GENNAIO - MARZO 2013 Rassegna Economica Report trimestrale · Come dicevo va un po’ meglio per...

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Rassegna Economica Report trimestrale sul quadro economico della Provincia di Siena GENNAIO - MARZO 2013

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Rassegna EconomicaReport trimestralesul quadro economico della Provincia di Siena

GENNAIO - MARZO 2013

Rassegna Economica Report Trimestrale è una pubblicazione della Camera di Commercio di Siena

È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli e delle informazioni pubblicate da questa Rivista, senza citare la fonte.Autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri numero 320 dell’8 marzo 1946. Decreto del Prefetto di Siena numero 449 del 16 marzo 1948. Spedizione in abbonamento postale 50%

Pubblicazione trimestrale quale supplemento al “Notiziario Camerale/CDC News”. Direzione e Amministrazione presso la Sede Camerale.

COMITATO DI REDAZIONECoordinatore editorialeLorenzo BolgiDirettore responsabileSandro VanniniRedazioneViola CarignaniCollaboratoreSusanna Guarino

COMITATO TECNICO SCIENTIFICO OSSERVATORIO ECONOMICO PROVINCIALELorenzo Bolgi Roberta Bonelli Anna Paola Di Battista Simonetta CannoniGiulio Ghellini Massimo Guasconi Lucia Lorenzoni Susanna Fratiglioni Claudio Balestri

UFFICIO STUDI E STATISTICA - C.C.I.A.A. di SienaChiara AndrucciDuccio MarconiTiziana Siveri

ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNEPaolo CorteseFrancesca Loi Daria Pignalosa

Progetto grafico ed impaginazione Betti Editrice / Betti s.r.l. (Siena) Formato digitale realizzazione Dream Project (Siena)

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Con il patrocinio di

Con il contributo di

Rassegna EconomicaReport trimestralesul quadro economico della Provincia di Siena

In AppendiceAnalisi delle Piccole e Medie Imprese Senesi (Survey PMI 2013).

GENNAIO - MARZO 2013

2Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

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Indice

INTERVISTE Bruno Valentini p. 5Sindaco di Siena

SINTESI DELL’ANALISI p. 7

INDAGINE SULL’ECONOMIA PROVINCIALE p. 9

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NAZIONALE p. 11E INTERNAZIONALE

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA LOCALE p. 151. Tessuto imprenditoriale: le imprese e i lavoratori p. 162. Interscambio commerciale p. 233. Settori di attività p. 28 A - Settore Agricolo p. 28 B - Settore Manufatturiero p. 30 C - Settore Commercio al Dettaglio p. 34 D - Settore Turismo p. 384. Quadro finanziario p. 40

APPENDICE p. 43Analisi delle Piccole e Medie Imprese Senesi

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intervista a BRuno Valentini Sindaco di Siena

Presidente, il momento è particolarmente delicato, nel settore manifatturiere abbiamo una contrazione della produzione che segna il -2,7% ed un fatturato che addirittura scende del 9,6%. Calano in maniera preoccupante anche gli ordinativi (-8,8%). Cosa fare?

Al di là dei numeri i cali si toccano con mano. Nel mio settore, l’edilizia, con ancora maggiore gravità, e trascina con sé tutto l’indotto. E’ difficile capire come rimettere in moto questo treno che si è bloccato. Servono degli interventi nazionali che però neppure si intravedono. Le tasse ci stanno uccidendo, sono pesantissime, esorbitanti, le banche praticano degli interessi per prestiti e fuori fido che sono insostenibili. E’ tutto l’insieme che preoccupa, proprio perché si vede cosa peggiora ma non si capisce quali possano essere gli strumenti per la ripresa.

Le imprese chiudono. Lo indica il dato negativo del 2,1% delle imprese attive.

Ogni imprenditore, artigiano, sta facendo il possibile per salvare la propria azienda, anche quelle che fino a pochi anni fa erano fiorenti. Adesso il massimo al quale si può aspirare è sopravvivere, ma non tutti ce la fanno. Un po’ meglio va per chi lavora con l’export, ma a livello locale è difficilissimo.

Anche il livello occupazionale è in calo. Si perdono sempre più posti di lavoro.

Cerchiamo di fare l’impossibile per tirare avanti e non mandare a casa il personale, ma riuscirci è quasi impossibile. Ormai i posti di lavoro persi sono tantissimi e non credo che, anche in caso di ripresa, possano essere tutti nuovamente coperti. L’unica possibilità è riqualificare il piccolo imprenditore e salvarlo dalle banche.

Quali settori stanno soffrendo di più?

L’edilizia è allo stremo, ma anche la lavorazione del ferro e i mobilifici sono ai minimi termini. Come dicevo va un po’ meglio per chi lavora con l’estero e chi si è specializzato, ma sono la minima parte del settore.

Cosa vuol fare Confartigianato

Cerchiamo di essere vicini alle imprese cercando di indirizzarle ma, soprattutto, continueremo a chiedere interventi a livello nazionale per azioni positive che portino alla ripresa dell’economia. In un momento come questo anche le associazioni si trovano in difficoltà perché diminuisce giorno dopo giorno il numero degli associati e quindi il peso che possono avere.

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IntervIste

intervista a Bruno valentInI Sindaco di Siena

Sindaco a circa due mesi dall’elezione come legge la situazione economica attuale della città?

Analogamente al resto d’Italia, la lunga recessione picchia duro. A Siena pesa in più il venir meno delle risorse aggiuntive garantite dal sistema MPS - Fondazione. A Siena, a differenza di altre zone della provincia, c’è una minor incidenza del settore manifatturiero e, quindi, il prodotto interno garantito dal terziario e dai settori pubblici attenua la crisi, ma si amplia l’area del precariato ed è arduo trovare nuova occupazione.

Cosa può essere fatto per superare questo momento di crisi?

La città deve aprirsi agli investimenti, dimostrando nei fatti di essere accogliente. Tutti gli enti coinvolti nei processi autorizzatori e decisionali dovrebbero rendere più semplici e trasparenti le procedure per aprire o consolidare un’attività. Poiché non è possibile nel breve periodo attendersi una riduzione della pressione fiscale, a causa del drenaggio di risorse indotto dal debito pubblico e della esosità dello Stato centrale, gli Enti Locali devono supplire cercando di facilitare le iniziative imprenditoriali. Dopo il letargo della gestione commissariale, il Comune sta gradualmente riprendendo a funzionare e a ricominciare a fare opere pubbliche, sia pure con dimensioni molto inferiori al periodo d’oro delle erogazioni della Fondazione. Stiamo intercettando bandi e finanziamenti che prima venivano quasi ignorati. Anche una maggiore proiezione internazionale della città ci aiuterà a cogliere opportunità, come nel caso delle due università, che oltre ad attrarre studenti possono dare luogo a nuovi progetti imprenditoriali legati alla ricerca.

Il turismo è un settore primario per Siena. Quali saranno le prime attenzioni che l’amministrazione gli riserverà?

Il nuovo assessore ha riorganizzato l’attività di promozione da parte del Comune, che si sta concretizzando in decine di incontri con moltissimi operatori. Ne sta scaturendo una nuova stagione di iniziative ed eventi, che si caratterizzano per lo spirito di iniziativa degli organizzatori, vista la ristrettezza di risorse pubbliche impiegabili. Sempre di più avremo la combinazione di sostegno pubblico con il protagonismo dei promotori, anche in campo culturale.

Ci sono nuovi segmenti turistici che la città potrebbe attrarre?

In assenza di una efficace promozione turistica da parte della Regione, che per ristrettezze economiche ha assorbito le APT territoriali, stiamo battendo molti nuovi terreni. Le relazioni internazionali, il turismo sostenibile, il trekking urbano ed in campagna, il turismo sportivo, quello scolastico, l’utilizzo di nuove tecnologie per i musei e gli itinerari, ecc. Solo con l’approvazione del bilancio previsionale previsto per il prossimo settembre, potremo sapere quanta parte dell’imposta di soggiorno potremo utilizzare per azioni di marketing aggiuntive.

6rassegna economIca report trImestrale - 1°/2013

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Sintesi dell’analisi I dati analizzati e commentati nella presente Rassegna economica sono riferiti al I trimestre del 2013. Si ricorda, tuttavia, che i commenti introduttivi ai tre principali paragrafi in cui è suddivisa questa Rassegna (internazionale e nazionale, locale e commercio con l’estero) hanno lo scopo di offrire uno spaccato sull’andamento delle variabili del periodo attuale. In apertura si propongono i risultati dell’indagine promossa dalla CCIAA di Siena e indirizzata alle associazioni di categoria sulle prospettive di crescita della produzione, delle vendite, del fatturato e dell’occupazione. In sintesi l’andamento generale delle principali variabili economico-statistiche per il I trimestre 2013 presenta i seguenti risultati: Variabili macroeconomiche nazionali:

� variazione negativa del PIL in termini tendenziali (-2,4%) e congiunturali (-0,6%); � calo della produzione industriale sia a livello tendenziale (-4,2%) sia congiunturale (-

0,4%); � aumento dell’inflazione in termini tendenziali (1,6%) e in termini congiunturali (0,2%); � crescita del tasso di disoccupazione a livello tendenziale (+1,8 punti percentuali) e

congiunturale (+1,2 punti percentuali). Variabili macroeconomiche locali:

� demografia – lieve diminuzione tendenziale delle imprese registrate (-0,4%) e calo tendenziale delle attive (-1%);

� cassa integrazione guadagni - incremento delle ore autorizzate in termini tendenziali (47,9%);

� addetti: calo tendenziale dello 0,5% e congiunturale dello 0,6%. Variabili settoriali:

� manifatturiero – contrazione tendenziale di produzione (-10,9%), fatturato (-13,4%) e ordinativi (-4,8%);

� commercio al dettaglio – riduzione in termini tendenziali del fatturato (-7,5%); � flussi commerciali con l’estero – in aumento in termini tendenziali le importazioni (+9,2%)

e in calo le esportazioni (-1,8%); saldo normalizzato in calo tendenziale di 4 punti percentuali;

� settore finanziario (dati del I trimestre 2013) – calo degli impieghi (-6,9%) e dei depositi (-4,7%) in termini tendenziali.

L’appendice è dedicata ai risultati dell’indagine Survey PMI 2013 di Unioncamere Toscana.

Siena Capitale Europea della Cultura. Una grande opportunità per la quale cosa si sta facendo?

Il responsabile della candidatura, il prof. Pierluigi Sacco, sta tessendo una rete straordinaria di relazioni e di contributi per la preparazione del dossier da presentare entro il prossimo settembre per superare il primo vaglio. Siamo consapevoli della difficoltà della sfida, che vede Siena contrapposta a molte altre straordinarie città, ma anche orgogliosi del lavoro preparatorio finora fatto, che metterà bene in evidenza come Siena propone di utilizzare la leva della cultura per affrontare ed uscire dalla crisi economica e sociale. Non sarà la mera riproposizione di una cartolina della bellezza, bensì un progetto innovativo per produrre cultura di dimensione europea, valorizzando la possibilità dell’impresa creativa, dell’economia della conoscenza.

Cosa potrebbe significare questa investitura?

Si calcolano circa 80 milioni di investimenti ed un effetto moltiplicatore di tre, quattro volte. Recupero di monumenti, creazioni di musei, laboratori creativi, attività di restauro, di catalogazione, di nuove applicazioni di software in campo culturale, e così via. Anche se puntiamo a vincere, il solo fatto che si definisca un percorso di candidatura, soprattutto se supereremo la prima fase di selezione, ci aiuterà a rendere più dinamiche le politiche culturali cittadine e della provincia, L’adesione della città di Firenze e della Regione Toscana ci aiuterà a rendere ancora più credibile la nostra progettualità, perchè sosterrà il sogno di una intera regione di rappresentare la bellezza e l’innovazione italiana in campo europeo.

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sintesi dell’analisi

aBstRact

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Sintesi dell’analisi I dati analizzati e commentati nella presente Rassegna economica sono riferiti al I trimestre del 2013. Si ricorda, tuttavia, che i commenti introduttivi ai tre principali paragrafi in cui è suddivisa questa Rassegna (internazionale e nazionale, locale e commercio con l’estero) hanno lo scopo di offrire uno spaccato sull’andamento delle variabili del periodo attuale. In apertura si propongono i risultati dell’indagine promossa dalla CCIAA di Siena e indirizzata alle associazioni di categoria sulle prospettive di crescita della produzione, delle vendite, del fatturato e dell’occupazione. In sintesi l’andamento generale delle principali variabili economico-statistiche per il I trimestre 2013 presenta i seguenti risultati: Variabili macroeconomiche nazionali:

� variazione negativa del PIL in termini tendenziali (-2,4%) e congiunturali (-0,6%); � calo della produzione industriale sia a livello tendenziale (-4,2%) sia congiunturale (-

0,4%); � aumento dell’inflazione in termini tendenziali (1,6%) e in termini congiunturali (0,2%); � crescita del tasso di disoccupazione a livello tendenziale (+1,8 punti percentuali) e

congiunturale (+1,2 punti percentuali). Variabili macroeconomiche locali:

� demografia – lieve diminuzione tendenziale delle imprese registrate (-0,4%) e calo tendenziale delle attive (-1%);

� cassa integrazione guadagni - incremento delle ore autorizzate in termini tendenziali (47,9%);

� addetti: calo tendenziale dello 0,5% e congiunturale dello 0,6%. Variabili settoriali:

� manifatturiero – contrazione tendenziale di produzione (-10,9%), fatturato (-13,4%) e ordinativi (-4,8%);

� commercio al dettaglio – riduzione in termini tendenziali del fatturato (-7,5%); � flussi commerciali con l’estero – in aumento in termini tendenziali le importazioni (+9,2%)

e in calo le esportazioni (-1,8%); saldo normalizzato in calo tendenziale di 4 punti percentuali;

� settore finanziario (dati del I trimestre 2013) – calo degli impieghi (-6,9%) e dei depositi (-4,7%) in termini tendenziali.

L’appendice è dedicata ai risultati dell’indagine Survey PMI 2013 di Unioncamere Toscana.

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indagine sull’economia pRoVinciale

indagine sull’economia

pRoVinciale

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INDAGINE SULL’ECONOMIA PROVINCIALE

È ormai consuetudine che all’apertura della Rassegna si tenga conto della visione delle associazioni di categoria provinciali le quali, partecipando alla sentiment analysis promossa dalla Camera di Commercio di Siena1, hanno l’occasione di rendere note le loro impressioni sui punti di forza e debolezza dell’attuale sistema economico locale. Ai referenti è sottoposto un questionario costituito da domande relative: alle prospettive di produzione, di vendita, del fatturato e occupazionali, all’accesso al credito, agli investimenti, alla ripresa economica per settore di attività, ai flussi turistici previsti ed alle aspettative generali per il II trimestre 2013. La situazione che emerge dalle risposte delle associazioni è particolarmente scoraggiante, come risulta evidente dalla Figura A, nella quale non c’è traccia di aspettative di aumento per alcuna delle variabili oggetto d’indagine. In particolare il fatturato sembra essere il più lontano da un miglioramento a breve termine, con l’81,8% delle imprese che si attende un’ulteriore contrazione del volume d’affari. Appena più ottimistiche le previsioni che riguardano, invece, il livello delle vendite, rispetto al quale, il 30% delle imprese dichiara di non attendersi variazioni sostanziali per il prossimo futuro a fronte di un 70% che invece ha aspettative di flessione. Ancora più inalterata dovrebbe risultare la situazione relativa alla produzione e all’occupazione: per quasi metà (il 40%) delle associazioni di categoria, infatti, i livelli produttivi e occupazionali attuali non cambieranno nei prossimi mesi. FIGURA A – DICHIARAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA IN MERITO ALLE PROSPETTIVE FUTURE SU PRODUZIONE, VENDITE, FATTURATO E OCCUPAZIONE DEI LORO ASSOCIATI

Elaborazione su dati provenienti dall’indagine effettuata dalla CCIAA di Siena Anche esaminando il contesto relativo all’accesso al credito da parte delle imprese ed ai relativi investimenti non si rilevano variabili in miglioramento: le possibilità di accedere al credito sono più critiche rispetto allo scorso anno per il 72,7% delle imprese, mentre la totalità (100%) delle associazioni definisce bassa la percentuale di imprese che hanno effettuato investimenti. Passando all’approfondimento dei segnali di ripresa emerge che le imprese che presentano maggiori difficoltà sono, secondo i risultati dell’indagine, le piccole (38,1%) e le medie (42,9%). Tra i settori di attività quello edile è il più in crisi, segnalato da quasi metà delle associazioni di categoria (42,3%). Il secondo settore maggiormente penalizzato dalla congiuntura economica è il commercio (19,2%); il settore che sta mostrando una ripresa è, invece, quello primario (30,8%). Per l’estate 2013 metà delle imprese (il 50%) prevede una stabilità dei flussi turistici, mentre la rimanente metà considera probabile una contrazione (40%) più che un incremento (10%).

1 Sono stati inviati alle associazioni di categoria 18 questionari composti da domande chiuse a risposta multipla, con un ritorno di 11 questionari compilati.

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l’andamento dell’economia nazionale e inteRnazionale

l’andamento dell’economia

nazionale e inteRnazionale

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L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

I trimestre 2013 - Economia nazionale

� Il PIL si riduce in termini congiunturali dello 0,6% e del 2,4% in termini tendenziali.

� Crescita dell’indice dei prezzi al consumo a livello tendenziale (1,6%) e congiunturale (0,2%).

� Contrazione della produzione industriale sia in termini tendenziali (-4,2%), sia congiunturali (-0,4%).

� Aumento tendenziale e congiunturale della disoccupazione (1,8 e 1,2 punti percentuali) e della disoccupazione giovanile (6 e 2,9 punti percentuali).

Introduzione

Nel corso del 2012 le condizioni sui mercati finanziari globali sono migliorate, tuttavia l’economia mondiale non è ancora tornata su un sentiero sicuro di crescita. Pur con modalità e intensità differenti, l’attività economica ha continuato a decelerare in tutte le principali aree. I grandi paesi emergenti crescono tuttora a ritmi sostenuti, anche se, per via del calo generalizzato della domanda, anche il loro sviluppo risulta in rallentamento. Tra i paesi avanzati, gli Stati Uniti sembrano avviati a un graduale ritorno ai ritmi di crescita che hanno caratterizzato le più recenti fasi di ripresa, mentre il Giappone beneficia degli stimoli provenienti da politiche spiccatamente espansive. L’area dell’euro fatica ad uscire dalla recessione in quanto la domanda risente degli effetti del consolidamento dei debiti pubblici e privati in molti paesi, per cui la debolezza ciclica si estende alle economie non esposte direttamente alla crisi dei debiti sovrani. I livelli raggiunti dai tassi di interesse sul debito sovrano in molti paesi dell’area riflettono, peraltro, non solo il deterioramento delle prospettive nazionali di crescita e di finanza pubblica, ma anche un fattore di rischio sistemico, connesso con il persistente timore di disgregazione dell’unione monetaria. Affinché l’Europa si avvii verso una fase di solida espansione, è necessario il contributo di tutte le politiche economiche. Per quanto riguarda la politica monetaria, gli interventi attuati dall’Eurosistema negli ultimi due anni hanno mirato a mantenere la stabilità finanziaria contrastando l’aumento dei prezzi, a sostenere la liquidità delle banche, che nell’area dell’euro più che altrove svolgono un ruolo preminente nel finanziamento dell’economia, e a evitare che distorsioni sul mercato dei debiti sovrani impedissero la corretta trasmissione della politica monetaria. Negli ultimi mesi le incertezze sulla tenuta della moneta unica si sono attenuate e le condizioni finanziarie dell’area dell’euro si sono distese, tuttavia questi progressi non hanno avuto riscontro in un miglioramento dell’economia reale. In Italia la debole ripresa seguita alla crisi finanziaria globale si è interrotta nella seconda metà del 2011, quando le tensioni hanno investito il nostro mercato dei titoli di Stato, dando origine a un circolo vizioso tra le condizioni del debito pubblico, delle banche e dell’economia reale. L’anno scorso l’attività economica si è contratta del 2,4 per cento e anche quest’anno si chiuderà con un forte calo dell’attività produttiva e dell’occupazione. La recessione sta segnando profondamente il potenziale produttivo e rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale. L’inversione del ciclo economico verso la fine del 2013 è possibile ma vincolata ad una serie di elementi di incertezza, tra cui l’andamento del commercio mondiale, l’evoluzione delle aspettative, la disponibilità di credito. Bisogna, poi, tener conto che la crisi internazionale si è innestata, in Italia, in un contesto di già gravi debolezze strutturali, come dimostra l’evoluzione complessiva della nostra economia nel decennio precedente la recessione. Di conseguenza, lo sforzo richiesto al nostro Paese è da un lato particolarmente impegnativo, dall’altro imprescindibile.

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Occorre saper, finalmente, adeguarsi agli enormi cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi decenni, intervenire sul sistema di istruzione e sul modello di welfare, migliorare la distribuzione dei redditi e sradicare le rendite incompatibili con il nuovo contesto competitivo, aumentare il funzionamento della pubblica amministrazione e perseguire recuperi capillari di efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, che ci avvicinino agli standard internazionali. L’Italia ha bisogno di condizioni favorevoli all’attività d’impresa, per cui occorre ridurre drasticamente la complessità e i costi degli adempimenti amministrativi, rendere più tempestiva e certa la giustizia, sconfiggere la diffusa corruzione, migliorare la protezione dalla criminalità. Riduzioni di imposte che privilegino la produzione e il lavoro sono poi necessarie, insieme a forme efficaci di contrasto all’evasione fiscale, che dà luogo a concorrenza sleale e aumenta il carico tributario per i contribuenti in regola. L’uscita dalla procedura di deficit eccessivo, grazie ai sacrifici compiuti nel conseguire la stabilità finanziaria, costituisce un importante risultato e può essere il presupposto di politiche efficaci ed eque. La situazione internazionale è bene evidenziata dall’analisi dei principali indicatori economici, di seguito riportati, che sintetizzano l’andamento registrato dall’economia negli ultimi mesi e le prospettive per i prossimi. In particolare, i Composite Leading Indicators2, indicatori anticipatori del ciclo, continuano, come nel trimestre precedente, ad evidenziare segnali di miglioramento.

Francia Germania Grecia Italia Spagna Regno Unito

Giappone Stati Uniti

OECD Europa

gen-12 100,0 99,9 98,1 100,0 100,4 99,2 100,4 100,3 99,8feb-12 100,0 99,9 98,1 99,8 100,4 99,2 100,4 100,4 99,8mar-12 99,9 99,9 98,3 99,6 100,4 99,3 100,4 100,4 99,8apr-12 99,9 99,8 98,4 99,4 100,4 99,4 100,3 100,4 99,8mag-12 99,9 99,6 98,6 99,2 100,4 99,4 100,2 100,3 99,7giu-12 99,9 99,4 98,8 99,1 100,3 99,5 100,1 100,3 99,7lug-12 99,8 99,2 98,9 99,0 100,3 99,7 100,0 100,3 99,6ago-12 99,7 99,0 99,0 99,0 100,3 99,9 99,9 100,3 99,6set-12 99,6 98,9 99,1 99,0 100,3 100,1 99,9 100,4 99,6ott-12 99,5 98,9 99,2 99,1 100,3 100,3 99,9 100,5 99,6nov-12 99,5 99,1 99,4 99,2 100,4 100,5 100,0 100,7 99,7dic-12 99,5 99,3 99,7 99,3 100,6 100,6 100,2 100,8 99,8gen-13 99,5 99,5 100,1 99,5 100,7 100,7 100,4 101,0 99,9feb-13 99,6 99,7 100,4 99,6 100,9 100,7 100,7 101,1 100,0mar-13 99,6 99,8 100,8 99,8 101,1 100,7 101,0 101,1 100,1

Ripresa: CLI crescente con valori inferiori a 100

Espansione : CLI crescente con valori superiori a 100

Rallentamento: CLI decrescente con valori superiori a 100

Recessione: CLI decrescente con valori inferiori a 100

Emerge una prospettiva di ripresa generalizzata per l’Area euro con Spagna e Grecia che spiccano per una più pronunciata espansione economica attesa rispetto agli altri. Lo stesso si evidenzia, fuori dall’Area euro, per il Regno Unito, il Giappone e gli Stati Uniti. Nel complesso gli indicatori per l’OECD Europa denotano una ripresa che segue al periodo di forte recessione che ha caratterizzato tutto il 2012. Per quanto riguarda nello specifico il nostro Paese, le previsioni sono moderatamente positive, ma, evidentemente, la loro concretizzazione è vincolata allo sciogliersi dei nodi di incertezza che continuano a gravare sull’economia nazionale. Per quanto concerne l’andamento dei tassi di interesse, la media per trimestri del 2012 conferma la tendenza verso una sostanziale riduzione dei tassi e, dopo che a dicembre il tasso sui prestiti interbancari non garantiti (Euribor) a tre mesi ha raggiunto il minimo storico dello 0,18 per cento, quest’ultimo si mantiene su livelli contenuti anche nel primo trimestre 2013 (0,21). Si conferma 2 Per l’Italia l’andamento del CLI si basa su una media ponderata dell’andamento dei seguenti indici: 1. Indice di fiducia dei consumatori (fonte ISTAT) 2. Tasso di interesse interbancario a 3 mesi (fonte Banca d’Italia) 3. Produzione: la tendenza futura (Fonte ISTAT) 4. Nuovi ordini netti deflazionati (Fonte ISTAT) 5. La domanda/ordini di afflusso: la tendenza futura (Fonte ISTAT) 6. Rapporto tra i prezzi delle merci esportate e i prezzi di quelle importate (2000 = 100) (Fonte ISTAT).

