Gifra atripalda giornalino dolce sentire dicembre 2013 copia
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M i rivolgo a voi, cari giovani della Gioventù Francescana, alla conclusio-ne di questo singolare e provocante
“Anno della Fede”, e in prossimità del Natale. Seguo con molto interesse e simpatia il vostro lavoro e ringrazio il Signore dell’entusiasmo con cui seguite gli ideali francescani di povertà, di testimonianza, di solidarietà con i più bisognosi e di carità fraterna che vi accomuna nel cammino di approfondimento della vostra vocazione di laici cristiani. L’Anno della Fede ha mobilitato tante energie vitali nella Chiesa di Dio ed ha ridonato a milioni di credenti in Cristo l’entusia-smo di portare al mondo l’annunzio di salvezza del suo Vangelo e di testimoniarlo soprattutto con la vostra vita. Molti semi di rinnovamento spirituale e morale sono stati gettati nei solchi della nostra società, sempre più delusa e assetata di nuove linfe e di nuovi valori. Con l’aiuto del Signore e con l’azione silenziosa dello Spirito Santo nelle coscienze degli uomini guardiamo con fiducia alla stagio-ne delle messi e dei raccolti Molto dipenderà dal convincimento e dall’impegno di ciascun
cristiano, in modo particolare dei giovani laici che vivono nel mondo e sono in grado
ALL’INTERNO:
PAG 2: Il cammino dell’iniziando; Promessa Araldini: Ecco il nostro si! PAG 3: Rispondere alla Tua chiamata alla
Fraternità
di animarlo con la loro fede e azione missiona-ria. Il contesto nel quale siete chiamati ad agire non è trai più favorevoli. C’è amarezza, delusione, rabbia, sfiducia e delusione specie tra i giovani. Una intera generazione sta pagando nel nostro Paese gli errori di una classe dirigente, che avendo scelto e proposto l’illusione di un avveni-
re di felicità, di un consumi-smo illimitato e di facile arric-chimento, ha sprecato e vanifi-cato i sacrifici, gli ideali e le fatiche di quelli che con il lavo-ro e la passione della riconqui-stata libertà avevano gettato le premesse per un avvenire di equità, di giustizia sociale, di lavoro e di benessere. Ora biso-gna ricominciare daccapo, partendo da forti convinzioni morali, dalla ricostruzione della famiglia come comunità
duratura di amore e di vita, dal senso della responsabilità del dovere e del rispetto delle leggi, dalla priorità del bene comune sull’inte-resse personale, dal senso di responsabilità e dalla convinzione che governare è prima di tutto servire la comunità. La fede e l’insegnamento evangelico vissuto nella propria quotidiana esistenza ed operosità aiutano a far sì che questi ideali da proposte politiche si trasformino in impegno morale nel vissuto quotidiano. Arric-chiti e fortificati dalla riscoperta delle risorse ispiratrici e innovatrici della nostra fede cristia-na, mettiamoci tutti all’opera per ridare sostan-za alla speranza ed alle attese di tanti fratelli che cercano con onestà e sincerità la verità e la giustizia. Il Signore diriga i vostri cuori all’amore di Dio, e di tutti gli uomini che ne riflettono l’im-magine. Mi raccomando alle vostre preghiere e “il Dio della speranza vi riempia di ogni gaudio e pace nel credere, sì che abbondiate nella speranza per virtù dello Spirito Santo (Rom 15,13)” e possiate crescere nell’amore per tutte le creature di Dio sull’esempio del serafico padre San Francesco.
