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FOCUS Mercoledì12 Novembre 2014 www.ilsole24ore.com SOFT ECONOMY Lavoro. Si spera che lo Sblocca Italia possa dare una forte spinta all’occupazione, a partire dai quattro miliardi finora non spesi Il vero Jobs act è «green» Il 61% dei nuovi impieghi prodotti quest’anno, pari a 234mila unità, è verde Il rapporto Unioncamere-Symbola. L’innovazione green ripaga l’investimento u pagina 16 INTERVISTA Graziano Delrio Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri I NUMERI L’EUROBAROMETRO Dossier. Le 10 verità sulla competitività italiana Solo cinque Paesi al mon- do possono vantare un sur- plus commerciale manifattu- riero superiore a cento miliar- di di dollari. L’Italia è uno di questi. C’è un paese in Europa che attira, più di altri, turisti ci- nesi, statunitensi, canadesi, au- straliani e brasiliani. È l’Italia. C’è un Paese le cui produzioni primeggiano in efficienza am- bientale, meno CO2 e meno ri- fiuti a parità di prodotto: è l’Ita- lia. Sonoalcuni dei dati del dos- sier dieci verità sulla competi- tività italiana con cui Fonda- zione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison rispon- dono a tanti luoghi comuni che non rendono giustizia al nostro Paese e rischiano di di- stogliere l’attenzione dai suoi reali problemi. L’Italia, spiegano gli esten- sori dei documenti, è certa- mente in crisi e vive, più di al- tri Paesi, un momento di gran- de incertezza appesantito dai suoi problemi storici - leggi il debito pubblico, il nero, la as- sai diffusa corruzione, una macchina burocratica pesan- te, la questione meridionale -, ma non è un paese senza futu- ro. «A patto che - si legge nei dossier - riparta da ciò che nel mondo ci rende eccellenza: la bellezza, il genio, la creatività ancorati ai territori. E la quali- tà, che da quella bellezza e cre- atività trae ispirazione e forza: qualità che nel mondo è uno dei sinonimi di Italia, e trova ri- conoscimento nella forza del made in Italy». Leimprese italiane infattiso- no tra le più competitive al mondo.Su un totale di5.117 pro- dotti (il massimo livello di di- saggregazione statistica del commerciomondiale), eviden- zia il dossier, nel 2012 l’Italia si è piazzataprima, seconda oter- za al mondo per attivo com- merciale con l’estero in ben 935. Non solo. Siamo tra le eco- nomie che nella globalizzazio- ne hanno conservato maggiori quote di mercato mondiale, mantenendo, dopo l’irruzione della Cina e degli altri Brics, il 72,6% delle quote di export ri- spetto al 1999. Performance migliore di quelle di Usa (70,2%),Francia (59,8%), Giap- pone (57,3%), Regno Unito (53,4%). Il nostro modello pro- duttivo, fanno notare gli esten- sori delle10 veritàsulla compe- titività italiana, è tra i più inno- vativi in campo ambientale. LazavorradelPilitaliano, de- ducono Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, non è certo la competi- tivitàdell’industria, ma il crollo della domanda interna - la cui responsabilità va cercata in una interpretazione dogmati- ca dell’austerity. Il fatturato in- terno dell’industria manifattu- rieraitalianahapersoil15,9%ri- spetto al 2008, contro lo 0,3% della Germania e a fronte di una crescita del 4,6% in Fran- cia. Mentre sui mercati esteri perdinamicadelfatturatoindu- strialeabbiamo addiritturabat- tuto la Germania: +16,5% con- tro +11,6%. E non siamo certo il malatod’Europa:il pesodel no- stro debito pubblico rispetto al totaledeldebitopubblico euro- peo è infatti sceso dal 28,7% del 1995 al 22,1% del 2013. Tra i tanti settori di succes- so del made in Italy, uno in par- ticolare ha dato prova di vitali- tà e tenuta, dimostrando di es- sere un comparto trainante per tutta l’economia: l’agroali- mentare. Se dal 2009 il valore aggiunto a prezzi correnti dell’intera economia è risulta- to pressoché stagnante (+2,2%), quello agroalimenta- re ha invece registrato un +10,6% - di cui agricoltura +14,2% e trasformazione ali- mentare +6,8%. Grazie anche a primati assoluti come il mag- gior numero di certificazioni alimentari a livello comunita- rio. Siamo, infatti, il Paese più forte al mondo per prodotti distintivi, con 266 prodotti Dop e Igp e 4.698 specialità tradizionali regionali, seguiti a distanza da Francia, 207, e Spagna, 162. Nel settore vino inoltre l’Ita- lia conta su ben 332 Doc, 73 Docg e 118 Igt. E poi c’è il biolo- gico: siamo i primi in Europa per numero di imprese, tra i primi al mondo per superficie e tasso di crescita. Proprio vi- sta la rilevanza del comparto Fondazione Symbola, Union- camere e Fondazione Edison hanno realizzato con Coldiretti anche un Focus agroalimentare delle 10 verità sulla competitività italiana. In cui c’è scritto nero su bianco che in ben 77 prodotti, sul tota- le dei 704 in cui viene disaggre- gato il commercio agroalimen- tare mondiale, il nostro Paese detiene il primo, secondo o ter- zo posto per quote di mercato. Inoltre in 120 prodotti l’Ita- lia si piazza prima, seconda o terza al mondo per valore me- dio unitario nell’export. Come dire che in questi 120 prodotti agroalimentari siamo leader mondiali per qualità. E siamo anche campioni europei nella produzione di valore aggiunto per ettaro: 1.989 euro, più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il dop- pio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi an- che in termini di occupazione, con7,3addetti perettaro afron- te di una media Ue di 6,6. E la nostra agricoltura è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per milione di euro prodotto dal settore, infatti, l’agricoltu- ra italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue. En. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA Primeggiano le utilities di Ermete Realacci È dalla green economy che può venire in Italia il vero Jobs act. Il confronto in at- to sulla necessità di rivedere le norme sul mercato del lavoro, per adeguarle a una realtà che è cambiata e dare diritti e garan- zie ai tanti che ne sono privi, è molto importante, ma difficil- mente produrrà posti di lavoro. Almeno non a breve. La forza dell’economia verde nel nostro Paese è confermata dal rapporto GreenItaly della Fondazione Symbola e di Union- camere. Oltre 341 mila imprese, il 22%, dal 2008 hanno investito sull’ambiente. Dato che sale al 33% nella manifattura. Soprattut- to, sono collegati alla green eco- nomy il 61% (234mila unità) dei nuovi posti di lavoro prodotti quest’anno. Percentualeche arri- va addirittura al 70% nel settore ricerca e sviluppo. Investire in ambiente significa anche essere più forti nell’export: il 44% delle imprese manifatturiere che fan- no eco-investimenti esporta sta- bilmente, contro il 24% di quelle che non investono. Non solo. Le imprese manifatturiere green di- mostrano una propensione a in- novare doppia, 30% contro 15%, rispetto alle non eco-investitrici. Ed è green il 37,1% delle start-up nate nel primo semestre del 2014, ossia 33.500 nuove imprese. I settori che possono dare a breve un maggiore contributo all’occupazione nell’economia interna sono del resto proprio quelli più orientati in senso am- bientale, come l’edilizia di quali- tà. Secondo i dati di Cresme e ser- vizio studi della Camera, lo scor- so anno il credito di imposta per ristrutturazioni ed efficienza energetica ha prodotto 28 miliar- di di euro di investimenti e 340mila posti di lavoro, qualifi- cando il patrimonio esistente e il sistema imprenditoriale del set- tore, senza consumare nuovo territorio: l’azione anticiclica più importante in questi anni. Bene quindi la conferma dell’ecobonus al 65% nella legge di stabilità, ma bisogna estender- lo anche agli interventi antisi- smici e rafforzarlo. E una forte spinta per l’economia e l’occupa- zione può venire, se funzione- ranno le misure presenti nello Sblocca Italia, dall’impiego de- gli oltre quattro miliardi di euro finora colpevolmente non utiliz- zati per manutenere il territorio, affrontare il dissesto idrogeolo- gico, depurare le acque. O da un migliore utilizzo dei fondi euro- pei in direzione della riqualifica- zione urbana. Per rilanciare e rendere più solida la nostra economia è poi necessaria una vera politica in- dustriale, che non coincide con la pur necessaria risposta alle tante crisi aziendali in atto, ma con l’avere un’idea di futuro. E il rapporto Symbola-Unionca- mere racconta di un’Italia che già esiste, combatte la crisi con la green economy, si rafforza nei mercati globali. Un’Italia competitiva, forte dei suoi cromosomi antichi, che incrocia la bellezza e la qualità con l’innovazione e la conoscen- za, che trae forza dal legame con il territorio e le comunità. In gra- do di affrontare un mondo che cambia. La sfida del clima è una straordinaria occasione per ri- pensare la società e l’economia, per spingere sul terreno avanza- to dell’innovazione e della soste- nibilità le nostre imprese, per renderle più competitive e resi- lienti. Chi vede nel taglio delle emissioni e nel miglioramento dell’efficienza un freno alla no- stra economia e alle nostre im- prese, senza vedere le opportu- nità che ci offre, è su falsa strada. Va in un’altra direzione la sen- sibilità dei cittadini, di molte im- prese e di importanti istituzioni internazionali verso il tema am- bientale. È un Nobel alla green economy quello che l’Accade- mia di Svezia ha assegnato agli inventori dei Led: un’innovazio- ne importante per il risparmio energetico. E segnano un punto di svolta le recenti scelte fatte dall’Enel, che ha annunciato non solo di rinunciare al carbone a Porto Tolle, ma la chiusura di al- tre 22 centrali termoelettriche alimentate a fonti fossili. Perché il futuro dell’energia è nel rispar- mio energetico, nell’efficienza, nelle fonti rinnovabili. La green economy, insomma, è la via maestra sia per contrasta- re i mutamenti climatici che per battere la crisi. L’Europa, tanto più in vista della prossima confe- renza Onu sul clima che si terrà a Parigi nel dicembre 2015, è chia- mata a un ruolo da protagonista. Dall’agricoltura all’hi-tech, dal saper fare artigiano alla chimica verde,dal turismo alla meccatro- nica, un’Italia che fa l’Italia è già in campo e aspetta di essere ascoltata, valorizzata, messa in rete. L’Expo di Milano può esse- re un’occasione per mostrarne il volto e la forza. Ma non usciremo dalla crisi senza cambiare e il cambiamen- to non è un pranzo di gala. Si scontra con forti interessi del passato ed entra in collisione con la corteccia rettile di tanta parte della classe dirigente del Paese. Ma, come diceva Gandhi, «La vita non è aspettare che pas- si la tempesta, ma imparare a danzare sotto la pioggia». lPresidente Fondazione Symbola © RIPRODUZIONE RISERVATA di Deborah Dirani I l Governo sta dalla parte della Green economy, crede nel po- tenziale del Sud Italia e nella sua "riunificazione" al Nord pro- prio grazie all’imprenditoria ver- de. A confermarlo è Graziano Delrio, sottosegretario alla presi- denza del Consiglio. Quali sono le linee del nuo- vo accordo 2014-2020 sui Fon- di strutturali europei? La programmazione europea dei fondi è orientata alle strategie di Europa 2020 che, seppur da ag- giornare, hanno identificato ciò di cui i Paesi europei e il nostro in particolare, hanno più bisogno: crescita inclusiva, intelligente, sostenibile. Per il prossimo set- tennio ci saranno importanti ri- sorse su queste tre linee strategi- che di crescita, che si intersecano tra di loro e che possono cambia- re radicalmente il paese, creando lavoro e impresa. Del resto non è da oggi che il governo, le ammini- strazioni locali, penso ad esem- pio con il Patto dei sindaci, e le im- prese si stanno orientando su queste direttrici. Emerge dal rap- porto di Greenitaly Unioncame- re e Fondazione Symbola quanto sia avanzata la riconversione del- le imprese e come sia inevitabile e conveniente per tutte le start up rispettare l'input della sosteni- bilità, del bio, del chilometro ze- ro, delle basse emissioni e così via. Il protocollo d'intesa firmato al Mise pochi giorni fa sulla ricon- versione verde della raffineria Enidi Gela, è il segno di un passag- gio italiano decisivo. Sono già noti i dettagli dell'accordo? L'accordo di partenariato con la Commissione europea sui fon- di prevede, come dicevo, risorse su più obiettivi tematici che, nell'affrontare problemi struttu- rali del Paese, coinvolgono a pie- no titolo la Green economy. I 44 miliardi di fondi europei dell'ac- cordo, senza contare i 20 miliardi dicofinanziamento nazionale, so- no distribuiti prevedendo 3,7 mi- liardi per ricerca, sviluppo tecno- logico e innovazione. Per miglio- rare l'accesso alle tecnologie dell'informazionee della comuni- cazione, ovvero la agenda digita- le, sono a disposizione 2,1 miliar- di, 7,8 per la competitività dei si- stemi produttivi, 3,9 per energia sostenibile e qualità della vita, al fine di sostenere la transizione verso un'economia a basse emis- sioni di carbonio, 2,3 miliardi per promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la pre- venzione e la gestione dei rischi, 4,4 miliardi per la tutela dell'am- bientee la promozione dell'usoef- ficiente delle risorse, 2,4 miliardi per sistemi di trasporto sostenibi- li ed eliminare le strozzature nel- le principali infrastrutture di rete, 4,3 miliardi sull'occupazione so- stenibile, di qualità e per sostene- re la mobilità dei lavoratori. La Green economy è consi- deratadalGoverno comepossi- bile volano per la ripresa eco- nomica del Paese? E in che mo- do il Governo può sostenere le aziende che operano in questo settore? L'approvazione di un piano di efficientamento energetico nazio- nale di livello europeo è una chia- ra scelta che guarda anche a una nuova economia verde. Già con il bonus energia al 65% e introdu- cendo così una specifica accen- tuazione sul riuso e il recupero in edilizia, il governo ha dato un for- te segnale su una edilizia sosteni- bile diversa e che non vuole con- sumare territorio. Tra l'altro sia il presidente, sia io stesso, da sinda- ci, abbiamo promosso piani rego- latoria consumo zero, consapevo- li della saturazione del territorio. questo non significa invece che non ci sia spazio per la riconver- sione del patrimonio esistente, privato e pubblico, perché sia a basso consumo. Per le imprese green stiamo introducendo politi- che e incentivi, tramite il Mise, senza dimenticare tutte le politi- che integrate tra i vari ministeri, come Ambiente e Agricoltura. Quale ruolo la green eco- nomy e le iniziative per la tute- la dell'ambiente possono svol- gere per lo sviluppo del Sud? La Green Economy deve e può trovare a Sud il suo orizzon- te privilegiato, per creare benes- sere e lavoro. Abbiamo l'occa- sione, grazie a questa program- mazione europea fortemente dedicata al Sud, e alle azioni che sta mettendo in campo il Gover- no, di "riunificare" Nord e Sud e di rilanciare il Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA Costruzioni. L’edilizia resta a galla grazie alle ristrutturazioni u pagina 17 Italia leader Il sistema produttivo italiano è tra i più innovativi sul fronte a livello europeo. Per ogni milione di euro prodotto dalla nostra economia emettiamo in atmosfera 104 tonnellate di CO2, meno di Spagna, Regno Unito e Germania. Siamo più efficienti anche nel campo dei rifiuti: con 41 tonnellate ogni milione di euro prodotto distanziamo di parecchio anche la Germania (65 t). Non solo, siamo campioni europei nell'industria del riciclo: a fronte di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese ne sono state recuperate 24,1 milioni, il valore assoluto più elevato tra tutti i Paesi. Meglio anche della Germania dove ne sono state recuperate 22,4 milioni. Nulla da stupirsi dunque, se secondo l'Eurobarometro della Commissione Ue entro la fine del 2014 il 51% delle Pmi italiane avrà almeno un green job, mentre la media europea è del 39%. Intervista. Dardanello: «In forte crescita l’attenzione dei cittadini per il bio» u pagina 16 AGF 101 mld euro Ricchezza da green economy Il valore aggiunto prodotto nel 2013 dalla green economy è pari al 10,2% del totale 3 milioni I green jobs Nell’economa italiana gli occupati "verdi" sono 3 milioni, il 13,3% del totale. L’incidenza degli occupati verdi è salita dal 10,9% del 2009 al 13,3% di oggi 234 mila Assunzioni green nel 2014 Il 61% della domanda di lavoro 37,1 % Start-up green Nel 1˚semestre 2014 si contano 33.500 start-up green, il 37,1% di tutte le aziende nate nei primi 6 mesi 2014 ESPORTAZIONI Abbiamo conservato il 72,6% delle quote di export rispetto al ’99. Meglio di Usa (70,2%), Francia (59,8%), Giappone (57,3%) e Uk (53,4%) «La programmazione Ue dei fondi è orientata alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile» LA ROTTA Per rilanciare e sconfiggere la crisi è necessaria una vera politica industriale per avere la quale è necessario un’idea di futuro IMAGOECONOMICA * maggior risparmio energetico/minor impatto ambientale Fonte: Rapporto GreenItaly di Unioncamere e Fondazione Symbola Turismo e ambiente posizionano l’Italia nel gotha mondiale Imprese che hanno investito nel 2008-2013 e/o lo faranno nel 2014 in prodotti e tecnologie green* (e in % sul totale) Dal 30 ottobre. Nuova luce per la Cappella sistina grazie al sistema Led finanziato da un progetto di ricerca della Ue Totale Servizi Costruzioni Public utilities Industria manifatturiera Industria 341.410 209.080 45.590 4.500 81.560 132.330 (26,6%) (30,1%) (46,2%) (21,3%) (19,6%) (21,8%) SUL PODIO Su 5.117 prodotti nel 2012 ci siamo piazzati primi, secondi o terzi al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 935 casi Crediamo nella «riunificazione» del Sud Graziano Delrio. Nel Governo Renzi dal 22 febbraio 2014

