nuove unità esterne, che danno manforte alle altre 30 interne del Dap. Fra queste new entries, che collaborano con noi nell’ambito dell’attuazione di una scheda del Piano di Risanamento Ambientale, ci sono biologi, fisici, chimici, ingegneri. C’è, però, un piccolo problema: il contratto di queste 30 nuove unita scadrà presto. Sarrebbe opportuno studiare un modo per prolungare la sinergia fra l’Arpa locale e questo staff di

Stoli: “Cieli a rischio a Melilli Augusta e Priolo”

Ambiente Sanità

Questa possibilità ci sembra impraticabile.

Il presidente della Re-pubblica si muove solo se in-vitato a livello istituzionale. Un comitato cittadino, seppur portavoce di un sacrosante istanze popolari, non è qualifi-cato dal punto di vista istitu-zionale. Più realistica appare l’idea di convincere molti cittadini a restituire la carta d’identità allo stesso presi-dente, con una forte denuncia sottoscritta da tutti i cittadini, che, comunque, possono ria-vere il documento, andando all’ufficio anagrafe. Ai tempi della presidenza Cossiga, padre Prisutto fu protagonista solitario dì un simile gesto.

professionisti”.C o m e p ro c e d e , s u l

territorio provinciale, il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche_

“ A b b i a m o i n s t a l l a t o un’apposita centralina in via Ovidio a Belvedere: era un’operazione che andava fatta. In un futuro non lontano, p o t r e m m o e s s e r e n e l l e condizioni di collocare - in aree ancora da definire - altri quattro rilevatori”.

- Nel frattempo, va avanti il monitoraggio sulla qualità dell’aria

“Si, e purtroppo sono emerse delle ricadute negative che coinvolgono ancora i territori di Priolo Gargallo, Melilli e Augusta. Il comune di Melilli, fra i tre menzionati, è quello relativamente più distante dal poìo industriale, eppure - essendo situato in un’area interessata da correnti eoliche - è a rischio allo stesso modo di Priolo e Augusta”.

Santi Pricone

Page 9: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 20059

Si è svolta, lunedì 12 settembre, a palazzo S. Biagio, una con-ferenza organizzativa

sui problemi della sanità, pro-mossa dal sindaco di Augusta che ha coinvolto i sindaci di Melilli, Priolo e Sortino e la deputazione regionale e nazionale, oltre che le orga-nizzazioni sindacali provin-ciali e di categoria. La CGIL, presente all’incontro con rappresentanti della segreteria provinciale, Marcella Coppa, e locale, Carmelo Lo Turco, e con i rappresentanti della categoria Funzione Pubblica Sanità, Enzo Vaccaro, Pino Bruno, Pippo Origlio e Enzo Cannavò, è stata attivamente impegnata tanto nella promo-zione dell’incontro che nella gestione dello stesso.

Da oltre un anno, infatti, la Cgil , con la locale Camera del Lavoro, sollecita un serio intervento sulle tante proble-matiche della sanità augusta-na, dal completamento del nuovo padiglione del presidio ospedaliero al rafforzamento di attrezzature e personale dei servizi territoriali.

La sanità ad Augusta ha

una sua valida e sana tradi-zione con medici competenti e personale seriamente impe-gnato che nei decenni trascor-si ci venivano invidiati. Il po-liambulatorio, ancora, godeva di una gamma di specialisti di buon livello. E ora? A di-stanza di pochi anni e in virtù di una gestione cosiddetta “manageriale” e centralizzata a Siracusa assistiamo, specie negli ultimi tempi, a un progressivo sman-tellamento di quanto era presente.

Uno smantella-mento che non ci sem-bra affatto omogeneo per tutta la provincia e che ci dà la sensazione che penalizzi sopra-tutto il nostro comune e che sembra avere come simbolo quella ennesima opera pub-blica incompiuta che è il nuovo padiglione del presidio ospedaliero: uno spreco di risorse pubbliche lasciate a degradarsi nel tempo, mentre la vecchia struttura muore giorno dopo giorno an-che perché non può utilizzare

i nuovi locali.Il nuovo padiglione è

già pronto per essere utiliz-zato anche solo in parte con una spesa irrisoria, peraltro già disponibile nelle casse dell’Azienda USL, come ri-petutamente dimostrato, conti alla mano dagli operatori del settore. Mentre invece l’ef-fettivo totale completamento necessita di somme forse non immediatamente reperibili, ma su cui la politica dovrebbe dare risposte forti, in tempi brevi.

Siamo certi che il man-cato avvio del trasferimento nei nuovi locali sia solo dipendente dalla mancanza di volontà politica della di-rezione della Azienda USL, i cui vertici come ormai tutti sapranno non risiedono nella nostra provincia, bensì in quelle di Catania, Messina e Palermo. “Questa mancanza di volontà politica” dicono alla CGIL, “assieme alle altre forze sindacali, cerchiamo da

“Si tratta di decisioni politiche” - dice la CGIL

Nuovo Muscatello:spreco di denaro

tempo di stimolare attraverso gli interventi sulla stampa, le manifestazioni pubbliche e, non ultimo, utilizzando un recente incontro svoltosi in Prefettura. Quello che nelle ultime settimane si sta cercan-do di fare ad Augusta è di sti-molare la sensibilità di questi manager provenienti da altre parti della regione, attraverso l’azione dei deputati nazio-nali e regionali, questi ultimi eletti nella nostra provincia e con i voti degli elettori qui residenti.

Noi non ci fermeremo al soli incontri nelle sale di riunione e se non vedremo nelle prossime settimane concreti segnali di buona vo-lontà, assieme alle altre forze sindacali e alle organizzazioni di volontariato cercheremo di portare la nostra protesta in altri luoghi: alla diretta atten-zione di chi ci deve ascoltare ed è forse stato, finora, troppo distratto”, così ha concluso Carmelo Lo Turco della CGIL.

La nuova ala del “Muscatello”

L’attuale sede del “Muscatello”

Page 10: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200510 Porto

Sembra ormai cosa fatta, è previsto per la seconda metà di ottobre l’apertura del-

l’”autostrada del mare” un servizio di navi “RoRo” che collegherà il porto di Augusta con quello di Ravenna.

L’idea nasce da un no-stro concittadino, Carlo Noè, che, avendo a cuore lo svi-luppo economico lavorativo e commerciale di Augusta, ha interpellato amici, proprietari di una societa’ di navigazio-ne, la B.M.M.S. Motorway Mediterranean Sea, con sede in Calabria, per studiare la fattibilità del progetto.

Sono state contattate diverse associazioni e coo-perative di autotrasportatori del catanese, del ragusano e

Prevista per la II metà di ottobre Da Augusta l’autostrada del mare per Ravenna

Nel caos totale il traffico la mattina e per fortuna non piove

Ricominciano le scuole e si rinnova l’annoso problema del traffico verso il centro storico

della nostra provincia con un manifestato interessamento da parte di essi. Si è passato a intraprendere il lavoro bu-rocratico per portare a compi-mento il progetto che ha visto favorevoli parlamentari della nostra provincia, il ministero delle infrastrutture e, grazie anche alla disponibilità del presidente dell’autorità por-tuale di Augusta e della sua stessa segreteria, possiamo dire che con molta proba-bilità entro la seconda metà del mese di ottobre vedremo arrivare la prima nave.

Sono previste due par-tenze settimanali. Il tragitto sarà effettuato in circa 30 ore. Successivamente il pro-getto sarà ampliato con un altra nave che arriverà fino

Sicilia, in q u a n t o solo con l a l o ro presenza vengono rispettati i segnali di obbligo di svolta a destra per ch i viene da via Matteotti o dal campo container, e le due strade parallele al corso Sicilia dove vige l’obbligo di svolta a destra. Non appena i vigili vanno via, nessuno più rispetta questi segnali. Ora, o si ammette che la rotatoria è fatta male, e quindi la cosa più giusta è quella di togliere questi divieti, oppure si fa ri-spettare la legge a tutte le ore e non solo la mattina.

