gianni moretti | works | 2014-2009 · Non un testo a caso ma qualcosa di vicino, importante, e...

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gianni moretti | works | 2014-2009

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gianni moretti | works | 2014-2009

“Per tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarglisi solo in una visione indiretta, in un’immagine catturata da uno specchio.” I.Calvino, Lezioni Americane

Una volta, scherzando, mi è stato detto che mi sarei lasciato sbranare da un leone che si fosse trovato per caso di fronte a me. Non l’avrei visto perché completamente catturato dal procione che gli stava accanto, acquattato nella sua ombra. Tutte le mie attenzioni sono sempre andate a quei frammenti, quei residui nascosti nell’ombra. Una sineddoche protettiva in grado di guidarmi all’esplorazione del tutto, dato e cercato solo per piccole parti, meno abbaglianti e dallo statuto incerto. Il mio procedere è quello dell’atleta alla conoscenza e costruzione del proprio corpo attraverso il più efficace strumento possibile: l’esercizio. L’esercizio è la pratica della disciplina del corpo e della mente, dello spirito come della psiche. L’intera esistenza procede seguendo la prassi dell’avvicinamento per tentativi a un modello, variabile per natura, immutabile per maledizione. Dalla nascita si “esercita” il diritto di cittadinanza nella realtà.

Aldo Carotenuto afferma che la stessa costruzione dell’identità è un esercizio, è ricerca di un oggetto, dell’oggetto decisivo e irrinunciabile. Oggetto che si può solo tentare di avvicinare, di cui non si percepisce forma, che perciò non si può ri-conoscere ma solo conoscere, ogni volta per la prima volta.

La mia ricerca artistica indaga ed espande organismi al limite del collasso, opera sull’ipotesi del fallimento inteso come un insieme di prove e condizioni propositive, sulla reiterazione che implora un’uguaglianza che è solo simile, ma mai identica, sullo spazio d’esistenza che evidenzia continuamente un’imperfezione narratrice di verità o di verosimile. La mia forma artistica contiene la specificità di perseguire lo srotolarsi dell’errore e l’irresistibile inconscia volontà di lavorare sul falso identico ovvero sulla sedimentazione delle forme. Un falso identico che contempla lavori differenti, anche se solo linguisticamente, un’ipotesi di arte relazionale che si moltiplica tra analisi più intimiste o maggiormente rivolte al sociale. Arte quindi pronta a denunciare, ma in stato di apparente silenzio, arte che si svela attraverso la lateralità di frammento, carta, indugio, ossessione, mutazione.

Caro amore mio, 2014, stampa digitale su carta velina, 75 x 100 cm

Caro amore mio, 2014, stampa digitale su carta velina, 75 x 100 cm (det.)

Caro amore mio, 2014, stampa digitale su carta velina, dimensioni variabili

Caro amore mio, 2014, stampa digitale su carta velina, dimensioni variabili

L’albero di miele, 2014, ceramica, legno, dimensioni installative (det.) L’albero di miele, 2014, ceramica, 37X22X13 cm

L’albero di miele, 2014, ceramica, 20 x 35 x 15 cm

Secondo esercizio di approssimazione al grande amore, 2014, stampa a secco su carta velina, quattro elementi di 50x35 cm l’uno

Secondo esercizio di approssimazione al grande amore

Nel Secondo esercizio di approssimazione al grande amore di nuovo il tentativo di cristallizzare unprocesso di transito. Nei quattro fogli di carta velina dorata sono state impresse a secco, una a una, tutte le lettere che formano un racconto. Non un testo a caso ma qualcosa di vicino, importante, e personale, qualcosa da ricordare, imprimere, e salvare. Un processo di salvataggio che ne conferma la struttura fragile e soggetta allo svanimento.Qualcosa utile al raccoglimento: di pensiero, forza e ricordo. Ma anche un gesto di semplice antitesiall’idea che tutto sia uguale e che nulla abbia valore . Qualcosa ancora c’è. Qualcosa da salvare eproteggere.Qualcosa di consapevolmente e discretamente inutile. Eppure indispensabile. Vitale.