+Luigi Barbarito - ARCIVESCOVO
DICEMBRE 2013 Dolce Sentire 2
“Fratelli, la Fraternità si affianca con grande gioia al vostro cammi-no con l’amicizia, con la preghiera, con la testimonianza della vita per essere a voi di aiuto. E voi accrescete la nostra Fraternità di numero e di virtù con la vostra presenza e con la vostra comunio-ne. Siate i benvenuti!” E’ con queste parole che mi sono sentito
accolto nella Fraternità OFS di Atripalda il 17 Novembre 2013 in
occasione della festa di Sant’Elisabetta d’Ungheria, patrona
dell’OFS. Durante la messa delle 18.30 presso la chiesa del conven-
to “San Giovanni Battista”, si è celebrato oltre al rito di iniziazione
che ho vissuto insieme a due sorelle, quello della professione e del rinnovo degli altri fratelli. La preghiera
semplice di Francesco d’Assisi e il rosario, che ci sono stati dati in dono a noi iniziandi, rappresentano i
punti cardine su cui fare affidamento ogni giorno e dai quali attingere forza e luce in questo tempo di
formazione. Questa tappa segna l’inizio della mia esperienza nella Fraternità per seguire Gesù secondo
l’insegnamento e l’esempio di Francesco d’Assisi. Sentirsi parte di una famiglia è qualcosa che mi rende
gioioso perché so di essere accolto tra persone che condividono con me lo stesso ideale di vita non
semplice da vivere, ma reso possibile dalla presenza di Dio in mezzo ai fratelli.
E’ stato un momento molto intenso perché ancora una volta Francesco si fa sentire nel cuore di molte
persone. Anche io sono legato al francescanesimo da diverso tempo ed ora, per grazia di Dio, l’Ordine
Francescano Secolare mi sta dando l’opportunità di viverlo dall’interno. Il rito di iniziazione mi ha reso
più consapevole della scelta presa che spero sia consolidata con questo cammino di discernimento.
Antonio - INIZIANDO OFS
D omenica 24 novembre 2013, noi Araldini di Atripalda abbiamo celebrato la Promessa. Durante la Messa domenicale delle 10,30,
celebrata da Don Ranieri nella chiesa del Carmine, tutti insieme abbiamo promesso a Dio di impe-gnarci ad essere amici di san Francesco e santa Chiara, di voler bene agli animatori e in particola-re, di essere dei veri messaggeri di Gesù a scuola, nelle nostre famiglie e in tutte le situazioni che viviamo. Di sicuro sarà una giornata che non dimenticheremo, in quanto è stata molto gioiosa e ci ha resi tutti più uniti, lasciando in noi il desi-derio di vivere pienamente questo anno fraterno insieme. Gli Araldini
DICEMBRE 2013 Dolce Sentire 3
“Vogliamo essere una comunità di fede che ha l'Eucaristia come centro, il Vangelo come guida, la Chiesa come madre, i poveri e gli umili come fratel-li.” Queste le parole che noi, 13 giovani
francescani della fraternità di Atripal-
da, abbiamo pronunciato durante il
rito della Promessa. Tra questi 13 c’è
stato anche un gifrino che ha final-
mente vissuto per la prima volta que-
sta esperienza: Stefano. Il rito si è
svolto nella chiesa del convento dedica-
ta a San Giovanni Battista, durante la
celebrazione solenne delle 18,30 dell’8
Dicembre, giorno dell’Immacolata
Concezione. Non è un caso, secondo
me, che ognuno di noi abbia pronunciato il proprio “Eccomi” esattamente il giorno in cui la
liturgia ci ricorda le parole di adesione
pronunciate dalla Vergine Maria:
“Eccomi, sono la serva del Signore, av-venga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Non è un caso perché proprio
durante il rito noi abbiamo detto: “Ci im-pegniamo agli occhi di tutti quali discepo-li che ti seguono alla luce del giorno: pronti a donarci ad ogni richiamo di bene per essere araldi del Tuo pacifico regno”. Tutto ciò, quindi, tradotto nella nostra
quotidianità, significa continuare proprio
la missione di Maria, sull’esempio di San
Francesco: quella di comunicare al
mondo il Salvatore! E tutto ciò nasce da
una consapevolezza che abbiamo matura-
to attraverso il dono della fraternità: Dio ha per ognuno di noi un disegno d’amore, opera
attraverso di noi ed è proprio per questo
che ci impegniamo a vivere in Gesù la
nostra vita da giovani, ognuno con il
proprio carisma, i propri doni da offrire
e con le proprie fatiche da affidarGli.
Inoltre, contemporaneamente alla
Promessa, c’è stata l’Accoglienza di tre
ragazzi adolescenti nella nostra frater-
nità: Alessandro, Michela e Paolo, con
l’augurio che possano proseguire con
entusiasmo e con amore il cammino alla
scoperta del dono della fraternità e che
condurrà anche loro all’impegno della
Promessa. Fiorella - GIOVANI
DICEMBRE 2013 Dolce Sentire 4