Nell’incrocio per Bru-coli è urgentissima la rea-lizzazione di una grande

in Slovenia.E’ chiaro che tutto que-

sto porterà lavoro per imprese portuali, agenzie marittime, e, coinvolgerà tutto l’indotto del

20 settembre, per scen-dere dal monte per Augusta centro la fila cominciava dal panifi-

cio Attard. Meglio allora scendere

dalla strada dei pompieri, anche se ormai è occupata per la metà da cespugli che la rendono ancora più stretta. Idea allucinante perché la strada di Brucoli è comple-tamente intasata. Allora si ritorna indietro e si scende dalla strada dell’ospedale per il lungomare ma ahimè mi ero scordato dei lavori alla Porta spagnola, la fila si perde all’infinito oltre il pas-saggio a livello, il semaforo rimane per cinque minuti con il rosso da tutte e due le parti, forse per dare la possibilità agli operai restauratori di compiere la loro opera.

Unica soluzione: ar-marsi di tanta pazienza e aspettare che tutto finisca.

Quando finalmente si arriva ai famigerati incroci si capi-sce il perché di tanto ingorgo: tutti gli incroci e le cosiddette rotatorie sono presidiate dai vigili urbani, che cercano con tutti i mezzi di far scorrere il traffico. L’effetto è quello contrario, non si capisce perché.

Non è che forse c’è qualche cosa che non va nella realizzazione di questi incroci o rotatorie? Non è possibile addebitare ai cittadini la responsabilità del manca-to funzionamento di questi incroci. In tutto il mondo si fanno enormi rotatorie per snellire il traffico ed evitare i semafori, magari prima di realizzarla e in modo defini-tivo vengono realizzate con transennamenti provvisori, proprio per verificarne la funzionalità. E’ assurdo che i vigili debbano presidiare una rotatoria! tipo quella di corso

Viabilità

porto commerciale.C.N.

rotatoria, anche provvisoria per il momento.

In ogni caso l’ufficio preposto alla viabilità deve rivedere al più presto l’intero sistema di viabilità cittadina perché se in una giornata di sole succede un intasamento simile non voglio nemmeno immaginare quello che succe-derà con le prime piogge

I. L.

Page 11: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200511 Cultura

E’ stato varato in tutta fretta e sul finire del-la stagione estiva un modesto programma

d’intrattenimento in Piazza Castello.

Gruppi teatrali amatoria-li cittadini e di qualche centro vicino per la terza edizione della stagione estiva intitola-ta “All’ombra di Federico”, con ovvio riferimento alla dislocazione della piazza Castello, a ridosso quasi del

Neanche il nostro editore si è scoraggiato quando la Am-ministrazione comunale gli ha negato qualsiasi appoggio per

la realizzazione di una bellissima guida di Augusta, curata da ”ShloQ imaging” e stampata in quadricromia nella tipo-grafia d’arte ”Il torchio”, dove viene stampato il nostro giornale.

La guida che si divide in 6 per-corsi: architettonici, cucina, percorsi naturalistici, percorsi marini, festività, ed è arricchita da numerose immagini, alcune inedite, alcune davvero sug-gestive. La guida si occupa di tutto il territorio augustano, che comprende Brucoli e Mègara Hyblaea e contiene anche numeri utili, che possono essere consultati nelle prime pagine, per chi avesse bisogno di ricorrere al telefono per le sue necessità.

E’ una guida, dunque, utile, bella e piena di informazioni sulla nostra città, che non dovrebbe mancare in ogni

castello svevo federiciano fatto costruire da Federico II di Svevia, fondatore di Augusta, cui, però, nessuna amministrazione, nemmeno questa che gli ha dedicato la stagione estiva, ha mai inti-tolato né una piazza né una strada, né un vicolo.

L’eccezione di questa modestissima e tardiva stagio-ne estiva è rappresentata dalla proiezione di “Shortini 2005”, sei cortometraggi,

frutto dell’ingegno e dell’im-pegno di giovani autori locali e no, proiettati - domenica 11 settembre poco dopo le 21, nell’ambito, appunto, della stagione “federiciana”.

Stefano Cacciaguerra, Roberto Furnari e Agostino Gulino, giovani universitari di Augusta, sono i registi-. autori di quattro dei cortometraggi, già proiettati in anteprima per parenti, amici e conoscenti la sera di mercoledì 1° settembre nei locali dell’ex mercato civico, en plein air, riscuotendo il gradimento del folto pubblico presente, costituito in maggioranza da giovani, coetanei degli autori. “Il ballo avverso”, “Ans’A’ttesa”, “Mi piaccion le sbarbine”, “Papavero”, “Nere donnole e alberi colo-rati”, “Urobus”, i titoli dei cortometraggi, alcuni dei quali hanno il taglio dei videoclip e altri del cinema del grande schermo; qualcuno

libreria domestica, preziosa per tutti gli scolari che devono compiere ricerche su Augusta e che, spesso, sono costretti a recarsi nella biblioteca civica e consul-tare molti testi.

AU è il simbolo chimico dell’oro e i giovani, che hanno curato la guida, ricercando pure gli sponsor, hanno de-ciso che doveva essere il simbolo stesso della guida, anche perché, essendo figli di questa terra, vedono o sperano di ve-dere Augusta come una città dorata. AU si trova nelle edicole al prezzo di € 2,50, che insieme ad alcuni sponsor hanno dato la possibilità di coprire in parte le spese per la realizzazione. L’importante è continuare, malgrado tutto.

G.di A.

è decisamente goliardico, qualche altro metaforico-poetico.

I ragazz i non hanno a v u t o a l c u n s o s t e g n o d a l l ’ A m m i n i s t a z i o n e comunale però non si sono scoraggiati e hanno cercato alcuni sponsor.

Diletta Càsole

Cortometraggi e commedie all’ombra di Federico

Federico II di Svevia

La copertina di AU, guida di Augusta,in vendita nelle edicole

Page 12: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200512 DossierA cura del comitato cittadino contro il termovalorizzatore

Per area iblea viene in-teso il territorio della Sicilia sud orientale che si affaccia sul

Mediterraneo e comprende le province di Siracusa, Ra-gusa e parte della provincia di Caltanissetta. Trattasi di una zona prevalentemente calcarea esposta al rischio sismico che si estende dal mare ai monti Iblei da cui prende il nome.

I Fino all’inizio degli anni Cinquanta dello scorso secolo questa zona era ca-ratterizzata da una modesta economia basata sull’agricol-tura, sulla pastorizia, sull’ar-tigianato e sulla pesca; poche e piccole erano le industrie

presenti, esse si interessava-no per la maggior parte alla trasformazione ed alla conser-vazione dei prodotti del suolo e della pesca, e dai prodotti del sottosuolo; ad Augusta ed in qualche altra zona co-stiera sorgevano le saline. La moderna industrializzazione negli Iblei inizia subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nella prospettiva

Breve storia e situazione del polo industriale Augusta-Priolo-Melilli

di conquistare i mercati inter-nazionali fu deciso di allocare negli Iblei industrie per la raffinazione del petrolio le industrie di base chimiche e petrolchimiche, privilegiando le zone costiere. L’obiettivo era quello di creare nel sud grandi poli di sviluppo, da qualcuno definiti “Cattedrali nel Deserto”, capaci di creare un indotto di piccole e medie industrie per il decollo econo-mico dell’intera zona. Così i territori,, iblei, è precisamente quelli di Augusta-Priolo-Me-lilli e di Gela, splendide coste ricche di agrumeti, carrubeti mandorleti, sabbia e mare pescoso venivano sacrificate per creare due, cattedrali nel

deserto che tuttavia non riu-scirono nell’intento di creare l’auspicato indotto.

L’inizio di detta indu-strializzazione si può datare nel 1948, quando un giovane industriale milanese, più tardi Angelo Moratti, più noto quale presidente della società calcistica Inter, pen-sò di costruire ad Augusta una raffineria, la RA.SI.

