Gemellopoli - La città dei gemelli e delle gemelleCAPITOLO 2: GEMELLI E CRIMINOLOGIA Pag. 27 1....

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Università per Stranieri “Dante Alighieri” REGGIO CALABRIA Reggio Calabria Anno Accademico 2015-2016 ______________ DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA SOCIETA’ E DELLA FORMAZIONE D’AREA MEDITERRANEA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN “Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali d’area mediterranea” ___________________________________________________________ Uguali ma diversi: studi sulla predisposizione al crimine delle coppie di gemelli Tesi di Laurea di: Relatore: Elisa Nicolo’ Chiar.mo Prof. Christian Costantino ___________________________________________________________

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Università per Stranieri “Dante Alighieri” REGGIO CALABRIA

Reggio Calabria

Anno Accademico 2015-2016

______________

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA SOCIETA’ E DELLA FORMAZIONE

D’AREA MEDITERRANEA

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

“Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali d’area mediterranea”

___________________________________________________________

Uguali ma diversi: studi sulla predisposizione al crimine

delle coppie di gemelli

Tesi di Laurea di: Relatore:

Elisa Nicolo’ Chiar.mo

Prof. Christian Costantino

___________________________________________________________

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Alla parte migliore di me,

mio fratello

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“Un legame speciale e intangibile pare continui ad unirli

anche quando vivono ai poli opposti del mondo”

A. Piontelli – Gemelli nel mondo

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INDICE

INTRODUZIONE Pag. 3

CAPITOLO 1: CHI SONO I GEMELLI? Pag. 8

1. Gemelli nel mito Pag. 8

2. Come vengono concepiti? Pag. 10

2.1 Quanti tipi di gemelli esistono? Pag. 11

3. Galton e l’Eugenetica Pag. 16

4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta Pag. 17

5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica Pag. 20

CAPITOLO 2: GEMELLI E CRIMINOLOGIA Pag. 27

1. Scuola positivista Pag. 27

1.1 Eredità e ambiente Pag. 30

2. Fattori psicologici, biologici e sociali Pag. 33

2.1 La famiglia Pag. 35

2.2 Quoziente di intelligenza Pag. 38

3. Studi sui gemelli Pag. 39

3.1 I separati Pag. 41

4. Disturbi psichiatrici e crimine Pag. 43

5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico Pag. 47

CAPITOLO 3: UGUALI NON IDENTICI Pag. 53

1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione Pag. 53

1.1 Linguaggio segreto Pag. 57

2. Conflittualità Pag. 60

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3. Gerarchia: divisione dei ruoli Pag. 64

4. Personalità Pag. 65

4.1 Personalità e ambiente Pag. 67

5. Dove inizio io e dove finisci tu? Pag. 70

6. Genitorialità Pag. 74

CAPITOLO 4: NEL BENE E NEL MALE Pag. 77

1. Gemelli Calabresi Pag. 77

2. Riccardo e Federico criminali nati? Pag. 85

3. Gemelli Londinesi Pag. 81

4. Uguali nel bene e nel male? Pag. 93

CONCLUSIONI Pag.101

BIBLIOGRAFIA Pag. 104

SITOGRAFIA Pag. 107

RINGRAZIAMENTI

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INTRODUZIONE

Il motivo della scelta dell’argomento di questa tesi è dovuto alla curiosità nata studiando la

materia di riferimento.

La mia condizione di gemellarità non mi ha mai spinta ad affacciarmi con curiosità a tutti

gli studi e/o gli aspetti che questa può comportare forse, in fondo, per una necessità di

“normalità” che da sempre si tende a ricercare in una situazione simile.

Essere gemelli, infatti, è molto più che essere semplici fratelli: tutto il mondo tenderà sempre

a considerarti un “tutt’uno” con il/la cogemello/a, quasi come se fosse impossibile avere a

che fare solo con una persona o l’altra, soprattutto quando si cresce insieme. Fin da piccoli,

ci si rivolge a noi con “i gemelli” e non con nomi o appellativi individuali come può accadere

per i mononati, amicizie, esperienze, gioie e dolori saranno sempre di entrambi e non ci sarà

spazio per l’individualità. Quando arriverà il momento di crescere, bisognerà farlo per due e

le responsabilità saranno del “gemello più forte” che dovrà subire il peso di ogni errore o la

gioia di ogni conquista gettando, pur non volendo, nell’ombra il gemello più debole. In

ragione di questo si arriverà inevitabilmente allo scontro, a volte anche violento, per

guadagnarsi la propria immagine, la propria storia, la propria indipendenza e tutto ciò porta

anche al distacco doloroso dalla propria metà.

Quando si vive questa condizione si lascia poco spazio agli studi che i più grandi scienziati

e psicologi hanno realizzato in questo campo e, quindi, tutti gli interrogativi posti nel corso

della vita non avranno una risposta.

Avendo avuto la fortuna di aver trovato una “porta socchiusa” in questa materia, ho colto

l’occasione per fare chiarezza su tutti quegli aspetti ingarbugliati inerenti a tale condizione

e, facendo riferimento agli studi e le varie vicende condotte e sfruttando la mia condizione

di gemellarità, ho tentato di dare una risposta a parte degli interrogativi irrisolti:

1. Cosa vuol dire essere gemelli?

2. Uguali fino a che punto?

3. Se un gemello è criminale lo sarà anche l’altro?

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Per iniziare ad “organizzare” il mio lavoro mi sono messa in contatto, essendo iscritta

insieme al mio cogemello, con il Registro Nazionale Gemelli: strumento per la ricerca

biomedica costituito da coppie di gemelli residenti in Italia che vogliono partecipare a

ricerche di carattere medico e scientifico per il miglioramento della salute di tutta la

popolazione. Il Registro Nazionale Gemelli è curato dal reparto di Epidemiologia Genetica

del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS)

dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario

Nazionale che svolge le attività di ricerca e di controllo sulla salute pubblica. Grazie alle

pubblicazioni di tale registro, sono riuscita a recuperare il materiale riguardante il loro

operato, le procedure e il materiale riguardante gli aspetti biologici e medici.

Nel primo capitolo di questo lavoro ho fatto un excursus storico analizzando, in letteratura,

tutte le vicende che hanno come protagonisti i gemelli. Il primo autore da me preso in esame

è Eschilo, drammaturgo greco del 525 A. C., con la sua grandiosa opera “I sette contro

Tebe” in cui i due protagonisti sono visti come l’uno il nemico dell’altro come a voler

indicare quel tipo di conflitto violento che spesso è presente nel rapporto gemellare. Il

secondo autore è Dionigi d’Alicarnasso, storico greco dell’8 A. C., che propone nei Diòscuri,

due fratelli inseparabili, uniti da un amore che va oltre anche la morte. Non si poteva non

approdare nel mito di Romolo e Remo, gemelli uniti dalla stessa “sfortuna” ma separati da

destini diversi. Successivamente ho tentato di fare chiarezza sulla differenza dei gemelli

identici (monozigoti), fraterni (dizigoti), siamesi e gemelli semi – identici scoperti da poco

tempo. Ho analizzato i possibili fattori responsabili di nascite gemellari, ponendo particolare

attenzione ai primi studi realizzati da Francis Galton, criminologo britannico del 1800, che

si approcciò a tale fenomeno, per la prima volta nella storia, come un nuovo metodo di

indagine scientifica uscendo dal campo prettamente ostetrico. Per quanto possa essere

difficile da accettare per la crudeltà e la sofferenza inflitta, ho analizzato la storia del medico

nazista Josef Rudolf Mengele che, attraverso i suoi spietati esperimenti, tentò di raggiungere

un solo obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero sufficiente per

rimpiazzare tutte le persone sterminate. Con gli studi e le ricerche condotte dal medico

italiano Luigi Gedda si approda, nel 1953, alla nascita della Gemellologia, quella disciplina

biologica e medica che studia i problemi della gemellarità. Su questo filone di ricerche, nel

2000 nasce il Registro Nazionale Gemelli con lo scopo di creare un registro di popolazione

di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia genetica su caratteri complessi.

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Nel secondo capitolo ho discusso, in campo criminologico, della scuola positivista che

considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni persona nasce

con una predisposizione naturale alla devianza. Vedremo, nel corso del capitolo, le ipotesi

avanzate da alcuni studiosi come Adolphe Quetelet, e André – Michel Guerry, fondatori

delle statistica morale, per individuare le variazioni di tassi di criminalità a seconda del clima

e della stagione, osservando le differenze di sesso ed età. Successivamente con Cesare

Lombroso, maggiore esponente della scuola positivista in Italia, verranno analizzati gli

aspetti che caratterizzano quello che lo studioso definisce “delinquente nato”. Verrà inoltre

affrontata la questione dell’influenza di alcuni fattori (ambientali, ereditari, psicologici,

sociali e familiari) esercitata sui delinquenti, attraverso le ricerche condotte da Richard

Dugdale (sociologo americano), Henry Herbert Goddard (psicologo americano), Earnest

Albert Hooton (antropologo americano), William Sheldon (psicologo statunitense),

Sigmnud Freud (neurologo e psicanalista australiano) e Diana Baumrind (psicologa

americana). Anche in questo capitolo, ovviamente, non potevano mancare gli studi effettuati

sui gemelli, realizzati per mettere a confronto il comportamento dei gemelli monozigoti e

quello dei gemelli dizigoti tentando di rispondere all’ipotesi secondo cui se un gemello

mostra comportamenti delinquenti e devianti, molto probabilmente anche l’altro li assumerà.

Verranno quindi riportate le ricerche effettuate dallo psichiatra tedesco Johannes Lange e

successivamente verranno riportati alcuni casi di gemelli separati alla nascita che presentano

caratteristiche comuni. Con lo psicanalista statunitense del ‘900 Franz Alexander, verranno

presi in considerazione i disturbi psichici e i casi di criminalità per creare una correlazione

tra malattia mentale e comportamento criminale e, a conclusione del capitolo, verranno

ripotate in percentuali le possibilità che ha una coppia di gemelli identici a presentare lo

stesso disturbo rispetto alla coppia di gemelli fraterni.

Per il terzo capitolo di tale lavoro ho avuto la possibilità di confrontarmi con la Psicologa

Antonietta Provenzano che, insieme alla cogemella Giuseppina Provenzano, ha fondato

l’Associazione Pro Gemelli. Tale associazione, fondata nel 2000 e riconosciuta dalla

Regione Lazio, costituisce un punto di riferimento multifunzionale che promuove, senza fini

di lucro, il benessere bio-medico, psicologico e sociale dei gemelli e delle loro famiglie.

Questo capitolo riguarderà sugli aspetti psicologici delle coppie di gemelli e, quindi, la

dipendenza che si viene a creare in entrambi che spesso porta alla chiusura della coppia al

mondo esterno che crea, come lo psicologo francese René Zazzo definisce, “l’effetto

coppia”. A causa del rapporto strettamente simbiotico gemellare e dell’effetto coppia si viene

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a creare, molto spesso, il linguaggio segreto tra gemelli, definito dal termine Criptofasia. Può

succedere che tale linguaggio interferisca con il normale sviluppo del linguaggio previsto

già da alcuni studi condotti in campo linguistico fino ad approdare, nei casi estremi, a

situazioni complicate come quella del caso delle “Gemelle che non parlavano”. La storia

ripotata, riguarda sia il caso estremo di Criptofasia, sia la conflittualità che nasce nei gemelli

in un determinato momento della loro vita.

Grazie alla Psicologa Susanna Cameriere, con la quale ho avuto modo di avere uno scambio

di idee sulle sue pubblicazioni, ho tentato di spiegare il motivo scatenante il conflitto facendo

anche, e soprattutto, riferimento alle ricerche condotte dallo scienziato e docente di

Epidemiologia genetica presso il King’s College di Londra Tim Spector, secondo cui il

conflitto potrebbe nascere dalla necessità, di ogni componente della coppia gemellare, di

avere la propria identità e indipendenza.

Un altro aspetto di notevole importanza è ricoperto dalla gerarchizzazione dei ruoli

all’interno della coppia che, nel corso del tempo, tende ad alternarsi per poter mantenere un

equilibrio in modo tale da non sfociare in manifestazioni patologiche.

Questo capitolo si conclude con gli studi e le osservazioni inerenti allo sviluppo della

personalità facendo riferimento all’ambiente in cui il soggetto cresce e vive. Riguardo lo

sviluppo della personalità si analizzerà anche il modo in cui i gemelli tendono a instaurare i

rapporti con altri individui.

Per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di svolgere l’attività di tirocinio presso il

gruppo appartamento per minori della Cooperativa sociale “Nuova Speranza”: un servizio

residenziale a dimensione familiare a carattere educativo che ha lo scopo di offrire un idoneo

collocamento a minori, adolescenti e minorenni alle soglie della maggiore età che intendono

intraprendere un percorso d’emancipazione sia sociologica sia psicologica dal nucleo

familiare d’origine che non possa assicurare un armonico sviluppo della loro personalità, ed

iniziare a compiere in questo modo il proprio destino di esseri umani adulti e responsabili.

Tale struttura quindi si propone di sostenere il processo evolutivo dei ragazzi accolti

mediante un’organizzazione della vita che permetta relazioni stabili ed affettivamente

significative tra minori ed adulti.

Il Gruppo Appartamento è situato in Via R. Campi, II°., Dir. Barreca, 33 a Reggio Calabria

e opera essenzialmente attraverso convenzioni con enti pubblici. Durante questo periodo di

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tirocinio sono stata affidata alla Tutor, Assistente Sociale, Alessandra La Rocca la quale mi

ha suggerito di approfondire la storia criminologica dei gemelli calabresi.

Il quarto ed ultimo capitolo del mio lavoro, infatti, è stato realizzato grazie alla

collaborazione della mia Tutor, che mi ha indicato l’iter da seguire per il reperimento del

materiale, e alla collaborazione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, della

Procura della Repubblica, del Maresciallo Panvino dell’arma dei Carabinieri e della

Cancelliera Patrizia Russo. Grazie al confronto e alla loro collaborazione sono riuscita a

reperire il materiale necessario per poter concentrare parte del capitolo al caso riportato: i

Gemelli Calabresi.

Per iniziare ho descritto la successione degli eventi che hanno costretto i gemelli a scontare

una pena di nove anni per tentato omicidio, successivamente ho tentato di delineare, tramite

le relazioni comportamentali e psicologiche, la personalità dei singoli gemelli in modo da

applicare le teorie affrontate nei capitoli precedenti.

Facendo un passo indietro nel tempo, ho seguito lo stesso iter con i gemelli che hanno

dominato gli anni ’50 – ’60 di Londra: i gemelli Kray.

Avvicinandomi di più ai giorni d’oggi, invece, ho concluso l’ultimo capitolo riportando un

caso di “follia gemellare” che vede come protagoniste le gemelle Eriksson.

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CAPITOLO 1

CHI SONO I GEMELLI?

1. Gemelli nel mito

Il fenomeno della nascita gemellare ha attirato molta curiosità fin dai tempi antichi, basti

pensare che in alcune civiltà un evento simile simboleggiava un evento straordinario, un

prodigio di fecondità. Altri popoli, non vedevano di buon occhio la nascita gemellare perché

veniva considerata come la violazione di un ordine naturale degli eventi e proprio per questo

motivo tendevano a sacrificare uno dei due fratelli preferendo spesso la sopravvivenza del

maschio. Inoltre, questo tipo di gravidanza veniva associata all’adulterio da parte della

madre o ad una sorta di impurità dei genitori.

Nella storia della letteratura classica si è sempre parlato dei gemelli “nemici”, in continua

contrapposizione l’uno con l’altro, sempre in una guerra che inevitabilmente termina con la

morte cruenta di uno dei due.

A tal proposito, il primo a parlare di “gemelli nemici” fu Eschilo nelle sue tragedie come ad

esempio “I sette contro Tebe” in cui Eteocle e Polinice, figli di Edipo e di sua madre e moglie

Giocasta, colpiti dalla maledizione del padre, si combatterono e si odiarono fino alla fine per

regnare su Tebe.

«Capo contro capo, fratello contro fratello, nemico contro nemico» 1

In contrapposizione con la visione estrema dei gemelli nemici, nella letteratura greca, sono

presenti anche coppie di gemelli inseparabili anche davanti alla morte come accade nei

Diòscuri. Dionigi d’Alicarnasso narra di due fratelli eroi diventati il simbolo di lealtà e

fratellanza per eccellenza: Castore e Polluce figli di Zeus e di una donna mortale, Leda che

però era sposa di Tindaro. Zeus si unisce a Leda sotto forma di cigno e tempo dopo lei si

unisce al suo sposo. Da questi intrecci nascono due coppie di gemelli formate da Polluce ed

Elena figli di Zeus; e Castore e Clitemnestra figli di Tindaro. I gemelli delle rispettive coppie

partono insieme per una spedizione in cerca del vello d’oro, rimanendo uniti superano le

1 Eschilo, a cura di Giorgio Ieranò, Persiani Sette Contro Tebe, 2003, Mondadori

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difficoltà e la diversità soprattutto della loro natura, in quanto Polluce immortale e Castore

mortale. Alla morte di quest’ultimo, Polluce rinunciò a metà della propria immortalità per

non separarsi dal fratello ed ottenne così la possibilità di trascorrere insieme un giorno agli

inferi e uno presso il padre Zeus.

Così uniti nella vita e nella morte da diventare eterni come una costellazione. Si narra infatti

che Giove, per accontentare le preghiere di Polluce, pose entrambi nel cielo formando la

costellazione zodiacale in cui Castore è rappresentato dalla stella di colore bianco e Polluce

dalla stella più grande di colore giallo – arancio2.

Un’altra coppia unita, quanto meno all’inizio, è rappresentata da Romolo e Remo nel mito

della fondazione di Roma. Figli Rea Silvia, che venne imprigionata da Amulio, re e suo

sposo, per aver infranto il voto di castità, vennero abbandonati nelle acque del fiume Tevere

dove una lupa li trovò e li allattò. Successivamente i due gemelli vennero accolti nella casa

di Fastulo, un pastore, che li allevò fino all’età adulta. Una volta cresciuti e conosciuta la

verità, decisero di vendicare la madre e uccidere Amulio.

Il rapporto dei due inizia con una forte complicità che lascia spazio ad altrettanta rivalità. I

due, infatti, decisero di erigere una città sulle sponde del Tevere proprio dove furono ritrovati

dalla Lupa ma poiché nessuno dei due poteva affermare di essere più anziano dell’altro,

decisero di affidarsi al volere degli déi osservando il volo degli uccelli. Posizionatisi in due

colli diversi, Remo avvistò sei avvoltoi e Remo dodici.

A questo punto le versioni del mito sono varie ma la conclusione accomuna tutte: Romolo

uccise Remo e fondò la sua città3.

Anche l’Antico Testamento parla di due fratelli gemelli che arrivano inevitabilmente allo

scontro: Giacobbe e Esaù figli di Isacco e Rebecca, nipoti di Abramo. Il primo riuscì a

ricevere la benedizione del padre sul letto di morte camuffandosi per Esaù ottenendo così il

diritto alla successione. Successivamente fu costretto a fuggire dalle ire del fratello4.

2 Potenza MC, Scalabrella S. 1987, La mitologia classica. Roma: Edizioni Studium 3 De Rachewiltz B, Parisi P, Castellani V. 1976, I gemelli nel mito. Acta Genet Med Gemello 4 Guerriero E, Tuniz, 2002 Il grande libro dei santi. Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo

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2. Come vengono concepiti?

Alcuni filosofi ritenevano che il concepimento dei gemelli fosse il risultato di un rapporto

sessuale con un eccessivo liquido seminale che era in grado di formare più esseri viventi,

così come Aristotele afferma nella sua opera “Generazione degli animali”. Oltre alla

maggiore produttività dell’uomo, Aristotele sosteneva che anche da parte della donna

dovesse esserci altrettanta materia da fecondare da parte della donna5.

Una spiegazione totalmente diversa provò a darla Ippocrate il quale attribuiva la nascita dei

gemelli al fatto che una goccia di sperma si dividesse in due metà dando vita così ad una

gravidanza multipla.

“La gravidanza multipla è il risultato dello sviluppo intracorporeo di più zigoti e/o della

divisione di uno zigote, che vengono prodotti nello stesso o in differenti cicli ovulatori,

indipendentemente dal numero finale di feti e neonati” 6

Per gravidanza multipla si intende quel tipo di gravidanza in cui si sviluppano

contemporaneamente due o più feti: se i feti sono due si parla di gravidanza gemellare, se

sono tre di gravidanza trigemina e così via. La frequenza della gravidanza multipla è di circa

un caso ogni 100 gravidanze, circa 2/3 delle gravidanze gemellari sono dizigoti e 1/3

monozigoti

La gravidanza gemellare può derivare da due o più ovociti fecondati da due o più

spermatozoi diversi e in questo caso si parla di gravidanza multipla polizigotica, oppure un

ovocita fecondato da uno spermatozoo dopo di che succede che l’embrione iniziale si divide

in due o più abbozzi distinti formando così la gravidanza monozigotica.

Come già Aristotele aveva fatto tempo prima, occorre parlare di due ipotesi:

- Superfecondazione: fecondazione di due ovociti distinti a breve distanza di tempo

l’uno dall’altro ma in coiti differenti. In questo caso è possibile che il padre dell’uno

sia diverso dal padre dell’altro gemello;

5 Dasen V. 1955, Le jumeaux dans le monde Greco-Romain: theories medicales et iconographie. Medicina nei Secoli Arte e Scienza 6 Caterina Frischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle gravidanze gemellari, Aracne, Roma, pag. 33

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“Sì ha in un colpo solo l’emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in

grado di formare più esseri”7

- Superfetazione: fecondazione di un ovocita dopo che nella cavità uterina si è già

annidato un altro embrione. Questo fenomeno però è inammissibile nella specie

umana a differenza del primo.

2.1 Quanti tipi di gemelli esistono?

In base alle modalità di fecondazione esistono diversi tipi di gemelli.

Fig.1 esempio di gemelli monozigoti a sinistra formati da un solo ovulo fecondato, a destra gemelli

dizigoti formato dalla fecondazione di due ovuli differenti.

I gemelli vengono così classificati:

- Gemelli identici (monozigoti) si formano da un solo ovocita fecondato da uno

spermatozoo. L’ovocita ad un determinato momento si sdoppia formando due

embrioni identici. In base ai tempi di separazione dell’ovocita, i gemelli

condivideranno o meno la placenta (se lo sdoppiamento avviene entro le 48 ore, ogni

bambino avrà una propria placenta e un proprio sacco amniotico altrimenti

7 Aristotele, Generazione degli animali

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condivideranno solo la placenta). Sono detti identici perché il nome sta a significare

non solo l’uguaglianza di caratteri somatici e di sesso ma e soprattutto l’uguaglianza

del patrimonio genetico;

Fig.2 Coppia di gemelli monozigoti, identici

- Gemelli fraterni (dizigoti) si formano da due diverse cellule uovo fecondate da due

spermatozoi. In questo caso i bambini sono separati, ognuno con la propria placenta

e sacco amniotico. In questo caso i gemelli avranno una similitudine che esiste anche

tra fratelli non gemelli e perciò potranno anche appartenere a sesso diverso8.

8 Pescetto, De Cecco, Pecorari, Ragni, 2009, Manuale di ginecologia e ostetricia Seu

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Fig.3 Coppia di Gemelli dizigoti, fraterni.

- Gemelli Siamesi classificati così in rapporto alla parte del corpo che li tiene uniti.

Solitamente la fusione più frequente è quella del torace e dell’addome ma può vedere

coinvolte altre parti del corpo come testa e testa (meno frequente), bacino e bacino.

Essi sono sempre dello stesso sesso a dimostrazione della loro natura monoovulare e

sono sempre uniti dalla stessa parte del corpo. Questa malformazione ha varie cause

come ad esempio l’esposizione dell’embrione al freddo o a carenza di ossigeno

durante le prime fasi di maturazione. Questo tipo di gravidanza viene portata a

termine raramente e la nascita dei gemelli avviene, nella maggior parte dei casi, nel

Sud Est Asiatico e in Africa, più frequente nel sesso femminile. Può succedere, in

rarissimi casi, che un gemello durante la gestazione non si sviluppa completamente

e si comporta come un parassita rispetto all’altro che si sviluppa normalmente, così

come è accaduto a Arhariya una bambina nata a Lakshmi, in India. La bambina

presentava un gemello parassita unito a livello pelvico.9

- Gemelli semi – identici un tipo di gemelli scoperto da poco tempo, essi nascono da una

cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Il primo caso di nascita di gemelli semi-

identici è avvenuto a Phoenix, in Arizona che vede protagonisti due bambini che hanno

9 Giuseppe A. Marraro, Claudio Spada, 2007, Un raro caso di gemelli siamesi: gemelli ischiopagi, Acta anaesthesiologica italica, vol.58

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ereditato lo stesso patrimonio genetico della madre ma diversi geni del padre. Questo

caso, risalente al 2007, ha suscitato non poco interesse in quanto mentre uno dei due era

un maschietto normale, l’altro era un “ermafrodito” possedeva cioè entrambi i sessi.

“Ciò ha spinto i medici a indagini genetiche approfondite che hanno rivelato che i due

bimbi hanno alcune cellule con cromosomi XX (femminili) e altre con cromosomi

XY(maschili). Sono in pratica quella che si definisce una coppia di gemelli “chimerici”,

cioè con due patrimoni genetici (da parte di padre), dal nome della creatura mitologica

con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente”10

Negli ultimi anni si è scoperto che l’uso di sostanze che vengono usate per stimolare

l’ovulazione, possono facilitare la maturazione contemporanea di più follicoli creando così

i presupposti per una fecondazione multipla e quindi di una gravidanza multipla. Da quando

le nuove tecniche di fecondazione si sono evolute, i parti gemellari sono aumentati

notevolmente.

Dai dati ISTAT emerge che in Italia si hanno circa 5600 gravidanze gemellari e 280

trigemine.

Tra i vari fattori osservati, come possibili responsabili di nascite gemellari dizigoti,

troviamo:

- Fattori ambientali: geograficamente sono state osservate grandi differenze

suddividendo i paesi in funzione della prevalenza: una bassa prevalenza è stata

osservata in Giappone, Hawaii e Taiwan; prevalenza intermedia in tutti i paesi

europei ed infine un’alta prevalenza è stata riscontrata in Nigeria, Seychelles,

Zimbabwe e Jamaica. Di recente è stato riscontrato un alto tasso di nascite gemellari

in alcuni villaggi di montagna norvegesi e un piccolo villaggio del Brasile, Cândido

Godói meglio conosciuta come la “città dei gemelli”;

- Fattori genetici: esiste una tendenza ereditaria alle gravidanze gemellari, se in una

famiglia vi sono dei casi di nascite gemellari è molto probabile che ve ne siano degli

altri. A tal proposito è stato realizzato uno studio in cui si è dimostrato che il tasso di

10 http://www.focus.it/scienza/scienze/i-gemelli-quasi-identici

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15

incidenza di gravidanze gemellari è più alto nei figli di donne gemelle dizigoti

rispetto alla popolazione generale.

- Fattori materni: questi includono alcune caratteristiche fisiche e non della madre qui

di seguito elencate. L’età materna al momento del concepimento: dai 15 ai 39 anni,

infatti, aumenta progressivamente la possibilità di avere gemelli fraterni, mentre, dai

40 ai 44 anni vi è la tendenza ad avere gemelli identici; l’altezza in quanto è stato

dimostrato che donne di alta statura hanno maggiori probabilità di avere gravidanze

gemellari; il peso e la corretta nutrizione in quanto le donne sottopeso sono quelle

che meno frequentemente hanno una gravidanza gemellare rispetto alle donne

normopeso o sovrappeso.

Secondo uno studio condotto da Gary Steinman del Long Island Jewish Medical Center di

New Hyde Park, a New Tork, e pubblicato sul Journal of Reproductive Medicine del 2006,

ad aumentare le possibilità di gestazione gemellare potrebbe essere il tipo di alimentazione

condotta dalla madre.

“Steinman ha preso in esame i dati sui parti di circa mille donne vegane che, fedeli ai

dettami del loro credo, non mangiano prodotti di origine animale. Dall’indagine risulta

che le donne onnivore hanno una probabilità di cinque volte maggiore rispetto alle vegane

di mettere al mondo gemelli”11

Secondo lo scienziato, i latticini stimolerebbero la produzione di una proteina chiamata IGF

responsabile della produzione degli ovuli.

