Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il...

56

Transcript of Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il...

Page 1: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus
Page 2: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

GESÙ MAESTROOttobre-Novembre-Dicembre 2012 - Trimestrale anno 16Istituti Paolini “Gesù Sacerdote” e “Santa Famiglia”

DIRETTORE: Don Olinto CrespiDIREZIONE: Circonvallazione Appia, 162 - 00179 Roma

Tel. 06.7842609 - 06.7842455 - Fax 06.786941

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI ROMA n° 76/96 del 20/02/1996

Fotocomposizione e stampa: Tipolitografia Trullo s.r.l. - www.tipolitografiatrullo.itVia Ardeatina, 2479 - 00134 Santa Palomba Roma - Tel. 06.6535677

Grafica di copertina: Mario Moscatello sspIn copertina: Affresco di Giuseppe Antonio Santagata, Chiesa “Divin Maestro” Alba (CN)

Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Magistero della Chiesa . . . . . . . . . . 5

Storia paolina . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

ISTITUTO “GESÙ SACERDOTE”

Comunicazione del Delegato . . . . . 11

Spiritualità del consacrato . . . . . . . 15

Messaggio di don Cascasi . . . . . . . 18

Dal Pellegrinaggio a Lourdes . . . . . 21

ISTITUTO “SANTA FAMIGLIA”

Lettera del Delegato . . . . . . . . . . . . 24

S O M M A R I O

Dalle catechesi di don Lamera . . . . 27

Sinodo dei Vescovi . . . . . . . . . . . . . 28

Anno della fede . . . . . . . . . . . . . . . 31

Sacre Indulgenze . . . . . . . . . . . . . . 34

Liturgia delle Ore . . . . . . . . . . . . . . 36

Note di Liturgia . . . . . . . . . . . . . . . 39

Elementi di formazione . . . . . . . . . 41

Testimonianze . . . . . . . . . . . . . . . . . 45

In Libreria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49

Uniti nel suffragio . . . . . . . . . . . . . 52

Ricordo dei Defunti . . . . . . . . . . . . 54

Page 3: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Verso il Centenario di fondazione

Editoriale

3

L’anno 2011-2012, in preparazione alCentenario, ci ha fatto assaporare le

abbondanti ricchezze di grazia (= Abun-dantes divitiæ gratiæ suæ) elargite alla Fa-miglia Paolina, tramite il nostro beato Fon-datore, don GiacomoAlberione. In quegliappunti, vera storiacarismatica, egli halasciato a tutti comeconsegna la memoriadegli inizi (40°) e so-prattutto la nostraidentità di FamigliaPaolina.

Ora con il secon-do anno, 2012-2013,siamo invitati comeFamiglia Paolina atuffarci in quel vastomare di pensiero, diispirazioni, di proget-ti che il Fondatore hacelebrato negli anni’60 (era il 50° di fon-dazione!) per lasciarea noi la sintesi e lapresentazione defini-tiva dell’elaborazionepratica del suo pro-getto di nuova evan-gelizzazione attraverso i 10 Istituti che co-stituiscono la nostra “mirabile” Famiglia.

Approfondendo il pensiero, l’operamonumentale e le radici bibliche della Fa-miglia Paolina, il Fondatore invita a riper-correre il libro “testamentario” che ha vo-luto sintetizzare e trasmettere, come ere-

dità carismatica, nei Corsi di Esercizi Spi-rituali di un mese ai primi Paolini e Paoli-ne negli anni ‘60.

Il titolo del volume “Ut perfectus sithomo Dei” (vedi “Gesù Maestro” n. 3,

pag. 8) – tra l’altromeriterebbe averlotra le mani (lo si puòrichiedere alla Segre-teria ISF di Roma) –riprende il versettodella 2Tm 3,17, dovetroviamo chiara l’in-dicazione per la no-stra formazione com-pleta e integrale. Ilcontesto immediatodell’espressione Utperfectus sit homoDei è quello dellacentralità della Paroladi Dio che, in forzadell’ispirazione divi-na rivela all’uomotutta la sua efficacia,poiché essa sola è«utile per insegnare,comunicare, correg-gere ed educare eperché l’uomo di Diosia completo e ben

preparato per ogni opera buona» (2Tm3,14-17).

La cultura greca e classica vedeva nel-la formazione (paidéia) l’ideale dell’uo-mo perfetto.

La “paidéia” biblica, invece, è quellache opera all’interno dell’uomo, che lo co-

Icona di San Paolo di scuola greca

Page 4: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Editoriale

4

struisce nella sua interiorità, proponendoun ideale di formazione che si ispira all’uo-mo come pensato e fatto da Dio. Infatti,modello di questa paidéia sono coloro chela Bibbia ama chiamare “uomini di Dio”:Mosè (Dt 33,1), Samuele (1Sam 9,6-7),Davide (2Cr 8,14) e i Profeti (1Sam 2,27).

«All’origine di questa identità di “uomodi Dio” che ogni cristiano deve custodire eravvivare, le Lettere paoline collocano laParola di Dio. Si tratta, infatti, di formare“l’uomo nuovo”, di plasmare “l’uomo trat-to dalla terra” nell’uomo “in cui abita loSpirito”, di trasformare questo “corpo dicarne” nel “tempio dello Spirito Santo”.Solo la Parola di Dio, nella quale è vivo ilsoffio dello Spirito, ha questa capacità ditrasformare “l’uomo di terra” che è ciascu-no di noi “nell’uomo di Dio” rivelato nelprogetto della creazione biblica e nella no-vità della Pasqua di Gesù» (cf don PRIMO

GIRONI ssp, Radici bibliche della spiritua-lità paolina, ISF, pp. 33-36).

È quanto si è prefissato don Alberionedurante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962.

L’espressione “Ut perfectus sit homoDei” è vista dal Fondatore come la chiavedi lettura di tutto l’impegno formativo(«…finché Cristo sia formato in noi»: Gal4,19) e come segreto di vitalità e di stabi-lità della Famiglia Paolina nell’insiemearmonico dei carismi e della missione nel-la Chiesa.

È un testo della seconda Lettera a Ti-moteo con cui don Alberione ha voluto si-glare il contenuto della sua predicazione,offerta ai Paolini: «Tu però rimani saldoin quello che hai imparato e che credi fer-mamente. Conosci coloro da cui lo haiappreso e conosci le Scritture fin dall’in-fanzia: queste possono istruirti per la sal-vezza, che si ottiene mediante la fede in

Cristo Gesù… Tutta la Scrittura, ispiratada Dio, è utile… perché l’uomo di Dio siacompleto» (2Tm 3,14ss).

Ecco il messaggio inequivocabile cheil beato Alberione lascia a noi, in questosecondo anno di preparazione al Centena-rio: «È la Parola il fondamento saldo difronte alla precarietà e alla pericolositàdelle false dottrine e dei falsi maestri dioggi...». Il dono di grazia ricevuto dalloSpirito, cioè il carisma che è alla base del-l’evangelizzazione di un mondo nuovocon mezzi nuovi (come quelli della comu-nicazione a servizio del Vangelo), va cu-stodito intatto e va trasmesso con fedeltà.

Invochiamo l’intercessione del nostrobeato Fondatore perché, facendo nostral’unica ragione d’essere della Chiesa, cheè l’evangelizzazione, come Famiglia Pao-lina operiamo con maggiore efficacia perla convergenza dei nostri apostolati con lacoscienza apostolica del nostro Fondatore(AD 15) di doverci – sempre – «prepararea fare qualcosa per il Signore e per l’uo-mo del nostro tempo». (O.C.)

È’ NATALE“La prima culla

che Gesù trovò sulla terrafu il cuore

immacolato di Maria:quello è stato

il primo presepio:cuore puro,cuore pio,

cuore umile,cuore religioso.

Sia così il vostro cuoree sarà

un bel presepio a Gesù”.

(don Alberione)

Page 5: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

5

Magistero della Chiesa

Tra questi due Pontefici,Paolo VI e Giovanni Paolo II,c’è stata una profonda e pienaconvergenza proprio su Cristoquale centro del cosmo e dellastoria, e sull’ansia apostolica diannunciarlo al mondo. Gesù è ilcentro della fede cristiana. Il cri-stiano crede in Dio medianteGesù Cristo, che ne ha rivelato ilvolto. Egli è il compimento del-le Scritture e il loro interpretedefinitivo. Gesù Cristo non èsoltanto oggetto della fede, ma,come dice la Lettera agli Ebrei,è «colui che dà origine alla fedee la porta a compimento».

Il Vangelo di oggi (Lc 4,14-22) ci dice che Gesù Cristo, con-sacrato dal Padre nello SpiritoSanto, è il vero e perenne sog-getto dell’evangelizzazione. «LoSpirito del Signore è sopra dime; per questo mi ha consacratocon l’unzione e mi ha mandato aportare ai poveri il lieto annun-cio» (Lc 4,18). Questa missionedi Cristo, questo suo movimentocontinua nello spazio e nel tem-po, attraversa i secoli e i conti-

«Cristo centro del cosmoe della storia»

11 ottobre 2012: con una solenne Concelebrazione nella Basilica San Pietro Benedetto XVIha dato inizio all’“Anno della fede”. Ecco la sua Omelia.

Venerati Fratelli, cari fratelli e sorelle!Con grande gioia oggi, a 50 anni dall’apertura del Con-

cilio Ecumenico Vaticano II, diamo inizio all’Anno della fede.Per fare memoria del Concilio, che alcuni di noi qui presentihanno avuto la grazia di vivere in prima persona, questa cele-brazione è stata arricchita di alcuni segni specifici: la proces-sione iniziale, che ha voluto richiamare quella memorabile deiPadri conciliari quando entrarono solennemente in questa Ba-silica; l’intronizzazione dell’Evangeliario, copia di quello uti-lizzato durante il Concilio; la consegna dei sette Messaggi fi-nali del Concilio e quella del Catechismo della Chiesa Catto-lica, che farò al termine, prima della Benedizione.

Questi segni non ci fanno solo ricordare, ma ci offrono an-che la prospettiva per andare oltre la commemorazione. Ci in-vitano ad entrare più profondamente nel movimento spiritua-le che ha caratterizzato il Vaticano II, per farlo nostro e por-tarlo avanti nel suo vero senso. E questo senso è stato ed è tut-tora la fede in Cristo, la fede apostolica, animata dalla spintainteriore a comunicare Cristo ad ogni uomo e a tutti gli uomi-ni nel pellegrinare della Chiesa sulle vie della storia.

Per un intenso cammino di fede

L’Anno della fede che oggi inauguriamo è legato coeren-temente a tutto il cammino della Chiesa negli ultimi 50 anni:dal Concilio, attraverso il Magistero del Servo di Dio PaoloVI, il quale indisse un “Anno della fede” nel 1967, fino alGrande Giubileo del 2000, con il quale il beato Giovanni Pao-lo II ha riproposto all’intera umanità Gesù Cristo quale unicoSalvatore, ieri, oggi e sempre.

Page 6: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

6

Cristo centro del cosmo e della storia

occorreva un Concilio… È ne-cessario che questa dottrina cer-ta ed immutabile, che deve esse-re fedelmente rispettata, sia ap-profondita e presentata in modoche risponda alle esigenze delnostro tempo» (AAS 54 [1962],790.791-792).

Alla luce di queste parole, sicomprende quello che io stessoallora ho avuto modo di speri-mentare: durante il Concilio viera una tensione commoventenei confronti del comune compi-to di far risplendere la verità ela bellezza della fede nell’oggidel nostro tempo, senza sacrifi-carla alle esigenze del presentené tenerla legata al passato: nel-la fede risuona l’eterno presentedi Dio, che trascende il tempo etuttavia può essere accolto danoi solamente nel nostro irripe-tibile oggi. Perciò ritengo che lacosa più importante, special-mente in una ricorrenza signifi-cativa come l’attuale, sia ravvi-vare in tutta la Chiesa quella po-sitiva tensione, quell’anelito ariannunciare Cristo all’uomocontemporaneo.

Ma affinché questa spintainteriore alla nuova evangeliz-zazione non rimanga soltantoideale e non pecchi di confusio-ne, occorre che essa si appoggiad una base concreta e precisa,e questa base sono i documentidel Concilio Vaticano II, neiquali essa ha trovato espressio-ne. Per questo ho più volte insi-

nenti. È un movimento che parte dal Padre e, con la forza del-lo Spirito, va a portare il lieto annuncio ai poveri di ogni tem-po – poveri in senso materiale e spirituale.

La Chiesa è lo strumento primo e necessario di questaopera di Cristo, perché è a Lui unita come il corpo al capo.«Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv20,21). Così disse il Risorto ai discepoli, e soffiando su di lo-ro aggiunse: «Ricevete lo Spirito Santo» (v. 22). È Dio il prin-cipale soggetto dell’evangelizzazione del mondo, medianteGesù Cristo; ma Cristo stesso ha voluto trasmettere alla Chie-sa la propria missione, e lo ha fatto e continua a farlo sino al-la fine dei tempi infondendo lo Spirito Santo nei discepoli,quello stesso Spirito che si posò su di Lui e rimase in Lui pertutta la sua vita terrena, dandogli la forza di «proclamare aiprigionieri la liberazione e ai ciechi la vista», di «rimettere inlibertà gli oppressi» e di «proclamare l’anno di grazia del Si-gnore» (Lc 4,18-19).

Il Concilio Vaticano II non ha voluto mettere a tema la fe-de in un documento specifico. E tuttavia, esso è stato intera-mente animato dalla consapevolezza e dal desiderio di dover-si, per così dire, immergere nuovamente nel mistero cristiano,per poterlo riproporre efficacemente all’uomo contempora-neo. Al riguardo, così si esprimeva il servo di Dio Paolo VIdue anni dopo la conclusione dell’Assise conciliare: «Se ilConcilio non tratta espressamente della fede, ne parla ad ognipagina, ne riconosce il carattere vitale e soprannaturale, lasuppone integra e forte, e costruisce su di essa le sue dottrine.Basterebbe ricordare [alcune] affermazioni conciliari (…) perrendersi conto dell’essenziale importanza che il Concilio,coerente con la tradizione dottrinale della Chiesa, attribuiscealla fede, alla vera fede, quella che ha per sorgente Cristo eper canale il magistero della Chiesa» (Catechesi nell’Udien-za generale dell’8 marzo 1967).

Ma dobbiamo ora risalire a colui che convocò il ConcilioVaticano II e che lo inaugurò: il beato Giovanni XXIII. NelDiscorso di apertura, egli presentò il fine principale del Con-cilio in questi termini: «Questo massimamente riguarda ilConcilio Ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cri-stiana sia custodito e insegnato in forma più efficace. (…) Loscopo principale di questo Concilio non è, quindi, la discus-sione di questo o quel tema della dottrina… Per questo non

Page 7: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

7

MAGISTERO DELLA CHIESA

Padri conciliari volevano ripre-sentare la fede in modo efficace;e se si aprirono con fiducia aldialogo con il mondo moderno èproprio perché erano sicuri del-la loro fede, della salda rocciasu cui poggiavano. Invece, neglianni seguenti, molti hanno ac-colto senza discernimento lamentalità dominante, mettendoin discussione le basi stesse deldepositum fidei, che purtropponon sentivano più come proprienella loro verità.

Se oggi la Chiesa propone unnuovo Anno della fede e la nuo-va evangelizzazione, non è peronorare una ricorrenza, ma per-ché ce n’è bisogno, ancor più

stito sulla necessità di ritornare, per così dire, alla “lettera”del Concilio – cioè ai suoi testi – per trovarne anche l’auten-tico spirito, e ho ripetuto che la vera eredità del Vaticano IIsi trova in essi. Il riferimento ai documenti mette al riparodagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti,e consente di cogliere la novità nella continuità. Il Concilionon ha escogitato nulla di nuovo come materia di fede, né havoluto sostituire quanto è antico. Piuttosto si è preoccupatodi far sì che la medesima fede continui ad essere vissuta nel-l’oggi, continui ad essere una fede viva in un mondo in cam-biamento.

Necessità dell’Anno della fede

Se ci poniamo in sintonia con l’impostazione autentica,che il beato Giovanni XXIII volle dare al Vaticano II, noi po-tremo attualizzarla lungo questo Anno della fede, all’internodell’unico cammino della Chiesa che continuamente vuoleapprofondire il bagaglio della fede che Cristo le ha affidato. I

Page 8: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

8

che 50 anni fa! E la risposta da dare a questo bisogno è lastessa voluta dai Papi e dai Padri del Concilio e contenuta neisuoi documenti. Anche l’iniziativa di creare un PontificioConsiglio destinato alla promozione della nuova evangelizza-zione, che ringrazio dello speciale impegno per l’Anno dellafede, rientra in questa prospettiva. In questi decenni è avanza-ta una “desertificazione” spirituale.

Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, aitempi del Concilio lo si poteva già sapere da alcune paginetragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni gior-no intorno a noi. È il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio apartire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto chepossiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua im-portanza vitale per noi uomini e donne. Nel de-serto si riscopre il valore di ciò che è essenzia-le per vivere; così nel mondo contemporaneosono innumerevoli i segni, spesso espressi informa implicita o negativa, della sete di Dio,del senso ultimo della vita. E nel deserto c’èbisogno soprattutto di persone di fede che, conla loro stessa vita, indicano la via verso la Ter-ra promessa e così tengono desta la speranza.La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dioche libera dal pessimismo.

Oggi più che mai evangelizzare vuol diretestimoniare una vita nuova, trasformata daDio, e così indicare la strada. La prima Letturaci ha parlato della sapienza del viaggiatore (cfSir 34,9-13): il viaggio è metafora della vita, eil sapiente viaggiatore è colui che ha appresol’arte di vivere e la può condividere con i fra-telli – come avviene ai pellegrini lungo il Cam-mino di Santiago, o sulle altre Vie che non acaso sono tornate in auge in questi anni.

Come mai tante persone oggi sentono il bi-sogno di fare questi cammini? Non è forseperché qui trovano, o almeno intuiscono il senso del nostroessere al mondo? Ecco allora come possiamo raffigurarequesto Anno della fede: un pellegrinaggio nei deserti delmondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò che èessenziale: non bastone, né sacca, né pane, né denaro, non

due tuniche – come dice il Si-gnore agli Apostoli inviandoliin missione (cf Lc 9,3), ma ilVangelo e la fede della Chiesa,di cui i documenti del ConcilioEcumenico Vaticano II sono lu-minosa espressione, come purelo è il Catechismo della ChiesaCattolica, pubblicato 20 anni orsono.

Venerati e cari Fratelli, l’11ottobre 1962 si celebrava la fe-sta di Maria Santissima Madre

di Dio. A Lei af-fidiamo l’Annodella fede, comeho fatto una setti-mana fa recando-mi pellegrino aLoreto. La Vergi-ne Maria brillisempre comestella sul cammi-no della nuovaevangelizzazio-ne. Ci aiuti a met-tere in pratical’esortazione del-l’apostolo Paolo:«La parola diCristo abiti travoi nella sua ric-chezza. Con ognisapienza istruite-vi e ammonitevi avicenda… E qua-

lunque cosa facciate, in parole ein opere, tutto avvenga nel nomedel Signore Gesù, rendendo gra-zie per mezzo di Lui a Dio Pa-dre» (Col 3,16-17). Amen.