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l’andamento dell’economia

nazionale e inteRnazionale

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Occorre saper, finalmente, adeguarsi agli enormi cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi decenni, intervenire sul sistema di istruzione e sul modello di welfare, migliorare la distribuzione dei redditi e sradicare le rendite incompatibili con il nuovo contesto competitivo, aumentare il funzionamento della pubblica amministrazione e perseguire recuperi capillari di efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, che ci avvicinino agli standard internazionali. L’Italia ha bisogno di condizioni favorevoli all’attività d’impresa, per cui occorre ridurre drasticamente la complessità e i costi degli adempimenti amministrativi, rendere più tempestiva e certa la giustizia, sconfiggere la diffusa corruzione, migliorare la protezione dalla criminalità. Riduzioni di imposte che privilegino la produzione e il lavoro sono poi necessarie, insieme a forme efficaci di contrasto all’evasione fiscale, che dà luogo a concorrenza sleale e aumenta il carico tributario per i contribuenti in regola. L’uscita dalla procedura di deficit eccessivo, grazie ai sacrifici compiuti nel conseguire la stabilità finanziaria, costituisce un importante risultato e può essere il presupposto di politiche efficaci ed eque. La situazione internazionale è bene evidenziata dall’analisi dei principali indicatori economici, di seguito riportati, che sintetizzano l’andamento registrato dall’economia negli ultimi mesi e le prospettive per i prossimi. In particolare, i Composite Leading Indicators2, indicatori anticipatori del ciclo, continuano, come nel trimestre precedente, ad evidenziare segnali di miglioramento.

Francia Germania Grecia Italia Spagna Regno Unito

Giappone Stati Uniti

OECD Europa

gen-12 100,0 99,9 98,1 100,0 100,4 99,2 100,4 100,3 99,8feb-12 100,0 99,9 98,1 99,8 100,4 99,2 100,4 100,4 99,8mar-12 99,9 99,9 98,3 99,6 100,4 99,3 100,4 100,4 99,8apr-12 99,9 99,8 98,4 99,4 100,4 99,4 100,3 100,4 99,8mag-12 99,9 99,6 98,6 99,2 100,4 99,4 100,2 100,3 99,7giu-12 99,9 99,4 98,8 99,1 100,3 99,5 100,1 100,3 99,7lug-12 99,8 99,2 98,9 99,0 100,3 99,7 100,0 100,3 99,6ago-12 99,7 99,0 99,0 99,0 100,3 99,9 99,9 100,3 99,6set-12 99,6 98,9 99,1 99,0 100,3 100,1 99,9 100,4 99,6ott-12 99,5 98,9 99,2 99,1 100,3 100,3 99,9 100,5 99,6nov-12 99,5 99,1 99,4 99,2 100,4 100,5 100,0 100,7 99,7dic-12 99,5 99,3 99,7 99,3 100,6 100,6 100,2 100,8 99,8gen-13 99,5 99,5 100,1 99,5 100,7 100,7 100,4 101,0 99,9feb-13 99,6 99,7 100,4 99,6 100,9 100,7 100,7 101,1 100,0mar-13 99,6 99,8 100,8 99,8 101,1 100,7 101,0 101,1 100,1

Ripresa: CLI crescente con valori inferiori a 100

Espansione : CLI crescente con valori superiori a 100

Rallentamento: CLI decrescente con valori superiori a 100

Recessione: CLI decrescente con valori inferiori a 100

Emerge una prospettiva di ripresa generalizzata per l’Area euro con Spagna e Grecia che spiccano per una più pronunciata espansione economica attesa rispetto agli altri. Lo stesso si evidenzia, fuori dall’Area euro, per il Regno Unito, il Giappone e gli Stati Uniti. Nel complesso gli indicatori per l’OECD Europa denotano una ripresa che segue al periodo di forte recessione che ha caratterizzato tutto il 2012. Per quanto riguarda nello specifico il nostro Paese, le previsioni sono moderatamente positive, ma, evidentemente, la loro concretizzazione è vincolata allo sciogliersi dei nodi di incertezza che continuano a gravare sull’economia nazionale. Per quanto concerne l’andamento dei tassi di interesse, la media per trimestri del 2012 conferma la tendenza verso una sostanziale riduzione dei tassi e, dopo che a dicembre il tasso sui prestiti interbancari non garantiti (Euribor) a tre mesi ha raggiunto il minimo storico dello 0,18 per cento, quest’ultimo si mantiene su livelli contenuti anche nel primo trimestre 2013 (0,21). Si conferma 2 Per l’Italia l’andamento del CLI si basa su una media ponderata dell’andamento dei seguenti indici: 1. Indice di fiducia dei consumatori (fonte ISTAT) 2. Tasso di interesse interbancario a 3 mesi (fonte Banca d’Italia) 3. Produzione: la tendenza futura (Fonte ISTAT) 4. Nuovi ordini netti deflazionati (Fonte ISTAT) 5. La domanda/ordini di afflusso: la tendenza futura (Fonte ISTAT) 6. Rapporto tra i prezzi delle merci esportate e i prezzi di quelle importate (2000 = 100) (Fonte ISTAT).

6

anche la riduzione dell’interbancario a 3 mesi negli Stati Uniti (pari a 0,29 nel primo trimestre dell’anno) e in Giappone (nei primi quattro mesi del 2013 il tasso è stabile sullo 0,16).

Area Euro USA Giappone2009 1,22 0,69 0,472010 0,81 0,34 0,232011 1,39 0,34 0,19

2012 Q1 1,04 0,51 0,20Q2 0,69 0,47 0,20Q3 0,36 0,43 0,19Q4 0,20 0,32 0,19

2013 Q1 0,21 0,29 0,16Gennaio 0,20 0,30 0,16Febbraio 0,22 0,29 0,16Marzo 0,21 0,28 0,16Aprile 0,21 0,28 0,16

Interbancario a 3 mesi

Considerando l’andamento dei principali indicatori economici del nostro paese, nonostante le previsioni di ripresa dell’economia segnalateci dall’andamento dei Composite Leading Indicators, i dati continuano ad attestarsi su valori negativi. Il PIL in termini congiunturali si riduce dello 0,6 per cento e in termini tendenziali addirittura del 2,4 per cento. Dalla Tabella 1 questa tendenza è confermata anche per quanto riguarda la produzione industriale: il 2012 è caratterizzato da un susseguirsi di variazioni negative e l’anno in corso conferma la tendenza sebbene con intensità meno pronunciata rispetto ai trimestri precedenti (-4,2 per cento in termini tendenziali e -0,4 per cento in termini congiunturali). TABELLA 1 - INDICI GENERALI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE: I TRIMESTRE 2013

Periodo Dati destagionalizzati Dati corretti per gli effetti di calendario Dati grezzi

INDICI Variazioni cong.% INDICI Variazioni tend.% INDICI Variazioni tend.%

2011 - - 101,1 1,1 100,3 0,3

2012 - - 94,6 -6,4 94,2 -6,1

2012

II-trim. 94,9 -1,9 98,8 -7,2 98 -8,2

III-trim. 94,5 -0,5 90,4 -5,1 88,7 -6,1

IV-trim. 92,4 -2,2 92,5 -6,9 92,4 -5,7

2013

I-trim. 92 -0,4 92,6 -4,2 91,8 -6,1

Fonte: Istat Per quanto riguarda l’inflazione, la Tabella 2 mostra l’andamento dei due principali indici dei prezzi al consumo: il NIC nazionale e l’IPCA europeo. In entrambi i casi, il livello dei prezzi è in rialzo in termini tendenziali, con una dinamica che si conferma ormai dal 2008. Tuttavia, qualche segnale di lieve miglioramento può essere colto considerando che rispetto alla media del 2012, pari al 3 per cento, nei primi mesi di quest’anno l’inflazione si attesta su valori inferiori, raggiungendo l’1,6 per cento a marzo. Un andamento analogo si rileva anche l’indice IPCA (pari, a marzo 2013, all’1,8 per cento).

14Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

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TABELLA 2 - INDICE GENERALE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO PER L’INTERA COLLETTIVITÀ (NIC), AL LORDO DEI TABACCHI. INDICE GENERALE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO PER I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA (IPCA). ANNI 2008-2013

Periodo

NIC - Compresi i tabacchi IPCA

Indici

Variazioni %

Indici

Variazioni %

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Base 1995=100 Base 2005=100

2008 136,6 - +3,3 108,0 - +3,5

2009 137,7 - +0,8 108,8 - +0,8

2010 139,8 - +1,5 110,6 - +1,6

Base 2010=100

2011 102,8 - +2,8 113,8 +2,9

2012 105,9 - +3,0 117,5 - +3,3

2013

gennaio 106,7 +0,2 +2,2 116,9 -2,0 +2,4

febbraio 106,8 +0,1 +1,9 116,7 -0,2 +2,0

marzo 107,0 +0,2 +1,6 119,4 +2,3 +1,8

Fonte: Istat Passando, infine, ad analizzare il mercato del lavoro, si acuisce sempre più la situazione di criticità evidenziata già nei report precedenti, con un tasso di disoccupazione che nel primo trimestre 2013 sfiora i 13 punti percentuali (Tabella 3). TABELLA 3 - INDICI DI ATTIVITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO (VALORI PERCENTUALI)3

Periodo Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

15-64 anni 15-24 anni 15-64 anni 15-24 anni Totale 15-24 anni

2011 I Trimestre 62,2 27,9 56,8 19,6 8,6 29,6

II Trimestre 62,1 26,2 57,3 19,0 7,8 27,4

III Trimestre 61,7 26,6 56,9 19,6 7,6 26,5

IV Trimestre 63,0 28,7 56,9 19,4 9,6 32,6

2012 I Trimestre 63,6 29,1 56,5 18,6 10,9 35,9

II Trimestre 63,9 28,6 57,1 18,9 10,5 33,9

III Trimestre 63,1 28,4 56,9 19,3 9,8 32,1

IV Trimestre 64,1 28,6 56,5 17,5 11,6 39,0

2013 I Trimestre 63,8 27,6 55,5 16,0 12,8 41,9

Fonte: Istat In particolare, estremamente preoccupante è il quadro occupazionale giovanile: il tasso di occupazione si riduce drasticamente nell’ultimo anno fino ad arrivare al 16 per cento a inizio 2013 e tale valore è estremamente indicativo se si considera che nello stesso trimestre del 2012 era pari al 18,6 per cento. Anche il tasso di disoccupazione raggiunge un nuovo picco, superando ormai i 40 punti percentuali (con un incremento di quasi tre punti percentuali in un solo trimestre). Meno accentuato è il calo del tasso di occupazione generale (pari al 55,5 per cento) così come quello che interessa il tasso di attività (sceso sotto i 64 punti percentuali, dopo l’incremento del quarto trimestre 2012).

3 Tasso di attività: forza lavoro/popolazione - Tasso di occupazione: occupati/forza lavoro - Tasso di disoccupazione: disoccupati/forza lavoro.

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TABELLA 2 - INDICE GENERALE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO PER L’INTERA COLLETTIVITÀ (NIC), AL LORDO DEI TABACCHI. INDICE GENERALE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO PER I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA (IPCA). ANNI 2008-2013

Periodo

NIC - Compresi i tabacchi IPCA

Indici

Variazioni %

Indici

Variazioni %

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Base 1995=100 Base 2005=100

2008 136,6 - +3,3 108,0 - +3,5

2009 137,7 - +0,8 108,8 - +0,8

2010 139,8 - +1,5 110,6 - +1,6

Base 2010=100

2011 102,8 - +2,8 113,8 +2,9

2012 105,9 - +3,0 117,5 - +3,3

2013

gennaio 106,7 +0,2 +2,2 116,9 -2,0 +2,4

febbraio 106,8 +0,1 +1,9 116,7 -0,2 +2,0

marzo 107,0 +0,2 +1,6 119,4 +2,3 +1,8

Fonte: Istat Passando, infine, ad analizzare il mercato del lavoro, si acuisce sempre più la situazione di criticità evidenziata già nei report precedenti, con un tasso di disoccupazione che nel primo trimestre 2013 sfiora i 13 punti percentuali (Tabella 3). TABELLA 3 - INDICI DI ATTIVITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO (VALORI PERCENTUALI)3

Periodo Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

15-64 anni 15-24 anni 15-64 anni 15-24 anni Totale 15-24 anni

2011 I Trimestre 62,2 27,9 56,8 19,6 8,6 29,6

II Trimestre 62,1 26,2 57,3 19,0 7,8 27,4

III Trimestre 61,7 26,6 56,9 19,6 7,6 26,5

IV Trimestre 63,0 28,7 56,9 19,4 9,6 32,6

2012 I Trimestre 63,6 29,1 56,5 18,6 10,9 35,9

II Trimestre 63,9 28,6 57,1 18,9 10,5 33,9

III Trimestre 63,1 28,4 56,9 19,3 9,8 32,1

IV Trimestre 64,1 28,6 56,5 17,5 11,6 39,0

2013 I Trimestre 63,8 27,6 55,5 16,0 12,8 41,9

Fonte: Istat In particolare, estremamente preoccupante è il quadro occupazionale giovanile: il tasso di occupazione si riduce drasticamente nell’ultimo anno fino ad arrivare al 16 per cento a inizio 2013 e tale valore è estremamente indicativo se si considera che nello stesso trimestre del 2012 era pari al 18,6 per cento. Anche il tasso di disoccupazione raggiunge un nuovo picco, superando ormai i 40 punti percentuali (con un incremento di quasi tre punti percentuali in un solo trimestre). Meno accentuato è il calo del tasso di occupazione generale (pari al 55,5 per cento) così come quello che interessa il tasso di attività (sceso sotto i 64 punti percentuali, dopo l’incremento del quarto trimestre 2012).

3 Tasso di attività: forza lavoro/popolazione - Tasso di occupazione: occupati/forza lavoro - Tasso di disoccupazione: disoccupati/forza lavoro.

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l’andamento dell’economia

locale

l’andamento dell’economia locale

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TABELLA 2 - INDICE GENERALE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO PER L’INTERA COLLETTIVITÀ (NIC), AL LORDO DEI TABACCHI. INDICE GENERALE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO PER I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA (IPCA). ANNI 2008-2013

Periodo

NIC - Compresi i tabacchi IPCA

Indici

Variazioni %

Indici

Variazioni %

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Base 1995=100 Base 2005=100

2008 136,6 - +3,3 108,0 - +3,5

2009 137,7 - +0,8 108,8 - +0,8

2010 139,8 - +1,5 110,6 - +1,6

Base 2010=100

2011 102,8 - +2,8 113,8 +2,9

2012 105,9 - +3,0 117,5 - +3,3

2013

gennaio 106,7 +0,2 +2,2 116,9 -2,0 +2,4

febbraio 106,8 +0,1 +1,9 116,7 -0,2 +2,0

marzo 107,0 +0,2 +1,6 119,4 +2,3 +1,8

Fonte: Istat Passando, infine, ad analizzare il mercato del lavoro, si acuisce sempre più la situazione di criticità evidenziata già nei report precedenti, con un tasso di disoccupazione che nel primo trimestre 2013 sfiora i 13 punti percentuali (Tabella 3). TABELLA 3 - INDICI DI ATTIVITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO (VALORI PERCENTUALI)3

Periodo Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

15-64 anni 15-24 anni 15-64 anni 15-24 anni Totale 15-24 anni

2011 I Trimestre 62,2 27,9 56,8 19,6 8,6 29,6

II Trimestre 62,1 26,2 57,3 19,0 7,8 27,4

III Trimestre 61,7 26,6 56,9 19,6 7,6 26,5

IV Trimestre 63,0 28,7 56,9 19,4 9,6 32,6

2012 I Trimestre 63,6 29,1 56,5 18,6 10,9 35,9

II Trimestre 63,9 28,6 57,1 18,9 10,5 33,9

III Trimestre 63,1 28,4 56,9 19,3 9,8 32,1

IV Trimestre 64,1 28,6 56,5 17,5 11,6 39,0

2013 I Trimestre 63,8 27,6 55,5 16,0 12,8 41,9

Fonte: Istat In particolare, estremamente preoccupante è il quadro occupazionale giovanile: il tasso di occupazione si riduce drasticamente nell’ultimo anno fino ad arrivare al 16 per cento a inizio 2013 e tale valore è estremamente indicativo se si considera che nello stesso trimestre del 2012 era pari al 18,6 per cento. Anche il tasso di disoccupazione raggiunge un nuovo picco, superando ormai i 40 punti percentuali (con un incremento di quasi tre punti percentuali in un solo trimestre). Meno accentuato è il calo del tasso di occupazione generale (pari al 55,5 per cento) così come quello che interessa il tasso di attività (sceso sotto i 64 punti percentuali, dopo l’incremento del quarto trimestre 2012).

3 Tasso di attività: forza lavoro/popolazione - Tasso di occupazione: occupati/forza lavoro - Tasso di disoccupazione: disoccupati/forza lavoro.

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L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA LOCALE

I Trimestre 2013 - Economia locale

� 29.133 le imprese registrate: in calo rispetto al I trimestre 2012 (-108 unità).

� In diminuzione tendenziale dell’1% il numero delle imprese attive (26.133).

� Sono 576 le imprese iscritte e 747 quelle cessate, rispettivamente in aumento del 5,5% e del 9,1% rispetto al I trimestre 2012.

� Aumentano, in termini tendenziali, le ore di cassa integrazione autorizzate: totali (47,9%), ordinarie (81,9%), straordinarie (37,9%), in deroga (42,6%).

Flussi commerciali con l’estero

� Incremento delle importazioni (107 milioni di euro) in termini tendenziali del 9,2% e riduzione delle esportazioni (273 milioni di euro) dell’1,8%.

� Bilancia commerciale positiva (165,9 milioni di euro).

� Variazione negativa del saldo normalizzato della bilancia commerciale che si attesta su un valore pari al 44% (in calo di 4 punti percentuali rispetto al I trimestre 2012).

Settore agricolo

� In lieve flessione tendenziale il numero delle imprese attive del comparto delle coltivazioni agricole di prodotti animali, caccia, pesca e servizi connessi (5.393 unità, -0,1%).

� Nel comparto dell’industria alimentare risultano attive 248 imprese, con un aumento dell’1,6%, mentre in quello del comparto della silvicoltura e utilizzo di aree forestali 172 (+7,5%).

Settore manifatturiero

� In calo tendenziale (-2,7%) il numero delle imprese attive (2.349 unità).

� Contrazione a livello tendenziale di produzione (-10,9%), fatturato (-13,4%) e ordinativi (-4,8%).

� Aumenta la quota del fatturato esportato sul totale rispetto allo stesso periodo del 2012 (+7,3 punti percentuali) ma diminuisce (-1,9 punti) in termini congiunturali, attestandosi al 34,1%.

� Riduzione del livello di occupazione in termini congiunturali (-0,5%) e tendenziali (+7,3%).

� Aspettative per il II trimestre 2013: in aumento la domanda estera (1,8%), in diminuzione la domanda interna (-14,4%), la produzione trimestrale (-0,2%), la produzione annuale (-12,5%) e l’occupazione (-1,3%).

Settore del commercio al dettaglio

� In calo tendenziale (-0,8%) il numero delle imprese attive (5.583 unità) del commercio al dettaglio e all’ingrosso.

� Diminuzione del fatturato del settore in termini tendenziali (-7,5%).

� Calo tendenziale del 5,1% del fatturato del comparto alimentare e del 9,2% del comparto non alimentare.

� Riduzione tendenziale del fatturato per la piccola (-9,1%), media (-8,2%) e grande distribuzione (-3,5%).

� Stabile il fatturato di ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+0,1%) rispetto al I trimestre 2012.

� Previsioni positive (+1,8%) per le vendite del II trimestre 2013 in termini congiunturali.

Settore turistico

� In diminuzione tendenziale gli arrivi (183 mila) e le presenze (414 mila) rispetto al I trimestre 2012 (rispettivamente -2,7% e -15,7%).

� Diminuisce in termini tendenziali la permanenza media (-13,3%), pari a 2,3 giorni.

Settore finanziario

� Riduzione degli impieghi (-1,9%) e dei depositi (-3,3%) in termini congiunturali.

� Incremento delle sofferenze in termini congiunturali (14%) e tendenziali (41%) nel IV trimestre 2012.

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TABELLA 2 - INDICE GENERALE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO PER L’INTERA COLLETTIVITÀ (NIC), AL LORDO DEI TABACCHI. INDICE GENERALE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO PER I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA (IPCA). ANNI 2008-2013

Periodo

NIC - Compresi i tabacchi IPCA

Indici

Variazioni %

Indici

Variazioni %

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

Base 1995=100 Base 2005=100

2008 136,6 - +3,3 108,0 - +3,5

2009 137,7 - +0,8 108,8 - +0,8

2010 139,8 - +1,5 110,6 - +1,6

Base 2010=100

2011 102,8 - +2,8 113,8 +2,9

2012 105,9 - +3,0 117,5 - +3,3

2013

gennaio 106,7 +0,2 +2,2 116,9 -2,0 +2,4

febbraio 106,8 +0,1 +1,9 116,7 -0,2 +2,0

marzo 107,0 +0,2 +1,6 119,4 +2,3 +1,8

Fonte: Istat Passando, infine, ad analizzare il mercato del lavoro, si acuisce sempre più la situazione di criticità evidenziata già nei report precedenti, con un tasso di disoccupazione che nel primo trimestre 2013 sfiora i 13 punti percentuali (Tabella 3). TABELLA 3 - INDICI DI ATTIVITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO (VALORI PERCENTUALI)3

Periodo Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

15-64 anni 15-24 anni 15-64 anni 15-24 anni Totale 15-24 anni

2011 I Trimestre 62,2 27,9 56,8 19,6 8,6 29,6

II Trimestre 62,1 26,2 57,3 19,0 7,8 27,4

III Trimestre 61,7 26,6 56,9 19,6 7,6 26,5

IV Trimestre 63,0 28,7 56,9 19,4 9,6 32,6

2012 I Trimestre 63,6 29,1 56,5 18,6 10,9 35,9

II Trimestre 63,9 28,6 57,1 18,9 10,5 33,9

III Trimestre 63,1 28,4 56,9 19,3 9,8 32,1

IV Trimestre 64,1 28,6 56,5 17,5 11,6 39,0

2013 I Trimestre 63,8 27,6 55,5 16,0 12,8 41,9

Fonte: Istat In particolare, estremamente preoccupante è il quadro occupazionale giovanile: il tasso di occupazione si riduce drasticamente nell’ultimo anno fino ad arrivare al 16 per cento a inizio 2013 e tale valore è estremamente indicativo se si considera che nello stesso trimestre del 2012 era pari al 18,6 per cento. Anche il tasso di disoccupazione raggiunge un nuovo picco, superando ormai i 40 punti percentuali (con un incremento di quasi tre punti percentuali in un solo trimestre). Meno accentuato è il calo del tasso di occupazione generale (pari al 55,5 per cento) così come quello che interessa il tasso di attività (sceso sotto i 64 punti percentuali, dopo l’incremento del quarto trimestre 2012).

3 Tasso di attività: forza lavoro/popolazione - Tasso di occupazione: occupati/forza lavoro - Tasso di disoccupazione: disoccupati/forza lavoro.

16Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

1. tessuto impRenditoRiale: le impRese e i laVoRatoRi

9

1. Il tessuto imprenditoriale: le imprese e i lavoratori

La demografia delle imprese4 Le imprese attive nella provincia di Siena sono, alla fine del primo trimestre 2013, 26.116, con un calo demografico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari, in valori assoluti, a 267 unità (in termini percentuali si tratta del -1%). FIGURA 1 - VARIAZIONI (%) TENDENZIALI DEL NUMERO DI IMPRESE ATTIVE IN PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2012-2013

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Negli ultimi cinque trimestri lo stock di imprese attive ha segnato un susseguirsi di contrazioni, sempre in termini tendenziali, con un picco proprio all’inizio del 2013. Passando a valutare l’ammontare di imprese registrate, esso si attesta a 29.133 unità, con una flessione, rispetto al primo trimestre 2012, di 108 imprese. Come è possibile notare dalla Figura 2, il tasso di crescita tende a registrare un picco negativo in corrispondenza del primo trimestre di ogni anno, a cui segue, nel secondo trimestre, un punto di massimo. Anche nel primo quarto di quest’anno, in effetti, il tasso di crescita risulta nettamente negativo (-0,6%), con una contrazione peraltro più acuta di quella registrata nello stesso periodo del 2012. Le iscrizioni si attestano a 576 unità e le cessazioni di imprese a 747. FIGURA 2 - TASSI TRIMESTRALI DI ISCRIZIONE, CESSAZIONE E CRESCITA DELLE IMPRESE SENESI. ANNI 2009-2013

-1,0-0,8-0,6-0,4-0,20,00,20,40,60,81,0

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13

iscrizione cessazione crescita Elaborazione su dati Infocamere - Movimprese Per quanto riguarda l’analisi dell’andamento demografico in relazione ai vari settori di attività economica, la Figura 3 evidenzia una contrazione dei tassi di crescita generalizzata a tutti i

4 Tasso d’iscrizione: (imprese iscritte/imprese registrate)*100; Tasso di cessazione: (imprese cessate/imprese registrate)*100; Tasso di crescita: (imprese iscritte – imprese cessate)/imprese registrate*100.