- Fattori iatrogeni: contraccettivi orali ed assunzione di acido folico. Si è ipotizzato

che la riduzione delle gravidanze gemellari alla fine degli anni ’70 fosse solo il

risultato di una diminuzione della doppia ovulazione delle donne, quelle che

sospendevano l’assunzione di anticoncezionali. Vi sono state poi altre ipotesi

secondo cui l’assunzione di acido folico, ormai prescritto in molti paesi sia prima

della gestazione sia durante, potesse in qualche modo incidere nelle gravidanze

gemellari. Queste ipotesi però, ad oggi, non sono state accettate ne confermate.

11 http://www.focus.it/scienza/salute/nascono-piu-gemelli-e-colpa-dei-latticini

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16

3. Galton e l’eugenetica

I primi studi in questo campo di ricerca risalgono alle teorie di Mendel che sosteneva che in

ogni individuo ci sono due elementi di ereditarietà per ciascun carattere e questi possono

reagire in maniera dominante o recessiva. Inoltre, questi si dividono durante la riproduzione

e la prole quindi riceve solo uno dei due elementi da ciascun genitore.

Nella seconda metà dell’ottocento si è iniziato a considerare il fenomeno gemellare da un

punto di vista scientifico grazie a Francis Galton uscendo fuori dal campo prettamente

ostetrico.

Francis Galton fu uno psicologo e naturalista inglese, cugino di Darwin, che si approcciò a

tale fenomeno come un nuovo metodo di indagine scientifica in modo da cogliere obiettivi

riguardanti gli ambiti più diversi della natura umana. Nel 1875 Galton pubblica “The history

of twins as a criterion of the relative powers of nature and nurture” in cui riteneva possibile

dimostrare in che modo fattori ereditari “nature” e fattori ambientali “nurture” influissero

sulla crescita individuale. Naturalmente ciò era possibile attraverso l’osservazione di coppie

di gemelli.

Galton nel suo “metodo classico dei gemelli” o “metodo per gruppi contrastanti” partiva

dall’idea che i gemelli monozigoti avessero origine dallo stesso uovo fecondato e perciò

avessero un identico corredo genetico a differenza dei gemelli dizigoti che erano considerati

invece comuni fratelli con corredo genetico differente. L’osservazione, dunque, veniva fatta

per entrambe le coppie che crescevano in uno stesso ambiente educativo. Se la coppia

monozigote avesse presentato caratteri similari e la coppia dizigote caratteri contrastanti

significava che nello sviluppo della personalità ciò che influisce di più è il fattore ereditario

mettendo da parte l’influenza dell’ambiente in cui si vive.

Ma Galton fece riconoscere il suo nome anche per aver introdotto un termine ed una

disciplina nuova nella seconda metà dell’ottocento: l’eugenetica o eugenica. Questa

disciplina si proponeva di migliorare la specie umana seguendo metodi di selezione usati per

animali e piante, promuovendo i caratteri fisici e mentali, nel caso degli esseri umani, ritenuti

positivi e rimuovendo quelli negativi. Le idee di Galton vennero poi usate dal contesto

politico e sociale per giustificare le disparità presenti nella società inglese del XIX secolo,

secondo cui erano dovute all’ereditarietà dell’intelligenza e non alle disparità economiche e

culturali.

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17

“La strada che Darwin non aveva preso in considerazione fu invece seguita fino in fondo

dal cugino Galton. Senza esitazione egli aprì le breccia all’idea che la selezione artificiale

costituisse un efficace strumento per controllare e migliorare la razza umana.”12

4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta

Durante il nazismo gli studi sull’eugenetica continuano grazie al conte Otmar Von

Verscheuer e il suo allievo Josef Mengele. Entrambi furono spinti dal desiderio di creare una

“razza superiore” servendosi della manipolazione genetica. Il professor Verscheuer fu

esperto nella genetica e diventò direttore del Dipartimento di Antropologia presso il Kaiser

Whilhelm Institut a Berlino dove continuò i suoi studi biologico – razziali in collaborazione

con il suo allievo Mengele che diventò poi suo assistente. Entrambi si appassionarono allo

studio dei gemelli infatti condussero esperimenti sulla tubercolosi e altre malattie nei gemelli

e si prepararono per effettuarne dei nuovi nei campi di concentramento. Proprio qui ebbe

inizio quello che tutti definiscono il vortice degli orrori che hanno contraddistinto la

personalità del professor Mengele soprannominandolo “angelo nero” o “angelo della morte”.

Egli seleziona 1500 coppie di bambini gemelli, ma gli studi prevedono la ricerca del segreto

della gemellarità attraverso l'autopsia e così solo 258 tra le cavie umane sopravvivono.

Il professore di occupava dei suoi prigionieri selezionandoli personalmente al loro arrivo:

Dopo essere stati selezionati, appena fuori dai treni, venivano immediatamente lavati per poi

essere condotti nell'ambulatorio medico. Gli esami iniziavano dalla testa che veniva misurata

anche per più giorni, venivano sottoposti ad un esame completo ai raggi X in tutto il corpo,

venivano prelevati campioni di sangue e a volte ne prelevavano un quantitativo talmente alto

da provocare la morte del bambino.

Queste pratiche erano dolorose e crudeli, senza alcun tipo di anestesia e spesso terminavano

con la morte simultanea di entrambi con iniezioni di fenolo o cloroformio nel cuore. Le

attività effettuate erano di vario tipo, come il prelevamento di tessuti dai reni, dalla prostata

e dai testicoli per i maschi, mentre molte ragazze vennero sterilizzate; operazioni

12 Terenzio Maccabelli, 2008, Nascere disuguali: considerazioni su eugenetica ed ereditarismo in Italia, Franco Angeli, Milano, pag. 11

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chirurgiche, tutto con una durata di circa tre settimane. A volte, veniva iniettato loro il tifo

semplicemente per vedere se reagivano o meno allo stesso modo.

Alcuni collaboratori, selezionati tra i detenuti dei campi di concentramento, raccontarono di

aver assistito ad un esperimento mal riuscito: l’angelo nero tentò di creare artificialmente

una coppia di gemelli siamesi cucendo gli arti di due bambini zingari.

A peggiorare le sue ossessioni fu l’afflusso di ebrei provenienti dall’Ungheria, così a sua

completa disposizione ebbe più di 400 vittime contemporaneamente. Con questi gemelli

iniziò a testare trasfusioni incrociate di sangue di tipo differente tra i gemelli, esperimenti

sul midollo osseo e altri inutili studi che non avevano alcun fondamento scientifico.

Mengele era ossessionato dai gemelli osservandone i corpi continuamente e cercando di

scoprire quale fosse il segreto per la moltiplicazione della razza

“Ogni madre ariana, con un parto gemellare, potrà fornire un individuo in più alla razza

la cui vocazione era quella di dominare le altre”13

Un’altra ossessione era segnata dal colore dei capelli e degli occhi, nello specifico per

l’eterocromia cioè uno scoloramento dell’occhio causato da atrofia di un pigmento. Il suo

intento era quello di trovare il modo di influire sul colore degli occhi facendoli diventare

azzurri iniettando nell’iride metilene blu. Il risultato spesso, oltre alle sofferenze, era quello

della cecità della cavia e nessun cambiamento.

Ogni gemello doveva essere curato e alimentato allo stesso identico modo e soprattutto

doveva morire in buone condizioni e nello stesso momento del suo compagno. I suoi gemelli

erano esaminati insieme per accertarne le similitudini anatomiche e tutti i suoi esperimenti

terminavano con la dissezione dei corpi. Se una coppia di gemelli monozigoti presentava

buone condizioni di vita identiche, li faceva morire insieme creando così una condizione

ideale per realizzare una comparazione “post-mortem” e decifrare il segreto della

riproduzione della razza.

Crudele e spietato nei suoi esperimenti ma affettuoso come un padre con i gemelli che lo

chiamavano spesso “Zio Pepi”.

13 Philippe Aziz, 1975, I Medici dei lager, Edizioni Ferni, Ginevra, p. 184-185

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“Questo dualismo -- una sconcertante combinazione di affetto e violenza -- mi è stata

costantemente descritta. La sopravvissuta polacca, ad esempio, lo definì "impulsivo... (di)

carattere collerico,", ma "nell’atteggiamento verso i bambini (gemelli)... tenero come un

padre..." ... I gemelli lo chiamavano spesso "Zio Pepi", e altri gemelli raccontarono come

Mengele portasse loro caramelle e poi li invitasse a fare un giro con la sua macchina, che

poi risultò essere "una piccola gita con lo Zio Pepi, alla camera a gas." Simon J. spiegò

succintamente: "poteva essere amichevole e uccidere."14

Nel 1944 Mengele fece in modo che il suo aiutante ebreo inviasse all’istituto di Berlino, di

cui era direttore il professor Verschuer, occhi di zingari, organi interni di bambini sordi,

scheletri di due ebrei e campioni di sangue di gemelli infetti da tifo.

Tutto era mosso da un unico obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero

sufficiente per rimpiazzare tutte le persone sterminate.

Tutto l’operato dell’angelo della morte ha riempito molte pagine dure della storia della

Germania nazista e si conclude poi con l’avanzata russa e la fuga del dottor Mengele che

non affrontò mai il processo di Norimberga.

Arrivato in Argentina sotto falso nome, mette a frutto gli studi di Auschwitz. Si presenta

come veterinario e promette agli allevatori il segreto per moltiplicare i migliori esemplari

delle proprie mandrie per poi passare agli esseri umani. Successivamente si sposta a Cândido

Godói, una comunità di esuli tedeschi, in cui realizza il sogno di una razza dominatrice con

occhi azzurri e capelli biondi. Dopo il 1963 questa comunità diventa la “città dei gemelli” in

quanto una gravidanza su cinque si conclude con la nascita di una coppia di gemelli con

caratteristiche ariane. Ad oggi, nessuno sa di quali strumenti o preparati si è servito lo “zio

Pepi” per rendere il Brasile famoso come “la terra dei gemelli”.

14 Roert J. Lifton, 2003, I medici nazisti. La psicologia del genocidio, Rizzoli, pag. 355.

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Fig.4 Ottava edizione della Festa dei gemelli che si tiene ogni anno a Cândido Godói, la “città dei

gemelli” in Brasile

5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica

Luigi Gedda fu un medico e attivista italiano e a lui viene riconosciuto il merito di aver

fondato nel 1952 la rivista Acta Geneticae Medicacae ed Gemellologiae e, il 6 settembre

1953, l’Istituto di Genetica Medica e Gemellologia Gregorio Mendel.

Durante il suo percorso di studi e crescita professionale, il professore fu attirato dal sistema

glutationemico (sistema enzimatico con funzione antiossidante che serve a proteggere i

globuli rossi dai radicali liberi) notando che il dosaggio del glutatione nei gemelli monozigoti

ha rivelato la stessa concentrazione. Fu proprio questo particolare suscitare tanta curiosità

verso il fenomeno gemellare e a riconoscere l’importanza e la grande utilità che esso poteva

avere per le scienze biomediche. È proprio così che nasce, prima ancora della Genetica,

quella che oggi conosciamo come “Gemellologia” disciplina che abbraccia il campo della

genetica, psicologia e ostetricia utilizzando i gemelli come esperimento naturale per la

comprensione delle malattie e del comportamento umano.

Gedda attirò l’interesse scientifico internazionale mostrando al mondo medico italiano

l’importanza e il peso della Genetica. Fino ad allora, infatti, non esistevano in Italia cattedre

di Genetica Medica.

Nel 1951 pubblicò un lavoro di un notevole spessore intitolato “Studi dei gemelli” che

comprendeva la bibliografia di tutti i lavori gemellari che erano stati fatti fino a quel

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momento. Gedda fu il primo al mondo a parlare dei geni come se fossero entità che hanno

una propria vita media. Egli paragonò la vita ad una torta di compleanno: la vita dell’uomo

è rappresentata da molte candele con la differenza che queste sono tutte presenti in occasione

della nascita. Un aspetto importante del gene è il suo periodo di attività perché ogni gene ha

un’attività determinata nel tempo. Ogni candela, quindi, ha la sua lunghezza e la variabilità

di questa lunghezza è ereditata e individuale a meno che non intervenga il “soffio della

malattia per spegnerla”.

Lo studio dei gemelli continuò ad essere il filo conduttore che lo teneva legato alla medicina.

Egli analizzò le differenze tra gemelli dizigoti e monozigoti e quelle all’interno di questi

ultimi, capendo che nell’ambiente endouterino era possibile che ci fosse una sorta di

“competizione” per la sopravvivenza tra gemelli e questa competitività poteva alterare

l’identità genotipica o causare l’insorgenza di varie tipologie.

Secondo il modello proposto da Gedda invecchiamento e morte dell’individuo sarebbero il

frutto dell’incapacità da parte dei geni a restare uguali a se stessi.

Da un punto di vista medico risultava molto interessante l’insorgere di una patologia in un

gemello monozigote e la totale assenza della stessa nel suo cogemello e proprio su questo si

concentra il suo metodo che lui stesso definiva clinico – gemellare. Iniziò quindi un lungo

percorso di osservazione e ricerca sia di tipo patologico esaminando la sincronicità

dell’insorgenza di malattie ereditarie nelle coppie gemellari; sia di tipo fisiologico rilevando

le affinità dal confronto di essi.

Durante la direzione dell’Istituto “Gregorio Mendel” di Roma, Gedda rilasciava ai genitori

dei gemelli un decalogo il quale raccoglieva una sorta di consigli di carattere sanitario e

psico – pedagogico:

“I genitori dei gemelli devono sapere:

1. I gemelli la cui nascita è oggi in aumento possono essere "identici" in quanto

possiedono il medesimo patrimonio ereditario perché derivano da un solo ovulo

fecondato da un solo spermatozoo e vengono chiamati monozigotici (MZ), oppure

possono essere "diversi" in quanto hanno in comune solo la metà del patrimonio

ereditario e vengono chiamati dizigotici (DZ).

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2. I gemelli MZ e DZ nascono di solito in sottopeso causato dalle esigue dimensioni

della cavità uterina e la data del parto è spesso anticipata.

3. Il peso del gemello neonato per lo più raggiunge il peso normale del nato singolo

durante il primo anno di vita.

4. E' opportuno controllare ogni quindici giorni l'accrescimento ponderale dei gemelli

per circa un anno dopo la nascita e fornire ad essi un'alimentazione arricchita

secondo i consigli del pediatra.

5. Le identiche qualità sensoriali e percettive dei gemelli MZ producono in essi una

rappresentazione analoga del mondo esterno ed una reattività equivalente.

6. Tale affinità provoca fra i gemelli della coppia MZ un legame psicologico intenso

per cui tendono a isolarsi nell'ambito familiare formando un gruppo a sé.

7. Il legame di coppia, del quale i cogemelli si compiacciono, produce spesso la

formazione e l'uso di un linguaggio segreto composto non di parole, ma di fonemi

che risultano incomprensibili agli estranei. Questo linguaggio è fonte di umorismo

da parte dei gemelli, ma anche di danno perché essi tardano ad imparare il corretto

linguaggio normale.

8. Il legame intracoppia viene aggravato da parenti ed estranei che considerano

simpatica l'esistenza di due fanciulli apparentemente identici, che difficilmente

possono essere individuati per nome.

9. L'individualità del singolo gemello che, malgrado le apparenze, esiste fin dalla

giovane età, deve essere incrementata mediante un vestiario differente, una

frequenza scolastica in classi differenti cosicché i cogemelli debbano eseguire

compiti differenti, una partecipazione a campi estivi e ad occasioni ricreative

differenti che servano a promuovere delle amicizie diverse.

10. Talvolta i gemelli MZ presentano una lateralità invertita per cui uno preferisce l'uso

della mano destra per scrivere e l'altro della sinistra, l'uno calcia il pallone con il

piede destro e l'altro con il sinistro, ecc. I genitori rispettino questa scelta di

lateralità.”15

15 Istituto Superiore di Sanità, Un pioniere italiano www.iss.it

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Quello che però ancora mancava in Italia era un registro di gemelli su base di popolazione

contenenti tutte le informazioni della vita di un elevato numero di gemelli e dei loro familiari.

A Luigi Gedda non viene riconosciuto il merito della nascita della gemellologia16 e tutti i

progressi inerenti ad essa ma soprattutto l’arruolamento di 40.000 gemelli volontari per la

raccolta di informazioni17.

6. Registro Nazionale Gemelli

Nel 2000 è stato finanziato nel nostro Paese il progetto di ricerca “Fattori genetici e

ambientali nelle malattie multifattoriali: istituzione di un registro nazionale dei gemelli”18

grazie al quale si possono evidenziare ed analizzare tutte quelle informazioni relative a

patologie comuni dipendenti da fattori ambientali e fattori ereditari. La creazione di tale

registro è stata possibile grazie alla collaborazione tra l’Istituto di Sanità, l’Università di

Roma “La Sapienza” e il Ministero delle Finanze19. L’obiettivo principale era quello di

creare un registro di popolazione di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia

genetica su caratteri complessi. Tale registro è accessibile a tutti i gruppi di ricerca che

intendono valutare il peso relativo di fattori ambientali, comportamentali e genetici nelle

patologie multifattoriali20.

L’accertamento della gemellarità viene effettuato mediante l’invio, tramite posta, di un

questionario ai probabili gemelli. Ogni gemello riceve, dunque, una lettera con informazioni

generali del progetto ed un modulo per esprimere il consenso a partecipare all’iniziativa.

Tale questionario prevede determinate domande per confermare la condizione di gemello e

16 Gemellologia: disciplina biologica e medica che studia i problemi della gemellarità 17Luigi Gedda ,1951, Studio dei gemelli. Orizzonte, Medico Roma 18 Stazi MA, Cotichini R, Patriarca V, Brescianini S, Fagnani C, D’Ippolito C, Cannoni S, Ristori G, Salvetti M., 2002, The Italian Twin Project: from the personal identification number to a national twin registry. Twin Res 19 Salvetti M, Ristori G, Tosi R, Fieschi C, Stazi A. 1997, Italian population yields world’s largest twin Registry. Nat Med 20 Cotichini R, Fagnani C, Patriarca V, Nistico L, Brescianini S, Cirrincione R, D’Ippolito C, Pulciani S, Figà-Talamanca L, Cannoni S, Ristori G, Salvetti M, Tosi R, Stazi MA, 2003, Twins in biomedical Research and the creation of the “National Twin Registry”. Epidemiol Prev

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valutarne la natura (monozigote, dizigote) e domande relative al livello di istruzione e tipo

di occupazione.

Ai gemelli che accettano di iscriversi a tale registro, viene assegnato un codice univoco di

identificazione che servirà poi per rendere anonime le comunicazioni tra il soggetto e il

Registro. Si distinguono vari tipi di “arruolamento”:

- Per gemelli minorenni: per cui necessita la presenza dei genitori/tutori. I questionari

impiegati comprendono anche la raccolta di informazioni riguardanti la familiarità,

scolarità, misure antropometriche ecc.;

- Gemelli maggiorenni: che comprende una serie di domande relative allo stato socio-

anagrafico, allo stato di vita del gemello, ad alcune caratteristiche fisiche e/o

abitudini di vita n generale.

- Per patologia: include tutti i gemelli affetti da specifiche condizioni di interesse. In

base alla situazione del caso, ogni centro clinico collabora con il Registro Nazionale

creando un file contenente le informazioni personali ed identificative dei pazienti.

Viene organizzato un centro di coordinamento, tra i clinici responsabili dei registri

di patologia, che ha il compito di raccogliere tutti i file e riunirli in un unico file

generale. Successivamente controlla le informazioni più importanti come, ad

esempio, la presenza dello stesso caso in coppie gemellari differenti o nei diversi

centri clinici. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire una lista di potenziali

gemelli affetti da quella patologia e coloro che risultano gemelli vengono informati

sul protocollo dello studio e viene chiesto loro il consenso informato;

- Volontario: prevede un tipo di adesione spontanea da parte della coppia. Tale

adesione può essere fatta tramite il sito internet di riferimento in cui sono presenti i

moduli (maggiorenni/minorenni) da scaricare e compilare manualmente oppure da

compilare online.21

21 Rapporti ISTISAN 07/55 Registro Nazionale Gemelli: istituzione, linee di ricerca, procedure generali e strumenti operativi di gestione

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Fig.5 Questionario per l’arruolamento volontario al RNG pag.1

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Fig.6 Questionario per l’arruolamento volontario RNG pag.2

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CAPITOLO 2

GEMELLI E CRIMINOLOGIA

1. Scuola positivista

A partire dalla seconda metà del IX secolo crimine e devianza vengono considerati dei

fenomeni sociali e il comportamento umano viene visto come determinato da tratti biologici,

psicologici e sociali. Tutto questo grazie all’avvento della Scuola Positivista che si fondava

sull’idea che:

“Il comportamento criminale non è un atto cosciente e libero di volontà ma può essere

legato a tendenze devianti che si originano in una struttura fisica e psichica diversa da

quella dell’uomo normale”22

Il positivismo privilegia i fatti e l’osservazione e cerca di capire il mondo partendo

unicamente dalla scienza ritenuta capace di dominare la natura. Su questa direzione si ritiene

che l’unica conoscenza che l’uomo può avere del mondo è necessariamente scientifica.

L’obiettivo dei positivisti era quello di ordinare e spiegare scientificamente il mondo attorno

a loro attraverso l’osservazione sistematica, accumulazione di prove e di fatti obiettivi.

“Per il positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un

qualsiasi organismo, scoprire le leggi che la regolano, individuando attraverso la scienza

le cure più adatte a superare i problemi che la affliggono”23

Questa scuola considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni

persona nasce con una predisposizione naturale alla devianza. Secondo questo pensiero,

quindi, ogni evento sarebbe il risultato di un altro evento avvenuto in precedenza in modo

che ogni atto deviante determina una serie di azioni ad esso collegate.

22 Gianandrea Serafin, 2012, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale, Tangram Ediz. Scientifiche, p.27 23 Ruben Sharif De Luca AA. BB. 2013, Anatomia del crimine in Italia. Manuale di criminologia, Giuffrè, Milano, pag. 11

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Come già accennato, uno degli aspetti nuovi introdotti da questa scuola è rappresentato

dall’introduzione di tecniche di ricerca basate su criteri di scientificità: si procede infatti con

la raccolta dei dati per descrivere le diversità individuali in ambito antropologico e sociale.

Uno dei primi lavori realizzati in questo ambito risale a Quetelet e Guerry due statistici che

tra il 1820 e il 1840 esaminarono le statistiche sociali. Quetelet applicò a tali dati la teoria

della probabilità per formare il concetto di persona media per poi estenderlo allo studio dei

tassi di criminalità. Grazie a questo lavoro scoprì delle variazioni di tassi di criminalità a

seconda del clima e della stagione osservando anche differenze di sesso ed età.

Tra i vari esponenti della scuola positivista in Italia, Cesare Lombroso venne considerato

come il padre della moderna criminologia. Medico e antropologo, fonda l’Antropologia

criminale come una nuova disciplina che ha lo scopo di

“Evidenziare nei criminali particolari espressioni di un’anomalia ritenuta congenita”24

L’antropologo condusse osservazioni sistematiche raccogliendo molti dati tramite varie

misurazioni su soldati, criminali, malati mentali e il resto della popolazione. Questi dati,

raccolti meticolosamente, servivano a spiegare le differenze fisiche e mentali portando lo

studioso ad affermare che i criminali sono affetti da anomalie fisiche multiple di doppia

natura:

- Atavica: caratteristiche presenti nell’antenato dell’individuo in questione;

- Degenerativa: caratteristiche possedute già dall’individuo che con il tempo tendono

ad aggravarsi;

Questi aspetti fisici delineavano un prototipo biologico definito “delinquente nato”.

A tal proposito occorre chiamare in causa una delle sue più importanti opere, pubblicata nel

1876 “L’uomo delinquente”. Proprio in questo lavoro Lombroso fa una distinzione delle

tipologie di criminali:

- Il delinquente nato in cui la criminalità è insita nella natura del soggetto e quindi

definito irrecuperabile. Questo soggetto nasce con una disposizione criminale e con

caratteristiche molto particolari: mancanza di moralità, assenza di rimorso, utilizzo

di espressioni gergali e tatuaggi. Le figure più comuni di questa categoria sono

l’omicida e il ladro. Cinismo, insensibilità psicofisica per le sofferenze e i danni delle

24 Ibidem pag. 29

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vittime, di sé e dei complici sono aspetti caratterizzanti questa categoria. Solo per

questa tipologia Lombroso dedica quattordici capitoli della sua opera osservandone

la sensibilità affettiva, sensibilità generale, affetti e passioni, religione, intelligenza e

istruzione, bugie inesattezze e pigrizia;

- Delinquente occasionale è caratterizzato da una debolezza del senso morale e risulta

deviante per fattori diversi da quelli del delinquente nato, spinto a delinquere da

influenze circostanti piuttosto che da fattori biologici;

- Pseudo – criminali quegli individui responsabili di un reato commesso senza

intenzione o spinti da situazioni particolari come l’autodifesa;

- Criminale epilettico; Malato mentale; Delinquente pazzo o debole di mente inclusi i

mattoidi, sono tutti caratterizzati dal fatto che agiscono senza alcuna motivazione,

mossi dalla follia o dalla coscienza di essere pazzi;

- Delinquente per impeto passionale o per forza irresistibile presenta un notevole

disprezzo per le leggi dovuto ad un offuscamento momentaneo del senso morale.

Passato questo momento, il delinquente tende al rimorso sincero;

I fattori che sono stati individuati alla base dell’azione criminale sono l’età, il sesso, la razza,

i fattori climatici e geografici, utilizzo di sostanze stupefacenti come l’alcool, la religione, le

condizioni culturali ed economiche. Le caratteristiche degenerative prese in esame erano:

- Cranio: piccola capacità cranica. I frenologi sostenevano che nel lobo temporale

risiedesse l’organo della crudeltà;

- Ossa facciali: fronte bassa, faccia sporgente, mandibole fortemente sviluppate,

anomalie delle orbite;

- Cervello: deviazione del peso e della sua forma;

- Anomalie dell’orecchio: soprattutto se si trattava di orecchie grandi e sporgenti;

- Strabismo;

- Anomalie delle labbra: superiore sottile;

- Capelli: lanosi, ricciuti, fitti, barba scarsa o mancante;

- Pelle: eccessiva pigmentazione o troppo rugosa e in particolare ai vari tipi di rughe

(ruga zigomatica, nasolabiale, frontale, verticale, zampa d’oca). La causa più

importante di questo aspetto è certamente quella anatomica e congenita ma venne

dato maggiore peso anche e soprattutto alla mimica abituale del delinquente;

- Anomalie dei denti: anormale sviluppo dei denti;

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- Mancinismo, balbuzie o altre anomalie funzionali.

Venne data una certa importanza anche alla statura, al peso, alla forma delle mani e dei solchi

palmari, al rapporto tra statura e apertura delle braccia. Tutto ciò era il frutto di osservazioni

scrupolose e attente misurazioni dei crani, delle facce, dei piedi dei delinquenti. Se il

soggetto preso in esame presentava un elevato numero di caratteristiche degenerative,

chiamate “stimmate degenerative”, poteva essere inserito nella categoria criminale.

Successivamente, oltre a queste caratteristiche Lombroso decise di includere anche altri

elementi scatenanti il fattore delinquenza: i fattori economici e sociali.

A tal proposito, Garofalo coglie l’occasione per individuare alla base del comportamento

criminale una combinazione di fattori ambientali, casuali e naturali e si dimostrò scettico nei

confronti delle teorie di Lombroso. Secondo il criminologo, infatti, la delinquenza non

dipendeva da fattori biologici bensì dal fatto che certe persone fossero meno sviluppate

moralmente rispetto ad altre.

Dopo la classificazione dei delinquenti di Lombroso, Garofalo ne fa un’ulteriore distinzione:

delinquente omicida, delinquente violento, delinquente mancante di onestà e delinquente

lascivo. Nei suoi studi sulle anomalie morali e psichiche, il criminologo afferma che la

mancanza di moralità rende l’essere umano libero di commettere o meno il delitto e proprio

per questo è necessario cambiare il metodo di investigazione criminologica abbandonando

l’analisi delle azioni per prendere in considerazione l’esame dei sentimenti che fino ad allora

non erano stati valutati. A tal proposito individua due tipi di sentimenti morali di fondo

dell’uomo:

- Sentimento di pietà dove per pietà si intende la reazione ad un determinato evento

come può essere la rabbia, il disgusto o l’irritazione;

- Sentimento di probità che è data dal necessario rispetto dei diritti altrui e l’astenersi

dal recare danno alla società.