Cristo centro del cosmo e della storia

Page 9: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Il 2014 sarà per tutta la Famiglia paolina unanno memorabile perché celebrerà i suoi

primi cento anni di vita e, come accade sem-pre a chi ha qualche anno sulle spalle, nonpossiamo non tornare con il pensiero a quan-do don Giacomo Alberione, assumendo la di-rezione di Gazzetta d’Alba, compiva il primopasso di un viaggio chelo avrebbe condotto mol-to lontano.

La data da memoriz-zare è il 20 ottobre 1913quando don Luigi Sibo-na, forte dell’appoggiodel vescovo mons. Giu-seppe Francesco Re,scriveva a don Alberioneuna lettera che contene-va la proposta ufficialedell’“Associazione Buo-na Stampa” di affidarglila direzione del giornale.La risposta positiva chedon Alberione dette ilgiorno dopo faceva tra-sparire una certa “impa-zienza” di entrare a pieno titolo nel campodell’apostolato della “buona stampa”: «Ill.moSignor Presidente dell’“Associazione BuonaStampa”, sig. arc. Luigi Sibona, accetto la no-mina mia […]. Come è suo desiderio entrosubito in carica, col n. 43 del detto giornale;ed accetto le condizioni che mi vennero impo-ste: stipendio annuo £ 200,00 e le responsabi-lità che secondo la legge sono annesse all’uf-ficio stesso» (Luigi Rolfo, Don Alberione,San Paolo 1974, p. 84).

Quattro mesi dopo, il 18 febbraio 1914,l’“Associazione Buona Stampa” vendeva allostesso don Alberione «la proprietà della Gaz-zetta d’Alba, lasciandogli insieme la liberaamministrazione e la direzione di questo gior-nale» (ivi, pag. 85).

Commenta don Rolfo: «Per l’“Associazio-ne Buona Stampa” lavendita del giornale erauno di quegli “affari”che non si combinanotutti i giorni: toglieva dalsuo bilancio un debito ditremila lire, che sarebbesalito presto a quattromi-la per il fallimento d’uncerto signor Damiassoche si occupava dellapubblicità; risparmiavale duecento lire annueche aveva pattuite col di-rettore responsabile, econservava intatti, per sée per la Diocesi, i van-taggi per cui il giornaleera stato fondato e soste-

nuto con onorevoli sacrifici. Per don Alberio-ne, il sacrificio finanziario che si imponeva eche non era piccolo, era compensato dal nuo-vo passo che la proprietà del giornale gli con-sentiva di dare sulla via che si era tracciataper la realizzazione dei suoi piani» (ivi).

E “i suoi piani” erano effettivamente mol-to più ampi: don Alberione raduna attorno asé un gruppo di ragazzi, dando così inizio al-la Pia Società San Paolo (chiamata agli esor-di “Scuola Tipografica Piccolo Operaio”), la

9

Storia paolina

Alle radici dell’apostolato paolino

Page 10: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

10

Alle radici dell’apostolato paolino

prima delle dieci istituzioni della mirabile Fa-miglia paolina. La data di nascita è, per tradi-zione, il 20 agosto 1914, festa liturgica di sanBernardo e giorno in cui chiuse la sua vita ter-rena san Pio X.

Quando verso la fine del 1953 gli fu chie-sto di ricordare qualche aspetto rilevante del-la nostra storia, don Alberione scrisse che gliinizi della Famiglia paolina furono frutto diuna «doppia obbedienza: ispirazione ai piedidi Gesù-Ostia confermata dal Direttore spiri-tuale; ed insieme per la volontà espressa daiSuperiori ecclesiastici» (AD, n. 29). E per da-re il via all’apostolato stampa don Alberionedisse espressamente che aspettava “il tocco dicampana” del suo vescovo, mons. GiuseppeFrancesco Re: «Il Vescovo, quando si trattò diincominciare, fece suonare l’ora di Dio(aspettava il tocco di campana) incaricandolodi dedicarsi alla stampa diocesana, la qualeaprì la via all’apostolato» (ivi, n. 30).

La stessa cosa in cronaca ricorda che, du-rante la predicazione del triduo per la festapatronale al santuario della Moretta in Alba(8-12 settembre 1913) il Vescovo, avendosentito don Alberione tanto infervorato aspiegare non solo l’apostolato di Maria, chia-mata a dare Gesù al mondo, ma anche la po-tenza della stampa nel bene e nel male, si con-vinse ad affidare la stampa diocesana a donAlberione. Ecco come il nostro Fondatore ri-corda il fatto: «Questo avvenne una seraquando il Vescovo di Alba intervenne allapredica sul Nome di Maria (12 settembre1913), in cui io invitavo i fedeli a stabilire ilregno materno di Maria che porta Gesù Cristoal mondo, come suo apostolato. Subito dopomi chiamò per dirmi: “Ora al tuo ordinarioministero sacerdotale ne aggiungo un altro, dimolto impegno”. Me ne indicò la via: la stam-pa della diocesi» (CISP, p. 179).

Da questo evento la motivazione dellascultura che nel 2013 sarà posta sulla pare-te di sinistra del santuario della Moretta, acui suor Angelica Ballan sta dando gli ultimiritocchi. La scultura non ancora finita – chequi mostriamo in anteprima – non vuole esse-re solo un semplice ricordo, ma evidenziare ilsignificato mariano di come tutto è comincia-to. La scultura, fusa in bronzo, ha le seguenticaratteristiche:

• misura m 1,65 x 1,30;

• in basso a sinistra si trovano più copiedel settimanale Gazzetta d’Alba.

• Sul primo foglio della pila di carta sonoraffigurati i simboli dei quattro evangeli-sti (A = angelo, simbolo dell’evangelistaMatteo; L = leone, simbolo dell’evange-lista Marco; B = bue, simbolo dell’evan-gelista Luca; A = aquila, simbolo del-l’evangelista Giovanni), da cui il nomeALBA.

• Al centro del foglio, in un cerchio che ri-chiama l’Eucaristia, si trova una penna,primo strumento apostolico di una nuovaforma di predicazione, che ospiterà una re-liquia del beato don Giacomo Alberione.

• L’apostolato stampa e tutto l’apostolatocon i mezzi della comunicazione sociale(vedi l’antenna che svetta in alto, la bo-bina di carta e la pellicola che si srotola-no attorno a tutta la scultura) è fondatosul Vangelo e l’Eucaristia fonte e culmi-ne della vita della Chiesa.

Una scultura, dunque, che sintetizza il pas-sato, il presente e il futuro del nostro aposto-lato. Fra un anno avremo il piacere di ammi-rarla nel santuario della Moretta in Alba.

Don Tarcisio CESARATO sspSuperiore di Casa Madre

Page 11: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

ISTITUTO“GESÙ SACERDOTE”

Istituto di vita consacrata per Sacerdoti diocesani

Il 1° ottobre 2012 è arrivata in comunità la lettera delnostro provinciale don Vincenzo Marras con la co-

municazione che don Domenico Cascasi è stato chia-mato ad assumere altri incarichi apostolici (attività pa-storale e redazionale) e veniva trasferito in via Alessan-dro Severo 56 a Roma.Ricorderete che, anche sumia richiesta, don Dome-nico era rimasto nella no-stra Casa “Don StefanoLamera”, Circonvallazio-ne Appia 162, anche percollaborare nell’anima-zione dell’Istituto e, inparticolare, per gestirel’accoglienza nella Casa,svolgendo i vari servizinecessari.

Esprimo a don Dome-nico, a nome di tutti imembri, non solo un vi-vissimo augurio per inuovi compiti a cui è sta-to chiamato, ma soprat-tutto un sentito e sincerograzie per la sua dedizio-ne all’Istituto come Dele-gato prima e, dopo la mianomina, come valido sostegno per il mio inserimento ela collaborazione fraterna offertami, che mi ha permes-so di conoscere meglio la realtà dell’Istituto. Mi ha fat-to dono di tanti preziosi e saggi consigli, dimostrando-

si discreto e rispettoso nei riguardi delmio sentire e delle decisioni che rite-nevo opportuno prendere nell’opera dianimazione e promozione dell’Istituto.Esprimo anche un grazie particolareper il prezioso e generoso servizio digestione e accoglienza nella Casa

“Don StefanoLamera”.

Penso di po-ter affermare conla sicurezza diinterpretare isentimenti di donDomenico, cheogni membrodell’Istituto, nel-la misura in cuilo sente e lo desi-dera, troverà donDomenico sem-pre disponibileper un consiglioo per una guidaspirituale. Sonoben lieto che cia-scun membropossa avvalersidella sua amici-zia, della pater-

nità e del suo consiglio, per cui ancheper questa sua disponibilità gli saròsempre grato. Troverete un suo riscon-tro positivo nella comunicazione “Con

Comunicazione del Delegato

11

Page 12: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

12

Istituto Gesù Sacerdote

il cuore del Beato Giacomo Alberione” che don Dome-nico rivolge ai membri dei due Istituti e che potrete leg-gere in questo numero di “Gesù Maestro” a pagina 18.

Riguardo ad eventuali richieste di altro tipo, comel’accoglienza presso la nostra Casa o in merito alla vi-ta dell’Istituto “Gesù Sacerdote”, il sottoscritto comeDelegato rimane a vostra piena disposizione. Sto orga-nizzandomi, in collaborazione con gli animatori del-l’Istituto “Santa Famiglia”, in modo da assicurarequanto necessario per l’accoglienza presso la Casa“Don Stefano Lamera” e per l’animazione e la promo-zione dell’Istituto “Gesù Sacerdote”. Ricordo il mionumero di cellulare: 347-6785212 e il mio indirizzo diposta elettronica: [email protected]

Per una più vivacomunione fraterna

Esortiamoci, esortatevi a vicenda (cf Eb 3,13; 1Ts5,11) nel ricercare, con maggiore impegno e senso diappartenenza più sentito, la testimonianza di una fra-ternità più vivace ed generosa tra tutti i membri dellapropria zona e con tutti i presbiteri della Diocesi. Unacomunione che deve esprimersi e si deve vedere attua-ta in atteggiamenti concreti: prima di tutto con l’accet-tazione evangelica e spirito paolino di “tutti” i confra-telli, così come sono e non come noi vorremmo chefossero, sostenendo con la preghiera e con la solidarie-tà fattiva quelli che stanno attraversando particolarimomenti di difficoltà; inoltre con una partecipazionepiù assidua e puntuale ai Ritiri programmati a livellozonale e ai Corsi di Esercizi annuali.

E questo perché arrecherà, prima di tutto, del bene ase stessi (riempie la propria vita di corroborante spiritofraterno) e a tutti i membri dell’Istituto, ma andrà a be-neficio dei presbiteri delle Diocesi. Ricordo che ai nostriRitiri possono partecipare tutti i sacerdoti che lo deside-rano: dobbiamo sentirci in missione anche nello svolge-re un servizio di animazione presso i sacerdoti, per cuiprego ognuno ad assumersi questo impegno importante

di carità verso i confratelli invitandoqualcuno ai nostri Ritiri e ai nostri Eser-cizi. Non certo per fare proselitismo,ma per condividere con loro un donoche abbiamo ricevuto: trascorrere delleore in meditazione, preghiera e fraterni-tà per una ricarica spirituale e pastoraleparticolare.

Il tema delle meditazioni dei Ritiridi quest’anno è in qualche modo obbli-gato, poiché stiamo celebrando l’Annodella fede. Rifletteremo su questogrande dono per ravvivarlo, alla lucedell’esperienza di Paolo: «Esaminatevoi stessi se siete nella fede, mettetevialla prova…» (2Cor 13,5).

Incontri-Ritiri nell’anno pastorale 2012-2013

Anche quest’anno abbiamo ritenu-to opportuno fissare per tempo le datedei Ritiri a livello zonale, convinti chese saprete mettere interesse e attenzio-ne nell’annotare queste date sulla vo-stra agenda, quando vi troverete a do-ver concordare, assieme agli altri preti,gli altri vari incontri in Vicaria o inDiocesi, risulterà significativo far pre-sente che per alcune giornate si è giàimpegnati per l’incontro dell’Istituto.

NORD ITALIA

Martedì 11 dicembre 2012 a Marzanadi VeronaMartedì 5 marzo 2013 a San Giorgiodi MantovaMartedì 14 maggio 2013 a Sezano(Verona)

Page 13: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

13

COMUNICAZIONE DEL DELEGATO

TOSCANA

Mercoledì 21 novembre 2012 a PesciaMartedì 19 febbraio 2013 a PesciaMartedì 21 maggio 2013 a Livorno (Santuario Mon-tenero)

ROMAGNA

Lunedì 3 dicembre 2012 a RiminiMartedì 12 febbraio 2013 a RiminiMartedì 4 giugno 2013 a Rimini

MARCHE

Lunedì 26 novembre 2012 a SpicelloLunedì 11 febbraio 2013 ad Ancona (presso il Semi-nario regionale)Lunedì 20 maggio 2013 a Sirolo

LAZIO

Venerdì 28 dicembre 2012 a Roma (circ. Appia)Martedì santo 26 marzo 2013 a Roma (circ. Appia)giovedì 6 giugno 2013 a Roma (circ. Appia)

ABRUZZO-MOLISE

Venerdì 25 gennaio 2013 a Chieti (Seminario “S. Pio X”)Venerdì 31 maggio 2013 a Chieti (Seminario “S. Pio X”)

CAMPANIA

Mercoledì 12 dicembre 2012 a Pompei (Santuario)Mercoledì 27 febbraio 2013 a Pompei (Santuario)Mercoledì 15 maggio 2013 a Pompei (Santuario)

PUGLIAMercoledì 15 gennaio 2013 a Molfetta (presso il Se-minario)Martedì 13 marzo 2013 a Ostuni (Villa Specchia)Mercoledì 29 maggio 2013 a Ostuni (Villa Specchia)

SARDEGNAGiovedì 10 gennaio 2013 ad Oristano (Santa Giusta)

Giovedì 21 marzo 2013 ad Oristano(Santa Giusta)Giovedì 23 maggio 2013 ad Oristano(Santa Giusta)

CALABRIA-CosenzaMercoledì 28 novembre 2012 a Scaleaa ScaleaVenerdì 30 novembre 2012 a Castro-villari-Cassano JonioMercoledì 30 gennaio 2013 a ScaleaVenerdì 17 aprile 2013 a Scalea

CALABRIA-Catanzaro-Vibo-ReggioGiovedì 29 novembre 2012 a Lamezia(Oasi Bartolomea)Giovedì 31 gennaio 2013 a Lamezia(Oasi Bartolomea)Giovedì 18 aprile 2013 a Lamezia(Oasi Bartolomea)

SICILIA-PalermoMartedì 22 gennaio 2013 a Palermo Martedì 7 maggio 2013 a Palermo

SICILIA-Agrigento-CaltanissettaMercoledì 23 gennaio 2013 a Calta-nissettaMercoledì 8 maggio 2013 ad Aragona(Chiesa Matrice)

Per concludere, dato che siamo nel-l’Anno della fede, mi permetto di farvipartecipi di un mio particolare senti-mento di fede, esortandovi a farlo vo-stro; credo che Gesù Divino MaestroVia, Verità e Vita continua a rivolgere atutti i membri del nostro Istituto il mes-saggio pieno di speranza che rivolge aicristiani della chiesa di Filadelfia: «Co-nosco le vostre opere. Ho aperto da-

Page 14: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

vanti a voi una porta che nessuno può chiudere. Perquanto abbiate poca forza, pure avete osservato la miaParola e non avete rinnegato il mio Nome» (Ap 3,8).Ancora una volta dobbiamo riconoscere con umiltà chenell’Istituto abbiamo poche forze e siamo “piccoli”(“piccolo resto” biblico), ma la testimonianza di auten-ticità dei membri, le opere di bene che si svolgono nel-le varie Diocesi, la retta intenzione dei vari responsabi-li che ci hanno preceduto e ora il vivo desiderio di beneper l’Istituto che ognuno di noi coltiva nel cuore, sonoaltresì conosciuti e benedetti dal Signore.

Istituto Gesù Sacerdote

A Lui chiediamo con viva fede, perintercessione di Maria Regina degliApostoli e di san Paolo apostolo, a nomedi tutti i membri dell’Istituto e di tutta laFamiglia Paolina, di continuare ad esse-re fedeli al dono ricevuto e che ci lascisempre aperta la porta della sua Grazia,in modo che nessun momento di sfidu-cia, anche il più forte, possa “spegnerci”.

Don Emilio CICCONI, Delegato igs

““GGEESSÙÙ SSAACCEERRDDOOTTEE””hhttttpp::////wwwwww..ggeessuussaacceerrddoottee..oorrgg

““SSAANNTTAA FFAAMMIIGGLLIIAA””hhttttpp::////wwwwww..ssttppaauullss..iitt//iissttiitt//ssaannttaaffaammiigglliiaa..hhttmm

ccccpp.. nn.. 9955556699000000 iinntteessttaattoo aa:: IISSTTIITTUUTTOO GGEESSÙÙ SSAACCEERRDDOOTTEE

ccccpp.. nn.. 9955113355000000 iinntteessttaattoo aa:: IISSTTIITTUUTTOO SSAANNTTAA FFAAMMIIGGLLIIAA

Non si raccomanderà mai abbastanza ai sacerdoti uunnaa cceerrttaa loro vviittaa ccoommuunneetutta tesa al ministero propriamente spirituale; pratica di incontri frequenti confraterni scambi di idee, di consigli e di esperienze tra confratelli; l’impulso alle as-sociazioni che favoriscono la santità sacerdotale.

Riflettano i sacerdoti al monito del Concilio Vaticano II, che li richiama alllaa ccoo--mmuunnee ppaarrtteecciippaazziioonnee nneell ssaacceerrddoozziioo perché si sentano vivamente responsabili neiconfronti dei confratelli turbati da difficoltà, che espongono a serio pericolo il donodivino che è in essi.

SSii sseennttaannoo aarrddeerree ddii ccaarriittàà per coloro, che hanno più bisogno di amore, di com-prensione, di preghiere, di aiuti discreti ma efficaci, e che hanno titolo per conta-re sulla carità senza limiti di quelli che sono e devono eesssseerree ii lloorroo ppiiùù vveerrii aammiiccii.

((PPaaoolloo VVII, Sacerdotalis caelibatus 80-81)

14

Page 15: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

15

La povertà è, prima ancora che un voto,una dimensione strutturale della vita uma-

na; basta liberarsi delle illusioni per scoprireche si è costitutivamente poveri: non sappiamotutto, non possiamo tutto, non duriamo neltempo quanto vorremmo. Siamo limitati, ciammaliamo, accumuliamo fallimenti, spessosiamo causa dei nostri stessi mali, rimaniamosoli, infine moriamo. La stessa cultura in cuinasciamo e viviamo è sì un’opportunità, maanche un condizionamento al pensiero, al-l’espressione di sé. Insomma, siamo poveri,circoscritti.

La creaturalità:strumento di salvezza

Professare il voto di povertà significa leg-gere evangelicamente la precarietà umana e ac-cettarla senza ribellarsi, accogliere la creatura-lità come strumento di salvezza per amore diCristo che “svuotò” se stesso (cf Fil 2,8) perfarsi soggetto alla Legge e alla carne mortale(cf Gal 5,5).

In prima istanza, quindi, la pratica della po-vertà evangelica non riguarda semplicementela quantità più o meno grande di beni da pos-sedere o da lasciare, bensì la qualità di un’esi-stenza che ha deciso di non mentire a se stessacon la brama dell’avere, del potere o della car-riera.

