203-Radiestesia Sentire Le Energie
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Dr Maurizio Andorlini
RADIESTESIA
M. ANDORLINI – DISPENSE DI RADIESTESIA GENERALE
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M. ANDORLINI – DISPENSE DI RADIESTESIA GENERALE
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Non dovremmo cadere nell’errore, tanto di moda,
di dire che qualcosa è una truffa semplicemente
perché non riusciamo a dimostrarla.
C. G. Jung
SENTIRE L’ENERGIA
Il termine «RADIESTESIA» deriva dall’unione di una parola latina «radius», cioè raggio ed
una greca «aisthesis», sensibilità, perciò significa letteralmente «sensibilità alle radiazioni»;
con questo termine si intende la capacità, innata o acquisita, di percepire vibrazioni o onde di
forza che emanano da tutti gli oggetti del mondo fisico, oltre che da livelli di coscienza
trascendenti il limite della percezione sensoriale normale.
L’origine è simile a quella del termine rabdomanzia, che ha lo stesso significato e che viene
dal greco “rabdos” , bastone, raggio, ed “mantheia”, lettura.
Alcune persone sono tanto sensibili da riuscire a captare i campi energetici emessi da
persone, animali, piante e cose, semplicemente servendosi delle mani. La maggior parte delle
persone, però, si servono di strumenti come il pendolo, che amplifica la risposta
neuromuscolare, per ottenere un insieme inequivocabile di segnali.
L’UNIVERSO COME ENERGIA
Come disse Einstein l’universo è energia sotto varie forme di aggregazione e formulò
l’espressione: E=MC2, che vuol dire che l’energia (E) è uguale alla massa (M) moltiplicata
per il quadrato della velocità della luce (C).
Noi siamo energia, il mondo che ci circonda è energia, non esiste punto dell’universo in cui
non sia presente una qualche forma di energia.
Parte di questa energia è libera e si diffonde nell’universo sotto forma di radiazioni, parte è
aggregata sotto forma di materia. Anche la materia, però, libera più o meno lentamente, parte
dell’energia che contiene, sotto forma di radiazioni. L’esempio più evidente sono le sostanze
radioattive, che emettono radiazioni così intense da poter essere misurate e da essere
pericolose per la vita. Anche tutta l’altra materia, dai sassi all’argilla, libera una piccola
quantità di energia, tanto piccola da essere spesso non misurabile con strumenti scientifici.
Più evidente è l’energia liberata dalla materia organica, quella materia cioè, che compone il
corpo degli esseri viventi : il calore, ad esempio, è una delle radiazioni emesse da un corpo
vivente, sotto forma di radiazioni infrarosse. Ma sono emesse anche radiazioni ultraviolette ed
onde elettromagnetiche rilevabili solo con strumenti appositi : l’elettrocardiografo,
l’elettroencefalografo, l’elettromiografo etc.
Esistono, infatti, in natura, molte forme di energia libera, diverse per qualità e per tipo, da
quella del fuoco a quella del ferro da stiro, da quella del sole a quella del gatto sulle
ginocchia.
Alcune di queste sono da noi conosciute ed utilizzate: il fuoco, la corrente elettrica, le onde
radio, i raggi X, l’energia nucleare. Altre sono più sottili, con frequenze e con potenziali
difficilmente misurabili, perciò sono quasi del tutto ignorate dalla «scienza ufficiale», che
vuole misurare e quantificare. Tra queste ci sono molte delle radiazioni emesse dai corpi in
trasformazione, organici ed inorganici : la Terra, la Luna, gli animali, le piante, l’acqua che
scorre, perfino le pietre ed i cristalli. In sostanza tutto ciò che ci circonda, noi compresi.
Queste radiazioni sono ben percepite dagli animali , che sono così capaci di trovare l’acqua a
chilometri di distanza, di migrare da un continente all’altro, di sentire l’arrivo dei terremoti.
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Anche l’uomo era, un tempo, capace di ciò, e per lungo tempo il “capo” era quello, nella
comunità, più abile nel percepire queste informazioni “extrasensoriali” , al punto che era
proprio lo strumento della sua arte il simbolo del suo comando: la verga radiestesica nelle sue
varie forme.
Poi l’uomo, con la «cultura» e con la creazione di ambienti protetti, non ha più avuto bisogno
di queste informazioni che gli giungevano dall’ambiente, certe capacità non erano più
necessarie al capo che ha conservato i simboli, ma ha perso i poteri: la verga è divenuta
scettro, pastorale o bastone del comando.
Lentamente, nel corso di secoli, ci siamo disabituati ad ascoltare e rendere coscienti le
informazioni, ormai «inutili», che ci giungono continuamente. Questo non vuol dire che non
le percepiamo più: il nostro corpo le sente, le registra e si adatta ad esse, ma non ne informa
più la nostra corteccia cerebrale.
Solo poche persone molto sensibili «sentono» coscientemente queste informazioni, sono i
cosiddetti rabdomanti, capaci di trovare sorgenti d’acqua e minerali, ed i sensitivi, in grado
di «sentire», ad esempio, lo stato di salute di una persona.
