Gestire Una Sofferenza Emotiva

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Spesso ciò che sta alla base dei due comportamenti alimentari diversi ha una base comune, ovvero sono entrambe strategie messe in atto per “gestire” una sofferenza emotiva… entrambe però a lungo andare creano ancora più malessere. Lʼobiettivo è di fargli vedere realmente quanto pesano e da dove o per quale motivo si sono ritrovati così, utilizzando colloqui e strumenti non solo nutrizionali ma anche psicologici. Il limite maggiore di questo programma, è che non mostra dopo 6 mesi o un anno come sono diventati. Questʼanno supera anche questo limite, nella nuova stagione riprende vecchi partecipanti per vedere ocme sono andati. Eʼ interessante vedere dopo un anno che obiettivi hanno raggiunto. Uno dei punti più critici nellʼ intraprendere un cambiamento alimentare, che comporta anche una perdita grande di peso o un aumento di peso, è la fase del mantenimento, ovvero una volta raggiunto il peso desiderato mantenerlo senza ricadere negli stessi errori. Spesso in questa fase, forse perchè si ha raggiunto lʼobiettivo e ci si sente più sicuri, forse perchè si sottovaluta la delicatezza del momento, ci si lascia andare a “trasgressioni alimentari” che di per sè non è che siano vietate ma il rischio è quello che da una scivolata si riprecipiti nelle abitudini scorrette. Quando si tratta di grandi cambiamenti, come appunto quello dello stile alimentare, si dovrebbero poi mantenere per tutta la vita, infatti le abitudini alimentari dovrebbero essere adeguate ad un mantenimento lungo. La dipendenza è patologica quando la persona percepisce il comportamento come incontrollabile e ricade sulle relazioni sociali o lavorative, comporta inoltre un eccessiva dispersione di tempo e infine non è presente solo in stati alterati ad esempio mania o derivante da altro. In pratica metto in atto un comportamento che mi da una sensazione piacevole o una ricompensa (con attivazione di correlati neuro fisiologici) e questo mi permette di reiterarlo, più lo faccio più lo voglio fare e i tempi tra una volta e lʼaltra si restringono. Il concetto di base è che ottengo qualcosa e la vogliono ottenere di più… Questo comportamento ha un sacco di “effetti collaterali” che però sul momento non vengono visti, perché cʼè la tendenza a fare valutazioni a breve termine cioè ottenere il premio ma non a lungo termine, ovvero le conseguenze negative che avrà la mia vita. Le conseguenze sono ad esempio la perdita di soldi, la perdita di lavoro, oppure a livello

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Spesso ciò che sta alla base dei due comportamenti alimentari diversi ha una base comune, ovvero sono entrambestrategie messe in atto per “gestire” una sofferenza emotiva…entrambe però a lungo andare creano ancora piùmalessere.Lʼobiettivo è di fargli vedere realmente quanto pesano e da dove o per quale motivo si sono ritrovati così, utilizzandocolloqui e strumenti non solo nutrizionali ma anche psicologici.Il limite maggiore di questo programma, è che non mostra dopo 6 mesi o un anno come sono diventati. Questʼannosupera anche questo limite, nella nuova stagione riprende vecchi partecipanti per vedere ocme sono andati. Eʼinteressante vedere dopo un anno che obiettivi hanno raggiunto. Uno dei punti più critici nellʼ intraprendere uncambiamento alimentare, che comporta anche una perdita grande di peso o un aumento di peso, è la fase delmantenimento, ovvero una volta raggiunto il peso desiderato mantenerlo senza ricadere negli stessi errori. Spesso inquesta fase, forse perchè si ha raggiunto lʼobiettivo e ci si sente più sicuri, forse perchè si sottovaluta la delicatezza delmomento, ci si lascia andare a “trasgressioni alimentari” che di per sè non è che siano vietate ma il rischio è quello cheda una scivolata si riprecipiti nelle abitudini scorrette. Quando si tratta di grandi cambiamenti, come appunto quello dellostile alimentare, si dovrebbero poi mantenere per tutta la vita, infatti le abitudini alimentari dovrebbero essere adeguatead un mantenimento lungo.La dipendenza è patologica quando la persona percepisce il comportamento come incontrollabile e ricade sulle relazionisociali o lavorative, comporta inoltre un eccessiva dispersione di tempo e infine non è presente solo in stati alterati adesempio mania o derivante da altro. In pratica metto in atto un comportamento che mi da una sensazione piacevole ouna ricompensa (con attivazione di correlati neuro fisiologici) e questo mi permette di reiterarlo, più lo faccio più lo vogliofare e i tempi tra una volta e lʼaltra si restringono. Il concetto di base è che ottengo qualcosa e la vogliono ottenere dipiù… Questo comportamento ha un sacco di “effetti collaterali” che però sul momento non vengono visti, perché cʼè latendenza a fare valutazioni a breve termine cioè ottenere il premio ma non a lungo termine, ovvero le conseguenzenegative che avrà la mia vita. Le conseguenze sono ad esempio la perdita di soldi, la perdita di lavoro, oppure a livelloredazionale perdita di relazioni sociali o rotture di relazioni.Per le dipendenze da sostanze la spiegazione è solitamente attribuita a difficoltà nel superare momenti difficili di vita, loscappare o evitare una realtà dolorosa o la difficoltà nella gestione di emozioni o di stress.Lʼaltra sera guardavo una puntata di “Teenager in crisi di peso”, in questa puntata la ragazza doveva perdere 45 kg. Giàdallʼinizio risultava evidente che il sovrappeso derivasse da un qualcosa di psicologico, cioè ci fosse un meccanismo