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FOCUS

Mercoledì12Novembre2014www.ilsole24ore.comSOFTECONOMY

Lavoro. Si spera che lo Sblocca Italia possa dare una forte spinta all’occupazione, a partire dai quattro miliardi finora non spesi

IlveroJobsactè«green»Il61%deinuovi impieghiprodotti quest’anno, pari a234milaunità, è verde

Il rapporto Unioncamere-Symbola.L’innovazione green ripaga l’investimento u pagina 16

INTERVISTA GrazianoDelrio SottosegretarioallapresidenzadelConsigliodeiministri

I NUMERI

L’EUROBAROMETRO

Dossier. Le 10 verità sulla competitività italiana

Solo cinque Paesi al mon-do possono vantare un sur-plus commerciale manifattu-rierosuperiore acentomiliar-di di dollari. L’Italia è uno diquesti. C’è un paese in Europacheattira,piùdialtri,turistici-nesi,statunitensi,canadesi,au-straliani e brasiliani. È l’Italia.C’è un Paese le cui produzioniprimeggiano in efficienza am-bientale,menoCO2emenori-fiutiaparitàdiprodotto:èl’Ita-lia.Sonoalcunideidatideldos-sierdieciveritàsullacompeti-tività italiana con cui Fonda-zione Symbola, Unioncameree Fondazione Edison rispon-dono a tanti luoghi comuniche non rendono giustizia alnostro Paese e rischiano di di-stogliere l’attenzione dai suoirealiproblemi.

L’Italia, spiegano gli esten-sori dei documenti, è certa-mente in crisi e vive, più di al-triPaesi,unmomento digran-de incertezza appesantito daisuoi problemi storici - leggi ildebito pubblico, il nero, la as-sai diffusa corruzione, unamacchina burocratica pesan-te, la questione meridionale -,ma non è un paese senza futu-ro. «A patto che - si legge neidossier - riparta da ciò che nelmondo ci rende eccellenza: labellezza, il genio, la creativitàancorati ai territori. E la quali-tà,chedaquellabellezzaecre-ativitàtrae ispirazioneeforza:qualità che nel mondo è unodeisinonimidiItalia,etrovari-conoscimento nella forza delmadeinItaly».

