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Giorgio Moro Storia e storie del territorio di San Giorgio Da Napoleone all’annessione

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Giorgio Moro

Storia e storie delterritorio di San Giorgio

Da Napoleone all’annessione

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Per non dimenticare … …per non dimenticarli 3

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Nota dell’autore

I “turbolenti” anni compresi tra fine ‘700 e seconda metà del 1800 sono stati testimoni, anche per il territorio di San Giorgio, di repentini e importanti cambiamenti.

La fine dello “Stato Veneto”, la “parabola” napoleonica, la conseguente appartenenza all’impero asburgico e l’annessione al Regno d’Italia hanno obbligatoriamente sconvolto l’allora tranquilla (si fa per dire) vita quotidiana.

Se solo pensiamo alla “speranza” per i semplici cittadini di essere artefici (magari solo sulla carta) dei loro destini, nella convinzione di non essere più “servi della gleba” ma “liberi e uguali”, possiamo comprendere l’importanza di quel lontano periodo.

Questa ricerca “quasi un diario giornaliero di fatti e misfatti” ha voluto far conoscere quanto accaduto in quei 70 anni con il desiderio di portare un contributo al ricordo di coloro che vivendo le trasformazioni del momento o ne sono stati artefici o le hanno subite.

Un ringraziamento a tutti coloro che, con il loro sostegno, hanno consentito la realizzazione del volume ed a quelli che, in pubblici e privati archivi, ne hanno facilitato la ricerca.

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Giorgio Moro

Dalla Repubblica di Venezia all’annessione

Quasi un diario giornaliero di fatti e misfatti accaduti dal 1797 al 1866

nel territorio di San Giorgio

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Questo volume è stato pubblicato con il patrocinio e sostegno

Comune di San Giorgio della Richinvelda

con il sostegno di

con la collaborazione

Gruppo Alpini Richinvelda Pro Loco San Giorgio Gruppo Alpini Rauscedo della Richinvelda

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Interventi

Dopo le due precedenti pubblicazioni sulla prima e Seconda Guerra Mondiale con quanto accaduto nel nostro comune abbiamo pensato ad una ricerca su un periodo poco o per nulla conosciuto, almeno nel nostro territorio, ma che ha portato fondamentali cambiamenti tali da segnare quasi uno spartiacque tra una organizzazione “feudale” e una società che, sebbene ancora lontana dai concetti democratici di oggi, si avviava verso il mondo “moderno”.

Una ricerca storica, quasi una cronistoria giornaliera, su quanto è accaduto in quel remoto periodo tra il rincorrersi di governi “stranieri” e la normale attività quotidiana.

Con questa pubblicazione, oltre a ricordare fatti e persone vogliamo offrire uno “spaccato” di quegli anni, con il modo di vivere del tempo e con notizie positive o negative con le quali poter fare un confronto con quanto accade nei giorni nostri.

Zavagno Mauro Tiziano D’Andrea Celeste Gruppo Alpini Richinvelda Gruppo Alpini Rauscedo

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La ricerca storica che l’Autore e concittadino, Giorgio Moro, ci offre con questa sua opera si va ad inserire nelle documentazioni del Comune di San Giorgio della Richinvelda riportando alla memoria un passato che normalmente viene riconosciuto lontano. La nostra memoria infatti considera recenti una serie di avvenimenti che, tramandati oralmente o ricordati con commemorazioni annuali, in qualche modo abbiamo rivissuto nelle persone e nei racconti dei vivi.

Per raccontare le storie della gente comune, laddove non sia possibile attingere a testimonianze dirette, è indispensabile scavare, raccogliere, catalogare le diverse fonti a disposizione e in questo Giorgio Moro si è dedicato con estrema dovizia.

Questa ricerca storica, che racconta fatti accaduti e persone vissute tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 a San Giorgio della Richinvelda, ci fa immergere in un racconto, l’Autore lo definisce diario, nel quale riconosciamo molto vicini i nostri avi. Infatti, leggendo i cognomi, le strade, le piazze e le chiese delle diverse frazioni, le colture agricole e più in generale gli avvenimenti di quel periodo ci immergiamo in breve in un mondo vicino, anzi vicinissimo.

Dagli avvenimenti descritti si comprende il modo di vivere della nostra gente, si intende l’estrema precarietà della vita difronte alle invasioni, agli eventi climatici e si può cogliere la caducità del singolo di fronte al proprio destino.

Questo vivere in continua incertezza ha caratterizzato la nostra terra da sempre, ha forse plasmato il nostro carattere, ma è in quegli anni che il processo di costruzione civile oggi conosciuto ha avuto il suo inizio.

L’Amministrazione di San Giorgio della Richinvelda ringrazia per questo lavoro storico che permette ai nostri concittadini di avvicinarsi al passato con uno sguardo sulla gente comune, che lontano dai fragori delle epiche gesta dei generali e dei principi ha costruito le fondamenta della nostra comunità.

Michele Leon Sindaco di San Giorgio della Richinvelda

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Giorgio Moro e le meritevoli persone che lo aiutano nelle sue imprese storico letterarie stanno restituendo alla Comunità di San Giorgio della Richinvelda una posizione rilevante del proprio passato.

Un’opera meritoria non solo per queste terre.

Infatti, il puntiglioso resoconto delle vicende locali, relazionato dallo studioso, s’intreccia con i grandi eventi che edificano il fluire della storia umana. La cronaca dimenticata riprende luce e rappresenta il fondamento, il piano d’appoggio, sul quale si costruiscono gli appassionati racconti dei grandi personaggi, da Napoleone a Garibaldi: da sempre, la piccola storia fa la grande storia.

L’ottocento fu un secolo felice di idee ben descritto dal libro. In essa la realtà riportata, lo sviluppo sociale delineato e l’attenzione al particolare di guicciardiniana memoria fanno comprendere come nel tempo siano maturate nuone consapevoli forme di sviluppo incentrate sulla cooperazione.

In questo contesto si inserisce il concetto cassa rurale, la madre delle banche di credito cooperativo modere, il cui operato ha tanto contribuito a sollevare quel popolo misero e pieno di fame descritto in molti tratti dal testo di Giorgio Moro.

In un’epoca in cui il passato è riletto in funzione del presente, spesso piegato a delle interpretazioni che paiono risposte alle esigenze proprie dell’autore, la ricostruzione fatta con “Dalla Repubblica di Venezia all’Annessione” è nitida e scevra da ogni forma di partigianeria.

Per queste riflessioni è inevitabile esprimere un plauso per l’ennesimo volume dato alle stampe garantendo come sempre l’ausilio di Friulovest Banca con l’auspicio che nuovi ricercatori, seguendo l’esempio del nostro tenace e costante studioso, si attivino in altri archivi comunali, parrocchiali o di Stato al fine di rendere ancor più ricco il mosaico dei piccoli “fatti e misfatti” locali che compongolo l’universo della nostra storia.

Lino Mian Presidente Friulovest Banca

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È con piacere che porto il mio saluto a quest’opera di ricerca storica e sociale sulle genti che hanno vissuto nel Comune di San Giorgio della Richinvelda a cavallo tra 1700 e 1800.

Dalla lettura di questa monografia ho potuto apprezzare la dovizia di particolari e la perizia nella descrizione dei fatti accaduti da cui si evince il desiderio dell’Autore di rappresentare uno spaccato della vita della gente del nostro territorio.

L’opera ha saputo ben disegnare i diversi aspetti della vita quotidiana dei nostri concittadini di fine ‘700 e la descrizione, quasi giornaliera degli avvenimenti, vede un altalenarsi di fatti di diversa importanza in una cronaca che è capace nel suo complesso di costituire un quadro articolato, ma estremamente definito.

Per questo lavoro di ricerca offerto ai cittadini di oggi e di domani, da parte mia e di tutti i soci dei Vivai Cooperativi Rauscedo, va un ringraziamento a Giorgio Moro che con la sua opera ha saputo raccogliere e documentare il passato di tutti noi.

Alfredo Bertuzzi Presidente di Vivai Cooperativi Rauscedo

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Il GRUPPO BISARO opera dal 1985 nel settore Enologico e Birraio. Fa della Multi-competenza le fondamenta della propria organizzazione. Esperto in microfiltrazione, in microbiologia, nella detergenza & sanificazione e nelle linee di confezionamento in keg inox e PET. Oggi orientato nella gestione virtualizzata e intelligente d'impianti e macchine, si pone l’obiettivo di diventare un hub di gestione dei servizi all’imprenditore e al loro team.

L'IMPRESA è qualcosa di evolutivo e flessibile. Nel confronto nazionale e internazionale, deve capire dove va il mercato per adattare il proprio business e renderlo aggiornato e innovativo. Deve saper fare reddito con le idee e non sfruttando la forza lavoro. L'impresa è fatta di uomini che credono nel suo Brand, nel gruppo e nel risultato. Persone unite da valori comuni come Etica, tradizioni, società e famiglia. Per questo il gruppo Bisaro crede nel " valore sociale dell'impresa" e nella sinergia con tutti gli attori sul territorio in cui opera.

In primis L'UOMO. Per affrontare con orgoglio i rapporti internazionali dobbiamo essere paladini nella nostra terra, nelle nostre aziende e nelle nostre famiglie dei valori, dell'etica e delle tradizioni che spesso enunciamo come vincenti e che fanno parte sostanziale del grande brand " made Italy ".

Per questo ho creduto nel lavoro di " rispolvero storico culturale " dell'amico Giorgio Moro che da anni lo vede impegnato nella paziente e costante opera di restauro della " memoria " del nostro comune e dei suoi cittadini.

Gianfranco Bisaro Presidente Gruppo Bisaro

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Una lettura attenta degli avvenimenti della comunità locale, della storia e delle persone che hanno vissuto il territorio in un periodo in cui i grandi eventi storici hanno cambiato radicalmente l’Europa, l’Italia e il Friuli, una lettura inedita e ai più sconosciuta del nostro passato è quella che possiamo leggere in questo volume. Si tratta di una storia che ripercorrendo i cambiamenti intervenuti a seguito di eventi quali la bufera napoleonica, la dominazione austriaca e l’alternarsi tra il governo di Napoleone e quello austriaco con il Regno Lombardo-Veneto, l’epopea del Risorgimento fino all’unificazione al Regno d’Italia ne recupera le ripercussioni sul territorio e fa emergere la memoria delle persone che in esso hanno vissuto.

I tanti documenti che l’autore mette in luce disegnano un quadro sorprendentemente interessante e quanto mai drammatico della vita quotidiana in un periodo in cui gli eserciti austriaci e francesi attraversarono ripetutamente i nostri paesi sottoponendoli a requisizioni e saccheggi e lasciando pessima fama nella popolazione. È con emozione che possiamo scoprire il coinvolgimento, non certo volontario, di alcuni componenti delle nostre famiglie negli eserciti degli invasori o la loro partecipazione all’Impresa dei Mille. È con grande interesse che prendiamo consapevolezza del ruolo di figure quali Gabriele Luigi Pecile proprietario terriero, con una spiccata sensibilità ai temi della modernizzazione agricola e vivo interesse per le questioni sociali ed economiche che, nella sua opera a San Giorgio, ha creato le basi per lo sviluppo del nostro territorio inserendolo nel processo di trasformazione del Friuli nel periodo dell’unificazione.

Anche questo volume, come i due precedenti dello stesso autore, quello sulla Grande Guerra e quello sulla Seconda Guerra Mondiale, getta luce sulla vita reale della nostra comunità in un periodo storico di grandi cambiamenti, che ci appaiono lontani ma hanno, in realtà, creato le basi per l’attuale assetto amministrativo, economico e sociale. La Pro Loco esprime il proprio apprezzamento e ringrazia l’autore per questa nuova memoria che arricchisce con esperienze di vita ciò che i libri di storia raccontano e permette di prendere consapevolezza del profondo coinvolgimento della nostra comunità nella “grande storia” del Risorgimento.

Anna Maria Tramontin Presidente della Pro Loco San Giorgio della Richinvelda

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Prefazione

Un mirabile intreccio di fili

Rimbomba e trema l’ondulata piana di Waterloo. Tra le vampe dei cannoni e l’acre odore di polvere da sparo si consuma l’ultimo cruentissimo atto di un’epoca tragica e irrepetibile. E’ il 18 giugno 1815. La caduta di Napoleone, che aveva portato i vantaggi di importanti riforme amministrative e l’abolizione di diversi privilegi feudali, segnò il ritorno allo status quo, ridefinito nei dettagli dal coevo Congresso di Vienna. Anche se la storia aveva fatto un passo indietro, i grandi ideali nati dall’Illuminismo erano rimasti vivi. Su Lombardia, Veneto e Friuli venne a comandare la vigilissima Austria imperiale che metteva in pratica un antico e caro principio: Ruhe und Ordnung, pace e ordine.

In questo suo ultimo studio Giorgio Moro, con la consueta attenzione e

perizia, prende in considerazione sette decenni di storia travagliatissima del territorio di San Giorgio della Richinvelda, dalla caduta della Serenissima (1797) all’Annessione (1866), ovvero dalle fauci del leone alato allo stellone d’Italia, passando per il becco del gallo transalpino e gli artigli dell’aquila bicipite. Mettendoci tutti, ovviamente, il massimo impegno per …alleggerire i contribuenti, tanto che la vox populi, con la consueta dolce-amara verve, così sintetizzava la cosa: “Sotto Austria e Ungheria/si languiva ma non si moriva,/quando il gallo comandò/si pranzò ma non si cenò;/da che l’Italia ci governa/siamo in requiem sempiterna”.

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Grazie a importanti, spesso inediti, dati d’archivio egli ricostruisce con la pazienza di un tessitore una complessa tela i cui vari fili che l’intersecano, ora vivaci ora opachi, ora tenaci ora fragili, sono i veri protagonisti di questa storia. Moro si sofferma su vari episodi, spesso minuti ai nostri occhi abituati alla grancassa mediatica dei tempi correnti, ma sempre animati da palpitante umanità. Sono storie minime, quasi storie in controluce, del Regno d’Italia e del Regno Lombardo-Veneto, storie di tasse e di imposizioni, di requisizioni di carri per trasportare calce o mattoni dalle fornaci di Pitana e Filipuzzi di Cosa alla fortezza di Palmanova; di zattere cariche di legname e zatterai che approdano alle tabine lungo il Tagliamento; di passaggi di eserciti come quello del corpo di spedizione russo comandato da Suvarov che, nell’aprile del 1799, passò per il Friuli compiendo “molti latrocini” e che, seppur accidentalmente, mandò a fuoco il palazzo Cisternini di Spilimbergo dove si era acquartierato un contingente di cosacchi; di coscritti obbligati al servizio militare, con gendarmi sguinzagliati alla ricerca dei renitenti, con perquisizioni nelle case degli stessi dove, in certi casi, potevano prendere alloggio fisso “in tansa”, cioè con mantenimento a cura della famiglia.

L’indagine di Moro si sofferma anche sul 1817, il terribile “anno della

fame”, causato dall’esplosione del vulcano Tambora in Indonesia, i cui detriti e ceneri oscurarono il sole provocando una specie di inverno planetario che sconvolse il clima. I raccolti di patate, mais e foraggio andarono persi innescando un circolo vizioso di carestia, povertà e malattie tanto che nella pieve di San Giorgio, ben 37 dei 72 decessi sono imputabili alla “miserabilità”, cioè alla mancanza di cibo. Altri dati preziosi, talvolta curiosi, emergono dall’attenta ricerca di Moro: con circolare del luglio 1828 l’Imperial Regio Commissariato di Spilimbergo invita le locali Deputazioni a far cessare l’usanza secolare del “Purcit di Sant’Antoni”, non più tollerabile per “le molestie che alcuni soffrono” e per i “molti sinistri casi avvenuti”. Dal che si deduce che la gente stava diventando finetta ed erano in arrivo tempi nuovi.

Del 1830 è la disposizione che i suicidi, che prima dovevano essere

sepolti in terra sconsacrata, ora possono trovare degna collocazione all’interno del perimetro cimiteriale. Del 1844 è invece un’ordinanza del Vicerè Ranieri d’Asburgo che proibisce sui luoghi di lavoro l’utilizzo di “fanciulli che non abbiano compiuto gli anni 9” e che comunque, per essere assunti, devono dimostrare di “essersi applicati per anni due all’insegnamento elementare”. L’Autore si sofferma poi, in particolare, sui

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lavori agricoli e artigianali, sulle fornaci e sui filandieri operanti in zona fornendoci uno spaccato quanto mai reale, direi fotografico, di vita paesana, invitandoci a considerare che il lavoro è diventato a tutti gli effetti una forma privilegiata di riscatto sociale.

Come un esperto navigante egli dimostra di orientarsi magistralmente tra le complesse omonimie, fornendoci un elenco dettagliato di famiglie e di parentele in cui, come tanti fili, s’intersecano vicende minute e strane di persone perlopiù umili che vanno a formare la complessa tela, senza fronzoli e senza ricami, della laboriosa e sobria comunità sangiorgina, quasi a confermarci, come si usa ancora dire, che “la vite e je un regadin, un fîl blanc e un fîl turchin”. In ultima analisi Giorgio Moro, con questa sua così articolata pubblicazione, oltre che a illustrarci le opere e i giorni della sua amata Terra per un ampio segmento dell’Ottocento, tende a dimostrarci essenzialmente due cose fondamentali: la prima che, quasi sempre, gli uomini non hanno alcuna idea della storia che stanno producendo, la seconda quanto sia inutile, oltre che falso, attribuire a un individuo soltanto, chiunque sia, un ruolo eccezionale.

Gianni Colledani

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Premessa

Prima di iniziare il racconto dei fatti e misfatti accaduti nel nostro territorio dal 1797 al 1866 si trascrive quanto rinvenuto nella “busta Comune di San Giorgio della Richinvelda 1” conservata nell’Archivio di Stato di Udine. Il documento, senza data e purtroppo non completo, è stato redatto presumibilmente dopo da caduta della Repubblica di Venezia (si cita il già veneto governo) e tratta della quantità e qualità dei beni del “Comune di S. Giorgio ed Agrava”, Giurisdizione di Spilimbergo, ammontanti in “1902 campi, 2 quarti e 53 tavole” tutti terreni “giarosi” posti “al piano”.

Nelle annotazioni sugli usi dei beni si legge:”Li Controscritti campi sono la rimanenza di maggior summa delle due Campagne una nominata Saletto a Levante di questo Comune La migliore, ma che più non esiste perché asportata dal Torrente Tagliamento; e l’altra detta della Richenvelda a ponente Giarosa, e quasi tutta sterile, della quale, parte né fù asportata dal Torrente Meduna, parte né fù venduta dal fù Veneto Governo in vari tempi, ed a vari particolari, che La possedono; e detta rimanenza viene goduta in quelle poche Località dove non è affatto sterile ad uso di pascolo dalli soggionti Communi in piena promiscuità, La primazia dei quali in quanto a governo, e discipline per l’uso stà ab immemorabili in questo Commune dove s’uniscono gli Degani degl’Altri.

Li Communi utenti sono. San Giorgio ed Agrava, Omanisio, Rausedo, Cosa, Pozzo, Provesan, Barbean, e Gradisca.

Di queste due Campagne fino dal 1633:19-Xbre li sudetti Comuni furono investiti dal fù Veneto Magistrato sopra Beni Comunali, ed egualmente fù loro confirmato il godimento in seguito con le rinovative investiture 1748:16 marzo, 1763:30 luglio, 1776:25 settembre, 1785:22 febbraro e 1795:28 novembre.

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Per il promiscuo uso, e godimento di pascolo sopra questa rimanenza di Campagna li abitanti di questo Comune di San Giorgio ed Agrava pagano annualmente alli Giurisdicenti di Spilimbergo a titolo di Danda feudale per ogni fuoco Bocali 4 di vino, ed egualmente Bocali 4 per ogni capo d’animale bovino, vacino, cavalino, e per ogni 10 capi di pecorino, e con l’ordine medesimo una scudella di sorgoturco, generi questi, che vengono racolti dalli Degani pro tempore del Commune, e corrisposti ogn’anno alli suddetti Giurisdicenti quali proffessano, che fino dal 1320 queste due Campagne fossero di loro proprietà e lasciate godere alli nominati Communi con l’obligo di alcuni Censi, o Dande, e come meglio si rileva dalla scrittura 1647:10 settembre da loro presentata al suddetto Veneto Magistrato in occasione che il Veneto Senato con la parte 11 luglio 1647 commandò di proseguire le vendite dé Beni Comunali, con cui implorano non venir pregiudicati né loro diritti, e privileggi, vendite, e proventi, che gli erano stati confermati al momento della volontaria loro dedizione al Veneto Dominio 1420:, avendo loro, ed antenati sempre adempito agli obblighi loro, e specialmente al mantenimento in tempo di Guerra di undeci Cavalli, e come meglio risulta dalla scrittura suddetta 1647 …”

A questo punto la nota si interrompe mancando il documento a seguire.

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Il Territorio di San Giorgio

1. Bandiera del Regno Italico napoleonico

Il Territorio di San Giorgio dalla Repubblica di Venezia

a Napoleone

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Dalla Serenissima Repubblica a Napoleone

Com’è noto il 6 giugno 1420, con l’entrata a Udine dell’esercito veneziano, cessò il potere temporale del Patriarcato di Aquileia e conseguentemente finì la “Patria del Friuli”. Il territorio di San Giorgio, con la pieve e sue “annesse”1 passò quindi sotto la dominazione veneziana. Nulla cambiò per le popolazioni. Continuarono sia il regime feudale sia i privilegi per qualche signorotto locale.

Questo almeno sino al luglio 1789 quando gli irreversibili cambiamenti portati dalla rivoluzione francese, che travalicando i confini e suscitando entusiasmi e speranze tra i ceti poveri della popolazione, cancellarono (almeno apparentemente) gli antichi benefici della nobiltà e dell’alto clero.

Negli anni successivi il desiderio dell’affermazione dei diritti dell’uomo e del cittadino dettati dai principi di libertè, fraternitè, egalitè, propri della rivoluzione, accompagnati dalla forza delle armi francesi, scombussolarono sia l’Europa sia i numerosi staterelli che formavano il mosaico italiano. Con la campagna d’Italia, condotta contro l’Austria, la Serenissima Repubblica di Venezia venne invasa dall’esercito francese comandato dal giovane generale Napoleone Bonaparte. Nel marzo 1797 con la sconfitta degli austriaci nella battaglia del Tagliamento i francesi, che l’8 marzo entrarono in Udine, occuparono la terraferma giungendo ai margini della laguna. Il 2 maggio, con un proclama emesso da Palmanova, Napoleone dichiarò guerra alla Repubblica. Nella seduta del 12 maggio 1797, condizionati delle minacce francesi di entrare in città, il Doge ed i magistrati deposero le insegne del comando mentre il Maggior Consiglio, benché non in numero legale, abdicò e dichiarò decaduta la Repubblica. Il

1 Per “annesse” si intendono le chiese che facevano parte della pieve di San Giorgio. Nel periodo le chiese di Aurava, Cosa, Pozzo e Rauscedo. Domanins e Provesano (che faceva ancora parte del territorio di Spilimbergo) erano parrocchie autonome

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potere e il governo passarono a una Municipalità provvisoria posta sotto il controllo del comando militare francese. Nei territori ex Serenissimi sorsero ovunque municipalità autonome (le prime a Bergamo, Brescia, Padova e Udine) e vennero subito aboliti i privilegi della nobiltà e le private giurisdizioni, l’amministrazione della giustizia venne attribuita allo Stato e venne istituito un nuovo regime comunale, al quale potevano prender parte tutti i cittadini, per amministrare il loro circondario.

Alcuni episodi connessi al territorio e relativi alla prima spedizione in Italia dell'esercito francese, comandato dal Bonaparte che, come già detto, portò alla dissoluzione della Repubblica di Venezia, furono ben riportati dal parroco di Domanins Rizzolati Giuseppe che dal 28 ottobre 1796 sino quasi alla morte seguì, sembra di poter dire con apprensione e timore, gli avvenimenti. I fatti furono scritti nel registro dei battesimi 1774-1859 e nel registro dei decessi 1740-1870. Considerata l'importanza tali memorie, che di volta in volta, saranno confrontate con i fatti storici realmente accaduti, vengono integralmente trascritte iniziando dal 28 ottobre 1796:

“28 ottobre tre giorni continui vi accampò Quosdanovic [Peter Vitus von Quosdanovich feldmaresciallo austriaco] con 18 milla e pioveva <...> questo alla Richinvelda, e un giorno e notte <...> nei prati di Arzene con fare strage di latrocini in questa campagna e andarono a Pordenone” [sono le giornate in cui transitò parte dell’esercito austriaco diretto a Mantova assediata dalle truppe francesi].

“11 febbraio 1797 La confuzione del passaggio dei soldati mi ha talmente opresso che evai il libro2” - “Giorno lutuoso fu perchè la milizia che era aquartierata quivi per andar alla Piave contro i Francesi ritornaron in dietro, ed il prencipe Carlo venuto da due giorni colà se ne ritornò a Vienna, sapendo che Mantova era resa; perchè noi temiamo a momenti l'arrivo dei Francesi che sachegiano” [dopo la caduta della fortezza di Mantova e la sconfitta di Arcole gli austriaci si ritirarono incalzati dall’esercito di Napoleone].

“28 febbraio Si fa nota che la scorsa notte morì in casa di D’Andrea Antonio detto Dreuzza una donna, quale arivò qui amalata e non sapendo se sia cattolica, perché segni tali non diede, ne segno esterno avendo con lei propri ad essere apresso dei cattolici, così apresso il coro della chiesa3

2 Come da lui sostenuto era talmente in confusione da trascrivere un atto di battesimo nel registro dei morti 3 Probabilmente la chiesetta di San Girolamo situata in località Selva ove esistevano alcune case, una fornace ed una stalla

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in Selva fu sepolta. Questa ritornava dal campo di battaglie alla Piave e ritrocedendo i soldati, che parte son Luterani, Calvinisti, e Cristiani, così pure incerto di lei essendo il rito suo, fu colà sepolta”. [si tratta probabilmente della moglie di un militare o di una prostituta che, come era consuetudine in quel tempo, seguiva le truppe in movimento].

“14 marzo 1797 Givanni figlio legittimo e naturale di Giovanni del Ungaria Popistos, e di Maria sua moglie naque la scorsa notte in Selva in casa del quondam Osvaldo Tonel fu da me sudetto parroco battezzato, e tenuto al sacro fonte da Tonel Giacomo quondam Osvaldo, non pongo il cognome perchè il padre non ha lingua che tedesca, soldato di Fanteria che ritornan dalla Piave, avendo il giorno 11 i Francesi passata la Piave, e son a Conegliano”. [lo scritto pare indicare che Giovanni figlio di Giovanni dell'Ungaria e di tale Maria, che probabilmente aveva seguito il marito, soldato ungherese, accorpato all'armata austriaca in ritirata, sia nato occasionalmente a Domanins].

“15 marzo 1797 Alle ore tredici a passare per qui principiarono i Francesi ed il passaggio durò sei ore continue, erano 18 milla. Con questa trupa passò il Buonaparte Generalissimo dell'Armata d'Italia, sfilavano verso Valvasone e dindi al Tagliamento, dove erano i Tedeschi che li aspetavano col Prenpice Carlo in capite, alle ore 20 principiò il combatimento e durò tutto giorno, notte fino tanto che rincularono i Tedeschi”. [si tratta della famosa battaglia del Tagliamento del 16 marzo 1797 tra gli eserciti austriaco e francese posizionati tra Spilimbergo e San Vito al Tagliamento].

Il 2 aprile 1797 il ventunenne Fabro Giuseppe di Natale, di Rauscedo, fu ucciso con un colpo di fucile. Venne sepolto a Rauscedo.

Il 1° agosto dello stesso anno De Zorzi Domenico, di Spilimbergo, fu ucciso nell’osteria di Menoto Valentin (Bisaro) di Gradisca. Fu sepolto in quel cimitero.

Riprendiamo il racconto di don Rizzolati: “Maggio 1797 Memoria. Dal giorno 15 marzo fino alli 24 aprile passarono sempre francesi, ed andarono al Armata che fu fino a Graz: oggi ritornan indietro, ed oggi passò circa otto milla soldati, che ritornan in Franza, fatta la pace col Imperatore così core voce. Passò ancor di ritorno per Valvasone Bonaparte facendo da Palma spartir nel termine di ore 12 il Generale, così pure il Logotenente, da Udene, alli 13 di questo mese l'eccelso consiglio di X fu abbolito, e si sottomisero i Veneziani al voler dei Francesi, sicché senza spargimento di goccia di sangue ecco distrutta una

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Repubblica sì rinomata, ed è dai Francesi diretta avendo varie e molte municipalità instituite. Sicché da che ritornan da Graz, sempre si fermarono tutti i soldati parte nel Friuli, parte in Travisana, a Venezia, e parte nella Lombardia, Paesi e Provincie conquistate da essi. Sempre siamo stati colla speranza che ritornino in Francia e che la Pace si publichi perché dicevano, che lì 17 aprile fu conclusa a Leiben [Leoben] ma siamo nel mese d’agosto, e sempre incerti di nostra sorte. L'anno é assai infelice, il secco universale, la mortalità degli animali, le milizie francesi che desolan quanto aver posson nelle campagne, oltre alle inmense contribuzioni che vengono imposte dalla municipalità di Spilimbergo per il mantenimento dei soldati rende miserabile ogni paese. Allì 21 Agosto quando si credeva che fossero per publicarsi la pace, oggi ritorna da Milano Bonaparte va a Passareano, in Udene. Sono giorni molti che son le conferenze, ne mai si ha potuto penetrar fra questo tempo cosa alcuna, ritornan indietro cioè verso Palma soldati Francesi. Fra questo tempo di armistizio l'Imperator s'impossessò della Istria, e Dalmazia, che volontariamente sotto di lui si arresero. Tutto questo tempo è stato a Passareano, e continue conferenze fece colli ministri Austriaci, si dice che il giorno 16 di questo mese di ottobre sia sottoscritta la pace ed in vero il mediatore che fu il marchese del Gallo per ordine del Ré di Napoli ambasciator a Vienna il giorno dietro cioè 17 è partito per Vienna così Merfeld [generale austriaco] ed altri, alli 23 partì Bonaparte, ed è andato a Osoppo pernotò a Gemona, alli 24 pransò a San Daniello, e la scorsa notte passò per qui alle ore 8 della notte con piova assai. Alli 28 corente calaron e pasaron per qui i soldati di Victor [Claude Victor Perrin, detto Victor, duca di Belluno, generale francese], che eran in Osopo. A Venezia vi stette comandante di quella Piazza il Generale Francese Serurier [Jean Mathieu Philibert Serurier maresciallo dell’Impero], tutto questo tempo, e a Udene Baraguey [Louis Baraguey d’Hilliers generale francese], fra questo tempo di lor dimora, immense furon le contribuzioni, i spogli delle Boteghe dei mercanti; talmente che la povera Patria del Friuli è ridotta in stato deplorativo, il spoglio delle chiese, cioè del Argenteria. Dopo esser dal Friuli Bonaparte subito s’incaminò ad Rastad, dove fu il congresso dopo la pace fatta ad Udene col Imperatore, le ratifiche di detta pace, e col Impero colà ogni cosa è conclusa, e dopo ciò oggi cioè alli 19 dicembre principiano a partire da Osopo e Udene, finalmente dopo tante contrarietà di sentimenti, di discorsi oggi cioè li 9 di genaro 98 [1798] tutti spartiron da Udene e vanno fuori del Friuli e del ex stato veneto, il giorno medesimo entraron in Udene i Tedeschi General in capite Vallis [Oliviero conte di Wallis, generale di artiglieria e comandante in capo delle truppe austriache], dimane parton da Osopo. 13

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detto oggi il Generale Lazerman [sic] partito da Spilimbergo stette qui in Domanins con seicento soldati, ed il giorno dietro è partito per Pordenon, dove arriverà il 18 in Veneto e questo colà si fermerà. Passan in gran numero per Valvason ieri ed oggi. Passò oggi la truppa del Generale Crai [Paul Kray von Krajowa generale austriaco] cioè 16 del corente, ma non lui tratenutosi a Gemona. 18 passò per qui con 6 uomini il Crai tutta fanteria per Valvason ogni giorno passa cavaleria Ongara”.

Nello stilare lo scritto, che non ha bisogno di commenti, il sacerdote si dimostra molto informato sia sui fatti accaduti che sui personaggi interessati. Il 17 ottobre 1797 venne firmato a Campoformido (Campoformio) un trattato con il quale gran parte dei territori dell’ex Serenissima Repubblica vennero consegnati all’Austria4 facendo cessare la millenaria storia di uno stato che si estendeva territorialmente da Bergamo alla Dalmazia.

Il 24 ottobre Napoleone, proveniente da San Daniele nel guadare il Tagliamento nei pressi di Spilimbergo, sebbene sconsigliato dai suoi aiutanti, rischiò di essere travolto dalla corrente ed il peggio fu evitato solo per il pronto intervento di decine di uomini del posto che riuscirono a trattenere la carrozza trascinata dalla corrente. Bagnato ed infreddolito si trattenne in casa Stella di Spilimbergo per asciugarsi e riprendersi dallo spavento5. Successivamente riprese il viaggio transitando, come precisato dal parroco, per Domanins.

In conseguenza del trattato già dal 10 gennaio 1798 gli austriaci occuparono i territori della Dominante6 (del quale il Friuli faceva parte)

4 I territori già veneziani oltre Isonzo entrarono a far parte diretta dell’Impero Asburgico di Francesco II. Con i territori del Ducato di Milano, già “assoggettati” all’Impero austriaco, del Ducato di Modena e Reggio, di Bologna, Ferrara e Ravenna (ex legazioni pontificie), del Ducato di Massa e Carrara, del territorio di Mantova e dei territori veneti compresi tra l'Adda e l'Adige, tra cui Verona e Rovigo, e della Valtellina venne costituita la Repubblica Cisalpina, protettorato d’oltralpe. 5 Federico di Valvasone – Valvasone imperiale Volume n. 5 Pag.11 – Novembre 2017. Sull’attraversamento del Tagliamento si riporta quanto scritto a pagina 81 del VII volume delle Memorie Storiche Forogiuliesi (piè di pagina n. 73): “Comunque sia è fama che Napoleone dormisse in Gradisca presso Luigi Bisaro asciugandosi a un grande camino in quel camerone che è sopra l’osteria e che l’avo materno di detto Ferdinando (Bisaro gestore dell’osteria), Gianmaria Rossi, la sera del 19 marzo (anno?) spogliatosi, portasse di là del fiume Napoleone sulle sue spalle a Dignano. Venutigli incontro quelli di Dignano col baldacchino il Grande …”. 6 E’ uno dei soprannomi con i quali è conosciuta Venezia. Gli altri sono Serenissima e Regina dell’Adriatico

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ripristinando il vecchio sistema feudale e abolendo tutte le disposizioni emanate dai francesi.

L’arrivo degli austriaci, ma principalmente la partenza dei francesi, invisi a don Rizzolati, fece scrivere allo stesso “Finalmente dopo passaggio di molta truppa, ecco scopia ogni fulmine, dal ciel tanto tenebroso, da tempeste tanto funeste, e frequenti, il giorno più che sereno e placido zefiro, con ordine del generale del armata d'Italia conte Oliviero Valis, abolite furono al improviso queste rapaci, inique e ireligionarie Municipalità. Fu sopressa questa di Spilimbergo il giorno 9 di febraro; l'ingresso ai di loro diritti feudali di questi nobili conti giurisdicenti fu publico il giorno 15 del mese corente. Fu universale il contento, il giubilo dé Popoli tutti a questa giurisdizion sogetti; il giorno fù dei più esultanti. Tutti i comuni erano in tal giorno a Spilimbergo, l'esultanza fra mille giulive acclamazioni di nuova, e rinovata suditanza dei Popoli traeva dal più cupo del cuor <generando> sospiri e lagrime di tenerezza. Il giorno tutto fu d'esultazioni ripieno. Alli 20 del corente in questa chiesa fù prestato il giuramento di suditanza, e fedeltà al augusto Nostro Imperatore e Rè. Però fino oggi che facio tal memoria che è lì 15 aprile tutto è provisorio. Il General in capite Valis in Venezia è. Passan continue trupe che van verso la Lombardia. A Udene il barone von Monfrault [generale austriaco, comandante della piazza di Venezia] comanda, ma Valis a Venezia è prima”.

In merito si riferisce che il 2 marzo 1798 vennero precettati tutti i carriaggi e gli animali da tiro per il riatto delle strade più importanti, il 12 marzo venne decretato l’obbligo per i pubblici impiegati ed i capi famiglia di prestare giuramento di fedeltà all’imperatore ed il 15 aprile venne disposta l’istituzione del registro per i locandieri7.

Don Rizzolati prosegue ancora, quasi facendo un resoconto di quanto saputo o personalmente visto:

“Alli 8 maggio [1798] Quando le voci comuni uguali erano nel asserire che non sarà più pace ma accomodate di cavare ogni disparità, finalmente oggi. Oh Dio che diversità di favelare, annunziano i fogli, le lettere guerra sarà ed è inevitabile. Quanto amaro, e doloroso cambiamento. Giorno 12 del corente ci anunciano cose altretanto felici, e grate quanto dolorose eran quelle di Guerra. Si dice dunque pace certa, ma però ancor è il congresso di Rastadt, anzi si vocifera che i Francesi ai capitoli accordati

7 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pag.8

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nella pace di Campoformio, e di Leoben non vogliono stare. Ora siamo alli 14 di giugno, intanto avanzano sempre in nuove conquiste i Francesi, sono impadroniti di tutto il Stato Pontificio, e rapidosamente dal stato Veneto partiti, si diressero a Roma, dove il Santo Padre in questo mese di maggio partì da Roma, ed ora han stabilito per sua dimora Cagliari in Sardegna. Alli 12 di luglio presero Malta pacificamente avendo ceduta quella inespugnabil fortezza. Fatto ciò contro gli inglesi diressero la lor armata navale, ed ebbero una rotta dagli inglesi con l'aver predato i gran tesori che avevan levati in Malta, e ciò seguì in agosto. Però qui nel Friuli passaggio continuo di soldati, di cannoni e si vedono che van a Verona; giorni 11 ottobre oggi termina il campo che fu apresso Roveredo per giorni 25 dove fecero le evoluzioni militari, e ritornan per le città e ville della Travisana e Friuli. Ora si crede per noi la pace, sebben il congresso di Rast [Rastadt] tra l'Impero e Francesi terminato non sia. Nelle aque di Candia fu disfatta la gran Flotta Navale Francese dal famoso General Inglese Nelson, ed ora sbarcato e fugito con picciol numero rimasto Buonaparte dicesi esser nel Cairo. Siamo arivati al Anno del Signore 1799, ed ancora sono le cose come erano due anni fà. Vero è che da questo Statto fu Veneto sono spartiti i Francesi a riserva di Brescia, Bergamo essendo questi nella Repubblica Cisalpina, ma continuo fu ed è il passaggio di soldati che passano e tutti s'inviano verso Padova, Verona e Vicenza, ora si dice che dietro di questi siano i Moscoviti, venendo questi. Guai a noi. Ancora il congresso di Rastad [Rastadt] susiste. Mantova è in poter dei Francesi e ben munito, e provedutto. Li 16 di marzo 1799 devo da qualche tempo taciturno proseguire li copiar questi brevi memorie, ma fatali per noi. In questi giorni continuo si vede il passagio di soldati, e per ogni villa sono mille al certo, vanno verso l'Adege, intanto qui vi fù oggi mille e duecento soldati. Si fa notto soltanto di ciò che acadette in questo paese dai 16 di marzo sino al giorno che siamo alli 11 aprile. In aprile continuo fù il passaggio d'Austriaci, gran numero di canoni, si dice che siano a Peschiera ogni giorno vi è qualche fatto, ed ansiosi son d'andare sotto Mantova. Oggi quì si videro arrivare la prima colonna dei Moscoviti che son circa 8 milla, 26 aprile passarono altri 15 mille Moscoviti con molta artiglieria. Dove dimoravan fecero molti latrocini. Questi a questa ora son entrati in Bergamo, Brescia, Milano sono al di là di Mantova. Primo maggio il Principe delle Russie passò per qui, quale si porta all'Armata. Giovane di 20 circa anni. 4 giugno ripassarono 4 milla Francesi prigionieri, i quali vanno a Gorizia però per Valvasone specialmente è frequente, ed ogni giorno passa cavalleria ongaresca. 16 detto per qui passarono seicento altri prigionieri Francesi. 23 giugno la prima colona dei Russi arrivò in Valvasone fece campo vicino al

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Tagliamento. 24 giunse l'altra armata per volta e così venivano in seguito. 27 luglio Mantova alla fine s'arrese, e così si spera certo che il simile accaderà di Genova. Allora potremo dire che in Italia Francesi più entrerano”.

Con la convinzione dell'abbandono del territorio italiano da parte dei francesi terminano le memorie di don Rizzolati. Il sacerdote morirà il 18 ottobre 1799, probabilmente dopo una breve malattia, convinto della definitiva sconfitta dei francesi.

Non sarà così.

Facciamo alcune considerazioni su quest’ultimo scritto principalmente per quanto riguarda il passaggio dei “moscoviti”.

Nella seconda guerra di coalizione gli austriaci furono affiancati anche da un corpo di spedizione russo, comandato dal maresciallo Suvorov, composto da oltre ventimila uomini e da consistenti reparti cosacchi (circa 6.000 cavalieri). Un corposo manoscritto, conservato presso la biblioteca Guarneriana di San Daniele, ci porta a conoscenza che “l’Imperial Corpo Russo” formato da otto divisioni distribuite in due colonne, comandate dai generali Schweigkowshy e Forster, arrivarono a Tarvisio tra il 9 ed il 12 aprile 1799. Secondo il piano di marcia la prima e seconda colonna avrebbero dovuto trovarsi il giorno 10 a Pontebba, l’11 a Portis, il 12 a Spilimbergo e nei giorni a seguire, transitando per il territorio comunale, a Sacile, Conegliano per arrivare a Treviso il 16 aprile. Le prime due colonne avrebbero dovute essere seguite a due a due, a distanza di un giorno, dalle altre milizie. Secondo lo scritto le colonne russe arrivarono a San Daniele il giorno 12. A causa della piena del fiume solamente pochi reparti cosacchi (sotnje), anche transitando per il ponte di Pinzano, riuscirono ad attraversare il Tagliamento. I cavalieri cosacchi si acquartierarono a Spilimbergo presso il palazzo Cisternini. Per ragioni accidentali presero fuoco i pagliericci dei militari ed in breve il fuoco si propagò in tutto l’edificio rovinandolo completamente.

A causa della sosta forzata il grosso delle truppe russe si accampò nella zona del sandanielese, ma anche a Gemona, Tricesimo e Udine, requisendo o sottraendo (don Rizzolati scrive dove dimoravan fecero molti latrocini) quanto a loro necessario senza minimamente tener conto delle esigenze della popolazione. Il corpo di spedizione riuscì ad attraversare il fiume solamente il 23 aprile, usufruendo di barche e guadi (tra i quali quelli sottoposti alla giurisdizione dei conti di Valvasone invitati alla

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sistemazione dei passaggi8), e transitando per San Giorgio, si aggregò all’esercito austriaco in marcia verso la zona delle operazioni.

Il corpo di spedizione russo fu successivamente raggiunto dal principe Kostantin Pavlovic, secondogenito dello Zar Paolo I, che come riportato da don Rizzolati, transitò per Domanins il primo maggio 1799.

Per quanto concerne il ritorno dei russi il parroco scrisse che transitarono per Valvasone il 23 e 24 giugno 1799. Probabilmente era stato male informato o si trattava di qualche singolo reparto. Infatti, dopo la battaglia di Marengo del 14 giugno 1800, il grosso dell’imbattuto corpo di spedizione di Suvorov attraverso la Svizzera raggiunse la Germania. Solamente una piccola parte, unitasi alle truppe austriache in ritirata, transitarono per Valvasone nel dicembre 18009. Ma don Rizzolati era mancato ai vivi da oltre un anno.

Sul fronte della guerra dopo una veloce avanzata degli austro-russi, che riportarono nel territorio italico alcune vittorie, Napoleone rientrato dall’Egitto riprese il comando dell’armata e sconfisse gli stati della 2a Coalizione a Marengo. Il 16 gennaio 1801 venne firmato, a Treviso, un nuovo armistizio con il quale si stabilirono due linee di demarcazione sul Tagliamento per l’esercito austriaco e sul Piave per quello francese. In mezzo una zona neutra, dentro la quale era inserito il nostro territorio, con obbligo di fornire assistenza agli uni e agli altri. Fortunatamente tale gravosa situazione durò solo sino al 9 febbraio 1801 quando con la pace di Luneville furono ripristinati i confini fissati dal trattato di Campoformio10.

Risale a quel periodo il rilevamento topografico di tutto il territorio già “veneziano” affidato, dallo stato maggiore dell'esercito austriaco, al generale Anton von Zach.

Tra il 1798 ed il 1805 i topografi austriaci realizzarono, a penna e acquarello, 120 tavole costituenti la Carta militare topografica-geometrica del Ducato di Venezia. Trattandosi di carte militari queste sono estremamente dettagliate corredate da registri con dati sulla popolazione civile, case, stalle, animali, vie di comunicazione e possibilità di

8 Biblioteca Guarneriana – Busta n. 389 Lettera manoscritta datata 16 aprile 1799 9 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 10-11-12 10 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 14-15

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sussistenza e acquartieramento11 per le truppe.

Sul nostro territorio, nella relazione, si trova scritto: “San Giorgio a cui appartengono Aurava, Rausedo, Pozzo e Cosa;

dipendono da Spilimbergo e in ambito spirituale da Concordia. La loro posizione non è delle più felici e i torrenti confinanti Tagliamento, Cosa e Meduna spesso causano molti danni. Per il resto la campagna qui sarebbe in buono stato e produce sostentamento sufficiente; vino in sovrabbondanza”.

“Domanins con Selva, dipende da Spilimbergo e in ambito spirituale da Concordia. Domanins fu completamente distrutto nel 1560 dal torrente Meduna e solo allora fu ricostruito. Questa comunità deve mantenere tutti gli argini lungo il torrente Meduna, fino a Sequalso e ne ha in cambio il godimento della roja. Il terreno è generoso, in particolare sovrabbondanza di vino”.

“Provesan, con Gradisca dipendono da Spilimbergo e Concordia. Hanno la posizione peggiore tra i torrenti e, visto che non hanno argini a sufficienza, il Tagliamento e la Cosa, dopo ogni forte pioggia, divelgono parte dei campi. Le località sono tutte solo in enfiteusi e i poderi appartengono ai signori vicini. La campagna è in bello stato e produce più del sostentamento necessario. In ogni località c’è un molino”.

Venne effettuato anche un censimento degli abitanti e degli animali che, per il territorio di San Giorgio, risultarono essere 1.554 così suddivisi:

"St. Giorgio: (46 case - 6 stalle) 4 religiosi, 3 funzionari o notabili, 239 popolani, 71 bestie da tiro, 7 animali da soma; Provesano (32 case – 10 stalle) 1 religioso, 260 popolani, 73 bestie da tiro, 4 animali da soma; Cosa (16 case – 5 stalle) 1 religioso, 129 popolani, 55 bestie da tiro, 6 animali da soma; Pozzo (16 case – 3 stalle) 115 popolani, 35 bestie da tiro, 4 animali da soma; Aurava (18 case – 4 stalle) 2 religiosi, 150 popolani, 40 bestie da tiro, 5 animali da soma; Rausedo (30 case – 5 stalle) 1 religioso, 1 nobile, 203 popolani, 71 bestie da tiro, 10 animali da soma; Domanins 49 case – 6 stalle) 3 religiosi, 1 nobile, 441 popolani, 148 bestie da tiro, 20 animali da soma".

Per quanto concerne le strade si legge:

11 Nel territorio comunale, comprensivo dell’abitato di Provesano che come già detto faceva parte di Spilimbergo, secondo la relazione avrebbero potuto essere acquartierati dai 330 ai 600 militari con circa 300 cavalli, usufruendo anche dei palazzi Spilimbergo di Domanins e Leoni (poi divenuto Pecile) di San Giorgio

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“2 strade principali attraversano questa sezione 12 . La 1a viene da Pordenone e va a Spilimbergo; questa deve attraversare tutti i torrenti e per questo motivo è pessima e spesso non transitabile; entra in questa sezione sulla Colvera, attraversa questo torrente passando per la Fornace di Selva, verso il torrente Meduna, fino alla Chiesa di Rausedo 13 , attraverso la campagna aperta, fino a Taurian, attraverso la località lungo la roja, presso San Rocco di Taurian …” – “Se 2 colonne dovessero partire contemporaneamente in marcia da Pordenone, la 2° potrebbe, non appena attraversato il Torrente Colvera, attraversare le case inferiori di Selva, il Torrente Meduna, dove la grava é meno larga, la località Domanins, a sinistra di Richinvelda, verso Barbeano, lungo il Torrente Cosa, fino a San Rocco di Taurian …” – “La 2a strada principale e postale che viene da Valvasone e porta a Spilimbergo: questa entra nella mia sezione non lontano da Postoncico, dove essa è pessima e in cattivo stato, attraverso la località e fino a Pozzo, da dove però è in ottimo stato; attraverso Aurava, verso Cosa, attraverso le case di Gradisca che si trovano a sinistra verso la riva, passando per Navarons14, verso Spilimbergo” – “Può essere usata anche una strada migliore, non così sassosa, da Valvasone attraverso Arzenuto, San Martin, verso Aurava e la strada principale; dopo forti piogge però questa strada non è consigliabile, perché non lontano da San Martin, la Ruppa, che si forma sopra San Giorgio nei prati e campi, straripa sulla strada, la lacera e la rende intransitabile. Si potrebbe però porre facilmente rimedio a ciò deviando l’acqua in fosse diritte e profonde”.

Sui corsi d’acqua troviamo scritto: “Torrente Tagliamento. La devastazione e i danni che questo torrente

causa dopo ogni piena alle comunità vicine è terribile, e le comunità sono in una situazione tristissima, poiché non ci sono rimedi a questo; nessun argine è abbastanza forte da poter deviare sufficientemente l’acqua impetuosa. Dopo la pioggia …Questo ramo ampio cambia di anno in anno; su di esso ci sono 2 passi, di cui uno della città di Spilimbergo, presso Gradisca, e uno, ma più piccolo, presso Sant’Odorico e deve essere mantenuto dalla comunità di Sant’Odorico …”.

“Cosa Questo torrente s’ingrossa molto velocemente, però, dopo che ha smesso di piovere in montagna, si può di nuovo attraversare al massimo dopo 2-3 ore. In particolare causa molti danni alle comunità di Barbeano

12 Della mappa 13 Allora posizionata nei pressi dell’attuale cimitero 14 Navarons località del comune di Spilimbergo

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e Provesan. … Come pure fa vice versa, Colvera, Meduna e Zelline [Cellina] che occupano una parte considerevole della zona. … La Zelline è il corso più pericoloso e quando essa è anche solo a metà della piena non si può assolutamente attraversare. Questo corso d’acqua causa straordinari danni, in particolare alla comunità di Cordenons. …fra pochi anni si unirà sicuramente con la Colvera e Meduna, attraverso Campeio, esponendo così al massimo pericolo Selva, Domanins e Rausedo”.

2. Mappa del territorio redatta dai topografi del generale Anton Von Zach

Da parte dei governanti austriaci fu istituita una consulta municipale ed i parroci furono incaricati della tenuta dell’anagrafe. Inoltre fu istituito un nuovo sistema di tassazione con un catasto ove fossero descritti i beni dei terreni e degli immobili e le loro rendite.

In quel lontano periodo era operante il Pio Istituto Elemosiniere di San Nicolò della Richinvelda che provvedeva, già dalla seconda metà del ‘700, all’affitto degli immobili e dei terreni della pieve di San Giorgio. Tra gli interessati numerosi possidenti e la stessa amministrazione comunale.

Il Pio Istituto, derivato dalla “Scola de San Nicolò dela Richinvelda” risalente circa al 1520, continuerà l’attività anche dopo l’annessione al Regno d’Italia. Sul Pio Istituto si rimanda alla lettura dello specifico capitolo.

Il 27 giugno 1800 morì a Domanins Bisuto Leonardo (Bisutti) di 62

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anni. Nella trascrizione il parroco Bianchi Biasio scrisse che, già malaticcio, il giorno prima era stato “battuto dai francesi”15.

Il 27 settembre 1800 il sessantenne Mason Giovanni di San Giorgio fu trovato annegato in un fosso lungo la strada “che porta a Pozzo”.

3. Comunicazione della morte di Volpato Ubaldo in Roma. Anno 1777.

15 In quella data non dovrebbero essere stati presenti a Domanins militari francesi. Si potrebbe pensare a prigionieri in transito o ad altre truppe

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Il 10 giugno 1801 giunse la notizia della morte a Roma di Volpato Andrea di Angelo di Aurava. Fu sepolto nel cimitero dell’ospedale Santo Spirito. In quel periodo deve essere stata cospicua la presenza di cittadini di San Giorgio a Roma e dintorni se pensiamo che il 26 febbraio 1777 morì annegato nel mulino detto di San Gregorio il trentaseienne di Aurava Volpato Ubaldo, come da certificato della parrocchia di Santa Maria in Cosmedin, il 22 settembre 1789 morì Bortuzzo Domenico di Antonio (che fu sepolto nel cimitero dell’ospedale di Santo Spirito ed ancora il 10.5.1796 mancò ai vivi a Frascati, cadendo da una sedia, Sbriz Bortolo di Gio.Maria che fu sepolto nella cittadina.

Dal 5 gennaio 1802 al marzo successivo si sviluppò a Domanins una forte epidemia di variola (vaiolo) che portò alla morte di numerosissimi bambini sino ai 10anni.

Il 26 gennaio 1802 fu adottata, per acclamazione, a Lione, la Costituzione della Repubblica Italiana promossa dal primo console della Repubblica Francese e Presidente della Repubblica Italiana16.

Il 30 gennaio 1802 morì il cappellano di Rauscedo Cristofoli Giacomo che fu sepolto nell’arca dei sacerdoti di quella chiesa.

Dal 7 marzo 1802 tutti i paesi del nostro territorio furono interessati dal passaggio, e sosta, di truppe austriache dirette verso il Veneto. Trattandosi di non molti elementi (molte volte semplici maniscalchi o graduati accompagnati dalle mogli) fu fornita loro, senza grosse difficoltà, la sussistenza necessaria. Questo almeno sino all’agosto 1805 quando i venti della guerra sconvolsero nuovamente l’Europa. Cronologicamente trascriveremo la sosta o le requisizioni più rilevanti significando che la gran parte dei dati sono stati ricavati dall’archivio storico del Comune di Valvasone-Arzene.

L’8 settembre 1802 venne rinvenuto il corpo di una donna, probabilmente di Castelnovo, annegata nel fiume Tagliamento. Fu sepolta nel cimitero di Cosa.

Il 27 novembre dello stesso anno venne firmata la convenzione (concordato) tra la Santa Sede, rappresentata dal cardinale Caprara, e lo stesso Napoleone.

1803

16 Formata principalmente dagli stati ereditati dalla Repubblica Cisalpina

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Nel 1803 venne inaugurata la nuova chiesa di Pozzo costruita nella piazza principale e dedicata ai santi Urbano e Sabina17.

L’8 febbario 1803 venne rinvenuto, al confine tra Cosa e San Giorgio, il corpo del quarantenne Della Martina Antonio di Francesco di Tauriano deceduto per il freddo intenso di quelle giornate.

Il 19 maggio 1803 nei pressi della porta della chiesa di San Giorgio fu rinvenuto un infante abbandonato. Fu subito battezzato con il nome di Bernardo18.

1804 Nel 1804 Bertuzzi Gio.Battista fu incaricato dell’amministrazione di

Provesano.

Nello stesso anno Luchini Gio.Battista fu nominato sindaco per San Giorgio, sostituito nel 1808 da Luchini Giacomo, avvicendato a sua volta, nel 1809, dal predetto Luchini Gio.Battista. Nel 1810 fu incaricato Sclabasso Giacomo e nel 1811 Tesan Domenico. Nel 1812 fu nominato amministratore Volpato19 Bortolo sostituito nell’anno successivo dal già indicato Luchini Giacomo. Il nobile Spilimbergo Giulio subentrò nel 1814. A lui succedettero Volpato Bortolo per il 1815 e Tesan Domenico per il 1816.

Nel 1804 venne nominato, come cameraro, Tesan Domenico seguìto, negli anni dal 1805 al 1807 da Volpato Osvaldo. Nel 1811 la fabbriceria era composta da Volpato Osvaldo, Sedran Pietro e Pasquin Giovanni.

Il 18 aprile 1804 mori il sacerdote Luchini Antonio di Giorgio, di anni 28, che fu sepolto nell’arca dei sacerdoti della pieve di San Giorgio.

L’11 maggio 1804 giunse da Venezia la notizia della morte del trentenne Dell’Anna Antonio di Gio.Battista di Domanins.

Il 30 luglio 1804 morì a Provesano il sacerdote settantacinquenne conte Di Madrisio Girolamo. Lo stesso fu tumulato nella chiesa parrocchiale di San Leonardo.

17 La chiesa precedente, dedicata a Santa Sabida, da molti anni non più utilizzata, era situata nella strada che da Pozzo porta ad Aurava ed è ancora individuabile da una grande croce in cemento ivi posizionata a ricordo 18 Inserito senza cognome nelle liste coscrizionali del 1824. Vedi anche il capitolo “Gli ultimi soldati dell’imperatore” 19 Il cognome Volpato è da intendersi anche come Volpati o Valpatti

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1805 Dalla metà di agosto al novembre 1805 sostarono tra Domanins e

Rauscedo oltre 1000 militari del Reggimento austriaco Bellegarde. A San Giorgio e Aurava furono accolti i soldati del 4° Reggimento, altri dei Reggimenti Banale e Varasoline (sic) oltre a reparti d’artiglieria (cannonieri), carrettieri, “dei trasporto de ospitali” e reclute. Alloggi e sostentamento per uomini ed animali furono requisiti, non senza difficoltà data la consistenza delle truppe, dalla rappresentanza di Valvasone su ordinanza del barone Moser von Filseck che prevedeva per ogni soldato (con pagamento di 5 karantani) una zuppa, una porzione di carne con companatico di legumi ed un quarto di “bocale” di vino.

Il 4 ottobre 1805 fu rinvenuto, a Domanins, il corpo senza vita di Tonel Angelo di 2 anni annegato in un fosso vicino casa. Fu sepolto “con permissione del giurisdicente conte Spilimbergo Giulio”.

Il 12 novembre 1805 giunsero le truppe francesi del generale Massena che presero il posto di quelle austriache con uguali incombenze per la popolazione. Per alloggiare i militari furono requisite persino alcune chiese. Per ordine del generale Marchand, commissario di guerra, come risulta dalle dichiarazioni di Venier Battista e Lenarduzzi Antonio, detto Craj, per l’alimentazione degli animali furono “spoliati” i magazzini di Domanins

Il generale Massena, lo stato maggiore e le guardie d’onore, in attesa dello scontro con i nemici, presero alloggio presso il castello del conte Lodovico di Valvason ove cenarono. Un documento conservato presso l’archivio storico della cittadina, con impressa la data del 22 brumale20 anno XIV°, riporta quanto consumato: “dindi, caponi, polastri, parsutto, bottiglie picolito vechio, vino vechio, ecc.” per la spesa di £. 3.837 di allora.

I francesi, senza grandi difficoltà e con poche scaramucce, attraversarono il Tagliamento e gli austriaci si ritirarono; il 18 novembre venne insediato a Udine il Governo Centrale provvisorio della provincia del Friuli con presidente Cargnelli Pietro. Lo stesso tre giorni dopo emanò, “per urgenze di cassa” un decreto che imponeva il pagamento della prima e seconda rata del 4% del gettito, tassa peraltro già imposta dal cessato governo austriaco.

Il 25 novembre in aiuto ai pontonieri francesi, anche qui acquartierati,

20 Uno dei mesi del calendario rivoluzionario francese

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nei comuni soggetti alla rappresentanza di Valvasone, vennero requisiti una quarantina di uomini (11 del nostro territorio - a Provesano Chivilò Vincenzo e Chivilò Domenico e a Rauscedo Moretti Francesco). Il 29 novembre fu confiscata a Di Candido Gio.Battista una “siega grande per servizi al lavoro dei ponti sul Tagliamento”. Il 2 e 3 dicembre a San Giorgio, Domanins e Rauscedo altre requisizioni di carri e cavalli oltre naturalmente di pane, vino, carne, formaggi, acquavite e poi ancora avena, frumento, fieno, sorgoturco, foraggio, legna, coperte, paglioni, tavole, cavalletti.

Il 28 novembre fu ucciso con un colpo di pistola Tramontin Pietro di Gio.Battista che fu sepolto nel cimitero di San Giorgio. Nel registro non vengono precisati i motivi. Dato il perido si potrebbe pensare a contrasti con le truppe francesi.

Dopo la battaglia di Austerlitz (l’ennesima in Europa), avvenuta il 2 dicembre 1805, il successivo giorno 26 venne firmata la pace di Presburgo e tutti i territori temporaneamente austriaci vennero inglobati nel Regno d’Italia (o Italico) di Napoleone costituito il 17 marzo 1805 e posto sotto il controllo delle Forze Armate francesi, con capitale Milano.

Con l’annessione entrarono in vigore tutte le leggi del Codice Napoleone, dal matrimonio civile con divorzio al sistema monetario dell’Impero francese, dal Concordato concluso nel 1801 con il papa Pio VII allo stato civile, alla contabilità comunale, all’obbligo di frequenza della scuola, alla ripartizione delle imposte, alle nuove disposizioni sulla costruzione dei cimiteri, tutte riforme che cambieranno per sempre il modo di vivere delle persone coinvolte direttamente nella gestione della cosa pubblica.

Il sovvertimento dell’ordine politico ed amministrativo, consolidato in 400 anni di dominio veneziano e, anche se per poco tempo dell’amministrazione austriaca, pesarono negativamente sulla popolazione e di conseguenza sull’economia friulana. All’interno delle comunità, se non delle stesse famiglie, si crearono spaccature ideologiche tra fazioni antifrancesi e filoaustriache o favorevoli al nuovo corso francese. In quella situazione si trovò anche la famiglia degli Spilimbergo, che aveva esponenti a Domanins e Cosa, con diversità di vedute tra il ramo detto di Sotto e quello detto di Sopra.

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Venne creato, unitamente ad altri 21 , il ducato del Friuli con la conseguente soppressione del Parlamento della “Patria del Friuli”.

Il Governo Provvisorio cercò di dare un primo assetto amministrativo. Il Friuli venne diviso in tredici distretti22. Il nostro comune, affidato ad una rappresentanza locale composta da cinque membri, venne inserito in quello di Valvasone.

Fu subito richiesto un censimento generale della popolazione e delle attività in tutti i “paesi conquistati occupati dall’Armata francese in Italia”. Per il nostro territorio venne solamente precisato che furono costituite le comuni di San Giorgio (con Aurava, Pozzo e Cosa), di Provesano (con Gradisca) e di Domanins (con Rauscedo). Si tenga conto che in quel lontano periodo era frequente la formazione e lo scioglimento di entità territoriali.

Il generale Massena impose una “tassa di guerra” che, con l’avvallo dell’autorità ecclesiastica, costrinse ad attingere all’argenteria delle chiese, luoghi pii e corporazioni ecclesiastiche. La presenza di reggimenti complicò la situazione.

Il 2 dicembre altra richiesta. Questa volta sui quantitativi e qualità “degli argenti esistenti delle chiese”. Venne risposto che a Rauscedo era presente un calice, a Omanisio (Domanins) due calici, due pissidi, un ostensorio, un reliquario, una patena, ed altro, a San Giorgio (ed Aurava) calici, pisside ed ostensorio, nulla a Provesano. Le lettere di risposta vennero firmate da tutti i parroci o cappellani delle comuni della rappresentanza di Valvasone. Per il nostro territorio Bianchi Biasio per Domanins e D’Andrea Giacomo per Rauscedo.

Il 3 e 4 dicembre altre requisizioni di carri con buoi a San Giorgio, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano e Rauscedo per il trasporto di barili di farina a Pordenone. Negli stessi giorni a San Giorgio fece tappa il Reggimento n. 25 dei Cacciatori a Cavallo. Il fieno già destinato ai bovini venne somministrato ai cavalli francesi.

Il 4 dicembre, sempre per esigenze di cassa, venne richiesto dalle truppe francesi un “imprestito sforzato” ai possidenti della zona. Al marchese Leoni, rappresentato da Cigogna Giovanni, £. 6000 e a Luchini Antonio

21 Dalmazia, Istria, Cadore, Belluno, Conegliano, Treviso, Feltre, Bassano, Vicenza, Padova, Rovigo ed appunto Friuli 22 Valvasone, Udine, Tolmezzo, Gemona, Monfalcone, Gradisca, Palmanova, Latisana, Codroipo, Cividale, San Vito, Pordenone, San Daniele

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di San Giorgio e Spilimbergo Giulio di Domanins, £. 2000.

Il 7 dicembre Cigogna Gio.Antonio fu nominato componente della Rappresentanza di Valvasone per il comune di San Giorgio. Tale organismo al quale fu attribuita la qualifica di “capo luogo per le somministrazioni delle sussistenze militari” dovette far fronte alle continue richieste e, talvolta, intervenire energicamente nei confronti dei comuni riottosi.

Il 18 dicembre, per la mancata fornitura dei carri richiesti il precedente giorno 15, venne chiesto, al Comando di Piazza di Valvasone, l’invio a Rauscedo di due soldati “in tansa” 23 (di stanza) per ottenere quanto requisito. Altri soldati “in tansa” furono inviati a Domanins e San Giorgio-Aurava. La già precaria situazione generale, aggravata dagli scarsi raccolti delle annate precedenti e dalle continue requisizioni avevano prostrato la popolazione privandola anche del necessario per vivere. In considerazione di ciò le suppliche delle comuni di Domanins e San Giorgio sulla sospensione delle requisizioni e sul ritiro del militare “in tansa” furono accolte.

1806 Il 9 e 10 gennaio 1806 si acquartierarono a Domanins, comune della

quale era podestà Di Candido Gio.Battista, i soldati di un reparto di cacciatori a cavallo al quale fu fornito vitto e alloggio per le truppe e per gli animali.

La coscrizione divenne obbligatoria24. Il fatto provocò la fuga, anche dal nostro territorio, di molti giovani che per evitare la leva emigrarono nella vicina Austria. Altri giovani si diedero alla macchia e spesso associandosi ai disertori formarono bande che afflissero l’intero Friuli con ruberie, rapine e talvolta gravi fatti di sangue.

La situazione era talmente grave da dover far intervenire il Dipartimento di Polizia del Centrale Governo Provvisorio della Provincia di Udine che con un’ordinanza, datata 18 gennaio 1806, dispose la costituzione, in ogni villaggio sprovvisto di gendarmi (solamente a

23 Soldati o gendarmi in tansa venivano inviati nei luoghi o nelle case per sollecitare quanto ordinato. Spesso, come vedremo in seguito, anche nelle abitazioni dei coscritti refrattari. Le spese per il mantenimento erano a carico della comunità o della famiglia ove erano inviati 24 In merito si richiama quanto riportato nel capitolo “Coscritti di Napoleone”

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4. Ordinanza del Dipartimento di Polizia di Udine del 18 gennaio 1806

Valvasone, con pochi uomini, era presente una brigata della Gendarmeria Reale) di una “forza composta da dodici uomini di buona fama …per vegliare tutta la notte …con due degli individui che la formeranno dovranno restare nel Campanile per suonare occorrendo Campana-martello …arrestare tutte le persone sospette …e particolarmente se le

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troverà armate e le tradurrà avanti li rispettivi Incaricati di Polizia”25.

Per un accordo tra il generale francese Lauriston e il maresciallo austriaco conte di Bellagarde dal 21 al 26 gennaio transitarono per il territorio della rappresentanza di Valvasone 3 colonne di soldati austriaci (oltre 9.000 Ussari con tre generali, circa 300 ufficiali e 200 cavalli) in ritirata diretti a Gorizia. Nell’occasione furono requisiti 230 carri con animali per il trasporto di uomini e materiali. Nel transitare per Rauscedo alcuni militari austriaci si impadronirono di 16 buoi di proprietà di Moretti Nadal, D’Andrea Stefano e D’Andrea Giuseppe.

Il 23 aprile 1806 venne rinvenuto, in Domanins, il corpo senza vita di Venier Vincenza di anni 2 annegata in un fosso nei pressi di casa.

Con decreto del 29 aprile 1806 vennero costituiti i Dipartimenti di Passariano, con capoluogo Udine, e Tagliamento, con capoluogo Treviso.

Con altro decreto del 26 maggio 1806 vennero soppresse anche le confraternite del territorio con confisca dei beni che vennero acquisiti dal Demanio del napoleonico Regno d’Italia. Rimase in vita la sola Scuola del Santissimo Sacramento che venne posta sotto la diretta dipendenza del parroco. Erano congregazioni presenti nella pieve di San Giorgio dal 1592 e, in anni successivi, nelle parrocchie di Domanins e Provesano.

5. Timbri della pieve di San Giorgio e delle parrocchie

di Provesano e Domanins

Il 15 giugno 1806 nel rispondere a specifica richiesta sulle Pie istituzioni venne indicato che “In San Giorgio di Spilimbergo vi esiste una Casa di Ricovero ovvero sia una Pia Istituzione Elemosiniera a soccorso degli indigenti ed ammalati miserabili di quel villaggio. Questa viene

25 Società Filologica Friulana - Autori vari – Valvason - Doretti Udine 1979 Pagine 254-255-256

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amministrata dal Cameraro pro tempore della Fratterna di S. Nicolò. L’attuale amministratore è Pascuto Gio.Maria di San Gorgio”.

Il 16 giugno altre requisizioni di foraggio a Domanins e Rauscedo (podestà D’Andrea Antonio) per la sussistenza dei cavalli dell’8° Reggimento dei Corrazzieri. Altre requisizioni in tutte le comuni del nostro territorio il 20 giugno per la sussistenza di un battaglione di 600 soldati del 35° Reggimento. D’Andrea Gio.Battista e Crovato Leonardo di Antonio, entrambi di Rauscedo, che non avevano ottemperato alle confische vennero multati rispettivamente di £. 75 e £. 60 consistenti nel prezzo doppio del costo del foraggio che avrebbero dovuto versare.

Il primo luglio 1806, nel rispondere a specifica richiesta, il sindaco di Cosa Pasquin Zuanne rispose che nel paese erano esistenti due fornaci “serventi alla cottura di calze, copi e mattoni”, entrambe edificate su fondi della signora Maniago Cattarina, gestite dagli affittuari Filipuzzi Biasio e Pitana Osvaldo26. Analoga risposta da Venier Gio.Battista, sindaco di Domanins, per la fornace operante in località Selva di proprietà del nobile Spilimbergo Giulio.

Il 26 luglio ebbe luogo, da parte del notaio Galvani Pietro di Zoppola, un accurato sopralluogo lungo la Roggia dei Molini. Nel corso della verifica vennero accertate numerosissime trasgressioni. Per il nostro territorio prelievi abusivi di acqua da parte di Corradin Pietro e Toffolo Giovanbattista di Aurava, di Liva Giacomo, Cominotto Giambattista e Cominotto Fabio di Cosa, di Partenio Giambattista, Partenio Antonio e Pasquin Giovanni di Pozzo, da Tossutto Giacomo, D’Andrea Osvaldo (indicato come Delle Vedove), Morut Zuanne, Caciti Pietro e De Zorzi Pietro di Provesano.

Il 4 agosto 1806 si accamparono a Domanins e Rauscedo due compagnie dell’8° Reggimento Cacciatori francesi. I comandanti chiesero che fosse dato alla truppa, in entrambi i paesi, un fabbricato, gli utensili e la legna per poter cucinare le loro vivande. Il sindaco di Domanins Venier Battista, anche a nome del collega di Rauscedo Marchi Sebastiano, inviò una lettera di protesta alla Rappresentanza di Valvasone per le maniere usate nelle richieste che in qualche caso arrivavano alle minacce di arresto. Dopo altre lamentele, che vennero indirizzate direttamente al prefetto di Udine, intervenne il comandante del reggimento richiamando ufficiali e militari a un più misurato comportamento.

26 Il cognome si evolverà, verso l’anno 900’, in Pittana come oggi conosciuto

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Per il 15 agosto, anniversario della nascita dell’imperatore Napoleone, giunse l’ordine che in tutte le cattedrali e parrocchie venisse cantato solennemente il Te Deum, “dopo avere preso le disposizioni occorrenti per una tale festività ad onore del più grande di tutti i Monarchi”.

Il 20 agosto il sindaco di San Giorgio (con annessa Aurava) Luchini Antonio comunicò che con il 21 giugno 1806 in detta comune era stato attivato il registro degli atti dello stato civile. Analoghe dichiarazioni da parte dei sindaci di Provesano Bertuzzi Gio.Battista con la stessa data; di Pozzo Lenarduzzi Zuanne con il 29 giugno; di Cosa Pasquin Zuanne con il 23 luglio.

Il 31 agosto vennero comunicati, per il mercato di Spilimbergo, i prezzi di frumento, formentone27, segala, avena, sarasin28, sorgorosso, miglio, legumi e spelta29 che potevano variare da un massimo ad un minimo con un costo indicato come adeguato. Ad esempio per il frumento il prezzo variava da 10,26 a 11,3 con prezzo adeguato a 11. Il prezzo era indicato nella moneta di Milano30 per un quintale milanese corrispondente a 68 libbre e mezza di peso grosso veneto.

Alla fine del 1806 venne stilato l’elenco delle persone soggette alla coscrizione del Cantone di Valvasone. I ritenuti abili furono 1044, 235 ammogliati, 79 figli unici di madre vedova, 15 appartenenti ad ordini maggiori (ecclesiastici), 133 affetti da problemi fisici, 91 deformi, 59 primogeniti con fratelli orfani.

1807 Il 18 febbraio 1807 Cozzo Antonio di Gradisca presentò una supplica

per essere esentato dal pagamento di una multa di £. 600 di Milano per la mancanza alla chiamata e successiva fuga del figlio coscritto. La domanda fu respinta.

Il giorno dopo, nel Cantone di Valvasone, furono requisiti 140 carri con buoi per il trasporto di legname da Turrida alla fortezza di Palma. Cosa e Provesano fornirono 4 carri a paese. Nel progetto mensile di altri trasporti alla medesima fortezza, il 30 aprile, furono confiscati altri 300 carri, forniti

27 Mais 28 Grano saraceno 29 Farro 30 La lira di Milano valeva circa il 30% più della lira italica che a sua volta valeva circa il doppio della lira veneta

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anche da tutti i nostri paesi.

Il 20 febbraio un decreto del delegato facente funzioni di vice prefetto di Pordenone aggregò la comune di San Giorgio (con tutte le altre che ad essa sono state unite con la circolare del 15 gennaio 1807 praticamente tutte le attuali frazioni) alla comune di San Martino. L’aggregazione rese necessario riformare le classi e le liste di leva per il nuovo territorio. Possiamo dire che in quel lontano periodo nuove entità territoriali venivano create e si dissolvevano abbastanza velocemente. Infatti anche l’aggregazione di San Giorgio a San Martino durerà poco tempo. Per un breve periodo a San Martino continuerà ad essere aggregato il paese di Domanins.

Il 1° marzo 1807 fu comunicato l’elenco degli “ufficiali della comune di San Giorgio e ville ad essa aggregate”. Per la comune capoluogo ed Aurava fu indicato Luchini Osvaldo di Giorgio (capitano di 33 anni); per Pozzo Partenio Giuseppe di Gio.Battista (capitano 38 anni); per Rauscedo D’Andrea Giacomo di Domenico (capitano 20 anni); per Cosa Filipuzzi Filippo di Biasio (tenente 28 anni); per Provesano Polon Angelo di Gio.Battista (tenente 28 anni).

Il 14 aprile 1807 Bisaro Gio.Battista di Gradisca presentò una supplica per essere esentato dal pagamento di una multa per la diserzione del figlio coscritto Bisaro Angelo Antonio. Nella supplica la dichiarazione che nonostante il suo interessamento presso il figlio, recatosi da uno zio parroco a Sant’Andrea di Barbarana31, questo sia fuggito facendo perdere le tracce, senza alcuna responsabilità del genitore.

Il 20 aprile i sindaci delle comuni del territorio Luchini Antonio per San Giorgio ed Aurava, Lenarduzzi Giovanni per Pozzo, Pasquin Giovanni per Cosa, Bertuzzi Gio.Battista per Provesano, Venier Gio.Battista per Domanins e Marchi Sebastiano per Rauscedo chiesero la convocazione dei rispettivi consigli comunali per la nomina delle nuove cariche di sindaco ed anziani in sostituzione di quelle di podestà e giurati.

Il 14 maggio 1807, in esecuzione all’articolo 75 del Reale Decreto 5 settembre 1806, le municipalità vennero invitate alla costruzione di nuovi cimiteri fuori dai centri abitati. La nota conteneva anche la richiesta di eventuali progetti e preventivi di spesa.

Il 26 maggio il geometra Luchini Antonio di Giorgio di San Giorgio

31 Ora frazione di San Biagio di Callalta-TV

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fu incaricato della realizzazione della mappa censuaria del comune.

Il primo giugno 1807 Zorzini Francesca di Gradisca inviò alla rappresentanza del Cantone di Valvasone una supplica per togliere sia la multa applicata sia il gendarme “in tansa” inviato presso la di lei abitazione a causa della diserzione dei figli Bisaro Carlo e Bisaro Giuseppe resisi irreperibili dopo la chiamata.

Lo stesso giorno vennero inviati ad Aurava, presso la casa di Volpato Bortolo, un gendarme “in tansa” per la diserzione del figlio Francesco chiamato come militare dell’Armata di Riserva. In questo caso la Commissione Coscrizione e Leva del Cantone di Valvasone, per costringere il coscritto a presentarsi, intimò che oltre al mantenimento del gendarme e del suo cavallo fosse versata la somma di £. 5 giornaliere raddoppiabile di tre giorni in tre giorni oltre al pagamento della multa di £. 600 di Milano.

Il 4 giugno vennero requisiti a San Giorgio e Cosa due cavalli necessari ai trasporti militari.

Il 29 giugno anche Bisaro Antonio, detto Filipuzzi, di Cosa, zio del coscritto Zuanne (Giovanni) resosi irreperibile, chiese l’allontanamento del gendarme “in tansa” collocato presso la di lui abitazione e l’esenzione al pagamento della multa di £. 600 di Milano. La sua richiesta fu accolta con “l’obbligo però della fedel rassegna del coscritto suo nipote Giovanni al primo suo rimpatrio”.

Il 7 luglio 1807 Tramontin Pietro di San Giorgio, padre del disertore Angelo, inviò ai rappresentanti del Cantone di Valvasone una supplica perché fosse tolta alla sua famiglia la presenza di un gendarme “in tansa” inviato per costringere il figlio a presentarsi volontariamente.

Il giorno dopo De Paoli Antonio di Domanins, padre del disertore Innocente chiese la sospensione dell’invio del gendarme “in tansa” nella speranza di convincere il figlio a presentarsi. Altra supplica alla sospensione delle militari esecuzioni venne presentata da Lenarduzzi Santo di Domanins, padre del disertore Pietro e da Cancian Francesco di Pozzo per la diserzione dei suoi figli Lorenzo ed Angelo. La supplica di quest’ultimo venne accettata e fu rimosso il gendarme dislocato presso la di lui abitazione. Vennero accolte anche le suppliche di Bertuzzi Santo, padre di Antonio, Coz Osvaldo padre di Angiolo e Battistella Domenico padre di Osvaldo, tutti di Gradisca.

Il 27 luglio Venier Giambattista, Lenarduzzi Santo e Di Candido Giacomo, rispettivamente sindaco ed anziani della comunità di Domanins,

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effettuarono alcuni sopralluoghi presso le stalle di Dell’Anna Pietro, Venier Giuseppe e Bisutti Antonio ove rinvennero tre buoi “assaliti di inflamazione di sangue”. Disposero l’immediata soppressione degli animali con la possibilità della consumazione o della vendita delle carni.

Il 14 agosto 1807 giunse nella sede municipale una circolare con l’invito, per il giorno successivo, anniversario della nascita dell’Imperatore dei francesi e re d’Italia Napoleone I, a organizzare, con la partecipazione delle autorità comunali, funzioni religiose con il canto del Te Deum.

Il 18 settembre 1807 Lenarduzzi Zuanne (Giovanni), sindaco di Pozzo, certificò di aver ricevuto da Sedran Angelo, sindaco precedente, la somma di franchi 20 per la vendita del “patusso della campagna della Richinvelda”.

Dal 9 al 20 ottobre 1807 furono requisiti nel territorio comunale 17 carri con animali per il trasporto di materiali alla fortezza di Palma.

Il 16 ottobre vennero richiamati a un migliore comportamento Tramontin Osvaldo e Tesan Osvaldo, detto Miedi, che avevano pesantemente insultato il sindaco di San Giorgio. Con il richiamo anche l’invito a presentarsi al servizio militare.

Il 27 ottobre, a causa della mancata comunicazione da parte della Deputazione Comunale delle liste di leva per il 1808, Pinni Costantino di Valvasone venne incaricato della formazione delle stesse.