La professione della povertà evangelica le-ga il consacrato a due esigenze:

• amare, in nome dell’Incarnazione del Ver-bo, la fragile condizione umana, accettan-do gli imprevisti, i limiti e gli inconve-nienti di una vita soggetta alla consuma-zione del tempo;

• coltivare uno stile di vita concretamentesobrio e solidale con i poveri, come segnodi rifiuto di ogni smodata ricerca di quel-l’avere e di quel potere che non sono altroche ingenui e sterili tentativi di anestetiz-zare l’inevitabile fragilità e precarietà del-la vita umana.

Le due esigenze sono esistenzialmente le-gate e interdipendenti: non serve essere poveridi beni, se poi ci si ribella agli imprevisti o al-la malattia; non si può accettare con serenitàla precarietà creaturale senza rinunciare al-l’invadenza del superfluo.

La povertà di Maria

Detto ciò è bene interrogarsi sulla povertàdi Maria a partire dalla cornice appena delinea-ta: non ci interessa molto sapere quanti benimateriali possedesse la Vergine, se pochi o tan-ti; fondamentale è, invece, conoscere come ab-bia vissuto la precarietà della vita umana e lamomentanea perdita del bene più prezioso cheaveva, il Figlio Gesù. Se contemplata da questaangolatura, la povertà di Maria assume contor-ni altamente suggestivi anche per un consacra-to secolare.

Spiritualità del consacrato

Maria testimoniala povertà “secolare”

Page 16: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

La Madre del Signore ha vissuto con amo-re paziente ogni circostanza che la sua straor-dinaria vicenda accanto al Figlio le ha messodavanti: dalla fuga in Egitto allo sconcertanteritrovamento di Gesù al Tempio; dal diniego diCafarnao alla follia del Golgota.Maria non ha mai indietreggiato enon ha conosciuto lo sconforto ela resa dei discepoli di Emmaus(cf Lc 24,17).

Il suo accogliere la vita con legioie e le durezze non ha sicura-mente i toni di una rassegnata evittimistica accettazione dellecontraddizioni o dei fallimenti;piuttosto, Maria ha vissuto i chia-roscuri e le apparenti sconfitte tra-sformando le disgrazie in occa-sioni di fedeltà alla promessa.

È stata la povera serva che Diorimira (cf Lc 1,48) innanzi tuttoper il suo “sì” di creatura pronun-ciato con fermezza, anche quandotutto poteva sembrare disperata-mente perso; in lei risplende lapersona che accoglie con fede lafragilità della vita senza proteste,in un abbandono a tutto tondo checonsente a Dio di trasfigurare ladebolezza in forza, e lo svantag-gio in occasione di grazia (cf2Cor 12,9).

Non solo. La Vergine è statapovera, anche perché il suo rapporto con il Fi-glio è stato un rapporto senza pretesa di ri-compense, diametralmente opposto a quellointeressato della madre dei “figli del tuono”:quest’ultima chiede a Gesù che assecondi isuoi desideri, Maria a Cana, invece, chiede aiservi che assecondino i desideri del Figlio. Ilsuo «qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5) è

il contraltare esatto del «Di’ che questi mieidue figli siedano uno alla tua destra e uno allatua sinistra nel tuo regno» (Mt 20,21).

La Vergine Maria, con la sua umile accetta-zione della creaturalità umana e della condi-

zione sociale di marginalità, è memoria viven-te dell’uomo originario, in cui la povertà è vis-suta come condizione di non privazione, ma diricchezza: tutto ciò che nell’Eden è a disposi-zione dei progenitori essi ne usano «come senon ne possedessero» (cf 1Cor 7,30), perchénon esiste nel loro cuore la brama dell’avere.Adamo ed Eva, prima del peccato, sono nudi,

16

Maria testimonia la povertà “secolare”

Page 17: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

ma hanno tutto a disposizione; sono poveri ericchi al contempo: poveri di sé e ricchi dellagrazia.

Il consacrato secolare,segno del disegno originario

Nel disegno originario, dunque, non c’èantagonismo tra povertà e ricchezza poiché laprima è il modo di essere ricolmi di beni se-condo la generosità di Dio e la seconda non èmacchiata dell’impronta del “mio” e del“tuo”. Solo dopo il peccato nel cuore dellacreatura nascerà la cupidigia dei beni indivi-duali, una perversione del desiderio che ilCreatore punirà con l’aridità di una terra feri-ta che oramai non produrrà più spontaneamen-te i suoi frutti. Così, mentre l’uomo decadutofatica a lavorarla, la terra si ritira, facendo na-scere una brama insaziabile (cf Gen 3,17-19).Dunque, solo dopo il peccato si eclisserà quel-l’accettazione serena della povertà creaturalerappresentata dalla nudità, e la creatura inven-terà la ricchezza materiale per non vergognar-si di sé e ricoprirsi di beni (cf Gen 3,7). Daquel momento, «l’uomo non sperimenta piùquell’iniziale beata povertà di chi riceve tut-to… ma sperimenta invece quella povertà ma-lata e impaurita di chi si è staccato da Dio,percepisce tutta la propria indigenza e vede at-torno a sé ostilità e resistenza».

Alla luce di una tale declinazione della po-vertà si può comprendere il consiglio evangeli-co vissuto nella vita secolare come amorevoleaccettazione della fatica del vivere e della fra-gilità costitutiva del nostro essere. Il consacra-to che vive nel mondo è immerso nella fatica di“essere al mondo”: fatica fisica ed emotiva; fa-tica dal lavoro. Non c’è una comunità che attu-tisca gli imprevisti quotidiani. Si è in fila con

gli altri e come gli altri, come fece Gesù per ri-cevere il battesimo di Giovanni (cf Lc 3,21).

La povertà secolare ritrova qui il suo trattopiù evangelico e mariano: eletti in mezzo allafolla, si rimane tra la “gente qualunque” percogliere tutta la pienezza di grazia che Dio hariposto nella vita povera ma bella delle creatu-re, come quei poveri per scelta, che fanno ric-chi molti con la loro dedizione (cf 2Cor 6,10).

Collocato, dunque, nel cuore del mondosenza alcun privilegio o vantaggio, il consa-crato secolare è povero anzitutto per questosuo impatto diretto e senza filtri con la limita-tezza della vita umana, una limitatezza cheegli vive non come aggressione alla sua per-sonale gioia, bensì come sacramento di felici-tà profonda.

Da questa consapevolezza, se autentica,non può che derivare un visibile e sperimen-tabile stile di vita sobrio e solidale con i piùpoveri. Il consacrato secolare, anche quandodispone interamente o in parte dei frutti delproprio lavoro, non per questo è meno poverodei religiosi; anzi, in un certo senso la praticadel consiglio può rivelarsi spesso più impe-gnativa e meritoria: si deve provvedere al pro-prio sostentamento senza garanzie da parte diterzi e al contempo prevedere un utilizzo del-le risorse personali a favore dei poveri e del-l’apostolato.

In pratica, la povertà esige di rifiutare ogniforma di potere e di ostentazione di talenti ecarismi sia nel contesto sociale, sia nella Chie-sa, allontanandosi dalla logica demoniaca del-l’apparire e dell’essere premiati/riconosciuti;una povertà consacrata che non colloca il sin-golo idealmente e fattivamente all’ultimo po-sto è inautentica e sterile (Cfr G. Forlai, In que-sto mondo benedetto, San Paolo, pp. 66-71).

Don Giuseppe FORLAI igs

17

SPIRITUALITÀ DEL CONSACRATO

Page 18: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

18

Carissimi Sacerdoti e care Famiglie dei no-stri Istituti “Gesù Sacerdote” e “Santa

Famiglia”,lasciando la Casa “don Stefano Lamera”,

sede legale dei due Istituti, mi rivolgo a voi colcuore del beato Giacomo Alberione ringra-ziando il Divino Maestro per questi 14 anniche ho trascorso in questa Casa.

La “Santa Famiglia”è da sempre nel suo cuore

Il 14 giugno 1892 il Papa Leone XIII, con ilbreve apostolico Neminem fugit richiamaval’attenzione sulla Santa Famiglia di Nazaretcome modello nei tempi moderni per tutte lefamiglie cristiane del mondo e l’anno dopo neistituiva la festa. «A nessuno sfugge – scrivevail Papa – che la felicità privata e pubblica di-pende in modo particolarissimo dall’istituzio-ne familiare. Quanto più profonde radici, infat-ti, avrà messo la virtù in casa, con quanta piùcura saranno stati formati gli animi dei figlidalle parole e dall’esempio dei genitori all’os-servazione dei precetti religiosi, tanto più ric-chi saranno i frutti nella comunità. Perciò inte-ressa sommamente che la società familiare nonsolo sia costituita santamente, ma anche siaretta da leggi sante, e sia in essa promosso di-ligentemente e costantemente lo spirito di pie-tà e il modo di vivere cristiano.

È per questo certamente che Dio misericor-dioso, avendo decretato di compiere l’operadella riparazione umana aspettata a lungo dasecoli, dispose il modo e l’ordinamento dellastessa opera in maniera che gli stessi suoi pri-

mi inizi mostrassero al mondo l’augusto idealedella famiglia divinamente costituita, in cuitutti gli uomini vedessero un assolutissimoesemplare della società domestica e di ognivirtù e santità. Tale fu davvero quella FamigliaNazaretana, nella quale era nascosto il Sole digiustizia prima che risplendesse in piena luce atutte le genti: e cioè Cristo Dio Salvatore No-stro con la Vergine Madre e Giuseppe Spososantissimo».

Questo insegnamento di Leone XIII (insie-me ad altri, soprattutto a quello dell’enciclicaTametsi futura) influì fortemente nella forma-zione del giovane Alberione, che, appena supe-rata l’adolescenza, alla scuola del can. France-sco Chiesa si andava formando alla sua futuramissione di sacerdote e, guidato dallo Spirito,di fondatore della Famiglia Paolina.

Don Alberione, fortemente sensibile agliinsegnamenti di Leone XIII, ha avuto una par-ticolare attenzione verso le famiglie e quindianche una particolare devozione alla Santa Fa-miglia di Nazareth per attuare le indicazionidate dal Pontefice. Nel 1934 è stato pubblicatoun libro scritto dal Canonico Chiesa su richie-sta di don Alberione, dal titolo La Sacra Fami-glia, mese di considerazioni sulla Sacra Fami-glia.

In una meditazione sulla Santa Famiglia,che risale all’8 gennaio 1933, parlando allesuore Figlie di San Paolo e Pie Discepole, di-ceva loro:

«Quest’oggi la Chiesa ci invita a contem-plare e imitare la vita intima di Maria, Giusep-pe e Gesù di Nazareth, quella vita intima in cuiil divin Salvatore nostro Maestro ha volutodarci esempio di ogni virtù. Qui stabilì la scuo-

Messaggio di don Domenico Cascasi

Con il cuore del beatoGiacomo Alberione

Page 19: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

la dell’esempio, più tardi stabilirà la scuoladella parola con la predicazione e in ultimoEgli si sacrificherà per noi… Che cosa ci inse-gna oggi la Chiesa? Ci insegna le cose più san-te che mai possiamo pensare. Per comprende-re bene le grandi verità che oggi la Chiesa ci faconsiderare con la festa della Sacra Famigliabisogna leggere il docu-mento del Papa LeoneXIII; egli aveva datotanta importanza a que-sta festa che non volleincaricare nessun altroper fare la lettera che lariguardava e neppurel’ufficiatura: fece tuttolui, perché ne compren-deva la grande impor-tanza. Guardate: Dio sta-bilì la famiglia comefondamento e base dellasocietà civile; se nelloStato ci sono le famiglieben ordinate e regolate,allora avremmo una so-cietà civile bene ordinatae nella Chiesa buoni co-stumi e ordine, ma se imatrimoni non sono santi, se non c’è la con-cordia, l’ubbidienza, il timor di Dio, abbiamoquelle famiglie in sfacelo, dove la carità è rot-ta e il vizio del padre si trasmette ai figli. Là,invece, di esservi il nido dell’amore vi è il ni-do della discordia, invece di regnarvi la caritàvi regna l’odio».

Il cuore che ama anticipa i tempi

Come si vede da questo accenno l’insegna-mento di Leone XIII si è trasmesso nel cuoredi don Alberione, che sempre ebbe per la fami-glia e per la Santa Famiglia di Nazaret un’at-

tenzione ancor oggi non abbastanza evidenzia-ta. Egli nel numero di Vita Pastorale di dicem-bre 1964, scriveva:

«Don Giacomo Alberione […] già dal lon-tano 1927 dando vita a La Famiglia Cristiana,[…] portava in cuore il desiderio di riunire lemigliori famiglie cristiane del mondo in un

Istituto consacrato allaSacra Famiglia. Dopomolti anni di preghiera edi preparazione, nel vivodesiderio di assecondarela volontà di Dio […] hafondato l’Istituto “SacraFamiglia” che fa partedell’Opera Paolina. Pos-sono partecipare a que-sto Istituto tutti gli sposie i coniugati desiderosidi tendere alla perfezio-ne vivendo santamentela loro vita matrimonia-le, conformandola inquanto possibile ai prin-cipii enunciati dalla Co-stituzione Apostolica“Provvida Mater Eccle-sia” […]. Tutto questo

nella pratica dei santi voti osservati secondo illoro stato di vita…» (p. 9).

Don Alberione considerava questo Istitutogià come sorto, sebbene poche coppie avesse-ro fatto i voti in forma privata, soprattutto tra iCooperatori Paolini e ne sollecitava la costitu-zione. Dal Diario di don Antonio Speciale ri-sulta che sin dal dicembre 1958, facendo un bi-lancio con don Sabarino, insieme ad una Figliadi San Paolo e a una Pastorella, sugli Istitutiaggregati, alla fine rivolgeva loro la parola per-ché pensassero anche alle famiglie.

Don Gabriele Amorth a cui egli aveva affida-to l’inizio degli Istituti “Gesù Sacerdote”, “SanGabriele” e “Maria Ss.ma Annunziata”, testi-

19

CON IL CUORE DEL BEATO GIACOMO ALBERIONE

Page 20: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

20

monia che era una sua costante preoccupazionel’inizio dell’Istituto “Santa Famiglia” e volevache la iniziasse. Egli così aveva risposto al Fon-datore: «Se a stento seguo i tre Istituti, come fa-rò ad iniziare il quarto?». In risposta don Albe-rione disse: «Preghiamo che il Signore mandi ilSacerdote adatto a dare questo inizio».

La storia, con buona pace per chi la nega,ci dice che questa volontà del Fondatore si èrealizzata sul suo letto di morte: infatti durantele discussioni avvenute il 3 giugno 1971 nelCapitolo Generale della Società San Paolo, sefosse conveniente o meno di mettere nell’elen-co dei rami della Famiglia Paolina, l’Istituto“Santa Famiglia” voluto dal Fondatore, ma an-cora non esistente, si optò di non metterlo; ep-pure agli Esercizi spirituali per i membri del-l’Istituto “Gesù Sacerdote” don Luigi Zanoni,successore di don Alberione, presentando pocodopo l’organico della Famiglia Paolina, parlòloro dell’Istituto “Santa Famiglia” tra quelliche fanno parte della Famiglia Paolina; ciò me-ravigliò i presenti, e spinse don Furio Gauss aproporlo ad alcune coppie di Trieste, le qualiavendo aderito, furono dallo stesso don Gausspresentate a don Alberione sul suo letto dimorte, che sussurrò: «Benedico benedico». Siera compiuto quel desiderio che il Fondatoredella Famiglia Paolina aveva sempre portatonel cuore: famiglie consacrate con i voti.

Unità tra “Gesù Sacerdote”e “Santa Famiglia”

La vitalità dell’Istituto “Santa Famiglia” èstrettamente unita ai membri dell’Istituto “Ge-sù Sacerdote”. Già lo diceva don Stefano La-mera a cui don Luigi Zanoni, Superiore Gene-rale, affidò gli inizi dell’Istituto appena nato;essi come “sacerdoti” fanno parte del carisma“altrice”, termine che per essere ben compre-so bisogna vederlo non nel significato giuridi-

co ma carismatico, proprio della Chiesa da cuidon Alberione l’ha mutuato.

Nell’insegnamento dei Padri la Chiesa èaltrix, perché in molteplici forme dà vita, nu-trimento, formazione ai suoi membri, ma inmodo altissimo con la santa Eucaristia, dataciesclusivamente dal sacerdote ordinato. (Ainostri giorni il termine è stato ripreso da Gio-vanni Paolo II con la lettera apostolica San-ctorum altrix). Don Bernardo Antonini, quan-do celebrava la santa Messa sul davanzaledell’albergo, all’ultimo piano, avendo davantia sé tutta Mosca illuminata di notte, in quelmomento si sentiva altrix della Chiesa che of-friva all’immensa città il Pane della Vita, an-che se questa era lontana dal capirne il miste-ro; e quando celebrò per la prima volta laMessa nell’Università statale di Mosca, doveera stato insegnato per tanti anni l’ateismo,avendo alle spalle le immagini di Marx e diLenin, nuovi idoli dei tempi appena trascorsi,parlando all’uditorio di Gesù Maestro Via, Ve-rità e Vita, si sentiva sacerdote “paolino”, an-zi nuovo Paolo nell’areopago di Mosca; inquel momento partecipava del carisma di al-trix nel modo che don Alberione chiedeva aisacerdoti della Società San Paolo. Cessavaforse questo carisma quando a Camaldoli pre-dicava alle Annunziatine nei boschi santifica-ti da san Romualdo?

Cari sacerdoti, sull’esempio di don StefanoLamera, abbiate il cuore di don Alberione perle famiglie; carissime Famiglie abbiate verso isacerdoti quell’attenzione che avete per i vostrifigli, così da essere vera “Santa Famiglia”.

Questa particolare attenzione, direi amorematerno in Cristo verso i sacerdoti, don Stefa-no l’ha tanto stimata e avuta da costituire nellospirito della Famiglia Paolina, l’Associazione“Ancilla Domini” che non possiamo staccaredai nostri Istituti.

Don Domenico CASCASI ssp

Messaggio di don Domenico Cascasi

Page 21: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Carissimi fratelli e sorelle!A conclusione del Pellegrinaggio, siamo

qui nella Grotta di Massabielle, dinanzi a Ma-ria, per esultare di gioia, perché è la gioia del-la fede di Maria e vogliamo sperimentare lagioia della nostra fede. È bella la nostra fede!È grande la nostra fede, ma esige fedeltà!

Per questo, oggi, affidiamo a Maria il pros-simo Anno della fede perché porti frutti di federitrovata – ricercata – accolta – celebrata – vis-suta – testimoniata nella vita e con la vita.

Nei documenti della Chiesa si ripete insi-stentemente che Maria viveva di fede. Il suocammino è stato lungo e sofferto nella fede.Non fu facile per lei accettare e vivere la Paro-la di Dio nella sua vita. Contempliamola:

• Nell’Incarnazione. Pensiamola giovanis-sima, coinvolta improvvisamente nel mi-stero dell’Incarnazione, con un concepi-mento così straordinario. È sola davantialle angosciose domande: Come sarà pos-sibile? Come parlarne a Giuseppe? Comeaffrontare le dicerie della gente? Come sa-rà l’avvenire? Sarò sola o Giuseppe saràcon me? Il principio operante della mater-nità divina è la fede.

• Nella nascita. La povertà sconcertantedella grotta di Betlemme, inginocchiatadavanti a suo Figlio. Tremante dalla pauramentre scatta nella notte di crudeltà di

Erode e sente l’urlo di terrore delle altremamme.

• Nello smarrimento di Gesù nel tempio.Tre giorni di pena e di sofferenza. Lei noncomprende ma «tutto conservava nel suocuore, in grande silenzio».