Pagina seguente: Secondo esercizio di approssimazione al grande amore, 2014, stampa a secco su carta velina, quattro elementi di 50x35 cm l’uno (det.)

Secondo esercizio di approssimazione al grande amore, 2014, stampa a secco su carta velina, quattro elementi di 50x35 cm l’uno (det.)

La bell’ra (studi per un monumento all’attenzione), 2013, legno, plexiglass, carta, video proiezione, 600x82x110 cm

La bell’ra (studi per un monumento all’attenzione)

Progetto per la realizzazione di un monumento. L’attenzione è tanto un processo cognitivo diretto a un determinato oggetto, quanto sinonimo di cura, premura. L’intervento a cui ho pensato invita alla concentrazione, al pensiero e, contemporaneamente, si dedica a uno dei temi sociali più urgenti, lo serve, lo arricchisce, lo consegna all’attenzione di altri. Partendo da un recente fatto di cronaca riguardante l’omicidio di una donna, il progetto si sviluppa attorno all’immagine di una falena (bell’ra in perugino). Attratto dalla luce, il lepidottero vola frenetico, in un moto apparentemente disarmonico e caotico e incessantemente sbatte le ali contro un vetro, simboleggiando le anime dei morti che non trovano pace. Un intervento minimo e discreto da inserire nelle pieghe del tessuto urbano della ciffttà, invisibile di giorno e che si anima solo di notte. Un monumento pubblico riservato ad una visione privata.

La bell’ra (studi per un monumento all’attenzione), 2013, legno, plexiglass, carta, video proiezione, 600x82x110 cm (det.)

La bell’ra (studi per un monumento all’attenzione), 2013, legno, plexiglass, carta, video proiezione, 600x82x110 cm (det.) La bell’ra (studi per un monumento all’attenzione), 2013, legno, plexiglass, carta, video proiezione, 600x82x110 cm (det.)

Il trentacinquesimo anno, 2013, monotipo con inchiostro tipografico su carta velina, dimensioni installative (det.)

Il trentacinquesimo anno

Il trentacinquesimo anno si sviluppa attorno ad un momento di passaggio, quell’anno “Nel mezzo di cammin di nostra vita” che anche Dante Alighieri raccontava come un momento incerto e pregno di senso, da puntellare con scelte decisive.Ognuno dei fogli di carta velina nera impiegati nell’installazione esce dalla fabbrica con una piega al centro che ne divide la superficie in due parti uguali. Ho lavorato attorno alla piega pensandola come questo momento di passaggio, una ferita nel cui cono d’ombra si nascondonoforme, frammenti, residui ed errori dello stesso processo di stampa che ha generato il lavoro. Una piegatura morbida e inesorabile, la fine che prelude ad un nuovo inizio.

Il trentacinquesimo anno, 2013, monotipo con inchiostro tipografico su carta velina, dimensioni installative (det.)

La morte del prete, 2012, stampa fotografica su plexiglass, dimensioni variabili

La Morte del prete

Sospensione e fine. Tutto nasce da una casualità. Ero lì in quel momento e il corpo dell’insetto è caduto a terra di fronte ai miei occhi iniziando a rantolare. La morte del prete attua un processo di registrazione: ho realizzato un video che documenta gli ultimi 30 minuti di vita dell’insetto. Da questo ho estratto 69 frames, uno ogni 25 secondi. Ogni frame è stato stampato su una piccola lastra di plexiglas. Le 69 lastre disegnano a terra, come un domino crollato, il percorso compiuto dall’insetto fino al momento della morte avvenuta in un anfratto del muro. E’ la vetrificazione, a temperatura fredda, del conto alla rovescia che non lascia alcuno scampo e attua l’entropia cui siamo ineluttabilmente destinati; è la vetrinizzazione, a temperatura calda, compiuta dall’osservazione di un occhio esterno, allibito e incredulo. E’ una “cosa” così, piccola, insignificante, inevitabile. E’ una “cosa” così, enorme, pesante, inevitabile. Una cosa che lascia le orecchie piene di silenzio, un piccolo e discreto monumento funebre a perdere.