Nei primi giorni del novembre 1807 in tutti i villaggi del comune si acquartierarono i soldati di una compagnia di Cacciatori a Cavallo dell’8° reggimento. Alla truppa, che soggiornò per circa 6 mesi, fu fornito quanto necessario.

Il 3 novembre, nel rispondere a specifica richiesta, il sindaco Luchini Giacomo informò che nel comune non erano presenti “capre che per tradizione rilevasi non essere di riuscita né di utile alcuno”.

Il 10 novembre Frisotti Giacomo chiese il pagamento della funzione di segretario espletato per oltre 4 mesi nelle cessate comuni di San Giorgio e Aurava, Pozzo, Cosa, Rauscedo e Provesano.

Il 23 novembre, in un’informativa generale, la Rappresentanza di Valvasone informò che a causa della coscrizione obbligatoria nei comuni erano rimasti solamente i giovani afflitti da malattie organiche o croniche. Gli altri erano emigrati verso la vicina Austria o si erano allontanati verso ignote destinazioni. La stessa autorità suggerì l’importanza di accordi con gli stati vicini per la consegna di eventuali renitenti.

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Il 25 novembre, in occasione del transito dell’Imperatore Napoleone I, furono riattate alcune strade dirette al ponte della Delizia. Per i lavori, nel territorio, furono requisiti 40 carri (80 buoi) con zigotti32 e 60 bracenti33. Nel nostro comune furono interessati Tramontin Pietro, detto Andrian, di San Giorgio, Volpato Bortolo e Gio.Battista di Aurava, Chivilò Antonio e Partenio Antonio di Pozzo, Moro Antonio e Marcon Marco di Cosa e Fornasier Mattia e D’Andrea Giovanni (indicato come Delle Vedove) di Rauscedo. L’Imperatore transitò per il territorio il 12 dicembre e, scortato da numerose persone, attraversò il torrente Cellina.

Il 2 dicembre 1807 venne stilato l’elenco dei coscritti rifiutati per “fisiche imperfezioni” e dei disertori del comune. Le famiglie di questi ultimi “furono diffidate a versare a codesta cassa la multa di £. 600 milanesi”.

Il 12 dicembre in una relazione venne illustrata la situazione idrografica del territorio con i danni provocati dal fiume Tagliamento e dai torrenti Meduna e Cosa; la comunicazione dell’apertura delle scuole (con il sacerdote Oliva Giovanni come insegnante per il capoluogo e i cappellani nelle frazioni); la conferma dell’assenza di capre con presenza di 550 pecore, 120 vacche, 20 vitelli e 200 bovi da tiro.

Il 13 dicembre nei pressi della porta della chiesa di Provesano fu rinvenuto un neonato che, non avendo alcuna indicazione, fu subito battezzato dal cappellano Toffolutti Antonio. Gli fu dato il nome di Antonio.

Il 22 dicembre Cicutin Domenica, vedova di Bisaro Santo di Gradisca, presentò una supplica perché le fosse tolta la multa applicata per la diserzione del figlio Bisaro Giacomo. Analoga supplica venne presentata lo stesso giorno da Rosso Domenico di Gio.Battista di Gradisca.

Il 30 dicembre la Municipalità di San Giorgio informò la Rappresentanza di Valvasone che per la costruzione del cimitero di Aurava era stato “destinato il locale detto di San Lorenzo ove tutt’ora esiste una chiesa campestre intitolata pur a San Lorenzo”. Oltre al cimitero sarebbe stato costruito il muro circondario voluto dalla legge per una spesa totale di £. 928,42 d’Italia.

32 Grosso cesto che posizionato sul carro serviva per il trasporto di materiali sfusi 33 Inteso come lavorante

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1808 Il 3 gennaio 1808 mori a Domanins Zanù Giuseppe soldato del Regno

Italico che, dopo l’assicurazione del suo tenente circa l’appartenza alla religione cattolica, fu sepolto in quel cimitero.

Durante la notte stessa il sindaco Luchini Giacomo, il cursore comunale e sei Guardie Nazionali si portarono presso la casa di Andreone34 Francesco di Domenico di San Giorgio, coscritto disertore, per eseguire il suo arresto o, in sua assenza, quello del fratello. L’abitazione venne scrupolosamente perquisita ma nè il coscritto disertore nè il fratello furono trovati. Il 26 gennaio venne reiterato, alla Brigata di Gendarmeria di Valvasone, l’ordine di arresto. Il 26 febbraio, infine, il vice prefetto Caliari inviò al sindaco una decisa reprimenda per il mancato arresto dell’Andreone intimandogli di presentarsi a Portogruaro per essere sentito in merito direttamente dal responsabile del Distretto del Lemene.

Il 5 gennaio il sindaco chiese l’invio della forza pubblica per costringere i “ritardatari e distratti” al pagamento della tassa comunale. Il successivo 23 marzo, in considerazione che tale provvedimento aveva dato esito negativo, l’amministrazione chiese il pignoramento dei beni degli evasori.

L’11 gennaio il delegato vaccinatore inviò anche alla municipalità di San Giorgio un richiamo per la lentezza delle vaccinazioni antivaiolose esortando le autorità ed i sacerdoti ad attivarsi per una più capillare informazione presso gli abitanti.

Il 13 gennaio ebbe luogo a San Giorgio l’estrazione di 8 nominativi da avviare alla coscrizione. Degli 8 solamente D’Andrea Domenico, detto Margarita, risultò presente. Lo stesso due giorni dopo venne inviato, con la scorta della Guardia Nazionale (capo guardia Mitri Gio.Battista, militi Majola Angelo e Codogno Domenico) presso la Commissione Cantonale. Il prelievo del coscritto provocò la protesta della di lui famiglia al vice prefetto Caliari. Quest’ultimo inviò alla municipalità di San Giorgio una lettera di biasimo con l’ordine di restituire il D’Andrea alla famiglia e l’invito ad una maggiore rigidità nei confronti dei refrattari fuggiaschi trattenendo i fratelli “e occorrendo esperimenti d’imprigionar li padri de’ fuggiaschi”.

Il 28 gennaio giunse a Luchini Giorgio un’ingiunzione al pagamento

34 Cognome successivamente trasformatosi in Dreon

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di £. 109,17 di Milano per l’inabilità35 del figlio Antonio. Venne respinto un primo ricorso. Alla seconda supplica venne parzialmente rivista la somma da pagare fissandola a £. 20 venete.

Il 4 febbraio 1808 per rispondere a superiore richiesta vennero forniti i nominativi dei membri della “Congregazione di Carità per l’amministrazione delle rendite della Casa di Carità o sia Oratorio di San Nicolò eretto in questa comune”. Purtroppo l’elenco non è contenuto nella copia della lettera di trasmissione.

Il 6 febbraio venne stilato l’elenco delle bestie “lanute e cornute coll’aggiunta di cavalli e muli” del Cantone di Valvasone. A San Giorgio e Aurava, Cosa, Pozzo, Provesano e Rauscedo erano presenti 550 pecore, 20 vitelli e 120 vacche, 200 bovi da tiro, 5 cavalli e 36 carri. L’elenco è mancante dei dati di Domanins che, come già riportato, era aggregata a San Martino.

Dal 16 al 28 febbraio transitarono per il territorio 6 colonne di soldati russi diretti ad Est. Nell’occasione, per il trasporto dei loro bagagli, furono requisiti cavalli e carretti di Luchin Osvaldo di Giorgio di San Giorgio, e Volpato Giuseppe di Valentino di Aurava.

Il 20 febbraio 1808 il pievano di San Giorgio attestò che Luchini Giorgio di Luca era padre di 4 figli viventi (Antonio, Pietro, Giuseppe e Paolo).

L’8 marzo 1808 venne stilato l’elenco dei geometri operanti nel Cantone di Valvasone. Per San Giorgio furono citati Volpato Santo di Giuseppe di Aurava e Frisotti Giacomo di Gio.Battista di Rauscedo.

Il 9 marzo vennero convocati a Valvasone i sindaci cessati Bertuzzi Francesco di Provesano, Lenarduzzi Zuanne di Pozzo, Pasquin Zuanne di Cosa e Marchi Sebastiano di Rauscedo ai quali venne richiesta la lista dei nati, morti e matrimoni dal 1805 al 1807.

Il 13 marzo, nel rispondere a specifica richiesta prefettizia, venne comunicato che il ventiseienne Luchini Antonio di Giorgio, aveva la carica, che svolgeva a titolo gratuito, di Segretario della Scuola di San Nicolò di San Giorgio alla quale era stato nominato il precedente 25 gennaio. Lo stesso era anche segretario della municipalità di San Giorgio.

35 In caso di dichiarazione di inabilità veniva applicata una tassa basata sulle rendite della famiglia. Per poter evadere tale imposizione molte famiglie presentavano la dichiarazione di miserabilità

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Il 2 aprile 1808 iniziò ad operare, a Spilimbergo, in esecuzione al Sovrano Decreto del 22 dicembre 1807, la Vice Prefettura. Alla stessa venne assegnato il vice prefetto Caliari (già a Portogruaro), che subito si informò se nei comuni a lui assegnati venisse applicato il codice Napoleone sulla tenuta dei registri degli atti di stato civile e quali fossero i funzionari delegati. Lo stesso ordinò che degli stessi registri fosse fatta copia da depositarsi presso gli uffici municipali. Per il nostro comune furono indicati come ufficiali di stato civile Luchini Antonio di Giorgio per San Giorgio ed Aurava, Venier Simone per Domanins, Lenarduzzi Zuanne, detto Ros, per Pozzo, Pasquin Zuanne per Cosa, Bertuzzi Gio.Battista per Provesano e Luchini Giacomo per Rauscedo.

Con lo stesso decreto Spilimbergo divenne Capo Distretto con competenza su molti dei comuni già del Cantone di Valvasone ove, comunque, rimase la Commissione di Leva.

Il 14 aprile venne invitato a “Marciare al Servizio Militare” Pellegrin Angelo, di Santo di Domanins con l’avvertimento che non presentandosi, oltre a essere dichiarato disertore sarebbe stato soggetto alla multa di 600 £. di Milano. Nonostante l’ammonimento il coscritto si diede alla fuga e per costringerlo a presentarsi fu allora arrestato il padre Santo. Il seguente giorno 19 Valentina, moglie dell’arrestato, presentò al vice prefetto di Spilimbergo una supplica per la liberazione del marito ritenendolo senza colpe per la fuga del figlio.

Da una relazione del 15 aprile sulle imposte da versare veniamo a conoscenza che a San Giorgio e Aurava vivevano 572 persone, a Cosa 204, a Pozzo 218, a Provesano 228, a Rauscedo 322 e 390 a Domanins.

Il 5 maggio 1808 venne inviata alla municipalità di San Giorgio un’ulteriore lettera di richiamo sul problema dei coscritti, refrattari alla chiamata. Nella stessa l’ordine “di servirsi di tutti i mezzi di forza, di soldati, d’arresto, di Tansa e di ferri e di tutto ciò che può occorrere per ottenere l’intento”. Era infatti necessario usare la forza per convincere i fuggiaschi disertori a presentarsi per svolgere il servizio militare.

Il 9 maggio il sindaco e la Guardia Nazionale si ripresentarono presso la famiglia del coscritto D’Andrea Domenico (restituito alla famiglia) per arrestarlo. Non trovandolo arrestarono il padre che venne accompagnato presso la Commissione di Leva di Valvasone.

Il 19 maggio il vice prefetto di Spilimbergo ordinò l’arresto del coscritto refrattario Luchini Giacomo di Luca. Nell’ordine la disposizione di procedere nei confronti di un familiare in caso di diserzione. Non

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trovandolo (venne indicato emigrato per Trieste) venne applicata la multa di 200 £. piccole venete alle famiglie dei coscritti fuggiaschi di Rauscedo e alla famiglia del Luchini £. 70 piccole venete oltre al pagamento di £. 6 giornaliere di “tansa” sino al rientro del coscritto o alla presentazione di un “supplente”.

Il 31 maggio il sindaco di Valvasone, Valvason Eugenio, accompagnato dal medico e dal guardiano fecero la mensile ispezione al carcere ubicato in una stanza del castello di Valvasone. Il carcere venne descritto come insalubre, mancante di aria e luce, con altissima umidità e con pessime condizioni di sicurezza.

Il 15 agosto 1808 “anniversario dell’onomastico e della Natività di S.M. Imperatore e Re …le Autorità tutte Civili e Militari sono per ordine superiore invitate a festeggiare una così felice Giornata con un solenne Tedeum, che dovrà essere cantato verso il mezzo Giorno dal Parroco con tutto il Clero unito in mezzo al maggior sforzo di Pompa tanto per li paramenti Parrocchiali quanto per l’ornamento della Chiesa”. Ed ancora “La Municipalità vi assisterà alla Funzione e si porterà alla Chiesa in gran parata con sciarpa unitamente alle altre Autorità del luogo e dove non è milizia sarà accompagnata da Guardia nazionale per render più brilante la festa”.

Il 29 agosto il Delegato Governativo Pognici chiese una relazione sulla collocazione dei cimiteri fuori dagli abitati, come stabilito dal Decreto del 5 settembre 1806. In caso di non ottemperanza dovevano essere inviati i progetti predisposti per tale collocazione. Analoga richiesta fu reiterata anche il 17 marzo 1809.

Il 1° settembre 1808 il vice prefetto dispose che non poteva essere dato inizio alla vendemmia prima del giorno 1° ottobre dando incarico alle Municipalità di avvisare gli interessati (anche con la lettura dei parroci dall’altare) e, in casi particolari, di ritardarne ulteriormente l’inizio. Per i trasgressori era previsto il sequestro delle uve ed il pagamento di una multa di £. 20 italiane. Il provvedimento si era reso necessario per le vendemmie, praticate in anni precedenti, di uve non mature che producevano vini aspri ed acerbi.

Il 15 ottobre 1808 fu disposta dal prefetto una “generale perlustrazione” (oggi si direbbe controllo di Polizia del territorio) in tutto il Dipartimento del Tagliamento. Nel corso della stessa, che durò 5 giorni, nel Cantone vennero arrestate 17 persone, nella maggior parte residenti in altre località, che dopo gli accertamenti di rito vennero rilasciate. Per

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mancanza della Carta di Sicurezza furono trattenuti e subito liberati anche il ventiseienne Venier Giuseppe di Pietro e il ventiduenne D’Agostin Leonardo di Giacomo, entrambi di Domanins.

Lo stesso giorno venne arrestato a Spilimbergo dal real gendarme Bezzi Andrea certo Coradini Gaetano, ventiseienne nativo di Caneva, che venne accompagnato presso la casa Comunale di San Giorgio per essere trasferito ad altro luogo. Appena giunto si diede a precipitosa fuga facendo perdere le tracce.

Il 12 dicembre 1808 venne inviato a tutte le municipalità il “calamiere” 36 dei prodotti commestibili perché fosse osservato dai negozianti pena l’applicazione di multe per eventuali prezzi maggiorati. Dalla lettura delle tariffe si evince che era in vendita olio di oliva di Corfù (1,18 £.), il prosciutto in fette (1,21 £.), il burro fresco (0,85 £.) il lardo, strutto, ossugna vecchia, formaggio di pecora, carne di capra, vitello e manzo, riso, farina e pane.

Il 21 dicembre venne emanato il divieto di sepoltura dei cadaveri nelle chiese valevole “per qualunque sorta di persone, di qualunque grado, condizione sesso ed età”. Nella stessa disposizione l’obbligo della copertura dei cadaveri diretti al sepolcro e la pena di una multa e della prigione per i trasgressori.

1809 Il 15 gennaio 1809, in previsione di una ormai imminente nuova guerra,

il Delegato Governativo chiese al vescovo l’indulto al consumo delle carni per la vicina quaresima.

Il 2 marzo 1809 il Delegato Governativo ordinò l’arresto e la traduzione nel carcere di Spilimbergo di Basso Angelo di Pietro di San Giorgio che presentatosi al Deposito Dipartimentale di Udine era fuggito rendendosi disertore.

Il 27 marzo nuova guerra e nuovo passaggio di truppe. Infatti il 12 aprile le truppe francesi, incalzate dalle austriache, attraversarono il Tagliamento (a Dignano) e tra il 15 e 16 avvenne la battaglia di Fontanafredda (o dei Camolli) con una risicata vittoria degli austriaci. Ma la loro presenza durò poco. Il 10 maggio, l’armata austriaca in rotta, rivarcò il Tagliamento

36 Inteso come calmiere

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attraverso il guado di Turrida, dirigendosi verso l’Austria37.

Nuova pace e ripristino della situazione precedente.

Dal 14 aprile al 9 maggio 1809, per ordine del generale Frimont38 ebbero luogo pesanti requisizioni nei comuni del Cantone. San Giorgio dovette fornire 1.500 razioni di carne, 2.600 razioni di fieno, 40 stai di biada, 2 buoi e 20 botti (di orne 8) di vino, sorgoturco, avena, frumento. Oltre ai prodotti alimentari per uomini e animali furono requisiti carri trainati da buoi (quattro a San Giorgio, tre a Rauscedo e due a Domanins) per il trasporto di materiali di sussistenza per le truppe austriache. Inoltre, l’8 ed il 9 maggio si acquartierarono nel territorio comunale 600 soldati austriaci per il sostentamento dei quali ci furono ulteriori requisizioni. Numerosi danni, quantificati in oltre 557 £., furono provocati anche a Spilimbergo Giulio di Francesco che fu costretto ad alloggiare alcune truppe presso il suo palazzo di Domanins. Ironia della sorte lo stesso subirà ulteriori danni, per £. 630, anche dai soldati francesi successivamente ospitati.

Le famiglie dei conti Maniago e dei marchesi Leoni, per mezzo dei loro agenti in Cosa e San Giorgio, furono “invitate” a consegnare, in “imprestito sforzato”, ciascuna quattro botti di vino. Nella richiesta l’ammonizione dell’intervento della Guardia Nazionale in caso d’inadempienza.

Con il ritorno dei militari francesi riprese funzione l’amministrazione civile. Il 6 maggio, da Treviso, il prefetto del Tagliamento Del Majno Carlo pubblicò un avviso per la consegna di tutti gli oggetti militari abbandonati nel corso degli eventi bellici sopra descritti. Gli animali, che potevano restare in custodia a chi li aveva rinvenuti, dovevano essere denunciati.

Il 16 maggio 1809 altra requisizione di fieno raccolto, secondo quanto comunicato dal sindaco Luchini Giovanni, con fatica nel nostro territorio. Questa volta per i cavalli di un reggimento di Dragoni francesi.

Il 22 maggio il Delegato Cantonale inviò a tutte le municipalità l’invito a festeggiare l’anniversario dell’incoronazione (26 maggio) di Napoleone

37 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 47-49 38 Johann Maria Philipp Frimont, generale austriaco. Partecipò alla battaglia di Sacile del 1809 ricevendo la Croce dell’Ordine Militare di Maria Teresa. Divenuto Feldmaresciallo, nel 1815, fu comandante in capo delle armate austriache in Italia

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a re d’Italia prescrivendo “di cantare solennemente il Te Deum ordinando che siano le chiese vestite possibilmente a pompa e così pure tutti li ministri del culto. Il Parrocho poi nella propria chiesa, o altro sacerdote, farà breve elocuzione, animando il popolo ad essere obbedienti e fedeli al grande fra tutti i Monarchi. A questo atto di esultanza e riconoscenza interverranno tutte le Autorità costituite in abito di formalità, accompagnate da numero di Guardia Nazionale armata. Durante la funzione tutte le campane saranno suonate a festa e dalla guardia saranno eseguite anche alcune scariche di fucile”.

Nel maggio 1809 ebbe inizio una devastante epidemia di vaiolo che ebbe il suo massimo nei mesi di luglio, agosto e settembre con la morte, solamente nella pieve di San Giorgio, di oltre 35 bambini principalmente dai 2 ai 5 anni. In qualche famiglia ci furono più decessi.

Il 5 novembre 1809, per celebrare il trattato di pace, stipulato a Schonbrunn il precedente 14 ottobre, tutte le autorità vennero invitate a promuovere cerimonie religiose e festeggiamenti per esaltare, con le modalità sopra richiamate, la figura dell’imperatore.

Lo stesso giorno, a seguito della pace, furono sospese tutte le requisizioni per l’approvvigionamento delle fortezze.

Il 17 novembre furono comunicati i libri da usare per le scuole normali. Tra le materie la grammatica, l’antologia italiana e latina, la geografia, l’aritmetica ed il catechismo “pel” Regno d’Italia.

1810 Nella notte del 13 febbraio 1810 Del Pin Antonio di Domanins si

presentò a casa di Venier Giuseppe di Pietro, pure del luogo, ed entrato nella stalla prelevò un bue che cercò di trascinare presso la sua abitazione. La pronta reazione del Venier e l’intervento di altre persone fecero desistere il Del Pin che con urla e frasi minacciose si allontanò. L’animale era stato acquistato l’autunno precedente dal Venier che aveva dato una caparra di £. 36,32 italiane su un prezzo di £. 127,91 impegnandosi a saldare il tutto al più presto. Problemi e difficoltà non permisero però il pagamento di quanto convenuto ed il creditore, stanco di aspettare, cercò di riprendere quanto riteneva ancora suo. L’episodio fu segnalato al Giudice di Pace.

Il 13 aprile 1810 mori il sacerdote Volpati Gio.Battista di Valentino di 64 anni. Nativo di Aurava fu sepolto nel cimitero di San Giorgio.

Il 23 settembre 1810 ebbe luogo l’attribuzione dei premi per “belle arti

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e mestieri” promosso dal Ministero dell’Interno del Regno Italico.

Una delle medaglie d’argento fu assegnata a Vallani Giovanni Battista39 di Maniago per “Lodevole costruzione di stromenti chirurgici nel Dipartimento del Tagliamento”. Pur non avendo attinenza con questo territorio, considerata l’importanza, si ritiene di trascrivere l’intera motivazione:”Dal piccolo comune di Maniago, dipartimento del Tagliamento il fabbro Gio. Bat. Vallani ha inoltrati alcuni campioni di lavori in acciaio per uso dell’arte chirurgica da lui eseguiti. In questa manifattura, in cui non vi può essere merito di novità per parte dell’artefice, si è trovata una finezza ed una politura da far desiderare che l’operatore s’accinga a fabbricare i ferri dell’arte chirurgica in grande, o sia degli assortimenti di essi che possano venire diffusi pel Regno, ed essere sostituiti a quelli provenienti dall’estero. Questo artefice è meritevole di tanto maggior encomio, in quanto, ch’egli lavora in una piccola terra, isolato, senza il soccorso di alcuna macchina, e senza una facile comunicazione con professori dell’arte. La Commissione quindi ha creduto che egli sia meritevole di un incoraggiamento col premio della medaglia d’argento, ed inoltre raccomanda a S.E. il signor conte ministro dell’Interno di darli un particolare eccitamento con lettera che gli sia di sprone a vie più estendere la sua manifattura di ferri chirurgici”.

Il 28 settembre 1810 nuovo decreto del vicerè d’Italia Eugenio Bonaparte. Il Friuli orientale venne inserito nel Dipartimento di Passariano con capoluogo Udine. Per la parte occidentale (sino al Tagliamento) venne istituito il Dipartimento del Tagliamento, con capoluogo Treviso, ed il nostro territorio, indicato come San Giorgio del Tagliamento40 entrò nel Cantone di Valvasone41, Distretto di Spilimbergo42.

Tale sistema amministrativo perdurò sino alla definitiva sconfitta di Napoleone e, dopo il Congresso di Vienna, alla creazione della Provincia del Friuli inclusa nel Regno Lombardo Veneto sul quale meglio si riferirà nello specifico capitolo.

39 Altra medaglia d’argento nel 1811 per la presentazione di un apparecchio di ferro per l’operazione della cataratta ed ancora nel 1817 simile riconoscimento per la costruzione di lime per orologiai 40 Con (come scritto nel decreto) Agrava, Rausedo, Domanins e Richinvelda, Pozzo, Cosa, Provesano con Gradisca 41 Del quale facevano parte, Valvasone (San Martino ed Arzene erano parte integrante di quel comune), Zoppola ed appunto San Giorgio 42 Con i Cantoni di Spilimbergo, Travesio, Maniago, Valvasone con circa 45 mila abitanti

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6. Sigillo della Municipalità Capo Cantone di Valvasone

Il 31 dicembre 1810 la Reale Gendarmeria arrestò a San Giorgio i disertori Luchini Pietro di Antonio e Luchini Luigi di Zorzi. Mentre venivano tradotti alla Commissione di Valvasone chiesero e ottennero (data la tarda ora) di entrare nell’osteria di Facchina Domenico in San Martino, posta lungo il tragitto, ove ordinarono e consumarono una lauta cena con spesa di £. 11 italiane. Alla presentazione del conto asserirono di “non avere seco neppur un picciolo”. Essendo arrestati il saldo venne chiesto al sindaco di San Giorgio Tesan Domenico

1811 Il 10 gennaio 1811 il vice prefetto di Spilimbergo Caliari, dovendo

partecipare a un importante incontro a Valvasone, dispose la pulizia delle strade da Maniago a Valvasone (per il nostro comune nei tratti Vivaro – Rauscedo – Domanins) dalla neve caduta copiosamente in quei giorni.

Il giorno dopo lo stesso vice prefetto ordinò la requisizione di 4 carri trainati da buoi per il trasporto di materiali dalle fornaci di Cosa e Provesano alla fortezza di Palma.

Il 18 gennaio Bertuzzi Angelo, designato a far parte del Corpo dei Veliti Reali, venne invitato a presentarsi alla Commissione di Leva. Il 21 febbraio venne inviato alla Prefettura di Treviso ove doveva presentarsi con un familiare per il ritiro degli “atti di fideiussione onde sottoscrivere l’obbligo dell’annuo corrisponsivo delle £. 200 di Milano per anni 5 che servir devono di mantenimento per esso coscritto a termine di legge”.

Il 2 febbraio 1811 venne chiesto l’arresto del coscritto Venier Gio.Battista di Michele di Domanins che, arrestato il 10 febbraio, fu tradotto al Deposito di Udine.

Il 4 e 5 febbraio furono requisiti 12 carri con scalari usati per il trasporto di vari materiali dalla fornace Pitana di Cosa alla fortezza di Palma.

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Il 24 febbraio, per esigenze del maresciallo Marmont43 duca di Ragusa vennero requisiti, nel Cantone, una quarantina di cavalli. San Giorgio ne fornì alcuni (due, con postiglione, del signor Spilimbergo Giulio, due, con sella, del signor Luchini Giacomo e altri non meglio specificati).

Il 3 marzo 1811 su richiesta del capitano del Genio Beltrami, il vice prefetto Caliari dispose la requisizione di 4 carri con zigotti trainati da quattro manzi per il trasporto (anche dalle fornaci di Cosa) sulle falde del fiume del materiale necessario all”erezione di un monumento destinato ad esternare la memorabil battaglia del Tagliamento”. L’opera, voluta espressamente da Napoleone una volta divenuto imperatore e progettata da Giuliani Michele 44 , assegnata al costruttore Piederoda di Valvasone sebbene iniziata non fu completata.

Il 5 marzo il venticinquenne Curbin Giuseppe, detto Grillo, di Aurava fu munito della Carta di Residenza per viaggiare nei Dipartimenti Tagliamento, Adriatico e Brenta.

Il 12 e 13 marzo ebbero luogo altre 12 requisizioni di carri con animali per il trasporto di materiali dalla fornace di Pascutto Gio.Battista di Cosa alla fortezza di Palma.

Il 15 marzo il ventisettenne muratore Bisaro Giuseppe di Gradisca venne munito, dalla Municipalità di San Giorgio, della Carta di Residenza per viaggiare nei Dipartimenti Tagliamento e Adriatico.

Il 19 e 21 marzo altre requisizioni di carri per il trasporto di calce e coppi dalla fornace Chivilò in Provesano alla fortezza di Palma.

Il 25 aprile 1811 giunse la notizia della morte, nell’ospedale di Venezia, di Pitaro Mattia di Pietro di Domanins.

Il 23 maggio 1811 la compagnia Pasqualis effettuò presso il teatro del castello del signor Valvasone Lodovico, la prima recita rappresentando “con gran bravura la visita delle carceri di Giuseppe Secondo”.

Il 26 maggio ebbe luogo una solenne funzione, con il canto del Te Deum, per l’anniversario dell’incoronazione a re d’Italia di Napoleone I.

Il 27 maggio vennero requisiti altri 6 carri per il trasporto di calce e

43 August Frederic Louis Viese de Marmont duca di Ragusa è stato un generale francese, maresciallo dell’Impero, durante le guerre napoleoniche. Nato nel 1774 a Chatillon sur Seine è morto a Venezia il 22 marzo 1852 44 Alberto Cassini - 1797 e dintorni - Edizioni de Il Noncello Aprile 1998 - pag. 38

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coppi che vennero prelevati dalla fornace di Pitana Antonio di Cosa.

Il 31 maggio fu rilasciata al ventitreenne agricoltore Agostin Gio.Battista di Antonio di Domanins la Carta di Residenza valida a spostarsi nei territori del Regno Italico.

Il 3 giugno 1811 Partenio Domenico, ottuagenario nativo di Pozzo e abitante a San Martino chiese la dichiarazione di miserabilità. Secondo l’attestazione del parroco del luogo di residenza Sabbadini Gio Battista, il Partenio, “per l’età incapace di procacciarsi il vivere” era costretto a questuare sia nei villaggi del Cantone sia fuori da esso.

Il 5 giugno venne rilasciata al possidente ventitreenne Frisotti Antonio di Gio.Battista di Rauscedo la Carta di Residenza per poter viaggiare nei territori del Regno.

Il 6 giugno ulteriore requisizione di carri per il trasporto di calce, coppi e tavelle dalle fornaci di Pitana Antonio di Cosa alla fortezza di Palma.

Il 9 giugno vennero effettuati i festeggiamenti per il battesimo del Re di Roma, figlio dell’Imperatore. Una dettagliata relazione dell’avvenimento è contenuta nel “bollettino” (diario) presente nell’archivio storico del comune di Valvasone. Nell’occasione il sacerdote Mincelli Lucio 45 , maestro normale di San Martino, realizzò il seguente sonetto: “Sul Valore, e Magnanimità di S.M. Napoleone il Massimo Imperatore dei Francesi, Re d’Italia, e Protettore della Confederazione Renana – Sonetto Dedicato all’Egregia Municipalità di Valvasone in occasione della Solennità del giorno Natalizio del Re di Roma”.

Dal Trono di Lutezia, in cui si asside Eternità che i fausti dì ne move,

Regge Napoleon Ausonia, e arride a’ Fasti, al suo valor Pallade, e Giove

Per quella, Egli non teme armi omicide; per questo, onusto Ei và di Palme nuove;

E per entrambi fatto novello Alcide, d’invincibil ne dà parlanti prove.

Piegan Scetri, e Corone a’ trionfali Vesilli Gallo-Ausonj il capo altero;

Ma risorgon in Lui fermi, e immortali.

45 Mincelli Lucio sacerdote proveniente da una famiglia possidente di Tramonti di Sotto

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Egli è del Grand’Eroe vanto primiero L’acrescier forza all’altrui deboli ali; Non ambizion d’un Vincitor severo.

L’ode, che termina con un “In attestato di profonda stima e rispetto”, fu fatta pervenire alle autorità per essere inviata all’Imperatore e Re.

Il 18 giugno fu arrestato, ad Orcenico, D’Andrea Giuseppe, detto Dreuzza, di Antonio di Domanins refrattario alla leva dell’anno 1809. Lo stesso, che si era rifugiato a Trieste, visitato dall’ufficiale medico venne esentato per evidente pellagra.

Il 23 giugno il vice prefetto Caliari, in conseguenza di alcuni casi di vaiolo riscontrati a Pordenone, in attesa della vaccinazione generale, emanò alcune disposizioni per evitare la diffusione del morbo. Tra queste, per le persone provenienti da detta città, “prima d’entrar nella propria casa, nel suo ritorno, debba essere profumato onde non asportar il morbo e nella casa e nella comune”.

Due giorni dopo lo stesso vice prefetto Caliari inviò una circolare sui controlli da effettuarsi dalle pattuglie della Gendarmeria e della Guardia Nazionale per la ricerca di disertori o malviventi. Nella circolare l’ordine di pattugliare maggiormente le strade secondarie in quanto “S’arricordino che le strade più disabitate e più disperse sono le più frequentate da malviventi e per la bassa e pianura, la Celina, la Colvera, la Meduna, la Cosa, e le rive del Tagliamento nonchè le campagne grandi di Maniago, di Arba, di Tauriano, di Rauscedo, di Domanins, di Castions, di Zoppola e di Valvasone alla larga pianura, sono appunto quelle che si servono costoro che ammettono nelli monti, li viottoli, li rughi, li boschi ed i luoghi meno frequentati che sono quelli ove costoro cercano di passare per maggior loro sicurezza”.

L’8 luglio 1811 vennero requisiti 12 carri con zigotti per il trasporto, dalle fornaci di Provesano e Cosa di proprietà di Pitana Antonio alla fortezza di Palma, di calce, mattoni, tegole e coppi. Nell’occasione vennero chiesti carri in grado di contenere 20 stare di calce, 600 mattoni e 400 tegole e coppi.

Il 13 luglio la comunità di Domanins (già con San Martino) venne aggregata al comune di San Giorgio.

Il 17 luglio morì per cause imprecisate un manzo di proprietà di Lenarduzzi Leonardo di Domanins. Dopo una accurata visita, eseguita dal deputato comunale alla sanità dei bovini Bisutti Antonio, le carni dell’animale poterono essere messe in vendita non essendo “infette da

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male contagioso ma solo per esser riscaldato”.

Il giorno dopo ulteriore requisizione di carri con scalari per il trasporto di materiali dalle fornaci Pitana e Filipuzzi di Cosa alla fortezza di Palma.

Il 15 agosto 1811 vennero effettuati solenni festeggiamenti per la nascita dell’Imperatore e Re Napoleone I.

Il 14 settembre 1811 venne divulgato l’avviso della data di inizio della vendemmia fissata al 20 seguente “alli così detti sottani” e al successivo 23 per i coloni.

Il 14 ottobre 1811 Rositis Pietro di Cosa presentò una querela contro il calzolaio Pasquin Clemente, indicato come Candiot, per offese e minacce.

Il 19 ottobre i fabbricieri di San Giorgio inviarono una lettera al vice prefetto di Spilimbergo nella quale chiesero il superiore interessamento per la restituzione “della argenteria della chiesa parrocchiale” della quale, nel 1807 come sindaco, si era “appropriato, con intento di custodirla e che poi mai doppo fu ristituita”, Luchino Antonio di Giobatta, fabbriciere nel 1808, dimessosi nel 1809. L’argenteria era stata “salvata dalle ricerche dei francesi”, durante la loro prima campagna.

Il 9 novembre 1811 venne comunicata la morte, a Narbonne (Francia), del coscritto, arruolato nel 1807, Gri Giovanni Maria di Valentino e Rosa, nativo di San Martino, soldato del 2° Reggimento Cacciatori a Cavallo Reale Italiano.

Il 21 novembre ulteriore sequestro di carri con zigotti e quattro buoi per il trasporto di calce dalla fornace Pitana di Cosa alla fortezza di Palma.

Il 9 dicembre 1811 vennero chiesti alcuni uomini della Guardia Nazionale del comune per collaborare alla scorta di un convoglio di prigionieri inglesi in partenza dal carcere di Pordenone.

1812 Il 14 gennaio 1812 il sindaco di San Giorgio Volpato Bortolo “inoltrò”

con scorta a Treviso i coscritti Tossutto Gio.Battista (che venne esentato per gozzo) e Leon Gio.Battista.

Il 5 marzo 1812 vennero chieste le informazioni sulla possibile diserzione del venticinquenne Volpato Valentino di Bortolo di Aurava che si trovava ristretto nel carcere di Treviso sospettato di furto.

Il 9 marzo mori il sacerdote Luchini Giacomo di Domenico che fu

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sepolto nel cimitero di San Giorgio “ante portam maiorem ecclesie”46.

Il 31 marzo la Commissione Cantonale di Valvasone chiese due coscritti in sostituzione di altri rimandati per inabilità. Il 3 aprile il sindaco Volpato Bortolo rispose che, dato l’alto numero di giovani refrattari fuggiti e di altri dichiarati inabili non poteva adempiere alla richiesta se non inviando persone già visitate con esito negativo.

Il 18 maggio 1812 Luchini Giuseppe di Domenico di San Giorgio dopo la condanna inflittagli dalla Sezione Correzionale di Treviso, per non essersi presentato alla chiamata, venne “rimandato al suo paese sotto la sorveglianza del sindaco locale sino a nuovo ordine”.

L’8 giugno 1812 l’armata di Napoleone, forte di circa 600mila uomini, dei quali oltre 27mila appartenenti al Regno Italico, varcato il fiume Niemen, iniziò quella che sarebbe divenuta la campagna di Russia napoleonica. La spedizione divenne un disastro e fu l’inizio del declino dell’imperatore francese. A Mosca giunsero circa 100mila dei militari partiti e, nella ritirata e conseguenti battaglie, ne furono neutralizzati altri 90mila. A fine dicembre 1812 rientrarono circa 10mila militari dei quali un migliaio di italiani47. Altri studi danno dei numeri diversi sia sulla consistenza del corpo di spedizione (dai 400 ai 700mila) sia sul numero dei sopravvissuti (da 10 a 100mila).

Alla spedizione presero parte sicuramente anche il nostro concittadino Zavagno Gio.Battista, che perì, e Bonutto Michele di Gradisca. Per i dettagli si veda il capitolo “I primi coscritti di Napoleone”.

Il 1° novembre 1812 venne resa nota la tariffa fissata per la vendita di generi alimentari, pane e farine.

Il 16 dicembre 1812 Marcolini Vincenzo, procuratore del marchese Leoni Luigi di San Giorgio chiese al comune di San Martino il pagamento di interessi di capitali ritenuti dovuti in base ad un contratto stilato il 26 maggio 1738 dal notaio Daniel di Daniel48 di Pozzo.

Il 27 dicembre a Lenarduzzi Gio.Battista di Domanins, già soldato della seconda compagnia del secondo reggimento di linea, fu proposto di transitare nel Corpo dei Veliti Reali. Nella comunicazione del vice prefetto

46 Davanti alla porta principale della chiesa. In caso di più ingressi, era la porta di fronte all'altare. Poteva essere una posizione privilegiata all'interno del cimitero. 47 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 70-71 48 Il cognome Di Daniel si trasformerà in Partenio

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Caliari anche la richiesta alla famiglia (possidente) del pagamento di £. 153,50 annue (per 5 anni) per il mantenimento del militare. La famiglia, dichiarando problemi economici, rifiutò la proposta.

1813 Il 27 gennaio 1813, dopo la disastrosa campagna di Russia, si riunirono,

nel municipio capo Cantone di Valvasone, Adelardi Daniele, primo anziano della municipalità di Valvasone, Bragadini Alessandro, delegato del sindaco di Zoppola e Luchini Giacomo sindaco della comune di San Giorgio e deliberarono di inviare all’Imperatore e Re una missiva che si trascrive: “A S. Maestà Imperatore e Re. Sire i vostri fedelissimi sudditi del Cantone di Valvasone Dipartimento del Tagliamento hanno letto con vero entusiasmo i trionfi delle Vostre Armate, le replicate sconfitte che deste al barbaro nemico che alla sola vista delle vostre Falangi, sentito con esultanza l’occupazione di una delle sue capitali. Il Bollettino n. 29 li ha istruiti delle combinazioni avvenute alla vostra cavalleria in un clima freddissimo e in un Paese deserto. Calcolando fino dall’istante che lo pervenne la notizia l’angoscia del Vostro cuore per la mancanza di tanti prodi e cavalli che perirono in quelle inospite regioni hanno fino da quel momento desiderato di partecipare alle sollecitudini degli altri vostri sudditi per rimettere i vuoti lasciati da tante non prevedibili vicende. Degnatevi o Sire di accogliere tre uomini a cavallo che le tre comuni di Valvason, Zoppola e San Giorgio che costituiscono il Cantone di Valvason ardiscono offrirvi e non ricusate la supplica d’incorporarli a quegli eserciti che colsero tanti allori e contano tante vittorie. Possa anche questo picciol sussidio contribuire alla conquista della pace, a cui aspirano i voti vostri e quelli di tutti i popoli che la Provvidenza vi ha assoggettati. Se una terribil gragnuccola non avesse lo scorso estate devastato il territorio di dette comuni e ridotto alla miseria la maggior parte delle famiglie che ne sono le abitatrici, avrebbe potuto estendere le loro offerte a numero maggiore di uomini e cavalli; ma farlo non possono in questa terribile annata. Aggradite, o Sire questo come segno di devozione che vi danno i più poveri, ma i più attaccati e fedeli dei vostri sudditi, abitatori delle sponde del Tagliamento dove per ben tre volte ebbero la sorte di ammirarvi cogliendo i frutti della vittoria e non obbliate quel popolo che dirigge continui voti al Cielo per la vostra prosperità, per nuovi trionfi, per l’abattimento dei vostri nemici, per la Pace generale. Pel Sindaco impedito D. Adelardis Anziano di Valvason, Bragadini Alessandro Delegato del Sindaco di Zoppola, Giacomo Luchini sindaco di San Giorgio”.

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Lo stesso giorno la missiva fu inviata al vice prefetto di Spilimbergo per l’inoltro all’Imperatore.

Il 28 gennaio in una sala del locale Municipio ebbe luogo la riscossione della prima rata della tassa sui beni personali per l’anno 1813.

Il 1° febbraio 1813 un gruppo di reclute del Cantone, tra cui Basso Valentino, Cimarosti Giacomo e Pascuto Giovanni, detto Blanc, del nostro comune, vennero inviate alla Prefettura di Treviso per essere incorporati. L’invio provocò, per il sindaco di San Giorgio, una dura reprimenda da parte del vice prefetto Caliari che manifestò la sua contrarietà sull’invio del Cimarosti che “non è volontario, non le spetta la marcia, non so per qual motivo si voglia farlo marciare per forza, ciò è contro legge, non si può non si deve, né voglio tanto dispotismo, Ella pensi a sostituire chi tocca ed a lasciare a casa chi ha diritto di starvi questo è il mio sentimento e questo è quanto le cometto”. Ammogliato, era stato escluso in precedenza dal militare servizio.

Il 12 febbraio i tre sindaci del Cantone si riunirono nuovamente per dare atto all’impegno di fornire un uomo ed un cavallo. Mentre per Zoppola la ricerca del volontario era ancora in atto per San Giorgio fu indicato Cocitto Simone e per Valvasone Valvasensis Gio.Battista 49 . Gli stessi accettarono di essere arruolati per la somma di £. 600 italiane delle quali 250 da pagarsi al momento della partenza.

Il 18 febbraio a Spilimbergo ebbe luogo nel “Teatro Comunale recentemente riattato ...un’opera Buffa intitolata La Locandiera, musica del celebre Maestro Zavinelli sostenuta dalla scielta Compagnia Ruggieri, che continuerà con varie produzioni ...”.

Lo stesso giorno il Vicario Foraneo invitò i sindaci a partecipare alle solenni funzioni, da effettuarsi con “la maggior pompa” e con il canto del

49 Valvasensis Gio.Battista, di Lazzaro ed Antonia, nato a Valvasone il 25 novembre 1779. Lo stesso il 14 giugno 1813 inviò ai sindaci del Cantone di Valvasone una lettera nella quale raccontò con dovizia di particolari la battaglia avvenuta il precedente 17 maggio ad Erda, presso Presburgo, tra la 2a e 5a Compagnia del Reggimento Cacciatori ed un reparto di Cosacchi a cavallo. I Cosacchi attaccarono all’alba i soldati napoleonici sbaragliandoli. Nell’attacco il Valvasensis rimase ferito da un colpo di pistola alla coscia sinistra e solamente grazie all’arrivo dell’intero Reggimento, che fece fuggire gli attaccanti, le conseguenze non furono ben peggiori. Lo stesso ferito fu inviato in diversi ospedali militari (Trento – Verona – Lodi) fino alla completa guarigione. Nella lettera anche la richiesta del saldo della somma contrattata all’atto della sua partenza e la minaccia di una sua diserzione in caso di mancata soddisfazione della richiesta. Diserterà, infatti, poco tempo dopo.

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Te Deum, previste per la domenica successiva, per il concordato firmato il 25 gennaio a Fontainebleau tra l’Imperatore e Papa Pio VII “pel ristabilimento della Pace della Chiesa”.

Il 12 marzo 1813 vennero emanate nuove norme per agevolare e rendere meno complicato il sistema delle coscrizioni e per l’arruolamento volontario nei Granatieri della Guardia Reale.

Il successivo giorno 23 nuove disposizioni sugli arruolamenti. A differenza dei modi rudi, inflessibili e polizieschi del passato “Raccomandasi a sindaci che li coscritti siano trattati con piacevolezza, con affabilità, con confidenza, non si stanchino d’ascoltare li loro reclami, si faccia annotazione di tutto, di tutti si raccolga, e si cerchi di persuaderli con la maniera, con il convincimento”.

Il 14 aprile 1813 il colonnello Tissot comandante della 2a Brigata inviò ai sindaci una lettera in francese nella quale li invitava a fornire a tutti i soldati componenti l’Armata d’Italia una razione (un quarto) di vino per festeggiare il giorno della festa di Sua Maestà l’Imperatore.

A seguito dei conflittuali rapporti tra i componenti della fabbriceria e le autorità comunali il 10 maggio 1813, su ordine del sindaco Luchini Giacomo50, elementi della Guardia Nazionale, della quale era capitano Luchin Giacomo di Carlo, prelevarono dalla sua abitazione di Aurava il primo fabbriciere Volpato Osvaldo che fu tradotto in Municipio e consegnato a un gendarme. Nel frattempo altre Guardie Nazionali furono inviate a Pozzo e Cosa con l’ordine di prelevare i fabbricieri Sedran Pietro e Pasquin Giovanni e di tradurli in municipio. Gli stessi, avvertiti in tempo, si presentarono volontariamente. Da parte del sindaco fu loro richiesta tutta la documentazione della fabbriceria e avuta risposta che era stata consegnata al Delegato per il Culto si limitò a un richiamo lasciandoli liberi. Ma gli screzi tra sindaco e fabbricieri non finirono. Nell’aprile 1814 questi ultimi, in una missiva diretta al Delegato per il Culto, accusarono il sindaco, sebbene convenuto a giudizio, di non pagare i debiti verso la parrocchia. Unitamente al sindaco vennero citati, come inadempienti anche Luchini Antonio, segretario comunale e certo Schezzi, non meglio indicato. Le controversie continuarono fino al 1815 con continue richieste di documenti e di libri contabili e scambio di accuse tra la fabbriceria e le

50 Luchini Giacomo, già esattore ed amministratore delle rendite della parrocchia dal 1796 al 1803, secondo i fabbricieri avrebbe tenuto nascosto a vecchi camerari e nuovi fabbricieri i documenti contenenti gli elenchi dei debitori consegnatigli dal precedente esattore Sebastiano Vida

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autorità comunali.

Il 14 maggio 1813 il vice prefetto Caliari inviò una circolare sull’obbligo di procedere alle vaccinazioni precisando che “dove esistono medici o chirurghi condotti deve essere eseguita da questi gratis”.

Il 24 maggio il Cancelliere del Censo del Circondario di Spilimbergo emanò l’avviso di pagamento della 3a rata di imposte secondo “i catasti riformati di tutto l’intiero Cantone di Valvasone”.

Il 30 giugno 1813 De Paoli Innocente, detto Macanin di Antonio fu trasferito dal carcere di Valvasone, ove era detenuto per diserzione, a quello di Pordenone.

Il 1° luglio 1813 Rositis Giusto Felice, dichiarato inabile al servizio militare per ernia, chiese la Carta Regolare (passaporto) per lavoro. Venne concessa limitandola a pochi comuni.

L’8 luglio per mancanza di rispetto alla Municipalità fu arrestato e ristretto nelle carceri di Valvasone Busolini Antonio di San Giorgio. Lo stesso venne messo in libertà due giorni dopo.

Il 15 luglio Crovato Serina, sposa di Volpato Giuseppe presentò una querela nei confronti di Basso Maria e Antonia (madre e figlia) per presunte offese all’onore ed alla reputazione. Le due querelate testimoniarono che le offese erano state determinate da analoghe parole contro di loro. Il sindaco facente funzioni di Commissario di Polizia condannò le tre donne a due ore di arresto in quanto “l’audacia di queste donne inquiete merita di essere repressa”.

Il 21 luglio vennero pubblicate le nuove tariffe del calmiere per pane, farine e pasta.

Il 29 luglio il vice prefetto Caliari emanò ulteriori disposizioni per la cattura di malviventi e disertori raccomandando ai sindaci il più profondo impegno sulla materia.

Il 1° agosto 1813 giunse nel territorio il 35° Reggimento di Linea francese composto da 616 granatieri che vennero acquartierati a San Giorgio, Domanins e Rauscedo. Il giorno 9 altri 1714 (sui 6500 presenti nel Cantone ed altri 4000 a Spilimbergo) appartenenti al 1°, 2° e 3° battaglione del reggimento n. 84 d’Infanteria francese che vennero dislocati in tutte le attuali frazioni del comune. Agli stessi ed agli animali che li accompagnavano San Giorgio dovette fornire, tra l’altro, 25 stara sia di frumento sia di segala occorrenti per il pane. La richiesta provocò la protesta del sindaco Luchini Giacomo che, oltre a lamentarsi per l’elevato

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numero di militari presenti, rispose di non poter adempiere alla consegna della segala della quale poteva fornire solo 3 stara.

Il 12 agosto si acquartierarono anche gli uomini del reggimento della Guardia Reale. Il 3° battaglione sostò a San Giorgio e Aurava, il 4° a Domanins e Rauscedo ed il 6° Leggero a Cosa.

Il 13 agosto vennero inviati a San Giorgio due militari “in tansa” per obbligare il sindaco alla consegna del quantitativo di frumento e segala richiesto. L’invio indusse il primo cittadino a un’ulteriore protesta contenente anche la richiesta di evitare ulteriori arrivi di militari. Infatti il giorno dopo 775 soldati di un battaglione del 42° reggimento che erano acquartierati a Pozzo e Cosa, guadato il Tagliamento, si diressero a San Daniele.

Il 19 agosto venne trasmesso alla Guardia Nazionale l’ordine di arresto nei confronti di “certo D’Andrea detto Furia di Rauscedo”.

Il 4 settembre 1813 venne pubblicato il calmiere con i prezzi per pane, farine e pasta.

Il 6 settembre, “affogato nella roja” di Proversano, fu rinvenuto il corpo dell’ultraottantacinquenne Chivilò Pietro di Nadal.

Il 9 settembre fu pubblicato un avviso del vice prefetto Caliari con l’ordine del principe vice-re della costituzione di un battaglione di Bersaglieri italiani con sede a Brescia. Dello stesso avrebbero dovuto far parte cacciatori di professione scelti tra guardiacaccia, guardie campestri o dei boschi nonché esercitanti la caccia. Gli ufficiali sarebbero stati scelti tra i possidenti. I sindaci avrebbero dovuto fornire i nominativi dei volontari che il principe vice re sperava abbondanti.

Il 13 settembre Cividin Pietro, indicato come nativo di Cosa, fu trasferito dal carcere di Valvasone a quello di Spilimbergo.

Dal 6 al 13 ottobre 1813 altre requisizioni, ordinate dallo Stato Maggiore francese dal quartier generale di Gradisca, per la fornitura di mezzi di trasporto e alimenti.

Il 21 ottobre giunse, al sindaco di San Giorgio, la richiesta della fornitura di 12 carri con animali per il trasporto di materiali militari a Pordenone. Era iniziato il ritiro delle truppe francesi determinato dalla loro sconfitta nella battaglia di Lipsia (16-19 ottobre). La situazione stava cambiando e lo si riscontra anche nel rifiuto, da parte del comune di Zoppola, di concedere i carri richiesti.

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Incalzati dagli austriaci i francesi iniziarono a ritirarsi dalle zone orientali del Friuli. Il 26 ottobre 1813, per un estremo tentativo di difesa, si attestarono lungo il Tagliamento da dove si ritirarono il 31 ottobre. Era praticamente finita l’epopea napoleonica e si era realizzata, anche se con 14 anni di ritardo, la speranza ben descritta nel suo memoriale da don Rizzolati, parroco di Domanins.

Cambiarono le amministrazioni ma non le abitudini. Nuove requisizioni, questa volta da parte delle truppe austriache: il 18, 28 e 29 novembre il 23 e 24 dicembre, il 13 e 22 gennaio 1814, il 21 febbraio, il 30 marzo, il 25 aprile, 2 maggio ed il 26 giugno 1814. Venne requisito di tutto: farina, pane, fieno, legna, candele, lenzuola, vino, carne.

1814 Il 1° gennaio 1814 venne eletto, nonostante il cambio di

amministrazione (ma in quel periodo i cambiamenti erano frequenti), il Consiglio Cantonale di Valvasone. Alla guida fu designato Panciera di Zoppola Andrea e per San Giorgio furono nominati Chivilò Giacomo, Crovato Leonardo, De Bedin Agostino, Luchini Giacomo, Marcolini Vincenzo, Sedran Pietro, Spilimbergo Giulio (componente del gruppo dei Savi) e Volpato Santo.

Il 15 febbraio 1814 venne pubblicato dal nuovo Consiglio di Prefettura (amministrazione austriaca) un avviso con l’importo della tassa da pagarsi per ogni cavallo (di lusso £. 25 – di servizio £. 9), mulo (£. 12), asino (£. 3), bue (£. 9) o vacca (£. 6).

Dal 18 febbraio furono riscontrati, nel territorio comunale, 5 casi di epizoozia bovina dei quali 4 portarono alla morte dell’animale e uno fu macellato (nel cantone i casi furono 18). Si tenga conto che nello stesso periodo, nell’allora dipartimento del Brenta, furono colpiti dal morbo 434 animali dei quali solo 13 risanati.

Il 23 febbraio mori a Domanins il sacedote Agostinis Agostino di 78 anni. Fu sepolto in quel cimitero.

Il 26 febbraio la Regia Prefettura Interinale del Tagliamento (di emanazione austriaca) chiese i 24 nominativi delle persone che dovevano formare il nuovo consiglio comunale di San Giorgio. Tra questi il nobile Spilimbergo Giulio e il sindaco uscente Luchini Giacomo.

Il 21 aprile 1814 il settantatrenne Agostinis Agostino di Leonardo di Domanins cadde dal fienile morendo all’istante.

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Lo stesso giorno giunse da Trieste la notizia della morte, in quell’ospedale, del trentasettenne Bisaro Osvaldo di Gradisca che fu sepolto nella chiesa cattedrale di San Giusto.

Il 14 maggio 1814 dalla suddetta autorità (Regia Prefettura) venne pubblicato l’invito a sottoporsi alle vaccinazioni. Ai parroci, come usanza, venne chiesto che la notizia fosse diffusa dall’altare con l’incitamento a sottoporvisi senza remore. Nel 1813 erano stati vaccinati 54 bambini.

Il 18 maggio venne ordinata la requisizione di numerosi carri per il trasporto, dal magazzino di Rauscedo a Pordenone, di tutto il fieno occorrente per le truppe che provenienti dall’Austria erano dirette verso la Lombardia.

Il 21 maggio venne comunicato che a San Giorgio operava come notaio Cigogna Gio.Antonio e come perito Luchini Antonio Francesco.

Il 29 maggio il sindaco di San Giorgio informò il comune capo cantone della mancanza di acqua per gli abitanti del capoluogo a causa dello sprofondamento del pozzo che serviva alle esigenze di persone ed animali. Fu sollecitato un accordo con il consorzio dei mugnai, che gestiva l’acqua della roggia di Lestans, per effettuare una derivazione che da Provesano portasse l’acqua a San Giorgio.

L’8 giugno 1814 si riunirono presso la sede municipale di Valvasone i sindaci del cantone (Valvasone-San Giorgio-Zoppola) con i parroci per un esame degli aiuti da accordare ai molti bisognosi dei tre comuni. Venne deliberato di fornire ai più miserabili un quantitativo di sorgoturco per il quale il comune di San Giorgio contribuì con 141 stara e 3 quarte. Dall’elenco dei miserabili si riscontra che erano 25 a San Giorgio, 29 ad Aurava, 16 a Pozzo, 6 a Cosa, 30 a Rauscedo e 36 a Domanins.

Il 14 giugno il conte Spilimbergo Giulio di Domanins fu autorizzato a iniziare l’arte di filandiere previo il pagamento della specifica tassa di £. 18.

Il giorno dopo si acquartierarono nel territorio comunale 868 soldati del Reggimento Bukal (sic) cui venne fornito il sostentamento con un occhio di riguardo verso gli ufficiali che vennero alloggiati presso alcune famiglie.

Il 19 giugno requisizione di un carro con cavalli da inviare alla Commissione ai trasporti di Pordenone. Il 22 successivo confisca di altri carri a quattro buoi per il trasporto di materiali.

Negli stessi giorni transitarono numerosi reggimenti austriaci

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(Disertori, Bianchi, Yos, Banale, Hohenzollern, Frimont, Bligt) per i quali, come ormai era abitudine, furono requisiti farina, pane, carne, vino, fieno e avena.

Il 29 luglio 1814 venne arrestata, per furto d’uva, Cividin Rosa di San Giorgio che venne ristretta nel carcere di Valvasone. Fu messa in libertà il 2 agosto.

Il 28 agosto 1814 fu divulgata, dalla Prefettura Dipartimentale del Tagliamento di Treviso, un’ordinanza nella quale le autorità comunali venivano invitate ad un’attenta vigilanza nei confronti dei numerosissimi disertori dell’Armata Francese fuggiti, con le loro armi, dalle fortezze di Palma e Osoppo. Allo scopo venne sollecitata l’istituzione di apposite pattuglie, composte da ex membri della guardia nazionale che, nel caso di rintraccio, dovevano provvedere al sequestro delle armi e avviare i disertori ai comandi militari per le pratiche di rito.

Il 4 settembre 1814 Luchini Antonio Francesco fu incaricato della formazione del ruolo della tassa personale e delle professioni liberali arti e commercio per San Giorgio ed aggregate.

Al 23 settembre la popolazione di San Giorgio con Aurava, Cosa, Pozzo, Rauscedo e Domanins era di 1595 persone delle quali 772 donne, 91 maschi superiori agli anni 60 e 341 minori di anni 14. Alla stessa data Valvasone contava 3319 abitanti e Zoppola 2462.

Il 13 novembre 1814 Luchini Osvaldo e Luchini Giuseppe di San Giorgio vennero arrestati per furto e ristretti nel carcere di Valvasone. Vennero liberati dopo tre giorni.

1815 L’8 gennaio 1815 per furto fu arrestato e assoggettato al carcere di

Valvasone Luchini Giacomo di Luca. Stessa sorte il giorno dopo per Luchini Giacomo di Paolo. Entrambi di San Giorgio vennero rilasciati il giorno 11 gennaio.

Il 3 maggio 1815 furono requisiti carri a due buoi a Sclabasso Giacomo, Della Rossa Domenico, detto Corradin, Tramontin Francesco e Volpato Gio.Battista, tutti di Aurava, necessari al trasporto di materiali del battaglione n. 13 austriaco.

Il 16 maggio Pitana Maria di Gio.Battista di Cosa, di anni 4, cadde in un fosso decedendo all’istante.

Due giorni dopo venne pubblicato il calmiere dei prezzi del pane, farine

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e pasta con costi raddoppiati rispetto a due anni prima.

Il 22 maggio il parroco di Domanins Bianchi Biasio inviò al podestà capo cantone di Valvasone una lettera nella quale, lamentandosi della lentezza degli aiuti ai poveri della sua parrocchia, informò che non avrebbe rispettato gli accordi del giugno 1814, e che avrebbe provveduto autonomamente, trattenendo i soldi raccolte dalle questue, alla distribuzione delle zuppe economiche, precisando che “non lascerò perire di inedia i miei miserabili”.

Nella notte tra il 22 e 23 maggio ignoti, introdottisi nell’abitazione di Busolini Antonio di San Giorgio, venditore di farina e sale, asportarono farina, carne e grasso per l’importo di £. 20.

Il 23 maggio ebbe luogo a San Giorgio una nuova requisizione di 25 carri per il trasporto del vettovagliamento di tre battaglioni austriaci.

Lo stesso giorno il cane da guardia del sacerdote Luchini Giacomo, già mansionario di San Giovanni Battista51 della pieve di San Giorgio, morse un questuante a una gamba. Nell’informativa il sindaco riferì che simili episodi attribuiti allo stesso animale erano già accaduti e che il religioso era stato ufficialmente richiamato. Il podestà cantonale dispose, in un primo tempo, la soppressione dell’animale e a seguito dell’opposizione del sacerdote, una più accurata vigilanza nei suoi confronti.

Il 25 maggio venne avanzata la richiesta della nomina di nuovi amministratori per la Scuola del Santissimo Sacramento in considerazione dello stato disastrato in cui operava.

Nella stessa notte Dreon Giacomo fu derubato di oggetti di rame asportati dalla sua abitazione di Aurava.

Il 30 maggio venne trasmesso l’elenco dei nati e dei morti per l’anno 1814. A San Giorgio nacquero 45 bambini (27 maschi e 18 femmine). Morirono 70 persone delle quali 16 minori di anni 1. I matrimoni furono otto.

Il 31 maggio altra requisizione di carri nel comune. San Giorgio ne fornì 3, Aurava 3, Pozzo 2, Cosa 3, Rauscedo 3 e Domanins 6.

Il 2 giugno 1815 Pasquin Giovanni presentò un reclamo contro l’imposizione del pagamento del dazio, richiesto dall’agente comunale, per

51 Altare un tempo esistente nella chiesa matrice di San Giorgio

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lo scarico di legnami nel porto di Cosa. Sei giorni dopo il reclamo fu respinto.

Sempre il 2 giugno venne costituita una commissione per lo studio di messa all’asta di terreni incolti comunali. Della stessa fecero parte il sindaco Luchini Giacomo e i rappresentanti dei paesi Chivilò Giacomo per Cosa, Partenio Giuseppe per Pozzo, Crovato Leonardo per Rauscedo e De Bedin Agostino per Domanins.

Il 3 giugno venne autorizzata la sepoltura delle spoglie mortali del reverendo Comin Domenico, da moltissimi anni a Valvasone, nella tomba dei sacerdoti di quella chiesa.

Si tenga conto che il 21 dicembre 1809 era stato emanato il divieto di sepoltura dei cadaveri nelle chiese valevole “per qualunque sorta di persone, di qualunque grado, condizione sesso ed età”. Ma quelli erano altri tempi ed altri governanti.

Sempre lo stesso giorno iniziò presso il Giudice di Pace di Valvasone una causa con la richiesta del marchese Leoni Luigi, rappresentato dal procuratore Marcolini Vincenzo, del pagamento degli affitti arretrati (dal 1813) da parte delle famiglie di Corradini Giacomo e Francesco, affittuari del casale detto “dell’Arrichinvelda” formato da alcune case coloniche, animali ed attrezzi agricoli. Il successivo giorno 5 venne ordinato dal giudice il sequestro dei beni, che avvenne lo stesso giorno dopo un accurato inventario. Tesan Domenico di San Giorgio, con il consenso delle parti, venne nominato depositario giudiziale.

Il 5 giugno Crovato Leonardo e Marchi Nicolò entrambi di Rauscedo furono autorizzati a intraprendere l’attività di filandiere.

L’8 ed il 25 giugno, nella chiesa di Valvasone, ebbe luogo il giuramento di fedeltà all’imperatore Francecso I da parte rispettivamente dei possidenti e dei capi famiglia non possidenti di San Giorgio. L’avvenimento fu più volte reso noto dai parroci dall’altare.

L’11 giugno il sindaco Luchini chiese al podestà di Valvasone l’invio del calmiere del prezzo della farina in considerazione che i venditori applicavano prezzi “liberi maggiorati”.

Il giorno stesso a causa dei continui furti consumati nel comune, vennero formate delle pattuglie notturne composte da giovani del luogo.

Il 13 giugno dalla Prefettura, venne ordinata in ogni comune la composizione di apposite squadre per controlli sui venditori di pane disponendone il sequestro e la multa in caso di violazioni sul peso. Per San

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Giorgio furono nominati De Bedin Agostino, Marcolini Vincenzo e il conte Spilimbergo Giulio.

Il 16 giugno il principe di Rems (sic) di passaggio nel nostro territorio diretto a Spilimbergo, fece visita a casa Leoni a San Giorgio. Lo stesso, durante il viaggio, fu scortato dai Dragoni e da numerosi cittadini a cavallo, opportunamente requisiti.

Il 23 giugno venne trasmesso l’elenco dei nati e dei morti per l’anno 1813. A San Giorgio nacquero 92 bambini e morirono 71 persone. I matrimoni furono 10.

Il 25 giugno Franceschina Antonia di Antonio vedova Truant settantenne di San Martino, entrata, verso le ore 10 del mattino, nel cortile dell’abitazione del sacerdote Luchini Giacomo di Gio.Battista in San Giorgio per chiedere l’elemosina fu violentemente aggredita dal cane del religioso, tenuto in libertà, e azzannata nella gamba destra. La stessa, costretta a letto per le ferite e per lo spavento, avrebbe subìto ben più gravi conseguenze se non fossero intervenuti i vicini a liberarla. L’aggressione fu segnalata al podestà che convocò il Luchini il quale negò nella maniera più assoluta che fosse stato il suo cane a provocare i danni alla malcapitata. Dalle indagini emerse che dopo l’aggressione la poveretta fu portata sulla strada ed ivi lasciata fino all’arrivo dei figli che, con una carretta, la prelevarono verso le ore 16, e portarono a casa. Emerse, inoltre, che il cane aggressivo aveva procurato danni ad altre persone. Venne convocata la cognata del sacerdote, presente all’episodio, la quale testimoniò che la Franceschina era caduta da sola procurandosi le ferite. Al termine delle indagini il podestà condannò Luchini don Giacomo al versamento di £. 15 italiane da devolvere alla danneggiata e al pagamento delle spese del processo. Ordinò che il cane fosse costantemente legato con catena corta o chiuso in un recinto “colla facoltà di metterlo in libertà soltanto in tempo di notte, ed a porte chiuse”.

Il 28 giugno il podestà di Valvasone inviò a tutti i parroci del cantone una richiesta “Il tempo piovoso, che si a lungo continua porta all’agricoltura il più sensibile discapito. La invito sig. Parroco ad implorare con un triduo dalla Divina clemenza la serenità dell’aria onde rimettere i danni causati finora dalla soverchia umidità”. Si stava avvicinando un lungo periodo di carestia cagionato dal minor irraggiamento solare dovuto alle eruzioni vulcaniche che negli anni

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successivi provocherà un elevato numero di morti52.

Il 29 giugno il vice prefetto inviò al podestà di Valvasone, per il successivo inoltro ai sindaci, una circolare sulle misure da intraprendere contro la possibile propagazione della peste, presente in Dalmazia. Venne raccomandata la massima vigilanza verso il morbo che, nelle persone debilitate a causa della fame, avrebbe potuto trasmettersi più facilmente.

Il 30 giugno il sindaco Luchini inviò al podestà una lamentela contro il parroco di Domanins per problemi relativi alle spese per il culto. Lo stesso sindaco informò comunque che la vertenza sarebbe stata demandata al nuovo sindaco essendo lui in scadenza.

Infatti il 1° luglio 1815 venne formalmente costituito il comune di San Giorgio con le frazioni di Aurava, Cosa, Pozzo, Rauscedo e Domanins53. Venne così a cessare la “dipendenza” dal cantone di Valvasone. Fu proposto a sindaco Tesan Domenico di Santo di San Giorgio. Consiglieri e rappresentanti delle varie comunità vennero indicati Leoni Luigi di Gio.Battista, Luchini Antonio di Battista, Spilimbergo Giulio di Francesco, Stella Giuseppe di Carlo, De Bedin Agostino, Tesan Domenico di Osvaldo, Colossis Gio.Battista di Pio, Luchini Giacomo di Daniele, Fabbris Domenico di Giovanni, Candido Leonardo, Toffolo Giovanbattista di Pio, Partenio Carlo di Daniele, Pasquin Giovanni di Leonardo, e Lenarduzzi Giovanni, detto Ros. Delegato politico venne eletto Luchini Antonio.

A quella data risultavano curare le chiese Fabrici Gio.Battista pievano di San Giorgio, Volpato Gio.Battista cappellano, Volpato Giacomo cappellano, De Paoli Angelo cappellano, D’Andrea Giacomo cappellano, Luchini Giacomo sacerdote, Oliva Giovanni sacerdote e Bianchi Biasio parroco di Domanins. Provesano era amministrata da Sabbadini Mattia.

All’atto della costituzione del comune risultavano operare sul territorio: 1 notaio Cigogna Antonio di San Giorgio; 1 perito agrimensore Luchini Antonio Francesco di San Giorgio; 2 fabbricatori e venditori di calce, tegole e mattoni Pitana Domenico e

Filipuzzi Paolo entrambi di Cosa;

52 Nel 1812 eruttò il vulcano Soufrieré nei Caraibi, nel 1814 il vulcano Majon nelle Filippine ed in fine dal 5 al 15 aprile 1815 il Tambora nell’Indonesia. Le eruzioni provocarono l’emissione in atmosfera di polveri sottili che schermarono la luce solare. I danni provocati durarono molti anni. 53 Con quella data si può intendere la nascita ufficiale del comune mancante, come più volte ripetuto, della frazione di Provesano per la quale bisognerà attendere sino al 1871

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3 fabbri ferrai Filipuzzi Filippo e Cella Vincenzo di Cosa, Morasutti Antonio di San Giorgio;

4 falegnami Volpato Domenico di Aurava, Schezzi Carlo e Cancian Sante di San Giorgio, Chivilò Giacomo di Cosa;

6 calzolai De Paoli Antonio di Pozzo, De Paoli Ambrosio di Domanins, D’Andrea Natale, D’Andrea Sante e Marchi Sebastiano di Rauscedo, Luchini Giovanni di San Giorgio;

6 venditori di vino Partenio Giacomo e De Paoli Antonio di Pozzo, Crovato Leonardo di Rauscedo, Gridello Gio.Battista di Cosa, Cacitti Antonio di Aurava, Bonutto Nicolò di Domanins;

2 sarti Grillo Giuseppe di Aurava e Bisutti Giacomo di San Giorgio; 1 macellaio Partenio Giacomo di Pozzo; 2 prestinai Cacitti Antonio di Aurava e Crovato Leonardo di Rauscedo; 1 venditore di farina Busolini Antonio di San Giorgio; 2 venditori di sale e olio Cacitti Antonio di Aurava e Tesan Domenico

di San Giorgio; 2 mugnai Volpato Ermenegildo di Aurava e Gridello Rocco di Cosa; 4 tessitori Luchini Giacomo, Luchini Pietro Antonio, Candotto

Gio.Battista e Cancian Domenico tutti di San Giorgio.

Il quel periodo le principali risorse erano l’agricoltura (praticata su terreni magri), e la zootecnia. Nel territorio operavano alcune fornaci “ad una bocca”. Come sopraindicato a Cosa erano di proprietà di Filipuzzi Biasio e Pitana Osvaldo, a Domanins del nobile Spilimbergo Giulio ed a Provesano quella di Bortoluzzi Gio.Battista 54 . Le pietre per la costruzione delle fornaci, raccolte nel Meduna e nel Colvera, venivano vendute a Rauscedo e Domanins. I sassi per la preparazione della calce venivano invece raccolti nei letti del Tagliamento, Cosa e Meduna.

Nel corso della seconda dominazione napoleonica diversi furono gli esattori che operarono nel territorio. Si citano i signori Altan e Pustero di San Vito, Goretti di Rorai, certi Peroval Benedetto e Berlese di Treviso. Nel 1815 l’incarico fu affidato al concittadino Luchini Giuseppe Ferdinando.

A seguito della sconfitta di Napoleone a Waterloo, del 18 giugno 1815 e al Congresso di Vienna, il nostro territorio venne annesso al costituito Regno Lombardo Veneto. Di questo parleremo nell’apposito capitolo.

54 Che ne possedeva una anche nei sobborghi di Spilimbergo

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I primi coscritti ovvero giovani di San Giorgio chiamati

alla leva nell’esercito del Regno Italico di Napoleone

Come abbiamo visto, durante la seconda dominazione francese la coscrizione divenne obbligatoria. Tutti i giovani dai 20 ai 25 anni vennero assoggetti alla leva, che durava per 5 anni. I francesi arrivarono (per la seconda volta) nel nostro territorio il 12 novembre 1805 ed iniziarono subito le procedure per il reclutamento.

I coscritti vennero ripartiti in Classi, queste in Liste con il numero progressivo di chiamata.

7. Sigillo della Commissione di Leva di Valvasone

Per il nostro territorio venne istituita a Valvasone la Commissione di Leva ove i coscritti effettuavano una prima visita medica.

Alcuni, rimandati per motivi non gravi di salute o famiglia, rimanevano iscritti anche per diversi anni. Per coloro che venivano esonerati e per i disertori il comune, a saldo del contingente, doveva provvedere alla sostituzione.

L’obbligatorietà del servizio militare fu una novità non molto gradita dai giovani. Alcuni si resero irreperibili altri cercarono altre vie, quali il

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matrimonio, problemi sanitari o famigliari, producendo le relative dichiarazioni firmate dai parroci o dalle autorità comunali. In caso di renitenza, oltre alle ripetute perquisizioni presso l’abitazione del coscritto, potevano essere inviati nelle famiglie, per costringere lo stesso a presentarsi, gendarmi o soldati “in tansa” per i quali la famiglia doveva provvedere al mantenimento e, in non pochi casi, pagare una diaria giornaliera. In casi estremi potevano essere arrestati il padre o un fratello del coscritto. Si richiama, in proposito, quanto meglio specificato nel precedente capitolo “Da Venezia a Napoleone”.

Qualora esentati per problemi fisici o famigliari i coscritti dovevano produrre un documento contenente le rendite personali e della famiglia sulle quali veniva applicata la relativa tassa.

In questo capitolo sono indicati i coscritti e coloro che, requisiti, hanno effettuato il servizio militare nelle armate francesi del Regno Italico. Nell’elenco, che potrebbe essere non completo non disponendo di altra documentazione, sono stati inseriti solamente i nominativi rinvenuti presso l’Archivio Storico del comune di Valvasone-Arzene.

Nonostante le accurate ricerche per alcuni nominativi vengono riportati solamente il cognome e nome. Per altri anche la paternità, la località di nascita e altre utili notizie.

Come per il capitolo che riguarda i militari requisiti nell’impero austriaco anche in questo caso sono stati trascritti i coscritti (rinvenuti nelle documentazioni) di Gradisca tenendo conto che la frazione era aggregata alla comune di Provesano e a quella parrocchia.

Un cenno particolare merita il nostro concittadino Zavagno Gio.Battista di Antonio, che partecipò e morì durante la Campagna di Russia. Lo si evince dalla registrazione di un atto di matrimonio, trascritto dal pievano Mora Fabiano il 26 ottobre (sponsali) ed il 27 novembre (atto) 1839: "Giuseppe Zavagno fu Giacomo di Basaldella Cura di Vivaro, vedovo della fu Maria Alberti fu Bernardo, ha in quest'oggi contratto gli sponsali di futuro matrimonio con Cocitto Anna Maria del fu GioBatta relitta del fu GioBatta fu Antonio Zavagno, perito qual militare nella spedizione di Mosca, regno Italico, l'anno 1812, mia parrocchiana …".

Circa dieci anni prima, e precisamente il primo giugno 1828, la Deputazione Comunale di San Giorgio, retta dal nobile Spilimbergo Giulio, inviò al notaio Mehlis (sic) con ufficio in Galerie Vivienne n. 56 a Parigi, la richiesta di interessarsi, presso lo specifico ufficio, creato appositamente nella capitale francese, delle ricerche del predetto Zavagno.

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Nella lettera veniva precisato che, requisito come coscritto nel 1812 apparteneva al 2° Reggimento di Linea Italiano, 2a compagnia, 5° battaglione con sede a Mantova.

Non fu l’unico della zona a seguire Napoleone nella sua avventura in Russia. Della spedizione fece parte anche Bonutto Michele di Gradisca di Spilimbergo paese che allora faceva parte della parrocchia di Provesano55.

I nominativi, che non sono trascitti nell’indice dei nomi, sono stati riportati come scritti nei documenti. Per lo stesso cognome potrebbero riscontrarsi diverse varianti anche comprensive dei soprannomi. Ad esempio Volpati, Volpato, Volpatto; Cilio, Cilia; Candido, Di Candido, De Candido; Agostin, Agostinis, D’Agostin; Bidin, Di Bidin, De Bidin; Luchin, Luchini; Pascut, Pascutto, Blanc; ecc.