• Nella vita nascosta. La prova più lunga e,forse, più difficile per la sua fede, fu quel-la dei trent’anni della vita nascosta di Ge-

21

Dal Pellegrinaggio a Lourdes

Il cammino di fededi Maria Vergine

Il 10 agosto 2012, a conclusione del pellegrinaggio a Lourdes dell’Istituto “Santa Fami-glia”, “Gesù Sacerdote” e “Ancilla Domini”, nella Celebrazione eucaristica alla Grotta diMassabielle, mons. Andrea Mugione dell’IGS ha consegnato ai Pellegrini un cammino di fe-deltà alla scuola di Maria Santissima.

Page 22: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

22

sù. Nel silenzio, nella monotonia dei gior-ni tutti uguali. Senza nessuna novità, nes-sun segno che confermasse le parole del-l’Angelo: «Tuo figlio sarà grande…». Sa-rà grande e lui è lì, silenzioso, lavora unanno dopo l’altro, niente è diverso, nienteè grande. Nel frattempo Giovanni trascinale folle alla penitenza.

E lei che aveva cantato: «Tutti mi chiame-ranno beata!» e nessuno si accorge di lei, tra-scorre una vita comune come le altre donne,piena di lavoro e di sollecitudine familiare.Niente di eccezionale.

Solo il ricordo di quei mesi meravigliosiquando, con infinita tenerezza, sentiva di por-tare nel suo corpo verginale il Figlio dell’Altis-simo. Tutto esultava nella gioia del Signore.Ora, il Signore non le parla più, non le da piùsegni ma continua a credere e si abbandona fi-duciosa alla sua volontà.

Continua a credere e ad amare nella scoper-ta progressiva dell’identità divina del Figlio.

Nella vita pubblica. Ora tu sei certa che lasua ora è giunta e provochi il primo dei segnidi Gesù Messia, l’acqua diventa vino alle noz-ze di Cana. È per tua intercessione, per la tuafede, ed ottieni che i discepoli credano in lui.

Altre prove per la tua fede, oh Madre, du-rante la predicazione e nella passione. Lostruggente pellegrinare dietro al Figlio che ècircondato da folle esultanti ed acclamantima anche da incomprensione, tradimento, ca-lunnia.

Tutta l’intera vita di Cristo fu croce e mar-tirio e la Vergine Madre condivise questa esi-stenza di prove. Ha dato tutta se stessa, ma oradeve consegnare il suo unico Figlio. Crede,ama come sempre. È l’unica nella Chiesa adattendere la risurrezione del Figlio. Ha salvatola fede, la speranza.

Il cammino di fede di Maria Vergine

Page 23: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Maria, Madre della fede, riaccendi la fedenel cuore dei credenti e accendi la lampadadella fede nel cuore dei non credenti.

Il “sì” di Maria costituisce l’ingresso nellastoria della salvezza. Quel “sì” è l’offerta, ladonazione di sé, la parola più bella di una crea-tura al Creatore, è l’espressione della sua fede,della sua adesione a Dio, di tutta la sua vita, larinuncia a tutti i suoi progetti, è l’espressionedella disponibilità del suo amore.

Un “sì” all’imprevisto (fuga in Egitto), allamissione del Figlio (smarrimento nel tempio),all’evangelizzazione (il suo accompagnamen-to nella vita pubblica), al perdono (ai piedidella Croce).

Il “sì” a Dio, caratteristica essenziale e fon-damentale della vita cristiana, può lasciare per-plesso l’uomo e il cristiano di oggi che recla-ma fortemente la libertà personale.

Potrebbe apparire anche come un contro-senso l’atteggiamento del cristiano che rinun-cia a sé stesso per aderire a Dio, per mettersinelle sue mani. Ma la fede in Dio esige un fi-darsi e un affidarsi a Lui.

Sia questa la nostra preghiera: «O Maria,aiutaci a camminare nella fede, a pronunciareil nostro “sì” a Dio, a Gesù, liberamente cometu sei stata, pienamente libera. Libera dai tuoiprogetti per accogliere quelli di Dio, libera dal-l’attaccamento alle tue cose, alla tua casa, allatua terra per andare dove lui ti portava. O Ma-ria, incrollabile fondamento della fede, soste-gno e difesa della fede, cammina con noi nellavia della fede e, da te sostenuti, possiamo giun-gere al termine del nostro pellegrinaggio terre-no alla contemplazione della gloria del Signo-re. Amen!».

Mons. Andrea MUGIONE igs

23

I figli delle coppie dell’ISF in una tappa del Pellegrinaggio

DAL PELLEGRINAGGIO A LOURDES

Page 24: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Vivere l’esperienza mariana di Lourdes e lapartecipazione al Corso di Esercizi Spiri-

tuali come un avvenimento bello sì ma isolatonell’arco di alcuni giorni è molto riduttivo ri-spetto a ciò che siamo chiamati a continuare ameditare e attuare.

Pertanto ritengo necessario e doveroso ri-proporre a tutti le finalità per cui in quest’an-no di formazione spirituale abbiamo orientatoil nostro cammino di discepolato sull’esempioevangelico di Maria di fronte alla straordinariaconsegna di Gesù: “Ecco tua Madre”.

Prendere Maria come Madre, Maestra eRegina della nostra vita è il grande dono che ilPellegrinaggio e gli stessi Esercizi Spirituali ciregalano.

Sgorga allora dal nostro cuore questa sup-plica: “Maria, che a Nazareth hai abitato conGesù, imprimi nella nostra vita i tuoi senti-menti, la tua docilità, il tuo silenzio che ascol-ta e fa fiorire la Parola in scelte di vera vita.

Maria, parlaci di Gesù, perché la freschez-za della nostra fede brilli nei nostri occhi,scaldi il cuore di chi ci incontra e irradi lagioia nel mondo”.

1) Guardare Maria, modello sublime diconsacrazione al Padre, di unione col Figlio edi docilità allo Spirito nella consapevolezza di“aderire al genere di vita verginale e poveradi Cristo” (LG 28), significa fare nostro ancheil genere di vita di Maria. Ecco l’importanzadelle meditazioni mariane durante gli EserciziSpirituali.

a) Quali sono gli atteggiamenti che Mariavisse profondamente nella sua vita e che met-tono anche noi in intima unione con Cristo?Eccone alcuni suggeriti dall’Esortazione ap.Marialis cultus di Paolo VI (nn. 17-21):

• MARIA È LA VERGINE IN ASCOLTO. Acco-glie la Parola di Dio con fede: protagonista etestimone singolare dell’Incarnazione riflettesugli avvenimenti dell’infanzia di Cristo raf-frontandoli tra loro nell’intimo del suo cuore:«Conservava tutte queste cose meditandolenel suo cuore» (Lc 1,19-51). Fare spazio ognigiorno alla Parola di Dio, accoglierla e attuar-la nelle diverse situazioni della giornata.

• MARIA È LA VERGINE IN PREGHIERA. Ef-fonde il suo spirito in espressioni di rendimen-to di grazie al Signore suo Dio, di umiltà, difede, di speranza con il Magnificat, il canto dipreghiera e di lode di ogni consacrato; implo-ra con delicatezza materna per una necessitàtemporale umana a Cana; è l’orante nellaChiesa nascente del Cenacolo e nella comuni-tà-chiesa di ogni tempo. Così anche la comu-nità cristiana è in atteggiamento orante per letante necessità del mondo.

Lettera del Delegato

Prendere Mariacome modello

ISTITUTO“SANTA FAMIGLIA”

Istituto paolino per coppie di Sposi consacrati

24

Page 25: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

25

PRENDERE MARIA COME NOSTRO MODELLO

• MARIA È LA VERGINE MADRE. Per la suafede ed obbedienza generò sulla terra lo stes-so Figlio del Padre (LG 63). In forzadel nostro battesimo anche noi siamochiamati a “generare” Cristo. DonAlberione ripeteva: «Che cos’è l’apo-stolato se non dare Gesù?» (Pensieri,40). «Ogni apostolato è irradiazionedi Gesù Cristo…» (Pensieri, 42). È ilnostro carisma apostolico paolino da-re Gesù Via Verità e Vita all’umanità:«Nessuna più grande ricchezza si puòdare a questo mondo povero e orgo-glioso che Gesù Cristo» (AD 108).Per arrivare a dare Cristo all’umanità,il Beato Alberione ci indica la via: «Ilprocesso di santificazione è un pro-cesso di cristificazione: “finché siaformato Cristo in voi” (Ef 4,19)»(CISP, 11)).

• MARIA È LA VERGINE OFFE-RENTE nella presentazione al Tem-pio, sul Calvario «soffrendo profon-damente con il suo Figlio e associandosi conanimo materno al sacrificio di Lui, amorosa-mente consenziente alla immolazione dellavittima da lei generata» (LG 58) e offrendo-la al Padre per l’umanità. Il primo compitodella persona consacrata nella sua sequela èdi essere “testimone di Cristo nel mondo”,cioè, “diventare un vero segno di Cristo nelmondo”.

• MARIA È MODELLO DI TUTTA LA CHIESA.È maestra di vita spirituale. Il “sì” di Maria èper tutti noi esempio e modello per fare del-l’obbedienza al Signore la via e il mezzo del-la nostra santificazione.

Assumere gli atteggiamenti di Maria nellanostra vita significa, allora, imitare-tradurreil nostro rapporto con Cristo nel vivere quo-tidiano, accogliere la sua Parola trasforman-

do così la nostra vita in “vangelo vivente” ein “lettera scritta dal dito del Dio Vivente”.

b) Sono tre, pertanto, gli aspetti che la San-ta Vergine ha vissuto nella sua esemplarità, eche l’evangelista Luca mette bene in evidenza:

• Cammino di disponibilità ai disegni diDio sulla sua vita: «Eccomi, sono la serva delSignore» (Lc 1,38).

• Cammino di ascolto e adesione piena al-la Parola di Dio: «Avvenga di me secondo latua Parola» (Lc 1,38).

• Cammino di servizio: «Maria si alzò e an-dò in fretta verso la regione montuosa… nellacasa della cugina Elisabetta» (Lc 1,39).

2) Il beato Giacomo Alberione prendespunto da questi atteggiamenti fondamentalidi Maria per dire a noi che dobbiamo compie-

Page 26: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

re la stessa missione della santa Vergine: «Da-re Gesù Via Verità e Vita al mondo» attraversoquesto cammino di fede.

Ogni apostolato, insiste il Fondatore [e noichiosiamo: a cominciare proprio dalla rivalu-tazione piena della centralità della famiglia,istituzione tanto provata ai tempi nostri], è da-re Gesù: «Nessuna più grande ricchezza sipuò dare a questo mondo povero e orgogliosoche Gesù Cristo» (AD 108).

La liturgia proclama: «Maria edidit nobisSalvatorem». Don Alberione ha fatta sua que-sta espressione approfondendola e applican-dola al “nuovo” modo di fare l’apostolato pao-lino attraverso i mezzi della comunicazione:“edidit” sta per “generare”, “dare”, “incarna-re” Cristo nel cuore degli uomini cui siamomandati. Anche noi come Maria, in questosenso, dobbiamo vivere Cristo e donarlo al-l’umanità. “Desiderare” Cristo nel cuore deinostri figli, delle famiglie, nel cuore dei piùpoveri, sofferenti…

Ecco l’apostolato del desiderio.Il Fondatore, allora, ci invita con insisten-

za: «Al mattino, sediamoci come Maria ai pie-di del Maestro e diciamogli: “Tu sei la Via, iovoglio ricalcare le tue orme e imitare i tuoiesempi; tu sei la Verità, illuminami; tu sei laVita, dammi grazia!”».

Solo così, con il nostro atteggiamento disincera umiltà, la nostra vita, come quella diMaria, continuerà ad attirare lo sguardo di be-nevolenza e di compiacimento del Signoreche «ha guardato l’umiltà della sua serva»(Lc 1,48).

Don Olinto CRESPI, Delegato [email protected]

26

Istituto Santa Famiglia

Page 27: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

27

“Vi sono ancora diversi fratelli e sorelle del-l’Istituto “Santa Famiglia” che conti-

nuano a girovagare in vari gruppi e movimenti incerca di luce, di carismi, di fenomeni.

Riflettiamo bene e cerchiamo di capire: qualè il motivo di questo girovagare qua e là, non ac-contentandosi degli incontri e delle grazie pro-prie dell’Istituto?

• Forse non si è ancora compreso la sovrab-bondante ricchezza data a noi dal Signore attra-verso la “Santa Famiglia”;

• forse si cercano altri “gruppi” e “movimen-ti” attratti da eventuali fenomeni che vi si posso-no manifestare;

• forse per i doni che possono avere alcunepersone là presenti;

• forse per le emozioni che si provano nelleloro celebrazioni e incontri.

L’elenco potrebbe continuare…

Questo è segno evidente che non abbiamoancora compreso la vocazione e con la vocazio-ne la ricchezza di Grazia e di Doni offerti a noimediante la “Santa Famiglia”.

Esiste mai sulla terra luogo più ricco di luce,di grazia, di benedizioni della Santa Famiglia diNazaret dove hanno vissuto Gesù, Maria e Giu-

seppe? È opportuno chiederci se cerchiamo ve-ramente il Signore, la nostra vera santificazio-ne mediante la fede, la speranza e la carità, op-pure i fenomeni, i carismi con le persone che lipossiedono, le emozioni.

Volgere a ciò tutta la nostra attenzione e dar-vi troppa importanza è dispersivo sia sul pianospirituale, sia sul piano apostolico e non può cheostacolare la nostra maturazione nella fede.

Riuniamoci in “cenacolo” con la Santa Fami-glia, con le tre Persone Santissime che qui incon-triamo e saremo ricolmi di grazia e di benedizio-ni necessarie per la nostra santificazione e la no-stra missione. Solo così tutti e singoli, gruppi epersone potranno avere la stabilità, quella pie-nezza di grazia che in alcuni gruppi manca a cau-sa delle dispersioni dovute al girovagare…

Dio fa bene le cose! Quando ha suscitato nel-la Chiesa i Benedettini ha dato loro pienezza diGrazia per la loro santificazione e per il loro mi-nistero nella Chiesa. Quando ha suscitato i Fran-cescani, per mezzo di san Francesco, ha dato lo-ro tutto quel tesoro di Grazia necessario per laloro santificazione e missione.

Per la Comunione dei Santi, tutti nellaChiesa partecipano delle grazie date da Dio al-le membra del Corpo Mistico, senza però che iGesuiti siano Salesiani e i Salesiani siano Ge-suiti. Ognuno al suo posto. Cristo è tutto in tut-ti, ma l’occhio non è l’udito e l’udito non è laparola. Possono i sacerdoti avere qualcosa dipiù e di meglio che la Grazia di “Gesù Sacer-dote”? E i coniugi possono avere qualcosa dipiù e di meglio della “Santa Famiglia”, di Ge-sù, Maria e Giuseppe?

Grandi sono i doni che il Signore ha fatto ainostri Istituti: sappiamo apprezzarli!”

Don Stefano LAMERA ssp(“Gesù Maestro”, n. 3, 1993)

Dalle catechesi di don Lamera

Una confusione da evitare

Esercizi spirituali a Capaccio 2012

Page 28: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

28

Sinodo dei Vescovi

Cari fratelli e sorelle!Con questa solenne concelebrazione inau-

guriamo la XIII Assemblea generale ordinariadel Sinodo dei vescovi, che ha per tema: Lanuova evangelizzazione per la trasmissionedella fede cristiana. Questa tematica rispondead un orientamento programmatico per la vitadella Chiesa, di tutti i suoi membri, delle fami-glie, delle comunità, delle sue istituzioni. E ta-le prospettiva viene rafforzata dalla coinciden-za con l’inizio dell’Anno della fede, l’11 otto-bre, nel 50° anniversario dell’apertura del Con-cilio Ecumenico Vaticano II (…).

Il tema del matrimonio, propostoci dalVangelo e dalla prima Lettura, merita a que-sto proposito un’attenzione speciale. Il mes-saggio della Parola di Dio si può riassumerenell’espressione contenuta nel Libro dellaGenesi e ripresa da Gesù stesso: «Per questol’uomo lascerà suo padre e sua madre e si uni-rà a sua moglie, e i due saranno un’unica car-ne» (Gen 2,24; Mc 10,7-8). Che cosa dice og-gi a noi questa Parola? Mi sembra che ci invi-ti a renderci più consapevoli di una realtà giànota ma forse non pienamente valorizzata:che cioè il matrimonio, costituisce in se stes-so un Vangelo, una Buona Notizia per il mon-do di oggi, in particolare per il mondo scri-stianizzato.

L’unione dell’uomo e della donna, il lorodiventare “un’unica carne” nella carità, nel-

l’amore fecondo e indissolubile, è segno cheparla di Dio con forza, con una eloquenza cheai nostri giorni è diventata maggiore, perchépurtroppo, per diverse cause, il matrimonio,proprio nelle regioni di antica evangelizzazio-ne, sta attraversando una crisi profonda. Enon è un caso. Il matrimonio è legato alla fe-de, non in senso generico. Il matrimonio, co-

“Il Matrimonio è la Buona Notiziaper il mondo di oggi”

Il 7 ottobre 2012 Benedetto XVI, durante la Celebrazione eucaristica di apertura del Sinodosull’evangelizzazione, in cui proclamò “Dottori della Chiesa” san Giovanni d’Avila e santaIldegarda di Bingen, ha definito il matrimonio “soggetto della nuova evangelizzazione”.

Page 29: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

29

me unione d’amore fedele e indissolubile, sifonda sulla grazia che viene dal Dio Uno eTrino, che in Cristo ci ha amati d’amore fede-le fino alla Croce.

Oggi siamo in grado di cogliere tutta la ve-rità di questa affermazione, per contrasto conla dolorosa realtà di tanti matrimoni che pur-troppo finiscono male. C’è un’evidente corri-spondenza tra la crisi della fede e la crisi delmatrimonio. E, come la Chiesa afferma e testi-monia da tempo, il matrimonio è chiamato adessere non solo oggetto, ma soggetto dellanuova evangelizzazione. Questo si verifica giàin molte esperienze, legate a comunità e movi-menti, ma si sta realizzando sempre più anchenel tessuto delle diocesi e delle parrocchie, co-me ha dimostrato il recente “Incontro Mondia-le delle Famiglie”.

Una delle idee portanti del rinnovato im-pulso che il Concilio Vaticano II ha dato al-l’evangelizzazione è quella della chiamatauniversale alla santità, che in quanto tale ri-guarda tutti i cristiani (cf “Lumen gentium”,39-42). I santi sono i veri protagonisti del-l’evangelizzazione in tutte le sueespressioni. Essi sono, inparticolare, anche i pio-nieri e i trascinatori del-la nuova evangelizza-zione: con la loro inter-cessione e con l’esem-pio della loro vita,attenta alla fanta-sia dello SpiritoSanto, essi mo-strano alle per-sone indifferen-ti o addiritturaostili la bellez-za del Vangelo edella comunionein Cristo, e invita-no i credenti, per

così dire, tiepidi, a vivere con gioia di fede,speranza e carità, a riscoprire il “gusto” dellaParola di Dio e dei Sacramenti, in particolaredel Pane di vita, l’Eucaristia.