Leimpreseitalianeinfattiso-no tra le più competitive almondo.Suuntotaledi5.117pro-dotti (il massimo livello di di-saggregazione statistica delcommerciomondiale),eviden-zia il dossier, nel 2012 l’Italia sièpiazzataprima,secondaoter-za al mondo per attivo com-merciale con l’estero in ben935.Nonsolo.Siamotraleeco-nomiechenellaglobalizzazio-nehannoconservatomaggioriquote di mercato mondiale,mantenendo, dopo l’irruzionedella Cina e degli altri Brics, il72,6% delle quote di export ri-spetto al 1999. Performancemigliore di quelle di Usa(70,2%),Francia(59,8%),Giap-pone (57,3%), Regno Unito(53,4%).Ilnostromodellopro-duttivo,fannonotaregliesten-soridelle10veritàsullacompe-titività italiana,ètra ipiù inno-vativi incampoambientale.

LazavorradelPilitaliano,de-ducono Fondazione Symbola,Unioncamere e FondazioneEdison,nonècertolacompeti-tivitàdell’industria,mailcrollodella domanda interna - la cuiresponsabilità va cercata inuna interpretazione dogmati-cadell’austerity. Il fatturatoin-terno dell’industria manifattu-rieraitalianahapersoil15,9%ri-spetto al 2008, contro lo 0,3%della Germania e a fronte diuna crescita del 4,6% in Fran-cia. Mentre sui mercati esteriperdinamicadelfatturatoindu-strialeabbiamoaddiritturabat-tuto la Germania: +16,5% con-tro +11,6%. E non siamo certo ilmalatod’Europa:ilpesodelno-strodebitopubblicorispettoaltotaledeldebitopubblicoeuro-peoèinfattiscesodal28,7%del1995al22,1%del2013.

Tra i tanti settori di succes-sodelmadeinItaly,unoinpar-ticolarehadatoprovadivitali-tàe tenuta, dimostrandodi es-sere un comparto trainanteper tutta l’economia: l’agroali-mentare. Se dal 2009 il valoreaggiunto a prezzi correntidell’intera economia è risulta-to pressoché stagnante(+2,2%), quello agroalimenta-re ha invece registrato un+10,6% - di cui agricoltura+14,2% e trasformazione ali-mentare +6,8%. Grazie ancheaprimatiassoluticomeilmag-

gior numero di certificazionialimentaria livellocomunita-rio.Siamo, infatti, il Paese piùforte al mondo per prodottidistintivi, con 266 prodottiDop e Igp e 4.698 specialitàtradizionali regionali, seguitia distanza da Francia, 207, eSpagna, 162.

Nelsettorevinoinoltrel’Ita-lia conta su ben 332 Doc, 73Docge118Igt.Epoic’è ilbiolo-gico: siamo i primi in Europaper numero di imprese, tra iprimi al mondo per superficiee tasso di crescita. Proprio vi-sta la rilevanza del compartoFondazione Symbola, Union-camere e Fondazione Edisonhanno realizzato conColdiretti anche un Focusagroalimentare delle 10 veritàsulla competitività italiana. Incui c’è scritto nero su bianco

cheinben77prodotti,sultota-ledei704incuivienedisaggre-gatoilcommercioagroalimen-tare mondiale, il nostro Paesedetieneilprimo,secondooter-zopostoperquotedimercato.

Inoltre in 120 prodotti l’Ita-lia si piazza prima, seconda oterza al mondo per valore me-diounitarionell’export.Comedire che in questi 120 prodottiagroalimentari siamo leadermondiali per qualità. E siamoanche campioni europei nellaproduzionedivaloreaggiuntoper ettaro: 1.989 euro, più deldoppio della media UE-27, iltriplo del Regno Unito, il dop-pio di Spagna e Germania, e il70%inpiùdeicugini francesi.

Non solo: siamo i primi an-che in termini di occupazione,con7,3addettiperettaroafron-te di una media Ue di 6,6. E lanostra agricoltura è tra le piùsostenibili. Con 814 tonnellateper milione di euro prodottodal settore, infatti, l’agricoltu-ra italiana emette il 35% di gasserrainmenodellamediaUe.

En. Br.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primeggiano le utilities

di Ermete Realacci

Èdalla green economy chepuò venire in Italia il veroJobs act. Il confronto in at-

to sulla necessità di rivedere lenorme sul mercato del lavoro,per adeguarle a una realtà che ècambiata e dare diritti e garan-zie ai tanti che ne sono privi, èmolto importante, ma difficil-mente produrrà posti di lavoro.Almenonon a breve.

La forza dell’economia verdenel nostro Paese è confermatadal rapporto GreenItaly dellaFondazioneSymbolaediUnion-camere.Oltre341mila imprese, il22%, dal 2008 hanno investitosull’ambiente. Dato che sale al33%nellamanifattura.Soprattut-to, sono collegati alla green eco-nomy il 61% (234mila unità) deinuovi posti di lavoro prodottiquest’anno.Percentualechearri-va addirittura al 70% nel settorericerca e sviluppo. Investire inambiente significa anche esserepiù forti nell’export: il 44% delleimprese manifatturiere che fan-no eco-investimenti esporta sta-bilmente, contro il 24% di quelleche non investono. Non solo. Leimpresemanifatturieregreendi-mostrano una propensione a in-novare doppia, 30% contro 15%,rispetto alle non eco-investitrici.Ed è green il 37,1% delle start-upnatenelprimosemestredel2014,ossia33.500nuoveimprese.

I settori che possono dare abreve un maggiore contributoall’occupazione nell’economiainterna sono del resto proprioquelli più orientati in senso am-bientale,comel’ediliziadiquali-tà.SecondoidatidiCresmeeser-viziostudidellaCamera,loscor-so anno il credito di imposta perristrutturazioni ed efficienzaenergeticahaprodotto28miliar-di di euro di investimenti e340mila posti di lavoro, qualifi-candoilpatrimonioesistenteeilsistema imprenditoriale del set-tore, senza consumare nuovoterritorio: l’azione anticiclicapiùimportante inquestianni.

Bene quindi la confermadell’ecobonus al 65% nella leggedistabilità,mabisognaestender-lo anche agli interventi antisi-smici e rafforzarlo. E una fortespintaperl’economiael’occupa-zione può venire, se funzione-ranno le misure presenti nello

Sblocca Italia, dall’impiego de-gli oltre quattro miliardi di eurofinoracolpevolmentenonutiliz-zatipermanutenereil territorio,affrontare il dissesto idrogeolo-gico, depurare le acque. O da unmigliore utilizzo dei fondi euro-peiindirezionedellariqualifica-zioneurbana.

Per rilanciare e rendere piùsolida la nostra economia è poinecessaria una vera politica in-dustriale, che non coincide conla pur necessaria risposta alletante crisi aziendali in atto, macon l’avere un’idea di futuro. Eil rapporto Symbola-Unionca-mere racconta di un’Italia chegià esiste, combatte la crisi conla green economy, si rafforzanei mercati globali.

Un’Italia competitiva, fortedei suoi cromosomi antichi, cheincrocia la bellezza e la qualità

conl’innovazioneelaconoscen-za,che trae forza dal legame conilterritorioelecomunità. Ingra-do di affrontare un mondo checambia. La sfida del clima è unastraordinaria occasione per ri-pensare la società e l’economia,perspingeresul terrenoavanza-todell’innovazioneedellasoste-nibilità le nostre imprese, perrenderle più competitive e resi-lienti. Chi vede nel taglio delleemissioni e nel miglioramentodell’efficienza un freno alla no-stra economia e alle nostre im-prese, senza vedere le opportu-nitàchecioffre,èsu falsastrada.

Vainun’altradirezionelasen-sibilitàdeicittadini,dimolte im-prese e di importanti istituzioniinternazionali verso il tema am-bientale. È un Nobel alla greeneconomy quello che l’Accade-mia di Svezia ha assegnato agliinventorideiLed:un’innovazio-ne importante per il risparmioenergetico. E segnano un puntodi svolta le recenti scelte fattedall’Enel,chehaannunciatononsolo di rinunciare al carbone aPortoTolle,malachiusuradial-tre 22 centrali termoelettrichealimentate a fonti fossili. Perchéilfuturodell’energiaènelrispar-mio energetico, nell’efficienza,nelle fonti rinnovabili.

La green economy, insomma,èlaviamaestrasiapercontrasta-re i mutamenti climatici che perbattere la crisi. L’Europa, tantopiùinvistadellaprossimaconfe-renzaOnusulclimachesiterràaParigi nel dicembre 2015, è chia-mata a un ruolo da protagonista.Dall’agricoltura all’hi-tech, dalsaper fare artigiano alla chimicaverde,dalturismoallameccatro-nica, un’Italia che fa l’Italia è giàin campo e aspetta di essereascoltata, valorizzata, messa inrete. L’Expo di Milano può esse-re un’occasione per mostrarne ilvoltoelaforza.

Ma non usciremo dalla crisisenza cambiare e il cambiamen-to non è un pranzo di gala. Siscontra con forti interessi delpassato ed entra in collisionecon la corteccia rettile di tantaparte della classe dirigente delPaese.Ma, come diceva Gandhi,«Lavitanonèaspettarechepas-si la tempesta, ma imparare adanzaresotto la pioggia».

lPresidente Fondazione Symbola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Deborah Dirani

Il Governo sta dalla parte dellaGreen economy, crede nel po-tenziale del Sud Italia e nella

sua "riunificazione" al Nord pro-prio grazie all’imprenditoria ver-de. A confermarlo è GrazianoDelrio, sottosegretario alla presi-denzadelConsiglio.Quali sono le linee del nuo-

voaccordo2014-2020suiFon-distrutturalieuropei?