O.M. (Raffineria Siciliana Oli Minerali) successivamente ceduta alla Esso. La scelta di Augusta fu determinata dal fatto che essa si trovava in una zona pianeggiante, sulla rotta Suez-Gibilterra dove si registrava il maggior traffico del greggio proveniente dal Medio Oriente e dalla Russia, dalla facilità di approvvigio-namento idrico, dalla grande disponibilità di manodopera a basso costo, dal porto natu-rale e dalla possibilità di uti-lizzare i serbatoi interrati e il pontile della Marina Militare, impiegati durante la seconda guerra mondiale. Moratti acquistò gli impianti di una raffineria americana dismessa a Longview nel Texas che, imbarcati nel 1949 ad Hou-ston sulla motonave liberty “Giacinta Fassio”, vennero scaricati nel porto di Siracusa e da qui trasferiti e rimontati dove sorge l’attuale raffineria da tecnici istriani aiutati da operai del siracusano.

A metà del 1950 la raffineria cominciò a produr-re. Sfruttando le numerose agevolazioni e gli incentivi economici erogati dalla Cas-sa per il Mezzogiorno, per

attrarre nel Sud gruppi sia privati che pubblici, negli Iblei comincia quello che ve-niva comunemente chiamato il miracolo economico”. Nel siracusano, dopo la Rasiom, si insediano altre industrie come la Liquichimica, ora Sasol, che doveva utilizzare le paraffine lineari per la produzione di bioproteine, la Cogema, l’Eternit, la Sicil-fusti, l’Edison, che investe quanto ricavato dalla cessione delle industrie elettriche allo Stato nella Chimica con la S.IN.CAT. (Società Indu-striale Catanese) che produce inizialmente fertilizzanti, la Celene, una società a capitale misto Edison-Union carbide, che produce polimeri, quindi la Montecatini che produce prodotti chimici e petrolchi-mici. Nel 1953 viene costruita la centrale termoelettrica Enel Tifeo, alimentata con olio combustibile fornito dalla Rasiom, mentre agli inizi de-gli anni ‘70 viene costruita la I.C.A.M. (Impresa Congiunta Anic Montedison) che produ-ce ancora oggi oltre 700.000 tonnellate/anno di etilene, la centrale termoelettrica Enel di Melilli, il depuratore Consor-

Page 13: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200513 Dossiertile della IAS (Industria Ac-que Siracusane), la raffineria ISAB, costruita demolendo oltre 200 abitazioni di Ma-rina di Melilli e cancellando letteralmente quest’ultima dalla carta geografica, e infine l’impianto di gassificazione e cogenerazione di residui petroliferi della Erg, l’Isab-Energy. A Gela, sotto la spinta della scoperta nel 1956, da parte della Agip Mineraria, di un giacimento di petrolio di scadente qualità per l’alto contenuto in zolfo e l’alta viscosità, lo Stato decise di costruire il petrolchimico, un grosso insediamento in-dustriale, quasi una risposta al polo industriale privato del siracusano. La posa della prima pietra nel Petrolchi-mico avvenne il 19 giugno del 1960 alla presenza del presidente dell’ENI, Enrico Mattei, il pioniere che il pe-trolchimico aveva con forza e determinazione voluto.

La struttura produttiva del petrolchimico, dotato di centrale termoelettrica pro-pria, riguardava la raffina-zione di petrolio, la chimica organica e petrolchimica, con produzione di etilene e acrilonitrile (prodotto base per la produzione di fibre sintetiche), e quella inorga-nica con produzione di acido solforico, ammoniaca, cloro, soda, solfato di ammonio, urea e concimi complessi.

A partire dalla II metà degli anni Settanta entrava in produzione un impianto di dissalazione di acqua di

mare, di proprietà della Regione siciliana e gestito dall’Eni, che ancora oggi fornisce acqua dolce, per gli usi potabili, industriali e/o agricoli a tutta la fascia costiera che va da Gela ad Agrigento.

Si pensava che i gran-di insediamenti industria-li, concentrati in ristrette zone, potessero rigenerare il tessuto economico-socia-le diffondendone i benefici a macchia d’olio nelle zone vicine. Questo, purtroppo, non è avvenuto. A Gela, come nel polo Augusta-Priolo-Melilli, gli stabilimenti hanno cambiato la fisionomia della territorio. In queste zone si visse nella speranza dell’industrializzazione, dello sviluppo, del benessere, della ricchezza per una popolazio-ne abituata a miseri salari e all’incertezza del domani. L’insediamento industriale fu visto come fenomeno ri-voluzionario che aumenta a dismisura il reddito pro capite e realizza il sogno degli uo-mini del sud di lavorare nella propria terra senza il bisogno di espatriare; nel tempo anche questa visione è risultata in-gannevole. Le conseguenze di questa industrializzazione furono il trasferimento di manodopera dall’agricoltura all’industria, i maggiori red-diti, il benessere, il modo di pensare e di vivere, la mo-torizzazione di massa con la vespa della Piaggio e la 500 della Fiat, la lavabiancheria, la cucina a gas, ma anche

l’aumento delle malattie professionali, delle neopla-sie, dei nati malformati, dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. Tutto questo portò inesorabilmente all’espansione dei consumi e all’aumento dei prezzi, con gravi disagi per coloro che non lavoravano nelle indu-strie, e al peggioramento della qualità della vita. Di salute e di ambiente, beni ai quali non si può rinunciare se si vuoI continuare a chiamarsi uomini, non se ne parlava. Nel concepire queste realtà industriali non si pensò, per esempio, alle infrastrutture come ferrovie e strade ne-cessarie per il trasporto delle materie prime, dei prodotti finiti, per il movimento degli addetti e per creare vie di fuga in caso di calamità. Che queste cattedrali nel deserto rappresentassero un pericolo costante nel tempo lo rico-nobbe, anche se con ritardo, il Ministero dell’Ambiente che inseriva i poli industriali iblei di Gela e Priolo fra le aree a elevato rischio di crisi am-bientale ai sensi della legge 349/86. Ancora oggi le fer-rovie sono a un solo binario, mentre delle autostrade, pro-gettate da oltre un trentennio, sono stati realizzati solo nove chilometri della Gela-Siracu-sa: questo è un esempio del quadro complessivo di ombre e di luci di una nuova realtà sociale dove si pensava solo allo sviluppo e non ad uno sviluppo sostenibile.

Nel 1979 nella rada di Augusta si verificarono ripe-

tute morie di pesci.Nel 1980 nell’ospedale

Muscatello si registrò un aumento del numero dei nati con malformazioni congenite rispetto agli anni precedenti. Dette morie di pesci, fretto-losamente archiviate e messe in relazione all’aumento delle microalghe nell’area portuale, fecero sospettare che il feno-meno potesse essere collega-bile all’attività industriale. Fu informato di ciò il pretore di Augusta, Antonino Condo-relli che sollecitò il Ministro della Sanità a inviare una commissione d’inchiesta la quale decise di mettere sotto controllo i nati con malfor-mazioni, facendo entrare tutta la provincia di Siracusa in un programma di monitoraggio I.P.I.M.C. (Indagine Policen-trica Italiana Malformazioni Congenite) con sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Presso questo Centro sono affluiti i dati fino al 1989. Dal 1990 a oggi, es-sendosi costituito il Registro Siciliano delle Malformazioni Congenite (ASMAC), i dati affluiscono presso quest’ulti-mo Centro che a sua volta li trasmette al Ministero della Sanità ove confluiscono i dati degli altri Registri Regionali. Pertanto ai oggi siamo in pos-sesso di 24 anni di dati sulle malformazioni congenite del-la nostra provincia rapportati ai dati Regionali e Nazionali, considerato che essi sono raccolti secondo un unico protocollo internazionale.

Fine I parte

Page 14: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200514 Abusivismo

E’ di nove persone denunciate a piede libero e cinque im-mobili posti sotto

sequestro giudiziario il bi-lancio di un’operazione della polizia municipale contro gli abusi edilizi nel territorio di Augusta. Gli agenti della squadra specializzata nel contrasto dei reati di natu-ra edilizia hanno scoperto diversi casi di mancanza di concessione edilizia in manu-fatti realizzati nelle campagne augustane. E’ il caso di un’in-tera famiglia di Lentini, che nella località Portobello, in contrada Agnone, ha realizza-to un immobile su un appez-zamento di terreno privo di concessione edilizia. I vigili urbani hanno denunciato 4 persone di età compresa tra

La polizia municipale si è mossa

i trentasette e gli ottant’anni. Comunicazione di no-

tizia di reato anche per un allevatore di 41 anni di Torto-rici, domiciliato ad Augusta, denunciato per aver realizzato in contrada Vetrano alcune costruzioni precarie adibite ad abitazione e ricovero di animali di razze ovina, suina, caprina e pollame. Anche in questo caso il manufatto era privo di concessione edilizia, con l’aggravante della man-canza di autorizzazione allo scarico, prevista per l’attività di zootecnia.