1.1 Ereditarietà e ambiente

Ci si è interrogati spesso se esiste una connessione tra eredità e criminalità nel senso che

alcuni individui nascano o meno criminali. Questa ipotesi risulta paradossale in quanto

l’ereditarietà è una realtà biologica non modificabile, legata a fattori genetici indipendenti

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31

da quelli culturali e sociali. La criminalità, invece, cambia a seconda della cultura e delle

norme di riferimento.

In campo biologico Richard Dugdale esaminò i precedenti familiari dei criminali in modo

da individuarne un’ereditarietà. Egli fu il primo a realizzare una ricerca che considerò la

criminalità legata a cause biologiche.

Dugdale25 studiò l’albero genealogico della famiglia Juke che lo portò a considerare che il

comportamento antisociale è ereditario. Secondo lo studioso, nelle generazioni di questa

famiglia è presente un buon numero di criminali, prostitute e vagabondi, tutti discendenti da

un padre criminale.

Un altro studio simile a quello di Dugdale fu quello realizzato da Henry Goddard26 sulla

famiglia Kallikak. Questo studio confronta le storie di due rami familiari discendenti da un

soldato, discendente da una buona famiglia, durante il periodo della guerra di indipendenza

americana. La prima linea si ha dalla relazione con una barista mentalmente labile, la

seconda linea si ha dal matrimonio con una donna benestante. Molti degli individui nati dalla

prima linea, cioè nati dalla relazione con la barista, presentano comportamenti devianti e

criminali. A conclusione, Goddard afferma che la labilità mentale potrebbe essere una causa

ereditaria del comportamento criminale.

Un altro studio simile è stato condotto da Hooton,27 un antropologo americano, che studiò

circa 17.000 prigionieri e liberi cittadini. Dalle sue osservazioni emersero degenerazioni

intellettuali, fisiche, morali e genetiche dei prigionieri. Secondo l’antropologo, esiste una

relazione fra natura, condizioni ambientali e il crimine e quindi quest’ultimo è il risultato

dell’impatto dell’ambiente sugli esseri umani ritenuti inferiori.

Anni più tardi, Robins28 tentò di dimostrare una correlazione tra criminalità dei genitori e

quella dei figli. Lo studioso osservò il comportamento criminale del padre che costituiva uno

dei fattori predittori del comportamento antisociale del figlio. Nel 1975, insieme con West e

25 Richard Dugdale, 1877, The Jukes: A Study in Crime, Pauperism, Disease, and Heredity : Also Further Studies of Criminals, G. P. Putnam’s sons 26 Henry Herbert Goddard, 1913, The Kallikak Family: A Study in the Heredity of Feeble-Mindedness 27 Earnest Albert Hooton, 1939, Crime and the Man, Harvard University 28 Lee N. Robins, Patricia A. West, Barbara L. Herjanic, 1966, Arrests and delinquency in two generations: a study of black urban families and their children

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Herjanic29 scoprirono che i bambini figli di entrambi genitori criminali, presentavano rischi

maggiori di diventare delinquenti.

Tutti gli studi sulle famiglie ci riportano, come unico collegamento, all’azione dei fattori

ambientali sfavorevoli a cui i bambini vengono esposti quali, ad esempio, l’educazione, la

disgregazione familiare ecc.

Negli anni ’40 gli studi che ebbero maggior successo nella comunità scientifica, furono

quelli condotti da William Sheldon30 che diede un contributo importante alle teorie della

tipologia fisica, le quali sostenevano che certe caratteristiche del corpo sono fondamentali

per la predisposizione a commettere atti criminali.

Sheldon propose tre categorie che includevano caratteristiche fisiche e inclinazioni

caratteriali: i somatotipi.

Tipo somatico Caratteristiche fisiche Temperamento

Endomorfo Molle e tondeggiante

(Prevalenza visceri)

Lento, socievole,

Tranquillo

Mesomorfo Robusto e muscoloso

(Prevalenza muscoli)

Attivo e aggressivo

Ectomorfo Fragile e snello

(Prevalenza tessuto

nervoso)

Freddo, distaccato,

Introverso

Tab.I: Tipi somatici e devianza (Bertelli, 2001)

L’endomorfo è un individuo che presenta una costituzione grassa con personalità rilassata

gioviale ed estroversa; il mesomorfo si presenta con il corpo muscoloso, ossa larghe e una

personalità aggressiva, estroversa e attiva; l’ectomorfo ha una corporatura gracile con ossa

piccole e una personalità sensibile e introversa.

Una critica mossa nei confronti degli studi di Sheldon consisteva nel fatto che all’interno dei

delinquenti era quasi scontato che prevalessero i mesomorfi dato che gli atti delinquenziali

richiedono una certa forza fisica e agilità che quindi possono essere caratteristiche

29 Ibidem 30 Sheldon, Stevens, Tucker, 1940, The varieties of human physique: An Introduction to constitutional psychology

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33

preferenziali. Oltre a questo, anche il maggior controllo sociale esercitato dalla polizia e

un’alta possibilità di essere incarcerati potrebbero essere dei fattori richiedenti forza e agilità

soprattutto in specifiche aree urbane o in determinati sottogruppi.

Successivamente Shaldon e Eleanor Glueck31 approfondirono gli studi sulla tipologia fisica

pubblicandone il risultato nel 1950 dal titolo “Unraveling Juvenile Delinquency”. Gli autori

cercarono di verificare l’esistenza di un rapporto fra i tipi somatici studiando la devianza

giovanile prendendo in esame il più ampio possibile numero di fattori predittivi il reato. Alla

fine di questo studio durato molti anni, i coniugi Glueck conclusero che non è possibile

affermare l’esistenza di una “personalità delinquenziale” tra i mesomorfi né tanto meno in

relazione ad altri tipi di costituzione fisica o di carattere ma una combinazione di determinati

fattori, quali ad esempio socioculturali, intelligenza, personalità ecc, potrebbe dare come

risultato un’elevata possibilità che i soggetti provenienti da zone sottosviluppate possano

diventare delinquenti. In questo caso un ruolo di fondamentale importanza è occupato dalla

famiglia in quanto risulta essere determinante nella strutturazione della personalità del

soggetto. Un ambiente familiare degradato potrebbe accentuare e favorire l’insorgere di

forme di disadattamento infantile che, a loro volta, potrebbero far nascere comportamenti

antisociali e delinquenziali.

Sheldon e Eleanor Glueck al termine dei loro studi, oltre agli aspetti biologici, antropologici,

riconoscono l’importanza degli aspetti psico – dinamici e socio – ambientali.

2. Fattori psicologici, biologici e sociali

Molti psichiatri hanno studiato gli effetti del conflitto inconscio sul comportamento

criminale. Uno tra questi è stato Sigmund Freud fondatore della psicanalisi che ha fornito un

contributo notevole alle teorie dello sviluppo della personalità con l’opera “Totem e Tabù”.

In quest’opera Freud ipotizzava un crimine primordiale all’origine della legge umana e in

ragione di ciò l’uomo nasce con la legge e il crimine. Egli collega la criminalità ad un

31 Shaldon e Eleanor Glueck, 1950, Unraveling Juvenile Delinquency

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inconscio senso di colpa che il soggetto prova per il complesso di Edipo e di Elettra a seconda

del sesso del soggetto in questione.32

Altri studi, concentrati sulla delinquenza giovanile, hanno mostrato che alcuni ragazzi

tendono a soddisfare ogni loro richiesta e/o necessità senza nessuna considerazione degli

altri. Un comportamento simile può essere creato da una mancanza di relazioni durevoli nella

prima infanzia e da una scarsa identificazione con gli adulti. Nei casi più gravi vi è una

compresenza di ribellione e insoddisfazione che spinge i soggetti delinquenti ad evitare

l’inibizione dell’azione criminale.

Healy33 ed altri psichiatri hanno esaminato i giovani all’interno di un istituto psichiatrico e

dopo numerose sedute scoprì che ogni giovane, ad un certo punto della propria vita, aveva

subito un trauma emotivo. Successivamente lo psichiatra intervistò anche i fratelli e le sorelle

dei soggetti osservati e ne concluse che il trauma emotivo era responsabile dei conflitti

psicologici tanto da sfociare in condotte devianti.

Un altro importante studio è stato realizzato sulle differenze di personalità: Minnesota

Multiphasic Personality Inventory – MMPI. Questo complesso test della personalità

psicopatiche era costruito in base alle risposte fornite dagli internati a particolari domande.

Le risposte più significative sono quelle che si discostano totalmente dalle risposte che

davano i soggetti normali sottoposti alle stesse domande. Il risultato di tale studio è stato

individuato nel fatto che i giovani detenuti raggiungono un punteggio più alto di quelli

normali, ritenendo così che la psicopatia potrebbe essere una causa di delinquenza.

Nel 1989 Jeffery propone la sua prospettiva secondo cui le caratteristiche psicologiche,

biologiche e sociali vanno considerate come elementi che influenzano il comportamento

criminale degli individui. L’organismo, per lo studioso, è il risultato di tre sistemi

fondamentali: struttura e funzioni del cervello, patrimonio genetico e apprendimento. Ogni

individuo nasce con particolari caratteristiche biologiche e psicologiche le quali possono

32 Complesso di Edipo/Complesso di Elettra si manifesta tra i tre e i cinque anni di età con un desiderio amoroso del bambino verso il genitore del sesso opposto. Il genitore dello stesso sesso viene vissuto come un rivale e quindi è oggetto di sentimenti ostili. Si ha il superamento di esso quando il bambino diventa consapevole del fatto che i genitori hanno un rapporto che esiste prima della sua nascita. Tale complesso risulta essere un passaggio fondamentale della crescita, un momento cruciale in cui si sanciscono le differenze trai sessi e le generazioni e si influenza la natura delle relazioni e dell’identità sessuale. Dizionario di Medicina Treccani www.treccani.it 33 David Healy, 1999, The Anti-Depressant Era, Harvard University Press

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35

causare determinate forme di comportamento e queste caratteristiche naturali sono

indipendenti dal processo di socializzazione.

In ambito sociologico si è tentato di dare una spiegazione al comportamento individuale e ai

tassi di criminalità a livello sociale. L’idea di fondo era che il comportamento, criminale e

non, comprendesse un processo di imitazione degli altri. A tal proposito Tarde34 distingue i

comportamenti a breve e lungo termine: le persone socialmente inferiori ripropongono,

copiandolo, il comportamento delle persone socialmente superiori ed è in questo modo che

si potrebbe diffondere anche un comportamento deviante o l’uso di nuove e insolite tecniche

omicide. Inoltre, i comportamenti a breve termine “alla moda” andavano di pari passo con

lo sviluppo della popolazione.

Non è mancato chi, come Wilson e Herrnstein,35 sosteneva che i criminali nascono con una

predisposizione al crimine e continuano, nell’arco della loro vita, ad accrescere questa

caratteristica. Gli studiosi combinano caratteristiche genetiche e di personalità con

predisposizioni psicologiche, uso di droghe e fattori di socializzazione per approdare a quella

che viene definita criminalità di strada.

2.1 La famiglia

In Italia, la psicologia ha fornito contributi importanti nella ricerca delle cause della

criminalità soprattutto quando ha incentrato tutti gli studi sulle correlazioni con la famiglia.

All’interno della famiglia si realizzano tutti quei processi di identificazione attraverso cui

nasce e si struttura la morale e la coscienza dell’individuo assorbendo valori e principi delle

figure di riferimento. Un ruolo particolarmente importante, nell’ambito della personalità, lo

occupano le relazioni e il contesto in cui l’individuo nasce e si forma.

Diana Baumrind36 mette in relazione lo stile educativo genitoriale con l’acquisizione della

competenza sociale dei figli. Una buona educazione permetterà ai figli di affrontare gli

eventi della vita con flessibilità e di stabilire rapporti interpersonali improntati alla

34 Gabriel Tarde, 1901, L'opinion et la foule, 35 Richard J. Herrnstein, James Q. Wilson, 1985, Crime and Human Nature Summary 36 Diana Baumrind, 1966, Effects of Authoritative Parental Control on Child Behavior, Child Development

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36

collaborazione. La psicologa prende in considerazioni quattro variabili che si riferiscono agli

aspetti dell’intervento genitoriale:

- Richieste di maturità;

- Controllo

- Comprensibilità della comunicazione

- Premure ed attenzioni

Influenza reciproca di queste variabili dà vita a tre stili di educazione con diverse

ripercussioni sulla competenza sociale:

- Genitori autoritario: bambini con competenza intermedia. Il genitore che presenta

questo stile educativo pretende obbedienza senza spiegazioni sulle proprie decisioni,

distaccato usa punizioni come forma di controllo, esprime valutazioni e giudizi

evitando il dialogo.

- Genitori autorevoli: bambini con competenza sociale alta. Il genitore in questione

rispetta i desideri del figlio rispettando i limiti stabiliti attraverso delle regole.

- Genitori permissivi: bambini con competenza sociale scarsa. Questa tipologia è

caratterizzata da un’elevata accettazione ed uno scarso controllo del figlio.

Affettuoso e comprensivo non guida il bambino nelle sue scelte non pretendendo

disciplina e fornendo poche regole.

Secondo la studiosa, tutte le volte i genitori esercitano un maggiore controllo, attraverso

comportamenti autoritari o iperprotettivi, si ostacola in qualche modo la crescita

dell’individuo e la sua autonomia e autogestione.

Nel 1987 lo studioso Robert Plomin37 si domandò quanto fosse forte l’influenza che la

famiglia potesse esercitare nella crescita dei fratelli rendendoli così diversi gli uni dagli altri.

Teoricamente, i fratelli normali e ancor di più i gemelli, dovrebbero essere più simili tra loro

in base alle somiglianze dei loro geni. Nel 2000 i genetisti comportamentali erano così

ansiosi di capire fino a che punto un ambiente familiare condiviso influenzasse la futura

personalità che effettuarono uno studio su 43 gemelli adottati. Sommando i dati dei 43

gemelli si scoprì che solo il 2% delle differenze comportamentali era dovuto all’influenza

dei genitori e quindi all’ambiente in cui erano cresciuti.

37 Robert Plomin, 1987, Why are children in the same family so different from one another?

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37

Successivamente gli Stati Uniti finanziarono il più grande studio mai eseguito prima

sull’influenza della famiglia, tale studio prendeva il nome di NEAD “Ambiente non

condiviso nello sviluppo degli adolescenti”. A partire dal 1988 si osservarono 720 coppie di

fratelli appartenenti a diverse tipologie (gemelli monozigoti, gemelli dizigoti, fratelli

normali, fratellastri, sorellastre ecc.) e furono seguiti intensamente per più di tre anni e poi

nuovamente dopo undici anni, intervistando parenti, genitori, amici e coetanei. I risultati,

tanto attesi, dimostravano un notevole effetto dei geni sulle personalità risultanti e sul loro

comportamento ma non fu osservato nessun effetto da parte di fattori ambientali come per

esempio il ruolo dei genitori o del loro metodo educativo. Lo studio NEAD confermò che

esisteva un collegamento tra la cura parentale degli adolescenti e il successivo

comportamento degli stessi e la ragione di questo era genetica e dipendeva sia dai geni della

madre sia da quelli del bambino.

“In generale gli effetti ambientali erano specificatamente legati ad un figlio e di solito non

condivisi dagli altri fratelli o gemelli presenti nella famiglia. Questo sembrerebbe indicare

che anche i gemelli identici possono reagire in modo molto diverso al medesimo

ambiente”38

A tal proposito è stato realizzato un ulteriore studio sui gemelli omozigoti che studiavano

nella stessa classe. I ricercatori osservarono per due settimane 22 coppie di gemelli dizigoti

di dieci anni e notarono reazioni differenti agli stessi insegnanti e alle stesse lezioni.

“Il fatto che perfino i gemelli dizigoti possano sperimentare il medesimo ambiente in modo

diverso rafforza l’osservazione che, generalmente, i fratelli cresciuti nella stessa famiglia

e con la stessa educazione risultano più diversi di quanto ci si aspetterebbe”39

Ma allora cosa differenzia i gemelli rendendoli diversi?

“Esistono gemelli dello stesso sesso talmente simili nel corpo e nella mente che persino la

madre ha difficoltà a distinguerli. Le loro caratteristiche, la loro voce e le loro espressioni

si somigliano; essi vedono le cose allo stesso modo, e le loro idee seguono le medesime

leggi di associazione. Questa stretta rassomiglianza necessariamente crolla sotto

38 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 128 39 Ibidem pag. 129

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38

l’influenza delle diverse esperienze ambientali gradualmente accumulate, ma spesso dura

fino in età adulta”40

A Madrid è stato condotto uno studio da un gruppo universitario internazionale presso il

Laboratorio di genetica del Centro Nazionale per la ricerca sul cancro. Questo studio ha

coinvolto 80 gemelli monozigoti, maschi e femmine, con un’età compresa tra i 3 e i 74 anni.

L’indagine si è soffermata sulle differenze epigenetiche cioè quei cambiamenti che

influenzano tutte le caratteristiche manifestate da un organismo e, quindi, il suo sviluppo, la

sua morfologia ecc. Si è arrivati alla conclusione che nei primi anni di vita dei gemelli,

l’epigenoma41 era identico ma con gli anni è andato via via differenziandosi. Crescendo in

più di 1/3 de gemelli le differenze risultano nette, questo spiega il motivo della diversità tra

di essi.

“La loro diversità sta nella diversa risposta che un identico patrimonio genetico ha dato

un input dell’ambiente esterno e di quello interno”42

2.2 Quoziente di intelligenza

Molti criminologi vedono nell’intelligenza un fattore che porta il soggetto alla scelta della

commissione di un crimine.

Alla fine degli anni ’70 l’intelligenza e le differenze del quoziente di intelligenza possono

spiegare la propensione alla criminalità fra le varie razze. Più precisamente, il criminologo

Gordon nel 1986 ritiene che il QI rappresenta uno dei migliori fattori predittivi dei tassi di

criminalità tra differenti gruppi.

40 MacMillan, 1874, English men of science, Londra 41 Il genoma umano è composto da una associazione di DNA (acido desossiribonucleico) e proteine, che si chiama cromatina. Sulla parte proteica della cromatina si svolgono due reazioni chimiche fondamentali che servono a modulare l’espressione dei geni: una di metilazione e l’altra di acetilazione. La prima serve a silenziare i geni, la seconda ad attivarli. Il meccanismo si chiama regolazione epigenetica del genoma. Questo vuol dire che il nostro patrimonio genetico può produrre risultati relativamente diversi a seconda del tipo di regolazione epigenetica che si realizza, la quale segue stimoli ambientali e interni. Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero” 42Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero”

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39

Altri studiosi realizzarono una ricerca pubblicando un articolo in cui vennero riesaminati gli

studi relativi al rapporto tra delinquenza e QI scoprendo che quest’ultimo è un ottimo

indicatore di tassi di criminalità. Inoltre affermano che il QI è strettamente correlato alla

razza e alla classe sociale di provenienza e che, poiché si ritiene che la delinquenza riguardi

individui giovani delle classi inferiori e delle minoranze etniche, si potrebbe concludere che

queste categorie dovrebbero presentare livelli di QI inferiori.

Vengono mosse alcune critiche ai test di intelligenza in quanto questi potrebbero essere usati

come mezzi di discriminazione tra i giovani affermando che la responsabilità della

delinquenza giovanile andrebbe attribuita al modo in cui la società e le istituzioni trattano

gli individui svantaggiati, ad esempio emarginandoli. Un altro aspetto da non sottovalutare

è che questi test non misurano effettivamente l’intelligenza di un individuo ma ne misurano

le abilità acquisite con il tempo.

3 Studi sui gemelli

Franz Exner43 teorizzò che non è possibile dedurre l’ereditarietà di una persona solo dal suo

comportamento perciò bisogna trovare ulteriori ragioni che, lo studioso, cerca tramite tre

metodologie d’indagine tipiche della biologia medica dell’ereditarietà:

- Analisi dell’albero genealogico dei delinquenti;

- Esame della parentela;

- Metodo di ricerca sul comportamento criminale dei gemelli.

Quest’ultimo metodo divenne di fondamentale importanza in quanto risultò l’unico in grado

di fornire al ricercatore dati di un certo spessore.

Questa metodologia prevede il confronto del comportamento dei gemelli identici e quello

dei gemelli fraterni. Come abbiamo visto, i primi presentano lo stesso corredo genetico

perché formati dallo stesso ovulo a differenza dei secondi quindi i gemelli monovulari

risultano essere più adatti per il tipo di osservazione.

43 Franz Exner, 1953, Criminologia, Casa editrice Dottor Francesco Vallardi, Milano

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40

Si riteneva che se un gemello mostrava comportamenti delinquenti e devianti, molto

probabilmente anche l’altro gemello li avrebbe mostrati.

Uno dei più importanti e complicati studi sui gemelli è stato realizzato, nel 1929, da uno

psichiatra tedesco: Johannes Lange.44

Lo psichiatra tedesco esaminò 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il

risultato di tali ricerche fece notare che nel caso di gemelli monozigoti, e quindi identici, in

10 casi entrambi i fratelli erano stati in carcere mentre nelle coppie di gemelli dizigoti, e

quindi fraterni, in solo due casi un solo fratello era stato carcerato. Questo dimostrò che i

gemelli monozigoti presentavano un alto tasso di concordanza cioè sembravano agire tutti

allo stesso modo. Ciò non avviene invece per i gemelli dizigoti nonostante vi sia uno stesso

ambiente familiare e uno stesso livello di educazione.

Non sono mancate le critiche nei confronti degli studi di Lange sui gemelli, una delle quali

è stata mossa da Mannheim45 secondo cui il campione preso in esame era troppo piccolo per

consentire generalizzazioni e una parte dei soggetti esaminati proveniva da istituti

psichiatrici e quindi presentava già in partenza anomalie mentali di conseguenza, il

comportamento criminale sarebbe potuto essere influenzato da questi disturbi e non

dall’ereditarietà. Inoltre, secondo Mannheim, quasi tutti i gemelli esaminati da Lange

provenivano dallo stesso ambiente educativo e quindi non era possibile stabilire con certezza

quanto fossero stati influenzati dall’ambiente e quanto l’uno avesse influenzato l’altro.

Allen46 sosteneva, riguardo questo studio gemellare, che i fattori ereditari non rivestono

un’importanza significativa riguardo la criminalità perché i gemelli monozigoti vengono

cresciuti nello stesso ambiente familiare e sociale che in qualche modo rinforza la loro

“somiglianza”. Per escludere i fattori ambientali è necessario che i gemelli siano stati educati

e siano vissuti in ambienti diversi e non criminali ma sarebbe un esperimento del tutto

inaccettabile e forse, per certi aspetti, crudele.

Alcune ricerche confermano che i monozigoti vissuti in ambienti differenti si assomigliano

nel comportamento sociale molto di più quelli che sono vissuti nello stesso ambiente. Questo

44 Johannes Lange, 1929, Verbrechen als Schicksal. Studien an kriminellen Zwillingen, Leipzig 45 H. Mannheim ,1975, Trattato di criminologia comparata Vol. I 46 G. E. Allen, 1986, The Eugenics Record Office at Cold Spring Harbor, 1910-1940: an essay on institutional history, in Osiris, second series, II

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41

potrebbe dimostrare che le differenze ambientali piuttosto che incidere e modificare le

differenze biologiche, tendono ad accentuarle.

3.1 Separati

Come detto precedentemente, separare appositamente due fratelli gemelli e farli crescere in

ambienti diversi e con educazioni diverse per un mero scopo scientifico sarebbe crudele ma,

purtroppo o per fortuna, la vita ha preceduto qualsiasi ricercatore sul campo. Sono molti

infatti i casi di gemelli che, per vari motivi, sono stati separati e poi ricongiunti negli anni e

uno di questi, in particolare, ha suscitato maggiore interesse.

Fig.7 Gemelli Jim Lewis

Negli anni ottanta la storia dei fratelli Jim ha cambiato la percezione del dibattito tra eredità

genetica e influsso ambientale. Due fratelli gemelli identici figli di una ragazza madre che

decide di darli in adozione quando erano di appena un mese. Adottati da due famiglie

diverse, i gemelli crescono per 39 anni distanti l’uno dall’alto, ognuno ignorando l’esistenza

dell’altro.

Nel 1979 Jim Lewis rintracciò il suo gemello che viveva poco distante da lui riuscendo

finalmente a ricongiungersi.

Dal loro incontro sono emerse molte caratteristiche simili, addirittura uguali: entrambi si

chiamavano allo stesso modo, avevano la stessa statura e lo stesso peso; si erano sposati per

la prima volta con una donna di nome Linda e per la seconda volta con una donna di nome

Betty; avevano chiamato il loro primo genito James Alan Lewis e James Allen Springer;

avevano un cane di nome Toy, amavano la stessa birra, andavano in vacanza nella stessa

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spiaggia, fumavano la stessa marca di sigarette, si rosicchiavano le unghie, avevano lo stesso

portachiavi attaccato alla cintura, accavallavano le gambe nello stesso modo, il loro hobby

era la falegnameria, guidavano lo stesso modello di macchina dello stesso colore ed entrambi

erano stati sceriffi.

Tutte queste somiglianze hanno lasciato tutti decisamente impressionati. Lo scienziato Tim

Spector a tal proposito afferma che tutto questo sicuramente dà l’impressione di un

inevitabile determinismo in cui ambiente e educazione non hanno peso:

“Basandoci su questo esempio, non sembra che abbia alcuna importanza il tipo di genitori

che avete avuto, o se siete cresciuti in un tugurio o all’Hotel Hyatt: i vostri geni

rimangono totalmente dominanti.”47

I gemelli Jim suscitarono la curiosità di tutti diventando così un caso mediatico. Giornalisti

e programmi televisivi facevano a gara a chi avesse più informazioni sulla vita dei due Jim

e questo gettò in ombra alcune piccole differenze delle loro vite: uno dei due si era sposato

una terza volta, avevano acconciature diverse e un Jim preferiva la comunicazione scritta a

quella parlata.

Spector avanza delle ipotesi per “smontare” lo stupore di tale similarità sostenendo che forse

tutte queste abitudini o preferenze non erano poi così particolari e probabilmente erano tutti

fattori dipendenti dal contesto in cui vivevano. Le due ipotesi di Spector si riferivano:

- Ambiente e gruppi sociali che i gemelli hanno condiviso. Entrambi sono cresciuti in

Ohio e in termini di diversità socioculturale non è certo come crescere e vivere a

Londra o San Francisco. Essendo una piccola cittadina, tutti i ragazzi finiscono col

fare le stesse cose e preferire la stessa marca di sigarette e di birra.

- Informazione selettiva: tutti noi abbiamo determinati tratti personali, simpatie e

antipatie che ci caratterizzano ed è possibile condividere molti elementi con altri

individui che non conosciamo e con cui non abbiamo nessun tipo di rapporto, per

esempio, preferenze per la musica, squadre di calcio, cibo ecc.

In ragione di questo, lo scienziato, afferma che se ci si sofferma solo sui tratti simili

ignorando le “diversità” è ovvio che le somiglianze finiscono per essere molto più

accentuate.

47 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 16

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“Benché i lavori scientifici dedicati al loro caso citassero anche sottili diversità tra i

due, l’impressione pubblica e popolare generata attraverso i media fu di una

somiglianza misteriosa quasi soprannaturale e dovuta alla potenza dei geni che

lasciava poco spazio, o decisamente nessuno spazio, a qualsiasi altro fattore” 48

4. Disturbi psichiatrici e crimine

Come si è già ampiamente discusso, Lombroso indirizzò i suoi studi sulla figura del

delinquente e sulle sue caratteristiche ritenute responsabili della sua condotta. Al contrario

di molti altri suoi colleghi frenologi49, Lombroso non studiò solo il rapporto tra cranio e

cervello ma cercò di prendere in considerazione anche altre parti del corpo.