La programmazione europeadeifondièorientataallestrategiediEuropa2020che,seppurdaag-giornare, hanno identificato ciòdicui iPaesieuropeie ilnostro inparticolare, hanno più bisogno:crescita inclusiva, intelligente,sostenibile. Per il prossimo set-tennio ci saranno importanti ri-sorse su queste tre linee strategi-chedicrescita,chesi intersecanotra di loro e che possono cambia-reradicalmenteilpaese,creandolavoro e impresa. Del resto non èdaoggicheilgoverno,leammini-strazioni locali, penso ad esem-pioconilPattodeisindaci,eleim-prese si stanno orientando suquestedirettrici.Emergedalrap-porto di Greenitaly Unioncame-

re e Fondazione Symbola quantosiaavanzatalariconversionedel-le imprese e come sia inevitabilee conveniente per tutte le startuprispettarel'inputdellasosteni-bilità, del bio, del chilometro ze-ro, delle basse emissioni e cosìvia. Il protocollo d'intesa firmatoalMisepochigiornifasullaricon-versione verde della raffineria

EnidiGela,èilsegnodiunpassag-gio italiano decisivo.Sono già noti i dettagli

dell'accordo?L'accordo di partenariato con

la Commissione europea sui fon-di prevede, come dicevo, risorsesu più obiettivi tematici che,nell'affrontare problemi struttu-rali del Paese, coinvolgono a pie-no titolo la Green economy. I 44miliardi di fondi europei dell'ac-cordo, senza contare i 20 miliardidicofinanziamentonazionale,so-no distribuiti prevedendo 3,7 mi-

liardiperricerca, sviluppotecno-logico e innovazione. Per miglio-rare l'accesso alle tecnologiedell'informazioneedellacomuni-cazione, ovvero la agenda digita-le, sono a disposizione 2,1 miliar-di, 7,8 per la competitività dei si-stemi produttivi, 3,9 per energiasostenibile e qualità della vita, alfine di sostenere la transizioneverso un'economia a basse emis-sioni di carbonio, 2,3 miliardi perpromuovere l'adattamento alcambiamento climatico, la pre-venzione e la gestione dei rischi,4,4 miliardi per la tutela dell'am-bienteelapromozionedell'usoef-ficiente delle risorse, 2,4 miliardipersistemiditrasportosostenibi-li ed eliminare le strozzature nel-leprincipali infrastrutturedirete,4,3 miliardi sull'occupazione so-stenibile,di qualitàe persostene-relamobilitàdei lavoratori.La Green economy è consi-

deratadalGovernocomepossi-bile volano per la ripresa eco-nomicadelPaese?Einchemo-do ilGovernopuòsostenere leaziendecheoperano inquestosettore?

L'approvazione di un piano diefficientamentoenergeticonazio-

naledi livello europeoèunachia-ra scelta che guarda anche a unanuova economia verde. Già con ilbonus energia al 65% e introdu-cendo così una specifica accen-tuazione sul riuso e il recupero inedilizia, il governoha datounfor-te segnale su una edilizia sosteni-bile diversa e che non vuole con-sumare territorio. Tra l'altrosia ilpresidente,sia iostesso,dasinda-ci, abbiamo promosso piani rego-latoriaconsumozero,consapevo-li della saturazione del territorio.questo non significa invece chenon ci sia spazio per la riconver-sione del patrimonio esistente,privato e pubblico, perché sia abasso consumo. Per le impresegreenstiamointroducendopoliti-che e incentivi, tramite il Mise,senza dimenticare tutte le politi-che integrate tra i vari ministeri,comeAmbiente eAgricoltura.Quale ruolo la green eco-

nomyeleiniziativeperlatute-ladell'ambientepossonosvol-gereper losviluppodelSud?

La Green Economy deve epuòtrovareaSudilsuoorizzon-teprivilegiato,percrearebenes-sere e lavoro. Abbiamo l'occa-sione, grazie a questa program-mazione europea fortementededicataal Sud, e alleazioni chestamettendoincampoilGover-no,di "riunificare" Nord e Sud edirilanciare ilPaese.

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Costruzioni.L’edilizia restaagalla graziealle ristrutturazioni u pagina 17

Italia leaderIlsistemaproduttivoitalianoètraipiùinnovativisulfrontealivelloeuropeo.Perognimilionedieuroprodottodallanostraeconomiaemettiamoinatmosfera104tonnellatediCO2,menodiSpagna,RegnoUnitoeGermania.Siamopiùefficientianchenelcampodeirifiuti:con41tonnellateognimilionedieuroprodottodistanziamodiparecchioanchelaGermania(65t).Nonsolo,siamocampionieuropeinell'industriadelriciclo:afrontediunavvioarecuperoindustrialedi163milioniditonnellatedirifiutisuscalaeuropea,nelnostroPaesenesonostaterecuperate24,1milioni,ilvaloreassolutopiùelevatotratuttiiPaesi.MeglioanchedellaGermaniadovenesonostaterecuperate22,4milioni.Nulladastupirsidunque,sesecondol'EurobarometrodellaCommissioneUeentrolafinedel2014il51%dellePmiitalianeavràalmenoungreenjob,mentrelamediaeuropeaèdel39%.

Intervista.Dardanello:«In fortecrescital’attenzionedei cittadiniper il bio» u pagina 16

AGF

101 mld euroRicchezza da green economyIlvaloreaggiuntoprodottonel2013dallagreeneconomyèparial10,2%deltotale

3 milioniI green jobsNell’economaitalianaglioccupati"verdi"sono3milioni,il13,3%deltotale.L’incidenzadeglioccupativerdièsalitadal10,9%del2009al13,3%dioggi

234milaAssunzioni green nel 2014Il61%delladomandadilavoro

37,1 %Start-up greenNel1˚semestre2014sicontano33.500start-upgreen,il37,1%ditutteleaziendenateneiprimi6mesi2014

ESPORTAZIONIAbbiamoconservato il72,6%delle quote di exportrispettoal ’99.Meglio di Usa(70,2%), Francia (59,8%),Giappone(57,3%) eUk(53,4%)

«La programmazione Uedei fondi è orientataalla crescita inclusiva,intelligente e sostenibile»

LA ROTTAPer rilanciare e sconfiggerelacrisi è necessariaunavera politica industrialeperavere la quale ènecessario un’idea di futuro

IMAGOECONOMICA

* maggior risparmio energetico/minor impatto ambientale Fonte: Rapporto GreenItaly di Unioncamere e Fondazione Symbola

Turismoeambienteposizionanol’Italianel gothamondiale

Imprese che hanno investito nel 2008-2013 e/o lo faranno nel 2014 in prodotti e tecnologie green*(e in % sul totale)

Dal 30 ottobre. Nuova luce per la Cappella sistina grazie al sistema Led finanziato da un progetto di ricerca della Ue

TotaleServiziCostruzioniPublicutilities

Industriamanifatturiera

Industria

341.410209.08045.5904.50081.560132.330(26,6%) (30,1%) (46,2%) (21,3%) (19,6%) (21,8%)

SULPODIOSu 5.117 prodotti nel 2012cisiamo piazzati primi,secondi o terzial mondoperattivo commercialecon l’estero in ben 935 casi

Crediamonella «riunificazione»delSud

Graziano Delrio. Nel Governo Renzi dal 22 febbraio 2014

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16 Soft economy Il Sole 24 OreMercoledì 12 Novembre 2014 - N. 311

Il rapporto. Unioncamere e Symbola descrivono i successi delle imprese che puntato sul green

L'investimento innovativopagaUnterzodelleaziendemanifatturierecorregrazieallenuove tecnologie

Unarottasostenibileper ilmade inItaly

LaGreeneconomyèfondamentale

Stopalconsumodisuolopertutelarel’ambiente

Agroalimentare fioreall’occhiellonazionale

Milano,nel2015tuttii lampionicon i led

INTERVISTA FerruccioDardanello PresidenteUnioncamere

IL SONDAGGIO SWG

Prima laureata italiana inScienzeambientali,oggiGabriel-laChiellinoèamministratorede-legatodieAmbiente,societàcheleistessahafondatonel2002chesi occupa di consulenza e inge-gneria ambientale. «In un mo-mento tanto delicato e difficilecome quello attuale, e al qualecredo dovremo comunque abi-tuarci, - spiega - la Green eco-nomydiventafondamentale.Per

comela intendoiolaGreeneco-nomy è infatti quella prassi cheaziende e famiglie stanno impa-randoadadottareechehacomeobiettivofinaleilrisparmioener-getico. Ogni famiglia e ogni im-presaha imparatoche lospreco,in qualunque sua forma, non èpiù sostenibile. La Green eco-nomy dunque non è qualcosa diastratto, bensì quella modalitàche si applica nella personalespending review. Green eco-nomyèanchelaricercachepun-taaindividuarematerialialterna-tivi a quelli finora usati, come ifossili,ilcuiimpattosiadaunpun-todivistaambientalecheecono-micononèpiùsostenibile».

Fabio Renzi

Leopoldo Freyrie

Maria Letizia Gardoni

Pierfrancesco Maran

Gabriella Chiellino

Francesco Starace

Vantaggio tecnologicoper l’energia italiana

La green economy per ilnostro Paese non è un doveressere irraggiungibile ma untracciante che già oggi ne at-traversal'economiaelasocie-tàrinnovandonel'anticavoca-zione a produrre beni e servi-ziadaltovalored’usoedesteti-co-simbolico.Purinunasitua-zione difficile e incerta l'ItaliacheemergedalrapportoGree-nItaly2014ha la forza, la capa-

cità e le competenze per co-gliere nella sostenibilità - laprincipale sfida della nostracontemporaneità-unastraor-dinariaoccasioneperprodur-re una qualità e una bellezzanuove in grado di risponderealle domande e agli orienta-mentieticieculturalidiconsu-matori sempre più esigenti eattenti verso la responsabilitàsociale e ambientale delle im-prese.GreenItalyèunanuovasintesi tra green economy eun Made in Italy che coniugaeconomiarealeedigitale,coe-sione e competizione, sobrie-tà e bellezza, sostenibilità equalità.