Andreone Francesco, detto Dreon, di Domenico ed Elisabetta, nato il 6.12.1787 a Provesano. Chiamato 13.1.1808. Disertore

Basso Andrea, detto Simonit, di Giuseppe e D’Andrea Sabbina, nato il 15.11.1783 a Rauscedo. Coscritto nel 1809 Basso Angelo di Pietro nato a San Giorgio Soldato del Deposito Dipartimentale di Udine nel 1809. Disertore Basso Mattia di Gio.Battista e Pasquali Maria, nato il 4.4.1786 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 26.2.1807. Disertore

Basso Santo di Giuseppe e D’Andrea Sabbina, nato il 13.8.1787 a Rauscedo. Chiamato il 13.1.1808. Disertore

Basso Valentino di Giuseppe e D’Andrea Sabbina, nato il 18.11.1792 a Rauscedo. Soldato del 1° Btg. Equipaggi dal 1813

Battistella Osvaldo di Domenico e Pasqua, nato il 21.1.1786 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 27.2.1807. Disertore

Bertos Domenico di Valentino e Filipuzzi Domenica, nato l’8.2.1784 ad Aurava. Esentato perché sordomuto

Bertuzzi Angelo di Giuseppe e D’Agostin Elisabetta, nato il 9.2.1787 a Provesano. Coscritto 1811. Segnalato per Veliti Reali

Bertuzzi Antonio di Gio.Battista e Polon Anna, nato il 10.10.1782 a Provesano. Segnalato per Veliti Reali. Esonerato Inabile

55 Vedi anche il capitolo Regno Lombardo Veneto

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Bertuzzi Antonio di Santo e Schezzi Lugrezia, nato il 18.7.1785 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 2.3.1807. Disertore

Bertuzzi Domenico di Valentino e Filipuzzi Osvalda, nato l’8.2.1782 ad Aurava. Esonerato perché sordomuto

Bertuzzi Francesco di Gio.Battista e Polon Anna, nato il 22.2.1788 a Provesano. Coscritto nel 1811. Abile. Inviato all’Armata

Bertuzzi Leonardo di Giuseppe e D’Agostin Elisabetta, nato il 29.11.1784 a Provesano. Esentato nel 1811 per stupidità Bertuzzi Pietro di Gio.Battista e Polon Anna, nato il 28.6.1785 a Provesano. Esonerato per totale sordità Bisaro Angelo Antonio di Gio.Battista e Cisilin Antonia, nato il 16.4.1785 a Provesano. Rivedibile maniaco. Disertore Bisaro Carlo, di Bortolo e Zorzini Francesca, nato il 31.12.1782 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 27.2.1807. Disertore

Bisaro Giacomo di Santo e Cicutin Domenica, nato l’1.5.1784 a Gradisca di Spilimbergo. Disertore da dicembre 1807 Bisaro Giuseppe di Bortolo e Zorzini Francesca, nato il 3.5.1785 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 27.2.1807. Disertore

Bisaro Gregorio di Giuseppe e Rizzot Antonia, nato il 4.12.1781 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 27.2.1807. Disertore

Bisaro Luigi di Sante e Partenio Elisabetta, nato il 16.11.1788 a Provesano. Coscritto nel 1811. Esentato perché figlio unico di madre vedova con fratello pazzo

Bisaro Pietro di Gio.Battista e di Cisilin Antonia, nato il 17.1.1780 a Gradisca di Spilimbergo. Coscritto nel 1809 Bisutti Angelo di Giovanni e Pagnucco Angela, nato il 5.10.1787 a Domanins. Coscritto nel 1811. Esentato perché epilettico Bisutti Beniamino di Pietro e Maria Coscritto nel 1813 Bisutti Domenico di Gio.Battista e Sedran Maria, nato il 19.9.1792 a Rauscedo. Coscritto nel 1813. Esonerato per sostentamento famiglia Bisutti Gio.Giuseppe di Giovanni e Pagnucco Angela, nato il 24.7.1785 a Domanins. Chiamato il 21.1.1807. Esonerato per emotisi invecchiata

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Bonutto Angelo, detto Coz, di Osvaldo e Taiedo Antonia, nato l’11.6.1785 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 7.3.1807. Disertore

Bonutto Francesco, detto Coz, di Antonio e Menoto Zuanna, nato l’8.5.1786 a Gradisca di Spilimbergo. Coscritto nel 1807

Bonutto Giovanni, detto Fogliarin, di Giuseppe, nato a Domanins. Esonerato per epilessia

Bonutto Michele, detto Coz, di Osvaldo e Chivilò Antonia, nato il 5.10.1787 a Gradisca di Spilimbergo. Ha partecipato alla Campagna di Russia del 1812

Bonutto Osvaldo, detto Cozzi, Coscritto nel 1811

Bonutto Zuanne, detto Cozzi, Coscritto nel 1811. Esentato per epilessia

Bortuzzo Angelo di Giacomo e Tramontin Osvalda, nato il 16.2.1784 a Rauscedo. Disertore con ordine di arresto 11.5.1808

Bortuzzo Gio.Battista di Giacomo e Tramontin Osvalda, nato il 12.3.1789 a Rauscedo. Coscritto nel 1811. Figlio unico. Esonerato

Bortuzzo Giorgio di Antonio e Di Candido Anna, nato il 7.8.1792 a Rauscedo. Coscritto nel 1813 Bortuzzo Giovanni di Antonio e Di Candido Anna, nato il 13.1.1785 a Rauscedo. Disertore con ordine di arresto 11.5.1808 Bozzer Pietro, detto Fanel, nato a San Giorgio Esonerato per fisiche imperfezioni Bozzer Santo, detto Fanel, Coscritto nel 1807

Bratti Giuseppe di Santo e Marcolin Maddalena, nato l’11.2.1793 a Provesano. Coscritto nel 1813. Esonerato per bassa statura Bratti Osvaldo di Giovanni e Mitri Lucia, nato il 7.11.1787 a San Giorgio. Chiamato il 13.1.1808. Disertore

Bratti Pietro di Giovanni e Mitri Lucia, nato il 7.2.1783 a San Giorgio. Esonerato per essere figlio unico di madre vedova Busolini Paolo di Andrea, nato a San Giorgio. Chiamato il 19.10.1806. Disertore

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Cancian Angelo, detto Zoc, di Francesco e Bertuzzi Domenica, nato l’1.8.1786 a Pozzo. Disertore dal luglio 1807. Esentato in seguito perché zoppo

Cancian Giuseppe di Gio.Battista e Salvador Maria, nato il 25.5.1784 a Domanins. 7° Rgt. di Linea. Disertò a Berlino il 23.5.1813. Graziato Cancian Lorenzo, detto Zoc, di Francesco e Bertos (Bertuzzi) Domenica, nato il 10.10.1784 a Pozzo. Disertore dal luglio 1807

Cancian Santo, detto Zoc, di Domenico e Moro Domenica, nato il 26.11.1782 a Pozzo. Coscritto nel 1807 Candido Amadio di Domenico e Truant Domenica, nato il 14.12.1792 a Domanins. 2° Rgt. di Linea da 8.1812. Disertore da 3.8.1813

Cesaratto Gio.Maria di Angelo e Cicutin Maria, nato l’8.5.1788 a Gradisca di Spilimbergo. Coscritto nel 1811. Rimandato perché figlio unico

Cesarin Cesare di Santo e Innocente Sabbata, nato il 18.12.1784 a San Giorgio. Refrattario. Ordine di arresto 11.5.1808

Cesarin Felice di Santo e Innocente Sabbata, nato il 26.10.1781 a San Giorgio. Esonerato per epilessia

Chivilò Angelo, detto Tajet, di Giovanni e Contart Domenica, nato il 24.4.1786 a Pozzo. Esonerato per fisiche imperfezioni

Chivilò Antonio, detto Morut, di Antonio e Zulian Anna, nato il 4.4.1783 a Provesano. Chiamato il 13.12.1806. Disertore

Chivilò Giacomo Antonio di Osvaldo e Zannedo Maria, nato il 22.4.1782 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 29.3.1807. Disertore Chivilò Gio.Battista, detto Tajet, di Osvaldo e Sedran Maria, nato il 13.3.1793 a Pozzo. Rgt. Cacciatori Reali da 4.1813. Disertò il 19.8.1813

Chivilò Osvaldo, detto Tajet, di Osvaldo e Sedran Maria, nato il 22.4.1790 a Pozzo. Deposito Dipartimentale di Mantova. Disertò il 14.9.1813

Cilia Giorgio di Giacomo e Sbriz Angela, nato il 10.7.1789 a Cosa. Coscritto nel 1811. Esentato per cachessia

Cilia Giovanni (Zuanne) di Giacomo e Sbriz Angela, nato il 29.12.1784 a Cosa. Esentato per imperfezioni fisiche

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Cilia Santo di Giovanni e Marcon Maria, nato il 24.3.1785 a Cosa. Coscritto nel 1809

Cimarosti Antonio Coscritto nel 1811. Esentato per ernia

Cimarosti Giacomo di Gio.Battista e Colesan Lucia, nato il 24.7.1791 a Rauscedo. Coscritto nel 1812. Rivedibile per ernia

Cimarosti Giuseppe di Gio.Battista e Colesan Lucia, nato il 5.8.1793 a Rauscedo. Coscritto nel 1813. Esonerato per bassa statura

Cimarosti Innocente nato a Rauscedo. Coscritto nel 1806

Cividin Gio.Battista di Antonio e Zavagno Menega (Domenica), nato il 12.12.1783 a Provesano. Coscritto nel 1809 Cividin Lorenzo di Antonio e Zavagno Domenica, nato il 30.3.1788 a Provesano. Coscritto nel 1811. Esentato Cividin Osvaldo di Luca e Piriscin Battistina, nato il 14.10.1784 a Provesano. Esentato per gracile costituzione Cocitto Costantino di Agostino e Mitri Maria, nato l’11.2.1791 a Domanins. Rgt. Dragoni dal 30.3.1813. Disertore dal 26.10.1813 Cocitto Osvaldo di Gio.Battista e D’Agostin Maria, nato il 21.11.1790 a Domanins. Soldato nel 1811 del 4° Rgt. di Linea 4° Btg. 4a Compagnia Cocitto Pietro di Gio.Battista e D’Agostin Maria, nato il 26.5.1793 a Domanins. Coscritto nel 1813 Cocitto Samuele di Agostino e Mitri Maria, nato il 20.5.1793 a Domanins. Rgt. Dragoni dal 3.1810. Disertò a Lubiana il 12.8.1813 Cocitto Simone di Agostino e Mitri Maria, nato 20.5.1793 a Domanins. Volontario nel 1813 per Armata56 Codogno Gio.Domenico di Osvaldo e Fabro Maria, nato il 6.4.1789 a Provesano. Coscritto nel 1811. Esentato perché figlio di madre vedova con fratelli minori

56 Fratello gemello di Samuele. Vedi capitolo precedente

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Colautti Beniamino di Osvaldo e Di Candido Caterina, nato il 21.12.1793 a San Giorgio. Coscritto nel 1813. Esonerato per infermità ginocchio Colonello Giacomo Coscritto nel 1807

Cominotto Giovanni di Gio.Battista e De Zorzi Cattina, nato il 6.12.1786 a Provesano. Coscritto nel 1811. Esentato per artrosi deformante Cozzi Daniele di Nicolò e Ros Maria, nato il 13.1.1785 ad Aurava. Coscritto nel 1807 Curbin Giuseppe, detto Grillo, di Pietro e Partenio Cecilia, nato il 9.7.1786 ad Aurava. Coscritto nel 1807 e nel 1811 D’Agostin Domenico di Antonio e Candido Maria, nato l’11.12.1784 a Domanins. Coscritto nel 1807. Dichiarato inabile D’Agostin Domenico di Agostino e Bortuzzo Cattarina, nato il 4.12.1791 a Domanins. Coscritto nel 1812. Abile. Inviato all’Armata D’Agostin Gio.Battista di Giacomo e Pittana Cattarina, nato il 24.7.1784 a Domanins. Chiamato il 13.2.1807. Rivedibile per gracile costituzione D’Agostin Gio.Leonardo di Giacomo e Pittana Cattarina, nato il 20.2.1787 a Domanins. Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato D’Agostin Giuseppe di Antonio e Cocitto Sabbata, nato l’11.3.1785 a Domanins. Coscritto nel 1808. Abile. Inviato all’Armata D’Agostin Osvaldo di Agostino e Bortuzzo Cattarina, nato il 7.10.1785 a Domanins. Coscritto nel 1807. Rivedibile D’Andrea Domenico, detto Margarita, di Giuseppe e Fabro Maddalena, nato il 15.2.1787 a Rauscedo. Chiamato il 16.1.1808. Disertore

D’Andrea Domenico di Antonio Refrattario. Ordine di arresto 11.5.1808

D’Andrea Francesco di Stefano e di Fabbro Sabbata, nato il 2.12.1791 a Rauscedo. Coscritto nel 1812

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D’Andrea Giacomo, detto Spagnol, di Domenico e Benedetti Maria, nato il 14.10.1786 a Rauscedo. Coscritto nel 1811. Esentato perché figlio unico di madre vedova D’Andrea Gio.Marco di Stefano e Fabbro Sabbata, nato il 26.6.1782 a Rauscedo. Segnalato per Veliti Reali. Esonerato perché figlio unico D’Andrea Giuseppe, detto Dreuzza, di Antonio e Basso Sabbata, nato il 19.5.1788 a Domanins. Disertore. Arrestato il 18.6.1812 D’Andrea Pietro di Antonio e Ongaro Maria, nato il 7.10.1785 a Rauscedo. Coscritto nel 1812

D’Andrea Pietro di Zuanne (Giovanni) Refrattario. Ordine di arresto 11.5.1808

De Angeli Antonio, detto Sclippa, di Santo e Curbin Catterina, nato il 2.3.1791 ad Aurava. Coscritto nel 1812. Disertore De Bedin Agostino di Domenico e Venier Domenica, nato il 14.11.1787 a Domanins. Coscritto nel 1807. Proposto per Veliti Reali De Bedin Simon di Domenico e Venier Domenica, nato l’11.6.1792 a Domanins. Coscritto nel 1813. Proposto per Veliti Reali

De Candido Angelo Coscritto nel 1813. Esonerato per lussazione rotula De Giusti Vincenzo Coscritto nel 1808

Dell’Anna Angelo, detto Colombo, di Olivo e Lenarduzzi Santa, nato il 6.2.1793 a Domanins. Coscritto nel 1814 Dell’Anna Domenico, detto Burel, di Giobatta e Candussio Antonia, nato il 13.12.1788 a Domanins. Coscritto nel 1811. Dichiarato Rivedibile Dell’Anna Giuseppe, detto Colombo, di Olivo e Lenarduzzi Santa, nato il 5.12.1785 a Domanins. Coscritto nel 1806. Disertore. Graziato Della Rossa Silverio Coscritto nel 1807

De Marchi Francesco di Pietro e Oliva Antonia, nato il 9.4.1792 a Domanins. Coscritto nel 1813 De Paoli Innocente, detto Macanin, di Antonio e Bortuzzo Domenica, nato il 2.3.1786 a Domanins. Disertore dal luglio 1807. Detenuto al 30.6.1814

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De Paoli Marco, detto Macanin, di Antonio e Bortuzzo Domenica, nato il 18.9.1782 a Domanins. Disertore. Graziato il 5.5.1810 De Zorzi Zuanne, detto Tomat, di Osvaldo e Pascut Lucia, nato il 25.9.1783 a Pozzo. Chiamato il 10.12.1807. Esentato per fisiche imperfezioni Dreon Angiolo, detto Cozzo, di Osvaldo e Chinelotto Antonia, nato il 28.10.1783 a Gradisca di Spilimbergo. Disertore dal luglio 1807

Filipuzzi Angelo di Pietro e Bisaro Maria, nato il 4.7.1793 a Cosa. Coscritto nel 1813. Esonerato per gozzo Filipuzzi Domenico di Paolo e Partenio Lugrezia, nato il 26.1.1785 a Cosa. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808 Filipuzzi Gio.Battista di Paolo e Partenio Lugrezia, nato il 31.7.1791 a Cosa. Coscritto nel 1812 Filipuzzi Giovanni, detto Bisaro, di Gio.Battista e Lenarduzzi Giacoma, nato il 25.8.1782 a Cosa. Chiamato il 6.12.1806. Disertore dal giugno 1807

Fornasier Francesco di Gio.Battista, nato a Rauscedo Rivedibile per oftalmia Fornasier Gio.Battista di Leonardo e Cividin Giacoma, nato il 10.12.1788 a Rauscedo. Coscritto nel 1812 Fornasier Giuseppe di Olivo e De Candido Catterina, nato il 6.4.1793 a Domanins. Coscritto nel 1813. Esonerato perché figlio unico Fornasier Natale di Leonardo e Cividin Giacoma, nato l’11.10.1787 a Rauscedo. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808

Fornasier Santo di Giacomo Refrattario. Ordine arresto dell’11.5.1808

Gridel Gio.Battista nato a Cosa Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato Grillo Antonio Coscritto nel 1807

Grillo Domenico Vincenzo Coscritto nel 1807 Grillo Gio. Maria Coscritto nel 1807

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Grillo Valentino Coscritto nel 1807

Guerra Costantino di Antonio e Guerra Pasqua, nato il 6.1.1792 a San Giorgio. Coscritto nel 1813 Lenarduzzi Antonio di Santo e D’Angelo Lucia, nato l’1.3.1787 a Domanins. Coscritto nel 1811. Esonerato per malformazione mano destra

Lenarduzzi Battista di Sebastiano e Anna Maria, nato il 10.11.1794 a Domanins. Coscritto nel 1813 Lenarduzzi Domenico di Sebastiano, nato a Domanins Coscritto nel 1813. Esonerato per gracile costituzione Lenarduzzi Francesco, detto Craj, di Mattia e Querin Giacoma, nato l’11.10.1787 a Domanins. Chiamato 16.1.1808. Disertore. Graziato Lenarduzzi Giacomo, detto Ros, di Sebastiano, nato a Domanins Soldato del 2° Rgt. di Linea Italiano dal 14.12.1812 Lenarduzzi Gio.Battista, detto Craj, di Danielle e Sedran Rosa, nato il 22.9.1790 a Domanins Soldato del 2° Rgt. di Linea Italiano dal 1812 Lenarduzzi Gio.Pietro, detto Craj, di Mattia e Querin Giacoma, nato il 2.1.1785 a Domanins. Coscritto nel 1806 Lenarduzzi Gio.Pietro, di Santo e D’Angelo Lucia, nato l’8.8.1783 a Domanins. Chiamato l’8.7.1807 e subito disertore. Soldato del 27° Rgt. di Linea da 12.1812. Disertore dal 3.8.1813

Lenarduzzi Santo, detto Craj, di Giambattista e De Pellegrin Elisa, nato l’8.12.1782 a Domanins. Proposto per Veliti Reali. Esonerato per ferita alla tibia

Lenarduzzi Santo di Michele e Lenardon Marina, nato l’11.2.1784 a Domanins. Chiamato 25.10.1806. Esonerato Inabile per ernia

Lenarduzzi Santo, detto Menot, di Leonardo e Martinuzzi Orsola, nato il 7.4.1786 a Pozzo. Coscritto nel 1811

Leon Angelo di Francesco e Sbriz Santa, nato il 25.10.1790 a Rauscedo. Deposito Dipart. da 1.1812. Disertore da 1.12.1813

Leon Giacomo di Francesco e Sbriz Santa, nato il 20.11.1785 a Rauscedo. Coscritto nel 1807. Figlio primogenito. Esentato

Leon Gio.Battista di Francesco e Sbriz Santa, nato il 18.9.1788 a Rauscedo. Coscritto nel 1812

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Leon Giovanni nato nel 1788 a Rauscedo. Guardia Reale nel 1809. Disertore nel 1814

Luchin Antonio Carlo di Giorgio e Partenio Maria Anna, nato il 12.1.1788 a San Giorgio. Coscritto nel 1811. Dispensato Luchin Daniele di Giorgio e Partenio Maria Anna, nato il 17.6.1784 a San Giorgio. Coscritto nel 1807. Proposto per Veliti Reali Luchin Giacomo di Luca e Luchin Maria, nato il 20.12.1784 a San Giorgio. Coscritto nel 1807. Disertore

Luchin Giuseppe di Giorgio e Partenio Maria Anna, nato a San Giorgio l’11.3.1792. Coscritto nel 1813. Esonerato per tigna Luchin Giuseppe di Luca Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato

Luchini Giacomo nato a Rauscedo. Coscritto nel 1807. Disertore. Ordine arresto 19.5.1808 Luchini Giacomo Coscritto nel 1811. Chiamata sospesa perché ammogliato Luchini Gio.Giuseppe, detto Bello, di Domenico e Venuto Caterina, nato 13.6.1791 a San Giorgio. Coscritto nel 1812. Disertore. Arrestato a Trieste Luchini Luigi di Giorgio e Scaletaris Anna, nato il 3.8.1786 a San Giorgio. 4° Rgt, di Linea dal 1.1811. Disertore dal 28.11.1813 Luchini Gio. Pietro nato a San Giorgio Coscritto nel 1808 Luchini Giovanni Antonio di Giorgio e Scaletaris Anna, nato il 28.1.1784 a San Giorgio. Esonerato per essere zoppo Luchini Pietro di Antonio e Tossut Domenica, nato il 15.11.1782 a San Giorgio. Disertore. Arrestato il 31.12.1810 Luchini Pietro Tommaso di Giorgio e Scaletaris Anna, nato il 5.2.1785 a San Giorgio. Esonerato per deformità grave ai piedi Luchini Tommaso nato a San Giorgio. Chiamato il 18.5.1808 Majola Angelo di Vincenzo e Martin Antonia, nato il 4.3.1782 a Pozzo. Coscritto nel 1812

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Majola Vincenzo nato a Pozzo Coscritto nel 1806 Marascutto Stefano di Osvaldo e Lenarduzzi Maria, nato l’8.8.1783 ad Aurava. Chiamato il 7.11.1806. Esonerato per mal caduco Marchi Nicola Pier’Antonio di Vincenzo e Tuzzi Maria. Coscritto nel 1813. Rinviato per essere unico sostentamento alla famiglia Marcon Marco Antonio di Gio.Battista e Cancian Catterina, nato il 22.4.1785 a Cosa. Coscritto nel 1806 Martina Osvaldo Coscritto nel 1807 Mason Gio.Battista di Mattia e Codogno Catterina, nato il 30.4.1784 ad Aurava. Chiamato 15.2.1807. Esonerato per completa sordità Masut Giovanni Coscritto nel 1807

Menotto Pietro di Giovanni e Pasquin Antonia, nato l’11.6.1791 ad Aurava. Coscritto nel 1811

Menoto Santo (Lenarduzzi?) di Leonardo e di Martinuzzi Orsola, nato il 7.4.1786 a Pozzo. Coscritto 1811. Rimandato perché ammogliato

Montico Domenico, detto Innocente Coscritto nel 1809 Montico Giuseppe, detto Innocente Coscritto nel 1807 Morassi Giacomo di Antonio e Galvani Anna, nato il 6.9.1787 ad Aurava. Chiamato 13.1.1807. Disertore

Moretti Bortolo di Natale e Bortuzzo Anna, nato il 17.6.1784 a Rauscedo. Coscritto nel 1812. Sacerdote Moro Domenico Bartolomeo Coscritto nel 1807

Morut Giovanni nato a Provesano Coscritto nel 1809. Disertore Mossi Pietro di Marco e Martina Giovanna. Coscritto nel 1814. Esonerato perché figlio unico Orlando Giorgio di Angelo e Tossutto (Sac) Catterina, nato il 2.2.1785 a San Giorgio. Coscritto nel 1809

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Orlando Giovanni di Angelo e Tossutto Catterina, nato il 13.5.1788 a San Giorgio. Coscritto nel 1809 Pagnucco Osvaldo di Giuseppe e Pittana Domenica, nato il 23.2.1791 a San Giorgio. Coscritto nel 1812. Disertore. Arrestato a Venezia Partenio Antonio di Gio.Battista e Contart Lucia, nato il 26.2.1785 a Pozzo. Chiamato il 4.7.1807. Disertore

Partenio Bernardino di Daniele e Bon Maddalena, nato il 4.9.1782 a Pozzo. Coscritto nel 1806

Pascutto Angelo, detto Blanc, di Antonio e Tesan Angela, nato il 5.7.1788 a Pozzo. Coscritto nel 1811. Inviato all’Armata

Pascutto Giacomo di Zuanne nato a Pozzo. Chiamato 9.12.1807

Pascutto Giovanni, detto Blanc, di Giacomo e Sedran Marianna, nato il 6.12.1792 a Pozzo. Coscritto nel 1813

Pascutto Gio.Antonio, detto Blanc, di Sebastiano e Chivilò Valentina, nato il 2.3.1782 a Pozzo. Coscritto nel 1809

Pascutto Marco Antonio, detto Blanc, di Giacomo e Marcon Lucia, nato il 18.7.1782 a Pozzo. Chiamato il 25.10.1806. Esentato per fisiche imperfezioni

Pasquin Angelo di Domenico e Sedran Santa, nato il 3.2.1784 a Cosa. Chiamato 1.12.1806. Esonerato per problemi polmonari

Pasquin Domenico di Domenico e Sedran Santa, nato il 13.2.1786 a Cosa. Coscritto nel 1811. Inviato all’Armata

Pasquin Santo Daniele di Giovanni e Bisaro Camilla, nato il 12.2.1784 a Cosa. Coscritto nel 1812. Sacerdote Dispensato

Pellegrin Angelo, detto Nos, di Santo e Martina Valentina, nato il 27.12.1784 a Domanins. Chiamato 14.4.1808. Disertore

Pellegrin Giovanni (Zuanne), detto Nos, di Santo e Martina Valentina, nato il 28.4.1786 a Domanins. Chiamato 5.5.1807. Esonerato

Pittana Antonio di Osvaldo e Pascutto Sabbata, nato il 27.2.1786 a Cosa. Coscritto nel 1807. Proposto per Veliti Reali Polon Domenico di Francesco e Filipuzzi Elisabetta, nato l’11.7.1787 a Provesano. Coscritto nel 1811

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Ros Angelo (Rosso) di Marco e Majola Antonia, nato il 12.8.1783 a Gradisca di Spilimbergo. Chiamato il 3.1.1807. Esonerato

Ros Pietro di Marco e Martina Giovanna, nato il 9.12.1793 a Pozzo. Coscritto nel 1813. Esonerato per mancanza respiro Rositis Giusto Felice di Pietro e Fabro Rosa, nato il 2.11.1789 a Rauscedo. Coscritto nel 1813. Esonerato per ernia Rossi Gio.Giacomo di Antonio e Cesaratto Leonarda, nato il 5.12.1787 ad Aurava. Chiamato 13.1.1808. Disertore Rovere Odorico di Gio.Battista e Anna Maria, immigrato a Domanins. Coscritto nel 1811

Santarossa Giuseppe di Pietro e Caterina, nato il 22.3.1786 a Provesano. Chiamato 19.1.1807. Esonerato per epilessia Sartor Giacomo, detto Liva, di Domenico e Basso Osvalda, nato il 21.8.1782 a Rauscedo. Coscritto nel 1809 Sartor Osvaldo di Domenico e Basso Osvalda, nato l’8.1.1784 a Rauscedo. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808 Sbriz Giacomo di Pietr’Antonio e Volpato Veneranda, nato il 19.7.1785 a San Giorgio. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808 Schezzi Gio.Battista di Carlo e Luchini Giosefa, nato il 2.1.1787 a San Giorgio. Refrattario. Ordine di arresto 11.5.1808. Esonerato, inabile nel 1811 Schezzi Innocente di Giacomo e Truant Anna, nato il 12.9.1782 a San Giorgio. Chiamato 15.1.1807. Esonerato per coliche Schezzi Pietro di Gio.Battista nato a Cosa. Chiamato 7.11.1806. Esonerato per sordità Sclabasso Osvaldo di Giacomo e Truant Santa, nato l’11.4.1792 ad Aurava. Coscritto nel 1813. Esonerato per frattura braccio sinistro

Scodellaro Domenico Coscritto nel 1807

Sedran Antonio di Mattia e Menoto (Lenarduzzi) Sabbata, nato il 10.6.1788 a Pozzo. Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato Sedran Francesco di Mattia e Lenarduzzi (Menoto) Sabbata, nato il 17.5.1785 a Pozzo. Coscritto nel 1809

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Sedran Gio.Battista di Nicolò e Cancian Lucia, nato il 17.12.1791 a Cosa. Coscritto requisito nel 1812 Sedran Giuseppe di Pietro e Volpat Rosa, nato il 24.1.1791 a Pozzo. Coscritto nel 1812. Presentò supplente Sedran Mattia di Giovanni e Zanut (Coz) Maddalena, nato il 20.11.1783 a Cosa. Coscritto nel 1806. Esonerato perché licenziato da truppe di linea Sedran Zuanne di Pietro e Pasquin Sabbata, nato il 21.9.1787 ad Aurava. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808 Tesan Gio.Battista, detto Medico, di Osvaldo e Volpato Antonia, nato il 17.4.1786 a San Giorgio. Proposto per Veliti Reali. Esonerato per spina ventosa

Tesan Osvaldo, detto Miedi, nato a San Giorgio. Coscritto nel 1807

Toffolo Alloisio Coscritto nel 1807

Toffolo Antonio Coscritto nel 1807

Toffolo Gio.Battista Coscritto nel 1807

Toffolo Giovanni nato a Domanins Coscritto nel 1807

Tonello Giovanni di Domenico e Ursulato Orsola, nato il 10.3.1785 a Domanins. Chiamato 4.4.1807. Dichiarato Rivedibile

Tossutto Gio.Battista di Antonio e Cividin Domenica, nato il 17.3.1784 a Provesano. Coscritto nel 1809 e 1812. Esonerato Tramontin Angelo, detto Andrian, di Pietro e Basso Catterina, nato il 23.10.1785 a San Giorgio. Chiamato 7.7.1809. Disertore

Tramontin Giacomo di Giuseppe e Luchin Maria, nato il 16.7.1787 a San Giorgio. Refrattario. Ordine arresto 11.5.1808. Esonerato. Inabile Tramontin Osvaldo, detto Andrian, di Pietro e Basso Valentina, nato il 18.11.1782 a San Giorgio. Coscritto nel 1807 Tramontin Osvaldo nato a San Giorgio Coscritto nel 1807

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Tramontin Valentino, detto Andrian, di Giovanni e Pascut Marianna, nato il 13.2.1791 ad Aurava. Coscritto nel 1812. Esonerato Truant Antonio Coscritto nel 1807 Truant Giorgio, detto Cuc, Coscritto nel 1807 Truant Nicolo Coscritto nel 1807 Truant Tommaso, detto Cuc, Coscritto nel 1807 Tubello Giovanni Coscritto nel 1811. Esentato in maniera definitiva Venier Antonio, detto Veneruz, di Velentino e Bertuzzi Anna, nato il 12.2.1782 a Domanins. 4° Rgt. di Linea da 10.1806. Disertò a Colberg il 6.6.1807 Venier Antonio di Osvaldo e Bisutti Caterina, nato l’8.8.1788 a Domanins. 4° Rgt. di Linea da 10.1808. Disertò a Lipsia 24.7.1813 Venier Gio.Battista, detto Vescovo, di Michiele e D’Angelo Domenica, nato il 4.7.1788 a Domanins. Coscritto nel 1811. Disertore arrestato il 10.2.1811. Esonerato per cachessia Venier Giovanni di Giambatta e Fabro Sabbata, nato il 25.1.1789 a Domanins. Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato Venier Giuseppe di Pietro e D’Agostin Antonia, nato l’1.7.1782 a Domanins. Esonerato per fratello mentecatto Venier Mattia di Mattia nato a Domanins. Chiamato 14.5.1807 Volpato Angelo di Andrea e Truant Florida, nato il 28.6.1788 ad Aurava. Coscritto nel 1811 Volpato Domenico di Angelo nato ad Aurava. Coscritto nel 1807 Volpato Domenico di Gio.Battista e Cozzi Maddalena, nato l’8.5.1793 ad Aurava. Coscritto nel 1813. Disertore Volpato Francesco di Bortolo e Partenio Giovanna, nato il 19.2.1782 ad Aurava. Chiamato 22.5.1807. Disertore dal giugno 1807

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Volpato Giacomo, detto Cuc, Coscritto nel 1811. Rimandato perché figlio unico di madre vedova

Volpato Giacomo, detto Peliz, di Lucio e Pasqualin Amalia, nato il 15.12.1781 ad Aurava. Coscritto nel 1809

8. Segnalazone di un disertore

Volpato Gio.Battista di Valentino e Luchini Francesca, nato il 17.2.1784 ad Aurava. Esonerato per eruzione cutanea Volpato Gio.Domenico di Angelo e Di Marco Maddalena, nato il 26.7.1782 ad Aurava. Coscritto nel 1812 Volpato Valentino di Bortolo e Partenio Giovanna, nato il 12.2.1787 ad Aurava. Disertore. Ordine arresto 11.5.1808 Volpato Vincenzo di Giacomo e Ros Catterina, nato il 23.12.1789 a San Giorgio. Coscritto nel 1811. Rimandato perché ammogliato

Vrizzo Domenico di Pietro e Volpato Veneranda, nato il 19.7.1783 a San Giorgio. Chiamato 15.11.1806. Esonerato perché zoppo Vrizzo Giorgio di Giacomo e Pascutto Antonia, nato nel febbraio 1791. Coscritto nel 1812. Esonerato

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Vrizzo Zuanne Coscritto nel 1811. Esentato per tigna Zavagno Biasio di Pietro e di Paron Maria, nato il 21.4.1784 a San Giorgio. Coscritto nel 1811. Inviato all’Armata Zavagno Gio.Battista di Domenico nato a San Giorgio Chiamato 19.1.1807

Zavagno Gio.Battista di Antonio e Sbriz Santa, nato il 16.11.1791 a San Giorgio. 2° Rgt. di linea 5° Btg. 2a Compagnia. Caduto nel 1812 durante la campagna napoleonica di Russia

Zavagno Gio.Maria di Antonio e Sbriz Santa, nato il 21.9.1782 a San Giorgio. Coscritto nel 1809

Zavagno Gio.Pietro di Pietro e Paron Maria, nato 12.11.1786 a San Giorgio. Chiamato 13.1.1808. Disertore

Zorat Gio.Battista di Domenico e Lenarduzzi (Cozzi) Lucrezia, nato il 22.9.1782 ad Aurava. Esonerato per spina ventosa

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Il Territorio di San Giorgio

9. Stemma del regno Lombardo Veneto

Il Territorio di San Giorgio durante il Regno Lombardo Veneto

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Il Regno Lombardo Veneto

Come accennato nel precedente capitolo la fine dell’epopea napoleonica, culminata con la sconfitta di Waterloo, portò al congresso di Vienna che, con la restaurazione, ripristinò anche nei territori “ora italiani” gli assetti politico-amministrativi ante Napoleone.

Non fu così per la Serenissima Repubblica di Venezia che venne cancellata (e con essa 1100 anni di storia – 697-1797) ed i suoi territori annessi all’Austria. Con buona parte di quei territori57 e con quelli dei Ducati di Milano e Mantova, venne costituito, il 7 aprile 1815 dall’imperatore Francesco I58, il regno Lombardo Veneto.

All’interno del regno vennero creati due territori governativi separati dal Mincio, il Governo Milanese ed il Governo Veneto con sedi rispettivamente a Milano e Venezia, totalmente dipendenti dall’Impero austriaco e governati da un viceré59. Furono costituite 9 provincie per il Governo Milanese con 2.167.000 abitanti ed 8 per il Governo Veneto con

57 Quelli oltre il fiume Iudrio, Gorizia, Trieste, Istria, Dalmazia ecc. entrarono direttamente nel dominio austriaco 58 Indicato anche come Francesco II imperatore del Sacro Romano Impero 59 Il primo viceré fu l’arciduca Ranieri, fratello minore dell’imperatore

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1.856.000 abitanti 60 . Il territorio comunale di San Giorgio, mancante ancora della denominazione “della Richinvelda” che, comunque, era ad “amministrazione austriaca” già dal novembre 1814, venne incluso nella Provincia del Friuli con capoluogo Udine ove operava l’Imperial Regio61 Delegato Provinciale, figura importante paragonabile ad un prefetto di epoca napoleonica e la Congregazione provinciale, organismo consultivo composto da nobili e borghesi.

Oltre all’autorità amministrativa, sul modello della pesante burocrazia austriaca, vennero create specifiche autorità finanziarie, economiche, giudiziarie, di sicurezza e, naturalmente, un ordinamento per il servizio militare, che divenne praticamente obbligatorio, al compimento del 20° anno d’età, per tutti i giovani.

I comuni erano retti da un podestà e da un consiglio i cui atti venivano verificati da un commissario distrettuale che fungeva da collegamento tra le realtà locali e l’amministrazione centrale.

Con la notificazione n. 106, dell’8 luglio 1818, del Governo Veneto del Regno Lombardo Veneto il territorio comunale, dal quale venne staccato l’abitato di Provesano, venne inserito nel distretto III° di Spilimbergo62.

Spilimbergo divenne sede di Commissariato Distrettuale, di Pretura e del Posto n. 20 della Gendarmeria dipendente dal 15° Reggimento con sede a Padova e distaccamento (ala) a Udine.

La lira del Lombardo Veneto, al cambio pressoché pari alla lira austriaca, divenne valuta corrente, pur continuando a circolare, almeno sino al 1829, altre monete tra le quali quelle dello scomparso Regno Italico.

L’11 ottobre 1815 un avviso, a firma del prefetto provvisorio conte Porcia, invitava al pagamento della 5a rata dell’imposta prediale per le rendite calcolate “sull’estimo del Passariano”63. Il “ricevitore d’uffizio”, per il nostro comune, indicato come San Giorgio del Tagliamento, era il già citato Luchini Giuseppe Ferdinando.

Il passaggio tra francesi ed austriaci non iniziò sotto una buona stella.

60 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pag.107 61 Imperial Regio da ora anche I.R. 62 Al distretto, che contava circa 24mila abitanti, furono aggregati, oltre a Spilimbero, i comuni di Castel Nuovo, Clauzetto, Forgaria, Meduno, Pinzano, Sequals, Tramonti di Sopra e di Sotto, Travesio, Vito (d’Asio) e San Giorgio 63 Valutazione dei beni mobili e delle rendite calcolate nel dipartimento di Passariano

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Il 1816 (famoso anno senza estate) fu drammatico. Le gravi anomalie climatiche64 determinarono minori raccolti con terribili conseguenze per le popolazioni già peraltro private dell’essenziale ed impoverite dalle requisizioni degli eserciti stranieri.

Da una ricerca nei registri ecclesiastici si rileva che nel 1817, nella pieve di San Giorgio, su 72 decessi, morirono per “miserabilità”, cioè per mancanza di cibo, 37 persone65. Si tenga conto che la media di morti per anno, il quel periodo, si aggirava sui 25. Per lo stesso motivo, indicato come “inedia” a Provesano, che (con Gradisca) faceva ancora parte della comunità di Spilimbergo, perirono nove persone. Una decina morirono a Domanins, parrocchia autonoma non dipendente dalla pieve di San Giorgio. I corpi senza vita di alcuni questuanti e pellegrini vennero trovati nelle stalle o nei fienili ove avevano cercato rifugio.

1816 Nuova amministrazione, vecchie regole e solita vita.

Il 1° gennaio 1816 Marcon Costante venne autorizzato alla conduzione, lungo il Tagliamento, di 900 borre, a taglio lungo, da Preone al porto di Cosa.

Il 13 gennaio venne comunicata l’esenzione dell’obbligo del bollo per i certificati di sanità rilasciati dalle autorità comunali per gli animali diretti a fiere e mercati.

Il 23 dello stesso mese una disposizione incaricò i sacerdoti della tenuta dei registri di stato civile di nascita, matrimonio e morte. Per le registrazioni dei “cristiani accattolici” il sacerdote doveva indicarne la confessione ed il nome del battezzante. Per gli ebrei gli atti di nascita dovevano essere registrati dai rabbini o dagli incaricati alla tenuta dei libri “anagrafici”.

Il 7 aprile 1816 morì a Verona la ventottenne Maria Ludovica, moglie dell’imperatore austriaco Francesco I. Le esequie furono celebrate a Venezia il 9, 10 e 11 maggio nella chiesa patriarcale di San Marco. Negli stessi giorni furono raccomandate pubbliche funzioni in “tutte le Parrocchie delle Provincie dello Stato Veneto”.

64 Dovute all’eruzione del vulcano Tambora dell’isola di Sumbawa (Indonesia) che immise grandi quantità di cenere nell’atmosfera non facendo filtrare il sole con conseguente abbassamento della temperatura globale 65 A San Giorgio 9, Aurava 11, Pozzo 5, Rauscedo 9, Cosa 3

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Il 25 dello stesso mese altra notificazione con l’importo da pagarsi per la tassa personale (lire tre e centesimi venti) e comunale (massimo di lire due e centesimi sessanta) con possibili esenzioni.

Il 26 aprile 1816 con una “Suprema Risoluzione” l’imperatore dichiarò “abolita in tutto il Regno Lombardo-Veneto la pena corporale di percosse e vergate per le gravi trasgressioni di Polizia tanto come pena principale, quanto come inasprimento o surrogato di un’altra pena”.

Il 28 aprile dall’I.R. Commissariato Superiore di Polizia di Udine venne emessa una comunicazione con l’elenco di 15 “individui fuggiti dalla carcere della Torre di Rovigo nella notte dei 15 ai 16 aprile 1816”.

Il 6 maggio 1816 venne pubblicato il calmiere dei prezzi del pane, farine e pasta. (24 centesimi per 8 oncie di pane bianco ben cotto di frumento).

Il 10 giugno 1816 da parte del consigliere amministrativo per il culto Vida, con ufficio in Arzene, giunse una richiesta di un “trassunto delle rendite di codesta chiesa centrale e sussidiario specificandomi il quantitativo di ogni capo di rendita” e indicando i prezzi per “formento – segalla – spelta – sorgoturco – sorgorosso – fagiolli – avena – vino (misura di Valvason e misura di Spilimbergo) e fieno”. Non avendo ricevuto risposta lo stesso delegato, il 15 settembre inviò una dura reprimenda asserendo che “Tutte le fabbricierie sono state puntuali nell’evadere quest’ordine superiore e la sola di San Giorgio ha mostrato una vergognosa negligenza e una reprensibile mancanza di rispetto ai comandi della sovrana autorità”.

Dall’1 al 16 agosto 1816 vennero effettuati, da parte del verificatore Merlo Giuseppe di Spilimbergo, i controlli dei pesi e delle misure adottate presso i pubblici esercizi situati nel territorio indicato come San Giorgio del Tagliamento, Agrava, Rausedo, Domanins, Richinvelda, Pozzo e Cosa. A Provesano i controlli vennero effettuati, dallo stesso verificatore, dal 18 agosto.

Il 26 agosto il campanaro di Provesano, aperta la porta del campanile, trovò una neonata che venne subito portata al parroco. Nel medesimo giorno fu battezzata con il nome di Santa.

Il 1° settembre 1816 fu arrestato Orlando Giorgio di San Giorgio che venne ristretto nel carcere di Valvasone. Venne liberato il successivo giorno 5. Non sono precisati i motivi dell’arresto.

Il 14 ottobre 1816 il Regio delegato per la Provincia del Friuli barone Torresani Lanzfeld Carlo Giusto confermò Bratti Pietro a fabbriciere

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di 3a Classe per le chiese della pieve.

1817 Il parroco di Domanins Bianchi Biasio scrisse nel registro dei

battesimi:” Lì 26 : 28 aprile si fece vedere la neve non solo in copia sulle monti ma ancora in questa comune che coprì la terra”.

L’11 novembre 1817 in una contrada di Trieste venne rinvenuto il corpo senza vita di Sedran Angelo di Mattia di Pozzo.

1819 Alle ore 9 del 19 aprile 1819 furono chiamati nella piazza principale di

San Giorgio i giovani coscritti di leva per partecipare all’estrazione di coloro che sarebbero stati requisiti per il servizio militare. La lettera di convocazione indicava il periodo (quattro anni) di “servire il proprio monarca in tempo di pace” e l’avvertimento di “gravi castighi per i disobbedienti e le loro famiglie”.

Il 28 settembre 1819 mancò ai vivi il sacerdote quarantasettenne De Paoli Angelo di Gio.Battista, cappellano di Cosa, che fu sepolto nel cimitero di San Giorgio.

1820 Il 6 marzo 1820 fu rinvenuto, annegato nel Tagliamento, il corpo del

non meglio precisato Domenico di Dignano che fu sepolto nel cimitero di Cosa.

Il 29 maggio 1820 il territorio fu colpito da una disastrosa grandinata66. Solo 23 possidenti, che subito presentarono richiesta, “ottennero l’implorato indennizzo”. A nulla valsero i tentativi (tra cui un’istanza, presentata nel 1827 e firmata dagli altri numerosissimi danneggiati) di ottenere i risarcimenti. Nel 1828 la Regia Delegazione per la Provincia del Friuli rigettò la richiesta perché “non hanno ricorso in tempo utile”.

La grandinata fu registrata anche dal parroco di Domanins Bianchi Biasio che nel registro dei battesimi scrisse:”29 maggio fù una tempesta terribile nella villa. Furono rovinate n. 18 comuni, che si sappia – 2 settembre un'altra terribilissima e rovinò molte ville – Vi fù un secco desolante, che per 42 giorni non si vide pioggia”.

66 La relazione riporta: “Desolati nell’anno 1820 da una grandinata sterminatrice”

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1821 Il 12 febbraio 1821, a seguito di ferite (colpi) alla testa, fu rinvenuto

morente Partenio Bernardino di Daniele trentanovenne di Pozzo.

Il 12 dicembre mancò ai vivi il conte Maniago Carlo che fu sepolto nella chiesa matrice di San Giorgio.

1822 Il 20 febbraio 1822 cessò di vivere, all’età di 83 anni, il pievano Fabrici

Gio.Battista che fu sepolto nell’arca dei sacerdoti della chiesa matrice. Fu momentaneamente surrogato dall’economo Volpati Valentino, cappellano di San Giovanni Battista.

Il 2 maggio 1822 vicino alla porta della chiesa di Provesano fu trovata una neonata che fu subito battezzata con il nome di Marianna.

Dalle trascrizioni di battesimo della parrocchia di Domanins sappiamo che in quel periodo operava, come levatrice (indicata come allevatrice), certa Agostinis Maria.

Nel giugno 1822, a cura dell’ingegnere spilimberghese Cavedalis Giovanni Battista67, venne realizzato un progetto per la riparazione della sponda del torrente Meduna, danneggiata dalla solita piena, mediante la costruzione di uno sperone per la tenuta delle acque.

Nel novembre 1822 Mora Fabiano, nato a Sequals, assunse la carica di pievano di San Giorgio.

1823 Il 10 gennaio 1823 giunse da Trieste la notizia della morte, in quella

città, di Agostinis Battista di Antonio che fu ivi sepolto.

Il 22 luglio 1823 morì annegato nel Tagliamento, nei pressi di Cosa, Truant Martino, di anni 55 di San Martino. Fu sepolto nel cimitero della frazione.

E le inondazioni non mancarono nemmeno nel 1823 tanto da far scrivere al parroco Bianchi Biasio, nel registro dei battesimi. “Il giorno 23 ottobre 1823. L’aqua per la Villa fù sì alta che penetrò per tutte le case o

67 Cavedalis Giovanni Battista di Girolamo, nato a Spilimbergo il 19 marzo 1794, ivi deceduto il 16 luglio 1858. Ingegnere, fu un esponente del risorgimento italiano per quanto concerne la Ia Guerra d’Indipendenza

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sia famiglie. Sorpassò la cigola del pozzo sino alla rotella; tre quarte alta è più l’aqua correva per la strada della Canonica. Entrò nelle stanze, e nelle stalle delle famiglie di sotto della Chiesa”.

1824 Nel 1824 vennero eseguiti lavori di ripristino o costruzione della:

“Strada pubblica lungo il villaggio di Domanins fino al villaggio di Rausedo di metri n. 1400 la quale è stata eseguita dai abitanti di Domanins” - “Dai abitanti di Rausedo è stato fatto il riatto dilla (sic) strada lungo il villaggio di metri n. 840” – “E’ stato eseguito a spese comunali un tronco di strada che dalla frazione di Pozzo mette al Tagliamento di metri 134 per il valore di £.148,47 oltre alle spese dell’ingegniere di £. 13,75”.

Il 17 aprile 1824 nei pressi dell'ingresso della chiesa di Provesano fu trovata, abbandonata, una neonata subito battezzata con il nome di Angela.

1825 Altri lavori sulle strade furono effettuati nel 1825. Si legge:

“Sono state riattate le strade che da San Giorgio mete a Rausedo, quella che mete ad Aurava e quella che mete a Pozzo, di metri n. 326 per il valore …di £. 100,08 ai quali lavori è stato dalla Deputazione Comunale incaricato Bratti Pietro all’esezione, e non è per anco stato effettuato il pagamento”.

Infine nel 1826: “Sono state riattate le strade in alcuni punti coll’otturazione di alcuni buchi di metri n. 145”.

Nel gennaio del 1825 vennero nominati i 30 consiglieri comunali per i 1841 abitanti. Rauscedo ebbe 5 consiglieri, Domanins 3, Aurava 3, Cosa 5, Pozzo 4 e San Giorgio 10. Busolini Antonio fu nominato presidente del consiglio, De Bedin Agostino e Luchini Giacomo revisori dei conti e Sclabasso Giacomo rappresentante per la frazione di Aurava.

Nello stesso mese furono commissionati al falegname Cancian Sante, detto Zoc, di Aurava, per una somma di 53,50 £. austriache, i nuovi banchi ed altro materiale per le scuole di San Giorgio, Cosa e Domanins.

Il 25 gennaio l’I.R. Commissario Distrettuale ordinò a Tramontin Francesco di Aurava di “ripristinare fra tre giorni l’alveo dell’acqua della Roja e di farla ricondurre per l’antico suo condotto” incaricando la Deputazione Comunale della sorveglianza della prescrizione.

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Sempre in gennaio Luchini Pietro, vantando diverse esperienze nell’ambito amministrativo, presentò domanda per un posto di agente comunale.

10. Timbro dell’I.R. Commissariato distrettuale di Spilimbergo

Il 15 febbraio 1825 l’I.R. Commissario distrettuale emise il divieto di sparo di mortaretti come era usanza in alcune festività. Il divieto si era reso necessario dopo che erano avvenuti “funesti incidenti … nelle provincie”

Il giorno dopo il sacerdote Sottili Francesco fu incaricato dell’istruzione nella scuola di Cosa, frazione della quale era cappellano.

Sempre il 16 febbraio, nel rispondere ad una richiesta, venne comunicato che i bambini vaccinati furono 75 mentre 19, per malattia, rimanevano da immunizzare. Venne pertanto disposta, per il successivo 6 giugno, un’ulteriore inoculazione.

Il 2 marzo 1825 Cavedalis Alessandro rassegnò le dimissioni da amministratore ecclesiastico distrettuale. In sostituzione fu nominato Cauto Pietro.

Lo stesso giorno venne inviato l’elenco contenente i nominativi del contingente di militari spettante al comune. Vennero indicati 31 coscritti per la leva 1825 e 18 per quella del 1826.

Il 30 marzo, anche per cercare una soluzione duratura all'annoso problema delle inondazioni, con relativi danni, venne indetto un'appalto “per i lavori di fascinaggio da eseguirsi sul torrente Meduna a difesa degli

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abitati di Rauscedo e Domanins”. Per dette opere, divise in due “ripari”, fu previsto un costo di 8.385,41 £. austriache.

Il 7 maggio furono prese di mira, da malfattori, numerose abitazioni del comune dalle quali furono asportati indumenti e vari oggetti di cucina.

Il 10 maggio 1825, dall’I.R. Commissario venne emesso un avviso con il quale fu disposta una sorveglianza particolare ai pubblici canali perché “nell’attuale straordinaria siccità non venga dai canali stessi abusivamente estratta l’acqua che alimenta li Molini”.

E come spesso accade dopo tanta aridità il 13 maggio “una desolatoria tempesta ebbe a distruggere nella massima parte li raccolti e frutti delli abitanti delle due frazioni di Pozzo e Cosa”. Circa una cinquantina di piccoli proprietari o affittuari chiesero urgentemente il sopralluogo di un perito per una valutazione degli ingenti danni riportati.

Due giorni dopo Pitana Gio.Battista di Cosa denunciò di essere stato pesantemente ingiuriato e minacciato di morte da Mason Francesco e dalla di lui moglie di Pozzo. Le minacce furono determinate dall’acquisto, da parte del Pitana, dell’abitazione della quale i Mason erano affittuari e della successiva richiesta di lasciare libera l’abitazione.

Il 20 maggio venne ribadito il divieto di vago pascolo per tutte le campagne del distretto.

Il 25 maggio furono compilati i ruoli Arti e Commercio del comune. In quel tempo operavano:

2 fabbricatori e venditori di calce, tegole e mattoni (Filipuzzi Giovanni e Pitana Domenico entrambi di Cosa);

1 fabbricatore di acquavite (Cacitti Giuseppina di Aurava); 7 venditori di vino al minuto (Gridello Gio.Battista di Cosa, Partenio

Antonio di Pozzo, Cacitti Giuseppina di Aurava, Crovato Leonardo e Fontana Domenico di Rauscedo, Bonutto Nicolò di Domanins, Luchini Giacomo di San Giorgio);

1 macellaio (Bisaro Francesco di Pozzo); 1 pizzicagnolo (Partenio Antonio di Pozzo); 4 prestinai68 (Cacitti Giuseppina di Aurava, Crovato Leonardo e

Fontana Domenico di Rauscedo, Tesan Domenico di San Giorgio); 2 mugnai (Volpato Ermenegildo di Aurava e Gridello Gio.Battista di

Cosa);

68 Fornaio, panettiere

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3 falegnami (Chivilò Giacomo di Cosa, Volpato Domenico di Aurava, De Paoli Ambrosio-indicato come Macanin, di Domanins);

3 calzolai o conciatori di pelli (Crovato Antonio, D’Andrea Sante-indicato come Delle Vedove e D’Andrea Natale tutti di Rauscedo);

3 fabbri ferrai (Osvaldini Gio.Battista di San Giorgio, Colonello Osvaldo di Pozzo, Filipuzzi Filippo di Cosa);

4 fabbricatori di tele grezze (Luchini Giacomo e Busolini Antonio di San Giorgio, Cancian Domenico di Domanins e Candotto Gio.Battista di Aurava).

Il 26 maggio Volpato Osvaldo fu Valentino venne diffidato a non prelevare la terra depositata lungo la strada che da Aurava porta al Tagliamento perché di proprietà comunale.

Il 5 giugno 1825 venne ordinata una visita sanitaria presso la stalla di certo Pascut di Sebastiano di Pozzo (probabilmente Pascut Gio.Antonio detto Blanc) per la segnalata presenza di un bue, sospetto di male epidemico, proveniente dall’Illirico e venduto da “certo Craj di Domanins”.

Il 9 giugno Bortolussi Matteo lesse la formula di giuramento in occasione della nomina ad agente comunale.

Il 29 luglio, dopo un tentativo di fuga, venne acciuffato da Fabbro Antonio di Rauscedo tale De Zorzi Lorenzo, asseritamente di Maniago, sorpreso mentre stava trafugando oggetti ed effetti personali dalla di lui camera.

Il 4 agosto 1825 un avviso informò che erano stati ripristinati i titoli nobiliari e cavallereschi conferiti dalla cessata Repubblica Veneta o da sovrani esteri.

Nella tarda serata dell’8 agosto un gruppo di giovani di San Martino aggredirono, senza apparente motivo, due persone che stavano percorrendo una strada in territorio di San Giorgio. Uno dei due riuscì a fuggire ed a far intervenire il cursore (guardia) comunale che però venne pesantemente insultato, percosso e ferito con un falcetto dovendo ricorrere alle cure di un chirurgo. Gli accertamenti portarono all’identificazione di Grillo Francesco, Della Rossa Gio.Battista e Truant Gio.Battista, tutti di San Martino, riconosciuti autori dell’aggressione. Successive indagini consentirono l’identificazione di altri due giovani, sempre di San Martino.

Il 12 agosto Marcon Angelo di Gio.Battista di Cosa presentò una denuncia per danneggiamenti subiti, nei suoi terreni, da alcuni cavalli di proprietà della famiglia Pasquin. A causa della denuncia lo stesso Marcon

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ed il nipote Gio.Battista, di Marco, furono ripetutamente offesi da Pasquin Angelo di Osvaldo che fu denunciato alla forza pubblica. Il fatto determinò l’emissione, da parte della Deputazione Comunale, di un ulteriore avviso con il quale si ribadiva il divieto di libero pascolo su terreni altrui per tutti gli animali.

Il 1° settembre 1825 venne presentato, da Frisotti Giacomo e Bisutti Pietro, un esposto “onde impedire che i giocatori della palla vadano abusivamente nei suoi terreni”. Gli stessi giocatori, con delle scale, si portavano sui tetti per recuperare i palloni con grave rischio di disgrazie.

Il 17 settembre la Regia Delegazione per la provincia del Friuli, per prevenire eventuali calamità, emanò una disposizione per munire i campanili e le chiese di parafulmine.

Il 19 dicembre 1825 nella frazione di Cosa venne bandito un contratto triennale d’appalto per lo scarico di legname in quel porto.

Se la primavera fu carente di pioggia (nel mese di maggio, come riportato, fu emesso il divieto di prelievo di acqua dai canali) l’autunno fu la stagione “in cui la dirotta pioggia che da tanto tempo e costantemente continua ha recato alluvioni straordinarie le quali oltre alle rovine già fatte ben maggiori ne minacciano non solo alle campagne ma alle abitazioni ...anche in questo distretto che in ogni parte è attraversato da torrenti e da canali”. La situazione doveva essere veramente disastrosa se l’I.R. Commissario Amadori, il 24 dicembre 1825, raccomandava con un avviso “che in ogni chiesa parrocchiale venissero quanto prima celebrate delle funzioni di penitenza per intercedere dall’Altissimo la cessazione di questa generale avversità e la serenità dell’animo”.

Alla fine di dicembre, dall’I.R. Commissario venne ratificata la nomina di Luchini Giacomo a cursore comunale per l’anno 1826.

1826 Con decreto n. 24200-4191 del 31 dicembre 1825, seguito dal decreto

delegatizio n. 748 del 20 gennaio 1826, fu costituito da una cinquantina di possidenti e piccoli proprietari di Rauscedo e Domanins il Consorzio di Rauscedo e Domanins con obiettivo primario di mettere in sicurezza i due villaggi, soggetti a frequenti e rovinosi allagamenti provocati dagli straripamenti del torrente Meduna69 oltre che vigilare sugli argini dello

69 Antico canale denominato Brentella che nel passato era stato utilizzato per la condotta del legname

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stesso e promuovere tutte le iniziative atte alla salvaguardia e buon governo dei terreni dei consorziati.

Presidenti (tre che con gli avvicendamenti successivi perdureranno sino allo scioglimento del consorzio) vennero nominati Spilimbergo Giulio e De Bedin Agostino di Domanins ed il sacerdote Moretti Bortolo di Rauscedo.

Il 20 giugno 1827 il signor Marchi Nicolò di Rauscedo fu nominato segretario computista, per il periodo di un anno, con il “salario di austriache lire duecento70”. Custode alla vigilanza fu nominato D’Andrea Domenico fu Giuseppe con un salario di “austriache lire centocinquanta”.

Il 14 luglio dello stesso anno a cura dei presidenti del Consorzio, furono emanate “le seguenti discipline e doveri ai custodi per la vigilanza della linea consorziale di questo comprensorio”. Oltre alla vigilanza e riparazioni delle arginature, fu espresso il divieto: di pascolo sugli argini e nell’alveo del torrente; di prelevare alberi ed alberelli, ghiaia terra e sassi, stabilendo le pene per i contravventori. Il regolamento più volte annunciato, dall’altare, dai sacerdoti di Domanins e Rauscedo, non fu accolto favorevolmente da tutti i proprietari dei terreni molti dei quali furono trovati in contravvenzione. Fu perciò interessato il Regio Commissariato Distrettuale di Spilimbergo per una valutazione del regolamento e per eventuali modifiche.

Sul Consorzio di Rauscedo e Domanins si rimanda alla lettura dello specifico capitolo.

Il 25 aprile 1826 morì, colpito dal calcio di un cavallo, il dodicenne De Paoli Antonio di Ambrosio di Domanins.

Il 17 maggio 1826, nella sede vescovile di Portogruaro, il vicario capitolare Pancera di Zoppola Niccolò, intervenne come mediatore nella controversia sorta tra il pievano di San Giorgio Mora Fabiano e la comunità di Rauscedo vertente sul contributo annuo per il sostentamento del cappellano di quella frazione Moretti Bortolo e la celebrazione di alcune funzioni religiose nella chiesa di Santa Maria. Nell’atto di composizione il cappellano, pur rimanendo soggetto alla chiesa matrice, ottenne una parte del “quartese” 71 e la possibilità di poter officiare

70 La lira italica corrispondeva a 1,148 lire austriache 71 Divisione delle decime dominicali vescovili in quattro parti (da cui il nome equivalente di quarta), di cui una era riservata al vescovo, una seconda ai poveri, una terza era

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liberamente alcune funzioni72.

Il 25 ottobre 1826 Venier Giacomo di Santo, di anni 4 di Domanins, cadde in un fosso vicino casa morendo annegato.

Il 30 dicembre 1826 le deputazioni comunali furono richiamate alla scrupolosa osservanza della legge napoleonica del 3 gennaio 1811, agganciata all’Editto di Saint Cloud del 12 giugno 1804, per una precisa vigilanza sul seppellimento di cadaveri umani e di feti nati morti che in alcune zone venivano sepolti al di fuori dei cimiteri comunali

1827 Nella tarda serata di domenica 14 ottobre 1827, a Rauscedo, scoppiò

una “baruffa” tra D’Andrea Santo, detto Crovato, di Angelo, De Paoli Costantino di Ambrosio, Fornasier Gio.Battista di Pietro e Fornasier Osvaldo di Gio.Battista. Nella colluttazione il primo riportò una ferita di taglio alla mano. Nell’informativa alla Pretura di Spilimbergo del 17 seguente tutti furono descritti come giovani dediti a girare per il paese nelle ore notturne e, con canti e bestemmie, disturbare il riposo delle persone.

Il 21 dicembre 1827 fu emanata dall’arciduca Ranieri d’Asburgo, vice re del Lombardo Veneto, una circolare riguardante i veterinari ed i compensi loro spettanti in caso di attività saltuaria. Nella stessa l’autorizzazione per qualsiasi persona a curare animali ammalati con il divieto, però, “a spacciarsi e qualificarsi per veterinario quando non ne abbia la formale patente”.

Il 28 dicembre da parte dell’I.R. Commissariato Distrettuale di Spilimbergo, su sollecitazione dell”Eccelso Governo”, furono chiesti i dati sulle strade adattate o costruite dal 1810 al 1814 e dal 1815 a tutto il 1827.

1828 Numerosi i furti denunciati al Regio Commissariato di Spilimbergo

durante il 1828. In breve il 14 febbraio fu asportato materiale dalla casa di Volpato Santo di Aurava; l’8 marzo a Rauscedo un tentativo di furto nella casa del sacerdote Moretti Bortolo, un furto nella cucina di De Paoli Innocente ed altri furti nelle case di Fabbro Antonio e di D’Andrea Marco; il 3 maggio nella cucina di Sbrizzi Maria di San Giorgio; il 4

destinata alla manutenzione della chiesa e la quarta spettava al clero per il suo sostentamento 72 Archivio Storico Diocesano Busta n. 55/7 Vertenze

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maggio presso Pitana Giacomo di San Giorgio e Majola Angelo di Aurava; il 2 luglio fu preso di mira il laboratorio di Osvaldini Gio.Battista fabbro ferraio di San Giorgio. Per finire l’8 agosto fu “visitata” la casa di Marchi Andrea di Rauscedo.

L’8 gennaio, tramite la Deputazione Comunale, 24 capifamiglia di Cosa inviarono all”Eccelso Imperial Regio Governo” una petizione per poter usufruire del “godimento del sale” beneficio73 cui avevano usufruito sino a tutto il 1821. Il 27 novembre 1829 giunse la risposta negativa nella quale venne precisato che “nel Comune di San Giorgio e meno ancora nella sua frazione di Cosa concorrono quegli estremi che dalla legge furono contemplati per accordare la vendita del sale a prezzo di beneficio”.

Il 28 gennaio giunse l’autorizzazione alla fornitura di mobili per le scuole di San Giorgio e Domanins.

Il 29 gennaio sostarono in Rauscedo, presso l’osteria di Fontana Domenico, certi Paron Domenico di Arzene e Deana Domenico di Cordenons che cercarono di alienare “un paio di manzi”. Alcuni abitanti, che alcuni giorni prima avevano notato gli stessi a Domanins, presso l’osteria di Bonutto Nicolò, con altri simili animali da vendere, fecero intervenire le guardie, che con il cursore comunale, fermarono i predetti denunciandoli al Regio Commissariato Distrettuale di Spilimbergo.

Lo stesso giorno Luchini Giacomo venne riconfermato cursore comunale; dal 1° gennaio 1829, svolgerà anche l’incarico di “Deputato della tassa personale pel triennio 1829-1830-1831”.

Il 21 febbraio 1828 la Regia Pretura di Spilimbergo fu interessata anche da un episodio di gravissime percosse subite, per futili motivi, a San Giorgio da Luchini Teresa da parte di Volpato Giovanni e Bernardino.

Verso metà febbraio 1828 furono pubblicati i ruoli degli abitanti del comune con le esenzioni al pagamento dei tributi. Da tale documento si rileva che San Giorgio aveva 331 abitanti (161 donne), Pozzo 259 (130 donne), Cosa 267 (139 donne), Aurava 257 (128 donne), Rauscedo 394 (183 donne) ed infine Domanins, che allora era il paese più numeroso, 584 con 297 donne. In totale nel territorio vivevano 2.092 persone con 1.038 donne. Degli stessi su 490 “collettabili74”, 14 persone furono esentate per

73 La comunità di Cosa godeva della corresponsione di una porzione di sale a prezzo di beneficio in forza di un decreto del 14 febbraio 1812 emesso dal Regno Italico, si presume perché lo stesso veniva scaricato in quel porto 74 In questo caso persona che può essere tassata

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miserabilità e 4 per aver compiuto i 60 anni.

Nel marzo successivo al coscritto Pitaro Pietro fu rilasciata una dichiarazione di garanzia utile alla concessione del passaporto per portarsi a Trieste.

Il 16 marzo 1828 nel rispondere ad una specifica richiesta fu compilato un prospetto, relativo al 1827, contenente la “ricchezza” del territorio. Nella risposta si rileva la presenza di 17 cavalli, 128 asini, 442 bovi, 347 vacche, 22 vitelli, 1430 pecore, 178 agnelli, 56 “porzi” e 14 alveari. Inoltre “formento 490 stara75, segalla 145 stara, orzo 22 stara, avenna 10 stara, granturco 3150 stara, sorgorosso 330 stara, legumi in sorte 62 stara”, circa 650 mila libre76 di fieno di qualità mediocre o scadente, e 42 mila libre di paglia. Inoltre 1160 orne77 di vino di qualità mediocre o scadente. Il resoconto, compilato secondo le misure di Spilimbergo, terminava con il conteggio dei bozzoli da “setta” (3740 libre), “lanna” (845 libre), lino (30 libre), canapa (220 libre), “buttiro” (290 libre) e formaggio (520 libre). Nelle osservazioni si legge “Il raccolto in quest’anno è stato assai scarso a motivo dille gran piogge in primavera e del secco che fù”. Per il 1828, pur con un leggero aumento per gli animali, i dati furono pressoché simili.

Il 20 marzo il pubblico perito Marcolini Vincenzo fu incaricato del “riatto e per novennale mantenimento della strada del confine di Spilimbergo a quello di S. Martino”.

Nell’aprile del 1828 il nobile Spilimbergo Giulio venne incaricato dell’amministratore del Pio Luogo della Richinvelda.

Il 23 aprile dalla Deputazione Comunale fu emesso un avviso “che col giorno 25 corrente resta proibito a chiunque di pascolare sopra li fondi altrui tanto arativi, che prativi, e sopra li beni comunali”. Pena per i contravventori “l’asporto78 digli animali e la multa prescritta”.

Nello stesso mese di aprile Lenarduzzi Andrea, di Domanins, fu autorizzato, pagando la relativa tassa, alla produzione di acquavite.

Datata 8 maggio 1828 giunse dalla Pretura di Spilimbergo una richiesta

75 La stara o staio era una misura di capacità per aridi che a Spilimbergo e Valvasone corrispondeva a 89,3507 litri 76 La libbra sottile aveva un valore di 301,230 grammi. La libbra grossa, a San Giorgio, corrispondeva a 476,999 grammi 77 L’orna, nel distretto di Spilimbergo, valeva 150,4365 litri 78 Sequestro

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di accertamenti circa il “giuoco della bianca e della rossa79” che sarebbe stato praticato, in Rauscedo, da Del Re Giovanni Maria.

Lo stesso giorno, con una circolare, venne chiesta la situazione dei cimiteri esistenti nel territorio comunale. Nella risposta venne comunicato che le parrocchie, intese come comunità di persone 80 , di Rauscedo, Domanins e Cosa avevano un apposito cimitero mentre in quello di San Giorgio venivano sepolte anche le persone decedute di Aurava e Pozzo. Erano tutti in buono stato e pur risultando conformi al decreto napoleonico del 3 gennaio 1811 solamente quello di Rauscedo, posto a ponente del villaggio, aveva la prescritta distanza dall’abitato. Quelli di Cosa, Domanins e San Giorgio erano posizionati nei pressi delle chiese poste al centro degli abitati. Nella risposta, inoltre, veniva sollecitata una totale rinnovazione per questi ultimi tre cimiteri dichiarando che “E’ stato ordinato dalla superiorità di erigere un nuovo cimitero per conto dell’intiera comune, e fu anche fatto il fabbisogno il quale è stato approvato, e deve essere eretto entro l’anno 1829”.

A Pozzo, il 13 giugno 1828 alle ore 4 del mattino, sopra un carro posto nel porticato della casa di Lenarduzzi Gio.Battista, fu rinvenuto un “infante esposto”81. Accanto al neonato un biglietto “dimostrante che era batezzatto”. Fu subito portato al cursore82 comunale e quindi al pievano Mora Fabiano per essere “inoltrato” due giorni dopo, tramite la Deputazione di San Martino, al Pio Luogo di Udine83. Nel verbale di consegna si legge, tra l’altro, che:”Il tutto è stato sull’istante spedito al suo destino”.

Sempre nel mese di giugno giunse al soldato Volpato Michiele, probabilmente in licenza, la diffida a presentarsi al comando di Udine.

E tanto per non farsi mancare nulla il 9 luglio 1828 i territori di Aurava e Pozzo (meno quelli di Cosa e San Giorgio) furono colpiti da “una furente

79 Gioco d’azzardo che prevedeva l’estrazione, da un’urna, di una pallina colorata di rosso o di bianco 80 San Giorgio era pieve con le chiese annesse di Aurava, Cosa, Pozzo e Rauscedo. Domanins era già parrocchia autonoma e Provesano (con Gradisca) faceva ancora parte del territorio di Spilimbergo 81 Esposto: venivano così denominati i bambini appena nati o nati da poco tempo che venivano abbandonati 82 Messo – Ufficiale giudiziario 83 Ente nel quale venivano accolte sia le ragazze madri sia i neonati “esposti” abbandonati dalle stesse. Dovrebbe aver avuto sede nei locali dell’Ospital Maggiore di S. Maria della Misericordia di Udine

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grandine”. I danni nelle viti furono ingenti ed ebbero ripercussioni anche nell’anno successivo. E la grandine si ripeté i successivi 27 e 30 luglio colpendo principalmente San Giorgio capoluogo.

Datato 15 luglio giunse, da parte dell’I.R. Commissariato Distrettuale di Spilimbergo, una disposizione sul “Purcit di Sant’Antoni” usanza che, nonostante le disposizioni, che si trascrivono integralmente, è perdurata in Friuli almeno sino agli anni 50 del secolo scorso.

11. Copia dell’ordinanza con le disposizioni per il “Purcit di Sant’Antoni”

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“Alla Deputazione Comunale di San Giorgio – Viene riferito che alcuni Fabbricieri o devoti a stagione opportuna acquistano un giovane suino e quindi lo mandano a vagare per molti mesi destinando poi il prodotto che ricavano dalla vendita del medesimo allorché è diventato da macello al culto di Sant’Antonio; Se è lodevole lo spirito da cui sono mossi, sono però tante volte dannose le conseguenze, e molti sinistri casi avvenuti, e le molestie che per questo alcuni soffrono hanno fatto conoscere che non può essere tolerato quest’uso, per cui incarico le Deputazioni dei luoghi dove fosse in corso a farlo immediatamente cessare sotto la personale loro responsabilità, prendendo al uopo gli occorrenti concerti con li Fabbricieri o devoti di cui trattasi. Sarà riscontrato il ricevimento della presente in qualunque caso entro 8 giorni”.

Il 2 agosto 1828 Zavagno Gio.Maria di Antonio, gastaldo 84 della famiglia del marchese Leoni Luigi85 , fu condannato, dalla Pretura di Spilimbergo, a tre giorni festivi di arresto in casa. Nei suoi confronti, il precedente 21 luglio, era stato presentato, da De Zorzi Caterina (indicata come Cesarin), serva del sacerdote Oliva Giovanni, un esposto per patiti insulti e minacce.

Un documento datato 11 agosto ci informa che Spilimbergo Giacomo di Giulio di anni 19 era studente all’Università di Padova. Nel Seminario di Portogruaro studiavano Spilimbergo Francesco di anni 18 con il fratello Venceslao di anni 17, entrambi figli del predetto Giulio. Nello stesso seminario seguivano i corsi Luchini Gio.Giacomo del fu Antonio di anni 23, Partenio Daniele di Carlo di anni 25, Pasquin Sante di Gio.Battista di anni 18 e Tesan Pietro del fu Domenico di anni 19.

Il 15 agosto rientrò da Trieste a Domanins, ammalato di vaiolo umano, Pitaro Pietro fu Mattia. Fu subito visitato dal medico dott. Finezzi Giulio che, riscontrato il morbo, pose tutta la famiglia in isolamento fornendo le opportune prescrizioni. Alla successiva visita del 31 agosto il Pitaro venne trovato in via di guarigione tanto da revocare le disposizioni date. Le prescrizioni sull’isolamento non furono, però, rispettate tanto che l’infezione, quando pareva debellata riprese con maggior vigore e nel breve si propagò in buona parte del villaggio compresa la località di Selva ove abitava la famiglia Pellegrin. Vennero chiuse le scuole, sospese le

84 Fattore – Amministratore di fiducia 85 Che abitava, a San Giorgio, nel palazzo successivamente acquistato dalla famiglia Pecile. Agente del marchese Leoni, in quel periodo, era il notaio Marcolini Vincenzo.

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lezioni di catechismo e, tra le energiche proteste del parroco Bianchi Biasio, proibite le visite agli ammalati di vaiolo per la somministrazione del sacro Viatico. Nonostante il propagarsi della malattia continuarono a non essere osservate le disposizioni sull’isolamento. Intervenne la Regia Delegazione Provinciale di Udine che, ordinando la vaccinazione sul territorio, inviò due guardie armate per l’osservanza della “quarantena”. Il 12 ottobre, con l’ulteriore propagazione del virus, morì la venticinquenne Agostinis Maria di Leonardo. Per una più drastica sorveglianza sull’isolamento, disponendo l’arresto per i contravventori, vennero inviate altre guardie armate ed assunti cittadini con la medesima funzione. Anziché diminuire l’epidemia continuò con forte virulenza arrivando ad intaccare 52 persone, appartenenti a 27 famiglie. Per inosservanza alle prescrizioni vennero denunciati Venier Gio.Battista di Biasio, Agostini Natale di Leonardo e Candido Luigi di Francesco ed arrestato Lenarduzzi Costantino di Michele. Venne fortemente censurato anche il comportamento del parroco incolpato di non aver pubblicizzato in modo opportuno le misure di contrasto alla malattia. Nel gennaio del 1829, mentre la situazione in Domanins si stava normalizzando due casi si svilupparono a Rauscedo. L’esperienza maturata fece sì che i due fossero posti in assoluto isolamento e guarirono in poco tempo. Fu vaccinata tutta la popolazione di Domanins e Rauscedo e, successivamente, quella dell’intero comune. Alle vaccinazioni furono indispensabili i prelievi accettati da Candido Teresa, moglie di Fornasier Giuseppe e da Crovato Chiara, moglie di Fabbro Giovanni che “offrirono i loro figli86 all’innesto”. Per le stesse venne chiesto il mandato di pagamento di lire sei (eseguito nel marzo 1830). L’innesto e le vaccinazioni furono effettuare dal medico Finezzi Giulio.

Il 3 febbraio 1829 venne dichiarata cessata la malattia con la possibilità di riaprire le scuole ed autorizzare feste con ballo. Il 2 marzo fu riaperta la scuola. Si trascinò per lungo tempo una controversia sul pagamento delle ingenti spese, ammontanti a circa 400 £., la maggior parte delle quali a saldo delle prestazioni fornite dalle guardie armate. Nel marzo 1832, merito anche delle dichiarazioni di miserabilità di gran parte delle famiglie, intervennero le autorità che contribuirono a sanare la situazione.

Il 21 agosto 1828 mancò ai vivi don Ottogalli Valentino, “cappellano della frazione di Rausedo”. La richiesta dei parenti di poter seppellire il corpo nel “monumento eretto nel centro della veneranda chiesa

86 Probabilmente si trattava rispettivamente di Fornasier Olivo nato il 25 febbraio 1829 e di Fabro Giuseppe nato il 20 dicembre 1828, figli delle coppie interessate

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sacramentale” non fu accolta, asseritamente, per l’eccessiva distanza tra la chiesa e il più vicino abitato.

Il 23 agosto, dalla Deputazione Comunale venne proposto lo stanziamento di £. 200 occorrente per la numerazione delle case del comune e per la costruzione di un ponte, con volta in pietra, da edificarsi “lungo la strada che da questo capoluogo mette a Domanins presso quel villaggio”. Nella stessa proposta anche l’ingresso, nella “terna dei maggiori estimati”, di Luchini Gio.Battista fu Antonio indicato come “uno dei primi possidenti dopo le famiglie Leoni, Savorgnan e Spilimbergo avendo l’estimo di sua famiglia di lire 12.000”. Vennero anche segnalati i nominativi di 20 persone per la sostituzione di 10 consiglieri ed altri 4 per l’elezione dei revisori dei conti.

Il 24 agosto altra diffida a presentarsi al comando militare di Udine. Questa volta il militare era Luchini Carlo, forse anche lui scordatosi di rientrare dalla licenza. Due giorni prima era giunta, a Tubello Giovanni, la lettera di requisizione per la formazione del contingente per la nuova leva militare.

Il 30 agosto nel prospetto dei prodotti “agricoli” per il 1828 si legge:”formento stara 516 – segalla stara 174 – orzo stara 26 – avena stara 30 – fieno libre 433020 – granoturco stara 3500 – sorgorosso stara 350 – vino orne 800”. Se si confronta con l’anno precedente si rileva un leggero aumento per tutti i prodotti ad eccezione del fieno e specificamente del vino che “essendo stato colpito il territorio dalla grandine vi è un raccolto minore in alcuni generi”.

Il 20 settembre 1828 venne indetto un concorso per l’arruolamento “volontario per la formazione del Corpo delle Guardie Militari di Polizia destinato al servizio di Venezia e delle provincie venete”. Tra le condizioni del bando la paga giornaliera di 12 karantani (al cambio 60 centesimi), la razione giornaliera di pane, l’accasermamento e la divisa. Il concorso fu ripetuto il 12 aprile 1829. La Deputazione Comunale informò che nel territorio non erano state presentate domande.

Il giorno dopo, da parte dell’I.R. Commissariato Distrettuale di Spilimbergo, giunse la richiesta di far conoscere il nominativo del “Deputato Comunale” cui conferire funzioni di polizia. La risposta, motivata dalla mancata conoscenza della materia, fu negativa.

Il 10 ottobre 1828 D’Andrea Marco di Stefano fu segnalato al Commissariato di Spilimbergo per insulti e minacce nei confronti di Marchi Nicolò, agente comunale, e del presidente del Consorzio di

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Rauscedo e Domanins.

Nello stesso mese di ottobre venne ordinata la manutenzione ed il riatto della strada ex militare di San Giorgio.

Sempre in ottobre Luchini Pietro fu Antonio e Marcon Gio.Battista fu Gio.Battista, già coscritti per la leva, furono sostituiti dai supplenti D’Agostin Antonio di Leonardo e Lenarduzzi Gio.Battista fu Giacomo.

Il 10 novembre 1828 da parte della Deputazione Comunale fu segnalata, alle competenti autorità, una festa da ballo senza la prescritta licenza, tenutasi il precedente giorno 5 presso la casa di Basso Andrea di Giuseppe di Rauscedo. Organizzatori della stessa furono indicati Crovato Giovanni di Leonardo, D’Andrea Gio.Battista di Marco, De Paoli Costantino di Ambrosio e Fornasier Gio.Battista di Pietro. Tutti furono contravvenzionati al pagamento di due fiorini.

Verso la fine di dicembre giunsero i mandati di pagamento per l’ing. Cavedalis che si era interessato “pella costruzione di alcuni ponti nel Comune di San Giorgio”.

Nel corso del 1828 vennero effettuati nella chiesa parrocchiale di Provesano incisivi lavori di ristrutturazione che faranno prendere alla stessa l’attuale aspetto.

1829 Nel 1829, nell’elenco degli esercenti operanti nel territorio, vennero

segnalati come venditori di vino: per San Giorgio Luchini Antonio; per Rauscedo Fontana Domenico e Crovato Leonardo; per Domanins Pellegrin Angela; per Aurava Volpato Giuseppina, per Pozzo De Zorzi Antonia; per Cosa Gridello Gio.Battista.

Ed anche nel 1829 i furti nelle case non mancarono: il 3 febbraio presso l’abitazione di un non meglio precisato Majola; il 21 febbraio presso la tenuta del nobile Spilimbergo Giulio di Domanins furono asportati animali da cortile ed il successivo giorno 28 furono tagliati circa 80 alberi; il 31 marzo presso l’abitazione del parroco di Domanins Bianchi Biasio. All’atto della denuncia il parroco indicò, informalmente, come autori alcuni componenti di una famiglia della frazione. La perquisizione non ottenne alcun esito e la Deputazione Comunale invitò il religioso ad “esser più cauto e riservato” in futuro; il 12 luglio furono rubate alcune tavole dalla fornace di Partenio Giacomo di Pozzo. In questo caso le indagini, subito avviate, portarono al rinvenimento del materiale rubato ed alla denuncia di Pasquin Antonio di Domenico, detto Candiot, di Pozzo; il 26

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settembre fu la volta delle abitazioni di D’Andrea Giuseppe, detto Noglit, di D’Andrea Marco di Stefano e del sacerdote Moretti Bortolo; il 21 novembre a Marcon Marco di Cosa furono rubati 12 “dindiotti” (tacchini); il 29 novembre furono asportate, dalla macelleria di Partenio Giacomo di Pozzo, circa 20 libre87 di carne di manzo e vitello e due coltelli; il 20 dicembre venne presa di mira la casa di Luchini Maria (sorella del sacerdote Giacomo deceduto l’8 febbraio 1827) da dove furono asportati oggetti preziosi, valuta, camicie e lenzuola.

Verso la mezzanotte del 15 gennaio 1829, un gruppo di giovani, guidati da Pitaro Antonio di Mattia e De Candido Benedetto di Antonio di Domanins, percorrendo le vie dell’abitato con urla e schiamazzi disturbarono il riposo delle persone. Alle rimostranze del deputato Spilimbergo, che assieme al suo gastaldo aveva cercato di porre fine alla gazzarra, gli stessi aumentarono le grida indirizzandole verso il nobile che sbeffeggiarono ripetutamente. Il fatto, con la richiesta di un castigo esemplare, fu segnalato al Regio Commissariato di Spilimbergo.

Il 19 gennaio Marcolini Vincenzo e il sacerdote Moretti Bortolo vennero nominati revisori del conto consuntivo comunale per il 1828.

Due giorni dopo giunse anche alla Deputazione Comunale di San Giorgio l’ordine di arresto nei confronti di certo Cristofoli Luigi, figlio di Giacomo, medico di Tarcento, di circa 20 anni, imputato del reato di rapina.

Il 31 gennaio venne rilasciata, a Luchini Gio.Battista fu Antonio, licenza “di tenere festa di ballo nella casa marcata al civico n. 32 di S. Giorgio nel presente Carnevale eccettuato li giorni del magro stabiliti dalla Chiesa”. Nella licenza anche le prescrizioni di non disturbare le funzioni vespertine e di chiudere la festa non oltre le ore otto della sera.

Nel febbraio 1829 un controllo effettuato presso il negozio di Cacitti Antonio accertò che lo stesso aveva messo in vendita bine di pane a prezzo non calmierato. Il pane, fornito dagli esercenti Gridello Gio.Battista di Cosa, Partenio Giacomo di Pozzo e Tramontin Lucia di San Giorgio venne sequestrato. Dopo aver ascoltato le giustificazioni del Cacitti la Deputazione Comunale propose, invece della pena detentiva, la consegna di metà del materiale al parroco per la distribuzione agli individui più miserabili delle frazioni di Cosa, Pozzo, Aurava e capoluogo.