Tarde, con un articolo pubblicato nella Revue Philosophique del 1885, precisa che il

criminale riguarda il delinquente nato e incorreggibile, cioè criminale per natura che è

l’unica responsabile della sua condotta. Tarde procede con la descrizione del criminale:

basso e grosso, non particolarmente forte perché ha muscoli deboli e, contrariamente a

quanto Lombroso e Ferri avevano precedentemente affermato, la testa dei delinquenti non

risultava più voluminosa di quella dei ladri. Un’altra differenza che si discosta dal pensiero

di Lombroso è ricavabile dal confronto tra delinquenti e folli. Tarde affermava che il delitto

doveva essere ritenuto una professione, frutto di un’eredità resa forte dall’ambiente in cui si

vive50.

Molti studiosi si sono confrontati proprio sulla tematica della follia, o meglio dire, sui

disturbi psichiatrici come fattori predittivi di comportamenti criminali. Sotto questo punto

di vista i soggetti devianti vengono visti come soggetti dipendenti dai loro impulsi e incapaci

o impossibilitati ad orientare le loro scelte quotidiane.

Gli studi psicoanalitici vertono su due punti cardine:

48 Ibidem pag. 16 - 17 49 Frenologia disciplina medico-scientifica fondata da Franz Joseph Gall tra il XVIII e XIX secolo. Secondo questa disciplina era possibile definire le qualità psicologiche di un individuo esaminandone la conformazione del cranio. Secondo lo studioso, il cervello era suddiviso in tante regioni quante erano le caratteristiche della personalità di un individuo: più una facoltà era sviluppata, maggiore era il volume dell’area cerebrale corrispondente. 50 Roberta Bisi, 2009, Gabriel Tarde e la questione criminale, Franco Angeli, Milano

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- L’inconscio: considerato come una presenza di forze psichiche profonde nella

struttura della personalità;

- Visione dinamica della psiche: un insieme di forze, in contrasto tra loro, agenti nel

profondo.

Muovendoci nel campo della psicanalisi occorre riportare, qui di seguito, una distinzione di

tre concetti fondamentali sui cui tutta la psicanalisi51 verterà:

- Es: corrisponde al nucleo primitivo della personalità. Freud afferma che questa

istanza è governata dal principio di piacere cioè quella tensione che mira al

soddisfacimento immediato delle pulsioni;

- Io: componente esecutiva della personalità, agisce permettendo all’uomo di

soddisfare i propri bisogni e mettendoli a confronto con le possibilità offerte dalla

realtà. È l’istanza che sta a media le pulsioni istintive e orienta l’azione. Essa può

essere considerata come la componente psicologica della personalità;

- Super io: componente che controlla la personalità. Essa rappresenta i valori etici e le

norme sociali apprese nel corso della vita attraverso la socializzazione e, attraverso

la coscienza, svolge una funzione di arbitrio morale. Proprio per questo può essere

ricondotta alla componente sociale e morale della personalità

Lo psicanalista Franz Alexander, alla fine degli anni ’20 sosteneva che le persone “normali”

e i “criminali” sono dotati di strutture psichiche e somatiche molto simili, di conseguenza

non dovrebbero esserci differenze, fra i due, riconducibili a fattori ereditari ma legate alle

esperienze evolutive. Secondo lo psicanalista, il momento più importante nello sviluppo

psichico dell’individuo coincide con il complesso edipico. Le modalità attraverso cui il

soggetto attraversa questi conflitti hanno il compito di stabilire un futuro da persona normale

o da criminale nevrotico. Ciò che permette all’individuo di contrastare le tendenze criminali

è una buona formazione del Super-io. Se lo sviluppo di quest’ultima istanza avviene in modo

incompleto, l’Io viene continuamente tentato di cedere alle tendenze provenienti dall’Es

violando così i divieti sociali.52

51 Antonio Imbascati, 2008, Fondamenti psicoanalitici della psicologia clinica. Dalla psicoanalisi alle altre scienze della mente, UTET Università, Torino 52 Gianandrea Serafin, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale

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La psichiatria, insieme alla medicina legale, hanno svolto un ruolo molto importante nella

storia della spiegazione del crimine e hanno fornito delle ipotesi creando una correlazione

tra malattia mentale e comportamento criminale.

Inizialmente le ricerche della causa del comportamento criminale erano focalizzate su una

patologia o su alcune variabili personologiche. Nella metà del XIX secolo, grazie alla nascita

della psichiatria, si sono abbandonate tutte le spiegazioni di natura magico/demoniache per

lasciare ampio spazio ad un approccio più scientifico e razionale, tanto da parlare di malattia

o altre condizioni morbose che interferiscono sulla volontà del soggetto. Nel XX secolo

nascono nuovi approcci che abbracciano molti più fatto come, ad esempio, l’individuo, la

famiglia e società. L’atteggiamento più aperto nei confronti della malattia mentale permette

un avvicinamento alla realtà superando la concezione secondo cui una persona con un

disturbo psicopatologico è incapace di intendere e di volere.

“Tutti i criminali sono responsabili e capaci, salvo possibilità di provare il contrario”53

Nel 1960 alcuni autori, come Jean Pinatel, hanno effettuato degli studi sulla personalità

criminale. Pinatel distingue quattro tratti sintetici:

1. Egocentrismo: il criminale rivolge il pensiero su se stesso e questo lo spinge ad

ignorare i giudizi degli altri. Egli si giustifica per ogni comportamento assunto, anche

quello più negativo;

2. Labilità: il soggetto è sempre orientato alla ricerca di una soddisfazione immediata

dei suoi bisogni;

3. Aggressività: per compiere atti criminali è necessario che sia presente un alto livello

di aggressività cioè l’insieme di quelle energie che serviranno per superare qualsiasi

ostacolo;

4. Indifferenza affettiva: il soggetto non prova empatia per la sua vittima e si dimostra

indifferenze ai sentimenti degli altri individui.54

Solitamente si è spinti a credere che chi commetta un crimine sia un soggetto mentalmente

disturbato. Da alcune ricerche empiriche è emerso che i malati di mente commetto lo stesso

53 U. Fornari, 1977, Trattato di Psichiatria forense, Utet, Torino 54 Pinatel J., 1960, La criminologia, Libraire Dollard, Paris

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numero di reati delle persone sane e sono, perlopiù, responsabili di crimini “minori”, come

ad esempio danneggiamenti o oltraggi al pudore.55

Vi sono però alcune psicopatologie che possono rendere vulnerabili alcuni individui per

determinate forme di criminalità:

- Schizofrenia: disturbo che presenta esagerazioni del pensiero deduttivo (deliri), della

percezione (allucinazioni), del linguaggio e della comunicazione in generale (eloquio

disorganizzato) e del controllo del comportamento, appiattimento dell’affettività.

Tutti questi sintomi sono in grado di indurre alterazioni della coscienza. I soggetti

schizofrenici possono commettere azioni incoerenti e inconsapevoli, durante i

“deliri”, o azioni lesive nei propri confronti o nei confronti di altre persone o cose;56

- Paranoia: alcuni tratti paranoici possono aumentare nel soggetto la sensazione di

essere perseguitato o in pericolo perciò questo potrebbe essere motivo di

comportamenti aggressivi messi in atto per “difesa”

- Alcune forme di depressione: alcuni stati depressivi, se di natura bipolare o

accompagnati da fasi maniacali o psicotici, possono predisporre il soggetto alla

condotta di comportamenti violenti o anche all’omicidio;

- Disturbo dipendente di personalità: è un disturbo che spinge il soggetto a credere

che il suo benessere dipende necessariamente dalla presenza di una persona cioè

quella con cui ha scelto di avere una relazione. Il tradimento o l’abbandono di

quest’ultima può dare origine a sentimenti opposti come rabbia e disperazione.

Quando il soggetto tenta di riallacciare la relazione senza risultato spesso capita che,

per alleviare l’ansia e il senso di solitudine, ricorra all’uso di droghe alimentando le

fantasie di vendetta nei confronti della persona che lo ha abbandonato.

- Disturbo Narcisistico di Personalità: è quel disturbo che vede il soggetto bisognoso

di attenzione. Tale bisogno è talmente tanto profondo che quando il soggetto non

riesce ad ottenerlo con mezzi normali, arriva ad utilizzare tutti i fini manipolatori a

disposizione per ottenere attenzione. La mancata attenzione ha come conseguenza

un insieme di sentimenti contrastanti come rabbia, umiliazione, senso di colpa e

55 G. Ponti, 1990, Compendio di Criminologia, Raffaello Cortina editore, Milano 56 Il DSM-IV-TR cataloga la schizofrenia come il principale disturbo psicotico e la suddivide in cinque categorie: paranoide, catatonica, disorganizzata, indifferenziata e residua. Per fare diagnosi di schizofrenia è necessario che le alterazioni siano state presenti per almeno sei mesi.

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vergogna. Per alleviare tale sofferenza, il soggetto tende ad utilizzare gli altri,

sfruttandoli, fino a progettare atti criminali per ristabilire un senso di potere.57

“T.S. 64 anni, diagnosticato schizofrenico paranoide all’età di 19 anni, una vita trascorsa

per la maggior parte nelle strutture psichiatriche, prima in OPP, poi in varie strutture

territoriali. Ospitato in una comunità da 4 anni alterna momenti di tranquillità,

remissività, apatia, a periodi di agitazione psicomotoria legata a riacutizzazioni deliranti

persecutorie. Negli ultimi tempi aveva sviluppato un’ideazione delirante persecutoria nei

confronti del compagno di camera, accusandolo di sottrargli cibo e vestiario,

accompagnato da probabili fenomeni dispercettivi di tipo allucinatorio. Gli viene

cambiata la camera, aumentata la terapia antipsicotica, ma una notte si alza, va nella

camera dove era il suo ex compagno e lo accoltella.”58

5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico

Come abbiamo precedentemente visto, Lombroso aveva ipotizzato un possibile ruolo

dell’ereditarietà nel crimine e, successivamente, Johannes Lange realizzò il suo studio sulle

carriere dei gemelli dizigoti e monozigoti.59 Lo studio di Lange suscitò non poco interesse

in questo campo tanto che altri studiosi hanno scelto di condurre studi più approfonditi. Le

coppie di gemelli studiate fino a quel periodo erano più di 750, in ognuna delle quali uno era

un criminale60. Ma gli studi sulle coppie gemellari non si sono limitati solo al campo

criminologico.

La maggior parte degli studiosi sono d’accordo nel ritenere che ci sono delle componenti

(organico/ereditarie, sociali e acquisite) che interagiscono della determinazione delle

psicosi.

57 DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore 58 Comunicazione presentata al "XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Criminologia" - Como, 14-16 Ottobre 2010 59La ricerca prese in esame 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il risultato della ricerca dimostrava che per quanto riguarda il crimine i gemelli monozigoti in complesso reagiscono in modo simile (10 coppie erano state in prigione, 3 no), i dizigoti in modo differente (2 casi in cui entrambi i gemelli erano stati in prigione, in 15 casi se un gemello era stato in prigione l’altro non aveva avuto problemi con la legge). 60 Emanuela Alberta Iacono, 2005, Omicidi in famiglia: uno studio Criminologico, Psychofenia, vol. VIII n. 12

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“Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che circa il 30 – 40% dei gemelli monozigoti di

soggetti affetti da psicosi soffrono anch’essi di psicosi, mentre la percentuale di

concordanza dei gemelli dizigoti è simile a quella di persone non imparentate tra di loro

che hanno circa il 10% delle probabilità in meno di sviluppare un disturbo psicotico”61

I disturbi psichiatrici, a differenza di altri, non hanno una modalità ereditaria chiaramente

definita e quindi sono classificati come disturbi genetici complessi. Si è tentato, da diverso

tempo, di individuare i geni coinvolti nelle patologie psichiatriche. Gli obiettivi dello studio

genetico in psichiatria sono:

- Stabilire e specificare il peso genetico nella definizione delle cause delle sindromi

psichiatriche;

- Stabilire e specificare la componente non genetica delle sindromi psichiatriche in

modo da individuare i fattori ambientali che possono fungere da concausa essenziale

di un disturbo;

- Sviluppare metodi di prevenzione o di terapia dei disturbi psichiatrici

Anche nel campo dei gemelli sono stati realizzati degli studi genetici e psichiatrici. Tali studi

hanno esaminato la concordanza o la coincidenza di un disturbo nei gemelli monozigoti e

nei gemelli dizigoti.

“Se la predisposizione del caso indice alla malattia è da attribuire all’ambiente educativo,

la concordanza rilevata tra i gemelli monozigoti e i gemelli dizigoti dovrebbe essere simile

e maggiore allo stesso modo rispetto alla popolazione. Se, d’altra parte, vi è una qualche

componente genetica nell’eziologia del disturbo, la concordanza tra i gemelli monozigoti

dovrebbe essere significativamente maggiore rispetto a quella tra i gemelli dizigoti, i cui

tassi di patologia dovrebbero essere inferiori”62

Il presupposto alla base di questa strategia di studio è che sia i gemelli identici sia quelli

fraterni abbiano gli stessi stimoli ambientali. Un altro modo per analizzare il peso della

componente genetica e ambientale è quella di osservare in che percentuale siano presenti

61 Vittorio Lingiardi, 2008, La personalità e i suoi disturbi. Un’introduzione, Il Saggiatore, Milano pag. 228 62 Atti del I Convegno Nazionale A. Pro.G 6 Aprile 2003, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio-mediche, psico-pedagogiche e sociali

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fattori discordanti per una malattia tra i gemelli identici. Dato che i monozigoti sono

geneticamente identici, ogni discordanza implicherebbe la presenza della componente

ambientale che potrebbe essere considerata come causa, concausa o fattore scatenante di una

malattia. Ciò risulta essere importante soprattutto per quei disturbi psichiatrici in cui la

concordanza tra gemelli monozigoti è alta.

Sono stati condotti importanti studi su gemelli affetti da schizofrenia:

- Luxenberg nel 1928 aveva individuato una concordanza del 66% in 22 coppie di

gemelli monozigoti63;

- Kallmann, nel 1950 a New York, reclutò 935 gemelli trovando una concordanza per

la schizofrenia tra i gemelli monozigoti dell’86%;64

- Slater nel 1953 trovò una concordanza molto alta per la schizofrenia in 41 coppie di

gemelli monozigoti, circa il 76%65

Tutte le ricerche pubblicate hanno confermato una forte concordanza tra i gemelli

monozigoti.

Oltre alle ricerche sui gemelli affetti da schizofrenia, sono state fatte altre ricerche sui

gemelli affetti da disturbi dell’umore (disturbi affettivi), disturbi d’ansia e suicidio che

confermano l’importanza dei fattori genetici nella trasmissione dei disturbi affettivi

maggiori. Numberger e Gershon trovarono un tasso di concordanza del 14% tra i gemelli

dizigoti e del 65% tra quelli monozigoti66. La concordanza per i disturbi bipolari risultava

superiore rispetto alla concordanza per la Depressione Maggiore.

Gli studi più significativi riguardano i disturbo da attacchi di panico. Torgersen nel 1983

scoprì che 4 cogemelli monozigoti su 13 erano concordanti per il disturbo di panico rispetto

a 0 cogemelli dizigoti su 1667.

63 H. Luxenberg,1928, Rapporto preliminare sullo studio psichiatrico di una serie di gemelli 64 FJ Kallaman, 1950, La genetica delle psicosi. Analisi di 1232 famiglie di gemelli. Congr. Intern. Psychiat. 65 E. Slater, 1953, Malattie psicotiche e nevrotiche nei gemelli. Spec. Rep. Ser. Med. Res. Coun. Londra, n. 278 66 ES. Gershon, JL Schreiber, JR Hamovit et al. 1984, Clinical finding in patient’s whit anorexia nervosa and affective illness their relatives. Am J Psychiatry 67 S. Torgersen, 1983, Genetic Factors in anxiety disorders, Arch Gen Psychiatry

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Grazie al lavoro di altri studiosi come Carey e Gottesmann si è rilevato che i tassi di

concordanza per il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC)68 sono più alti tra i gemelli

monozigoti rispetto ai gemelli dizigoti69. Anche Kendler condusse i suoi studi sulla

concordanza tra gemelli sul disturbo d’ansia, concludendo che questo disturbo è

moderatamente familiare ed ereditabile. Successivamente lo stesso studioso, insieme ad altri

colleghi, scoprirono che la componente genetica da un contributo notevole per i disturbi

quali l’agorafobia, fobia sociale e fobia per gli animali.70

Un aspetto che riguarda i disturbi psichiatrici e che non è stato trascurato dagli studi sui

gemelli, è il suicidio. Il suicidio rappresenta, purtroppo, un evento drammatico che si

manifesta nel corso delle malattie psichiatriche.

Nel 1812 lo psichiatra Benjamin Rush parlò di una storia di due capitani dell’esercito,

gemelli. Entrambi avevano combattuto la guerra di Indipendenza ed erano tornati a vivere

presso le loro rispettive famiglie ma alla fine si suicidarono71.

Nonostante le convinzioni del passato secondo cui non vi sono caratteri ereditari per le

tendenze suicide, alcuni studiosi, tra cui Roy, hanno trovato una concordanza di suicidio tra

i gemelli: la percentuale più alta è dei gemelli monozigoti, più bassa per i gemelli dizigoti.72

Lo studio ha coinvolto 176 coppie di gemelli di cui uno era morto per suicido: la concordanza

di suicidio era del 38% tra gemelli monozigoti e dello 0% tra i gemelli dizigoti.

Filippo Muratori, Neuropsichiatra dell’età evolutiva all’Università di Pisa:

“Illudersi di poter restare insieme ed uniti per sempre, nella morte, piuttosto che

affrontare due vite separate. La difficoltà ad accettare la separazione è spesso presente nei

fratelli gemelli e, nei casi più gravi, può portare anche alla condivisione di un gesto

68 Disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni che occupano un tempo significativo della giornata del soggetto. Tale disturbo si cronicizza tanto da compromettere il funzionamento di diverse aree di vita. Le caratteristiche di questo disturbo consistono nella ripetitività, frequenza e persistenza dell’attività ossessiva e nella sensazione che queste attività siano imposte e compulsive. Il soggetto affetto da Doc si sente obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e resistere alla patologia. Nonostante tutto, lo sforzo non gli permette di modificare il proprio comportamento. 69 Gottesman,1989, Confirming unexpressed genotypes for schizophrenia: risk in the offspring of Fischer’s Danish identical and fraternal discordant twins, Psychiatry 70 K. S. Kendler 1985, Psychiatric illness in first-degree relatives of schizophrenic and surgical control patients: a family study using DSM-III criteria, Arch Gen Psychiatry 71 Benjamin Rush, 1835, Medical Inquiries and Observations Upon the Diseases of the Mind 72 A. Roy, 1995, Attempted suicide among living co-twins of twins suicide victims. Am J Psychiatry

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estremo come la morte. Si potrebbe trattare di una reazione ad un processo di necessaria

separazione”73

Le parole di Muratori tentano di spiegare l’evento drammatico consumatosi a Latina nel

2004. Si tratta di due gemelli, Mauro e Sergio Pianura, originari di Padova e trasferiti a

Latina in cerca di lavoro, che decidono di salire fino al nono piano di un palazzo e di gettarsi

nel vuoto per arrivare insieme, quasi abbracciati, a destinazione. Prima di morire però

decidono di mandare un messaggio alla loro gemella, l’altra parte di loro, per un ultimo

saluto.

Ad attirare l’attenzione di alcuni studiosi tra le patologie psichiatriche sono stati i disturbi

dell’alimentazione: anoressia e bulimia. Questi disturbi oggi sono comunemente

diagnosticate e sono divenute un grosso problema di salute pubblica nei paesi occidentali.

Tali patologie seguono un percorso cronico con ricadute da cui è difficile uscire senza un

adeguato supporto tanto che a volte conducono anche alla morte. I disturbi

dell’alimentazione rappresentano un’interazione di vari fattori genetici, psicologici e

socioculturali. Anche in questo caso, gli studi sulla familiarità psichica e gli studi sui gemelli

sembrano indicare una vulnerabilità su base genetica che interagisce con altri fattori nel

determinare l’insorgenza di tale disturbo.74 Poiché i gemelli sono allevati nello stesso

ambiente e subiscono più o meno gli stessi fattori di rischi ambientali, la differenza nel tasso

di concordanza tra gemelli monozigoti e dizigoti potrebbe dimostrare il contributo della

genetica e dell’ambiente nel determinare lo sviluppo di un particolare disturbo. A tal

proposito sono state realizzate alcune ricerche da una studiosa inglese Treasure75che hanno

evidenziato che il tasso di concordanza di disturbi dell’alimentazione tra gemelli è superiore

nei gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti:

- Anoressia nervosa76 il tasso di concordanza è del 48,5– 71% nei monozigoti e 0-10%

nei dizigoti;

73 Latina, gemelli di 29 anni si uccidono assieme, 3 maggio 2004, Corriere della sera, www.corrieredellasera.it 74 Rivista tecnico scientifica della federazione italiana Triathlon a cura di Mario Miglio Responsabile Didattico SIT Fitri, Costantino Bertucelli Responsabile Centro Studi e Ricerche Fitri, Roberto Tamburri Direttore Tecnico Fitri, Claudia Umbro Responsabile Organizzativo SIT Fitri. Marzo 2007, vol.2 75 J. Treasure, GF Russell, I. Eisler, 1998, Mothers with anorexia nervosa who underfeed their children: Their recognition and management, Psychological Medicine 76 Anoressia Nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato, secondo i criteri del DSM-V da: Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso

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- Bulimia nervosa77 il tasso di concordanza è del 22,9-83% nei monozigoti e 0,27%

nei dizigoti

Questi studi però non sono completamente precisi perché la genetica non tiene in

considerazione fattori come la personalità, la disregolazione78 emozionale o altri disturbi

psichiatrici che a loro volta potrebbero favorire lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione.

minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso; Intensa paura di aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante un peso significativamente basso; Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso. L’anoressia nervosa può essere distinta in lieve, moderata, severa e estrema 77 Bulimia nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione ed è caratterizzato dalla tendenza a esercitare, in maniera disgregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso. Tale disturbo compare durante la prima adolescenza ed è caratterizzato da eccessiva e costante preoccupazione per il peso e le forme, per cui la persona inizia a seguire una dieta ferrea, presentando però poi abbuffate e vomito autoindotto. 78 La Disregolazione emozionale corrisponde alle difficoltà di gestire o elaborare efficacemente le emozioni, e può manifestarsi con una loro eccessiva intensificazione o al contrario con una loro disattivazione. Nel primo caso saremo portati a vivere l’attivazione emozionale come intrusiva e travolgente; nel secondo caso invece potremmo andare incontro ad un appiattimento emotivo anche verso quelle esperienze che solitamente dovrebbero destare un’attivazione emotiva.

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CAPITOLO 3

UGUALI NON IDENTICI

1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione

Generalmente la relazione gemellare tende ad essere considerata come un legame unico,

indissolubile e non paragonabile a nessun altro tipo di legame di qualsiasi natura sia per

livello di intensità sia per livello di intimità. Questo legame, a differenza di quello che può

instaurarsi tra fratelli mononati, ha origine a partire dalla vita intrauterina e ciò comporta un

particolare senso di appartenenza ad una coppia.

Lo psicologo René Zazzo definisce questa particolare coppia come “satura ed eccessiva” e

nel 1935 si trova di fronte al cosiddetto “paradosso dei gemelli”.79 I gemelli monozigoti pur

essendo identici geneticamente, pur avendo condiviso lo stesso ambiente educativo, gli stessi

genitori e le stesse esperienze, non risultano totalmente identici da un punto di vista

psicologico. Inoltre, viene ipotizzato un altro fattore di somiglianza: l’ambiente gemellare,

o come Zazzo lo definisce, il micromilieu cioè l’insieme di abitudini gestuali, mimiche, che

modellano due persone che vivono un rapporto di coppia molto stretto (es. basta pensare ad

alcuni anziani che dopo una vita passata insieme tendono ad assomigliarsi).

Lo psicologo realizza uno studio, per la prima volta in materia di psicologia, sull’effetto

coppia nei gemelli. Secondo lo studioso il carattere dei gemelli si forma grazie alla dotazione

genetica, all’educazione ma anche e soprattutto attraverso delle dinamiche che si sviluppano

all’interno della coppia. Questo effetto porta inevitabilmente a due risultati:

1. La chiusura della coppia al mondo esterno;

2. Difficoltà nella relazione madre-bambino, complessa già di per sé in quanto la madre

si ritrova a fronteggiare due individui contemporaneamente con necessità dello stesso

livello.

79 R. Zazzo, 1987, Il paradosso dei gemelli, La Nuova Italia, Firenze

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Questi due aspetti possono comportare delle alterazioni nel processo di separazione e

individualizzazione.

L’interazione madre-bambino nella realtà gemellare non può essere considerato un semplice

rapporto diadico in quanto si tratta di una “triade” dove tutti gli elementi che la compongono

stabiliscono tra loro rapporti di reciprocità. La triade madre-gemelli si mantiene

costantemente attiva anche quando la madre provvede temporaneamente ad uno di loro.

“In tali circostanze la donna può sentirsi “divisa” anticipando spesso nella mente ciò che

dovrà fare per l’uno mentre sta dedicando cure per all’altro, rischiando di non avvertire

mai la piena soddisfazione di un rapporto individualizzato con nessun bambino”80

Ciò potrebbe comportare ad un atteggiamento da parte della madre che viene definito

“etichettamento” dei bambini in base all’attribuzione forzata di alcune caratteristiche diverse

dettate anche dal tentativo da parte della madre di individualizzare i propri figli. Con queste

etichette però si potrebbe in qualche modo influenzare il normale sviluppo del bambino che

per compiacere le aspettative della madre, farà di tutto nel tentativo di compiacerla.

Secondo alcuni psicanalisti per costruire la propria identità è necessario riuscire a capire di

essere persone diverse dai propri genitori e quindi riuscire a separarsi da loro. Nei gemelli

vi è una doppia difficoltà di separazione proprio perché oltre alla separazione dei genitori,

devono riuscire a superare anche la separazione del proprio cogemello. La separazione può

risultare particolarmente difficile e alcuni studiosi riconducono tale difficoltà al ritardo del

riconoscimento allo specchio81 infatti, alcune ricerche hanno dimostrato che i gemelli

monozigoti sono più tardivi nel riconoscersi allo specchio facendo confusione tra la propria

immagine e quella del cogemello. Questo ritardo può essere dovuto alla tendenza, generica,

che i genitori o i familiari hanno ad incoraggiare l’uguaglianza della coppia (ad esempio

vestendoli allo stesso modo) piuttosto che a valorizzare l’individualità di ognuno.

80 C. Frischetti, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle gravidanze gemellari, Aracne, Roma 81 Il test dello specchio è un oggetto di ricerca empirica sulla nascita della consapevolezza del Sé. Nei primi mesi di vita il bambino presenta una vera e propria attrazione nei confronti di immagini allo specchio di altre persone tra cui però non riesce a distinguere sé dagli altri. Alla fine del primo anno sembra notare un collegamento tra i suoi movimenti e quelli riflessi. La capacità di riconoscersi, cioè quella di comprendere che l’immagine riflessa si riferisce a sé, grazie anche al puntino rosso disegnato sul naso del bambino, compare solo dopo che il bambino ha imparato ad associare movimenti, indici morfologici e somatici cioè tutte quelle caratteristiche fisiche e somatiche grazie alle quali può avvenire il riconoscimento vero e proprio.

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René Zazzo, negli anni ’70 avviò uno studio di tipo sperimentale sul tema del riconoscimento

di Sé allo specchio con un ampio numero di bambini. Le sue ricerche si proponevano di

indagare l’acquisizione della consapevolezza di sé. Il suo obiettivo era quello di descrivere

il processo attraverso cui il bambino arrivava a riconoscersi. I bambini coinvolti avevano

un’età compresa tra gli 8 e i 36 mesi ed erano in tutto una ventina di coppie di gemelli

prevalentemente monozigoti in cui Zazzo vedeva la condizione del “doppio”. Una volta

organizzato il laboratorio, i bambini venivano messi in posizione opposta rispetto agli

specchi, veniva loro disegnato un puntino rosso sul naso senza che se ne accorgessero. Il

risultato consisteva in una sequenza evolutiva della comparsa di vari comportamenti

attraverso cui il bambino costruisce l’immagine del sé allo specchio. Tali comportamenti nei

gemelli risultano manifestarsi in tempi differenti rispetto ai mononati e la difficoltà del

riconoscimento è stata attribuita all’uguaglianza corporea che introduce il dubbio.