Milano, Roma e Torino sul podio delle assunzioni

La pessima condizione delpatrimonio edilizio costruitonel dopoguerra; gli inquina-menti; il consumo del suolo; lasicurezzaneiconfrontideifeno-meni naturali; la resa della vitaurbana a ruote e motori; il con-sumo folle e il relativo costo dienergia; la questione dei rifiutie dei materiali non riciclabili,l'assenza di spazi pubblici: so-noquesti i problemi che stanno

portandoaldefaultlecittàitalia-ne.Aciò-edilrapportoGreenI-talyèbenchiaroaquestopropo-sito-nonc'èscampo.Perinver-tirequestatendenzanefastaser-ve avviare una progressiva di-minuzione del consumo delsuoloedegliinquinamenti,rige-nerando la città esistente e ren-dendolasicura,menoenergivo-raedinuovocapacedipromuo-vere il confronto sociale e l'in-novazione culturale. Serve,quindi,unprogrammanaziona-le di rigenerazione urbana so-stenibile che, basato sul para-digma dello stop al consumo disuolo,siaadattatoallecentocit-tà italiane.

I giovani "pesano" nell’eco-nomiadelPaese;manonintermi-ni di stagnazione, decrescita oonere, anche sociale. Tutt’altro,soprattutto se guardiamo conobiettivitàallegrandipotenziali-tàdelnostrosistemaagroalimen-tare,che traedall’unicitàdel ma-de in Italy la propria chiave disuccessoecheneigiovanistaco-noscendo la massima espressio-ne. Le nuove generazioni hanno

intuito le opportunità di crescitadella green economy evidenzia-te in maniera puntuale nel rap-porto GreenItaly e le stanno in-terpretandoconcreatività,visio-ne e approccio tecnologico maanche, sempre, con uno sguardorivoltoallastoria,allaculturaeal-la varietà dei territori del nostroPaese che ci rendono distintivinel panorama internazionale.Coninostriprodottiagroalimen-tari siamo leader mondiali perqualità,vinciamonellaproduzio-ne di valore aggiunto per ettaro,abbiamo il primato europeo pernumero di imprese bio e le no-streaziendeproduconomenori-fiutieCO2di quelleeuropee.

IntreanniMilanoèdiventa-talacittàpiùsmartd’Italia.Unri-sultatopossibile grazie a una se-rie di azioni intraprese dallaGiuntaPisapia, lepiùimportantidelle quali riguardano la raccol-tadifferenziataelamobilità,duesettoristrategicidellanostragre-eneconomycometestimoniaan-cheilrapportoGreenItaly.Mila-no è il Comune più grande del

mondo che effettua la raccoltadell’umido su tutto il territorio.Inoltre,negliultimianniimilane-sihannoimparatoamuoversidi-versamente:incittàsono3.500lebici in condivisione e 32mila gliabbonati al bike sharing. Al carsharingrisultanoiscrittiin120mi-la.Entroagosto2015Milanosaràla prima grande città italiana adavere tutto l’impianto di illumi-nazionepubblicaa led,unascel-tadi innovazione,efficienzaeri-spettoambientalecheunrispar-mio annuo di oltre 11mila Teo,una diminuzione imponente diCO2eunrisparmiodel31%sullabollettapubblica.

La graduatoria regionale

«Ilfuturodell’energia,comesi evince anche dal rapporto diGreenItaly,risiedenellacapacitàdisfruttareilvantaggiotecnologi-coedi innovazionechehal’Italiarispetto ad altri Paesi. Parliamodismartgrids,impiantirinnovabi-lietermoelettriciadaltissimaeffi-cienza. Possiamo consolidare edesportare queste competenzeneiPaesidovec’èfamedienergiae bisogno di reti per alimentare

cittàeindustrie.InEuropalasolu-zionealproblemadell'overcapa-city deve passare per la creazio-ne di un mercato dell’energia,conregolecomunipertutti.InIta-lia, dove si sta discutendo di co-me affrontare la questione, Enelha messo sotto osservazione 23impianti, dividendoli in tre cate-gorie:quellichepotrebberocon-tinuare a produrre, ma con altratecnologia, come le biomasse;quelli che non potranno conti-nuarealavorareperchéinglobatinellecittà,einfinequelliperiqua-li chiederemo ad architetti, im-prenditori, istituzioni e comuni-tà locali suggerimenti e idee perunagiustavalorizzazione».

Segretario generale Symbola

Presidente eAmbiente

di Deborah Dirani

Partner storica della Fon-dazione Symbola nellaproduzione del Rappor-

to omonimo, Unioncamere, eprecisamente il suo presiden-te, Ferruccio Dardanello, con-fermailvalorestrategicodellagreen economy per il futurodelPaese.Presidente, cosa significal’Italia deve fare l’Italia, il cla-imsceltoperilRapporto,decli-natosulmondodelleimprese?

Significafarelecosechesap-piamo fare e farle al meglio,conlacreativitàelacapacitàin-novativa che da sempre carat-terizza il made in Italy. Farle,se vuole, anche con lo spiritopioneristicochecontraddistin-gueinostri imprenditori,guar-dandoalmercatodioggimaan-che ai possibili bisogni del do-mani. Convincersi che la viadella sostenibilità ambientalee dell’investimento green èuna grande sfida ma anche unastraordinaria opportunità perriposizionare le produzioni sunicchiedimercatoadaltovalo-re aggiunto - e, quindi, elevataqualità -, differenziandoci daiPaesiemergenti.Epuntaresul-laculturae labellezza,cheren-donounicaeinsuperabilelano-stra Italia.La green economy, in unmomento delicato come que-sto, può essere considerato

unfattorestrategicoperlacre-scitadelle imprese?

Strategico forse è dir poco. Ilnostro Rapporto quest’anno ciconferma in primo luogo che leperformance delle imprese cheinvestono nella green eco-nomy sono decisamente supe-riori a quelle delle altre impre-se. Investire nel green migliorail fatturato: nella manifattura il25,8%delleimpreseeco-investi-tricihavistocrescere ilpropriofatturato nel 2013, mentre tra lenon investitrici è successo soloper il 17,5% dei casi. L’export - il44%delleimpresemanifatturie-redellagreeneconomyesportastabilmente, contro il 24% diquelle che non investono - po-tenzia la capacità di innovazio-ne: lo scorso anno quasi il 30%delle aziende che puntano sulverde ha sviluppato nuovi pro-dotti o nuovi servizi, contro il15%diquellechenonhannoim-boccato la via dell’economia"verde".Inoltresostienel’occu-pazione: il 26,6% delle impresemanifatturiere eco-investitriciprevede di assumere nel 2014controil 12,1%dellenoninvesti-trici.Epoi-equestaèlascoper-tadiquest’anno-piace:ottoita-liani su dieci sono disposti, no-nostante le difficoltà economi-chedelmomento,aspenderedipiù per prodotti e servizi eco-sostenibili. Poco meno di 10 an-ni fa, l’opinione pubblica chie-deva ai Governi di essere i tra-scinatori del percorso ambien-tale; nel 2014, invece, il 53% de-gli italiani interpellati ritieneche la maggiore responsabilitànellasalvaguardiadell’ambien-tesiada attribuireaicomporta-menti individuali dei cittadini.Per le nostre imprese, questo

nuovo modo per il consumato-rediaffrontareletematicheam-bientali significa che ci sonomargini di ulteriore sviluppodella green economy anche nelmercato interno oltre che inquello estero.Innovare,sì,macome?Gli ambiti in cui una impresa

può introdurre innovazionieco-sostenibili sono davveroinfiniti. L’economia "verde" èun driver che interessa sia lemodalità produttive - per con-seguire una maggiore eco-effi-cienza,riducendol’usodiener-gia, di materia o limitando leemissioni -sia lagammadipro-dotti offerti, per venire incon-tro a un sempre più diffusoorientamento "green" dei con-sumatori, non solo all’esteroma anche in Italia.Le reti di imprese possono

essere la pietra angolare sullaqualefondareilmadeinItaly?

Lo sono sicuramente e per imotivichemoltieconomistisol-levanogiàdatempo,legatialfat-tochelaridottadimensionedel-le nostre imprese pone un fre-noal lorosviluppo.Leretid’im-presa, invece,eliminanoquestoostacolo perché fanno in modochelaflessibilitàemaggiorrapi-dità di risposta agli input delmercato, possibile a impresedalla dimensione contenuta, siuniscaallacapacitàdifare"mas-sa critica" - negli investimenti,ad esempio, piuttosto chenell’intraprenderelaviadell’in-ternazionalizzazione -, operan-do così come una grande o me-dio-grande impresa. Da questaconsapevolezza deriva la crea-zione di 258 reti green che rap-presentanoil 15%delle totali.

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Pres. Consiglio nazionale architetti

Pres. Coldiretti giovani impresa

Mentre si discute sulla ricet-ta giusta per uscire dalla crisi, c’èun gruppo di aziende che sembraaver imboccato una strada pro-mettente. Sono le imprese dellaGreenItaly, come l’hanno battez-zata Fondazione Symbola eUnioncamerechedacinqueanni,con l’omonimo rapporto, le rac-contano: 341mila aziende dell’in-dustria e dei servizi (il 22% del to-tale)chedall’iniziodellacrisihan-noinvestito,olofarannoquest’an-no, in tecnologie green per ridur-re l’impatto ambientale, rispar-

miareenergiaecontenereleemis-sionidiCO2.

Un dato che sale al 33% nell’in-dustriamanifatturiera.Si trattadiaziende che all’estero sono piùcompetitive, innovano di più, re-gistrano migliori performanceeconomiche e che assumono dipiù: il 44% delle imprese manifat-turiere eco-investitrici esportastabilmente, contro il 24% dellenon eco-investitrici; sempre re-stando nella manifattura, il 30%delle eco-investitrici nel 2013 hacreato nuovi servizi e prodotti,contro il 15% delle altre; il 25,8%delle aziende manifatturiere gre-en ha registrato una crescita delfatturatocontro17,5%delleazien-dechenonhannopuntatosulgre-en.Eancora, il26,6%delleeco-in-vestitricihaprevistonuoveassun-

zioni,mentretra lealtresolo il 12,1percento.