87 Come già detto una libra o libbra grossa corrispondeva a circa 477 grammi

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Il 6 febbraio Marzottini Gio.Battista “dottore di alta chirurgia ed ostetricia” assunse la condotta di chirurgia del comune in sostituzione del defunto dott. Sticotti.

Il 7 febbraio furono nominati consiglieri comunali, per il triennio 1829-1831, De Bedin Domenico fu Agostino, Luchini Gio.Battista fu Antonio, Spilimbergo Giulio, Volpato Giacomo fu Lucio e D’Andrea Marco.

Il 20 febbraio venne segnalato alla competente autorità, per ubriachezza molesta e bestemmie, Lenarduzzi Sante, detto Craj, di Domanins. La denuncia ebbe un benefico effetto tanto da far cambiare il comportamento del denunciato che datosi a stabile lavoro evitò in tal modo ulteriori conseguenze.

Il 2 marzo 1829 vennero rilasciate le licenze per osteria a Fontana Domenico di Domanins; Pasquin Giacomo di Cosa ed a Agostini Pasqua, moglie di Bortolo, di Aurava.

Il 22 marzo vennero emanate disposizioni in caso di presenza del vaiolo. Tali disposizioni prevedevano l’immediata comunicazione del contagio, l’isolamento delle persone interessate e la vaccinazione generale di tutti gli abitanti.

Il 30 marzo furono diffidati a rientrare dal permesso e presentarsi al Comando Militare per essere inviati ai rispettivi reggimenti Fornasier Gio.Battista di Rauscedo e Marchi Sante e De Monte Antonio di Domanins88.

In un prospetto, datato 31 marzo, redatto a seguito di specifica richiesta venne indicata la situazione delle levatrici operanti nel territorio. Vennero citate Fornasier Maria a San Giorgio, D’Andrea Cattarina (indicata come Noglit) a Rauscedo, Majola Rosa (indicata come Lenarduzzi) a Pozzo, Sandri Pasqua (Volpati, coniugata Sandri) ad Aurava, Gordel Giovanna a Cosa, D’Agostin Maria e Venier Rosa (indicata come De Monte) a Domanins (in quel periodo abitato più numeroso), tutte “levatrici non approvate”. La Deputazione indicò come necessarie per il territorio, che allora contava 2091 persone, due mammane 89 “legalmente approvate”.

Il 2 aprile 1829 un avviso proibì, pena una multa, il vago pascolo di animali di qualunque specie, lungo gli argini del torrente Meduna e sui

88 Per i dati, qualora rivenuti, si veda il capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 89 Intesa come levatrice-ostetrica

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terreni arativi altrui.

Da un’informativa datata 6 maggio 1829 si rileva che Partenio Gio.Battista di Giacomo di Pozzo, di non buona condotta, venne arrestato, nel 1828, a Venezia per truffa. Rimesso in libertà fece ritorno a casa e successivamente, richiesto ed ottenuto il passaporto, si portò con la moglie a Trieste.

Il 16 maggio fu ratificata la nomina di Marchi Nicolò ad agente comunale.

L’istruzione dei giovani era tenuta in grande considerazione dagli amministratori lombardo-veneti. Infatti, datata 22 maggio, giunse una richiesta di fornire l’elenco delle famiglie che “omettano dal far frequentare le Pubbliche Scuole dai propri figli giunti all’età prescritta devono essere multate in mezza lira …”. Pur giustificando le assenze, dovute a legittimo impedimento e non a negligenza, la Deputazione si fece carico di pagare la multa di lire 11,64 per la scuola di San Giorgio e 16,78 per la scuola di Domanins.

Datata 12 giugno 1829 giunse in Municipio una disposizione contro le risse nelle osterie, cosa abbastanza frequente, in quel periodo, che spesso terminavano con ferimenti da armi da taglio. Vennero convocati tutti gli osti, “bettolieri” e simili ai quali venne raccomandata la massima attenzione e la custodia dei coltelli e di altri attrezzi da taglio usati nell’ambito della loro attività.

Il 18 giugno Marcolini Vincenzo e Bratti Pietro furono nominati membri della commissione comunale per l’esame del preventivo per il 1830.

Il 6 luglio 1829 venne segnalato al Regio Commissariato Volpato Domenico di Angelo di Aurava il quale nelle piazze “smerciava galletta ad un prezzo minore degli altri” fornitagli dal filandiere Della Donna Antonio di Valvasone.

Il 22 luglio, dal Regio Ispettorato Distrettuale per le Scuole Elementari, giunse alla Deputazione Comunale un plauso per l’attività svolta ad “incremento della Pubblica Istruzione”.

Lo stesso giorno venne intrapresa un’opera di vaccinazione contro la rosolia e la tosse convulsiva. Il medico vaccinatore dott. Finezzi Giulio si recò prima a Rauscedo da dove, unitamente ad un bambino già vaccinato, si sarebbe dovuto portare a San Giorgio e nelle altre frazioni. La vaccinazione fu sospesa per il rifiuto dei genitori del vaccinato di portarsi

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a San Giorgio e per l’analoga opposizione dei vaccinabili di San Giorgio a recarsi a Rauscedo. Il tutto fu rinviato all’autunno del successivo anno.

Il 25 luglio Lupieri Antonio di Preone venne autorizzato al trasporto di borre e di altro legname al porto di Cosa (e di San Odorico).

Il 28 luglio avvenne un tentativo di furto presso l’abitazione del marchese Leoni Luigi. Il fatto fu segnalato all’autorità competente solamente il 3 agosto ed il ritardo venne pesantemente biasimato dal Regio Commissario di Spilimbergo che chiese dettagliate informazioni su Luchini Osvaldo e su Luchini Giuseppe, detto Bello, sui quali gravavano pesanti indizi. Nella risposta venne ribadito che su entrambi, sebbene già pregiudicati per essere stati, nel passato, arrestati e reclusi nelle carceri di Treviso, in questo caso non sussistevano sospetti. Gli indizi si orientarono verso Orlando Giorgio, di San Giorgio, già recluso per furto, Candido Costantino, detto Coppettin, i fratelli Candido Leonardo e Benedetto, detti Coppettin, e Rovere Odorico, tutti di Domanins per i quali venne richiesta una perquisizione domiciliare notturna.

Il 30 luglio una notificazione dell’I.R. Governo di Venezia ordinava “che in avvenire l’arte Farmaceutica non sia più da annoverarsi tra quelle il cui esercizio è permesso anche agli Ebrei”.

Lo stesso giorno il caporale Volpato Giovanni di Aurava venne urgentemente convocato al Comando Militare di Udine e redarguito per non aver avvisato dello spostamento della sua residenza.

Nello stesso mese di luglio giunse alla Deputazione una lettera di associazione e partecipazione “per la spesa occorrente …per la esecuzione del lusinghiero progetto di ridurre le acque del Fiume Ledra e parte di quelle del Tagliamento in un canal naviglio …”. Il progetto, primo ad interessare tali corsi d’acqua, affidato nel 1834 all’ingegner Giovanni Battista Cavedalis, non fu realizzato per gli ingenti costi preventivati.

Il 6 agosto 1829 venne denunciato Chivilò Antonio, detto Tajet, che coscritto soggetto a leva, sprovvisto di passaporto, usando il documento di China Antonio, si sarebbe portato a Roma, ove si sarebbe ammogliato. Per lo stesso venne chiesta una esemplare condanna.

Il 1° settembre 1829 venne emanata una disposizione che proibiva il taglio o l’asportazione dei cespugli dall’alveo del Tagliamento. Per una più capillare divulgazione venne chiesto ai parroci e cappellani di leggere la disposizione durante le messe.

Il giorno dopo vennero convocati presso la Deputazione D’Andrea

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Sante, detto Delle Vedove, di Rauscedo; Luchini Teresa, Tesan Gio.Battista e Zavagno Natale di San Giorgio; Partenio Carlo di Pozzo; Cancian Sante, Della Rossa Domenico (indicato come Coradin) e Rossi Giuseppe di Aurava i quali, tagliando arbusti o scavando fossati, avevano arrecato danni all’ambiente. Tutti vennero invitati, pena una denuncia all’Autorità, al ripristino di quanto danneggiato.

Il 6 settembre, all'età di 69 anni, morì il parroco di Domanins Bianchi Biasio che fu sepolto in quel cimitero. Allo stesso subentrò l'economo spirituale D'Andrea Pietro, che sarà anche mansionario in casa Leoni di San Giorgio.

Il 9 settembre furono convocati, presso il Commissariato di Spilimbergo, Frisotti Antonio e Federico, Fabbro Antonio, D’Andrea Marco, Fornasier Paolo (indicato come Pietro), detto Nonzolo, Fornasier Mattia, Cocitto Giacomo, Bisutti Pietro, D’Andrea Giuseppe, detto Spagnol, D’Andrea Natale, detto Spagnol, D’Andrea Giovanni, detto Spagnol, Fornasier Gio.Battista, Crovato Leonardo, D’Andrea Sante, detto Delle Vedove, e Pitana Gio.Battista per un procedimento su non meglio precisati fatti loro addebitati.

Il 27 settembre venne proposto il riatto del cadente ponte che attraversa “la pubblica strada nella frazione di Cosa” con una spesa prevista di austriache lire 40.

Il giorno dopo Fabbro Giovanni di Antonio venne trovato mentre girava, armato di archibugio, per le campagne. Per lui la richiesta di una esemplare punizione.

Per l’inizio dell’anno scolastico, nel mese di ottobre 1829, si cercò di reperire a Pozzo un locale ad uso di scuola.

Il 12 ottobre fu inviata, dalla Deputazione Comunale, al Commissariato Distrettuale di Spilimbergo, una dettagliata relazione sul prelevamento di pietre dall’alveo del torrente Meduna.

Lo stesso giorno morì di parto Colautti Giacoma moglie di Lenarduzzi Antonio di Domanins. L’agente comunale Marchi Nicolò fece una dettagliata relazione sull’accaduto90.

Il 27 ottobre fu convocata una straordinaria adunanza del Consiglio Comunale con all’ordine del giorno il ripristino “della strada ex militare

90 La morte per parto era abbastanza frequente in quel periodo

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dal confine di Spilimbergo a quello di San Martino di Valvasone”.

Il 16 novembre 1829 Del Re Giuseppe di Pozzo venne autorizzato all’apertura di una osteria nel centro del paese.

Nel dicembre 1829 il signor De Marchi Marco di Raveo chiese l’abilitazione al trasporto di borre da quella segheria ai porti di Gradisca e Cosa.

Il 9 dicembre venne proposta, dall’ispettore scolastico di Spilimbergo al nobile Spilimbergo Giulio, la cessione di un suo locale da adibire a scuola elementare per “80 discepoli” di Domanins e Rauscedo. L’offerta non venne accettata ed allo scopo fu affittato uno stabile di proprietà di De Candido Leonardo. La richiesta si era resa necessaria dalla noncuranza del maestro, il sacerdote D’Andrea Pietro, nel reperire lo stabile. Il comportamento del religioso fu fortemente censurato dal Reale Ispettore che, in una missiva inviata alla Deputazione Comunale, accusò il sacerdote di “infingardagine nel servizio dei suoi doveri”.

L’11 dicembre il tredicenne Cacitti Serafino, figlio di Antonio (oste ad Aurava immigrato da Caneva nel 1816), morì annegato nel Tagliamento.

Il 21 dicembre Lenarduzzi Costantino di Domanins, macellaio in Valvasone, venne segnalato all’autorità per aver macellato e messo in vendita carni di animali infetti prelevati da due stalle di San Martino.

Nel dicembre 1829 vennero invitati al pagamento della tassa per la produzione di acquavite il nobile Spilimbergo Giulio di Domanins, D’Andrea Marco di Rauscedo, Lenarduzzi Andrea e Venier Beniamino di Domanins.

Nella compilazione del ruolo della tassa personale per il 1829 si confermò, con minime differenze tra il capoluogo e le frazioni, lo stesso numero (2.092) di residenti.

1830 Il 3 marzo 1830 venne segnalata all’I.R. Commissario, dalla

Deputazione Comunale, l’apertura a Domanins, da parte di De Bedin Giacomo, di una scuola privata. A nulla servirono gli interventi delle autorità ed il 17 febbraio 1831 il “maestro” venne “posto agli arresti in casa per ventiquattro ore” e gli venne “formalmente vietato di mai più far scuola privata e che ogni ulteriore recidiva, in cui costui ricadesse, gli sia applicata una multa pecuniaria, da fissarsi dalla Deputazione Comunale …”.

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L’8 marzo la Regia Delegazione Provinciale del Friuli, con sede ad Udine, emise una circolare nella quale disponeva la promozione delle vaccinazioni che, nel 1829, non avevano ottenuto i risultati sperati. Invitava pertanto le autorità comunali ed i parroci ad attivarsi per un felice risultato.

Il 18 marzo fu segnalato un caso di malattia contagiosa bovina nella stalla di Tesan Gio.Battista. Fu immediatamente richiesta la visita del veterinario D’Andrea Mattia che ordinò l’uccisione dell’animale infetto e la quarantena per gli altri sei bovini presenti nella stalla.

Nel maggio del 1830 Marchi Nicolò fu incaricato, dal Regio Commissario di Spilimbergo Dal Colle, della compilazione dei ruoli Arti e Commercio del comune. Tale incarico sarà confermato anche per gli anni successivi.

Il 3 maggio Di Candido Amadio di Domenico di Domanins, di anni 37, morì cadendo da un albero.

Il 6 giugno 1830 vennero emanate nuove disposizioni che prevedevano, a differenza del passato, le sepolture dei suicidi all’interno del perimetro cimiteriale.

Il 12 giugno venne autorizzata una condotta fluviale di 860 borre di legno da Ampezzo al porto di Cosa.

Il 29 agosto 1830 Pellarini Francesca di Gio.Battista, vedova di Agostinis Leonardo, di Domanins morì cadendo dalle scale.

Il 30 agosto venne rilasciato a Candido Leonardo il passaporto per recarsi a Trieste.

Il 18 ottobre 1830 Fabbro Antonio presentò una supplica per la concessione al figlio Natale, militare del Reggimento Re Guglielmo, di un permesso per gravi esigenze familiari. Per il congedo dovrà aspettare sino al gennaio 1839.

Nel pomeriggio del 30 ottobre venne tentato un furto nella casa rustica (folladore) di Aurava del marchese Leoni Luigi che usava come deposito del vino. Il furto venne sventato dal pronto intervento dell’affittuario che, con altre persone, fece fuggire i malfattori.

Il primo novembre 1830, nel rispondere ad una specifica richiesta, venne comunicato che, nell’anno in corso, 41 persone erano immigrate nel territorio comunale contro le 34 (di Aurava, Domanins e Pozzo), che erano emigrate.

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Il 9 novembre Pasquin Osvaldo, fu Domenico, di Pozzo, soldato del 13° Battaglione Wimpffen, chiese un permesso illimitato per assistere la propria madre ed una cognata vedova dal precedente mese di ottobre.

Il 10 novembre da parte della Deputazione Comunale venne inoltrato al Regio Commissariato una dettagliata denuncia nei confronti degli abitanti di Turrida, anche allora frazione di Sedegliano, rei di aver “devastato li cespugli che vegetano lungo l’alveo del Tagliamento recandosi persino presso li campi di Aurava”. La segnalazione si era resa necessaria dopo che a nulla erano valsi gli arresti praticati contro alcuni contravventori.

Il 12 novembre fu effettuato un controllo presso il negozio di Crovato Leonardo di Rauscedo. Vennero trovati 24 panetti non conformi al peso stabilito che, confiscati, secondo l’usanza, furono destinati ai poveri.

Per tutta la notte del 20 novembre a Rauscedo furono uditi colpi di pistola che disturbarono il sonno ed il riposo delle persone. Altri spari furono segnalati anche alle ore 7 del mattino successivo nei pressi dell’osteria Crovato, esplosi da D’Andrea Domenico di Osvaldo, detto Spagnol. L’episodio fu segnalato al Regio Commissariato con la richiesta di provvedimenti nei confronti del D’Andrea e di un pattugliamento, nelle notti successive, nelle vie del paese da parte delle Guardie di Sicurezza per prevenire altri simili episodi. Dalle indagini fu accertato che il D’Andrea aveva così agito per festeggiare il matrimonio della sorella Teresa fissato per il giorno successivo.

Il 21 novembre venne concessa a Cesaratto Giuseppe l’autorizzazione a tenere una festa da ballo. Altra simile autorizzazione venne rilasciata, negli stessi giorni, a Bonutto Gio.Battista di Domanins.

1831 L’11 gennaio 1831 alcuni residenti di Pozzo presentarono un’istanza

per la concessione a Majola Rosa (indicata come Lenarduzzi), del paese, dell’abilitazione alla professione di levatrice (compito che già esercitava). La domanda venne respinta con il suggerimento di indicare, di concerto con il parroco, altro nominativo.

In merito a tale professione il 26 aprile 1831 venne indetto un concorso riservato ad un’alunna da inviare alla scuola di ostetricia presso l’Università di Padova. Nel Consiglio Comunale del 17 ottobre venne indicata Cocitto Santa di Rauscedo. Alla stessa, il 22 gennaio 1835, venne rilasciato dall’Università il diploma affinché “la mammana possa essere riconosciuta quale abilitata al libero e tranquillo esercizio

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dell’Ostetricia”. Le venne assegnato un annuo compenso di £. 50 considerando che sarebbe stata remunerata anche da quasi tutte le partorienti.

L’11 maggio 1831 il venticinquenne Tesan Antonio, detto Sartor, di Angelo cadde dal fienile della propria abitazione di Cosa morendo all’istante.

Il 24 giugno 1831 a Cosa morì il curato Sottili Francesco nativo di Valvasone che venne sepolto in quel cimitero. Allo stesso, nel 1832, subentrerà il sacerdote Muzzatti Gio.Battista.

Il 30 luglio 1831 nelle carceri centrali criminali di Udine, ove era detenuto per vari reati, morì il ventinovenne Pasquin Giacomo di Osvaldo di Cosa. Nei giorni successivi furono consegnati al padre i suoi effetti personali.

Il 24 agosto 1831 Dell’Anna Angelo di Olivo di Domanins cadde da un carro di fieno morendo all’istante.

1832 Nel 1832, con apposita disposizione, venne ulteriormente ribadita la

necessità delle vaccinazioni contro il vaiolo, da effettuarsi in primavera ed autunno. Le autorità ed i parroci furono invitati ad attivarsi per una ottimale riuscita di un “argomento di tanta importanza per la pubblica salute”.

Dai ruoli veniamo a conoscenza che nel 1832 gli abitanti erano 2266 così suddivisi: Domanins 583, Rauscedo 441, San Giorgio 370, Pozzo 321, Aurava 286 e Cosa 265.

Il 1° gennaio 1832 Marchi Nicolò di Rauscedo venne confermato nell’incarico di agente comunale.

Il 12 gennaio venne concesso a Pasquin Gio.Battista il permesso di domiciliare a Roma per tutto il 1832.

Il 16 gennaio venne approvata, dalla Regia Delegazione Provinciale del Friuli di Udine, la nomina di Covelli Giovanni a parroco di Domanins. Il sacerdote, che con il mese di marzo iniziò anche l’attività di maestro nelle scuole della frazione, subentrava all'economo spirituale D'Andrea Pietro.

Il 18 gennaio mancò ai vivi, al civico 266 di Rauscedo, il nobile Stella Giuseppe fu Carlo. Nelle disposizioni testamentarie l’ottantanovenne lasciò alla veneranda chiesa di Rauscedo un legato per la somma di venete £. 1860.

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Il 20 gennaio Lenarduzzi Gio.Battista presentò una supplica per la concessione, al figlio Giacomo, soldato del reggimento Re Guglielmo momentaneamente di stanza a Treviso, di un permesso per gravi necessità familiari.

Il 21 gennaio venne ordinato l’arresto di Candido Leonardo, individuo ritenuto pericoloso che venne assoggettato all’arruolamento forzato. A nulla valsero le suppliche della madre Castellarin Apollonia.

Il 22 gennaio l’I.R. Commissario Distrettuale sollevò dall’incarico di I° Deputato comunale Luchini Gio.Battista “essendosi reso indegno per aver franto il segreto d’Ufficio”.

Il 29 gennaio Bonutto Gio.Battista di Domanins fu autorizzato a tenere una festa da ballo al civico 156 della frazione. La festa “non potrà aver principio che un’ora dopo terminate le Sacre Funzioni Vespertine e durerà fino alle ore 10 Dieci pomeridiane”.

Nella notte tra il 2 e 3 febbraio 1832 ignoti, introdottisi nelle abitazioni di De Paoli Antonio e D’Andrea Marco, entrambi di Rauscedo, asportarono una suina, al primo, ed oggetti di cucina e vestiario al secondo.

Il 14 febbraio a Domanins, in occasione della ricorrenza di San Valentino, De Paoli Angelo e Venier Agostino, vennero autorizzati a tenere una festa pubblica di ballo, con le dovute prescrizioni politiche e religiose.

Il 15 febbraio Cancian Sante, fu Domenico, di Aurava venne colto mentre asportava zolle erbose lungo la strada verso il Tagliamento. Lo stesso fu condannato al pagamento di una multa di £. 6 austriache. Alcuni giorni prima, per lo stesso motivo e per il taglio di cespugli lungo gli argini del Meduna e Tagliamento, furono contravvenzionate numerose persone di Rauscedo, Cosa, Aurava e Pozzo. Nei casi più gravi la contravvenzione arrivò a 20 £. austriache.

Lo stesso giorno i pizzicagnoli del comune (Cacitti Antonio di Aurava, Partenio Giacomo e Del Re Giuseppe di Pozzo e Franceschina Antonio di Domanins) ricevettero l’invito, a scanso di possibili contravvenzioni, di sostituire le vecchie misure di latta per olio con recipienti di vetro.

Sempre il 15 febbraio Luchini Luigi di Giorgio fu diffidato “di tenere scuola privata quantunque le leggi scolastiche lo proibiscono …onde non essere assoggettato in caso di renitenza alle pene stabilite dalla legge in simili contravvenzioni”.

Il 19 febbraio Luchini Carlo di Giacomo fu autorizzato a tenere una

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festa da ballo al civico 31 del comune capoluogo, nel rispetto di tutte le regole.

Il 20 febbraio venne liberato a Trieste De Candido Luigi di Domanins, arrestato alcuni giorni prima. All’atto della messa in libertà, non avendo nella citata città recapiti o stabile occupazione, venne munito di foglio di via e rimpatriato.

Il 22 febbraio, durante un controllo, venne accertato che nell’osteria di Partenio Giacomo in Pozzo si praticava il gioco “cosi detto Barenj” proibito dai regolamenti. Per tale contravvenzione venne assoggettato al pagamento di £. 30 austriache di multa.

Il 26 febbraio venne accordato a Partenio Giuseppe di Giacomo il permesso di tenere una festa da ballo al civico 66 di Pozzo.

Analoga festa, organizzata da D’Andrea Sante di Marco e Fornasier Giacomo di Natale, ebbe luogo il 1° marzo 1832, al civico 251 di Rauscedo.

Due giorni dopo, dall’I.R. Pretura di Spilimbergo venne chiesto l’elenco dei possedimenti del detenuto Luchini Osvaldo di Daniele di San Giorgio. Nella risposta venne specificato che mentre il detenuto era nullatenente la di lui famiglia possedeva diversi fondi (8 campi) nel comune.

Il 9 marzo venne autorizzato un trasporto di borre, di taglio lungo e corto, da Enemonzo ai porti di Cosa e Carpacco. Altri simili trasporti vennero autorizzati il 5 aprile, il 17 maggio ed il 16 giugno 1832.

Il 18 marzo venne convocato presso la sede municipale il ventenne Chivilò Pietro di Osvaldo incolpato di aver suonato la campana piccola della chiesa di San Giorgio con tale foga da provocarne la rottura. Lo stesso, respingendo le accuse, asserì di essere stato incaricato a ciò dal nonzolo (sacrestano). Il fatto, considerati gli esiti negativi dell’incontro, fu segnalato alla Pretura.

Nella notte tra il 28 e 29 marzo ignoti, introdottisi nell’abitazione di Bisutti Pietro di Gio.Battista di Rauscedo, asportarono numerosi oggetti da cucina. Gli stessi, portatisi anche nella cantina di De Paoli Ambrosio di Antonio, sita nello stesso cortile, prelevarono un caratello che portarono nell’orto e svuotarono totalmente. Altro furto venne perpetrato nell’abitazione di De Paoli Innocente di Antonio, sempre di Rauscedo, al quale furono asportati oggetti da lavoro e da cucina.

Il 18 aprile 1832 Schezzi Gio.Battista di Carlo venne segnalato per

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avere “nei campi altrui tagliato dei legni trasportandoli nei propri a sostegno alle viti”. Essendo recidivo venne chiesto l’intervento del Commissario di Spilimbergo per i provvedimenti del caso.

Il 22 aprile Petris Andrea di Rauscedo, soldato dell’I.R. Battaglione d’Infanteria Marina, venne richiamato urgentemente al corpo. Essendo ammalato e non in grado di svolgere il servizio militare venne congedato nel successivo mese di luglio.

Il 23 aprile la Deputazione Comunale, con un avviso, proibì “far pascolare sopra fondi di altrui proprietà come pure sopra le campagne comunali e lungo gli argini della Meduna”.

Nella notte tra il 25 e 26 aprile “incogniti malfattori” penetrati nell’abitazione di Pasquin Angelo di Domenico di Cosa asportarono oggetti da cucina, cereali, galline e materiali vari.

Il 7 maggio 1832 il parroco di Domanins chiese urgenti lavori di ristrutturazione della casa canonica considerando le gravi condizioni igienico sanitarie.

Il 12 maggio mancò ai vivi a Bottenigo di Gambarare, allora distretto di Dolo, ove si era recato per lavori nelle campagne, Lenarduzzi Osvaldo di Giacomo di Domanins.

Il 22 maggio venne richiesto il sopralluogo dell’I.R. Commissario “in San Giorgio all’oggetto di rilevare il moro tagliato da Maddalena Pietro sul fondo Luchini”.

Il 28 maggio venne arrestato a Trieste, per furto, il facchino Lenarduzzi Giuseppe, detto Craj, di Domanins. Lo stesso, dopo la restituzione della merce rubata, venne posto in libertà e munito di foglio di via, sotto scorta, condotto nel luogo di nascita con l’ammonizione di darsi a stabile lavoro e di non ritornare in Trieste.

Con il primo giugno 1832 il sacerdote Del Fabbro Giovanni di Pinzano assunse l’esercizio di amministratore ecclesiastico per il territorio dello spilimberghese.

Il 6 giugno venne ultimata la contotta fluviale, per il Tagliamento, di 1200 borre dal porto di Preone a quelli di San Odorico e Cosa cui era stato autirizzato Lupieri Antonio di Preone.

Nel pomeriggio del 21 giugno Pasquin Giovanni di Leonardo di Cosa, di anni 89, mentre si trovava nel granaio di casa, venne colpito da un fulmine decedendo repentinamente.

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Il 7 luglio 1832 il ventottenne Pasquin Angelo di Osvaldo di Cosa mancò ai vivi nelle carceri di Padova ove era detenuto per veri reati.

Il 19 luglio ad Udine fu processato, per furto, Luchini Osvaldo di Giorgio di San Giorgio. Lo stesso venne munito di foglio di via con la disposizione di una assidua sorveglianza “tantoppiù che apparisce egli avere avuta in antecedenza una condotta non soddisfacente”. Allo stesso, nell’ottobre successivo, venne chiesto il pagamento di £. 153,40 “per tasse criminali e spese processuali ed alimentari”.

Nel pomeriggio del 6 agosto 1832 D’Andrea Francesco di Stefano, quarantenne di Rauscedo, mentre era addetto ai lavori nella propria campagna, venne colpito da un fulmine decedendo all’istante. Lasciò la moglie e 7 figli tutti minori degli anni 15.

Il 19 agosto venne effettuato un controllo presso il negozio di Pellegrin Angela di Domanins ove venne rinvenuto del pane non conforme alle regole. Come consuetudine il pane venne sequestrato e consegnato al parroco per la distribuzione ai poveri.

Dal 7 settembre 1832 ebbe luogo a San Giorgio, Domanins e Rauscedo la vaccinazione generale contro il vaiolo umano. A Fornasier Teresa moglie di D’Andrea Luigi e a Candido Teresa, moglie di Lenarduzzi Daniele, detto Menot, che prestarono i loro figli91 per la diffusione del vaccino fu corrisposta la somma di £. 3 austriache.

Il 16 settembre, a richiesta, venne comunicato che nel territorio comunale erano presenti 21 cavalli tra i quali quello del pievano di San Giorgio.

Il 22 settembre Rovere Odorico di Domanins chiese che venissero effettuate le ricerche del padre Gio.Battista di Osvaldo che munito di passaporto per le provincie venete, per motivi di lavoro, aveva fatto perdere le proprie tracce.

Il 23 settembre Frisotti Giacomo presentò una denuncia nei confronti di Fornasier Giacomo di Natale e D’Andrea Sante di Marco, entrambi di Rauscedo, per patite minacce.

Il 27 settembre Luchini Antonio di Giorgio di San Giorgio chiese la licenza per la vendita di generi di privativa92.

91 Si ritengono D’Andrea Rosa nata il 2.5.1832 e Lenarduzzi Eva nata il 26.1.1832 92 Generi sottoposti a monopolio (tabacchi-bolli-sale-ecc.)

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Il 15 ottobre 1832 in una pubblica strada di Rauscedo, in presenza di numerose persone, avvenne un violento alterco tra D’Andrea Angelo di Biasio, detto Crovato, e Fornasier Paolo (indicato come Pietro) di Pietro, entrambi del luogo. Quando sembrava terminata la baruffa il Fornasier venne pesantemente colpito alla testa con due colpi sferrati “con le scarpe di legno dette volgarmente dalmine” rimanendo gravemente ferito. Fu necessario l’intervento del medico chirurgo che denunciò il fatto alla competente Autorità Giudiziaria.

Il 24 ottobre a Provesano, durante quella sagra, nell’osteria di Santarossa Francesco, ebbe luogo una violenta discussione tra Lenarduzzi Gio.Battista e Fabris Gio.Battista, entrambi di San Giorgio, a motivo del pagamento delle consumazioni effettuate. Nel corso dell’alterco il Fabris “diede un morso in un dito della mano sinistra che restò offeso in modo di non poter addoperarsi in alcun lavoro”. L’episodio fu segnalato alla R. Pretura per i provvedimenti giudiziari.

Il 27 ottobre la Deputazione Comunale ordinò al mugnaio De Paoli Ambrosio di Antonio, utilizzatore dell’acqua della Roja, di riparare sia le falle lungo il “Canale Roiale che scorre lungo la strada prima di arrivare alla cappella di San Giovanni” sia un ponte pericolante attraversante la stessa roggia. Il mugnaio venne avvertito che in caso d’inadempienza i lavori sarebbero stati eseguiti d’ufficio ed a di lui carico. Infatti alla metà del seguente mese di novembre detti lavori vennero eseguiti d’ufficio ed il De Paoli segnalato alla regia Pretura non solo per le inadempienze ma anche per le risposte offensive e provocatorie date all’agente comunale che si era recato da lui per sollecitarne i lavori.

Lo stesso giorno a De Candido Aloisio fu Antonio, detto Coppettin, di Domanins vennero prescritte, per anni uno, gravose misure di polizia. Oltre a non potersi allontanare dal comune senza autorizzazione anche “non sortire di casa prima del levare del sole della mattina né dopo la prima Ave Maria della sera e dedicarsi a uno stabile mestiere documentandolo ogni quindici giorni alla Deputazione Comunale”. Il provvedimento era stato determinato dalla sua emigrazione, senza autorizzazione, a Trieste e dal susseguente rimpatrio con foglio di via con divieto di ritorno nella citata città. Unitamente al De Candido si erano portati a Trieste anche Lenarduzzi Giuseppe di Daniele, detto Craj, e Pitaro Pietro fu Mattia, detto Bevilacqua. Il primo venne munito di foglio di via per il comune di nascita ed il secondo, arrestato nella città giuliana, fu assoggettato a processo.

Il 31 ottobre ignoti, introdottisi nell’abitazione di De Candido Pietro

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di Domenico di Domanins, asportarono una capra ed oggetti di lavoro.

Il 6 novembre 1832 De Candido Giovacchino di Leonardo fu diffidato, dalla Deputazione Comunale, a togliere “i mori esistenti lungo il piano stradale presso la propria casa in Domanins …mancando sarà fatta eseguire d’Ufficio con la perdita dei mori stessi e con la multa di austriache £. venti”.

Il 14 novembre, nel rispondere ad una richiesta riservata del Regio Commissario di Spilimbergo, la Deputazione Comunale riferì che il “clero curato” del capoluogo San Giorgio, a differenza dei sacerdoti delle altre frazioni, trascurava l’insegnamento della dottrina cristiana.

Nella notte tra l’1 ed il 2 dicembre 1832 ignoti introdottisi nel laboratorio del calzolaio Altan Osvaldo di Cosa asportarono numerose paia di scarpe ed altro materiale che lo stesso deteneva per il proprio lavoro.

Durante la stessa notte, nella medesima frazione, dall’abitazione di Pasquin Gio.Battista di Giovanni vennero rubati oggetti da cucina, vestiario e numerosi insaccati.

Il 7 dicembre la Regia Delegazione Provinciale del Friuli pubblicò un avviso per la raccolta volontaria di “filaccie93 di lino indispensabili per la guarigione dei soldati ammalati”. Il successivo 9 gennaio 1833 venne consegnata una discreta quantità del materiale richiesto offerto dall’agente della nobile famiglia Leoni, dal pievano di San Giorgio e dalla famiglia di Marchi Nicolò.

Nella notte tra il 26 e 27 dicembre ignoti malfattori si introdussero nella chiesa di Cosa con l’intenzione di rubare due lampade ed una croce d’argento ivi esposte. Non trovandole forzarono alcune cassette delle offerte dalle quali ricavarono una piccola somma di denaro.

1833 Il 19 aprile 1833 venne concesso a De Candido Aloisio di Antonio un

permesso per tre mesi di recarsi a Pontebba per occuparsi nei lavori stradali. Analogo permesso venne accordato, tre giorni dopo, a Lenarduzzi Giuseppe di Daniele.

Nel settembre del 1833 a Marcolini Gio.Battista e Andrea di Castions di Zoppola vennero rinnovati gli incarichi di manutenzione delle strade

93 Bende

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rispettivamente ex militare da Spilimbergo a San Martino e di San Giorgio, Pozzo e Rauscedo per una somma totale di £. 740 annue. Nel febbraio 1835 l’ingegner Cavedalis effettuò un sopralluogo accertando numerose carenze sui lavori eseguiti. Nei confronti dei manutentori venne emessa una diffida con invito ad emendare le mancanze nel termine di 20 giorni lavorativi.

1835 Il 10 gennaio 1835 agenti della Squadra di Finanza arrestarono diverse

persone di Spilimbergo che avevano acquistato in San Giorgio del sale. Il fatto provocò forte fermento nella popolazione tanto da indurre la Deputazione Comunale a interessare l’I.R. Commissariato per la ricerca di una soluzione pacifica a questa “irregolare soprafazione”.

Nel corso della notte tra l’1 ed il 2 marzo 1835 morì l’imperatore e re Francesco II. Tutte le deputazioni comunali vennero invitate, di concerto con i parroci, a celebrare tale evento con opportune cerimonie civili e religiose “sospendendo sin da questo momento qualsiasi spettacolo, o divertimento non combinabile colla tristezza e con il lutto generale”.

Il 23 agosto 1835 fu denunciato un furto ai danni di Partenio Giacomo di Pozzo. Le indagini non diedero esito alcuno. Fu solamente trovata la scala usata per il furto che fu sequestrata. La stessa, di proprietà di Colonello Gio.Battista, fu dissequestrata circa due anni dopo e restituita al legittimo proprietario.

Dalla compilazione dei ruoli per il 1835 si conosce che nel territorio comunale (che come più volte ripetuto non comprendeva l’abitato di Provesano) abitavano 2.337 persone (tra cui 1.129 donne e 438 minori degli anni 14), con un aumento di circa 250 persone rispetto al 1829.

1836 Nella notte tra l’1 e il 2 gennaio 1836 scoppiò una rissa tra Partenio

Amadio di Pozzo e Tesan Domenico di Antonio di Provesano. Al termine della colluttazione il Partenio dovette ricorrere alle cure del medico per la rottura di una gamba. L’episodio fu segnalato alla Pretura di Spilimbergo.

Il 7 gennaio, mentre stava espletando il servizio militare, morì a Venezia il ventiquattrenne Luchini Epifanio di Giuseppe di San Giorgio.

Il 22 gennaio fu emesso un bando per la ricerca di un medico condotto per il territorio comunale (come già specificato senza Provesano) con una popolazione di 2.321 persone, delle quali circa due quinti di poveri da seguire gratuitamente con un compenso annuo di £. 1.000.

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Il 9 marzo 1836, nell’ufficio della Delegazione Comunale, venne stipulato il contratto per la costruzione del nuovo cimitero della Richinvelda.

Tra il 13 e 15 dicembre 1836 venne fatto un censimento degli animali presenti sul territorio. In totale furono contati 472 manzi, 398 armente, 1539 pecore, 160 asini e 31 cavalli.

Un’informativa datata 20 dicembre 1836 informava il Regio Commissariato della presenza in Cosa della Scuola del Nome di Gesù. La confraternita, sebbene in desuetudine, sarebbe stata composta da circa mille “confratelli” ed avrebbe somministrato, ogni primo giorno dell’anno, mediante l’offerta di una lira austriaca, un “pane” ed una candela.

1837 Nel gennaio del 1837 vennero nominati i 30 consiglieri per il comune.

San Giorgio ne ebbe 9, Pozzo 2, Cosa 2, Aurava 4, Domanins 7 e Rauscedo 6.

Nella compilazione del ruolo per il 1837 venne constatato un numero di abitanti leggermente inferiore (9 persone) rispetto al 1835.

Ed anche nel 1837 non mancarono i fatti delittuosi che iniziarono già il 9 gennaio con un furto di sorgoturco presso il mulino di Domanins gestito da De Paoli Ambrosio.

Il 18 gennaio venne rilasciata al nobile Spilimbergo Paolo la licenza di porto d’armi.

Il 22 gennaio a 19 proprietari di terreni vennero liquidate le somme rispettivamente stanziate per i danni riportati dalla grandine nell’estate del 1836, ammontanti a 476,20 lire austriache.

Il primo febbraio 1837 venne segnalato al Commissariato di Spilimbergo Dell’Anna Francesco di Domanins per l’esercizio abusivo della professione di flebotomo94. A nulla erano valsi i richiami delle locali autorità sia civili che religiose per far cessare tale attività. La denuncia si era resa necessaria dopo alcune estrazioni di sangue praticate nei confronti di due donne la prima delle quali morì e la seconda fu ridotta in gravi condizioni di vita.

Nello stesso giorno la Deputazione Comunale interessò le autorità

94 Persona che praticava i salassi e compiva altri atti di elementare chirurgia

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competenti per un intervento presso la Curia Vescovile di Concordia onde far assegnare, alla parrocchiale di San Giorgio, un religioso in luogo del cappellano Volpati Valentino, interdetto dalle funzioni che, più volte invitato alla rinuncia della cappellania, aveva sempre opposto un secco rifiuto. Dovette intervenire il vescovo di Concordia che, con un decreto, lo sospese a divinis privandolo di tale beneficio. Su don Volpati Valentino si richiama quanto riportato nel capitolo Pio Istituto Elemosiniere di San Nicolò della Richinvelda.

Il 3 febbraio fu consegnato a Lenarduzzi Costantino il passaporto per l’estero.

Il 16 febbraio, anche in previsione della resistenza di Tramontin Giacomo, Marcolini Vincenzo chiese l’intervento della Forza Armata per “garantire il possesso del fondo acquistato all’asta fiscale il 6 maggio 1835”. Il Tramontin lo aveva ricevuto in eredità dal padre Francesco e non voleva accettare il risultato dell’asta.

Il 4 marzo 1837 pervenne, dalla Regia Pretura, la richiesta di approfonditi accertamenti sul matrimonio tra Luchini Pasqua fu Daniele con Luchini Carlo specificando se la stessa “sia stata indotta per avventura dal di lei marito, il quale tendesse a dilapidare il di lei restaggio paterno”. Nella risposta fu riferito che “nulla si può dire sulla condotta di Carlo Luchini osservando che plausibilmente si occupa a vantaggio della famiglia” anche per “la poca sostanza di paterna ragione” della moglie.

Il 22 marzo venne trascritto un accordo tra la Deputazione Comunale ed il nobile Spilimbergo Giulio per la cessione, in affitto, di un locale, situato a Domanins, da adattare a scuola elementare.

Il 31 marzo Orlando Giorgio chiese i certificati per ottenere il passaporto per Trieste ove la moglie si trovava a servizio. Essendo lo stesso stato “rimandato dalla Casa di Forza95” ed attenzionato dagli organi di polizia vennero interessate le superiori autorità per le deliberazioni del caso.

Il 14 aprile 1837, nel rispondere ad una richiesta dell’I.R. Pretura di Spilimbergo, la Deputazione Comunale comunicò il nulla osta alla “dispensa96 di età al minorenne Tesan Antonio, detto Sartor, di Cosa”,

95 Inteso come carcere da dove venne liberato nel 1834 96 In caso negativo, per cattiva condotta o malcostume, la tutela sarebbe durata fino al compimento del 24° anno di età

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orfano di entrambi i genitori.

Lo stesso giorno, su disposizione del Commissario di Polizia di Pordenone, elementi del Corpo della Squadra di Sicurezza di Spilimbergo effettuarono una perquisizione nella casa delle sorelle Pasquin Sabbata ed Angela che, come ordinato, furono arrestate, per furto e tradotte a Spilimbergo. Un’informativa del maggio successivo indicò che i due figli maschi di Osvaldo, (vedi pagine anni 1831 e 1832) padre delle suindicate Sabbata ed Angela, furono arrestati per rapina e morirono in carcere e il genitore venne indicato “di concerto coi figli”. Le sorelle vennero liberate il 3 dicembre con l’ordine di “tenerle rigorosamente sorvegliate”.

Nel mese di aprile vi fu una serie di furti di gelsi: il 13 ne furono rubati 36 a Marchi Nicolò di Rauscedo; il 14 toccò al parroco di Domanins a cui ne furono asportati 8; il 22 altri 80 a Venier Sante di Domanins ed infine l’ultimo di aprile 6 a Pellegrin Angelo dello stesso paese. Le indagini accertarono che i gelsi erano stati ripiantati ad Arzene in un terreno di proprietà di Buliani Gio.Battista che asseritamente li aveva acquistati a San Vito da persona non conosciuta.

Da una relazione dell’8 maggio 1837 si riscontra che nel territorio comunale erano presenti un venditore di legna e legname; 4 fabbricatori e venditori di calce, tegole e mattoni; 8 venditori di vino al minuto; 2 macellai e 2 pizzicagnoli 97 ; 2 prestinai; 3 mugnai; 6 falegnami; un fabbricatore di cappelli; 2 calzolai; 4 fabbri ferrai; un conciapelli; 2 sarti; 10 fabbricatori di tela grezza.

Il 28 maggio ebbe termine la sorveglianza (arresti domiciliari) nei confronti di Fabris Gio.Battista, tessitore di San Giorgio che, su indicazione della Deputazione Comunale, venne posto in libertà. Lo stesso chiese il permesso di recarsi alla Fiera di Udine per l’acquisto di un’armenta. In considerazione del comportamento tenuto durante il periodo di detenzione tale permesso gli venne accordato.

Nella notte tra l’8 ed il 9 giugno 1837 venne consumato un furto nell’abitazione di De Paoli Marco di Antonio abitante in Selva di Domanins al quale furono asportati utensili da cucina, alimenti e tre forme di formaggio.

Il 24 giugno Moro Luigi di anni 2 e mezzo, figlio di Moro Osvaldo di Pozzo, cadde accidentalmente in un fosso d’acqua, contiguo alla sua

97 Venditore al minuto di salami e formaggi e di altri generi alimentari

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abitazione, ove annegò. Il 29 agosto la Regia Pretura, notiziata del fatto, condannò per trascurata custodia, De Bortoli Elena, nonna del bambino, a quattro giorni di arresto domiciliare, che scontò dal 4 al 7 settembre, sotto la sorveglianza del deputato locale Lenarduzzi Giovanni.

Il 30 giugno Liva Luca di Rauscedo fu condannato, dalla Regia Pretura di Spilimbergo, a giorni 5 di arresto domiciliare che, controllato dal locale agente comunale, scontò dal 19 al 23 luglio successivo.

Dopo diverse richieste il 30 giugno venne accordata ai frazionisti di Domanins la possibilità di costruire, a proprie spese, la strada da Domanins ad Arzene nel tronco sino alla Rupa.

Il 10 luglio 1837 partirono da Dogna tre zattere, con 1500 tavole, dirette al porto di Cosa sotto la supervisione di Marcon Giacomo.

Il 14 luglio un ingegnere venne incaricato alla riconfinazione di alcuni terreni comunali ubicati a Cosa dei quali si sarebbe parzialmente impossessato Pasquin Leonardo.

Da una richiesta di informazioni del 16 luglio si rileva che Partenio Amadio e Pitana Gio.Battista di Pozzo erano emigrati in Istria, a Pinguente, ove erano occupati in una fornace.

Il 21 luglio venne richiesto l’intervento della “Forza Pubblica” per far consegnare i documenti in possesso del sacerdote Volpati Valentino, che aveva minacciato di “gettare sul fuoco”, concernenti la Cappellania di Aurava ed il Pio Istituto di San Nicolò della Richinvelda.

Il 28 luglio Franceschina Pietro di Domanins venne diffidato a “dover tenere custodito e legato il suo cane di guardia”, che aveva già morsicato diversi individui, “prevenendolo che ad ogni altro cenno sarà fatto uccidere ed inoltre assoggettato alla multa di legge”.

Dal “calamiere del pane” si ricava che il prezzo del frumento nel luglio 1837 era di lire 17,57 a libbra.

Il 3 agosto 1837 il manutentore stradale Marcolini Gio.Battista chiese il pagamento del lavoro prestato dall’ing. Cavedalis per la costruzione di un selciato eseguito nei pressi del ponte di Pozzo, “compreso nel collaudo della strada ex militare dal confine di Spilimbergo a quello di San Martino”.

Lo stesso giorno, con un decreto, la Regia Delegazione Provinciale di Udine accettò la domanda di esenzione della tassa personale di Pellegrin

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Pellegrino98 di Domanins in forza del numero (12) dei figli viventi.

Nel rispondere ad una superiore richiesta, datata 28 agosto, la Deputazione Comunale comunicò che nel territorio erano presenti due persone godenti di pensione o sussidio a carico dello stato. Del beneficio godevano il parroco di Domanins Covelli Giovanni, fiorini 15 per supplemento di congrua, e Cocitto Anna Maria 99 , fiorini 23, perché vedova di Zavagno Gio.Battista militare del cessato Regno Italico, mancato ai vivi durante la Campagna napoleonica di Russia.

Il 29 agosto Lenarduzzi Gio.Battista, detto Craj, di San Giorgio, chiedendo la giusta pena, denunciò di essere stato insultato e percosso, in casa propria, da Lenarduzzi Antonio, detto Ros, e dal di lui figlio Angelo.

Tra il 30 ed il 31 agosto vi fu un violento fortunale che provocò la piena del Tagliamento e del Fella. Da una segheria di Malborghetto fu trascinato numeroso legname che si depositò lungo tutto il percorso del fiume e fu raccolto dalle persone che ivi abitavano. A nulla valsero gli avvisi tesi alla restituzione di quanto rinvenuto.

Il 4 settembre 1837 giunse al pievano di San Giorgio una nota del Regio Commissariato contenente un modulo da compilare in caso di soldati deceduti durante il permesso.

Il giorno dopo la Deputazione Comunale emise un avviso con il quale proibiva di girare armati di archibugio o di portare, nei pubblici locali, altri strumenti usati nei lavori dei campi ma atti ad offendere.

Il 30 settembre Majola Domenico venne condannato, dalla Regia Pretura, ad una settimana di arresti domiciliari che scontò dal 2 all’8 ottobre presso la sua abitazione di San Giorgio.

Il 3 ottobre 1837 venne segnalato alla Pretura il disturbo del riposo delle persone e degli ammalati da parte di alcuni giovani che nottetempo giravano per i paesi facendo schiamazzi e sparando colpi di pistola. Sebbene invitato a smettere D’Andrea Antonio, detto Spagnol, uno dei giovani, mantenne tale condotta divenendo, anzi, provocatorio. Per lo stesso venne chiesto un intervento delle guardie con invito a tenerlo agli arresti per qualche giorno.

Lo stesso giorno alla Regia Pretura venne inviata una denuncia, con

98 Coniugato il 24 ottobre 1812 con De Paoli Teresa, dal 1813 al 1836, ebbero 12 figli divisi equamente tra maschi e femmine 99 Maggiori informazioni nel capitolo “Dalla Serenissima Repubblica a Napoleone”

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referto medico, di offese e percosse perpetrate ai danni di Volpato Angelo di Aurava. Vennero indagati 4 giovani del luogo, dediti al vagabondaggio notturno, che risultarono estranei al fatto.

Il 20 ottobre fu elevata la multa di austriache £. 22,99 a carico di certo Tramontin Giuseppe (indicato come Andrian) di San Giorgio, affittuario del marchese Leoni, per asportazione di zolle erbose prelevate dal ciglio della strada che da San Giorgio conduceva ad Aurava. Nello stesso mese furono elevate altre contravvenzioni per l’asportazione di terra o zolle erbose lungo diverse strade. In particolare: austriache £. 8 a Filipuzzi Giovanni; austriache £. 4 a D’Andrea Giacomo fu Domenico, detto Spagnol; austriache £. 12 a Mason Francesco, Pascutto Gio.Battista, Pascutto Gio.Antonio e Partenio Giuseppe; austriache £. 4 a Fornasier Natale.

Il 22 ottobre Volpato Bortolo fu nominato Deputato Comunale per il triennio 1838-1840.

Il giorno dopo venne concessa al nobile Spilimbergo Giulio la licenza del porto d’armi per uso di caccia.

Il 2 novembre 1837 vennero chiesti, alla Fabbriceria di San Giorgio ed al suo presidente Bratti Pietro, i resoconti relativi al contributo di £. 500 concesso superiormente al comune per i restauri della chiesa e del campanile colpiti nel 1833 dal fulmine.

Il giorno dopo Marcolini Vincenzo venne confermato presidente del Consiglio Comunale.

Il 4 novembre Maddalena Teresa, vedova da alcuni mesi di Luchini Gio.Battista, tramite la Delegazione Comunale, inoltrò alla Regia Pretura la richiesta di avere le spettanze del suo defunto marito per l’impossibilità di vivere unitamente alla suocera ed al cognato.

Sempre nel mese di novembre furono eseguiti da D’Andrea Giacomo di Rauscedo lavori di “rinovazione delle piture dell’altare di San Nicolò”, con spesa di £.10 austriache.

Il 19 dicembre 1837 venne ordinato il pignoramento di alcuni effetti mobili di proprietà di Crovato Leonardo e Giovanni, padre e figlio, per debiti non pagati.

Il 30 dicembre Pascut Sante presentò un’istanza, che ebbe esito positivo, tesa ad ottenere l’espatrio, per tutta la sua famiglia, a Trieste.

Alla fine del 1837 venne compilata una tabella sulle vaccinazioni contro

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il “vajuolo umano” praticate nell’anno dal dottor Zecchini Pier Liviano. Da tale prospetto si evince che tutti i 70 vaccinati ebbero effetto positivo. Dei 46 non vaccinati 10 erano indisposti ed 8 in tenera età mentre 28 non si presentarono all’innesto per “mancanza dei genitori” che vennero censurati.

Il 1837 registrò anche il subentro di De Filippi Francesco come cappellano di Cosa. Il sacerdote opererà nella frazione sino al 1852.

1838 Dalla fine del 1837 si sviluppò nel territorio della pieve di San Giorgio

una rilevante epidemia di scarlattina che colpì i bambini sino agli 11 anni e perdurò sino alla primavera del 1839. Furono poco meno di 50 i morti specialmente nei paesi di Rauscedo (16) e Pozzo (15). L’infezione non arrivò da sola. Ci furono diverse morti per tisi ed alla fine del 1838 si contarono 77 decessi in luogo della quarantina di percentuale annua. Furono solo sfiorati i paesi, parrocchie autonome, di Provesano e Domanins.

Nel “Rotolo della Richinvelda”100 troviamo scritto: “La datta 31 marzo 1838 provante il dono fatto dal Reverendissimo

Capitolo di Udine della reliquia astratta dalle ossa del Beato Bertrando fu Patriarca di Aquileia, riconosciuta da Monsignor Vescovo di Concordia Carlo Fontanini lì 21 maggio 1838” – “Decreto Vescovile 26 maggio 1838, che concede il festeggiamento diretto ad onorare la memoria dello Beato Bertrando nella Chiesa di S. Nicolò della Richinvelda, la prima domenica di luglio di cadaun anno” – “Avviso della direzione del Pio Istituto della Richinvelda – 28 maggio 1838, con cui si porta a pubblica conoscenza che nella prima domenica di luglio 1838, per la prima volta verrà esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa della Richinvelda la Sacra Reliquia, e che in tale circostanza sarà celebrata Messa Solenne, ed avrà luogo analogo discorso”. Per contenere la reliquia, il 26 giugno, fu comperato un reliquiario di cristallo con lampada per una spesa di £. 65,50.

100 Registro, depositato presso l’Archivio Storico Comunale, nel quale si trovano i contratti di affitto di terreni ed immobili di proprietà della pieve dal 1835 al 1860

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12. Comunicazione del dono della reliquia del Beato Bertrando

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Il 23 giugno 1838, con il seppellimento di un neonato, figlio di Lenarduzzi Giuseppe, detto Ros, e di Bratti Maria, battezzato dalla levatrice e subito dopo “volato al Cielo”, ebbero inizio le sepolture nel nuovo (ed attuale) cimitero di Pozzo.

Il 19 novembre dello stesso anno, con la tumulazione di Donda Domenica di 27 giorni, figlia di Fabio e di Filipuzzi Domenica, iniziarono le sepolture anche nel nuovo cimitero di Cosa

Alla fine del 1838 la popolazione di San Giorgio risultava essere di 2355 persone con 1134 donne e 423 minori di anni 14.

1839 Il 13 aprile 1839, nell’ospedale di Agram 101 , morì il militare

trentaseienne Cividin Giuseppe di Giacomo di San Giorgio.

Con bolla del 19 giugno 1839 Papa Gregorio XVI 102 concesse l’indulgenza plenaria (applicabile anche ai defunti) ai devoti che nella prima domenica di luglio, in occasione degli annui festeggiamenti in onore del Beato Patriarca Bertrando, “confessati e comunicati visiteranno la Chiesa campestre della Richinvelda, in Comune di San Giorgio, Distretto di Spilimbergo, nella suddetta Domenica, dal levare al tramontare del Sole, e pregheranno secondo l’intenzione di Sua Santità”. Secondo la bolla papale le indulgenze furono concesse per un settennio a partire dal luglio 1840103.

Il 19 ottobre 1839 mori, per nascita prematura, una neonata di Luchini Pietro e Volpati Felicita di San Giorgio. Con la sua tumulazione venne “inaugurato” il nuovo cimitero della Richinvelda ad uso anche degli abitanti di Aurava.

1840 Il 23 marzo 1840, all'età di 89 anni, morì a Provesano Sabbadini

Mattia parroco, anche di Gradisca, dal 1789 (era succeduto a don Plateo Gio.Battista mancato ai vivi e sepolto nell’arca dei sacerdoti della chiesa di Provesano). Gli subentrò Fabrici Domenico nativo di Clauzetto che in

101 Nome tedesco di Zagabria 102 Papa Gregorio XVI, al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari, nacque a Belluno, da genitori provenienti da Pesariis (UD), il 18 settembre 1765. Camaldolese fu papa dal 6 febbraio 1831 al 1° giugno 1846. Fu sepolto a Roma nella basilica di San Pietro 103 Vedi anche capitolo Pio Istituto della Richinvelda

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una memoria, presente nel registro dei battezzati 1739-1819, descrisse le tante opere fatte dal predecessore durante la sua cinquantennale reggenza.

13. Decreto vescovile redatto in lingua latina

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Secondo lo scritto il Sabbadini, con il contributo volontario dei parrocchiani, avrebbe abbellito, ingrandito e prolungato la chiesa; “fece innalzare dalle fondamenta il campanile ed insieme al popolo lo adornò del bel terzo di campane” sostituendo le due piccole esistenti104. Tra l’altro a proprie spese avrebbe fatto erigere la canonica e restaurato gli altari e gli oggetti sacri.

Sempre dalla fabbriceria di Provesano; nel 1840 fu fatta costruire in Udine, con spesa di 1.000 £. venete, la “sedia gestatoria della Beata Vergine per cui si porta in processione l’immagine nel giorno della sagra”105.

Il 12 aprile 1840 venne divulgato un avviso con invito, alle autorità amministrative, sanitarie e religiose, di attivarsi per una più radicale operosità verso le vaccinazioni contro il vaiolo, pratica che di anno in anno registrava sempre minore partecipazione.

1841 Nel 1841 venne emessa un’ordinanza con imposizione ai comuni della

vendita delle terre incolte di loro proprietà. Numerose le manifestazioni da parte dei contadini più poveri di alcuni territori, che quelle terre lavoravano, tra i quali, nella nostra zona, Zoppola. Nel nostro comune tale ordinanza verrà attuata tra la fine 1843 e l’inizio 1844.

Il 2 luglio 1841, dopo lunghe ricerche, in un canale in Domanins vennero rinvenuti i corpi senza vita del dodicenne Marchi Giuseppe di Francesco e di Lenarduzzi Gabriele di Antonio di dieci anni.

Il 21 ottobre mancò ai vivi il sacerdote Oliva Giovanni, mansionario della famiglia Leoni. Fu sepolto nel cimitero della Richinvelda.

1842 Nell’aprile del 1842 terminarono i lavori relativi alla “rifabrica della

chiesa parrocchiale di Domanins”.

Il 24 settembre 1842 morì, all’età di 64 anni, il pievano Mora Fabiano

104 Le tre campane furono rifatte dal fonditore Broili di Udine e benedette il 3 maggio 1894 dal vescovo Pietro Zamburlini in visita pastorale. Vennero imposti i nomi di Maria Romana alla grande, Bernarda Augusta alla media e Floriana Teresa alla piccola. Le stesse, indicate come “tre vere zuche”, vennero rinnovate nel 1910 presso la fonderia Colbachini di Bassano 105 Parrocchia Provesano Registro Morti 1635-1840

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che fu sepolto nell’atrio della chiesetta di San Nicolò alla Richinvelda. Subentrò, per circa sei mesi, l’economo Pasquin Sante.

1843 Nel gennaio del 1843 venne presentato il progetto, redatto dall’ingegner

Pognici, per il rifacimento del nuovo cimitero di Aurava. I lavori, a cura di quei frazionisti, erano già iniziati da lungo tempo ed il 25 agosto 1842 venne ivi sepolto il sessantatreenne Dreon Osvaldo di Giacomo.

Il 22 febbraio 1843 l’ingegnere spilimberghese Cavedalis Giovanni Battista presentò un progetto, con asta pubblica, per la costruzione della strada che “partendo dal ponte della roggia nella piazza di Domanins, e quindi fuori dal villaggio si bipartisce in due tronchi che mettono, l’uno e l’altro, al torrente Meduna”. I lavori furono assegnati a De Paoli Angelo di Domanins.

Nel marzo 1843 il sacerdote Bigai Giovanni venne nominato pievano della chiesa di San Giorgio e sue annesse, carica che mantenne sino al 1887 quando si ritirò.

Alle 4 antimeridiane del 20 agosto 1843, nella roggia di Provesano, fu rinvenuto il corpo della quarantenne Scodelaro Teresa. La stessa, moglie di Santarossa Luigi, soffriva di una grave forma di pellagra.

Nel settembre dello stesso anno il suddetto ingegner Cavedalis presentò un progetto, con relativa mappa, teso alla “suddivisione delle parti o prese dei fondi comunali di Aurava frazione della Comune di S. Giorgio” da assegnare ai piccoli proprietari o interessati. Il progetto prevedeva la creazione, nei territori oltre l’argine del Tagliamento siti nel territorio di Aurava, di un centinaio di lunghe strisce di terra che, partendo dall’argine si allungavano verso il letto del fiume.

Il 4 dicembre 1843 una circolare dell’Imperial Regia Camera di Disciplina Notarile per la Provincia del Friuli informò che Ciconi Gio.Domenico di Vito d’Asio poteva professare l’attività di notaio.

1844 Nel 1844 De Paoli Ambrosio di Rauscedo chiese l’autorizzazione alla

costruzione di un mulino nella frazione. I lavori subito iniziati vennero però sospesi, per cause sconosciute, e mai più ripresi.

Il 9 gennaio 1844, presidente Volpato Giacomo, furono nominati i nuovi consiglieri comunali per il triennio 1844-46 nelle persone di

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Lenarduzzi Antonio, Luchini Giuseppe, Tramontin Martino, Busolini Giovanni, Agosti Gio.Battista, Volpato Antonio, Filipuzzi Giovanni, Pasquin Leonardo, De Bedin Agostino e Partenio Antonio. Luchini Pietro, Agosti Gio.Battista e Luchini Giuseppe, furono indicati come revisori.

Il 15 gennaio dal Viceré del Regno Lombardo Veneto, l’Arciduca Ranieri d’Asburgo Lorena, venne emessa una disposizione con il divieto dell’utilizzo di “fanciulli che non abbiano compiuto gli anni 9, estendendosi il divieto agli anni 14 compiti per gli opifici di loro natura pericolosi alla vita o alla salute”. I bambini, comunque, per essere assunti dovevano dimostrare di “essersi applicati per anni due all’insegnamento elementare”. Inoltre, a salvaguardia dei bambini le aziende erano sottoposte a numerose regole tra le quali il divieto di lavoro notturno, la promiscuità, la proibizione delle punizioni corporali, ecc. Nella risposta la Deputazione Comunale riferì che nel comune non vi erano stabilimenti nei quali risultavano occupati fanciulli rientranti nella considerata età.

Il 24 gennaio il mugnaio Gridello Giacomo di Gio.Battista di Cosa fu diffidato, dalla Deputazione Comunale, “a dover astenersi dal macinare nelle domeniche ed altre feste di precetto dal levar al tramontar del sole e meno poi di far girare in giorno festivo il carro con somari a condurre il grano e la farina sotto pena della multa stabilita dai veglianti regolamenti”.

Il 4 febbraio 1844 mancò ai vivi Pellegrin Giovanni di Sante, padre di undici figli due dei quali requisiti militari per la leva. La vedova Fornasier Marianna, essendo la secondogenita maritata e gli altri otto a completo suo carico, chiese invano un illimitato permesso per il primo figlio Paolo indispensabile al mantenimento della famiglia. Nonostante l’interessamento della Deputazione, che fornì anche il certificato di miserabilità della famiglia, la richiesta venne respinta. Ironia della sorte nel 1857 venne requisito anche Angelo, ultimogenito della coppia, che morì militare a Vienna106.

Il 28 febbraio venne presentato dall’ingegner Giovanni Battista Cavedalis il progetto, “per l’alienazione a titolo d’enfiteusi dei beni comunali incolti della frazione di Domanins”. I fondi, ubicati nelle adiacenze del torrente Meduna e nell’isoletta posta tra i torrenti Meduna e Colvera, vennero divisi in un’ottantina di lunghe strisce (prese) e messi

106 Per i dati di Paolo e Angelo si veda il capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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all’asta. Il progetto riguardò anche alcuni appezzamenti di Rauscedo ed una trentina di “prese” situate nei terreni incolti comunali posti lungo l’argine del Tagliamento in territorio di Pozzo.

Il giorno successivo furono convocati i capi famiglia di San Giorgio ed Aurava per stabilire “l’ammontare dell’assegno da accordarsi al cappellano”.

Il 25 marzo 1844 fu rilasciato al sacerdote Bigai Giovanni la “regolare licenza di porto d’armi”.

Il 4 aprile 1844 venne autorizzato un trasporto fluviale, per il Tagliamento, di mille borre da Preone ai porti di San Odorico e Cosa.

L’8 aprile, con esito positivo, fu effettuato il sopralluogo sulle modifiche richieste per nuovo cimitero di Aurava “eseguito dalla spontaneità degli abitanti”. Tra i suggerimenti la “costruzione del muro per la separazione del recinto destinato per i feti morti nell’alveo materno”.

Il 23 aprile venne indetta una sottoscrizione per la raccolta di fondi sia per la zona di Spalato, in Dalmazia, colpita da una violenta e distruttiva grandinata sia per la zona di Ragusa colpita da ripetute e forti scosse di terremoto. Analoga raccolta venne promossa il 12 maggio a favore della popolazione di Pozzale di Cadore107 colpita da un violento incendio che distrusse la quasi totalità delle case, mobili ed attrezzi.

Il 25 aprile Filipuzzi Angelo venne invitato a soddisfare le volontà del parente Filipuzzi Giovanni, deceduto il 4 novembre 1843, sui legati lasciati alla chiesa di Cosa ed alla chiesa di San Giacomo in Udine. Dichiarando di aver già soddisfatto l’impegno verso la chiesa di San Giacomo precisò che avrebbe adempiuto al pagamento della “Genova108” verso quella di Cosa “subbitochè sarà dato principio alla rifabbrica di quella Chiesa come era la volontà del testatore”.

Il 10 maggio 1844 l’agente comunale Marchi Nicolò informò l’I.R. Pretura del matrimonio, avvenuto il giorno prima, tra Maddalena Teresa, vedova di Luchini Gio.Battista (deceduto il 4 aprile 1837) e madre di due minori, e Majola Pietro già suo domestico. Nella segnalazione veniva rappresentato il timore che i due figli minori di Gio.Battista, Giacomo e

107 Ora frazione di Pieve di Cadore in provincia di Belluno 108 Genova o “Genuina”: moneta d'argento della già Repubblica di Genova che aveva corso a quel tempo anche in Venezia e valeva lire quattro venete

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Maria, potessero subire delle prepotenze e veder dilapidate le loro sostanze.

Il 21 maggio iniziarono, da parte dell’imprenditore De Paoli Angelo, su progetto dell’ingegner Cavedalis, i lavori di costruzione della strada da Rauscedo a Vivaro attraverso il torrente Meduna. Lo stesso, già manutentore della strada detta “del Belvedere” venne esortato, il 20 novembre, a terminare i lavori contrattati.

Nella notte tra il 26 e 27 maggio ignoti, introdottisi nella cucina di Zavagno Natale di Pozzo, asportarono attrezzi da cucina, sale e generi alimentari.

Il 1° giugno 1844 il pievano Bigai Giovanni inviò alle autorità comunali una lettera nella quale faceva presente il pericolo di caduta delle campane e chiedeva un intervento per la messa in sicurezza del campanile della chiesa matrice. Nella risposta la Deputazione precisò che la normativa prevedeva la chiusura a chiave dei campanili e che “il reverendo Parroco ordini alla Fabbricieria di ciò effettuare all’istante e saranno così tolti gli inconvenienti comunicati”.

Il 5 giugno venne autorizzata “la fluviale condotta”, per il Tagliamento, di 800 borre da Tramonti di Sotto al porto di Cosa.

Il 28 giugno l’I.R. Governo di Venezia approvò la costruzione, a Pozzo, di un ponte con conseguente rifacimento di un tratto della strada. I lavori furono assegnati, con asta del 9 settembre, a Sedran Giacomo.

Dal Regio Commissariato Distrettuale fu convocata per l’8 luglio 1844 una riunione di tutti gli interessati per “la sistemazione o deviazione del torrente Cosa” interessando anche il “Consorzio delle due Roggie di Spilimbergo e Lestans”.

Il 26 luglio, dall’Imperiale Delegato di Polizia di Udine, venne rinnovata al nobile Spilimbergo Giulio la licenza di porto d’armi ad uso caccia.

Il primo agosto 1844, dall’I.R. Delegato di Udine venne inviata una missiva al Commissariato di Spilimbergo perché “faccia cessare”, nei comuni di Travesio e San Giorgio, l’abitudine di falciare l’erba cresciuta all’interno dei cimiteri per farne cibo per gli animali. La stessa autorità precisò che, nel rispetto delle disposizioni, l’erba dopo falciata andava assolutamente “abbruciata”.

Il 6 agosto venne trasmesso, al Regio Commissariato, l’elenco delle filande operanti nel 1844. In tale elenco figuravano a Domanins quelle del

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nobile Spilimbergo Paolo di Giulio (con 6 caldaie) e di Lenarduzzi Andrea di Michiele (3 caldaie); a Cosa quella di Tesan Angelo con 3 caldaie: ad Aurava quella di Volpato Santo di Giuseppe con una caldaia.

Il 15 agosto il parroco di Domanins, dall’altare, avvisò che erano state perdute un paio di scarpe invitando chi le avesse trovate a portarle in sacrestia. Le scarpe vennero rinvenute da Bisutti Maria di Domanins, moglie di Pellegrin Gio.Battista, che non le restituì. Intervenne la Deputazione Comunale che intimò la consegna al cursore comunale avvertendo che “in caso diverso sarà proceduto ai termini di legge”.

Nelle notti del 28 e 29 agosto 1844 furono asportate, da due campi di proprietà della famiglia di Fornasier Sante di Rauscedo, quattro stare di granoturco sia in pannocchie che in grani.

Analogo furto nella notte del 6 settembre 1844 da un campo di proprietà di Zavagno Mattia di San Giorgio da dove furono asportate quattro stare di granoturco.

Il 14 settembre venne convocata un’adunanza straordinaria del Consiglio Comunale. All’ordine del giorno, tra l’altro, la concentrazione, a Pozzo, delle scuole di San Giorgio e Cosa, l’ampliamento del cimitero di Pozzo, inaugurato il 23 giugno 1838, e la costruzione di una nuova casa di abitazione per il parroco di San Giorgio “atteso lo stato rovinoso dell’attuale canonica”. La canonica sarebbe stata poi edificata, dall’imprenditore Clemente Daniele, con il ricavato della vendita delle terre incolte comunali.

Il 22 settembre venne richiesto al Regio Commissariato di incaricare l’ingegner Cavedalis per l’elaborazione di un progetto per il riatto della Regia Strada Postale d’Italia nei tratti che da Rauscedo portava a Domanins-Valvasone ed a Vivaro-Maniago.

Il 10 ottobre 1844 la Deputazione Comunale inviò al Regio Commissariato un rapporto nel quale chiedeva di invitare in quell’ufficio, per “sottoporli ad un qualche castigo”, Luchini Giovanni di Giovanni, Luchini Luca di Giacomo, Zavagno Gio.Battista di Gio.Maria e Sbrizzi Antonio di Domenico, tutti di San Giorgio, i quali avrebbero danneggiato la porta del campanile della parrocchiale ed inoltre sarebbero “quelli che di nottetempo disturbano la pubblica tranquillità con canti disonesti e con schiamazzi”.

Il 17 e 28 ottobre 1844, più volte comunicata dai sacerdoti dagli altari, venne effettuata dal medico la vaccinazione generale per i bambini che non erano stati vaccinati l’anno precedente.

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Il 24 ottobre venne inviata, alla Regia Pretura, una denuncia presentata da Marcolini Vincenzo, agente degli eredi Leoni, contro alcuni giovani che durante le ore notturne disturbavano, con urla e schiamazzi, il riposo delle persone.

Il 26 ottobre furono autorizzati, su progetto dell’ing. Cavedalis e per una spesa di £. 500, i lavori di ristrutturazione della canonica di Domanins.

Dopo continue lagnanze della popolazione per la mancanza di un medico condotto e relative richieste alle superiori autorità giunse il 28 ottobre il medico-chirurgo Asti Carlo, nominato il precedente giorno 23 dal Consiglio Comunale, con l’incarico dell’assistenza sanitaria in tutto il territorio.

Nel corso del novembre 1844 Cancian Sante, detto Zoc, di Aurava cacciò “di casa la propria moglie senza motivo”. Considerando che l’interessamento del parroco, per farlo recedere da tale decisione, non aveva sortito alcun effetto la Deputazione chiese l’interessamento del Regio Commissariato per un intervento diretto sul Cancian essendo la coniuge, Partenio Osvalda, “girovaga e senza mezzi di sussistenza per cui deve questuare per vivere”.

Il 1° novembre la sede dell’I.R. Commissariato Distrettuale di Spilimbergo fu trasferita in alcuni locali del “castello di Spilimbergo” avuti in affitto, al prezzo di £. 450 annue, dalla nobile Savorgnan Faustina abitante a Domanins.

Il 6 novembre venne autorizzato il trasporto fluviale di 2.000 borre da Osoppo ai porti di Carpacco, Cosa e San Odorico.

Sempre il 6 novembre Leon Angelo di Rauscedo venne segnalato al Regio Commissariato per aver asportato della terra su fondo comunale e, benché invitato, di non essersi presentato alle autorità.

Il 14 novembre l’I.R. Delegato di Udine informò della decisione presa nei confronti della questione intentata dai consorti nobili di Spilimbergo sul diritto di esigere, dal comune di San Giorgio, la così detta “danda”109. La decisione, inteso che tale beneficio non veniva più pagato dal 1806 e che non erano stati presentati documenti comprovanti il pagamento, in tutto o in parte, di alcuna somma, fu contraria alla richiesta dei nobili Spilimbergo che venne rigettata.

109 Antico beneficio riservato ai nobili

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Il 28 novembre Volpato Daniele venne nominato110 fabbriciere della Chiesa Parrocchiale di San Giorgio in sostituzione di Volpato Bortolo, deceduto il 22 luglio 1842.

Alla fine del 1844 si registravano 376 abitanti a San Giorgio, 382 a Pozzo, 297 a Cosa, 316 ad Aurava, 596 a Domanins e 461 a Rauscedo per un totale di 2.426 persone.

1845 Il 14 settembre 1845 venne stanziata la somma di lire 71,86 per la

costruzione, all’interno del cimitero della Richinvelda, realizzato nel 1836, di un piccolo recinto per il seppellimento dei feti nati morti, incaricando l’ingegner Cavedalis del relativo progetto. I lavori, eseguiti dal muratore D’Andrea Celeste, furono conclusi nel febbraio 1846.

Verso la fine del 1845 fu commissionata, dalla parrocchia di Provesano, all’intagliatore Giovanni Zannin di San Vito al Tagliamento, la nuova immagine della Madonna111.

1846 Dal resoconto Arti e Commercio del 1846 si rileva che nel territorio

comunale operavano un imprenditore d’appalti con il governo; un manutentore di strade (De Paoli Angelo di Domanins); quattro commercianti di seta; un venditore all’ingrosso di legname; 5 fabbricatori e venditori di calce, tegole e mattoni; 8 venditori di vino al minuto; un macellaio; un pizzicagnolo; 3 prestinai; 3 mugnai; 6 falegnami; 3 calzolai; un fabbricatore di cappelli; 6 fabbri ferrai; 5 sarti; 12 fabbricatori di tele grezze.

Dopo ripetute richieste di quella Fabbriceria e con deliberazione del Consiglio Comunale il 22 giugno 1846 venne posta la prima pietra della costruenda chiesa di Rauscedo. Il pievano Bigai Giovanni così riportò nel libro dei battezzati 1823-1895 :”Memoria della Chiesa di Rauscedo – S. Giorgio li 22 giugno 1846 – Oggi 22 giugno 1846 dal sig. P. Moretti Bortolo cap. Curato di Rauscedo frazione di questa Parrocchia come delegato <…> fu benedetta la pietra angolare della Chiesa di d. luogo, e colocata nel angolo della faciata, a mezzogiorno, in quel giorno dal sig. Pietro Colavini proseguendo il lavoro sotto la presenza delli direttori: sig.

110 In quel tempo i fabbricieri venivano nominati dall’Imperial Regio Delegato di Udine 111 Parrocchia Provesano Registro Morti 1635-1840

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don Bortolo Moretti; sig. Vincenzo <…>; D’Andrea Giobattista; D’Andrea Domenico e Fornasier Giobatta con la speranza di concluderla a termine nel più breve possibile spazio di tempo sebene la spesa assunta a 37.000 e più <…>. A memoria delli posteri io p. Giovanni Bigai parroco di questo luogo nativo di Barco feci tal nota”.

Nel 1846 fu ordinata, dai fabbricieri di Provesano, al pittore Luigi Fortunato Bello nativo di Venezia abitante a San Odorico, la nuova tela dei santi Floriano, Sebastiano e Rocco, per la spesa di circa 323 fiorini, senza la cornice. Nello stesso anno furono commissionati i due stendardi del Santissimo Sacramento ed il gonfalone con una spesa di 1.300 £. venete112.

Il 31 dicembre1846 cessò di vivere Marchesini Elisabetta, di mesi sei. Proveniente dalla Pia Casa degli Esposti di Udine era stata affidata, il precedente 12 dicembre, alla nutrice Basso Carolina moglie di D’Andrea Pietro di Provesano, genitori di sei figli (altri due li avranno in seguito).

Nel corso del 1846 ebbero inizio i lavori di costruzione della nuova chiesa di Cosa che sarà benedetta ed aperta al culto il 29 luglio 1849. Sarà completata solamente nel 1870.

1847 Nel gennaio 1847 venne arrestato il non meglio precisato D’Andrea di

Rauscedo. Nelle fasi concitate Fabbro Chiara, moglie del catturando, cercando di aiutare il marito, venne colpita dal gendarme Foscarini Girolamo riportando gravissime ferite che la immobilizzarono per diversi mesi. Per tutto il periodo venne assistita da Fornasier Margherita cui fu corrisposta, dal R. Delegato di Udine, la somma di £. 150.

Il 4 febbraio 1847 venne bandita l’asta dei “Lavori di radicale riordino della strada da Rauscedo a Domanins”. I lavori furono assegnati a D’Andrea Gio.Battista su progetto dell’ingegner Cavedalis.

Il 10 luglio 1847 morì Maria Agata Sinceri di 14 mesi, della Pia Casa degli Esposti di Udine, consegnata il precedente 3 novembre alla nutrice De Paoli Clementa moglie di Pighin Luigi di Domanins, famiglia che aveva già tre figli (altri cinque li avranno in seguito).

Alla fine del 1847 gli abitanti del comune erano 2.559.

112 Parrocchia Provesano Registro morti 1635-1840

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1848 Il 17 gennaio 1848 il pievano Bigai Giovanni inviò alla Deputazione

Comunale una lettera di protesta per una festa da ballo tenutasi presso l’abitazione di Luchini Giovanni di San Giorgio. Oltre alle lamentele anche la richiesta che “tal disordine più non succeda”.

Il 19 gennaio De Marchi Daniele di Raveo fu munito del permesso di trasporto fluviale, lungo il Tagliamento, di oltre 3.700 borre di legno, di taglio lungo e corto, da Preone sino ai porti di San Odorico, Gradisca e Cosa. Il porto di Cosa fu interessato anche per l’arrivo, nel mese di febbraio, di altro legname proveniente dall’Arzino e nel mese di marzo di circa 2.500 borre. Nel novembre, infine, da Preone ed Enemonzo, giunse una condotta di 3.760 borre di legno di taglio corto.

Il 28 gennaio Pellegrin Paolo venne autorizzato all’apertura di un negozio di pizzicagnolo, vendita di acquavite e pane, al civico 164 della frazione di Domanins.

Il 10 febbraio 1848 Partenio Daniele di Pozzo ottenne la licenza di osteria, che aprì il 31 agosto, nel civico 66 della frazione.

Giovedì 17 febbraio Tramontin Osvaldo, entrato per un saluto, nel cortile della casa di San Giorgio ove abitava la sorella, fu gravemente ferito da Schezzi Gio.Battista con una coltellata che gli produsse un profondo taglio nella parte sinistra del mento con l’asportazione di due denti. Nella segnalazione alla Pretura ed all’ufficio Politico lo Schezzi venne indicato come persona assai violenta solito ad insultare le persone.

Il 13 marzo 1848 dalla Curia Vescovile di Concordia venne certificato che Cesarini Natale di Cesare di San Giorgio stava frequentando il quarto corso di Teologia presso quel seminario.

Il 22 marzo il parroco di Domanins Covelli Giovanni, per l’esenzione della tassa personale, dichiarò che Fornasier Giuseppe, detto Livin, era padre di 12 figli viventi avuti, dal 1813 al 1847, sia con la prima moglie Candido Teresa sia, vedovo risposatosi, con Agostinis Grazia.

Il 23 marzo 1848 scoppiò la Prima Guerra d’Indipendenza tra il Regno di Sardegna e l’Impero Austriaco che ebbe ripercussioni, anche se non direttamente, per il nostro territorio. La guerra terminò il 22 agosto 1849 con la sconfitta dell’esercito piemontese che lasciò lo stato di fatto ante guerra.

Furono certamente interessati i nostri concittadini militari che combatterono nei vari reggimenti austriaci. In merito si rimanda alla lettura

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del capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”.