La morte del prete, 2012, stampa fotografica su plexiglass, dimensioni variabili (det.)

La morte del prete, 2012, stampa fotografica su plexiglass, dimensioni variabili (det.)

Primo esercizio di protezione

Il lavoro si focalizza su un processo di allontanamento. La trasformazione di un oggetto nella sua ombra essendo questo issato su un piano inusuale, ad un’altezza che lo spoglia di qualsiasi funzione. Da questa posizione è appena percettibile il suo riverbero a parete, l’alone di qualcosa di cui non si conosce entità né forma, ma solo il profilo dorato e sfrangiato: l’affaccio agli occhi di colui che guarda e desidera.

Primo esercizio di protezione, 2012, tavolo, tubi in acciaio, sabbia colorata, 70x142x320 cm

Primo esercizio di protezione, 2012, tavolo, tubi in acciaio, sabbia colorata, 70x142x320 cm (det.)

Gli amanti

In uno dei collegamenti sotterranei de La nuova FARO è custodita una sottile pennellata blu che descrive il profilo di un uomo e una donna posti frontalmente, nudi. Gli amanti sono stati riportati a spolvero a parete in scala 1:1. Il pigmento colorato è semplicemente depositato a parete senza alcun ancoraggio, pronto a lasciarla in qualsiasi momento.

Ciò che mi ossessiona è l’equilibrio, la fragilità e l’incapacità delle cose a mantenere una forma stabile. Ho scelto questo disegno perché non ha alcun peso: quando l’ho scoperto quasi nessuno sapeva della sua esistenza e a nessuno importa della sua provenienza. Ho cercato d immaginare l’autore, la sua storia ma non esiste nulla di scritto su di lui né alcun ricordo. Attraverso questa installazione ho voluto realizzare una forma solo visibile agli occhi ma inconsistente e fragile nella sua struttura. Un corpo destinato a sparire in brevissimo tempo. Un corpo che non lascia alcuna traccia ma che si appoggia solamente ad una superficie, senza cambiarla né segnarla. E’ come un’identità incapace di affermarsi, ma che al contrario subisce il suo stare nella realtà. Alla fine non rimane che il ricordo di quello che è stato e dopo poco svanirà anche quello.

Gli amanti, 2012, deposito di pigmento a parete, dimensioni variabili

Gli amanti, 2012, deposito di pigmento a parete, dimensioni variabili (det.)

La seconda stanza, 2012, campanellini, legno, fascette autobloccanti, piccoli motori vibranti,sensore di movimento, filo di nylon, 387x350x295 cm

La seconda stanza

La seconda stanza è una struttura instabile, uno scheletro di bacchette di legno tenute assieme da fascette di plastica provvisorie. L’opera è incapace di reggersi da sola, necessita di una superficie (parete) alla quale appoggiarsi. Lungo il suo perimetro una rete di mille campanellini forma una griglia invisibile. L’ossatura lignea è attraversata da un circuito elettrico attivato da sensori di movimento: questi mettono in stato di moto quattro piccoli motori vibranti che scuotono l’intera opera.In assenza di estranei la struttura è silente; nel momento in cui un corpo le si avvicina il meccanismo ne avverte il movimento e si allarma, i mille campanellini iniziano a suonare con un’intensità crescente a discapito dell’equilibrio del lavoro e della percezione infastidita dell’altro.Lo spazio che La seconda stanza delimita è il Raum heideggeriano. Lì vige sicurezza ed emarginazione, lontananza dal vedere e dal sentire, immersione nella privata visione. Luogo bisognoso di protezione, perciò chiuso e inestimabile.