«Non è una nicchia, o uno spe-cificosettoredell’economia-spie-ga Domenico Sturabotti, diretto-re di Symbola - piuttosto una nu-trita avanguardia (più di un’im-presa italiana su cinque)diazien-dechehaavviatodalbassounave-ra transizione verde del sistemaproduttivo nazionale. Un nuovomade in Italy che, per risponderealla crisi, ha aggiornato il propriodna: qualità, eccellenza e anchesostenibilità».

Nelcompartomeccano-tessile- si legge appunto in GreenItaly2014, realizzato in partnershipcon Fiera Milano congressi, Co-mieco, Ecopneus, eAmbiente, ecolpatrociniodelMinisterodelloSviluppo economico, di quellodell’Ambiente e di Expo 2015 - leaziendeitalianeprimeggianogra-zie a macchinari tailor-made ingrado di garantire un notevole ri-sparmioenergetico.

«Caratteristicaparticolarmen-te apprezzata, ad esempio, dagliimprenditori cinesi - sottolineaSturabotti - tanto che il giganteasiatico è diventato il principalemercato di riferimento del com-parto. Inoltre il rapporto eviden-zia come processi analoghi si ri-scontrino in tutte le principali fi-liere del made in Italy: dal carta-rio al legno-arredo, fino alla chi-mica, in cui l’Italia può contare sutecnologie e prodotti estrema-menteavanzati».

Come sottolinea il segretariogenerale di Unioncamere Clau-dio Gagliardi: «La green eco-nomyrappresentaoggiun’impor-tante leva competitiva per le no-stre imprese. Investire insosteni-bilità significa infatti conseguire

chiari vantaggi economici, in ter-mini di fatturato e di export. Per-ché la green economy è scopertadinuovibisognideiconsumatori,è garanzia di rispetto delle comu-nità e dei territori, è innovazioneed efficienza. Tra il 2008 e il 2012,il nostro sistema manifatturieroharecuperato il7,7%interminidieco-efficienza. Tra i grandi Paesicomunitari,l’Italiaèl’unicacheas-socialivellidiimpattoinferiorial-lamediasianellaproduzionediri-fiuti che nell’emissione di anidri-decarbonica».

Siamo, infatti, i campioni euro-pei nell’industria del riciclo: su163 milioni di tonnellate di rifiutiavviati a recupero industriale inEuropa, nel nostro Paese ne sonostati recuperati 24,1 milioni, il va-lore assoluto più alto (in Germa-nia sono stati 22,4 milioni). Perognimilionedieuroprodottodal-la nostra economia vengonoemesseinatmosfera104tonnella-te di CO2, contro le 110 della Spa-gna, le130delRegnoUnitoele143della Germania. «Se continuere-mosuquestastrada-aggiungeGa-gliardi - nei prossimi 25 anni l’im-pattoambientaledellenostropro-duzioni sarà dimezzato». A benguardare, c’è anche questo dietroal fatto che l’Italia è uno dei cin-quePaesialmondo-assiemeaCi-na, Germania, Corea del Sud eGiappone - che vanta un surpluscommerciale con l’estero di pro-dotti manifatturieri superiore aicentomiliardididollari.

Dalle realtà della green Italyarriveranno quest’anno 234 milaassunzioni legate a competenzegreen: il 61% della domanda dilavoro.

D.D.S.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Assessore ambiente Milano

Amministratore delegato Enel

Imprese* Imprese* Imprese*Imprese* Assunzioni** Assunzioni** Assunzioni**Assunzioni**

1 Roma 19.730 4.730

2 Milano 19.400 7.970

3 Napoli 12.750 1.570

4 Torino 11.220 3.260

5 Bari 8.720 720

6 Brescia 8.570 920

7 Bergamo 7.190 970

8 Firenze 6.700 950

9 Bologna 6.690 1.390

10 Padova 6.690 890

11 Treviso 6.580 1.070

12 Verona 6.510 710

13 Venezia 6.410 660

14 Vicenza 6.380 1.090

15 Monza 5.360 780

16 Genova 5.120 700

17 Modena 4.950 840

18 Varese 4.910 830

19 Lecce 4.720 630

20 Salerno 4.320 670

AGF

(*) Imprese con almeno un dipendente dell'industria e dei servizi che hanno investito tra il 2008 e il 2013 e/o hanno programmato di investire nel 2014 in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minorimpatto ambientale; (**) Assunzioni a carattere non stagionale Fonte: Rapporto GreenItaly 2014 di Unioncamere e Fondazione Symbola

L’attenzioneversoilbioèinnettacrescita

Italiani. L’80% comprerebbe beni riciclati (designer Ilaria Venturini Fendi)

Lombardia

Veneto

Emilia R.

Lazio

Piemonte

Toscana

Campania

Puglia

Sicilia

Marche

Liguria

Abruzzo

Sardegna

Trentino A. A.

Calabria

Friuli V. G.

Umbria

Basilicata

Molise

Valle d’Aosta 1.130

2.050

2.830

5.590

7.970

7.970

8.310

8.600

8.670

9.840

10.340

19.150

20.760

24.070

24.500

24.710

27.220

29.480

35.650

62.570

Prime20provincepersocietàchetrail2008eil2014hannoinvestito,oprevedonodiinvestire,inprodottietecnologiegreen*eassunzioninonstagionalidigreenjobsprogrammateentrol'anno

Impresechehannoinvestitonel2008-2014inprodottietecnologie

Fonte: Rapporto GreenItaly 2014 di Unioncamere e Fondazione Symbola

Ilsensodellimite,ancheambientale,entranelsistemaproduttivoenelleabitudinidellepersone,esisposaaunaspintanuovaversolaqualitàdeiprodottiedellerelazioni.Aunasempremaggioresensibilitàdeiconsumatoriversoiltemaambientale.Eccoperchélaconversionegreen,cheportaconséancheinnovazione,competitività,qualitàecreativitàsiriveladrivervalidotantoall’esteroquantoincasa.CometestimoniailsondaggiocondottodaSwgperilrapportoGreenItaly2014acuradiUnioncamereeFondazioneSymbola,secondocuiil78%dicittadiniitalianièdisposto,nonostantelacrisideiconsumi,aspenderedipiùperprodottie

servizieco-sostenibili.Peril74%dell’opinionepubblica, lagreeneconomyèunrealenuovomododifareimpresa,economiaesocietà.Ancheiltemadichidebbafareilprimopassoeguidareilcambiamentonellagestionedellepolitichegreenhasubito,neglianni,unprocessoevolutivo.Nel2014(magiàdal2008)perlamaggioranzadell’opinionepubblica,lemaggioriresponsabilitànellasalvaguardiadell’ambientelehannoicittadiniconilorocomportamentiindividuali(53%).Seguonoigoverni(50%)equindileimprese(43%).Infondoallaclassificatroviamogliorganismisovra-nazionali,UnioneEuropeacompresa.

ILNOCCIOL0 DUROSono 341mila aziendedell’industria edei servizi(il 22% del totale)che dall’inizio della crisihanno investito sull’ambiente

«Il 25,8% delle impreseeco-investitrici ha vistocrescere il fatturato controunamediadel17,5%»

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Il Sole 24 Ore

Mercoledì 12 Novembre 2014 - N. 311 Soft economy 17

Carta e cartone. Le regioni del Sud hanno recuperato il 5% in più che in passato

GREEN ITALY

p Possiamo battere la crisi?Nonsarà facile, ma la risposta èsì. Se sapremo guardare l’Italiacon l’affetto e la curiositànecessari a cogliere i nostritalenti. "Green Italy" raccontadanord a sud storie diun’alleanza tra imprese ecomunità, ambiente e nuovimodi di vivere che possonotraghettarciverso un Paese piùdesiderabilee competitivo. DiErmeteRealacciperChiarelettere.

Meccanica. Acimit porta avanti il progetto Sustainable technologies mentre Ucimu il Blue philosophy

COESIONE...

Meno costruzioni e più ri-strutturazioni: è questa la ten-denza dell'edilizia italiana checerca di agganciare la ripresapuntando sulla riqualificazioneenergetica del patrimonio esi-stente. La crisi economica, chehaparticolarmentecolpitoilset-tore,elacontemporaneacrisicli-matica, insieme alla trasforma-zionedellecittàeall'emergeredinuovistilidivita, impongonoog-giunripensamentoradicale,met-tendo al centro la rigenerazioneurbanaeterritoriale.

Puntare sulla riduzione deiconsumi energetici, sulla sicu-rezzaantisismica,sull'innovazio-ne,senzaconsumarenuovoterri-

torio,è lastradadel futuro,comedimostrano anche i 7 miliardi dieuro stanziati dall'Unione Euro-peaalnostroPaeseperlariquali-ficazione edilizia, nel quadro co-munitariodisostegno2014-2020.Riqualificare vuol dire non solofermare il consumo di suolo econsentireallefamigliedirispar-miareinbolletta,maancherilan-ciare l'economia e recuperarecompetitività.Nonacaso,quellodelle riqualificazioni è l'unicosegmento a registrare un segnopositivo nel campo delle costru-zioni: negliultimi dueanniè cre-sciutodel 20% (datiRebuild).

Nel 2013 sono stati spesi 116,8miliardi di euro in manutenzio-ne ordinaria e straordinaria: ciòsignifica che il 66,9% dell'interofatturato dell'edilizia è derivatodalleristrutturazioni.Uncontri-buto in questo senso viene an-che dai lavori in casa incentivatidagli eco-bonus fiscali Irpef del65% e del 50% che valgono or-mai il 2% del Pil (dati Cresme).

Secondo un'indagine del Cre-sme, dopo aver raggiunto il re-cordassolutodicirca28miliardidi euro investiti nel 2013 (+40%sul 2012), si calcola che, a fine2014, l'eco-bonus - una delle piùimportanti misure anticiclichedegli ultimi anni - attiverà 33 mi-liardi di investimenti per la ri-qualificazioneenergetica.