Santi e sante fioriscono tra i generosi mis-sionari che annunciano la Buona Notizia ainon cristiani, tradizionalmente nei paesi dimissione e attualmente in tutti i luoghi dove vi-vono persone non cristiane. La santità non co-nosce barriere culturali, sociali, politiche, reli-giose. Il suo linguaggio – quello dell’amore edella verità – è comprensibile per tutti gli uo-mini di buona volontà e li avvicina a Gesù Cri-sto, fonte inesauribile di vita nuova.

A questo punto, soffermiamoci un momen-to ad ammirare i due Santi che oggi sono statiaggregati alla eletta schiera dei Dottori dellaChiesa.

San Giovanni di Avila visse nel secoloXVI. Profondo conoscitore delle Sacre Scrit-ture, era dotato di ardente spirito missionario.Seppe penetrare con singolare profondità imisteri della Redenzione operata da Cristoper l’umanità. Uomo di Dio, univa la preghie-ra costante all’azione apostolica. Si dedicò al-la predicazione e all’incremento della praticadei Sacramenti, concentrando il suo impegno

IL MATRIMONIO È LA BUONA NOTIZIA PER IL MONDO DI OGGI

Page 30: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

l credo della famiglia il credo della famiglia il credo della fa

iglia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il credo

della famiglia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il

redo della famiglia il credo della famiglia il credo della fa

mi

glia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il credo del

famiglia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il credo

della famiglia il credo della famiglia il credo della fa

miglia i

credo della famiglia il credo della famiglia il credo della fa

mi

glia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il credo de

famiglia il credo della famiglia il credo della fa

miglia il cred

f l l d d ll f l l d d ll f iglia

IIll Crreeddoo ddeellllaa Faammiigglliiaa

•• Crediamo nella famiglia fondata sul sacramento del matrimonio che rende l’uo-mo e la donna, che si amano, uniti per sempre in un solo cuore e in una sola car-ne.

•• Crediamo nella presenza di Dio nella famiglia, nata dal sacramento del matri-monio, che rende gli sposi immagine dell’amore di Cristo per la Chiesa.

•• Crediamo che ogni vita umana che viene concepita sia un dono di Dio, il quale havoluto rendere l’uomo e la donna partecipi della sua creazione.

•• Crediamo nel perdono, nell’aiuto reciproco, nella capacità di donarsi ed imme-desimarsi nell’altro.

•• Crediamo che nella famiglia debbano essere sempre privilegiati i piccoli, gli an-ziani, i deboli.

•• Crediamo nell’importanza dell’educazione dei figli, fondata sulla roccia dei valo-ri del Vangelo: l’amore verso Dio e verso il prossimo.

•• Crediamo nella famiglia come centro da cui l’amore si irradia verso chiunque èvicino.

•• Crediamo alla collaborazione e all’aiuto vicendevole tra le famiglie.

Dio, creatore e padre di tutti, ti preghiamo per la nostra famiglia e per quelle delmondo intero, perché, tu che hai voluto questa particolare e meravigliosa formad’unione tra le persone, benedica ogni giorno tutti coloro che amano e onorano ilproprio sposo, la propria sposa, i propri figli e i propri genitori; e, sorretti dal tuoSpirito, realizzino il progetto d’amore che hai sognato per noi. Amen.

30

nel migliorare la formazione dei candidati alsacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista diuna feconda riforma della Chiesa.

Santa Ildegarda di Bingen, importantefigura femminile del secolo XII, ha offerto ilsuo prezioso contributo per la crescita dellaChiesa del suo tempo, valorizzando i doni ri-cevuti da Dio e mostrandosi donna di vivace

intelligenza, profonda sensibilità e ricono-sciuta autorità spirituale. Il Signore la dotò dispirito profetico e di fervida capacità di di-scernere i segni dei tempi. Ildegarda nutrì unospiccato amore per il creato, coltivò la medi-cina, la poesia e la musica. Soprattutto con-servò sempre un grande e fedele amore perCristo e per la Chiesa (…).

Il Matrimonio è la Buona Notizia per il mondo di oggi

Page 31: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

fa-

do

a il

f mi-

della

edo

a il

fami-

della

credo

lia il

Il documento di indizione dell’Anno della fe-de porta il significativo titolo di “Porta della

fede”. L’immagine della “porta” è tratta dal c14 degli Atti degli Apostoli. Paolo e Barnaba,di ritorno dalla missione a cui li aveva inviati loSpirito Santo, raccontano alla comunità cristia-na di Antiochia di Pisidia «tutto quello che Dioaveva fatto per mezzo di loro e come avesseaperto ai pagani la porta della fede» (At14,27).

Ma l’immagine della porta rimanda in mo-do più preciso a quello che Gesù afferma nel-la “similitudine” del buon Pastore: «Io sonola porta delle pecore»; e per farci comprende-re l’importanza dell’affermazione, ribadisce:«Io sono la porta. Chi entra attraverso di mesarà salvo». Ed è proprio con questa immagi-ne che Gesù si fa nostro “pedagogo” nel cam-mino di fede.

Non “similitudine” o “parabola”,ma “paroimia”

Per comprendere l’importanza dell’affer-mazione di Gesù occorre risalire al termineche Giovanni usa per qualificare il discorsodi Gesù che si presenta come “buon Pastore”e come “porta delle pecore”. Di solito vienetradotto con “parabola” o con “similitudine”.Giovanni usa un termine, che ricorre solo nel

suo Vangelo tre volte, non presente nei tre si-nottici: “paroimia” (Gv 10,6; 16,25.29). NelGrande Lessico viene spiegato come «di-scorso oscuro, velato, che ha bisogno di es-sere interpretato». Evidentemente l’interpre-tazione non la dobbiamo dare noi, ma Gesùstesso.

Il termine italiano più appropriato potrebbeessere “allegoria”; anzi, meglio “enigma”;l’enigma per sua natura ha bisogno di esseresvelato. Attenti alla pedagogia di Gesù.

Gesù propone enigmi per stuzzicare l’atten-zione, e così risvegliare il desiderio della solu-zione. Ebbene, dopo la soluzione dell’enigmada parte di Gesù, che cosa capita? Vediamo ipassaggi:

1) Gesù propone l’enigma. La gente ascol-ta con attenzione, catturata dalle parole di Ge-sù che sanno di novità, appunto perché non im-mediatamente comprensibili;

2) La gente non comprende. Nella paroi-mia del Buon Pastore: «Gesù disse loro que-sta paroimia, ma essi non compresero» (Gv10,6); nel discorso eucaristico reagiscono inmodo negativo, perché iniziano dapprima amormorare (6,41) e poi a discutere animata-mente (6,52).

3) Gesù riprende il discorso e spiega l’enig-ma. Alla fine, di fronte all’enigma risolto, siformano i due gruppi:

Anno della fede

CRISTO è la“PORTA della FEDE”

Con una solenne Concelebrazione nella Basilica vaticana, presieduta da Benedetto XVI, èiniziato l’11 ottobre 2012 l’Anno della fede. Lo scopo è prendere coscienza del dono stra-ordinario della fede, a cui dobbiamo continuamente “convertirci”. Terminerà il 24 novem-bre del 2013, solennità di Cristo, Re dell’universo.

31

Page 32: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

32

a) Il gruppo di coloro che non credono per-ché non si fidano. Han voluto ascoltareper capire. Si allontanano scandalizzati.Nella paroimia del buon pastore: «Ci fudi nuovo dissenso tra i giudei per questeparole. Molti di essi dicevano: Ha un de-monio e delira! Perché lo ascoltiamo?»(Gv 10,19-20). Nel discorso eucaristico:«Molti tra i discepoli, sentendo Gesùparlare così, dissero: “Adesso esagera!Chi può ascoltare cose simili?”... Da al-lora molti discepoli di Gesù si tiraronoindietro e non andavano più con lui». Vo-levano prima capire per credere.

b) Il gruppo di coloro che credono perchési fidano; questi hanno aderito a Cristonon per la chiarezza delle sue parole, maper un misterioso “fascino” da cui si so-no lasciati avvolgere; per cui si sono sen-titi di scommettere sulla verità di quelloche diceva o al-meno hannofatto lo sforzodi credere cheGesù non li vo-lesse inganna-re. Nella “pa-roimia” delbuon pastore:«Altri diceva-no: queste pa-role non sonodi un indemo-niato; un de-monio può for-se aprire gli oc-chi ai ciechi?»(Gv 10,21). Enel discorso eucaristico, la risposta diPietro: «Signore, da chi andremo? Tu so-lo hai parole di vita eterna. Noi abbiamocreduto e conosciuto che tu sei il Santodi Dio».

Fede = fiducia

L’importanza dell’Anno della fede è evi-denziato dalla situazione di scristianizzazionedell’Europa. Il card. William Werl, il relatoreche aprì il Sinodo sulla nuova evangelizzazio-ne, ha paragonato la secolarizzazione a uno“tsunami”, che «ha scardinato tutto il pae-saggio culturale, portando via con sé indica-tori sociali come il matrimonio, la famiglia, ilconcetto di bene comune e la distinzione trabene e male».

Vi è, quindi, un forte recupero da fare: ri-scoprire che solo Cristo è la “porta della fede”così da comprendere in modo esistenziale chel’oggetto primario della fede non sono le veri-tà, ma Gesù stesso. La fede non è, prima di tut-to, credere alle verità perché le abbiamo capi-te, ma “fidarsi” di Colui che parla, sicuri dinon essere ingannati.

Sembra di dire una cosa ovvia; invece, la si-tuazione di non fede dell’uomo contemporaneoè stata provocata da questa temibile inversione:si è messa prima la dottrina e poi l’esperienza,questa molte volte soffocata, perché si insisteva

Cristo è la “Porta della fede”

Page 33: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

sul fatto di dover camminare con i piedi per ter-ra e non con la testa fra le nuvole; quindi si so-no considerate prioritarie le verità dacredere, ma non ci si è premu-rati di accendere nei cuoril’esperienza di una presenzache deve essere sempre vivanei nostri cuori.

Ed è proprio quello che ciha consegnato Benedetto XVInel discorso tenuto a braccionel partecipare alla prima riu-nione del Sinodo: «Il cristia-no non deve essere tiepido…Deve divenire una fiammad’amore, che accende real-mente il mio essere, così daaccendere il prossimo». Enella celebrazione eucaristicaaffermò che «è la santità la prima forma diannuncio… Solo il linguaggio dell’amore edella verità è comprensibile a tutti».

La fede è viva e operativa solo se ci fidiamo

di Gesù che ci parla; di conseguenza non faccia-mo fatica ad accettare tutto quello che ci dice;

anzi le sue parole e i suoi co-mandamenti non sono più ungiogo o un peso, ma un cammi-no di libertà.

Ecco perché Benedetto XVIha usato e continua ad usare neisuoi interventi la parola “espe-rienza”. Ricordando il 14 mag-gio del 2008 la figura dellopseudo Dionigi l’Areopagitaafferma: «Prendete la stradadell’esperienza». Senza que-sta, la fede diventa solo un attolegale o di sottomissione a co-

lui che si considera più forte;con la possibilità di fuga verso altre re-

ligioni che hanno precetti e comandi più facili,da condire anche come ci pare e piace.

Questo è lo scopo prioritario dell’Anno dellafede.

Don Venanzio FLORIANO ssp

UUnn aannnnoo ccoollmmoo ddii ggrraazziiaaAAd ogni uomo che nasce Dio affida un lume che accende nell’animo: la fede.NNessuno può vivere, camminare, correre ed amare senza questa luce viva.NNascendo il bimbo ha fede nella mamma, il papà nel pilota d’aereo.OOgni mattina ci fidiamo del lattaio, del barista, dell’avvocato e del taxista.DDi Dio allora non dobbiamo fidarci? Lui che ci conosce, ama e dà la vita?EErrando vagabondi nei labirinti della storia questo lume acceso ci indica la via.LLungo le coste dove il mare è in tempesta e la mia nave sembra naufragare,LLontano ma sicuro ecco un faro di salvezza, un’ancora di speranza: è la fedeAA volte questa luce sembra spegnersi, resta un lumino fumigante che si dilegua.FForze avverse sembrano soffiare contro per finirlo del tutto e tu remi senza meta.ÈÈ arrivato il tempo per fare il pieno, caricar le pile, ravvivare questa fiamma.DDio è l’unico da ritrovare: più ritorni a Dio, più l’uomo si svela nel suo grande mistero.EEcco il tempo di grazia, tempo favorevole per credere ancora: è l’anno della fede!

PP.. GGiiaannnnii FFAANNZZOOLLAATTOO

33

ANNO DELLA FEDE

Page 34: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

34

Dal Decreto della Penitenzieria Apostolica

Le sacre Indulgenzenell'Anno della fede

In questo nostro tempo di profondissimi cam-biamenti, ai quali l’umanità è sottoposta, il

Santo Padre Benedetto XVI, con l’indizione diquesto secondo Anno della fede, intende invita-re il Popolo di Dio, del quale è Pastore univer-sale, così come i fratelli Vescovi di tutto l’orbe«perché si uniscano al Successore di Pietro, neltempo di grazia spirituale che il Signore ci of-fre, per fare memoria del dono prezioso dellafede» (Porta fidei, n. 8).

Sarà data a tutti i fedeli«l’opportunità di confessare lafede nel Signore Risorto …nelle Cattedrali e nelle chiesedi tutto il mondo; nelle [loro]case e presso le [loro] famiglie,perché ognuno senta fortel’esigenza di conoscere meglio e di trasmetterealle generazioni future la fede di sempre. Lecomunità religiose come quelle parrocchiali, etutte le realtà ecclesiali antiche e nuove, trove-ranno il modo, in questo Anno, per renderepubblica professione del Credo» (ibid.).

Inoltre, tutti i fedeli, singolarmente e comu-nitariamente, saranno chiamati a rendere aper-ta testimonianza della propria fede davanti aglialtri nelle peculiari circostanze della vita quo-tidiana (…).

La Penitenzieria Apostolica, che ha l’uffi-cio di regolare quanto concerne la concessionee l’uso delle Indulgenze e di stimolare l’animodei fedeli a rettamente concepire ed alimentareil pio desiderio di ottenerle, sollecitata dal Pon-tificio Consiglio per la Promozione della Nuo-va Evangelizzazione, in attenta considerazionedella Nota con indicazioni pastorali per l’An-

no della fede della Congregazione per la Dot-trina della Fede, al fine di conseguire il donodelle Indulgenze durante l’Anno della fede, hastabilito le seguenti disposizioni, emesse inconformità alla mente dell’Augusto Pontefice,perché i fedeli siano maggiormente stimolatialla conoscenza ed all’amore della Dottrinadella Chiesa Cattolica e ne ottengano più ab-bondanti frutti spirituali.

Durante tutto l’arco del-l’Anno della fede, indettodall’11 ottobre 2012 fino al 24novembre 2013, potranno ac-quisire l’Indulgenza plenariadella pena temporale per i pro-pri peccati impartita per la mi-sericordia di Dio, applicabile

in suffragio alle anime dei fedeli defunti, tutti isingoli fedeli veramente pentiti, debitamenteconfessati, comunicati sacramentalmente, eche preghino secondo le intenzioni del SommoPontefice:

a) ogniqualvolta parteciperanno ad almenotre momenti di predicazioni durante le Sa-cre Missioni, oppure ad almeno tre lezionisugli Atti del Concilio Vaticano II e sugliArticoli del Catechismo della Chiesa Cat-tolica, in qualsiasi chiesa o luogo idoneo;

b) ogniqualvolta visiteranno in forma dipellegrinaggio una Basilica papale, unacatacomba cristiana, una Chiesa cattedra-le, un luogo sacro designato dall’Ordina-rio del luogo per l’Anno della fede (ad es.tra le Basiliche Minori ed i Santuari dedi-cati alla Beata Vergine Maria, ai Santi

Page 35: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

35

LE SACRE INDULGENZE NELL'ANNO DELLA FEDE

Apostoli ed ai Santi Patroni) e lì par-teciperanno a qualche sacra funzioneo almeno si soffermeranno per uncongruo tempo di raccoglimento conpie meditazioni, concludendo con larecita del Padre Nostro, la Professio-ne di fede in qualsiasi forma legitti-ma, le invocazioni alla Beata VergineMaria e, secondo il caso, ai SantiApostoli o Patroni;

c) ogniqualvolta, nei giorni determinatidall’Ordinario del luogo per l’Annodella fede (nelle solennità del Signo-re, della Beata Vergine Maria, nellefeste dei Santi Apostoli e Patroni,nella Cattedra di San Pietro), in qua-lunque luogo sacro parteciperannoad una solenne celebrazione eucari-stica o alla liturgia delle ore, aggiun-gendo la Professione di Fede in qual-siasi forma legittima;

d) un giorno liberamente scelto, duran-te l’Anno della fede, per la pia visitadel battistero o altro luogo, nel qua-le ricevettero il sacramento del Bat-tesimo, se rinnoveranno le promessebattesimali in qualsiasi formula le-gittima (…).

I fedeli veramente pentiti, che non potrannopartecipare alle solenni celebrazioni per gravimotivi (anzitutto tutte le monache che vivononei monasteri in clausura perpetua, gli anacore-ti e gli eremiti, i carcerati, gli anziani, gli infer-mi, e pure coloro che, in ospedale o altri luoghidi cura, prestano servizio continuativo ai mala-ti…), conseguiranno l’Indulgenza plenaria, allemedesime condizioni, se, uniti con lo spirito econ il pensiero ai fedeli presenti, particolarmen-te nei momenti in cui le parole del Sommo Pon-tefice o dei Vescovi Diocesani verranno tra-smesse per televisione e radio, reciteranno nella

propria casa o là dove l’impedimento li trattiene(ad es. nella cappella del monastero, dell’ospe-dale, della casa di cura, del carcere…) il PadreNostro, la Professione di Fede in qualsiasi for-ma legittima e altre preghiere conformi alle fi-nalità dell’Anno della fede, offrendo le loro sof-ferenze o i disagi della propria vita (…).

Roma, 14 settembre 2012

Manuel card. Monteiro DE CASTRO

Penitenziere Maggiore

Mons. Krzysztof NYKIEL

Reggente

Page 36: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

36

““PPaaddrree nnoossttrroo””pprreegghhiieerraa iinn ppiieenneezzzzaa

«Tutte le altre formule destinate a suscitare o intensificare il fervore interiore,non contengono nulla che non si trovi già nella preghiera del Signore, purché na-turalmente la recitiamo bene e con intelligenza.

Infatti chiunque prega con parole che non hanno alcun rapporto con questapreghiera evangelica, forse non fa una preghiera mal fatta, ma certo troppo uma-na e terrestre. Del resto stenterei a capacitarmi che una tale preghiera possa dir-si ancora ben fatta per i cristiani. E la ragione è che, essendo essi rinati dallo Spi-rito, devono pregare solo in modo spirituale.

Chi dice: «Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi, così ai nostriocchi mostrati grande fra di loro» (Sir 36, 3 cantico alle lodi di Lunedì, II settima-na) e: I tuoi profeti siano trovati pii (Sir 36, 15), che altro dice se non: «Sia santifi-cato il tuo nome»?

Chi dice: «Rialzaci, Signore nostro Dio; fa’ risplendere il tuo volto e noi saremosalvi» (Sal 79, 4), che altro dice se non: «Venga il tuo regno»?

Chi dice: «Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola e su di me non preval-ga il male» (Sal 118, 133), che altro dice se non: «Sia fatta la tua volontà come incielo così in terra»?

Chi dice: «Non darmi né povertà né ricchezza» (Pro 30, 8), che altro dice senon: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano»?