10

comparti, ma particolarmente pronunciata nel caso della manifattura (-1,4%) e del commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1,2%). FIGURA 3 - TASSI DI CRESCITA TRIMESTRALI DEI PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITÀ DELLA PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2010-2013

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Agricoltura, silvicoltura e pesca ManifatturieroCommercio all'ingrosso e al dettaglio Totale Provincia

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Le criticità evidenziate con riferimento al comparto del commercio risultano particolarmente preoccupanti se si pensa che quest’ultimo costituisce il più importante settore del tessuto imprenditoriale senese, raggruppando 5.583 imprese attive, pari ad oltre un quinto del totale (il 21,4%). Ad ogni modo, il calo in termini tendenziali del numero di imprese attive nel settore, pari allo 0,8%, è inferiore rispetto alla flessione del complesso delle imprese attive in provincia, per cui il peso rivestito dal commercio nel tessuto imprenditoriale locale non risulta intaccato. L’altro comparto fondamentale in termini di contributo allo stock di imprese attive è quello agricolo, a cui afferiscono 5.565 imprese, pari al 21,3%, con un’incidenza in leggero aumento sia in termini tendenziali che congiunturali. FIGURA 4 - DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE ATTIVE SENESI PER ATTIVITÀ ECONOMICA - I TRIMESTRE 2013 NELLA LEGENDA SONO INDICATI, NELL'ORDINE, I VALORI ASSOLUTI E LE VARIAZIONI TENDENZIALI TRIMESTRALI

21,3

9,0

16,021,4

9,4

6,14,0

12,9Agricoltura, silvicoltura e pesca: 5.565; +0,1%

Attività Manifatturiere: 2.349; -2,7%

Costruzioni: 4.174; -4,9%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio: 5.583; -0,8%

Alberghi e ristoranti: 2.445; +1,2%

Attività immobiliari: 1.595; +0,7%

Altri servizi pubblici e sociali: 1.036; 0,8%

Altro: 3.369; +0,2%

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’imprenditoria senese si caratterizza anche per la presenza significativa di imprese appartenenti al comparto delle costruzioni (4.174 unità, pari al 16%), le quali registrano una diminuzione di quasi 5 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2012, conseguente alla conclamata crisi del settore edile a livello provinciale e nazionale. Altri settori importanti per il tessuto imprenditoriale locale sono, poi, quello degli alberghi e ristoranti (2.445 unità , pari al 9,4% del totale) e quello manifatturiero (2.349 unità, pari al 9%).

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l’andamento dell’economia

locale

9

1. Il tessuto imprenditoriale: le imprese e i lavoratori

La demografia delle imprese4 Le imprese attive nella provincia di Siena sono, alla fine del primo trimestre 2013, 26.116, con un calo demografico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari, in valori assoluti, a 267 unità (in termini percentuali si tratta del -1%). FIGURA 1 - VARIAZIONI (%) TENDENZIALI DEL NUMERO DI IMPRESE ATTIVE IN PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2012-2013

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Negli ultimi cinque trimestri lo stock di imprese attive ha segnato un susseguirsi di contrazioni, sempre in termini tendenziali, con un picco proprio all’inizio del 2013. Passando a valutare l’ammontare di imprese registrate, esso si attesta a 29.133 unità, con una flessione, rispetto al primo trimestre 2012, di 108 imprese. Come è possibile notare dalla Figura 2, il tasso di crescita tende a registrare un picco negativo in corrispondenza del primo trimestre di ogni anno, a cui segue, nel secondo trimestre, un punto di massimo. Anche nel primo quarto di quest’anno, in effetti, il tasso di crescita risulta nettamente negativo (-0,6%), con una contrazione peraltro più acuta di quella registrata nello stesso periodo del 2012. Le iscrizioni si attestano a 576 unità e le cessazioni di imprese a 747. FIGURA 2 - TASSI TRIMESTRALI DI ISCRIZIONE, CESSAZIONE E CRESCITA DELLE IMPRESE SENESI. ANNI 2009-2013

-1,0-0,8-0,6-0,4-0,20,00,20,40,60,81,0

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13

iscrizione cessazione crescita Elaborazione su dati Infocamere - Movimprese Per quanto riguarda l’analisi dell’andamento demografico in relazione ai vari settori di attività economica, la Figura 3 evidenzia una contrazione dei tassi di crescita generalizzata a tutti i

4 Tasso d’iscrizione: (imprese iscritte/imprese registrate)*100; Tasso di cessazione: (imprese cessate/imprese registrate)*100; Tasso di crescita: (imprese iscritte – imprese cessate)/imprese registrate*100.

10

comparti, ma particolarmente pronunciata nel caso della manifattura (-1,4%) e del commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1,2%). FIGURA 3 - TASSI DI CRESCITA TRIMESTRALI DEI PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITÀ DELLA PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2010-2013

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Agricoltura, silvicoltura e pesca ManifatturieroCommercio all'ingrosso e al dettaglio Totale Provincia

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Le criticità evidenziate con riferimento al comparto del commercio risultano particolarmente preoccupanti se si pensa che quest’ultimo costituisce il più importante settore del tessuto imprenditoriale senese, raggruppando 5.583 imprese attive, pari ad oltre un quinto del totale (il 21,4%). Ad ogni modo, il calo in termini tendenziali del numero di imprese attive nel settore, pari allo 0,8%, è inferiore rispetto alla flessione del complesso delle imprese attive in provincia, per cui il peso rivestito dal commercio nel tessuto imprenditoriale locale non risulta intaccato. L’altro comparto fondamentale in termini di contributo allo stock di imprese attive è quello agricolo, a cui afferiscono 5.565 imprese, pari al 21,3%, con un’incidenza in leggero aumento sia in termini tendenziali che congiunturali. FIGURA 4 - DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE ATTIVE SENESI PER ATTIVITÀ ECONOMICA - I TRIMESTRE 2013 NELLA LEGENDA SONO INDICATI, NELL'ORDINE, I VALORI ASSOLUTI E LE VARIAZIONI TENDENZIALI TRIMESTRALI

21,3

9,0

16,021,4

9,4

6,14,0

12,9Agricoltura, silvicoltura e pesca: 5.565; +0,1%

Attività Manifatturiere: 2.349; -2,7%

Costruzioni: 4.174; -4,9%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio: 5.583; -0,8%

Alberghi e ristoranti: 2.445; +1,2%

Attività immobiliari: 1.595; +0,7%

Altri servizi pubblici e sociali: 1.036; 0,8%

Altro: 3.369; +0,2%

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’imprenditoria senese si caratterizza anche per la presenza significativa di imprese appartenenti al comparto delle costruzioni (4.174 unità, pari al 16%), le quali registrano una diminuzione di quasi 5 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2012, conseguente alla conclamata crisi del settore edile a livello provinciale e nazionale. Altri settori importanti per il tessuto imprenditoriale locale sono, poi, quello degli alberghi e ristoranti (2.445 unità , pari al 9,4% del totale) e quello manifatturiero (2.349 unità, pari al 9%).

18Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

11

TABELLA 4 - IMPRESE REGISTRATE, ISCRITTE E CESSATE PER FORMA GIURIDICA I Trimestre 2013

Reg. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Iscr. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Cess. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Inc.% Siena

Inc.% Tosc.

Inc.% Italia

Società di capitale 6.227 2,2% ; 137 111 22% ; 20 79 2,6% ; 2 21,4 22,7 23,4

Società di persone 6.912 0,9% ; 64 96 -6,8% ; -7 69 -34,9% ; -37 23,7 21,9 18,6

Ditte Individuali 15.206 -2,0%" ; -317 354 2,9% ; 10 588 21% ; 102 52,2 52,8 54,5

Altre Forme 788 -0,1% ; -1 15 0% ; 0 11 -31,3% ; -5 2,7 2,6 3,5

Totale 29.133 -0,4% ; -108 576 5,5% ; 30 747 9,1% ; 62 100,0 100,0 100,0

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Per quanto riguarda l’analisi della forma giuridica, nel primo trimestre 2013 aumentano in termini tendenziali le società di capitali (+137 unità, pari allo 2,2%) e le società di persone (+64 unità, pari allo 0,9%), mentre si registra una flessione delle ditte individuali (-317 imprese, del -2,0%). Si confermano dunque le tendenze già evidenziate nei report precedenti, con la struttura produttiva provinciale che tende a consolidarsi verso l’utilizzo della struttura societaria, con una predilezione nei confronti dell’utilizzo di società di persone, le quali, rivestono, in provincia di Siena, un peso più elevato rispetto al dato regionale e nazionale (23,7% a fronte del 21,9% della Toscana e del 18,6% dell’Italia). Ad ogni modo, la forma giuridica prevalente in provincia rimane quella della ditta individuale, che rappresenta oltre metà del totale delle imprese registrate (il 52,2%, a fronte del 53,1% rilevato nel primo trimestre 2012). Il mercato del lavoro: Cassa Integrazione Guadagni5 Particolarmente indicativi della difficile situazione del mercato del lavoro senese sono i dati relativi alla CIG. Con riferimento al primo trimestre 2013, si rileva un’impennata degli interventi ordinari e straordinari associata ad un aumento di minore intensità degli interventi in deroga. FIGURA 5 - ORE DI CIG AUTORIZZATE TRIMESTRALMENTE DIVISE IN ORDINARIE, STRAORDINARIE E DEROGA. ANNI 2008-2013

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

I 200

8

II 20

08

III 2

008

IV 2

008

I 200

9

II 20

09

III 2

009

IV 2

009

I 201

0

II 20

10

III 2

010

IV 2

010

I 201

1

II 20

11

III 2

011

IV 2

011

I 201

2

II 20

12

III 2

012

IV 2

012

I 201

3

Mig

liaia

ordinaria straordinaria deroga totale

Elaborazione su dati INPS

5 La cassa integrazione guadagni è una prestazione che sostituisce o integra la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o con orario ridotto, a causa di difficoltà produttive dell’azienda. Possono usufruire dell’integrazione salariale i lavoratori operai, impiegati quadri, al contrario sono esclusi i dirigenti, gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. Gli interventi di Cassa Integrazione si suddividono in ordinari (CIGO), straordinari (CIGS) e in deroga (CIGD).

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TABELLA 4 - IMPRESE REGISTRATE, ISCRITTE E CESSATE PER FORMA GIURIDICA I Trimestre 2013

Reg. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Iscr. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Cess. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Inc.% Siena

Inc.% Tosc.

Inc.% Italia

Società di capitale 6.227 2,2% ; 137 111 22% ; 20 79 2,6% ; 2 21,4 22,7 23,4

Società di persone 6.912 0,9% ; 64 96 -6,8% ; -7 69 -34,9% ; -37 23,7 21,9 18,6

Ditte Individuali 15.206 -2,0%" ; -317 354 2,9% ; 10 588 21% ; 102 52,2 52,8 54,5

Altre Forme 788 -0,1% ; -1 15 0% ; 0 11 -31,3% ; -5 2,7 2,6 3,5

Totale 29.133 -0,4% ; -108 576 5,5% ; 30 747 9,1% ; 62 100,0 100,0 100,0

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Per quanto riguarda l’analisi della forma giuridica, nel primo trimestre 2013 aumentano in termini tendenziali le società di capitali (+137 unità, pari allo 2,2%) e le società di persone (+64 unità, pari allo 0,9%), mentre si registra una flessione delle ditte individuali (-317 imprese, del -2,0%). Si confermano dunque le tendenze già evidenziate nei report precedenti, con la struttura produttiva provinciale che tende a consolidarsi verso l’utilizzo della struttura societaria, con una predilezione nei confronti dell’utilizzo di società di persone, le quali, rivestono, in provincia di Siena, un peso più elevato rispetto al dato regionale e nazionale (23,7% a fronte del 21,9% della Toscana e del 18,6% dell’Italia). Ad ogni modo, la forma giuridica prevalente in provincia rimane quella della ditta individuale, che rappresenta oltre metà del totale delle imprese registrate (il 52,2%, a fronte del 53,1% rilevato nel primo trimestre 2012). Il mercato del lavoro: Cassa Integrazione Guadagni5 Particolarmente indicativi della difficile situazione del mercato del lavoro senese sono i dati relativi alla CIG. Con riferimento al primo trimestre 2013, si rileva un’impennata degli interventi ordinari e straordinari associata ad un aumento di minore intensità degli interventi in deroga. FIGURA 5 - ORE DI CIG AUTORIZZATE TRIMESTRALMENTE DIVISE IN ORDINARIE, STRAORDINARIE E DEROGA. ANNI 2008-2013

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

I 200

8

II 20

08

III 2

008

IV 2

008

I 200

9

II 20

09

III 2

009

IV 2

009

I 201

0

II 20

10

III 2

010

IV 2

010

I 201

1

II 20

11

III 2

011

IV 2

011

I 201

2

II 20

12

III 2

012

IV 2

012

I 201

3

Mig

liaia

ordinaria straordinaria deroga totale

Elaborazione su dati INPS

5 La cassa integrazione guadagni è una prestazione che sostituisce o integra la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o con orario ridotto, a causa di difficoltà produttive dell’azienda. Possono usufruire dell’integrazione salariale i lavoratori operai, impiegati quadri, al contrario sono esclusi i dirigenti, gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. Gli interventi di Cassa Integrazione si suddividono in ordinari (CIGO), straordinari (CIGS) e in deroga (CIGD).

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l’andamento dell’economia

locale

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TABELLA 4 - IMPRESE REGISTRATE, ISCRITTE E CESSATE PER FORMA GIURIDICA I Trimestre 2013

Reg. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Iscr. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Cess. Variazione

tendenziale (valore % e assoluto)

Inc.% Siena

Inc.% Tosc.

Inc.% Italia

Società di capitale 6.227 2,2% ; 137 111 22% ; 20 79 2,6% ; 2 21,4 22,7 23,4

Società di persone 6.912 0,9% ; 64 96 -6,8% ; -7 69 -34,9% ; -37 23,7 21,9 18,6

Ditte Individuali 15.206 -2,0%" ; -317 354 2,9% ; 10 588 21% ; 102 52,2 52,8 54,5

Altre Forme 788 -0,1% ; -1 15 0% ; 0 11 -31,3% ; -5 2,7 2,6 3,5

Totale 29.133 -0,4% ; -108 576 5,5% ; 30 747 9,1% ; 62 100,0 100,0 100,0

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Per quanto riguarda l’analisi della forma giuridica, nel primo trimestre 2013 aumentano in termini tendenziali le società di capitali (+137 unità, pari allo 2,2%) e le società di persone (+64 unità, pari allo 0,9%), mentre si registra una flessione delle ditte individuali (-317 imprese, del -2,0%). Si confermano dunque le tendenze già evidenziate nei report precedenti, con la struttura produttiva provinciale che tende a consolidarsi verso l’utilizzo della struttura societaria, con una predilezione nei confronti dell’utilizzo di società di persone, le quali, rivestono, in provincia di Siena, un peso più elevato rispetto al dato regionale e nazionale (23,7% a fronte del 21,9% della Toscana e del 18,6% dell’Italia). Ad ogni modo, la forma giuridica prevalente in provincia rimane quella della ditta individuale, che rappresenta oltre metà del totale delle imprese registrate (il 52,2%, a fronte del 53,1% rilevato nel primo trimestre 2012). Il mercato del lavoro: Cassa Integrazione Guadagni5 Particolarmente indicativi della difficile situazione del mercato del lavoro senese sono i dati relativi alla CIG. Con riferimento al primo trimestre 2013, si rileva un’impennata degli interventi ordinari e straordinari associata ad un aumento di minore intensità degli interventi in deroga. FIGURA 5 - ORE DI CIG AUTORIZZATE TRIMESTRALMENTE DIVISE IN ORDINARIE, STRAORDINARIE E DEROGA. ANNI 2008-2013

-200

0

200

400

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800

1.000

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1.400

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I 200

8

II 20

08

III 2

008

IV 2

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I 200

9

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I 201

2

II 20

12

III 2

012

IV 2

012

I 201

3

Mig

liaia

ordinaria straordinaria deroga totale

Elaborazione su dati INPS

5 La cassa integrazione guadagni è una prestazione che sostituisce o integra la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o con orario ridotto, a causa di difficoltà produttive dell’azienda. Possono usufruire dell’integrazione salariale i lavoratori operai, impiegati quadri, al contrario sono esclusi i dirigenti, gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. Gli interventi di Cassa Integrazione si suddividono in ordinari (CIGO), straordinari (CIGS) e in deroga (CIGD).

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Dalla Figura 5, che riporta i dati dell’ultimo quadriennio suddivisi in base alla tipologia richiesta di Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga), risulta evidente come la procedura straordinaria, ovvero quella attuata in caso di crisi, ristrutturazione, procedure concorsuali ecc., registri un incremento consistente a partire dal II trimestre 2008 e analoga considerazione vale per la CIG in deroga, mentre quella ordinaria ha raggiunto il picco nel II trimestre 2009 attestandosi su valori meno preoccupanti nel periodo successivo. In provincia di Siena sono state autorizzate complessivamente 1,3 milioni di ore di cassa integrazione guadagni nel primo trimestre del 2013. Rispetto allo stesso periodo del 2012, nel quale furono autorizzate 1,1 milioni di ore, si registra un aumento pari a 47,9%. Il dato complessivo risente del forte aumento degli interventi di cassa integrazione ordinaria, che dopo due trimestri di flessione, segnano una netta inversione di tendenza (+81,9% in termini tendenziali). Meno pronunciati ma comunque di notevole entità, le variazioni che hanno interessato gli interventi in deroga e quelli straordinari: nel primo trimestre le ore autorizzate di CIGD sono state 333 mila, il 42,6% in più rispetto al primo trimestre 2012, quando le ore autorizzate erano state 234 mila (-19,5%); le ore autorizzate di CIGS sono invece state 671 mila, con un aumento del 37,9% rispetto allo stesso periodo del 2012, ma di oltre il 200% in termini congiunturali, a causa delle flessioni registrate nella seconda metà dell’anno scorso. Se si osservano i vari settori di attività economica che hanno richiesto interventi di CIG anche in base alle tipologie di lavoratori, si osserva che la quasi totalità dei comparti registra un incremento, in molti casi consistente, del ricorso alla CIG. I più penalizzati risultano i settori della metallurgia, della carta, dei trasporti e delle pelli e calzature. Viceversa, i comparti che mostrano un ricorso alla Cig in flessione sono quelli del commercio all’ingrosso, dell’artigianato, del tessile e abbigliamento.

20Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

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TABELLA 5 – ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA; VALORI ASSOLUTI E TENDENZIALI I TRIMESTRE 2012 E 2013 I 2012 I 2013 Var.tendenziali

Settori OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT

Attività ec. connesse con l'agricoltura - - - - - - - - -

Estrazione minerali metall. e non 912 - 912 2.120 - 2.120 132,5 - 132,5

Legno 53.879 18.851 72.730 82.739 20.351 103.090 53,6 8,0 41,7

Alimentari 1.539 404 1.943 5.317 489 5.806 245,5 21,0 198,8

Metallurgiche 496 64 560 8.344 2.328 10.672 1582,3 3537,5 1805,7

Meccaniche 239.633 31.797 271.430 417.599 72.923 490.522 74,3 129,3 80,7

Tessili 17.669 0 17.669 9.407 120 9.527 -46,8 - -46,1

Abbigliamento 10.962 - 10.962 4.079 - 4.079 -62,8 - -62,8

Chimica, petrol., gomma e plastica 4.170 127 4.297 12.645 372 13.017 203,2 192,9 202,9

Pelli, cuoio e calzature 6.563 483 7.046 24.624 1.524 26.148 275,2 215,5 271,1

Lavorazione min. non met. 230.097 31.851 261.948 273.327 28.454 301.781 18,8 -10,7 15,2

Carta, stampa ed editoria 1.139 80 1.219 8.535 1.527 10.062 649,3 1808,8 725,4

Installazione impianti per l'edilizia 11.771 278 12.049 26.787 1.696 28.483 127,6 510,1 136,4

Energia elettrica, gas e acqua - - - - - - - - -

Trasporti e comunicazioni 2.398 1.068 3.466 25.169 1.801 26.970 949,6 68,6 678,1

Tabacchicoltura - - - - - - - - -

Servizi - - - 545 157 702 - - -

Varie 2.222 696 2.918 1.793 144 1.937 -19,3 -79,3 -33,6

Commercio all'ingrosso 7.721 13.171 20.892 3.268 3.533 6.801 -57,7 -73,2 -67,4

Commercio al minuto 8.826 17.487 26.313 28.717 26.779 55.496 225,4 53,1 110,9

Attività varie * 15.437 8.966 24.403 16.179 21.129 37.308 4,8 135,7 52,9

Intermediari 1.084 5.657 6.741 2.840 8.529 11.369 162,0 50,8 68,7

Alberghi, pub. Es. e attività sim. 13.188 3.017 16.205 19.833 4.736 24.569 50,4 57,0 51,6

Industria edile 77.262 10.772 88.034 83.744 13.576 97.320 8,4 26,0 10,5

Artigianato edile 33.583 316 33.899 32.217 1.066 33.283 -4,1 237,3 -1,8

Industria lapidei 12.548 8 12.556 14.628 2.224 16.852 16,6 27700,0 34,2

Artigianato lapidei 944 - 944 4 - 4 -99,6 - -99,6

Altro 957 373 1.330 11.182 2.684 13.866 1068,4 619,6 942,6

TOTALE 755.000 145.466 900.466 1.115.642 216.142 1.331.784 47,8 48,6 47,9

* Professionisti, artisti, scuole e istituti privati di istruzione, istituti di vigilanza, case di cura private) **(Agenzie viaggio, immobiliari, di brokeraggio, magazzini di custodia conto terzi) Elaborazione su dati I.N.P.S. Il mercato del lavoro: Andamento degli addetti Ad offrire un quadro esaustivo delle criticità che caratterizzano la situazione del mercato del lavoro senese contribuiscono i dati relativi all’andamento degli addetti attivi in provincia, che registrano il terzo calo consecutivo in termini tendenziali, con una flessione, nel primo trimestre 2013, dello 0,5% rispetto ai primi mesi del 2012. Anche in termini congiunturali si rileva una flessione (-0,6%), tale da compensare quasi completamente l’incremento registrato nel IV trimestre dello scorso anno, così da riportare l’ammontare di lavoratori sotto la soglia dei 121 mila.