Già con l’inizio del maggio 1848 iniziarono anche nel nostro comune le requisizioni. Presso i granai e le cantine dei conti Maniago di Cosa furono prelevate 100 staia di frumento e 20 botti di vino utilizzate per la sussistenza delle truppe austriache di passaggio acquartierate a Sacile. Il materiale fu consegnato dal gastaldo Donda Angelo e dagli incaricati Filipuzzi Angelo e Pasquin Gio.Battista.

Nel luglio successivo le requisizioni, coordinate dalla Sussistenza Militare austriaca, si accentuarono con il prelievo di cavalli, buoi e carri. Le ordinanze, che interessarono oltre 160 famiglie del comune, definivano che: "Per la sussistenza delle Truppe e trasporti Ella è requisita dalla consegna immediata al Magazzino delle Sussistenze Militari nel Locale di R. Commissariato di Codroipo dei seguenti articoli di sussistenza, a cui si procede alla requisizione per ordine superiore". Seguiva l'elenco di quanto requisito, solitamente un carro con quattro buoi o due cavalli con l’avvertimento che “Nel caso che Ella manchi al versamento sarà levato il genere con la forza, oltre le misure di rigore a tutto carico del Requisito”.

Da parte della stessa Sussistenza furono requisite 62 lenzuola, 12 federe ed alcune coperte ad oltre 60 famiglie del territorio. Ai prelievi non furono esenti nemmeno il parroco di Domanins (Covelli Giovanni), il curato di Rauscedo (Moretti Bortolo) ed il pievano di San Giorgio (Bigai Giovanni), i nobili Savorgnan Faustina Spilimbergo, Spilimbergo Giulio, Maniago Nicolò e Businello Pietro. Parte degli effetti sequestrati furono riconsegnati nel dicembre successivo. Le lenzuola non restituite furono pagate al prezzo di 7 £. austriache cadauna.

Nei fatti accaduti in quel periodo un ruolo di primo piano fu svolto dall’ingegner Cavedalis Giovanni Battista di Spilimbergo, più volte incaricato, dalla Deputazione Comunale di San Giorgio, della realizzazione di progetti idraulici e stradali e per la costruzione e ristrutturazione di immobili. Lo stesso fu un protagonista di rilievo nei moti del 1848 prima con la difesa del forte di Osoppo113 e poi, con Daniele Manin e l’ammiraglio Leone Graziani, fu uno dei triumviri della repubblica di Venezia partecipando, unitamente alla Legione Friulana, alla

113 La difesa del forte di Osoppo da parte dei patrioti friulani durò dal 26 aprile all’11 ottobre. Il 14 settembre da parte delle autorità austriache venne dato incarico ai sacerdoti di informare che qualsiasi tentativo di avvicinarsi al forte, sottoposto al blocco dei militari austriaci, sarebbe stato considerato un atto sovversivo punibile con le leggi di guerra

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difesa terrestre della città.

Secondo quanto riportato da G.G. Corbanese nelle pagg. 292 e 293 del libro Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento, più volte citato a piè pagina di questo volume, alla difesa di Venezia contribuirono diversi nostri compaesani. Il Corbanese cita: Angelini Gio. Batta, caporale della Legione Padovana; Cinti Giovanni di Giacomo, soldato della Legione Friulana: Comici Pietro di Lorenzo, soldato della Legione Friulana; Della Rossa Antonio di Osvaldo, soldato della Gendarmeria Militare; Filipuzzi Sante di Biagio, soldato della Legione Friulana, Leonarduzzi Luigi di Gio. Batta, soldato della Gendarmeria Militare; Leonarduzzi Omobono di Giò Batta, soldato della Gendarmeria Militare; Orsini Giacomo di Giuseppe, soldato della Legione Friulana.

Dei predetti, secondo quanto riscontrato nei registri anagrafici o parrocchiali, solamente Della Rossa Antonio (con paternità Giuseppe), Filipuzzi Sante ed i fratelli Lenarduzzi Luigi e Omobuono (non Leonarduzzi) sarebbero nati o domiciliati nel nostro territorio. Per i restanti probabilmente si tratta di altri comuni omonimi di San Giorgio ancora mancante dell’appellativo “della Richinvelda” che assumerà solamente nel 1867.

Sono invece da segnalare Bisaro Sante e Bonutto Francesco all’epoca abitanti a Provesano (o Gradisca essendo trascritti nel medesimo registro) che come noto faceva parte del comune di Spilimbergo114.

Il 21 aprile 1848 il municipio di Spilimbergo con una nota avvisò la Deputazione Comunale che il bovino acquistato da Partenio Giuseppe, macellaio di Pozzo da Peruzzi Natale di Baseglia, era ammalato e pertanto non commestibile. Nella nota anche l’indicazione di eseguire un accurato sopralluogo e provvedere al seppellimento delle carni.

Il 30 aprile De Candido Giovacchino trasferì il negozio per la minuta vendita di tabacco, sale e carta bollata dal civico 164 al civico 190 di Domanins in un locale affittatogli da De Bedin Agostino.

Il 1° giugno 1848 Marchi Vincenzo fu nominato Commesso destinato alla formazione dei ruoli Arti e Commercio del comune.

L’11 luglio 1848 venne inviato all’I.R. Commissario il resoconto sulle vaccinazioni praticate dal dott. Ceparo di Valvasone nel corso dell’anno. Su 108 bambini da vaccinarsi si presentarono solo in 25 per cui venne

114 Vedi anche il capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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programmata una seconda vaccinazione con la richiesta che la spesa per il vaccinatore fosse sostenuta dai genitori inadempienti. Al medico furono corrisposte £. 24 mentre £. 10 furono consegnate alla “madre che prestò il figlio per la diffusione”.

Il 25 luglio Del Re Giuseppe di Pozzo e De Bedin Agostino di Domanins dichiararono di voler continuare l’attività di postaro115 anche per l’anno 1849.

Lo stesso giorno il R. Commissario di Spilimbergo, con la richiesta di un pronto intervento, venne informato dalla Deputazione Comunale che Partenio Amadio, oste nel capoluogo aveva cacciato di casa la moglie e i cinque figli che, privi di mezzi, erano ospitati dalle famiglie del paese. Lo stesso, chiusa l’osteria, avrebbe messo in vendita anche i mobili con la previsione di un suo trasferimento. Dagli atti si riscontra che, morta la moglie Pitana Rosa, risposatosi, emigrerà per Trieste.

Il 31 luglio Roitero Francesco di Antonio di Pozzo denunciò che ignoti la notte precedente avevano asportato, da un suo terreno, circa uno staio e mezzo di granoturco.

Il 18 agosto il minore Cozzi Geremia, avendo il fratello Andrea espatriato senza dare notizie di sé e i genitori deceduti, fu affidato a Tramontin Luigi, detto Andrian, cognato del predetto Andrea.

Il 30 agosto l’I.R. Commissario comunicò alla Deputazione Comunale che non poteva essere accettata la richiesta di Filipuzzi Angelo di Cosa del pagamento di £. 168 per cinque orne di vino consegnate, a richiesta, alle truppe austriache acquartierate a Travesio nel maggio precedente. Nella comunicazione l’invito a ripetere la domanda non come requisizione ma come danno di guerra.

Il 17 settembre 1848 Fabbro Natale di Rauscedo fu nominato, dalla Pretura di Spilimbergo, tutore della minore Cocitto Giustina nata il 30 ottobre 1828 e figlia della levatrice Cocitto Santa.

Al 20 settembre risultavano attivate a Domanins le filande di Spilimbergo Paolo e Lenarduzzi Antonio rispettivamente con 8 e 3 caldaie, ad Aurava quelle di Cacitti Antonio e Volpato Sante con 4 e 2 caldaie ed a Cosa quella di Tesan Pietro con 4 caldaie.

Il 29 settembre, per disposizione del conte Radetzky, fu emanato un ordine di consegna di tutte le armi, comprese quelle in dotazione ai cursori

115 Per postaro si intende un piccolo rivenditore al minuto di generi alimentari

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comunali o alle guardie boschive (la cui detenzione sarà regolamentata in seguito). La disposizione fu più volte ripetuta dai parroci o curati dall’altare. In merito, per quanto concerne il nostro territorio, troviamo scritto “Spilimbergo li 11 ottobre 1848 – Dal signor Luchini Carlo di San Giorgio per conto della Deputazione Comunale di San Giorgio furono oggi consegnate a quest’Ufficio Commissariale, in ordine alla Notificazione 29 settembre p.p. di S.E. il Comandante in capo F. N. Conte Radetzky le seguenti armi: n. 102 lancie senza altro”.

Certamente l’ordine di consegna delle armi non fu ottemperato da tutti gli abitanti (almeno non da quelli di Rauscedo) se il 28 e 29 ottobre, nei dintorni della frazione, furono sentiti dei colpi di archibugio. Le autorità comunali, preoccupate, fecero “conoscere dall’altare che un simile abuso (in onta alle proibizioni e pene comminate dalla notificazione 29 settembre p.p.) portato a conoscenza dell’Autorità Militare potrebbe essere perlustrato il Villaggio dalla forza pubblica, e sottoposti gli abitanti a funeste conseguenze”.

Il 2 ottobre 1848 Pellegrin Paolo di Domanins e De Lorenzi Lucia (moglie di Petris Andrea) di Rauscedo avanzarono istanza per l’apertura di un negozio per la vendita di generi di privatistica nei rispettivi paesi.

Il 13 ottobre Fanton Marina chiese la licenza per condurre un’osteria nel capoluogo San Giorgio.

Il 22 ottobre Del Re Angelo venne autorizzato all’apertura di un’osteria al civico 9 di San Giorgio.

L’8 novembre 1848 vennero comunicati gli aumenti per gli agenti comunali. Per quello di San Giorgio venne stabilita la somma annuale di £. 400.

Il 30 novembre, nel rispondere ad una specifica richiesta, vennero forniti i consumi annuali comunicati dagli esercenti operanti nel territorio. Secondo i dati nel 1848 furono “consumate” 280 orne di vino, 230 stare di frumento, 6000 stare di granoturco, 30 bovi, 6 vacche, 50 vitelli e 200 (porzioni) di acquavite.

Dall’elenco dei produttori di acquavite si riscontra che, nel novembre 1848, nel comune operavano Cacitti Antonio con tre caldaie e vinacce acquistate; con vinacce proprie Luchini Pietro con una caldaia, Luchini Antonio con una caldaia, Spilimbergo Paolo con due caldaie, Lenarduzzi Domenico con due caldaie e D’Andrea Marco con due caldaie.

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Il 2 dicembre 1848 allo scoppio, in tutti i territori sotto il dominio austriaco, dei moti rivoluzionari l’imperatore Ferdinando II abdicò a favore del fratello Francesco Carlo. Nel giro di poche ore quest’ultimo rinunciò al trono ed il figlio Francesco Giuseppe divenne imperatore, carica che manterrà sino alla sua morte avvenuta il 21 novembre 1916.

1849 Il 5 gennaio 1849, a seguito della condanna a morte, poi tramutata in

carcerazione temporanea, di due udinesi trovati con armi e munizioni, la Regia Delegazione provinciale del Friuli emanò un avviso nel quale veniva ribadito l’assoluto divieto di detenzione di armi (compresi i fucili da caccia) e munizioni senza licenza.

Il 3 marzo 1849 venne segnalato un caso di vaiolo umano a Domanins. Il medico condotto, considerando che il morbo era già presente nei vicini comuni di Zoppola, Arzene e San Martino, obbligò la famiglia ad usare ogni precauzione per evitare la diffusione della malattia.

Il 4 marzo, dalla “Regia Città Capitale di Olmutz” venne promulgata, dall'imperatore Francesco Giuseppe, la Costituzione per l'Impero Austriaco che comprendeva anche il dominio del Regno Lombardo Veneto.

Nella parrocchia di Provesano, durante il 1849, fu acquistato, presso il negozio Levis di Vicenza, con una spesa di 535 £. venete, un nuovo baldacchino. Ebbe, inoltre, luogo la rifusione della campana mezzana. Il lavoro fu eseguito presso la fonderia dei fratelli De Poli di Ceneda per la somma di 387 £. austriache116.

1850 Come già accennato Spilimbergo era sede di un reparto del 15°

Reggimento di Gendarmeria.

Nel 1850 la caserma era situata in uno stabile di proprietà del conte Monaco Antonio, per l’affitto del quale il comune di San Giorgio concorreva con una quota di £. austriache 9,08, su una spesa totale di £.120.

116Parrocchia Provesano Registro morti 1635-1840 e registro battesimi 1739-1819. Il nominativo Levis potrebbe essere diverso

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14. Timbri della Gendarmeria e della Deputazione di Spilimbergo

La fabbriceria di Provesano, nel 1850, commissionò il catafalco per i morti che “dipinto dall’esperto pittore udinese signor Antonio Zilli” costò circa 161 £. austriache117.

1851 Il 18 maggio 1851 il medico Santorini Domenico iniziò una generale

vaccinazione (con innesto generale di pus vaccino) che interessò sia il comune capoluogo sia le cinque frazioni. Il progetto fu ripetutamente comunicato dai sacerdoti nel corso delle funzioni religiose.

Il 17 ottobre 1851 morì Giacomo Rogolino, di 18 mesi, affidato dal Pio Luogo degli Esposti di Udine alla nutrice Pascutto Marianna, moglie di Cesaratto Pietro di Gradisca.

A Provesano, nel corso del 1851, la “piccola casa situata in piazza presso il campanile”, di proprietà parrocchiale fu “ampliata del doppio ed alzata di due piani per opera del benemerito fabbriciere e distinto artista Basso Giacomo fu Francesco”.

1852 Il 14 febbraio 1852 Tramontin Fabiano, detto Andrian, militare del

26° Reggimento fanteria austriaco, IVa Compagnia Granatieri comandata dal capitano Romani, di stanza a Buda (Ungheria), scrisse al padre Giuseppe di essere ammalato chiedendo l’invio di 20 fiorini necessari per il viaggio di rientro a San Giorgio. Invalido, fu congedato il 23 dicembre

117 Parrocchia Provesano Registro battesimi 1739-1819

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1854 e mancò ai vivi, a San Giorgio, il successivo 13 febbraio118.

Il primo maggio 1852 il dottor Favetti Vincenzo assunse la condotta medica del comune di San Giorgio con un contratto triennale, rinnovabile.

Domenica 16 maggio, “accompagnato da parroci, sacerdoti e cappellani ed altri riguardevoli soggetti secolari e fra gran concorso di basso popolo” fece solenne ingresso a Domanins il novello parroco De Bernardo Luigi. Morirà il 15 maggio 1868 all'età di 63 anni.

In considerazione della grave situazione igienica in tutto il territorio comunale fu costituita, il 23 giugno 1852, la Commissione sanitaria per il comune di San Giorgio, composta dal pievano Bigai Giovanni, dal parroco di Domanins Di Bernardo Luigi, dal medico condotto Favetti Vincenzo, dal deputato Donda Angelo e da Favetti Angelo, Luchini Pietro, Volpato Daniele e Marchi Nicolò. Durante i controlli, effettuati in tutte le frazioni, vennero rilasciate una settantina di diffide essenzialmente per la tenuta della fossa biologica (concimaia) ma anche per l’altezza del cortile e per la pulizia dei canali di acqua potabile. Un ulteriore controllo, effettuato nel giugno 1853, trovò la situazione decisamente migliorata tanto che non furono elevate le preannunciate contravvenzioni.

Nel corso del 1852 per il parroco di Provesano fu acquistato, presso il negozio di articoli religiosi sito in piazza Mercato Nuovo di Udine, per la somma di austriache £. 162, il nuovo “pluviale”119 di seta fiorata in tinta d’oro, con stoffa proveniente da Lione in Francia. Sempre a Provesano, nel corso dell’anno furono donati per la statua della Madonna, un paio di orecchini d’oro (da Lenarduzzi Pasqua indicata come Mazzacco, vedova Cesaratto) poi rubati nel 1854, altro paio di orecchini d’oro da Regina vedova di Bertuzzi Antonio. Furono, inoltre, ingrandite le due corone d’argento poste sul simulacro della Vergine e del Bambino.

Sempre nel 1852 il parroco di Provesano Fabrici Domenico, scrisse nel registro dei battezzati 1739-1819, una memoria relativa agli screzi tra gli abitanti di Provesano e Gradisca avvenuti, principalmente, per la posizione che le donne avrebbero dovuto tenere durante le rogazioni o straordinarie processioni e che avrebbe dovuto cambiare una volta attraversato il confine

118 Archivio Tramontin Anna Maria - Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 119 Detto anche piviale o cappa – Ampio mantello indossato nelle celebrazioni solenni al di fuori della messa

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dei paesi.

Secondo lo scritto del sacerdote tale “tacita regola” non sempre fu accettata, in particolar modo dalle più giovani, “per cui ne derivava disordine e gara scandalosa nella Chiesa di Gradisca, oppure nel prato di Cosa del nobile Maniago”. A tale situazione, che si trascinava da moltissimi anni, don Fabrici, cercò di porre riparo sin dal suo arrivo con pochi risultati. Nel 1843 la situazione precipitò nuovamente “per la bizzaria di qualche ragazza di quì si fa scompiglio nella chiesa di Gradisca”. In quell’occasione l’intervento del parroco costrinse le giovani di Provesano a cedere i primi posti. Persistendo il problema fu interessata sia la Deputazione di Spilimbergo sia la Curia perché venissero stabilite delle regole. Ma la situazione, malgrado una riunione con i capi famiglia dei due paesi e la firma di un concordato approvato dalla Curia, non migliorò tanto che nel 1844 “non si fece la terza processione, coll’assenso di Monsignor Vescovo, perché si temevano disordini”. Nel 1845 nonostante la presenza dei deputati comunali guidati dal conte Spilimbergo Bernardo per poco non si arrivò a “conseguenza funesta”. Le cose migliorarono leggermente nel 1846 e, finalmente, nel 1847 si giunse ad un accordo, energicamente voluto dal conte Del Pozzo. L’accordo stabiliva che “nelle processioni straordinarie e nelle rogazioni le donne di Provesano avessero i primi posti cominciando dalla chiesa di quì fino al confine di Gradisca passata la Cosa che là quelle di Gradisca ottenuti i primi posti percorressero il loro territorio fino al cimitero di Cosa dove quelle di Provesano tornate ai primi posti li tenessero fino alla fine … Così essendo convenuto e così praticato nella prima volta che si fece una processione a Spilimbergo …nel giorno 28 maggio 1852”.

Nel memoriale del 1856, scritto per il vescovo dall’economo spirituale Cescutti Antonio, le discordie tra Provesano e Gradisca venivano da molto lontano, vecchie di secoli, forse dalla “affiliazione” di Gradisca alla parrocchia di Provesano nel momento del distacco di quest’ultima dalla pieve di San Giorgio. Tale situazione, però, divenne ingestibile con l’arrivo del parroco Sabbadini con continue baruffe sia tra donne che tra uomini. L’arrivo del nuovo parroco Fabrici portò ad un ulteriore peggioramento delle relazioni e sin dal giorno del suo insediamento ci furono accese baruffe anche con l’uso di bastoni ed altri simili oggetti. Per mettere fine a tale “stato veramente lagrimevole in cui si trova questa parrocchia” venne richiesto, in occasione delle cerimonie congiunte, l’invio della forza pubblica della quale, però, i fedeli dei due paesi non tennero alcun conto dando vita sempre a intensi parapiglia. Tutto divenne occasione per alimentare l’insofferenza tra le due fazioni. Ne è di esempio

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il rifacimento del muro di cinta del cimitero di Gradisca, attiguo alla chiesa, con chiusura di un passaggio utilizzato dai fedeli di Provesano che intenzionati a presenziare alle funzioni percorrevano “da tempo immemorabile” la Strada della Viuzza ed un viottolo, che attraversando il cimitero, portava all’ingresso della chiesa.

I continui disordini e l’impossibilità di giungere ad una soluzione costrinsero il parroco Fabrici a chiedere il trasferimento in altra parrocchia. Venne accontentato ed il 22 aprile 1856 fu inviato a Lorenzaga dove divenne arciprete120.

1853 Il 30 novembre 1853 Sclabasso Giuseppe, incaricato delle

manutenzioni stradali, fu diffidato dalla Deputazione Comunale a terminare i lavori prima dell’imminente collaudo.

1854 All’inizio dell’anno 1854 alcune famiglie di Aurava chiesero,

“all’autorità Ecclesiastica, il permesso di erigere una chiesa allo scopo di sostituire la vecchia chiesetta campestre denominata San Lorenzo di Aurava”.

Il 17 gennaio 1854 l’ingegner Cavedalis Giovanni Battista, incaricato dei collaudi sui lavori stradali, inviò una lunga missiva nella quale indicò numerosi lavori da eseguire da parte degli appaltatori Sclabasso Giuseppe e De Paoli Angelo che furono entrambi diffidati ad attenersi alle indicazioni del collaudatore.

Il 6 marzo 1854 Lenarduzzi Isidoro, militare in permesso fu invitato a presentarsi urgentemente all’I.R. Revisoriato di Arruolamento di Udine. Analogo invito fu consegnato, il successivo 27 ottobre, al permissante Lenarduzzi Biasio, detto Ros, di Aurava.

Il 4 maggio 1854 venne bandita l’asta per la novennale manutenzione di alcuni tronchi di strade comunali. I lavori interessarono le strade dal confine di Arzene alla chiesa di Domanins, dall’abitato di Rauscedo al torrente Meduna, da San Giorgio a Pozzo ed ancora da San Giorgio a Rauscedo e Domanins.

120 Arrigo Sedran, Sisto Bortolussi Parrocchia di Provesano Cosa Tipografia Tielle Sequals Agosto 1992 pagg. 207-208

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1855 Il 5 giugno 1855 Pasquin Gio.Battista di Cosa informava la

Deputazione Comunale di cessare l’attività della propria filanda di seta operante da alcuni anni.

L’11 giugno, nella sede comunale, ebbe luogo l’asta per la “Manutenzione novennale da 1° gennaio 1856 a 31 dicembre 1864 dei due tronchi di strada che dalla piazza di Domanins mettono al torrente Meduna giusta il nuovo progetto dell’Ingegnere Sig. Pognici”.

Il 23 settembre 1855 in un campo al confine tra Cosa e Pozzo, ove probabilmente si era recato per asportare del granoturco, fu ucciso con arma da fuoco, Orlando Giorgio di Angelo settantenne di San Giorgio. A seguito del delitto rientrò da Trieste il figlio dell’ucciso Gio.Battista che nell’attraversare il Tagliamento smarrì un taccuino contenente del denaro ed il passaporto rilasciatogli per l’Illirico e la Stiria.

Il 18 ottobre 1855, su progetto dell’ingegner Cavedalis, furono assegnati all’imprenditore Clemente Daniele di Flagogna, i lavori per la costruzione del nuovo pozzo comunale di San Giorgio. Per l’edificazione del manufatto venne espropriato un terreno di proprietà di Luchini Giorgio, abbattendo e ricostruendo il muro di cinta. L’appalto prevedeva che il lavoro dovesse essere compiuto in 120 giorni, termine che non venne rispettato. I lavori proseguirono a rilento ed il collaudo fu effettuato solamente il 21 aprile 1858.

1856 Il 25 gennaio 1856 fu rilasciata al trentenne De Candido Angelo di

Francesco, terrazziere di Domanins, la Carta d’Iscrizione documento valido “a girare liberamente nelle Provincie Venete”.

Il 18 febbraio 1856 Pitana Sante presentò, alla Regia Pretura, istanza contro Del Re Angelo per turbativa di possesso. La causa fu annullata “coll’aver il Pitana ricevuto dal Del Re, due quarte di granoturco a tacitazione di ogni protesta pel danno che riteneva aver sofferto”.

Il 22 luglio 1856 Crovato Nicolò di Rauscedo fu munito del passaporto per tutta la “monarchia austriaca”.

Il 4 agosto 1856 nel fornire l’elenco delle filande operanti nel territorio furono indicati Pecile Gabriele Luigi di San Giorgio, Pasquin Gio.Battista di Cosa ed i nobili Spilimbergo Francesco e Venceslao di Domanins, tutti con galetta propria.

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A Cosa l’11 agosto 1856 venne discussa la necessità di ampliamento del cimitero della frazione. Il processo verbale della riunione, cui parteciparono con il pievano Bigai Giovanni tutti i capi famiglia venne firmato da "li deputati" Pasquin Batista, Filipuzzi Angelo, Donda Fabio, Tesan Pietro, Marcon Angelo e Filipuzzi Gio.Battista (indicato come Filipuci). Il cimitero, con il "permesso delle Nob. famiglie Maniago e Pecile" venne ampliato "dal lato di levante e di ponente".

Il 4 settembre 1856 morì Crovato Leonardo di Rauscedo che lasciò ai poveri un legato di 105 £. austriache delegando a ciò il fratello Nicolò. Quest’ultimo, nel luglio successivo, venne invitato, dalla Deputazione Comunale “a produrre tosto la prova dell’adempimento di tale obbligo”.

Il 30 settembre, dal Consorzio delle due Rogge di Spilimbergo e Lestans, venne emesso un comunicato con previsione dell’asciutta della roggia dal 20 al 23 ottobre. Nel corso dell’asciutta tutti i frontisti furono “obbligati ad espurgare gli alvei dal fango, sassi e legname, a riparare e fortificare gli argini, ad otturare i fossi e le buche fino alla distanza di piedi 9 dalle sponde”.

Il 13 ottobre 1856 fu stilato l’elenco degli esercenti del territorio. A San Giorgio era presente Filipuzzi Antonio con una caffetteria; a Rauscedo Crovato Antonio oste ed albergatore e De Lorenzi Lucia con osteria; a Domanins De Bedin Domenico con vendita di vini e liquori e Bonutto Antonio con osteria; ad Aurava Luchini Giacomo con vendita di vini e liquori; a Cosa Variola Antonio con caffetteria e vendita di vini e liquori e Bianchini Giacomo con osteria; a Pozzo Zanetti Marianna con caffetteria e vendita vini e liquori, Partenio Daniele, Del Re Angelo e Sovran Giovanna tutti con osteria.

Il 17 ottobre venne effettuato un sopralluogo alla canonica di Provesano, da poco lasciata libera dal sacerdote Fabrici Domenico, “trasferito” a Lorenzaga. Il sopralluogo riscontrò la necessità di una generale ristrutturazione considerata anche la vetustà del fabbricato edificato nel 1803.

Il 6 dicembre 1856 venne autorizzato il trasporto fluviale nel Tagliamento di 3.150 borre di legno da Socchieve al porto di Cosa.

1857 Il 18 gennaio 1857 le indagini avviate su un episodio di infanticidio

portarono alla segnalazione della diciannovenne Tesan Veneranda, detta Liva, di Cosa. La stessa, non coniugata, avrebbe partorito il nascituro

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subito sepolto in un terreno vicino all’abitazione.

Nel gennaio 1857 venne sciolta la Fabbriceria della chiesa di Rauscedo ed ordinato ai cessati fabbricieri la consegna, ai nuovi delegati, di tutta la documentazione e la resa di conto. Il carteggio fu consegnato solo in parte tanto che il 13 settembre 1858, occorrendo tali atti per terminare alcuni lavori, ne venne nuovamente chiesta la consegna interessando sia il Regio Commissariato Distrettuale sia il vescovo Casasola Andrea in occasione di una sua visita a quella comunità.

L’8 febbraio 1857 vennero appaltati i lavori di “accomodamento della canna del pozzo di Aurava” su progetto dell’ingegnere Spilimbergo Francesco. Il lavoro venne affidato a Luchini Giacomo per la spesa di 192 £. austriache.

Al 14 febbraio risultavano operare nel territorio: 1 manutentore di strade: De Paoli Angelo; 1 fornitore all’ingrosso di legname: Tesan Pietro; 9 fabbricatori e venditori di calce, tegole e mattoni: Filipuzzi Angelo,

Filipuzzi Gio.Battista, Sedran Angelo, Mason Francesco, Roitero Francesco, Pascut Osvaldo, Chivilò Pietro, Sedran Giacomo, Partenio Giuseppe;

5 fabbri ferrai: Osvaldini Gio.Battista, Donda Fabio, Bisutti Luigi, D’Andrea Antonio e Partenio Giacomo;

6 venditori di vino al minuto: Bulliani Giacomo, Del Re Angelo, Partenio Daniele, Crovato Antonio, De Lorenzi Lucia, Bonutto Antonio;

1 venditore di birra: Variola Antonio; 4 pizzicagnoli: De Bedin Domenico, Filipuzzi Antonio, Luchini

Giacomo, Zanetti Marianna; 2 prestinai: Crovato Antonio, Partenio Daniele; 3 mugnai: Gridello Giacomo, Volpato Andrea, De Paoli Ambrosio; 3 falegnami: Chivilò Luigi, Luchini Sante, Macor Sante; 2 calzolai: D’Andrea Natale, Altan Osvaldo; 1 cappellaio: Luchini Giorgio; 2 lavoratori di filo di ferro o ferrai: Filipuzzi Flaminio, Colonello

Gioacchino; 4 sarti: Bisutti Gio.Battista, Bisutti Pietro, Rositis Antonio, Luassi

Mattia; 7 fabbricatori di tela grezza: Busolini Giovanni, Fabris Gio.Battista,

Tesan Carlo, Lenisa Giacomo, Rossi Pietro, Corradazzo Osvaldo, Colautti Simone;

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2 manutentori di strade coll’opera propria: Sclabasso Giuseppe, Venier Gio.Battista.

Il 22 febbraio furono emanate nuove disposizioni per la registrazione degli alloggiati negli esercizi ricettivi del comune. Oltre alla segnalazione alle autorità di polizia fu disposta la tenuta di un registro con la trascrizione della data di arrivo e partenza dell’ospitato. Per la raccolta dei dati nelle frazioni vennero incaricati Colonello Giuseppe di Gio.Battista per Pozzo, D’Andrea Domenico di Osvaldo, detto Spagnol, per Rauscedo e Venier Gio.Battista di Giovanni per Domanins, deputati o capi frazione.

Il 14 marzo 1857, fu concesso, dall’imperatore, il perdono generale ai disertori, sergenti, caporali e soldati “della preesistita Armata d’Italia” che nel corso degli “anni 1848 – 1849 abbandonarono le Imperiali Bandiere” a condizione, però, che non si fossero resi colpevoli di altri delitti.

Il 20 marzo furono emanate nuove disposizioni sui cimiteri invitando le amministrazioni che non fossero state in regola a provvedere, nel termine di un mese, alle modifiche. Tali regole disponevano la costruzione a non meno di 200 metri dall’abitato e dalla chiesa principale; doveva essere recintato e l’ingresso chiuso con un cancello di ferro; doveva avere la cella mortuaria ed un recinto per i non battezzati.

Il 30 marzo fu piantato, nella piazza di Provesano, un tiglio “posto dopo la caduta del vecchio di ottocento anni atterrato dalla bufera”. Alla cerimonia presenziarono l’economo spirituale Cescutti Antonio, il capellano di Pozzo Sabbadini Daniele, il signor Sabbadini Antonio, i fabbricieri e la popolazione. Nell’occasione venne stilata una memoria che, inserita in una bottiglia di cristallo, fu sepolta nella fossa del tiglio nel mezzo della piazza.

Nell'aprile del 1857 venne nominato a I.R. Vice Delegato provinciale del Friuli il conte Althan che, con un messaggio, comunicò tale sua nomina anche a San Giorgio.

Il 3 aprile la Deputazione Comunale emise un avviso con il quale veniva “proibito assolutamente il vago pascolo ogni dove e con qualsiasi animale” stabilendo per i trasgressori una punizione “giusta la legge”, incaricando l’I.R. Gendarmeria per la sorveglianza. Il 10 aprile analogo divieto fu emanato dalla Deputazione di Zoppola “lungo il nuovo riparo sul torrente Colvera Meduna”.

Il 24 aprile ebbe luogo ad Aurava una riunione cui parteciparono la Deputazione Comunale, il pievano Bigai Giovanni e sette capi famiglia

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anziani121 della frazione. Fu discusso e deciso l’ampliamento del cimitero a “mezzodì ed a ponente” occupando lo spazio del vecchio oratorio, la demolizione e la costruzione del muro di cinta, la realizzazione di un cancello e la costruzione di una cella mortuaria. Tutti i lavori sarebbero stati a carico dei frazionisti, già realizzatori del vecchio cimitero, cui il comune avrebbe corrisposto la somma di £. 250.

Il 29 aprile la Pretura di Spilimbergo chiese alla Deputazione Comunale informazioni su Bonutto Maria vedova di Venier Gio.Battista che, secondo la segnalazione del parroco di Domanins, avrebbe ospitato un giovane mantenendo “una condotta disordinata e ammorale”. Più che della stessa il sacerdote si interessava dei tre figli Francesco, Eufrasia e Giuseppe, che avrebbero potuto essere danneggiati nei loro interessi. Nella risposta la Deputazione riferì che effettivamente presso la casa della stessa si trovava il forestiero Righetto Gio.Maria, fu Antonio, di Dolo colà fermatosi quale operaio campestre. La Bonutto veniva indicata come persona di cattiva fama che aveva già avuto una “intima relazione con Lenarduzzi Daniele, detto Craj, di Pozzo ora inquisito presso il Giudice inquirente di San Vito per esser stato colto in possesso di una caldaia derubata in S. Giovanni di Casarsa”. Anche il Lenarduzzi veniva definito di cattiva fama già più volte condannato per baruffa. Il 20 luglio il Righetto ebbe l’ordine di abbandonare Domanins entro il successivo giorno 23 con la minaccia di arresto nel caso non vi ottemperasse.

Il 2 maggio 1857 venne avviata una raccolta di fondi da parte della Congregazione Mechitarista di San Lazzaro in Venezia per fondare un convento ed una chiesa in Costantinopoli.

Nel maggio del 1857 venne emesso un comunicato nel quale si stabiliva il richiamo, per l’autunno successivo, dei militari in permesso per partecipare ad otto settimane di esercitazioni con maneggio delle armi. La guerra si stava avvicinando e gli austriaci, consapevoli, si stavano preparando.

Il 4 maggio D’Andrea Giacomo di Rauscedo presentò istanza per la ricerca del figlio Giacomo del quale ebbe le ultime notizie nell’aprile del 1854 da Napoli ove probabilmente aveva contratto matrimonio. I successivi accertamenti appurarono che era deceduto, nel quartiere di Chiaja della città partenopea, ove era occupato quale domestico, il 31

121 Agosti Giò Battista, Luchini Giacomo, Volpatti Giacomo, Volpato Vincenzo, Volpatti Osvaldo, Volpati Daniele, Volpati Ignazio

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luglio 1854.

Il 18 maggio l’I.R. Commissario di Spilimbergo inviò un duro rilievo ai frazionisti di Cosa e Pozzo che si erano assunti, ancora nell’ottobre 1854 con contratto firmato da 17 capifamiglia, l’obbligo di costruire un argine ed un luogo di attracco per il porto di borre. Agli stessi, invitati in municipio, fu intimata la conclusione dell’opera sotto la supervisione dell’ingegner Cavedalis Alessandro.

Il 22 giugno 1857 venne emessa un’ordinanza con la quale veniva proibito l’uso delle stadere nelle vendite al minuto in pubblico.

Il 7 luglio 1857 giunse alla Deputazione Comunale, la richiesta di fornire i nominativi dei giovani da sottoporre al “forzato arruolamento”122 nell’esercito austriaco. Nella risposta fu comunicato che “In questo Comune non vi sono individui che meritano di essere sottoposti al forzato arruolamento”.

Lo stesso giorno in un comunicato venne “richiamata la più severa vigilanza su eventuali sviluppi del moccio 123 …essendo apparsi nella Provincia alcuni casi sospetti”. I due casi riscontrati nei distretti di San Vito e Latisana consigliarono una visita in tutti i comuni di asini e cavalli. Per Spilimbergo e comuni limitrofi venne effettuata dal conte Monaco e dal veterinario dottor Andervolti accompagnati dalla Regia Gendarmeria. Nel territorio di San Giorgio la visita alle stalle fu effettuata dal 2 al 6 agosto con esito negativo.

Il 13 luglio fu elevata a Tramontin Lucia, coniugata con Luchini Giuseppe, una contravvenzione per violazione al Regolamento delle Acque. A nulla valsero “le ragioni sporte dalla Tramontin per esimersi dall’inflitta multa”.

Il 20 luglio Marchi Vincenzo di Nicolò fu nominato, dalla Deputazione, agente comunale sino al 31 dicembre 1859.

Il 23 luglio Filipuzzi Antonio chiese l’autorizzazione all’apertura, in San Giorgio, di un esercizio di osteria.

Lo stesso giorno Volpato Giovanni venne esonerato dall’incarico di agente comunale di San Giorgio. Al suo posto fu nominato Marchi

122 Il forzato arruolamento veniva effettuato nei riguardi dei giovani oziosi, vagabondi, molesti, ladruncoli, comunque “malviventi ma non delinquenti” 123 Moccio o morva malattia infettiva e contagiosa degli equini trasmissibile all’uomo

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Vincenzo che prestò subito giuramento.

Il 26 luglio gli ingegneri Cavedalis Alessandro e Pognici Pietro furono segnalati per la nomina a collaudatori dei lavori di manutenzione delle strade e di altre opere comunali.

Il 29 luglio la Delegazione Provinciale di Udine emanò precise disposizioni sugli ammalati di pellagra124 due dei quali, del distretto di Pordenone, si erano suicidati annegandosi. Le disposizioni prevedevano, nei casi di pericolo, il ricovero coatto presso il “Civico Spedale” di Udine. Vennero responsabilizzati i medici condotti ritenuti “responsabili degli eventi che risultassero ad essi imputabili”.

Sempre lo stesso giorno furono divulgate le disposizioni per i possessori di cani per i quali era previsto il rilascio di una licenza ed una tassa da pagarsi alle casse comunali.

Nel mese di luglio venne comunicato l’elenco dei filandieri del territorio. In tale elenco si rilevano: di Cosa Pasquin Gio.Battista con un doppio fornello e galetta propria, Tesan Pietro con due fornelli e galetta propria, Gridello Giacomo con un fornello e galetta propria, Pasquin Leonardo con un fornello e galetta propria; di Pozzo Partenio Daniele con tre fornelli e galetta propria ed acquistata; di San Giorgio Pecile Gabriele Luigi125 con dodici caldaie e galetta propria ed acquistata; di Domanins Spilimbergo Venceslao con sei doppi fornelli e galetta propria, Spilimbergo Francesco con sei caldaie e galetta propria; di Rauscedo Crovato Antonio con due caldaie e galetta propria.

Il 1° agosto 1857 l’I.R. Delegazione Provinciale del Friuli emanò precise disposizioni ai Commissariati di Polizia per le sollecite notizie da dare alla Gendarmeria “dei fatti criminosi onde un qualche ritardo non faccia perdere le traccie degli autori”.

Lo stesso giorno venne emesso un avviso d’asta per l’appalto del tronco di strada da costruirsi da Spilimbergo a Provesano.

Il 2 agosto Partenio Amadio fu denunciato alla Regia Pretura per percosse e lesioni ai danni di Tramontin Pietro. Nella trasmissione della

124 Malattia dovuta alla mancanza di una vitamina essenziale e caratterizzata da disturbi nervosi e dell’apparato digerente nonché da eruzioni cutanee 125 Pecile Gabriele Luigi immigrò anagraficamente solo il 24 febbraio 1863. Era però presente in San Giorgio già dal 1851 quando aveva acquistato un palazzo, già della famiglia Leoni, con relativa tenuta trasformata, nel 1854, in azienda. Su Pecile Gabriele Luigi si veda la relativa scheda a fine volume

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denuncia l’aggressore venne indicato come già segnalato per fatti analoghi probabilmente dovuti alla sua continua ubriachezza.

Il 4 agosto giunse alla Deputazione Comunale la richiesta di far conoscere i nominativi dei militari che avevano partecipato alle campagne militari di Buda e Temeswar126 del 1848 – 1849 durante la rivoluzione ungherese. Nella risposta furono segnalati i nominativi di Fabbro Luciano di Giovanni, Franceschina Agostino di Pietro, Tramontin Francesco di Domenico e Volpato Celeste di Bortolo127.

Sempre il 4 agosto, con il nulla osta delle competenti autorità, Sandri Vincenzo emigrò a Trieste ove nel 1836 si era già trasferito il padre Gio.Battista, la madre Volpato Pasqua ed il fratello Francesco.

Il 9 agosto mentre stavano percorrendo la strada da Pozzo a Cosa Muzzatti Caterina e Tonello Angela di Castelnovo, madre e figlia, furono colpite da un fulmine che provocò l’immediata morte di entrambe. Le stesse, con un carro, trainato da un asino, sul quale erano stati caricati cesti di verdura, erano dirette a San Martino alla sagra di San Osvaldo.

Il 18 dello stesso mese, in occasione dell’anniversario della nascita dell’imperatore Francesco Giuseppe, tutte le autorità furono sollecitate a partecipare ad una messa solenne con canto dell’inno ambrosiano.

Il 20 agosto venne segnalata l’apertura in Rauscedo, da parte di Crovato Nicolò, di un esercizio per lo smercio di generi coloniali.

Il 22 agosto la famiglia del ventenne D’Andrea Giuseppe venne convocata presso l’apposito ufficio d’arruolamento per “levarlo essendo stato dichiarato inabile al servizio per miopia in massimo grado”.

Sempre il giorno 22 il deputato Luchini Pietro e l’agente comunale, accompagnati da due gendarmi, effettuarono accurati controlli presso i venditori di pane del comune, Nelle rivendite di Crovato Antonio di Rauscedo, De Bedin Domenico di Domanins e Filipuzzi Antonio di San Giorgio furono rinvenute 46 bine di pane non in regola. Il pane venne sequestrato e consegnato ai rispettivi parroci per la distribuzione ai poveri.

Il 23 agosto il Governo Militare di Venezia concesse il nulla osta, della durata di un anno, per il rilascio del passaporto al fornaio Lenarduzzi Gio.Battista.

126 Temesvar è l’attuale città di Timisoara nel distretto di Timis in Romania 127 Per i dati anagrafici si veda il capitolo "Gli ultimi servitori dell’Impero"

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Il 1° settembre 1857 venne chiesto l’elenco dei casi di vaiolo riscontrati nel territorio durante il 2° quadrimestre. La risposta fu negativa per tutto il periodo dell’anno. Probabilmente le vaccinazioni praticate avevano fatto effetto.

L’11 settembre l’economo spirituale di Domanins Zannier Giuseppe, maestro della scuola di Domanins e Rauscedo, comunicò alla Deputazione Comunale il fabbisogno “dei libri servibili agli alunni poveri”.

Il 17 settembre Contevalentini Antonio, arrestato e scortato dall’agente comunale di San Martino diretto al commissariato di Spilimbergo, mentre percorreva la strada da Pozzo a Cosa, eludendo la sorveglianza del cursore, si diede alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Non è noto se sia stato successivamente ripreso.

Il 18 settembre il Regio Commissariato di Spilimbergo richiamando le disposizioni sul divieto di questua invitò anche i parroci a leggere, dall’altare, tali misure. In merito la Deputazione Comunale ordinò “di astenersi di far elemosina alle persone vaganti ma invece potendo la faciano alle famiglie bisognose del Comune che pur troppo ve ne esistono. Osservando loro che il far elemosina a persone non conosciute si da adito ai viziosi e vagabondi di girare pei Comuni e sotto il manto del bisogno s’internano e derubano partendo dalle campagne e famiglie”.

Sempre il 18 settembre Bisutti Domenico e Venier Angelo, entrambi di Domanins, acquistarono da sconosciuti, asseritamente provenienti da Tramonti e diretti al mercato di Pordenone, sei pecore e due agnelli. Alcuni giorni dopo si presentò certo Toson Pietro di Clauzetto reclamando la proprietà degli animali, rubatigli mentre erano al pascolo. Gli animali furono restituiti ed il fatto fu segnalato alla Regia Pretura di Spilimbergo.

Il 19 settembre, su richiesta delle autorità, Cilio Angelo di Giacomo di Pozzo, ricoverato presso l’ospedale di Leoben128, fu fornito, dal parroco, del certificato di miserabilità.

Il 28 settembre i “miserabili coniugi” di Pozzo Pitana129 Gio.Battista e Moretti Lucia, in ottemperanza alle disposizioni impartite nel luglio precedente, furono ricoverati per pellagra nel “Civico Ospitale di Udine”.

128 Leoben attualmente è un comune austriaco della Stiria di circa 25.000 abitanti. La città è celebre per i negoziati che ebbero luogo fra il 13 e il 18 aprile 1797 e che costituirono i preliminari di pace fra la Francia e l'Austria. I negoziati vennero poi conclusi con la pace di Campoformio che determinò la scomparsa della repubblica di Venezia 129 Il cognome si evolverà, verso l’anno 900’, in Pittana come oggi conosciuto

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Il 29 settembre l’I.R. Delegazione Provinciale, richiamando i medici alla massima vigilanza, diffuse un avviso a contrasto della febbre miliare 130 che, se non contrastata efficacemente, si sarebbe potuta trasformare nella sua massima gravità maligna degenerando nella forma tifica incurabile.

Il 6 ottobre 1857 da parte del Consorzio delle due Rogge di Spilimbergo e Lestans fu emesso un comunicato “dell’asciutta delle roggie” per alcuni giorni.

Il 9 ottobre furono comunicati i contratti di alcune opere nel distretto di Spilimbergo. I lavori per San Giorgio riguardarono due strade appaltate da Sclabasso Giuseppe e D’Andrea Sante.

Lo stesso giorno morì il curato di Cosa Colussi Pietro che fu sepolto in quel cimitero. Sarà sostituito dal sacerdote Franchi Claudio.

Il 15 ottobre venne chiesto l’elenco dei fanciulli sordomuti presenti nel territorio. La risposta fu negativa.

Il 16 ottobre terminarono i lavori di ripristino dell’argine del canale che serviva gli abitati di San Giorgio e Pozzo. Per i lavori, necessari dopo le copiose piogge, fu sostenuta una spesa di £. 20.

Il 1° novembre 1857 Macor Pietro131 di Aurava, al termine del servizio militare, chiese l’autorizzazione all’apertura di un esercizio per la vendita di acquavite e pane. La “licenza politica” gli fu rilasciata il 18 dicembre.

Il 2 novembre l’abitato di Barcis fu colpito da un violento incendio che distrusse la quasi totalità delle case, delle stalle e dei fabbricati per il deposito di alimenti e materiali lasciando sul lastrico le 102 famiglie residenti. Fu promossa una raccolta di fondi e la Deputazione Comunale stanziò la somma di 100 £. austriache in aiuto a dette famiglie.

L’8 novembre fu emanata, dalla Regia Delegazione Provinciale, una disposizione sull’assunzione di pubblici impiegati per i quali doveva essere sempre richiesta “la fedina criminale e politica”.

Lo stesso 8 novembre Marchi Vincenzo, agente comunale, fu munito del porto d’armi.

Il 10 novembre agenti della squadra di Finanza di Spilimbergo

130 Malattia infettiva che provocava febbre acuta e prolungata e che poteva portare alla morte 131 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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sequestrarono a Crovato Nicolò un “pacco contenente tabacco” non in regola con le leggi sul tale prodotto.

Lo stesso giorno Spilimbergo Francesco, ingegnere consorziale, fu sospeso, dall’I.R. Delegazione Provinciale del Friuli, dall’esercizio della sua professione per mancanza di fideiussione.

Il 12 novembre venne arrestato a Cosa certo Lenisa132, non meglio indicato che, come da richiesta del comandante della Gendarmeria, fu tradotto a Spilimbergo su un carro di proprietà di Pasquin Rocco.

Nella notte tra il 13 e 14 novembre un devastante incendio distrusse le 45 case e fienili del villaggio di Liariis di Ovaro nel distretto di Rigolato. Come in altre occasioni venne promossa una “questua generale nella Provincia” invitando anche i parroci alla lettura della notizia dall’altare.

Nella prima mattinata del 19 novembre nella casa colonica del nobile Spilimbergo Venceslao, sita in località Selva di Domanins tenuta dall’affittuario Lenarduzzi Gio.Battista ed abitata da altri numerosi parenti (tra cui la moglie Venier Maria e 8 figli), scoppiò, per cause imprecisate, un incendio che distrusse le stalle con il fienile ed altri locali adattati alla custodia di generi ed attrezzi. Morirono sei capre, un somaro ed un vitello. Senza il pronto intervento dell’agente comunale e di altri numerosi cittadini, richiamati dal suono delle campane a stormo (a martello), l’incendio avrebbe avuto ben altre conseguenze giacché aveva già intaccato gli altri stabili, coperti di coppi, e destinati ad abitazione e deposito per la numerosa famiglia dell’affittuario. Dalle fiamme vennero salvati Agostino di anni 3 e Teresa di anni 5 nipoti del predetto Gio.Battista che si trovavano chiusi nelle camere, bovini, pecore, il vino ed altri viveri.

Un ruolo importante per il salvataggio dei bambini fu svolto da Venier Mattia e Franceschina Agostino133 per i quali la Deputazione Comunale propose al Regio Commissariato Distrettuale l’elargizione di “quel premio che compete giusta le massime dei regolamenti in corso ai liberatori”. Agli stessi, nel maggio successivo, giunse unitamente agli encomi di rito un premio di 60 £. austriache.

Nella notte tra il 20 ed il 21 novembre a Domanins vennero compiuti una serie di furti, di poca entità, ai danni di Lenarduzzi Leonardo,

132 Avrebbe potuto trattarsi di Giacomo, detto Burina, nato a Preone l’8.4.1808, tessitore, o del figlio Giovanni, nato a Preone il 24.2.1835, immigrati a Cosa nel 1843 133 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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Zavagno Rosa (indicata come Venier), Venier Maria, Bonutto Giuseppe, Venier Marina e Bisutti Luigi. I furti continuarono anche nella notte successiva quando ignoti entrati nel cortile di Toffolo Antonio di Aurava asportarono 15 tra galline e polli. Proseguirono nella notte del 23 novembre con un furto presso la bottega del pizzicagnolo De Bedin Domenico di Domanins ove, oltre ad asportare generi alimentari, fecero numerosi danni a porte e finestre.

Il 23 novembre Cescutti Antonio, amministratore spirituale di Provesano fu nominato anche amministratore dei benefici vacanti di Spilimbergo al posto del dimissionario arciprete Scotti Gio.Battista.

Il 29 novembre De Marchi Daniele fu autorizzato al trasporto lungo il Tagliamento, da Ampezzo ai porti di Osoppo, Villanova e Cosa, di legname di taglio lungo e corto.

Il 2 dicembre 1857 venne comunicato l’inizio attività di produttore di acquavite di D’Andrea Sante, con due caldaie.

Il 14 dicembre a Partenio Carlo fu “accordata l’emancipazione dalla patria potestà trovandolo capace di agire da sè ai propri interessi”.

Lo stesso giorno fu rilasciato a Candido Osvaldo di Candido un certificato per il rilascio di un nuovo passaporto per Trieste ove lo stesso era occupato in qualità di facchino.

Il 18 dicembre furono nominati i 10 rappresentati al Consiglio Comunale per il triennio 1858-1860. Alla presidenza fu eletto Volpato Daniele.

Sempre il 18 dicembre il sacerdote Franchi Claudio, cappellano di Cosa, fu incaricato dell’istruzione in quella scuola in avvicendamento al sacerdote Colussi Pietro deceduto il precedente 9 ottobre.

Il 20 dicembre ennesimo furto. Questa volta fu presa di mira la casa di Sedran Angelo di Pietro di Pozzo da dove furono asportate 26 galline ed un gallo, attrezzi di cuoio, lenzuola, abiti, camicie e filati di stoppa.

Il 27 dicembre fu presentata, da Quassi Mattia la domanda di apertura, in Domanins, di un esercizio di pizzicagnolo con vendita minuta di acquavite e pane.

Il giorno dopo la Deputazione Comunale inviò all’analogo ufficio di Arzene, al Regio Commissariato Distrettuale ed a Lenarduzzi Sante, appaltatore stradale, una nota di protesta per i lavori già programmati sul ponte “sul rugo Rupazza” tra Domanins ed Arzene. Era prevista la

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demolizione del ponte, peraltro costruito a spese dei frazionisti di Domanins, ed il rifacimento del passaggio in ciottoli.

Il 30 dicembre fu richiesto lo stato economico del sacerdote Partenio Daniele che aveva chiesto lo stato di miserabilità. Nella risposta la Deputazione riferì che il Partenio faceva parte “di una delle buone famiglie possidenti e danarose di questo comune ed inoltre rilevasi aver esso dei capitali propri dati ad interesse; per cui né il parroco né la Deputazione possono rilasciare certificato di miserabilità”.

A fine dicembre 1857 risultavano risiedere nel territorio comunale 2.755 persone così distribuite: San Giorgio 486, Aurava 339, Cosa 389, Domanins 640, Pozzo 403, Rauscedo 504.

1858 Nel gennaio 1858 venne inviato il consueto elenco delle filande di seta

ove risultavano iscritti Pasquin Gio.Battista di Cosa con una caldaia, Partenio Daniele di Pozzo con 6 caldaie, i fratelli Spilimbergo Venceslao e Francesco, di Domanins, entrambi con 12 caldaie.

Sempre nel mese di gennaio, nel rispondere ad una specifica richiesta, venne comunicato che nessun caso di vaiolo era stato rilevato in comune nel terzo quadrimestre 1857.

Venne anche comunicato che, nello stesso anno, non erano state registrate malattie degli animali.

Nello stesso mese Partenio Daniele e Tesan Pietro comunicarono la chiusura dell’attività di venditori, rispettivamente, di vino e di legnami.

Il 5 gennaio il parroco di Provesano riportò, nel registro dei battesimi 1853-1908, la caduta di una grande quantità di neve con l’interruzione delle comunicazioni per più giorni. Il freddo, che raggiunse i meno 11 gradi Reamur134, e la neve durarono sino al mese di marzo con grande danno per le viti.

Il 14 gennaio fece solenne ingresso a Provesano il nuovo parroco Cescutti Antonio nativo di Clauzetto già economo spirituale, con competenza anche sulla chiesa di Gradisca. Morirà il 2 febbraio 1892.

Il 15 gennaio elementi dell’Imperial Regia Squadra di Finanza di Spilimbergo effettuarono un controllo presso l’osteria di Crovato Antonio in Rauscedo. Allo stesso vennero sequestrati 8 recipienti perché mancanti

134 Un grado Reamur corrisponde circa a 1,25 gradi Celsius

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del previsto sigillo (bollo).

Un’altra forte nevicata, con strade impraticabili, avvenne il 4 e 5 febbraio 1858. Il Regio Commissariato ordinò la rimozione della neve nel territorio comunale di competenza e specialmente della strada “che dal confine di San Martino mette al confine di Spilimbergo”. La pulizia delle strade era già stata effettuata, in ogni frazione, da appositi gruppi guidati da un responsabile. Ad ogni persona venne dato un compenso di 42 £. austriache.

Il giorno 8 febbraio D’Andrea Gio.Battista e D’Andrea Nicodemo135 furono arrestati dalla Reale Gendarmeria per furto di “due legni secchi da fuoco che essi dichiararono averli derubati in un campo di certo Fornasier Sante”.

Nella notte tra il 4 e 5 marzo 1858 ignoti, introdottisi nell’abitazione di Bisutti Antonio di Domanins, asportarono 25 camicie da uomo e donna, un lenzuolo e numerosi rotoli di filo di canapa.

Il 5 marzo fu presentata alla regia Pretura, da parte della madre vedova Lenarduzzi Giuseppina, l’istanza perché il figlio Sedran Giuseppe “sia dispensato dall’età onde poter accudire da sè ai suoi affari”.

Il 7 marzo la Deputazione Comunale comunicò che nel 1857, nel comune, furono adoperati circa mille libbre di bozzoli che vennero usati sia per semente che asportati in altre provincie del Regno Lombardo Veneto.

Il 10 marzo la richiesta di dispensa della minore età venne accordata a Chivilò Lucia di Francesco moglie di Lenisa Giovanni di Cosa.

Il 12 marzo 1858 la Deputazione Comunale inviò una energica diffida all’esercente Quassi Mattia di Domanins invitandolo a “non ammettere nel proprio esercizio tali individui al gioco e meno ancora in ore eccepite dalla propria licenza politica onde non sia costretta la Deputazione di farle chiudere l’accordato esercizio”. Tale richiamo era stato determinato dalla lagnanza del parroco De Bernardo Luigi che aveva indicato l’esercizio quale luogo di “gioco di carte non solo di giorno ma anche di notte per ore prolungate ed illegali …con danno economico notevole delle famiglie e con rovina morale della gioventù …che abituatisi a questa vita scioperata e viziosa …saranno captati a rubare in casa o fuori per mantenere i loro vizi”.

135 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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Il 13 marzo Partenio Luigi Giuseppe e Contardo Pietro, entrambi militari di Pozzo, vennero autorizzati a recarsi a Trieste per lavorare come facchini136.

Il 17 marzo venne comunicato ai cappellani Sabbadini Daniele e Barbariol Antonio l’incarico di maestro, rispettivamente per le scuole di Pozzo e Rauscedo, con un compenso annuo di austriache £. 115. Nello stesso decreto vennero stabiliti i compensi per il maestro di San Giorgio (£. 400), Domanins (£. 250) e Cosa (£. 113).

15. Calmire del pane del 31 marzo 1858

136 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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Nella notte tra il 17 e 18 marzo ignoti asportarono vari materiali dalle abitazioni di Basso Leonardo, Bertuzzi Sante, Petris Andrea, D’Andrea Celeste, tutti abitanti a Rauscedo.

Il 20 marzo Busolini Giuseppe 137 , militare in permesso, chiese l’autorizzazione a recarsi a Venezia per essere colà occupato quale facchino.

Il 31 marzo fu dichiarata l’irreperibilità di Sedran Mattia 138 di Francesco che si era recato a Trieste.

Lo stesso giorno venne pubblicato il “Calamiere del Pane stabilito sul prezzo del frumento”.

Il 4 aprile 1858 i malfattori tornarono preso l’abitazione di Basso Leonardo, già derubato una quindicina di giorni prima. In quell’occasione venne asportato un vitello di 23 giorni.

Il 6 aprile fu reiterato, anche per il 1858, il divieto di vago pascolo su tutti i terreni sia privati sia di proprietà comunale.

Il 7 aprile il militare Tramontin Pietro139 chiese l’autorizzazione a recarsi in Germania per essere occupato nella costruzione delle strade ferrate (ferrovie).

Il 14 aprile fu presentata alla Regia Pretura un’istanza per la dispensa della minore età di De Zorzi Angela.

Il 26 aprile 1858 vennero autorizzati i lavori sugli argini dell’Arciano, sollecitati dai frazionisti di Aurava, a salvaguardia dei terreni e di quell’abitato.

Il 2 maggio 1858 Penzi Giovanni di Aviano fu riscritto nel ruolo dei periti agrimensori dal quale era stato sospeso nel settembre 1857 per mancato versamento della fideiussione.

Il 5 maggio Volpato Andrea di Domenico e Lenarduzzi Gio.Battista di Giuseppe salvarono da sicura morte Moro Cecilia (indicata come Lenarduzzi) di Aurava che stava per essere travolta dalle acque del Tagliamento in piena. Per gli stessi la Deputazione Comunale propose un encomio ed un premio in denaro che ricevettero il successivo 2 agosto.

Il 6 maggio mentre le cugine Bisutti Felicita di Celeste e Amabile di

137 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 138 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 139 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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Onorio si trovavano a lavare della biancheria sulla roggia di Domanins furono pesantemente insultate da De Candido Benedetto, detto Coppettin. Il fatto fu subito denunciato da Bisutti Antonio capo della famiglia, che chiese la punizione del colpevole.

Il 19 maggio De Marchi Daniele venne autorizzato al trasporto, per il Tagliamento, di borre da Ampezzo o Socchieve al porto di Cosa.

Il 24 maggio il Regio Commissariato Distrettuale chiese un resoconto sulle malattie di pecore e capre significando che nel territorio di Forgaria erano avvenuti episodi di scabbia. Nella risposta l’autorità comunale riferì che nel territorio non vi erano capre e che nessun caso si era manifestato tra le pecore.

Il medesimo giorno il pievano di San Giorgio Bigai Giovanni segnalò alla Deputazione Comunale che due giorni prima D’Andrea Giacomo salito sulla torre campanaria della chiesa di Rauscedo si mise a “suonare le campane in segno di giubilo” senza alcun apparente motivo. Il fatto, accompagnato da una nota, fu segnalato al Regio Commissariato. Secondo l’informativa dopo l’arrivo a Rauscedo, nel febbraio precedente, del curato Barbariol Antonio, che avrebbe provvisoriamente sostituito il cappellano Chiozzotto Giacomo, si erano create nel paese due fazioni, favorevole e contraria al curato. Alla testa di quella favorevole si era posto il predetto D’Andrea che suonando le campane, cosa peraltro già più volte attuata, aveva espresso il sostegno suo e dei suoi compagni al sacerdote. Nel timore che la situazione potesse degenerare, creando problemi per la pubblica tranquillità, venne chiesta la convocazione dell’interessato che, con una esemplare robusta ammonizione, fu invitato a mantenere un comportamento adeguato.

Il 2 giugno 1858 ebbe luogo un’adunanza del Consiglio Comunale con all’ordine del giorno, tra l’altro, l’ampliamento o riatto dei cimiteri della Richinvelda, di Aurava (con spesa di 282 £. austriache), Cosa (per austriache £. 359), Domanins e Rauscedo.

Il 3 giugno, scortato dal cursore di San Martino giunse a San Giorgio, proveniente da Codroipo, il detenuto Cleva Domenico. Lo stesso fu preso in consegna dal locale agente comunale e su un carro di proprietà di Moretti Giovanni fu accompagnato a Spilimbergo. Il Moretti fu retribuito con £. 3 austriache.

Il 4 giugno giunse una informativa alle autorità con la quale si portava a conoscenza che a Recoaro era attivo il Pio Asilo di Carità nel quale potevano essere accettati i “poveri malati delle Provincie Venete bisognosi

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dell’uso di queste Acque Minerali” con spese (austriache £. 1,50 per venti giorni di cura) a totale carico delle amministrazioni comunali.

L’8 giugno ad Aurava scoppiò una violenta rissa tra i fratelli Macor Pietro140 e Francesco contro Sclabasso Giuseppe e Gio.Battista zio e nipote. Nella colluttazione, avvenuta con calci, pugni ed uso di bastoni, Macor Francesco, che denunciò all’Autorità Giudiziaria le patite lesioni, riportò una ferita alla testa tanto da dover ricorrere alle cure del sanitario.

Il 9 giugno l’I.R. Delegazione di Udine annunciò un bando d’arruolamento, nel Corpo delle Guardie di Finanza, riservato ai militari che stavano per transitare nella riserva.

Il 19 giugno il cursore comunale, accompagnato dai gendarmi, sequestrò presso il prestinaio Crovato Antonio 14 bine di pane che, come abitudine, fu consegnato al cappellano di Rauscedo per la dispensa ai più bisognosi della frazione.

Sempre il 19 giugno fu comunicata, anche dai reverendi parroci dall’altare, la vaccinazione generale prevista per il successivo giorno 23.

Il 24 giugno Volpato Lucio, unitamente a sua zia Volpato Caterina vedova Sbrizzo, aggredirono Pascut Osvaldo, servo del deputato 141 Luchini Pietro, che colpirono ripetutamente con calci e pugni e tentarono di strangolare. Solo l’intervento della moglie del deputato evitò che l’aggressione fosse portata alle estreme conseguenze. Il fatto fu segnalato alla Regia Pretura per il di più a praticarsi.

Il 10 luglio 1858 De Monte Giacomo di San Giorgio denunciò il furto di “un legno di talpone lungo circa 5 passi e del valore di £. 15”. La stanga, come dichiarato dal compratore Crovato Antonio, oste di Rauscedo, gli sarebbe stata venduta da Antonio figlio del proprietario.

L’11 luglio una disastrosa grandinata distrusse tutti i raccolti nel comune di Conco, distretto di Marostica. L’I.R. Delegazione del Friuli promosse una raccolta di fondi in aiuto ai sinistrati interessando anche parroci e curati. Nel nostro comune furono raccolte 6,54 £. austriache.

Il 15 luglio 1858 a Colonello Antonio di Pozzo, che in quel periodo si trovava ad Orawitz142, fu rilasciato un nuovo passaporto per i territori della

140 Vedi anche capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 141 Inteso come consigliere comunale 142 Orawitz, ora Oravita, è una citta della Romania ubicata nella regione storica del Banato al confine tra Romania, Ungheria e Serbia

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monarchia austriaca.

Il 17 luglio a Vivaro fu “trovato un infante di sesso mascolino” abbandonato. “Dalle indagini praticate nell’intero comune e dalle informazioni avute anche dai signori parroci si può ritenere non essere opera di individui di questo comune l’esposizione dell’infante”.

Il 18 luglio Lenarduzzi Antonio fu aggredito, senza apparente motivo, da Venier Giovacchino riportando leggere contusioni. Il fatto fu segnalato alla Regia Pretura.

Il 26 luglio fu ritirato al gendarme Dell’Anna Beniamino il passaporto. Non sono indicate le motivazioni del ritiro.

Nella notte tra il 7 e l’8 agosto 1858 ignoti introdottisi nella filanda del nobile Spilimbergo Francesco tentarono di asportare materiali ed attrezzi vari. Il pronto intervento di Pellegrin Eugenio, che dormiva in una stanza dell’opificio, fece fuggire gli otto sconosciuti individui.

L’8 agosto Tesan Pietro di Cosa denunciò il furto di una cavalla di 10 anni. Lo stesso giorno anche Partenio Antonio di Pozzo denunciò il furto di analogo animale asportatogli nelle pertinenze della propria abitazione. Il Partenio, il giorno successivo, avendo ritrovato l’animale alla fiera di San Biagio di Callalta, chiese l’intervento della forza pubblica per rientrare in possesso del quadrupede.

Datato 16 agosto giunse alla Deputazione Comunale l’invito del Consorzio delle due Roggie di Spilimbergo e Lestans di riparare urgentemente, causa la gran quantità d’acqua perduta, la derivazione del rigagnolo in uso ai comuni di San Giorgio e San Martino.

Il 22 agosto un controllo effettuato presso gli esercizi di Del Re Angelo di Pozzo e Crovato Antonio di Rauscedo portò al sequestro di 16 bine di pane non in regola con il peso stabilito. Il pane, come consuetudine, fu consegnato ai cappellani dei due paesi per la dispensa ai più bisognosi.

Il 25 agosto Tesan Osvaldo di San Giorgio presentò una denuncia contro Pagura Giacomo per ingiurie e minacce.

Nella notte tra il 30 e 31 agosto ignoti, penetrati nella canonica del reverendo Zannier Giuseppe, cappellano in Domanins, asportarono vari oggetti di cucina ed attrezzi di lavoro.

Il 2 settembre 1858 giunse a tutte le Deputazioni del Distretto la notizia della nomina di Salimbeni Pietro a Regio Commissario Distrettuale di Spilimbergo.

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Il 4 settembre, nell'ambito della visita pastorale alla parrocchia di Provesano, il vescovo Casasola Andrea assegnò un curato alla comunità di Gradisca.

Nella notte tra il 5 e 6 settembre ignoti asportarono dalla filanda del nobile Spilimbergo Venceslao materiali ed oggetti prodotti nella fabbrica.

Il 20 settembre fu inoltrata alla Reale Pretura una denuncia nei confronti dei fratelli Bisutti Natale e Domenico per lesioni procurate a Frisotti Graziadio.

Il 22 settembre De Marchi Paolo fu autorizzato al trasporto, tramite il fiume Tagliamento, di legname di taglio lungo e corto, da Socchieve al porto di Cosa.

Il 24 settembre Filipuzzi Flaminio di Cosa fu denunciato da una pattuglia dell’Imperial Regia Gendarmeria per aver depositato un mucchio di “letame sulla strada che da Cosa va a Spilimbergo”.

Il 26 settembre i militari Filipuzzi Sebastiano, Orlando Gio.Battista e Zavagno Giovanni furono convocati urgentemente presso l’I.R. Revisoriato di Coscrizione di Udine143.

Il 3 ottobre 1858 fu comunicata a De Bedin Domenico di Domanins la ricusazione, per mancanza di requisiti, della sua istanza tesa al rilascio della licenza del porto d’armi.

Il 24 ottobre furono segnalati a Pozzo due casi di vaiolo umano nelle persone di Roitero Gio.Battista e Maria che furono immediatamente isolati e posti sotto la sorveglianza di Cancian Francesco. A quest’ultimo fu corrisposta una diaria di £. 2 austriache. Dopo un mese di cura entrambi, vaccinati, guarirono.

Il 4 novembre 1858 nel rispondere ad una richiesta del Commissariato Distrettuale la Deputazione Comunale rispose che nell’anno 1858 furono effettuati, da Luchini Carlo cursore comunale, 14 trasporti di detenuti civili alla Regia Pretura di Spilimbergo.

Sempre il 4 novembre nei registri dei battesimi di Domanins troviamo scritto “Dopo un rigidissimo freddo di otto giorni, il giorno 4 novembre 1858 tutta la giornata cade neve in gran copia”. Nello stesso registro “8 novembre dal levare del sole fiocò la neve sino un'ora doppo il mezzo giorno”.

143 Vedi nominativi nel capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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Il 7 novembre il militare Sedran Gio.Battista144 chiese una licenza per contrarre matrimonio. La licenza fu accordata ed il 7 marzo 1859 si sposò con Marcon Elena. Fu congedato nel 1860.

Il 10 novembre venne concessa a Pascut Marianna fu Pietro la dispensa della minore età “trovandola atta di poter accudire da sè ai propri affari”.

Lo stesso giorno fu rilasciato a Pascut Sebastiano il passaporto per recarsi a lavorare a Zante145.

L’11 novembre 1858 venne rilasciato all’ingegner Bisutti Domenico il passaporto per lo Stato Pontificio.

Il 12 novembre venne avanzata, all’I.R. Comando Militare di Udine, una richiesta di permesso per Petris Fedele146 militare dell’Imperial 26° Regio Reggimento d’Infanteria Principe Michele, I° battaglione, IIa

Compagnia, ritenuto vitale per il sostentamento della famiglia. La richiesta fu respinta.

Sempre il 12 novembre fu comunicata l’attivazione di una distilleria di acquavite, con due caldaie, da parte dell’esercente Crovato Antonio.

Il 26 novembre la Regia Pretura di Trieste condannò, per furto, a cinque giorni di arresto Candido Osvaldo di Domanins. Dopo aver scontato la pena lo stesso fu munito di foglio di via sotto scorta per il paese di nascita. Durante il tragitto, a Monfalcone, fuggì facendo perdere le proprie tracce.

Il 30 novembre venne divulgato, ai produttori di bachi da seta, l’invito a porre attenzione ad una nuova malattia. Tutti vennero consigliati di adottare i nuovi sistemi studiati da Freschi e Castellani durante il loro viaggio in estremo oriente.

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1858 ignoti tentarono un furto presso la bottega di De Bedin Domenico, affittatagli da De Candido Giovacchino. I malfattori, scoperti, si diedero a precipitosa fuga senza nulla asportare.

Il 13 dicembre la Deputazione Comunale avvisò il Regio Commissario che nella frazione di Pozzo si erano nuovamente sviluppati due casi di vaiolo umano che avevano colpito De Zorzi Teresa e Francesco entrambi

144 Vedi anche “Gli ultimi servitori dell’Impero” 145 Zante o Zacinto è un’isola, ora greca, del mar Ionio nel Peloponneso 146 Vedi anche “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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vaccinati. Vennero immediatamente attuate le previste misure che, nel termine di circa un mese, portarono alla loro guarigione. Nonostante ciò il citato Francesco morì, per altra causa, il 21 dicembre successivo.

Il 16 dicembre la malattia colpì, a Pozzo, anche la quattordicenne Partenio Teresa che non era stata vaccinata. La poveretta morì dopo 10 giorni di malattia. Dal Regio Delegato provinciale di Udine furono ribadite le misure a tutela della salute da adottarsi in questi casi.

Il 29 dicembre venne comunicata la cessazione dell’attività di pizzicagnolo, nel negozio di Aurava, di Luchini Giacomo.

1859 La guerra (la Seconda d’Indipendenza) si stava avvicinando. Il parroco

di Provesano Cescutti Antonio ne era talmente consapevole da scrivere al termine dell’anno 1858, nel registro dei battesimi “Nel passato anno fu maggiore di n. 2 individui le morti – Diamo principio all’anno 1859 fra i preparativi di guerra. Gran numero di soldati partono dalla Germania e si dirigono per la Lombardia. Voci di insurrezione generale del Lombardo veneto tengono nella costernazione i pacifici italiani”.

Con l’inizio del 1859 Pecile Gabriele Luigi assunse la carica di presidente del Consiglio Comunale di San Giorgio.

Dalle certificazioni, rilasciate il 2 gennaio 1859 dalla Curia Vescovile di Concordia ai fini dell’esonero dalla coscrizione, si apprende che Pasquin Sante nato il 26 agosto 1836 e De Zorzi Daniele, nato il 20 agosto 1837, erano chierici presso quel seminario.

Il 2 marzo 1859 nel corso di un controllo effettuato dalla Gendarmeria venne contravvenzionato il prestinaio Luchini Giorgio trovato non in regola con le disposizioni sul calmiere del pane. Il pane sequestrato venne consegnato al parroco per l’usuale dispensa ai poveri.

Il 27 aprile 1859 ebbe inizio, con l’attacco dell’Austria al Regno di Sardegna che non aveva accettato di smobilitare l’esercito, la Seconda Guerra d’Indipendenza che si concluse, il 12 luglio 1859, con l’armistizio di Villafranca. La Lombardia venne annessa al Regno di Sardegna.

Come in altre occasioni il nostro territorio fu punto di passaggio delle truppe austriache che ebbero bisogno di ogni mezzo di sussistenza. Nel comune furono “prestati” alloggi per i militari e numerosi concittadini furono reclutati come custodi per i buoi dell’armata austriaca. Furono requisiti, in particolare, mezzi di trasporto ed animali. Un esempio a Provesano, ove in quel periodo si contavano 10 cavalli, 87 manzi e 57

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armente, furono requisiti 44 animali con relativi carri e conducenti. In alcuni casi ai requisiti fu ordinato di portarsi a Casarsa in altri casi a Codroipo, Pordenone ed Oderzo, alcuni alla fortezza di Verona. Il vino, requisito il 16 luglio, doveva essere trasportato a Latisana Le continue requisizioni obbligarono il comune di Spilimbergo (del quale come noto Provesano faceva parte) ad inviare al Comando di Piazza di Casarsa una nota di protesta nella quale veniva precisato che le richieste erano superiori alle disponibilità.

Il 17 luglio giunse a Spilimbergo il battaglione granatieri dell'Imperial regio Reggimento Mazzucchelli i cui ufficiali e sottufficiali furono alloggiati presso privati cittadini. I militari si fermarono per una decina di giorni procurandosi quanto necessario a persone ed animali.

Il 20 luglio giunse alle Deputazioni Comunali un forte richiamo del Comando di Piazza di Casarsa che minacciava punizioni nel caso della mancata presentazione dei requisiti.

Il 28 luglio, per ordine del Comando Militare, venne proibito lo sfalcio, da San Martino ad Istrago “sulla prateria della Richinvelda”, occorrendo tale foraggio per usi militari. Su quel terreno furono fatti pascolare circa settemila buoi appartenenti alla Regia Armata. L'ordine provocò la reazione del deputato comunale di Spilimbergo Andervolti Leonardo che inviò, il 29 luglio, una fervida protesta al comandante militare e civile della Provincia del Friuli General maggiore Di Brehm Rodolfo. Vennero sottolineati i danni che tale pascolo avrebbe provocato anche per gli anni futuri e consigliato piuttosto, una distribuzione delle armenti in tutte le stalle dei comuni con il mantenimento degli stessi, secondo la possibilità di ognuno.

Per il risarcimento dei danni fu interessata, il 29 aprile 1862, l'Eccelsa Congregazione Centrale Lombardo Veneta, significando che sul terreno erano transitati, in un mese, circa 15 mila “buoi erariali” danneggiando ben oltre 300 piccoli proprietari (saranno 408) per un totale di 11.200 fiorini (saranno circa 15.000). Analoga richiesta, essendo i risarcimenti liquidati molto inferiori al preventivato, venne inoltrata, il 30 gennaio 1863, al Luogotenente Imperiale Lombardo Veneto cavaliere Toggenburg (von) Georg Otto. Non avendo avuto risposte positive il 9 settembre 1864 la richiesta di risarcimento venne inviata, a Vienna, al ministro imperiale delle Finanze conte Plener (von) Ignaz147.

147 Archivio Storico Comune Spilimbergo, Buste varie

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Si dovette aspettare sino al luglio 1868 perché tali danni, nonché i servizi resi con le requisizioni, venissero parzialmente saldati.

I nostri compaesani militari combatterono nelle formazioni austriache e, secondo i resoconti di allora, si sarebbero comportati con dignità ed onore pagando la dedizione, in qualche caso, con la morte. Poche le diserzioni, nulli gli episodi di tradimento148.

Nelle pagine finali del registro dei battesimi 1774-1859 della parrocchia di Domanins il parroco De Bernardo Luigi scrisse “Il giorno 24 giugno 1859 ebbe luogo una delle più sanguinose battaglie data de’ franco sardi contro gli austriaci al Mincio, chiamata la battaglia di Solferino con vittoria de’ primi”.

A guerra iniziata alcuni nostri paesani, già peraltro emigrati in Austria per ragioni di lavoro, si arruolarono come volontari nel Corpo dei Volontari Stiriani. Dalle comunicazioni risulta che furono reclutati, il 18 giugno, Orlando Luigi, Fanello Luigi e Mitri Sante, quest’ultimo già conduttore nella miniera di carbonfossile Miesbach di Leoben in Stiria.

Il 22 novembre 1859 i fratelli Pasquin Costantino e Giacinto di Cosa, furono diffidati ad interrompere il prelievo di terra dalla zona del capitello posto lungo la strada Cosa Provesano. Fu loro ordinato l’immediato ripristino della situazione esistente.

Nel mese di dicembre Lenarduzzi Daniele, Mason Francesco, Roitero Francesco e Sedran Angelo comunicarono la cessazione dell’attività di fabbricatori di calce e tegole per l’anno 1860.

Verso la fine del 1859 sorse a Udine il Comitato Politico Segreto Provinciale con compiti di mantenere i contatti con i friulani fuoriusciti e di fare attività clandestina antiaustriaca. Era presieduto da Giacomelli Giuseppe (che sarà il primo sindaco di Udine dopo l’annessione) e tra i membri più attivi si distinsero Pecile Gabriele Luigi (componente di spicco dell’Associazione Agraria Friulana, altro organismo di copertura dei patrioti rivoluzionari friulani) e Kechler Carlo149 ai quali si aggiunse, poi, Sabbadini Lorenzo di Provesano. A Spilimbergo operava un

148 Vedi capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero” 149 Kechler Carlo nato nel 1823 a Trieste, padre di Camilla Kechler moglie di Domenico Pecile figlio di Gabriele. Il Kechler per le sue attività irredentiste verrà arrestato il 19 febbraio 1861 e rinchiuso, unitamente ad altri, nella fortezza morava di Olmutz-attuale Olomuc nella Repubblica Ceca. Vedi anche scheda di Pecile Gabriele Luigi a fine volume

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Comitato mandamentale guidato dall’avvocato Pognici150.

1860 Il 5 maggio 1860 partirono dallo scoglio di Quarto (Genova) i 1.089

volontari che, guidati da Giuseppe Garibaldi parteciperanno all’impresa dei Mille. Nel già menzionato volume del Corbanese, alla pagina 356, viene indicato come volontario Tramontin Sante di Angelo di San Giorgio, che avrebbe raggiunto la Sicilia con le spedizioni successive. Dalla ricerca anagrafica compiuta si ritiene verosimilmente trattarsi di Tramontin, detto Andrian, Sante di Angelo e D’Andrea Elena, nato a San Giorgio il 5 settembre 1830.

Il 2 agosto 1860 a Domanins si ripresentò un ulteriore caso di vaiolo umano. Fu colpita la ventinovenne Giusti Rosa coniugata Candido che, già vaccinata, guarì in una trentina di giorni.

Il 18 agosto Lenarduzzi Pietro fu Giacomo di Aurava presentò una circostanziata denuncia contro Tramontin Pietro di Valentino per asserite minacce e percosse subite il precedente giorno 15 nei pressi del proprio campo, confinante con quello dell’aggressore, che lo incolpava di danneggiamento da parte di alcuni animali lasciati liberi.

L’8 dicembre 1860 Luchini Giacomo Antonio venne incaricato, dalla Deputazione Comunale, alla formazione dei ruoli Arti e Commercio per il 1861.

Il 26 dicembre morì il settantatreenne Bonutto Michele di Osvaldo di Gradisca. Nel trascrivere l’atto il parroco di Provesano Cescutti Antonio riportò:“Era stato nelle Russie con Napoleone I”.

Nel corso del 1860 venne attivato, da parte di Gridello Giacomo, già mugnaio in Cosa, il nuovo mulino edificato nella frazione di Pozzo. Il mulino è tuttora esistente in località Grava151.