Anche in contrada Oli-veto, gli agenti della polizia municipale hanno accertato lavori su un manufatto rea-lizzato in un appezzamento di terreno privo di concessione edilizia. In questo caso la

comunicazione della notizia di reato riguarda due coniugi originari di Piazza Armerina. Nella stessa zona, è stato de-nunciato per aver proseguito i lavori su un immobile già sottoposto a sequestro penale per abusivismo edilizio.

Doppia violazione dei

La giunta comunale ha approvato il progetto di assistenza econo-mica per servizi a

favore della collettività. Si tratta di un regolamento che determina obiettivi, aree di intervento, modalità, criteri di accesso e tempi di attuazione dell’assistenza a nuclei fami-liari in condizioni di disagio economico.

Grazie a questo prov-vedimento, l’amministra-zione comunale prevede di impiegare fino a cinquanta soggetti svantaggiati, ma abili al lavoro, da impegnare per tre ore giornaliere, nell’arco di cinque giorni la setti-mana e per un massimo di quattro mesi. Nulla cambia, ovviamente, per coloro che

APPROVATO IL PROGETTO DI ASSISTENZA ECONOMICA

73 mila euro per servizidi pubblica utilità

L’assessore Salerno: “Abbiamo dato una spallata all’assistenzialismo fine a sé stesso.

abili al lavoro non sono, ma che hanno comunque diritto all’assistenza economica.

L’azione si svolgerà in due tempi, per assicurare la continuità dei servizi nel-l’arco di otto mesi, così, ver-ranno impiegati venticinque soggetti per volta, sempre coordinati dalle squadre co-munali. I servizi che possono essere espletati dai lavoratori socialmente utili sono molte-plici: la custodia, la cura del verde pubblico, interventi di manutenzione ecc.

“Mi auguro che la Re-gione Siciliana finanzi un ulteriore progetto di assisten-za economica che abbiamo presentato come Ammini-strazione –”ha affermato l’assessore alle politiche so-

ciali, Attilio Salerno-” che ci permetterebbe di coprire altri 12 mesi di assistenza econo-mica in cambio di servizi di pubblica utilità. Un progetto che assicura l’espletamento di alcuni servizi essenziali per il decoro della città e ga-rantisce assistenza a soggetti svantaggiati, senza trascurare la componente psicologica per questi ultimi che posso-no ricambiare con il lavoro l’iniziativa economica in loro favore”.

Il progetto prevede una spesa complessiva per il Co-mune di poco più di 73 mila euro, comprese le coperture assicurative per i lavoratori che beneficeranno dell’assi-stenza economica.

U.S.

9 persone denunciate, 5 immobili sequestrati

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sigilli invece per un 85enne, di Augusta, che, avendo realizzato abusivamente un immobile in contrada Celona, era stato già in precedenza denunciato per violazione dei sigilli. In questo caso, dun-que, c’è l’aggravante della reiterazione del reato.

Page 15: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200515

La giunta comuna-le ha approvato la proposta di conven-zione per il recupero

e la gestione del parco del-l’hangar e degli edifici minori al fine di garantire la giusta fruizione di un patrimonio storico e ambientale che, dopo decenni di abbandono era ampiamente degradato.

Si avvia così l’iter che, in pochi mesi, dovrebbe por-tare alla definitiva consegna del parco dell’hangar all’as-sociazione di volontariato no-profit “Hangar Team”, costi-tuitasi, su iniziativa di privati cittadini, nel 2001 e che nelle sue finalità istitutive prevede proprio il recupero dell’area. La proposta di convenzione prevede che per i prossimi quattro anni, a titolo asso-lutamente gratuito, l’Hangar Team si debba occupare del recupero e della gestione del parco per la sua conservazio-ne e pubblica fruizione come verde attrezzato, con impianti di tipo ricreativo, turistico, sportivo, culturale, ecc.

L’unico onere a carico del Comune sarà un minimo

contributo per l’energia elet-trica e fornitura di acqua, fino a un importo non superiore a 5 mila euro, una conven-zione che consente, dunque, di valorizzare e conservare un’area di grande interesse storico, culturale e ambientale che in questi anni è stata fatta oggetto di atti vandalici e danneggiamenti, senza grava-

Approvata la proposta di convenzione per la gestione dell’hangar

re sulle risorse economiche e sull’organico del Comune”.

Nel 1968, infatti, era stato previsto nel piano re-golatore generale che, nel caso di dismissione da parte militare, l’area dell’ex idro-scalo, venisse destinata alla pubblica fruizione, tramite concessione al Comune di Augusta. La concessione è

Monumenti

maturata soltanto nel giugno del 2004.

“Le condizioni dell’area, acquisita dopo decenni di ab-bandono, sono tali da richie-dere tutta una serie di inter-venti conessi, non soltanto al recupero di quel patrimonio immobiliare, ma in primo luogo motivati dalla indero-gabile necessità di assicurare che l’area venga presidiata permanentemente per evitare atti vandalici o semplicemen-te presenze estranee che pos-sono arrecare danni talora ir-reparabili, come già avvenuto in passato –ha detto il sindaco Carruba- “una situazione oggettivamente impossibile da far gestire direttamente all’ente comunale –aggiunge il primo cittadino- ed ecco giustificato il ricorso alla convenzione con le associa-zioni di privati cittadini che ci permetterà di consegnare, in breve tempo alla città un patrimonio storico, culturale e ambientale di inestimabile valore soprattutto per la sua unicità. ”.

U.S.

Per pubblicare gratuita-mente aunnunci su questo

spazio, rivolgersi diret-tamente presso la tipo-

grafia “Il torchio” di via Garibaldi, 16 - Augusta, oppure scrivere e-mail:

[email protected]

Vendesi attività commercia-le in zona balneare Augusta Faro Santa CroceTel. 339.5760176 - 333.9662832

RITORNO IN EDICOLACari lettori,dopo l’uscita del numero scorso, il 17, distribuito

gratuitamente, nel mese di giugno presso i bar e i su-permercati e presso qualche rivendita di giornali, molti di voi, abituati a comprare regolarmente il giornale presso le edicole, sono rimasti senza il numero; molti non hanno nemmeno saputo che era uscito.

Abbiamo ricevuto, infatti, molte e qualificate proteste. E’ un buon segno. E’ segno che questo giornale s’è conquistato uno zoccolo duro di lettori che meritano rispetto, anche se, conviene ripeterlo, occorre vendere di più.

Ritorniamo, perciò, nelle edicole, con tutto quello che questo comporta in termini economici.

Confidiamo nel vostro sostegno.

Innocenzo Leonardi Editore

Page 16: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200516 Beni culturali

L’attuale asses-sore regiona-le al turismo, Fabio Granata

(Alleanza Nazionale), ha fatto conoscere Siracusa in Europa come patrimo-nio dell’umanità, sotto l’egida dell’UNESCO.

La stessa cosa per Noto e Pantalica. Mega-ra Hyblea è considerata, invece, alla stregua di un campo di patate (vedi foto).

I contadini colti-vano il terreno, i turisti, qualora ci fossero, non sanno nemmeno come arrivarci: forse c’è un cartello, se la vegetazione non l’ha coperto.

Per raggiungere gli scavi ci vuole il filo di Arianna. Dopo tutte queste peripezie, il fortunato turista, che riuscisse a raggiungere gli sca-vi, si troverebbe abbandonato a sé stesso, giacché non esiste la figura della guida.