21

l’andamento dell’economia

locale

13

TABELLA 5 – ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA; VALORI ASSOLUTI E TENDENZIALI I TRIMESTRE 2012 E 2013 I 2012 I 2013 Var.tendenziali

Settori OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT

Attività ec. connesse con l'agricoltura - - - - - - - - -

Estrazione minerali metall. e non 912 - 912 2.120 - 2.120 132,5 - 132,5

Legno 53.879 18.851 72.730 82.739 20.351 103.090 53,6 8,0 41,7

Alimentari 1.539 404 1.943 5.317 489 5.806 245,5 21,0 198,8

Metallurgiche 496 64 560 8.344 2.328 10.672 1582,3 3537,5 1805,7

Meccaniche 239.633 31.797 271.430 417.599 72.923 490.522 74,3 129,3 80,7

Tessili 17.669 0 17.669 9.407 120 9.527 -46,8 - -46,1

Abbigliamento 10.962 - 10.962 4.079 - 4.079 -62,8 - -62,8

Chimica, petrol., gomma e plastica 4.170 127 4.297 12.645 372 13.017 203,2 192,9 202,9

Pelli, cuoio e calzature 6.563 483 7.046 24.624 1.524 26.148 275,2 215,5 271,1

Lavorazione min. non met. 230.097 31.851 261.948 273.327 28.454 301.781 18,8 -10,7 15,2

Carta, stampa ed editoria 1.139 80 1.219 8.535 1.527 10.062 649,3 1808,8 725,4

Installazione impianti per l'edilizia 11.771 278 12.049 26.787 1.696 28.483 127,6 510,1 136,4

Energia elettrica, gas e acqua - - - - - - - - -

Trasporti e comunicazioni 2.398 1.068 3.466 25.169 1.801 26.970 949,6 68,6 678,1

Tabacchicoltura - - - - - - - - -

Servizi - - - 545 157 702 - - -

Varie 2.222 696 2.918 1.793 144 1.937 -19,3 -79,3 -33,6

Commercio all'ingrosso 7.721 13.171 20.892 3.268 3.533 6.801 -57,7 -73,2 -67,4

Commercio al minuto 8.826 17.487 26.313 28.717 26.779 55.496 225,4 53,1 110,9

Attività varie * 15.437 8.966 24.403 16.179 21.129 37.308 4,8 135,7 52,9

Intermediari 1.084 5.657 6.741 2.840 8.529 11.369 162,0 50,8 68,7

Alberghi, pub. Es. e attività sim. 13.188 3.017 16.205 19.833 4.736 24.569 50,4 57,0 51,6

Industria edile 77.262 10.772 88.034 83.744 13.576 97.320 8,4 26,0 10,5

Artigianato edile 33.583 316 33.899 32.217 1.066 33.283 -4,1 237,3 -1,8

Industria lapidei 12.548 8 12.556 14.628 2.224 16.852 16,6 27700,0 34,2

Artigianato lapidei 944 - 944 4 - 4 -99,6 - -99,6

Altro 957 373 1.330 11.182 2.684 13.866 1068,4 619,6 942,6

TOTALE 755.000 145.466 900.466 1.115.642 216.142 1.331.784 47,8 48,6 47,9

* Professionisti, artisti, scuole e istituti privati di istruzione, istituti di vigilanza, case di cura private) **(Agenzie viaggio, immobiliari, di brokeraggio, magazzini di custodia conto terzi) Elaborazione su dati I.N.P.S. Il mercato del lavoro: Andamento degli addetti Ad offrire un quadro esaustivo delle criticità che caratterizzano la situazione del mercato del lavoro senese contribuiscono i dati relativi all’andamento degli addetti attivi in provincia, che registrano il terzo calo consecutivo in termini tendenziali, con una flessione, nel primo trimestre 2013, dello 0,5% rispetto ai primi mesi del 2012. Anche in termini congiunturali si rileva una flessione (-0,6%), tale da compensare quasi completamente l’incremento registrato nel IV trimestre dello scorso anno, così da riportare l’ammontare di lavoratori sotto la soglia dei 121 mila.

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FIGURA 6 - ANDAMENTO TENDENZIALE E CONGIUNTURALE DEGLI ADDETTI IN PROVINCIA DI SIENA; VALORI % 2012-2011

0,2

8,1

-0,3

-0,5

-0,5-0,6

4,8

-5,2

0,8

-0,6

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Tendenziale Congiunturale

Elaborazione su dati Infocamere

Disaggregando i dati per settori economici, si rileva che i comparti che soffrono i più acuti effetti occupazionali della recessione sono, in termini tendenziali, quello dell’estrazione dei minerali (-17,4%), del trasporto e magazzinaggio (-8,1%) e il settore edilizio (-4,6%). Dal punto di vista congiunturale si evidenziano, invece, le flessioni che interessano le attività professionali, scientifiche e tecniche (-2,8% rispetto alla fine del 2012), le costruzioni (-1,6%), e i servizi di alloggio e ristorazione (-1,5%). TABELLA 6 - ADDETTI PER SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA NELLA PROVINCIA DI SIENA; VALORI ASSOLUTI E VARIAZIONI TENDENZIALI E CONGIUNTURALI, 2013 E 2012 Settore I 2013 IV 2012 I 2012 Var.

tendenziale Var.

congiunturale A Agricoltura, silvicoltura pesca 12.243 12.331 12.361 -1,0 -0,7

B Estrazione di minerali da cave e miniere 276 273 334 -17,4 1,1

C Attività manifatturiere 20.408 20.505 20.944 -2,6 -0,5

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz. 132 132 132 0,0 0,0

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gest. 635 638 624 1,8 -0,5

F Costruzioni 10.858 11.039 11.376 -4,6 -1,6

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 15.150 15.251 15.300 -1,0 -0,7

H Trasporto e magazzinaggio 2.342 2.338 2.548 -8,1 0,2

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 10.702 10.860 10.504 1,9 -1,5

J Servizi di informazione e comunicazione 2.282 2.258 2.064 10,6 1,1

K Attività finanziarie e assicurative 29.575 29.698 29.752 -0,6 -0,4

L Attività immobiliari 3.380 3.350 3.131 8,0 0,9

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 2.227 2.292 2.310 -3,6 -2,8

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di sup. alle imprese 2.889 2.873 2.842 1,7 0,6

P Istruzione 433 434 376 15,2 -0,2

Q Sanità e assistenza sociale 2.560 2.566 2.242 14,2 -0,2

R Attività artistiche, sportive, di intratt.to e divertimento 987 986 910 8,5 0,1

S Altre attività di servizi 2.456 2.480 2.497 -1,6 -1,0

X Imprese non classificate 952 918 858 11,0 3,7

TOTALE 120.487 121.222 121.105 -0,5 -0,6

Elaborazione su dati Infocamere.

22Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

15

Positive risultano, al contrario, le performance del settore dell’istruzione (+15,2% rispetto al primo trimestre del 2012), del comparto sanità e assistenza sociale (+14,2%) e i servizi di informazione e comunicazione (+10,6%). Concentrando l’attenzione sul comparto manifatturiero della provincia di Siena, quest’ultimo occupa oltre 20 mila addetti, pari al 17% del totale provinciale. Il comparto manifatturiero che produce maggiore occupazione è quello della gomma e plastica (in particolare la fabbricazione di prodotti derivanti dalla lavorazione di minerali non metalliferi: 12,5%), seguito dalla fabbricazione di prodotti in metallo (10,9%) e dal comparto dei mobili (10,5%) e da quello dei macchinari e apparecchiature nca (10,4%). TABELLA 7 – ADDETTI NEI COMPARTI MANIFATTURIERI DELLA PROVINCIA DI SIENA; VALORI ASSOLUTI E COMPOSIZIONE PERCENTUALE Divisione VALORI ASSOLUTI COMPOSIZIONE %

C 10 Industrie alimentari 1.924 9,4

C 11 Industria delle bevande 283 1,4

C 12 Industria del tabacco 4 0,0

C 13 Industrie tessili 140 0,7

C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di art. 751 3,7

C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 1.478 7,2

C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 1.240 6,1

C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 202 1,0

C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 439 2,2

C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 150 0,7

C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di prep. 1.946 9,5

C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 438 2,1

C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner. 2.552 12,5

C 24 Metallurgia 362 1,8

C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo 2.230 10,9

C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica 133 0,7

C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 490 2,4

C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 2.130 10,4

C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 902 4,4

C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1 0,0

C 31 Fabbricazione di mobili 2.136 10,5

C 32 Altre industrie manifatturiere 268 1,3

C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 209 1,0

TOTALE 20.408 100,0

Elaborazione su dati Infocamere.

16

2. Interscambio commerciale

Introduzione

La domanda estera ha fornito un apporto fondamentale all’espansione del Pil italiano nel corso di tutto il 2012, pur con una progressiva attenuazione del contributo da 0,9 punti percentuali nel primo trimestre a 0,4 punti nel quarto. Con un avanzo di 11 miliardi di euro, l’Italia ha conseguito nel 2012 un saldo commerciale positivo, in forte ampliamento rispetto all’anno precedente. La crescita delle esportazioni di merci (+3,7%) ha manifestato, tuttavia, una marcata decelerazione rispetto ai risultati del biennio precedente (11,4% nel 2011 e 15,6% nel 2010). Le importazioni di beni e servizi sono diminuite del 4,9%, con una flessione che, a fronte della crescita del volume delle esportazioni, ha contribuito in misura determinante alla dinamica positiva della domanda estera netta. Nel primo trimestre 2013 si rileva una flessione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-1,7%) che per le esportazioni (-0,4%). Anche in termini tendenziali, nel primo trimestre di quest’anno il livello delle vendite all’estero del nostro Paese risulta stagnante (-0,7%), nonostante il contributo positivo proveniente dai paesi extra-Ue (+5% rispetto al primo trimestre 2012). L’apporto alle vendite estere fornito dai Paesi UE si sta progressivamente contraendo, raggiungendo quota 54,3% nel primo trimestre 2013 (era pari al 56,8% nello stesso periodo dell’anno precedente). Indicazioni ottimistiche circa la possibilità che la domanda estera continui a fornire un contributo alla crescita dell’economia nazionale sembrano provenire dalle stime preliminari relative agli scambi con i paesi extra-Ue per il mese di aprile e maggio, quando si è registrata una crescita, in termini tendenziali, rispettivamente del 6,1% e dello 0,7%. Gli scambi commerciali con l’estero, su base provinciale, sono analizzati tramite la valutazione delle importazioni e delle esportazioni, affiancata alla disamina sul saldo export-import e a quella sul saldo normalizzato della bilancia commerciale6. Per approfondire ulteriormente l’analisi, si entra nel dettaglio degli scambi riguardanti il manifatturiero, che, come evidenziato di seguito, è il settore che genera la maggior parte dell’interscambio provinciale. Si esaminano, infine, i paesi esteri con cui le imprese senesi intrattengono i rapporti commerciali più consistenti. FIGURA 7 – VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DI ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT

-100,0

-50,0

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

I 2009 II 2009 III 2009 IV 2009 I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

export import saldo

Elaborazioni su dati Istat

6 Il saldo normalizzato è dato dal rapporto (%) tra il saldo corrente (exp.-imp) ed il totale dei flussi commerciali con l’estero (exp+imp). Il suo valore varia tra -100% (paese unicamente importatore) e +100% (paese unicamente esportatore). Se la bilancia commerciale è in pareggio (exp=imp) il saldo normalizzato è uguale a zero.

23

l’andamento dell’economia

locale

15

Positive risultano, al contrario, le performance del settore dell’istruzione (+15,2% rispetto al primo trimestre del 2012), del comparto sanità e assistenza sociale (+14,2%) e i servizi di informazione e comunicazione (+10,6%). Concentrando l’attenzione sul comparto manifatturiero della provincia di Siena, quest’ultimo occupa oltre 20 mila addetti, pari al 17% del totale provinciale. Il comparto manifatturiero che produce maggiore occupazione è quello della gomma e plastica (in particolare la fabbricazione di prodotti derivanti dalla lavorazione di minerali non metalliferi: 12,5%), seguito dalla fabbricazione di prodotti in metallo (10,9%) e dal comparto dei mobili (10,5%) e da quello dei macchinari e apparecchiature nca (10,4%). TABELLA 7 – ADDETTI NEI COMPARTI MANIFATTURIERI DELLA PROVINCIA DI SIENA; VALORI ASSOLUTI E COMPOSIZIONE PERCENTUALE Divisione VALORI ASSOLUTI COMPOSIZIONE %

C 10 Industrie alimentari 1.924 9,4

C 11 Industria delle bevande 283 1,4

C 12 Industria del tabacco 4 0,0

C 13 Industrie tessili 140 0,7

C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di art. 751 3,7

C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 1.478 7,2

C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 1.240 6,1

C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 202 1,0

C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 439 2,2

C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 150 0,7

C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di prep. 1.946 9,5

C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 438 2,1

C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner. 2.552 12,5

C 24 Metallurgia 362 1,8

C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo 2.230 10,9

C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica 133 0,7

C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 490 2,4

C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 2.130 10,4

C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 902 4,4

C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1 0,0

C 31 Fabbricazione di mobili 2.136 10,5

C 32 Altre industrie manifatturiere 268 1,3

C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 209 1,0

TOTALE 20.408 100,0

Elaborazione su dati Infocamere.

16

2. Interscambio commerciale

Introduzione

La domanda estera ha fornito un apporto fondamentale all’espansione del Pil italiano nel corso di tutto il 2012, pur con una progressiva attenuazione del contributo da 0,9 punti percentuali nel primo trimestre a 0,4 punti nel quarto. Con un avanzo di 11 miliardi di euro, l’Italia ha conseguito nel 2012 un saldo commerciale positivo, in forte ampliamento rispetto all’anno precedente. La crescita delle esportazioni di merci (+3,7%) ha manifestato, tuttavia, una marcata decelerazione rispetto ai risultati del biennio precedente (11,4% nel 2011 e 15,6% nel 2010). Le importazioni di beni e servizi sono diminuite del 4,9%, con una flessione che, a fronte della crescita del volume delle esportazioni, ha contribuito in misura determinante alla dinamica positiva della domanda estera netta. Nel primo trimestre 2013 si rileva una flessione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-1,7%) che per le esportazioni (-0,4%). Anche in termini tendenziali, nel primo trimestre di quest’anno il livello delle vendite all’estero del nostro Paese risulta stagnante (-0,7%), nonostante il contributo positivo proveniente dai paesi extra-Ue (+5% rispetto al primo trimestre 2012). L’apporto alle vendite estere fornito dai Paesi UE si sta progressivamente contraendo, raggiungendo quota 54,3% nel primo trimestre 2013 (era pari al 56,8% nello stesso periodo dell’anno precedente). Indicazioni ottimistiche circa la possibilità che la domanda estera continui a fornire un contributo alla crescita dell’economia nazionale sembrano provenire dalle stime preliminari relative agli scambi con i paesi extra-Ue per il mese di aprile e maggio, quando si è registrata una crescita, in termini tendenziali, rispettivamente del 6,1% e dello 0,7%. Gli scambi commerciali con l’estero, su base provinciale, sono analizzati tramite la valutazione delle importazioni e delle esportazioni, affiancata alla disamina sul saldo export-import e a quella sul saldo normalizzato della bilancia commerciale6. Per approfondire ulteriormente l’analisi, si entra nel dettaglio degli scambi riguardanti il manifatturiero, che, come evidenziato di seguito, è il settore che genera la maggior parte dell’interscambio provinciale. Si esaminano, infine, i paesi esteri con cui le imprese senesi intrattengono i rapporti commerciali più consistenti. FIGURA 7 – VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DI ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT

-100,0

-50,0

0,0

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100,0

150,0

200,0

I 2009 II 2009 III 2009 IV 2009 I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

export import saldo

Elaborazioni su dati Istat

6 Il saldo normalizzato è dato dal rapporto (%) tra il saldo corrente (exp.-imp) ed il totale dei flussi commerciali con l’estero (exp+imp). Il suo valore varia tra -100% (paese unicamente importatore) e +100% (paese unicamente esportatore). Se la bilancia commerciale è in pareggio (exp=imp) il saldo normalizzato è uguale a zero.

2. inteRscamBio commeRciale

24Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

17

I flussi commerciali con l’estero del primo trimestre 2013 si caratterizzano per un peggioramento complessivo sia in termini congiunturali sia tendenziali: le esportazioni diminuiscono rispetto allo scorso trimestre di 54 milioni di euro (-16,6%) e in termini tendenziali di circa 5 milioni di euro (-1,8%); sul fronte delle importazioni la flessione congiunturale è di quasi 2 milioni di euro (-1,6%), mentre in termini tendenziali le importazioni aumentano di 9 milioni (+9,2%). Dalla Figura 7, che riporta le variazioni tendenziali di queste due variabili a partire dal I trimestre 2009, risulta evidente anche il peggioramento del saldo della bilancia commerciale che in termini tendenziali diminuisce del 7,8%. Per comprendere meglio la capacità della provincia di Siena di affermarsi sul mercato estero si consideri la Figura 8, che riporta, oltre alle esportazioni e importazioni in valori assoluti, anche il saldo normalizzato della bilancia commerciale. A partire dal II trimestre del 2012 si assiste ad un miglioramento del valore del saldo che si attesta a fine anno al 50%, tuttavia, nel primo trimestre del 2013 si registra un’inversione di tendenza, che riporta il saldo su un valore simile a quello del III trimestre 2012 (44%), con una contrazione di ben 6 punti percentuali nell’arco di un trimestre. FIGURA 8 – ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI (MLN DI EURO) E SALDO NORMALIZZATO (%)

31

29

19

52 51

2931

33

38

29

48

43

48

33

43

5044

0

10

20

30

40

50

60

0

100

200

300

400

500

600

I 2009 II 2009 III 2009 IV 2009 I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Mili

oni

export import saldo normalizzato (asse dx) Elaborazioni su dati Istat Il settore manifatturiero rappresenta la forza motrice dei flussi commerciali senesi, infatti, ben il 98,8% delle esportazioni provinciali totali del primo trimestre 2013 afferisce a tale comparto. In valori assoluti le esportazioni totali del settore manifatturiero ammontano a 269.928.268 euro e le importazioni si attestano a quasi 105 milioni di euro. La Figura 9 riporta l’incidenza percentuale di ciascun comparto del settore manifatturiero sul totale esportato e importato. I settori maggiormente rappresentativi sono quello alimentare, bevande e tabacco e quello degli articoli farmaceutici e, a seguire, il settore delle sostanze e prodotti chimici.

25

l’andamento dell’economia

locale

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I flussi commerciali con l’estero del primo trimestre 2013 si caratterizzano per un peggioramento complessivo sia in termini congiunturali sia tendenziali: le esportazioni diminuiscono rispetto allo scorso trimestre di 54 milioni di euro (-16,6%) e in termini tendenziali di circa 5 milioni di euro (-1,8%); sul fronte delle importazioni la flessione congiunturale è di quasi 2 milioni di euro (-1,6%), mentre in termini tendenziali le importazioni aumentano di 9 milioni (+9,2%). Dalla Figura 7, che riporta le variazioni tendenziali di queste due variabili a partire dal I trimestre 2009, risulta evidente anche il peggioramento del saldo della bilancia commerciale che in termini tendenziali diminuisce del 7,8%. Per comprendere meglio la capacità della provincia di Siena di affermarsi sul mercato estero si consideri la Figura 8, che riporta, oltre alle esportazioni e importazioni in valori assoluti, anche il saldo normalizzato della bilancia commerciale. A partire dal II trimestre del 2012 si assiste ad un miglioramento del valore del saldo che si attesta a fine anno al 50%, tuttavia, nel primo trimestre del 2013 si registra un’inversione di tendenza, che riporta il saldo su un valore simile a quello del III trimestre 2012 (44%), con una contrazione di ben 6 punti percentuali nell’arco di un trimestre. FIGURA 8 – ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI (MLN DI EURO) E SALDO NORMALIZZATO (%)

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52 51

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300

400

500

600

I 2009 II 2009 III 2009 IV 2009 I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Mili

oni

export import saldo normalizzato (asse dx) Elaborazioni su dati Istat Il settore manifatturiero rappresenta la forza motrice dei flussi commerciali senesi, infatti, ben il 98,8% delle esportazioni provinciali totali del primo trimestre 2013 afferisce a tale comparto. In valori assoluti le esportazioni totali del settore manifatturiero ammontano a 269.928.268 euro e le importazioni si attestano a quasi 105 milioni di euro. La Figura 9 riporta l’incidenza percentuale di ciascun comparto del settore manifatturiero sul totale esportato e importato. I settori maggiormente rappresentativi sono quello alimentare, bevande e tabacco e quello degli articoli farmaceutici e, a seguire, il settore delle sostanze e prodotti chimici.

18

FIGURA 9 – INCIDENZA (%) DI EXPORT E IMPORT DEI COMPARTI MANIFATTURIERI – I TRIMESTRE 2013

*Esclusi macchine e impianti ** Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Elaborazioni su dati Istat FIGURA 10 – VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI DEI COMPARTI MANIFATTURIERI. I TRIMESTRE 2013

-15,2

0,1 0,3

181,1

-13,4-2,3

-31,7 -37,4-31,0

-40,7

6,6

-100,0

-50,0

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

Alim

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to

Altre

man

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ure

Import Totale Manifatturiero

0,1

-22,9

0,8

-39,9

5,1

-1,2

-50,9

-14,5

-7,5

-22,7-23,9

-60,0

-50,0

-40,0

-30,0

-20,0

-10,0

0,0

10,0

Alim

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Export Totale Manifatturiero

*Esclusi macchine e impianti ** Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Elaborazioni su dati Istat

26Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

19

La Figura 10 riporta le variazioni tendenziali delle esportazioni e importazioni del comparto manifatturiero al I trimestre del 2013. Si precisa che per rendere più leggibile la figura è stato escluso il comparto delle sostanze e prodotti chimici che ha registrato un incremento delle esportazioni del 1.110%, a fronte di un incremento contenuto delle importazioni pari al 21% (in valori assoluti si tratta di un incremento di oltre 39 milioni di euro). Come facilmente visibile in quasi tutti i comparti che hanno un’incidenza economica significativa le importazioni tendono a ridursi, con eccezione del comparto farmaceutico che registra un incremento del 181,1% determinando la variazione positiva del complesso del comparto. Per quanto riguarda le esportazioni, invece, si rilevano contrazioni significative nel comparto tessile, nel farmaceutico, nell’elettronica, nei mezzi di trasporto e nelle altre attività manifatturiere. TABELLA 8 – ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT DELLA PROVINCIA DI SIENA. I TRIMESTRE 2013

2012 2013 Incidenza % 2013 Var (%)

tend. Saldo bil.comm import export import export import export Totale

scambi Francia 13.241.541 31.971.342 11.853.481 35.305.847 11,0 12,9 12,4 25,2

Germania 20.850.896 32.733.667 19.475.236 35.056.880 18,1 12,8 14,3 31,1

Regno Unito 2.941.928 14.064.911 17.884.239 13.542.034 16,7 5,0 8,3 -139,0

Spagna 19.525.044 9.272.760 7.657.230 7.730.346 7,1 2,8 4,0 -100,7

Unione Europea A 27 80.718.443 132.329.618 87.739.578 154.543.599 81,7 56,6 63,6 29,4

Svizzera 1.645.985 7.571.827 1.044.835 9.265.877 1,0 3,4 2,7 38,7

Turchia 1.124.699 1.507.109 745.609 2.109.809 0,7 0,8 0,8 256,7

Russia 0 5.372.958 180.264 3.623.254 0,2 1,3 1,0 -35,9

PAESI EUROPEI NON UE 3.257.170 22.313.279 2.211.423 21.178.251 2,1 7,7 6,1 -0,5

EUROPA 83.975.613 154.642.897 89.951.001 175.721.850 83,8 64,3 69,8 21,4

Algeria 0 4.443.121 0 861.814 0,0 0,3 0,2 -80,6

AFRICA 2.151.616 12.820.332 1.313.397 7.265.226 1,2 2,7 2,3 -44,2

Stati Uniti 2.793.815 31.968.086 8.112.453 33.254.161 7,6 12,2 10,9 -13,8

Canada 24.086 5.989.521 748.989 9.303.301 0,7 3,4 2,6 43,4

America settentrionale 2.817.901 37.957.607 8.861.442 42.557.462 8,3 15,6 13,5 -4,1

Brasile 61.243 18.019.914 156.857 3.238.107 0,1 1,2 0,9 -82,8

America centro – merid. 64.597 48.531.596 340.507 12.649.006 0,3 4,6 3,4 -74,6

AMERICA 2.882.498 86.489.203 9.201.949 55.206.468 8,6 20,2 16,9 -45,0

Iraq 0 65.619 0 2.316 0,0 0,0 0,0 -96,5

Arabia Saudita 99.680 3.735.303 64.122 3.810.988 0,1 1,4 1,0 3,1

Medio Oriente 398.010 8.476.547 88.201 8.375.527 0,1 3,1 2,2 2,6

Asia centrale 380.644 1.342.448 455.930 1.171.828 0,4 0,4 0,4 -25,6

Cina 5.356.693 1.036.030 4.680.146 3.742.273 4,4 1,4 2,2 -78,3

Corea del Sud 97.362 3.852.313 762.174 13.790.738 0,7 5,0 3,8 247,0

Giappone 2.046.410 2.801.639 659.360 2.457.602 0,6 0,9 0,8 138,1

Asia orientale 8.534.974 13.022.236 6.368.666 24.012.726 5,9 8,8 8,0 293,2

ASIA 9.313.628 22.841.231 6.912.797 33.560.081 6,4 12,3 10,6 97,0

OCEANIA 34.644 1.522.647 3.000 1.514.582 0,0 0,6 0,4 1,6

MONDO 98.357.999 278.317.654 107.382.144 273.270.847 100,0 100,0 100,0 -7,8

Elaborazioni su dati Istat Per quanto riguarda i paesi verso cui la provincia intrattiene i rapporti commerciali la Tabella 8 riassume per il I trimestre 2013 le importazioni e le esportazioni espresse in valori assoluti, in variazioni tendenziali, nonché di incidenza percentuale di ciascun paese verso il nostro territorio. Un’analisi per macroaree mostra che il 63,6% degli scambi avviene con paesi aderenti all’Unione

19

La Figura 10 riporta le variazioni tendenziali delle esportazioni e importazioni del comparto manifatturiero al I trimestre del 2013. Si precisa che per rendere più leggibile la figura è stato escluso il comparto delle sostanze e prodotti chimici che ha registrato un incremento delle esportazioni del 1.110%, a fronte di un incremento contenuto delle importazioni pari al 21% (in valori assoluti si tratta di un incremento di oltre 39 milioni di euro). Come facilmente visibile in quasi tutti i comparti che hanno un’incidenza economica significativa le importazioni tendono a ridursi, con eccezione del comparto farmaceutico che registra un incremento del 181,1% determinando la variazione positiva del complesso del comparto. Per quanto riguarda le esportazioni, invece, si rilevano contrazioni significative nel comparto tessile, nel farmaceutico, nell’elettronica, nei mezzi di trasporto e nelle altre attività manifatturiere. TABELLA 8 – ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT DELLA PROVINCIA DI SIENA. I TRIMESTRE 2013