Le potenzialità sono enormi: idue miliardi di metri quadratidel patrimonio edilizio italianochenecessitanodiessereristrut-turati potrebbero generare 500miliardi di euro, con evidenti ri-cadute sull'occupazione. ComeemergedalRapportoGreenItalydiFondazioneSymbolaeUnion-camere, entro il 2014saranno 234milaleassunzioninelnostroPae-se legate a competenze green:ben il 61% della domanda com-plessivadilavoro.Diqueste,mol-teriguardanoilsettoredell'edili-zia, dove quasi 4 assunzioni pre-viste su 10 saranno di figure pro-fessionali "verdi".

Negliultimianni,nelcompar-to, larichiestadigreenjobsècre-sciuta notevolmente - passandodal 28,5% del 2009 al 37,3% del2014-grazieall'emergeredinuo-ve professioni, come l'ingegne-re energetico, l'installatore diimpianti a basso consumo,l'esperto di recupero materialinelle demolizioni o il bio-archi-tetto. Il valore aggiunto prodot-to dai green jobs del settore co-struzioni è pari al 27,8%, la per-centuale più alta fra tutti i com-parti analizzati. L'edilizia soste-nibile si distingue anche per lapropensione delle imprese amettersi insieme: un quinto deicontratti di rete green coinvol-ge aziende che operano nella ri-qualificazione energetica.

In Lombardia è nata Rete Ire-ne, un network composto da 13aziende all'avanguardia nel set-tore degli interventi su immobiliresidenziali e non. Irene propo-neuninnovativosistemaintegra-to in grado di rendere la casa piùefficientedalpuntodivistaener-getico, rispettosa dell'ambienteed economicamente intelligen-te: un nuovo e più ampio concet-to di smart building. Il network èstato protagonista di numeroseattività,tracuilacampagnaCon-domini efficienti, promossa daLegambiente e patrocinata dalComune di Milano e da AnaciLombardia, ilcuiobiettivoèpro-

prio quello di promuovere la ri-qualificazione energetica degliedifici, iniziando a diffondere icomportamentivirtuosicheper-mettono alle famiglie di rispar-miaresuicosti dell'energia.

Altrareteoperativasulterrito-rio è Econdominio. La strategiadi business è offrire diagnosienergeticagratuitadeicondomi-ni centralizzati, a cui far seguireinterventidiriqualificazionenel-le sette regioni del Centro-NordItalia. La formula contrattualeutilizzata è quella del contrattodi rendimento energetico Epc,cheèingradodiportareefficien-zaenergeticaincondominiosen-za alcun esborso di denaro,ossiaa rata condominiale invariata,congaranziadecennaledellapre-stazione. In pratica, il condomi-nio ha la garanzia del risultato elacertezzadinondoveraffronta-re alcun costo di manutenzionestraordinariaperisuccessividie-ci anni; nel caso in cui la percen-tuale di risparmio prevista dalladiagnosi non venisse conferma-ta,verràrimborsato.

Esistonounapluralitàdisolu-zioni che possono essere utiliz-zate per ridurre i consumi negliedificieriguardanosiagliaspet-ti impiantistici siaquellistruttu-rali. Secondo Navigant resear-ch, il fatturato globale di mate-riali e componentistica per ilgreen building arriverà a valere254 miliardi di dollari nel 2020.Ad esempio, isolare le paretiesternee il soffittodi un edificioconsentediabbatterecostiener-getici, facendo risparmiare daun minimo di 350 euro ad unmassimo di 1400 euro in un ap-partamento di circa 100 metriquadrati all'ultimo piano.

L'azienda Fassa Bortolo haprodotto una linea di malte eco-compatibili, a base di calce idra-ta, materia prima estremamen-te naturale e utilizzata findall'antichità, che deriva dallacottura di calcare naturale. Co-meevidenziaAntonioNardi, re-sponsabilemarketingdell'azien-da «la Fassa Bortolo è stata unadelle prime grandi aziende ita-liane che ha colto il trend greendel mercato dell'edilizia conno-tato dalla domanda di materialiecocompatibili e di efficienta-mento energetico, i sistemid'isolamento a cappotto».

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IO SONOCULTURA

Concia. Il settore punta su innovazione e qualità

I numeri della crescita

Deborah DiraniLa meccanica strumentale

italianasta investendo datempoin innovazione per produrre si-stemi eco-compatibili che per-mettanoachi liutilizzadiconte-nereicostidiproduzioneemini-mizzare l’uso di risorse fonda-mentali per la salvaguardiadell’ambiente, quali energia, ac-qua,materieprime.Lasostenibi-lità ambientale diventa in que-sto modo un asset importantepercompetereinunmercatoca-ratterizzato dalla forte concor-renza di prodotti asiatici a bassocosto che, però, non garantisco-noqualitàeaffidabilità.Numero-si sono i modelli di riferimentoperlosviluppodiprodottisoste-nibili,manessunoespressamen-te dedicato al settore delle mac-chine utensili.

Attualmente, in ambito euro-peo e internazionale si stannostudiando nuove norme, ma civorranno ancora degli anni pri-ma che entrino in vigore. In as-senzadiregolecondiviseperrap-presentare in modo oggettivo leperformance e i risultati conse-guiti, la meccanica strumentaleitaliana si sta muovendo autono-mamente, con iniziative orienta-te a sensibilizzare il mercato e agarantire l’impegno dei costrut-tori. Due, in particolare, sono leassociazioni che si muovono inquesto senso e che, pur avendocome referenti due diversi seg-mentidell’imprenditoria,coope-rano al raggiungimento di unobiettivo comune: la salvaguar-diadell’ambiente.

Si rivolge ai costruttori italianidimacchinetessili, l’associazioneAcimitchehaavviato,giàquattroanni fa, ilprogettoSustainable te-

chnologies, che consente di indi-viduarequelleimpresecheprodu-cono tecnologie ecologicamenteefficientied efficaci, connotevolibenefici per chi le utilizza ancheinterminidiriduzionedeicostidiproduzione.

Fulcro del progetto è la targaverde Acimit: una dichiarazionevolontariadeicostruttorimecca-notessilicheevidenzialepresta-zioni energetiche di un macchi-nario, calcolate in riferimento aunprocessosceltodalcostrutto-re come parametro di confron-to. In particolare, la quantità diemissioni equivalenti di anidri-de carbonica (prodotte duranteil funzionamento del macchina-rioè il parametrosceltoperdareun valore all’efficienza ecologi-ca del macchinario oggetto dellabelling

Rappresenta, invece, iprodut-tori di macchine utensili per lalavorazione del metallo Ucimu

che già da tempo ha dato vitaall’iniziativa Blue philosophy,con la quale intende promuove-re innovazione di processo e diprodotto green-oriented. Percontraddistinguere la propriaproduzione rispetto a quella deicompetitors stranieri, le azien-de del comparto hanno puntatosulla sostenibilità ambientale,elemento ormai imprescindibi-le per chi vuole avere un ruolodiprimopianonel panoramain-ternazionale.

Il marchio Ucimu ne è una te-stimonianza: viene concessoall’impresa che, a seguito di esa-mi approfonditi, severi e conti-nui,dimostradirispettareunase-riedicriteri:affidabilitàcommer-ciale,soliditàfinanziaria,sicurez-za, cura del cliente, ma anche at-tenzionealle problematiche am-bientali, con particolare riferi-mento al risparmio energetico.Laproceduraprevedeunaverifi-cadell’organizzazioneaziendaleal fine di valutare la capacitàdell’impresa di sviluppare pro-dotti e servizi in grado di soddi-sfareleesigenzedelmercato,nelrispetto degli obblighi di legge edeicriteridisostenibilità.Adog-gi, sono circa 100 le imprese (suun totale di oltre 200 associate)che possono apporre alle pro-priemacchine ilnuovo simbolo.

«Chi aderisce al progetto Bluephilosophy - spiega Alfredo Ma-riotti, direttore generale di Uci-mu - lo fa per diverse ragioni. Inprimo luogo perché una filosofiacome quella che li stimoliamo adadottare si rivelerà fondamenta-leperrestarecompetitivisulmer-catoancheallalucedellenormati-ve europee in continua evoluzio-neinmateriadirisparmioenerge-tico.Poi,seppurenondirettamen-te, chi ottiene il simbolo di BluePhilosophy ha un ritorno econo-mico dovuto al fatto che produr-remacchinechehannounimpat-to ambientale ridotto consenteanche agli acquirenti un rispar-miochesidilataneltempo».

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Riciclareècosabuonaegiu-sta, non solo per l’ambiente, maanche per l’economia. Dopo unavvio stentato, infatti, il riciclodi carta e cartone è diventato unverofioreall’occhiellodellagre-eneconomyitalianae,progressi-vamentelostadiventandointut-taItalia: inquesto2014 le regionidel Sud Italia, storicamente piùindietro da questo punto di vi-sta, hanno infatti riciclato il 5%inpiù che inpassato. Se si consi-deranooccupazionee indotto, ilvaloredellamateriaprimagene-rata dal riciclo e i mancati costidismaltimento,sigiungeaunri-sultato davvero importante, chesitraduceinbeneficieconomici,relativi al solo 2013, superiori a464 milioni di euro (Fonte Co-mieco, Consorzio nazionale re-cupero e riciclo degli imballaggiabasecellulosica).

Loscorsoanno,poi, laraccoltadifferenziatadicartaecartone,sututtoilterritorionazionale,èfinal-mente tornata a crescere con unincremento dell’1%; tutto ciò no-nostantegli effetti della crisi eco-nomica abbiano determinato uncomplessivocalodellaproduzio-nedi rifiutiurbanidel3,2percen-to.Aquesti risultatipositivi si ag-giungonoalcuneiniziativemessein campo per sostenere quei Co-munimedio-piccolichehannoin-veceregistratoperformancemol-toaldisottodellamedianaziona-le.Traquestevalelapenaricorda-re lo Sportello tecnico istituitodall’Associazione nazionale deiComuni italiani (Anci) e Comie-co, che ha messo a disposizioneper questo progetto un budgetcomplessivodi1milionedieuro.