In pratica la nostra capacità di costruire ambienti protetti artificiali ci permette di «mettere a
riposo» quella parte del nostro cervello deputata a percepire segnali «non logici» provenienti
dall’ambiente esterno.
Quindi noi occidentali «civilizzati» usiamo prevalentemente (se non esclusivamente) il
cervello sinistro, logico-razionale, e lasciamo ai bambini, agli artisti, ai «primitivi» ed agli
strambi l’uso del cervello destro. Poiché però la parte destra del cervello è quella deputata alla
creatività, alla fantasia, ai sentimenti, al contatto profondo con le cose e le persone che ci
circondano, il suo scarso uso ci priva di gran parte delle gioie e delle emozioni che
renderebbero la nostra vita degna di essere vissuta.
E’ un po’ uccidere il bambino felice che è dentro di noi.
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L’uomo è capace di fare cose
che non è capace di immaginare.
René Cher 1907-1988
poeta francese
La RADIESTESIA è l’arte di rendere visibili le risposte involontarie ed inconsce del nostro
corpo di fronte alle variazioni del campo energetico che ci circonda. Questo avviene mediante
l’uso di strumenti che amplificano i micromovimenti dovuti alle reazioni muscolari
involontarie conseguenti alla variazione del campo energetico: sono i famosi pendolini, le aste
parallele, la forcella rabdomantica, la loboantenna di Hartmann etc.
Possiamo perciò definire la radiestesia come il mezzo per risvegliare in noi capacità sopite,
per tornare ad essere tutti, chi più chi meno, rabdomanti.
Studi condotti dal prof. Ives Rocard del Politecnico di Parigi, con l’uso di un magnetometro a
risonanza nucleare, hanno dimostrato che la maggior parte delle persone è in grado di reagire
a variazioni magnetiche estremamente deboli, dell’ordine pochi gamma (1 gamma equivale a
0,00001 gauss ed il campo magnetico naturale ha un valore di circa 55.700 gamma, cioè poco
più di mezzo gauss).
La radiestesia si occupa dei più svariati argomenti, che possiamo schematicamente
suddividere in:
• Prospezioni geologiche (ricerche di acqua, minerali, archeologia etc
• Geobiologia (influenze dell’ambiente sugli esseri viventi)
• Ricerche riguardanti l’uomo (salute, ricerca di persone scomparse etc)
• Ricerche in campo veterinario - biologico
• Indagini di tipo esoterico e magico (dai presunti contatti con i defunti alla caccia ai numeri
del lotto)
Dimenticando qui completamente e volutamente l’ultima parte perché è difficile trovarvi un
qualunque aggancio scientifico o di pur minima credibilità, tratteremo in modo più
approfondito solo i due grossi rami della GEOBIOLOGIA e della RADIESTESIA
MEDICA.
Possiamo definire la Geobiologia come la medicina dell’habitat, in quanto studia gli effetti
dell’ambiente sulla salute.
Poiché tali effetti possono essere anche nocivi, la Geobiologia comprende anche la
GEOPATOLOGIA, cioè lo studio delle patologie che determinati influssi elettromagnetici
provenienti dall’ambiente possono determinare.
Quella delle prospezioni geologiche è la parte più diffusa soprattutto nella ricerca di acqua e
petrolio: i rabdomanti sono riusciti a trovare sorgenti dove nessun geologo vi era riuscito.
L’abate Mermet, nei primi del ‘900, riusciva a trovare sorgenti per i suoi confratelli
missionari in Brasile. Il fatto di essere a Parigi e di lavorare solo sulle carte geografiche non
gli impedì di essere estremamente preciso sulla localizzazione, profondità e portata delle
sorgenti.
L’esercito americano ha un corpo di rabdomanti addestrati a trovare mine e bunker: il suo uso
fu molto esteso nella guerra del Viet Nam.
Anche le compagnie petrolifere, da qualche anno, si sono rese conto che la ricerca
rabdomantica dei pozzi petroliferi è più precisa e meno costosa dei metodi finora usati,
praticamente mine e sonar, che permettono di tracciare una mappa degli strati profondi del
terreno. Se però c’è uno strato molto compatto che riflette completamente l’eco
dell’esplosione, è impossibile sapere che cosa c’è sotto.
Il rabdomante non ha questi problemi.
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Lo stesso discorso può farsi per le ricerche di siti archeologici e di cavità sotterranee.
Con le nozioni apprese per la geobiologia è possibile, per chi sia interessato, spostare la sua
attenzione anche su questi affascinanti settori.
«Lasciamo parlare i fatti.»
Ten Hsiao Ping
Dato l’alone di esoterismo, di magia e di «imbroglio» che spesso circonda alcuni degli
argomenti trattati, è necessario dare ampio spazio alla parte pratica, alla verifica sul campo di
quanto verrà di volta in volta esposto, evidenziando quanto di reale e verificabile esiste e
quanto sia frutto di una errata interpretazione di un linguaggio simbolico e di conoscenze
empiriche.
Per questo motivo è necessario che, chi si avvicina per la prima volta a questi argomenti,
abbia a disposizione gli strumenti radiestesici di base (pendolo ed aste parallele), in modo da
verificare ed approfondire personalmente le nozioni apprese.
