geometra · bligato, nel caso di cantiere tem-poraneo o mobile interessato da lavori di scavo, ......

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Bimestrale - Direttore responsabile VITTORIO SUTTO GEOMETRA dimensione 06 2014 novembre dicembre Organo ufficiale del Comitato Regionale dei collegi dei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia

Transcript of geometra · bligato, nel caso di cantiere tem-poraneo o mobile interessato da lavori di scavo, ......

Bimestrale - Direttore responsabile VITTORIO SUTTO

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Organo ufficiale del

Comitato Regionale

dei collegi

dei Geometri e

Geometri laureati del

Friuli Venezia Giulia

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4 EDITORIALE Sicurezza cantieri significa anche fare attenzione ad eventuali residuati bellici

di Vittorio Sutto

6 SICUREZZA La B.O.B.: la bonifica da ordigni bellici preventiva

di Antonio Tieghi

14 PROFESSIONE Il Friuli-Venezia Giulia: regione della conoscenza?

di Elio Miani

20 L'Osservatorio del Triveneto "progetta" il futuro di Nicla Manetti

26 MEDIAZIONE Convenzione firmata tra Confartigianato Regionale e GEO-C.A.M. Udine

di Renzo Fioritti

30 LA PAGINA DEI GIOVANI Il futuro delle stampanti "3D" di Manuel Milone (Ist. "N. Pacassi" di Gorizia)

34 La bioarchitettura e lo sviluppo sostenibile per un futuro migliore di Federica Zin (Ist. "N. Pacassi" di Gorizia)

38 Il drone per i Geometri di Giacomo Macor (ITG "G. Marinoni" di Udine)

42 La voce di una praticante di Federica Martinig

44 CULTURA Decorare il tempo

di Ennia Visentin

50 FORMAZIONE Calendario di Corsi e Seminari di Formazione in Regione

a cura della redazione

52 ATTIVITA' DEL COLLEGIO DI UDINE Una donna alla presidenza del Consiglio di Disciplina per il Collegio dei Geometri della Provincia di Udine

di Nicla Manetti

56 CURIOSITA' & ALTRO Per sorridere un po'... a cura della redazione

Indice

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Sicurezza cantieri significa anche fare attenzione ad eventuali residuati belliciIl prezioso ruolo del Genio Guastatori di Udine (Caserma Berghinz)

di Vittorio Sutto

Editoriale

Sembra incredibile ma ogni giorno ci rendiamo conto di quanti guai ha saputo costruire l'uma-nità e soprattutto l'umanità europea in quel se-colo appena trascorso che è stato il novecento.Uno studioso lo ha chiamato "il secol breve" ma le conseguenze sono ben lunghe. Tra le al-tre, per entrare subito in argomento, un'infini-ta serie di ordigni della prima e della seconda guerra mondiale, alcuni dei quali ancora disse-minati nella nostra pianura tra Piave e Isonzo.Il Genio Militare ci riferisce che si attuano mediamente duemila interventi all'anno di bonifica. Ma sono cifre dei 2013 e 2014, mica del dopoguerra!Il Genio guastatori interviene e fa brillare gli ordigni che infestano i cantieri e raccomanda (ci dicono alla Caserma Berghinz di Udine) che assolutamente al minimo sospetto, i la-vori debbono essere sospesi e la zona deve essere isolata, fino all'intervento degli ope-ratori specializzati che bonificheranno l'area.Fuori luogo gli allarmismi. Ma e' inopportu-no non tenere in considerazione una sorta

di soglia prudenziale perchè il pericolo è ve-ramente reale, anche se sono passati tanti anni ed erroneamente si potrebbe credere che tutto è finito.Il Genio Guastatori opera con professionalità e non intende spargere falsi allarmi ma tutti gli operatori dei cantieri, dal capocantiere al manovale, debbono sapere che ritrovamenti è ancora possibile farne.La sorpresa -ci informa ancora il Genio- è che sono attive ancora le cariche pericolosissime dell'insidiosa iprite, soprattutto in zona Piave.Siamo a raccontare in questi mesi il centena-rio della prima guerra mondiale e guarda un po' che cosa stiamo dicendo!Nessun allarmismo comunque, ribadiamo, ma nessuna sottovalutazione di un problema reale.E un indirizzo di stima e di gratitudine al Genio Guastatori della Caserma Berghinz di Udine che sta svolgendo in silenzio un lavoro fondamentale.Un grazie anche per queste notizie che ci forniscono e che il Geometra tra i primi deve sapere.

Vittorio Sutto

Nota di redazioneA commemorazione dei 100 anni dall'entrata in guerra dell'Italia, dedichiamo le copertine del prossimo anno 2015 di pubblicazione della nostra rivista al

seguente tema:LUOGHI E OPERE BELLICHE '15-'18

Sono gradite foto inviate direttamente alla redazione, avendo l'accortezza di chiedere l'autorizzazione ai proprietari per la pubblicazione

al fine di rispettare la normativa sulla privacy.Si ricorda, inoltre, che per poter essere utilizzate come copertina,

le foto vanno predisposte in senso verticale

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La B.O.B.: la bonifica da ordigni bellici preventivaNella fase di redazione del PSC è obbligatoria la valutazione del rischio dovuto alla presenza di ordigni bellici inesplosi

di Antonio Tieghi

Sicurezza

L’argomento dell’interazione del

cantiere con il sito e il contesto

ambientale si riferisce all’impatto

del cantiere sotto il profilo pre-

venzionistico con il luogo di ese-

cuzione dei lavori.

Le problematiche connesse alle

interferenze del cantiere con

il sito e l’ambiente circostante

sono di competenza sia del Coor-

dinatore per la Progettazione che

dell’impresa affidataria e delle

imprese esecutrici. Il primo, se-

condo il punto 2.2.1 dell’allegato

XV del D.Lgs. 81/08 e successive

modifiche, è tenuto, nell’ambito

della redazione del proprio Piano

di Sicurezza e Coordinamento, ad

analizzare i rischi in riferimento:

=alle caratteristiche dell’a-

rea di cantiere;

= all’eventuale presenza di

fattori esterni che compor-

tano rischi per il cantiere;

= agli eventuali rischi che le

lavorazioni di cantiere pos-

sono comportare per l’a-

rea circostante;

Avendo cura di indicare, per ogni

fattore di rischio individuato:

= le scelte progettuali ed or-

ganizzative, le procedure,

le misure preventive e pro-

tettive richieste per elimi-

nare o ridurre al minimo i

rischi di lavoro;

= le misure di coordinamen-

to atte a realizzare quanto

indicato al punto prece-

dente.

I datori di lavoro delle imprese

esecutrici, d’altro canto, hanno

comunque l’obbligo curare (sia

in presenza che in assenza di un

piano di sicurezza e coordinamen-

to), secondo l’art. 95 del D.Lgs.

81/2008, le interazioni con le atti-

vità che avvengono sul luogo o in

prossimità del cantiere.

La contestualizzazione del can-

tiere al sito, sia a livello urbano

o extraurbano a livello locale,

condiziona non poco le scelte

tecnologiche dell’intervento ed

organizzative del cantiere, tanto

che sarebbe un errore grave non

tenerne conto sin dalla fase della

progettazione dei lavori.

Lo studio del sito nel quale andrà

ad inserirsi temporaneamente il

cantiere dovrà mirare al raggiun-

gimento di un equilibrato rappor-

to tra cantiere e contesto am-

bientale.

Antonio Tieghi

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Ogni interferenza rilevata attra-

verso le indagini che di volta in

volta si riterranno più opportune

effettuare dovrà essere valutata e

di conseguenza andranno ricerca-

te le soluzioni tecnico-organizzati-

ve (da parte del coordinatore per

la progettazione).

La fase di rilievo dei vari fattori

che influiscono sul rapporto can-

tiere ed ambiente è delicatissima

e richiede sopralluoghi specifici e

indagini presso varie autorità.

Nel corso della Seconda Guerra

Mondiale, RAF (Royal Air Force)

e USAF (United States Air Force)

sganciarono complessivamen-

te un milione di bombe sull'Ita-

lia (più di 350 000 tonnellate di

esplosivo). Le aree con importan-

ti obiettivi strategici quali ponti,

linee ferroviarie e zone industriali

vennero ripetutamente attaccate,

ma molte bombe non esplosero

come previsto ed una frazione

consistente (10%) non esplose

del tutto.

Nel migliore dei casi, una bomba

su quattro potrebbe essere anco-

ra da recuperare, ovvero l’equiva-

lente di 250.000 ordigni per il ter-

ritorio nazionale. Un recente stu-

dio per la zona circostante obbiet-

tivi sensibili dei bombardamenti

aerei quali ponti stradali, ponti

Sotto:

Ogiva trovata in cantiere

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ferroviari, magazzini munizioni,

ecc., ha mostrato come una fra-

zione significativa (15-18%) delle

bombe d’aereo lanciate fosse do-

tata di spolette a tempo ritardato.

Queste ultime erano preparate

a scopo terroristico per causare

danni anche a distanza di giorni

dalla data del bombardamento,

quelle inesplose sono tuttora di

particolare pericolosità in caso di

spostamento accidentale.

La scoperta accidentale di una

bomba inesplosa in un cantiere

provoca, per le imprese coinvol-

te nelle lavorazioni, onerosi ritardi

e disagi legati all’interruzione dei

lavori, ecco perché nella fase di

pianificazione di infrastrutture ed

interventi sul territorio, la dispo-

nibilità di una base dati e la stima

della distribuzione spaziale del ri-

schio possono permettere a sog-

getti pubblici o privati di ottimizza-

re ad esempio le attività di rilievo

geotecnico e evitare il blocco dei

lavori in fase di costruzione avan-

zata.

A tal fine riveste notevole im-

portanza eseguire monitoraggi

geofisici ed indagini strumentali

preventivi, in fase cioè di proget-

tazione preliminare, su aree ove

si sospetta possano essere pre-

senti ordigni esplosivi residuati

bellici.

Negli ultimi anni in particolare du-

rante le attività di scavo connesse

A destra:

Intervento dei Carabinieri

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con la realizzazione di opere pub-

bliche si sono ripetuti con costan-

za ritrovamenti di ordigni bellici

inesplosi.