Per quanto riguarda la chiusura, la coppia gemellare può diventare, con il tempo, eccessiva

e chiusa al mondo esterno e il rischio più grande è proprio quello di rimanere “incastrati”

nella relazione duale. In questo modo, spiega Segal professore di Psichiatria presso

l’università di Toronto, le potenzialità psichiche si sviluppano in entrambi in maniera

complementare ragion per cui si finisce per sviluppare un’identità falsata con l’intento di

differenziarla dal proprio gemello. È come un serpente che si morde la coda: più si

sviluppano ruoli complementari più diventa difficile la separazione perché quest’ultima

comporterebbe una grossa perdita indispensabile.

Si è notata una certa differenza nell’attaccamento da parte dei gemelli monozigoti che

tendono a mantenere maggiori contatti e una maggiore vicinanza spaziale ed emotiva, nel

tempo rispetto ai gemelli dizigoti. Un altro aspetto caratteristico è che questo rapporto

rimane costante nel corso della vita per aumentare nella vecchiaia. Inoltre è stato fatto un

confronto relazionale tra gemello-gemello e gemello-fratello ed il primo risulta

notevolmente più forte ma anche più conflittuale.

I gemelli tendono a preferire lo sviluppo di legami di attaccamento tra loro rispetto ai

mononati che utilizzano come figure di riferimento i genitori.

“I gemelli, al pari degli individui mononati, nell’infanzia svilupperebbero comportamenti

di attaccamento verso i propri caregiver per ottenere il soddisfacimento dei bisogni

primari e, a seguito del processo di separazione-individuazione dalle figure genitoriali e

dell’aumentato interesse per partner sociali diversi dalla madre, arriverebbero

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progressivamente ad orientare l’attenzione e i tentativi di contatto verso il cogemello con

maggiore costanza; egli sarebbe infatti un partner stabilmente accessibile a cui trasferire

con facilità le funzioni di attaccamento, in maggior grado rispetto a quanto riscontrato nei

mononati rispetto al fratello e mostrerebbero di fare un minor ricorso alle altre figure

target per ottenere accudimento e sicurezza”82

Segal sostiene che vi è la tendenza da parte dei gemelli a contattarsi con più frequenza

rispetto ai nati singoli che occupano una posizione inferiore. Questa tendenza a “rimanere in

contatto”, vivere geograficamente più vicini e a ricercare esperienze comuni, si può

ricondurre all’angoscia di separazione dal cogemello che è presente già dall’infanzia.

L’angoscia di separazione dal cogemello sembra essere meno sopportabile e meno

superabile rispetto a quella relativa alla madre.

La psicologa Alessandra Piontelli83 afferma che nei gemelli identici la figura principale di

attaccamento è il cogemello a differenza dei gemelli dizigoti in cui il caregiver è

rappresentato dalla madre. Il gemello della coppia monozigote quindi tende ad identificarsi

con l’altro e se questa identificazione non è seguita da una separazione graduale può

succedere che avvenga una confusione di identità.

Durante il I Convegno Nazionale A.PRO.G tenutosi a Roma nel 2003 “Mondo dei gemelli:

le persone, la coppia, la famiglia” a cura di Antonietta Provenzano e Giuseppina Provenzano,

la psicologa e pedagogista Giuseppina Provenzano afferma che nella fase di differenziazione

un ruolo importante è occupato dal proprio corpo che funge come unico strumento attraverso

il quale differenziarci dalle altre cose o persone che, a loro volta, possiedono un corpo

diverso dal nostro e soprattutto separato dal nostro.84 Il corpo è il mezzo attraverso cui

prendiamo coscienza della differenze che c’è con l’altro ed è, contemporaneamente, il mezzo

attraverso cui costruiamo la nostra identità in quanto prendiamo consapevolezza di essere

unici e irripetibili.

“Per i gemelli il corpo rappresenta invece un ostacolo perché è identico a quello di

qualcun’ altro ed ha gli stessi tempi e modi di sviluppo come anche di decadimento e di

82 Piera Brustia et al. 2013, Costruzione dell’identità e sviluppo emotivo nelle coppie gemellari: effetti sul benessere nel ciclo di vita, Giovanni Fioriti, Torino 83 Alessandra Piontelli, 2012, Gemelli nel mondo, Cortina Raffaello 84 G. Provenzano, L’identià gemellare: ad ognuno la propria favola, II sessessione del I Convegno Nazionale A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A. Provenzano, G. Provenzano, Regione Lazio

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malattia. Durante la fase di differenziazione i gemelli esplorano il proprio corpo tra di

loro e non con la madre proprio a causa della simbiosi che gli è stata imposta e

dell’eccessivo tempo che trascorrono insieme; questo è chiaramente un fattore a scapito

della consapevolezza di essere diversi ed unici”85

Questo rapporto vissuto in maniera chiusa, stretta, esclusiva, tende a creare una morbosa

dipendenza nella coppia tanto da sentire la necessità della presenza dell’altro per sentirsi

completo. La dipendenza dall’altro può diventare talmente tanto forte da rendere

dolorosissimo il momento della separazione infatti, sono molti i casi di gemelle o gemelli

che pur sposandosi decidono di andare a vivere con i rispettivi coniugi in un’unica casa o,

ancora, preferiscono vivere l’uno accanto all’altro lasciando al di fuori qualsiasi prospettiva

di futuro che non includa l’altro. La morbosità con cui i gemelli vivono il loro rapporto può

sfociare, a volte, in conflitto.

1.1 Linguaggio segreto

Lo psicologo Zazzo affermava che alla base di della chiusura di coppia gemellare potesse

esserci quella che lui definisce Criptofasia; una sorta di “linguaggio gemellare” che si

sviluppa nella coppia tra i due e i quattro anni di vita e sembra essere proprio il risultato della

“vita di coppia”. Alcuni studiosi paragonano questo tipo di linguaggio al linguaggio segreto

che viene creato in età scolare da individui giovani con il semplice scopo di far parte di un

gruppo e rendere l’accesso ad altri individui limitato con la differenza che questo tipo di

linguaggio è intenzionale e sta ad indicare una sorta di accordo sulle regole da rispettare per

poter appartenere a quel determinato gruppo. Il linguaggio gemellare, invece, risulta

spontaneo e inconscio.

Questo fenomeno riguarda sia le coppie monozigote sia quelle dizigote e consiste in un

linguaggio fatto di gesti, parole inventate, parole normali che assumono nella coppia un

valore simbolico, silenzi significativi e borbottii.

Studi recenti hanno individuato in questo linguaggio un “codice implicito” che viene

condiviso da entrambe le parti e questo permette la facile comprensione rispetto agli

individui che condividono un codice esplicito. A volte può succedere che il gemello

85 I Convegno Nazionale A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A. Provenzano, G. Provenzano, Regione Lazio p.29

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linguisticamente più competente funga da traduttore con il resto della famiglia, questo ruolo

viene definito da Bracken come “gemello guida”.86

Nella letteratura troviamo John e Jill Barth. John è considerato uno dei più influenti autori

americani della seconda metà del XX secolo. La sua opera di scrittore è fortemente

influenzata dalla sua condizione di co-gemello con una femmina, Jill. In diversi suoi libri si

allude a coppie di gemelli:

“I gemelli condividono la curiosa esperienza di acquisire la capacità linguistica e altre

abilità di base à deux, usando nel frattempo un linguaggio che precede e insieme supera il

discorso articolato. Il discorso, nella prospettiva di due bambini gemelli, è per gli altri.

Noi gemelli consideriamo il linguaggio come i parlanti di un dialetto specifico

considerano la lingua ufficiale: serve a rapportarci con gli estranei, fra noi non ne

abbiamo bisogno. Per questo è ragionevole aspettarsi che un gemello che diventi

narratore di professione non dia mai il linguaggio per scontato”87

A volte però la criptofasia può interferire con il normale sviluppo del linguaggio già previsto

da alcuni studi condotti in campo linguistico. Infatti, si è accertato che il linguaggio nei

gemelli è ritardato di circa sei mesi rispetto i mononati. Questo ritardo potrebbe essere

ricondotto ad una sorta di adattamento alla vita di coppia che i bambini gemelli sono destinati

a fare e quindi non sentono la necessità di impegnarsi per farsi capire dato che, come alcuni

genitori di gemelli affermano, “basta uno sguardo”, “tra loro si capiscono”.

Un esempio pratico potrebbe essere rappresentato dal caso delle “gemelle che non

parlavano”.

86 Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the Microscope, Algora Publishing, New York 87 John Barth,1972, Giles Ragazzo-capra, Rizzoli, Milano

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Fig.8 In alto June e Jennifer Gibbons da piccole, in

basso le gemelle insieme alla giornalista Wallace che

seguì la vicenda

Negli anni ’70 June e Jennifer Gibbons sono due gemelle identiche, di colore, provenienti

da una cittadina del Galles, all’età di otto anni, smettono di parlare con qualsiasi persona che

non sia la cogemella. Questo ha compromesso la loro esperienza scolastica che, infatti,

termina precocemente. Le gemelle iniziano a condurre una vita totalmente separata dal resto

del mondo e soprattutto autosufficiente lasciando fuori parenti, coetanei e genitori con i quali

evitano anche di incontrarsi all’ora del pranzo e della cena. Di punto in bianco decidono di

uscire fuori dal loro mondo sfidando la realtà: appiccano incendi, commettono furti, vengono

arrestate e portate a processo dove, anche qui, decidono di non parlare. Vengono condannate

alla reclusione in un manicomio criminale di Broadmoor88. A questa vicenda si appassiona

una giornalista che decide di seguire il caso poco convinta per la condanna severa data alle

gemelle e dal loro enorme muro di silenzio. La giornalista Wallace trova nella loro abitazione

un diario dove le gemelle scrivevano ad un fantomatico e ideale interlocutore tutti i loro

sentimenti intimi e travagliati che nessun altro avrebbe potuto capire. È proprio da questo

diario che prende forma la loro maledizione: non poter vivere separatamente ma neppure

vicine perché l’una avrebbe annullato l’altra. Un continuo conflitto sfogato sulle pagine di

un diario che prende materialmente forma quando entrambe diventano donne: è proprio qui

che esplode l’odio reciproco avvertendo l’insopportabile peso della loro condizione. Jennifer

fredda e arrogante pretende che la sorella sia come lei pianificando la sua morte qualora la

88 È il più noto dei tre Ospedali Psichiatrici di alta sicurezza che si trova in Inghilterra costruito nel 1902 e poteva ospitare circa 210 pazienti di cui alcuni affetti da gravi patologie mentali e altri condannati per vari reati.

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gemella avesse in previsione di ucciderla. Indispensabili prima, terrorizzate l’una dall’altra

dopo, l’amore sconfinato si traduce in desiderio di prevaricazione sull’altra spinto dal

desiderio di una distanza tra sé e l’altro.89

Piontelli sostiene che non si tratta di un fenomeno misterioso o paranormale come la società

tende a credere, semplicemente la precoce presenza dell’altro, durante tutta la gravidanza, fa

sì che sia più semplice per entrambi sviluppare una maggiore sensibilità reciproca tale da

imparare a riconoscere i modelli di comportamento e il linguaggio del corpo dell’altro. Il

linguaggio segreto diminuisce con l’aumentare delle competenze linguistiche.

Fig.9 Immagine di due gemelli rannicchiati nell’utero materno realizzata grazie ad una tecnica di

imaging a risonanza magnetica: “cinematic-MRI”

2. Conflittualità

Come ho già accennato precedentemente, un rapporto di così forte intesa si può trasformare

facilmente in conflitto che arriva solitamente nell’età della pubertà cioè quando si sente

ancora più forte il bisogno di affermare la propria identità.

89 Marjorie Wallace, 1989, Le gemelle che non parlavano, Adelphi

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La conflittualità in questo tipo di rapporto può presentarsi in maniera estrema a volte con

una violenza qualitativamente diversa a quella che potrebbe esserci con un fratello normale.

Sono molti i casi in cui tra gemelli c’è un forte conflitto e una rivalità che può rivelarsi

addirittura distruttiva come ad esempio nella storia delle gemelle che non parlavano di cui

abbiamo precedentemente parlato o, ancora, la storia delle gemelle Sunny e Gina raccolta

dallo scienziato Tim Spector nel 2011.

Gina e Sunny sono nate nella Corea del Sud e si sono trasferite da adolescenti a San Diego,

brave a scuola ma molto competitive, litigavano continuamente. Terminata la scuola si

separarono conducendo vite completamente diverse: Gina era diventata dipendente dal gioco

d’azzardo e Sunny aveva un tenore di vita molto alto, frutto di furti e truffe. I debiti di gioco

di Gina erano talmente alti da spingerla a derubare addirittura la sorella che la denunciò

facendola finire in prigione. Dopo qualche mese, Gina reclutò due ragazzi per mettere in atto

il suo piano vendicativo contro la sorella. I due ragazzi entrarono in casa di Sunny armati di

pistola fermati poi dall’arrivo tempestivo della polizia che arrestò Gina la quale sta ancora

scontando 26 anni di carcere.

“La storia di Sunny e Gina mette in evidenza i possibili pericoli in cui incorrono alcune

personalità nel voler competere continuamente con qualcuno in cui gli altri vedono una tale

somiglianza. Questa rivalità e il bisogno di differenziarsi sono spesso osservati anche in

gemelli dizigoti”90

La Psicologa Susanna Cameriere afferma che già nel grembo materno vi sia una sorta di

competizione tra gemelli: per lo spazio, l’alimentazione e la sopravvivenza motivo per cui,

si ipotizza, vi possono essere delle asimmetrie nel peso e nello sviluppo fetale.91 Al momento

della nascita si ha un cambiamento: dalla competizione per lo spazio uterino si passa alla

competizione per lo spazio esistenziale in quanto si tratta non solo di due individui identici

ma anche di identiche necessità che insorgono anche nello stesso momento.

La madre, quindi, potrebbe essere uno motivo di conflitto. Come già detto il legame

gemellare tende ad essere preferito e privilegiato rispetto al rapporto con la madre ma è

possibile che i gemelli sentano la necessità di avere un rapporto esclusivo con la madre. Ci

90 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag 297 - 298 91 Susanna Cameriere, 2011, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola, Torino

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si trova davanti ad una corsa nel tentativo di raggiungere l’esclusività del rapporto che però

risulta sempre allentato attribuendo la responsabilità di ciò al cogemello che, forse, è

“arrivato per primo al traguardo”.

“È interessante il fatto che molto spesso entrambi i gemelli sostengano la preferenza della

madre (e/o del padre) per l’altro”92

La psicologa Maria Emilia Pozzi93, nel suo libro, racconta di un caso di una coppia di gemelli

maschi i cui genitori si erano rivolti alla clinica, presso cui prestava servizio, poiché avevano

notato che uno dei bambini mostrava eccessivi tratti e interessi femminili. Come sappiamo,

essere un gemello è una condizione in cui si viene esposti a una situazione di rischio e

vulnerabilità poiché ciò che era destinato ad un bambino solo dovrà essere condiviso sin

dall’inizio della vita intrauterina. Il gemello, di nome Ron, aveva 4 anni e fin da piccolo

mostrava attrazione per gli indumenti femminili e i capelli lunghi. I genitori del bambino

erano preoccupati di influenzare i figli in maniera negativa parlando apertamente davanti a

loro, motivo per cui continuarono i colloqui con la dottoressa da soli. I genitori descrissero

Ron come un bambino infelice, inquieto, si lasciava facilmente infastidire dallo sporco,

preferiva disegnare solo figure femminili, indossava un cappello da bambina con le trecce

mentre era in casa e mostrava un’ossessione nei confronti delle bambole rifiutando attività

tipicamente maschili. Poiché da poco un parente, non molto lontano alla loro famiglia, aveva

dichiarato la sua omosessualità, i genitori di Ron temevano che l’interesse del figlio fosse

determinato da una componente genetica.

A questo punto la dottoressa decide di procedere con l’analisi dell’anamnesi alla nascita e

scoprì che sia la gravidanza sia il parto erano stati difficoltosi e complicati: per i primi due

anni la madre e i gemelli, per ricevere aiuti dalla famiglia, erano stati costretti a viaggi

frequenti e lunghi; i “sintomi” di Ron si erano manifestati molto prima di iniziare l’asilo ed

entrambi i gemelli mostravano un comportamento di grande dipendenza dalla madre che era

dovuta rimanere accanto a loro diverse settimane prima che si ambientassero. Mentre l’altro

gemello era riuscito ad inserirsi nel gruppo dei bambini dell’asilo e a condividere con loro

giochi e attività maschili, Ron aveva stretto amicizie solo femminili giocando alle bambole.

92 Susanna Cameriere, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola 2011 Torino 93 M. Emilia Pozzi, 2004, I disagi dei bambini da 0 a 5 anni. Relazioni difficili e terapia psicoanalitica della famiglia, Mondadori

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Dopo alcuni incontri la dottoressa capì che questo interesse da parte di Ron al “mondo

femminile” si era sviluppato per rimanere attaccato alla madre e diventare quasi come lei,

con i capelli lunghi. Separarsi da lei, infatti, era troppo difficile da sopportare.

Riprendendo il discorso del conflitto, secondo Pearlman e Ganon94 le “lotte” dei gemelli

potrebbero essere una manifestazione del bisogno di individualità e separazione e questo

permette loro di cambiare il loro ruolo all’interno della coppia evitandone così la

“cristallizzazione” che potrebbe impedire l’armonico sviluppo di entrambi.

Il livello estremo di competitività si manifesta con la comunicazione totale, infatti, ogni

gemello rimanda all’altro tutta l’ostilità senza bisogno di filtri. Tale ostilità, come in un gioco

di specchi, si moltiplica e viene rimandata all’altro.

Così come vi è un attaccamento dei mononati alla figura del genitore e successivamente

insorge il bisogno di conflitto con questo, nei gemelli vi è prima l’attaccamento da parte di

un gemello al suo cogemello e successivamente l’esigenza di conflitto con esso e il

controsenso sta proprio in questo: essere in totale feroce conflitto con la persona senza cui

non si riesce a vivere.

Una caratteristica che sembra dare il suo contributo al conflitto è la gelosia, permanente nel

rapporto gemellare. Dapprima è rivolta agli oggetti e alle persone, successivamente viene

indirizzata al cogemello e questo rende difficoltosa la possibilità di creare altri legami con

l’esterno.

L’estrema aggressività non è rivolta esclusivamente al cogemello, può succedere infatti che

la coppia si “coalizzi” contro il mondo esterno come vedremo nell’ultimo capitolo di questo

lavoro.

Quello dei gemelli sembra presentarsi come un rapporto, in qualsiasi direzione, estremo che

non conosce vie di mezzo: feroce conflitto o simbiosi morbosa.

Tim Spector afferma che tutti gli individui desiderano avere la propria indipendenza e la

propria identità che si differenzia dall’altro, sia che si tratti di gemelli sia che si tratti di

semplici fratelli. Nessun gemello identico vorrebbe vivere la vita dell’altro.

Nel 2011 Daniel e Simon sono due gemelli monozigoti che hanno avuto un’infanzia normale

e tranquilla. Presentavano qualche differenza fisica ma avevano molte cose in comune.

94 E. M. Pearlman, J. A. Ganon, 2000, Raising twins. What parents want to know and what twins want to tell them, HarperCollins, New York

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Simon si arruolò in polizia e fece carriera diventando un detective di successo, Daniel preferì

il lavoro in fattoria dove poi ebbe un incidente che lo costrinse ad un lungo periodo di

riabilitazione e alla perdita del lavoro e della sua prima moglie. Lo scienziato Spector

intervistando il “gemello sfortunato” gli chiese se avesse mai desiderato essere al posto del

“gemello fortunato” e la risposta fu negativa, inoltre lo sfortunato aggiunse di accorgersi

delle differenze abissali che c’erano tra entrambi e che proprio in ragione di questo era

portato a pensare di non essere un gemello identico.

“Sembrerebbe dunque che siamo programmati a pensare e a essere in questo modo, forse

per poterci distinguere più chiaramente da tutti gli altri. È per questo che i gemelli, come

abbiamo visto, tendono ad avere reazioni agli stessi stimoli molto più diverse dal previsto,

per esempio nei confronti dei genitori o degli insegnanti”95

3. Gerarchia: divisione dei ruoli

La psicologia dello sviluppo ha individuato nella coppia dei gemelli l’esistenza di una

gerarchia, una sorta di suddivisione dei ruoli.

Bracken96 nel 1939 descrive per la prima volta due ruoli distinti:

- Ministro degli esteri: rappresentato da colui che si occupa di intrattenere e regolare i

rapporti con il mondo al di fuori della coppia;

- Ministro degli interni: è rappresentato dal gemello più sensibile al vissuto interno

della coppia, guida quest’ultima e prende decisioni.

A tal proposito Gedda97 distingue:

- Ruolo attivo: ricoperto dal gemello dominante, definito anche gemello guida che

sceglie per entrambi, prende iniziative, dà ordini e si sente superiore. Sembra meno

dipendente dalla coppia e quindi meno legato all’altro. L’atteggiamento di questo

gemello serve a mantenere l’equilibrio della coppia in quanto impedisce di provare

il senso di frustrazione. Solitamente il gemello dominante è colui che nasce per

95 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna pag. 298 96 Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the Microscope, Algora Publishing, New York 97 Gedda, 1951, Studio sui gemelli, Orizzonte Medico, Roma

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primo, con maggior peso e caratterialmente più forte. Il suo ruolo viene riconosciuto

spontaneamente e totalmente dal cogemello fin dai primi anni dell’infanzia e può

diventare “gemello leader”. Questo tende a prendere decisioni sia per se che per

l’altro, proiettando le sue volontà in quelle del fratello, a volte risulta essere

l’elemento più soggetto alla sofferenza al momento della separazione;

- Ruolo passivo: ricoperto dal cosiddetto gemello dominato o sottomesso, colui che

nasce per secondo, con peso inferiore o se alla nascita presenta condizioni di

sofferenza. Nelle coppie maschio-femmina a dominare solitamente è la femmina per

fattori evidenti come ad esempio una maggiore resistenza alle malattie, precocità

nella pulizia o un migliore rendimento scolastico. Egli più che subire le decisioni del

fratello, non trova la possibilità di ulteriore scelta e riconosce soddisfatte le sue

richieste nelle decisioni dell’altro.

Se i ruoli si stabilizzano nel tempo andranno a strutturare le personalità di ognuno ma,

affinché non insorgano manifestazioni patologiche, è necessario che vi sia la possibilità che

i ruoli, con il tempo, possano ribaltarsi. Lo scambio dei ruoli può avvenire a causa

dell’influenza dei genitori che tendono ad offrire maggiori attenzioni e cure al gemello più

“fragile”.

4. Personalità

La personalità può essere definita come un insieme distintivo e caratteristico di pensieri,

emozioni e comportamenti che definiscono lo stile personale con cui l’individuo interagisce

con l’ambiente.98

“Modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se

stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Solo quando

tali tratti sono rigidi e non adattativi e causano compromissione del funzionamento sociale

e lavorativo, oppure una sofferenza soggettiva, essi costituiscono i disturbi di

personalità”99

Gli psicologi hanno cercato di individuare dei metodi formali per descrivere e misurare la

personalità.

98 Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova 99 DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore

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Lo psicologo Hans Eysenck100 arrivò a delineare due fattori di personalità:

- Introversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge

internamente verso il proprio sé e alla cui estremità troviamo individui timidi, che

preferiscono lavorare da soli e tendono a ritirarsi in se stessi soprattutto nei periodi

di forte stress o di conflitto;

- Estroversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge

esternamente verso il mondo esterno alla cui estremità troviamo individui socievoli,

che preferiscono occupazioni che gli consentano di lavorare a contatto diretto con

altre persone e nei periodi di stress o conflitto prediligono la compagnia;

- Nevroticismo: (instabilità-stabilità) è una dimensione dell’emotività che caratterizza

individui lunatici, ansiosi, disadattati all’estremità della scala nevrotica instabile. Al

contrario, invece, troveremo persone calmi e ben adattati all’estremità della scala

opposta della stabilità.

Freud sosteneva che l’individuo attraversa, nei primi 5 anni di vita, vari stadi di sviluppo che

influiscono sulla sua personalità. Questi periodi venivano chiamati “stadi psicosessuali” e

durante ogni stadio, gli impulsi dell’Es (che ricercano il piacere) si concentrano in un’area

particolare del corpo e sulle attività legate a quell’area. Gli stadi si suddividevano in:

- Stadio orale: si riferisce al primo anno di vita del bambino che trae piacere dall’essere

accudito e allattato. Qui il bambino mette in bocca tutto ciò che riesce a raggiungere;

- Stadio anale: il bambino prova piacere a trattenere e ad espellere le feci;

- Stadio fallico: il bambino, dai 3 ai 6 anni, prova piacere accarezzando i propri genitali

e scopre ed osserva le differenze tra maschi e femmine, indirizzando gli impulsi

sessuali che iniziano a svegliarsi verso il genitore del sesso opposto. In questa fase si

arriva al complesso di Edipo/Elettra di cui abbiamo precedentemente parlato;

- Stadio genitale: pubertà e dall’adolescenza introducono la fase matura della

sessualità e del funzionamento adulto.

Freud sosteneva che la presenza di un problema in uno di questi stadi, può arrestare o fissare

lo sviluppo esercitando delle conseguenze sulla personalità.101

100 H.J. Eysenck, 1953, The structure of human personality, Wiley, New York 101 S. Freud, 1905, Tre saggi sulla teoria sessuale, BUR biblioteca Univ. Rizzoli

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I processi cognitivi, in ambito della personalità, assumono un ruolo fondamentale con lo

psicologo George Kelly che focalizzò la sua attenzione ai costrutti personali, cioè, le

dimensioni che le persone utilizzano per interpretare se stesse e il proprio mondo sociale.102

Queste dimensioni costituiscono gli elementi fondamentali di analisi nella teoria dei costrutti

personali.103

Dalla tenera età tendiamo tutti a sviluppare una rappresentazione cognitiva di chi siamo, una

sorta di “schema”104 che viene definito schema del sé. Tale schema è costituito dagli aspetti

del nostro comportamento che consideriamo più importanti. Il nucleo fondamentale dello

schema del sé è costituito dalle informazioni di base di ognuno di noi come, ad esempio,

nome, aspetto fisico e relazioni significative. Le cose più importanti, dal punto di vista delle

differenze individuali, sono le caratteristiche particolari degli schemi del sé.105

Tali schemi, secondo alcuni studiosi, cambiano notevolmente in base alle culture di

riferimento e quindi si arriva ad affermare che la personalità è un prodotto culturale106,

infatti, nella cultura nord Americana i desideri, gli interessi e le capacità individuali

costituiscono il sé, mentre, nella cultura Asiatica il sé è un’entità direttamente interconnessa

agli obblighi sociali e alle relazioni con gli altri.

4.1 Personalità e ambiente

Nel modellare la nostra personalità veniamo influenzati da fattori genetici e ambientali che

si intrecciano fin dal principio. Affinché si scatenino gli effetti di geni specifici sono

necessari determinati ambienti: se un bambino nasce con la tendenza genetica all’alcolismo

102 G. A. Kelly, 1955, The psichology of personal constructs, Norton, New York 103 Kelley, con la sua teoria dei costrutti personali paragona gli uomini a degli scienziati intuitivi che osservano il mondo, formulano ipotesi e producono teorie sul suo funzionamento. Inoltre, categorizzano, interpretano, etichettano e giudicano se stessi e il loro mondo. Come gli scienziati, anche gli individui possono sostenere teorie sbagliate e credenze che li ostacolano nella vita quotidiana, portandoli ad interpretazioni distorte degli eventi e delle persone, inclusi loro stessi. Ciascun individuo utilizza un insieme unico di costrutti personali per interpretare e predire gli eventi. I costrutti possono acquisire una forma diversa: una conoscenza può essere cordiale o scortese, intelligente o stupida ma due persone che incontrano lo stesso individuo possono utilizzare costrutti diversi per valutarlo. 104 Lo schema è una struttura cognitiva che ci aiuta a elaborare, organizzare, percepire e utilizzare un’informazione. Attraverso l’uso degli schemi, ogni individuo sviluppa un sistema per individuare cosa è più importante nel suo ambiente ignorando tutto il resto. 105 H. Markus & Sentis, K., 1982, The self in social information processing. In J. Suls (Ed.), Psychological perspectives on the self (vol.1), Hillsdale, NJ: Elbaum 106 S. E. Cross & H. Markus, 1999, The cultural constitution of personality. In L. A. Pervin & O. P. John (Eds.), Handbook of personality: theory and research, Guilford Press, New York

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diventerà alcolizzato solo se esposto ad un ambiente domestico in cui vi sia un abuso di

alcool. È da tenere presente che i genitori forniscono ai propri figli sia i loro geni sia

l’ambiente in cui crescere e, di conseguenza, vi sarà un collegamento tra le caratteristiche

ereditate e l’ambiente in cui il bambino cresce.107

L’ambiente quindi diventa una funzione molto importante per la personalità iniziale del

bambino attraverso tre forme di interazione:

- Interazione reattiva: individui esposti allo stesso ambiente ne fanno esperienza, lo

interpretano e reagiscono ad esso in modo diverso. Per esempio: un bambino ansioso

e sensibile subirà i genitori severi e reagirà in modo diverso rispetto ad un bambino

calmo e tranquillo. La personalità di ogni bambino ricava dall’ambiente oggettivo

che lo circonda un ambiente psicologicamente soggettivo. In questo ambiente

soggettivo modellerà lo sviluppo della personalità. Anche se i genitori offrono lo

stesso ambiente educativo a tutti i loro figli, questo non avrà lo stesso valore

psicologico per tutti;

- Interazione evocativa: secondo cui la personalità di ogni individuo suscita risposte

negli altri. Questo tipo di interazione dura tutta la vita: persone benevole evocheranno

ambienti benevoli.