Nel mese di dicembre, al Regio Commissario, vennero comunicate le cessazioni delle attività di Tesan Sante agente per la vendita di legnami, del prestinaio-fornaio Partenio Daniele, del sarto Bisutti Pietro e del tessitore Colautti Simone. Nella comunicazione anche l’apertura, per il 1861, delle nuove attività di Volpato Giacomo come manutentore stradale

150 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 182-183-184 151 Di proprietà della famiglia Secco ha cessato l’attività da pochi anni

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e Sala Luca come pizzicagnolo.

Durante il 1860 numerosi furono i cittadini di San Giorgio che emigrarono. In merito si veda lo specifico capitolo “Passaporti e Libretti di Scorta”.

1861 All’inizio del 1861 vennero compilati i nuovi ruoli degli esercenti Arti

e Commercio del comune. Negli stessi risultarono riportati: 4 manutentori di strade: Bisutti Antonio di Domanins, D’Andrea Sante

di Rauscedo e Volpato Giacomo di Aurava che continueranno l’attività anche negli anni successivi, nonché Venier Gio.Battista di Domanins che operava da artigiano;

6 venditori di vino al minuto: Bulliani Giacomo di Cosa, Del Re Angelo e Del Re Domenico di Pozzo; Crovato Antonio e De Lorenzi Lucia di Rauscedo, Bonutto Antonio di Domanins, che continuarono l’attività anche negli anni successivi;

1 macellaio: Partenio Daniele di Pozzo, che continuò anche negli anni successivi;

1 venditore di birra: Variola Antonio di Cosa, che continuò anche in seguito;

6 pizzicagnoli: De Bedin Domenico e Quassi Mattia di Domanins, Filipuzzi Antonio di San Giorgio, Crovato Nicolò di Rauscedo, Zanetti Marianna di Pozzo, Sala Luca (surrogato nel 1865 da Della Rossa Luigi) di Aurava;

11 fabbriche per la produzione e vendita di calce, tegole e mattoni: Filipuzzi Angelo, Filipuzzi Gio.Battista, Sedran Angelo e socio Gridello Giacomo (cessarono l’attività nel 1864) di Cosa; Mason Francesco, Roitero Francesco (cessò l’attività nel luglio 1866), Chivilò Pietro (nel 1867 sostituito da Cancian Giacomo ed Antonio) e socio Pascut Osvaldo, Marcon Gio.Battista (cessò l’attività nel 1862 e nel 1867 espatriò per San Vito) e socio Pascutto Giacomo di Cesare (nel 1867 sostituito da Cancian Antonio), Lenarduzzi Giuseppe, Del Re Angelo e socio Sedran Angelo, Contardo Antonio e socio Pascut Gio.Battista di Pozzo (sostituito nel 1866 dal figlio Osvaldo, detto Blanc, che continuarono l’attività anche negli anni successivi;

6 botteghe di fabbri ferrai: Osvaldini Antonio fu Gio.Battista di San Giorgio, Donda Fabio e Filipuzzi Flaminio di Cosa, Bisutti Luigi e socio Pittaro Gio.Battista di Domanins, Partenio Giacomo e Colonello Gioacchino di Pozzo, D’Andrea Antonio di Rauscedo, che

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continuarono negli anni successivi. In Rauscedo, nel 1867, iniziò l’attività D’Andrea Luigi di Luigi;

2 prestinai - fornai: Crovato Antonio di Rauscedo a cui nel 1863 subentrò Berton Marianna, Luchini Giorgio di San Giorgio;

4 mugnai: Gridello Giacomo di Cosa, Volpato Andrea di Aurava, De Paoli Ambrosio di Domanins, Gridello Giovanni di Pozzo che continuarono l’attività anche negli anni successivi;

4 sarti: Bisutti Gio.Battista, Bisutti Pietro (successivamente eliminato per l’età avanzata) e Cassan Pietro (eliminato per essersi trasferito per ignota destinazione) di Rauscedo, Rositis Antonio di Cosa;

1 calzolaio: D’Andrea Natale di Rauscedo, che proseguì negli anni successivi;

3 falegnami: Chivilò Luigi di Cosa, Luchini Sante di San Giorgio, Macor Sante di Aurava, che continuarono anche negli anni successivi;

5 tessitori: Busolini Giovanni di San Giorgio, Fabris Gio.Battista di Pozzo (che nel 1864 si trasferì a Valvasone), Lenisa Giacomo (deceduto nel 1863 ed eliminato dai ruoli) di Cosa, Rossi Pietro di Aurava, Corradazzo Osvaldo (che nel 1862 cessò l’attività per emigrazione) di Rauscedo. L’attività era esercitata anche da Colautti Simone che si trasferì in altro comune;

2 filande: Pecile Gabriele Luigi di San Giorgio con 16 caldaie, Spilimbergo Venceslao di Domanins con 8 caldaie.

1862 Il primo gennaio 1862 Mestroni Ettore, abitante a Spilimbergo, venne

confermato nell’incarico di esattore comunale. Sempre nello stesso giorno De Marco Francesco, subentrò a Tesan Sante quale venditore di legnami d’opera e da fuoco.

Dal marzo 1862 ebbe luogo, su disposizione dell’I.R. Delegazione Provinciale del Friuli di Udine, una vaccinazione generale che avrebbe dovuto interessare 163 bambini, in tenera età, del territorio comunale. Degli stessi 98 furono vaccinati, 27 erano già deceduti, e 38 rimanevano da vaccinare. Il vaccino fu estratto dalle braccia di un figlio di Luchini Luca e Tramontin Pasqua che, come stabilito, ricevettero un compenso di 4 fiorini152.

Il 3 giugno 1862 venne segnalato un caso di vaiolo umano nella persona della sessantatreenne Peruzzo Maria di San Giorgio. Vennero subito

152 Si tratta probabilmente di Luchini Fortunato nato il 22.3.1862

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attuate le misure del caso ed in pochi giorni, “sotto la cura del dottor Santorini Domenico riportò la perfetta salute”.

Il 28 settembre 1862 fu benedetto il nuovo cimitero di Provesano “posto a mezzodì del paese con oratorio da dedicarsi a San Antonio”. La prima ad essere tumulata, fu Janich Maria Angela di Maurizio e Santarossa Teresa, di 50 giorni, deceduta il giorno prima. Il cimitero, con l'oratorio e camera mortuaria, era stato costruito volontariamente dagli abitanti del paese sotto la direzione del parroco Cescutti Antonio che auspicava, a breve, la realizzazione di una strada dalla piazza della chiesa al cimitero.

Il 14 novembre 1862, nella residenza comunale, ebbe luogo l’asta per la “sistemazione completa del pubblico cimitero di Aurava nel comune di San Giorgio secondo il progetto Missio 30 settembre 1860”.

Il 5 dicembre 1862 Santarossa Antonio, di Carlo, di anni 66 di Provesano, cadde in un fossato all’interno del villaggio di Pravisdomini ove morì annegato nonostante i lunghi tentativi, durati quattro ore, per salvarlo.

Il 17 dicembre Volpato Giacomo, che aveva terminato gli assegnati lavori presso il cimitero di Aurava, fu invitato presso il Regio Commissariato di Spilimbergo per un resoconto su quanto eseguito.

1863 Nell’aprile 1863 De Marco Francesco, cessando l’arrivo nel porto di

Cosa, chiuse l’attività di vendita di legname d’opera e da fuoco.

Il 28 ottobre 1863, su pressione della popolazione di San Giorgio e San Martino, la Deputazione inviò al Regio Commissariato una nota nei confronti di Tesan Osvaldo, detto Miedi, di San Giorgio, che nei pressi del ponte tra San Giorgio e Pozzo, arbitrariamente avrebbe prelevato, non solo per uso domestico ma anche per irrigare la sua “braida”, un terzo dell’acqua della roggia che da Provesano portava a San Martino ai cui abitanti, a causa dell’asportazione, sarebbe giunta acqua insufficiente per le loro esigenze.

1864 Nel 1864 il sacerdote Fabrici Pietro di Gio.Maria fu nominato

cappellano di Cosa. Eserciterà tale funzione sino alla sua morte avvenuta il 22 ottobre 1872 all’età di 48 anni. Fu sepolto nel cimitero della frazione.

Il 12 febbraio 1864 alcuni giovani di Domanins presentarono “domanda

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del permesso politico per tenere, con la debita riserva per le funzioni, una festa da ballo” da realizzare il successivo giorno 14 in occasione della festa del “titolare della chiesa” San Valentino.

Il 21 maggio 1865 in un fossato lungo la vecchia strada postale in territorio di Provesano venne trovato, annegato, il questuante cinquantanovenne Brovedani Gio.Maria di Clauzetto.

Il 7 luglio 1865 nel fiume Tagliamento, in territorio di Gradisca, fu trovato, dopo alcuni giorni dall’annegamento, il cadavere della quarantunenne Sacilotto Maria di Murlis.

Il giorno medesimo furono pubblicati i ruoli dei filandieri di seta. Risultavano iscritti i nobili Spilimbergo Francesco di Giulio con 6 caldaie, il fratello Venceslao con 5 caldaie entrambi di Domanins, Partenio Daniele di Bernardo di Pozzo con una caldaia e Crovato Antonio di Leonardo di Rauscedo con 2 caldaie.

Il 29, 30 e 31 agosto 1864, il sacerdote Zuliani Antonio di Valvasone, Ispettore Scolastico provinciale, effettuò una visita alle scuole di San Giorgio e Cosa, Rauscedo e Domanins e Pozzo.

Il 17, 18 e 19 settembre 1864 a cura dell'Associazione Agraria Friulana, della cui commissione faceva parte anche Pecile Gabriele Luigi, che come già accennato nel 1851 aveva acquistato una villa ed un’importante tenuta a San Giorgio 153 , venne promossa, in occasione dell'adunanza autunnale, una mostra di prodotti agrari (uve-frutta-cereali-radici-piante tessili-oleifere-foraggiere). Per i vini erano previsti "saggi" delle uve nostrane Rifosc o rifosco, Verdùz, Curvin, Piccolit, Pignul o pignolo, Cividin, Beverd, Marzemina, Negruz, Fumat, Vinos, Pinzanat, Schiava o sclave, Rabbosa, Ribola, Recondin biond o cipro.

Il 27 settembre venne pubblicato un manifesto-invito a partecipare a Gorizia, in occasione di una festa secolare, all’esposizione generale dei prodotti del suolo, dell’industria e di animalia in programma nell’autunno 1865. L’iniziativa era riservata “alla principesca Contea di Gorizia e Gradisca, alla Città di Trieste e suo territorio, all’Istria ed alla provincia del Friuli Veneto”.

Il 16 ottobre 1864, per iniziativa della Banda Tolazzi o Banda di

153 L'Associazione Agraria Friulana, alla quale aderiva anche Gabriele Luigi Pecile, sarebbe stata usata anche come struttura di copertura per un organismo patriottico antiaustriaco

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Navarons, ebbero inizio quelli che furono definiti “Moti di Navarons”; 63 volontari, alcuni dei quali già garibaldini ed indossanti la camicia rossa, guidati dai comandanti Tolazzi Francesco ed Andreuzzi Silvio, con la supervisione di Andreuzzi Antonio, padre di Silvio, promotore dell’iniziativa, cercarono di sollevare le popolazioni della zona dello Spilimberghese e Maniaghese. A Spilimbergo il Tolazzi chiese ed ottenne la resa del presidio della Gendarmeria. La stessa cosa avvenne a Maniago. In entrambe le cittadine vennero affissi numerosi proclami firmati da “La Banda delle Alpi friulane”. Ma gli abitanti delle due cittadine come di altri centri minori, sebbene più volte invitati, non accolsero le esortazioni dei rivoluzionari. Il tentativo fallì, anche per il pronto intervento delle forze austriache avvertite dal capo gendarme di Spilimbergo, Gerardi. I componenti si dettero alla macchia inseguiti dai reparti militari e della gendarmeria guidati dal generale Krismanic (von) Gedeon Ritter. A Maniago, sotto il comando del Delegato provinciale Caboga Bernardo, venne posto il quartier generale austriaco. Dopo un lungo peregrinare per le montagne della zona ed uno scontro con i militari, che lasciò sul terreno un morto (austriaco) e quattro feriti (due della Banda) l’8 novembre il gruppo venne sciolto. Il promotore, il sessantenne dott. Andreuzzi Antonio, braccato dalla gendarmeria, continuò da solo la rocambolesca fuga. Il 30 novembre passò per Rauscedo diretto a Castions di Zoppola. Il 3 dicembre a Casarsa, travestito da prete, addirittura aiutato dai gendarmi austriaci, salì sul treno diretto a Padova ed il 5 dicembre riuscì a superare il Po raggiungendo la salvezza154.

Il 2 novembre 1864 la Deputazione Comunale composta da Luchini Pietro e Bratti Giovanni, accompagnati dal Cursore comunale effettuò un accurato controllo presso le osterie e posterie del comune. Il controllo, se si escludono alcune piccole irregolarità sulle misure nei negozi di Bulliani Giacomo e Variola Antonio, diede esito negativo. Analogo controllo, con esito negativo, venne effettuato anche il 5 gennaio 1865.

Il 14 novembre la Deputazione Comunale di San Giorgio, su invito del Regio Commissariato di Spilimbergo elargì la somma di 40 fiorini per un fondo creato per bisogni di Polizia. Nel marzo successivo, venendo meno i motivi della creazione del fondo tale somma fu restituita alle casse del comune.

Il 3 dicembre 1864 fu rilasciata a Pecile Gabriele Luigi, che verrà

154 G.G. Corbanese - Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento - Del Bianco Editore 1995, pagg. 373 e seguenti

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rappresentato da Tramontin Antonio, la licenza per la vendita di vino.

Il 10 dicembre “morì nell’ospitale di Trieste” Lenarduzzi Osvaldo di Giuseppe di San Giorgio che si era ivi trasferito per lavorare come facchino.

Il 29 dicembre, a seguito di alcuni casi di vaiolo, diffusosi in Forni di Sopra, vennero nuovamente richiamate le locali autorità per un ulteriore impegno a favore delle vaccinazioni o rivaccinazioni da attuarsi nella primavera dell’anno successivo.

Il 30 dicembre ebbe luogo una riunione del consiglio comunale di Spilimbergo con all’ordine del giorno la costruzione, del tronco di competenza, della strada che da Barbeano mette a Rauscedo. Il progetto, già peraltro presentato ancora nel 1847 dall’ingegnere Cavedalis Giovanni Battista e che avrebbe risparmiato il lungo tragitto per San Giorgio, Pozzo, Cosa e Provesano, trovò l’opposizione, all’esproprio dei terreni, di numerosi possidenti di Spilimbergo e San Giorgio e venne accantonato.

Ed il nostro era ancora territorio dell’Impero quando Massimiliano d'Asburgo, fratello dell'Imperatore Francesco Giuseppe, già contrammiraglio e comandate della Marina Austriaca, Vicerè del Lombardo Veneto dal febbraio 1857 al novembre 1859, allora abitante nel castello di Miramare a Trieste, partì per il Messico ove gli era stata offerta la corona imperiale di quello Stato155.

1865 Con il primo gennaio 1865 la Deputazione Comunale assunse, in via

economica, la manutenzione delle strade. Venne pertanto a cessare l’attività di Bisutti Antonio, D’Andrea Sante e Volpato Giacomo già, in passato, addetti al settore.

155 Partì per il Messico, assieme alla moglie Carlotta, il 14 aprile 1864 dopo aver rinunciato ai diritti ereditari della Casa d'Austria. Divenuto imperatore, con il nome di Massimiliano I, si trovò a dover governare un paese sconvolto dalla guerra civile guidata da Benito Juàrez, in una situazione politica molto difficile essendo venuto meno l'appoggio dei francesi che, principalmente con Napoleone III, avevano caldeggiato l'iniziativa. La sua sarà un'avventura breve. Catturato verrà fucilato, a Querétaro, il 19 giugno 1867. Il 18 gennaio 1868 la nave Novara approdò a Trieste con la salma di Massimiliano, che verrà tumulata a Vienna nella cripta dei Cappuccini

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16. Logo e timbro della Deputazione comunale di San Giorgio nel 1865

Il 9 gennaio il cappellano Beacco Sante veniva nominato, dal dirigente scolastico Zuliani don Antonio di Valvasone, maestro supplente alle scuole di Rauscedo al posto del curato Cigolotti Livio trasferito altrove.

Lo stesso giorno Pellegrin Paolo di Giovanni di Domanins chiese il rinnovo del libretto di scorta (passaporto) per le provincie della Svizzera, documento peraltro già rilasciatogli, nel 1862, per il Regno di Napoli.

Il 18 gennaio analoga istanza intesa ad ottenere il passaporto per la Svizzera pervenne da Giusti Pietro di Tommaso di Domanins, che nel 1863 aveva ottenuto tale documento per Roma.

Sempre il 18 gennaio, nel riscontrare una richiesta del Regio Commissariato, la Deputazione riferì che Partenio Caterina, era assente dal territorio nella maggior parte del periodo annuale perché domiciliava a Coltura di Polcenigo quale perpetua del figlio De Zorzi Daniele curato della frazione. La stessa mancò ai vivi, nella frazione pedemontana, il 14 dicembre 1889.

Ancora il 18 gennaio la Deputazione Comunale comunicò, all’analogo ufficio di San Martino, che i frazionisti del comune avevano riattato la strada verso quell’abitato chiedendo lo stesso intervento per il tratto di competenza. Per tale intervento, nell’ottobre successivo, detti frazionisti ricevettero un compenso di 300 fiorini che utilizzarono per la fusione delle nuove campane della pieve.

Il 20 gennaio 1865 morì a Visinale di Pasiano la quindicenne di Aurava Dreon Luigia, di Giacomo, che da tempo avrebbe “girovagato malaticcia nei dintorni di Pordenone”. Assieme alla comunicazione la richiesta del pagamento delle spese di tumulazione ammontanti a 4,78 fiorini. Essendo la famiglia “miserabile” fu compilato il relativo certificato.

Il 26 gennaio vennero presentate dal riservista Marascutti Giorgio156 e da Pellegrin Davide di Gio.Battista le domande per il rilascio del

156 Per i dati anagrafici si veda il capitolo “Gli ultimi servitori dell’Impero”

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passaporto rispettivamente per Pola e per la Svizzera. Analoghe richieste vennero presentate dal soldato Lenarduzzi Agostino per Verona, da Venier Paolo di Beniamino di Domanins per la Svizzera, da Lenarduzzi Michele, Lenarduzzi Francesco e Dell’Anna Luigi per le provincie dell’Impero.

Il 27 gennaio il Regio Commissario di Spilimbergo chiese alla Deputazione Comunale l’immediata comunicazione di “qualsiasi incendio, morte accidentale, ferimento o furto importante, comparsa di forestieri sospetti o di qualsiasi altro fatto di speciale importanza”.

Ancora il 27 gennaio Marcon Antonio fu Marco, inabile, padre del coscritto Gio.Battista, chiese il congedo del figlio, unico a provvedere al mantenimento della famiglia.

Il 29 gennaio venne comunicato che Luchini Giovanni di Giovanni si sarebbe portato a Venezia. Probabilmente ivi coniugatosi non consta abbia più fatto ritorno nel territorio comunale.

In un’informativa al Regio Commissario, datata 7 febbraio 1865, venne comunicato che Volpato Giovanni di Leonardo si trovava presso la Casa di Correzione di Venezia ove scontava una “condanna a carcere duro”. Per lo stesso fu proposta, nel maggio successivo, la continuazione della pena a piede libero.

Nel febbraio vennero presentate le richieste di passaporto da Lenarduzzi Antonio, Venier Ferdinando, Lenarduzzi Santo di Giacinto, Zavagno Giovanni, De Candido Antonio di Benedetto, Bonutto Giuseppe e Zavagno Gio.Battista. Quest’ultimo era già stato munito di analogo documento nel 1859.

L’8 febbraio venne richiesta la dispensa della minore età per Tramontin Maddalena di Aurava per poter contrarre matrimonio con Luchini Giacomo.

Il 13 febbraio venne indetto un concorso per medico del comune di San Giorgio. Il sanitario, secondo i termini, avrebbe dovuto assistere una popolazione di circa 2.800 persone, dei quali 1800 poveri da curarsi gratuitamente, con uno stipendio annuo di 525 fiorini compresi i 125 di indennizzo per il mezzo di trasporto.

Il 15 febbraio, nel rispondere alla richiesta del Regio Commissariato la Deputazione Comunale dichiarò che nel territorio non erano presenti elementi ciechi o sordomuti.

Il 16 febbraio la Delegazione Provinciale del Friuli diffuse un manifesto

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con il quale, essendosi sviluppata nel distretto di Capodistria la peste bovina, invitava le autorità civili e mediche ad una stretta vigilanza “specialmente sulle provvenienze dei Bovini colle strade ferrate, sulle fiere, mercati, e passaggi”.

Il medesimo giorno 16 giunse a Marcon Giacomo di Gio.Battista di Cosa una diffida a pagare 6,38 fiorini, all’ospedale di Klagenfurt, per cure e mantenimento praticate, nell’ottobre 1863, al figlio Costantino che, probabilmente, si era ivi recato per lavoro.

Il 21 febbraio vennero chiesti i rinnovi dei “libretti di scorta” (passaporti) dei fratelli Lenarduzzi Domenico e Giuseppe di Sante di Domanins. Essendo gli stessi soggetti alla leva il padre garantì, in caso di necessità, un pronto rimpatrio o il pagamento della “tassa di supplenza”157.

Il 23 febbraio fu chiesta la dispensa d’età del minore Lenarduzzi Antonio di Angelo di Pozzo.

Il primo marzo 1865, nel rispondere ad una richiesta, venne comunicato che nell’ultimo quadrimestre non si erano verificati casi di pellagra.

Il 5 marzo venne presentata da Pasquin Gio.Battista, militare in permesso, la domanda del passaporto per recarsi a Trieste.

Il 7 marzo l’I.R. Commissario Distrettuale diffuse un manifesto contenente l’obbligo per i locandieri di trascrivere i nominativi dei clienti in un apposito registro comunicandone i dati alle deputazioni comunali. Tale obbligo era esteso anche ai privati ai quali era fatto, inoltre, divieto “di dare ricetto notturno sui loro fienili o nelle loro case e adiacenze ad individui girovaghi mendicanti, ecc., sieno essi del medesimo o diverso paese”. Per i contravventori erano previste ingenti pene pecuniarie e l’arresto da 1 a 14 giorni.

Il 15 marzo De Candido Gioacchino di Domanins presentò, alla competente autorità militare, una supplica per la concessione di un permesso illimitato (congedo) a favore del figlio Leonardo arruolato nel 1864 nel Reggimento Principe di Russia. A corredo della domanda la difficile situazione familiare con figli ammalati e non in grado di sostenere la famiglia.

Il 20 marzo l’ingegnere Rizzani Antonio fece, a Cosa, un sopralluogo al “ponte in muratura costruito nelle vicinanze del molino della frazione”.

157 I due fratelli si portarono in Ungheria ove si sposarono e divennero impresari edili.

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Il 27 aprile effettuò analoga visita al ponte della roggia presso il mulino di Aurava.

Il 21 e 22 marzo, si riunì a Maniago la Commissione di Assento per valutare “l’assento dei coscritti” del distretto di Spilimbergo (per cui anche quelli del comune di San Giorgio) circa la loro posizione di coscritti requisiti.

Il 22 marzo il militare in permesso Lenarduzzi Angelo fu richiamato al corpo. In quel periodo lo stesso si trovava a Verona in qualità di domestico.

Il 23 marzo da parte delle autorità comunali fu effettuato un accurato controllo su aziende ed esercizi del comune. Furono controllati un filandiere di seta, 3 osti, 2 mugnai e 3 prestinai rilevando, comunque, mancanze di poco conto.

Il 27 marzo, nel rispondere ad una richiesta dell’autorità militare, venne comunicato che i coscritti Volpato Vincenzo di Marco e Luchini Angelo si trovavano altrove mentre Cancian Giacomo, Zavagno Francesco e Fabris Pietro sarebbero stati in carcere.

Il 31 marzo, dal Civico Ospitale degli Infermi e Casa degli Esposti di Udine, venne consegnato alla famiglia di Sclabasso Gio.Battista di Aurava e direttamente alla moglie Lenarduzzi Angela l’esposto Valentino Sesto nato il 15 febbraio 1865 e battezzato, lo stesso giorno. La coppia aveva già tre figli ed il loro caritatevole gesto non ebbe buon fine. Infatti il bambino morì il 3 febbraio 1866.

L’8 aprile 1865 il militare Bisutti Natale fu urgentemente richiamato al Corpo.

Il 22 aprile Marascutti Giorgio, militare di riserva, chiese l’autorizzazione a contrarre matrimonio con Cancian Teresa di Sante, asseritamente per assistere il vecchio genitore Osvaldo. Il permesso fu concesso e, sposatisi il 27 luglio 1865, ebbero 6 figli.

Il 28 aprile morì a Gradisca, parrocchia di Provesano, per problemi polmonari, il curato ventiseienne Cargnelli Francesco, di Giovanni, nativo di Lestans.

Il 6 maggio 1865 vennero nominati stradini e guardie campestri per il comune di San Giorgio Sclabasso Giacomo di Giuseppe della frazione di Aurava e Bertuzzi Sante di Gio.Battista per la frazione di Rauscedo. Per gli stessi, che avevano anche il compito di “impedire i pascoli abusivi che danneggiano le strade e le private proprietà ed i tanti furti campestri che

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sono uno dei flagelli dell’agricoltura di questo Comune” fu chiesto, dalla Deputazione Comunale, il porto di fucile assicurando che “non ne faranno abuso”. Tale richiesta fu, comunque, respinta nel luglio successivo.

L’11 maggio Lenarduzzi Giacinto di Sante chiese il passaporto per recarsi, per lavoro, a Verona.

Il 20 maggio moriva Sedran Teresa, moglie di Cilio Leonardo di Cosa. Essendo gli stessi dichiarati “miserabili” la tumulazione fu a carico del comune che, inoltre, pagò la cassa al falegname Chivilò Luigi dello stesso paese.

Nel rispondere ad una richiesta del Regio Commissariato la Deputazione Comunale fornì, il 26 maggio, positive informazioni su Crovato Antonio di Leonardo di Rauscedo smentendo le informazioni che lo indicavano “di porre in circolazione false monete”.

Il 29 maggio ebbe luogo presso la sede municipale, su proposta della Curia Vescovile, una riunione dei capi famiglia di San Giorgio e di Aurava per cercare un accordo “sulle campane della Chiesa Parrocchiale”. Il “casus belli”, già in atto da diversi mesi, fu determinato dal contributo che i frazionisti di Aurava avrebbero dovuto corrispondere per la rifusione delle campane della pieve dopo la rottura di una di esse158. In quel periodo gli abitanti di Aurava, essendo la vecchia chiesetta in disuso, avevano iniziato a costruirne una nuova ma nel frattempo frequentavano la parrocchiale di San Giorgio, partecipando, con i propri simboli, alle funzioni e contribuendo alle spese. I frazionisti di Aurava si opposero, con varie motivazioni, al pagamento di parte della spesa. Ciò creò continui malintesi, si arrivò ad offese e minacce, in qualche occasione fu necessaria la presenza dei gendarmi anche se solo per motivi precauzionali. Fu anche evidenziata la possibilità che, durante le processioni, Aurava avesse “perso il diritto di portare uno stendardo, un doppiere, una croce e l’immagine della N.S. del Rosario”. L’intervento della Curia e delle autorità convinse i frazionisti di Aurava a dare la parte spettante che, però, per ritorsione non venne accettata dai sangiorgini. Quando sembrava che la situazione dovesse precipitare tutto si calmò e, con il passare del tempo, scemò cessando completamente con l’inaugurazione della chiesa di Aurava.

158 Le precedenti campane furono collocate nel 1697. Nell’occasione il pievano pre Nicolò Simonatti scrisse:”La campana grande pesa libre mille novecento e ottanta, la mezana pesa libre novecento, la piccola pesa libre seicento. La grande fu posta sul campanile l’anno 1697 adì 7 febraro et era gran quantità di neve”

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Il 16 giugno 1865 l’ingegner Rizzani Antonio, essendo stato incaricato dell’ampliamento del cimitero di Domanins, fece un accurato sopralluogo onde prendere conoscenza dei lavori.

Il 21 giugno fu comunicato il numero delle persone e degli animali di Domanins, San Giorgio, Rauscedo ed Aurava utile a determinare l’aumento della portata d’acqua per la roggia di Domanins: a San Giorgio erano presenti 545 persone, 104 bovini, 12 cavalli e 518 pecore; a Domanins 650 persone, 192 bovini, 9 cavalli e 615 pecore; a Rauscedo 538 persone, 164 bovini, 11 cavalli e 418 pecore; ad Aurava 357 persone, 108 bovini, 3 cavalli e 200 pecore.

Nella prima mattinata del 22 giugno la guardia campestre Sclabasso Giuseppe trovò Mitri Gio.Battista di Angelo, con due armente, al vago pascolo nei prati denominati “Trisolino al di sopra di San Giorgio” di altrui proprietà. In municipio fu trovato l’accordo con i danneggiati, che “convengono di recedere dal procedere per questa volta in confronto del Mitri previo che il medesimo si obblighi di far celebrare una officiatura entro il mese di agosto a suffragio delle anime del Purgatorio dando in prova la ricevuta del reverendo parroco”.

Il 24 giugno l’I.R. Delegato Provinciale Caboga Bernardo emise una circolare con la quale, segnalando la morte di un bue per antrace ed il conseguente decesso di un individuo che ne aveva mangiato la carne, richiamò le autorità a severe misure precauzionali e repressive invitando i parroci a segnalare il fatto durante le funzioni.

Il 30 giugno il Regio Commissario comunicò il divieto di fornire, anche se richieste, informazioni politiche direttamente all’Autorità Giudiziaria dovendo le stesse essere primariamente dirette al Commissariato Distrettuale di Spilimbergo.

Il 10 luglio 1865 la Deputazione fornì, a richiesta, l’elenco dei libri necessari alle scuole del comune. Oltre ai libri di lettura, grammatica e calligrafia vennero richieste 7 copie di “Vie del Paradiso”, 7 copie de “L’Anima a Dio”, 7 copie di “Via del Cristiano”, 2 copie “La Guida della Gioventù” e 7 copie de “Brevi atti per la SS. Comunione”.

Lo stesso giorno fu arrestato, per motivi non noti, De Monte Giacomo di Lorenzo di San Giorgio. Le favorevoli informazioni della Deputazione Comunale furono indirizzate verso la liberazione dell’interessato.

Il 20 luglio fu presentata alla Regia Pretura una denuncia di Luchini Francesco di Daniele nei confronti di Sbrizzi Gio.Maria.

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Il 21 luglio Lenarduzzi Gabriele e Sedran Antonio, entrambi di Pozzo, denunciarono il furto delle foglie di diversi gelsi. Gli stessi indicarono come possibile autore Lenisa Giovanni, detto Burina, fu Giacomo di Cosa per il quale venne chiesto un “esame domiciliare” da parte della Reale Gendarmeria.

Il 28 luglio ebbe luogo una zuffa tra Lenarduzzi Giuseppe di Giuseppe e Pascut Giuseppe di Gio.Battista entrambi di Pozzo. Nella colluttazione il Pascut riportò contusioni tali da dover ricorrere alle cure del medico. Il fatto fu segnalato alla Regia Pretura.

Il 28 luglio vennero inoltrate le domande di passaporto di Volpato Giovanni di Bernardo per Vicenza e del militare Lenarduzzi Gio.Antonio di Domanins.

Il 30 luglio i frazionisti di San Giorgio, a nome delle circa 600 persone del capoluogo, chiesero l’approfondimento del pozzo, costruito da pochi anni ma asciutto nella stagione estiva. La richiesta, presentata anche per l’insalubrità dell’acqua del rojello proveniente da Provesano, venne fatta propria dalla Deputazione che, con l’assicurazione che la popolazione avrebbe provveduto al pagamento dei circa 100 fiorini necessari, inoltrò le necessarie richieste. Per il progetto fu incaricato l’ingegner Cavedalis Alessandro.

Il 5 agosto 1865 furono denunciati alla Regia Pretura Bier Osvaldo e Fornasier Gio.Battista.

Il 9 agosto il militare in permesso Filipuzzi Sebastiano chiese il passaporto per recarsi, per lavoro, a Verona.

Sempre il 9 agosto furono emanate nuove misure preventive contro il cholera. Oltre alle disposizioni di separazione degli ammalati veniva disposta la disinfezione con il protosolfato di ferro, il cloruro di calce oltre a suffumigi159 di Guyton-Morveaux e di Smith.

L’11 agosto Volpato Gio.Battista di Osvaldo, essendo deceduto il primo figlio e trovandosi in difficoltà economiche, chiese l’interessamento della Deputazione Comunale per far concedere un permesso di 15 giorni al secondo figlio Annibale gendarme presso il 3° Reggimento di stanza a Quingentole nel mantovano.

Lo stesso giorno Della Pietà Basilio venne trovato a “vagabondare in

159 Riduzione in fumo o in vapore di sostanze medicamentose o disinfettanti a scopo inalatorio o per disinfezione di ambienti

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Rauscedo” ed il fatto fu segnalato all’autorità giudiziaria.

Il giorno medesimo Leon Giovanni e D’Andrea Vincenzo di Antonio chiesero il rinnovo del passaporto rispettivamente per Napoli e per i territori dell’Impero.

Il 19 agosto Marcon Antonio di Marco di Cosa, padre del soldato Gio.Battista arruolato nell’Imperial Regio Reggimento Fanti n. 26 rinnovò la richiesta, già presentata a gennaio, del congedo per il figlio per gravi motivi di salute dei familiari.

Il 21 agosto Lenarduzzi Luigi di Antonio di Domanins e Lenarduzzi Leonardo chiesero il rilascio del passaporto per l’estero.

Il 22 agosto 1865 ebbe luogo l’asta per “il diritto di passo con doppia barca sul Tagliamento fra Dignano e Spilimbergo e della così detta Muda 160 sulle zattere e sui legnami fluttuanti nella suddetta località esercitabile dal confine di Ragogna e quello di Turrida da una parte e dal punto di Bando ad Aurava dall’altro …”.

Il 26 agosto Luchini Giacomo e Volpato Daniele si aggiudicarono i lavori di costruzione di un nuovo ponte sulla roggia di Lestans in Aurava.

Il 26 agosto l’ingegnere Missio Antonio fu eletto collaudatore delle opere stradali nei comuni di San Giorgio, Sequals, Meduno, Tramonti di Sopra e di Sotto e Vito d’Asio161.

Il 31 agosto la locale Deputazione Comunale inviò al Regio Commissario una lettera di protesta per la condizione della ex strada militare che attraversava il territorio, danneggiata dal passaggio di “pesanti macigni che vengono condotti dalle cave di Lestans e Valeriano al ponte della Delizia”.

Il 4 settembre 1865 gli abitanti di Rauscedo presentarono la richiesta di costruzione di un ponte sul “rugo detto della roja”. Tale costruzione, oltre che agli abitanti di Rauscedo, sarebbe stata a disposizione “di tutti i passeggieri e più di tutti agli abitanti delle frazioni di Pozzo, San Giorgio ed Aurava i quali devono transitarlo spesso con carichi di sassi che vanno a levare dal torrente Meduna per condurre alla fornace di Pozzo”.

Lo stesso giorno venne inoltrata, alla Regia Pretura, la denuncia di

160 Tassa particolare che si pagava per il transito di merci 161 L’ingegnere Rizzani Antonio assumeva analogo controllo a Spilimbergo, Pinzano, Forgaria, Travesio, Castelnovo e Clauzetto

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D’Andrea Gio.Battista di Antonio nei confronti di Bertuzzi Sante. Il 13 settembre il dottor Zilli Carlo fu nominato medico condotto del

comune.

Il 14 settembre, la Deputazione Comunale inoltrò, con parere favorevole, l’istanza del possidente Pecile Gabriele Luigi affinché fosse tolto allo stesso, unico che ancora doveva provvedere alla vendemmia, il divieto alla raccolta.

Il 15 settembre venne annunciato l’inizio delle vaccinazioni o rivaccinazioni d’autunno chiedendo ai parroci di “promuoverne dall’altare la più diffusa attuazione”.

Il 16 settembre venne chiesto, dalla regia Pretura di Spilimbergo, il nominativo della persona che avrebbe dovuto sostituire il defunto Tesan Angelo di Cosa, tutore dei minori Domenico e Rosa figli del fu Tesan Giacomo. L’incarico fu assunto dal prozio Tesan Sante.

Il 24 settembre venne chiesto a Tonello Vincenzo di Giacomo il pagamento delle spese sostenute per la cura ed il mantenimento del fratello gemello Tonello Antonio nel “Civico Ospitale di Trieste”, città ove si era trasferito, giovanissimo, per operare come facchino.

Il primo ottobre 1865 si sviluppò a Cosa, presso un fabbricato di proprietà dei conti Maniago, abitati dall’affittuario Tesan Antonio, un vasto incendio che intaccò anche altri edifici, della medesima proprietà, abitati da Cilio Giovanni. L’incendio, che non provocò perdite umane o animali, fu spento dal pronto intervento degli abitanti di Cosa e Pozzo.

Il 4 ottobre, in occasione dell’onomastico dell’Imperatore Francesco Giuseppe, le autorità furono invitate a partecipare alla funzione solenne ordinata a tutti i reverendi parroci.

Il 9 ottobre il Regio Commissario, nell’inviare i manifesti della Lotteria di Stato, invitò tutti i comuni del distretto ad acquistare alcune cartelle “al prezzo di fiorini 3 in banconote”.

Il 14 ottobre il militare De Candido Antonio, in permesso, venne richiamato in servizio. Trovandosi, con regolare passaporto a Venezia lo stesso non si presentò. Venne nuovamente convocato per il giorno 26 diffidandolo “che in caso d’inobbedienza verrà considerato quale disertore e quindi come tale punito”.

Il 16 ottobre venne chiesto, dal Regio Commissario, “anche in via riservata quale sia stato il contegno e la fama del signor Gava Gio.Batta

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nella biennale gestione di verificatori di pesi e misure per codesto distretto”.

Il 18 ottobre venne autorizzato lo sbarco di borre, provenienti dalla fluttuazione lungo il Tagliamento, nei porti di Cosa e Pozzo. Nell’occasione i frazionisti dei due abitati furono invitati a mantenere in ordine l’argine interessato allo scarico.

Il 26 ottobre la Regia Pretura di Spilimbergo comunicò alla Deputazione la volontà del defunto Volpato Daniele di “dispensare austriache £. 300 ai poveri di Aurava e con posteriore codicillo disporre di austriache £. 100 a favore degli stessi poveri di Aurava”.

Il 30 ottobre venne inoltrata, per la terza volta la richiesta di apertura di una nuova prestineria con rivendita di sale e tabacchi in Cosa da parte di Filiputti Gottardo.

Lo stesso giorno venne presentata la richiesta del rinnovo del passaporto di D’Andrea Natale.

Il 31 ottobre venne chiesto il documento d’espatrio per Pascut Sebastiano, detto Blanc, di Pozzo che già nel 1835 era emigrato per Trieste e successivamente per Treviso.

Il 19 novembre 1865 vennero fornite, al Regio Commissariato, favorevoli informazioni sui fratelli Leon Giacomo e Giuseppe, di Basilio di Rauscedo, al tempo trafficanti di vitelli da macello.

Il giorno dopo il Regio Commissariato venne informato che, nel territorio, non erano stati registrati casi di pellagra e vaiolo umano.

Il 30 novembre Volpato Giovanni di Bernardo di Pozzo avanzò richiesta per la concessione del passaporto per Trieste ove occuparsi come facchino. Essendo lo stesso precettato per la leva la risposta fu negativa. Anche una successiva richiesta di portarsi a Bolzano del Tirolo per lavori ferroviari fu, per lo stesso motivo, respinta.

Analoga istanza fu presentata, lo stesso giorno, da D’Andrea Guglielmo, militare di fanteria in permesso che intendeva recarsi, per lavoro, a Venezia. La risposta, ottenuto il N.O. del Comando Completamento Fanti n. 26 di Udine, fu in questo caso positiva.

Il 6 dicembre 1865 venne presentata alla Regia Pretura, dal medico condotto, una denuncia per lesioni che Volpato Giacomo di Andrea di Aurava avrebbe asseritamente subito da Tramontin Pietro di Valentino di San Giorgio.

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Il 15 dicembre, da parte del “civico ospitale” di Verona, venne chiesto il saldo delle spese sostenute per le cure prestate a Lenarduzzi Agostino e Venier Giacomo (deceduto in ospedale il 30.10.1865) entrambi di Domanins. Analoga richiesta venne trasmessa, dall’ospedale di Trieste, per Cancian Antonio e Lenarduzzi Osvaldo di Giuseppe. Mentre per Lenarduzzi Agostino, Venier e Cancian fu compilato il certificato di miserabilità per Lenarduzzi Osvaldo fu comunicato che “il genitore è annoverato fra i cento maggiori estimati del comune e quindi non miserabile”.

Il 21 dicembre a Tesan Luigi di Cosa, militare congedato, fu rilasciato il passaporto per la città di Pola ove si sarebbe recato per lavoro.

1866 E arriviamo al 1866, ultimo anno di esistenza del Regno Lombardo

Veneto che incominciò con la compilazione dei ruoli Arti e Commercio che rimasero praticamente uguali all’anno trascorso con la differenza che Luchini Giacomo fu iscritto quale fornitore di ghiaia per le strade del comune.

Nel gennaio 1866 venne pubblicizzata l’Esposizione agraria e forestale in programma, nel seguente mese di maggio, presso il Prater di Vienna. La manifestazione aveva in programma la presenza di prodotti agricoli e forestali, la mostra di animali (cavalli, bestie cornute, pecore, maiali, volatili e cani), la mostra di macchine ed attrezzi rurali e forestali nonché di oggetti d’economia domestica per gli agronomi e forestali.

Il 18 giugno 1866, presso la sede municipale, fu bandita l’asta per i “lavori di fondazione, di muratura e di cancellata del Cimitero di Domanins frazione del Comune di San Giorgio”.

Il 20 giugno ebbe inizio la Terza Guerra d’Indipendenza combattuta dal Regno d’Italia, alleato della Prussia, contro l’Impero austriaco. La guerra terminò l’11 agosto con la firma dell’armistizio di Cormons. Come noto nonostante le sconfitte inflitte dall’esercito austriaco, per terra e per mare, (unico a vincere fu Garibaldi con i reggimenti di volontari), grazie alla vittoria dei prussiani a Sadowa, la provincia di Mantova, il Veneto e la maggior parte del Friuli furono ceduti formalmente alla Francia, intervenuta diplomaticamente, che a sua volta li assegnò all’Italia. Già prima, nella notte tra il 21 e 22 luglio, gli ultimi soldati austriaci lasciarono Udine ove una Deputazione Comunale e la Guardia Civica, si occuparono del governo della città. Il 19 ottobre, a Venezia, avvenne il passaggio formale tra la Francia e l’Italia. Il plebiscito, del 21 e 22 ottobre 1866,

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confermò l’annessione. Per quanto ci riguarda, nel nostro comune, tutti i 662 votanti, con il sì, optarono per l’annessione al Regno d’Italia di Vittorio Emanuele II.

Tra i volontari garibaldini nel Trentino viene indicato, sempre dal Corbanese, nella pagina 403 del già citato volume, il medico Sabbadini Lorenzo di Provesano162. Lo stesso avrebbe, inoltre, partecipato, sempre con i garibaldini, nel 1867, all’assalto a Porta San Paolo di Roma ed alla campagna nell’Agro Romano nonché, nel 1870, alla Presa di Roma alla quale intervennero anche alcuni nostri concittadini inquadrati, però, regolarmente nel Regio Esercito.

Bastarono pochi giorni per verificare che se anche il comune aveva cambiato dipendenza, come nella regola matematica, “invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”, le cose non mutarono, almeno per i ceti più poveri. Infatti già il 2 novembre 1866, Sella Quintino, Commissario del Re e prefetto di Udine, inviò una circolare nella quale, tra l’altro, “Si ricorda l’obbligo che incombe alle Autorità Comunali di procedere senza ritardo alla compilazione dei Ruoli principali del Contributo Arti-Commercio per il prossimo anno 1867”.

Per la predisposizione delle pratiche necessarie alla compilazione dei ruoli, il 17 novembre 1866, avallata dal sindaco Luchini Pietro, subentrato alla Deputazione Comunale, venne rinnovata la qualifica di commesso per Luchini Giacomo Antonio.

Il 21 novembre 1866 mancò ai vivi il sacerdote ottantreenne Pasquin Sante di Giovanni, già mansionario della famiglia Spilimbergo in Cosa. Fu sepolto in quel cimitero.

Il primo ottobre 1867 il sindaco Luchini Pietro, asseritamente per motivi di salute, rassegnò le dimissioni direttamente al senatore Lauzi Giovanni prefetto della Provincia di Udine

Nel 1867, anche per differenziarlo dai tanti omonimi comuni sparsi per il regno, al nome San Giorgio venne aggiunta la denominazione “della Richinvelda”.

Nonostante l’annessione al Regno d’Italia gli uffici di stato civile rimasero di competenza delle parrocchie almeno sino al 1871 quando

162 Non fu l’unico della zona. Nel 2° Btg, bersaglieri del Corpo Volontari Italiani guidato da Garibaldi era presente anche Marzona Carlo di Valvasone che partecipò alla battaglia di Vezza d’Oglio del 4.7.1866

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furono istituiti presso i comuni.

Nello stesso anno, a seguito delle istanze dei suoi abitanti presentate già dal 1868, la frazione di Provesano venne unita al comune di San Giorgio (analoga istanza era stata presentata anche dagli abitanti di Barbeano).

In poco più di 60 anni il nostro territorio cambiò diverse volte reggenti (Repubblica di Venezia, francesi, austriaci, ancora francesi, ancora austriaci e quindi Regno d’Italia). Con l’annessione cessò questo continuo passaggio ma non i problemi. Emigrazione, guerre, occupazioni, profuganza e miseria coinvolsero le nostre genti per lungo tempo. Ma queste sono altre storie che, a Dio piacendo, racconteremo in seguito.

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Gli ultimi servitori dell’Impero

ovvero giovani del comune di San Giorgio chiamati (requisiti) alla leva nell’esercito austriaco

17. Vessillo dell’Esercito imperiale Austriaco

Come abbiamo visto, durante il periodo napoleonico la coscrizione divenne obbligatoria. Il dovere di “servire la patria” continuò anche con il Regno Lombardo Veneto. Vennero costituiti due comandi, a Milano e a Padova, che dipendevano direttamente dall’Aulico Consiglio di Guerra, una specie di ministero, con sede a Vienna. Dal 1826 al 1859 il comando fu unificato con sede a Verona. Dopo il 1859, con la perdita della Lombardia, fu spostato ad Udine città nella quale operava la Commissione provinciale di leva.

Le liste erano tenute dai pievani o parroci (o rabbini se si trattava di

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ebrei) e la durata della ferma, inizialmente di quattro anni, fu allungata a otto. La durata era solo teorica perché in caso di guerra (ed in quel periodo guerre e rivoluzioni non mancarono) veniva prolungata.

Nessuno era esentato, men che meno i nobili i quali, dato il livello di istruzione, entravano in servizio solitamente come cadetto reggimentale e quindi ufficiale. Si poteva chiedere il momentaneo esonero pagando una forte somma di denaro o servendosi di un supplente. Vagabondi, sfaccendati e piccoli delinquenti venivano arruolati con la forza e inviati nelle remote regioni dell’Impero.

Dopo la visita la recluta veniva assegnata al corpo che, per la nostra zona e per tutta la Provincia del Friuli, era, di massima, il K.K. Infanterie Regiment n. 26 (26° Reggimento di Fanteria) con tre battaglioni tra i quali uno di granatieri. Non mancarono nostri concittadini nelle fila degli Ulani (cavalleggeri), dei cacciatori dell’8° battaglione Brigata Principe Federico e della Gendarmeria.

Il 26° Reggimento ha avuto guarnigione in varie città tra le quali Udine (1816 e1836), Buda nel 1852, Olmutz nel 1858 ecc. Una delle scuole d’educazione militare per i cadetti era situata a Cividale. Il reggimento, nel corso degli anni, fu variamente denominato: Re Guglielmo I° dei Paesi Bassi, Ferdinando Vittorio d’Este, Principe Michele, ecc.

Il reggimento, che saltuariamente effettuava le manovre nelle campagne di Aviano, fu pesantemente impiegato nel corso delle grandi e piccole rivolte scoppiate in tutte le provincie dell’Impero e, sino all’annessione, in tutte le tante guerre del periodo. Durante il servizio militare alcuni mancarono ai vivi altri vennero encomiati.

Come riportato in diversi volumi163 in generale i lombardi, veneti e friulani, militari nell’esercito imperiale, non demeritarono facendo sino alla fine il loro dovere. Per quanto concerne i nostri concittadini non sono stati riscontrati, negli atti, episodi di diserzione o di tradimento. Gli stessi mantennero fede al giuramento di lealtà forse spinti anche da uno spirito di corpo rafforzato dai tanti anni al servizio dell’Impero. Dopo l’annessione per i soldati ci furono due alternative. Alcuni, la maggioranza, vennero “messi in libertà” e rimandati a casa; altri cambiarono solo divisa e transitarono nell’esercito del Regno d’Italia. Gli ufficiali, nella quasi

163 Il contro Risorgimento Gli Italiani al servizio imperiale di Isabella Del Fabbro; Soldati dell’Imperatore di Alberto Costantini; Il Friuli Trieste e L’Istria nel periodo napoleonico e nel Risorgimento di G.G. Corbanese

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totalità, scelsero di divenire ufficiali del regio esercito. Esempio di rilievo quello dell’udinese Caneva Carlo prima allievo dell’Accademia militare di Wiener Neustadt poi, come tenente del 7° Reggimento Artiglieria dell’esercito austriaco partecipò alla battaglia di Sadowa. Dopo l’annessione entrò nell’esercito italiano partecipando alla guerra d’Abissinia (1895-1896) e, come comandante del corpo di spedizione, alla guerra Italo Turca. Divenne in seguito governatore della Tripolitania e senatore del Regno.

Quanto accaduto durante il periodo in esame, comprese le guerre d’Indipendenza, è compiutamente riportato nella parte riguardante il Regno Lombardo Veneto. In questo capitolo sono indicati quanti, requisiti, hanno effettuato il servizio militare nell’esercito austriaco. Nell’elenco sono stati inseriti anche i giovani di Gradisca (in quel tempo facente parte della parrocchia di Provesano e presenti in quei registri) e Spilimbergo per quanti riscontrati nei documenti visionati.

Per i giovani nati nei paesi dell’attuale comune (Aurava, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano, San Giorgio, Rauscedo) viene indicato solamente il nome della frazione.

Basso Angelo di Osvaldo e Tomat Angela, nato il 18.3.1830 a Provesano. Requisito militare nel 1851

Battistella Giuseppe di Angelo e Ros Angela, nato il 18.7.1831 a Spilimbergo. Requisito militare nel 1852

Battistella Luigi di Osvaldo e Volpato Domenica, nato il 28.5.1827 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare è deceduto, a Temeswar (attuale Timisoara in Romania), il 30 ottobre 1849

Bertuzzi Anicetto di Antonio e Luchini Angela, nato il 31.5.1836 a Provesano. Requisito militare nel 1857

Bertuzzi Ferdinando di Antonio e Borniavik Francesca, nato il 19.5.1831 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1852

Bertuzzi Giuseppe di Gio.Battista e Bassi Domenica, nato il 9.2.1817 a Rauscedo. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1838 al 1847

Bertuzzi Luigi di Francesco e Zoratto Maddalena, nato il 17.2.1821 a Provesano. Requisito militare nel 1842

Bertuzzi Pietro di Santo e Pittana Teresa, nato il 6.8.1832 a Provesano. Requisito militare nel 1853

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Bertuzzi Pietro di Leonardo e De Zorzi Teresa, nato il 14.5.1833 a Provesano. Requisito militare nel 1854

Bisaro Daniele di Leonardo e Chivilò Giacinta, nato il 6.4.1831 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1851

Bisaro Enrico di Giuseppe e Sedran Maria, nato il 29.8.1829 a Provesano. Requisito militare nel 1850 "e credesi morto"

Bisaro Giacomo di Gio.Battista e Silani Anna, nato il 10.8.1835 a Provesano. Requisito militare nel 1856

Bisaro Giacomo di Leonardo e Chivilò Giacinta, nato il 15.3.1836 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1857

Bisaro Giuseppe di Vincenzo e Bertuzzi Maria, nato il 22.8.1826 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1847. Prestò servizio a Milano

Bisaro Sante di Tommaso e Bisaro Rosa, nato il 9.12.1823 a Gradisca di Spilimbergo. Militare del 26° Rgt. Ferdinando d’Este, 2a Comp. Granatieri. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848. Deceduto a Gradisca il 10 settembre 1853

Bisutti Giovacchino di Daniele e Dell'Anna Maria, nato il 6.6.1813 a Domanins. Requisito militare dal 1834 al 1843

Bisutti Giuseppe di Antonio e Candido Anna, nato il 25.12.1833 a Domanins. Requisito militare nel 1854

Bisutti Natale di Gio.Battista e Cocitto Santa, nato il 27.12.1842 a Domanins. Requisito militare nel 1863

Bonutto Angelo, detto Coz, di Michele e Tubello Catterina, nato l’1.3.1830 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1851

Bonutto Antonio, detto Fogliarin, di Gio.Battista e Venier Cecilia, nato il 24.7.1836 a Domanins. Requisito militare nel 1857

Bonutto Antonio, detto Coz, di Giacomo e Sovran Catterina, nato il 4.41838 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1859

Bonutto Francesco, detto Coz, di Michele e Tubello Caterina, nato il 10.3.1825 a Gradisca di Spilimbergo. Soldato della Gendarmeria Militare. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848

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Bonutto Giovanni, detto Coz, di Giacomo e Filippuzzo Margherita, nato il 5.7.1813 a Rauscedo. Militare requisito e congedato nel 1842

Bonutto Osvaldo, detto Coz, di Michele e Tubello Catterina, nato l’8.5.1820 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1841

Bonutto Pietro Michele, detto Coz, di Giacomo e Sovran Catterina, nato il 19.2.1835 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare nel 1856. In permesso è deceduto, per tubercolosi, il 18 aprile 1863

Borghese Ferdinando di Giuseppe e Sabbata, nato il 29.10.1831 a Cosa. Requisito militare nel 1851

Busolini Giuseppe di Antonio e Luchini Elisabetta, nato l’8.12.1831 a San Giorgio. Requisito militare nel 1852

Cacitti Luigi di Antonio e Volpati Giuseppina, nato il 10.10.1820 ad Aurava. Militare, dal 1841, del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d’Este con sede a Graz. Congedato nel dicembre 1844

Cancian Lorenzo, detto Zoc, di Angelo e Sedran Margherita, nato il 29.7.1834 a Pozzo. Requisito nel 1854 anticipata del 1855

Candido Domenico, detto Bono, di Amadio e D'Agostin Rosa, nato il 29.12.1823 a Domanins. Requisito militare nel 1844. Morto nel maggio 1846 a Domanins

Candido o De Candido Leonardo, detto Coppetin, di Antonio e Castellarin Appolonia, nato il 24.8.1802 a Domanins. Requisito militare nel 1832 e congedato nel 1839

Castellan Giacomo di Giuseppe e Bertoja Angela, nato il 23.7.1833 a Valvasone, immigrato a Gradisca. Requisito militare nel 1854

Cesarin Sante di Felice e Bertoja Giacoma, nato il 30.4.1821 a San Giorgio. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este, Brigata Auer – Divisione Ludolf, dal 1845

Chivilò Angelo, detto Tajet, di Antonio e Cicutto Maria Teresa, nato il 22.7.1843 a Provesano. Requisito militare nel 1864

Chivilò Antonio, detto Tajet, di Osvaldo e Tesan Maria, nato il 10.5.1804 a Pozzo. Requisito militare nel 1825

Chivilò Antonio di Francesco e Bisutti Elisabetta, nato l’1.9.1843 a Cosa. Requisito militare nel 1864. Morto il 6 ottobre 1866

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Chivilò Carlo, detto Tajet, di Angelo e Rossitis Santa, nato il 30.5.1833 a Provesano. Requisito militare nel 1854

Cimarosti Angelo di Pietro e Chivilò Catterina, nato il 22.10.1836 a Provesano. Requisito militare nel 1857

Cimarosti Giovanni di Giuseppe nato a Barbeano di Spilimbergo

Cividin Amadio di Gio.Battista e Bisaro Margherita, nato il 26.6.1820 a Gradisca di Spilimbergo. Requisito militare dal 1841 al 1850

Cividin Giuseppe di Giacomo e D’Andrea Marianna nato il 26.11.1812 a San Giorgio. Militare deceduto nell’ospedale di Agram (nome tedesco di Zagabria) il 13.4.1839

Cocitto Eugenio di Angelo e D'Andrea Angela, nato il 15.8.1829 a Rauscedo. Requisito militare dal 1850 al 1860

Colonello Giovanni di Antonio e Volpatti Anna, nato l1.12.1835 ad Aurava. Requisito militare nel 1856. Morto in Milano lì 14 febb. 1858

Collonello Michiele di Michiele e Cavalcanti Maria, nato il 12.4.1836 a Spilimbergo. Requisito militare nel 1857

Cominotto Antonio, detto Chiarcos, di Osvaldo e Cesaratto Catterina, nato il 14.4.1837 a Provesano. Requisito militare nel 1858

Cominotto Osvaldo di Gio.Battista e Sedran Maria, nato l’11.3.1803 a Cosa. Requisito militare nel 1824 Contardo Pietro di Antonio e Tradolo Santa, nato il 9 luglio 1834 a Pozzo. Requisito militare nel 1854 (leva anticipata)

Corradazzo Michele (De Campo) di Osvaldo e De Prato Maddalena, nato il 17.8.1837 a Rauscedo. Requisito militare nel 1858 "pel Comune di Socchieve"

Crovato Antonio di Leonardo e Marchi Teresa, nato il 5.4.1803 a Rauscedo. Requisito militare nel 1824

D’Agostin Antonio, detto Nos, di Leonardo e Bertoja Teresa, nato il 29.4.1807 a Domanins. Militare requisito e congedato nel 1836

D'Agostin Leonardo, detto Nos, di Gio.Battista e Dell'Anna Marina, nato il 22.5.1810 a Domanins. Militare requisito e congedato nel 1844

D’Andrea Adamo, detto Noglit, di Antonio e Fabris Lucia, nato il 13.10.1836 a Rauscedo. Requisito militare nel 1856

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D’Andrea Angelo, detto Spagnol, di Giacomo e Volpati Antonia, nato il 6.5.1819 a Rauscedo. Requisito militare nel 1840

D’Andrea Angelo di Pietro a Basso Carolina, nato l1.1.1833 a Provesano. Requisito militare nel 1854

D’Andrea Antonio, detto Spagnol, di Natale e Cocitto Teresa, nato l’11.6.1838 a Rauscedo. Requisito militare nel 1859

D’Andrea Giuseppe, detto Crovato, di Sante e Di Lenna Carolina, nato il 25.5.1833 a Rauscedo. Requisito militare nel 1854

D’Andrea Guglielmo di Antonio e Marchi Maria, nato il 5.5.1841 a Rauscedo. Militare del 26° Reggimento Fanteria nel 1865

D’Andrea Luigi, detto Delle Vedove, di Angelo e Sedran Angela, nato il 28.2.1820 a Rauscedo. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1841 al 1850

D’Andrea Luigi di Giovanni e Bortuzzo Maria, nato il 3.1.1822 a Rauscedo. Requisito militare dal 1843 al 1851

D’Andrea Natale, detto Crovato, di Angelo e D'Andrea Anna Maria, nato il 25.9.1811 a Rauscedo. Militare congedato nel 1840

D’Andrea Natale di Marco e Moretti Domenica, nato il 14.8.1817 a Rauscedo. Requisito militare nel 1838. Restituito nel 1839 con un supplente

D’Andrea Nicodemo, detto Furia, di Antonio e De Simon Cattina, nato il 14.10.1831 a Rauscedo. Militare nel 1850 requisito in supplenza a Fornasier Pietro (vedi nominativo)

De Candido Antonio, detto Coppettin, di Benedetto e Tommasini Marianna, nato il 15.1.1842 a Domanins. Militare nel 1865

De Candido Costantino di Candido e Pellegrin Giacoma, nato il 6.5.1816 a Domanins. Requisito militare dal 1837 al 1845

De Candido Francesco di Luigi e Pasquin Teresa, nato il 13.4.1841 a Domanins. Requisito militare nel 1863

De Candido Leonardo di Gioacchino e Micheli Maria, nato il 20.7.1843 a Domanins. Militare del Rgt. Principe di Russia dal 1864

Dell'Anna Alvise, detto Colombo, di Domenico e De Candido Maria, nato il 10.1.1828 a Domanins. Requisito militare nel 1849

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Dell’Anna Beniamino, detto Colombo, di Angelo e Pellegrin Domenica, nato il 14.5.1828 a Domanins. Gendarme dal 1849 al 1860

Della Rossa Antonio, detto Coradin, di Giuseppe e Bertasso Maria, nato il 21.9.1825 ad Aurava. Requisito militare nel 1846. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848

Del Pin Domenico di Marco e Mior Giovanna, nato il 16.8.1820 a Domanins. Requisito militare dal 1841 al 1851

De Monte Antonio di Teodoro e Venier Rosa nato il 20.4.1800 a Domanins. Requisito militare dal 1821 al 1830

De Monte Gio.Battista di Teodoro e Venier Rosa, nato il 2.12.1810 a Domanins. Militare congedato nel febbraio 1840

De Monte Gio.Battista di Giacomo e Orlando Domenica, nato il 24.6.1841 a San Giorgio. Requisito nel 1862. "Morto lì 18 maggio 1864 al Militare"

De Monte Pietro, di Teodoro e Venier Rosa, nato il 18.1.1803 a Domanins. Requisito militare nel 1824 De Paoli Beniamino, detto Macanin, di Natale e D'Andrea Chiara, nato il 24.5.1819 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1840 al 1846 e quindi del 44° Rgt. Fanteria Arciduca Alberto sino al 1849

De Zorzi Angelo, detto Tomat, di Gio.Battista e Jop Angela, nato il 22.5.1828 a Cosa. Requisito militare nel 1849

De Zorzi Giovanni, detto Tomat, di Gio.Battista e Jop Angela, nato il 26.5.1818 a Cosa. Requisito militare nel 1839

Donda Luigi di Vincenzo e Cintassi Marianna, nato l’11.4.1822 a Cosa. Requisito militare nel 1843

Fabbro Antonio di Antonio e Fornasier Lugrezia, nato il 29.4.1810 a Rauscedo. Militare del Rgt. Re Guglielmo

Fabbro Giuseppe di Giovanni e Crovato Chiara, nato il 20.12.1828 a Rauscedo. Requisito militare dal 1849 al 1860

Fabbro Luciano di Giovanni e Crovato Chiara, nato il 29.5.1824 a Rauscedo. Requisito militare dal 1845 al 1854. Ha partecipato alla campagna militare di Buda e Temeswar del 1849

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Fabbro Natale di Antonio e Fornasier Lugrezia, nato l’1.9.1808 a Rauscedo. Caporale fu congedato nel 1839

Filipuzzi Domenico di Antonio e Chivilò Maria, nato il 23.2.1835 a Cosa. Requisito militare nel 1855. Dopo essere stato incorporato nel Regio Esercito Italiano fu congedato il 9 aprile 1867

Filipuzzi Giuseppe di Francesco e Cicutto Angela, nato il 26.10.1842 a Provesano. Requisito militare è deceduto il 22 settembre 1863 in Boemia a Budweis (ora Ceske Budejovice)

Filipuzzi Leonardo di Biasio e Roitero Domenica, nato il 21.10.1829 a Cosa. Requisito militare nel 1849 forse come sostituto del fratello Sante

Filipuzzi Mattia di Angelo e Tubel Rosa, nato il 7.11.1929 a Cosa. Militare congedato nel 1860

Filipuzzi Sante di Biasio e Roitero Domenica, nato il 10.10.1826 a Cosa. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1847. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848

Filipuzzi Sebastiano di Antonio e Chivilò Maria, nato il 26.5.1837 a Cosa. Requisito militare nel 1858

Filipuzzi Vincenzo di Angelo e Tubel Rosa, nato il 23.5.1841 a Cosa. Requisito militare nel 1862

Fornasier Bartolo di Sante e D'Andrea Teresa, nato l’11.10.1833 a Rauscedo. Requisito militare nel 1854

Fornasier Celeste, detto Cirondello, di Giuseppe e Pagura Maria, nato il 27.7.1828 a Rauscedo. Requisito militare dal 1849 al 1860

Fornasier Gio.Battista di Mattia e Venier Teresa nato il 6.7.1801 a Rauscedo. Requisito militare nel 1822

Fornasier Giovanni di Gio.Battista e Lenarduzzi Sabbata, nato il 28.10.1838 a Rauscedo. Requisito militare nel 1859

Fornasier Giuseppe di Giacomo e D'Andrea Maria, nato il 16.4.1836 a Rauscedo. Requisito militare nel 1857

Fornasier Osvaldo, detto Porena, di Andrea e De Simon Teresa, nato l’11.8.1828 a Rauscedo. Requisito militare dal 1849 al 1860

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Fornasier Pietro di Pietro Paolo e Fornasier Teresa, nato a Rauscedo il 31.3.1830. Requisito militare nel 1851

Fornasier Sante, detto Cigno, di Angelo e Leon Anna, nato il 14.3.1829 a Rauscedo. Requisito militare dal 1850 al 1860

Fossaluzza Luigi di Carlo e Lenarduzzi Angela, nato il 5.8.1833 a Barbeano di Spilimbergo. Requisito militare nel 1854

Franceschina Agostino di Pietro e Toffolo Antonia, nato il 21.11.1823 a Domanins. Requisito militare nel 1844. Ha partecipato alla campagna militare di Buda e Temeswar del 1849

Franceschina Gio.Battista di Pietro e Toffolo Antonia, nato il 2.10.1813 a Domanins. Requisito militare dal 1834 al 1843

Franceschina Giuseppe di Pietro e Toffolo Antonia, nato l’8.5.1829 a Domanins. Requisito militare dal 1850 al 1860

Frisotti Celeste di Fabrizio e Sclabi Felicita, nato il 13.12.1835 a Rauscedo. Requisito militare nel 1856

Janich Maurizio di Antonio e Pozzana Apollonia, nato il 29.11.1821 a Preone, immigrato a Provesano. Requisito nel 26° Rgt. Principe Michele di Russia nel 1842

Jus Giacomo di Gioacchino e Fornasier Domenica, nato il 10.7.1826 a San Giorgio. Requisito nel 23° Fanteria (Comando di Milano) e poi nel 45° Fanteria Arciduca Sigismondo dal 1847 al 1853

Lenardon Giovanni di Natale e Scodilaro Teresa, nato il 24.2.1833 a San Giorgio. Requisito militare nel 1854 "e poi morto lì 10 gennaro in Galizia"

Lenarduzzi Agostino di Felice e Tonello Osvalda, nato il 9.7.1835 a Domanins. Requisito militare nel 1859

Lenarduzzi Angelo, detto Ros, di Antonio e Sedran Cattina, nato il 2.7.1817 a San Giorgio. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1838 al 1846

Lenarduzzi Angelo, detto Craj, di Giuseppe e Pellegrin Maria, nato il 28.8.1827 a Domanins. Requisito militare nel 1859 "morto a Trieste lì 3.4.1866"

Lenarduzzi Angelo, detto Craj, di Giacinto e Fornasier Anna, nato il 6.11.1838 a Domanins. Requisito militare nel 1859

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Lenarduzzi Antonio, detto Craj, di Gio.Giuseppe e Fornasier Margherita, nato il 27.4.1828 a Rauscedo, trasferito a Provesano. Requisito militare dal 1849 al 1858

Lenarduzzi Biasio, detto Ros, di Giacomo e Filipuzzi Catterina, nato il 4.2.1831 ad Aurava. Requisito militare nel 1851

Lenarduzzi Celeste di Antonio e Dell'Anna Rosa, nato l’11.10.1825 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1846

Lenarduzzi Domenico, detto Ros, di Giuseppe e Candido Maria, nato il 20.9.1813 a Pozzo. Requisito militare nel 1834 è morto il 25 agosto 1835

Lenarduzzi Domenico di Sante e Pellegrin Vincenza, nato il 26.8.1846 a Domanins. Requisito militare nel 1865

Lenarduzzi Francesco, detto Ros, di Giacomo e Bertuzzi Maria, nato il 22.12.1821 a Pozzo. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1842 al 1846

Lenarduzzi Giacomo, detto Ros, di Gio Battista e Luchini Anna, nato il 24.7.1810 a Pozzo. Militare, dal 1831, della 12a Comp. del Rgt. Re Guglielmo

Lenarduzzi Giacomo, detto Craj, di Sante e Di Paoli Giuseppina, nato il 17.3.1819 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1840 al 1849

Lenarduzzi Giacomo, detto Ros, di Osvaldo e Chivilò Grazia, nato il 18.2.1836 a Pozzo. Requisito militare nel 1858. Morto 5 novembre 1860

Lenarduzzi Gio.Battista, detto Craj, di Giacomo e Bisutti Maria, nato il 19.3.1807 a Domanins. Militare del corpo dei Granatieri. Congedato nel 1836

Lenarduzzi Gio.Battista, detto Craj, di Gio.Giuseppe e Fornasier Margherita, nato il 22.7.1829 a Rauscedo. Requisito militare nel 1850

Lenarduzzi Giovanni, detto Ros, di Giacomo e Filipuzzi Catterina, nato il 20.11.1820 a San Giorgio. Militare dell’11° Btg. Cacciatori (Brigata Maurer – Divisione Weigelsperg) dal 1846

Lenarduzzi Girolamo di Gio.Giuseppe e Bertoja Cattina, nato l’1.2.1826 a Domanins. Militare dell’8° Btg. Cacciatori (Brigata Principe Federico Lichtenstein - Divisione Wimpffen) dal 1847 "ma in permesso mori in propria famiglia lì 23 febbraio 1851"

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Lenarduzzi Giuseppe, detto Ros, di Antonio e Sedran Cattina, nato il 25.10.1815 a San Giorgio. Requisito militare dal 1836

Lenarduzzi Giuseppe, detto Ros, di Angelo e Roitero Elisabetta, nato il 14.3.1835 a Pozzo. Requisito militare nel 1856

Lenarduzzi Giuseppe di Sante e Pellegrin Vincenza, nato il 6.11.1847 a Domanins. Requisito militare nel 1865

Lenarduzzi Isidoro di Antonio e Dell'Anna Rosa, nato il 17.5.1828 a Domanins. Requisito militare dal 1849 al 1860

Lenarduzzi Leonardo di Felice e Tonello Osvalda, nato l’1.8.1832 Domanins. Requisito militare nel 1853

Lenarduzzi Luigi, detto Craj, di Gio.Battista e Cozzi Domenica, nato il 4.6.1820 a San Giorgio. Soldato della Gendarmeria Militare. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848.

Lenarduzzi Luigi di Antonio e Bonutto Maria, nato il 23.5.1833 a Domanins. Requisito militare nel 1854

Lenarduzzi Michiele di Costantino e Candido Clementina, nato il 19.11.1822 a Domanins. Requisito militare nel 1843

Lenarduzzi Omobuono, detto Craj, di Gio.Battista e Cozzi Domenica, nato il 5.2.1826 a San Giorgio. Militare del Rgt. Baron Kress 7° Cavalleria dal 1846. Transitato nella Legione Friulana del Cavedalis avrebbe partecipato alla difesa di Venezia durante l’assedio del marzo-agosto 1848

Lenarduzzi Pietro di Andrea e Venier Teresa, nato il 18.5.1836 a Domanins. Requisito militare nel 1857

Lenarduzzi Vincenzo di Felice e Tonello Osvalda, nato il 20.1.1835 a Domanins. Requisito militare nel 1855

Leon Pietro di Basilio e Partenio Margherita, nato il 19.6.1832 a Rauscedo. Requisito militare nel 1853

Luchini Angelo di Daniele e Candido Margherita, nato il 24.12.1843 a San Giorgio. Requisito militare nel 1864

Luchini Carlo di Antonio e Michelin Lucia nato il 25.4.1800 a San Giorgio. Requisito militare nel 1821

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Luchini Fabio (Epifanio) di Giuseppe e Lenardon Santa, nato il 6.1.1814 a San Giorgio. Militare del Rgt. Arciduca Federico dal 1° giugno 1835. Morì a Venezia il 7 gennaio 1836

Luchini Giovanni Giuseppe di Antonio e Volpati Angelica, nato il 18.10.1824 a San Giorgio. Militare del Rgt. Baron Kress 7° Cavalleria dal 1845 al 1855

Luchini Lucio di Giovanni e Partenio Maria nato il 6.10.1799 a San Giorgio. Requisito militare nel 1820

Luchini Pietro di Giuseppe e Lenardon Santa, nato il 17.12.1817 a San Giorgio. Militare dell’8° Btg. Cacciatori (Brigata Principe Federico Lichtenstein - Divisione Wimpffen) dal 1838 al 1846

Luchini Pietro di Antonio e Teresa, nato l’1.2.1834 a San Giorgio. Requisito militare, leva anticipata, nel 1854. Congedato nel 1855

Luchini Sante, detto Bello, di Giuseppe e Lucia, nato il 12.7.1832 a San Giorgio. Militare della 2a Legione nel 1854

Macor Pietro, detto Mazzol, di Sante e Perina, nato 14.5.1826 a San Martino, immigrato ad Aurava. Requisito militare nel 1847 e congedato nel 1856

Marascutti Giorgio di Osvaldo e Cividin Cattina, nato il 17.3.1835 ad Aurava. Requisito militare nel 1855

Marchi Sante di Pietro e Liva Antonia nato il 24.1.1801 a Domanins. Requisito militare nel 1822

Marcon Gio.Battista di Antonio e Odorico Cecilia, nato il 25.1.1844 a Cosa. Militare del 26° Rgt. Fanteria dal 1865

Marcon Patrizio di Gio.Battista e Partenio Teresa, nato il 17.3.1834 a Pozzo. Requisito militare, leva anticipata, nel 1854

Mason Nicolò di Francesco e Lenarduzzi Maria, nato il 14.7.1819 a Pozzo. Militare del 44° Rgt. Fanteria Arciduca Alberto dal 1840 al 1841

Menotto Luigi di Giacomo e Chivilò Pasqua, nato l’11.7.1817 a Gradisca di Spilimbergo. Deceduto nell’ospedale militare di Venezia il 3 dicembre 1842

Mitri Angelo di Gio.Battista e Toson Cattina, nato 14.10.1815 a San Giorgio. Requisito militare nel 1836

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Moretto Francesco di Giovanni e Mason Teresa, nato il 21.1.1842 a San Giorgio. Requisito nel 1863. "Morto nel militare il 28.7.1866"

Moro Angelo di Osvaldo e Cesaratto Pasqua, nato il 3.1.1838 a Pozzo. Requisito militare nel 1859 e morto a Temeswar (attuale Timisoara in Romania) il 19 ottobre 1860

Moro Gio.Battista di Osvaldo e Cesaratto Pasqua, nato il 5.5.1833 a Pozzo. Requisito militare nel 1854

Orlando Gio.Battista di Giorgio e Maiola Maria, nato il 24.10.1835, immigrato a San Giorgio. Requisito militare nel 1858

Osvaldini Venceslao di Gio.Battista e Tossutto Elena, nato il 19.4.1841 a San Giorgio. Requisito militare nel 1862

Pagura Domenico, detto Michilin, di Antonio e Bertolin Rosa, nato l’8.4.1821 a Castions, immigrato a San Giorgio. Requisito militare nel 1842

Pagura Giuseppe, detto Michilin, di Antonio e Bertolin Rosa, nato l’8.8.1834 a Castions, immigrato a San Giorgio. Requisito militare nel 1854 con leva anticipata

Partenio Antonio di Carlo e Tomat Lucia nato il 22.6.1803 a Pozzo. Requisito militare nel 1824

Partenio Antonio di Giuseppe e Filipuzzi Angela, nato il 23.1.1832 a Pozzo. Requisito militare nel 1853

Partenio Giacomo di Sante e Pascut Angela, nato il 10.8.1835 a Pozzo. Requisito militare nel 1856

Partenio Gio.Battista di Bernardo e Truant Giovanna, nato il 30.12.1818 a Pozzo. Requisito militare nel 1839

Partenio Luigi Giuseppe di Amadio e Pitana Rosa, nato il 29.4.1834 a Pozzo. Requisito militare nel 1854 con leva anticipata

Pascut Antonio, detto Blanc, di Osvaldo e Ros Caterina, nato il 20.11.1822 a Provesano. Requisito militare e morto, nell'Ospedale Militare di Mantova, il 21 luglio 1849 durante la Prima Guerra d’Indipendenza

Pascut Giuseppe di Gio.Battista e Filipuzzi Teresa, nato l’11.3.1812 a Pozzo. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) congedato nel 1846

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Pascutto Antonio, detto Blanc, di Gio.Battista e Partenio Valentina nato il 17.1.1803 a Pozzo. Requisito militare nel 1824

Pasquin Gio.Battista di Antonio e Marcon Maria, nato il 19.1.1840 a Cosa. Requisito militare nel 1861

Pasquin Osvaldo di Domenico e Chivilò Antonia, nato il 29.9.1809 a Pozzo. Militare del 13° Rgt. Wimpffen dal 1830

Pasutto Antonio Giuseppe di Pietro e Cattarina, nato il 31.7.1812 a Valvasone. Requisito militare nel 1833

Pellegrin Angelo, detto Nos, di Giovanni e Fornasier Marianna, nato l’11.4.1836 a Domanins. Requisito militare nel 1857 e "morto a Vienna"

Pellegrin Costantino, detto Nos, di Giovanni e Fornasier Marianna, nato il 31.10.1820 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1841

Pellegrin Paolo, detto Nos, di Giovanni e Fornasier Marianna, nato 28.1.1818 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) e del Rgt. Re Guglielmo (Ulani) dal 1839 al 1847

Pellegrin Sante, detto Nos, di Angelo e Tonello Domenica, nato il 17.8.1814 a Domanins. Requisito militare nel 1835

Pellegrin Valentino, detto Nos, di Angelo e Tonello Domenica, nato il 18.8.1834 a Domanins. Requisito militare nel 1854 con leva anticipata

Petris Andrea di Candido e De Simon Orsola, nato il 3.3.1801 a Pinzano, immigrato a Rauscedo. Militare, dal 1822, dell’Imperial Regio Btg. d’Infanteria Marina venne congedato, per infermità, nel luglio 1832 Petris Onorio di Andrea e De Lorenzi Lucia, nato il 3.5.1838 a Rauscedo. Requisito militare nel 1859

Petris Fedele Candido di Andrea e De Lorenzi Lucia, nato il 20.11.1836 a Rauscedo. Militare del 26° Rgt. Fanteria Principe Michele. Dislocato, nel 1859, a Olmutz (ora Olomuc nella Repubblica Ceca)

Pitana Giovanni di Daniele e Zorato Leonarda, nato il 5.2.1801 a Spilimbergo. Requisito militare nel 1822

Pitana Giuseppe di Antonio e Collina Domenica, nato il 5.6.1833 a Barbeano di Spilimbergo. Requisito militare nel 1854

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Pitana Santo di Gio. Domenico e Pasquin Domenica, nato il 5.5.1804 a Cosa. Requisito militare nel 1825

Pitaro Mattia, detto Bevilacqua, di Antonio e Cozzi Maria, nato il 23.11.1837 a Domanins. Requisito militare nel 1858

Pitaro Pietro, detto Bevilacqua, di Mattia e Tramontin Domenica, nato il 24 agosto 1806 a Domanins. Requisito militare nel 1827

Roitero Antonio di Angelo e Luchini Rosa, nato il 29.3.1835 a Pozzo. Requisito militare nel 1856

Roitero Pasquale di Antonio e Rizzotti Lucia, nato l’1.4.1804 a Pozzo. Requisito militare nel 1825

Rovere Michiele, detto Rori, di Odorico ed Ermacora Santa, nato l’8.8.1827 a Domanins. Requisito militare nel 1848

Sandri Osvaldo di Gio.Battista e Volpati Pasqua nato il 6.6.1803 ad Aurava. Requisito militare nel 1824

Santarossa Giacomo di Luigi e Scodelaro Teresa, nato il 9.7.1834 a Provesano. Fu arruolato al militare forzatamente nel 1855

Sbrizzo Giovanni di Domenico e Busolini Marianna, nato l'8.9.1829 a San Giorgio. Militare congedato nel 1860

Schezzi Carlo di Gio.Battista e Macanin Giulia, nato il 19.5.1835 a San Giorgio. Requisito militare nel 1856

Sedran Angelo di Giacomo e Maddalena, nato il 3.3.1810 a Pozzo. Militare congedato nel 1839

Sedran Antonio di Angelo e Partenio Rosa, nato il 9.9.1816 a Pozzo. Requisito militare dal 1837 al 1845

Sedran Gio.Battista di Angelo e Partenio Rosa, nato il 19.10.1820 a Pozzo. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) 51° Btg. di Gurnigione dal 1841

Sedran Gio.Battista di Antonio e Pitana Giacoma, nato il 21.1.1829 a San Giorgio. Militare dal 1850 al 1860. Gendarme transitato nel 26° Rgt, Fanteria.