Tale circostanza ha confermato

che l’attività di bonifica è utile per

garantire i lavoratori dei cantieri

temporanei e mobili dal rischio di

esplosione derivante dall’attiva-

zione accidentale di ordigni esplo-

sivi residuati bellici, ovviamente

nelle aree che presentano da un

punto di vista storico e probabi-

listico un rischio bellico residuale

documentato.

La legge 1 ottobre n° 177/2012

è intervenuta apportando l’en-

nesima modifica/integrazione al

D.lgs. 81/08, introducendo delle

sostanziali novità nell’ambito del-

la valutazione dei rischi relativa ai

cantieri temporanei o mobili inte-

ressati da attività scavo.

L’art. 1 c/b, riportante modifiche

all’art. 91 del D.lgs 81/08; in sinte-

si il Coordinatore per la sicurezza

in fase di progettazione è ora ob-

bligato, nel caso di cantiere tem-

poraneo o mobile interessato da

lavori di scavo, nella fase di reda-

zione del PSC, alla valutazione

del rischio dovuto alla presen-

za di ordigni bellici inesplosi.

La valutazione preliminare rischio

bellico residuale di un determina-

Sotto:

Messa in sicurezza dell'area

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to sito progettuale, obbligo legi-

slativo diretto, comprende tutte

quelle attività preliminari neces-

sarie per definire la necessità di

prevedere una successiva messa

in sicurezza convenzionale su sito

o su di una porzione d’area a ri-

schio.

La bonifica preventiva o precau-

zionale da ordigni esplosivi com-

prende il complesso di attività

volte a ricercare, localizzare, in-

dividuare, scoprire, esaminare,

disattivare o neutralizzare un ordi-

gno inesploso.

Gli interventi, possono suddivi-

dersi in diversi aspetti procedu-

rali:

= la bonifica occasionale,

per motivi connessi con

la salvaguardia della vita

umana o la pubblica utili-

tà, a seguito del ritrova-

mento di ordigni esplosivi

rinvenuti in superficie o

parzialmente interrati. Alle

bonifiche occasionali prov-

vedono gli Artificieri dei

Reparti del Genio Militare

competenti;

= la bonifica sistematica a

scopo preventivo su aree

in cui si presume la pre-

Sotto:

Protezione provvisoria dell'ordigno in attesa degli

artificieri

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senza di ordigni interrati

o non individuabili a vista.

Si tratta di attività affidata

a ditte civili specializzate

nel settore avvalendosi del

supporto tecnico della For-

za Armata (Direzioni Genio

Militare e Comandi Genio).

Ciò riguarda la cosiddetta bonifi-

ca sistematica perché ogni inter-

vento connesso con l’attività mi-

litare che si rendesse necessario

per il ritrovamento occasionale

di ordigni di ogni specie non può

che competere esclusivamente

all’amministrazione della difesa,

per l’aspetto tecnico, ed alle pre-

fetture per i loro compiti istituzio-

nali in materia di sicurezza pub-

blica quando si tratti di interventi

occasionali.

È da specificare che la bonifica

sistematica porta solo all’indivi-

duazione degli eventuali ordigni

inesplosi presenti nel sottosuolo,

una volta individuati si deve chia-

mare la locale stazione dei Cara-

binieri o la Prefettura che prov-

vederanno a metter in sicurezza

l’area e a contattare gli artificieri

del Genio Militare.

La ricerca (come sarebbe meglio

definirla) degli ordigni bellici a se-

conda delle profondità a cui deve

essere eseguito lo scavo può es-

sere profonda o superficiale, con

costi ovviamente diversi.

L’art. 1 c/b inerente l’obbligo di-

retto a carico del CSP di proce-

dere alla valutazione preliminare

rischio bellico residuo in ogni nuo-

Sopra:

Intervento degli artificieri (dopo due mesi) - Innesco di tritolo per fare esplodere l'ordigno

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va opera, attività atta a definite

l’eventuale necessità di procede-

re o meno con successive opera-

zioni di bonifica bellica, da inseri-

re in sede di progettazione come

onere di sicurezza, non soggetto

a ribasso.

Nel merito l’emendamento del

D. Lgs 81/2008 per “ordigni resi-

duati bellici” prevede le seguenti

modifiche:

a) obbligo diretto a carico del C.

S. P. (Coordinatore per la Sicu-

rezza in fase di Progettazione)

di eseguire la valutazione pre-

liminare del rischio bellico re-

siduale in un’ area progettua-

le;

b) previsione a cura del C. S. P.

di idoneo quadro economico

relativo alla bonifica ordigni

residuati bellici;

c) inserimento di tale importo

negli oneri di sicurezza, per-

tanto non soggetti a ribasso in

sede di gara;

d) predisposizione di un nuovo

sistema di qualificazione per

imprese specializzate nella

bonifica bellica.

Va detto che ad oltre un anno e

mezzo dall’approvazione della

legge manca ancora una precisa e

Sopra:

Posa dell'ordigno in una fossa per contenere gli

effetti dell'esplosione

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puntuale regolamentazione delle

imprese autorizzate alle operazio-

ni di bonifica con la conseguenza

che oggi, chiunque, può improv-

visarsi esperto del settore e ope-

rare liberamente pur non avendo

le necessarie capacità professio-

nali e organizzative ed è per que-

sto motivo che sono numerosi i

ritrovamenti di ordigni inesplosi

in cantieri dove evidentemente la

bonifica sistematica e preventiva

non è stata adeguatamente fatta.

La Valutazione del rischio, da ri-

portare obbligatoriamente nel

PSC, amplia le competenze del

Coordinatore per la progettazione

in fase di progettazione anche ad

un ambito che sino ad ora non era

mai stato di sua competenza: la

stima preventiva della possibilità

di rinvenire ordigni, in relazione al

sito, alla profondità di scavo, alla

tipologia dell’opera. E poi even-

tualmente alla successiva Bonifi-

ca bellica con le modalità e pre-

scrizioni imposte dai geni militari

competenti per territorio.

Inevitabilmente gli oneri per la

BOB ricadranno negli oneri per

la sicurezza non soggetti a ribas-

so d’asta; anche questa situazio-

ne determina una novità assoluta

per le committenze e i coordina-

tori per la progettazione, i quali

dovranno stimare tali costi nei

PSC.

Sotto:

Scheggia dell'ordigno dopo l'esplosione

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Il Friuli-Venezia Giulia: regionedella conoscenza?Nasce in regione una nuova forma di associazionismo

di Elio Miani

Professione

Viviamo un periodo storico che pone

notevoli ostacoli nello svolgimento

della nostra professione intellettuale

ma questo deve essere di stimolo per

ricercare opportunità e alternative che

ci consentano, tracciando nuovi per-

corsi, di superare le difficoltà.

Vorrei prendere lo spunto per queste

riflessioni dal Forum che lo scorso 15

settembre si è svolto all’Auditorium del

Palazzo della Regione a Udine presen-

ti, oltre alla presidente della Regione

Debora Serracchiani, il presidente di

Area Science Park Adriano De Maio,

le Università di Udine e Trieste con il

pro-rettore vicario Angelo Vianello ed

il rettore Maurizio Fermeglia, i presi-

denti di Confartigianato FVG e Con-

findustria Udine con Graziano Tilatti e

Matteo Tonon, il sociologo Gian Paolo

Prandstraller ed il presidente di CUP

Udine Romeo La Pietra.

I professionisti in regione sono 42.102,

rappresentati da 23 tra ordini e collegi

con 13.287 appartenenti all’area tec-

nica, 20.763 all’area sanitaria e 7.699

Elio Miani

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A destra:

Il presidente di CUP Udine Romeo La Pietra e il

presidente della regione FVG Debora Serracchiani

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a quella sociale e giuridica, l’obiettivo

deve essere quello di metterli in rete,

nella consapevolezza che, tutti assie-

me, si possa fornire un contributo de-

terminante al rilancio delle competitivi-

tà del territorio.

Necessita però trovare forme diverse

per far convivere realtà con esigenze

che, seppur diversificate fra di loro,

possono avere dei punti di contatto e

sinergia che devono essere sviluppate.

Il fenomeno dell’associazionismo pro-

fessionale si è configurato concreta-

mente in Italia negli anni ’90 del se-

colo scorso, in concomitanza con una

situazione molto pericolosa per le pro-

fessioni intellettuali: ossia il tentativo

(posto in atto da alcuni settori della po-

litica, appoggiati da certe forze socia-

li) di abolire gli Ordini, eliminare ogni

controllo sull’ingresso degli aspiranti

nelle professioni; in pratica di aprire

la strada all’accesso di chiunque al si-

stema professionale, senza adeguato

controllo sui requisiti conoscitivi dei

candidati.

A questo tentativo le professioni ordi-

nistiche hanno opposto una strategia

di difesa basata sulla stretta collabora-

zione tra le professioni, ad evitare che i

saperi specialistici incorporati nelle sin-

gole professioni venissero cancellati.

Tale forma di difesa ha impedito che

un patrimonio cospicuo di conoscenze

e di strutture intellettuali fosse disper-

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Sopra:

Il tavolo dei relatori e, nella pagina accanto, il nutrito

pubblico in sala.

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so ed il paese fosse lasciato privo di

quelle competenze che gli consentono

di offrire prodotti e servizi competitivi,

proprio in un momento in cui la co-

noscenza, in tutto il mondo avanzato,

diventava mezzo di produzione ricono-

sciuto e insostituibile.

Poco dopo i professionisti costitui-

rono i Comitati Unitari delle Profes-

sioni (CUP), cioè associazioni di rap-

presentanza di livello nazionale degli

Ordini e dei Collegi, aventi lo scopo

di coordinare la presenza degli enti

rappresentativi delle professioni li-

berali e implicitamente di salvare

i saperi specifici che su cui esse si

fondavano . La costituzione dei CUP

ha dato una forza notevole al lavoro

intellettuale rispetto alle entità poli-

tiche e sociali che non ne capivano

l’importanza ed anzi lo osteggiavano

tacciandolo di essere forme corpora-

tive.