E’ possibile comprendere il movimento dell’opera con l’ausilio del seguente video: http://vimeo.com/44101578

La seconda stanza, 2012, campanellini, legno, fascette autobloccanti, piccoli motori vibranti, sensore di movimento, filo di nylon, 387x350x295 cm(det.)

Great expectations

In questo lavoro l’arcobaleno fa riferimento al grande sogno futuro, splendido come la pignatta d’oro cui dovrebbe condurre. In questo caso è una multicromia dichiarata, palese, eccessivamente zuccherina, volgare in qualche modo. Un’esplosione di colori immediatamente allegra ma che ad un secondo sguardo infastidisce palesando il proprio eccesso: un’enorme caramella che fa cariare i denti. Ognuna delle 9 sculture fa riferimento ad una delle 9 città in cui ho vissuto nella mia vita. Ad ognuno di questi luoghi sono state legate delle grandi aspettative, una costruzione mentale destinata alla deformazione per mano della realtà. Di ognuna di queste città ho preso in esame un’immagine da cartolina, stereotipata e ovvia, appartenente all’immaginario collettivo. Ognuna di queste immagini è stata poi ingrandita e divisa in 5 piani prospettici. Ad ogni piano è stato fatto corrispondere un colore (azzurro, verde, giallo, arancio, rosso) appartenente ai sette colori dell’iride. In ciascun foglio è stata poi incisa con strisce sottili la parte in negativo. L’intenzione è la costruzione di un corpo costantemente sull’orlo del collasso, qualcosa che ride fino a crepare.

Great expectations, 2010, PVC, dimensioni variabili (det.)

Great expectations, 2010, PVC, dimensioni variabili (det.)

Great expectations, 2010, PVC, dimensioni variabili (det.)Great expectations, 2010, PVC, dimensioni variabili (det.)

Primo esercizio di approssimazione al grande amore

In questo lavoro ho cercato di avvicinarmi alla persona amata attraverso la registrazione delle sue impronte digitali su sottile foglia d’oro zecchino, che durante questo processo ha rilevato le sue impronte su un lato e le mie sull’altro fondendole assieme. Da subito si è innescata una dispersione dell’oro che è stato impossibile arrestare. Per quanta cura potessi mettere nell’installare il lavoro, inevitabilmente l’oro ha iniziato a consumarsi. Di conseguenza l’installazione ha cambiato le proprie intenzioni trasformandosi da celebrazione di un sentimento, a monumento alla sua sparizione e impossibilità di cristallizzazione.

Primo esercizio di approssimazione al grande amore, 2010-2014, Foglia d’oro zecchino su plexiglass, 28 x 2 x 2 cm l’uno

Primo esercizio di approssimazione al grande amore, 2010-2014, Foglia d’oro zecchino su plexiglass, 28 x 2 x 2 cm l’uno Primo esercizio di approssimazione al grande amore, 2010-2014, Foglia d’oro zecchino su plexiglass, 28 x 2 x 2 cm l’uno

2010 2014

Monumento al mantenimento delle regole della casa, 2011, collages, legno, plexiglass, 760x81x98 cm.

Monumento al mantenimento delle regole della casa

Questo lavoro si sviluppa attorno al concetto di ecosostenibilità a alla domanda: cosa succede nel momento in cui gli attori coinvolti nel sistema (sociale) cessano di pensarsi come parte di un tutto e si trasformano in monadi autoriferite? Il lavoro è pensato come una colonna di Traiano divelta e collassata. Su questo piano d’osservazione, che potrebbe essere pensato come il tavolo di un collezionista,il racconto di gesta eroiche è sostituito dal racconto reiterato all’infinito di inconsistenti figure in carta leggera che riportano l’effige del potente, uomo incastrato nella sua infantile autoreferenzialità e ancorato alle proprie egoistiche necessità, prima fra tutte quella di procurarsi piacere.

Monumento al mantenimento delle regole della casa, 2011, collages, legno, plexiglass, 760x81x98 cm (det.)