2012 2013 Incidenza % 2013 Var (%)

tend. Saldo bil.comm import export import export import export Totale

scambi Francia 13.241.541 31.971.342 11.853.481 35.305.847 11,0 12,9 12,4 25,2

Germania 20.850.896 32.733.667 19.475.236 35.056.880 18,1 12,8 14,3 31,1

Regno Unito 2.941.928 14.064.911 17.884.239 13.542.034 16,7 5,0 8,3 -139,0

Spagna 19.525.044 9.272.760 7.657.230 7.730.346 7,1 2,8 4,0 -100,7

Unione Europea A 27 80.718.443 132.329.618 87.739.578 154.543.599 81,7 56,6 63,6 29,4

Svizzera 1.645.985 7.571.827 1.044.835 9.265.877 1,0 3,4 2,7 38,7

Turchia 1.124.699 1.507.109 745.609 2.109.809 0,7 0,8 0,8 256,7

Russia 0 5.372.958 180.264 3.623.254 0,2 1,3 1,0 -35,9

PAESI EUROPEI NON UE 3.257.170 22.313.279 2.211.423 21.178.251 2,1 7,7 6,1 -0,5

EUROPA 83.975.613 154.642.897 89.951.001 175.721.850 83,8 64,3 69,8 21,4

Algeria 0 4.443.121 0 861.814 0,0 0,3 0,2 -80,6

AFRICA 2.151.616 12.820.332 1.313.397 7.265.226 1,2 2,7 2,3 -44,2

Stati Uniti 2.793.815 31.968.086 8.112.453 33.254.161 7,6 12,2 10,9 -13,8

Canada 24.086 5.989.521 748.989 9.303.301 0,7 3,4 2,6 43,4

America settentrionale 2.817.901 37.957.607 8.861.442 42.557.462 8,3 15,6 13,5 -4,1

Brasile 61.243 18.019.914 156.857 3.238.107 0,1 1,2 0,9 -82,8

America centro – merid. 64.597 48.531.596 340.507 12.649.006 0,3 4,6 3,4 -74,6

AMERICA 2.882.498 86.489.203 9.201.949 55.206.468 8,6 20,2 16,9 -45,0

Iraq 0 65.619 0 2.316 0,0 0,0 0,0 -96,5

Arabia Saudita 99.680 3.735.303 64.122 3.810.988 0,1 1,4 1,0 3,1

Medio Oriente 398.010 8.476.547 88.201 8.375.527 0,1 3,1 2,2 2,6

Asia centrale 380.644 1.342.448 455.930 1.171.828 0,4 0,4 0,4 -25,6

Cina 5.356.693 1.036.030 4.680.146 3.742.273 4,4 1,4 2,2 -78,3

Corea del Sud 97.362 3.852.313 762.174 13.790.738 0,7 5,0 3,8 247,0

Giappone 2.046.410 2.801.639 659.360 2.457.602 0,6 0,9 0,8 138,1

Asia orientale 8.534.974 13.022.236 6.368.666 24.012.726 5,9 8,8 8,0 293,2

ASIA 9.313.628 22.841.231 6.912.797 33.560.081 6,4 12,3 10,6 97,0

OCEANIA 34.644 1.522.647 3.000 1.514.582 0,0 0,6 0,4 1,6

MONDO 98.357.999 278.317.654 107.382.144 273.270.847 100,0 100,0 100,0 -7,8

Elaborazioni su dati Istat Per quanto riguarda i paesi verso cui la provincia intrattiene i rapporti commerciali la Tabella 8 riassume per il I trimestre 2013 le importazioni e le esportazioni espresse in valori assoluti, in variazioni tendenziali, nonché di incidenza percentuale di ciascun paese verso il nostro territorio. Un’analisi per macroaree mostra che il 63,6% degli scambi avviene con paesi aderenti all’Unione

27

l’andamento dell’economia

locale

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La Figura 10 riporta le variazioni tendenziali delle esportazioni e importazioni del comparto manifatturiero al I trimestre del 2013. Si precisa che per rendere più leggibile la figura è stato escluso il comparto delle sostanze e prodotti chimici che ha registrato un incremento delle esportazioni del 1.110%, a fronte di un incremento contenuto delle importazioni pari al 21% (in valori assoluti si tratta di un incremento di oltre 39 milioni di euro). Come facilmente visibile in quasi tutti i comparti che hanno un’incidenza economica significativa le importazioni tendono a ridursi, con eccezione del comparto farmaceutico che registra un incremento del 181,1% determinando la variazione positiva del complesso del comparto. Per quanto riguarda le esportazioni, invece, si rilevano contrazioni significative nel comparto tessile, nel farmaceutico, nell’elettronica, nei mezzi di trasporto e nelle altre attività manifatturiere. TABELLA 8 – ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT DELLA PROVINCIA DI SIENA. I TRIMESTRE 2013

2012 2013 Incidenza % 2013 Var (%)

tend. Saldo bil.comm import export import export import export Totale

scambi Francia 13.241.541 31.971.342 11.853.481 35.305.847 11,0 12,9 12,4 25,2

Germania 20.850.896 32.733.667 19.475.236 35.056.880 18,1 12,8 14,3 31,1

Regno Unito 2.941.928 14.064.911 17.884.239 13.542.034 16,7 5,0 8,3 -139,0

Spagna 19.525.044 9.272.760 7.657.230 7.730.346 7,1 2,8 4,0 -100,7

Unione Europea A 27 80.718.443 132.329.618 87.739.578 154.543.599 81,7 56,6 63,6 29,4

Svizzera 1.645.985 7.571.827 1.044.835 9.265.877 1,0 3,4 2,7 38,7

Turchia 1.124.699 1.507.109 745.609 2.109.809 0,7 0,8 0,8 256,7

Russia 0 5.372.958 180.264 3.623.254 0,2 1,3 1,0 -35,9

PAESI EUROPEI NON UE 3.257.170 22.313.279 2.211.423 21.178.251 2,1 7,7 6,1 -0,5

EUROPA 83.975.613 154.642.897 89.951.001 175.721.850 83,8 64,3 69,8 21,4

Algeria 0 4.443.121 0 861.814 0,0 0,3 0,2 -80,6

AFRICA 2.151.616 12.820.332 1.313.397 7.265.226 1,2 2,7 2,3 -44,2

Stati Uniti 2.793.815 31.968.086 8.112.453 33.254.161 7,6 12,2 10,9 -13,8

Canada 24.086 5.989.521 748.989 9.303.301 0,7 3,4 2,6 43,4

America settentrionale 2.817.901 37.957.607 8.861.442 42.557.462 8,3 15,6 13,5 -4,1

Brasile 61.243 18.019.914 156.857 3.238.107 0,1 1,2 0,9 -82,8

America centro – merid. 64.597 48.531.596 340.507 12.649.006 0,3 4,6 3,4 -74,6

AMERICA 2.882.498 86.489.203 9.201.949 55.206.468 8,6 20,2 16,9 -45,0

Iraq 0 65.619 0 2.316 0,0 0,0 0,0 -96,5

Arabia Saudita 99.680 3.735.303 64.122 3.810.988 0,1 1,4 1,0 3,1

Medio Oriente 398.010 8.476.547 88.201 8.375.527 0,1 3,1 2,2 2,6

Asia centrale 380.644 1.342.448 455.930 1.171.828 0,4 0,4 0,4 -25,6

Cina 5.356.693 1.036.030 4.680.146 3.742.273 4,4 1,4 2,2 -78,3

Corea del Sud 97.362 3.852.313 762.174 13.790.738 0,7 5,0 3,8 247,0

Giappone 2.046.410 2.801.639 659.360 2.457.602 0,6 0,9 0,8 138,1

Asia orientale 8.534.974 13.022.236 6.368.666 24.012.726 5,9 8,8 8,0 293,2

ASIA 9.313.628 22.841.231 6.912.797 33.560.081 6,4 12,3 10,6 97,0

OCEANIA 34.644 1.522.647 3.000 1.514.582 0,0 0,6 0,4 1,6

MONDO 98.357.999 278.317.654 107.382.144 273.270.847 100,0 100,0 100,0 -7,8

Elaborazioni su dati Istat Per quanto riguarda i paesi verso cui la provincia intrattiene i rapporti commerciali la Tabella 8 riassume per il I trimestre 2013 le importazioni e le esportazioni espresse in valori assoluti, in variazioni tendenziali, nonché di incidenza percentuale di ciascun paese verso il nostro territorio. Un’analisi per macroaree mostra che il 63,6% degli scambi avviene con paesi aderenti all’Unione

20

Europea; in questo caso le importazioni sono pari all’81,7% e le esportazioni al 56,6%. Verso l’America, la cui incidenza negli scambi provinciali è pari al 16,9%, la provincia importa per l’8,6% ed esporta per il 20,2%; infine, per quanto riguarda la terza macroarea con un’incidenza sugli scambi significativa, ovvero l’Asia, con il 10,6%, le importazioni arrivano al 6,4% e le esportazioni al 12,3%. Rispetto allo scorso anno si rileva qualche modifica dell’incidenza negli scambi di queste tre maggiori macroaree che è opportuno considerare; in particolare, è aumentata di 7,1 punti percentuali e di 2,1 punti percentuali “l’importanza” negli scambi provinciali rispettivamente dei paesi dell’Unione Europea e di quelli asiatici, ma si è ridotta l’incidenza degli scambi con l’America di 6,8 punti percentuali. Per quanto riguarda l’analisi sui singoli paesi si rilevano tendenze di una certa sofferenza della competitività della nostra provincia verso alcuni dei Paesi con cui storicamente abbiamo intrattenuto scambi proficui; in particolare si noti la variazione negativa del saldo verso il Regno Unito (-139%) e la Spagna (-100,7%). Positivo, di contro, lo scambio verso la Germania e la Francia, con cui il saldo tendenziale aumenta, rispettivamente, del 31,1% e del 25,2%.

19

La Figura 10 riporta le variazioni tendenziali delle esportazioni e importazioni del comparto manifatturiero al I trimestre del 2013. Si precisa che per rendere più leggibile la figura è stato escluso il comparto delle sostanze e prodotti chimici che ha registrato un incremento delle esportazioni del 1.110%, a fronte di un incremento contenuto delle importazioni pari al 21% (in valori assoluti si tratta di un incremento di oltre 39 milioni di euro). Come facilmente visibile in quasi tutti i comparti che hanno un’incidenza economica significativa le importazioni tendono a ridursi, con eccezione del comparto farmaceutico che registra un incremento del 181,1% determinando la variazione positiva del complesso del comparto. Per quanto riguarda le esportazioni, invece, si rilevano contrazioni significative nel comparto tessile, nel farmaceutico, nell’elettronica, nei mezzi di trasporto e nelle altre attività manifatturiere. TABELLA 8 – ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT DELLA PROVINCIA DI SIENA. I TRIMESTRE 2013

2012 2013 Incidenza % 2013 Var (%)

tend. Saldo bil.comm import export import export import export Totale

scambi Francia 13.241.541 31.971.342 11.853.481 35.305.847 11,0 12,9 12,4 25,2

Germania 20.850.896 32.733.667 19.475.236 35.056.880 18,1 12,8 14,3 31,1

Regno Unito 2.941.928 14.064.911 17.884.239 13.542.034 16,7 5,0 8,3 -139,0

Spagna 19.525.044 9.272.760 7.657.230 7.730.346 7,1 2,8 4,0 -100,7

Unione Europea A 27 80.718.443 132.329.618 87.739.578 154.543.599 81,7 56,6 63,6 29,4

Svizzera 1.645.985 7.571.827 1.044.835 9.265.877 1,0 3,4 2,7 38,7

Turchia 1.124.699 1.507.109 745.609 2.109.809 0,7 0,8 0,8 256,7

Russia 0 5.372.958 180.264 3.623.254 0,2 1,3 1,0 -35,9

PAESI EUROPEI NON UE 3.257.170 22.313.279 2.211.423 21.178.251 2,1 7,7 6,1 -0,5

EUROPA 83.975.613 154.642.897 89.951.001 175.721.850 83,8 64,3 69,8 21,4

Algeria 0 4.443.121 0 861.814 0,0 0,3 0,2 -80,6

AFRICA 2.151.616 12.820.332 1.313.397 7.265.226 1,2 2,7 2,3 -44,2

Stati Uniti 2.793.815 31.968.086 8.112.453 33.254.161 7,6 12,2 10,9 -13,8

Canada 24.086 5.989.521 748.989 9.303.301 0,7 3,4 2,6 43,4

America settentrionale 2.817.901 37.957.607 8.861.442 42.557.462 8,3 15,6 13,5 -4,1

Brasile 61.243 18.019.914 156.857 3.238.107 0,1 1,2 0,9 -82,8

America centro – merid. 64.597 48.531.596 340.507 12.649.006 0,3 4,6 3,4 -74,6

AMERICA 2.882.498 86.489.203 9.201.949 55.206.468 8,6 20,2 16,9 -45,0

Iraq 0 65.619 0 2.316 0,0 0,0 0,0 -96,5

Arabia Saudita 99.680 3.735.303 64.122 3.810.988 0,1 1,4 1,0 3,1

Medio Oriente 398.010 8.476.547 88.201 8.375.527 0,1 3,1 2,2 2,6

Asia centrale 380.644 1.342.448 455.930 1.171.828 0,4 0,4 0,4 -25,6

Cina 5.356.693 1.036.030 4.680.146 3.742.273 4,4 1,4 2,2 -78,3

Corea del Sud 97.362 3.852.313 762.174 13.790.738 0,7 5,0 3,8 247,0

Giappone 2.046.410 2.801.639 659.360 2.457.602 0,6 0,9 0,8 138,1

Asia orientale 8.534.974 13.022.236 6.368.666 24.012.726 5,9 8,8 8,0 293,2

ASIA 9.313.628 22.841.231 6.912.797 33.560.081 6,4 12,3 10,6 97,0

OCEANIA 34.644 1.522.647 3.000 1.514.582 0,0 0,6 0,4 1,6

MONDO 98.357.999 278.317.654 107.382.144 273.270.847 100,0 100,0 100,0 -7,8

Elaborazioni su dati Istat Per quanto riguarda i paesi verso cui la provincia intrattiene i rapporti commerciali la Tabella 8 riassume per il I trimestre 2013 le importazioni e le esportazioni espresse in valori assoluti, in variazioni tendenziali, nonché di incidenza percentuale di ciascun paese verso il nostro territorio. Un’analisi per macroaree mostra che il 63,6% degli scambi avviene con paesi aderenti all’Unione

28Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

21

3. Settori di attività

A) Settore Agricolo I dati relativi al settore agricolo riguardano la demografia delle imprese (tasso di sviluppo e imprese attive) dei comparti delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, della silvicoltura e utilizzo di aree forestali e dell’industria alimentare. Per il settore agricolo il 2013 si apre con un tasso di sviluppo trimestrale negativo, in linea con quanto avvenuto nel IV trimestre 2012. I due comparti che costituiscono il settore presentano risultati differenti: il comparto delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali riflette segna una contrazione dello 0,8%, mentre per il comparto della silvicoltura e utilizzo di aree forestali il tasso di sviluppo è positivo (1,7%). FIGURA 11 - TASSO DI SVILUPPO DEMOGRAFICO DEL SETTORE AGRICOLO. ANNI 2010-2013

-0,8

1,7

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali

Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese TABELLA 9 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELLE COLTIVAZIONI AGRICOLE DI PRODOTTI ANIMALI, CACCIA, PESCA E SERVIZI CONNESSI; I TRIMESTRE 2012 E 2013 I trimestre

2012 2013 Var.% tendenziale Attive Inc.% Attive Inc.%

Coltivazione di colture agricole non permanenti 2.760 51,1 2.724 50,5 -1,3

Coltivazione di colture permanenti 2.051 38,0 2.081 38,6 1,5

Riproduzione delle piante 7 0,1 9 0,2 28,6

Allevamento di animali 339 6,3 338 6,3 -0,3

Coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali 112 2,1 115 2,1 2,7

Attività di supporto all'agricoltura e attività successive alla raccolta 116 2,1 111 2,1 -4,3

Caccia, cattura di animali e servizi connessi 2 0,0 2 0,0 0,0

Altro 10 0,2 10 0,2 0,0

Pesca 3 0,1 3 0,1 0,0

TOTALE 5.400 100,0 5.393 100,0 -0,1

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese

22

Passando all’approfondimento dei comparti che costituiscono il settore agricolo emerge che è in leggero calo tendenziale (-0,1%) il numero delle imprese attive delle coltivazioni agricole e di prodotti animali, caccia, pesca e servizi connessi. All’interno del comparto l’incidenza percentuale maggiore è mantenuta dalle aziende che coltivano colture agricole non permanenti (50,5% nel I 2013, in calo dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre 2012), seguite da quelle che coltivano colture agricole permanenti (38,6% nel I 2013, in aumento dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre 2012). Molto modesto è poi il calo del numero delle imprese destinate all’allevamento degli animali (6,3% nel I 2013, in calo dello 0,3% rispetto al I 2012). Il comparto della silvicoltura e utilizzo di aree forestali registra un incremento tendenziale di unità attive (+12 unità pari al 7,5%). All’interno del settore le aziende di utilizzo delle aree forestali rappresentano il 59,3% del totale, in crescita del 13,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (a tale comparto va attribuita per intero la variazione del settore). TABELLA 10 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELLA SILVICOLTURA E UTILIZZO DI AREE FORESTALI; I TRIM. 2012 E 2013 I trimestre

2012 2013 Var.% tendenziale Attive Inc.% Attive Inc.%

Silvicoltura ed altre attività forestali 64 40,0 64 37,2 0,0

Utilizzo di aree forestali 90 56,3 102 59,3 13,3

Servizi di supporto per la silvicoltura 3 1,9 3 1,7 0,0

Altro 3 1,9 3 1,7 0,0

TOTALE 160 100,0 172 100,0 7,5 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Esaminiamo, infine, la popolazione delle imprese attive dell’industria alimentare, comparto connesso al settore agricolo: il numero delle industrie in produzione nel I trimestre 2013 è in aumento tendenziale dell’1,6%, pari a 4 unità produttive. Più in dettaglio, le industrie che producono prodotti da forno e farinacei rappresentano più della metà dell’intero settore (54,5%, in contrazione tendenziale di 2 unità attive), a seguire quelle dedicate alla lavorazione e conservazione della carne e prodotti a base di carne (13,1%, stabile) e quelle appartenenti all’industria delle bevande (11,5%, anch’esse stabili). TABELLA 11 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE; I TRIM. 2012 E 2013 2013 2012 Variazioni

tendenziali Attive Inc.% Attive Inc.%

Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne 32 12,9 32 13,1 0,0

Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 2 0,8 2 0,8 0,0

Produzione di oli e grassi vegetali e animali 17 6,9 16 6,6 6,3

Industria lattiero-casearia 11 4,4 8 3,3 37,5

Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 10 4,0 9 3,7 11,1

Produzione di prodotti da forno e farinacei 131 52,8 133 54,5 -1,5

Produzione di altri prodotti alimentari 12 4,8 10 4,1 20,0

Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali 4 1,6 5 2,0 -20,0

Altro 1 0,4 1 0,4 0,0

Industria delle bevande 28 11,3 28 11,5 0,0

TOTALE 248 100 244 100 1,6

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese

3. settoRi di attiVità

A. SETTORE AGRICOLO

29

l’andamento dell’economia

locale

22

Passando all’approfondimento dei comparti che costituiscono il settore agricolo emerge che è in leggero calo tendenziale (-0,1%) il numero delle imprese attive delle coltivazioni agricole e di prodotti animali, caccia, pesca e servizi connessi. All’interno del comparto l’incidenza percentuale maggiore è mantenuta dalle aziende che coltivano colture agricole non permanenti (50,5% nel I 2013, in calo dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre 2012), seguite da quelle che coltivano colture agricole permanenti (38,6% nel I 2013, in aumento dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre 2012). Molto modesto è poi il calo del numero delle imprese destinate all’allevamento degli animali (6,3% nel I 2013, in calo dello 0,3% rispetto al I 2012). Il comparto della silvicoltura e utilizzo di aree forestali registra un incremento tendenziale di unità attive (+12 unità pari al 7,5%). All’interno del settore le aziende di utilizzo delle aree forestali rappresentano il 59,3% del totale, in crescita del 13,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (a tale comparto va attribuita per intero la variazione del settore). TABELLA 10 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELLA SILVICOLTURA E UTILIZZO DI AREE FORESTALI; I TRIM. 2012 E 2013 I trimestre

2012 2013 Var.% tendenziale Attive Inc.% Attive Inc.%

Silvicoltura ed altre attività forestali 64 40,0 64 37,2 0,0

Utilizzo di aree forestali 90 56,3 102 59,3 13,3

Servizi di supporto per la silvicoltura 3 1,9 3 1,7 0,0

Altro 3 1,9 3 1,7 0,0

TOTALE 160 100,0 172 100,0 7,5 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Esaminiamo, infine, la popolazione delle imprese attive dell’industria alimentare, comparto connesso al settore agricolo: il numero delle industrie in produzione nel I trimestre 2013 è in aumento tendenziale dell’1,6%, pari a 4 unità produttive. Più in dettaglio, le industrie che producono prodotti da forno e farinacei rappresentano più della metà dell’intero settore (54,5%, in contrazione tendenziale di 2 unità attive), a seguire quelle dedicate alla lavorazione e conservazione della carne e prodotti a base di carne (13,1%, stabile) e quelle appartenenti all’industria delle bevande (11,5%, anch’esse stabili). TABELLA 11 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE; I TRIM. 2012 E 2013 2013 2012 Variazioni

tendenziali Attive Inc.% Attive Inc.%

Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne 32 12,9 32 13,1 0,0

Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 2 0,8 2 0,8 0,0

Produzione di oli e grassi vegetali e animali 17 6,9 16 6,6 6,3

Industria lattiero-casearia 11 4,4 8 3,3 37,5

Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 10 4,0 9 3,7 11,1

Produzione di prodotti da forno e farinacei 131 52,8 133 54,5 -1,5

Produzione di altri prodotti alimentari 12 4,8 10 4,1 20,0

Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali 4 1,6 5 2,0 -20,0

Altro 1 0,4 1 0,4 0,0

Industria delle bevande 28 11,3 28 11,5 0,0

TOTALE 248 100 244 100 1,6

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese

30Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

4. settoRi di attiVità

A. SETTORE AGRICOLO

23

B) Settore Manifatturiero La situazione economica del settore manifatturiero è approfondita tramite i dati concernenti: la demografia delle imprese (tasso di crescita e numero delle imprese attive); la produzione; il fatturato; gli ordinativi del settore e di alcuni comparti dello stesso; le previsioni relative al II trimestre 2013. L’analisi del settore manifatturiero si apre con una valutazione del sistema imprenditoriale nella sua dimensione numerica. La Figura 12, dedicata ad uno spaccato su taluni importanti comparti che compongono questo settore, mette in evidenza come l’inizio del 2013 registri un andamento negativo per tutti e quattro i comparti: -1,2% per l’alimentare, -1% il legno, -2,5% gli altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi e -2,3% i mobili. Ad ogni modo, rispetto al I trimestre del 2012, si evidenzia un leggero miglioramento nella tenuta delle imprese, poiché i tassi di crescita, pur negativi, mostrano valori assoluti inferiori. FIGURA 12 - TASSO DI CRESCITA DI ALCUNI COMPARTI MANIFATTURIERI. ANNI 2010-2013

-3,5

-3,0

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Alimentari Legno e prodotti in legno e sughero

Altri prodotti della lav. di minerali Mobili

Elaborazione su dati Infocamere - Movimprese Per quanto riguarda le imprese in attività si consideri la Tabella 12, in cui sono riassunti i dati del I trimestre del 2012 e del 2013. La variazione tendenziale complessiva è negativa e pari al 2,7%. I comparti più penalizzati, tra quelli con maggiore incidenza numerica sul totale delle imprese manifatturiere, sono quello della fabbricazione di prodotti in metallo (-6,3%), dell’industria del legno (-1,4%) e della fabbricazione di mobili (-7,3%). Positiva è, invece, la performance dell’industria alimentare (+2,3%).