La crisi iniziata nel 2008 ha gravemen-

te ridotto le potenzialità economiche

delle professioni che hanno reagito

alla perdita subita implementando il

numero delle funzioni di rilevante peso

sociale, oggi visibili a tutti gli osserva-

tori attenti. Attualmente le professioni

sono in netta ripresa e stanno rivendi-

cando un ruolo di primo piano nell’e-

conomia del paese; sono la forza che

sostiene e rivendica il principio chiave

che la conoscenza scientifico-tecnica

è il volano fondamentale della produ-

zione.

La novità annunciata durante il Fo-

rum, da tempo in elaborazione dai

componenti del CUP Udine, è la co-

stituzione dell’Associazione profes-

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sionisti per il Friuli Venezia Giulia che

è un sodalizio che vuole essere una

voce unitaria del mondo professiona-

le della regione, con l’intento di an-

dare oltre i rigidi schemi degli ordini

e dei collegi, aprendosi sia ai singoli

iscritti che agli altri organismi di cate-

goria (quali le associazioni e i sindaca-

ti dei professionisti) e, cioè, verso tut-

te le forme associative che s’ispirano

all’idea: la conoscenza è condizione

essenziale di tutti i processi produt-

tivi.

Evidente è l’innovazione introdot-

ta rispetto alle entità associative

precedenti. Nasce infatti un’asso-

ciazione estesa, che include tutte

le forme del lavoro professionale,

molto al di là degli Ordini e dei Col-

legi.

Augurandoci che la nuova struttura

abbia successo, si creerà nel Friuli Ve-

nezia Giulia una importante forza rap-

presentativa che agirà come gruppo

sociale unitario sulla società e sull’e-

conomia della Regione difendendo e

portando avanti un valore fondamen-

tale: la conoscenza.

Un “prototipo” che potrebbe essere

imitato in altre Regioni; uno di quegli

esperimenti che possono modifica-

re il panorama socio-politico italiano,

ispirando la legislazione sul lavoro e le

decisioni dell’esecutivo riguardanti la ri-

cerca scientifica, la scuola, l’università,

i politecnici, i centri di ricerca, ecc., cioè

tutte le istituzioni senza le quali nessu-

na società può essere oggi competitiva

e presente negli snodi fondamentali

dell’economia e della vita civile.

Sopra e nella pagina accanto:

Il cordiale confronto tra il presidente CUP Udine

La Pietra e il governatore FVG Serracchiani.

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Significativo è il fatto che il mondo

produttivo (artigianato, PMI e indu-

stria) sia al fianco delle professioni

intellettuali perché si tratta di avviare

una riflessione comune sulle strategie

più opportune per cercare di restituire

competitività alla regione.

Dobbiamo essere consapevoli, non

solo come numeri ma anche per la

pervasività del nostro lavoro, che ri-

guarda e attraversa tutti i settori che

operano nella conoscenza, di poter

dare un contributo non secondario allo

sviluppo economico e sociale.

La nostra regione dispone di accredi-

tate università, di centri di ricerca di

livello internazionale, di parchi scienti-

fici, di una imprenditoria dalle dimen-

sioni opportune e di un sistema pro-

fessionale integrato e diffuso in tutto il

territorio e quindi può certamente am-

bire ad essere un polo di riferimento a

livello nazionale ed internazionale.

Noi geometri siamo in prima linea in

questo progetto ed abbiamo sotto-

scritto l’atto costitutivo come Comita-

to Regionale proprio per maggiormen-

te significare la forza di coesione che

ci deve essere fra noi.

Sarà presto pubblicato, sui siti dei

collegi provinciali, lo statuto dell’As-

sociazione e le modalità di adesione

per coloro che vorranno partecipare

a questo progetto ed al riguardo si fa

presente che l’scrizione sarà a titolo

gratuito.

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L'Osservatorio del Triveneto"progetta" il futuroDare nuove possibilità ai Collegi per interagire con gli iscritti

di Nicla Manetti

Professione

L’Osservatorio Geometri Triveneto è

costituito da un gruppo di Libere pro-

fessioniste Geometra che ricoprono,

ruoli di responsabilità in seno ai Collegi

Provinciali del Triveneto e si prefigge di

affrontare adeguatamente i problemi at-

tinenti le difficoltà specifiche dei giovani

e delle donne della categoria che indu-

cono all’abbandono degli albi e, di con-

seguenza, della Cassa di Previdenza.

Attraverso incontri, valutazioni, analisi,

indagini, con il costante e benemerito

supporto dei Collegi del Triveneto, ven-

gono individuate le maggiori difficoltà

e proposte alcune soluzioni.

L’esito di queste attività è stato presen-

tato il 23 marzo 2012 a Padova con il

“CONVEGNO SUL WELFARE DI CA-

TEGORIA” ; il 13 maggio 2013 a Rimi-

ni al “CONGRESSO NAZIONALE DEI

GEOMETRI E GEOMETRI LAUREA-

TI” ; il 27 novembre 2013 a Roma al

“COMITATO DELEGATI DELLA CAS-

SA DI PREVIDENZA DEI GEOMETRI”.

Emerge chiaramente, in definitiva, che

tale attività debba proseguire con lo

scopo di promuovere e salvaguardare

la categoria professionale dei Geome-

tri proprio in quell’ambito “più debo-

le”; ciò confermato da diversi studi,

tra cui quello del Consiglio Superiore

della Magistratura, che indica come le

“quote di genere” costituiscano una

tappa fondamentale per ottenere una

partecipazione equilibrata delle donne,

dei giovani e degli uomini, ai processi

decisionali, oltre ad essere elemento

di giustizia sociale e condizione ne-

cessaria al miglioramento della società

democratica nel difficile percorso che il

nostro Paese sta attraversando ormai

da diversi anni.

Anche il “Terzo Rapporto sulla Previ-

denza Privata Italiana 2013” evidenzia

che nell’area tecnica (geometri, archi-

tetti, ingegneri, periti industriali, biolo-

gi) le donne professioniste che si sono

iscritte sono aumentate del 28,70%

contro il 7,38% degli uomini, registran-

do per l’anno 2013 un +2,52% contro

un + 0,02% dei colleghi maschi.

La commissione ristretta dell’Osserva-

torio Geometri del Triveneto ha avuto

un primo incontro nel mese di aprile

c.a. con il Presidente del Consiglio Na-

zionale, geom. Maurizio Savoncelli, per

sottoporre all’attenzione del Consiglio

Nazionale risultanze e proposte.

Il Presidente si è dimostrato interes-

sato invitando a formulare, in concreto,

Nicla Manetti

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dei progetti, i quali sono stati presen-

tati dalla commissione ristretta nell’in-

contro del 23 ottobre c.a. al Presiden-

te stesso, il quale ha manifestato il suo

compiacimento per il lavoro svolto.

- - -

I progetti elaborati, che attendono sol-

lecite decisioni da parte del Consiglio

Nazionale sono i seguenti:

1. PROGETTO DI COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO PARI OPPORTUNITA’ IN SENO AL CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI

2. POLITICHE EUROPEE

Vengono di seguito prospettati i pro-

getti in questione perché possano ve-

nire recepiti, discussi e partecipati da

tutti i Geometri dei nostri Collegi.

Per quanto riguarda il primo punto,

ha l’obiettivo della costituzione di una

Commissione Parità di Genere, con

sede operativa presso il Consiglio Na-

zionale il cui Presidente la presiede.

Le sei componenti la Commissione

sono nominate dallo stesso Consiglio

Nazionale, che dovrà individuarle tra

le consigliere di Collegio e le delega-

te Cassa al fine di creare un rapporto

stretto con la base e almeno una volta

all’anno la Commissione riunirà le con-

sigliere dei Collegi e le delegate Cassa

per informarle del lavoro svolto e rece-

pire consigli e nuove idee.

La costituzione di una Commissione

Parità di Genere è sicuramente pre-

minente anche perché costituisce, in

qualche modo, una debita “sanatoria”

rispetto alla scarsa considerazione che

si è data nel passato alla “questione

femminile”. In questa maniera si vuo-

le adeguare la categoria professionale

all’importanza che le donne, ma anche

i giovani geometri, sono venute acqui-

sendo nella società in generale e nelle

professioni in particolare.

Qui di seguito si elencano i compiti del-

la istituenda Commissione Nazionale

“Parità di Genere”:

= Promuovere la costituzione

in tutti i Collegi Provinciali della

“Commissione Parità di Genere” e

della “Commissione Giovani Geo-

metri” per diffondere e dare valore

alle differenze di genere;

= Redigere un’anagrafica provincia-

le delle Colleghe iscritte a ciascun

Collegio e individuarne la Collega

referente;

= Offrire la propria “vision” al

CNG, ogni qualvolta esso sia inte-

ressato da tematiche di genere;

= Coordinare l’attività di promo-

zione di progetti mirati a favorire

effettive condizioni di pari oppor-

tunità nell’accesso e nella crescita

dell’attività professionale, anche in

collegamento ad iniziative di altri

organismi analoghi operanti a livel-

lo istituzionale e locale che già si

occupano di parità di genere;

= Elaborare codici di comporta-

mento diretti a specificare rego-

le di condotta conformi alla parità

e ad individuare manifestazioni

anche indirette di discriminazio-

ne;

= Realizzare indagini e ricerche a

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campione sul territorio italiano in

coordinamento con i Collegi e/o

con gruppi di lavoro regionali o in-

terregionali;

= Promuovere la figura della Don-

na Geometra e individuare per-

corsi atti a vedere ridurre la disper-

sione delle iscritte nei primi anni di

professione;

= Predisporre annualmente un bi-

lancio del lavoro messo in atto,

nella previsione di vedere ridurre

la dispersione di giovani colleghe/i

che abbandonano la libera profes-

sione;

= Individuare forme di sostegno e

iniziative per la formazione di una

cultura di rappresentanza femminile

negli organi istituzionali tramite l’at-

tuazione di regolamenti che discipli-

nano l’ordinamento di categoria;

= Promuovere l’attenzione e age-

volare la presenza di professioni-

ste di sesso femminile negli organi

di governance istituzionale.