Questi appunti serviranno, infatti, a dare una conoscenza teorica di base della radiestesia, che
ha un campo d’azione vastissimo. Ognuno poi approfondirà gli aspetti a lui più congeniali : la
parte medica o la geobiologia, la psicologia o la ricerca delle sorgenti d’acqua, la verifica dei
farmaci o lo studio dell’architettura sacra.
Gli unici limiti sono l’interesse, il tempo a disposizione e la fantasia.
Soprattutto il tempo, perché occorre molto esercizio. Come dice il presidente
dell’associazione spagnola di radiestesia, Soriano, “la radiestesia non è un fenomeno
straordinario, né ha niente a che vedere con il soprannaturale. Tutti possono diventare
radiestesisti a condizione di possedere un sistema sensoriale molto sviluppato, cosa che si
ottiene con l’esercizio. Ciascun oggetto emette radiazioni che è possibile captare servendosi
del pendolo.1”
Si tratta quindi di sviluppare una predisposizione naturale che tutti, più o meno, abbiamo,
scegliendo gli strumenti più idonei e correggendo gli inevitabili errori.
Andare avanti passo dopo passo, senza salti, senza eccessivi entusiasmi e, soprattutto, senza
scoraggiarsi quando non si ottiene ciò che si vorrebbe.
Se qualcosa non funziona c’è un errore. Con pazienza dobbiamo cercarlo e correggerlo, non
dobbiamo ignorarlo o … barare.
Non ostante ci siano centinaia di libri sulla radiestesia e migliaia di schemi radiestesici,
ognuno di noi creerà, piano piano, il suo proprio modus operandi, perché una indagine
radiestesica è come un quadro: ogni artista dipinge diversamente dagli altri lo stesso
paesaggio e lo dipinge diversamente ogni volta.
L’indagine radiestesica è frutto creativo del nostro io senziente più profondo che si confronta
con l’altro o con il mondo circostante.
1 Mueller Helmut, I favolosi poteri del pendolo, De Vecchi editore, Milano, 1992
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GLI STRUMENTI RADIESTESICI
Qualunque cosa si cerchi è fondamentale sapere che cosa si cerca e focalizzare su di esso la
nostra attenzione.
Senza questa avvertenza qualunque strumento è assolutamente inefficace, perché il primo
strumento radiestesico siamo noi.
Durante una ricerca, sia di tipo medico che geologico, è importante togliere orologi,
bracciali, catene e tutti gli oggetti metallici, tenere la testa eretta, le gambe non
incrociate ed il peso su entrambi i piedi.
FORCELLA RABDOMANTICA
Nella remota antichità si usava un semplice bastone, una verga più o meno flessibile, poi si è
usata la forcella rabdomantica, costituita da due sottili bastoncini di legno flessibile, legati ad
una estremità a formare una V. Gli autori di lingua inglese la chiamano anche “aste ad Y” (Y
rods) o “forked twig.
Oggi si trovano forcelle rabdomantiche di tutti i materiali, ma le migliori sembra che siano
quelle in osso di balena.
La forcella si impugna con le palme in alto, in modo da tenere le due aste in lieve tensione,
all’altezza del plesso solare.
Quando si passa su una zona perturbata, ad esempio per la presenza di un corso d’acqua
sotterraneo, si ha una contrazione involontaria dei muscoli dell’avambraccio che fa deflettere
la forcella in alto o in basso.
E’ un mezzo ancora usatissimo dai rabdomanti che cercano le sorgenti d’acqua.
Immagine tratta da: ing. Pietro Zampa, Elementi di radiestesia, ed. G.Vannini, Brescia, 1940
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Un perfezionamento della forcella radiestesica è costituito dall’antenna di Lecher, che ha due
bracci da impugnare ed un’asta graduata con un cursore che permette di definire la lunghezza
d’onda della radiazione trovata.
Immagine tratta da Paul Schmidt, The Bio-Mosaic
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LE ASTE PARALLELE
Dette anche Rade Master o aste ad L, in inglese L rods, per via della loro forma. Sono infatti
due tondini metallici (preferibilmente di rame) piegati ad L, con i bracci di circa cm 20 e 40.
Si impugnano dal braccio piccolo, orizzontali a livello del diaframma e paralleli tra loro.
Poiché è necessario che siano perfettamente liberi di ruotare, può essere utile infilare l’asta in
un tubetto, tipo manico di penna biro.
Le aste seguono i micromovimenti del corpo e tenderanno ad incrociarsi quando ci troviamo
in una zona a bassa energia, mentre si allargheranno quando siamo in una zona ad alta
energia.
Questo avviene in conseguenza della risposta involontaria del nostro corpo che, in una zona a
bassa energia tende a flettersi (a chiudersi su se stesso), mentre in quella ad alta energia tende
ad estendersi, ad aprirsi. Anche se non ce ne rendiamo conto le nostre mani ruotano un poco
in dentro nel primo caso (e le aste si incrociano) ed in fuori nel secondo (e le aste divergono).
Sono un mezzo ottimo per le ricerche di geobiologia, ma possono essere usate anche per
alcune ricerche di tipo medico (ad esempio l’esame dei Chakra).