Chi dice: «Ricordati, o Signore, di Davide, di tutte le sue prove» (Sal 131, 1) op-pure: “Signore, se così ho agito, se c’è iniquità nella mie mani, se ho reso male acoloro che mi facevano del male, salvami e liberami” (cfr. Sal 7, 1-4), che altro di-ce se non: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?

Chi dice: «Liberami dai nemici, mio Dio, proteggimi dagli aggressori» (Sal 58, 2),che altro dice se non: «Liberaci dal male»?

E se passi in rassegna tutte le parole delle sante invocazioni contenute nellaScrittura, non troverai nulla, a mio parere, che non sia contenuto e compreso nelPadre nostro.

Nel pregare, insomma, siamo liberi di servirci di altre parole, pur domandandole medesime cose, ma non dobbiamo permetterci di domandare cose diverse».

DDaallllaa LLeetttteerraa aa PPrroobbaa ddii SS.. AAggoossttiinnoo,, VVeessccoovvoo(in Liturgia delle Ore, IV pp. 372. 375: martedì e mercoledì della XXIX settimana T. O.)

I Salmi e il Padre nostro

Page 37: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Il Padre nostro è l’indice della preghiera,che trova sviluppo nei Salmi

La lunga citazione di Agostino (Lettera aProba, n. 130, 12, 22 – 13, 23) che affianca que-sto articolo permette di percepire il Padre nostro(Mt 6,9) come modello e sin-tesi della preghiera cristiana emostra come alle sue invoca-zioni corrispondano le invoca-zioni della Scrittura e, in par-ticolare, dei Salmi.

Sintesi divina delle inten-zioni di preghiera

Questa interessante intui-zione agostiniana è statapunto di partenza per rifles-sioni, studi e verifiche che cihanno condotti a poter affer-mare che il Padre nostro è lasintesi ordinata, divina, delleintenzioni di preghiera con-tenute nella Bibbia tutta e nelsalterio, specialmente. I mo-derni studiosi della scrittura,gli esegeti, hanno individuato nei Salmi dei“gruppi di riferimento”, chiamandoli GeneriLetterari e classificandoli in vario modo.

Alcuni hanno suggerito di raccogliere i Sal-mi attorno alle 7 invocazioni del Padre nostroe, avendone fatto la prova, hanno constatatoche questa intuizione presenta molti vantaggiper comprendere e pregare le preghiere dell’Antico Testamento.

Padre nostro e generi letterariTenendo conto dei risultati cui sono giunti

gli esegeti prenderemo ora le espressioni del

Padre nostro e, attorno ad esse raggrupperemoi Salmi, tenendo conto delle tematiche e tecni-che (i generi letterari, appunto) secondo cui so-no stati scritti. Questo ci aiuta ad individuareed esplicitare i filoni della preghiera cristiana:

1. PADRE (= Abbà, cioèPapà). Nei Salmi la paternitàdi Dio non è esplicitata. Èespressa solo per analogia:«Come un padre ha pietà deisuoi figli, così il Signore ve-glia su chi lo teme» (Sal102,13). Di Dio vieneespressa la grandezza e la te-nerezza. Sarà Gesù a rivelar-ci il Padre nei Salmi se ne hasolo il presentimento.

2. NOSTRO. Al contrariola coscienza di essere il suopopolo amato e redento, per-vade il Salterio. Anche queiSalmi che sono preghiera diun singolo portano l’impron-ta della consapevolezza di

appartenere ad un popolo, anzi al popolo diDio. Tale consapevolezza si esplicita nei cosid-detti Salmi di Sion (fra tutti: Sal 121 e 147).

3. SIA SANTIFICATO IL TUO NOME. MoltiSalmi proclamano la santità di Dio. Da quelliche hanno quasi a ritornello «Santo è il (nomedel) Signore» (Sal 98) ai cosiddetti Salmi litur-gici, come il 49, sul culto (=riconoscimentodella santità) gradito a Dio.

4. VENGA IL TUO REGNO. Troviamo qui iSalmi della Regalità di Dio (92; 96; 144) e del

37

I Salmi e il Padre nostro

La Liturgia delle Ore

Page 38: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

38

I Salmi e il Padre nostro

suo Messia (2 e 109). Attenzione particolarespetta al Sal 44, per le Nozze del Re-Messia(che evidenzia anche i Salmi messianici). Sot-tolineo il salmo del Pastore (22 e 79) che ci faintravedere la bellezza del Regno.

5. SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ. Nei Salmi difiducia (90; 4; 30; 129; 15) ci affidiamo allavolontà di Dio e ci impegniamo a farla, come ilFiglio che nel Sal 39 proclama: «Vengo (nelmondo) a fare la tua volontà».

6. DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIA-NO. Troviamo sviluppata questa domanda neiSalmi della Provvidenza di Dio, che «ci saziacon fior di frumento» (147),«apre la mano e sazia dei suoibeni» (103 tutto) e «mette nelnostro cuore più gioia diquando abbondano vino e fru-mento» (4). Di conseguenza:«Gustate e vedete com’è buo-no il Signore» (33).

7. RIMETTI A NOI I NO-STRI DEBITI. Un filone moltonumeroso è costituito daiSalmi penitenziali: l’uomo, acontatto con Dio, si rendeconto di essere peccatore(50). Mentre «nel cuore del-l’empio parla il peccato» (35) e lo stolto pen-sa che Dio non esiste (13), il credente invoca:«Pietà di me, pietà di me, o Dio» (56) e rico-nosce «beato il peccatore perdonato» (31).

8. E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE. I Sal-mi di liberazione (76: «La mia voce sale a Dioe grido aiuto»; 93: «Dio che fai giustizia»;115: «Ho creduto anche quando dicevo sonotroppo infelice»; così pure 53; 60; 69; 70) chie-dono l’aiuto del Signore per non cadere nellatrappola.

9. MA LIBERACI DAL MALE. Come ha libe-rato Israele dall’Egitto e da ogni schiavitù, co-sì il Signore continui a liberare: i Salmi storici(113: «Quando Israele uscì dall’Egitto…»;125: «Quando ricondusse i prigionieri diSion…»; 104: »A te grido, accorri in mio aiu-to») ci fanno sicuri della liberazione pasquale,opera del Signore.

10. TUO È IL REGNO… (Didachè, primo ca-techismo cristiano, scritto in Siria tra il 70 e il90 d.C.). Quest’acclamazione liturgica conclu-de la preghiera del Signore e, per concludere ingloria la nostra salmodia, troviamo i Salmi dilode (66; 91; 94; 95; 97; 99; 116) e, in partico-

lare, i Salmi alleluiatici (135;146; 148; 150 che già cono-sciamo).

La “tastiera” della nostralode

Dieci filoni di preghierache raccolgono i Salmi attor-no a un “indice divino” (per-ché fatto da Gesù).

Ho tenuto conto delle in-dicazioni degli studiosi e sodi non essere stato completo,né esaustivo.

Mi interessava sottolinea-re che il Padre nostro ci offre

un “indice” attorno al quale enucleare la no-stra preghiera. Quella dei Salmi che in essotrovano la loro “tastiera” per suonare la lode ela supplica; la fede e il ringraziamento, equella personale da ispirare alla Preghiera delSignore.

Adesso bisogna cominciare a provare, ada-gio adagio e senza perdersi d’animo, a “cristi-ficare” (preghiera in e con Cristo) i Salmi.

Buon lavoro, in coppia!

P. Nino FAZIO

Page 39: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

39

Riconoscersi peccatoriAtto penitenziale

All’inizio della Celebrazione eucaristicasiamo invitati a prendere coscienza del

nostro peccatoattraverso alcu-ne formule. Lapiù completa è ilConfiteor:

«Confesso aDio onnipotentee a voi, fratel-li…». Ci si con-fessa al Signoreconsegnandosianche alla Chie-sa, ai fratelli. Intal modo si fa-vorisce il sorge-re di sentimentidi autentica carità e compassione e non di giu-dizio.

«…Che ho molto peccato…». Quando pro-nunciamo queste parole dobbiamo ricordare inquale modo si è manifestata la nostra fragilità.La formula liturgica ci aiuta a fare un serio esa-me di coscienza. Si può infatti peccare «in pen-sieri, parole, opere e omissioni».

• Pensieri: nei pensieri c’è la radice stessadel peccato, perché lì si annida la superbiae si nasconde soprattutto l’insidia del ma-ligno.

• Ai pensieri seguono le parole: se si pensamale, le parole che ne derivano non pos-sono che essere cattive, false e oltraggio-se.

• Sono da considerarsi peccati pure le omis-sioni, ossia il non compiere il bene che sideve e si può fare.

Iniziare con l’atto penitenziale può sembra-re un modo un po’ tetro di entrare nell’Eucari-stia che è “ringraziamento”. Come se, per esse-

re accolti a unafesta, non do-vessimo sentircibene con noistessi e Dio ciaccettasse solose ci sentiamo incolpa. Qualcunoha scritto che, seandiamo a con-fessarci, non èper implorare ilperdono di Dio,ma è per ringra-ziarlo di averce-lo dato. Dio non

cambia opinione su di noi quando ci perdona,ma cambia la nostra opinione di lui. Egli noncambia poiché la sua opinione non è mai altroche amorevole; egli è amore!

Pertanto iniziamo il primo atto dell’Eucari-stia con una professione di fede: crediamo chei peccati siano perdonati prima ancora di averlicommessi. Crediamo che il nostro Dio sia mi-sericordioso e tenero e non un giudice irascibi-le. Crediamo necessario batterci il petto nellaconsapevolezza della nostra fragilità e quindidel nostro grande bisogno della misericordia esalvezza da parte di Dio in Cristo Gesù.

L’inno del Gloria

Dal cuore purificato dell’assemblea sgorgaun inno di lode e di ringraziamento alla Trini-

Note di Liturgia

La misericordia è prerogativa di Dio in Gesù

Page 40: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Riconoscersi peccatori

40

tà santissima. Tutto pervaso di gioia e di stupo-re, esso fa sì che il nostro sguardo si rivolga de-cisamente verso l’alto.

«Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace interra agli uomini che Dio ama». Questo solen-ne inizio dell’inno non è un invito rivolto agliuomini affinché lodino Dio, ma è il canto degliangeli che esaltano il Signore perché ha glori-ficato il suo nome manifestando il suo amoreverso gli uomini, un amore di benevolenza eassolutamente gratuito.

Gli angeli e i santi della Gerusalemme cele-ste sono pieni di stupore, tanto grande è lospettacolo cui assistono: Dio manifesta la suagloria nell’umiltà, inviando nel mondo il suoFiglio per salvare ciò che era perduto; anzi, dipiù, per introdurre nella sua casa – nella sua in-timità – chi gli aveva voltato le spalle. Donan-do il suo Figlio, Dio dona tutto il bene, dona sestesso. Il “Gloria” è anzitutto una confessionedi fede: in esso infatti si celebra la lode di Dioper tutte le meraviglie da lui compiute e in par-ticolare per il suo disegno di salvezza.

Colletta o orazione

Conclude la preghiera di apertura ed è losbocco della liturgia dell’accoglienza: una vol-ta che la comunità si è radunata, ha cantato conun solo cuore, ha tracciato su di sé il segno del-la croce, ha proclamato la sua fede in Dio Tri-nità che è sempre con noi, si è preparata in pro-fondità ai grandi misteri che seguiranno e hacantato la gloria di Dio, non le resta altro cheimmergersi in una preghiera comune.

Orazione viene dal latino oratio, derivatodal verbo orare, “parlare”, “dire”, “implorare”.In senso letterale, un’orazione è una parola in-dirizzata a Dio. Si distinguono

• l’orazione personale, preghiera intima,dialogo interiore prolungato con Dio

• e l’orazione liturgica, espressione pubbli-

ca e comune dell’assemblea in preghiera,pronunciata dal sacerdote a nome dellaChiesa.

Al momento della colletta entrambe le pre-ghiere potranno avere il loro posto: nel brevesilenzio che la precede ciascuno prega perso-nalmente nel segreto del proprio cuore primache il sacerdote le raccolga pregando a nome ditutti. È chiamata “colletta” perché essa “racco-glie” e riunisce le diverse domande dei fedeliin una sola preghiera.

A cura di don Roberto ROVERAN ssp

Per crescere

«L’esame di coscienza è una delle pratichedella vita interiore. Esso non è resocontodelle azioni cattive e dei peccati, ma soprat-tutto preghiera, incontro personale con Dioin un’atmosfera di attenzione amorosa reci-proca; è il constatare la sua attenzione amo-rosa su di noi. La profondità della sua mise-ricordia si apre per noi e ci chiama a unircia Lui. L’uomo, vedendosi al centro dell’at-tenzione amorosa di Dio, cessa di concen-trare tutta la sua attenzione sul peccato e laconcentra soprattutto sulla presenza affet-tuosa di Dio e sui raggi della sua misericor-dia nei quali soltanto conosce se stesso e leproprie imperfezioni. Quindi l’esame di co-scienza dovrebbe contribuire a farci cono-scere noi stessi sotto i raggi di questa pre-senza.Chi desidera il proprio sviluppo interioredeve rendersi conto dell’importanza di uncontinuo discernimento del cuore e della ne-cessità di adattare l’esame di coscienza algrado di sviluppo in cui egli si trova attual-mente e alla situazione nella quale vive».

(Giovanni Paolo II, 20 marzo 1998)

Page 41: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Elementi di formazione: le piccole virtù umane

Ormai non se ne può più: a tutte le ore italk show impazzano sugli schermi tele-

visivi. Si racconta di tutto e di tutti senza ilminimo riguardo nei confronti di persone im-plicate in vicende giudiziarie o di cronaca ne-ra e rosa. È il trionfo della parola che schiac-cia e sovverte i rapporti umani, rende superfi-ciali le relazioni interpersonali e ogni altroambito comunicativo, come ad es. gli affettifamiliari e i rapporti di lavoro.

Nell’era della tecnologia comunicativasempre più avanzata abbiamo perso il valoredel silenzio, del raccoglimento, della rifles-sione lasciando che la parola diventasse ver-bosità ed espressione pressante della nostraaggressività verso gli altri. Oggi tutti cerchia-mo pretesti per parlare ed essere al centrodell’attenzione, mentre non si trova nessunodisposto ad ascoltare. I più penalizzati sem-brano i genitori che non hanno più la capaci-tà né il tempo per dare retta ai figli o forse,più propriamente, sono i figli che, dopo reite-rati e vani tentativi, hanno smesso di comuni-care con i genitori.

Ci stiamo così avviando verso una societàdi individualisti e solitari che considerano glialtri come prede a proprio vantaggio, mentrenell’educazione familiare e sociale prosperauna sorta di “fai da te” più o meno autorefe-renziale. Situazione tipica è quella della fami-glia che dopo la cena davanti al tg vede ognu-no ritirarsi nella propria stanza per usare indi-vidualmente il pc o la tv o l’iPhone…

Perché non ci si ascolta? Perché non sidialoga? Perché non si sa fare silenzio?

Ascoltare è difficile

Sembra che ci sia una risposta: non sap-piamo uscire da noi stessi. Ascoltare e dialo-gare richiede infatti la disponibilità di andareoltre il nostro mondo individuale entrando incontatto volutamente con il mondo, la vita, leopinioni dell’altro. Nelle relazioni ascoltarecomporta una forte esigenza. Non è solo udi-re l’altro, non è solo capirlo: è accettarlo, ac-coglierlo e lasciarlo entrare nell’intimo di noistessi. Ascoltare è dare ospitalità a colui checi rivolge la parola e attraverso di essa si ar-rende in qualche modo a noi.

Ascoltare deriva dal latino “auscultare”che nel linguaggio medico significa applicarecon la massima concentrazione l’orecchio sulpetto o sull’addome per esplorarne i suoni e irumori; dunque è tendere l’orecchio per udi-re, è prestare attenzione. Un medico che au-sculta un paziente si concentra interamentesull’udito per cogliere anche i più lievi sinto-mi di una patologia. Egli si fa tutt’orecchi

41

Ascoltare,voce del verbo tacere

Page 42: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

42

perché sa che dal suo ascolto dipende la salu-te del paziente.

Noi abbiamo disimparato a prestare atten-zione non solo perché facciamo almeno trecose contemporaneamente, ma perché la pres-sione sociale ci rende distratti, la pubblicità ciseduce e non vogliamo perdere tutte le oppor-tunità che la realtà ci presenta. Prestare ascol-to e attenzione ad un altro ci obbliga a molla-re le redini del nostro tempo, comporta la per-cezione di non essere più padroni delle nostregiornate, implica far slittare le migliaia di co-se da fare, ma soprattutto conduce a quell’in-timità e vicinanza re-lazionale che può spa-ventare o mettere inallarme chi è insicurodi sé, chi non ha un’i-dentità ben stabile ochi è debole emotiva-mente.

Si evita di ascolta-re con la giustifica-zione plausibile chenon si ha tempo, men-tre in realtà il motivopiù profondo e incon-scio ha a che fare conla fatica del confronto e dello spendere ener-gie nell’incontro interpersonale. Finché, ades., mentre l’altro parla noi cerchiamo come ecosa rispondere non siamo in condizione diascoltare veramente. Gli altri spesso non sonovisti come una risorsa o un’opportunità, macome dei rivali, dei concorrenti se non pro-prio dei nemici.

Saprà allora davvero ascoltare soltanto chinon misura il proprio tempo, non ha paura diperdere qualcosa nelle relazioni, ma anzi cer-ca il confronto e lo scambio per arricchirsi eaprirsi alla realtà. Così appare Gesù nel Van-gelo che, sulla scia del comandamento divino“Ascolta, Israele…” (Dt 6,4), ha sempre tem-

po e orecchi aperti per tutti e si lascia inter-pellare da chiunque.

Nella relazione di coppia

La coppia nella fase dell’innamoramentovive una grande apertura alla comunicazionee all’ascolto. Nulla va perduto nello scambioemotivo e affettivo. L’attenzione tende ad es-sere al massimo perché si è attratti l’uno dal-l’altra e si è consapevoli che da quella relazio-ne può dipendere il futuro della propria vita.

L’entusiasmo e la pas-sione aiutano moltol’apprezzamento e l’a-scolto reciproco.

La situazione cosìbella e idilliaca si mo-difica dopo il matri-monio. Un po’ perchési crede illusoriamenteche l’amore già di persé favorisca la comu-nicazione e l’intesa fragli sposi, un po’ per-ché emergono incon-gruenze e conflitti del

tutto nuovi… E così se la comunicazione nonviene curata ben presto lascia il posto a delu-sione, tristezza e incomprensioni.

Sarebbe buona cosa dedicare un tempoogni giorno o almeno ogni settimana alla ve-rifica della relazione in coppia per uno scam-bio interpersonale del vissuto emotivo, un’in-tesa in ambito educativo e un vero ascolto re-ciproco. Ma questo comporta un lasciarsicontaminare a vicenda e poiché se ne ha pau-ra si rimane in superficie.

A volte – scrive Manenti, esperto di dina-mica familiare – si sceglie di non esprimere ilproprio cuore per un pudore nei nostri stessiconfronti. Si dice, come difesa, che si ha pau-

Ascoltare, voce del verbo tacere

Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, perascoltare il doppio e parlare la metà (Epitteto, filosofo)

Page 43: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

43

ELEMENTI DI FORMAZIONE: LE PICCOLE VIRTÙ UMANE

ra di dire le cose come stanno perché l’altropuò non capire, giudicare, offendersi, ma lavera ragione è che siamo noi a non reggere atanta tenerezza: saremmo i primi a vergognar-ci. Se Marco dicesse chiaramente che a luisua moglie piace ancora diventerebbe rosso,forse si sentirebbe meno maschio: meglio dir-le che lei perde tempo con sua sorella. Si so-stituisce l’affetto con comunicazioni imperso-nali. Non avendo il coraggio di dire “mi man-chi” si dice “non ci sei mai”. Non potendo di-re “sono arrabbiato con te” si dice “oggi ho ilmal di testa”.