La presenza delle donne nella elabora-

zione delle strategie e delle politiche

nell’ambito dei Collegi comporta un

consistente arricchimento qualitativo,

poiché alle donne vanno riconosciute

peculiari doti e capacità di: attenzione,

disponibilità, sensibilità, comunicazione

e quant’altro giovi ad una maggiore aper-

tura nei confronti delle tematiche giova-

nili per “inventare” un migliore futuro.

Ed è al futuro, appunto, che guarda il

secondo progetto per un proficuo uti-

lizzo dei fondi europei disponibili per

supportare programmi ben formulati in

termini di obiettivi e modalità.

Valorizzare e rilanciare la figura del Ge-

ometra italiano che nel contesto euro-

peo si può vantare di avere competen-

ze e capacità tali da essere riconosciu-

te come “eccellenza”.

Dare maggior risalto all’attività di pro-

mozione della categoria e di orienta-

mento dei giovani che conseguono

l’abilitazione, si iscrivono all’Albo, ma

non ricevono alcun sostegno per l’av-

vio della professione.

Lo dimostra la nostra ricerca sui Geo-

metri cancellati dall’Albo. La fascia criti-

ca che riguarda i giovani è tra i 24 e 27

anni e tra i 30 e 35 anni, i quali rinuncia-

no spesso definitivamente a svolgere

la professione dopo pochissimi anni di

iscrizione. Perciò ci aspettiamo che le

istituzioni di categoria s’interroghino su

come contrastare il fenomeno.

- - -

LE RICHIESTE

Considerate le previsioni del Pia-

no d’Azione Europee per le libere

professioni, in particolare la sem-

plificazione dell’accesso alle libere

professioni e il rafforzamento della

rappresentanza e della partecipazio-

ne di categoria ai processi decisio-

nali della Comunità Europea e con-

siderato l’impegno del CNG a dare

il massimo supporto per evitare la

dispersione degli iscritti, si tratta ora

di dare nuove possibilità ai collegi di

interagire con gli iscritti attraverso la

destinazione di Fondi europei riser-

vati al segmento dei liberi professio-

nisti, fondi che dovranno confluire in

progetto operativo.

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PUNTI CHIAVE DEL PROGETTO

1. avviare un tavolo di lavoro che

analizzi, approfondisca e propon-

ga nuove forme di sostegno e

incentivi per i neo iscritti;

2. integrare tra i nominativi di

colleghi referenti che possano

interloquire con gli Uffici Regio-

nali, almeno due donne geo-

metra per commissione re-

gionale così da dare finalmente

corpo alla dichiarata volontà di

riequilibrare la rappresentanza

femminile in seno alle istituzio-

ni. La partecipazione delle colle-

ghe ai processi decisionali che

riguardano il futuro del lavoro e

del ruolo delle donne professio-

niste, contiamo che sia la prima

efficace risposta del CNGeGL

al valore aggiunto delle proprie

iscritte;

3. avviare presso i Collegi attivi-

tà di servizio specifico per i neo

iscritti, perché entrino nel mondo

del lavoro supportati da incontri

periodici di formazione e specia-

lizzazione, con l’istituzione dello

“Sportello Giovani Geometri”;

4. creare un’area tematica dedi-

cata, ovvero un Forum specifico

sulle politiche comunitarie di ge-

nere, per fornire opportunità di

concreto scambio di informazio-

ni al Geometra che intende lavo-

rare in Europa, da implementare

sul sito nazionale;

5. proporre la realtà del co-wor-

king anche in Italia, idea innova-

tiva fortemente anticipata e pro-

mossa dalle lavoratrici autono-

me italiane, che significa mette-

re a disposizione di giovani libe-

ri professionisti, spazi pubblici

ad uso ufficio con servizi co-

muni (attrezzature, connessioni,

postazioni di lavoro, sale riunio-

ni) per lo sviluppo della propria

attività professionale, attraverso

partenariato e/o convenzioni con

Enti locali, Provincia e Regione;

6. istituire piccoli prestiti ai pro-

fessionisti facendo rientrare l’ini-

ziativa nell’ambito del microcre-

dito per lavoratori in difficoltà,

impegnando la Regione ad

assorbire gli interessi in conto

capitale. L’obiettivo è favorire, in

presenza di difficoltà economi-

che, il pagamento delle quote di

iscrizione ai Collegi e i contributi

minimi alla Cassa di Previdenza,

somme che in questi anni sem-

pre più professionisti non paga-

no, pesando fortemente sui bi-

lanci collegiali;

7. destinare dei fondi per il de-

centramento dei Collegi, in

particolare almeno per gli ambiti

provinciali di grandi dimensioni,

realizzare una rete più fitta di ap-

poggio istituzionale, con piccoli

uffici di riferimento che rendano

più vicino il rapporto istituzione /

iscritto, senza incidere per que-

sto sulla governance di Collegio.

In definitiva i nostri progetti costitui-

scono una opportunità per tutti i Ge-

ometri: chiama tutti all’impegno ed

alla PARTECIPAZIONE.

Questo è, ovviamente, l’auspicio

del nostro Osservatorio unitamente

a quello di tutti i Collegi del Triveneto

che ci hanno sostenuto generosa-

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Convenzione firmata tra Confartigianato Regionale e GEO-C.A.M. UdineAnche noi Geometri dobbiamo collaborare ed inserire l'apposita clausola nei contratti d'appalto

di Renzo Fioritti

Mediazione

Renzo Fioritti

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Il desiderio di gestire le controversie

utilizzando l’istituto della mediazione

e non più nei Tribunali, ha convinto il

Consiglio Regionale di CONFARTIGIA-

NATO a sottoscrivere una convenzione

con l’Organismo dell’Associazione Na-

zionale Geometri, Consulenti Tecnici,

Arbitri e Mediatori GEO-CAM, Sezione

di Udine.

La convenzione è focalizzata sulla riso-

luzione delle controversie tra imprendi-

tori artigiani, piccole e medie imprese

e privati, nell’ambito dell’attività d’im-

presa e nei rapporti tra privati quali i

contratti d’appalto, contestazioni su

contabilità lavori, difetti costruttivi delle

opere; contratti di locazione, vendita;

divisioni, frazionamenti, stime di beni

immobili e mobili; controversie su con-

fini, frazionamenti, divisioni ereditarie,

successioni; problematiche condomi-

niali (ripartizione delle spese, tabelle

millesimali) e di attività agricole.

Alla cerimonia per la firma sono inter-

venuti il sottoscritto quale Referente

locale dell’Associazione GEO-C.A.M.

Sezione di Udine, il dott. Graziano Tilatti

Presidente di Confartigianato Imprese

FVG, oltre al direttore di Confartigiana-

to Udine Servizi Sandro Caporale ed il

funzionario geom. Salvatore Cane, che

fungerà da coordinatore ed il Presiden-

te del Collegio Geometri della Provin-

cia di Udine geom. Elio Miani.

“Lavoriamo da sempre – hanno detto –

per semplificare la vita delle imprese e

delle persone e questa convenzione va

proprio in questa direzione”.

Riporto di seguito la parte saliente del-

la convenzione:

a) Confartigianato Imprese Fvg pro-

muoverà nelle forme dalla stessa

ritenute più opportune e con tempi-

stiche che potrà decidere in funzio-

ne delle proprie attività associative

presso le Associazioni territoriali

che la compongono ed i rispettivi

iscritti, la conoscenza dei servizi di

mediazione offerti dallo sportello di

Udine dell’Organismo di Mediazio-

ne Geo-C.A.M., i vantaggi relativi

alla procedura di mediazione e le

condizioni di favore riservate agli

associati Confartigianato;

b) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine si im-

pegna a svolgere attività di me-

diazione a favore degli iscritti alle

Associazioni territoriali aderenti

a Confartigianato Imprese Fvg,

che dichiareranno per iscritto tale

condizione, applicando gli onorari

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previsti dalla tabella liberamente

determinata ed allegata al Regola-

mento dell’Organismo stesso;

c) Per le procedure di Mediazione

attivate presso lo sportello dell’Or-

ganismo Geo-C.A.M. di Udine da

parte di Associati a Confartigiana-

to Imprese Fvg, sarà riconosciu-

to a Confartigianato Servizi Fvg

S.r.l. un contributo come indicato

nell’allegata “Tabella Convenzio-

nale” e precisamente pari al 10%

dell’indennità prevista per gli sca-

glioni da 4 a 8 compresi, pari al

15% per scaglioni 9 e 10, mentre

nessun contributo sarà previsto

per i primi 3 scaglioni. Inoltre in

caso di procedura di mediazione o

subita da Confartigianato Imprese

Fvg o dalla sua Società di servizi,

Confartigianato Servizi Fvg S.r.l.,

presso l’Organismo di mediazione

Geo-C.A.M. Sezione di Udine verrà

concordato un contributo ad hoc;

d) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine si impe-

gna a fornire gratuitamente attività

di formazione ai funzionari di Con-

fartigiananto Imprese Fvg e delle

Associazioni territoriali aderenti,

eventualmente chiamati a fornire

consulenza e supporto in materia

di mediazione, salvo il rimborso

spese in caso di trasferta per i rela-

tori e per la preparazione del mate-

riale didattico;

e) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine fornirà

gratuitamente a iscritti e funzionari

materiale aggiornato delle novità

legislative e giurisprudenziali, in

materia di mediazione. A questo

fine sin d’ora Confartigianato Im-

prese Fvg indica nella seguente

persona il funzionario potenzial-

mente interessato: geom. Salvato-

re Cane (e-mail – [email protected]) c/o

Confartigianato Udine;

f) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine e Confar-

tigianato Imprese Fvg valuteranno

la possibilità e l’opportunità di or-

ganizzare eventi formativi, conve-

gni ed incontri aperti agli iscritti alle

Associazioni territoriali aderenti a

Confartigianato Imprese Fvg e al

pubblico sul tema della mediazione

e sulla mediazione come metodo

di risoluzione rapida delle contro-

versie;

g) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine si dichiara

fin da ora disponibile ad elaborare e

redigere formulari per l’inserimen-

to di clausole all’interno di contratti

tipo per incentivare l’uso della me-

diazione quale metodo deflattivo

rispetto all’accesso allo strumento

giudiziale per la risoluzione tra im-

prese e consumatori;

h) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine si impe-

gna ad effettuare report annuali in

merito all’attività svolta in partner-

ship con Confartigianato Imprese

Fvg in materia di mediazione;

i) L’Organismo di Mediazione Geo-

C.A.M. Sezione di Udine metterà a

disposizione di Confartigianato Im-

prese Fvg e delle Sezioni territoriali

aderenti, materiale pubblicitario

adatto alla reclamizzazione pres-

so le proprie sedi e nell’ambito di

convegni, corsi, etc. dei servizi of-

ferti dall’Organismo di Mediazione

Geo-C.A.M. Sezione di Udine;

l) Il presente accordo ha validità di

anni 4 con la possibilità per le Parti

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di rivedere clausole e contenuti di

comune accordo.