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Immagini tratte da Internet, sito Camelot International
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LA LOBOANTENNA
E’ stata inventata dal dr Hartmann per le sue ricerche sulle anomalie elettromagnetiche della
terra. E’ costituita da una spirale ellittica con una sola spira e due manici contrapposti.
Si impugna con i manici uno in basso (sorretto dal palmo della mano sinistra) e l’altro in alto,
sostenuto da due dita della mano destra, in modo che sia libera di girare.
Viene tenuta all’altezza del diaframma, diretta di fronte a noi. Quando passiamo su una
anomalia elettromagnetica il nostro corpo reagisce con una flessione, come se ci fosse un
“vento elettronico” a spingerci: la loboantenna ruoterà dalla parte della nostra flessione,
indicandoci la direzione verso cui spira il “vento”.
E’ ottima per trovare le Linee di Hartmann (vedi capitolo sulla geobiologia), ma può essere
sostituita dalle aste parallele (anche una sola) usate per lo stesso scopo.
Due tipi di Loboantenna di Hartmann: in alto a spirale, in basso ad anello
Immagini tratte da un catalogo su Internet.
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IL PENDOLO
Il pendolo è un qualunque oggetto appeso ad un filo.
Troverai tante disquisizioni sul materiale e sulla forma del pendolo.
Dato che il pendolo è un amplificatore di micromovimenti inconsci del nostro corpo, non ha
alcuna importanza quale ne sia la forma ed il materiale. Il mio primo pendolo erano due chiavi
Yale appese ad un filo interdentale: funzionavano benissimo.
Comunque la maggior parte degli autori ritiene che per ricerche mediche sia indicato un
pendolo di cristallo, per le altre ricerche va bene qualunque materiale, purché non ferro
magnetico. In linea generale possiamo dire che all’inizio conviene usare un pendolo di un
certo peso, quando saremo divenuti più sensibili ci troveremo meglio con un pendolo leggero.
A seconda dell’esame che dobbiamo fare può essere utile che il nostro pendolo abbia una
punta: soprattutto se deve indicarci esattamente punti molto piccoli, come quelli di una
mappa radiestesica o di una carta geografica.
Se usiamo il pendolo per ricerche particolari (l’acqua per esempio) è utile avere un pendolo
cavo, in modo da metterci la sostanza che cerchiamo (che è detta testimone: l’acqua, in
questo caso). L’effetto del testimone nel pendolo non ha effetti «sul pendolo», ma li ha su di
noi: maneggiare la sostanza che cerchiamo ci permette di sintonizzarci con lei, quindi basta
bagnarsi una mano o tenere la sostanza cercata nell’altra mano, è solo un catalizzatore della
nostra attenzione.
Per usare correttamente il pendolo occorre sintonizzare il pendolo stesso con l’oggetto della
ricerca, Si fa mette il pendolo ad una distanza di 2-3 cm dall’oggetto da esaminare, tenendo il
filo molto corto e poi lasciandolo scorrere lentamente ed allontanando la mano finché il
pendolo non comincia a girare, a questo punto possiamo iniziare la ricerca. Con questo
metodo abbiamo trovato la lunghezza di filo idonea a dare la maggiore evidenza ai nostri
movimenti: movimenti molto piccoli del braccio richiedono un filo corto, movimenti ampi un
filo più lungo.
Vari tipi di pendoli in commercio: in rame, rame-legno e cristallo di rocca
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Pendoli in legno senza e con punta metallica
Note esoteriche Il pendolo è qualcosa di molto personale, sia perché ci si abitua al suo peso ad alla sensazione” che ci da, sia perché, come ogni altro oggetto che venga a contatto con noi, si carica della nostra energia, diviene un po’ parte di noi. Per questo motivo è bene usare sempre lo stesso pendolo e non prestarlo mai a nessuno. Se qualcuno usa il nostro pendolo laviamolo sotto l’acqua corrente e poi teniamolo con noi, in tasca o a contatto con il nostro corpo perché si ricarichi di nuovo. Alcuni radiestesisti “raffinati” usano caricare il proprio pendolo appoggiandolo sulla fronte, tra gli occhi, dove gli indiani dicono ci sia il terzo occhio, quindi pensano intensamente all’uso che faranno del pendolo, in modo che questo sia caricato non solo dell’energia del proprietario, ma sia tarato per la ricerca cui è destinato.
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IL BIOTENSOR
Detto Bobber dagli americani, è in pratica un pendolo orizzontale, costituito da un manico con
un’asta metallica flessibile ed un peso in cima.
Ci sono biotensori con varie punte: a sfera, ad anello, a spirale.
Hanno tutti lo stesso effetto: evidenziano i micromovimenti dell’avambraccio.
Il biotensor è molto utile nelle ricerche mediche, per l’esame di una persona in piedi, ed
hanno esattamente lo stesso uso e le stesse risposte di un pendolo su una persona sdraiata.
Vari tipi di biotensori
Il biotensor si usa esattamente nello stesso modo del pendolo, ma orizzontalmente, per
esempio, se lavoriamo su un quadrante radiestesico questo deve essere posto verticalmente.
Molti praticanti di radiestesia medica trovano il biotensor molto più comodo del pendolo.