A questo punto ci chiediamo se il turismo è solo appannaggio della sua Siracusa, mentre Augusta è conosciuta solo come la cene-rentola della provincia, come polo industriale. La vergogna perpetrata nel nostro territorio ha raggiunto livelli inaccettabili di sopportazio-ne. E’ giunta l’ora che l’augustano prenda possesso del suo terri-torio, sempre che non si realizzi l’incenerito-re che dovrebbe sorge-re proprio in quel sito.In questo caso sarebbe completa l’opera di devastazione.

Movimento difesa del cittadino di

Augusta

Lettera di protesta all’assessore regionale al turismo, Fabio Granata

Mègara Hyblea è diventata un campo di patate!

Fotoservizio di Valerio Valeri

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settembre 200517

L’ a s s o c i a z i o -ne sportiva VIR-TUS AUGUSTA BASKET è tra le

più antiche e medagliate società di basket della provin-cia di Siracusa e dell’intera Sicilia,essendo stata fondata nel 1977.

L’attività giovanile è molto intensa in quanto si partecipa a ben 5 campio-nati regionali con circa 100 tra bambini e adolescenti. Nell’anno 2004/2005 la pri-ma squadra formata da 10 elementi,ha partecipato con onore sfiorando i play off al campionato nazionale di C 1.

Allenatori sono i tecnici federali Josè Motta veterano benemerito socio fondatore della Società nonché attuale vicepresidente, ed il validis-simo Gigi Valora, preparatore atletico ben noto nell’ambien-te augustano.

Tuttavia, nonostante la numerosa tifoseria e i pre-stigiosi traguardi raggiunti in quasi 30 anni, la società non trova adeguato sostegno economico e ha confidato soprattutto nelle generosità di tanti piccoli sponsor, che solo parzialmente riescono ad alleviare i notevoli costi dell’intera attività.

Tali costi sono determi-nati da 2 fattori importanti: l’iscrizione a vari campionati che solo per la 1/a serie è quantificabile in circa 10/11

mila euro annui e la man-canza di impianti. Il primo fattore quest’anno lo hanno risolto rinunciando a parteci-pare, con estrema sofferenza al Campionato di C 1 tanto faticosamente conquistato ri-cominciando con una squadra tutta giovanile dalla serie D.

Per il secondo, forse, an-che quest’anno, come gli anni passati, saranno costretti a migrare in città vicine,ahimé più ospitali e meno costose di Augusta.Il costo orario negli impianti Comunali di Brucoli e Augusta va da un minimo

Impiantistica: anno zero

di 25 euro a un massimo di 75 per allenamenti e partite ufficiali per un costo medio mensile non inferiore a 900 euro (per 9 mesi) contro i 15 euro di Priolo.

La Virtus è ubicata da sempre nella palestra all’aper-to di Via S. cuore, dove si svolge prevalentemente l’at-tività giovanile. Naturalmente hanno chiesto più volte alle istituzioni, soprattutto al Co-mune di Augusta, di trovare anche per questa società un impianto al coperto a costi accettabili, ma fino a oggi solo promesse.

La situazione impianti di questa città è veramente di-sastrosa se guardiamo anche ad altri sport, quali il nuoto, con una piscina fatiscente inadeguata e all’aperto.

Il calcio con uno stadio degno dei paesi più sottosvi-luppati (tribune e muri caden-ti, campo pantanoso e senza una pista d’atletica ecc.)

Inoltre alcune scuole, quali l’ITIS, e il liceo, han-no dismesso le palestre per lavori di restauro mentre alla

scuola “Media Todaro” una mega palestra aspetta da 2 anni di essere completata, per la disputa tecnico-economica sulla posa in opera del tetto!

La Marina Militare, che occupa tanta parte del nostro miglior territorio, ha da un anno costruito un impianto al coperto, fruibile per la pallacanestro, ma anch’esso tutt’ora inagibile.

Quest’anno infine, il Co-mune ha dimezzato i contri-buti sportivi che ahimè paga ogni tre anni (devono ancora pagare il 2002/2003)!

E che dire delle indu-strie petrolchimiche della no-stra zona che tanti benefici e profitti hanno tratto dal nostro incantevole territorio dilania-to da un pesante inquinamen-to prodotto dalle loro attività che nessun contributo, tranne qualche sporadico esempio, danno allo sport e alla vivi-bilità della nostra città?

I.M.

Sport

Page 18: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200518 Storia

Nell’anno 2005, oggi, considerata l’attuale situazione del sud d’Italia e il

sempre perenne stato di de-grado in cui versa la maggior parte delle nostre città e delle nostre contrade, costatato che il nostro presente, deriva in massima parte dal nostro passato, è imperativo porsi alcune semplici domande, alle quali tenteremo di dare le giuste risposte.

Com’è stata attuata l’unità d’Italia? le popola-zioni del Regno delle Due Sicilie erano oppresse?

Volevano essere libe-rate? Volevano risorgere? avevano bisogno, cioè, di un risorgimento come quello che poi ci è stato imposto nel 1860? Esaminiamo per un attimo le condizioni del Regno delle Due Sicilie fino all’invasione piemontese.

La popolazione era per la stragrande maggioranza contadina, viveva in pratica dei frutti della terra che essa stessa lavorava, ma a quel-l’epoca tutta l’Italia, per non dire l’Europa e oltre, viveva prettamente di un’economia di tipo agricolo.

Con l’eccezione non in-differente che nel Regno delle Due Sicilie le terre demaniali e quelle della Chiesa erano concesse gratuitamente ai contadini che, quindi, poteva-no coltivarle senza eccessive preoccupazioni, non si sciala-va, ma non si moriva di fame. La grande crisi del settore ini-ziò dopo il 1860, quando tutte le terre demaniali e quelle appartenenti alla chiesa, fu-rono vendute a beneficio dei piccoli e grandi proprietari e il ricavato trasferito al nord. Fu allora che ebbe inizio la grande emigrazione di massa con picchi da esodo e sembra che la diaspora ai giorni nostri

stia per ricominciare. Sempre più spesso i nostri giovani si recano al nord o all’estero in cerca di lavoro e la situazione dopo 145 anni di forzata unità non è affatto cambiata.

Nel regno delle Due Sicilie il naviglio mercan-tile era al terzo posto nel mondo dopo Inghilterra e Francia e i traffici marittimi toccavano quasi tutti i porti più importanti del globo. A Castellamare e a Palermo era fiorente l’attività cantieristica sia militare che commercia-le, con migliaia di addetti e di lavoratori. In Calabria vi erano fonderie e acciaierie. In Sicilia si produceva e si esportava la seta oltre ai filati e ai tessuti. A Pietrar-sa, si costruivano vagoni e locomotive ferroviari oltre a traversine con 1000 addetti; d’altronde, la prima ferro-viaria italiana in assoluto fu la Napoli–Portici, inaugurata nel 1827. Il primo battello a vapore fu varato nei cantieri di Castellamare nel 1818. Il primo ponte in ferro sospeso fu inaugurato da Ferdinando II sul Garigliano. Invece la prima rapina di Stato fu vara-ta da Garibaldi a Palermo nel 1860, quando svuotò le casse del Banco di Palermo di una cifra stratosferica per quei tempi e su cui a tutt’oggi non si è mai fatta piena luce.

Napoli era, a ragione, la terza città d’Europa dopo Pa-rigi e Londra, per grandezza e importanza, resa ancora più bella da Carlo III di Borbone che vi aveva edificato alcuni tra i più splendidi edifici di Europa tra cui la reggia di Caserta, il teatro S. Carlo, la reggia di Capodimonte, con annessa la famosa fabbrica di porcellane.

La legislazione del re-gno delle Due Sicilie era tra le più avanzate del mondo, le

sue leggi, infatti, vietavano la tor-tura giudiziaria (non era così in Piemonte e in Inghilterra) Sta-bilivano che la corrispondenza privata non fos-se manomessa.Impedivano che un debitore fos-se imprigionato senza un giu-dizio di merito che stabilisse l’esistenza del debito stesso o la frode.

E s i s t e v a già nel regno la pensione per i pubblici dipen-denti e il debi-to pubblico era inesistente, d’altronde il regno delle Due Sicilie era uno stato pacifico e indipendente, risanato già da molti anni dal suo debito pubblico da Ferdinando II di Borbone, che non si dava alle spese pazze dovute alle continue guerre e ai continui azzardi. Ferdinando II desi-derava solo di vivere in pace dentro i confini del proprio regno, in sereno ma cordiale

isolamento e, proprio questa attitudine gli fu fatale: non aveva fatto i conti con i ra-paci vicini i Savoia in primis (parenti coltelli) l’Inghilterra e la Francia.