Sedran Mattia di Francesco e Bortuzzi Maddalena, nato il 7.11.1813 a Pozzo. Requisito militare dal 1834 al 1844

Sedran Pietro di Mattia e Tesan Angela, nato il 23.1.1823 a Cosa. Requisito militare dal 1844 al 1850

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Sovran Angelo di Valentino e Colonnello Maria, nato il 7.8.1835 a Pozzo. Requisito militare nel 1855

Spilimbergo Venceslao di Giulio e Savorgnan Faustina, nato il 25.9.1811 a Domanins. Militare congedato nel 1841

Tesan Antonio di Pietro e Volpatti Rosa, nato il 29.12.1834 a Cosa. Requisito militare nel 1854 con leva anticipata

Tesan Antonio di Domenico e Tossutto Rosa, nato il 15.11.1836 a Gradisca. Gendarme dal 1857, è deceduto a Gradisca il 13 dicembre 1861, “per tisi acquistata nel servizio militare”

Tesan Gio.Francesco di Sante e Roitero Lucia, nato l'8.2.1842 a Cosa. Requisito militare nel 1862

Tesan Giuseppe di Sante e Roitero Lucia, nato il 16.11.1836 a Cosa. Requisito militare nel 1857

Tesan Luigi, detto Sartor, di Pietro e Volpatti Rosa, nato il 16.11.1836 a Cosa. Requisito militare dal 1857 al 1865

Tonello Beniamino di Valentino e Della Rossa Domenica nato l’11.1.1801 a Domanins. Requisito militare nel 1824

Tonello Domenico di Antonio e Collonello Marianna, nato il 30.6.1821 a San Martino al Tagliamento. Requisito militare nel 1842

Tossutto Giuseppe di Osvaldo e Fornasier Santa, nato il 21.3.1822 a Rauscedo abitante a Provesano. Militare requisito nel 1843

Tramontin Angelo di Domenico e Lenarduzzi Angela, nato il 29.6.1821 ad Aurava. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1842 al 1851

Tramontin Antonio, detto Andrian, di Giacomo e Zavagno Gioseffa, nato il 7.8.1804 ad Aurava. Requisito militare dal 1825

Tramontin Fabiano, detto Andrian, di Giuseppe e Peruzzi Maria, nato il 28.3.1829 a San Giorgio. Militare del 26° Rgt. – IVa Comp. Granatieri di stanza a Buda. Congedato dal militare il 23/12/1854 “quall'invalido, morì in casa paterna li 13 febbraio 1855“

Tramontin Francesco di Domenico e Lenarduzzi Angela, nato il 31.10.1823 ad Aurava. Requisito militare dal 1844 al 1853. Ha partecipato alla campagna militare di Buda e Temeswar del 1849

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Tramontin Giovanni di Sebbastiano e Cataruzza Maria, nato il 12.6.1843 ad Aurava. Requisito militare nel 1864

Tramontin Giulio di Giacomo e Fabris Lucia, nato il 29.4.1832 a San Giorgio. Requisito militare dal 1853

Tramontin Osvaldo di Giacomo e Fabris Lucia, nato il 16.9.1830 a San Giorgio. Requisito militare nel 1850. Morto il 16 maggio 1859

Tramontin Osvaldo, detto Andrian, di Angelo e D'Andrea Elena, nato il 12 settembre 1835 a San Giorgio. Requisito militare dal 1856

Tramontin Pietro, detto Andrian, di Valentino e Leschiutta Antonia, nato il 14.4.1828 ad Aurava. Requisito militare dal 1849 al 1860

Truant Felice di Gio.Battista e Scodelaro Santa, nato il 22.2.1831 a Provesano. Militare 1852 pel Comune di S. Martino

Venier Angelo, detto De Paoli, di Antonio e Venier Angela, nato il 22.1.1836 a Domanins. Requisito militare nel 1858

Venier Celeste di Leonardo e Fornasier Maria, nato l’11.6.1819 a Domanins. Militare del 44° Rgt. Arciduca Alberto dal 1840 al 1849

Venier Costantino, detto Vescovo, di Leonardo e Fornasier Maria, nato il 23.10.1832 a Domanins. Requisito militare nel 1853

Venier Giacomo, detto Veneruz, di Luigi e Pellegrin Maria, nato il 22.11.1837 a Domanins. Requisito militare nel 1858

Venier Giuseppe di Francesco e D'Andrea Rosa, nato il 19.2.1825 a Domanins. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer – Divisione Ludolf) dal 1846. Probabilmente deceduto durante il servizio militare

Venier Osvaldo di Venerio Vendramino e Lenarduzzi Santa, nato il 12.10.1829 a Domanins. Requisito nel 1850. "morì da militare in casa paterna lì 2 dicembre 1853"

Venturin Gio.Battista di Giacomo e Zavagno Teresa, nato il 15.2.1836 ad Aurava. Militare del 6° Rgt. Ulani dal 1857 al 1866

Volpati Andrea di Domenio e Volpati Maria, nato il 30.7.1804 ad Aurava. Requisito militare nel 1825

Volpati Angelo di Domenico e Volpati Maria, nato l’11.9.1820 ad Aurava. Militare del 26° Rgt. Arciduca Ferdinando d'Este (Brigata Auer - Divisione Ludolf) dal 1841 al 1850

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Volpati Anibale di Gio.Battista e Cancian Aurora, nato l’11.8.1843 ad Aurava. Gendarme del 3° Rgt. di stanza a Quingentole-Mn dal 1864

Volpati Antonio di Osvaldo e Sabbadini Domenica, nato l’11.2.1804 ad Aurava. Requisito militare nel 1825

Volpati Celeste di Bortolo e D'Agostin Pasqua, nato il 3.1.1821 ad Aurava. Al militare, in qualità di supplente, dal 1846 al 1854. Ha partecipato alla campagna militare di Buda e Temeswar del 1849

Volpati Celeste di Giuseppe e Cividin Perina, nato il 24.12.1841 ad Aurava. Requisito militare nel 1862

Volpati Gio.Battista di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato il 16.1.1799 ad Aurava. Requisito militare nel 1820. Caporale nel 1829

Volpati Michiele di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato il 2.9.1802 ad Aurava. Requisito militare nel 1824

Volpati Paolo di Giuseppe e Cividin Perina, nato il 25.1.1838 ad Aurava. Requisito militare nel 1859

Zavagno Giovanni di Sante e Venier Marina, nato il 21.4.1836 ad Aurava. Requisito militare nel 1858

Unitamente ai militari requisiti si riportano i sottonotati nominativi che sono stati inseriti nelle liste di leva e per i quali non si hanno altri riscontri. Potrebbero aver svolto il servizio militare come essere stati esentati per motivi fisici o familiari.

…… Bernardo di genitori ignoti, nato il 19.5.1803 a San Giorgio. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Agostinis Angelo di Giovanni e Volpato Battistina, nato il 29.11.1802 a Domanins. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Basso Domenico di Antonio e D’Andrea Domenica, nato il 15.4.1803 a Rauscedo. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Basso Pietro di Gio.Battista e D’Andrea Annamaria, nato il 18.2.1800 a Rauscedo. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Bertos Antonio di Giovanni e Cesarin Maria, nato il 26.2.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Bonutto Battista, detto Fogliarin, di Nicolò e Pellegrin Angela, nato il 15.7.1803 a Domanins. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

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Bozzer Giacomo, detto Fanel, di Gio.Battista e D’Innocente Cattarina, nato il 5.11.1801 a San Martino. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Canciani Pietro di Giacomo e Tubel Giacoma, nato il 25.7.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Candido Antonio, detto Cristalin, di Giacomo e Pellegrin Antonia, nato l’1.10.1800 a Domanins. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Cicogna Luigi di Gio.Antonio e Volpe Anna, nato il 10.8.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Cimarosti Nicolò di Battista e Collesan Lucia, nato il 27.5.1802 a Domanins. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Cividin Bernardo di Angelo e Lenarduzzi Domenica, nato il 23.4.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Cividin Giuseppe di Angelo e Moro Domenica, nato il 15.10.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Cocitto Angelo di Santo e Pitana Angela, nato il 25.1.1799 a Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Cocitto Angelo di Gio.Battista e D’Agostin Maria, nato il 19.7.1801 a Rauscedo. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Collina Angelo di Giuseppe e Chivilò Maria Anna, il 16.5.1800 a Pozzo. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Collina Carlo di Giuseppe e Tajet (Chivilò) Maria Anna, nato il 10.10.1803 a San Giorgio. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Collina Leonardo di Giovanni e Fornasier Pasqua, nato il 27.3.1802 a Pozzo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Collina Luigi di Pietro Antonio e Chivilò Angela, nato il 22.2.1800 a Cosa. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Colonello Giuseppe di Gio.Battista e Pascutto Giovanna, nato il 10.12.1802 a Pozzo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Contardo Gio.Battista di Giovanni e Pascutto Lugrezia, nato l’11.7.1799 a Cosa. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Cordenos Osvaldo di Giacomo e Bertossi Antonia, nato il 6.10.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Crovato Santo di Angelo e D’Andrea Maria, nato il 10.4.1800 a Rauscedo. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

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Cucit Giuseppe di Santo e Pitana Angela, nato il 18.6.1802 a Rauscedo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

D’Agostin Osvaldo di Leonardo e Pelarin Francesca, nato il 31.10.1799 a Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

D’Andrea Antonio, detto Noglit, di Giorgio e D’Andrea Maria, nato il 13.12.1802 a Rauscedo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

D’Andrea Santo di Gio. Battista e Fachin Maria, nato il 21.2.1802 a Rauscedo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

De Bortolo Domenico di Giovanni e Lenarduzzi Domenica, nato il 30.4.1801 a Pozzo. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

De Candido Benedetto di Antonio e Castellarin Antonia, nato il 22.4.1800 a Domanins. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Deotto Giacomo di Antonio e Dell’Anna Domenica, nato il 13.7.1799 Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Deotto Giulio di Giuseppe e Di Candido Domenica, nato l’8.6.1801 a Domanins. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Deotto Zuanne (Giovanni) di Pietro e Menoto Teresa, nato il 21.4.1802 a Domanins. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

De Paoli Angelo, detto Macanin, di Andrea e Visinal Giacoma, nato il 30.8.1803 a Domanins. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Di Candido Gio.Domenico di Pietro e Fornizzo Orsola, nato il 31.10.1799 a Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Di Giorgio Giuseppe di Gio.Battista e Sedran Marianna, nato il 24.3.1801 a Pozzo. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Di Zorzi Giorgio (De Zorzi), detto Tomat, di Gio.Battista e Leschiutta Domenica, nato il 15.3.1801 a Cosa. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Fabbro Giuseppe di Antonio e Fornasier Lugrezia, nato l’8.10.1799 a Rauscedo. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Fornasier Antonio di Antonio e Tramontin Giovanna, nato il 23.1.1802 a Rauscedo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Fornasier Giacomo di Mattia e Venier Teresa, nato il 9.2.1803 a Rauscedo. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Fornasier Gio.Battista di Pietro e D’Andrea Maria, nato il 29.6.1800 a Rauscedo. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

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Fornasier Paolo di Pietro e D’Andrea Maria, nato il 29.6.1800 a Rauscedo. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Fornasier Santo di Mattia e Veneruzzo Teresa, nato il 18.3.1799 a Rauscedo. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Fornasier Vincenzo di Natale e Fabro Anna, nato il 18.3.1799 a Rauscedo. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Lenarduzzi Andrea di Leonardo e Venier Antonia, nato l’1.7.1799 a Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Lenarduzzi Giuseppe, detto Craj, di Daniele e Sedran Rosa, nato il 4.7.1801 a Domanins. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Luchini Angelo di Domenico e Sclipa Felicita, nato il 14.3.1802 ad Aurava. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Luchini Daniele Giovanni di Giacomo e Fabrici Maria, nato il 5.6.1802 a San Giorgio. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Luchini Gio.Battista di Antonio e Luchini Pasqua, nato il 17.10.1802 a San Giorgio. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Marcon Angelo di Gio.Battista e Cancian Catterina, nato il 25.9.1803 a Cosa. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Martinuzzi Innocente di Florido e Liva Antonia, nato il 14.5.1801 a Domanins. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Mason Antonio di Domenico e Zoratto Maria, nato il 30.1.1803 a San Giorgio. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Mason Gio.Battista di Antonio e Menot Catterina, nato il 26.11.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Mason Gio.Maria di Antonio e Menotto Valentina, nato il 13.6.1803 a San Giorgio. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Moro Gio.Battista, detto Giasso, di Pietro e Chivilò Domenica, nato l’11.5.1801 a Cosa. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Moro Mattio, detto Giasso, di Antonio e Cancian Marianna, nato il 22.3.1802 a Cosa. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Moro Osvaldo, detto Giasso, di Giacomo e Bertoli Ellena, nato il 30.9.1800 a Cosa. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Partenio Daniele di Carlo e Toneati Lucia, nato il 4.7.1802 a Pozzo. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

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Partenio Giuseppe di Giacomo e De Zorzi Antonia, nato il 30.7.1803 a Pozzo. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Pascut Luigi di Giacomo e Sedran Marianna, nato l’1.3.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Pascutto Francesco di Giacomo e Sedran Marianna, nato il 24.3.1803 a Pozzo. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Pascutto Osvaldo di Francesco e Tomat Catterina, nato il 20.8.1803 a Pozzo. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Pascutto Pietro di Osvaldo e Zavagno Teresa, nato il 12.5.1800 a San Giorgio. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Pasquin Giacomo di Osvaldo e Pelegrin (Nos) Domenica, nato l’8.3.1802 a Cosa. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Pinni Gio.Domenico (Del Pin) di Antonio e Nanos Rosa, nato il 21.7.1801 a Domanins. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Pitana Antonio di Domenico e Pasquin Francesca, nato il 30.7.1802 a Cosa. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Pittaro Osvaldo, detto Sclippa, di Francesco e Martinuzzi Antonia, nato il 16.2.1801 ad Aurava. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Roitero Angelo di Antonio e Rizzoti Lucia, nato il 26.1.1799 a Spilimbergo. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Rossi Gio.Battista di Giuseppe e Partenio Margarita, nato il 19.3.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Sbrizzi Luigi di Pietro Antonio e Volpati Veneranda, nato l’8.8.1800 a San Giorgio. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Sedran Antonio di Giacomo e Pitana Cattarina, nato il 22.1.1801 a San Giorgio. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Sedran Mattia di Angelo e Liva Angela, nato il 22.3.1802 a San Giorgio. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Tesan Pietro di Angelo e Sedran Angela, nato l’8.11.1800 a Cosa. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

Tonello Michele di Giovanni e Peruzzi Santa, nato il 7.8.1803 a Domanins. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Tonello Osvaldo di Valentino e Della Rossa Domenica, nato il 20.5.1799 a Domanins. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

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Tramontin Gio. Battista di Pietro e Partenio Maddalena, nato il 20.9.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Tramontin Martino di Francesco e Orlando Rosa, nato il 20.11.1803 a San Giorgio. Coscritto di 1a classe dell’anno 1824

Tramontin Osvaldo, detto Andrian, di Zuanne e Pascut Marianna, nato il 20.9.1801 ad Aurava. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Tramontin Santo di Francesco e Zocco (Cancian) Maria, nato il 3.7.1802 ad Aurava. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Venier Daniele di Biasio e Taurian Cattarina, nato il 9.10.1802 a Domanins. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Venier Giuseppe di Santo e Cancian Catterina, nato il 16.12.1802 a Domanins. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824

Venier Paolo di Osvaldo e Bisutti Cattarina, nato il 22.3.1803 a Domanins. Coscritto di prima classe dell’anno 1824

Volpati Francesco di Osvaldo e Sabbadini Domenica, nato il 16.2.1802 ad Aurava. Coscritto di 2a classe dell’anno 1824. Studente di teologia presso il ginnasio di Portogruaro.

Volpato Mattia, detto Culau, di Osvaldo e Partenio Santa, nato il 13.7.1801 ad Aurava. Coscritto di 3a classe dell’anno 1824

Volpi Pietro di Francesco e Tauriano Perina, nato il 2.4.1803 a Rauscedo. Coscritto di prima classe dell’anno 1824

Zanussi Sebbastiano, detto Zoratto, di Valentino e Pittaro Maria, nato il 7.4.1799 a San Giorgio. Coscritto di 5a classe dell’anno 1824

Zoratto Giacomo di Giovanni e Venuto Maria, nato il 5.2.1800 a San Giorgio. Coscritto di 4a classe dell’anno 1824

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Consorzio di Rauscedo e Domanins

18. Timbro della presidenza del Consorzio di Rauscedo e Domanins nel 1855

Il sodalizio è citato nel capitolo del Regno Lombardo Veneto con rimando a questa specifica parte. Si riporta quanto riscontrato dai documenti contenuti nelle buste conservate nell’Archivio Storico Comunale.

Il Consorzio venne costituito, con decreto n. 24200-4191 del 31 dicembre 1825, seguìto dal decreto delegatizio n. 748 del 20 gennaio 1826, da una cinquantina di possidenti e piccoli proprietari con lo scopo primario di mettere in sicurezza gli abitati di Rauscedo e Domanins, soggetti a frequenti e rovinosi allagamenti provocati dagli straripamenti del torrente Meduna (antico canale denominato “Brentella” utilizzato in tempi remoti per la condotta del legname), oltre a vigilare sugli argini dello stesso e promuovere tutte le iniziative atte alla salvaguardia e buon governo dei terreni consorziali.

Presidenti (tre) vennero nominati Spilimbergo Giulio e De Bedin Agostino di Domanins ed il sacerdote Moretti Bortolo di Rauscedo.

Il primo atto, messo a protocollo, risale al 14 luglio 1826 e riguarda il

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progetto dell’ing. Cavedalis Giovanni Battista per lavori di costruzione di due argini a difesa degli abitati di Rauscedo e Domanins e degli adiacenti terreni.

19. Parte del progetto dell’ing. Cavedalis

Il 20 giugno 1827 il signor Marchi Nicolò di Rauscedo fu nominato segretario computista, per il periodo di un anno, con il “salario di austriache lire duecento 164 ”. Custode alla vigilanza fu nominato D’Andrea Domenico fu Giuseppe con un salario di “austriache lire centocinquanta”. Il 14 luglio dello stesso anno a cura dei presidenti del Consorzio, furono emanate “le seguenti discipline e doveri ai custodi per la vigilanza della linea consorziale di questo comprensorio”. Oltre alla vigilanza e riparazioni delle arginature, fu espresso il divieto di pascolo sugli argini e nell’alveo del torrente e l’asportazione di alberi ed alberelli, ghiaia, terra e sassi, stabilendo le pene per i contravventori. Il regolamento più volte annunciato, dall’altare, dai sacerdoti di Domanins e Rauscedo, non fu accolto favorevolmente da tutti i proprietari dei terreni molti dei quali furono trovati in contravvenzione. Fu perciò interessato il Regio Commissariato Distrettuale di Spilimbergo per una valutazione del

164 La lira italica corrispondeva a 1,148 lire austriache

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regolamento e per eventuali modifiche. Il primo ad essere convocato dalla Presidenza, in data 10 agosto 1826, per aver asportato rami di “venchi” (vimini) posti sui suoi terreni lungo l’alveo del torrente, fu Tesan Vincenzo di Cosa. Seguirono numerose altre contravvenzioni principalmente per “lievo di terra” e pascolo abusivo.

Dal 5 al 9 novembre 1827, su progetto dell’ing. Cavedalis, furono costruiti due argini ritenuti adatti a deviare le acque del Meduna. I lavori, affidati al Consorzio, furono realizzati da 14 carradori (8 di Domanins e 6 di Rauscedo) con “carro e due bovi” con una mercede giornaliera convenuta di £. 2 e £. 10 per ogni carro. All’opera parteciparono anche una quarantina di abitanti dei due paesi che, data l’importanza del progetto, si offrirono come manovali con metà paga giornaliera.

L’11 dicembre 1827 ebbe luogo, presso la dimora del presidente Spilimbergo, un’assemblea alla quale parteciparono una cinquantina di associati che approvarono i lavori programmati per l’anno successivo165. Nominarono, inoltre, Mora Antonio di Sequals esattore per il Consorzio, De Paoli Giuseppe segretario in sostituzione del dimissionario Marchi e Dell’Anna Francesco custode.

Tutti i consorziati dovevano provvedere al pagamento di una tassa (prediale) secondo la superficie dei terreni.

Il 3 novembre 1828 ebbe luogo, presso un locale del nobile Spilimbergo Giulio, l’annuale assemblea degli associati con l’approvazione del bilancio preventivo e la conferma, alla presidenza, del sacerdote Moretti Bortolo.

Il 26 gennaio 1829 convocata dai tre suindicati presidenti Spilimbergo, De Bedin e Moretti ebbe luogo un’ulteriore assemblea degli associati con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio consuntivo 1828.

Il 13 settembre 1829 venne segnalato, all’Imperial Regia Pretura di Spilimbergo, un furto di “innumerevole quantità di pietre” avvenuto nella “Grava proibita presso la riva del torrente Meduna” nonché il taglio e l’asporto di “una molto quantità di palini”. Nel rapporto vennero indicati come venditori di detto materiale l’agente comunale e del Consorzio medesimo Marchi Nicolò (indicato come Nicoletto) ed il guardiano D’Andrea Domenico che arbitrariamente avrebbero ceduto il materiale a diverse persone. Vennero indicati tali Molinaro Antonio e Gambariol

165 Alle assemblee assisteva di norma, come rappresentante politico incaricato dall’Imperial Regio Delegato Provinciale, l’I.R. Commissario Distrettuale di Spilimbergo

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Gio.Maria di Tauriano (quest’ultimo avrebbe versato al guardiano D’Andrea sei lire austriache e lire quaranta venete), Pietro Formaj (probabile soprannome) di Valvasone che unitamente ad altri compagni era stato diverse volte a prelevare le pietre compensando il già nominato guardiano. Inoltre il Marchi venne segnalato anche per aver tagliato 120 “palini” che avrebbe successivamente consegnato a Fornasier Vincenzo di Natale di Rauscedo che, interrogato, confermò il fatto.

Il 2 gennaio 1844, convocata dai presidenti Spilimbergo Giulio, D’Andrea Gio.Battista e De Candido Giovacchino, ebbe luogo un’assemblea degli associati. Nel corso della stessa venne decisa la soppressione della figura del custode venendo meno la sua necessità essendo gli stessi frontisti divenuti proprietari e custodi dei terreni alluvionali, ceduti dal Comune, posti lungo l’argine del torrente. Nella stessa seduta fu discussa, tra l’altro, l’opportunità di prolungare il riparo detto mezzaluna situato di fronte all’abitato di Rauscedo. I lavori, su progetto dell’ing. Cavedalis, vennero appaltati il 7 ottobre del 1845. L’asta fu aggiudicata dalla ditta Clemente Daniele per la cifra di 6.489 £. austriache e i lavori ebbero inizio il 24 febbraio 1846. Furono collaudati, con esito positivo, il successivo 9 luglio.

Nel dicembre 1846 Lenarduzzi Antonio venne eletto presidente per il sessennio 1847 – 1853.

Nell’anno 1847 proseguirono i lavori, progettati dall’ing. Cavedalis, sugli argini del Meduna per la messa in sicurezza degli abitati di Rauscedo e Domanins. Per tali interventi furono spese, nell’anno, circa 2.400 £. austriache.

Nel dicembre 1849 si svolse l’assemblea dei soci che confermarono alla presidenza D’Andrea Gio.Battista.

Nell’assemblea del 2 dicembre 1850 Moretti Bortolo, omonimo del sacerdote deceduto il precedente 15 ottobre e già presidente del Consorzio, venne nominato presidente per il sessennio 1851 – 1856 in sostituzione del nobile Spilimbergo Francesco, gravemente ammalato, il cui mandato sarebbe cessato nel dicembre 1851.

Nel marzo del 1854 il ruolo di esattore consorziale venne assunto da Mestroni Ettore che ricopriva il medesimo incarico nel Consorzio delle due rogge di Spilimbergo e Lestans.

Nel frattempo il numero degli associati era decisamente aumentato. Nel marzo 1855, presidenti Spilimbergo Venceslao, Moretti Bortolo e

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D’Andrea Sante, venne effettuato un accurato sopralluogo166 agli argini del Meduna da Rauscedo a Barbeano convenendo sull’urgente costruzione di un ulteriore argine da affiancare a quello già esistente, della lunghezza di 154 metri, con un’altezza media di un metro e due di profondità. I lavori, progettati dall’ing. Spilimbergo Francesco per una spesa di austriache £. 336, iniziarono il seguente 9 maggio con l’opera di circa trenta persone.

Nel dicembre dello stesso anno furono elevate, ad una sessantina di ditta consorziate precedentemente avvisate, per mancata variazione degli estimi, contravvenzioni per un totale di austriache £. 184,52. Per lo stesso motivo, nel febbraio 1856, furono applicate una quarantina di contravvenzioni per un totale di austriache £.146,86. Si tenga presente che, in quel periodo, al considerato ente erano iscritte 405 ditte delle quali 298 del comune, 77 di Arzene e 30 di Barbeano.

Il 20 dicembre 1856 il suindicato Moretti Bortolo venne confermato alla presidenza del consorzio per il sessennio 1857 - 1862. Revisori dei conti furono indicati Sabbadini Antonio e D’Andrea Domenico. Nell’assemblea fu anche approvato il bilancio che prevedeva una spesa di austriache £. 1.456,48 per opere nuove.

Una straordinaria piena del Meduna asportò, il 22 ottobre 1857, parte dell’argine danneggiando i terreni “superiormente alla strada che da Rauscedo mette al Meduna verso Vivaro e precisamente nella località detta Prato del Miedi”. Considerata la gravità e in previsione di una seconda piena già il successivo giorno 24, su indicazione dell’ingegnere consorziale Spilimbergo Francesco venne ripristinato ed innalzato l’argine danneggiato. Furono impiegati 66 operai, coordinati da Lenarduzzi Sante di Domenico, ed i lavori terminarono il 5 novembre. In una riunione urgente i consorziati decisero, per il 1858, nuove opere tra le quali la costruzione di un nuovo argine, della lunghezza di 125 metri, per una spesa prevista di austriache £. 3.800.

Il 10 novembre Spilimbergo Francesco, ingegnere consorziale, fu sospeso, dall’Imperial Regia Delegazione Provinciale del Friuli, dall’esercizio della sua professione per mancanza di fideiussione.

Il 3 maggio 1858 altra piena del torrente Meduna con danneggiamento degli argini situati in località “Prato del Miedi”. Il giorno dopo l’ing.

166 Ai sopralluoghi assisteva, di norma, l’Imperial Regio Commissario Distrettuale di Spilimbergo con facoltà di delega

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Cavedalis Alessandro venne invitato all’ennesimo sopralluogo per una valutazione delle opere da eseguire.

Il 10 maggio venne ribadito, dalla presidenza del Consorzio, il divieto di prelievo “dei sassi nel torrente al di sotto della strada che da Spilimbergo mette a Tesis”. Alla sorveglianza venne invitata anche l’Imperial Regia Gendarmeria di Spilimbergo.

Nel mese di giugno diversi soci del Consorzio, avendo i terreni in zone a pericolo tracimazione, presentarono una petizione affinché fossero iniziati i programmati lavori. Questi iniziarono il successivo mese di luglio e terminarono nel novembre successivo con il sopralluogo dell’ing. Cavedalis Alessandro. Furono occupati circa 60 operai con spesa finale di 5.058,36 £. austriache.

Nella riunione del 16 novembre Lenarduzzi Antonio venne confermato presidente e Sabbadini Antonio e Pecile Gabriele Luigi revisori dei conti.

Il 7 febbraio 1859 venne indetto un concorso al posto di custode consorziale resosi necessario dall’incuria dimostrata dai proprietari frontisti. Lo stesso, incaricato della sorveglianza e delle piccole riparazioni degli argini, doveva risiedere in Rauscedo o Domanins ed avrebbe percepito uno stipendio annuo di 52,50 fiorini167.

Il 5 dicembre 1859 ebbe luogo un’adunanza alla quale parteciparono 64 aderenti al consorzio. Oltre all’approvazione del consuntivo e preventivo ed alla conferma dei due revisori venne discussa la proposta di ridurre da tre ad una sola classe di pagamento tutti i fondi soggetti al consorzio “stanteché dalle attuali condizioni dell’alveo del Meduna tutto intero il perimetro consorziale apparisse egualmente minacciato”. La proposta ebbe esito positivo pur se con 27 voti contrari.

Nel preventivo di spesa per il 1860 il Consorzio propose la somma di £. austriache 1.016,90 per nuove opere riguardanti, principalmente, la conclusione dei lavori per la messa in sicurezza degli argini del Meduna. Per tali lavori furono occupati i fondi di alcuni proprietari. Sentendosi danneggiata la nobile Spilimbergo Giulia, coniugata Torresini, presentò istanza contro gli organi consorziali chiedendo il risarcimento dei ritenuti danni. La vicenda si prolungò sino a metà 1860 quando l’ing. Cavedalis Alessandro, con una sua dettagliata relazione, dichiarò che “nessun fondo

167 Si ritiene il fiorino veneto corrispondente a circa 3 lire austriache

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si è occupato di ragione della nobile Giulia Spilimbergo maritata Torresini. Li fondi occupati e danneggiati nella costruzione dell’arginatura suddetta spettano ad altre ditte …”.

Il 24 luglio 1861 i fratelli Fabbro Luciano e Giuseppe del fu Giovanni vennero sorpresi “ad asportare la pietra dall’argine eretto dai frazionisti di Rauscedo a difesa delle loro campagne”. Fu loro inflitta la pena della “rifusione del danno a termine dei veglianti regolamenti per la difesa dei fiumi e torrenti”.

Il 28 novembre 1861, dopo l’ennesima esondazione con relativi danni, fu decisa l’urgente costruzione di una sporgenza di circa 30 metri rinforzata da capriate di legname e zolle di terra che partendo dal Prato del Miedi si portava verso l’interno del torrente sino alla vecchia rosta inferiore. Il progetto fu affidato all’ing. Cavedalis Alessandro. I lavori, iniziati il 26 agosto 1862, terminarono il successivo 3 settembre con l’impiego di 16 operai e con una spesa di 400 fiorini.

Il 30 luglio 1862, a seguito decreto emesso direttamente dalla Congregazione Provinciale del Friuli Marchi Nicolò, venne “dimesso dal posto di segretario del Consorzio Rauscedo Domanins” con invito alla “consegna di quanto appartiene al consorzio, sia libri, carte ed altri effetti”. Venne nominato Bisutti Pietro che fu a sua volta sollevato dalla presidenza, su “invito” del Regio Commissario. Al suo posto, dal 1° gennaio 1863, subentrò Guazzo Mattia.

Il 17 agosto dalla presidenza venne diffuso l’invito ad assistere, il giorno successivo, alla S. Messa per l’onomastico di Sua Maestà. Analogo invito pervenne alla presidenza, da parte dell’I.R. Commissario, per il 4 ottobre a San Giorgio con canto dell’inno ambrosiano.

Il primo settembre 1862 ebbe luogo l’assemblea degli associati che, tra l’altro, confermò Spilimbergo Venceslao alla presidenza per il successivo sessennio.

Il 24 febbraio 1863, l’assemblea dei soci, con 22 voti su 23, riconfermò Moretti Bortolo a presidente del Consorzio di Rauscedo e Domanins. Revisori furono nominati Bisutti Antonio e Colautti Simone. Il verbale dell’assemblea del 24 febbraio è l’ultimo presente nell’Archivio Storico Comunale. Si presume, comunque, che i lavori per la messa in sicurezza degli abitati di Rauscedo e Domanins e dei terreni interessati siano continuati almeno sino a tutto il 1866 se non oltre. Con l’annessione al Regno d’Italia le competenze per i corsi d’acqua passarono agli enti statali facendo venir meno la necessità della sussistenza dell’ente.

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Pio Istituto elemosiniere di San Nicolò della Richinvelda

Il sodalizio è citato nei capitoli precedenti con rimando a questa specifica parte. Si trascrive quanto riscontrato dai documenti conservati nell’Archivio Storico Comunale, nell’Archivio Diocesano e nei vecchi registri della pieve di San Giorgio.

Dai documenti si riscontra che già dal 1520 esisteva una confraternita legata alla chiesa di San Nicolò. Nel 1563 operava la “Scola de San Nicolò dela Richinvelda essendo camerari novi Tramuntin Battista de Iacum di San Zorzi et Zorzi de Curubin de Aurava” e nel 1693 la “Veneranda Chiesa di San Nicolò di Archivelda” con cameraro Volpato Gio.Giuseppe di Aurava. L’organismo, dedicato sia alla gestione degli immobili e terreni sia ad opere di carità ed alla sepoltura dei miserabili, fece effettuare nel 1754, con il benestare del Luogotenente Generale della Patria del Friuli Bertucci Contarini, un “catastico” nel quale furono indicati i circa 70 possedimenti della pieve con i relativi affittuari. Per ogni appezzamento fu prodotto il relativo disegno di mappa in scala.

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20. Catastico della Veneranda Chiesa di San Nicolò della Richinvelda del 1754

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Le opere di carità continuarono anche negli anni successivi. Ad esempio nel 1801, cameraro Luchini Domenico, furono spese £. italiane 959,17 per carità e sepolture a miserabili.

Successivamente, sino al 1809 furono camerari Leon Osvaldo, Pascuto Gio.Maria, Volpato Antonio e Tramontin Pietro.

La congregazione, si presume con qualche difficoltà, continuò ad operare anche nel periodo della dominazione napoleonica

Nel 1820 per la gestione dei terreni operava la Congregazione di Carità, retta da Luchini Giacomo e Marcolini Vincenzo, successivamente indicata come Pio Istituto Elemosiniere di San Nicolò della Richinvelda. L’istituto avviò le procedure per il recupero, anche tramite l'Autorità Giudiziaria, delle somme non versate nei turbolenti anni precedenti. Inoltre, scopo principale dell’istituto era di “sussidiare le orfane in occasione di matrimoni e seppellire i miserabili delle ville di San Giorgio ed Aurava”.

Nel 1828 l’ente fu amministrato dal nobile Spilimbergo Francesco e da Luchini Pietro e Volpato Daniele che rimasero in carica almeno sino al 1850. Gli stessi venivano rappresentati, di volta in volta, da Marchi Nicolò e dai sacerdoti Oliva Giovanni e Volpati Valentino.

Quest'ultimo cessò l'incarico nel 1835 incolpato di aver gestito l'ente a proprio interesse sottraendo beni e documenti vari. Con il predetto iniziò un lungo contenzioso ed a nulla valsero i tentativi delle autorità comunali ed ecclesiastiche per recuperare quanto ritenuto sottratto. Venne sospeso dalle funzioni di curato di Aurava ed inutilmente invitato a lasciare l'incarico. Intervenne personalmente il vescovo Fontanini Carlo, che con proprio atto del 4 aprile 1837, che di seguito si riporta tradotto in italiano, lo sospese “a divinis”, inviando ad Aurava un nuovo curato.

“Noi Carlo Fontanini, sacerdote della Congregazione della Missione di Dio, vescovo di Concordia, …

poiché hai voluto perseverare nella tua nequizia trascurando le mie esortazioni e ammonizioni, per cui sono stato costretto alla tua sospensione a divinis;

poiché non hai obbedito al mio ordine del 6 marzo scorso di portarti al convento dei Minori Riformati di Spilimbergo e di restarvi fin tanto che non avessi mostrato segni di ravvedimento, dimostrando così di essere del tutto incorreggibile;

poiché non hai potuto né puoi adempiere agli impegni delle messe e

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della cura delle anime come cappellano di San Giovanni Battista nella chiesa di San Giorgio, beneficio che indegnamente possiedi;

con l’autorità di delegato della Santa Sede, e come previsto dal Concilio di Trento, col presente decreto ti privo del detto beneficio di cappellania, senza diritto di appello, in modo da metterlo a disposizione di chi possa e voglia, avendone il diritto.

Portogruaro, cancelleria vescovile, 4 aprile 1837”.

21. Lettera in latino del vescovo Fontanini al sacerdote Volpati Valentino

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Venne pertanto interessata l'Autorità Giudiziaria. Nel 1838, anche vendendo tutti i beni di sua proprietà, restituì al Pio Istituto la somma di austriache £. 1.439,65 senza riuscire, comunque, a sanare i suoi tanti debiti. Successivamente il sacerdote venne condannato, una prima volta, alla pena della reclusione che scontò, dal 6 marzo al 18 settembre 1839, presso le carceri di San Clemente di Venezia. Venne nuovamente incarcerato, presso la Casa di Correzione della Giudecca, dal 9 ottobre 1841 al 4 giugno 1846 con parte della pena scontata nel convento dei Minori Riformati di Spilimbergo. Al termine venne inviato, come cappellano, a Tramonti.

Il 1839 fu un anno forse irripetibile per il Pio Istituto che aveva in gestione anche la chiesetta di San Nicolò. Infatti con bolla del 19 giugno 1839 Papa Gregorio XVI° concesse l’indulgenza plenaria (applicabile anche ai defunti) ai devoti che nella prima domenica di luglio, in occasione degli annui festeggiamenti in onore del Beato Patriarca Bertrando, “confessati e comunicati visiteranno la Chiesa campestre della Richinvelda, in Comune di San Giorgio, Distretto di Spilimbergo, nella suddetta Domenica, dal levare al tramontare del Sole, e pregheranno secondo l’intenzione di Sua Santità”. Secondo la bolla papale le indulgenze furono concesse per un settennio a partire dal luglio 1840168.

La Delegazione Provinciale di Udine con proprio decreto del 21 settembre 1852 affidò l'amministrazione del Pio Istituto di San Nicolò della Richinvelda alla Deputazione Comunale che tramite il proprio agente doveva provvedere ad un riordino della struttura. A tale scopo furono incaricati, di volta in volta, Volpato Giovanni, Marchi Vincenzo e Luchini Giacomo Antonio affiancati da un contabile nominato in Plateo Alfonso prima e Donati Girolamo dopo. Nel 1863, come contabile, subentrò il nobile Spilimbergo Francesco che subito si dimise.

Il 30 marzo 1870 l'Istituto, rappresentato dalla Giunta Comunale nelle persone del sindaco Luchini Pietro e degli assessori Cescutti Pietro e Spilimbergo Venceslao, fu coinvolto in una capillare ispezione da parte del Commissario Distrettuale Serafini Pietro che pur non riscontrando gravi mancanze suggerì, comunque, di attenersi in seguito alla nuova normativa sull'amministrazione delle opere pie emessa nel dicembre 1868 ed invitò al recupero degli arretrati dovuti da alcuni affittuari.

Nel 1874 il Pio Istituto di San Nicolò della Richinvelda rappresentato

168 Vedi anche capitolo “Il Regno Lombardo Veneto”

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dalla Congregazione di Carità era presieduto dal pievano Bigai Giovanni, sostituito dal sacerdote D'Andrea Elia che nel 1883 rassegnò le dimissioni. Fu allora eletto il sindaco Sabbadini Antonio. Nel 1904 fungeva da presidente Kechler Camilla.

Con l’annessione al Regno d’Italia continuarono, comunque, i problemi per il pagamento degli affitti con lunghi contenziosi e continui ricorsi all’Ufficio delle Ipoteche di Udine.

Nel corso della sua più che secolare attività l’ente elemosiniere, oltre all’amministrazione dei beni, all’aiuto alle giovani spose orfane ed alla sepoltura dei molti miserabili, si interessò di tutte le opere di cui la pieve aveva continuo bisogno provvedendo direttamente alle spese.

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Pecile Gabriele Luigi un uomo fuori dal suo tempo

Pecile Gabriele Luigi nacque a Fagagna (UD) l’11 novembre 1826 figlio postumo di Giandomenico (morto alcuni mesi prima) e di Madonizza Rosa. Venne battezzato con il nome di Luigi Mario, nome che cambierà in Gabriele Luigi in riconoscenza verso lo zio Gabriele che si prese cura di lui.

Lo zio, Gabriele, uomo intraprendente dotato di grande intelligenza, anticlericale e massonico, pare sia stato maestro di loggia e parte attiva del primo nucleo carbonaro di Udine (sorto già nel 1820) ove la famiglia, agiata e benestante, aveva acquistato una stamperia.

Seguendo l’esempio dello zio e attratto dai valori di libertà e giustizia sociale, dalla necessità dell’istruzione e della totale libertà dell’individuo, Gabriele Luigi venne avviato verso gli studi classici. Frequentò, come esterno, il locale seminario e l’Università di Padova ove si laureerà, il 12 marzo 1849, in legge (civile e canonica).

Nel 1848 fu testimone dei moti rivoluzionari scoppiati a Vienna ove si trovava per seguire un corso di perfezionamento in quell’università. Quell’esperienza rafforzerà in lui la fede liberale e lo convincerà ad impegnarsi personalmente nella politica e nella lotta per l’indipendenza dall’Austria.

Nel 1849 si sposò con Rubini Caterina, appartenente ad una antica famiglia di imprenditori di Gemona. Dal matrimonio nacquero i figli Ida, Domenico e Attilio. Su Domenico e Attilio si rimanda a quanto di seguito riportato.

Acquisita la laurea si occupò del miglioramento delle proprietà di Fagagna e di San Giorgio ove, nel 1851, aveva acquistato la villa già della

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famiglia veneziana dei marchesi Leoni con la relativa tenuta agricola. In tale ottica collaborò con l’Associazione Agraria Friulana.

Nei possedimenti egli ammodernò i sistemi di conduzione e coltivazione, preoccupandosi che potessero essere capiti e praticati dai contadini, per i quali propugnò la necessità di una specifica istruzione agraria oltre che di un sensibile miglioramento del tenore di vita. Uno dei settori a cui rivolse il suo interesse fu anche quello enologico, soprattutto dopo avere visitato nel 1862, nel viaggio di ritorno dall’Esposizione Universale di Londra, i sistemi di coltivazione di alcune zone vinicole francesi, ed essersi convinto che la qualità del prodotto dipendesse non soltanto dal clima e dal terreno, ma soprattutto dalla specializzazione dei vitigni e dal tipo di rapporti di produzione.

Nel 1859, unitamente a Kechler Carlo, Morgante Lanfranco e Giacomelli Giuseppe, costituì il “Comitato veneto Sezione V pella provincia del Friuli” organismo segreto antiaustriaco operante all’interno dell’Associazione Agraria che divenne, volente o nolente, organo di copertura del comitato.

Al termine della Seconda Guerra d’Indipendenza il “Comitato” promosse il plebiscito segreto dei 179 comuni friulani per l’unione all’Italia. Pecile Gabriele Luigi e Di Prampero Ottaviano vennero incaricati della consegna dei favorevoli risultati direttamente nelle mani di Camillo Benso conte di Cavour (che già presidente del consiglio del Regno di Sardegna lo ridiventerà il successivo 21 gennaio), cosa che fecero la mattina del 16 gennaio 1860.

La polizia austriaca, venuta a conoscenza dell’attività dei componenti del comitato e dell’iniziativa del plebiscito segreto, il 19 febbraio 1861 arrestò Kechler Carlo e Morgante Lanfranco che condannati, vennero internati nel carcere di Olmutz (ora Olomuc) e successivamente confinati a Brno in Moravia. Nella stessa indagine furono ripetutamente perquisite, senza trovare elementi compromettenti, le dimore del Pecile.

Per quanto riguarda San Giorgio, non risultano nei suoi confronti provvedimenti giudiziari o di polizia. Certamente non mancarono le ritorsioni come quando, nel 1864, dovette più volte presentare la richiesta perché gli fosse revocato il divieto alla vendemmia.

Dopo l’annessione al Regno d’Italia il Commissario Sella Quintino nominò Pecile Gabriele Luigi membro della Deputazione provinciale. Il 25 novembre 1866 alle elezioni politiche lo stesso venne eletto Deputato per il distretto di Gemona nelle fila del Circolo Indipendentista,

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confermato alle successive elezioni del febbraio 1867 (IXa e Xa legislatura).

Venne confermato deputato, eletto nelle fila della destra storica nel collegio di Portogruaro, nell’XIa e XIIa legislatura. Lo spirito libero, tramandato dallo zio e fortificato in tanti anni di battaglie, lo mise in contrapposizione anche con la sua parte politica in occasioni dell’approvazione di leggi ritenute dannose per l’economia ed i cittadini. A parere del Pecile, infatti, era stato adottato un fiscalismo e un accentramento amministrativo e giudiziario eccessivi, tali da impedire l’iniziativa privata e lo sviluppo economico e da generare pericolosi malcontenti. Egli fu anche contrario alla creazione da parte dello Stato di colossi bancari che avrebbero potuto imporre la loro politica a danno del paese.

Nel 1880 venne eletto senatore. Dal 1878 al 1883 e dal 1899 al 1900 fu primo cittadino di Udine e dal 1884 al 1889 fu sindaco di Fagagna.

In quegli anni, continuando sulla linea intrapresa fin dagli anni ‘70 in difesa degli istituti tecnici, si dedicò con appassionato interesse alle scuole agrarie, cercando di adeguarle alle esperienze maturate in Francia e Germania, sempre convinto del ruolo portante dell’agricoltura nell’economia del paese. Fu favorevole all’educazione dell’infanzia sostenendo gli asili, all’istruzione pubblica e all’educazione fisica. Nel 1885, durante la discussione in Senato del disegno di legge per l’istituzione di scuole agrarie, intervenne con un ordine del giorno che proponeva l’insegnamento dell’agricoltura nelle scuole femminili. Relazionò sulla necessità di un sapere tecnico-agronomico anche nell'agosto 1898 al congresso nazionale degli agricoltori italiani di Torino.

Da sindaco di Udine perseguì un preciso progetto politico di amministrazione del territorio, secondo cui il capoluogo doveva coordinare il decollo economico sia della città che della provincia, puntando in primo luogo al potenziamento delle infrastrutture. Il Comune intervenne in consorzi intermunicipali e provinciali, fu compartecipe nella costruzione di linee ferroviarie, nel miglioramento della rete stradale, nell'edificazione del canale Ledra-Tagliamento, un’opera irrigua vagheggiata da secoli, di notevole impegno finanziario, ma strategica per risolvere il problema della siccità in Friuli.

Ufficiale e poi Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, morì a Fagagna il 27 novembre 1902.

I gravosi impegni politici consigliarono a Gabriele Luigi di demandare

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al figlio Pecile Domenico il compito di sviluppare ed ammodernare la tenuta di San Giorgio. Domenico, secondo dei tre figli, nato ad Udine l’11 dicembre 1852, si era nel frattempo laureato in chimica presso l’Università di Torino ed aveva frequentato numerosi corsi di perfezionamento in chimica agraria in Germania, Francia e Ungheria.

Nel 1887 sposò Kechler Camilla, figlia del suindicato patriota Carlo, e stabilì la sua dimora in San Giorgio facendo dell’azienda di famiglia un centro sperimentale ove le innovazioni provenienti dai paesi tecnicamente più avanzati venivano esaminate ed adattate alle condizioni locali.

Nel 1892, unitamente ad altri lungimiranti concittadini, fondò la Cassa Rurale di San Giorgio della quale verrà nominato presidente. Nel 1898 sarà eletto presidente dell’Associazione Agraria Friulana della quale era membro ancora dal 1882.

Sindaco di San Giorgio dal 1882 nel 1897, ispirandosi a modelli di analoghe società realizzate in Svizzera, promosse la costituzione della Società di Allevatori di San Giorgio con l’obiettivo del miglioramento della razza bovina friulana.

Morì ad Udine il 27 maggio 1924

Pecile Attilio, figlio di Gabriele Luigi, nacque ad Udine il 17 aprile 1856. Finiti gli studi classici in Udine si iscrisse alla facoltà di Scienze Fisiche all’Università di Torino che frequentò per un biennio interessandosi in particolare dello studio della geologia e della geodesia.

Nel 1883-1884 partecipò assieme al grande amico Savorgnan di Brazzà Giacomo, il cui fratello Pietro si trovava già in Congo, ad una spedizione, voluta dal Governo francese, nelle regioni africane dell’Ogouè e del Congo.

Al rientro, dopo aver sposato a Fiumicello la baronessa De Peteani Maria, prese ad occuparsi della tenuta di Fagagna dove fu sindaco dal 1909 al 1913. Fu dirigente dell’Associazione Agraria Friulana. Morì a Fagagna il 7 maggio 1931. Non risulta aver mai risieduto a San Giorgio.

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Passaporti e libretti di scorta

22. Passaporto di Crovato Nicolò rilasciato 22.7.1856 da

Francesco Giuseppe imperatore d’Austria

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Nei circa 60 anni presi in esame non sono mancati i nostri concittadini che per necessità, per spirito di avventura o solo per migliorare la propria situazione economica scelsero di trasferirsi, alcuni solo temporaneamente, in altre località.

Non era cosa facile tant’è che tutti gli spostamenti fuori dalla Provincia del Friuli dovevano essere autorizzati e le persone munite di passaporto o libretto di scorta.

Di rilievo l’emigrazione avvenuta tra il 1857 ed il 1860 con il rilascio di 143 passaporti a 136 nostri concittadini 169 : ragazze in qualità di domestiche nelle case signorili di Venezia e Trieste; bambini nelle fabbriche di laterizi della Germania; uomini per lavori di facchinaggio a Trieste, nella costruzione delle nuove strade ferrate o nelle fornaci di Murano; altri per la ricerca di lavoro in tutte le provincie della monarchia asburgica.

Da un’analisi delle schede si rileva che nel 1857 sono emigrate 23 persone, 1 nel 1858, 10 nel 1859 e ben 109 nel 1860. Di questi 19 abitavano ad Aurava, 16 a Cosa, 31 a Domanins, 20 a Pozzo, 26 a Rauscedo e 24 a San Giorgio. Nell’esame non sono stati conteggiati i numerosi abitanti di Provesano che, come più volte accennato, non facevano ancora parte del territorio comunale. Sempre dalle schede si riscontra che 46 persone avevano ottenuto il documento per le provincie dell’impero, 33 per Trieste, 20 per Venezia, 18 per le provincie venete e lombarde (queste ultime sino alla Seconda Guerra d’Indipendenza), 9 per la Germania, 8 per Padova e 9 per le provincie illiriche. Non sono mancati passaporti per lo Stato Pontificio e per il Regno di Napoli.

Se consideriamo l’età al momento del rilascio del titolo 44 avevano sino a 20 anni, 43 dai 21 ai 30, 23 dai 31 ai 40, 20 dai 41 ai 50, 8 dai 51 ai 60, 4 dai 61 ai 70 ed 1 dai 71 agli 80.

Di rilievo l’espatrio dei quattro figli di Cancian Osvaldo, detto Zoc, di Pozzo due dei quali di 12 e 15 anni, in Germania in una fabbrica di produzione di tegole e mattoni. Gli altri due di 18 e 19 anni nei territori dell’impero e nelle provincie venete.

Nella tabella sono riportate solamente le persone, emigrate tra il 1857 ed il 1860, per le quali è stata rinvenuta la ricevuta del passaporto. Con le generalità è stata trascritta, per una eventuale comparazione sull’età, anche

169 I numeri non corrispondono in quanto a 7 persone, nel periodo in esame, vennero rilasciati due passaporti

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la data e il luogo di nascita e la data e luogo di emigrazione.

Altri espatri, tra i quali quelli nel Regno di Napoli e nello Stato Pontificio, sono citati nel testo del capitolo “Regno Lombardo Veneto”. Non avendo trovato, per gli stessi, le relative ricevute non sono stati inseriti in questa sezione.

Nominativo data e località Basso Beniamino (Gin) fu Gio.Battista 24.12.1813 Rauscedo

13.7.1858 Trieste

Bertolo Maria coniugata De Monte 10.12.1829 San Giorgio

27.3.1860 Trieste

Bertuzzi Maria (Tiu) coniugata Moretti 24.9.1809 Rauscedo

18.7.1860 Venezia per lavoro quale domestica

Bertuzzi Teresa coniugata Pasquin Rocco 12.2.1818 Cosa

16.2.1860 Venezia

Bisconcini Catterina coniugata Luchini 21.10.1821 San Giorgio

29.6.1857 Oderzo 15.2.1860 Trieste

Bisutti Amabile di Onorio 17.8.1841 Domanins

26.9.1860 province venete

Bisutti Antonio di Antonio 17.10.1838 Domanins

2.7.1860 province impero

Bisutti Antonio di Francesco 18.4.1839 Domanins

2.7.1860 prov. impero

Bisutti Onorio fu Antonio 3.2.1813 Domanins

23.09.1860 Padova

Bonutto Luigi (Fogliarin) di Gio.Battista 26.3.1832 Domanins

26.7.1857 prov. impero

Busolini Giacomo di Giovanni 11.8.1836 San Giorgio

16.6.1860 Venezia

Cancian Antonio (Zoc) di Osvaldo 23.10.1842 Pozzo

22.3.1860 prov. impero

Cancian Giacomo (Zoc) di Osvaldo 9.3.1845 Pozzo

22.3.1860 Germania fabbrica tegole mattoni

Cancian Gio.Battista (Zoc) di Osvaldo 27.11.1847 Pozzo

25.3.1860 Germania fabbrica tegole mattoni

Cancian Giuseppe di Giuseppe 7.11.1833 Domanins

9.9.1859 Trieste

Cancian Sante (Zoc) di Sante 29.5.1846 Aurava

3.3.1860 Trieste con il padre

Cancian Valentino (Zoc) di Osvaldo 15.10.1840 Pozzo

27.8.1860 prov. venete

Candido Antonio di Gioacchino 15.12.1830 Domanins

4.12.1857 prov. Venete 19.7.1860 Trieste

Cesarin Epifanio di Felice 6.1.1833 San Giorgio

21.5.1860 prov. impero

Chivilò Antonio fu Francesco 1.9.1843 Cosa

5.12.1860 prov. Illiria

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Chivilò Giacomo fu Francesco 31.1.1838 Cosa

5.12.1860 prov. Illiria

Cividin Luigi fu Antonio 21.2.1846 Pozzo

22.3.1860 Germania fabbrica tegole mattoni

Cocitto Angelo di Gio.Battista 16.7.1801 Rauscedo

23.9.1857 prov. Illiria 8.10.1859 Trieste

Cocitto Eugenio di Angelo 15.8.1829 Rauscedo

13.9.1860 Trieste

Cocitto Gio.Battista di Angelo 13.2.1827 Rauscedo

15.10.1860 Trieste

Colonello Celeste fu Osvaldo 20.10.1817 Pozzo

22.1.1860 Trieste

Contardo Angelo di Antonio 5.5.1840 Pozzo

3.3.1860 Trieste

Crovato Nicolò di Leonardo 2.2.1814 Rauscedo

25.6.1860 prov. impero per propri interessi

D’Andrea Antonia di Antonio coniugata De Zorzi 6.10.1832 Domanins

23.10.1859 Murano 30.4.1860 Venezia

D’Andrea Antonio di Antonio di anni 23 Rauscedo

1.10.1857 Venezia

D’Andrea Daniele (Delle Vedove) di Osvaldo 16.2.1847 Rauscedo

6.4.1860 prov. Impero Graz

D’Andrea Gaspare (Noglit) di Domenico 25.9.1830 Rauscedo

25.9.1857 prov. Illiria

D’Andrea Giuseppe (Spagnol) di Giuseppe 29.2.1816 Rauscedo

8.3.1860 Venezia

D’Andrea Graziano di Osvaldo di anni 14 Rauscedo

2.4.1860 prov. Impero Graz

D’Andrea Raimondo (Dreuzza) di Sante 26.7.1843 Domanins

21.3.1860 Germania fornaci tegole mattoni

D’Andrea Vincenzo (Furia) di Antonio 6.12.1835 Rauscedo

7.7.1857 Trieste 12.4.1860 Venezia

D’Andrea Vincenzo (Dreuzza) di Andrea 27.5.1813 Domanins

23.7.1860 Trieste

De Bernardo Luigi di anni 49 sacerdote di Domanins

3.10.1857 prov. Impero per propri interessi

De Candido Antonio (Coppettin) fu Leonardo 13.3.1845 Domanins

14.4.1860 prov. Impero Graz

De Candido Francesco di Luigi 13.4.1841 Domanins

20.6.1860 prov. impero

De Candido Giuseppe di Giovanni 19.7.1831 Domanins

12.4.1860 prov. impero

Dell’Anna Graziadio (Colombo) di Domenico 25.8.1819 Domanins

23.9.1860 Padova

Dell’Anna Osvaldo (Colombo) di Angelo 12.5.1815 Domanins

2.4.1860 prov. impero

De Monte Antonio (Pitana) di Giacomo 18.2.1823 San Giorgio

27.3.1860 Trieste

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De Paoli Amadio (Macanin) di Innocente 2.7.1821 Rauscedo

28.4.1860 Venezia

De Zorzi Gioacchino fu Leonardo 11.3.1820 Rauscedo

30.4.1860 Venezia lavoro fornaci

Donda Alessandro di Angelo 28.5.1848 Cosa

2.2.1860 prov. venete

Dreon Osvaldo (Sbriz) di Giacomo 15.5.1848 Aurava

13.2.1860 prov. impero Graz

Fabbro Leonardo di Giovanni 20.6.1837 Rauscedo

20.9.1859 Venezia

Fabris Pier Agostino di Giovanni 30.1.1842 Pozzo

3.3.1860 prov. Impero Graz

Fabris Giuseppe di Giovanni 14.3.1846 Pozzo

26.3.1860 Germania fabbrica tegole mattoni

Fabris Pietro di Gio.Battista 1.7.1840 Pozzo

18.4.1860 prov. impero

Fanello Luigi di Pietro 6.4.1836 Pozzo

27.11.1859 prov. impero

Filipuzzi Antonio di Giovanni 15.11.1808 San Giorgio

18.8.1860 Venezia

Filipuzzi Giacomo di Sante 1.5.1829 Cosa

16.1.1860 Padova

Filipuzzi Luigi di Antonio 27.3.1843 San Giorgio

6.4.1860 Venezia

Filipuzzi Sante fu Paolo 2.3.1794 Cosa

9.7.1857 prov. Lombardo Veneto

Fornasier Enrica (Scur) di Gio.Battista 16.4.1831 Rauscedo

25.9.1857 Trieste

Fornasier Gio.Battista (Cigno) fu Angelo 14.11.1831 Rauscedo

16.1.1860 prov. impero

Fornasier Natale (Cirondello) di Giuseppe 26.8.1838 Rauscedo

10.3.1860 prov. impero

Fornasier Sante (Cigno) fu Angelo 14.5.1829 Rauscedo

10.12.1860 prov. impero

Frisotti Graziadio di Federico 28.11.1839 Rauscedo

16.3.1860 prov. venete

Gridello Giacomo di Gio.Battista 12.1.1811 Cosa

8.5.1860 prov. impero

Lenarduzzi Angelo di Gio.Battista 7.5.1840 Domanins

2.4.1860 prov. impero

Lenarduzzi Antonio di Gio.Battista 28.3.1842 Domanins

7.4.1860 prov. impero

Lenarduzzi Francesco (Ros) di Giacomo 22.12.1821 Pozzo

3.7.1860 Trieste

Lenarduzzi Gio.Battista fu Antonio 15.10.1839 Domanins

6.4.1860 prov. impero

Lenarduzzi Leonardo di Andrea 29.8.1831 Domanins

14.12.1860 prov. venete

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Lenarduzzi Leonardo fu Agostino di anni 44 Pozzo

25.9.1857 prov. Illiria

Lenarduzzi Lorenzo fu Costantino 28.9.1819 Domanins

25.1.1860 Trieste

Lenarduzzi Osvaldo (Ros) fu Giacomo 11.10.1805 Pozzo

27.2.1860 Trieste

Lenarduzzi Pietro di Sante 7.8.1783 Domanins

21.10.1860 prov. venete

Lenarduzzi Prospero di Andrea 1.7.1829 Domanins

17.7.1857 prov. Impero domestico Spilimbergo

Leon Giuseppe fu Basilio 22.2.1839 Rauscedo

11.2.1860 prov. impero

Luchini Francesco fu Antonio 29.10.1811 San Giorgio

5.12.1860 prov. venete

Luchini Paolo fu Giorgio 2.7.1797 San Giorgio

1.3.1860 prov. Impero per propri affari

Macor Pietro (Mazzol) di Sante 14.5.1826 Aurava

8.2.1860 prov. impero

Maddalena Pietro di Angelo 10.9.1807 Domanins

16-7-1860 Venezia

Majola Angelo di Domenico 25.12.1829 San Giorgio

7.9.1859 Trieste

Majola Giacomo di Domenica 1.5.1842 Aurava

7.9.1859 Trieste 5.12.1860 prov. Illiria

Marchi Gio.Battista fu Andrea 22.12.1816 Rauscedo

14.7.1857 Trieste

Marchi Giovanni fu Pietro 20.11.1813 Rauscedo

15.4.1860 Padova

Marchi Nicolò di Vincenzo 7.1.1793 Rauscedo

2.10.1857 prov. impero

Marcon Luigi di Giacomo 5.11.1827 Cosa

7.10.1860 Padova

Marcon Maria (Cordenos) di Osvaldo 22.4.1837 Cosa

4.10.1860 Venezia

Marcon Osvaldo (Cordenos) fu Giacomo 9.3.1807 Cosa

4.10.1860 Venezia

Mason Osvaldo di Mattia 11.10.1841 Aurava

25.1.1860 prov. impero

Mitri Sante fu Francesco 25.2.1832 San Giorgio

15.7.1857 prov. Impero 2.3.1860 prov. impero

Moretti Teresa di Giovanni 7.1.1854 Rauscedo

18.7.60 Venezia con madre Bertuzzi Maria

Moretto Francesco di Giovanni 21.1.1842 San Giorgio

13.7.1860 Trieste

Moro Maddalena fu Gio.Battista 24.3.1840 Cosa

18.6.1860 Venezia

Moro Pietro fu Gio.Battista 14.5.1832 Cosa

19.1.1860 Trieste

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Novaretto Giacomo Luigi di anni 19 di Pozzo

31.10.1859 prov. venete

Orlando Liberale Pietro fu Giorgio 1.2.1843 San Giorgio

3.11.1860 prov. impero

Orlando Luigi fu Giorgio 23.6.1838 San Giorgio

24.1.1860 Trieste

Partenio Gio.Battista di Sante 1.10.1838 Pozzo

17.8.1860 prov. impero

Pascut Giacomo (Blanc) di Osvaldo 10.11.1820 Pozzo

8.2.1860 Trieste

Pascutto Gio.Battista di Gio.Maria 3.3.1794 San Giorgio

1.8.1860 prov. impero

Pasquin Giacomo di Rocco di anni 6 Cosa

27.3.1860 Venezia con madre

Pasquin Rocco fu Leonardo 21.5.1809 Cosa

29.9.1857 prov. venete

Pellegrin Davide (Nos) di Gio.Battista 20.6.1841 Domanins

21.3.1860 Germania fornaci tegole mattoni

Petris Osvaldo di Andrea 22.8.1841 Rauscedo

14.4.1860 prov. impero

Pignolo Lodovico di Gio.Battista 6.9.1841 San Giorgio

6.3.1860 prov. impero

Rossi Giacomo di Valentino 19.8.1839 Pozzo

27.3.1860 Trieste

Rossi Pietro di Velentino 16.4.1834 Pozzo

15.8.1860 Trieste

Rovere Gio.Battista di Odorico 13.7.1829 Domanins

16.7.1860 prov. impero

Sbrizzi Giacomo di Giovanni 17.2.1836 San Giorgio

17.9.1860 Trieste

Sbrizzi Giorgio di Giovanni 8.8.1829 San Giorgio

16.10.1860 Padova

Sbrizzi Giovanni Maria fu Giorgio 5.7.1818 San Giorgio

8.12.1860 Padova

Sclabasso Giacomo di Giuseppe 12.8.1841 Aurava

27.1.1860 Trieste

Sclabasso Gio.Battista fu Mattia 18.4.1833 Aurava

2.7.1857 prov. impero

Sclabasso Giuseppe di Giacomo 11.5.1806 Aurava

27.1.1860 prov. impero

Spilimbergo Francesco di Giulio 19.9.1810 Domanins

17.7.1857 prov. Impero con domestico

Tesan Luigi (Miedi) di Osvaldo 1.7.1836 San Giorgio

22.11.1859 prov. Illiria

Tesan Marianna (Sartor) di Sante 1.10.1839 Cosa

11.7.1860 Venezia

Tesan Osvaldo (Miedi) fu Domenico 24.8.1798 San Giorgio

23.10.1859 Padova

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Tesan Sante (Sartor) fu Angelo 8.10.1813 Cosa

5.7.1857 prov. Illiria

Tramontin Giuseppe (Andrian) fu Sebastiano 29.12.1837 Aurava

25.1.1860 prov. impero

Tramontin Luigi (Andrian) di Valentino 29.8.1820 Aurava

27.3.1860 prov. impero

Tramontin Pietro fu Angelo 26.3.1815 San Giorgio

22.3.1860 Germania

Tramontin Pietro Francesco fu Martino 29.1.1836 San Giorgio

6.12.1860 prov. Illiria

Trevisan Luigi (Ursolat) di Giacomo 21.5.1826 Rauscedo

29.8.1857 Trieste

Truant Osvaldo (Mazzarin) di Antonio 2.11.1832 Aurava

3.3.1860 prov. impero

Venier Giuseppe (De Paoli) di Antonio 9.5.1829 Domanins

25.6.1860 prov. venete

Venier Maria vedova Lenarduzzi 7.6.1821 Domanins

20.9.1860 prov. venete

Venier Osvaldo (Vescovo) di Domenico 2.5.1841 Domanins

14.1.1860 Trieste

Venier Pietro di Antonio 26.12.1845 Domanins

21.5.1860 Germania

Volpati Celeste di Giuseppe 14.12.1841 Aurava

3.3.1860 prov. impero

Volpati Francesco di Sante 29.5.1853 Aurava

21.8.1860 Trieste con zio Osvaldo

Volpati Giacomo fu Giuseppe 27.3.1844 Aurava

28.3.1860 prov. impero

Volpati Giuseppe fu Angelo 7.8.1825 Aurava

29.2.1860 Germania

Volpati Osvaldo di Francesco 7.3.1827 Aurava

21.8.1860 Trieste

Volpati Osvaldo di Michele 7.8.1840 Aurava

11.3.1860 prov. impero

Volpati Sante fu Giovanni 19.11.1833 Aurava

25.9.1857 prov. venete

Volpati Sante di Francesco di anni 24 Aurava

25.9.1857 prov. venete

Zavagno Antonio fu Natale 24.8.1818 Pozzo

4.10.1857 prov. Venete 26.4.1860 Trieste

Zavagno Gio.Battista di Gio.Maria 4.12.1821 San Giorgio

28.10.1859 prov. venete

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253

Indice dei nomi

Nella seguente tabella sono riportati tutti i nominativi citati nei vari capitoli con indicato il numero delle pagine corrispondenti. Si è cercato, ove possibile, di fornire i dati anagrafici completi. Nel caso di ricerca negativa tali dati sono stati trascritti come letti. Se rilevati sono stati indicati anche i soprannomi. Per evitare trascizioni errate, in caso di più omonimi dello stesso periodo, è stato riportato solamente il numero della pagina.

Non sono, invece, riportati i nominativi inseriti nei capitoli “I primi coscritti di Napoleone”, “Gli ultimi servitori dell’Impero” e “Passaporti e libretti di scorta” essendo gli stessi ivi citati, ad eccezione di coloro che sono stati menzionati per motivi diversi della leva o dell’emigrazione.

Per alcuni cognomi potrebbero esserci delle varianti dovute alle differenti trascrizioni per la stessa persona (Agostin - D’Agostin, Candido - De Candido, Volpato – Volpatti, Pascut – Pascutto, Luchin – Luchini, ecc.) che potrebbe essere ripetuta.

La ricerca è stata effettuata nei registri anagrafici comunali e parrocchiali nonché nei registri di battesimo della pieve di San Giorgio e delle parrocchie di Domanins e Provesano.

Adelardi Daniele di Valvasone 59

Agosti Gio.Battista di Bortolo e Anna nato Travesio 15.10.1809 immigrato nel 1844

142

Agostin Gio.Battista forse D’Agostin

di Antonio e Cocitto Sabbata nato Domanins 4.4.1788

55

Agostini Natale forse D’Agostin

di Leonardo e Bertoia Teresa nato Domanins 24.12.1809

111

Agostini Pasqua cng. Volpato Bortolo

di Agostino e Bortuzzo Catterina nata Domanins 22.1.1783

115

Agostinis Agostino sacerdote

sepolto a Domanins 64

Agostinis Agostino di Leonardo e Maria nato Domanins 14.9.1741

64

Agostinis Battista di Antonio morto Trieste 98

Agostinis Grazia cng. Fornasier Giuseppe

di Leonardo e Venier Cecilia nata Domanins 19.12.1807

149

Agostinis Maria di Domanins levatrice nel 1822 98

Agostinis Maria di Leonardo e Venier Cecilia nata Domanins 2.2.1803

111

Altan Osvaldo di Pier Antonio e Anna Maria nato Bagnarola 13.11.1784

128-161

Andervolti Leonardo deputato comunale di Spilimbergo 181

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Andreone Francesco detto Dreon

di Domenico ed Elisabetta nato Provesano 6.12.1787

45

Andreuzzi Antonio promotore moti di Navarons 188-188

Andreuzzi Silvio promotore moti di Navarons 188

Asti Carlo medico-chirurgo di San Giorgio 146

Barbariol Antonio cappellano di Rauscedo nel 1858 173-175

Basso Andrea detto Simonit

di Giuseppe e D’Andrea Sabina nato Rauscedo 15.11.1783

113

Basso Angelo di Pietro di San Giorgio disertore nel 1809

49

Basso Antonia figlia di Basso Maria 62

Basso Carolina cng. D’Andrea Pietro

di Gio. Battista e D’Andrea Anna Maria nata Rauscedo

148

Basso Giacomo di Francesco e Pitana Maria nato Provesano 2.2.1805

155

Basso Leonardo detto Rori

di Simone e Bertuzzi Caterina nato Rauscedo 10.1.1808

174-174

Basso Maria madre di Basso Antonia 62

Basso Valentino di Giuseppe e D’Andrea Sabina nato Rauscedo 18.11.1792

60

Battistella Domenico di Gradisca padre del disertore Osvaldo

42

Battistella Osvaldo di Domenico e Pasqua nato Gradisca 21.1.1786

42

Beacco Sante sacerdote

maestro supplente a Rauscedo nel 1865

190

Berton Marianna cng. Crovato Antonio

di Antonio e Rinaldi Rosa nata Sacile 3.7.1813

185

Bertuzzi Angelo di Giuseppe e D’Agostin Elisabetta nato Provesano 9.2.1787

53

Bertuzzi Antonio di Santo e Schezzi Lugrezia nato Gradisca 18.7.1785

42

Bertuzzi Antonio di Gio.Battista e Polon Anna nato Provesano 10.10.1782

156

Bertuzzi Francesco di Mattia e Venier Lucia nato a Provesano nel 1751

46

Bertuzzi Gio.Battista di Santo e Schezzi Lugrezia nato Gradisca 13.7.1771

32-40-41-47

Bertuzzi Sante detto Tiu

di Gio.Battista e Basso Domenica nato Rauscedo 31.1.1820

174-193-198

Bertuzzi Santo di Antonio e Giulia nato Gradisca 1.11.1735

42

Bezzi Andrea gendarme di Spilimbergo nel 1808 49

Bianchi Biasio parroco di Domanins

morì a Domanins il 6.9.1829 – ivi sepolto

30-35-67-70-97-97-98-111-113-118

Bianchini Giacomo oste a Cosa nel 1856 160

Bier Osvaldo denunciato 1865 196

Bigai Giovanni pievano di San Giorgio

di Lorenzo e Catterina nato Barco 13.8.1813

141-143-144-147-149-150-156-160-162-175-240

Bisaro Angelo Antonio di Gio.Battista e Cisilin Antonia nato Provesano 16.4.1785

41

Bisaro Antonio detto Filipuzzi

di Pietro e De Zorzi Cattarina nato Cosa 27.7.1759

42

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255

Bisaro Carlo di Bortolo e Zorzini Francesca nato Gradisca 31.12.1782

42

Bisaro Francesco macellaio a Pozzo nel 1825 101

Bisaro Giacomo di Santo e Cicutin Domenica nato Gradisca 1.5.1784

44

Bisaro Gio.Battista di Giovanni e Orlando Angela nato Gradisca 24.9.1750

41

Bisaro Giuseppe di Bortolo e Zorzini Francesca nato Gradisca 3.5.1785

42-54

Bisaro Osvaldo di Francesco e Zavagno Lucia nato Gradisca 20.8.1776

65

Bisaro Sante di Tommaso e Bisaro Rosa nato Gradisca 9.12.1823

151

Bisaro Zuanne vedi Filipuzzi Giovanni 42

Bisuto Leonardo di Daniel e Maria nato Domanins 1.8.1738

29

Bisutti Amabile di Onorio e Venier Angela nata Domanins 17.8.1781

174

Bisutti Antonio di Antonio e Bortuzzo Anna nato Domanins 23.12.1771

43-56

Bisutti Antonio di Antonio e Liva Catterina nato Domanins 28.10.1804

172-175-184-189-233

Bisutti Domenico o Gio.Domenico

di Antonio e Bortuzzo Anna nato Domanins 10.7.1777

167

Bisutti Domenico di Gio.Battista e Cocitto Santa nato Rauscedo 28.5.1838

178

Bisutti Domenico ingegnere rilascio passaporto per Stato Pontificio 1858

179

Bisutti Felicita di Celeste e Pellegrin Santa nata Domanins 22.11.1839

174

Bisutti Giacomo sarto a San Giorgio nel 1815 71

Bisutti Gio.Battista di Giuseppe e Fornasier Catterina nato Rauscedo 26.4.1813

161-185

Bisutti Luigi di Domenico e Lenarduzzi Angela nato Domanins 1.5.1808

161-170-184

Bisutti Maria di Antonio e Liva Catterina nata Domanins 12.10.1808

145

Bisutti Natale di Gio.Battista e Cocitto Santa nato Rauscedo 27.12.1842

178-193

Bisutti Pietro di Gio. Battista e Sedran Maria nato Rauscedo 16.4.1795

103-118-124-161-183-185-233

Bonutto Antonio detto Fogliarin

di Nicolò e Pellegrin Angela nato Domanins 30.7.1816

160-161-184

Bonutto Francesco detto Coz

di Michele e Tubello Caterina nato Gradisca 10.3.1825

151

Bonutto Gio.Battista detto Fogliarin

di Nicolò e Pellegrin Angela nato Domanins 14.7.1803

121-123

Bonutto Giuseppe detto Fogliarin

di Nicolò e Pellegrin Angela nato Domanins21.4.1814

170-191

Bonutto Maria vedova Venier Gio.Batta

di Michele e Tubello Caterina nata Gradisca 26.12.1826

163

Bonutto Michele detto Coz

di Osvaldo e Chivilò Antonia nato Gradisca 5.10.1787

58-75-183

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256

Bonutto Nicolò detto Fogliarin

di Giuseppe ed Elena nato Lestans 8.6.1777

71-101-106

Bortolussi Matteo agente comunale nel 1825 102

Bortoluzzi Gio.Battista fornace a Provesano nel 1815 71

Bortuzzo Domenico di Antonio di Rauscedo 31

Bragadini Alessandro di Zoppola 59

Bratti Giovanni di Pietro e Luchini Teresa nato San Giorgio 18.11.18017

188

Bratti Maria cng. Lenarduzzi Giuseppe

di Giovanni e Mitri Lucia nata San Giorgio 29.6.1791

138

Bratti Pietro di Giovanni e Mitri Lucia nato San Giorgio 7.2.1783

96-99-116-135

Brovedani Gio.Maria di Clauzetto 187

Buliani Gio.Battista di Arzene 132

Bulliani Giacomo di Gio.Domenico e Cattina nato a Preone il 21.12.1809

161-184-188

Businello Pietro nobile con beni a San Giorgio 150

Busolini Antonio di Paolo e Narda nato Fusea 8.7.1794 62-67-71-99-102

Busolini Giovanni di Antonio e Fornasier Maria nato a San Giorgio 5.5.1804

142-161-185

Busolini Giuseppe di Antonio e Luchini Elisabetta nato San Giorgio 8.12.1831

174

Caboga Bernardo delegato provinciale 188-195

Caciti Pietro di Provesano 39

Cacitti Antonio detto Moro

di Serafino e Anna Maria nato Caneva 26.7.1783

71-114-123-152-153

Cacitti Giuseppina vedi Volpato Giuseppina 101

Cacitti Serafino di Antonio e Volpato Giuseppina nato Aurava 13.9.1816

119

Caliari si ritiene Caliari Girolamo

vice prefetto prima a Portogruaro poi a Spilimbergo

45-45-47-53-54-56-56-59-60-62-62-63

Cancian Angelo detto Zoc

di Francesco e Bertuzzi Domenica nato Pozzo 1.8.1786

42

Cancian Antonio detto Zoc

di Angelo e Sedran Margherita nato Pozzo 19.1.1819

184

Cancian Antonio di Giuseppe e Agostin Maria nato Domanins 3.4.1824

200

Cancian Domenico di Gio.Battista e Maria nato Domanins 4.9.1768

71-102

Cancian Francesco detto Zoc

di Lorenzo e Domenica nato Pozzo 1.1.1747

42

Cancian Francesco detto Zoc

di Antonio e Chivilò Rosa nato Pozzo 26.11.1806

178

Cancian Giacomo detto Zoc

di Angelo e Sedran Margherita nato Pozzo 25.1.1826

184

Cancian Giacomo detto Zoc

di Osvaldo e Lenarduzzi Domenica nato Pozzo 9.3.1845

193

Cancian Lorenzo detto Zoc

di Francesco e Bertuzzi Domenica nato Pozzo 10.10.1784

42

Cancian Osvaldo detto Zoc

di Antonio e Chivilò Rosa nato Pozzo 2.4.1811

246

Cancian Sante detto Zoc

di Domenico e Moro Domenica nato Aurava 26.11.1782

71-99-118-123-146

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257

Cancian Teresa cng. Marascutti Giorgio

di Sante e Volpato Maria nata Aurava 13.3.1844

193

Candido Benedetto detto Coppettin

vedi De Candido Benedetto

Candido Costantino detto Coppettin

di Osvaldo e Venier Osvalda nato Domanins 14.2.1790

117

Candido Leonardo detto Coppettin

vedi De Candido Leonardo 70-117-120-123

Candido Luigi di Francesco e Bortuzzo Teresa nato Domanins 27.10.1809

111

Candido Osvaldo di Candido e Pellegrin Giacoma nato Domanins 4.7.1826

170-179

Candido Teresa cng. Fornasier Giuseppe

di Osvaldo e Venier Osvalda nata Domanins 26.6.1796

111-149

Candido Teresa cng. Lenarduzzi Daniele

di Osvaldo e Bortuzzo Osvalda nata Domanins 5.4.1794

126

Candotto Gio.Battista vedi Pasquin Gio.Battista

Caneva Carlo di Udine 205

Cargnelli Francesco curato di Gradisca

di Giovanni e Comici Domenica nato Lestans 1839

193

Cargnelli Pietro presidente Governo provvisorio del Friuli nel 1805

33

Casasola Andrea vescovo diocesi Concordia Pordenone nel 1858

161-178

Cassan Pietro di Rauscedo 185

Castellarin Apollonia cng. De Candido Antonio

di Antonio e Cattarina nata Domanins 9.2.1777

123

Cauto Pietro amministratore ecclesiastico 100

Cavedalis Alessandro amministratore ecclesiastico 100

Cavedalis Alessandro ingegnere di Spilimbergo 164-165-196-232-232-232-233

Cavedalis Giovanni Battista

di Girolamo nato a Spilimbergo 19.3.1794

98-141-150-158-189-228

Cella Vincenzo di Cosa 71

Cesaratto Giuseppe di Osvaldo e Bisaro Maria nato Gradisca 18.8.1793

121

Cesaratto Pietro di Osvaldo e Zavagno Maria nato Gradisca 11.7.1813

155

Cesarini Natale di Cesare e De Zorzi Caterina nato San Giorgio 23.12.1826

149

Cescutti Antonio parroco di Provesano

di Antonio e Rizzolati Domenica nato Clauzetto 5.3.1823

157-162-170-171-180-183-186

Cescutti Pietro assessore a San Giorgio nel 1870 239

China Antonio di Pietro e Pascut Anastasia nato Provesano 10.10.1798

117

Chiozzotto Giacomo sacerdote

di Giacomo e Catterina nato 12.8.1826

175

Chivilò Antonio di Gio.Maria e Semola Cattarina nato Pozzo 15.1.1762

44

Chivilò Antonio detto Tajet

di Osvaldo e Tesan Maria mnato Pozzo 10.5.1804

117

Chivilò Domenico di Leonardo e Pittana Catterina nato Provesano 27.6.1742

34

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258

Chivilò Giacomo di Sebastiano e Pupo Maria nato Cosa 26.10.1768

64-68-71-102

Chivilò Lucia cng. Lenisa Giovanni

di Francesco e Bisutti Elisabetta nata Cosa 24.10.1836

172

Chivilò Luigi di Sebbastiano e Donda Maddalena nato Cosa 18.10.1831

161-185-194

Chivilò Pietro di Nadal e Catterina nato Provesano 19.7.1726

63

Chivilò Pietro detto Tajet

di Osvaldo e Tesan Maria nato Pozzo 12.4.1811

124-161-184

Chivilò Vincenzo di Antonio e Bratti Cattarina nato Provesano 12.9.1776

34

Ciconi Gio.Domenico notaio di Vito d’Asio 141

Cicutin Domenica vedova Bisaro Santo

di Francesco e De Zorzi Agata nata Gradisca 23.3.1743

44

Cigogna Antonio vedi Cigogna Gio.Antonio

Cigogna Gio.Antonio rappresentante di San Giorgio nel 1805 e notaio nel 1814-1815