Oggi esistono biotensori collegati a rilevatori elettronici per la rilevazione e la terapia di molte
patologie (Biotester).
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IL TESTIMONE
Il testimone, o, come preferiscono dire molti, in francese témoine, è un qualcosa che
rappresenta l’oggetto della nostra ricerca.
Se cerchiamo l’acqua sarà una bottiglietta d’acqua tenuta in una mano o qualche goccia
d’acqua in un pendolo cavo, se cerchiamo metalli sarà un campione di quel metallo, se
facciamo una indagine medica sarà una parte del corpo del soggetto da esaminare (capelli,
unghie, sangue, saliva etc, detti testimoni forti) o qualche oggetto che sia stato a lungo sul
soggetto e che ne abbia assorbito le radiazioni (l’orologio, la biancheria, la catenina, l’anello
etc, detti testimoni deboli).
Qualcosa quindi che ci colleghi energeticamente all’oggetto della ricerca.
In questo caso il testimone va protetto contro le influenze delle altre persone che potrebbero
modificarne le informazioni energetiche: per questo va conservato in una scatola d’alluminio
o avvolto in un foglio di allumino per alimenti.
Se si appoggia il testimone sul quadrante radiestesico (o su una mappa, una carta geografica o
uno schema anatomico) occorre proteggere il quadrante stesso, interponendo tra il quadrante
ed il testimone un pezzetto di foglio di alluminio.
Anche una fotografia può essere usata come testimone, come se la sua immagine potesse
collegarci a quella persona per vie ignote.
A volte il testimone è semplicemente una parola scritta su un foglio (per esempio “acqua”), in
tal caso ci serve per focalizzare la nostra attenzione sull’oggetto della ricerca, per non
distrarci. Ciò vuol dire che, usando questo sistema, dobbiamo conoscere l’oggetto della
ricerca. Se faccio un esame tele radiestesico di Mario Rossi non basta che scriva il suo nome
su un foglio, debbo anche conoscere personalmente Mario Rossi.
Pendolo apribile con camera per il testimone
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Pensare che un oggetto od una persona possano lasciare una impronta energetica tale da
permetterci di fare, ad esempio, una diagnosi medica, lascia un po’ perplessi. Perciò facciamo
una prova.
Una calamita emette un campo di energie ben definito: il pendolo posto sui poli gira in senso
opposto sul polo negativo e su quello positivo (esattamente come fa sui poli di una pila).
Prendiamo quindi una calamita e la mettiamo su un tavolo di legno o su un altro materiale che
non possa caricarsi magneticamente. Proviamo i poli della calamita con il pendolo, poi
togliamo la calamita e riproviamo con il pendolo direttamente sul tavolo, nel punto in cui era
la calamita. Il pendolo si muoverà esattamente come aveva fatto prima. Più tempo sarà stata la
calamita sul tavolo, più a lungo permarrà la sua impronta energetica.
Illustrazione tratta da Grandori A., Prodigi del pendolo, libro pubblicato presumibilmente
negli anni ’30 e riedito da Brancato nel 1988
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LA BUSSOLA
Uno strumento importante per il radiestesista, qualunque specializzazione segua, è la bussola.
Infatti il campo magnetico terrestre influenza il nostro sistema nervoso e, di conseguenza, la
nostra sensibilità.
In tutti i testi di radiestesia troverete scritto che, per ottenere i migliori risultati, occorre fare
gli esami con la faccia rivolta a sud.
Ricerche di fisiologia hanno dimostrato che, voltandoci verso i vari punti cardinali, la nostra
reattività agli stimoli cambia.
La figura che segue è tratta da un libro molto vecchio, edito in un periodo in cui l’interesse
per le ricerche di fisiologia e di elettrologia era molto alto e dimostra che il soggetto rivolto a
sud ha una risposta neuroelettrica migliore che non quando è rivolto verso altre direzioni.
Altra direzione buona è l’est.
Le cifre in ordinate indicano i minuti (1,2,3…) quelle in ascisse (2500, 3000 …) indicano la
resistenza in Ohm misurata con il Neurometro di Muller.
M. ANDORLINI – DISPENSE DI RADIESTESIA GENERALE
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Immagine tratta da Nicola Gentile, Elementi di riflessoterapia, ed. U. Hoepli, Milano, 1931
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COMINCIAMO A FARE
Per poter usare un mezzo radiestesico dobbiamo prima di tutto spiegare al nostro
subconscio come deve reagire ai vari stimoli, creare una specie di
condizionamento per cui, a stimoli uguali si hanno risposte uguali. Altrimenti non
serve a nulla.
Poiché gli strumenti radiestesici più usati sono il pendolo, il biotensore e le aste
parallele, parlerò esclusivamente di loro, anche se il sistema è lo stesso anche per
la forcella rabdomantica, di cui per altro non ho esperienza.
Per semplicità parlerò perciò di strumento o mezzo radiestesico, quando non mi
riferisco ad uno in particolare.
Il metodo usato è tratto in gran parte dai programmi di addestramento per
radiestesisti usati nei paesi anglosassoni.
La capacità radiestesica è una dote che tutti noi abbiamo, chi più sviluppata, chi
meno, esattamente come per la musica ci saranno soggetti capaci di suonare subito
uno strumento ed altri che avranno bisogno di molto studio e di molto esercizio.