Monumento al mantenimento delle regole della casa, 2011, collages, legno, plexiglass, 760x81x98 cm (det.) Monumento al mantenimento delle regole della casa, 2011, collages, legno, plexiglass, 760x81x98 cm (det.)

Esercizio di quantificazione della passione, 2011, acqua, carta, 200x224 cm

Esercizio di quantificazione della passione

Il tentativo di quantificare la passioneche dedico al mio lavoro. Ognuno dei fogli di carta fotografica dorata registra, attraverso il contatto con l’acqua contenuta in una bacinella, il tempo che ho passato dentro e fuori dal mio studio nella settimana precedente una mostra importante.

Poena cullei, 2009, monotipo di inchiostro su carta / ink monotype on paper, dimensioni variabili / variable dimensions

Poena Cullei

Lo smantellamento. Il lavoro si riferisce alla pena inflitta ai parricidi in epoca romana. L’assassino veniva chiuso in un sacco con un cane, un gallo, un serpente, una scimmia e trasportato per le vie di Roma fino ad essere gettato nel Tevere, dove nella maggior parte dei casi arrivava già morto. I quattro animali erano scelti per il loro legame con l’uccisione del genitore e proprio per questo atti al ripristino, a livello simbolico, della struttura sociale che il parricida, col suo assassinio, aveva distrutto. Storia della distruzione e ricomposizione di una struttura. I disegni usati come espediente, scusa per la rimessa in atto del processo di cui sopra. Alcuni disegni sono intonsi, altri ritagliati (smantellati) fino a toccare terra in una rincorsa a spirale verso la compattazione di un castello di sabbia e carte.

Dodici esercizi idioti, 2010, tessuto, 210x280 cm.

Der Adler, 2009, plastica, 200x250 cm Der Adler, 2009, plastica, 200x250 cm (det.)

Quindici esercizi di salvataggio, 2009-2011, carta velina, 160x280 cm

Quindici esercizi di salvataggio

Il lavoro si focalizza sul processo di salvataggio di un organismo attraverso la memoria. Nello specifico un disegno (andato perduto) è stato ripetuto per quindici volte, una su ogni foglio di carta velina nera di cui è composto il lavoro, quindi inciso in strisce sottili (ulteriore processo di possessione). Infine ogni foglio è stato ripiegato su se stesso come si fa con qualsiasi cosa che voglia essere preservata.

GIANNI MORETTInato a Perugia, Italia, nel 1978.Vive e lavora tra Milano e Berlino.

FORMAZIONE | EDUCATION

Diploma di Laurea in Decorazione, Accademia di Belle Arti di Bologna, Bologna (Italia)

MOSTRE PERSONALI | SOLO EXHIBITIONS

Als Ob, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna, Ravenna, a cura di Laura FantiL’antica fiaba del viaggiatore nel deserto, Artcore, Bari, a cura di Aberto Zanchetta

Esercizi d’alleanza, Harlem Room, Milano, a cura di Daniele Astrologo Abadal, Adelaide SantambrogioIl trentacinquesimo anno, FABBRIc.a. Contemporary Art, Milano, a cura di Martina CavallarinGianni Moretti Entre chien et loup, Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (MB), a cura di Martina Cavallarin e Alberto ZanchettaPremio SetUp 2013. Gianni Moretti, La Bell’ra (studi per un monumento all’attenzione), Officina delle Zattere, Venezia, a cura di Susanna Sara Mandice

{to} PUZZLE, Otto gallery, Bologna, a cura di Alberto Zanchetta Inventario perenne Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, a cura di Martina Cavallarin

Intermittenza, Changing Role - Move Over Gallery, Napoli, a cura di Martina CavallarinPaper Heroes, Gaya Art Space, Bali (Indonesia), a cura di Martina Cavallarin

Poena Cullei/Osservatorio#1, Basilica Palladiana, Vicenza, a cura di Alberto Zanchetta

Settantasette Centesimi, Galleria Michela Rizzo Project Room, a cura di Martina Cavallarin