Udine , lì 10.10.2014

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Ora stà anche a noi Geometri collabo-

rare, inserendo nei contratti d’appalto

la clausola:

Qualsiasi controversia che doves-

se insorgere tra le parti in ordine

alla validità, efficacia, interpreta-

zione ed esecuzione del presen-

te contratto e successivi patti e

comunque ad esso connesso,

dovrà essere definita mediante

conciliazione presso l’Organismo

di Mediazione Interprofessionale

Nazionale “GEO-C.A.M.”, secondo

il regolamento dell’Organismo di

Mediazione medesimo che le parti

dichiarano di conoscere ed accet-

tare.

Ricordo che la Convenzione ha validi-

tà per tutta la Regione Friuli Venezia

Giulia, pertanto le questioni verranno

trattate territorialmente dai Collegi

della Regione.

Sotto:

Da sinistra, il Geometra Renzo Fioritti e Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Impresa FVG

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Il futuro delle stampanti "3D"Le previsioni dicono che sarà tra le innovazioni tecnologichepiù richieste dal mercato

di Manuel Milone

4°A Cat IST. STAT. D'ISTRUZ. SUP. "G. Galilei", settore Tecnologico, Indirizzo Costruzioni,

Ambiente e Territorio "N. Pacassi" di Gorizia

Sappiamo bene che la tecnologia ama

stupirci con articoli nuovi e affascinanti

distruggendo quelle che erano le bar-

riere che limitavano la nostra immagi-

nazione. Chiaramente, però, anche nel

settore delle innovazioni dedicate allo

sviluppo la crisi si è fatta sentire nono-

stante scienziati, architetti e ingegneri

ci abbiano imperterriti portato a cono-

scenza di surreali progetti che rispec-

chiano in parte la nostra idea di futuro.

La necessità di facilitare la vita dell’uo-

mo ha portato da sempre le menti più

brillanti a creare macchine o software

che permettessero di aiutare il prossi-

mo a svolgere qualsiasi tipo di lavoro.

Tale scopo ha incentivato a designare le

basi di uno tra i più importanti disposi-

tivi in campo innovativo: la stampante

3D.

Cos’è questo gioiello della tecnologia?

Già dal nome si intuiscono molte cose

ma non ci si rende conto della magnifi-

cenza di tale scoperta. Sono infatti di-

spositivi in grado di realizzare un qualsi-

voglia modello tridimensionale attraver-

so un processo di produzione additivo,

o,più semplicemente, attraverso l’au-

silio di un apposito programma è pos-

sibile avviare l’automatica creazione di

un oggetto preselezionato, utilizzando

materiali appositi. Con un susseguirsi

Manuel Milone

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di sezioni trasversali poste una sull’altra

si viene dunque a formare l’oggetto da

noi voluto.

Per capire assieme come funziona una

stampante 3D iniziamo dicendo che

sono ovviamente macchine molto com-

plesse e che inizialmente furono costru-

ite solamente con lo scopo di procreare

un prototipo di un prodotto che succes-

sivamente si avesse intenzione di lan-

ciare sul mercato.

Analizzando il processo del marchinge-

gno che si cela dietro a tutto ciò pos-

siamo usufruire dell’immagine a destra

che ci raffigura, con molta più semplici-

tà, il compito svolto dai macchinari. Tra

i componenti che destano più interesse

vi è il materiale con la quale il prodotto

viene fatto, che può essere di vario tipo.

Spesso sono sostanze termoplastiche

e foto polimeri, ma viene utilizzata però

anche la fibra di carbonio oppure altri

due materiali: il PLA (PolyLacticAcid)

che permette di avere una maggior

scelta per quanto riguarda i colori e

l’ABS (Acrylonitrile Butadiene Styrene)

che a differenza del precedente permet-

te di ricavare componenti più elastici e

maneggevoli.

Il punto d’inizio di questa catena è il

programma installato nel proprio pc che

permette di inquadrare la figura in tre di-

mensioni al fine di verificare se le gran-

dezze rispettino i limiti concessi dall’ap-

parecchiatura. Anche in questo campo

abbiamo una vasta scelta per quanto

riguarda il tipo di software, ma tra i più

utilizzati ci sono Thingiverse e AutoCad.

Alcune persone furono subito scettiche

riguardo l’affidabilità di tali congegni,

ma la tecnologia rispose a dovere mo-

strando come addirittura la biomedicina

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e il settore edilizio si interessassero a

questo tipo di sperimentazione, riscon-

trando grande successo e stupore tra

gli interessati. Infatti tra le caratteristi-

che principali di questi robot vi è la pre-

cisione che chiaramente sovrasta quel-

le che sono le potenzialità di una mente

o braccio umano. Protesi, tessuti, ossa,

edifici e ingranaggi sono stati costruiti e

hanno saputo svolgere il proprio lavoro

in maniera impeccabile.

Vi starete chiedendo quanto potrebbe

costare un tale capolavoro della mec-

canica moderna ma,udite udite, i costi

si sono notevolmente ridotti confron-

tando quelli di appena un paio di anni

fa, potendo così favorire, ad esempio,

la vendita delle stampanti della fascia

medio bassa ad un prezzo decisamente

conveniente che si aggira sui 1000 euro

circa.

Trovare una fine a questa scoperta è

impossibile, infatti basta far volare un

po’ la fantasia per poter avere un qua-

dro generale delle potenzialità di tale

congegno che senz’altro avrà molto da

mostrarci in futuro.

Quel futuro però non è molto lontano

perché è già una realtà che possiamo

tastare con mano e anche se silenzio-

samente, le stampanti 3D stanno pren-

dendo piede in tutto il mondo, portan-

doci ad un altro livello per quanto riguar-

da la tecnologia.

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La bioarchitettura e lo sviluppo sostenibile per un futuro miglioreRicerca e sviluppo applicate alla sostenibilità ecologia un'opportunità per il settore edile

di Federica Zin

4°A Cat IST. STAT. D'ISTRUZ. SUP. "G. Galilei", settore Tecnologico, Indirizzo Costruzioni,

Ambiente e Territorio "N. Pacassi" di Gorizia

Federica Zin

I significativi passi in avanti compiuti nel

campo della tecnologia e delle costruzioni

hanno fatto sì che, accanto al percorso di

sviluppo sostenibile, ne nascesse e si svi-

luppasse uno parallelo ad esso, che vede i

suoi obiettivi principali nella sostenibilità e

nell’efficienza delle più moderne infrastrut-

ture: stiamo parlando del ramo della bioar-

chitettura o architettura sostenibile, che si

occupa di progettare e costruire edifici a

basso impatto ambientale.

Tale innovativo approccio culturale si ispira

al progetto che fa riferimento alla “Baubiolo-

gie”, nata negli anni Settanta in Germania, e

successivamente diffusasi anche negli altri

Paesi europei. La bioarchitettura si occupa di

progettare edifici intesi come esseri viventi,

compatibili con l’ambiente ove sono costru-

iti, con particolare attenzione all’utilizzo, in

modo efficiente, delle risorse energetiche a

disposizione dell’uomo, evitandone lo sfrut-

tamento esagerato ed utilizzando, quanto

più possibile, materiali poco inquinanti e

fonti energetiche rinnovabili.

Ci troviamo dunque di fronte ad una stret-

tissima correlazione tra bioarchitettura e svi-

luppo sostenibile, proprio perché la prima è

un’attuazione pratica dei principi che preve-

de il secondo, unitamente all’eliminazione

degli inquinanti, alla valorizzazione dei rifiu-

ti, alla promozione della biodiversità ed alla

fine della desertificazione.

Ma qual è la definizione più precisa di svi-

luppo sostenibile? Esso è “uno sviluppo

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che soddisfa le esigenze del presente, sen-

za compromettere la possibilità delle futu-

re generazioni di soddisfare le proprie.” E’

importante precisare che tale concetto si

compone di tre fondamentali dimensioni:

la dimensione sociale, quella ambientale ed

infine quella economica.

La prima pone la sua attenzione al cittadino

inteso come essere vivente che si rapporta

ai luoghi abitativi e ad altri elementi fisici le-

gati all’ambiente, ma pone attenzione anche

alla crescita civile della comunità che utilizza

l’architettura per scopi culturali e relaziona-

li; la seconda pone attenzione alla relazione

che nasce tra edificio e ambiente in termini

di uso razionale delle risorse, dell’energia e

del controllo delle emissioni, durante tutta

la vita dell’edificio; la terza, infine, si occupa

di controllare il costo di tale sostenibilità e

di garantire delle informazioni efficaci agli

utenti in termini di valore misurabile per la

gestione degli edifici.

Un’importantissima novità introdotta nel

campo delle costruzioni degli edifici è l’idea

che essi abbiano un “ciclo di vita”; esso si

suddivide in diverse fasi: estrazione e tra-

sporto delle materie prime; loro trasforma-

zione e trasporto nel cantiere per l’utilizzo;

costruzione dell’edificio; periodo di utilizzo,

comprensivo di manutenzione ed uso dei

diversi impianti, infine dismissione dei ma-

teriali per un reimpiego o per il riciclo in di-

scarica.

Essendo il periodo di utilizzo quello mag-

giormente inquinante e dispendioso, molti

ingegneri ed architetti, fortemente spinti da

tali ideali di sostenibilità, cercano di ridurre

i consumi progettando edifici che utilizza-

no materiali ecologici e facilmente ricicla-

bili, sfruttando fonti energetiche rinnovabili

(come ad esempio le biomasse, l’energia

eolica, l’energia solare e l’energia geoter-

mica) e dotando le infrastrutture di sistemi

in grado di utilizzare quanto più possibile, e

con la massima efficienza, le suddette risor-

se naturali. Il tutto con vantaggio economi-

co, e conseguente protezione dell’ ambien-

te: un vantaggio per noi, per la nostra Terra,

e per le generazioni future!