- Interazione proattiva: a mano a mano che i bambini cresceranno, si muoveranno al

di fuori dell’ambiente familiare e inizieranno a scegliere e costruire dei propri

ambienti. Questi modelleranno ulteriormente la personalità dei soggetti: se una

ragazza è socievole, prediligerà ambienti socievoli e ambienti che rinforzeranno la

sua socievolezza. In questo tipo di interazione, l’individuo diventa agente attivo nello

sviluppo della propria personalità.

Come abbiamo già visto per altri aspetti, quando si tratta di gemelli il discorso si complica.

Prendendo adesso ad esempio i gemelli monozigoti: considerato che hanno un corredo

genetico identico, reagiscono alle situazioni in modi simili (interazione reattiva), suscitano

risposte simili negli altri (interazione evocativa), e la somiglianza genetica che presentano

determina i loro talenti, interessi e motivazioni tanto da andare in cerca di ambienti simili

107 G. Gottileb, 2000, Environmental and behavioral influences on gene activity, Current Directions in Psychological Science

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(interazione proattiva). La cosa assolutamente importante è che tutti questi processi avranno

luogo indipendentemente dall’ambiente in cui cresceranno: se due gemelli monozigoti

vengono separati alla nascita e crescono in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo

stesso modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri perché l’interazione

proattiva opera nello stesso modo. Questo assunto potrebbe essere una spiegazione della

storia dei gemelli Jim trattata nel capitolo precedente.

Per quanto riguarda i gemelli dizigoti, le cose cambiano: gli ambienti divergono sempre di

più a mano a mano che i gemelli crescono pur mantenendo lo stesso ambiente familiare. Il

momento di maggiore somiglianza risale al periodo della prima infanzia, quando, i genitori

“impongono” loro un ambiente comune. Non appena inizieranno a costruire e interagire in

ambienti diversi, le differenze risulteranno maggiori perché maggiori saranno anche

differenti reazioni che susciteranno negli altri individui.

Eliminando le somiglianze genetiche, i bambini della stessa famiglia sembrano non essere

più simili dei bambini presi a caso nella popolazione.108 Ciò implicherebbe che gli studi

realizzati fino ad ora e le variabili osservate, non hanno contribuito ad individuare i motivi

delle differenze individuali della personalità.

Una possibile spiegazione a ciò potrebbe essere individuata nel fatto che le interazioni, di

cui abbiamo parlato fino ad ora, potrebbero contribuire a ridurre le differenze fra gli ambienti

fino a che gli stessi lo permettono dando qualche flessibilità di risposta.

“Un bambino intelligente in una famiglia trascurata assorbirà più informazioni da un

programma televisivo rispetto ad un fratello meno intelligente (interazione reattiva),

attrarrà l’attenzione di un insegnante affettuoso (interazione evocativa) e andrà in

biblioteca a studiare per conto suo (interazione proattiva)”109

Il genotipo di questo individuo agisce per contrastare gli effetti dell’ambiente domestico che

“bloccano” il suo sviluppo. Se, invece, l’ambiente domestico risulta essere fortemente

108 S. Scarr, 1992, Developmental theories for the 1990s: Developement and individual differences. Child Developement 109 Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova

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restrittivo si avrà l’arresto di questi processi guidati.110 Una dimostrazione di ciò potrebbero

essere i gemelli monozigoti che presentano maggiori diversità quando sono allevati

separatamente in contesti molto restrittivi.

Nel 2011 Tim Spector intervistò due gemelle monozigote, Debbie e Sharon adottate e

separate subito dopo la nascita nel New Jersey.111 Cresciute in famiglie simili ma in ambienti

religiosi diversi: una in una famiglia di ebrei ortodossi, l’altra in una famiglia cattolica.

Entrambe frequentavano regolarmente i rispettivi luoghi di culto e avevano studiato per

diventare assistenti sociali. Debbie sposò un ebreo e Sharon un cattolico. Quando si

incontrarono, dopo aver scoperto la loro storia, rimasero colpite dal fatto che non si

somigliavano come si aspettavano. Nessuna delle due gemelle cambiò religione ma molte

cose iniziarono a diventare simili (acconciatura, vestiti ecc.). Essendo monozigote e quindi

identiche solo la cultura e l’ambiente familiare avrebbe dovuto spiegare le loro differenze

comportamentali e religiose. Una cosa era certa: entrambe avevano una predisposizione alla

fede e ad assistere e partecipare ad attività religiose.

5. Dove inizio io e dove finisci tu?

Tutto quello che comporta essere gemelli è sempre difficile da gestire: la relazione tra

“fratelli” è molto più intensa sotto tutti i suoi aspetti, dai momenti di pace ai momenti di

rabbia violenta, stesse esperienze, stesse tappe di crescita negli stessi momenti, la forte

“dipendenza” che condiziona in qualche modo la crescita individuale.

Nella prima infanzia essi raramente accedono a contesti sociali in assenza dell’altro a

differenza invece dei mononati che sono liberi di esplorare il mondo in autonomia e quindi

di formare rapporti amicali non condivisi. I gemelli infatti tendono ad accedere e frequentare

gli stessi ambienti presentandosi con uno sfondo relazionale caratteristico e maggiori

esperienze pregresse di interazione con un pari, ovvero, il cogemello.112

Un aspetto interessante consiste nel fatto che la loro modalità di negoziazione delle amicizie

si basa sulla possibilità di “usare” il cogemello come punto di riferimento, base sicura, per

esplorare il rapporto con gli altri e in ragione di questo risultano favoriti nell’istaurazione di

110 S. Scarr & K. Mccartney, 1983, How people make their own environments: A theory of genotype-environment effects. Child Developement 111 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna 112 F. J. Neyer, 2002, Twin relationship in old ade: A developemental perspective, Journal of Personality and Social Psychology

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nuovi rapporti. Bisogna tener presente che si parla di questa possibilità se non si tratta di

coppia chiusa perché i gemelli, in quel caso, tendono ad opporsi alle esigenze di conoscenza

di altre persone e quindi impedire la formazione di nuovi rapporti sociali.113 Un alto fattore

che potrebbe danneggiare la possibilità di rapporti sociali è il fatto che in determinati

contesti, l’attaccamento gemellare potrebbe trasmettere una percezione “errata”, ovvero,

potrebbe trasmettere l’immagine di una coppia formata da un unico individuo e non da

individui singoli e autonomi, condizionando così ulteriormente il processo di

socializzazione.114

Alcune ricerche di Bernier115 indicano che i gemelli, soprattutto monozigoti, tendono a

passare più tempo insieme e a frequentare gli stessi ambienti del cogemello, di conseguenza,

vi è una tendenza a formare più amicizie condivise indicando, con maggiore probabilità, il

cogemello o uno degli amici comuni come miglior amico.

Non è inusuale, inoltre, la propensione a vivere il rapporto gemellare anche come legame

amicale. Questa propensione viene spiegata, nel 2000, da Segal116 afferma che la comunanza

di un corredo genetico potrebbe contribuire alla formazione di un rapporto amicale così

stretto data anche la propensione a manifestare comportamenti di supporto e altruistici.

Aboud e Mendelson117 nel 1996 individuano delle differenze relative alle amicizie condivise

e alla percezione del cogemello/amico, in base al tipo di gemellarità. Per quanto riguarda le

amicizie condivise è emerso che:

- Gemelli monozigoti (spesso dello stesso sesso): presentano più amicizie in comune

- Gemelli dizigoti: prediligono amicizie più indipendenti pur frequentando gli stessi

ambienti di vita. Questo indicherebbe un miglior bilanciamento fra identità

individuale e identità gemellare

Un ulteriore distinzione viene fatta in base alla diade gemellare:118

113 K. Thorpe, 2003, twins and Friendship, Twins Research and Human Genetics 114 K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics 115 J. Bernier, 2006, Influence du facteur gèmellaire sur l’acquisition d’une identité distincte, Nouvelles perspectives en sciences sociales: revue internationale de systémique complexe et d’études relationelles 116 N. L. Segal, 2000, Entwined lives: Twins and what they tell us about human behavior, Plume, New York 117 F. E. Aboud, M. J. Mendelson, 1996, Determinants of friendship selection and quality: Developmental perspectives, In W.M. Bukowski, A. F. Newcomb e W. W. Hartup (a cura di) The company they keep: Friendship in childhood and adolescence, pp.87-112. Cambridge University Press, New York. 118 K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics

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- Altamente indipendente: non presenta amici comuni, i rapporti sono caratterizzati da

identità individuali;

- Con vita di coppia stretta: presentano molti amici comuni e una prevalente identità

gemellare;

- Con relazione dipendente matura: presentano amici comuni e non, identità sia

gemellare che individuale. Nel complesso un rapporto armonicamente strutturato.

Secondo Preedy e il suo modello evolutivo119, i gemelli in età evolutiva dovrebbero trovare

un equilibrio tra l’identità di coppia e quella individuale perché in assenza di tale equilibrio

ci potrebbe essere uno sviluppo emozionale e sociale più ridotto.

La gemellarità rispecchia quello che viene definito da Kaës il “doppio narcisistico

speculare” ovvero quando il soggetto vede il proprio ideale, la forma perfetta di sé nel

fratello prescelto e, in questo caso, nel gemello. Non c’è dunque divisione, si tratta di un

immagine speculare, un’immagine riflessa di sé e ciò che accade in uno, accade anche

nell’altro in uno spazio psichico comune.120

Se la differenziazione o la formazione della propria individualità tra gemelli monozigoti e

dizigoti sembra difficile, lo è maggiormente nei gemelli siamesi costretti fisicamente e vivere

sempre insieme, ogni momento della loro vita.

Nel XIX secolo si ebbe notizia, per la prima volta, di due gemelli Chang e Eng Bunker, che

erano definiti “gemelli siamesi originali”121. Provenienti dall’attuale Thailandia, nacquero

nel 1811 da una famiglia cinese povera, divennero famosi per la loro condizione di gemelli

congiunti e grazie a loro oggi abbiamo la definizione di “gemelli siamesi”. Chang e Eng

erano uniti dal torace, vissero fino all’età di 63 anni dopo essersi sposati ed aver avuto

rispettivamente 10 e 12 figli. Dalle osservazioni emerse che pur essendo gemelli siamesi,

manifestavano nette differenze caratteriali: Chan era bisbetico, irritabile, beveva alcool

soprattutto in tarda età, amava le donne e prediligeva cibi orientali molto piccanti, raccontava

barzellette sporche in pubblico mettendo in imbarazzo Eng. Quest’ultimo aveva, invece, una

natura molto pacifica, era astemio, preferiva una dieta vegetariana.

119 P. Preedy, 2001, Are Multiple Birth Children Different from Singletons? Meeting the Educational Needs of Multiple Birth Children upon School Entry, Unpublished Doctoral Dissertation, University of Birmingham 120 R. Kaës, 2008, Il complesso fraterno, Ed. Borla, Roma 121 Ian Stevenson, 1991, I bambini che ricordano altre vite, Edizioni Mediterranee

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Così come due gemelli monozigoti, anche i gemelli siamesi ereditano un identico materiale

genetico e probabilmente, considerando la loro “vincolo” fisico, le condizioni ambientali in

cui crescono sono molto più simili degli ambienti condivisi dai gemelli monozigoti. Ci si

potrebbe aspettare una somiglianza molto più elevata di quella dei gemelli monozigoti ma

ciò non accade.

Il loro legame risultò molto conflittuale in quanto tendevano a scontrarsi sia in pubblico sia

in privato fino al giorno della loro morte.

Fig.10 Gemelli Chan e Eng Bunker, gemelli siamesi

“Nei gemelli congiunti la confusione tra l’io e l’altro, la sostanza e l’ombra, è ancor più

sconvolgente di quanto non sia per il bambino vedere di fronte a sé nello specchio un altro

se stesso che si muove esattamente come lui, ma in un altro mondo. E in questo caso per lo

meno i protagonisti sono soltanto due, chi guarda e chi viene guardato; mentre, davanti ai

fratelli siamesi, lo spettatore li vede non solo guardarsi tra loro, ma anche – e tutti e due

contemporaneamente – guardare lui. E per un attimo può avere la sensazione di essere un

terzo fratello, unito ai due che ha di fronte da un legame invisibile; e allora la distinzione

tra spettatore e oggetto esposto, tra noi e loro, tra normale e freak si rivela un’illusione

che noi cerchiamo di difendere disperatamente, ma che alla lunga è insostenibile”122

122 L. Fiedler Freaks, 1981, Miti e immagini dell’io segreto, Garzanti Editore, Milano

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6. Genitorialità

La notizia dell’attesa di un bambino attiva sempre forti sentimenti in entrambi i genitori e

nei familiari che si stringono attorno alla famiglia impazienti e trepidanti.

Al momento della diagnosi della gemellarità succede, di frequente, che la presenza di

sentimenti ambivalenti e contrastanti tra loro: felicità, paura, orgoglio, rifiuto, confusione,

smarrimento, eccitazione ecc. Una gestazione gemellare, infatti, da un punto di vista medico

non è mai semplice poiché è un tipo di gestazione più delicata che comporta maggiori rischi

per i quali è necessario un accurato monitoraggio per prevenire o trattare determinate

complicanze materne e fetali.123

L’evento della nascita attiva sempre forti sentimenti di perdita e di separazione sia nella

madre sia nel padre del bambino.

La psicoanalista Dana Birksted-Breen, nel 1992, individua tre componenti distinte in tale

perdita:

- La perdita della gravidanza come perdita di uno stato di benessere che realizzava

desideri infantili della donna nei confronti dei genitori;

- La perdita dell’unione simbiotica con il bambino interno del periodo prenatale;

- La perdita del bambino immaginario sostituito con il bambino reale. Questo ultimo

aspetto sembra associato alla perdita del Sé fantasmico di madre che scopre di non

corrispondere all’immagine di “buona madre” strutturatasi durante la gravidanza.

Nelle gravidanza gemellari tutto questo è ovviamente amplificato e le angosce per la

sopravvivenza dei bambini, che molto spesso nascono prematuri, arrivano a superare anche

le paure da separazione. Queste paure sono presenti tanto nella madre quanto nel padre.

Nel caso della gravidanza gemellare, però, il padre potrà vivere un’amplificazione di ansie

e paure per la salute della madre e dei bambini nel grembo.

La madre dei gemelli potrebbe presentare facilmente disordini emotivi e disturbi

perinatali.124 Infatti, con la nascita dei gemelli, diviene maggiormente difficile riuscire a

123 Frusca T., Fichera A., Spinetti G. (a cura di), 2003, La gravidanza gemellare. Monitoraggio e gestione clinica. Brescia, Grafo Edizioni 124 M.Garel et al. “Psychological consequences of twinships on the children and their parents”, J Gynecol Obstet Biol Reprod

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trovare le giuste gratificazioni nei primi approcci con i neonati. L’impegno psicofisico a cui

sono esposte può creare un clima fondato su frustrazione e insicurezza a rischio della

relazione madre-bambino.125 Il “lavoro” aumenta quando i gemelli arrivano a casa: le

giornate saranno delle corse contro al tempo da dividere tra operazioni di allattamento al

seno e biberon e cambi di pannolini alternati a momenti in cui si cercherà di calmare il pianto

di uno per non scatenare il pianto dell’altro. I genitori dormiranno molto di meno e non

avranno più tempo da dedicare a loro stessi e questo può ripercuotersi sull’equilibrio mentale

della coppia.126

Momenti di difficoltà potranno riscontarsi anche quando arriverà il momento di relazionarsi

contemporaneamente con entrambi i bambini sia dal punto di vita fisico che emotivo. Mentre

per i mononati la relazione è un tipo di relazione diadica, nel caso dei gemelli siamo di fronte

ad una relazione triadica sempre presente anche quando il genitore ha la possibilità di

interagire solo con un gemello. Ad esempio: quando la madre accudisce un bambino pensa

già mentalmente a cosa dovrà fare dopo con l’altro, non godendosi totalmente il momento

con il figlio.

La psicologa Piontelli afferma che le madri dei gemelli si sentono “divise a metà” perché le

azioni rivolte ai bambini tendono ad essere dissociate e di durata minima. Questa situazione

può far nascere nella madre una sorta di senso di colpa per non essere in grado di dare le

giuste attenzioni ad entrambi nello stesso tempo e modo: si tratta di due individui con gli

stessi bisogni, spesso, nello stesso momento.

Una tendenza a cui si va in contro, molto spesso, con la crescita dei gemelli è quella di

considerarli come membri di una sola unità: i bambini non saranno più Elisa e Demetrio ma

saranno “i gemelli”, un gruppo indistinto per bisogni e caratteristiche. Questa concezione di

gruppo indistinto può essere percepito successivamente anche da loro stessi. Non a caso può

succedere che un gemello si volti sentendo chiamare il nome del cogemello, in questo caso

è come se fosse spinto a pensare che la persona, che sta tendando di mettersi in relazione

con il fratello, voglia indirettamente relazionarsi anche con lui.

Ostinarsi a vestire i gemelli allo stesso modo, dare loro gli stessi soprannomi, considerarli in

tutto e per tutto un’unica cosa potrebbe intaccare il processo di individuazione e sulla

125 Caterina Fischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico-psicologiche nelle gravidanze gemellari 126 F. Barbieri, C. Frischetti, 1997, Crescere gemelli, Phoenix Editrice

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percezione di un Sé separato. Se i gemelli percepiscono la fusione delle loro identità

potrebbero presentare, in futuro, problemi nelle relazioni sociali scontrandosi con un

ambiente che risulta incapace di comprendere e riconoscere i singoli bisogni.127

L’incremento delle gravidanze gemellari è dovuto sicuramente all’aumentato ricorso, da

parte di coppie in tarda età, alle tecniche di fecondazione assistita. Un parto gemellare si

verifica in media ogni 74-95 nascite dopo concepimenti spontanei, mentre per la

riproduzione assistita si verifica ogni 4,5 parti.128

In Italia il ricorso alla FIVET129 e alla ICSI130 è un trend in crescita quindi molto

probabilmente le statistiche dei parti gemellari muteranno nel prossimo futuro, tanto sotto il

profilo numerico che sotto il profilo criminale.

127 Ibidem 128 Dickey RP, Taylor SN, Lup Y, Sartor BM, 2005, Risk factors for high-order multiple pregnancy and multiple birth after controlled ovarian hyperstimulation: results of 4,062 intrauterine cycle. 129 FIVET. La fecondazione in vitro è une tecnica di laboratorio che comporta la fecondazione degli ovuli, precedentemente prelevati, con lo sperma del partner della donna. Una volta fecondato, l’ovulo diventa pre-embrione e viene posto nell’utero per continuare lo sviluppo. In questo tipo di fecondazione è possibile ottenere più di un ovulo maturo contemporaneamente. 130 ICSI- iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo. È una tecnica, sviluppata per combattere la sterilità maschile, che consiste nell’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno del citoplasma dell’ovocita.

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CAPITOLO 4

NEL BENE E NEL MALE

1. Gemelli calabresi

Per cortese intercessione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e della Procura

della Repubblica, mi è stato fatto visionare il materiale inerente alla storia di seguito trattata.

In riferimento alla legge n. 675 del 31 dicembre del 1996 comma 1, lettera a,131 utilizzerò

nomi di fantasia per delineare i ruoli dei soggetti, protagonisti della storia.

Questa è la storia di due gemelli, uniti da un legame morboso, inseparabili nel bene e nel

male.

Riccardo e Federico sono due gemelli, monozigoti, nati nel 1991 in una famiglia della

Calabria, figli di una madre casalinga e un padre macellaio e contadino. È una semplice

famiglia, unita e lavoratrice. La signora Ilenia aiuta il marito nei lavori quotidiani sia in

macelleria, sia nei campi, e il Signor Marco si impegna ogni giorno per mantenere la

numerosa famiglia composta da sei figli: Silvio, Osvaldo, i gemelli, Cecilia e Silvano.

Sembra quasi di sbirciare dalla finestra della loro casa, in armonia con il resto della storia,

una di quelle storie che vengono raccontate ancora nei paesi dove il tempo sembra essersi

fermato. Tutte le storie hanno un’antagonista e in questo caso i protagonisti sono antagonisti

di loro stessi: i Gemelli “cattivi”.

Il primo fattore che fa traballare l’equilibrio bucolico di questa famiglia è rappresentato

dall’appartenenza di quest’ultima ad una “cosca” mafiosa della Calabria e proprio per questo

motivo vede la Signora Ilenia agli arresti domiciliari. Ma, prima ancora di questo, nel lontano

131 Legge abrogata ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera a), del Codice in materia dei dati personali.

La presente legge garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà

fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e

all'identità personale; garantisce altresì i diritti delle persone giuridiche e di ogni altro ente o associazione. Ai

fini della presente legge si intende:

a) per "banca di dati", qualsiasi complesso di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più

siti, organizzato secondo una pluralità di criteri determinati tali da facilitarne il trattamento;

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1998 il primogenito, Silvio, viene ucciso alla sola età di 13 anni insieme ad un amico di 17

anni e in questa occasione, il fratello Osvaldo rimane ferito.

Riccardo e Federico, gemelli identici e personalità contrapposte: il primo violento,

aggressivo, sicuro di sé e sempre il primo ad agire; Federico timido, introverso e riflessivo.

Legati da un rapporto di totale simbiosi e rispettiva dipendenza cominciano la loro “carriera

criminale” nel Dicembre del 2005, all’età di 14 anni, quando due agenti di polizia passano

per un bar dove i gemelli erano soliti passare il tempo libero. Gli agenti osservano i gemelli

che subito scattano aggredendoli verbalmente con fare minaccioso e malandrino: gli

rivolgono, infatti, minacce di ogni tipo con atteggiamento spavaldo e le mani vicino ai loro

visi come a voler dimostrare la loro possibilità di usare la violenza. Gli agenti quindi

sporgono querela contro i due, accusandoli della violazione degli art. 110, 337 e 582 c.p.132

In questa occasione, il fratello maggiore, tenta di giustificare i ragazzini e il loro

comportamento confermando il suo modo di fare omertoso emerso già negli anni precedenti,

dopo l’omicidio del fratello. A tal proposito, il Procuratore Nazionale Antimafia in

un’intervista afferma:

“Un ragazzino di dodici anni che esprime una cultura omertosa, è un ragazzino che l’ha

assorbita perché propria dell’ambiente in cui è cresciuto. Lui non risponde perché

appartiene a un mondo diverso”133

La personalità dei due gemelli appare già caratterizzata da una tendenza al delitto e da

comportamenti antisociali e nel Novembre 2006 altri due agenti dei carabinieri si imbattono

nei due piccoli criminali. Durante un controllo di strada, infatti, gli agenti chiedono i

documenti ai due ragazzi in modo tale da poterli identificare e, quindi, distinguere. Riccardo

e Federico reagiscono male, insultando e minacciando gli agenti. Quando gli stessi, come

previsto dalla procedura, provvedono per la perquisizione personale, i ragazzi si ribellano:

132 Art. 110 c. p. Del concorso di persone nel reato: quando più persone concorrono nel medesimo reato,

ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita;

Art. 337 c. p. Resistenza a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico

ufficiale mentre compie un atto di ufficio o di servizio, a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza è punito

con la reclusione da sei mesi a cinque anni;

Art. 582 c. p. Lesione personale: Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una

malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni, il delitto è punibile a

querela della persona offesa 133 La repubblica, 2006. A tutela della privacy dei soggetti non si riporta integralmente la fonte

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sferrano calci e pugni e tentano, con un bastone, di costringere i carabinieri a smettere di

procedere alla loro identificazione procurando loro lesioni personali. Un gemello prende per

la gola un agente e lo colpisce in viso mentre l’altro lo incita a colpire più forte e ad

ammazzarlo.

“Sono due ragazzi piccoli, minuti ma bisogna essere abbastanza cattivi per fermarli”134

Si è tentato di ricondurre una reazione così violenta all’intenzione da parte dei ragazzi di far

valere, davanti agli agenti, una pretesa dignità ed indipendenza rispetto allo Stato ed ai suoi

funzionari prendendo come esempio negativo, il messaggio proveniente da una realtà in cui

il funzionario pubblico è visto come “nemico”, avversario o ostacolo da combattere e

superare non riconoscendogli la posizione di legittimità che gli deriva dall’essere

rappresentante della società civile.

Da questo momento in poi la “carriera” criminale dei gemelli procede in un crescendo di

violenza e crudeltà su uno sfondo caratterizzato da un forte legame di interdipendenza che

non permetterà, in seguito, al gemello più debole di sottrarsi a questo destino.

L’anno successivo, nel 2007, vengono accusati di aver violato gli art.110-610 c.p.135

Entrambi ormai fungono da punto di riferimento per la “regolazione di conti” anche su

richiesta, ed è proprio quello che succede: una vicina di casa si rivolge ad entrambi perché

qualcuno posteggia la macchina sotto casa sua dandole fastidio. Riccardo e Federico

“consigliano” al proprietario della macchina di trovare un altro posto, reato per cui sono stati

poi condannati ad un anno di reclusione. A luglio dello stesso anno, altri due agenti

subiscono le loro aggressioni. I due fratelli si trovano su uno scooter che guida Riccardo

mentre Federico è seduto dietro. I carabinieri intimano “l’alt” e mentre Federico tenta di

nascondere la targa del veicolo con i piedi, Riccardo accelera bruscamente tentando di

investire uno dei due carabinieri per poi alzare un dito facendolo roteare in aria, come per

dire “ci vediamo dopo”, chiaro segno di sfida.

134 Verbale di udienza, agente aggredito, testimonianza 135Art. 610 c. p. Violenza privata: Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od

omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni

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Nel gennaio 2007 vengono arrestati per detenzione, porto d’armi e danneggiamento. In

questo caso vengono divisi: Federico viene trasferito presso l’IPM di Potenza e collocato

presso la Comunità Ministeriale, Riccardo è stato accompagnato presso l’IPM di Catanzaro

ma per motivi di incompatibilità viene trasferito presso l’IPM di Caltanissetta, nella

Comunità Ministeriale per poi, a febbraio, essere trasferito presso la Comunità Ministeriale

di Reggio Calabria per motivi di incompatibilità. Il 24 Marzo Riccardo viene colpito da una

grave crisi compulsiva (per cui è stata prevista una terapia anti-convulsivante) e condotto

perciò presso OO. RR. Di Reggio Calabria in cui viene ricoverato per 7 giorni. In ragione di

questo, viene disposta una misura cautelare meno afflittiva e a luglio la Corte d’Appello

emette un’ordinanza di scarcerazione per entrambi permettendo loro di fare rientro presso la

propria abitazione, dai loro familiari. A tal proposito la Signora Ilenia dichiara di essere

sollevata per il ricongiungimento dei gemelli poiché la loro separazione creava tra di loro

molte sofferenze dato il forte legame affettivo che li unisce.