Del corpo intorno, Montrasio Arte, Milano, testi di Cecilia Antolini, Matteo Galbiati

MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE | SELECTED GROUP EXHIBITIONS

Four to the floor, Mestna Galerija, Nova Gorica (Slovenia), a cura di Alice GinaldiCose da uomini Maennersache, Galleria Civica di Bolzano, Bolzano, a cura di Susanna Sara MandiceCiò che l’apparire lascia trasparire, le nuove collezioni del Museo di Arte Contemporanea di Lissone, Lissone (MB), a cura di Alberto ZanchettaMotivi di famiglia, Villa di Toppo Florio, Udine, a cura di Paolo Toffolutti

Premio Terna 05 / Essere o non Essere. Con gli Altri. La Rete Sociale a regola d’Arte, Tempio di Adriano, Roma, a cura di Cristiana Collu e Gianluca MarzianiL’inganno contemporaneo, Site Church, Scicli (RG), progetto di Sasha VinciTell mum everything is ok, Palazzo della Penna, Centro di Cultura Contemporanea, Perugia, a cura di Andrea Baffoni, Linda Di Pietro, Francesca Duranti, Antonio SenatoreIN BETWEEN, zwischen Energie und Materie, Werkstatt galerie, Berlin, a cura di Pascual JordanSiate candidi come colombe e astuti come serpenti, T.R.A. TrevisoRicercaArte, Treviso, a cura di Marco MinuzMalizie sul Perugino, Centro storico, Corciano (PG), a cura di Massimo Duranti e Anton Carlo Ponti

2005

2014

2013

2011

2010

2009

2008

2007

2014

2013

2011-2013 Il delta delle LEZIONI, Sponge ArteContemporanea, Pergola (PU), a cura di Martina CavallarinArt-Athina 2013 / International Contemporary art fair of Athens, stand ARTcore gallery, Athens (Greece)Amor Sacro, Sant’Anna ri-visitata, Museo Civico Castello Comunale di Ventimiglia, Ex scuderie (PA), a cura di Luca BarrecaIN BETWEEN, zwischen Energie und Materie Alte Oberpostdirektion, Hamburg (Germany), a cura di Pascual JordanSiate candidi come colombe ed astuti come serpenti, Galleria Civica d’Arte Celso e Giovanni Costantini, Castions di Zoppola (PN), a cura di Marco MinuzPremio SetUp SetUp - Fiera d’arte indipendente, Bologna, a cura di Manuela Pacella

MARS Mission, ge8 Kunstraum, Dresda (Germania)W.O.P. works on paper, FABBRIc.a. contemporary art, MilanoOn cloud seven, C.A.R.S. Cusio Artist Residency Space, Omegna (VB)Minima Marginalia, Dolomiti Contemporanee - Ex Fabbrica Visibilia, Taibon Agordino (BL), a cura di Alberto ZanchettaPremio Combat Prize 2012, Museo Civico G. Fattori - Ex Granai di Villa Mimbelli, LivornoUndici allunaggi possibili, Palazzo Zenobio per l’arte, Venezia, a cura di Martina CavallarinDà fuoco al fuoco/acqua all’acqua/e ciò ti basti, Sala Dogana, Palazzo Ducale, Genova, happening a cura di Laura SantamariaChain reaction cap.1 L’appeso, La sospensione, Still life ARTcore gallery art project, Bari, progetto di Gianni Moretti, testo di / essay by Fabio Carnaghi

Follow the broken, Kreuzberg Pavillon Neukölln, Berlin (Germany)The Others, stand scatolabianca, Torino, a cura di Martina CavallarinRound the Clock, Evento Collaterale della 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, a cura di Martina Cavallarin{to} PLOT, ArtVerona 2011, stand Otto gallery, Verona, a cura di Alberto ZanchettaRoma. The road to contemporary art, stand Changing Role - move over gallery, Roma