In Sicilia non esisteva la leva obbligatoria: essa fu introdotta da Garibaldi e confermata dai Savoia.

La cosiddetta questione meridionale fu inventata dopo il 1860, dopo che il sud fu scientemente spogliato di

Il Regno delle Due Sicilie prima dell’invasione piemontese del 1860

Page 19: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200519

ogni suo avere, di ogni attivi-tà produttiva, di ogni cantiere, di ogni opificio e trasferito al nord. Con l’unità d’Italia il debito pubblico del Piemonte, ammontante a molte miglia di miliardi di oggi, fu risanato con le ricchezze del sud, solo le riserve in oro del Banco di Napoli ammontavano a circa 433 milioni di allora.

Con l’avvento della Re-

pubblica Italiana, le cose non sono di molto cambiate, il mito del risorgimento è sempre presente a ricordarci che siamo sudditi, che siamo colonia interna del nord, e a farci risaltare tutte le no-

stre differenze che saltano subito agli occhi, ecco qual-che esempio:

- al nord è stata realizzata l’autostrada del sole a otto cor-sie, al sud invece abbiamo la Sa-lerno–Reggio Ca-labria, 350 Km. di sofferenza e di incubo piena di cantieri e di con-tinue interruzioni, perennemente in fase di ammoder-namento. Al nord hanno costruito ferrovie con dop-pio binario ad alta velocità con treni confortevoli e mo-

derni che sfrecciano veloci, al sud e in Sicilia in particolare le linee ferrate sono a unico binario e cosi ormai resteran-no per sempre.

Da noi ancora si discute e ci si accapiglia per realizzare il ponte sullo Stretto, al nord si realizzano e si finanziano passi di valico e infrastrutture avveniristiche. I finanziamen-

ti importanti, quelli veri, sono sempre stati dall’unità a oggi in rapporto di 2 per il sud e 20 per il nord.

Intorno ai primi anni cinquanta e sessanta del ‘900 fu realizzata al sud qualche

industria inquinante, qualche raffineria, qualche industria chimica che ha ormai esaurito la sua spinta occupazionale. Il turismo, invece unica risorsa vera e importante, che avrebbe potuto apportare occupazione e risorse stabili, volutamente è rimasto ignorato.

Oramai solo l’abusivi-smo selvaggio è padrone delle nostre meravigliose coste, perché lo Stato è sempre ri-masto assente, ha provveduto la mafia e il privato a occu-pare gli spazi rimasti vacanti dalle istituzioni.

Al nord, al contrario, si sono realizzate sempre nello stesso periodo, realtà industriali e artigianali legate principalmente alla piccola e media impresa che produco-no lavoro e occupazione. E’ inutile che si viene cianciando di non voglia di lavorare, di cattiva gestione della cosa pubblica ecc. La realtà della nostra penisola è una realtà perversa, voluta e sancita a tavolino. Quando, dopo l’ul-tima guerra, avvenne la tacita spartizione del territorio tra le forze politiche italiane: Il nord, in massima parte indu-

strializzato e sindacalizzato, fu dichiarato roccaforte del partito comunista e della sinistra, tranne qualche rara eccezione.

Il sud, consapevolmen-te tenuto in stato di voluta

arretratezza doveva avere un’economia di tipo assisten-ziale, sostenuta da pensioni di invalidità, da assegni sociali e dall’arte di arrangiarsi, do-veva essere serbatoio di voti della democrazia cristiana e alleati, doveva continuare a essere cliente di questo o di quell’onorevole o ministro e ingrossare le fila della ma-novalanza della mafia con cui più o meno, tutti i partiti avevano rapporti.

Questa dunque la si-tuazione fino a pochi anni fa, che nel sud non è cam-biata molto, l’emigrazione è tornata a crescere e cosi anche il clientelismo, tra un po’ lo status quo sarà com-pletamente ripristinato: tutto cambia affinché tutto resti come prima, diceva Tomasi di Lampedusa; bene se cosi è, è giusto che sia veramente ora di cambiare e cambiare sul serio.

A noi gente del sud, questo gioco delle parti non va più bene, e parafrasando Cicerone, viene da dire: “Fino a quando abuserete ancora della nostra pazienza”? fino a quando le genti del sud saran-no disposte a sopportare e a votare cosi come si aspettano i nostri politici nazionali?

Forse sono maturi i tempi per scuoterci dal giogo, dal peso insopportabile che gente solerte e intelligente si trasporta ormai da 145 anni, forse la vera autonomia del nostro sud potrebbe avere una chance in più, con l’arma democratica del voto possia-mo ancora sciogliere i nostri nodi gordiani che ci avvin-ghiano indissolubilmente a un sistema perverso e, libe-rarci dalla schiavitù morale e dalla sudditanza intellettuale che vorrebbero imporci.

Giacomo Casole

Nelle foto: nella p. 18 il teatro San Carlo di Napoli e, a fianco, la reggia di Caserta, seconda solo a Versailles.

Storia

Page 20: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200520 Scuola

Nella loro prima riunione dell’anno scolastico appena iniziato, i docenti

dei licei classico, scientifico e socio-psico-pedagogico han-no elaborato un documento

per sollecitare i rappresentanti delle istituzioni affinché si adoperino per dotare i licei di sedi degne. Ecco il testo:

“Il collegio dei docenti del liceo Mègara sezione scientifica annessa, in aper-tura dell’anno scolastico 2005/2006, sente la necessità di rivolgersi alle autorità in indirizzo per ricordare loro alcune condizioni di preca-rietà dei plessi in cui si opera insieme agli studenti. Non è una banalità se si ricorda che dopo una serie di promesse e di appuntamenti mancati, in occasione delle vacanze del Natale 2003 i licei scientifico e classico sono stati trasfe-riti temporaneamente in un palazzone alto 5 piani in Via Adua.

Sono passati ormai qua-si due anni da quel momento e le attività sono svolte ancora nella nuova sede. Ancora oggi è ben nitida l’immagine di quel giorno di maggio 2004 quando, insieme a diverse

autorità, il prefetto Francesco Alecci visitò l’edificio di Via Adua e che, dallo stesso pre-fetto, tale nuova sistemazione fu ritenuta “la meno peggio e comun-que provvisoria”.

Con quello che andiamo a iniziare in questi giorni, saranno tre gli anni scolastici che ci vede co-stretti a operare in aule ricavate da edifici civili, quin-di poco adeguate, a cui si aggiun-gono condizioni di sicurezza non

ottimali.Il collegio chiede alle

autorità in indirizzo, ognuno per la propria competenza, di voler intervenire per velociz-zare i lavori di ristrutturazio-ne e garantire che per l’anno scolastico 2006/07 i licei possano tornare nella propria sede presso la Cittadella degli studi.

Prima di allora e con certa celerità, riteniamo sia finalmente arrivato il momen-to per recintare e asfaltare l’area a parcheggio che ci è stata promessa fin dall’anno scolastico 2003/04.

Chi vive ad Augusta, politici compresi, dovrebbe rendersi conto che la dispo-nibilità di un parcheggio agevolerebbe anche il traffico cittadino di Via Adua.

Altra impellente neces-sità è quella di poter disporre

I docenti del “Mègara” rivolgono un appello al presidente della Provincia, al prefetto e al sindaco di Augusta

“Vogliamo scuole degne di questo nome”

dell’utilizzo di una palestra o, in alternativa (Campetto Carruba), di uno spazio cu-rato e igienicamente idoneo. Non poter effettuare l’ora di educazione fisica, rende la giornata sia degli alunni che degli insegnanti molto più problematica.

Infine e non per ordi-ne di importanza, ci preme ricordare che i locali di Via Giovanni XXIII nei quali è ospitato il liceo socio psico pedagogico sono, nati come civili abitazioni e non come scuola, che sono da annove-rare fra i meno adatti e quindi da allocare appena possibile in locali più adeguati. Ci si

aspettava che tali locali sca-turissero dalla costruzione del tanto ‘promesso Polivalente, per il quale anche il nostro sindaco sembra abbia avuto interesse.