Per riuscire a ridurre in modo apprezzabile i

consumi è necessario un corretto approccio

bioclimatico che tenga conto dell’ ombreg-

giamento, della ventilazione e del soleg-

giamento. E’ inoltre necessario coibentare

adeguatamente l’edificio, per ridurre il fab-

bisogno di riscaldamento e raffreddamento.

Un’altra importantissima innovazione eu-

ropea è stata l’introduzione della certifica-

zione energetica degli edifici, che consiste

nella valutazione di determinate caratteristi-

che della struttura, cui vengono assegnati

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dei punti; una volta terminata la valutazione

si può constatare il tipo di impatto che la

costruzione ha sull’ambiente e si possono

considerare gli aspetti maggiormente posi-

tivi, ed ecologicamente sostenibili, affinchè

tutti gli edifici di nuova costruzione rispetti-

no le normative europee in termini di tutela

ambientale e di utilizzo delle risorse energe-

tiche. Tale certificazione diventa infatti ob-

bligatoria dopo l’emanazione della direttiva

nr. 91 del 2002, dove viene disposto che la

certificazione abbia una validità di 10 anni.

In essa devono essere contenuti dati, valo-

ri e raccomandazioni per un miglioramento

del rendimento energetico. Tutte le nuove

strutture devono essere dotate di tale cer-

tificato.

Nonostante il percorso verso lo sviluppo

sostenibile sia lento e difficile da seguire,

è bene tenere sempre in considerazione

uno dei principi fondamentali della bioar-

chitettura, ovvero quello che il nostro pia-

neta è un pianeta le cui risorse non sono

infinite. E’ perciò importante utilizzarle

nel modo più corretto e meno dispendio-

so possibile; inoltre, benchè il processo

di sviluppo tecnologico sia inevitabile e

affascinante, è importante mantenere

sempre un’attenzione particolare al piane-

ta e alle sue risorse, proprio perché, fino

a poco tempo fa, i consumi e gli utilizzi

massicci di esse hanno comportato gravi

conseguenze e la distruzione di molteplici

ecosistemi.

Essendo dei minuscoli ospiti in questo

enorme mondo è necessario prendere

consapevolezza che, a partire dai più piccoli

accorgimenti, è necessario rispettare

ciò che abbiamo intorno per garantire a

noi e soprattutto alle generazioni future

la possibilità di vivere serenamente con

l’ambiente.

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Il drone per i GeometriUna tecnologia in forte sviluppo che tra poco entrerà nella vita professionale portando molteplici vantaggi

di Giacomo Macor

ITG "G.G. Marinoni" di Udine

Giacomo Macor

La tecnologia dei droni è

sicuramente una delle più

all’avanguardia in molti set-

tori, da quelli di riprese video

per servizi giornalistici al

monitoraggio dell’ambien-

te. Ma oltre a questi ambiti,

il drone si sta addentrando

anche nella professione del

geometra.

- - -

Intanto, cos’è un “drone”?

Il drone è a tutti gli effetti

un aeromobile, dotato poi

di una strumentazione che

può variare in base ai biso-

gni che si vogliono soddisfa-

re. Si possono evidenziare

due principali categorie: i

droni ad ala fissa e i droni

multirotore. I primi, come

dice la parola, sono com-

posti similmente al classico

aereo civile, quindi da un

corpo centrale ai quali fian-

chi vengono installati degli

elementi fissi piani come

ali. I materiali possono va-

riare in base alle condizioni

ambientali in cui dovranno

essere utilizzati, ma princi-

palmente sono realizzati in

materiale espanso, che for-

nisce leggerezza ma anche

resistenza a urti. I droni mul-

tirotore invece hanno una

struttura che richiama quella

di un elicottero. Sono infatti

composti da quattro, sei o

otto eliche collegate tramite

bracci al corpo centrale del-

la macchina, che a sua volta

appoggia al suolo attraver-

so degli appositi piedistalli.

Questa tipologia di drone

La Pagina dei Giovani

A destra:

Dronead ala fissa

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è la più usata, soprattutto

grazie all’hovering, ovvero

la possibilità di stazionare

in una certa posizione nello

spazio.

- - -

La sostanziale differenza

che può determinarne la

scelta tra un drone ad ala

fissa ed uno multirotore è

quella dell’equipaggiamen-

to. Un drone può essere in-

fatti equipaggiato con tele-

camere ad alta definizione,

con telecamere a infrarossi,

termocamere o addirittura

dei sensori simili agli attuali

Laserscanner.

- - -

Nel campo della professio-

ne del geometra i vantaggi

sono molteplici, e se ne è

discusso anche nella recen-

te fiera “Dronitaly” tenuta-

si ad Assago (MI) presso il

Centro Congressi Milanofio-

ri.

Per i professionisti specializ-

zati soprattutto in rilievi to-

pografici o catastali, il drone

può portare ad un evidente

vantaggio sia nei tempi del

lavoro sia nella sua qualità.

Un drone ad ala fissa, quello

che è più conveniente usa-

re per queste attività, può

essere equipaggiato infat-

ti con telecamere aventi la

funzione di ottenere imma-

gini geo-referenziate ad alta

risoluzione che poi, attra-

A sinistra:

Drone multirotore

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verso software specializzati

possono essere elaborate

ottenendo dettagliate rico-

struzioni 3D. Il guadagno di

tempo poi è molto evidente,

basti pensare che un velivo-

lo del genere può rilevare

un’area di un kilometro qua-

drato in circa due minuti e

mezzo.

- - -

Per i geometri che invece si

trovano più in contatto con

lavorazioni come le certifica-

zioni energetiche, un drone

multirotore è una delle scel-

te più funzionali. Un multi-

rotore infatti, equipaggiato

in questo caso con una ter-

mocamera, può facilmente

raggiungere ogni parte del

fabbricato ed evidenziarne

così le criticità non solo del-

la costruzione, ma anche di

eventuali sistemi di raccolta

dell’energia solare per te-

starne la piena efficienza.

Un altro equipaggiamen-

to che può risultare utile

per molti tecnici è quello

di una strumentazione tipo

Laserscanner equipaggiata

nel multirotore. Attraverso

la tecnologia DSM, DTM e

della “nuvola di punti” un

drone può processare anche

7 milioni di punti al secon-

do, dando così la possibilità

all’operatore di effettuare un

elaborato finale decisamen-

te più preciso, comprensi-

bile ed efficiente al proprio

A destra:

Ripresa da drone

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cliente.

L’ENAC, l’Ente Naziona-

le per l’Aviazione Civile, ha

emanato in giugno una cir-

colare con delle disposizio-

ni riguardo l’uso di queste

strumentazioni che sì pos-

sono agevolare il lavoro dei

professionisti, ma possono

anche creare pericolo per

i cittadini. Anche per que-

sto, la norma introduce de-

gli obblighi e delle regole

da rispettare per qualunque

persona utilizzi queste tec-

nologie nello spazio aereo

civile italiano. Una di queste

è la creazione di una mappa

(consultabile direttamente

sul sito dell’ENAC) dell’Ita-

lia, dove vengono eviden-

ziate zone critiche o non

critiche, ovvero dove la pe-

ricolosità delle lavorazioni

risulterebbe per vari fatto-

ri più o meno a rischio. Un

altro obbligo, sicuramente

primario a quello soprade-

scritto, è quello di una spe-

cie di “patentino”, ovvero un

certificato rilasciato da una

scuola di volo accreditata

dall’Ente che attesti, dopo

un corso di 33 ore con esa-

me scritto e pratico, la pie-

na conoscenza normativa e

applicativa dell’utilizzo del

drone. Inoltre con questa

circolare, viene introdotto

anche l’obbligo di sottoscri-

vere un’assicurazione pro-

fessionale, per garantirne la

sicurezza sia all’operatore

sia a terzi.

- - -

Quella dei droni è quindi

una tecnologia che è certa-

mente in forte sviluppo, e

che in pochi anni è destinata

ad entrare a far parte della

vita professionale anche dei

geometri.

A sinistra:

Ripresa da termocameradi un drone

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La voce di una praticanteStorie di primi passi di giovani colleghi

di Federica Martinig

Federica Martinig

Dopo una chiacchierata fatta con alcuni ami-

ci è nata l’idea di scrivere un articolo sulla

mia esperienza durante il periodo del prati-

cantato e del tanto temuto esame di abilita-

zione alla libera professione.

I 18 mesi, diventati ormai due anni, non

sono pochi all’interno del mondo del lavo-

ro, e nonostante i brevi periodi di stage e

formazione fatti durante il percorso scolasti-

co, ti permettono di capire sempre di più

quelle che sono le dinamiche della vita del

lavoratore e, in particolare, quella del libero

professionista.

Ho trascorso il mio periodo di praticantato

all’interno di un unico studio avendo, però,

l’opportunità ed il tempo di continuare a for-

marmi con dei corsi, che mi hanno consen-

tito di avere, nel tempo rimanente, un’altro

breve periodo lavorativo in un altro studio.

In entrambi i posti in cui sono stata, ho po-

tuto capire che ci sarà sempre la necessità

di continuare ad imparare ma che sarai sem-

pre affiancato da persone capaci che ti aiute-

ranno a diventare indipendente come loro,

portandoti ad avere, con un pò di impegno,

delle grandi soddisfazioni.

Così, tra un esperienza e l’altra, l’esame

di stato che all’inizio sembra tanto lontano

finalmente arriva. I mesi vicini alla prova si

suddividono per tutti tra il corso organizzato

dal Collegio dei Geometri e la preparazione

personale, così da far volare in un secondo il

tempo a disposizione.