Bloom stand Changing Role Move Over Gallery, Cologne (Germany) Un giorno di felicità - miniartextil ex chiesa di San Francesco, Como, a cura di Luciano CaramelShow V, MMX Open Art Venue, Berlin (Germany)Home Sweet Home, Werkstatt der Kulturen, Berlin (Germany) a cura di Irene PascualOpenstudios, GlogauAIR, Berlin (Germany)Roma. The road to contemporary art stand Changing Role, RomaThe Wall, FAC Room, Milano, a cura di Matteo BergaminiThe Goldberg’s Variations 2, Mya Lurgo Gallery, Lugano, a cura di Martina CavallarinOpen, Mongin Art Space, Seoul (South Korea), a cura di Jiyae Choi

Big in Japan, Arcus Project, Ibaraki, (Japan), a cura di Doreen Uhlig and Alida SpelerItalian Artists New York, International Studio & Curatorial Program (ISCP),New York City (USA), a cura di Renato MiraccoImprimatur 3 The Goldberg’s Variations, 91mQ, Berlin, a cura di Martina CavallarinGerminazioni 2 Step forward, Manuela Pacella e Francesca Porreca, Palazzo della Penna, Perugia, a cura di Francesca DurantiAvvertenze Artistiche, Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali, RomaDry as dust, Gate21, CataniaImprimatur 2, Incubatore di Sant’Elena, Venezia, a cura di Martina CavallarinIl più profondo è la pelle, MUD Art Foundation, Milano, a cura di Donatella Nani e Francesca FiorellaHarlem States of Mind from Apollo to Lenox a cura di Daniele Astrologo Abadal Raffaele Bedarida Francesca Montrasio, Museo Civico Floriano Bodini, Gemonio, (VA)Imprimatur 1, lo.spazio, Milano, a cura di Martina CavallarinPassaggi di Stato (s)materializzazioni di mondi poetici, Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto, Pavia, a cura di Matteo Bergamini

Tutto in un giorno…, Sala delle Colonne, Milano, a cura di Francesca Alfano Miglietti

2012

2011

2010

2009

2008

Nati negli anni 70/80 coll’action scelti bene in tempi estremi, Studio Dieci citygallery, Vercelli, a cura di Giovanna Maulino e Maria Rosa PividoriNero, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato (PC), a cura di Matteo GalbiatiOverview, Centro Culturale Fatebenefratelli, Valmadrera (LC), a cura di Ivan QuaroniArte Fiera 2008, stand Montrasio Arte, Bologna

Cohabitations: Studies on Beasts, Plants and Objects, Harlem Studio Fellowship, New York City (USA), a cura di Raffaele BedaridaSerrone Biennale Giovani Monza 2007, Serrone della Villa Reale, Monza, a cura di Cecilia Antolini, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Carlo Ghielmetti e Lorenzo GiustiDe rerum natura, la forma organica, Montrasio Arte, MonzaVariazioni sul Sacro, Galleria San Fedele, Milano, a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Tullio Brunone, Matteo Galbiati, Angela Madesani, Barbara SorrentiniArtVerona, stand Montrasio Arte, VeronaAvvenierismo 3535, Orto Botanico Braidense, Milano, a cura di Anna Lucia Maria Fraschetti, Maria Campitelli e Mariagrazia TagliabueInfante, Chiostro del Convento di San Lorenzo, Santa Maria dei Servi, Lucca, a cura di Laura Mare per Amnesty InternationalLVII Rassegna Internazionale D’Arte G.B. Salvi, Palazzo Ex Pretura, Sassoferrato (AN), a cura di Mauro CorradiniIl male. Premio Arti Visive San Fedele 2006/2007, Galleria San Fedele, Milano, a cura di Andrea Dall’Asta S.I. e Angela Medesani con Dianiele Astrologo, Chiara Canali, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Angela Orsini, Stefano, Pirovano e Francesco ZanotAllarmi 3. Nuovo Contingente, Caserma De Cristoforis, Como, a cura di Cecilia Antolini, Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta

XXIII Premio Oscar Signorini - Attrazione Frattale. Arte e poetica nella teoria del caos, Studio D’Ars, Milano, a cura di Ruggero Maggi e Alberto Mattia MartiniMigra-Azione. Azione 3 “migraidentità”, Tenuta Bertottina, Vespolate, Novara, a cura di Pino Diecidue and Maria Rosa PividoriIl Proprio Luogo, Castello Borromeo, Corneliano Bertario-Trucazzano, Milano, a cura di Matteo Galbiati, Lorella Giudici, Angela Madesani, Mirtha Paula Mazzocchi e Roberta RidolfiIl Viaggio. Essere in/moto. Premio Arti Visive San Fedele 2005/2006, Galleria San Fedele, Milano, a cura di Andrea Dall’Asta S.I. e Angela Medesani con Dianiele Astrologo, Chiara Canali, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Angela Orsini e Stefano PirovanoL’Arte e lo Sport. Premio Accademia Olimpica Nazionale 2006, Piscine Olimpiche, Foro Italico, Roma

Salonprimo 2005, Museo della Permanente, MilanoTracce, La Posteria, Milano a cura di Lettera ventiduePremio Iceberg 2005, Sala Borsa, Bologna

XIX Premio di Incisione Giorgio Morandi 2004, Galleria d’Arte Moderna, Bologna testi di Mauro Mazzali e Peter WeiermairUniversi, Loggia della Fornace, Rastignano, Bologna a cura di Paola VanniniL’Arte e lo Studio: La Collezione 2004, Museo di Palazzo Poggi, Bologna a cura di Laura Villani con Anna Laura Trombetti

Premio Nazionale delle Arti 2003, Dioscuri del Quirinale, Roma

2007

2006

2005

2004

2003

PREMI | AWARDS

Premio Terna 05, Roma (finalista)Premio SetUp, Bologna (Primo Premio)

Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Treviso (finalista)

Premio Arte Rugabella 2011, Milano (Primo Premio)

Premio Celeste, Catania (Finalista)Premio Combat, Livorno (Finalista)

Premio Arti Visive San Fedele, Milano (Premio Speciale della Critica)

XXIII Premio Oscar Signorini, Milano (Primo Premio)Premio Accademia Olimpica Nazionale, Roma (Primo Premio)

Premio Iceberg 2005, Bologna (Primo Premio)

Premio Nazionale delle Arti, Roma (Primo Premio)

MENZIONI SPECIALI

2013 Accademico di merito, Accademia di Belle Arti di Perugia, Perugia

RESIDENZE ARTISTICHE - WORKSHOPS

2014

2012

2010

2009

2007

Cose da uomini Maennersache, Casa della pesa, BolzanoWorkshop Cattedrale Fabbrica del Vapore D.O.C.V.A., Milano

C.A.R.S. Cusio Artist Residency Space Omegna (VB - Italy) Programma Internazionale di Residenze per Artisti

GlogauAIR, Berlin (Germany) Programma Internazionale di Residenze per Artisti

Mongin Art Center, Seoul (Korea) Programma Internazionale di Residenze per ArtistiLong Live Romance, workshop internazionale di arte e performance, Macerata (Italy), a cura di Franko B

Harlem Studio Fellowship by Montrasio Arte, New York (USA) Programma Internazionale di Residenze per Artisti

COLLABORAZIONI | COLLABORATIONS

2013 scatolabianca co-fondatore e direttore centro progetti dell’Associazione di Promozione Sociale focalizzata sulla promozione della giovane arte contemporanea

2011 Richard Nonas, Down open and Through (push down, held open, cut through), collaborazione all’installazione dell’opera, Incubatore di Sant’Elena, Venezia, a cura di Martina Cavallarin

2009 Il volo (an)negato installazioni per lo spettacolo di teatro danza Il volo (an)negato, Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Milano

2013

2012

2011

2010

2007

2006

2005

2003

Gianni Moretti+39 347 47 42 631

[email protected]