Ascoltami, mamma!

Una giovane mamma, in cucina, prepa-rava la cena con la mente totalmente con-centrata su ciò che stava facendo: le patati-ne fritte. Stava lavorando sodo per prepara-re un piatto che i bambini avrebbero ap-prezzato molto. Il bambino più piccolo di 4anni aveva avuto un’intensa giornata allascuola materna e raccontava alla mammaquello che aveva visto e fatto. La mammagli rispondeva distrattamente con monosil-labi e borbottii.

Qualche istante dopo si sentì tirare la gon-na e udì: “Mamma”. La donna accennò di sìcol capo e borbottò anche qualche parola.Sentì di nuovo altri strattoni alla gonna e dinuovo: “Mamma”. Gli rispose ancora unavolta brevemente e continuò imperterrita asbucciare le patate. Passarono 5 minuti. Ilbambino si attaccò alla gonna della mamma etirò con tutte le sue forze. La donna fu co-stretta a chinarsi verso il figlio. Il bambino leprese il volto fra le manine paffute, lo portòdavanti al proprio viso e disse: “Mamma,ascoltami con gli occhi!”.

Sono più importanti le patatine fritte ol’ascolto? Non abbiamo dubbi certamente, ma

quando è il momento di lasciare tutto si fa fa-tica e non ci si accorge della distanza che manmano si viene a creare nelle relazioni familia-ri. Per educare i nostri figli a comunicare oc-corre ascoltarli con tanta pazienza: occorrefermarsi, dedicare del tempo, tacere e presta-re attenzione.

Tre condizioni favorevoli

1. Fare silenzio. L’ascolto è inseparabileda ciò che lo precede: il fare silenziodentro di sé. Il silenzio è la condizioneprevia perché una parola possa giungerefino a me in quanto fa decantare l’acquaagitata e torbida del mio essere conti-nuamente preda di stimoli esterni; il si-lenzio calma e pacifica. E’ la nostra vi-ta intima che necessita di quiete interio-re. Nel silenzio l’uomo si pone in statodi ricettività, è aperto e disposto ad of-frire accoglienza e dimora al tu che glirivolge la parola. Il silenzio permette almondo affascinante dell’altro di entrarein me. Apro uno spazio, offro il mio es-sere, ascolto ciò che il tu a me prossimovuole dirmi.

2. Prestare attenzione. Quando si ascoltasi dimentica se stessi poiché si tendel’orecchio verso l’altro, ci si proiettaverso l’esterno, si va in tensione verso iltu che parla e gli si offre uno spazio diinteriorità che l’altro è libero di invade-re. Prestare attenzione è dare ospitalità,offrire accoglienza, rendersi sensibiliall’altro come al respiro del mondo. Chisa prestare attenzione può udire le vocidella natura, dei fiori, degli alberi, dellepietre e dell’acqua così che l’ascolto sa-rà quasi un fatto naturale, un abito quo-tidiano.

Page 44: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

3. Essere disponibile. È ciò che consenteall’altro di entrare in me e consiste nel-l’essere vuoto o sfaccendato quale con-dizione per ricevere qualcosa. Quando ilnostro spazio interiore è pieno di cose,progetti e idee non possiamo ascoltarein quanto siamo già soffocati da ansie epreoccupazioni. Ascoltare è spalancareil cuore nel silenzio e apertura del pro-prio mondo interiore senza ostacoli cosìche la parola viene accolta con lo stes-so calore con cui accolgo un amico. E’atteggiamento attivo perché richiede

presenza di sé a se stessi e un investi-mento di tutte le energie al fine di offri-re la migliore presenza che accoglie ecomprende.

L’impegno dell’ascolto è come un proces-so di “svuotamento”, di rimozione di tutto ciòche distoglie dall’ascoltare attentamente, unosvuotarsi di tante cose, con cui si rinuncia amanipolare la realtà e quindi gli altri ai proprifini egoistici. È in questo suo potere di svuo-tamento e di fare spazio il segreto e la forzadell’ascolto.

Don Roberto ROVERAN ssp

PPrriinnccììppii nneecceessssaarrii ppeerr ll’’aarrttee ddii ttaacceerree

11.. È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del si-lenzio.

22.. Vi è un tempo per tacere, come vi è un momento per parlare.

33.. Nell’ordine, il momento di tacere deve venire sempre prima: solo quan-do si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlarerettamente.

44.. Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza e impruden-za, ma parlare quando si dovrebbe tacere, è segno di leggerezza e scar-sa discrezione.

55.. In generale è sicuramente meno rischioso tacere che parlare.

66.. Mai l’uomo è padrone di sé come quando tace: quando parla sembra,per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così che sembra ap-partenere meno a se stesso che agli altri.

77.. Quando si deve dire una cosa importante, bisogna stare particolarmen-te attenti: è buona precauzione dirla prima a sé stessi, e poi ancora ri-petersela, per non doversi pentire quando non si potrà più impedire chesi propaghi.

88.. Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo: in questi casil’ultima cosa da temere è saper conservare il silenzio.

(da “L’arte di tacere” dell’Abate Dinouart, anno 1771).

44

Ascoltare, voce del verbo tacere

Page 45: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

ALourdes si sono visti importanti segnali divitalità dell’Istituto “Santa Famiglia”. Ab-

biamo gioito per la professione dei voti, primoe secondo anno, di alcuni membri e l’ingressonel noviziato di coppie di giovani sposi, di gio-vani famiglie che da poco hanno intrapreso ilcammino nell’Istituto.

Il Signore suscita energie nuove, perchél’Istituto “Santa Famiglia” è opera di Dio, co-me amava ricordare don Stefano Lamera.

A Lourdes abbiamo ricordato i 100 anni del-la sua nascita. Egli ci rassicura: «Abbiamo fat-to un sacrificio? Cento volte di grazie, di bene-dizioni, di Paradiso. Che volete! Nessuna ban-ca al mondo può fare questa pazzia di dare cen-to per uno. Ma lo fa il Signore, lo fa la Regina,la Madonna» (Lourdes, agosto 1996).

In una società sempre più secolarizzata, incui la famiglia è oggetto di attacchi, le famigliedell’Istituto ne capovolgono la logica vivendolo spirito evangelico delle Beatitudini con i vo-ti di povertà, obbedienza e castità, del tutto op-posti a quella triade “ricchezza, potere e ses-so”, idolatrata dal mondo.

Mai come oggi l’Istituto è provvidenzialeper testimoniare la verità secondo cui la sal-vezza, giunta a noi attraverso la Famiglia diNazareth, passa attraverso le famiglie costitui-te secondo il Cuore di Dio.

Abbiamo anche portato alla Madonna le ri-chieste di preghiere di tutti nella certezza cheElla esaudirà ogni desiderio anche “forzando”,come a Cana, la volontà di Gesù. Le trepida-zioni per tutti i nostri figli, per gli ammalati,tutte sono state ben presentate davanti allaMamma Celeste, Regina delle famiglie.

Con fede abbiamo partecipato alle variefunzioni sempre piene di fascino, come la fiac-colata dove persone di diverse lingue parlanol’unico linguaggio dolce e appagante dell’Ave

Maria, la via Crucis, la liturgia penitenziale ele sante Messe, come quella alla basilica S. PioX, presieduta dal nostro Arcivescovo mons.Andrea Mugione igs, dove i tanti pellegrini didiversa nazionalità hanno reso vivo il sensodell’universalità della Chiesa Cattolica.

La Messa con il rinnovo dei voti è stato ilmomento centrale del pellegrinaggio che tuttigli 800 e più Pellegrini, hanno vissuto conemozione. Anche noi, già perpetui, abbiamofatto memoria della consacrazione con un ritonuovo e bello.

È stato presentato e consegnato a tuttil’opuscolo “Con Maria sempre in cammino”,contenente le quattro belle meditazioni che so-no trattate anche nei corsi degli Esercizi Spiri-tuali di quest’anno.

Non possiamo non evidenziare il grandissi-mo servizio svolto dai giovani, figli di coppiedell’Istituto, i quali, oltre che partecipare a mo-menti di formazione a loro dedicati, hanno benanimato le sante Messe. L’ultima sera ci hannofatto dono di un rosario realizzato da loro.

La Vergine di Lourdes continui a sostenercinel nostro cammino di famiglie consacrate.

Carlo e Annamaria PRINCIPE

Testimonianze

Da Lourdes un segno di speranza

45

Page 46: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

46

Carissimi, tutto bene al rientro? Ringrazia-mo con riconoscenza il Signore per lo

splendido Pellegrinaggio vissuto a Lourdes…Grazie a don Olinto, a don Floriano, a don

Roberto e a tutti coloro che hanno preparato edorganizzato il Pellegrinaggio; per quello che ciconsta, è andato tutto bene, tranne gli inevita-bili imprevisti, che sono stati accolti con spiri-to di sacrificio.

Grazie per l’omelia del giorno delle Profes-sioni che ci avete inviato e per i saluti a Gian-

paolo e Giandomenico che ricambiano con af-fetto.

Ringraziamo la Santa Vergine per quanto ciha donato in quegli indimenticabili giorni e perquanto (tanto ancora) vorrà donarci nel quoti-diano…

Nella speranza di rincontrarci al più presto,salutiamo tutti voi con un unico forte abbrac-cio.

Gianpaolo, Mariafrancesca,Maria e Giuseppe CASTORO

Testimonianze

Grazie dal profondo del cuore

Con gioia e gratitudine al Signore desideropartecipare a tutti la mia gioia, che fiori-

sce dal profondo del mio cuore!Anche se preoccupati per le sorti di questo

povero mondo, la fiducia nel Signore e la spe-ranza ci sostiene per andare avanti. La nostraesistenza è nelle mani di Dio.

È il settimo pellegrinaggio che faccio! Hoconcluso così i miei 80 anni dalla mia MadreMaria, che mi ha preso per mano sempre dan-domi la forza e il coraggio anche nei momentidifficili e dolorosi.

Il pellegrinaggio di Lourdes per me è statobellissimo, ho portato alla Madonna nel cuoretutti quelli che per tanti motivi non hanno po-tuto venire, specialmente gli ammalati.

Ho fatto la Via Crucis con qualche lacri-ma, la fiaccolata e tutti gli impegni giornalie-ri. Ho vissuto tutto con intensità grazie al Si-gnore che ha parlato nel silenzio virtuoso e mi

ha fatto riflettere. Grazie a tutti i Sacerdotiche si sono resi disponibili per le confessioni.Mi ha dato gioia rivederne tanti che conoscoda 30 anni e con i quali ci siamo incontrati so-lo a Lourdes.

Grazie all’Opera Romana Pellegrinaggi peril suo impegno e a quanti si sono adoperati peril buon esito del pellegrinaggio.

Sono stati giorni di Paradiso e fonte di gra-zie: sostare davanti alla Grotta, parlare allaMadonna è tanto importante; ascoltare la suavoce che parla al nostro cuore e a tutti ha datoun messaggio da portare a casa per viverlo nelquotidiano.

Affido tutti e tutto a Lei, Madre di Miseri-cordia e Regina delle famiglie con l’augurioche il mondo si rinnovi nell’amore e nella pa-ce vera e duratura.

Vincenza MADEDDU, Oristano

Una bella lettera

Page 47: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

L’esperienza che stiamo vivendo da più divent’anni, iniziata presso la cappella delle

Pie Discepole, in occasione di un anniversariodel ritorno alla Casa del Padre di don Alberionee, da sei anni presso una Parrocchia del centrostorico di Rimini, ha via via maturato la consa-pevolezza dell’importanza di vivere e poter farvivere a tanti fratelli e sorelle anche e soprattut-to non appartenenti all’Istituto, questa preghieracosì intensa e particolare. Le parole di don Albe-rione: «siete nati dall’Ostia» sono nel nostrocuore e, come figli, non potevamo non sentirenel cuore questo invito che il Maestro Divinocontinuamente fa ad ognuno di noi perché stia-mo con Lui per ricevere Luce e Grazia in questotempo così travagliato e per essere segno di spe-ranza per tanti fratelli che brancolano nel buio.

Utilizziamo la traccia che arriva dal Centro,opportunamente arricchita di canti. La parteci-pazione è decisamente buona. È un appunta-mento che il primo sabato di ogni mese vedetanti fratelli e sorelle affluire nella cappella delSS.mo Sacramento della nostra Parrocchia.

Durante la notte c’è un certo avvicendamento,anche di persone che non conosciamo, ed ognivolta ringraziamo il Signore perché vuole ser-virsi di noi per incontrare questi fratelli.

Nelle ore più piccole gli occhi si chiudonoe a volte viene la tentazione di dire: «… ma èproprio necessario fare l’Adorazione per tuttala notte?». Immediatamente chiediamo perdo-no al Signore e sentiamo nel nostro cuore cheè proprio ciò che Lui vuole da noi, desideraquesta offerta. Poi ci viene da pensare: «Quan-te persone vorrebbero essere qui e invece permalattie o per altri motivi non possono venire!Ecco allora perché siamo qui”.

Ogni volta, tornando a casa, dopo aver cele-brato l’Eucaristia domenicale, ci mettiamo a let-to felici e ringraziamo il Maestro Divino che ciha permesso di fare questa esperienza di preghie-ra e ha dato così l’opportunità a tanti fratelli e so-relle di incontrarLo nel silenzio della notte.

Questo è quanto abbiamo sentito di condi-videre con voi tutti.

Alfio e Mimma ROSSI - Rimini

Il 28 settembre u.s., presso il Santuario dellaMadonna dei Miracoli di Casalbordino

(CH), i Responsabili dei Gruppi dell’Istituto“Santa Famiglia” di Abruzzo e Molise si sonoincontrati con i Sacerdoti appartenenti all’Isti-tuto “Gesù Sacerdote” delle due regioni.

Motivo dell’incontro, la necessità di proce-dere ad una più integrata forma di programma-zione dei Ritiri mensili in funzione delle “ri-sorse” sacerdotali disponibili. Questo tema eraemerso come essenziale nel corso del ritiromensile dei gruppi di Montefalcone, Campo-basso e Termoli di settembre u.s. svoltosi pres-

so il Santuario della Madonna di Canneto diRoccavivara (CB).

Nell’incontro, tra i temi in agenda: l’Annodella Fede, la fedeltà alla preghiera, famiglia-Chiesa, famiglia-lievito, i 100 anni della Fami-glia Paolina (2014), i 100 anni dalla nascita didon Stefano Lamera.

Per quanto concerne l’oggetto specificodell’incontro, costatare la disponibilità dei sa-cerdoti a fronte dei loro impegni pastorali e ilfatto stesso di essere lì a discutere il tema, èstato motivo di gioia e di soddisfazione.

Elda e Lucio PICCOLI

47

TESTIMONIANZE

La fecondità dell’adorazione notturna

Un incontro di comunione

Page 48: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

48

Testimonianze

Un grazie sincero all’équipe di giovani ani-matori che, durante il Corso di Esercizi

Spirituali di Fognano (30 agosto - 2 settembre2012) si è distinta, come già negli anni scorsi,nel proporre ai loro coetanei, piccoli e grandi,un articolato percorso esperienziale e formati-vo culminante in un esercizio di riflessione eimpegno: la “carta da viaggio” con cinque do-mande alle quali sono state date le seguenti ri-sposte:

1. Che cosa lascio? La prepotenza, latimidezza, la rabbia, l’angoscia…

2. Che cosa porto con me? L’amici-zia, una bella esperienza, il gioco, lagioia, l’educazione e la gentilezza, la fe-licità…

3. Da chi vado? A casa, dai miei amici, infamiglia, dai miei gatti…

4. Che cosa do? Felicità, bontà, vita, quel-lo che ho imparato, divertimento, simpatia,aiuto…

5. Perché? Ci siamo divertiti, abbiamo gio-cato, fatto nuovi amici…

Utile percorso formativo

Il gruppodei giovani

animatori

Esercizi spirituali ISF a Fognano 2012

Page 49: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

49

In Libreria

IMPARARE A CREDEREdi Benedetto XVI – San Paolo

È l’invito che attraverso questo vo-lume Benedetto XVI rivolge a ognipersona all’inizio dell’Anno dellaFede. Il Papa accoglie le domandedi senso e le incertezze del domani,

oggi così diffuse,specie tra i giovani.Indica, quindi, ilpossibile itinerariodella ricerca di fede,dando riferimento e

“compagni di viaggio” utili e vali-di. Analizza poi le difficoltà delcredere dipingendo un quadro vivi-do e particolarmente realistico del-la nostra società. Nell’ultima parte,infine, offre ai lettori le rispostedella fede, capaci di soddisfare gliinterrogativi e di rianimare la fidu-cia della comunità cristiane.Nella stessa collana• L’anno della fede (Editio mi-

nor), del Pontificio Consiglio perla Promozione della NuovaEvangelizzazione.

• Il credo - Guida al Compendiodella Chiesa Cattolica, di PaoloCurtaz.

• I sette sacramenti - La celebra-zione del mistero cristiano, diPaolo Curtaz.

• I dieci comandamenti - La vitain Cristo, di Paolo Curtaz.

• La preghiera cristiana, di PaoloCurtaz.

12 AMEN PER DIRE LA FEDE

Apostoline

Dire “Amen” non è una sempliceformula di chiusura di preghiera,ma una autentica professione difede, attraverso un itinerario diconoscenza e di approfondi-mento degli amen pronunciati

nella Celebrazione eucaristica,nel testo si offrono spunti per ri-

scoprire e rinnovarei pilastri della fede,cogliendo il loro le-game con gesti e at-teggiamenti dellavita quotidiana.

Significativo il “sottofondo voca-zionale” di tutto il cammino pro-posto: la consapevolezza del sen-so dell’“Amen” farà scoprire unarelazione di fedeltà tra Dio eognuno di noi. Saranno 12“Amen” per dire “sì” al suo Amo-re che coinvolge la vita.

SAPER DIALOGAREdi L. Tallarico

e T. Pieruz – Paoline

Per coltivare relazioni significativeè importante saper ascoltare. Per-ché l’ascolto crea quello spazioprivilegiato di una realtà partecipa-tiva, di scambio in cui la persona

non è più il soggettoche agisce, bensì coluiche partecipa, invece,a un processo relazio-nale, il dialogo appun-to. Saper comunicare,

però, è anche saper vedere ilmondo con gli occhi dell’altro.Quindi, non assolutizzare le pro-prie idee e, il proprio punto di vi-sta. E poi, bando alle “maschere”che talvolta si indossano nelle rela-zioni per non farci conoscere comerealmente siamo.

IL MANUALE PRATICODELLA FELICITÀper essere donnee mamme felici

di Barbara Damiano - San Paolo

Si può imparare a essere felici.

Anche quando le cose vanno ma-le, anche quando non sai comefare. È un po’ come imparare a

guidare: all’iniziosembra difficile epoi un giorno ci siaccorge di esserecapaci. Questo manualepratico, rivolto alle

donne, parla di come sia pos-sibile ricominciare a vivere, vo-lersi bene, perdonarsi e liberarsidai sensi di colpa; di modi sem-plici e schietti per trovare la feli-cità dentro di sé attraverso l’eser-cizio di piccole regole.