Io, oltre a partecipare al corso, ho formato

con alcuni vecchi compagni un gruppo di

studio dove ci siamo confrontati e preparati

e il nostro punto di ritrovo è stato proprio il

Collegio dei Geometri, dove abbiamo trova-

to una grande disponibilità da parte di tutti

coloro che ci stanno dietro. Infatti, oltre a

metterci a disposizione una sala tutta per noi

tutti i giorni che volevamo, sono sempre stati

disponibili a darci una mano con i materiali

e qualsiasi tipo di informazione ci servisse.

Sono felice di scrivere anche perché ho sa-

puto di aver superato la prova relativa agli

scritti, anche se sono dispiaciuta per quelle

persone che non potranno avere la possibili-

tà di sostenere anche l’orale perché, alla fine,

durante tutto questo periodo di preparazione

hai l’occasione di conoscere persone nuove,

di diverse età che come te stanno attraver-

sando questo momento, e vorresti che tutti

potessero concluderlo nel migliore dei modi.

La sensazione che mi ha dato tutto questo

periodo trascorso ... il praticantato, il corso

e l’esame... è stata un pò quella di essere

all’interno di una grande famiglia, dove nes-

suno è inarrivabile e tutti sono disponibili ad

aiutarti e condividere le loro esperienze per

farti diventare poi quello che sarai nella vita

professionale.

Concludo questo articolo facendo un grande

in bocca al lupo a tutti quelli che hanno an-

cora l’ultimo step da superare con l’augurio

che ora che stanno leggendo questo scritto,

possano essere tranquilli... e promossi...e

che tutti gli altri possano esserlo comunque.

La Pagina dei Giovani

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Decorare il tempo

Considerazioni e proposte sull'abbellimento pittorico degli orologi solari su intonaco

di Ennia Visentin

Tecniche esecutive e materiali impiegati

Una volta preparato il bozzetto che ri-

produce in scala il nostro quadrante

solare, completo di dimensioni, forma,

dati tecnici espressi graficamente,

tema, ornamento ed eventuali massi-

me, si procede definendo la tecnica

pittorica da usare per la realizzazione

della meridiana sulla parete.

Tra le tecniche pittoriche tradizionali e

antiche troviamo:

= L’affresco

= Il mezzo fresco

= Il graffito.

- - -

Tecniche pittoriche tradizionali ed antiche

Affresco

La tecnica di esecuzione degli orologi

solari più utilizzata nei secoli e che ci

ha lasciato le tracce più belle e signifi-

cative è senza dubbio quella della pittu-

ra ad affresco.

Possediamo dettagliate informazioni

sulle tecniche usate dai Greci e dai Ro-

mani grazie ai testi pervenuti fino a noi

(Vitruvio, ‘De Architectura’) (1).

L’affresco è una tecnica pittorica che

consiste nel dipingere sopra a un in-

tonaco composto prevalentemente di

calce spenta e sabbia, appena steso

e ancora fresco (da cui deriva il nome

affresco). I pigmenti - prevalentemente

naturali, accuratamente macinati - ven-

gono stemperati e diluiti in sola acqua.

Il colore penetra nell’intonaco, l’acqua

evapora e attraverso un processo chi-

mico (carbonatazione) l’anidride carbo-

nica dell’aria trasforma la calce spenta

in carbonato di calcio.

Durante questa reazione chimica il

colore viene inglobato nell’intonaco e

‘cristallizza’ formando un tutt’uno con

esso. Aumentano in tal modo tono,

brillantezza e trasparenza del colore,

compattezza e durevolezza di tutto il

supporto pittorico.

È necessario evitare di dipingere nel

periodo appena successivo alla stesu-

ra dell’intonaco, in quanto la pennellata

porterebbe a uno sgradevole impasto

del pigmento con la malta. Ideale è at-

tendere circa un’ora dalla stesura, ma

la durata di tale periodo è determinata

Ennia Visentin

Seconda Parte

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Cultura

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da una serie di fattori tecnici e clima-

tici: esposizione solare, ventilazione,

stagione, umidità del luogo, spessore

degli intonaci…

L’ottimale è attendere che l’acqua usa-

ta per la miscelazione dei componenti

della malta migri verso l’interno, nei

vari strati dell’intonaco, lasciando così

liberi i ‘pori’ dello strato in superficie. In

questo modo l’acqua usata per diluire

il pigmento viene assorbita dall’intona-

chino durante l’esecuzione pittorica,

lasciando che il colore si depositi sulla

superficie.

Quando il supporto non assorbe più

l’acqua stesa con la pennellata, si veri-

fica una colatura del colore la quale in-

dica che l’acqua precedentemente mi-

grata verso l’interno sta ora ritornando

in superficie in fase di evaporazione.

L’intonachino sta asciugando, la calce

spenta si sta trasformando in carbona-

to di calcio. Se si continua a dipingere

una volta asciutto l’intonaco, il colore

può spolverare in quanto debolmente

legato alla superficie pittorica. Data

la ‘finestra temporale’ molto limitata

in cui si può lavorare, è consigliabile

procedere su porzioni di intonaco di di-

mensioni limitate.

La tecnica dell’affresco richiede dun-

que padronanza e immediatezza nell’e-

secuzione. I colori asciugando cambia-

no tonalità; il disegno necessita di un

adeguata preparazione e in fase ese-

cutiva è consigliabile evitare ripensa-

menti.

- - -

Ingredienti dell’affresco

Pigmenti

Non tutti i pigmenti possono essere

Sopra:

Arriccio eseguito a coccio pesto.Porzione di intonachino nella parte centrale del quadrante solare con decorazione eseguita a fresco.(Fig. 1)

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usati ad affresco. La causticità della

calce ‘aggredisce’ infatti il pigmento

e in alcuni casi ne altera le caratteristi-

che cromatiche. Questi tipi di pigmenti

vengono usati a secco, mescolati con

del legante e stesi sulla superficie

quando il processo di carbonatazione

è completato.

Nell’affresco il pigmento deve quin-

di essere stabile alla luce e all’azione

caustica della calce. Deve mescolarsi

perfettamente con l’acqua e il grassel-

lo di calce. Non deve scomporsi se mi-

scelato con altri colori.

I colori in polvere vengono macinati,

poi stemperati in poca acqua e lascia-

ti in vasi chiusi per alcuni giorni, prima

del loro utilizzo.

Leganti

Nella pittura ad affresco si usano come

legante la calce spenta, o il grassello di

calce oppure la calce aerea.

La calce ideale per l’affresco mantiene

le sue capacità adesive e contempora-

neamente dimostra poca causticità.

Inerti

Gli inerti maggiormente usati sono la

sabbia di fiume; la pozzolana, materiale

Sopra:

Particolare dell’ intonachino dipinto a fresco.Si nota come il

colore, attraverso la carbonatazione della

calce, venga inglobato nell’intonaco formando

un tutt’uno con esso.Fig. 2

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di origine vulcanica con caratteristiche

cementanti che conferisce proprietà

idrauliche e maggior resistenza alla

malta; il carbonato di calcio (polvere di

marmo), derivante dalla macinazione

delle rocce calcaree, che crea una su-

perficie compatta e resistente; l’argilla

cotta frantumata (coccio pesto).

Acqua

L’acqua deve essere priva di sostan-

ze acide. La migliore è quella potabile

usata a temperatura ambiente.

- - -

Stesura intonaci

La pittura ad affresco necessita di un

buon supporto murario che deve es-

sere privo di polvere e bagnato abbon-

dantemente. Il primo strato che lo rico-

pre, chiamato rinzaffo, è composto da

sabbia grossa e calce, con uno spes-

sore tra 1 e 2 cm. Quando asciutto, si

stende il secondo strato, l’arriccio, dal-

lo spessore di alcuni millimetri, compo-

sto da sabbia media (o coccio pesto) e

calce e viene lavorato con un frattazzo

in legno.

Il terzo strato, - e generalmente l’ul-

timo- chiamato intonachino o velo, è

composto da sabbia fine e/o polvere di

marmo e calce, e viene steso con uno

spessore di pochi millimetri. Anche in

questo caso si lavora con il frattazzo di

legno o di spugna.

Spessori elevati possono creare fen-

diture durante l’asciugatura. Tra uno

strato di intonaco e l’altro la superficie

va sempre bagnata. Il velo viene ste-

so per una superficie sufficiente per la

giornata di lavoro. I margini vengono

tagliati obliqui per facilitare il collega-

mento con le porzioni di intonachino

che si stenderanno nelle giornate suc-

cessive.

Il disegno, precedentemente riportato

a misura reale su carta, viene tracciato

sull’intonachino attraverso due tecni-

che: lo spolvero o l’incisione. Lo spol-

vero consiste nel praticare piccoli fori

sulla carta lungo i contorni del disegno,

il quale viene poi appoggiato sull’into-

naco e tamponato con un sacchetto di

stoffa contenente colore in polvere.

L’incisione consiste appunto nell’inci-

dere, con uno strumento appuntito, i

contorni del disegno dopo aver steso

la carta sopra l’intonachino fresco.

Il supporto è ora pronto per essere di-

pinto (fig.1 e 2)

- - -

Mezzo fresco

Quando, seguendo le fasi descritte per

l’affresco, si arriva a una fase molto

avanzata di carbonatazione, è possibile

continuare a dipingere aggiungendo al

colore del legante che nel caso speci-

fico è la calce stessa. Si parla perciò

anche di pittura a calce.

Mentre nel buon fresco la calce pre-

sente nell’intonachino è sia legante

per il supporto, sia - attraverso la car-

bonatazione - legante per i colori, in

questo caso essa rappresenta esclu-

sivamente il medium o legante del

colore perché l’intonachino è ormai

asciutto o quasi. Il colore quindi non è

conglobato nell’intonachino come per

l’affresco, ma è sovrapposto a esso in

un momento successivo. Le pennel-

late risultano quasi a rilievo e i colori

diventano più corposi. La trasparenza

e la brillantezza tipica dell’affresco ven-

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gono però attenuate (fig.3)

È consigliato usare la pittura a calce

(stesa quindi a secco sull’intonaco)

con grande cautela perché non offre la

garanzia di durevolezza che caratterizza

l’affresco. L’azione dell’anidride carbo-

nica, che trasforma la calce spenta in

carbonato di calcio, è minima, poiché

penetra in strati relativamente sottili,

permettendo così alla pittura a calce di

fare poca presa.