Perciò non scoraggiamoci se tutto non funziona subito come vorremmo: occorre
pazienza e tempo. Anche i musicisti più dotati hanno bisogno di continuo
allenamento per poter suonare bene il loro strumento.
Dedichiamo all’addestramento un po’ di tempo ogni giorno, senza stancarci e
senza demoralizzarci. Evitiamo di farlo quando siamo stanchi, quando non stiamo
bene, quando il tempo è brutto, quando c’è confusione.
Se conosciamo un esperto facciamoci insegnare, se abbiamo un gruppo lavoriamo
insieme: è incredibile quel che si ottiene quando si lavora in gruppo, si fanno cose
che da soli non ci saremmo mai sognati, le capacità di ognuno si potenziano in
modo incredibile.
Non facciamoci demoralizzare dai primi inevitabili insuccessi, ma non facciamoci
illudere dai primi successi: solo con l’esperienza e la pratica si potranno evitare gli
errori ed i trabocchetti che un’indagine su ciò che non si vede necessariamente
nasconde.
Con la pratica dobbiamo, innanzi tutto, eliminare il margine di casualità delle
risposte: dobbiamo cercare di “rendere scientifica” la tecnica precisando
scrupolosamente materiali, metodi, procedure e finalità, correggendo gli errori ed
imparando da essi..
Per poter usare un qualunque mezzo radiestesico (pendolo, aste parallele od altro)
in modo efficace e ripetibile è necessario porre dei punti fermi, stabilire dei
parametri che ci evitino errori. Infatti nell’uso dei mezzi radiestesici si basa su
risposte neuro muscolari involontarie a stimoli subliminali, in base a parametri
subconsci. E’ un concetto che può sembrare astruso, ma è ciò che succede
normalmente.
E’ come imparare a guidare l’auto. All’inizio si fanno le prove a scuola guida per
inserire la programmazione nel nostro subconscio. Impariamo a partire, a
cambiare marcia, a frenare. Quando la programmazione è completa guidiamo
senza pensarci, le manovre “vengono da sole”: quando c’è un ostacolo improvviso
freniamo senza avere neanche il tempo di pensarci.
Anche per poter usare i mezzi radiestesici dobbiamo creare i programmi di
funzionamento automatico adatti, dobbiamo perciò inserire nel nostro subconscio
un programma di base (PRE PROGRAMMAZIONE) necessario per l’uso degli
M. ANDORLINI – DISPENSE DI RADIESTESIA GENERALE
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strumenti scelti ed una serie di programmi specifici (PROGRAMMAZIONE) per
le varie indagini che ci troveremo ad affrontare.
PRE PROGRAMMAZIONE
ESERCIZIO SI - NO CON IL PENDOLO
E’ l’esercizio di base, quello che ci permette di imparare a controllare il mezzo.
Fare riferimento a quanto detto successivamente nel capitolo “GIOCHI CON IL
PENDOLO” , a pag. 23, scegliendo la tabella che si preferisce.
Se si usa il pendolo occorre la tabella SI - NO sul tavolo, con il biotensore
metteremo la tabella di fronte, verticalmente.
Mettersi con lo strumento in posizione di “Pronto”, lasciandolo oscillare, quindi
chiedere allo strumento di indicare il “SI”, concentrarsi sulla richiesta,
guidandolo, se necessario nella giusta direzione.
Provare alcune volte, finché il pendolo va automaticamente dal Pronto al SI.
Rifarlo un’altra volta pronunciando ad alta voce la frase:
“Il seguente programma deve essere sempre attivo, finché non lo cambierò: ogni
volta che la risposta è SI il pendolo oscillerà in questa direzione. Fine del
programma.”
Ricominciare con il pendolo in posizione di “Pronto” e chiedergli di andare sul
“NO”, ripetendo lo stesso metodo usato prima, quindi pronunciare ad alta voce:
“Il seguente programma deve essere sempre attivo, finché non lo cambierò: ogni
volta che la risposta è NO il pendolo oscillerà in questa direzione. Fine del
programma.”
A questo punto verificare il programma; mettere il pendolo su Pronto e chiedere:
“E’ attivo il programma SI -NO?”, la risposta dovrebbe essere “SI”.
Se la risposta non c’è (il pendolo rimane su “Pronto”) rifare la programmazione.
Poi chiedere: “Ci sono errori nella programmazione?”, la risposta dovrebbe essere
“NO”.
Se la risposta è “SI” indagare quale sia l’errore, ripercorrendo le varie fasi della
programmazione e chiedendo di volta in volta conferma al pendolo.
ESERCIZIO SI - NO CON LE ASTE
E’ esattamente uguale al precedente, solo che le aste hanno il “Pronto” in
posizione parallela, con il “SI” si incrociano e con il “NO” divergono.
POSSO?
Quando tutto funziona, prima di cominciare una qualsiasi ricerca, dobbiamo fare
al mezzo radiestesico tre domande:
1. “Posso?”
2. “Sono in grado?”
3. “Dovrei?”