B. SETTORE MANIFATTURIERO

31

l’andamento dell’economia

locale

24

Tabella 12 - Imprese attive distinte per attività manifatturiere. I trimestre 2013 e I trimestre 2012 I TRIM.2013 I TRIM.2012 Variazione

Tendenziale Divisione ATTIVE INC.% ATTIVE INC.%

C 10 Industrie alimentari 220 9,4 215 8,9 2,3

C 11 Industria delle bevande 28 1,2 29 1,2 -3,4

C 12 Industria del tabacco 0 0,0 0 0,0 -

C 13 Industrie tessili 43 1,8 41 1,7 4,9

C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar. 113 4,8 103 4,3 9,7

C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 157 6,7 163 6,7 -3,7

C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 273 11,6 277 11,5 -1,4

C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 25 1,1 24 1,0 4,2

C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 74 3,2 76 3,1 -2,6

C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 24 1,0 25 1,0 -4,0

C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 3 0,1 2 0,1 50,0

C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 36 1,5 38 1,6 -5,3

C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner. 245 10,4 247 10,2 -0,8

C 24 Metallurgia 18 0,8 18 0,7 0,0

C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo 371 15,8 396 16,4 -6,3

C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettr. e ottica. 33 1,4 32 1,3 3,1

C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed appar. 56 2,4 64 2,7 -12,5

C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 119 5,1 127 5,3 -6,3

C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 15 0,6 14 0,6 7,1

C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 3 0,1 3 0,1 0,0

C 31 Fabbricazione di mobili 268 11,4 289 12,0 -7,3

C 32 Altre industrie manifatturiere 136 5,8 140 5,8 -2,9

C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 89 3,8 92 3,8 -3,3

TOTALE INDUSTRIA MANIFATTURIERA 2.349 100,0 2.415 100,0 -2,7 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Restano negativi, nonché in peggioramento rispetto ai due trimestri precedenti, i dati sulla produzione e fatturato, rispettivamente in calo del 10,9% e 13,4%. Negativo risulta anche il dato relativo alla quota di fatturato esportato sul totale, che si attesta il 34,1%, in flessione di circa 2 punti percentuali rispetto al IV trimestre 2012. FIGURA 13 - EVOLUZIONE DELLA PRODUZIONE, DEL FATTURATO (VARIAZIONI TENDENZIALI %) E DELLA QUOTA DI FATTURATO ESPORTATO SUL TOTALE. ANNI 2007-2013

-10,9

-13,4

34,1

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

-25,0

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13produzione fatturato %fatt.estero/fatt. totale (asse dx)

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana

32Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

25

Osservando più in dettaglio i dati sulla produzione e sul fatturato, in considerazione dei vari comparti del settore manifatturiero, si rileva quale unico dato positivo, quello relativo alla chimica e farmaceutica, che mostra una produzione in espansione dello 0,9%, pur con una flessione del fatturato che è la più consistente (pari al 31,9%). Per gli altri comparti, la contrazione della produzione oscilla tra il 2% del comparto alimentare e il 19,4% del legno e mobilio. FIGURA 14 - VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DELLA PRODUZIONE E DEL FATTURATO DEI COMPARTI MANIFATTURIERI. I TRIMESTRE 2013

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana Considerando anche il dato relativo agli ordinativi, sempre in considerazione di alcuni specifici comparti che compongono il settore manifatturiero, dalla Figura 15 emerge la situazione di generale sofferenza dell’intero settore che registra una riduzione complessiva degli ordinativi pari al 4,8%. In questo contesto il comparto più penalizzato è quello delle altre manifatture (-19,2%), mentre si rileva una inversione di tendenza per il legno e mobilio, che dopo la una riduzione del 10,2% registrata nel IV trimestre 2012 mostra un +4,4% a inizio 2013. FIGURA 15 - VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DEGLI ORDINATIVI DEL MANIFATTURIERO E DETTAGLIO SU ALCUNI COMPARTI SPECIFICI. ANNI 2011-2013

TOTALE MANIFATTURIERO PER COMPARTI

2,51,4

1,2

-2,6

-8,1

-13,3

-9,5-8,8

-4,8

-16,0

-14,0

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

I 2011

II 2011

III 2011

IV 2011

I 2012

II 2012

III 2012

IV 2012

I 2013

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana

33

l’andamento dell’economia

locale

26

Infine, la Figura 16 riporta i dati relativi alle aspettative degli operatori. Come prevedibile, si rileva un pessimismo generalizzato, particolarmente accentuato con riferimento alle previsioni sulla domanda interna (con un saldo pari al -14,4%) e alla produzione annuale (-12,5%). Viceversa, l’unico segnale di ottimismo riguarda la domanda estera, che dopo il -5,1% rilevato a fine 2012 con riferimento alle previsioni per l’inizio del 2013, segna un saldo positivo delle aspettative pari all’1,8%. FIGURA 16 – SALDI DELLE ASPETTATIVE DEL MANIFATTURIERO. II 2013 SU I 2013

-0,2%

-1,3%

-14,4%

1,8%

-12,5%

-16,0% -14,0% -12,0% -10,0% -8,0% -6,0% -4,0% -2,0% 0,0% 2,0% 4,0%

Produzione

Occupazione

Domanda interna

Domanda estera

Produzione annuale

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana

34Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

27

C) Settore Commercio al dettaglio Del settore del commercio è analizzata la demografia delle imprese (tasso di crescita e numero delle imprese attive), gli andamenti di vendite e fatturato dell’intero settore e della piccola, media e grande distribuzione, nonché le aspettative relative al II trimestre 2013. In termini demografici il settore è in difficoltà persistente ormai da due anni (Figura 17). Più in dettaglio, dei comparti che compongono questo settore, emerge la mancata crescita del numero dei grossisti ad eccezione del II trimestre 2012 (0,2%), affiancata alle difficoltà registrate dai dettaglianti, per cui i migliori valori dei tassi di crescita del biennio 2010-2012 si attestano sul livello dello 0% (nel II 2010, nel IV 2010 e nel II 2012). Dopo i tassi negativi rilevati a fine 2012 (-1,1% per il commercio all’ingrosso e -1% per il commercio al dettaglio), il 2013 si apre con una flessione ulteriore, che penalizza soprattutto i dettaglianti (-1,7%) piuttosto che i grossisti (-0,7%). FIGURA 17 - TASSO DI CRESCITA DEI SETTORI DEL COMMERCIO. ANNI 2010-2013

-0,7

-1,7

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Comm. all'ingrosso (esclusi autoveicoli) Comm. al dettaglio (esclusi autoveicoli)

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’intero settore non registra un incremento tendenziale del numero delle imprese attive dal I trimestre 2011, periodo dopo il quale la variazione demografica si attesta sempre sotto lo zero, ripetendo, nel I trimestre 2013, la performance già osservata a fine 2012 (-0,8%). Le maggiori perdite si rilevano per il settore del commercio all’ingrosso (esclusi gli autoveicoli), che si riduce dell’1,4% nel I trimestre 2013. Anche per il commercio al dettaglio, comunque, il 2013 si apre in negativo, poiché nel I trimestre il numero delle imprese attive scende dello 0,8%.

C. SETTORE COMMERCIO AL DETTAGLIO

35

l’andamento dell’economia

locale

C. SETTORE COMMERCIO AL DETTAGLIO 8

27

C) Settore Commercio al dettaglio Del settore del commercio è analizzata la demografia delle imprese (tasso di crescita e numero delle imprese attive), gli andamenti di vendite e fatturato dell’intero settore e della piccola, media e grande distribuzione, nonché le aspettative relative al II trimestre 2013. In termini demografici il settore è in difficoltà persistente ormai da due anni (Figura 17). Più in dettaglio, dei comparti che compongono questo settore, emerge la mancata crescita del numero dei grossisti ad eccezione del II trimestre 2012 (0,2%), affiancata alle difficoltà registrate dai dettaglianti, per cui i migliori valori dei tassi di crescita del biennio 2010-2012 si attestano sul livello dello 0% (nel II 2010, nel IV 2010 e nel II 2012). Dopo i tassi negativi rilevati a fine 2012 (-1,1% per il commercio all’ingrosso e -1% per il commercio al dettaglio), il 2013 si apre con una flessione ulteriore, che penalizza soprattutto i dettaglianti (-1,7%) piuttosto che i grossisti (-0,7%). FIGURA 17 - TASSO DI CRESCITA DEI SETTORI DEL COMMERCIO. ANNI 2010-2013

-0,7

-1,7

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

I 2010 II 2010 III 2010 IV 2010 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013

Comm. all'ingrosso (esclusi autoveicoli) Comm. al dettaglio (esclusi autoveicoli)

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’intero settore non registra un incremento tendenziale del numero delle imprese attive dal I trimestre 2011, periodo dopo il quale la variazione demografica si attesta sempre sotto lo zero, ripetendo, nel I trimestre 2013, la performance già osservata a fine 2012 (-0,8%). Le maggiori perdite si rilevano per il settore del commercio all’ingrosso (esclusi gli autoveicoli), che si riduce dell’1,4% nel I trimestre 2013. Anche per il commercio al dettaglio, comunque, il 2013 si apre in negativo, poiché nel I trimestre il numero delle imprese attive scende dello 0,8%.

28

Figura 18 - Variazioni trimestrali tendenziali (%) del numero delle imprese attive del settore del commercio al dettaglio e all'ingrosso

-0,2

-0,5

-0,2

0,30,5

0,0-0,3

-0,7-0,9

-0,1 -0,2

-0,8 -0,8

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

I 2010/I 2009

II 2010/II 2009

III 2010/III 2009

IV 2010/IV 2009

I 2011/I 2010

II 2011/II 2010

III 2011/III 2010

IV 2011/IV 2010

I 2012/I 2011

II 2012/II 2012

III 2012/III 2011

IV 2012/IV 2012

I 2013/I 2012

Comm. all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli Comm. all'ingrosso (esclusi autoveicoli)

Comm. al dettaglio (esclusi autoveicoli) Totale settore Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese I dati di vendita del settore sono approfonditi tramite l’indagine congiunturale sul commercio promossa da Unioncamere Toscana7. Nel I trimestre 2013 continua la crisi del settore, particolarmente acuitasi sul finire del 2012. I saldi tra le dichiarazioni di aumento-diminuzione delle vendite degli operatori del settore mostrano performance meno preoccupanti rispetto al trimestre precedente in termini tendenziali (-42% contro il -56% del IV trimestre 2012), tuttavia si rileva un ulteriore aggravamento in termini congiunturali (-58% a fronte del -50%). FIGURA 19 – SALDO (%) AUMENTO-DIMINUZIONE DELLE VENDITE NEL SETTORE. ANNI 2007-2013

-60

-50

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13saldo tendenziale saldo congiunturale

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana

7 Fonte Unioncamere Toscana – Osservatorio sul commercio al dettaglio. Si ricorda che tale indagine è stata svolta per la prima volta nel I trimestre 2005.

36Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

29

Anche il fatturato continua a calare (Figura 20), mostrando una variazione tendenziale negativa del 7,5%. Ad ogni modo, la flessione è meno marcata rispetto a quella rilevata a fine 2012. FIGURA 20 – SERIE STORICA DELLE VARIAZIONI (%) TENDENZIALI TRIMESTRALI DEL FATTURATO. ANNI 2007-2013

-0,10,3

-0,5

1,0

-1,0

-2,2

-3,7

-2,1

-7,0

-3,9 -3,8

-3,0-2,3

-1,9 -1,6

-2,4-1,9 -1,9

-2,6-3,1

-6,0

-7,3-7,7

-8,6

-7,5

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Il primo trimestre 2013 si chiude con un fatturato in calo tendenziale per tutte le tipologie distributive (piccola distribuzione -9,1%; media distribuzione -8,2%; grande distribuzione (-3,5%). Anche in questo caso, comunque, si rilevano flessioni meno pronunciate rispetto al picco registrato nell’ultimo trimestre del 2012. FIGURA 21 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER TIPOLOGIA DISTRIBUTIVA. ANNI 2007-2013

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

1.07 3.07 1.08 3.08 1.09 3.09 1.10 3.10 1.11 3.11 1.12 3.12 1.13

Piccola distr. Media distr. Grande distr.

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Dal punto di vista merceologico, si evidenziano variazioni negative tendenziali relative sia al fatturato dei prodotti alimentari (-5,1%) sia a quello dei prodotti non alimentari (-9,2%) (Figura 22). Mentre la flessione del comparto alimentare è meno accentuata rispetto al trimestre precedente, i prodotti non alimentari raggiungono un nuovo picco, mostrando la contrazione più marcata dall’inizio della serie storica. L’unico dato positivo per il settore del commercio arriva da ipermercati, supermercati e grandi magazzini, per i quali le variazioni trimestrali tendenziali del fatturato continuano ad attestarsi sopra lo zero, anche se nel I trimestre 2013 l’incremento è quasi trascurabile (+0,1%).

30

FIGURA 22 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER SETTORE MERCEOLOGICO. ANNI 2007-2013

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13

Prodotti Alim. Prod. Non Alim Ipermercati, supermercati e grandi magazzini

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Infine si considerino le previsioni delle vendite per il II trimestre 2013 (Figura 23): solo gli operatori di ipermercati, supermercati e grandi magazzini si attendono una crescita del fatturato, con un saldo tra aspettative di aumento e diminuzione pari al 32,8%, mentre i saldi risultano negativi sia per la piccola (-11,8%) che per la media distribuzione (-1,1%). A livello merceologico, spicca il saldo positivo del comparto alimentare (13%). FIGURA 23 – PREVISIONI DELLE VENDITE NEL II 2013 RISPETTO AL I 2013 (VARIAZIONI %). SALDI TRA LE DICHIARAZIONI DI PRESUNTO AUMENTO-DIMINUZIONE DI FATTURATO

1,8

-11,8

-1,1

32,8

0,0

13,0

-3,3

-25,7

1,3

4,6

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

Totale settore Piccola distr. Media distr. Grande distr. Iper.Super. Prod.Alim. Prod.non Alim. Abbigliamento Prod.per la casa

Altri prod.non alim.

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana

37

l’andamento dell’economia

locale

29

Anche il fatturato continua a calare (Figura 20), mostrando una variazione tendenziale negativa del 7,5%. Ad ogni modo, la flessione è meno marcata rispetto a quella rilevata a fine 2012. FIGURA 20 – SERIE STORICA DELLE VARIAZIONI (%) TENDENZIALI TRIMESTRALI DEL FATTURATO. ANNI 2007-2013

-0,10,3

-0,5

1,0

-1,0

-2,2

-3,7

-2,1

-7,0

-3,9 -3,8

-3,0-2,3

-1,9 -1,6

-2,4-1,9 -1,9

-2,6-3,1

-6,0

-7,3-7,7

-8,6

-7,5

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Il primo trimestre 2013 si chiude con un fatturato in calo tendenziale per tutte le tipologie distributive (piccola distribuzione -9,1%; media distribuzione -8,2%; grande distribuzione (-3,5%). Anche in questo caso, comunque, si rilevano flessioni meno pronunciate rispetto al picco registrato nell’ultimo trimestre del 2012. FIGURA 21 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER TIPOLOGIA DISTRIBUTIVA. ANNI 2007-2013

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

1.07 3.07 1.08 3.08 1.09 3.09 1.10 3.10 1.11 3.11 1.12 3.12 1.13

Piccola distr. Media distr. Grande distr.

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Dal punto di vista merceologico, si evidenziano variazioni negative tendenziali relative sia al fatturato dei prodotti alimentari (-5,1%) sia a quello dei prodotti non alimentari (-9,2%) (Figura 22). Mentre la flessione del comparto alimentare è meno accentuata rispetto al trimestre precedente, i prodotti non alimentari raggiungono un nuovo picco, mostrando la contrazione più marcata dall’inizio della serie storica. L’unico dato positivo per il settore del commercio arriva da ipermercati, supermercati e grandi magazzini, per i quali le variazioni trimestrali tendenziali del fatturato continuano ad attestarsi sopra lo zero, anche se nel I trimestre 2013 l’incremento è quasi trascurabile (+0,1%).

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FIGURA 22 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER SETTORE MERCEOLOGICO. ANNI 2007-2013

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

1.07 2.07 3.07 4.07 1.08 2.08 3.08 4.08 1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13

Prodotti Alim. Prod. Non Alim Ipermercati, supermercati e grandi magazzini

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Infine si considerino le previsioni delle vendite per il II trimestre 2013 (Figura 23): solo gli operatori di ipermercati, supermercati e grandi magazzini si attendono una crescita del fatturato, con un saldo tra aspettative di aumento e diminuzione pari al 32,8%, mentre i saldi risultano negativi sia per la piccola (-11,8%) che per la media distribuzione (-1,1%). A livello merceologico, spicca il saldo positivo del comparto alimentare (13%). FIGURA 23 – PREVISIONI DELLE VENDITE NEL II 2013 RISPETTO AL I 2013 (VARIAZIONI %). SALDI TRA LE DICHIARAZIONI DI PRESUNTO AUMENTO-DIMINUZIONE DI FATTURATO

1,8

-11,8

-1,1

32,8

0,0

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-3,3

-25,7

1,3

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-30

-20

-10

0

10

20

30

40

Totale settore Piccola distr. Media distr. Grande distr. Iper.Super. Prod.Alim. Prod.non Alim. Abbigliamento Prod.per la casa

Altri prod.non alim.

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana

38Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

D. SETTORE TURISMO

31

D) Turismo L’andamento trimestrale del settore turistico si basa sui dati dei flussi turistici (arrivi, presenze e giorni di permanenza media) sia degli ospiti italiani sia di quelli stranieri. Il settore turistico provinciale continua a costituire un comparto trainante per l’economia della provincia di Siena, tuttavia la perdurante crisi che penalizza i consumi induce una flessione dei flussi turistici delle strutture ricettive provinciali rispetto allo stesso periodo del 2012, con effetti particolarmente marcati per i turisti italiani, mentre la domanda estera mostra maggiore tenuta. Gli arrivi (183 mila) e le presenze (414 mila) diminuiscono rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, rispettivamente del 2,7% e del 15,7%. Inoltre, cala anche la permanenza media degli ospiti nelle strutture dislocate in tutta la provincia (2,3 giorni nel I trimestre 2013 a fronte dei 2,6 giorni del I trimestre 2012). All’inizio del 2013 gli ospiti arrivati in provincia di Siena scelgono principalmente le strutture alberghiere (78,7%), a discapito di quelle extra-alberghiere (21,3%), tuttavia, mentre le prime registrano una flessione degli arrivi (-3,5%), quelle extra-alberghiere mantengono un flusso di turisti costante rispetto allo stesso periodo del 2012 (+0,2%). Dal punto di vista delle presenze, invece, entrambe le tipologie ricettive registrano una contrazione (-15,3% per gli alberghi e -16,4% per le strutture extra-alberghiere). Come successo nei primi mesi del 2012, anche nel primo trimestre di quest’anno la maggior parte degli arrivi (132 mila, pari al 73,4%) e delle presenze (292 mila, pari al 73,9%) proviene dal territorio nazionale. Anche in questo caso, però, l’incidenza dei turisti italiani risulta in calo in termini tendenziali: gli arrivi di turisti italiani diminuiscono del 4,7% a fronte del +2,9% degli stranieri, mentre le presenze italiane registrano una flessione di ben il 19,4% contro il più modesto 5,1% degli stranieri. A caratterizzare i turisti che giungono da oltre confine resta, ad ogni modo, la durata del soggiorno, più elevata (2,4 giorni) rispetto a quella degli italiani (2,2 giorni). TABELLA 13 - ARRIVI, PRESENZE E GIORNI DI PERMANENZA MEDIA NEL I TRIMESTRE 2013 I trimestre 2012 I trimestre 2013

italiani stranieri alb. extra-alb. totale italiani stranieri alb. extra-alb. totale

Arrivi 138.320 50.157 148.307 40.170 188.477 131.756 51.600 143.095 40.261 183.356

Presenze 363.180 127.953 314.674 176.459 491.133 292.618 121.403 266.455 147.566 414.021

Perm. Media 2,6 2,6 2,1 4,4 2,6 2,2 2,4 1,9 3,7 2,3

Incidenza (%) 2013 Variazione trimestrale (%) 2013/20112

Arrivi 73,4 26,6 78,7 21,3 100,0 -4,7 2,9 -3,5 0,2 -2,7

Presenze 73,9 26,1 64,1 35,9 100,0 -19,4 -5,1 -15,3 -16,4 -15,7

Perm. Media -15,4 -7,8 -12,2 -16,6 -13,3 Elaborazione su dati Amministrazione provinciale senese Dalla Figura 24 si evidenzia come il totale flusso turistico provinciale sia contrassegnato da una stagionalità significativa, che si manifesta con un picco positivo nel III trimestre di ogni anno e con uno negativo nel I trimestre di ogni anno. Inoltre, sempre dalla Figura 24, è possibile rilevare il trend negativo del numero dei giorni di permanenza media.

39

l’andamento dell’economia

locale

31

D) Turismo L’andamento trimestrale del settore turistico si basa sui dati dei flussi turistici (arrivi, presenze e giorni di permanenza media) sia degli ospiti italiani sia di quelli stranieri. Il settore turistico provinciale continua a costituire un comparto trainante per l’economia della provincia di Siena, tuttavia la perdurante crisi che penalizza i consumi induce una flessione dei flussi turistici delle strutture ricettive provinciali rispetto allo stesso periodo del 2012, con effetti particolarmente marcati per i turisti italiani, mentre la domanda estera mostra maggiore tenuta. Gli arrivi (183 mila) e le presenze (414 mila) diminuiscono rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, rispettivamente del 2,7% e del 15,7%. Inoltre, cala anche la permanenza media degli ospiti nelle strutture dislocate in tutta la provincia (2,3 giorni nel I trimestre 2013 a fronte dei 2,6 giorni del I trimestre 2012). All’inizio del 2013 gli ospiti arrivati in provincia di Siena scelgono principalmente le strutture alberghiere (78,7%), a discapito di quelle extra-alberghiere (21,3%), tuttavia, mentre le prime registrano una flessione degli arrivi (-3,5%), quelle extra-alberghiere mantengono un flusso di turisti costante rispetto allo stesso periodo del 2012 (+0,2%). Dal punto di vista delle presenze, invece, entrambe le tipologie ricettive registrano una contrazione (-15,3% per gli alberghi e -16,4% per le strutture extra-alberghiere). Come successo nei primi mesi del 2012, anche nel primo trimestre di quest’anno la maggior parte degli arrivi (132 mila, pari al 73,4%) e delle presenze (292 mila, pari al 73,9%) proviene dal territorio nazionale. Anche in questo caso, però, l’incidenza dei turisti italiani risulta in calo in termini tendenziali: gli arrivi di turisti italiani diminuiscono del 4,7% a fronte del +2,9% degli stranieri, mentre le presenze italiane registrano una flessione di ben il 19,4% contro il più modesto 5,1% degli stranieri. A caratterizzare i turisti che giungono da oltre confine resta, ad ogni modo, la durata del soggiorno, più elevata (2,4 giorni) rispetto a quella degli italiani (2,2 giorni). TABELLA 13 - ARRIVI, PRESENZE E GIORNI DI PERMANENZA MEDIA NEL I TRIMESTRE 2013 I trimestre 2012 I trimestre 2013

italiani stranieri alb. extra-alb. totale italiani stranieri alb. extra-alb. totale

Arrivi 138.320 50.157 148.307 40.170 188.477 131.756 51.600 143.095 40.261 183.356

Presenze 363.180 127.953 314.674 176.459 491.133 292.618 121.403 266.455 147.566 414.021

Perm. Media 2,6 2,6 2,1 4,4 2,6 2,2 2,4 1,9 3,7 2,3

Incidenza (%) 2013 Variazione trimestrale (%) 2013/20112

Arrivi 73,4 26,6 78,7 21,3 100,0 -4,7 2,9 -3,5 0,2 -2,7

Presenze 73,9 26,1 64,1 35,9 100,0 -19,4 -5,1 -15,3 -16,4 -15,7

Perm. Media -15,4 -7,8 -12,2 -16,6 -13,3 Elaborazione su dati Amministrazione provinciale senese Dalla Figura 24 si evidenzia come il totale flusso turistico provinciale sia contrassegnato da una stagionalità significativa, che si manifesta con un picco positivo nel III trimestre di ogni anno e con uno negativo nel I trimestre di ogni anno. Inoltre, sempre dalla Figura 24, è possibile rilevare il trend negativo del numero dei giorni di permanenza media.