A Febbraio del 2008 i gemelli vengono imputati del reato di cui gli artt. 81, 110, 582 c. p.136

Nel pomeriggio del 2 Febbraio, Riccardo e Federico scendono in strada per partecipare alla

sfilata di carnevale del paese e in questa circostanza Riccardo colpisce alla testa un ragazzo

con una bomboletta spray. Durante l’aggressione Riccardo sfida il ragazzo che si trova a

terra invitandolo a sfilargli la maschera e a scoprire chi fosse ma non vedendo nessuna

reazione da parte di quest’ultimo, inizia a colpirlo con violenza. Il fratello, Federico, tenta

di persuadere Riccardo chiedendogli di andare via e di lasciare perdere e così fanno,

allontanandosi dal luogo dell’accaduto ma lungo la strada incontrano un secondo ragazzo

che viene puntualmente aggredito dagli stessi e anche in questo caso, Federico tenta di

persuadere il fratello.

Il 10 Giugno del 2008 a ribellarsi al controllo dei carabinieri è solo Riccardo che, privo di

documenti, viene portato in caserma per il riconoscimento e viene accusato di aver violato

gli art.336-337 c.p.137 Il giorno successivo in un’informativa di reato viene indicato che:

136 Art. 81 c. p. Concorso formale. Reato continuativo. E’ punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la violazione più grave aumentata fino al triplo chi con una sola azione od omissione viola diverse disposizioni di legge ovvero commette più violazioni della medesima disposizione di legge. Alla stessa pena soggiace chi con più azioni od omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, commette anche in tempi diversi più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge 137 Art. 336 c. p. Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia a un

pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri

doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

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“I fratelli provengono da un ambiente familiare particolare, entrambi si avvalgono della

forza intimidatoria della famiglia di origine facendo leva sulla loro non imputabilità.

Responsabili di furti, incendi di autovetture, rapine a mano armata, ritorsioni ecc. il tutto

mai denunciato dalle vittime che vengono indotte dagli stessi a non denunciare. Le rapine

a mano armata fatte ai conducenti di autobus di linea, venivano fatte anche davanti a

passeggeri terrorizzati. Pestaggi effettuati in pieno giorno a danno dei passanti che hanno

avuto la colpa di aver incrociato il loro sguardo. All’età di 10 anni erano già famosi in

paese per atti violenti e macabri nei confronti di alcuni animali (randagi trovati senza

testa o con arti mancanti palesando la violenza e crudeltà con cui gli stessi infierivano

sulle povere bestie)”138

Riguardo gli atti violenti commessi a 10 anni, uno in particolare ha palesato la natura

terribilmente sadica dei due fratelli: entrambi seppelliscono quattro cani vivi lasciandone

fuori solo la testa per colpirli poi con delle pietre in un crescendo di sadismo e cinismo

assolutamente non comune.

Il 19 giugno del 2008 il Tribunale emette l’ordinanza di allontanamento immediato dei

minori dalla famiglia:

“Tutte le condotte devianti e il negativo stile di vita appaiono chiaramente corroborati

dalla forte complicità tra i due minori, i quali, liberi da freni di autocontrollo e da sponde

educative adeguate alla difficile situazione, innescano così interazioni psicologiche

accelerative e rafforzative dei propositi e delle attività devianti creando una pericolosa

ripetuta sequenza di condotte illecite, fioriera di gravose conseguenze per gli stessi e per

la comunità locale.”

Il 21 giugno i carabinieri si recano presso l’abitazione dei due per dare esecuzione al

provvedimento che prevedeva l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare e il loro

inserimento presso strutture comunitarie di assistenza separate. Quando gli agenti arrivano,

138Informativa di reato ex art. 347 c.p. p.: Obbligo di riferire la notizia di reato. Acquisita la notizia di reato,

la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del

fatto e gli elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali

trasmettere la relativa documentazione

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alle 4.30 del mattino, decidono di circondare l’abitazione per evitare eventi di violenza

contro gli agenti come era già accaduto altre volte.139 Riccardo si accorge della loro presenza

e tenta la fuga: i carabinieri gli ordinano di fermarsi ma lui ne aggredisce uno rompendogli

il setto nasale140 e scompare nei campi rurali circostanti. Al contrario, Federico si consegna

agli agenti e viene collocato presso una struttura per minori di Reggio Calabria da cui però,

poco dopo, scappa rifiutando l’aiuto di operatori e responsabili delle struttura.

Successivamente tenendo in considerazione: la crescita dei ragazzi in un contesto difficile

come quello della provincia di Reggio Calabria; la totale assenza di collaborazione dei

genitori dei ragazzi con le forze dell’ordine; l’indole violenta e l’insofferenza nei confronti

della legge, il tribunale ritiene necessario l’intervento dei Servizi Sociali e la collocazione

dei minori in strutture separate in ragione del fatto che la loro complicità rafforza le loro

condotte devianti.

Il 30 ottobre i gemelli portano in un luogo pubblico due coltelli141, lunghi complessivamente

14,5 cm ciascuno, e per questo viene fatta segnalazione ai Servizi Sociali e il giorno dopo,

il 31 ottobre, entrambi accedono alla struttura IPM di Catanzaro. Da una relazione di

aggiornamento dell’USSM si evince che i gemelli si sentono vittime del pregiudizio del

sistema e non riconoscono le loro responsabilità:

“Si vede che ce l’hanno con me e mi vogliono rovinare a tutti i costi”142

A Dicembre una relazione di sintesi dell’IPM di Catanzaro rivela che tutta la famiglia dei

gemelli ha avuto problemi con la giustizia: la Signora Ilenia è agli arresti domiciliari per

139 Art..61 c. p. Circostanze aggravanti comuni, n. 10 avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o

una persona incaricata di pubblico servizio 140 Art. 582 c. p. Lesione personale: chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva

una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni 141 Art. 4 L. 110/75 Porto di armi od oggetti atti ad offendere: Salve le autorizzazioni previste dal terzo

comma dell'articolo 42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza 18 giugno 1931, n. 773, e successive

modificazioni, non possono essere portati, fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, armi,

mazze ferrate o bastoni ferrati, sfollagente, noccoliere, storditori elettrici e altri apparecchi analoghi in grado

di erogare una elettrocuzione. Senza giustificato motivo, non possono portarsi, fuori della propria abitazione

o delle appartenenze di essa, bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da punta o da taglio atti ad

offendere, mazze, tubi, catene, fionde, bulloni, sfere metalliche, nonché qualsiasi altro strumento non

considerato espressamente come arma da punta o da taglio, chiaramente utilizzabile, per le circostanze di

tempo e di luogo, per l'offesa alla persona. 142 Verbale udienza

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traffico di droga, il fratello maggiore è detenuto per un sconto di pena pari a 8 anni per lo

stesso reato.

Il 27 marzo 2008 i gemelli vengono dichiarati colpevoli come disposto dall’art. 533 c.p.p.143

scontando una pena che prevedeva 9 mesi di reclusione.

Nell’ottobre 2009 vengono accusati di tentato omicidio nei confronti di due ragazze, Laura

e Giovanna ferite nel corso di una lite per motivi di gelosia. Successivamente Riccardo e

Federico si recano presso l’abitazione di Marco, sfondano il portone e poi lo aggrediscono

con brutalità con una spranga di ferro colpendolo alla testa. Marco era “colpevole” di non

essere degno di essere fidanzato con una loro cugina perché non appartenente al loro

ambiente. Dopo essersi dileguati, sono stati ritrovati a casa dello zio, noto esponente della

‘ndrangheta, dai carabinieri che sono riusciti a risalire ai gemelli grazie alle testimonianze

delle vittime. Presso quell’abitazione è stato ritrovato il fucile e un coltello di genere

proibito. Il 9 novembre vengono dichiarati colpevoli di tentato omicidio.

Nel 2010 vengono accusati di aver acquistato computer e una macchina provenienti da una

rapina a mano armata144 e di aver guidato il veicolo senza patente145. Sempre nello stesso

anno vengono accusati di aver portato in un luogo pubblico, più precisamente in una pizza

del paese, un fucile.

Durante la loro permanenza nell’IPM di Catanzaro, nel 2010, Federico colpisce al viso un

altro detenuto per un diverbio ma subito dopo dichiara di aver capito l’errore commesso e di

essere pronto ad assumersi le sue responsabilità. Successivamente è Riccardo a scontrarsi

con altri due detenuti e, in questo caso, Federico reagisce alla rissa in difesa del fratello senza

però conoscere i reali motivi che hanno scatenato la lite. Nel Maggio 2011 i gemelli sono

protagonisti di altre due risse dovute a dinamiche conflittuali preesistenti tra i detenuti. Tale

143 Art. 533 c.p.p. Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza il giudice applica la pena e le eventuali misura di sicurezza. 144 Art. 648 c. p. Fuori dai casi di concorso nei casi di reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve, od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da 516 Euro a 10.322 Euro. La pena è aumentata quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi dell’art.628, 3° comma, di estorsione aggravata ai sensi dell’art. 629, 2° comma, ovvero di furto aggravato ai sensi dell’art. 625, 1° comma, n. 7-bis 145 Art.116 13° comma, c.s., Chiunque guida autoveicoli o motoveicoli senza aver conseguito la patente di guida è punito con l’ammenda da Euro 2.257 a Euro 9.032; la stessa sanzione si applica ai conducenti che guidano senza patente perché revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti previsti dal presente codice. Nell’ipotesi di reiterazione del reato nel biennio si applica altresì la pena dell’arresto fino ad un anno. Per le violazioni di cui al presente comma è competente il tribunale in composizione monocratica

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conflittualità è sostenuta ed alimentata dalla loro provenienza socio-culturale caratterizzata

da rigidi codici sottoculturali e da comportamenti che i ragazzi tendono a replicare in questo

contesto come modalità di affermazione personale.

“L’accaduto è riconducibile alla conflittualità latente esistente già da tempo tra i detenuti

coinvolti nelle risse, con espresso riferimento a una parte dei detenuti provenienti dal

territorio della provincia di Reggio Calabria, alla quale appartengono i gemelli, da

ricondursi verosimilmente al tentativo di affermazione della leadership del gruppo dei

detenuti di detta estrazione territoriale”146

Per questioni di sicurezza e ordine, i gemelli vengono trasferiti all’Istituto Penale per

Minorenni di Potenza il 12 maggio del 2011.

La loro folle corsa al crimine termina nel 2015 quando vengono arrestati in una maxi

operazione anti ‘ndrangheta che ha coinvolto più di 36 persone. I gemelli, e gli altri

“compagni”, vengono accusati di associazione di tipo mafioso147 e per tutti i reati di

estorsione,148 detenzione abusiva di armi, ricettazione, favoreggiamento personale,149

146 Verbale IPM Catanzaro 147 Art. 416 bis c. p. Associazioni di tipo mafioso anche straniere Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni. L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra, alla 'ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso. 148 Art. 629 c. p. Estorsione. Chiunque, mediante violenza [392 c. 2, 581 c. 2] o minaccia [612], costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000 149 Art. 387 c. p. Favoreggiamento Personale. Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce [la pena di morte o] l'ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo [110], aiuta taluno a eludere le investigazioni dell'Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti [418], è punito con la reclusione fino a quattro anni.

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danneggiamento seguito da incendio,150 spendita e introduzione nello Stato,151 previo

concerto, di monete falsificate, violazione di disposizioni per il controllo delle armi ed in

materia di armi clandestine,152 detenzione di stupefacenti.153 Il tutto non assolutamente

circoscritto nella provincia di Reggio Calabria, bensì anche nelle provincie di Firenze,

Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Chieti e Verbania.

2. Riccardo e Federico criminali nati?

Per studiare la storia di questi gemelli ho visionato circa 16 fascicoli, verbali, relazioni dei

servizi sociali, verbali di testimonianze, certificati ecc. Ho tentato dunque, attraverso

l’analisi psicologica e comportamentale redatta dai Servizi Sociali, di delineare il profilo

psicologico di ognuno:

Riccardo è quello che sembra essere il gemello “attivo” o “dominante”. Dalle relazioni

redatte dai vari servizi che si sono occupati di questo caso si evince che il ragazzo ha un

temperamento aggressivo, mafioso, arrogante, molto sicuro di sé, è quello che scatta sempre

per primo trascinando dietro di sé il cogemello. Nel momento in cui entra nelle varie strutture

il suo atteggiamento sembra cambiare, infatti, quando viveva ancora in famiglia aveva

abbandonato gli studi conseguendo solo la terza media ma una volta collocato presso la

struttura minorile, è riuscito a conseguire anche il terzo anno di scuola superiore e ad ottenere

vari attestati. Generalmente sembra assumere un atteggiamento rispettoso e corretto nei

150 Art. 424 c. p. Danneggiamento seguito da incendio. Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 423 bis al solo scopo di danneggiare [635] la cosa altrui, appicca il fuoco a una cosa propria o altrui è punito, se dal fatto sorge il pericolo di un incendio, con la reclusione da sei mesi a due anni. Se segue l'incendio, si applicano le disposizioni dell'articolo 423, ma la pena è ridotta da un terzo alla metà [425, 449]. 151 Art. 455 c. p. Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate. Chiunque introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero le spende o le mette altrimenti in circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un terzo alla metà 152 Art. 697 c. p. Detenzione abusiva di armi. Chiunque detiene armi o caricatori soggetti a denuncia ai sensi dell'articolo 38 del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, [704] o munizioni senza averne fatto denuncia all'Autorità, quando la denuncia è richiesta, è punito con l'arresto da tre a dodici mesi o con l'ammenda fino a 371 euro. Chiunque, avendo notizia che in un luogo da lui abitato si trovano armi o munizioni, omette di farne denuncia alle autorità, è punito con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda fino a 258 euro. 153Art. 73 del DPR n 309/1990 Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. Chiunque, senza l’autorizzazione, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope, è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da Euro 26.000 a Euro 260.000

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confronti del personale della struttura anche se tende ad essere diffidente mettendo in atto

comportamenti complessivamente conformi alle regole vigenti e prendendo parte alle varie

attività educative svolte. Tuttavia, tende ad evitare tutte quelle attività che presuppongono

l’esplorazione e il contatto di istanze di natura affettivo-emotiva nei confronti delle quali

sembra innalzare barriere difensive. Il suo atteggiamento difensivo lo porta ad una

comunicazione scarna e superficiale e a relazioni interpersonali formali e diffidenti. In

ragione di questo, predilige attività tecnico-teorica dato che questi risultano meno invadenti

la sfera personale. Questo approccio difensivo alle relazioni interpersonali sembra essere

legato al fatto che così sente, secondo il suo particolare punto di vista, di tutelare meglio

esigenze vitali come il rispetto per se stesso e la dignità personale e di poter controllare

meglio la sua realtà esterna. Il ragazzo partecipa assiduamente alle attività della struttura ma

solo se ritenute da lui interessanti o utili. Se queste non sono di suo interesse, anche se

richieste da parte degli operatori, non vengono frequentate. Questa sua modalità di operare

una qualche forma di controllo attivo sulla sua realtà esperienziale detentiva da un lato viene

compresa ma dall’altro viene vista come un qualcosa che rappresenta un indicatore della sua

difficoltà di misurarsi con diverse realtà, rispetto alle quali sente di non sapere governare

adeguatamente. Ciò, ovviamente, gli provoca ansia, e per evitarla elimina l’esperienza e di

conseguenza la possibilità di aprirsi a nuovi apprendimenti. Tale atteggiamento potrebbe

essere considerato come una “strategia” che lo porta a ritenere che quando si ha a che fare

con le istituzioni, meno si interagisce e meglio è.

In una relazione di aggiornamento del 2010 è emerso che l’atteggiamento difensivo, oltre ad

essere legato a specifiche dinamiche interpersonali, potrebbe essere rafforzato da una certa

cultura familiare che favorisce in lui costruzioni di realtà che guardano con diffidenza il

rapporto con l’operatore e l’istituzione in genere. Oltre a questo, Riccardo mostra un certo

disinteresse nell’istaurazione di rapporti con gli adulti che viene, in un certo senso,

compensato da intense relazioni di gruppo con i ragazzi calabresi con cui sembra giocare un

ruolo di primo piano. In questo si può cogliere la sua capacità di mediazione e, nello stesso

tempo, di adesione alle aspettative di contesto più ampio. Questo suo agire in maniera

disinteressata nei confronti delle figure adulte sembra rispecchiare una certa insofferenza per

i rapporti non paritari e asimmetrici dove il baricentro del potere pende dalla parte dell’altro.

Pur essendo il gemello dominante risulta essere quello più “debole”, infatti, al momento

della separazione dal cogemello, è stato quello che ne ha sofferto di più (es. convulsioni).

Riccardo sembra avere un forte ascendete sul cogemello e lo si è notato in molte occasioni

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come quando, ad esempio, incitava lo stesso a “picchiare più forte” l’agente di polizia. I due

sono legati da un attaccamento di tipo simbiotico da cui ne conseguono una forte complicità

e continuo e reciproco supporto anche in occasione di richieste avanzate dal personale

istituzionale. Questa sorta di “dipendenza” da questo legame affettivo spinge entrambi a

condividere non solo le esperienze vissute fino ad oggi ma anche i modi di pensare, le scelte

future, le opinioni sia per la loro situazione sia per fatti accaduti sia per quelli che

accadranno. Durante la loro permanenza negli istituti, tendono a condividere gli stessi

impegni, ogni scelta e tutto il tempo a disposizione.

Federico, rispetto al fratello, ha manifestato maggiore chiusura. Anche lui è un ragazzo

tendenzialmente diffidente, anche se non come il cogemelli, e difensivo quando si tratta di

approfondire vissuti personali e questo atteggiamento sembra risentire dell’influenza del

fratello con cui ha condiviso e condivide ogni tipo di esperienza risultandone reciprocamente

condizionati come, ad esempio, nel caso in cui entrambi hanno deciso di iniziare una dieta

del tutto personalizzata durante il periodo di detenzione e che li ha visti perdere fino a 13 kg

di peso. Evita tutte quelle attività che richiedono espletamento emotivo preferendo altre

attività di tipo tecnico-professionale. Da una relazione comportamentale dell’IPM di Potenza

del 2011, risulta che durante tutte le iniziative promosse per il benessere psico-fisico-motorio

e emozionale-affettivo si rileva l’assunzione di un ruolo più marginale da parte di Federico.

I rapporti con gli altri detenuti e con gli operatori della struttura risultano essere corretti e il

livello di integrazione si connota significativamente solo con i detenuti di provenienza

calabrese. Federico mostra una certa tendenza, come il fratello, a fare riferimento

esclusivamente a se stesso, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la

complessità dei problemi cha la caratterizzano. Tale autoreferenzialità l’ha portato, già da

piccolo, ad avere grosse difficoltà di adattamento all’ambiente scolastico e ad evidenziare

modalità reattive di gestire le situazioni di tensione. Tuttavia, all’interno delle strutture

presso cui è ospitato si mostra sempre presente e motivato per le attività in cui è inserito e

anche per gli studi scolastici che gli permetteranno, in seguito, di essere promosso per il

terzo superiore. Federico sembra essere il gemello più “debole”, quello che si lascia guidare

e influenzare dal cogemello ma, nello stesso tempo, sembra essere l’unico che tenta in

qualche modo di ritornare sulla retta via, arginando il comportamento violento del fratello.

A tal proposito, in quasi tutte le relazioni redatte dai Servizi Sociali, si evince la volontà e la

capacità, da parte de ragazzo, di tenersi distante da dinamiche conflittuali che

occasionalmente possono venire a presentarsi tra i ragazzi detenuti.

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“Il suo approccio alla vita di relazione intraistituzionale, pur evidenziando il suo proposito

di non avere problemi con nessuno e di tenere un comportamento di pieno rispetto e

adeguamento alle aspettative di contesto, appare, per la presenza di alcuni rigidi costrutti

personali, tendenzialmente dipendente da eventi ed accadimenti esterni.”154

Il suo approccio ai problemi tende quindi tende ad essere più emotivo quando si deve

misurare con esperienze costruite, dallo stesso, come aggressione psicologica, portandolo

così alle risposte comportamentali di tipo reattivo.155 Successivamente egli dimostra di

essere in grado di pervenire a delle rielaborazioni critiche dei comportamenti inappropriati

contingentemente messi in atto, evidenziando come sotto forte pressione psicologica gli

aspetti di personalità più prosociali e costruttive del ragazzo possano andare incontro a

significative contrazioni tanto da perdere forza dinamica e possibilità di adeguata

espressione sul piano della condotta. Questo aspetto potrebbe essere il risultato delle

esperienze vissute che gli hanno consentito di percepire sé stesso come una persona in grado

di padroneggiare gli eventi senza farsi schiacciare o penalizzare da questi.

Per quanto riguarda i rapporti con gli operatori, ha mostrato spesso disponibilità alla

comunicazione informale ma assume un atteggiamento di evitamento ad incontri più

strutturati e questo, probabilmente, è legato al fatto di non ritenersi bisognoso di interventi

psicologici. A tal proposito, gli psicologi e le figure professionali affini vengono vissute dal

ragazzo come figure invasive ed etichettanti.

“Vi è scarsa consapevolezza del problema, è un atteggiamento comune a molti

adolescenti, che trovandosi in una delicata fase di individuazione, di maggiore definizione

della loro identità personale, tendono a prendere le distanze dall’adulto in genere e dallo

154 Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro 155 Risposta comportamentale di tipo reattivo: è un approccio psicologico che identifica il comportamento emotivo “analfabeta” cioè l’approccio S-R stimolo risposta. Questo tipo di approccio consiste nel fatto che questo tipo di reattività è tipico delle persone irascibili, aggressive ed emotivamente instabili che reagiscono impulsivamente agli stimoli (critiche, offese, contraddizioni, provocazioni o minacce) ricevuti dall’ambiente fornendo sul piano comportamentale una risposta “R” emotivamente analfabeta, cioè non mediata da alcuna forma di controllo sulla situazione. Questo approccio può indurre sensi di colpa in chi lo manifesta con effetti negativi anche a carico della propria autostima. Angelo Battista, 2011, Vocabolario dell’intelligenza emotiva ed altro… Cacucci Editore, Bari

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specialista in particolare, per timore di essere condizionati, “plagiati”, rispetto alla loro

ricerca di una specifica ed originale identità personale”156

Nel 2008, da un’osservazione psicologica, emerge che:

“La somiglianza tra i due fratelli gemelli più che essere caratteriale appare di tipo

valoriale. Poiché Riccardo tende a costruire se stesso come una persona che non è

disposta ad accettare in alcun modo atteggiamenti o comportamenti percepiti come lesivi

dell’immagine di sé o della propria famiglia, per cui ciò lo porta ad essere difensivo e a

costruire le relazioni interpersonali come un potenziale campo minato, per Federico il

problema non sembra porsi finché ciò non si verifica; una volta verificatosi entrambi

tendono ad utilizzare processi di costruzione dell’esperienza simili e a reagire

emotivamente facendo riferimento a modalità comportamentali culturalmente apprese nel

loro contesto ambientale di riferimento per la gestione di certi problemi”157

3. Gemelli londinesi

Reginald e Ronald Kray erano due gemelli monozigoti nati nell’East End di Londra nel 1933

da una famiglia della classe operaia che aveva già due figli: Cherlie il fratello maggiore e

Violet, una sorella morta in tenera età. I gemelli, più comunemente conosciuti come Ronnie

e Reggie ebbero un’infanzia piuttosto difficile: negli anni della Seconda guerra mondiale

non videro per molto tempo il loro padre perché dovette scappare da disertore per essersi

rifiutato di partire per la guerra. Praticavano la boxe, sport molto conosciuto nella Londra di

quel periodo. Finita la guerra le regole del vecchio mondo erano state cancellate e stava

sorgendo un mondo completamente nuovo.

156 Osservazione comportamentale, équipe tecnica, IPM Catanzaro 157 Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro

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Fig.11 I Gemelli Kray fotografati da David Baley per la Box of Pin Ups 1965

L’East End era il luogo più adatto per sviluppare la loro carriera criminale e, infatti,

iniziarono a frequentare i criminali di Londra e a 16 anni furono arrestati con l’accusa di

lesioni gravi a danno di una banda rivale, fuori da una sala da ballo. Vennero poi rilasciati

per assenza di prove. All’età di 17 anni Ronnie e Reggie si trovavano fuori dal caffè Bethnal

Green Road con un gruppo di amici, successivamente arrivarono degli agenti di polizia e

uno di questi ha chiesto loro di spostarsi spingendo Ronnie che reagì e lo colpì facendolo

cadere a terra. Tutto il gruppo scappò ma più tardi la polizia tentò di arrestare Ronnie che

venne difeso da Reggie che aggredì gli agenti. Anche questa volta vennero arrestati entrambi

con l’accusa di aggressione ricevendo la libertà vigilata. Continuarono la loro vita criminale

fino a che, nel 1952, vennero chiamati nei Royal Fusillers158 da cui però scapparono poco

dopo. Entrambi ebbero problemi con la legge per i quali sono stati arrestati per alcune

settimane, periodo in cui, si ribellarono ai secondini e vennero radiati dall’esercito anche se

non ne facevano ancora parte. Furono gli ultimi detenuti della “Torre di Londra”159, prigione

di Londra per eccellenza di cui tutti avevano timore. Negli anni ’50 abbandonarono il

pugilato e comprarono un pub in cui offrivano protezione ad altri commercianti dietro

minacce e in cambio di denaro. Nel 1960 Ronnie viene arrestato per aver chiesto il pizzo ad

alcuni commercianti e rimase in carcere per un anno e mezzo mentre intanto, Reggie

158 Royal Fusiliers Reggimento di fanteria della British Army fino al 1968 quando venne incorporato con un altro reggimento per formare il Reggimento Reale Fucilieri 159 La torre di Londra è uno storico castello, vicino il fiume Tamigi, utilizzato d partire dal 1100 come prigione conquistandosi la fama di prigione truce e ostile che tutti temevano e rispettavano. Presso la torre si effettuavano torture sui detenuti che spesso venivano giustiziati.

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continuò a mandare avanti i loro “affari”. Ronnie venne dichiarato pazzo e trasferito nel

manicomio di Long Grove dove il fratello andò a trovarlo per cercare di farlo uscire. L’idea

di Reggie era quella di sostituirsi a Ronnie in modo tale da farsi visitare dallo psichiatra che

lo avrebbe dichiarato sano di mente: Ronnie uscì dall’ospedale e Reggie rimase seduto a

leggere un giornale fino a che non domandò che fine avesse fatto il fratello e quando il

personale sanitario tentò di rintracciarlo era ormai troppo tardi. Circa 5 mesi dopo, la polizia

fece irruzione a casa di Ronnie riportandolo in carcere da dove poi uscì nel 1959.

Negli anni ’70 i gemelli possedevano vari locali notturni e frequentarono molte personaggi

conosciuti tra cui uomini d’affari e cantanti famosi come Frank Sinatra. Divennero famosi

non solo per le loro attività legali ma anche per quelle illegali di cui però non si trovarono

prove concrete. Vennero intervistati e fotografati proprio come due celebrità:

“Erano i migliori anni delle nostre vite. Li chiamavano gliswinging sixties. I Beatles e i

Rolling Stones comandavano la musica pop, Carnaby Street era il centro del mondo della

moda, e io e mio fratello eravamo i capi di Londra. Eravamo fottutamente intoccabili.”160

Nel 1966 Ronnie uccise a George Cornell,161 un criminale membro di una Gang rivale,

sparandolo alla testa ma, ad oggi, ancora non è chiaro il vero motivo di questo omicidio:

alcuni sostengono che Cornell si rivolse al gemello facendo riferimento alla sua

omosessualità altri, invece, sostengono che lo uccise per vendicare l’uccisione di un membro

della propria Gang.

Furono responsabili di furti, incendi, rapine a mano armata, racket, tortura, truci omicidi e

varie lotte sanguinolente tra gang e, nel maggio del 1968,162 i gemelli vennero arrestati e

condannati all’ergastolo per omicidio: Ronnie fu dichiarato malato di mente e per questo

venne trasferito nell’ospedale psichiatrico di massima sicurezza, il Broadmoor Hospital,

dove morì nel 1995 a causa di un infarto; Reggie rimase in prigione fino al 2000 anno in cui

venne rilasciato per un cancro allo stadio terminale per cui morì dopo 8 settimane.