Queste domande debbono essere fatte ogni volta che si compie un’indagine radiestesica per sapere se siamo autorizzati a fare la ricerca (Posso?), se siamo
abbastanza abili per farla bene (Sono in grado?) e se è bene, giusto, legale o
auspicabile che io la faccia (Dovrei?).
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A tutte e tre le domande dobbiamo avere la risposta SI, se abbiamo risposte
negative indaghiamo quale sia il problema.
Non facciamo ricerche quando abbiamo risposte NO ad una qualunque delle
tre domande.
N.B.: se non siamo medici evitiamo di fare diagnosi e di dare terapie in base a
risposte radiestesiche: non è legalmente consentito ed è penalmente pericoloso. Se
abbiamo dei dubbi, suggeriamo di consultare un medico per controllare l’organo o
la funzione che a noi risulta squilibrato.
PROGRAMMAZIONE
Il sistema radiestesico di cui l’uomo è la parte fondamentale e lo strumento un
accessorio utile, ma non necessario, è in grado di dare risposte più o meno esatte
ai quesiti posti, in funzione della precisione e della univocità della domanda.
Infatti il nostro subconscio prende le parole in senso letterale.
Se la domanda è: “C’è acqua in questo terreno?”, la risposta sarà probabilmente
“SI”, perché c’è sempre acqua nel terreno (più o meno profonda), nelle molecole
che compongono il suolo, nell’aria e nelle piante che lo ricoprono. Inoltre possono
esserci tubazioni, fognature ....
Perciò se voglio sapere se c’è una falda idrica debbo fare una domanda precisa:
“C’è in questo terreno una falda idrica a meno di 100 m di profondità in grado di
dare 10 litri di acqua potabile al minuto?”
A questo punto i parametri sono precisi ed avrò una risposta più corretta.
Per evitare di fare ogni volta queste domande circostanziate posso farmi una
programmazione preventiva la prima volta che faccio una determinata ricerca.
Per rimanere all’esempio dell’acqua posso fare una programmazione del genere:
“Il seguente programma per la ricerca dell’acqua deve essere sempre attivo, finché
non lo cambierò: ogni volta che c’è una falda di acqua potabile e di sapore
gradevole, a meno di 100 m di profondità e con una portata di almeno 10 litri al
minuto, mi darai la risposta SI”.
Verifica: “E’ attivo il programma?”
“Ci sono errori nel programma?”
A questo punto quando io chiederò al mezzo se c’è acqua in un determinato
terreno attiverò quel programma e non dovrò più ripetere la domanda completa.
Prima di cominciare la ricerca ricordarsi sempre di chiedere:
“Posso?”
“Sono in grado?”
“Dovrei?”
Se tutte le risposte sono SI possiamo fare la nostra ricerca, altrimenti indaghiamo
quale sia il problema.
Ovviamente i parametri stabiliti saranno quelli da voi prescelti e saranno
comunque modificabili all’occorrenza con una riprogrammazione temporanea,
dalla quale tornare poi, a comando, al programma originale.
Ricordarsi sempre che il nostro sistema radiestesico interpreta le parole in
maniera letterale, perciò chiediamo sempre conferma al mezzo, se abbiamo
dubbi chiediamo proprio se la domanda è univoca.
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Una rivista americana di radiestesia (American Society of Dowsers Quarterly)
riportò qualche anno fa un fatto accaduto durante una dimostrazione pubblica
dell'uso delle aste parallele. Un istruttore, sul palco, spiegava che, dato che noi
abbiamo dei recettori magnetici nel cervello, è possibile usare un’asta per trovare
il Nord. Quindi chiese all’asta di puntare a Nord (To point to North): questa puntò
verso la sala in cui era seduto il pubblico, in direzione del tutto sbagliata.
L’istruttore rifece la prova più volte, sempre con lo stesso risultato, finché non si
alzò uno spettatore che disse “My name is North!” (Mi chiamo Nord!).
Se desidero sapere se nel serbatoio della mia auto c’è sufficiente carburante per
fare un viaggio debbo fare una domanda precisa, e non chiedere semplicemente :
“La mia auto ha bisogno di benzina?”. La risposta sarà senz’altro SI: un’auto, per
funzionare, ha sempre bisogno di benzina.
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GIUOCHI CON IL PENDOLO
SI O NO
A volte siamo di fronte ad un dilemma: ad esempio vogliamo sapere se c’è acqua in una zona
di cui abbiamo la mappa.
Anziché cercare direttamente l’acqua possiamo chiedere al pendolo “C’è acqua sotterranea in
questo terreno?”
Se abbiamo stabilito una convenzione mentale per indicare quale movimento del pendolo
indica il SI e quale indica il NO, il pendolo ci darà una risposta.
Io uso come convenzione per il SI un movimento lineare a 45° verso destra, per il NO verso
sinistra (vedi il quadrante radiestesico riportato in fondo al quaderno).
Questo mi permette di usare altri movimenti per altre ricerche (soprattutto mediche).
Altri autori usano un movimento orario per il Si ed uno antiorario per il NO, altri ancora un
movimento avanti – indietro per il Si e destro sinistro per il NO.
Per me questi movimenti hanno altri significati da un punto di vista diagnostico e, per non
fare confusione, uso quello che vi ho detto.
Nulla vi vieta di usare quello che preferite.