TROPPO, POCOO ABBASTANZA?

Alimentarsi in adolescenzadi M. Becciu e A.R. Colasanti –

San Paolo

L’adolescenza è un’età partico-larmente densa di sollecitazioni emodelli extra-familiari, che ri-guardano anche il comportamen-to alimentare. Diventa fonda-mentale allora, per i genitori, sa-

per rispondere e tro-vare soluzioni otti-mali a questioni diquesto tipo: Qual è l’alimenta-zione raccomandatain adolescenza?

Quali errori nutrizionali fanno gliadolescenti e come aiutarli a rad-drizzare la rotta? Cosa fare perché il rapporto conil cibo non diventi un problema? Un volume chiaro e di facile con-sultazione che aiuta i genitori nelloro compito; corredato di boxcon situazioni e problemi specifi-ci e risposte strutturate in piùpunti.

Page 50: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Novità

50

LA NUOVA BIBBIAVIA VERITÀ E VITA

Testo Ceia cura di G. Ravasi

e B. Maggioni – San Paolo

La Nuova Edizione della BibbiaVia Verità e Vita è frutto della col-laborazione tra Edizioni San Paoloe Paoline Editoriale Libri. Una Bib-bia completa con tre livelli di note:teologiche, esegetiche, liturgicheper esplorare tutta la profondità deltesto biblico. 30.000 passi paralleli,redatti dagli autori in fase di com-mento, singolarmente verificati.Passi paralleli intratestuali (che ri-

mandano ad altri pas-si dello stesso libro) eintertestuali (che ri-mandano a passi dialtri libri biblici).Tutto il testo biblico,

introduzioni, note, ricca dotazionedi apparati, atlante biblico a colori.In un solo volume di oltre 3000 pa-gine. Nuove e ampie introduzio-ni ai libri biblici, frutto dei piùrecenti studi ed elaborate da auto-revoli biblisti italiani coordinati daGianfranco Ravasi (Antico Testa-mento) e Bruno Maggioni (NuovoTestamento). Tutte le note e le in-troduzioni sono state redatte a par-tire dalla nuova versione Cei del2008.

LA FAMIGLIAATTENDE GESÙNovena di Natale

di Paolo Curtaz – San Paolo

Natale è una bella festa di comple-anno: si accendono le luminarie, si addobbano gli alberi, ci si fa i regali… e si dimentica di invitare il festeg-giato! La Chiesa, a Natale, ricorda lanascita di Gesù nella storia, e ci invi-ta ad aspettare il suo ritorno alla fine

dei tempi. In mezzo ci siamo noi,chiamati a far nascereGesù nella nostra vi-ta. Come? Imitandole persone che, due-mila anni fa, lo han-no accolto. Voglia-mo pregare con loro,

perché Gesù, oggi, nasca nel no-stro cuore.

IL VANGELO DI MARIAdi Gabriele Amorth - San Paolo

Padre Amorth, il più noto esorcistaitaliano, ci accompagna a scoprire

la figura di Maria, laVergine che ci aiuta avincere il male con laforza della fede. Unitinerario mariano intrentuno capitoletti nei

quali padre Amorth ripercorre lavicenda evangelica della VergineMadre, spiega e approfondisce ilsignificato dei dogmi mariani, delculto e della devozione popolare.

CHI È GESÙ?di Carlo Maria Martini

San Paolo

Chi è Gesù? È un incontro direttocon Gesù e la fede cristiana In po-che pagine è condensato il pensie-ro di Carlo Maria Martini, la suaspiritualità che tanto ha influenza-to i cristiani di oggi. Questo volume rappresenta infatti

il punto di partenzaideale per chi vogliaaccostarsi per la pri-ma volta alle rifles-sioni di questo gran-de uomo di fede, maanche per coloro i

quali intendono ricordarlo e tener-ne viva la memoria.

SPOSALA E MUORIPER LEI

Uomini veri per donnesenza paura

di Costanza MirianoEd. Sonzogno

In Sposati e sii sottomessa, libro diun anno fa, scritto splendidamente e

di agile lettura, nato dacolloqui di vita quoti-diana con amiche,amici, parenti, confi-denti, colleghe e colle-ghi di lavoro, semplici

conoscenti, l’autrice ha dispensatosotto forma epistolare consigli “for-ti” in tema di vita familiare e/o di“avviamento al matrimonio” con fi-ne eleganza, semplicità, limpidezzae una massiccia dose di ironia.Costanza Miriano invitava le futurespose a riappropriarsi dello specifi-co del “genio femminile”: «La chia-mata delle donne è a collaborare adare la vita in tutti i modi possibili.Generare, sostenere, ascoltare, in-coraggiare figli di carne e non».Ora Costanza si rivolge all’uomo elo invita a riscoprirsi vir, dotato divirtus nel suo significato più pro-fondo di coraggio e virtù morale,dominio di sé, capacità di sacrifi-carsi e morire per la sposa sul mo-dello dell’amore di Cristo-sposoverso la Chiesa-sposa. I libri di Costanza Miriano, primache opere letterarie sono una testi-monianza. «Ad una teoria si puòrispondere con un’altra teoria;ma chi può confutare una vita?» sichiedeva Evagrio Pontico, monacodel IV secolo. E il quotidiano mar-tirio di una madre e sposa comepochi altri gesti è capace di inse-gnare con un sorriso la virtù delcoraggio e l’arte di non infranger-si sotto i colpi del destino chespezza o dell’inerzia che lenta-mente consuma.

Page 51: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

ET INCARNATUS ESTCanti per la Liturgia di Nataledi M. Frisina e Corodella Diocesi di Roma - Paoline

Una proposta di 10 canti con testi in latino,tratti dalla tradizione liturgica e musiche di

Marco Frisina, autore noto emolto apprezzato. Un’opera digrande spessore spirituale e va-lore artistico, che esalta lo spi-rito del Natale e conferisce so-

lennità alle celebrazioni del mistero dell’Incar-nazione.

Nel libretto del CD e nello Spartito, insie-me ai testi in latino, vi sono le traduzioni in ita-liano per favorire una più larga comprensionedel contenuto.

Un’opera che sarà molto apprezzata da-gli animatori della liturgia per la profonditàdei contenuti, la bellezza delle melodie e ilcarattere proprio di ogni festa del tempo diNatale.

Film

Audiovisivi

PRECIOUSRegia: Lee DanielsDurata: 110 minuti

Precious Jones ha 17 anni,un corpo obeso, è incinta e vi-ve ad Harlem. A scuola viene

derisa dai compagni perchè non ha ancora im-parato a leggere e scrivere. A casa la madrenon solo non la difende dalle violenze paterne,ma la accusa. Lei però, solo apparentementeottusa, tiene duro. Accetta di iscriversi a unascuola con un programma speciale dove final-mente comincia ad apprendere come leggere e

scrivere e, soprattutto, decide di tenere il bam-bino. La strada verso l’autodeterminazione nonè però facile.

Ispirato a un romanzo di Sapphire, il film nonha nulla di letterario ma presenta una storia di or-dinaria violenza domestica e sociale, narrata conuno stile decisamente originale e si avvale di unaprotagonista che riesce a trasformare il proprioproblema fisico in una risorsa di indubbio impat-to. Precious è prigioniera di un corpo fuori misu-ra che però non si sogna magra. Il suo universoideale ha altri territori in cui cercare percorsi di-versi da quelli ormai a lei ben noti della brutali-tà di una vita in cui domina l’ignoranza.

I WANT TOBE A SOLDIERRegia: Christian MolinaDurata: 88 minuti

Il film denuncia la facilitàcon la quale la televisione può influenzare ne-gativamente la crescita morale dei figli, soprat-tutto se in casa regna l’incomunicabilità.

Alex, il protagonista della storia, ha un ami-co immaginario, col quale compensa quelleche secondo lui sono le disattenzioni che i ge-nitori hanno nei suoi confronti, a causa dell’ar-

rivo in casa di due gemelli. Pian piano, le im-magini di guerra che popolano le reti televisivelo convincono che far parte dell’esercito sial’unica cosa bella da fare da grandi, niente dimale se non fosse che la violenza pian pianoinizia ad insinuarsi nei suoi comportamenti, di-struggendo se stesso e la sua famiglia.

Il regista punta il dito contro la superficiali-tà con la quale si lasciano i bambini da soli da-vanti al mezzo televisivo, padroni assoluti deltelecomando. I genitori non devono avere pau-ra di esigere una certa disciplina dai propri fi-gli, perché serve a inserirli correttamente nelcontesto civile.

51

Page 52: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

52

GIBELLA FRANCESCA in GIUIUSA* 21-01-1927 – † 16-07-2012

del Gruppo di Caltanissetta

Il 16 luglio è ritornata al Signore la cara Francesca. Faceva parte dell’Istituto Santa Famigliada molti anni, sempre puntuale ai Ritiri e alle iniziative dell’Istituto di Caltanissetta; in questi ul-timi anni non riusciva più a partecipare a causa di un peggioramento della salute.

Con la malattia e successiva morte di tumore della figlia ancora giovane, Francesca aveva per-so ogni interesse e la sua salute ne aveva molto risentito; chiedeva al Signore di richiamarla a séperché il dolore la schiacciava.

La preghiera è stata il suo unico sostegno, stare accanto al Signore era il suo unico conforto.Diceva sempre: «Io sto sempre abbracciata a Gesù abbandonato». La sua vita era stata segnatadalla sofferenza: ancora giovanissima perse il padre nel crollo della miniera di zolfo; figlia unicarimase sola con la madre fin quando sposò un noto avvocato di Caltanissetta, che purtroppo mo-rì giovanissimo lasciandola con quattro figli. Ottima madre ha educato i figli alla fede autentica;il suo unico scopo pregare per loro perché vivessero sempre santamente.

Il 16 luglio, a completamento della novena alla Madonna del Carmelo a cui Francesca era par-ticolarmente devota, Maria l’ha accompagnata alla casa del Padre.

Cara Francesca, per te un ricordo in ogni nostro ritiro e tu prega per noi presso il Padre (Fa-miglia PETIX, Gruppo di Caltanissetta).

D’AMANZO GINA* 07-11-1916 – † 17-09-2012

del Gruppo di Veglie

La nostra sorella Gina, ha lasciato alle prime luci dell’alba del 17 settembre 2012 la terra perraggiungere il luogo della “festa senza fine”. È stato un distacco sereno, silenzioso, così come èstato il suo stile di vita. Aveva 95 anni, ma era giovane dentro.

Era entrata nell’Istituto alla Casa “Divin Maestro” di Ariccia il 2/11/1986 ed emise i voti per-petui il 12/9/1993 al Santuario di Loreto.

Orgogliosa della sua appartenenza all’Istituto “Santa Famiglia”, ella ha amato Maria, Reginadegli Apostoli con devozione singolare, sgranando numerosi rosari nella sua casa e in una chie-setta dove era custode.

Aveva una grande predilezione verso i sacerdoti. Nonostante la sua età e fino a quando le suecondizioni di salute lo permisero non mancava mai agli incontri dell’Istituto.

Nell’omelia delle esequie il sacerdote ha fatto notare ai suoi figli quanto amore ha avuto perloro, perché sono stati la sua gioia, il suo respiro, per non dire poi il bene verso i nipoti.

Era una mamma buona, una donna semplice, una donna che ha saputo capire e soffrire in si-lenzio; era la nostra nonnina del gruppo.

Tutti noi del Gruppo rendiamo grazie al Signore per questa sorella dalla cui testimonianza difede viva ed operante, emerge una vita vissuta all’insegna della bontà, della generosità, dell’umil-tà, della semplicità. Il Signore le conceda il premio che merita per le sue tante fatiche e preghie-re (Vito e Teresa CHIMIENTI).

Uniti nel suffragio e nell’intercessione

Page 53: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

Uniti nel suffragio e nell’intercessione

53

ATTENZIONE – Accogliendo l’espresso desiderio di molti membri della “Santa Famiglia”per continuare a offrire un contributo, secondo le proprie possibilità,

all’Istituto e all’Opera di S. Giuseppe di Spicello, comunichiamo le modalità di offerta:

Conto corrente postale intestato a “Istituto Santa Famiglia” - n° 95135000intestato a “Santuario San Giuseppe” - n° 14106611

Banca di Credito Cooperativo di Roma - Agenzia n. 1 - c/c bancario “Istituto Santa Famiglia”IBAN: IT34K0832703201000000034764

OPERA SANTE MESSE PERPETUESi tratta di 2400 Messe che ogni anno vengono celebrate dai Sacerdoti Paolini per tutti gliiscritti vivi e defunti.Tale Opera è stata voluta da don Giacomo Alberione come segno di riconoscenza versotutti coloro che aiutano gli apostolati della Famiglia Paolina.

Norme per l’iscrizione1. Ogni iscrizione si riferisce a una singola persona, sia viva che defunta.2. Per ogni iscritto si rilascia una pagellina-ricordo con il nome e la data d’iscrizione.3. Gli iscritti godono del beneficio di sei Sante Messe che ogni giorno vengono cele-

brate esclusivamente per loro.4. L’offerta per ogni iscrizione è di Euro 20,00 ed ha valore perpetuo.

Nota bene • Celebrazione di Sante Messe secondo le intenzioni dell’offerente: € 10,00.• Celebrazione di un Corso di Messe Gregoriane l’offerta è di € 350,00.

Inoltrare le prenotazioni delle intenzioni di Messe all’Istituto “Santa Famiglia”,Circonvallazione Appia 162 – 00179 ROMA – ccp n. 95135000.

MASIELLO CATERINA in CALAMITA* 07-12-1931 – † 07-07-2012

del Gruppo di Bari

Il Signore ha chiamato a sé l’anima della nostra sorella Caterina, dopo averla associata per lun-ghi anni alle sofferenze della Passione di Cristo. Con suo marito Francesco aveva fatto della suaattività nella tabaccheria il pulpito da cui annunciare il Vangelo alle persone che vi entravano.

Assidua nella partecipazione alle attività del Gruppo di Bari, finché la salute l’ha consentito,era sempre puntuale soprattutto all’ora di adorazione notturna.

Era entrata nell’Istituto insieme al suo sposo il 28/10/1990, era membro perpetuo dal23/9/2001. Aveva fatto della preghiera in famiglia o nei gruppi che frequentava la principale fon-te di arricchimento per la sua vita spirituale.

Il Signore l’ha certamente premiata per questa sua opera di evangelizzazione tipicamente pao-lina, nello spirito della nostra mirabile Famiglia, quello di annunciare il Vangelo ad ogni creatu-ra con i mezzi della comunicazione sociale (Responsabile del Gruppo).

Page 54: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus

54

Ricordo dei Defunti

Ottobre

RUBINI Alberto - 05/10/1992 - Grottaferrata (RM)

PALAZZO M. Giovanna - 06/10/2002 - Castelfranco Emilia (MO)

STRAZZERI Domenica - 07/10/1992 - Delia (CL)

ARCIONE Vincenzo - 07/10/2008 - Salerno

ARIXI Maria - 07/10/2009 - San Gavino (CA)

NARDIS Domenico - 08/10/1998 - Roma

MUNER Angelina - 09/10/2010 - Caneva di Tolmezzo (UD)

D’EUGENIO Franco - 11/10/2002 - S. Benedetto Del Tronto (AP)

CECCANTI GIUSEPPE - 12/10/2008 - Roma

MICELI Caterina - 13/10/2007 - Trapani

TIDEI Pietro - 17/10/2003 - Grottaferrata (RM)

LOCASTELLO Luigia - 19/10/2010 - Canicattì (AG)

PATERA Maria - 19/10/1998 - Veglie (LE)

FALAPPI Antonietta - 25/10/2007 - Milano

TRONO Bruno - 27/10/2011 - Copertino (LE)

CORIGLIANO Giovanna - 31/10/2006 - Salice Salentino (LE)

Novembre

ORTU Antonio - 01/11/1982 - San Gavino (Ca)

MEO Luigia - 04/11/2006 - Delia (Cl)

IOVINE Antonio - 04/11/2011 - Guardialfiera (CB)

MAGNANI Gabriella - 06/11/1974 - Rimini

RUSSO Rosaria - 06/11/1994 - Palermo

SARACENO Maria Pia - 08/11/2010 - Albano Laziale (RM)

BUSSETTI Pierfrancesco - 10/11/1985 - Roma

FERRACUTI Veronica - 11/11/1986 - Allumiere (RM)

MEO Calogero - 11/11/1997 - Delia (CL)

MESSINA Leonardo - 11/11/2007 - Moncalieri (TO)

PASQUALINI Ubaldo - 13/11/2010 - Ancona

BADELLINO Francesco - 16/11/2005 - Bra (CN)

SABA Amabilia - 18/11/1980 - Pabillonis (CA)

UGENTI Francesco - 18/11/1998 - Grumo Appula (BA)

DI TOMMASO Fiorano - 21/11/1980 - Lucrezia (PU)

ROSAVERDE Getulio - 22/11/1984 - Cartoceto (PU)

MILAZZO Concetta - 22/11/2008 - Serradifalco (CL)

MONADI Emilia - 23/11/2005 - Allumiere (RM)

MARCHI Antonio - 26/11/1995 - Trieste

BARTOLOTTA Liborio - 27/11/2000 - Caltanissetta

LATTANZIO Renato - 27/11/2000 - Montefalcone Nel S. (CB)

ORRU Salvatore - 27/11/1988 - Seneghe (OR)

CANTAGALLI Gina - 28/11/2005 - Roma

PAULUZZI Attilio - 28/11/2005 - Trieste

BARONE Pasqualina - 30/11/2010 - Delia (CL)

Dicembre

CAREDDU Romolo - 01/12/1998 - Cabras (OR)

FACCHINI Aurelio - 03/12/2006 - Firenze

MOLERI Lodovico - 06/12/2000 - Bariano (BG)

LA RIZZA Pasqualina - 07/12/2004 - Delia (CL)

SUPINO Claudia - 08/12/1999 - Salerno

VITALE Nicolino - 08/12/2000 - S. Maria Del Cedro (CS)

NARDIS Domenica - 09/12/2005 - Roma

ZECCA Luigi - 10/12/2011 - Veglie (LE)

CAPPELLA Giuseppe - 11/12/1995 - Palata (CB)

MIRAGLIA Immacolata - 11/12/1996 - Camerano (AN)

PALIERI Rodolfo - 11/12/2011 - Allumiere (RM)

PAULON Bruno - 15/12/2010 - Villaverla (VI)

ORRU Anna Maria - 16/12/2008 - Seneghe (OR)

FERRARA Mario - 20/12/1997 - Montefalcone (CB)

SALARIS Maria - 23/12/2007 - S. Vero Milis (OR)

CELLI Pietro - 24/12/2007 - Rimini

VATTOVANI Mario - 26/12/2003 - Trieste

CURTO Grazia - 26/12/2011 - Canicattì (AG)

MELOTTO Antonio - 27/12/1993 - Legnago (VR)

TOMMASINI Adelia - 27/12/1992 - Sistiana (TS)

BALINT Maria - 28/12/1986 - Gorizia

CAPUTO Fabiola - 29/12/2006 - Rocca Priora (RM)

STARA Liberata - 30/12/1994 - Oristano

MAGRO Salvatore - 31/12/2003 - Delia (CL)

Anniversario

Page 55: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus
Page 56: Gesù Maestro 4 2012 okk - PaolinItalia · È quanto si è prefissato don Alberione durante il famoso e storico mese di Eser-cizi Spirituali nel 1960-1962. L’espressione “Ut perfectus