36-65-70

Cigogna Giovanni di Venezia rappresentante marchese Leoni nel 1805

35

Cigolotti Livio sacerdote

curato di Rauscedo nel 1864 190

Cilio Angelo di Giacomo e Partenio Rosa nato Pozzo 22.11.1831

167

Cilio Giovanni di Giorgio e Cividin Domenica nato Cosa 28.1.1829

198

Cilio Leonardo di Giacomo e Partenio Rosa nato Pozzo 27.3.1829

194

Cimarosti Giacomo di Gio.Battista e Colesan Lucia nato Rauscedo 24.7.1791

60

Cividin Giuseppe detto Majano

di Giacomo e D’Andrea Marianna nato San Giorgio 26.11.1812

138

Cividin Pietro detto Majano

immigrato da Majano di Cosa arrestato nel 1813

63

Cividin Rosa di Luca e Peresin Battistina nata Provesano 11.6.1796

66

Clemente Daniele impresario di Flagogna 145-159-230

Cleva Domenico detenuto 175

Cocitto Anna Maria ved. Zavagno G.Battista

di Gio.Battista e D’Agostin Maria nata Domanins 2.10.1796

74-134

Cocitto Giacomo di Agostino e Mitri Maria nato Domanins 11.10.1786

118

Cocitto Giustina di Santa nata Rauscedo 30.10.1828 152

Cocitto Santa di Gio.Battista e D’Agostin Maria nata Rauscedo 31.10.1808

121-152

Cocitto Simone di Agostino e Mitri Maria nato Domanins 20.5.1793

60

Codogno Domenico o Gio.Domenico

di Osvaldo e Fabro Maria nato Provesano 6.4.1789

45

Colautti Giacoma cng. Lenarduzzi Antonio

di Osvaldo e De Candido Caterina nata Domanins 25.1.1796

118

Colautti Simone detto Coson

di Leonardo e Manarin Lucia nato Domanins 4.3.1811

161-183-185-233

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259

Colonello Antonio di Gio.Battista e Pascutto Giovanna nato Pozzo 5.9.1822

176

Colonello Gioacchino dI Osvaldo e Orlando Teresa nato Pozzo 6.4.1805

161-184

Colonello Gio.Battista di Giacomo e Marchi Giovanna nato Pozzo 13.10.1772

129

Colonello Giuseppe di Gio.Battista e Pascutto Giovanna nato Pozzo 10.11.1802

162

Colonello Osvaldo di Giacomo e Cella Marta nato Pozzo 17.10.1768

102

Colossis Gio.Battista consigliere del comune nel 1815 70

Colussi Pietro sacerdote

di Gio.Battista e Pasqua curato di Cosa

170

Comin Domenico sacerdote

tumuato nella chiesa di Valvasone nel 1814

68

Cominotto Fabio di Cosa 39

Cominotto Giambattista di Osvaldo e Culota Giacoma nato Gradisca 25.10.1764

39

Contardo Antonio di Osvaldo e Tesan Maria nato Pozzo 13.6.1798

184

Contardo Pietro di Antonio e Tradolo Santa nato Pozzo 9.7.1834

173

Contevalentini Antonio arrestato fuggito tra Pozzo e Cosa 167

Coradini Gaetano di Caneva arrestato e fuggito 49

Corradazzo Osvaldo detto De Campo

di Gio.Battista e Catterina nato a Sochieve l’1.7.1807

161-185

Corradin Pietro forse Della Rossa Pietro immigrato da San Martino

39

Corradini Francesco forse Della Rossa Francesco immigrato da San Martino

68

Corradini Giacomo forse Della Rossa Giacomo di Francesco e Sabbata nato San Martino 2.12.1748

68

Costantini Regina vedova Bertuzzi Antonio

di Andrea e Mecchia Elena nata Dignano agosto 1797

156

Covelli Giovanni sacerdote

parroco di Domanins dal 1832 122-134-149-150

Coz Angiolo si intende Bonutto Angelo

di Osvaldo e Taiedo Antonia nato Gradisca 11.6.1785

42

Coz Osvaldo di Giacomo e Cozzo Anna nato Gradisca 12.8.1757

42

Cozzi Andrea di Daniele e Fabbro Cecilia nato Aurava 14.4.1823

152

Cozzi Geremia di Daniele e Fabbro Cecilia nato Aurava 10.3.1825

152

Cozzo Antonio leggi Bonutto Antonio

di Giacomo e Menotto Anna nato Gradisca nel 1751

40

Cristofoli Giacomo sacerdote

cappellano di Rauscedo 31

Cristofoli Luigi ordine di arresto a suo carico 114

Crovato Antonio di Leonardo e D’Andrea Teresa nato Rauscedo 5.4.1803

102-160-161-161-165-166-171-176-176-177-179-184-185-187-194

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260

Crovato Chiara cng. Fabro Giovanni

di Leonardo e D’Andrea Teresa nata Rauscedo 12.8.1801

111

Crovato Giovanni di Leonardo e D’Andrea Teresa nato Rauscedo 29.8.1807

113-135

Crovato Leonardo di Antonio e D’Andrea Caterina nato Rauscedo 5.7.1770

39-64-68-68-71-71-101-101-113-118-121-135-160

Crovato Nicolò di Leonardo e D’Andrea Teresa nato Rauscedo 2.2.1814

159-166-169-184

Crovato Serina o Perina cng. Volpato Giuseppe

62

Curbin Giuseppe detto Grillo

di Pietro e Partenio Cecilia nato Aurava 9.7.1786

54-75

D’Agostin Antonio detto Nos

di Leonardo e Bertoia Teresa nato Domanins 29.4.1807

113

D’Agostin Leonardo anche Gio.Leonardo

di Giacomo e Pittana Cattarina nato Domanins 20.2.1787

49

D’Agostin Maria di Antonio e Cocitto Sabbata nata Domanins 26.9.1791

115

D’Andrea Angelo detto Crovato

di Biasio e Volpe Domenica nato Rauscedo 24.3.1767

127

D’Andrea Antonio detto Dreuzza

di Giovanni e D’Andrea Cattarina nato a Rauscedo il 21.5.1771

19-39

D’Andrea Antonio detto Spagnol

di Giovanni e Fornasier Rosa nato Rauscedo 11.7.1812

134-161-184

D’Andrea Cattarina detta Noglit

di Giovanni e Pighin Maria nata Rauscedo 27.7.1757

115

D’Andrea Celeste di Giovanni e Bertuzzi Maria nato Rauscedo 20.9.1819

147-174

D’Andrea Domenico detto Margarita

di Giuseppe e Fabro Maddalena nato Rauscedo 15.2.1787

45-47-104-148-228-229

D’Andrea Domenico detto Spagnol

di Osvaldo e Rositis Giacoma nato Rauscedo 4.5.1810

121-162-231

D'Andrea Elia sacerdote

presidente Pio Istituto San Nicolò nel 1883

240

D’Andrea Francesco di Stefano e Fabbro Sabbata nato Rauscedo 3.12.1791

126

D’Andrea Giacomo detto Spagnol

di Domenico e Benedetti Maria nato Rauscedo 14.10.1786

35-41-135

D’Andrea Giacomo sacerdote

di Antonio e Pascut Angela nato Rauscedo 13.10.1773

70

D’Andrea Giacomo di Giuseppe e Angeli Maria nato Rauscedo 5.2.1819

135

D’Andrea Giacomo di Natale e Agostin Perina nato Rauscedo 6.10.1789

163

D’Andrea Giacomo di Giacomo e Marchi Armelina nato Rauscedo 9.10.1818

163

D’Andrea Giacomo detto Spagnol

di Natale e Cocitto Teresa nato Rauscedo 23.2.1835

175

D’Andrea Gio.Battista detto Furia

di Osvaldo e D’Andrea Antonia nato Rauscedo 15.7.1766

39

D’Andrea Gio.Battista di Marco e Moretti Domenica nato Rauscedo 3.2.1806

113-148-148-230-230

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261

D’Andrea Gio.Battista detto Furia

di Antonio e Antonia nato Rauscedo 17.11.1822

172-198

D’Andrea Giovanni detto Delle Vedove

di Giuseppe e Armano Margherita nato Rauscedo 24.10.1762

44

D’Andrea Giovanni detto Spagnol

di Antonio e Pupi Marianna nato Rauscedo 14.6.1771

118

D’Andrea Giuseppe detto Noglit

di Andrea a Malfante Giovanna nato Rauscedo 20.9.1769

38-114

D’Andrea Giuseppe detto Dreuzza

di Antonio e Basso Sabbata nato Rauscedo 19.5.1788

56

D’Andrea Giuseppe detto Spagnol

di Antonio e Pupi Marianna nato Rauscedo 5.4.1775

118

D’Andrea Giuseppe detto Spagnol

di Natale e Cocitto Teresa nato Rauscedo 25.10.1836

166

D’Andrea Guglielmo di Antonio e Marchi Maria nato Rauscedo 5.5.1841

199

D’Andrea Luigi di Giuseppe e Crovato Rosa nato Rauscedo 10.2.1805

126

D’Andrea Luigi di Luigi e Fornasier Teresa nato Rauscedo 26.3.1843

185

D’Andrea Marco di Stefano e Fabro Sabbata nato Rauscedo 26.6.1782

105-112-114-115-118-119-123-153

D’Andrea Mattia detto Delle Vedove

di Giovanni e D’Andrea Cattarina nato Rauscedo 10.10.1769

120

D’Andrea Natale di Giacomo e Grillo Cattarina nato Rauscedo 27.8.1764

71-102-161-185

D’Andrea Natale detto Spagnol

di Giobatta e Fabro Paola nato Rauscedo 4.1.1794

118

D’Andrea Natale di Gioachino e D’Andrea Marianna nato Rauscedo 30.12.1839

199

D’Andrea Nicodemo detto Furia

di Antonio e De Simon Cattina nato Rauscedo 14.10.1831

172

D’Andrea Osvaldo detto Delle Vedove

di Sante di Provesano 39

D'Andrea Pietro sacerdote

di Antonio e Maria nato Rauscedo 15.11.1783

118-119-122

D’Andrea Pietro cng. Basso Carolina

di Osvaldo e Tonello Lucia nato Rauscedo 28.5.1783

148

D’Andrea Sante detto Delle Vedove

di Antonio e Pascut Angela nato Rauscedo 2.11.1777

71-102-117-118

D’Andrea Sante di Marco e Moretti Domenica nato Rauscedo 29.5.1809

124-126-168-170-184-189-231

D’Andrea Santo detto Crovato

di Angelo e D’Andrea Anna Maria nato Rauscedo 2.11.1808

105

D’Andrea Stefano di Leonardo e Bortuzzo Margherita nato Rauscedo 2.8.1754

38

D’Andrea Vincenzo detto Furia

di Antonio e De Simon Catterina nato Rauscedo 6.12.1835

197

Daniel di Daniel di Gio.Antonio e Codogno Anna nato Pozzo 1.11.1704

58

De Bedin Agostino di Domenico e Venier Domenica nato Domanins 14.11.1787

64-68-69-70-99-104-142-151-152-227

De Bedin Domenico di Domenico e Venier Domenica nato Domanins 5.11.1797

115-160-161-166-170-178-179-184

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262

De Bedin Giacomo di Giovanni e D’Agostin Giacoma nato Domanins 9.8.1778

119

De Bernardo Luigi sacerdote

parroco di Domanins dal 16.5.1852 al 15.5.1868

156-172-182

De Bortoli Elena cng. Moro Giacomo

di Girolamo e Domenica nata San Martino 4.12.1772

133

De Candido Aloisio detto Coppettin

di Antonio e Castellarin Apollonia nato Domanins 9.10.1806

127-128

De Candido Angelo di Francesco e BortuzzoTeresa nato Domanins 2.2.1825

159

De Candido Antonio detto Coppettin

di Benedetto e Tommasini Marianna nato Domanins 15.1.1842

191-198

De Candido Benedetto detto Coppettin

di Antonio e Castellarin Apollonia nato Domanins 22.4.1800

114-175

De Candido Gioacchino di Francesco e Bortuzzo Teresa nato Domanins 21.4.1814

192

De Candido Giovacchino di Leonardo e Luchini Rosa nato Domanins 13.9.1789

128-151-179-230

De Candido Leonardo detto Coppettin

di Antonio e Castellarin Apollonia nato Domanins 24.8.1802

70-117-120-123

De Candido Leonardo di Antonio e Pasqua nato Domanins 1.8.1762

119

De Candido Leonardo di Gioacchino e Micheli Maria nato Domanins 20.7.1843

192

De Candido Luigi anche Alloisio

di Francesco e Bortuzzo Teresa nato Domanins 27.10.1809

124

De Candido Pietro detto Bono

di Domenico e Truant Domenica nato Domanins 25.11.1805

127

De Lorenzi Lucia cng. Petris Andrea

di Antonio e Paola nata Vivaro 24.6.1811

153-160-161-184

De Marchi Daniele di Raveo 149-170-175

De Marchi Marco di Raveo 119

De Marchi Paolo trasporto legnami 1858 178

De Marco Francesco venditore legnami nel 1862 185-186

De Monte Antonio detto Pitana

di Teodoro e Venier Rosa nato Domanins 20.4.1800

115195

De Monte Antonio detto Pitana

di Giacomo e Orlando Domenica nato San Giorgio 18.2.1823

176

De Monte Giacomo di Angelo e Cattina nato San Giorgio 11.8.1793

176

De Monte Giacomo di Lorenzo di San Giorgio 195

De Paoli Ambrosio detto Macanin

di Antonio e Bortuzzo Domenica nato Domanins 23.2.1777

71-102-124-127-130-141-161-185

De Paoli Angelo sacerdote

di Gio.Battista e Scaina Maria nato a Bugnins

70-97

De Paoli Angelo detto Macanin

di Andrea e Visinal Giacoma nato Domanins 30.8.1803

123-141-144-147-158-161

De Paoli Antonio detto Macanin

di Marco e Lucia nato Domanins 12.3.1747

42

De Paoli Antonio detto Macanin

di Olivo e Manin Gioseffa nato Domanins 13.6.1772

71-123

De Paoli Antonio di Ambrosio e Bisutto Antonia nato Domanins 10.2.1814

104

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263

De Paoli Clementa detta Macanin cng. Pighin Luigi

di Marco e D’Andrea Maria nata Domanins 26.12.1816

148

De Paoli Costantino detto Macanin

di Ambrosio e Bisutti Antonia nato Rauscedo 30.9.1806

105-113

De Paoli Giuseppe detto Macanin

di Antonio e Bortuzzo Domenica nato Rauscedo 20.2.1795

229

De Paoli Innocente detto Macanin

di Antonio e Bortuzzo Domenica nato Rauscedo 2.3.1786

42-62-105-124

De Paoli Marco detto Macanin

di Antonio e Bortuzzo Domenica nato Domanins 18.9.1782

132

De Paoli Teresa cng. Pellegrin Pellegrino

di Andrea e Visinal Giacoma nata Domanins 24.2.1794

134 piè pagina

De Peteani Maria cng. Pecile Attlio

baronessa moglie di Pecile Attlio 244

De Zorzi Angela detta Tomat

di Giorgio e Petracco Maria nata Cosa 4.2.1838

174

De Zorzi Antonia cng. Partenio Giacomo

di Giuseppe e Basut Giovanna nata Pozzo 16.5.1774

113

De Zorzi Caterina cng. Cesarin Cesare

di Giuseppe e Francesca nata Lestans 11.8.1797

110

De Zorzi Daniele detto Tomat sacerdote

di Gio.Battista e Partenio Catterina nato Pozzo 20.8.1837

180-190

De Zorzi Domenico di Spilimbergo 20

De Zorzi Francesco detto Tomat

di Gio.Battista e Colonello Luigia nato Pozzo 9.8.1857

179

De Zorzi Lorenzo dichiaratosi abitante di Maniago 102

De Zorzi Pietro di Pietro e De Zorzi Cattarina nato Gradisca 26.9.1745

39

De Zorzi Teresa detta Tomat

di Giuseppe e Tesan Maria nata Pozzo 7.5.1826

179

Deana Domenico di Cordenons 106

De Filippi Francesco sacerdote

cappellano di Cosa 136

Del Fabbro Giovanni sacerdote

di Pinzano amministratore ecclesiastico

125

Del Majno Carlo prefetto del Tagliamento con sede a Treviso

50

Del Pin Antonio di Pietro e Roiter Lucia nato Doimanins 15.1.1773

51

Del Re Angelo detto Pellegrin

di Giuseppe e Fontana Catterina nato San Giorgio 20.12.1823

153-159-160-161-177-184-184

Del Re Domenico detto Pellegrin

di Giuseppe e Fontana Catterina nato Pozzo 20.4.1831

184

Del Re Giovanni Maria 108

Del Re Giuseppe di Bortolo e Paola noto Fanna 9.6.1795

119-123-152

Dell’Anna Angelo di Olivo e Lenarduzzi Santa nato Domanins 7.2.1793

122

Dell’Anna Antonio detto Burel

di Gio.Battista e Candussio Antonia nato Domanins 18.10.1773

32

Dell’Anna Beniamino detto Colombo

di Angelo e Pellegrin Domenica nato Domanins 14.5.1828

177

Dell’Anna Francesco detto Colombo

di Olivo e Lenarduzzi Santa nato Domanins 29.8.1782

130-229

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264

Dell’Anna Luigi detto Colombo

di Angelo e Pellegrin Domenica nato Domanins 3.6.1822

191

Dell’Anna Pietro immigrato probabilmente da Bagnarola

43

Della Martina Antonio di Francesco di Tauriano 32

Della Pietà Basilio mendicante 196

Della Rossa Antonio detto Corradin

di Giuseppe e Bertasso Maria nato Aurava 21.9.1825

151

Della Rossa Domenico detto Corradin

di Pietro e Anna nato San Martino 9.1.1771

66-118

Della Rossa Gio.Battista di San Martino 102

Della Rossa Luigi di Antonio e Cristofoli Rosa nato Aurava 4.11.1850

184

Di Brehm Rodolfo comandante militare austriaco 181

Di Candido Amadio di Domenico e Truant Domenica nato Domanins 12.12.1793

120

Di Candido Giacomo detto Custalin

di Andrea e Colautti Catterina nato Domanins 20.6.1771

42

Di Candido Gio.Battista di Antonio e Pasqua nato Domanins 1.8.1762

34-36

Di Madrisio Girolamo sacerdote

mancato ai vivi a Provesano e ivi sepolto

32

Di Prampero Ottaviano componente Comitato Veneto 242

Donati Girolamo contabile del Pio Istituto di San Nicolò della Richinvelda nel 1870

239

Donda Angelo di Vincenzo e Cintassi Marianna nato Cosa 27.6.1819

150-156

Donda Domenica di Fabio e Filipuzzi Domenica nata Cosa 21.10.1838

138

Donda Fabio di Vincenzo e Cintassi Marianna nato Maniago 3.4.1809

138-160-161-184

Dreon Giacomo detto Sbriz

di Osvaldo e Petovello Sabbata nato Aurava 18.8.1749

67

Dreon Luigia detto Sbriz

di Giacomo e Cominotto Lucia nata Aurava 15.5.1844

190

Dreon Osvaldo di Giacomo e Mason Sabbata nato Aurava 19.8.1778

141

Fabbris Domenico di Giovanni 70

Fabbro Antonio di Giovanni e Bortuzzo Maria nato Rauscedo 10.4.1766

102-105-118-120

Fabbro Chiara cng. D’Andrea

di Rauscedo 148

Fabbro Giovanni di Antonio e Fornasier Lugrezia nato Rauscedo 23.4.1797

111-118

Fabbro Giuseppe di Giovanni e Crovato Chiara nato Rauscedo 20.12.1822

233

Fabbro Luciano di Giovanni e Crovato Chiara nato Rauscedo 29.5.1824

166-233

Fabbro Natale di Antonio e Fornasier Lugrezia nato Rauscedo 1.9.1808

120-152

Fabrici Domenico sacerdote

di Leonardo nativo di Clauzetto parroco di Provesano

138-156-160

Fabrici Gio.Battista sacerdote

di Franco e Cargnelli Franca nato Clauzetto1739 pievano S. Giorgio

70-98

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265

Fabrici Pietro sacerdote

di Gio. Maria e Felicita nativo di Clauzetto cappellano di Cosa

186

Fabris Gio.Battista di Pietro e Maria nato Travesio 11.2.1806

127-132-161-185

Fabris Pietro di Giovanni e Sedran Domenica nato Pozzo 30.1.1842

193

Fabro Giuseppe di Natale e Bortuzzi Lucia nato Rauscedo 10.2.1776

20

Facchina Domenico oste di San Martino 53

Fanello Luigi detto Bozzer

di Pietro e Lenarduzzi Gioseffa nato Pozzo 6.4.1836

182

Fanton Marina cng. Sclabasso Giuseppe

di Giuseppe nata 20.6.1810 153

Favetti Angelo membro commisione medica 156

Favetti Vincenzo medico comunale nel 1852 156

Filiputti Gottardo di Filippo e Del Fabro Valentina nato Claut 1.4.1837

199

Filipuzzi Angelo di Pietro e Bisaro Maria nato Cosa 4.7.1793

143-150-152-160-161-184

Filipuzzi Antonio di Giovanni e Sedran Maddalena nato Gradisca 15.11.1808

160-161-164-166-184

Filipuzzi Biasio detto Bisaro

di Mattia e Florida nato Cosa 10.3.1741

39-71

Filipuzzi Domenica cng. Donda Fabio

di Sante e Pitana Catterina nata Cosa 29.5.1816

138

Filipuzzi Filippo di Biasio e Contardo Angela nato Cosa 23.1.1781

41-71-102

Filipuzzi Flaminio di Filippo e Contardo Armelina nato Cosa 16.9.1810

161-178-184

Filipuzzi Gio.Battista di Paolo e Partenio Lugrezia nato Cosa 31.7.1791

160-161-184

Filipuzzi Giovanni detto Bisaro

di Gio.Battista e Giacoma nato Cosa 25.8.1782

101-135-143

Filipuzzi Giovanni di Paolo e Partenio Lugrezia nato Cosa 3.7.1791

142

Filipuzzi Paolo detto Bisaro

di Mattia e Florida nato Cosa 25.1.1751

70

Filipuzzi Sante di Biasio e Roitero Domenica nato Cosa 10.10.1826

151

Filipuzzi Sebastiano di Antonio e Chivilò Maria nato Cosa 26.5.1837

178-196

Finezzi Giulio medico vaccinatore nel 1828 110-111-116

Fontana Domenico oste a Rauscedo nel 1825 101-106-113-115

Fontanini Carlo vescovo di Concordia 136-237

Fornasier Giacomo di Natale e Fabro Anna nato Rauscedo 28.11.1809

124-126

Fornasier Giobatta di Pietro e D’Andrea Maria nato Rauscedo 29.6.1800

148

Fornasier Gio.Battista di Pietro e D’Andrea Maria nato Rauscedo 29.6.1800

105-113

Fornasier Gio.Battista di Mattia e D’Andrea Teresa nato Rauscedo 5.7.1801

115-118

Fornasier Gio.Battista detto Cigno

di Angelo e Leon Anna nato Rauscedo 14.11.1831

196

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Fornasier Giuseppe detto Livin

di Olivo e Candido Catterina nato Domanins 6.4.1793

111-149

Fornasier Margherita di Natale e Fabro Anna nata Rauscedo 2.4.1793

148

Fornasier Maria detta Livin

di Domenico e Maria nata Domanins 27.5.1789

115

Fornasier Marianna di Pietro e D’Andrea Maria nata Domanins 3.1.1792

142

Fornasier Mattia di Gio.Battista e Perina nato Rauscedo 25.4.1770

44-118

Fornasier Natale di Leonardo e Cividin Giacoma nato Rauscedo 11.10.1787

135

Fornasier Osvaldo di Gio.Battista e Cecilia nato Rauscedo 20.2.1802

105

Fornasier Paolo (indicato come Pietro)

di Pietro e D’Andrea Maria nato Rauscedo 29.6.1800

118-127

Fornasier Sante di Mattia e Venier Teresa nato Rauscedo 1.9.1799

145-172

Fornasier Teresa di Natale e Fabro Anna nata Rauscedo 14.8.1804

126

Fornasier Vincenzo detto Cigno

di Natale e Fabro Anna nato Rauscedo 18.3.1799

230

Foscarini Girolamo gendarme 148

Franceschina Agostino di Pietro e Toffolo Antonia nato Domanins 21.11.1823

166-169

Franceschina Antonia vedova Truant

di Antonio di San Martino 69

Franceschina Antonio di Pietro e Toffolo Antonia nato Domanins 2.5.1819

123

Franceschina Pietro di Giacomo e Venier Cecilia nato Domanins 20.3.1792

133

Franchi Claudio sacerdote

capellano di Cosa 168-170

Frisotti Antonio di Gio.Battista e Pittar Regina nato Rauscedo 6.4.1788

55-118

Frisotti Federico di Gio.Battista e Pittar Regina nato Rauscedo 25.2.1792

118

Frisotti Giacomo di Gio.Battista e Pittar Regina nato Rauscedo 16.8.1783

43-46-103-126

Frisotti Graziadio di Federico e Sclabi Felicita nato Rauscedo 28.11.1839

178

Galvani Pietro notaio di Zoppola nel 1806 39

Gambariol Gio.Maria di Tauriano 229

Gava Gio.Batta verificatore pesi e misure nel 1865 198

Giacomelli Giuseppe patriota – primo sindaco di Udine dopo annessione

182-242

Giusti Pietro di Tommaso e Volpato Maria nato Domanins 9.2.1819

190

Giusti Rosa cng. Candido G.Battista

di Gio.Battista e Teresa nata Barbeano 16.3.1831

183

Gordel Giovanna levatrice a Cosa nel 1829 115

Gri Giovanni Maria coscritto di San Martino morto a Narbonne (Francia) nel 1811

57

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267

Gridello Giacomo di Gio. Battista e Maiago Lucia nato Cosa 12.1.1811

142-161-165-183-184

Gridello Gio.Battista di Rocco e Giovanna nato San Martino 2.4.1787

71-101-113-114

Gridello Giovanni di Giacomo e Tesan Santa nato Cosa 3.10.1831

185

Gridello Rocco proveniente da San Martino padre di Gio.Battista

71

Grillo Francesco di San Martino 102

Grillo Giuseppe detto Curbin-Cherubin

di Pietro e Partenio Cecilia nato Aurava 9.7.1786

71

Guazzo Mattia segretario del Consorzio di Rauscedo Domanins nel 1862

233

Janich Maria Angela di Maurizio e Santarossa Teresa nata Provesano 7.8.1862

186

Janich Maurizio di Antonio e Pozzaca Apollonia nato Preone 29.11.1821

186

Kechler Camilla cng. Pecile Domenico

di Carlo e Chiozza Angiola nata Udine 15.5.1865

240-244

Kechler Carlo patriota padre di Kechler Camilla 182-242-242

Krismanic (von) Gedeon Ritter

generale austriaco 188

Lauzi Giovanni prefetto di Udine nel 1867 201

Lenarduzzi Agostino di Sante e Marchi Santa nato Domanins 19.5.1854

169

Lenarduzzi Agostino di Felice e Tonello Osvalda nato Domanins 9.7.1835

191-200

Lenarduzzi Andrea di Michele e Lenardon Marina nato Domanins 17.1.1777

107-119-145

Lenarduzzi Angela cng. Sclabasso G.Battista

di Giovanni e Luchini Chiara nata Aurava 13.5.1832

193

Lenarduzzi Angelo detto Ros

di Antonio e Sedran Cattina nato San Giorgio 2.7.1817

134

Lenarduzzi Angelo detto Craj

di Giacinto e Fornasier Anna nato Domanins 6.11.1838

193

Lenarduzzi Antonio detto Craj

di Domanins

33

Lenarduzzi Antonio di Gio.Battista e Pagura Domenica nato Domanins 20.8.1797

118

Lenarduzzi Antonio detto Ros

di Osvaldo e Lenardon Santa nato San Giorgio 1.2.1796

134

Lenarduzzi Antonio di Gio.Domenico e Bertoia Maddalena nato Domanins 17.11.1808

141-152-177-230-232

Lenarduzzi Antonio di Gio.Battista e Bonutto Catterina nato Domanins 28.3.1842

191

Lenarduzzi Antonio detto Ros

di Angelo e Zanetti Marianna nato Pozzo 13.9.1844

192

Lenarduzzi Biasio detto Ros

di Giacomo e Filiputti Catterina nato Aurava 4.2.1831

158

Lenarduzzi Costantino di Michele e Lenardon Marina nato Domanins 2.2.1790

111-119-131

Lenarduzzi Daniele detto Menot

di Pietro e Mazzol Maria nato Pozzo 29.8.1796

126-182

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268

Lenarduzzi Daniele detto Craj

di Gio.Battista e Cozzi Domenca nato Domanins 21.10.1811

163

Lenarduzzi Domenico di Sebastiano e Anna Maria nato Domanins 10.11.1794

153

Lenarduzzi Domenico di Sante e Pellegrin Vincenza nato Domanins 26.8.1846

192

Lenarduzzi Francesco detto Ros

di Giacomo e Bertuzzi Maria nato Pozzo 22.12.1821

191

Lenarduzzi Gabriele di Antonio e Dell’Anna Rosa nato Domanins 24.1.1831

140

Lenarduzzi Gabriele detto Ros

di Giacomo e Bertuzzi Maria nato Pozzo 22.8.1829

196

Lenarduzzi Giacinto detto Craj

di Sante e De Paoli Giuseppina nato Domanins 30.1.1813

194

Lenarduzzi Giacomo detto Ros

di Gio.Battista e Luchini Anna nato Pozzo 27.4.1810

123

Lenarduzzi Gio.Antonio dati anagrafici non sicuri 196

Lenarduzzi Gio.Battista detto Craj

di Daniele e Sedran Rosa nato Domanins 22.9.1790

58-127-134

Lenarduzzi Gio.Battista vedi anche Giovanni e Zuanne detto Ros

di Giacomo e Venier Maddalena nato Pozzo 7.8.1771

108-123

Lenarduzzi Gio.Battista detto Craj

di Giacomo e Bisutti Maria nato Domanins 19.3.1807

113

Lenarduzzi Gio.Battista detto Ros

di Giacomo e Bertuzzi Maria nato Pozzo 14.4.1832

166

Lenarduzzi Gio.Battista cng. Venier Maria

di Agostino e Bisutti Chiara nato Domanins 2.10.1811

169

Lenarduzzi Gio.Battista di Giuseppe nato a Domanins emigrato a Camino e poi Aurava

174

Lenarduzzi Giovanni vedi anche Gio.Battista e Zuanne detto Ros

di Giacomo e Venier Maddalena nato Pozzo 7.8.1771

41-70

Lenarduzzi Giovanni detto Ros

di Domenico e Chivilò Sabbata nato Pozzo 16.6.1800

133

Lenarduzzi Giuseppe detto Craj

di Daniele e Sedran Rosa nato Domanins 4.7.1801

125-127-128

Lenarduzzi Giuseppe detto Ros

di Domenico e Chivilò Sabbata nato Pozzo 8.5.1792

138

Lenarduzzi Giuseppe di Sante e Pellegrin Vincenza nato Domanins 6.11.1847

184

Lenarduzzi Giuseppe detto Ros

di Giuseppe e Bratti Maria nato Pozzo 16.4.1830

196

Lenarduzzi Giuseppina detta Ros

di Domenico e Chivilò Sabbata nata Pozzo 8.8.1794

172

Lenarduzzi Isidoro di Antonio e Dell’Anna Rosa nato Domanins 17.5.1828

158

Lenarduzzi Leonardo di Agostino e Maria nato Domanins 25.1.1756

56

Lenarduzzi Leonardo di Costatino e Candido Clementina nato Domanins 27.10.1811

169

Lenarduzzi Leonardo di Andrea e Venier Teresa nato Domanins 29.8.1831

197

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269

Lenarduzzi Luigi detto Craj

di Gio.Battista e Cozzi Domenica nato San Giorgio 4.6.1820

151

Lenarduzzi Luigi di Antonio e Bonutto Maria nato Domanins 23.5.1833

197

Lenarduzzi Michele di Costantino e Candido Clementina nato Domanins 19.11.1822

191

Lenarduzzi Omobuono detto Craj

di Gio.Battista e Cozzi Domenica nato San Giorgio 5.2.1826

151

Lenarduzzi Osvaldo di Giacomo e De Monte Catterina nato Domanins9.11.1773

125

Lenarduzzi Osvaldo di Giuseppe e Bratti Maria nato Pozzo 2.3.1820

189-200

Lenarduzzi Pasqua vedova Cesaratto

di Giuseppe e Partenio Margherita nata Aurava 30.12.1805

156

Lenarduzzi Pietro di Santo e D’Angelo Lucia nato Domanins 7.8.1783

42

Lenarduzzi Pietro detto Ros

di Giacomo e Filipuzzi Catterina nato Aurava 12.1.1823

183

Lenarduzzi Sante Craj di Gio.Battista di Domanins 115 Lenarduzzi Sante detto Menot

di Domenico e Amelia nato Zoppola 28.8.1815

170-231

Lenarduzzi Santo di Agostino e Maria nato Domanins 19.7.1757

42-42

Lenarduzzi Santo detto Craj

di Giacinto e Fornasier Anna nato Domanins 14.7.1835

191

Lenarduzzi Teresa di Sante e Marchi Santa nata Domanins 17.1.1852

169

Lenarduzzi Zuanne vedi anche Gio.Battista e Giovanni detto Ros

di Giacomo e Venier Maddalena nato Pozzo 7.8.1771

40-43-46-47

Lenisa Giacomo detto Burina

di Giovanni e Osvalda nato Preone 8.4.1808

161-185

Lenisa Giovanni detto Burina

di Giacomo e Vinago Antonia nato Preone 24.2.1835

172-196

Leon Angelo di Francesco e Sbriz Santa nato Rauscedo 25.10.1790

146

Leon Giacomo di Basilio e Partenio Margherita nato Rauscedo 28.3.1846

199

Leon Gio.Battista di Francesco e Sbriz Santa nato Rauscedo 18.9.1788

57

Leon Giovanni di Angelo e Angeli Domenica nato Rauscedo 17.5.1818

197

Leon Giuseppe di Basilio e Partenio Margherita nato Rauscedo 22.2.1839

199

Leon Osvaldo di Antonio e Luchin Domenica nato San Giorgio 3.11.1748

237

Leoni Luigi di Gio.Battista nobile con domicilio a San Giorgio

58-68-70-110-117-120

Liva Giacomo di Cosa forseTesan Giacomo

39

Liva Luca leggi Tesan Luca detto Sartor

di Domenico e Basso Osvalda nato Rauscedo 4.4.1778

133

Luassi Mattia di Domenico e Angela nato Socchieve 24.6.1826

161

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270

Luchin Giacomo di Carlo e Bortuzzo Maddalena nato San Giorgio 14.10.1766

61

Luchin Osvaldo di Giorgio e Graffi Margherita nato San Giorgio 23.7.1770

46

Luchini Angelo di Daniele e Candido Mergherita nato San Giorgio 24.12.1843

193

Luchini Antonio sacerdote

di Giorgio nato San Giorgio 1776 32

Luchini Antonio di Luca e Canci Corona nato San Giorgio 23.10.1760

35-40-41

Luchini Antonio di Giorgio e Partenio Marianna nato San Giorgio 30.1.1784

41-46-61-113-126

Luchini Antonio di Battista consigliere neonato comune di San Giorgio nel 1815

70-70

Luchini Antonio di Luca e Luchini Maria nato San Giorgio 1.2.1798

153

Luchini Antonio Francesco

di Giorgio e Partenio Marianna nato San Giorgio 30.1.1784

65-65-70

Luchini Carlo di Antonio e Michelin Lucia nato San Giorgio 25.4.1800

112

Luchini Carlo di Giacomo e Mosumieri Maria nato San Giorgio 10.8.1810

123-131-153-178

Luchini Domenico di Osvaldo e Volpato Elisabetta nato San Giorgio 13.5.1750

237

Luchini Epifanio di Giuseppe e Lenardon Santa nato San Giorgio 6.1.1814

129

Luchini Francesco di Daniele e Schezzi Lugrezia nato San Giorgio 29.1.1819

195

Luchini Giacomo di Carlo e Bortuzzo Maddalena nato San Giorgio 14.10.1766

32-43-45-47-54-59-61-62-64-64-68-71-99-101-237

Luchini Giacomo di Luca e Luchini Maria nato San Giorgio 20.12.1784

47-66

Luchini Giacomo sacerdote

di Domenico nato San Giorgio 57

Luchini Giacomo di Paolo di San Giorgio 66

Luchini Giacomo sacerdote

di Gio.Battista e Gri Angela nato San Giorgio 3.5.1747

67-69-70

Luchini Giacomo di Daniele e Zolli Catterina nato San Giorgio 29.10.1760

70

Luchini Giacomo cursore comunale nel 1826-1829 103-106

Luchini Giacomo di Gio.Battista e Maddalena Teresa nato San Giorgio 28.2.1832

160-161-180

Luchini Giacomo appaltatore 1857-1865 161-197-200

Luchini Giacomo di Daniele e Candido Margherita nato San Giorgio 27.2.1838

191

Luchini Giacomo Antonio 183-201-239

Luchini Gio.Battista di Valentino e Lenarduzzi Armelina nato San Giorgio 17.9.1768

32

Luchini Gio.Battista di Antonio e Luchini Pasqua nato San Giorgio 17.10.1802

112-114-115-123-135-143

Luchini Gio.Giacomo seminarista

di Antonio e Luchini Pasqua nato San Giorgio 3.1.1805

110

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271

Luchini Giorgio di Luca e Dean Domenica nato San Giorgio

45-46

Luchini Giorgio di Antonio e Volpati Angelica nato San Giorgio 15.7.1815

159-161-180-185

Luchini Giovanni di Antonio e Tossutto Domenica nato San Giorgio 19.7.1790

50-71

Luchini Giovanni di Giovanni e Luchini Maria nato San Giorgio 15.10.1824

145-149-191

Luchini Giuseppe o Gio Giuseppe detto Bello

di Domenico e Venuto Caterina nato San Giorgio 13.6.1791

58-66

Luchini Giuseppe detto Bello

di Angelo e Cristofoli Domenica nato San Giorgio 7.10.1789

117

Luchini Giuseppe cng. Tramontin Lucia

di Giorgio e Partenio Marianna nato San Giorgio 11.3.1792

142-142-164

Luchini Giuseppe Ferdinando

71-94

Luchini Luca di Giacomo e Fornasier Catterina nato San Giorgio 20.5.1821

159-185

Luchini Luigi di Giorgio e Scaletaris Anna nato San Giorgio 3.8.1786

53-123

Luchini Maria di Gio.Battista e Gri Angela nata San Giorgio

114

Luchini Maria di Gio.Battista e Maddalena Teresa nato San Giorgio 24.8.1833

144

Luchini Osvaldo di Giorgio e Graffi Margherita nato San Giorgio 23.7.1770

41

Luchini Osvaldo di Daniele 66-117-124-126

Luchini Pasqua di Daniele e Luchin Teresa nata San Giorgio 12.9.1813

131

Luchini Pietro di Antonio e Tossutto Domenica nato San Giorgio 15.11.1782

53-100

Luchini Pietro di Antonio e Luchini Pasqua nato San Giorgio 17.2.1807

113-138-142-153-156-166-176-188-201-237-239

Luchini Pietro Antonio di San Giorgio 71

Luchini Sante dI Antonio e Volpatti Angelica nato San Giorgio 3.9.1812

161-185

Luchini Teresa di Antonio e Tossutto Domenica nata San Giorgio 6.1.1786

106-118

Luchino Antonio di Giobatta di San Giorgio fabbriciere nel 1808

57

Lupieri Antonio di Preone 117-125

Macor Francesco detto Mazzol

di Sante e Perina nato San Martino 14.5.1826

176

Macor Pietro detto Mazzol

di Sante e Perina nato San Martino 14.5.1826

168-176

Macor Sante detto Mazzol

di Osvaldo e Margherita nato San Martino 12.6.1794

161-185

Maddalena Pietro di Angelo e Anna nato Meduno 10.9.1807

125

Maddalena Teresa Fusit cng. Luchini Gio.Battista

di Sante e Maria nata Fanna 8.4.1805 135-143

Majola Angelo di Vincenzo e Martin Antonia nato Pozzo 4.3.1782

45-106

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272

Majola Domenico di Francesco e Manne Maria nato San Giorgio 4.3.1787

134

Majola Pietro di Domenico e Taurian Lucia nato 23.2.1816

143

Majola Rosa cng. Lenarduzzi Giovanni

di Francesco e Manne Maria nata Pozzo 3.8.1779

115-121

Maniago Carlo nobile sepolto chiesa San Giorgio 98

Maniago Cattarina nobile con dimora a Cosa 39

Maniago Nicolò nobile con dimora a Cosa 150

Marascutti Giorgio di Osvaldo e Cividin Cattina nato Aurava 17.3.1835

190-193

Marchi Andrea di Sebastiano e Gri Domenica nato Rauscedo 24.10.1779

106

Marchi Giuseppe di Francesco e D’Andrea Rosa nato Domanins 14.2.1829

140

Marchi Nicolò battezzato come Nicola Pier’Antonio

di Vincenzo e Tuzzi Maria nato Rauscedo 7.1.1793

68-104-112-116-118-120-122-132-143-156-228-229-233-237

Marchi Sante detto Cuc

di Pietro e Liva Antonia nato Domanins 24.1.1801

115

Marchi Sebastiano di Marco (di Medun) e Valentina nato 3.9.1742

39-41-46-71

Marchi Vincenzo di Nicolò e Moretti Rosa nato Rauscedo 13.11.1818

151-164-164-168-239

Marcolini Andrea manutentore di strade di Castions di Zoppola

128

Marcolini Gio.Battista manutentore di strade di Castions di Zoppola

128-133

Marcolini Vincenzo di Angelo e Cattina nato Castions di Zoppola 25.12.1761

58-64-68-69-107-114-116-131-135-146-237

Marcon Angelo di Gio.Battista e Cancian Catterina nato Cosa 25.9.1803

102-160

Marcon Antonio di Marco e Tesan Domenica nato Cosa 22.1.1816

191-197

Marcon Costante di Cosa 95

Marcon Costantino di Giacomo e Lenarduzzi Rosa nato Cosa 22.1.1839

192

Marcon Elena cng. Sedran Gio.Battista

di Osvaldo e Tramontin Sabbata nata Pozzo 6.2.1825

179

Marcon Giacomo di Gio.Battista e Cancian Catterina nato Cosa 17.2.1798

133-192

Marcon Gio.Battista di Marco e Tesan Domenica nato Pozzo 2.2.1807

103-184

Marcon Gio.Battista di Gio.Battista di Cosa 113

Marcon Gio.Battista di Antonio e Odorico Cecilia nato Cosa 21.1.1844

191-197

Marcon Marco di Gio.Battista e Cancian Catterina nato Cosa 22.4.1785

44-114

Martina Valentina cng. Pellegrin Santo

di Domanins 47

Marzona Carlo di Valvasone 201 piè pagina

Marzottini Gio.Battista medico condotto di San Giorgio nel 1829

115

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273

Mason Francesco di Nicolò e Zorat Antonia nato Pozzo 18.10.1795

101-135-161-182-184

Mason Giovanni di San Giorgio 30

Menoto Valentin di Domenico e Bertuzzi Catterina nato Gradisca 29.9.1750

20

Merlo Giuseppe di Spilimbergo verificatore pesi e misure

96

Mestroni Ettore di Spilimbergo esattore comunale 185-230

Mincelli Lucio sacerdote

di Tramonti di Sotto maestro normale di San Martino

55

Missio Antonio collaudatore strade 1865 197

Mitri Gio.Battista di Domenico e Cattina nato San Giorgio 24.9.1773

45

Mitri Gio.Battista di Angelo e Luchini Amalia nato San Giorgio 28.12.1850

195

Mitri Sante di Francesco e Luchini Maria nato San Giorgio 25.2.1832

182

Molinaro Antonio di Tauriano 229

Monaco Antonio nobile di Spilimbergo 154

Mora Antonio di Sequals esattore comunale 229

Mora Fabiano sacerdote - pievano

di Gio.Battista e Antonia nato Sequals 20.1.1778

74-98-104-108-140

Morasutti Antonio fabbro in San Giorgio nel 1815 71

Moretti Bortolo sacerdote

di Natale e Bortuzzo Anna nato Rauscedo 17.6.1784

104-104-105-114-114-147-150-227-229

Moretti Bortolo di Giovanni e Bortolussi Antonia nato Rauscedo 8.12.1810

230-231-233

Moretti Francesco di Giovanni e Pittaro Angela nato Rauscedo 12.8.1767

34

Moretti Giovanni di Francesco e Miot Cattarina nato Rauscedo 26.10.1750

175

Moretti Lucia cng. Pitana Gio.Battista

di Antonio e Francesca nata Gradisca 14.8.1790

167

Moretti Nadal di Giovanni (Zuanne) e Pittaro Angela nato Rauscedo 26.10.1750

38

Morgante Lanfranco promotore del Comitato Veneto 242-242

Moro Antonio detto Giasso

di Mattia e Pascutto Maddalena nato Cosa 16.5.1764

44

Moro Cecilia cng. Lenarduzzi

di Paolo e Angela nata Zoppola 29.1.1837

174

Moro Luigi di Osvaldo e Cesaratto Pasqua nato Pozzo 22.3.1835

132

Moro Osvaldo detto Giasso

di Giacomo e De Bortoli Elena nato Cosa 30.9.1800

132

Morut Zuanne (Giovanni) di Pietro e Majola Domenica nato Provesano 1.3.1784

39

Muzzatti Caterina di Castelnovo 166

Muzzatti Gio.Battista sacerdote curato di Cosa

di Domenico e Orsola nato Castelnovo

122

Oliva Giovanni sacerdote

di Francesco e Gioseffa nato Spilimbergo 10.10.1768

44-70-110-140-237

Orlando Gio.Battista di Giorgio e Majola Maria nato San Giorgio 24.10.1835

159-178

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274

Orlando Giorgio di Angelo e Tossutto Catterina nato San Giorgio 2.2.1785

96-117-131-159

Orlando Luigi di Giorgio e Majola Maria nato San Giorgio 23.6.1838

182

Osvaldini Antonio di Gio.Battista e Tossutto Elena nato San Giorgio 22.12.1825

184

Osvaldini Gio.Battista di Osvaldo e Antonia nato Meduno 25.1.1798

102-106-161

Ottogalli Valentino sacerdote

cappellano di Rauscedo

111

Pagura Giacomo di Angelo e Rossit Maria nato San Giorgio 18.4.1826

177

Panciera di Zoppola Andrea

di Zoppola presidente Consiglio Cantonale di Valvasone

64

Pancera di Zoppola Niccolò

vicario capitolare della Diocesi di Concordia

104

Paron Domenico di Arzene 106

Partenio Amadio di Giacomo e Tomat Antonia nato Pozzo 19.5.1812

129-133-152-165

Partenio Antonio di Gio.Battista e Contart Lucia nato Pozzo 26.2.1785

39-44-101

Partenio Antonio di Carlo e Tomat Lucia nato Pozzo 22.6.1803

142-177

Partenio Bernardino di Daniele e Del Bon Madalena nato Pozzo 5.9.1782

98

Partenio Carlo di Daniele e Motid Cattina nato Pozzo 24.12.1766

70-118

Partenio Carlo di Antonio e Luchini Teresa nato Pozzo 22.5.1836

170

Partenio Caterina cng. De Zorzi

di Carlo e Tomat Lucia nata a Pozzo 4.5.1809

190

Partenio Daniele sacerdote

di Carlo e Tomat Lucia nato Pozzo 18.4.1802

110-171

Partenio Daniele di Bernardo e Truant Giovanna nato Pozzo 3.11.1812

149-160-161-165-171-171-183-184-187

Partenio Domenico di Nicolò e Menega nato Pozzo 26.7.1738

55

Partenio Giacomo di Gio.Battista e Querin Maddalena nato Pozzo 25.7.1774

71-113-114-114-123-124-129

Partenio Giacomo di Giuseppe e Filipuzzi Angela nato Pozzo 27.1.1827

161-184

Partenio Giambattista di Osvaldo e Sedran Valentina nato Pozzo 28.1.1763

39

Partenio Gio.Battista di Giacomo e De Zorzi Antonia nato Pozzo 26.11.1798

116

Partenio Giuseppe di Gio.Battista e Querin Maddalena nato Pozzo 18.3.1772

41-68

Partenio Giuseppe di Giacomo e De Zorzi Antonia nato Pozzo 30.7.1803

124-135-151-161

Partenio Luigi Giuseppe di Amadio e Pitana Rosa nato Pozzo 29.4.1834

173

Partenio Osvalda di Antonio e Zilli Pasqua nata Pozzo 7.4.1780

146

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275

Partenio Teresa di Daniele e Lenarduzzi Lucia nata Pozzo 4.3.1845

180

Pascut Gio.Antonio detto Blanc

di Sebastiano e Chivilò Valentina nato Pozzo 2.3.1782

102

Pascut Gio.Battista di Giacomo e Marcon Lucia nato Pozzo 10.11.1779

184

Pascut Giuseppe di Gio.Battista e Filipuzzi Teresa nato Pozzo 11.3.1812

196

Pascut Marianna detta Blanc

di Pietro e Basso Lucia nata Pozzo 30.6.1836

179

Pascut Osvaldo detto Blanc

di Gio.Battista e Perus Teresa nato Pozzo 25.10.1827

161-184

Pascut Osvaldo detto Blanc

di Sebastiano e Meregat Osvalda nato San Giorgio 7.3.1814

176

Pascut Sante di Sebastiano e Gridel Marianna nato Pozzo 31.10.1792

135

Pascut Sebastiano detto Blanc

di Sante e Truant Teresa nato Pozzo 17.7.1819

179-199

Pascuto Gio.Maria di Francesco e Rossi Maria nato San Giorgio 8.9.1766

39-237

Pascuto Giovanni detto Blanc

di Giacomo e Sedran Marianna nato Pozzo 6.12.1792

60

Pascutto Giacomo di Cesare di Pozzo 184

Pascutto Gio.Antonio di Sebastiano e Chivilò Valentina nato Pozzo 2.3.1782

135

Pascutto Gio.Battista di Giacomo e Marcon Lucia nato Pozzo 10.11.1779

54-135

Pascutto Marianna cng. Cesaratto Pietro

di Osvaldo e Lenarduzzi Caterina nata Gradisca 24.9.1817

155

Pasquin Angela di Osvaldo e Pellegrin Domenica nata Cosa 1.6.1809

132

Pasquin Angelo di Osvaldo e Pellegrin Domenica nato Cosa 9.3.1804

103-126

Pasquin Angelo di Domenico e Sedran Santa nato Cosa 3.2.1784

126

Pasquin Antonio detto Candiot

di Domenico e Chivilò Antonia nato Pozzo 26.1.1808

113

Pasquin Batista di Giovanni e Bisaro Camilla nato Cosa 12.8.1781

160

Pasquin Clemente detto Candiot

di Cosa 57

Pasquin Costantino di Gio.Battista e Corradin Cattina nato Cosa 21.11.1813

182

Pasquin Giacinto di Gio.Battista e Corradin Cattina nato Cosa 1.5.1816

182

Pasquin Giacomo di Osvaldo e Pellegrin Domenica nato Cosa 8.3.1802

115-122

Pasquin Gio.Battista di Giovanni e Bisaro Camilla nato Cosa 12.8.1781

122-128-150-159-159-165-171

Pasquin Gio.Battista di Antonio e Marcon Maria nato Cosa 19.1.1840

192

Pasquin Giovanni anche come Zuanne

di Leonardo e Pasqua nato Cosa 21.11.1743

32-39-39-40-41-46-47-61-67-70-125

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276

Pasquin Leonardo di Gio.Battista e Cristofolo Giacoma nato Cosa 27.12.1780

133-142-165

Pasquin Osvaldo di Domenico e Chivilò Antonia nato Pozzo 29.9.1809

121

Pasquin Osvaldo di Battista e Bertazzi Sabbata nato Cosa 9.10.1760

132

Pasquin Rocco di Leonardo e Gridello Pasqua nato Cosa 1.5.1809

169

Pasquin Sabbata di Osvaldo e Pellegrin Domenica nata Cosa 10.9.1795

132

Pasquin Sante seminarista

di Gio.Battista e Della Rossa Catterina nato Cosa 4.3.1810

110-141

Pasquin Sante chierico

di Antonio e Marcon Maria nato Cosa 26.8.1836

180

Pasquin Sante sacerdote

di Giovanni e Bisaro Camilla nato Cosa 11.2.1784

201

Pecile Attilio di Gabriele Luigi e Rubini Caterina nato Udine 17.4.1856

244

Pecile Domenico cng. Kechler Camilla

di Gabriele Luigi e Rubini Caterina nato Udine 11.12.1852

244

Pecile Gabriele Luigi cng. Rubini Caterina

di Giandomenico e Madonizza Rosa nato Fagagna 11.11.1826

159-165-180-182-185-187-188-198-232-241-242

Pellarini Francesca cng. Agostinis Leonardo

di Gio.Battista nata Sequals nel 1770 circa

120

Pellegrin Angela cng. Bonutto Nicolò

di Gio.Battista e Giacoma nata Domanins 9.8.1782

113-126

Pellegrin Angelo detto Nos

di Santo e Martina Valentina nato Domanins 27.12.1784

47-132

Pellegrin Angelo detto Nos

di Giovanni e Fornasier Marianna nato Domanins 11.4.1836

142

Pellegrin Davide detto Nos

di Gio.Battista e Bisutti Maria nato Domanins 20.6.1841

190

Pellegrin Eugenio detto Nos

di Pellegrino e De Paoli Teresa nato Domanins 10.5.1826

177

Pellegrin Gio.Battista detto Nos

di Michele e Coppettin Domenica nato Domanins 28.2.1805

145

Pellegrin Giovanni detto Nos

di Sante e Martina Valentina nato Domanins 28.4.1786

142

Pellegrin Paolo detto Nos

di Giovanni e Fornasier Marianna nato Domanins 28.1.1818

142-149-153-190

Pellegrin Pellegrino detto Nos

di Michele e Coppettin Domenica nato Domanins 17.3.1792

133

Pellegrin Santo detto Nos cng. Martina Valentina

di Angelo e Maria nato Domanins 29.4.1748

47

Penzi Giovanni di Aviano 174

Peruzzi Natale di Baseglia 151

Peruzzo Maria cng. Tramontin Giuseppe

di Giacomo e Santa nata San Martino 17.10.1799

185

Petris Andrea di Candido e De Simon Orsola nato Pinzano 3.3.1801

125-153-174

Petris Fedele di Andrea e De Lorenzi Lucia nato Rauscedo 20.11.1836

179

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277

Pighin Luigi cng. De Paoli Clementa

di Giacomo e Domenica nato Zoppola 26.9.1811

148

Pinni Costantino di Valvasone 43

Pitana Antonio di Osvaldo e Pascutto Sabbata nato Cosa 27.2.1786

55-55-56

Pitana Domenico anche Giovanni Domenico

di Osvaldo e Pascut Sabbata nato Pozzo 12.8.1767

70-101

Pitana Giacomo di Gio.Domenico e Pasquin Domenica nato Pozzo 22.5.1800

106

Pitana Gio.Battista di Gio.Domenico e Pasquin Domenica nato Pozzo 26.7.1790

101-118-133-167

Pitana Maria di Gio.Battista e Tramontin Catterina nata Cosa 24.1.1811

66

Pitana Osvaldo di Antonio e Battistella Antonia nato Cosa 6.4.1771

39-71

Pitana Rosa cng. Partenio Amadio

di Gio.Domenico e Pasquin Domenica nata Pozzo 22.2.1806

152

Pitana Sante di Gio.Domenico e Pasquin Domenica nato Pozzo 6.5.1804

159

Pitaro Antonio detto Bevilacqua

di Mattia e Tramontin Domenica nato Domanins 31.10.1808

114

Pitaro Mattia di Pietro di Domanins 54

Pitaro Pietro detto Bevilacqua

di Mattia e Tramontin Domenica nato Domanins 24.8.1806

107-110-127

Pittaro Gio.Battista di Francesco e Domenica nato Valvasone 15.7.1836

184

Plateo Alfonso contabile Pio Istituto 239

Plateo Gio.Battista sacerdote

parroco di Provesano e Gradisca dal 1777 al 1789

138

Plener (von) Ignaz ministro imperiale austriaco 181

Pognici Pietro ingegnere 165

Polon Angelo di Gio.Battista 41

Quassi Mattia di Domenico e Orsola nato Socchieve 24.6.1826

170-172-184

Righetto Gio.Maria di Dolo 163

Rizzani Antonio ingegnere imprenditore 192-195

Rizzolati Giuseppe sacerdote

parroco di Domanins 19-20-23-23-25-25-26-26-64

Roitero Francesco di Antonio e Lucia nato Spilimbergo 15.1.1794

152-161-182-184

Roitero Gio.Battista di Francesco e Zuliani Caterina nato Pozzo 6.6.1831

178

Roitero Maria di Francesco e Zuliani Caterina nata Pozzo 10.12.1818

178

Rositis Antonio di Gio.Battista e Apollonia nato Lauco 2.6.1803

161-185

Rositis Giusto Felice di Pietro e Fabro Rosa nato Rauscedo 2.11.1789

62

Rositis Pietro di Cosa 57

Rossi Giuseppe di Angelo e Bisaro Lucia nato Aurava 118

Rossi Pietro di Bortolo e Catterina nato 14.6.1810 immigrato Aurava

161-185

Rosso Domenico di Gio.Battista di Gradisca 44

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278

Rovere Gio.Battista di Osvaldo immigrato forse da San Quirino

126

Rovere Odorico di Gio.Battista e Anna Maria nato San Quirino

117-126

Rubini Caterina moglie di Pecile Gabriele Luigi 241

Sabbadini Antonio di Lorenzo e Braida Alessandra nato Provesano 4.7.1825

162-231-232-240

Sabbadini Daniele sacerdote

di Lorenzo e Braida Alessandra nato Provesano 18.8.1832 cappellano di Pozzo

162-173

Sabbadini Gio Battista sacerdote

parroco di San Martino 55

Sabbadini Lorenzo di Lorenzo e Braida Alessandra nato Spilimbergo 7.8.1842

182-201

Sabbadini Mattia sacerdote

di Lorenzo nato a Vito d’Asio 20.1.1751 parroco di Provesano e Gradisca

70-138-157

Sacilotto Maria di Murlis 187

Sala Luca di Antonio e Angela nato Forni 15.8.1810

184-184

Salimbeni Pietro regio commissario a Spilimbergo 177

Sandri Francesco di Gio.Battista e Volpato Pasqua nato Aurava 4.11.1812

166

Sandri Gio.Battista cng. Volpato Pasqua

di Giacomo e Domenica nato 17.6.1769

166

Sandri Vincenzo di Gio.Battista e Volpato Pasqua nato Aurava 11.10.1827

166

Santarossa Antonio di Carlo e Tossut Santa nato Provesano 16.6.1796

186

Santarossa Francesco di Domenico e Roitero Maria nato Provesano 1.1.1797

127

Santarossa Luigi cng. Scodelaro Teresa

di Giacomo e Zanussi Cattarina nato Provesano 22.10.1803

141

Santarossa Teresa cng. Janich Maurizio

di Angelo e D’Andrea Maria nata Provesano 1836

186

Santorini Domenico medico vaccinatore nel 1851 e 1862 155-186

Savorgnan di Brazzà Giacomo

esploratore 244

Savorgnan Faustina cng. Spilimbergo Giulio

di Giacomo e Maria nata Udine 25.3.1785

146-150

Sbriz Bortolo di Gio.Maria e Volpato Lucia 31

Sbrizzi Antonio di Domenico e Busolin Marianna nato San Giorgio 28.8.1821

145

Sbrizzi Gio.Maria di Giorgio e Frisanchin Teresa nato San Giorgio 5.7.1818

195

Sbrizzi Maria di Giacomo e Pascuto Antonia nata 20.3.1802

105

Schezzi Carlo di Innocente (di Medun) e Lion Sabbeda nato S. Giorgio 9.5.1756

71

Schezzi Gio.Battista di Carlo e Luchini Giosefa nato San Giorgio 2.1.1787

124-149

Sclabasso Giacomo di Andrea e Fanel Rosa nato Aurava 25.1.1766

32-66-99

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279

Sclabasso Giacomo di Giuseppe e Fanton Marina nato Aurava 12.8.1841

193

Sclabasso Gio.Battista di Mattia e Pitaro Anna nato Aurava 18.4.1833

176-193

Sclabasso Giuseppe di Giacomo e Truant Santa nato Aurava 11.5.1806

158-162-168-176-195

Scodelaro Teresa cng. Santarossa Luigi

di Leonardo nata 1803 141

Scotti Gio.Battista sacerdote

arciprete di Spilimbergo - amministratore benefici vacanti

170

Sedran Angelo di Mattia e Lenarduzzi Sabbata nato Pozzo 23.3.1772

43-97

Sedran Angelo di Giacomo e Maddalena nato Pozzo 3.3.1810

161-182-184-184

Sedran Angelo di Pietro e Volpato Rosa nato Pozzo 22.10.1794

170

Sedran Antonio di Angelo e Partenio Rosa nato Pozzo 9.9.1816

196

Sedran Giacomo di Pietro e Volpato Rosa nato Pozzo 24.5.1789

144-161

Sedran Gio.Battista cng. Marcon Elena

di Antonio e Pitana Giacoma nato Pozzo 21.1.1829

179

Sedran Giuseppe di Giuseppe e Lenarduzzi Giuseppina nato Pozzo 7.8.1837

172

Sedran Mattia di Francesco e Bortuzzi Maddalena nato Pozzo 7.11.1813

174

Sedran Pietro di Nicolò e Cancian Lucia nato San Giorgio 21.1.1787

32-61-64

Sedran Teresa cng. Cilio Leonardo

di Antonio e Cominotto Giacoma nata Pozzo 18.7.1824

194

Sella Quintino commissario del re e prefetto di Udine

201-242

Serafini Pietro commissario distrettuale nel 1870 239

Sottili Francesco sacerdote

di Giuseppe e Gerardis Maria nato Valvasone curato di Cosa

100-122

Sovran Giovanna cng. Partenio Giacomo

di Osvaldo e Maria nata Dignano 4.7.1795

160

Spilimbergo Bernardo deputato del comune di Spilimbergo nel 1845

157

Spilimbergo Francesco di Giulio e Savorgnan Faustina nato Domanins 19.9.1810

110-159-161-165-169-171-177-187-230-231-237-239

Spilimbergo Giacomo di Giulio e Savorgnan Faustina nato Domanins 25.9.1809

110

Spilimbergo Giulia cng. Torresini Carlo

di Giulio e Savorgnan Faustina nata Domanins 7.8.1805

232

Spilimbergo Giulio di Francesco e Gioseffa nato Domanins 9.1.1779

32-33-36-39-50-54-64-65-65-69-70-71-74-104-107-113-115-119-119-131-135-144-150-227-229-230

Spilimbergo Paolo di Giulio e Savorgnan Faustina nato Domanins 28.8.1806

130-145-152-153

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280

Spilimbergo Venceslao di Giulio e Savorgnan Faustina nato Domanins 25.9.1811

110-159-165-169-171-178-185-187-230-233-239

Stella Giuseppe di Carlo di Rauscedo 70-122

Tesan Angelo di Gio.Battista e Lenarduzzi Angela nato Cosa 25.5.1774

145

Tesan Angelo detto Sartor

di Pietro e Tramontin Osvalda nato Cosa 19.12.1823

198

Tesan Antonio detto Sartor

di Angelo e Sedran Angela nato nato Cosa 24.5.1805

122

Tesan Antonio detto Sartor

di Leonardo e Angela nato Santa Marizza 8.12.1814

131-198

Tesan Carlo di Osvaldo e Cordenos Sabbata nato San Giorgio 13.4.1833

161

Tesan Domenico di Santo di San Giorgio 32-32-32-53-70-71

Tesan Domenico di Osvaldo 68-70-101

Tesan Domenico di Antonio di Provesano 129

Tesan Domenico detto Sartor

di Giacomo e D’Andrea Chiara nata Cosa 28.10.1861

198

Tesan Giacomo detto Sartor

di Pietro e Tramontin Osvalda nato Cosa 9.6.1829

198

Tesan Gio.Battista di Osvaldo e Volpato Antonia nato San Giorgio 17.4.1786

118-120

Tesan Luigi detto Sartor

di Pietro e Volpato Rosa nato Cosa 16.12.1836

200

Tesan Luca detto Sartor

vedi Liva Luca

Tesan Osvaldo detto Miedi

di San Giorgio 43

Tesan Osvaldo detto Miedi

di Domenico e Tramontin Lucia nato San Giorgio 24.8.1798

177-186

Tesan Pietro seminarista

di Domenico e Tramontin Lucia nato San Giorgio 27.4.1809

110

Tesan Pietro di Angelo e Sedran Angela nato Cosa 8.11.1800

152-160-161-165-171-177

Tesan Rosa detta Sartor

di Giacomo e D’Andrea Chiara nata Cosa 21.5.1858

198

Tesan Sante detto Liva

di Pietro Antonio e Volpato Santa nato coa 26.10.1810

183-185

Tesan Sante detto Sartor

di Angelo e Sedran Angela nato Cosa 8.10.1813

198

Tesan Veneranda detta Liva

di Antonio e Pellarin Maria nata Rauscedo 18.11.1838

160

Tesan Vincenzo di Antonio e De Zorzi Lucia nato Cosa 24.4.1790

229

Toffolo Antonio di Pietro e Bratti Caterina nato Aurava 22.9.1812

170

Toffolo Giovanbattista di Pio Pietro e Maria nato San Martino 26.11.1748

39-70

Toffolutti Antonio sacerdote

cappellano a Provesano nel 1807 44

Toggenburg (von) Georg Otto

luogotenente imperiale del Regno Lombardo Veneto

181

Tolazzi Francesco promotore moti di Navarons 188

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281

Tonel Angelo di Valentino e Tomasin Domenica nato Domanins 31.7.1803

33

Tonel Giacomo di Osvaldo abitante in Selva di Domanins

20

Tonello Angela di Castelnovo 166

Tonello Antonio di Giacomo e Mason Maria nato Rauscedo 20.3.1822

198

Tonello Vincenzo di Giacomo e Mason Maria nato Rauscedo 20.3.1822

198

Torresani Lanzfeld Carlo Giusto

barone Regio delegato per la Provincia del Friuli

96

Toson Pietro di Clauzetto 167

Tossutto Giacomo di Rinaldo e Benedetti Giacoma nato Provesano 7.8.1756

39

Tossutto Gio.Battista di Antonio e Cividin Domenica nato Provesano 17.3.1784

57

Tramontin Angelo di Pietro e Basso Valentina nato San Giorgio 23.10.1785

42

Tramontin Antonio detto Andrian

di Osvaldo e Sedran Maria nato San Giorgio 28.2.1815

189

Tramontin Fabiano detto Andrian

di Giuseppe e Peruzzi Maria nato San Giorgio 28.3.1828

155

Tramontin Francesco detto Andrian

di Osvaldo e Osvalda nato San Martino 5.9.1767

66-99

Tramontin Francesco detto Andrian

di Domenico e Lenarduzzi Angela nato Aurava 31.10.1823

166

Tramontin Giacomo detto Andrian

di Francesco e Cancian “Zoc” Maria nato Aurava 20.12.1796

131

Tramontin Giuseppe detto Andrian

di Pietro e Basso Valentina nato San Giorgio 25.4.1798

135

Tramontin Lucia cng Luchini Giuseppe

di Pietro e Maria nata San Giorgio 17.3.1805

114-164

Tramontin Luigi detto Andrian cng. Cozzi Rosa

di Angelo e D’Andrea Elena nato San Giorgio 14.2.1817

152

Tramontin Maddalena detto Andrian

di Antonio e Volpato Augusta nata Aurava 14.4.1845

191

Tramontin Martino di Francesco e Orlando Rosa nato San Giorgio 20.11.1803

142

Tramontin Osvaldo detto Andrian

di Pietro e Basso Valentina nato San Giorgio 18.11.1782

43-149

Tramontin Pasqua cng. Luchini Luca

di Angelo e D’Andrea Elena nata San Giorgio 21.1.1822

185

Tramontin Pietro di Gio.Battista e Sedran Angela nato San Giorgio 21.4.1771

34

Tramontin Pietro detto Andrian

di Osvaldo e Luchini Osvalda nato San Giorgio 28.11.1756

42-44-237

Tramontin Pietro detto Andrian

di Angelo e D’Andrea Elena nato San Giorgio 26.3.1815

165

Tramontin Pietro detto Andrian

di Valentino e Leschiutta Antonia nato Aurava 14.4.1828

174-183-199

Tramontin Sante detto Andrian

di Angelo e D’Andrea Elena nato San Giorgio 5.9.1830

183

Tramuntin Battista di Iacum di San Giorgio cameraro Scola de San Nicolò nel 1563

235

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282

Truant Gio.Battista di San Martino 102

Truant Martino di San Martino 98

Tubello Giovanni coscritto di Spilimbergo domiciliato a Cosa

112

Vallani Giovanni Battista fabbro di Maniago 52

Valvasensis Gio.Battista di Lazzaro e Antonia nato Valvasone 25.11.1779

60

Valvason Eugenio sindaco di Valvasone nel 1808 48

Valvasone Lodovico nobile di Valvasone nel 1811 54

Variola Antonio di Pietro e Armellina nato Bagnara 8.10.1823

160-161-184-188

Venier Agostino detto Pecunia

di Giuseppe e Candido Giacoma nato Domanins 28.7.1810

123

Venier Angelo detto Veneruz

di Agostino e Venier Vincenza nato Domanins 20.3.1819

167

Venier Battista di Biasio e De Paoli Cattina nato Domanins 25.2.1757

33-39

Venier Beniamino di Giuseppe e Bortolussi Cristina nato Domanins 7.9.1792

119

Venier Eufrasia di Gio.Battista e Bonutto Maria nata Domanins 13.10.1850

163

Venier Ferdinando detto Vescovo

di Angelo e Tramontin Santa nato Domanins 11.3.1842

191

Venier Francesco di Gio.Battista e Bonutto Maria nato Domanins 22.2.1849

163

Venier Giambattista vedi Venier Gio.Battista

di Biasio e De Paoli Cattina nato Domanins 25.2.1757

42

Venier Giacomo di Santo e Fornasier Anna nato Domanins 27.11.1822

105

Venier Giacomo di Angelo e Pellegrin Anna nato Domanins 25.7.1843

200

Venier Gio.Battista di Biasio e De Paoli Cattina nato Domanins 25.2.1757

39-41-111

Venier Gio.Battista detto Vescovo

di Michele e D’Angelo Domenica nato Domanins 4.7.1788

53

Venier Gio.Battista detto De Paoli

di Giovanni e Venier Catterina nato Domanins 4.4.1811

162

Venier Gio.Battista di Domanins 162-184

Venier Gio.Battista di Francesco e D’Andrea Rosa nato Domanins 2.8.1818

163

Venier Giovacchino di Giovanni e Venier Catterina nato Domanins 30.7.1824

177

Venier Giuseppe di Pietro e D’Agostin Antonia nato Domanins 1.7.1782

43-49-51

Venier Giuseppe di Gio.Battista e Bonutto Maria nato Domanins 4.7.1853

163

Venier Maria cng. Lenarduzzi Gio.Battista

di Giovanni e Venier Catterina nata Domanins 11.6.1813

169-170

Venier Marina cng. Zavagno Sante

di Tommaso e Bonutto Maria nata Domanins 19.7.1807

170

Venier Mattia di Gio.Battista e D’Ambrosio Elisa- betta nato Domanins 16.5.1819

169

Venier Paolo di Beniamino e Lenarduzzi Angela nato Domanins 19.10.1824

191

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283

Venier Rosa cng. De Monte Teodoro

di Antonio e Fabris Cattarina nata Domanins 19.11.1774

115

Venier Sante detto Veneruz

di Valentino e Bortuzzo Anna nato Domanins 4.11.1776

132

Venier Simone di Osvaldo e Rosa nato Domanins 14.7.1763

47

Venier Vincenza di Simon e Agostinis Maria nata Domanins 18.6.1804

38

Volpati Felicita di Osvaldo e Domenica nata San Giorgio 12.5.1815

138

Volpati Gio.Battista sacerdote

di Valentino e Rosa nato Aurava 11.2.1746

51

Volpati Valentino sacerdote

di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato Aurava 18.3.1792

98-131-133-237

Volpato Andrea di Angelo e Volpato Marianna nato Aurava 14.11.1760

31

Volpato Andrea di Gio.Domenico e Volpato Maria nato Aurava 30.7.1804

161-174-185

Volpato Angelo di Ermenegildo e Cancian Domenica nato Aurava 12.3.1812

135

Volpato Annibale di Gio.Battista e Cancian Aurora nato Aurava 12.8.1843

196

Volpato Antonio di Osvaldo e Sabbadini Domenica nato Aurava 11.2.1804

142

Volpato Antonio di Mattia e Sovran Domenica nato Aurava 29.6.1762

237

Volpato Bernardino di Bortolo e Partenio Giovanna nato Aurava 1.1.1780

106.

Volpato Bortolo di Iseppo (Giuseppe) e Tramontin Cattarina nato Aurava 5.6.1771

32-42-44-57-135-147

Volpato Caterina cng. Sbrizzi Nicolò

di Lucio e Pasqualin Amalia nata San Giorgio 10.7.1777

176

Volpato Celeste di Bortolo e D’Agostin Pasqua nato Aurava 3.1.1821

166

Volpato Daniele di Osvaldo e Sabbadini Domenica nato Aurava 3.11.1810

147-156-170-197-199-237

Volpato Domenico anche Giò.Domenico

di Angelo e Di Marco Maddalena nato Aurava 26.7.1782

71-102-116

Volpato Ermenegildo di Angelo e Volpato Marianna nato Aurava 6.4.1769

71-101

Volpato Francesco di Bortolo e Partenio Giovanna nato Aurava 19.2.1782

42

Volpato Giacomo sacerdote

cappellano nel 1815 70

Volpato Giacomo di Lucio e Pasqualin Amalia nato San Giorgio 15.12.1781

115-141

Volpato Giacomo di Francesco e Volpatti Marianna nato Aurava 4.10.1816

183-186-189

Volpato Giacomo di Andrea a Sedran Speranza nato Aurava 6.8.1839

199

Volpato Gio.Battista di Aurava 44-66

Volpato Gio.Battista sacerdote

di Bernardino e Cozzi Leonarda nato Aurava 1.5.1744

70

Page 285: Giorgio Moro Da Napoleone all’annessione - Comune di San ......Nota dell’autore I “turbolenti” anni compresi tra fine ‘700 e seconda metà del 1800 sono stati testimoni,

284

Volpato Gio.Battista di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato Aurava 16.1.1799

196

Volpato Gio.Giuseppe cameraro della Veneranda Chiesa di San Nicolò nel 1693

235

Volpato Giovanni di Bortolo e Partenio Giovanna nato Aurava 11.11.1790

106

Volpato Giovanni di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato Aurava 16.1.1799

117

Volpato Giovanni agente comunale di San Giorgio 164

Volpato Giovanni di Leonardo di Aurava 191

Volpato Giovanni di Bernardo e Bertos Osvalda nato Pozzo 15.3.1811

196-199

Volpato Giovanni commissario Pio Istituto di San Nicolò nel 1852

239

Volpato Giuseppe di Valentino di Aurava 46-62

Volpato Giuseppina cng. Cacitti

di Giuseppe e Tracanelli Angela nata Aurava 14.6.1790

113

Volpato Lucio detto Peliz

di Giacomo e Lenarduzzi Osvalda nato San Giorgioop 1.7.1818

176

Volpato Michiele di Osvaldo e Ongaro Maddalena nato Aurava 2.9.1802

108

Volpato Osvaldo di Valentino 32-61-102

Volpato Pasqua cng. Sandri Gio.Battista

di Osvaldo e Menot Elisabetta nata Aurava 15.4.1770

166

Volpato Sante o Santo di Giuseppe di Aurava 46-64-105

Volpato Santo o Sante di Francesco e Volpato Marianna nato Aurava 31.10.1819

145-152

Volpato Ubaldo di Aurava nato probabilmente nel 1741

31

Volpato Valentino di Bortolo e Partenio Giovanna nato Aurava 12.2.1787

57

Volpato Vincenzo di Marco di Aurava 193

Zanetti Marianna cng. Lenarduzzi Angelo

di Andrea e Anna nata Treviso 5.5.1817

160-161-184

Zannier Giuseppe sacerdote

di Giovanni nato Arba 19.3.1807 167-177

Zanù Giuseppe soldato del Regno Italico 45

Zavagno Francesco di Giovanni e Scodelaro Maria nato San Giorgio 21.10.1842

193

Zavagno Gio.Battista di Antonio e Sbriz Santa nato San Giorgio 16.11.1791

58-74-134

Zavagno Gio.Battista di Gio.Maria e Sabbata nato San Giorgio 4.12.1821

145-191

Zavagno Gio.Maria di Antonio e Sbriz Santa nato San Giorgio 21.9.1782

110

Zavagno Giovanni di Sante e Venier Marina nato Domanins 21.4.1836

178-191

Zavagno Mattia di Antonio e Sbriz Santa nato San Giorgio 25.4.1788

145

Zavagno Natale di Antonio e Sbriz Santa nato San Giorgio 15.4.1778

118-144

Zavagno Rosa cng. Venier Agostino

di Daniele e Giacoma nata Domanins 8.12.1811

170

Zecchini Pier Liviano medico vaccinatore nel 1837 136

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285

Zilli Carlo nato a Porcia il 31.12.1821 medico condotto nel 1865

198

Zorzi de Curubin 1653 cameraro della Scola de San Nicolò dela Richinvelda

235

Zorzini Francesca cng. Bisaro Bortolo

di Gradisca 42

Zuliani Antonio sacerdote

ispettore scolastico di Valvasone 187

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286

Fonti

Archivio Diocesi di Concordia PordenoneProvesano busta n. b.2San Giorgio della Richinvelda buste n. 11-17-52-55-58

Registri atti battesimo, matrimonio e morte anni interessati della pieve di San Giorgio con Aurava, Cosa, Pozzo, e Rauscedo e delle parrocchie di Provesano e Domanins

Archivio di Stato di UdineBusta n. 1 Comune di San Giorgio della RichinveldaBusta n. 2 Comune di San Giorgio della Richinvelda

Archivio Storico Comune di San GiorgioBuste da n. 1832 a n. 1845 e da n. 1852 a n. 1857

Registri popolazione di San Giorgio, Aurava, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano, Rauscedo anni 1833 e 1850

Archivio Storico Comune di SpilimbergoBuste n. 50-665-844

Archivio Storico Comune di ValvasoneBuste da n. 8 a n. 19-da n. 22 a n. 46- n.50

Archivio Storico Museale di San Daniele del Friuli (Guarneriana)Buste n. 389-524-Manoscritto su passaggio truppe russe

Archivio privato di Tramontin Anna Maria

Volumi“Valvason-Voleson” edito dalla Società Filologica Friulana nel 1979“Spilimberc” edito dalla Società Filologica Friulana nel 1984“1797 e dintorni” di Alberto Cassini edito dalle Edizioni de Il Noncello nel 1998“Valvasone imperiale” volume n. 5 di Federico di Valvasone“Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo napoleonico e nel risorgimento” G.G.Corbanese edito da Del Bianco Editore nel 1995“Parrocchia di Provesano – Cosa” di Arrigo Sedran e Sisto Bortolussi Edito dalla Tipografia Tielle nel 1995

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Sommario Interventi ...................................................................................................... 5

Prefazione ...................................................................................................... 11

Premessa ........................................................................................................ 14

Il Territorio di San Giorgio dalla Repubblica di Venezia a Napoleone ......... 17

Dalla Serenissima Repubblica a Napoleone .............................................. 18

I primi coscritti .......................................................................................... 73

Il Territorio di San Giorgio durante il Regno Lombardo Veneto .................. 92

Il Regno Lombardo Veneto ....................................................................... 93

Gli ultimi servitori dell’Impero ............................................................... 203

Consorzio di Rauscedo e Domanins ............................................................ 227

Pio Istituto elemosiniere di San Nicolò della Richinvelda .......................... 235

Pecile Gabriele Luigi un uomo fuori dal suo tempo .................................... 241

Passaporti e libretti di scorta ........................................................................ 245

Indice dei nomi ............................................................................................ 253

Fonti ............................................................................................................. 286