Questa pittura, eseguita in un esterno,

dimostra poca resistenza al dilavamen-

to dell’acqua piovana e al contatto.

Inoltre l’attuale inquinamento atmosfe-

rico aggrava ancor più il deterioramen-

to delle tinte.

Per limitare questi inconvenienti e au-

mentare la resistenza della calce eli-

minandone anche la polverulenza, è

buona norma aggiungere alla pittura

(sempre se stesa su intonaco secco)

dei leganti. Questi leganti, comune-

mente chiamati colle, possono essere

di varia natura.

Tra le colle di origine naturale maggior-

mente utilizzabili, figurano:

= colle derivate dal latte (latte, casei-

na, …)

= colle derivate dall’uovo (colla di al-

bume e di tuorlo)

Tra le colle di origine artificiale trovia-

mo le resine acriliche e poliviniliche.

È molto importante provare di volta in

volta la tinta preparata con le colle pri-

ma di intervenire sulla superficie defi-

nitiva da dipingere.

Va segnalato che l’utilizzo di resine

plastiche, da un lato può eliminare

gli inconvenienti della pittura a calce,

dall’altro snatura le caratteristiche della

stessa, limitando la traspirazione delle

superfici dipinte e diminuendo ulterior-

mente lucentezza e trasparenza.

- - -

Graffito

Nella realizzazione del graffito si ope-

A destra:

Mezzo frescoDipinto fotografato a luce

radente.Si notano i rilievi delle pennellate della calce stesa sull’intonachino

in fase avanzata di carbonatazione.

Fig. 3

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ra come per l’affresco, preparando lo

strato di arriccio sul quale successiva-

mente si stende un intonaco colorato e

lo si lascia asciugare completamente.

Si bagna quindi la superficie e si stende

un secondo strato con colore diverso

dal primo (oppure un velo di grassello).

Applicato il disegno a spolvero o a in-

cisione, si asporta l’ultimo strato o gli

ultimi strati di intonachino, usando ar-

nesi tipo raschietti o punteruoli.

Si realizzano disegni sia monocromi,

con effetto chiaroscurale molto inten-

so, sia policromi, frutto della stesura di

più strati di intonaci variamente colo-

rati, con lo scopo di ottenere effetti di

colore particolarmente contrastanti.

In passato lo strato di intonaco inferio-

re conteneva carbone macinato, men-

tre quello superiore era a base di car-

bonato di calcio o coccio pesto.

Come per l’affresco, i pigmenti usati

per il graffito devono essere stabili alla

calce e il tempo di realizzo è limitato

dal processo di presa (fig.4).

(1) Rif.:Dimensione Geometra, gen.-

feb.2014. Lo stucco a marmorino,

le origini

- - -

Ennia Visentin

Gnomonista, pittrice decoratrice

Libera professionista

www.enniart.it,

www.sundialatlas.eu/

atlas.php?sp=165

A sinistra:

Graffito:Grassello di calce pigmentata su intonaco di coccio pesto.Fig. 4

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Calendario di Corsie Seminari di Formazionein Regione

Formazione

EVENTO* MATERIATITOLO +

LINK EVENTODATA ORE

ENTE ORGANIZZATIVO

LUOGO CREDITI

C FISCALITA'

Le agevolazioni fiscali in edilizia

04/12/2014 8 AGEFIS

Centro Culturale "Casa Zanussi"

v. Concordia 7PORDENONE

4+4 esamewww.collegio.geometri.ud.it/

news/notizia.asp?ID1484

S SICUREZZA

Simulazione di una visita ispettiva in cantiere

12/12/2014 4 CEFSCEFS

Via Bison 67Udine

3www.collegio.geometri.ud.it/

news/notizia.asp?ID1440

S EDILIZIA

Realizzazione e ristritturazione energetica e strutturale dei tetti in legno, copertura in tegole o coppi ed impianto

fotovoltaico integrato,Soluzioni antisismiche nelle costruzioni in legno miste

15/12/2014 7 COPERNICOCENTRO STUDI

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A breve suwww.collegio.geometri.ud.it

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EVENTO:

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S = seminario

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Una donna alla presidenza del Consiglio di Disciplina per il Collegio dei Geometri della Provincia di Udine

Un importante e delicato organismo con funzioni analoghe a quelle della Magistratura

di Nicla Manetti

Attività del Collegio di Udine

Il Collegio e la professione

del Geometra sono, evi-

dentemente, da sempre

caratterizzati da una identi-

tà in qualche modo pretta-

mente maschile, pertanto

sottolineare il fatto che sia

una donna a presiedere un

organismo, importante e

delicato, ha un senso spe-

cifico trattandosi del Consi-

glio di Disciplina Territoriale

del Collegio dei Geometri

e Geometri Laureati della

Provincia di Udine.

- - -

La sottoscritta Geometra,

nuova Presidente, da sem-

pre impegnata responsabil-

mente nelle attività del Col-

legio quale componente del

consiglio direttivo dal 1992

al 2010 anche con funzioni

di tesoriera, è stata l’ante-

signana e la realizzatrice di

una presenza fattiva delle

donne nella professione,

fino alla realizzazione del-

la Consulta Nazionale del-

le Donne Geometra di cui

sono stata la coordinatrice.

- - -

I Consigli di disciplina terri-

toriali sono istituiti presso i

Collegi dei Geometri Laure-

ti ai sensi dell’art. 8 del dpr

7 agosto 2012 n.137, e ad

essi sono affidati i compiti

di istituzione delle questio-

ni disciplinari riguardanti gli

iscritti all’albo. Il consiglio

di disciplina di Udine è co-

stituito da nove membri

designati con decreto del

Presidente del Tribunale di

Udine sulla base di 18 no-

minativi di Geometri propo-

sti dal Consiglio del Colle-

gio.

Il consiglio di disciplina è

formato dai seguenti colle-

ghi:

• Geom. Manetti Nicla,

presidente

• Geom.TollonMauro,se-

gretario

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• Geom.BeorchiaGianpie-

ro, consigliere

• Geom.BiasattiGiovanni

Pietro, consigliere

• Geom. Bragagnolo

Renato, consigliere

• Geom. Dal Bo Daniele,

consigliere

• Geom. Franz Renato,

consigliere

• Geom.FrassettoGiorgio

, consigliere.

- - -

Il Consiglio di Disciplina,

come sopra detto, è un or-

ganismo importante e deli-

cato con funzioni analoghe

a quelle della magistratu-

ra: si segue una procedura

amministrativa che può, se

del caso anche comminare

delle sanzioni di tipo ammi-

nistrativo.

- - -

In seguito alla ricezione di

un esposto, il Presidente

del Consiglio di Disciplina

ha il compito di iniziare le

indagini preliminari con-

vocando le parti in causa,

dopo di che sottopone al

Consiglio il caso per deci-

derne l’archiviazione o il dar

luogo a procedere.

In quest’ultimo caso il pre-

sidente nomina all’interno

del consiglio un collegio

composto da tre consiglie-

ri, i quali avranno l’obbligo

di seguire l’iter procedura-

le e dopo aver accertati i

fatti, concedere al collega

accusato ogni possibile di-

fesa fino all’assoluzione o

all’eventuale condanna, la

quale può consistere, in ra-

gione della gravità dei fatti

contestati, ne:

• l’Avvertimento

• laCensura

• la Sospensione dall’e-

sercizio professionale

• la Cancellazione dall’Al-

bo

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A seguito di qualsiasi de-

cisione presa da parte del

Consiglio, come avviene

per la giustizia civilistica, il

Regolamento di Disciplina

prevede che il collega giu-

dicato abbia la possibilità di

ricorso ad un’istanza supe-

riore: il Consiglio Nazionale

dei Geometri che ha sede a

Roma.

Le responsabilità implicate

da tale attività sono eviden-

temente consistenti anche

in considerazione dei tempi

difficili che si profilano e si

tratta pertanto di un impe-

gno serio e oneroso.

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Curiosità & Altro

Carolina TrampužL'autrice della vignetta

Per sorridere un po'...

L'autrice delle vignette è Carolina Trampuž, una Geometra libera professionista che ci ha gentilmente fornito queste sue realizza-zioni mettendo in luce anche il lato umoristico del geometra. Nata a Trieste il 22.12.1990, ha conseguito il Diploma di Geometra nel 2009 presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Žiga Zois" di Trieste. Nel 2012, dopo il superamento dell’esame per l’a-bilitazione alla libera professione, si iscrive al Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Trieste.Collabora con altri professionisti nell’attività di progettazione, ope-razioni catastali e tavolari, stime di immobili, certificazioni ener-getiche, successioni.

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IN COPERTINA

Le finestre in Friuli Venezia Giulia:

Udine, Torre porta delle antiche mura di S. Maria, oggi angolo v. Torriani - v. ZanonFoto di Gloria Gobetti

dimensione

geometraOrganO ufficiale del cOmitatO regiOnale dei cOllegi dei geOmetri e geOmetri laureati del friuli Venezia giulia

DIRETTORE RESPONSABILEVittOriO SuttO

COMITATO DI REDAZIONEluana tunini (go) angelO BOrtOluS (Pn)luca PaSSadOr (ts) eliO miani (ud)

COORDINATORE DI REDAZIONEglOria gOBetti (ud)

PROPRIETàOrganO ufficiale del cOmitatO regiOnale dei cOllegi dei geOmetri e geOmetri laureati del friuli Venezia giulia

EDITORE, DIREZIONE,REDAZIONE, AMMINISTRAZIONEaSSOciaziOne dei geOmetri e geOmetri laureati della PrOVincia di udineper conto del comitato regionale dei collegidei geometri e geometri laureati del friuli Venezia giulia Via grazzano 5/b33100 udinetel 0432 501503fax 0432 504048e-mail: [email protected]

il presente numero è stato chiusoil 05 novembre 2014.

PUBBLICITàScriPta manent srlvia Pier Paolo Pasolini 2/a33040 Pradamano udtel. +39 388 2624934e-mail: [email protected]

autOrizz. del triBunale di udinen. 42/92 del 21.11.92

Questo periodico è associatoall’unione Stampa Periodica italiana

Puoi trovare la rivista e gli arretrati sul nostro sito

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