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FIGURA 24 - SERIE STORICA TRIMESTRALE DI ARRIVI, PRESENZE E PERMANENZA MEDIA NELLA PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2008-2013

Elaborazione su dati Amministrazione provinciale senese Dalla Figura 25, relativa agli andamenti dei flussi dei turisti italiani e di quelli stranieri, si evince come la stagionalità per entrambe le tipologie di turisti sia la medesima, con valori assoluti però decisamente differenti. In estate arrivano molti più stranieri rispetto agli italiani, mentre la situazione si ribalta nei periodi di afflusso minimo. Inoltre la variabilità maggiore contraddistingue le presenze, da cui scaturisce, per gli ospiti stranieri, una permanenza media più elevata rispetto a quella degli italiani. FIGURA 25 - SERIE STORICA TRIMESTRALE DI ARRIVI, PRESENZE E PERMANENZA MEDIA NELLA PROVINCIA DI SIENA, PER OSPITI STRANIERI E ITALIANI. ANNI 2008-2012

Elaborazione su dati Amministrazione provinciale senese

40Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

4. QuadRo finanziaRio

33

4. Quadro finanziario

Nel 1° trimestre dell’anno in corso, in provincia di Siena, gli impieghi bancari complessivi (al netto delle sofferenze) proseguono nella flessione congiunturale iniziata nel 2° trimestre del 2012, evidenziando pure un’accentuazione del significativo calo in termini tendenziali (dal -5,1% a/a dei due periodi precedenti al -6,9%). L’andamento descritto è sostanzialmente in linea con quello riscontrato a livello nazionale per le famiglie e le imprese, mentre è più marcatamente negativo per il resto dei settori (in particolare, per le società finanziarie e la pubblica amministrazione). Impieghi vivi a Clientela ordinaria residente Provincia di Siena - dati in milioni di euro Settori Var.% Incid.% 31.03.13 a 3 m a 12 m 31.03.13 31.03.12 Famiglie consumatrici, Issl e Unc 2.831 -0,5 -1,9 27,2 25,8 Imprese e famiglie produttrici 6.747 -2,4 -7,7 64,8 65,4

- Famiglie produttrici e SNF < 20 addetti 1.626 -1,6 -4,6 15,6 15,2 - SNF > 20 addetti 5.121 -2,7 -8,6 49,2 50,1

Altri settori 835 -2,1 -15,5 8,0 8,8 Totale 10.413 -1,9 -6,9 100,0 100,0

Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza

Nell’ambito dei settori produttivi, il calo annuo degli impieghi vivi interessa in misura più marcata le imprese con più di venti addetti, in flessione superiore alla media anche su base trimestrale. Si conferma la maggiore tenuta dei finanziamenti alle famiglie consumatrici (il dato comprende anche le istituzioni senza scopo di lucro e le unità non classificabili). Impieghi vivi ai settori produttivi per comparti di attività Provincia di Siena - dati in milioni di euro Comparti Var.% Incid.% 31.03.13 a 3 m a 12 m 31.03.13 31.03.12 Attività industriali 1.032 -3,2 -13,6 15,3 16,3 Costruzioni 1.115 -2,9 3,2 16,5 14,8 Servizi 3.509 -2,1 -9,6 52,0 53,1 Altro 1.092 -2,1 -5,1 16,2 15,7 6.748 -2,4 -7,7 100,0 100,0 Totale 6.748 -2,4 -7,7 100,0 100,0

Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza Tra i comparti produttivi, la flessione interessa, su base annua, soprattutto l’industria, per la quale il fenomeno è in significativa intensificazione (dal -5,7% a/a del giugno dell’anno scorso al-13,6% del marzo 2013); più allineato alla media risulta l’andamento dei servizi e degli altri settori (prevalentemente agricoltura). In controtendenza le costruzioni che, peraltro, mostrano segnali di inversione del trend e una flessione su base trimestrale (-2,9%).

41

l’andamento dell’economia

locale

33

4. Quadro finanziario

Nel 1° trimestre dell’anno in corso, in provincia di Siena, gli impieghi bancari complessivi (al netto delle sofferenze) proseguono nella flessione congiunturale iniziata nel 2° trimestre del 2012, evidenziando pure un’accentuazione del significativo calo in termini tendenziali (dal -5,1% a/a dei due periodi precedenti al -6,9%). L’andamento descritto è sostanzialmente in linea con quello riscontrato a livello nazionale per le famiglie e le imprese, mentre è più marcatamente negativo per il resto dei settori (in particolare, per le società finanziarie e la pubblica amministrazione). Impieghi vivi a Clientela ordinaria residente Provincia di Siena - dati in milioni di euro Settori Var.% Incid.% 31.03.13 a 3 m a 12 m 31.03.13 31.03.12 Famiglie consumatrici, Issl e Unc 2.831 -0,5 -1,9 27,2 25,8 Imprese e famiglie produttrici 6.747 -2,4 -7,7 64,8 65,4

- Famiglie produttrici e SNF < 20 addetti 1.626 -1,6 -4,6 15,6 15,2 - SNF > 20 addetti 5.121 -2,7 -8,6 49,2 50,1

Altri settori 835 -2,1 -15,5 8,0 8,8 Totale 10.413 -1,9 -6,9 100,0 100,0

Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza

Nell’ambito dei settori produttivi, il calo annuo degli impieghi vivi interessa in misura più marcata le imprese con più di venti addetti, in flessione superiore alla media anche su base trimestrale. Si conferma la maggiore tenuta dei finanziamenti alle famiglie consumatrici (il dato comprende anche le istituzioni senza scopo di lucro e le unità non classificabili). Impieghi vivi ai settori produttivi per comparti di attività Provincia di Siena - dati in milioni di euro Comparti Var.% Incid.% 31.03.13 a 3 m a 12 m 31.03.13 31.03.12 Attività industriali 1.032 -3,2 -13,6 15,3 16,3 Costruzioni 1.115 -2,9 3,2 16,5 14,8 Servizi 3.509 -2,1 -9,6 52,0 53,1 Altro 1.092 -2,1 -5,1 16,2 15,7 6.748 -2,4 -7,7 100,0 100,0 Totale 6.748 -2,4 -7,7 100,0 100,0

Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza Tra i comparti produttivi, la flessione interessa, su base annua, soprattutto l’industria, per la quale il fenomeno è in significativa intensificazione (dal -5,7% a/a del giugno dell’anno scorso al-13,6% del marzo 2013); più allineato alla media risulta l’andamento dei servizi e degli altri settori (prevalentemente agricoltura). In controtendenza le costruzioni che, peraltro, mostrano segnali di inversione del trend e una flessione su base trimestrale (-2,9%).

34

Sofferenze di clientela ordinaria residente Provincia di Siena - dati in milioni di euro Settori Var.% Incid.% 31.12.12 a 3 m a 12 m 31.12.12 31.12.11 Settori produttivi 655 14,7 43,6 88,5 86,9 -Società non finanziarie 551 16,2 51,0 74,5 69,5

di cui: Attività industriali 199 38,2 60,5 26,9 23,6

Costruzioni 92 2,2 53,3 12,4 11,4 Servizi 197 10,1 43,8 26,6 26,1

-Famiglie produttrici 104 7,2 14,3 14,1 17,3 Famiglie consumatrici, Issl e UNC 84 9,1 21,7 11,4 13,1

0 Totale 740 14,0 41,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza

Nel trimestre finale del 2012, le sofferenze aumentano di quasi 100 milioni rispetto al periodo precedente; il tasso di crescita su base annua si porta così sopra al 40%. Il rialzo è ancora più accentuato per le società non finanziarie ed, in particolare, per l’industria, a fronte di una maggiore tenuta dell’incremento dei crediti in sofferenza delle famiglie produttrici (dal +24,7% a/a del giugno 2012 al +21,7% di fine anno scorso). Anche la crescita del contenzioso con il resto delle famiglie risulta in attenuazione, dal +46,9% annuo del 1° trimestre al +21,7% del dicembre 2012. Il rapporto sofferenze/impieghi si attesta, a livello di aggregati complessivi, poco sopra al 7%, in linea con il dato riscontrabile per lo stesso rapporto a livello nazionale. Ad inizio anno, i depositi mostrano una netta inversione di tendenza (a fine 2012 crescevano di circa il 5% annuo), determinata soprattutto dall’andamento dell’aggregato relativo alle società finanziarie, ma pure dall’accentuazione della flessione delle imprese non finanziarie (da -3% a -5,9% a/a). In diminuzione su base congiunturale anche i depositi delle famiglie, peraltro da attribuire anche a fenomeni di carattere stagionale riscontrabili anche in passato nel 1° trimestre di ogni anno; nonostante le difficoltà a costituire nuovo risparmio, l’aggregato risulta, però, in significativa crescita su base annua (oltre il +10% per le famiglie consumatrici). Depositi da Clientela ordinaria residente Provincia di Siena - dati in milioni di euro Settori Var.% Incid.% 31.03.13 a 3 m a 12 m 31.03.13 31.03.12 Amministrazioni pubbliche 69 -2,8 -26,5 1,0 1,2 Imprese finanziarie e assicurative 254 -19,9 -69,2 3,5 11,0 Imprese non finanziarie 2.359 -2,7 -5,9 32,9 33,4 Famiglie produttrici 280 -3,1 1,9 3,9 3,7 Famiglie Consumatrici (*) 4.208 -2,4 10,2 58,7 50,8 Totale 7.170 -3,3 -4,7 100,0 100,0

(*) Comprende anche le istituzioni sociali private e le unità non classificabili. Fonte: elaborazione del Servizio Pianificazione Strategica, Research & IR di BMPS su segnalazioni di vigilanza

A fine 2012, con riferimento ad alcune forme di credito specialistico, nel mercato retail, si accentua la flessione dei prestiti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, che supera il 10% su base annua, confermando la difficile fase ciclica del mercato immobiliare residenziale. D’altro lato, i prestiti per l’acquisto di beni di consumo proseguono nel loro recente andamento, sostanzialmente stazionario, riflettendo le tensioni che interessano il potere d’acquisto delle famiglie. Sul mercato corporate, diminuiscono ancora, confermando la tendenza dei due trimestri precedenti, i prestiti finalizzati all’investimento in macchinari che, però, mostrano ancora una significativa crescita annua (+4,7%); i crediti relativi ad operazioni di leasing mostrano un’ulteriore flessione trimestrale, registrando un decremento annuo prossimo al 12%.

42Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

35

Credito specialistico Provincia di Siena - dati in milioni di euro Totale al di cui Var.% (1) 31.12.12 Banche a 3 m a 12 m Credito al consumo 426 175 0,7 -0,1 Leasing (*) 423 194 -3,4 -11,9 Acquisto abitazioni famiglie consumatrici (**) 1.583 1.603 0,3 -10,1 Prestiti per investimenti in macchinari (**) 423 406 -4,1 4,7

(1) Per credito al consumo e leasing calcolate sul totale (*) Crediti residui in linea capitale impliciti nei contratti di leasing finanziario (**) Localizzazione investimento Fonte: elaborazione del Servizio Research e IR di Banca Monte dei Paschi di Siena su segnalazioni di vigilanza

A fine 2012, i tassi d’interesse medi sulle operazioni di finanziamento bancario in provincia risultano in calo, rispetto al trimestre precedente, per tutti i raggruppamenti di forme tecniche censiti. In particolare, quelli sulle operazioni a vista sono in diminuzione di 20 bp, mentre i tassi d’interesse sulle forme tecniche a scadenza sono in sensibile flessione; scendono al 5,32% i tassi sulle operazioni connesse con rischi auto liquidanti. I tassi d’interesse praticati in provincia sono inferiori a quelli in Toscana e in Italia, con l’eccezione dei tassi sui rischi auto liquidanti nazionali, più bassi di 11 bp rispetto a quelli in provincia di Siena. Tassi attivi Clientela ordinaria residente - provincia di Siena

Tassi effettivi 31.12.12 30.09.12 30.06.12 31.03.12

Rischi autoliquidanti 5,32 5,42 5,6 5,44 (es. anticipi sbf, sconto portafoglio) Rischi a scadenza 2,26 2,89 2,56 3,04 (es. mutui, leasing, factoring, pct) Rischi a revoca 5,91 5,71 5,91 5,94 (es.c/c attivi)

Fonte: elaborazione del Servizio Research e IR di Banca Monte dei Paschi di Siena su segnalazioni di vigilanza

43

35

Credito specialistico Provincia di Siena - dati in milioni di euro Totale al di cui Var.% (1) 31.12.12 Banche a 3 m a 12 m Credito al consumo 426 175 0,7 -0,1 Leasing (*) 423 194 -3,4 -11,9 Acquisto abitazioni famiglie consumatrici (**) 1.583 1.603 0,3 -10,1 Prestiti per investimenti in macchinari (**) 423 406 -4,1 4,7

(1) Per credito al consumo e leasing calcolate sul totale (*) Crediti residui in linea capitale impliciti nei contratti di leasing finanziario (**) Localizzazione investimento Fonte: elaborazione del Servizio Research e IR di Banca Monte dei Paschi di Siena su segnalazioni di vigilanza

A fine 2012, i tassi d’interesse medi sulle operazioni di finanziamento bancario in provincia risultano in calo, rispetto al trimestre precedente, per tutti i raggruppamenti di forme tecniche censiti. In particolare, quelli sulle operazioni a vista sono in diminuzione di 20 bp, mentre i tassi d’interesse sulle forme tecniche a scadenza sono in sensibile flessione; scendono al 5,32% i tassi sulle operazioni connesse con rischi auto liquidanti. I tassi d’interesse praticati in provincia sono inferiori a quelli in Toscana e in Italia, con l’eccezione dei tassi sui rischi auto liquidanti nazionali, più bassi di 11 bp rispetto a quelli in provincia di Siena. Tassi attivi Clientela ordinaria residente - provincia di Siena

Tassi effettivi 31.12.12 30.09.12 30.06.12 31.03.12

Rischi autoliquidanti 5,32 5,42 5,6 5,44 (es. anticipi sbf, sconto portafoglio) Rischi a scadenza 2,26 2,89 2,56 3,04 (es. mutui, leasing, factoring, pct) Rischi a revoca 5,91 5,71 5,91 5,94 (es.c/c attivi)

Fonte: elaborazione del Servizio Research e IR di Banca Monte dei Paschi di Siena su segnalazioni di vigilanza

36

APPENDICE

Analisi delle Piccole e Medie Imprese Senesi

Andamenti di mercato È utile aprire l’analisi delle risultanze dell’indagine sulle piccole e medie imprese senesi con alcuni dati relativi all’andamento del fatturato nel corso del 2012, in quanto indice sintetico dello “stato di salute” del tessuto imprenditoriale. Ebbene, emerge che ben il 60% delle imprese ha dichiarato che il proprio volume d’affari è diminuito rispetto all’anno precedente (in particolare, il 37,3% delle imprese intervistate ha segnalato una contrazione superiore al 10%, mentre il 23,3% mostra una flessione più contenuta). Tale quota, oltre ad essere leggermente superiore rispetto al dato medio regionale (58,1%), è sensibilmente più elevata dell’analoga quota rilevata nell’indagine 2012 (43,7%), rivelando un ulteriore peggioramento delle performance aziendali. FIGURA 1A – ANDAMENTO DEL FATTURATO DELLE IMPRESE NEL 2012 RISPETTO AL 2011 DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA; VALORI %

0,73,1

35,6 37,3

23,3

1,44,1

36,433,1

25,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

Aumentato (aumento

superiore al 10%)

Aumentato (aumento

inferiore al 10%)

Rimasto stabile Diminuito (diminuzione

superiore al 10%)

Diminuito (diminuzione

inferiore al 10%)

Siena

TOSCANA

* al netto del “Nel 2011 non esisteva/era stata avviata da poco/Non so" Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Per quanto concerne l’anno in corso, le aspettative delle imprese vedono un andamento, per il fatturato, migliore di quello registrato nel 2012, con la maggioranza delle imprese (il 59,6%) che prevede un volume delle vendite stabile rispetto all’anno precedente (52,7% a livello regionale). Permane comunque un generalizzato pessimismo, come emerge dalla trascurabile quota di aziende che aspettative di espansione del fatturato (2,9%).

analisi delle piccole e medie impRese senesi

appendice

appendice

44Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

37

FIGURA 2A – PREVISIONI DI ANDAMENTO DEL FATTURATO DELLE IMPRESE NEL 2013 RISPETTO AL 2012 DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA; VALORI %

2,9

59,6

37,4

2,9

52,744,3

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Siena

TOSCANA

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Il deterioramento del quadro economico verificatosi nel 2012 risulta confermato dalle dichiarazioni delle imprese in merito all’andamento del mercato domestico, risultato in flessione per il 36,3% delle imprese e in aumento per appena il 3,1%. La domanda nazionale appare maggiormente stagnante per le imprese senesi esportatrici, per la maggior parte (58,5%) orientate verso un calo della clientela, sebbene a livello regionale le aziende che beneficiano della domanda estera abbiano sofferto mediamente meno della flessione del mercato nazionale. FIGURA 3A – ANDAMENTO DEL MERCATO/DELLA CLIENTELA NAZIONALE NEL 2012 RISPETTO AL 2011; VALORI %

3,1

60,6

36,3

2,3

52,2

45,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Imprese importatrici

Siena TOSCANA

1,0

40,6

58,5

7,4

63,6

29,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Imprese esportatrici

Siena Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

45

appendice

37

FIGURA 2A – PREVISIONI DI ANDAMENTO DEL FATTURATO DELLE IMPRESE NEL 2013 RISPETTO AL 2012 DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA; VALORI %

2,9

59,6

37,4

2,9

52,744,3

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Siena

TOSCANA

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Il deterioramento del quadro economico verificatosi nel 2012 risulta confermato dalle dichiarazioni delle imprese in merito all’andamento del mercato domestico, risultato in flessione per il 36,3% delle imprese e in aumento per appena il 3,1%. La domanda nazionale appare maggiormente stagnante per le imprese senesi esportatrici, per la maggior parte (58,5%) orientate verso un calo della clientela, sebbene a livello regionale le aziende che beneficiano della domanda estera abbiano sofferto mediamente meno della flessione del mercato nazionale. FIGURA 3A – ANDAMENTO DEL MERCATO/DELLA CLIENTELA NAZIONALE NEL 2012 RISPETTO AL 2011; VALORI %

3,1

60,6

36,3

2,3

52,2

45,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Imprese importatrici

Siena TOSCANA

1,0

40,6

58,5

7,4

63,6

29,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Aumento Stabile Diminuzione

Imprese esportatrici

Siena Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

38

Le negative prospettive di mercato, peraltro, continueranno probabilmente a penalizzare l’evoluzione dei margini e la capacità di autofinanziamento delle imprese, visto che solo il 3,8% delle imprese prevede incrementi dei prezzi nel 2013, a fronte del 10,9% dei casi in cui si ritiene verosimile una diminuzione degli stessi, dando luogo ad un saldo negativo di 7,1 punti. TABELLA 1 A - ANDAMENTO DEI PREZZI DI VENDITA DEI PRODOTTI/SERVIZI NEL 2013 RISPETTO AL 2012 DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA PER SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA; VALORI % Aumento Stabile Diminuzione Saldo aumenti-diminuzioni

Siena

Produttori di beni 6,9 85,7 7,4 -0,5

Produttori di servizi 0,0 84,7 15,3 -15,3

Totale 3,8 85,2 10,9 -7,1

Toscana

Produttori di beni 2,4 81,2 16,4 -14,0

Produttori di servizi 3,3 84,8 11,9 -8,6

Totale 2,8 82,9 14,3 -11,4

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Preoccupante è anche la previsione delle imprese in merito all’andamento dell’occupazione nel corso del 2013, infatti la provincia di Siena mostra, a livello regionale, la più elevata incidenza di aspettative di ulteriore contrazione dei posti di lavoro (13% a fronte del 9% di media in Toscana). Da rilevare, tuttavia, è anche la più elevata quota di imprese che prevede di aumentare l’occupazione nel corso dell’anno, pari all’1,3%, contro lo 0,7% di media regionale. FIGURA 4A - PREVISIONE DI ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE DELLE IMPRESE NEL 2013 RISPETTO AL 2012 DELLE PROVINCE TOSCANE; VALORI %

0,1

0,8

0,2

0,0

0,2

0,5

0,6

0,7

3,3

1,3

90,9

88,0

96,5

91,6

95,0

90,7

86,5

93,3

88,7

85,7

9,0

11,2

3,3

8,4

4,8

8,8

12,9

6,0

8,0

13,0

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Arezzo

Firenze

Grosseto

Livorno

Lucca

Massa Carrara

Pisa

Prato

Pistoia

Siena

Aumento

Stabile

Diminuzione

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

In linea con la persistente incertezza che caratterizza il quadro economico, modesta è la quota di imprese della provincia che ha realizzato investimenti nel 2012 o prevede di realizzarne nel corso del 2013 (rispettivamente, 9,6% e 3,6%), con un’incidenza che, peraltro, è inferiore al dato regionale (il 10,1% delle imprese toscane ha realizzato investimenti nel 2012 e il 4,9% prevede di realizzarne nel 2013).

46Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

39

Figura 5A - Realizzazione e previsioni di realizzazione degli investimenti nella provincia di Siena ed in Toscana; valori %

Realizzazione nel 2012 Previsioni per il 2013

9,6 10,1

90,4 89,9

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Siena Toscana

Si No

3,6 4,9

96,4 95,1

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Siena Toscana

Si No

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

47

appendice

39

Figura 5A - Realizzazione e previsioni di realizzazione degli investimenti nella provincia di Siena ed in Toscana; valori %

Realizzazione nel 2012 Previsioni per il 2013

9,6 10,1

90,4 89,9

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Siena Toscana

Si No

3,6 4,9

96,4 95,1

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Siena Toscana

Si No

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

40

Accesso al credito Tra gli elementi all’origine dei problemi di liquidità delle imprese, un ruolo di primo piano lo gioca sicuramente la difficoltà ad allineare tempi di riscossione dai clienti e tempi di pagamento ai fornitori. In effetti, anche nel corso del 2012 il divario fra le quote di imprese che hanno concesso e richiesto dilazioni, pur in flessione rispetto all’anno precedente, resta ampio: il 36,6% delle imprese ha dichiarato di aver concesso dilazioni di pagamento, a fronte del più contenuto 12,7% che invece ne ha fatto richiesta. Ne scaturisce, inevitabilmente, un consistente drenaggio di risorse per sostenere l’attività corrente. FIGURA 6A – IMPRESE CHE DICHIARANO DI AVER CONCESSO DILAZIONI DI PAGAMENTO (CREDITI) E IMPRESE CHE HANNO RICHIESTO DI DILAZIONI DI PAGAMENTO (DEBITI) NEL 2011 E NEL 2012; VALORI %

CREDITI – Quota % di imprese che dichiarano di aver concesso dilazioni di pagamento

DEBITI – Quota % di imprese che dichiarano di aver chiesto dilazioni di pagamento

41,736,6

45,0

33,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

2011 2012Siena Toscana

6,0

12,7

8,9

11,3

0,0

5,0

10,0

15,0

2011 2012Siena Toscana

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 In effetti, le condizioni di liquidità aziendale delle imprese senesi risultano, nel 2013, in deterioramento: il 36% delle imprese segnala una situazione peggiore rispetto al 2012, mentre quasi nessuno (lo 0,3%) dichiara un miglioramento, mostrando un quadro più critico rispetto a quello che emerge mediamente in Toscana (dove il saldo negativo tra miglioramento e peggioramento è di 32 punti percentuali, contro i 36 della provincia di Siena). TABELLA 2A – ANDAMENTO PREVISTO DELLE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ AZIENDALE NEL 2013 RISPETTO AL 2012 NELLA PROVINCIA DI SIENA ED IN TOSCANA PER SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA; VALORI %

Migliore Uguale Peggiore Totale

Saldo Migliore-Peggiore

Siena Produttori di beni 0,3 66,1 33,6 100,0 -33,3

Produttori di servizi 0,3 60,6 39,2 100,0 -38,9

Totale 0,3 63,7 36,0 100,0 -35,7

TOSCANA Produttori di beni 1,3 61,0 37,7 100,0 -36,4

Produttori di servizi 1,1 71,1 27,8 100,0 -26,7

Totale 1,2 65,6 33,2 100,0 -31,9 * al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 La situazione appare tesa anche sul fronte dell’acceso al credito da parte delle imprese, le quali segnalano, nel 65,5% dei casi, condizioni meno favorevoli rispetto al 2012, anno in cui, peraltro, si era già verificato un consistente aggravamento dei rapporti tra sistema bancario e tessuto imprenditoriale.

48Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

41

FIGURA 7A - GIUDIZIO SULLE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO DEL 2013 RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE NELLA PROVINCIA DI SIENA ED IN TOSCANA; VALORI %

0,1

34,4

65,5

2,1

38,0

59,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Più favorevoli Invariate Meno favorevoli

Siena

Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde e di chi non ha chiesto finanziamenti Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Le imprese senesi che lamentano un acuirsi delle difficoltà di accesso al credito tendono, nella maggior parte dei casi (l’80,6%), ad intrattenere rapporti con un unico istituto bancario, mostrando una più contenuta propensione alla diversificazione degli istituti di riferimento rispetto alla media provinciale, che invece mostra un partenariato più articolato (il 69,8% delle imprese senesi ha rapporti con una sola banca mentre il 30,2% interagisce con più istituti bancari). TABELLA 3A - NUMERO DI ISTITUTI BANCARI CON I QUALI LE IMPRESE CHE DICHIARANO DI AVERE CONDIZIONI NON FAVOREVOLI INTRATTENGONO RAPPORTI; VALORI % FATTO 100 IL TOTALE DELLE IMPRESE CHE DICHIARANO DI AVERE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO NON FAVOREVOLI 1 2 3 4 almeno 5

Arezzo 51,9 31,6 12,2 2,0 2,3

Firenze 55,0 30,9 6,9 6,7 0,5

Grosseto 56,8 31,4 4,9 4,6 2,2

Livorno 47,3 46,7 5,0 0,0 0,9

Lucca 53,8 24,4 7,4 12,7 1,7

Massa Carrara 56,6 34,5 3,6 0,6 4,7

Pisa 43,4 28,5 23,3 3,3 1,5

Prato 42,8 33,0 18,0 4,8 1,4

Pistoia 76,1 12,2 5,0 1,4 5,3

Siena 80,6 8,5 4,4 6,1 0,5

TOSCANA 56,3 27,7 9,2 5,0 1,8

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

42

Figura 8A – Principali ostacoli segnalati dalle imprese della provincia di Siena ed in Toscana circa l’accesso al credito nel 2011 e nel 2012; valori %

0,0

37,7

72,3

72,5

84,0

77,4

3,1

62,5

63,3

90,0

67,9

83,1

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Altro

Incremento delle spese e delle commissioni bancarie

Allungamento dei tempi per l' affidamento

Minori concessioni di credito/scoperto

Richiesta di maggiori garanzie

Aumento dei tassi di interesse passivi

2011

2012

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Interrogate sulle criticità emerse nel corso degli ultimi due anni in riferimento alle condizioni che regolano i rapporti di credito con gli istituti bancari, le imprese senesi hanno segnalato, per il 2012, un aumento delle garanzie richieste (84% del campione), ma anche un incremento dei tassi di interesse applicati (77,4%). Il costo dell’indebitamento appare dunque il maggior ostacolo all’accesso al credito per le imprese della provincia, anche se problematici risultano anche la flessione del credito erogato (indicata dal 72,5% delle imprese) e l’allungamento dei tempi di analisi delle richieste di affidamento (72,3%). In particolare, con riferimento a quella che risulta essere la più acuta criticità nei rapporti tra banche e imprese, vale a dire la quota di garanzie richiesta per un affidamento, le imprese intervistate hanno segnalato che nel 65,4% dei casi le garanzie reali e personali che esigono le banche sono pari o superiori al valore del fido erogato, incidenza che scende al 41,4% per le imprese toscane. Inoltre, il 34,6% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver ricevuto una richiesta di garanzie corrispondente ad una quota compresa tra il 50% e il 100% del fido erogato (56,2% in Toscana) e nessuna impresa ha ricevuto richieste inferiori (2,4% a livello regionale). FIGURA 9A – QUOTA DI GARANZIE REALI E PERSONALI MEDIAMENTE RICHIESTE DALLE BANCHE CHE HANNO RICHIESTO MAGGIORI GARANZIE ALLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA; VALORI %

65,4

34,6

Siena

Garanzie pari o superiori al valore del fido erogatoGaranzie tra il 50% e il 100% del fido erogatoGaranzie inferiori al 50% del fido erogato

41,4

56,2

2,4

Toscana

Garanzie pari o superiori al valore del fido erogatoGaranzie tra il 50% e il 100% del fido erogatoGaranzie inferiori al 50% del fido erogato

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

49

appendice

41

FIGURA 7A - GIUDIZIO SULLE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO DEL 2013 RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE NELLA PROVINCIA DI SIENA ED IN TOSCANA; VALORI %

0,1

34,4

65,5

2,1

38,0

59,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Più favorevoli Invariate Meno favorevoli

Siena

Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde e di chi non ha chiesto finanziamenti Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Le imprese senesi che lamentano un acuirsi delle difficoltà di accesso al credito tendono, nella maggior parte dei casi (l’80,6%), ad intrattenere rapporti con un unico istituto bancario, mostrando una più contenuta propensione alla diversificazione degli istituti di riferimento rispetto alla media provinciale, che invece mostra un partenariato più articolato (il 69,8% delle imprese senesi ha rapporti con una sola banca mentre il 30,2% interagisce con più istituti bancari). TABELLA 3A - NUMERO DI ISTITUTI BANCARI CON I QUALI LE IMPRESE CHE DICHIARANO DI AVERE CONDIZIONI NON FAVOREVOLI INTRATTENGONO RAPPORTI; VALORI % FATTO 100 IL TOTALE DELLE IMPRESE CHE DICHIARANO DI AVERE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO NON FAVOREVOLI 1 2 3 4 almeno 5

Arezzo 51,9 31,6 12,2 2,0 2,3

Firenze 55,0 30,9 6,9 6,7 0,5

Grosseto 56,8 31,4 4,9 4,6 2,2

Livorno 47,3 46,7 5,0 0,0 0,9

Lucca 53,8 24,4 7,4 12,7 1,7

Massa Carrara 56,6 34,5 3,6 0,6 4,7

Pisa 43,4 28,5 23,3 3,3 1,5

Prato 42,8 33,0 18,0 4,8 1,4

Pistoia 76,1 12,2 5,0 1,4 5,3

Siena 80,6 8,5 4,4 6,1 0,5

TOSCANA 56,3 27,7 9,2 5,0 1,8

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

42

Figura 8A – Principali ostacoli segnalati dalle imprese della provincia di Siena ed in Toscana circa l’accesso al credito nel 2011 e nel 2012; valori %

0,0

37,7

72,3

72,5

84,0

77,4

3,1

62,5

63,3

90,0

67,9

83,1

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Altro

Incremento delle spese e delle commissioni bancarie

Allungamento dei tempi per l' affidamento

Minori concessioni di credito/scoperto

Richiesta di maggiori garanzie

Aumento dei tassi di interesse passivi

2011

2012

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Interrogate sulle criticità emerse nel corso degli ultimi due anni in riferimento alle condizioni che regolano i rapporti di credito con gli istituti bancari, le imprese senesi hanno segnalato, per il 2012, un aumento delle garanzie richieste (84% del campione), ma anche un incremento dei tassi di interesse applicati (77,4%). Il costo dell’indebitamento appare dunque il maggior ostacolo all’accesso al credito per le imprese della provincia, anche se problematici risultano anche la flessione del credito erogato (indicata dal 72,5% delle imprese) e l’allungamento dei tempi di analisi delle richieste di affidamento (72,3%). In particolare, con riferimento a quella che risulta essere la più acuta criticità nei rapporti tra banche e imprese, vale a dire la quota di garanzie richiesta per un affidamento, le imprese intervistate hanno segnalato che nel 65,4% dei casi le garanzie reali e personali che esigono le banche sono pari o superiori al valore del fido erogato, incidenza che scende al 41,4% per le imprese toscane. Inoltre, il 34,6% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver ricevuto una richiesta di garanzie corrispondente ad una quota compresa tra il 50% e il 100% del fido erogato (56,2% in Toscana) e nessuna impresa ha ricevuto richieste inferiori (2,4% a livello regionale). FIGURA 9A – QUOTA DI GARANZIE REALI E PERSONALI MEDIAMENTE RICHIESTE DALLE BANCHE CHE HANNO RICHIESTO MAGGIORI GARANZIE ALLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI SIENA E DELLA TOSCANA; VALORI %

65,4

34,6

Siena

Garanzie pari o superiori al valore del fido erogatoGaranzie tra il 50% e il 100% del fido erogatoGaranzie inferiori al 50% del fido erogato

41,4

56,2

2,4

Toscana

Garanzie pari o superiori al valore del fido erogatoGaranzie tra il 50% e il 100% del fido erogatoGaranzie inferiori al 50% del fido erogato

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

50Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

43

Oltre a segnalare l’eccessiva gravosità del costo dell’indebitamento, le imprese senesi indicano anche un problema di trasparenza da parte delle banche: secondo il 29% delle imprese, infatti, i costi bancari sono indicati in maniera non sufficientemente chiara dagli istituti creditizi (il 22,1% indica “non chiaramente” e il 6,8% indica “per niente chiaramente”). TABELLA 4A - GIUDIZI DELLE IMPRESE INTERVISTATE DELLE PROVINCE TOSCANE E DELLA TOSCANA CIRCA L’INDICAZIONE DEI COSTI BANCARI (TASSI DI INTERESSE, COSTI ACCESSORI, ..) INDICATI DAGLI ISTITUTI BANCARI; VALORI IN % Per niente

chiaramente Non

chiaramente In maniera

sufficientemente chiara Chiaramente Molto chiaramente Totale Saldo Chiaramente-Non

chiaramente Arezzo 2,88 24,87 48,10 24,07 0,09 100,00 -3,58

Firenze 6,68 24,11 46,09 21,68 1,44 100,00 -7,67

Grosseto 11,27 32,12 41,15 15,46 0,00 100,00 -27,93

Livorno 4,52 21,85 48,70 24,81 0,13 100,00 -1,43

Lucca 2,09 21,77 53,30 22,30 0,54 100,00 -1,02

Massa Carrara 5,24 31,64 41,48 21,53 0,10 100,00 -15,24

Pisa 9,62 20,87 48,34 21,16 0,00 100,00 -9,33

Prato 9,42 26,43 46,45 17,23 0,47 100,00 -18,15

Pistoia 5,97 22,48 47,70 23,86 0,00 100,00 -4,59

Siena 6,82 22,12 43,87 27,19 0,00 100,00 -1,76

Toscana 6,39 24,35 46,85 21,93 0,48 100,00 -8,33 Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 FIGURA 11A – RICORSO NEGLI ULTIMI TRE ANNI PER L’OTTENIMENTO DI UN FINANZIAMENTO AD UN CONFIDI; VALORI %

10,7

89,3

8,5

91,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Si No

Siena

Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Il 10,7% delle imprese senesi ha fatto ricorso, negli ultimi tre anni, ad un Consorzio di garanzia Fidi onde ottenere credito bancario, mostrando una propensione per tale strumento superiore rispetto alla media Toscana (in media nella regione vi ha fatto ricorso l’8,5% delle aziende). Le valutazioni delle imprese che hanno ottenuto un finanziamento attraverso i confidi risultano positive, anche se è presente una quota delle imprese che ritengono che l’intervento dei confidi sia risultato ininfluente (16,9%). Tra i diversi benefici, le imprese segnalano in particolare un più trasparente rapporto con la banca (63,9%); seguono la riduzione dei tempi di attesa (27%) e la garanzia di finanziamento (23,1%).

51

appendice

43

Oltre a segnalare l’eccessiva gravosità del costo dell’indebitamento, le imprese senesi indicano anche un problema di trasparenza da parte delle banche: secondo il 29% delle imprese, infatti, i costi bancari sono indicati in maniera non sufficientemente chiara dagli istituti creditizi (il 22,1% indica “non chiaramente” e il 6,8% indica “per niente chiaramente”). TABELLA 4A - GIUDIZI DELLE IMPRESE INTERVISTATE DELLE PROVINCE TOSCANE E DELLA TOSCANA CIRCA L’INDICAZIONE DEI COSTI BANCARI (TASSI DI INTERESSE, COSTI ACCESSORI, ..) INDICATI DAGLI ISTITUTI BANCARI; VALORI IN % Per niente

chiaramente Non

chiaramente In maniera

sufficientemente chiara Chiaramente Molto chiaramente Totale Saldo Chiaramente-Non

chiaramente Arezzo 2,88 24,87 48,10 24,07 0,09 100,00 -3,58

Firenze 6,68 24,11 46,09 21,68 1,44 100,00 -7,67

Grosseto 11,27 32,12 41,15 15,46 0,00 100,00 -27,93

Livorno 4,52 21,85 48,70 24,81 0,13 100,00 -1,43

Lucca 2,09 21,77 53,30 22,30 0,54 100,00 -1,02

Massa Carrara 5,24 31,64 41,48 21,53 0,10 100,00 -15,24

Pisa 9,62 20,87 48,34 21,16 0,00 100,00 -9,33

Prato 9,42 26,43 46,45 17,23 0,47 100,00 -18,15

Pistoia 5,97 22,48 47,70 23,86 0,00 100,00 -4,59

Siena 6,82 22,12 43,87 27,19 0,00 100,00 -1,76

Toscana 6,39 24,35 46,85 21,93 0,48 100,00 -8,33 Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 FIGURA 11A – RICORSO NEGLI ULTIMI TRE ANNI PER L’OTTENIMENTO DI UN FINANZIAMENTO AD UN CONFIDI; VALORI %

10,7

89,3

8,5

91,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Si No

Siena

Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Il 10,7% delle imprese senesi ha fatto ricorso, negli ultimi tre anni, ad un Consorzio di garanzia Fidi onde ottenere credito bancario, mostrando una propensione per tale strumento superiore rispetto alla media Toscana (in media nella regione vi ha fatto ricorso l’8,5% delle aziende). Le valutazioni delle imprese che hanno ottenuto un finanziamento attraverso i confidi risultano positive, anche se è presente una quota delle imprese che ritengono che l’intervento dei confidi sia risultato ininfluente (16,9%). Tra i diversi benefici, le imprese segnalano in particolare un più trasparente rapporto con la banca (63,9%); seguono la riduzione dei tempi di attesa (27%) e la garanzia di finanziamento (23,1%).

44

FIGURA 12A – GIUDIZI DELLE IMPRESE CHE HANNO FATTO RICORSO AD UN CONFIDI NEGLI ULTIMI TRE ANNI SE IL RICORSO A TALE STRUMENTO HA MIGLIORATO IL RAPPORTO CON I PARTNER BANCARI; VALORI IN %

0,0

16,9

23,1

27,0

63,9

0 20 40 60 80

Riduzione Costi/Oneri

Ininfluente

Garanzia di finanziamento

Riduzione tempi attesa

Rapporto più trasparente

* al netto dei Non sa/Non risponde ** domanda a risposta multipla Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Quanti, invece, non si sono avvalsi dello strumento del confidi, lo hanno fatto principalmente perché non hanno avuto bisogno di richiedere credito bancario (89,7%). Più contenute risultano le percentuali di imprese che ritengono il Confidi uno strumento poco utile (5,7%) o troppo oneroso (0,9%), oppure che considerano gli svantaggi legati al ricorso al Confidi superiori rispetto ai vantaggi (1,6%). Infine, una modesta quota di imprese (l’1,4%) dichiara di non possedere i requisiti per accedervi. FIGURA 13A – MOTIVI PER CUI LE IMPRESE NON HANNO FATTO RICORSO AD UN CONFIDI

0,9

1,4

1,6

2,6

5,7

89,7

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0

Costi eccessivi

Mancanza di requisiti di accesso

Svantaggi superiori ai vantaggi

Altri motivi

Strumento ritenuto non utile

Nessuna esigenza di credito

* al netto dei Non sa/Non risponde ** domanda a risposta multipla Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

52Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

45

Strategie di risposta delle imprese senesi

All’inizio del 2013, le misure adottate dalle aziende senesi per far fronte ai rovesci del quadro economico restano ancora saldamente ancorate ad iniziative di carattere prevalentemente “difensivo”, di reazione e di adattamento all’ambiente esterno. La riduzione dei costi di produzione, di gestione, di approvvigionamento e logistica, ecc. (51,5%) e la compressione dei margini (43,7%) continuano a rappresentare le azioni più spesso messe in campo dagli imprenditori. Ma rilevante è anche la quota di imprese che ha ricorso ad una razionalizzazione dei costi per rendere più efficiente la fornitura di prodotti/servizi (41,9%) o l’approvvigionamento e la logistica (25,9%). FIGURA 14A – STRATEGIE DI RISPOSTA “DIFENSIVE” DELLE IMPRESE SENESI NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO; VALORI %

25,9

41,9

43,7

51,5

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Razionalizzazione costi di approvvigionamento e logistica (trasporto, distribuzione, stoccaggio,..)

Razionalizzazione costi per rendere più efficienti le strategie di impresa nella fornitura di prodotti/servizi

Compressione margini

Razionalizzazione costi di produzione

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Coerentemente con il downsizing delle strategie perseguite, diminuisce anche l’immissione di nuove risorse all’interno dell’impresa, sia sotto la forma di ricapitalizzazione dell’azienda con mezzi propri che attraverso il ricorso all’indebitamento bancario (Figura 15A). La riduzione osservata è particolarmente sensibile soprattutto nel primo caso, a cui ricorre appena il 9,7% delle imprese (contro il 15,1% rilevato nella scorsa indagine). Ciò sembra testimoniare il progressivo assottigliamento delle risorse personali a disposizione dell’imprenditore per far fronte alle esigenze dell’impresa. Ad ogni modo, anche la frequenza con cui si attinge alla provvista bancaria risulta molto bassa, coinvolgendo il 10,7% del campione. Coloro che hanno fatto ricorso all’indebitamento bancario, lo hanno fatto principalmente per la copertura delle scorte e del capitale circolante (82,3%) e solo in un quinto dei casi per finanziare attività di investimento (20,6%).

FIGURA 15A- PERCENTUALE DI IMPRESE SENESI CHE DICHIARANO DI AVER RICAPITALIZZATO L’IMPRESA FACENDO RICORSO A MEZZI PROPRI E PERCENTUALE DI IMPRESE DI AVER FATTO RICORSO ALL’INDEBITAMENTO BANCARIO CON RELATIVE MOTIVAZIONI

Mezzi propri/Indebitamento bancario Motivi ricorso indebitamento bancario

9,7

10,7

90,3

89,3

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Mezzi propri

Ricorso all'indebitamento bancario

si no

0,0

0,8

9,0

20,6

82,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

Ristrutturazione del debito

Riorganizzazione az.le

Altro

Attività di investimento

Copertura scorte e capitale circolante

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

53

45

Strategie di risposta delle imprese senesi

All’inizio del 2013, le misure adottate dalle aziende senesi per far fronte ai rovesci del quadro economico restano ancora saldamente ancorate ad iniziative di carattere prevalentemente “difensivo”, di reazione e di adattamento all’ambiente esterno. La riduzione dei costi di produzione, di gestione, di approvvigionamento e logistica, ecc. (51,5%) e la compressione dei margini (43,7%) continuano a rappresentare le azioni più spesso messe in campo dagli imprenditori. Ma rilevante è anche la quota di imprese che ha ricorso ad una razionalizzazione dei costi per rendere più efficiente la fornitura di prodotti/servizi (41,9%) o l’approvvigionamento e la logistica (25,9%). FIGURA 14A – STRATEGIE DI RISPOSTA “DIFENSIVE” DELLE IMPRESE SENESI NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO; VALORI %

25,9

41,9

43,7

51,5

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Razionalizzazione costi di approvvigionamento e logistica (trasporto, distribuzione, stoccaggio,..)

Razionalizzazione costi per rendere più efficienti le strategie di impresa nella fornitura di prodotti/servizi

Compressione margini

Razionalizzazione costi di produzione

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Coerentemente con il downsizing delle strategie perseguite, diminuisce anche l’immissione di nuove risorse all’interno dell’impresa, sia sotto la forma di ricapitalizzazione dell’azienda con mezzi propri che attraverso il ricorso all’indebitamento bancario (Figura 15A). La riduzione osservata è particolarmente sensibile soprattutto nel primo caso, a cui ricorre appena il 9,7% delle imprese (contro il 15,1% rilevato nella scorsa indagine). Ciò sembra testimoniare il progressivo assottigliamento delle risorse personali a disposizione dell’imprenditore per far fronte alle esigenze dell’impresa. Ad ogni modo, anche la frequenza con cui si attinge alla provvista bancaria risulta molto bassa, coinvolgendo il 10,7% del campione. Coloro che hanno fatto ricorso all’indebitamento bancario, lo hanno fatto principalmente per la copertura delle scorte e del capitale circolante (82,3%) e solo in un quinto dei casi per finanziare attività di investimento (20,6%).

FIGURA 15A- PERCENTUALE DI IMPRESE SENESI CHE DICHIARANO DI AVER RICAPITALIZZATO L’IMPRESA FACENDO RICORSO A MEZZI PROPRI E PERCENTUALE DI IMPRESE DI AVER FATTO RICORSO ALL’INDEBITAMENTO BANCARIO CON RELATIVE MOTIVAZIONI

Mezzi propri/Indebitamento bancario Motivi ricorso indebitamento bancario

9,7

10,7

90,3

89,3

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Mezzi propri

Ricorso all'indebitamento bancario

si no

0,0

0,8

9,0

20,6

82,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

Ristrutturazione del debito

Riorganizzazione az.le

Altro

Attività di investimento

Copertura scorte e capitale circolante

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

46

Fra le misure adottate dalle imprese che esprimono un approccio maggiormente “pro-attivo” e di anticipazione delle tendenze in atto, si segnala che solo il 16,1% delle imprese senesi (e appena il 12,6% di quelle toscane) hanno modificato la gamma dei prodotti/servizi offerti, nella maggior parte dei casi riducendola (86%) piuttosto che ampliandola (14%). FIGURA 16A – PERCENTUALE DI IMPRESE SENESI E TOSCANE CHE HANNO MODIFICATO LA GAMMA DEI SERVIZI/PRODOTTI OFFERTI E TIPO DI STRATEGIE ADOTTATE IN TAL SENSO DALLE IMPRESE SENESI; VALORI %

16,1 12,6

83,9 87,4

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Siena Toscana

No

Si86,0

14,0 Ampliando la gamma dei prodotti/serviziRiducendo la gamma dei prodotti/servizi

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Inoltre, il 17,8% delle imprese ha dichiarato di aver puntato sul miglioramento della qualità dei servizi o prodotti offerti, con un’incidenza inferiore a quella media toscana (20,1%), mostrando una maggiore predilezione, in provincia di Siena, per il cambiamento della gamma di prodotti realizzata piuttosto che per l’innalzamento della qualità. TABELLA 5A- MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI/PRODOTTI OFFERTI; VALORI % SI NO TOTALE

Arezzo 22,8 77,2 100,0

Firenze 21,8 78,2 100,0

Grosseto 12,2 87,8 100,0

Livorno 15,5 84,5 100,0

Lucca 21,2 78,8 100,0

Massa Carrara 19,7 80,3 100,0

Pisa 22,8 77,2 100,0

Prato 20,0 80,0 100,0

Pistoia 21,9 78,1 100,0

Siena 17,8 82,2 100,0

Toscana 20,1 79,9 100,0

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Fra le misure che esprimono un approccio maggiormente “pro-attivo”, accanto alle segnalate risposte orientate al mix prodotto/mercato (attraverso il miglioramento dei servizi e dei prodotti realizzati o attraverso l’adeguamento della gamma) figura anche l’esplorazione di nuovi canali distributivi e promozionali (19,6%) e la ricerca di nuovi sbocchi commerciali (24,3%). Su valori di un certo rilievo si colloca inoltre l’adesione ad iniziative di rete (11,8%) e l’abbandono dei mercati presidiati (8,8%).

appendice

54Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

47

Figura 17A – Strategie di risposta “difensive” delle imprese senesi nel corso dell’ultimo anno; valori %

8,811,8

19,6

24,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

Abbandono dei mercati presidiati

Utilizzo contratto di rete

Ricerca di nuovi canali/forme distributive

Ricerca di nuovi sbocchi commerciali

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Nel corso degli ultimi tre anni, il 95% delle imprese ha aumentato la quota di attività realizzata su ordine o commessa, mentre solo il 47,2% del campione ha aumentato la quota di attività realizzata per il magazzino. Per quel che concerne l’attività di magazzino, in particolare, quest’ultima nel corso dell’ultimo anno è diminuita per il 39% delle imprese, mentre è rimasta stabile per il rimanente 61%. FIGURA 18A – PROPORZIONE IN CUI LE AZIENDE SENESI HANNO LAVORATO NEGLI ULTIMI 3 ANNI (MAGAZZINO O COMMESSA) E COMPORTAMENTO NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO PER QUEL CHE RIGUARDA L’ATTIVITÀ DI MAGAZZINO; VALORI %

0,0

39,0

61,0

Si, è aumentata

Si, è diminuita

No, è rimasta stabile

52,8

47,2

5,0

95,0

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

0 >0%

Per il magazzino Su ordine/commessa

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

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Figura 17A – Strategie di risposta “difensive” delle imprese senesi nel corso dell’ultimo anno; valori %

8,811,8

19,6

24,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

Abbandono dei mercati presidiati

Utilizzo contratto di rete

Ricerca di nuovi canali/forme distributive

Ricerca di nuovi sbocchi commerciali

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013 Nel corso degli ultimi tre anni, il 95% delle imprese ha aumentato la quota di attività realizzata su ordine o commessa, mentre solo il 47,2% del campione ha aumentato la quota di attività realizzata per il magazzino. Per quel che concerne l’attività di magazzino, in particolare, quest’ultima nel corso dell’ultimo anno è diminuita per il 39% delle imprese, mentre è rimasta stabile per il rimanente 61%. FIGURA 18A – PROPORZIONE IN CUI LE AZIENDE SENESI HANNO LAVORATO NEGLI ULTIMI 3 ANNI (MAGAZZINO O COMMESSA) E COMPORTAMENTO NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO PER QUEL CHE RIGUARDA L’ATTIVITÀ DI MAGAZZINO; VALORI %

0,0

39,0

61,0

Si, è aumentata

Si, è diminuita

No, è rimasta stabile

52,8

47,2

5,0

95,0

0%

10%

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30%

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50%

60%

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Per il magazzino Su ordine/commessa

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati Unioncamere Toscana Survey PMI 2013

56Rassegna economica RepoRt tRimestRale - 1°/2013

Rassegna Economica Report Trimestrale è una pubblicazione della Camera di Commercio di Siena

È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli e delle informazioni pubblicate da questa Rivista, senza citare la fonte.Autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri numero 320 dell’8 marzo 1946. Decreto del Prefetto di Siena numero 449 del 16 marzo 1948. Spedizione in abbonamento postale 50%

Pubblicazione trimestrale quale supplemento al “Notiziario Camerale/CDC News”. Direzione e Amministrazione presso la Sede Camerale.

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