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inceppato, su qualche desiderio o bisogno non ascoltato (la madre lʼaveva lasciata in adozione appena nata alla ziaperché non se la sentiva di occuparsene).Questa ragazza in poco più di 100 giorni doveva perdere il peso stabilito, un obiettivo molto importante, da raggiungereattraverso sport e alimentazione corretta con lʼaiuto e supervisione di un coach. Ma fin dallʼinizio risulta chiaro che laragazza facesse fatica a perdere peso a causa dellʼatteggiamento negativo, come se fosse partita già sconfitta. Infatticapitava che non finisse il training sportivo , spesso aveva un atteggiamento conflittuale con il coach.Come mai, nonostante volesse dimagrire, poi non riusciva a perseguire lʼobiettivo?La ragazza tende a rinchiudersi in sè e ad avere lʼidea che non ce la può fare, questo tipo di atteggiamento inciderà inmaniera negativa sulla riuscita, è come la profezia che si auto-avvera, la ragazza fallirà!Questo atteggiamento negativo deriva da autostima bassa e lʼidea di valere poco nella vita, probabilmente ci sono statifallimenti precedenti che sono stati tutti attribuiti ad un errore personale da lei e quindi lei non potrà altro che fallire!In altre parole ci può essere capitato di non portare a termine qualcosa o non raggiungere lʼobiettivo e che questofallimento venisse caricato di troppa importanza, tanta da andare a minare il valore personale. Le volte successive in cuici troveremo in difficoltà nel raggiungimento dellʼobiettivo, tenderemo a giustificarci il lasciar perdere perchè avremolʼalibi del “tanto io non ce la faccio“, ma se guardiamo bene la cosa, non ce lʼho fatta una volta! se continuo cosi attiveròun circolo vizioso dal quale difficilmente uscirò e quindi andrà solo che peggiorando.Nel caso della ragazza, il coach si è accorto di questo problema e lʼha inviata da una psicologa, che lʼha aiutata asbloccare quellʼingranaggio inceppato e ridarle un pò di motivazione, semplicemente mettendo come obiettivo sè stessa.Un altro aspetto che emerge ma non viene sottolineato in quella puntata è il fatto che lei mangi di nascosto, che sgarri ladieta e che fatto una volta lo continui a fare, anche questo incide in realtà molto, sul discorso che facevamo sopra delfallire, questo è un autosabotaggio.Ma se ci pensiamo bene perchè dovrei autosabotarmi? In parte perchè il meccanismo è automatizzato, sono abituata agestire le emozioni in questo modo, mangio! dallʼaltra perchè ho troppa paura del cambiamento.Uscendo un attimo dallʼesempio, questo aspetto dello sgarrare la dieta è importantissimo! chiunque si metta a dietaappena sgarra pensa “ormai ho sgarrato quindi mollo la dieta”, “oppure anche ieri ho mangiato un biscotto in più chevuoi che cambi”..questo non va bene! Questo sistema di crearsi degli alibi per cui poi sono giustificata fare cose che nondovrei non è corretto ed è controproducente..ci stiamo prendendo in giro.Se faccio una dieta per chi la faccio? per me, quindi se boicotto la dieta, chi boicotto? sempre me! quindi piuttosto che

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sabotarsi, starci male, fallire, essere giustificata a mangiare di più perchè me lo sono già concessa…cambiamo modo divedere le cose! Sgarro un giorno? penserò ” vabbè, oggi ho sgarrato, ora rimettiamoci in riga!“, capita di inciamparebisogna solo rialzarsi!Questo tipo di pensiero negativo spesso non viene riconosciuto, perché si è abituati ad utilizzarlo, e perché forse “cipiace crogiolarci nel fallimento”…cioè cʼè spesso un vantaggio secondario, che magari non riconosciamoimmediatamente ma che otteniamo con questo comportamento. In parte, come dicevo prima, cʼè anche la paura dicambiare, ma in parte è semplicemente che non voglio mollare il mio bozzolo anche se disfunzionale, perché così ho piùattenzione, perché a fare la “vittima” tutti mi aiutano, perchè sono bloccata in questo stato…Come si vede anche dallʼepisodio che stavo raccontando prima, la ragazza non voleva cambiare perchè aveva paura eperché le faceva comodo essere quel tipo di persona li, anche se con molta sofferenza!In realtà, non raggiunge lʼobiettivo di 45 kg ne perde un poʼ meno, ma ne guadagna in autostima, riesce a raggiungereobiettivi più importanti per lei perché ha sbloccato quel meccanismo che non le permetteva di mettersi in gioco,.Lo so che è un programma tv che le cose sono diverse. Ma io credo, forse perché lo guardo con occhi da psicologa, checi sia della verità, nel senso che lo si vede anche nei pazienti in studio, che finchè non si sblocca quello specificomeccanismo che è dentro di loro, e loro stessi diventano lʼobiettivo della cura o del percorso è difficile ottenere uncambiamento.