Gemelli identici ma caratterialmente diversi:

160 Ronnie Kray, 1993, My story 161 George Cornell criminale inglese membro del Richardson Gang composta da criminali e commercianti 162 BBC News, 4 April 2010,"1968: Krays held on suspicion of murder", 8 May 1968

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Reginald (Reggie) era il gemello calmo, riflessivo e calcolatore, quello che può definirsi

come la “mente” delle operazioni. Dal temperamento ragionevole, era in lotta con se stesso

perché desiderava fortemente da una parte la vita da fuorilegge facendo parte del mondo

criminale ma dall’altra era desideroso di una “vita normale”, normalità che poi tentò di

trovare sposando Frances Shea163 che poi morì suicida non riuscendo più a sopportare gli

orribili crimini commessi dai fratelli e il loro alto livello di malvagità.

Fig.12 I gemelli Kray nel giorno del matrimonio di Reggie e Frances Shea

A tal proposito, il giornale GQ riporta un aneddoto particolare:

“Reggie perfected a "cigarette punch". He offered his victim a cigarette directly to the

mouth, then stuck when their guard was down and their open mouth guaranteed a broken

jaw. Never accept gifts from gangsters.”164

163 Frances Shea era una ragazza proveniente da un ambiente convenzionale che rimase affascinata dallo sfarzo e dai riflettori della vita di Reggie ma ben presto scoprì l’altra faccia della medaglia. Qualche tempo dopo la sua morte, un’amante di Reggie si fece avanti sostenendo che quello di Frances non era stato un suicidio ma un omicidio da parte di Reggie in un raptus di gelosia 164 GQ magazine, 9 amazing facts about the Kray Twins, www.gqmagazine.co.uk

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Reggie era talmente tanto abile come pugile che creò un “pugno sigaretta”: offriva alle sue

vittime una sigaretta e mentre loro aprivano la bocca per prenderla, lui sferrava loro un pugno

rompendogli la mandibola.

Ronald (Ronnie) era il gemello più istintivo, agitato, il simpatico della coppia ma che

sembrava celare un lato “oscuro” dentro di se poiché cambiava spesso atteggiamento

all’improvviso. Era feroce e malvagio ed era la sua personalità ad alimentare la violenza

omicida all’interno della coppia gemellare tanto che, dopo 4 mesi dalla morte di Frances

Shea, cerca di convincere il fratello ad uccidere un membro minore della loro banda perché

era venuto meno agli obblighi di un contratto. L’uomo in questione era Jack "the Hat"

McVitie165 che venne prima ferito sotto un occhio con un pezzo di vetro, poi venne pugnalato

in faccia e allo stomaco. Il lato oscuro di Ronnie venne dichiarato, nel 1979,166 schizofrenia

paranoide.167

4. Uguali nel bene e nel male?

Le storie di cronaca riguardanti i gemelli sono molte e spesso la condizione di gemellarità

passa in secondo piano rispetto al fatto accaduto come è successo a Roma il 20 luglio del

2014.168 Due gemelli, insieme al loro gruppo di amici, hanno trascorso la serata come un

qualsiasi altro gruppo di ragazzi ventenni fino a quando non hanno deciso di rapinare e

aggredire i passanti della zona dell’Eur. Le vittime aggredite sono state tre: prima venivano

intimoriti poi venivano aggrediti con calci e pugni e venivano derubati da qualsiasi cosa di

valore che indossavano in quel momento. Il gruppo viene bloccato dai carabinieri che, dopo

vari inseguimenti, riescono a bloccare i due gemelli che sono accusati di rapina in

concorso.169

165 Time Warner Paperbacks 2001, Nipper Read, The Man Who Nicked The Krays 166 The Independent. 18 March 1995, "Obituary: Ron Kray" 167 La schizofrenia paranoide è uno dei diversi tipi di schizofrenia, una malattia mentale cronica in cui una persona perde il contatto con la realtà. Tra i sintomi e i segni di tale patologia è possibile includere: allucinazioni uditive, paranoie, ansia, rabbia, distanza emotiva, violenza, pensieri e comportamenti lesivi. 168 20 Luglio 2014, Roma, due rapine in pochi minuti: arrestati fratelli gemelli, www.ilmessaggero.it 169 Art. 628 c. p. Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l'impunità. Art. 110 c. p. Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita

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Anche il mondo sportivo è stato testimone di un caso di cronaca a carico di due gemelli

definiti da tutti i giornali inseparabili: i gemelli Morris.170 Questi gemelli sono due giocatori

della squadra di basket Suns e sono indagati per un atto di violenza avvenuto il 24 gennaio

del 2015. I Morris, oltre ad essere fisicamente identici, presentano identiche caratteristiche

dai tatuaggi al taglio di capelli. Il loro legame particolarmente simbiotico, viene manifestato

con grande orgoglio anche sul campo da basket tanto da diventarne una dipendenza. Nel

2013 Marcus viene scelto dalla squadra dei Rockets e il fratello Markieff dalla squadra dei

Suns, diventa così obbligatoria la loro separazione per una stagione Nba: Markieff non si

rassegna e chiede disperatamente al presidente dei Poenix, Lon Babby, di poter prendere in

squadra il fratello in modo da poter avere prestazioni sportive più importanti. E così accadde:

nel marzo dello stesso anno, anche Marcus entra a far parte dei Suns.

Fig.13 Marcus e Markieff Morris con la divisa della squadra dei Phoenix Suns

Ma nel 2015 i due gemelli raggiungono Erik Hood171 il quale aveva appena assistito ad una

partita amichevole in cui giocavano i gemelli. I Morris, insieme ad altri amici accerchiano

Hood, lo colpiscono alla testa e avviano il pestaggio durato qualche minuto concludendosi

con numerose abrasioni, la rottura del setto nasale e vari lividi su tutto il corpo. Il motivo

170 Michele Talamazzi, 9 Dicembre 2014, Basket, Nba: Morris, gemelli inseparabili dei Suns, Milano, www.gazzetta.it 171 Erik Hood ex-giocatore NBA

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della reazione violenta dei gemelli sembra essere la gelosia estrema nata dall’attenzione che

Hood aveva nei confronti della loro madre Tomasine alla quale sono molto legati.172

Un caso che ha scosso le strade di Birmingham, nel maggio del 2008, è quello delle gemelle

Eriksson. Ursula e Sabina sono due gemelle monozigote, nate in Svezia nel 1967 separate

dopo la loro nascita: Sabina vive in Irlanda con il suo compagno e i suoi figli, e Ursula che

vive in America e nel 2008 decide di fare visita alla sorella in County Cork. Dal loro

incontro, le due gemello appaiono unite da un legame molto forte. Secondo alcuni psicologi,

in quel momento, una delle due viene colpita da una forma temporanea di demenza che, a

causa della forte simbiosi, ha coinvolto inevitabilmente anche l’altra. Di comune accordo si

recano a Londra e arrivate nei pressi di Birmingham danno sfogo ad una sorta “follia

gemellare” dovuta ad una psicosi condivisa173: ad assumere un atteggiamento sospettoso e

si rifiutano di consegnare le borse prima di risalire sull’autobus tanto che il conducente le

invita a scendere e le lascia presso un autogrill. Arrivate in autostrada, le gemelle camminano

senza meta lungo le carreggiate della M6 di Birmingham, in mezzo agli autoveicoli che

sfrecciano a tutta velocità. L’arrivo degli agenti sul posto ha peggiorato la situazione, mentre

gli agenti bloccano Sabina, Ursula viene investita da un veicolo articolato riportando gravi

lesioni alle gambe e l’altra, approfittando del trambusto, si lancia nel mezzo del traffico e

viene travolta da un’auto in corsa. Tutte queste scene vengono riprese dalle telecamere della

BBC1 che era sul posto per la registrazione della serie “Motorway Cops”. Nonostante

l’impatto violento di entrambi gli incidenti, entrambe si ribellano ai soccorsi tentando di

rialzarsi dall’asfalto ed è proprio quello che fa Sabina correndo nella carreggiata opposta, di

nuovo in mezzo al traffico tentando di aggredire l’agente che prontamente la raggiunge per

evitare ulteriori incidenti. Dopo vari minuti, anche gli automobilisti testimoni dell’accaduto,

corrono in aiuto degli agenti per bloccare Sabina che venne portata in salvo da 6 persone in

172 9 Aprile 2015, L’Nba criminale: i gemelli Morris indagati per un pestaggio avvenuto a gennaio, www.basketuniverso.it 173 La Psicosi condivisa, chiamata anche folie à deux, è un disturbo psicotico indotto che si sviluppa in soggetti, per lo più, deboli sul piano intellettivo ed emotivo e dipendenti, a seguito dell’induzione da parte di un altro soggetto. Si assiste cioè alla trasmissione di idee deliranti da una persona affetta da una psicosi a un'altra, più debole e recettiva, generalmente legata alla prima da un rapporto di dipendenza e, quasi sempre, di parentela. Le idee deliranti sono accettate e assimilate senza critica né resistenza e coltivate senza variazioni tematiche. La persona dominante è, in genere, affetta da schizofrenia o da altro d.p. e le due o più persone vivono insieme, oppure hanno una relazione personale estremamente stretta. La vicinanza tra gli individui coinvolti è associata a uno sfondo di condivisione di esperienze di vita, bisogni e speranze in comune e, spesso, a un profondo rapporto emozionale reciproco. La relazione è di solito in parte, o completamente, isolata dagli stimoli sociali e culturali esterni, venendo quindi a mancare un supporto, o possibilità, di critica comparativa verso il contenuto del delirio.

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tutto.174Il personale sanitario ha dovuto sedare entrambe le gemelle e trasportarle in ospedale

ammanettate per assicurarsi di non avere un’altra reazione violenta. L’agente che riuscì a

bloccare Sabina, nel documentario della BBC1 dichiarò:

“Entrambe le gemelle sembrano mostrare gli stessi comportamenti, lo stesso intento.

Entrambe volevano liberarsi da noi, quel giorno, entrambe erano ferite, eppure entrambe

volevano lottare contro di noi. Non riesco a capire come due persone possano avere la

stessa impostazione mentale nello stesso momento ad un grado tale da agire insieme in

una collaborazione di questo tipo”175

Dopo le cure mediche Sabina viene arrestata e venne dichiarata non pericolosa ricevendo

solo un’ammonizione ufficiale, viene consegnata agli agenti e trasportata sotto custodia.

“Mi era stato detto che si era scontrata con diversi agenti di polizia, mi aspettavo una

sorta di donna bruta, tipo amazzone, mentre quella che è apparsa era una donna piuttosto

minuta, in vesti ospedaliere. Si potrebbe dire che quella donna che abbiamo caricato

all’ospedale, non era la stessa persona che si ribellava agli agenti per strada. Non ha

cercato di fuggire, non ha mostrato alcun tipo di aggressività. Era piuttosto felice che

potesse essere trasportata senza essere ammanettata.”176

L’agente dichiarò che Sabina sembrava tranquilla, socievole e a tratti divertente ma l’aspetto

inquietante della storia è che, per tutta la permanenza nella stazione di polizia, Sabina

sembrava preoccuparsi solo del suo aspetto fisico e sul suo abbigliamento non domandando

mai notizie della sorella:

“Era come se sua sorella non esistesse, si preoccupava solo di se stessa. Era come se fosse

avesse vissuto un’altra vicenda. Non credo sapesse nulla di ciò che era accaduto, o non le

importava o non riusciva a ricordarselo”177

174 BBC documentary, 10 August 2010, Madness in the fast lane 175 ibidem 176 Ibidem 177 Ibidem

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Poche ore dopo essere uscita dalla stazione di polizia, Sabina incontra Glenn Hollinshead

che le offre un passaggio a Londra. I due decidono di fermarsi a casa di Glenn per qualche

giorno con la scusa di darle la possibilità di assistere la sorella in ospedale ma, in un attimo

di distrazione dell’uomo, Sabina lo accoltella 5 volte uccidendolo, poi prende un martello ed

esce in strada colpendosi ripetutamente la testa fino a che un automobilista, accorgendosi di

quello che stava succedendo, la raggiunge tentando di bloccarla ma Sabina si ribella

colpendolo alla testa con una tegola che aveva in tasca.

“Era davvero una rabbia di tipo primitivo”178

La corsa folle della gemella si ferma quando, correndo, arriva ad un ponte sopra la A50 e

salta nel vuoto gettandosi in un precipizio. Nonostante la frattura del cranio e le caviglie

rotte, riesce a sopravvivere. Sabina venne condannata per omicidio colposo.

Il legame fraterno, soprattutto gemellare, sembra essere fondato sulla filosofia di pensiero

“uniti nel bene e nel male” ed è proprio ciò che accade in queste storie di cronaca quando a

sbagliare e a “mettersi nei guai” si è in due, proprio come è accaduto a Lecce il 14 Aprile

del 2015 quando due imprenditori, i gemelli Acquaviva, vengono indagati per truffa179 in

concorso e riciclaggio180 aggravato da modalità mafiose.181

Non tutte le storie riguardanti i gemelli però riguardano “gemelli inseparabili”. Può

succedere che, come nel caso di Jack e Oskar, non esista quella pesante necessità di avere il

proprio fratello accanto.

Entrambi nati a Trinidad nel gennaio del 1933, vennero divisi dopo sei mesi dalla loro nascita

poiché i loro genitori decisero di separarsi. Oskar rimase con la madre e andò a vivere in

Germania ricevendo un’educazione di tipo cattolico. Durante il regime nazista si unì alla

178 Ibidem 179 Art. 640 c. p. Truffa. Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. 180 Art. 648 c. p. Riciclaggio. Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo; ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. 181 14 Aprile 2015, BCC Terra d’Otranto, tra i nuovi indagati i due fratelli Acquaviva e Carlo Quarta, Lecce, www.lecceprima.it

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gioventù hitleriana ed imparò a non rivelare le origini ebree del padre che, intanto, prese con

se Jack. Quest’ultimo si trasferì in Venezuela, dopo la guerra, per vivere con l’unica parente

sopravvissuta all’Olocausto. All’età di 16 anni si trasferì in Israele dove lavorò e prestò

servizio militare.

I gemelli si incontrano per la prima volta all’età di 21 anni: stesso modo di vestire, stesso

taglio di capelli ma due lingue diverse che li spinsero a separarsi presto poiché Oskar non

voleva che saltassero fuori le proprie origini ebree.

Nel 1979 Thomas J.Bouchard e altri collaboratori dell’Università del Minnesota, si

impegnarono in una ricerca che venne chiamata MISTRA: Minnesota Study of Twins

Reared Apart.182 Questa ricerca aveva l’obiettivo di esaminare i parallelismi e le differenze

di tutti quei gemelli divisi alla nascita e per questo cresciuti separatamente. Riuscirono a

riunire in tutto 34 coppie di gemelli e dal loro incontro saltarono fuori somiglianze

incredibili.183 Il secondo incontro di Jack e Oskar avviene proprio in ragione di questo studio,

dopo 25 anni dal loro primo incontro: stessa camicia, stessi baffi e stesse manie per il cibo

piccante. In un documentario dedicato a questa storia, Jack afferma:

“Ho detto a Oskar: indossi le mie stesse cose, perché? Lui ha risposto: E perché ti vesti

come me? Non ci piaceva il fatto che avessimo lo stesso look pur non vedendoci da 25 anni

e non conoscendoci assolutamente”184

182 T.J. Bouchard, D.T., Lykken McGue, N.L. Segal Tellegen, 1990, Sources of human psychological differences: the Minnesota Study of Twins Reared Apart, in Science n. 250 183 Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano 184 12 Giugno 2013, BBC, The story of Jack and Oskar. Identical twins. Separated at birth and brought up in radically different cultures. I don't own this video. From the Robert Winston series on twins

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Fig.14 Jack Yufe a sinistra e il gemello identico Oskar Stohr a destra

Nonostante le molte somiglianze il loro rapporto era altalenante pur mantenendosi comunque

in contatto negli anni. Quando Jack morì a causa di un cancro ai polmoni, dopo molti anni

di lavoro nelle miniere, Oskar non partecipò ai suoi funerali.

I risultati della ricerca di Bouchard vennero fortemente contrastati dalla psicologa Susan

Farber che sosteneva che le somiglianze evidenziate da tale ricerca erano esagerate e

venivano messe in ombra le differenze che le coppie presentavano. Inoltre, veniva trascurato

il fatto che da piccoli questi individui avevano passato diversi mesi, oltre ai mesi della

gestazione, insieme e soprattutto altrettanti mesi li avevano trascorsi insieme prima di essere

esaminati dagli scienziati. 185 Le somiglianze tra gli stessi sembravano ovvie e scontate:

vivevano tutti in periferie abitate dalle classi medie in città simili, cresciuti nella stessa

cultura ed erano stati educati nel rispetto dei valori occidentali. Bouchard allora effettua uno

studio sui gemelli dizigoti cresciuti separatamente, somministrando a tali coppie un

questionario per “testare” la loro religiosità: le somiglianze dei gemelli monozigoti erano del

62% e quelle dei dizigoti scendevano al 2%. Ovviamente il suo scopo non è stato quello di

dimostrare l’esistenza di un gene della religiosità bensì ha tentato di dimostrare come in un

aspetto culturale, quale la religione, l’impatto dei geni non può essere ignorato.186

Farber, alla luce di tutte queste ricerca, avanzò una teoria secondo cui le persone

geneticamente identiche, se cresciute in ambienti simili, possono attivare uno schema di

risposte uguale nell’ambiente esterno. Tale attivazione però non avviene se l’ambiente

185 Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books 186 Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano

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esterno è diverso per entrambi. Di conseguenza, se l’ambiente è simile e le risposte sono

uguali, i gemelli arriveranno a vivere gli stessi tipi di esperienze che determinano in qualche

modo stessi tipi di personalità. Farber afferma che queste risposte risultano assenti nei

gemelli monozigoti cresciuti insieme a causa dell’effetto coppia, di cui abbiamo

precedentemente parlato, per un motivo preciso: poiché i gemelli tendono a sviluppare ruoli

complementari tra loro e le differenze, inizialmente lievi, aumenteranno con il crescere della

necessità individuale di differenziazione dall’altro. Più si vive assieme, più si diventa diversi

perché nel confronto con l’altro si tenderà sempre ad amplificare le differenze.187

187 Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books

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CONCLUSIONI

Con il presente lavoro ho colto l’occasione per tentare di fare chiarezza su alcuni degli aspetti

riguardanti il “mondo dei gemelli”, aspetti che probabilmente non vengono presi in

considerazione se non si vive una condizione simile in prima persona o se non si è incuriositi

dalla stessa.

L’obiettivo di questi tesi è quello di dare una descrizione dettagliata delle dinamiche

relazionali e psicologiche tra i gemelli soprattutto in campo criminologico e, a differenza di

altri studiosi, di trovare delle risposte da un punto di vista di una persona che vive

direttamente tale condizione.

Basandomi sulle pubblicazioni della Psicologa Susanna Cameriere e riflettendo sulla mia

esperienza di crescita, ho trovato un reale riscontro del conflitto all’interno della coppia che

a volte arriva anche ai livelli estremi. Il dettaglio che forse non viene mai evidenziato è che,

sì, il conflitto nasce in età adolescenziale con il bisogno che ogni individuo ha di sviluppare

la propria identità ma questa potrebbe essere solo la scintilla che accende il grande incendio:

ad alimentare il fuoco, infatti, è il disperato bisogno di ogni componente della coppia ad

essere “migliore dell’altro”. Non uguale, non lo stesso ma il migliore.

Una domanda che molte persone, ingenuamente, mi rivolgono è: come fate ad essere gemelli

se siete così diversi? Con i gemelli Lewis e con le teorie dello psicologo americano Gilbert

Gottlieb credo si sia arrivati finalmente ad una risposta: non è la condizione in sé di

gemellarità che ci rende uguali ma il tipo di personalità che tendiamo a sviluppare in base

all’ambiente in cui cresciamo. Se si tratta di gemelli, come i Lewis, geneticamente uguali,

separati alla nascita e cresciuti in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo stesso

modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri considerando che la loro

condizione genetica determinerà i loro talenti, interessi e motivazioni. È un po’ come quando

un bambino nasce in una famiglia di musicisti: avrà geneticamente una predisposizione alla

musica che determinerà il suo talento e nello stesso tempo il bambino assumerà alcuni

comportamenti che susciteranno una specifica risposta dall’ambiente.

Come ho accennato precedentemente, per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di

svolgere l’attività di tirocinio presso il gruppo appartamento per minori della Cooperativa

sociale “Nuova Speranza”. In questo caso ho avuto modo di confrontarmi con i ragazzi

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minorenni, ospiti della struttura, con le loro difficoltà e realtà diverse. Alcuni di essi

provenivano dallo stesso luogo dei gemelli del caso che ho studiato.

Come abbiamo visto la condotta del comportamento deviante dei gemelli identici,

monozigoti, viene analizzato in vari ambiti:

- Ambito genetico: in cui il criminologo tedesco Franz Exner, nel 1953, con la sua

metodologia di ricerca ha messo a confronto il comportamento dei gemelli identici e

quello dei gemelli fraterni con l’intento di dimostrare che i primi, possedendo lo

stesso corredo genetico, mostrassero gli stessi comportamenti devianti. Teoria che

confermò gli studi condotti, nel 1929, dallo psichiatra tedesco Johannes Lange;

- Ambito psicologico: in cui si mette in relazione lo stile educativo genitoriale con

l’acquisizione della competenza sociale dei figli. Riguardo la personalità degli

individui, un ruolo di fondamentale importanza viene attribuito alle relazioni e al

contesto in cui l’individuo nasce e si forma. Se l’individuo riceverà una buona

educazione, sarà nelle condizioni giuste per affrontare gli eventi della vita con

flessibilità e potrà stabilire rapporti interpersonali improntati alla collaborazione.

Sempre in questo ambito, una caratteristica da non trascurare è sicuramente il tipo di

legame esistente all’interno della coppia che se non mantiene un determinato

equilibrio può arrivare a sfociare in comportamenti antisociali o devianti;

- Ambito sociologico: secondo cui il comportamento criminale, e non, comprende un

processo di imitazione degli altri. In questo ambito si arriva ad affermare, con il

criminologo e sociologo francese Tarde, che le persone socialmente inferiori tendono

a copiare e a riproporre il comportamento delle persone socialmente superiori e per

questo il comportamento deviante potrebbe diffondersi;

- Ambito psichiatrico: in cui sono stati analizzati tutti i disturbi che possono favorire

lo sviluppo della condotta deviante. Anche in questo caso vengono messi a confronto

gemelli monozigoti e dizigoti presentando una maggiore concordanza nei

monozigoti.

Tenendo conto di tutti questi studi realizzati nel corso degli anni, in riferimento al caso dei

gemelli calabresi, ho potuto dedurre che sicuramente l’ambiente familiare in cui essi sono

cresciuti ha influito sulla loro condotta criminale e il loro legame simbiotico e morboso li ha

spinti a dipendere l’uno dall’altro non permettendo l’instaurazione di altri rapporti al di fuori

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del loro mondo. Inoltre si è evidenziato che nel momento in cui i gemelli sono stati

allontanati dal loro ambiente familiare e sociale, il loro comportamento risulta essere

rispettoso e corretto pur mantenendo una certa diffidenza con le figure rappresentanti le

autorità. La “chiusura” della coppia risulta ugualmente presente mostrando una certa

difficoltà nell’istaurare relazioni sociali con persone estranee alla loro vita. Questa difficoltà

si manifesta in forma ansiosa e con l’assunzione di comportamenti superficiali e difensivi.

Pur essendo gemelli monozigoti e quindi geneticamente identici, in più di un’occasione

hanno mostrato reazioni differenti. Il comportamento di Federico, gemello debole,

potrebbero essere riconducibile alla “dipendenza” da Riccardo, gemello dominante.

Allora, forse, non si tratta di condividere lo stesso destino: se un gemello criminale, il più

forte, trascina con se nella condotta deviante l’altro, il più debole, si tratterebbe solo di quella

“dipendenza” dall’altro dovuta alla difficoltà di separazione e al tipo di personalità più

“debole” sviluppata dal gemello dominato.

Si potrebbe concludere, alla luce di quanto detto, che l’ambiente sociale e familiare

sicuramente incidono sullo sviluppo e la condotta di determinati atteggiamenti ma, una volta

estrapolati da tali contesti è possibile lasciare spazio alla ricostruzione di una condotta

prosociale.

Bisogna tenere in considerazione il fatto che, come una grande ferita lascia una cicatrice ben

visibile, determinate esperienze lasciano un segno profondo nella personalità e nella psiche

di ogni individuo che, rimesso nei medesimi contesti avrà alte probabilità di riprendere la

strada della criminalità.

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RINGRAZIAMENTI

Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il Professore Christian Costantino che mi ha

concesso l’opportunità di realizzare la mia tesi di laurea e per aver creduto fortemente in

questo lavoro.

Vorrei ringraziare la mia Tutor, Assistente Sociale, Alessandra La Rocca che mi ha permesso

di svolgere l’attività di tirocinio con molta disponibilità e pazienza. Oltre ad essere una

brillante e professionale Assistente Sociale è una persona che stimo ed ammiro molto, spero

ci sarà occasione in futuro di averla ancora come punto di riferimento.

Ringrazio il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e la Procura di Reggio Calabria

per avermi permesso di visionare il materiale necessario per la realizzazione del mio lavoro.

Ringrazio anche la disponibilità e la pazienza della Cancelliera Patrizia Russo e del

Maresciallo dei Carabinieri Panvino che hanno supervisionato la mia ricerca chiarendomi

ogni dubbio sorto durante il mio percorso.

Ringrazio le Psicologhe Susanna Cameriere e Antonietta Provenzano per avermi fornito il

materiale, in ambito della psicologia, necessario per una parte della tesi e per aver risposto a

tutte le mie domande.

Ringrazio la mia amica e collega Irene che anche questa volta è stata compagna di avventure,

esami, situazioni imbarazzanti, stress prima degli esami e una valida collega di lavoro: anche

questa volta, insieme abbiamo iniziato, insieme abbiamo finito.

Vorrei ringraziare i miei amici che mi hanno sopportato in questi due anni che, per varie

vicende, non sono stati per niente facili: Maria, Gioosy e Jessica.

Ringrazio Marinella che è stata per me una persona che mi ha spinta a fare e pretendere

sempre il meglio, a non avere timore in nessuna situazione e ad “osare”. Spero di riuscire a

fare almeno metà delle cose che tu hai fatto in questi anni in cui faccio parte della tua vita.

Ringrazio tutta “la tribù” della mia enorme famiglia: i miei fantastici super nonni, i miei zii

e le zie, tutti i cugini dal più grande al più piccolo.

Voglio ringraziare a gran voce i miei genitori che hanno creduto in me, nel mio percorso,

nel mio lavoro, sostenendomi sempre ed esortandomi sempre a fare il meglio senza

dimenticarmi mai di quelle persone che, intorno a me, possono aver bisogno del mio aiuto.

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Li ringrazio anche e soprattutto per la gran fatica e l’impegno che ci hanno messo a crescere

due gemelli con tutte le difficoltà che questi comportano.

“Grazie mamma ne hai fatti due su due, e due su due che comunque vada mio fratello ci

sarà, grazie mamma…grazie pà”

Infinite grazie e mia sorella che, nonostante la distanza, è sempre presente nella mia vita

supportandomi ed aiutandomi quando mi scoraggio e mi viene solo voglia di mollare tutto.

La ringrazio perché nonostante il peso di questa distanza che ci separa, non c’è giorno in

cui non mi parli dei miei splendidi nipoti informandomi su ogni progresso o marachella

commessa, facendomi sentire lì in ogni momento: grazie per Gabriele, Sofia e Giorgia.

Ho lasciato il ringraziamento più importante per ultimo, motivo della scelta della mia tesi:

il mio gemello Demetrio. Ti ringrazio per tutto quello che il nostro rapporto è stato e sarà:

litigi, botte, guai, insulti, dispetti, gioie, silenzi, assenze, presenze ingombranti, gelosie,

incomprensioni, complicità, risate fino alle lacrime, i compiti copiati e quelli nascosti.

Grazie per la sigaretta fumata di nascosto, per la scuola saltata insieme, per quella volta

che mi hai difesa quando qualcuno mi dava fastidio, per tutte le volte che mi chiedi di fare

di più e per quelle in cui mi chiedi di venire a trovarti, per gli abbracci prima di partire, per

le chiamate nei momenti più difficili, per la verità in faccia, per i tuoi occhi che sono

uguali ai miei, per le tue insicurezze e il tuo sarcasmo. Grazie per essere il mio Superman,

grazie per aver trovato la forza di abbattere i muri che avevamo stupidamente costruito per

difenderci da noi stessi. Ti amo infinitamente.

“A volte, essere un fratello è ancora meglio che essere un Supereroe”