La cosa importante è che la domanda permetta una sola risposta: non posso chiedere “C’è o
non c’è acqua?”
Inoltre la domanda deve essere chiara, soprattutto nella mia mente. Se voglio trovare una
falda idrica e chiedo “C’è acqua in questa mappa?” può darsi che abbia una risposta
falsamente negativa perché il foglio è asciutto, o che ne abbia una falsamente positiva perché
nella zona rappresentata sulla carta passano le condutture dell’acquedotto.
Se il pendolo rimane su “Pronto” vuol dire che non c’è risposta o non è una risposta univoca.
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Gli autori anglo americani preferiscono una oscillazione verticale per il SI ed orizzontale per
il NO:
Ready = pronto
May be = può darsi
RQ = remake the question (rifare la domanda)
A voi decidere quale sia più comoda.
L’importante è che usiate un solo metodo e sempre quello.
Tra le schede in fondo al testo troverete anche il diagramma radiestesico usato
dall’Associazione Americana dei Radiestesisti.
Anche con le aste parallele possiamo avere il SI ed il NO:
Aste parallele = pronto per la domanda
Aste incrociate = SI
Aste allargate = NO
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UNISCI E DIVIDI
Non è una libera traduzione del motto alchemico «solve et coagula», è il metodo radiestesico
per controllare se qualcosa (o qualcuno) ci fa bene o male, se due persone (o animali) vanno
d’accordo (energeticamente), se due oggetti o sostanza possono stare insieme.
Per questo esame si usano o il pendolo o il biotensore.
Si mettono uno di fronte all’altro gli oggetti o le persone da esaminare, ad una distanza di 30 –
50 cm, e si pone il pendolo in mezzo, libero di oscillare.
Dopo qualche tempo il pendolo comincerà ad oscillare linearmente in una direzione precisa.
Se oggetto (A) e soggetto (B) hanno energie compatibili si stabilisce un flusso energetico tra i
due che farà muovere il pendolo da oggetto a soggetto (unione).
Se le energie sono incompatibili si forma una barriera energetica, l’energia sfuggirà di lato,
come l’acqua contro un muro, trascinando il pendolo in un movimento trasversale (divisione).
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GALLETTO O GALLINA?
I nostri vecchi contadini sapevano usare perfettamente il pendolo per sapere se le uova erano
state fecondate o se potevano essere mangiate. Sapevano anche riconoscere se un uovo
avrebbe dato un galletto o una gallina.
Ponendo su un tavolo un uovo con la punta rivolta a Nord possiamo avere tre possibilità:
1. Il pendolo gira in senso orario: è una gallina
2. Il pendolo oscilla trasversalmente: non fecondato
3. Il pendolo oscilla verticalmente: è un galletto
Immagine tratta da: ing. Pietro Zampa, Elementi di radiestesia, ed. G.Vannini, Brescia, 1940
Per altri autori il maschio fa girare il pendolo in senso orario, (Yang), la femmina in senso
antiorario, (Yin): è solo una questione di programmazione.
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RICERCA DELL’ACQUA
Questa è stata, forse, la prima ricerca radiestesica fatta dall’uomo, ed è ancora la più diffusa e
la più nota.
Il classico rabdomante usa la forcella ad Y, ma noi possiamo usare le aste ad L, purché non ci
sia vento forte.
Un corso d’acqua sotterraneo emette una serie di segnali elettromangetici che vengono
percepiti dal rabdomante. In complesso sono (in genere) sette segnali da una parte e sette
dall’altra del corso d’acqua, ed uno centrale.
I due segnali più esterni sono dati dallo scorrere dell’acqua contro le pareti esterne del letto ed
emergono con una inclinazione di circa 45°, da entrambi i lati.
Nel punto di emergenza dal suolo si ha un nuovo segnale, che si innalza in verticale.
I più intensi sono i tre segnali interni, sulla verticale delle pareti e del centro della corrente,
tanto più intensi quanto maggiore è la velocità di scorrimento dell’acqua.
La distanza tra i segnali n° 7 ci dà la larghezza del corso d’acqua, la profondità può essere
considerata uguale alla metà della distanza tra i segnali n° 1, meno la larghezza del corso
d’acqua.
Altre notizie in proposito saranno date nella parte riguardante la geobiologia.
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QUADRANTE RADIESTESICO GENERICO
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QUADRANTE RADIESTESICO DI WALT WOODS (AMERICAN SOCIETY OF DOWSERS)
Fare la domanda (a voce o mentalmente) e focalizzare l’attenzione alla parte di quadrante che
interessa (superiore o inferiore, numeri, lettere o parole): il subconscio sa dove è diretta
l’attenzione e da risposta appropriata.
Le lettere inscritte in un cerchio, ad esempio ®, servono a richiedere ulteriori informazioni,
più precisione o a metterti in guardia:
RED FLAG : ATTENZIONE, PERICOLO, RIFAI IL TEST
I numeri possono essere quantità, percentuali, distanze ….
Less … = critico, eccesso negativo Severe = grave
Mild = medio basso Balanced = bilanciato (punto di riferimento)
Mild + = medio alto strong = forte
Very strong … = molto forte, eccesso positivo