Adesso che tale inte-resse sembra sia scemato, ci auguriamo che chi di dovere pensi di poter collocare il liceo socio psico pedagogico o presso il Domenico Costa1, o presso qualunque struttura purché nasca come scuola e in quanto tale possegga gli giusti spazi”.

Il collegio si augura che le richieste contenute nella presente vengano tenute nella giusta considerazione.

Esterno della cittadella degli studi

Esterno del liceo pedagogico

Plesso di via Adua

Page 21: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200521

Risale a poche setti-mane fa la notizia di una sgradevole sorpresa che alcuni

professori e alunni hanno trovato all’uscita di scuola: una multa salata sotto il ter-gicristallo per coloro i quali avevano lasciato la propria vettura in sosta in via Adua per tutta la durata delle le-zioni.

La raffica di multe è purtroppo incontestabile, in quanto all’imbocco della via sono presenti, e ben visibili, i due cartelli di divieto di sosta e fermata; non si può far altro che capacitarsi dell’errore e mettere mano al portafogli...

A margine di questo fat-to di cronaca però, emerge il

Parcheggiare vicino scuola? Mission impossible!

problema di fondo, da sempre esistente nella nostra realtà augustana: la mancanza di aree di parcheggio. Abituati come eravamo noi studenti al nostro spazio riservato alla sosta dei motocicli all’interno della Cittadella, è stato un duro colpo il trasferimento nel nuovo stabile di via Adua con la conseguente “caccia al posto giusto” nelle zone adiacenti. Una soluzione solo parziale del Comune è stata quella di riservare uno spazio ai nostri motocicli in via Enrico Millo, ma due nodi sono subito venuti al pettine: il primo è che lo spazio non è sicuramente sufficiente per accogliere centinaia di motocicli e ciclomotori; il

Scuola

secondo è che non sempre la riservatezza del posteg-gio viene rispettata e capita spesso di trovare in loco au-tovetture estranee al permesso di sosta.

Ogui mattina perciò si può assistere a una vera e propria sfida che coinvolge studenti, professori, e perso-nale della scuola: l’obiettivo è riuscire a posteggiare in modo da non rischiare la multa, ma il tempo a disposizione del concorrente-posteggiatore non è molto, perché la cam-pana-gong suona inclemente alle 8.15 e non aspetta alcun ritardatario. Questa situazio-ne negativa è all’ordine del giorno da più di un anno, ma nulla pare più muoversi a

tal riguardo, se non appunto qualche vigile urbano... E pensare che la soluzione alla questione è a portata di mano, e basterebbe solo un pizzico di buona volontà da parte del Comune: asfaltare la strada sottostante la nostra scuola, a margine della darsena, è una cosa facilmente realizzabile. Invece, dopo la stipula di un accordo tra l’Autorità Portua-le, proprietaria dell’area, e la Provincia per la concessione della suddetta zona, tutto tace. Forse bisognerà aspettare le prossime elezioni comunali per realizzare questa “grande opera”

Claudio Forestiere

Nei giorni 22 e,23 settembre buona parte degli studen-ti dei licei classico

e scientifico, ospiti attual-mente del palazzo Capuano, si è astenuta dalle lezioni per protestare contro le multe, 35 euro pro capite, elevate dai vigili urbani a causa dei ciclomotori parcheggiati in divieto di sosta.

I ragazzi che usano i motorini sono legioni, ormai e, nella fretta di varcare in orario il portone della scuola, a volte, è vero, par-cheggiano senza guardare i cartelli o, addirittura, senza rendersi conto di ostruire gli ingressi di abitazioni, garage e, addirittura, di stradicciole nei pressi della scuola. “I ragazzi dovrebbero avere più rispetto per gli altri, so-prattutto i liceali dovrebbero sapere che cosa significa la

parola rispetto” afferma una diciottenne, loro compagna, Rubina Sillato, testimone della reazione esasperata di un cittadino, abitante nei pressi della scuola, che è stato costretto a far intervenire agenti della polizia di Stato e della polizia municipale per l’ennesimo blocco della sua vettura,a causa dei tanti mo-

torini che non gli lasciavano alcun margine di manovra.

Gli alunni obiettano, però, che non hanno spazi riservati, come succede al-trove.

Ci sono centri urbani dove sono previsti spazi per ciclomotori e biciclette. Nell’attesa di poter tornare al più presto nell’area della

cittadella degli studi, dove, in più, i loro mezzi erano custo-diti, “a me hanno sottratto il parabrezza del motorino” ci dice G.G. della III D scienti-fico -gli alunni hanno inviato una lettera alla dirigente sco-lastica, Rita Spatola, perché faccia pervenire un’auto-revole richiesta all’Ufficio tecnico municipale al fine di attrezzare un’area riservata vicino al plesso Capuano.

Le persone di buon sen-so aggiungono che si potreb-be asfaltare il tratto terminale di Via marina di ponente, tratto sterrato e pieno di bu-che e avvallamenti, ottima pista per motocross, non per la normale circolazione, né per il parcheggio.

Gli studenti vogliono i loro spazi“Occorre anche rispettare i diritti degli altri”, affermano i residenti della zona

Page 22: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200522 Personaggi

Carmelo e Lucia Fa-zio, padre e figlia: due fra i più autenti-ci pittori augustani.

Il primo, ottantottenne, è un bravissimo acquerellista.

Senz’altro il migliore di tutti quelli che noi abbiamo avuto modo di apprezzare. La sua passione per la pittura data dalla sua infanzia. Da

allora non ha mai smesso di dipingere, ma non ha mai, per una straordinaria conna-turata modestia, realizzato una mostra personale delle proprie opere.

Carmelo Fazio ci ha raccontato che da ragazzo, poiché non aveva i mezzi necessari per acquistare i pennelli, si arrangiava come poteva. Una volta, addirittura, strappò con forza un ciuffo di peli dalla coda di un cavallo, correndo quindi, il rischio di farsi scalciare, pur di procu-rarsi un rudimentale pennello per soddisfare le sue insoppri-mibili brame artistiche. Bra-me che venivano fortemente ostacolate dai suoi genitori. Il nonno buttava puntualmente nella pattumiera tele e colori perché causa di sudicizia per il piccolo Carmelo. Il quale, altrettanto puntualmente, con caparbia passione, recu-

Carmelo e Lucia Fazio padre e figlia: due pittori

perava furtivamente i suoi indispensabili strumenti per un’arte che, come dilettante, non ha mai abbandonato. A dodici anni, Carmelo Fazio fu fiero nel vedere approvato il bozzetto per le scene d’una rappresentazione teatrale per i ragazzi della quinta elemen-tare. E oggi, con malcelata fierezza, ricorda che egli stes-

so fu l’esecutore delle stesse scene. La prima apparizione pubblica (chiamiamola così come pittore Carmelo Fazio la fece nel 1947, quando partecipò a una mostra per dilettanti locali organizzata dall’appassionato d’arte Elio Salerno, allora fresco di laurea in giurisprudenza. In seguito, prima con una certa rarefazione, poi con assiduità, Carmelo Fazio, ha parteci-pato a collettive non solo ad Augusta, ma ad Avola, Sira-cusa, Caltanissetta, Bergamo, presentando non solo i suoi incantevoli acquerelli, ma anche e soprattutto i quadri realizzati con mosaici di cri-stallo con cui cerca di mettere in evidenza le condizioni degli operai e dei contadini. In genere, i suoi temi sono tratti dal mondo del lavoro. “Con la frantumazione del

cristallo” - sono parole sue - egli vuole rappresentare la società frantumata, ato- mizzata, parcellizzata del mondo contemporaneo. A due dei suoi tre figli Carmelo Fa-zio ha trasmesso i suoi talenti artistici: di questi figli, uno ha scelto architettura, l’altra, Lucia, ha seguito le orme del padre, dedicandosi, con iden-tica passione e con eguale perizia, alla pittura.