Continua a crescere anche iltassodiriciclo:nel2013,oltre9im-

ballaggisu10sonostatirecupera-ti e riutilizzati. Rispetto a due an-nifa,siregistraunmiglioramentodi6puntipercentuali (FonteCo-mieco).Considerando,quindi,an-che il recupero energetico degliimballaggi, oggi il tasso di riciclocomplessivoè parial 93%:unda-to che conferma l’Italia tra le ec-cellenze d’Europa. Il nostro Pae-se risulta, infatti, essere il quartopaeseeuropeoperutilizzodima-cero, con un impiego complessi-vo di quasi cinque milioni di ton-nellateannue.Aquestidativaag-giuntol’aumento,registratonegliultimi anni, dell’esportazione dimacero verso i mercati esteri,conoltreil50%direttoversolaCi-na(FonteComieco).

Appareevidenteachiunqueco-me alla base di questo processovirtuoso ci sia una semplice eov-via constatazione: riciclare con-viene.Solonel2013,icorrispettiviche Comieco ha trasferito ai Co-

muni italiani in convenzione am-montano a oltre 83 milioni di eu-ro.Esesiguardaallungotermine,ilbeneficioeconomicoraggiuntoèancoramaggiore:negliultimi14annièparia4,8miliardidieuro.Intempoditaglialleamministrazio-nilocalièfacileintuirecomel’im-pegno a favorire politiche di rici-clo tra i cittadini sia pratica cheproduce evidenti vantaggi, comeconferma Carlo Montalbetti, di-rettoregeneralediComieco:«Sia-mo molto soddisfatti di comestannoandandolecose,nonostan-te la crisi dei consumi, anche perquesto 2014. Fino allo scorso set-tembreildatorelativoalriciclose-gnava un +3% rispetto al 2013, maquellocheci fadavvero piacereèvedere come il Sud Italia abbiaavutounimpennatadel5%.Èfrut-todellavorodelleamministrazio-nilocali,senzadubbio».

E se ormai l’80% dei Comuniitaliani hanno siglato la conven-zioneconComieco,tragliobietti-videlconsorzio,oltrechearriva-re presto all’en plein del 100%,c’èanchequellodifarprogredirequeiComunicheancoranicchia-no: «l’esempio più evidente perspiegareacosamiriamoèrappre-sentato da Palermo, dove la rac-coltadicartaèdi9Kgprocapite.Per il futuro vogliamo portare ildatodelcapoluogosicilianoai li-velli di quello di Bari, dove i kgraccolti sono 60». Riciclare, co-munque, conviene non solo alleamministrazionivirtuose,maan-che alle imprese, al punto da at-trarre gli investimenti e favorirel’innovazione di prodotto delleaziende,comedimostrailcasodiLucart Group,azienda italianatra le principali produttrici, a li-velloeuropeo,dicartemonoluci-desottiliperimballaggiflessibili.L’impegnogreendelgruppovie-ne da lontano: Lucart Spa è statainfatti la prima azienda in ItaliaadottenerelacertificazioneEco-label, ed altre importanti certifi-cazionivolontarie.

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Conunvolumediproduzio-ne pari a 129 Kmq e 34 mila ton-nellatedicuoiodasuola,unvalo-re complessivo di oltre 5,25 mi-liardi e un’incidenza del 30%sull’exportglobaledipelli finite,il settore della concia italiana siconferma una delle punte di ec-cellenzadelmadeinItaly,unca-sovincentedigreeneconomyinsalsa italiana.

Unprimatochepoggiaanchesulla sostenibilità ambientale:le concerie italiane, sotto laspintainizialedivincolinorma-tivi molto severi, sono da tem-po impegnate a migliorare leproprie prestazioni ambientali.I distretti, in particolare, hannoavuto un ruolo attivo nel pro-muovere soluzioni comuni aipiùurgenti problemi ambienta-li, favorendo la cooperazionefra le imprese e massimizzandol’utilizzo di risorse umane, tec-niche e finanziarie.

Non è un caso, quindi, che gliinvestimenti in tecnologie am-bientali rappresentino una quo-tasemprepiùimportantedelfat-turato delle aziende conciarie:dal 2002 al 2013 la loro incidenzasul valore totale della produzio-neèraddoppiata, passandodal2al4percento.Questohapermes-sodiottenererisultati importan-ti,comeemergedalRapportoso-cio-ambientaledell’Unic.Ilcon-sumo di acqua per unità di pro-dottoèdiminuitodel21,1%(con-fronto 2002-2013), i consumi disostanze chimiche di processosi sono ridotti del 40%(2004-2013), mentre i consumienergetici sono scesi del 23,8%(2003-2013).

Lafilieradellaconciaèparticolar-mente virtuosa anche per quanto

concerne la gestione dei rifiuti: lepercentualidi raccoltadifferenzia-tasiattestaattornoal90%.Unavol-taraccolta,lamaggiorpartedique-stiscartivienericiclata,conunaper-centualedirecuperoche,nel2013,èstatadel70%.

Dal2004, leemissionedicom-postiorganicivolatili inatmosfe-rasonoscesedel30-40%.Riman-gono i problemi legati alla depu-razione delle acquee allo smalti-mentodeifanghididepurazione,per i quali si stanno studiandonuovesoluzioni,investendoinri-cercaesviluppo.

IlprogettoPodeba,coordina-to dall’Enea laboratori ricercaFaenza nell’ambito del pro-grammaLife+dellaUe,hasperi-

mentatol’utilizzodiunmateria-le innovativo, un sottoprodottoagricolo (le deiezioni avicole,dette anche pollina), comeagente macerante nel processodi concia del cuoio, per produr-re pelli di qualità con un gradodi eco-sostenibilità notevol-mente più elevato.

I benefici ambientali derivanosiadall’applicazionediunprodottonaturale di scarto al posto di com-postichimicichedallariduzionesi-gnificativa del carico inquinantedeirefluiconciari(40%inmenodicompostoazotatie80%inmenodisolfuri nella fase di macerazione),conrisparmiodicostiperlosmalti-mentodeirifiuti(80%)eperlecon-cerie(7-25%).

Il progetto, partito il 1 genna-io 2012, si è concluso lo scorsogiugno.Almomentodueconce-rie, una italiana e una spagnola,stannotestandoquestatecnolo-gia su scala industriale. Nel di-stretto toscano di Santa Croce,ungruppodisoggettidelterrito-rio, capitanato dal ConsorzioAcquarno, sta testando - con ilProgettoMeta,finanziatoinpar-te dalla Regione Toscana - laproduzione di metano dai fan-ghiconciari.

UnaltronetworkdiaziendesiècostituitoneldistrettodiArzigna-no,doveDaniSpaequattroimpre-sedellafiliera(GruppoMastrotto,Ikem,Ilsa,AcquedelChiampo)so-no coinvolte nel progetto, finan-ziatodall’UnioneEuropea,Greenleatherindustryforenvironment,che punta a ridurre l’impatto am-bientale nelle fasi di calcinaio econcia e a valorizzare i sottopro-dottidellelavorazioniconciarie.

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Parla italiano il 30%delleesportazionidipelle

INDAGINE CRESMEDopoaver raggiunto nel 2013ilrecorddi27,5miliardiinvestiti (+40%sul2012)afine2014 saranno 33 i miliardiinvestitinelrisparmioenergetico

p «Io sono cultura - L’Italiadella qualità e della bellezzasfida la crisi». Realizzato daSymbola e Unioncamere, incollaborazione la RegioneMarche, il rapporto analizza ilpeso che cultura e creativitàhanno per la qualità dellanostra vita, nella produzionedella nostra ricchezza e nellapromozione del made in Italy.

p C’è un’Italia che, nonostantelacrisi, resistee sa essereinnovativa,creativa, unita,vocata alla qualità e allabellezza.Le relative impresesono al centro del rapporto"Coesioneè competizione - Lenuovegeografie dellaproduzione del valore in Italia"di Consorzio Aaster, FondazioneSymbola e Unioncamere.

Ripartizione territoriale Settore di attività

Servizi

Costruzioni

Industria in senso stretto

Agricoltura e pesca

Sud e Isole

Centro

Nord Est

Nord Ovest

6,8

27,8

13,5

14,3

9,7

9,3

10,1

11,0

AGF

FOTOLIA

Fonte: Rapporto GreenItaly 2014 di Unioncamere e Fondazione Symbola

Associazioni incampopercertificare il «bio»

Costruzioni. Dagli immobili che necessitano di interventi si potrebbero generare 500 miliardi di ricavi

EdiliziaagallaconleriqualificazioniDallemanutenzioni arriva il 67% del fatturato dell’intero comparto

Industria manifatturiera

Alimentare

Tessile, abbigliamento, pelli e calzature

Legno e mobilio

Cartario e stampa

Chimica-farmaceutica e petrolifera

Gomma e plastica

Minerali non metalliferi

Metallurgia

Meccanica e mezzi di trasporto

Elettronica e strumenti di precisione

Beni casa, tempo libero e altre manifatture23,5

25,1

27,5

23,1

20,8

36,1

39,5

17,7

22,3

32,3

10,2

24,0

34,6

48,3

49,9

40,0

35,1

57,1

64,2

40,6

37,8

48,8

39,2

44,3

Imprese che investonoImprese che non investono

Il riciclodiventabusinessperaziendeeComuni

AGF

I NUMERINel2013 sono stati spesi116,8 miliardi di eurotraopere ordinarie estraordinarie - Gli eco-bonusvalgono il 2% del Pil

PER SETTORE DI ATTIVITÀ E CLASSE DIMENSIONALEIncidenza%delleimpresegreenesportatriciaconfrontoconlenongreen

PER MACROAREA E COMPARTODatiin%suitotalidivaloreaggiuntoprodottonel2013