Da bambina, Lucia, s’incantava ad ammirare, con occhi attenti, il padre che dipingeva in tutti i momenti liberi lasciatigli dal lavoro di falegname. Ma, al contrario del padre che, autodidatta, ha sempre obbedito al suo sicuro istinto pittorico, Lucia ha preferito affidarsi a una scuola. Infatti, ha frequen-tato nel nostro capoluogo di provincia l’istituto d’Arte e si è abilitata all’insegnamento dell’educazione artistica nelle scuole medie inferiori. Anche Lucia non ha ancora tenuto una propria mostra personale perché ancora non si sente pronta per farlo. Lucia rifiu-ta di adeguarsi all’imperan-te moda cui molti pittori si assoggettano: la moda, cioè, delle mostre commerciali. « C h i u n q u e può imbrattare tele ed espor-le al pubblico con risultati poco soddisfa-centi sia per lo stesso pubbli-co che per il compositore». Sono parole di Lucia Fa-zio che così ha continua-to: «Nessun pittore serio

metterebbe su una mostra senza contenuti, senza un valido discorso culturale». Se Lucia Fazio non ha ancora tenuto a battesimo nessuna mostra, tuttavia ha preso parte a numerose collettive riscuo-tendo ovunque lusinghieri successi.

Il suo primo lavoro fu esposto, nel ‘72, presso la scomparsa galleria augusta-na «Il Poliedro» (guidato da Santi Migneco, illustre sceno-grafo). Pure nel ’72 partecipò alla mostra estemporanea di pittura, organizzata a maggio, nella cornice delle celebra-zioni in onore del patrone di Augusta, San Domenico, e si classificò prima. Ancora prima si è classificata a Ra-gusa, nella I Rassegna d’arte contemporanea «Iblea76».

A Lentini, ad Avola, Siracusa, Catania, Lucia Fa-zio ha ricevuto segnalazioni, targhe, medaglie, coppe che attestano riconoscimento per le sue opere dalla coloristica tenue, sfumata, dove il segno delicatissimo rivela la dolcez-za dei suoi sentimenti palpi-tanti soprattutto per le madri (bellissime le sue numerose maternità) per gli infelici e i derelitti.

Page 23: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200523 Satirikon

Segnali eterni

Orroreo erroreurbanistico?

Page 24: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200524 Amarcord

Formazione da sinistra in alto:De Bellis, Marturano, Castellano, Borgia (allenatore), Bua, Zagarella, Angeloni I. Accosciati: Angeloni II, Fonte, Genovese, Marrali, CarpinteriFoto storica del Megara 58/59 (anno del cinquantenario 1908 -1958) allenata da Mr. Borgia. La foto fu scattata alla fine della vittoriosa gara giocata in casa contro la Juventina (Palermo), squadra pretendente al salto di categoria. Il marcatore di quell’incontro fu Genovese che approfittò dello svarione difensivo, di Caramanno (noto allenatore) e a tu per tu con il portiere lo trafisse nell’angolino. ll Megara di quell’anno partecipava al campionato di promozione “girone unico” e non aveva mai subito un goal nelle partite in casa.

Page 25: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200525 Lettere

Gent.mo sig.Sinda-co, sono nato ad Augusta ed amo il mio paese, vivo

e lavoro a Roma da circa 23 anni, sono sposato ed ho tre figli e tutti gli anni vengo ad Augusta con la famiglia per passare le vacanze estive.

So che i miracoli non si possono fare se non si hanno i fondi, ma anche con poco si possono ottenere ottimi risultati. Se Lei mi permette voglio segnalarle tre punti che valorizzerebbero in parte il nostro paese.

1- Sin da quando ero ragazzo (anni 73/78) andavo col mio motorino da Augusta a Brucoli, facendo la strada Provinciale, che era priva di illuminazione. A oggi, anno 2005, manca ancora l’illuminazione in quella strada che specie in periodo estivo è trafficatissima e pericolosissima, visto anche il crescere delle abita-zioni nelle aree circostanti. Perché non si provvede una buonavolta a illuminarla?

2-Il lungomare Rossini, che arriva fino ai lidi è un mortorio e sembra un letto di una discarica. Perché non si provvede a una adeguata illumina-zione di quel tratto di strada, costruendo magari semplici marciapiedi provvisti di panchine che guardano il mare?

3-Il proseguimento della strada del ponte Federico II, che passa sotto la Piscina Comunale Turchio, perché non viene migliorata con un buon asfalto ed illuminata per tutto il tratto, magari an-che qui con marciapiedi e panchine che guardano il mare, mentre l’area sovrastante che da anni è abbandonata, trasformarla in giardini pubblici pieni di piante e fiori con giochi per bambini?

Noi abbiamo il mare e questa è la nostra fonte di benessere, se noi lo vogliamo possiamo sfruttarlo altrimenti resteremo sempre nella mediocrità.

So che le mie domande Le risulteranno forse assurde, ma penso che con alcuni sacrifici possiamo migliorare la vita nel nostro paese e so che Lei è persona che ama Augusta quanto me.

La ringrazio per l’attenzione e le invio cordiali saluti.

Raffaele CapassoVia F. Posterla 19

00156- Roma

Lungomare Rossinifogne a cielo aperto

Page 26: GIORNALE DI AUGUSTA

settembre 200526 Lettere

In data 27 giugno u.s. ho esternato al funzionario dell’Uffi cio Ecologia i miei timori e perplessità

circa l’avvenuta collocazione di due cassonetti per la rac-colta rifi uti addossati al muro

di cinta della mia abitazione in prossimità di via Eschilo, Monte Tauro-Cipollazzo.

Timori e perplessità, peraltro suffragati da una pre-cedente, analoga esperienza risoltasi a suo tempo con la rimozione dallo stesso punto di due cassonetti a seguito di mio esposto inoltrato alle competenti autorità nell’ot-tobre del 2000, di cui alle-go fotocopia per opportuna conoscenza dell’assessore

all’ambiente.L’atteggiamento e le

considerazioni ironico-sarca-stiche da parte del funzionario dell’uffi cio ecologia, purtrop-po non lasciavano margine per sperare in una soluzione

che potesse conciliare le esi-genze delle parti.

Infatti, la soluzione adot-tata con un atto di arroganza e presunzione — e attualmente in atto — non solo non ha migliorato la situazione, ma, come i fatti dimostrano, l’ha ulteriormente peggiorata sot-to ogni aspetto; i cassonetti, a cui nel frattempo se n’è aggiunto un terzo, sono stati spostati di qualche metro e addossati contro un muro

lungo il ciglio della strada, sotto la mia abitazione.

La documentazione fotografica e filmati da me raccolti, di cui allego qualche frammento, sono testimonianza di quanto da me temuto, fatto presente all’uffi cio ecologia e puntual-mente verifi catosi. Oltre allo sconcio scenario che si pone agli occhi di tutti, ciò che più affl igge e arreca forte disagio è l’insopportabile, ammor-bante fetore che dall’inizio estate ci preclude di sostare in veranda, in particolare nelle ore serali, e ci obbliga a tenere porte e fi nestre spran-gate per evitare che il fetore si propaghi anche all’interno dell’abitazione.

Inoltre, con la riaper-tura delle scuole, i miei fi gli

Rifi uti urbani: puzza e disagiutilizzano i mezzi pubblici la cui fermata è di fronte alla postazione dei cassonetti.

La costante presenza di cani randagi attirati dai rifi uti, rissosi e aggressivi, costitui-sce per noi genitori, per i fi gli e per tutti coloro in sosta alla fermata, serio pericolo e mo-tivo di forte apprensione.

La circostanza mi ob-bliga a sensibilizzare l’at-tenzione e la responsabilità delle competenti autorità soprattutto su quest’ultimo aspetto particolarmente serio e delicato.

In attesa di riscontro e di concreti provvedimenti al riguardo, ringrazio dell’atten-zione e porgo i miei saluti.

Livio Spanò

Il 2 Ottobre ricorre il 4° anniversario della scomparsa

della signora

Mimma Saraceno

In Saraceno

Il marito, le fi glie, il genero, la suocera, la sorella, i cognati, i nipoti, ed i parenti tutti la ricordano con immutato affetto.

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