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LUGLIO-AGOSTO 2016 € 5,30 Dal 1971 la prima rivista di parapsicologia scienza e natura esoterismo, ufologia cultura insolita attualità per vedere al di là dell’apparenza 526 meRcatI aZIonaRI e fenomenI psIchIcI ceRchIo fIRenZe 77: la monGolfIeRa la poRta maGIca dI VIlla palombaRa peRché non RIuscIamo a cambIaRe? Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. L. n. 46/2004 art. 1, comma 1 (TAB ROC ) AUT. DCB/CENTRO1 valida dal 22/09/2005 BIMESTRALE Anno XLVI LUGLIO-AGOSTO 2016 N. 526 Euro 5,30 I LIBRI DEL CASATO EDITORE SIENA - ITALIA l’IncontRo tRa GIallo e fantascIenZa Il delItto della cattolIca due secolI dI fRankensteIn le cellule del mysteRo Il fantasma della Rocca dI VeRnIo Non solo una leggenda...

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LUGLIO-AGOSTO 2016€ 5,30

Dal 1971la prima rivista di parapsicologiascienza e naturaesoterismo, ufologiacultura insolita attualità

per vedere al di là dell’apparenza

526

meRcatI aZIonaRI e fenomenI psIchIcIceRchIo fIRenZe 77: la monGolfIeRala poRta maGIca dI VIlla palombaRapeRché non RIuscIamo a cambIaRe?

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. L. n. 46/2004 art. 1, comma 1 (TAB ROC) AUT. DCB/CENTRO1 valida dal 22/09/2005 BIMESTRALE Anno XLVILUGLIO-AGOSTO 2016 N. 526 Euro 5,30 I LIBRI DEL CASATO EDITORE SIENA - ITALIA

l’IncontRo tRa GIallo e fantascIenZa Il delItto della cattolIcadue secolI dI fRankensteInle cellule del mysteRo

Il fantasma della

Rocca dI VeRnIo

Non solo una leggenda...

SOMMARIOPUBBLICAZIONE BIMESTRALEDI PARAPSICOLOGIA,SCIENZA E NATURA,ESOTERISMO,UFOLOGIA,CULTURA INSOLITAE ATTUALITÀ

N. 526 LUGLIO-AGOSTO 2016

Direttore responsabileFrancesca VajroIn RedazioneGiulio Caserta, Cecilia Mori

IL GIORNALE DEI MISTERIAnno XLVIN. 526 LUGLIO-AGOSTO 2016

Redazione, Direzione, Amministrazione:I LIBRI DEL CASATO EDITOREvia Casato di Sopra, 19 - 53100 SienaTel. e fax 0577 49748Redazione: dal lunedì al venerdìore 10-13,30www.ilgiornaledeimisteri.ite-mail: [email protected]

Reg. n. 2096 del 29-9-1970 Tribunale diFirenze. IscrizioneR.O.C.N. 10001. Prin-ted in Italy. Stampa: Tipografia Edi-zioni Cantagalli s.r.l., StradaMassetana Romana 12 - Siena.

Il Giornale dei Misteri è diffuso in ab-bonamento. Si possono richiederecopie direttamente contattando lacasa editrice. Si può acquistare nellelibrerie tradizionali e in quelle online indicate in quarta di copertinaed anche in formato digitale.

Abbonamento 12 numeri: euro 58,30 perl’Italia, euro 103,40 per i Paesi europei,euro 150,00 per i Paesi extraeuropeiAbbonamento 6 numeri: euro 31,80 perl’Italia, euro 52,00per i Paesi europei, euro75,00 per i Paesi extraeuropei

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Ufologia55 IL SIGNIFICATO DELLA VISITA EXTRATERRESTRE

Salvatore Giusa intervista Pier Giorgio Caria57 FENOMENI INSPIEGABILI A CURA DI SOLAS BONCOMPAGNI58 UFO NOTIZIE A CURA DI AUTORI VARI61 SCIENCE FICTION. Quando giallo e fantascenza si incontrano

di Gian Filippo Pizzo

63 FRA GLI ALTRI LIBRI A CURA DI AUTORI VARI

1 L’editoriale2 LE VOSTRE LETTERE

Parapsicologia e medianità5 UNO SGUARDO SUL MONDO A CURA DI GIULIO CARATELLI7 CERCHIO FIRENZE 77: LA MONGOLFIERA di Enrico Ruggini (83)13 MERCATI AZIONARI E FENOMENI PSICHICI di Michele Dinicastro17 DIARIO SPIRITUALE di “La Voce interiore” (11)18 IL FILOSOFO HENRI-LOUIS BERGSON E LA RICERCA PSICHICA

di Giulio Caratelli20 EVOLVENZA. Domande e risposte A CURA DI VITALIANO BILOTTA21 LA MENTE E I SUOI POTERI di Stefano Mayorca (5)

IN COPERTINA: Il Castello di Vernio,acquerello di Roberto Cantoro

Simboli e miti42 LA PORTA MAGICA DI VILLA PALOMBARA di Franco Astolfi45 IL FANTASMA DELLA ROCCA DI VERNIO

di Antonio Roberto Ricasoli48 DUE SECOLI DI FRANKENSTEIN di Massimo Centini51 CONVERSIONI. La storia di Chiara Badano di N. Michele Campanozzi53 LE STELLE NEL NOSTRO KARMA di Susanna Rinaldi

Scienza e Natura23 IL DETECTIVE DELLA SCIENZA A CURA DI MASSIMO VALENTINI25 LE CELLULE DEL MYSTERO di Massimo Corbucci

Società31 IL DELITTO DELLA CATTOLICA DI GIANPAOLO SACCOMANO35 IL PAPIRO DI ARTEMIDORO di Luciano Gianfranceschi37 PERCHÉ NON RIUSCIAMO A CAMBIARE? di Elena Greggia40 GABBAPENSIERI Rubrica sulla Lingua italiana A CURA DI ALKANO

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SIMBOLI E MITI

Nell’estate del 1816 Mary Wollstonecraft Shelley (1797-1851) e il maritoPercy Bisshe Shelley trascorrevano una vacanza a Cologny, sul lago diGinevra, non lontano da “Villa Diodati”, dove George Byron risiedeva con

il proprio medico di origine italiana, John Polidori. Tra i quattro andò via via con-solidandosi un forte accordo intellettuale, basato sui comuni interessi, che trovavalibero sfogo in lunghe e accese discussioni, intessute di fantasie, di voli pindarici suiterritori insaziabili del sapere. Fu una brutta estate, piovosa, quasi autunnale: forseperché limitati dal maltempo, Byron propose una gara a cui i quattro avrebberopartecipato con un racconto “soprannaturale”. “Ognuno di noi scriverà una storiadi fantasmi” disse, lasciando così a tutti la possibilità di dare libero sfogo alle pro-prie istanze emotive che, contese tra Thanatos ed Eros, erano la linfa alimentatri-ce dei loro inquieti incontri.

Fu quella gara che portò Mary Shelley a concepire il suo romanzo; mentreByron, Shelley e Polidori abbozzarono racconti presto dimenticati, nella mentedella donna prese corpo il suo Frankenstein ossia il moderno Prometeo. Unmodello ancora in nuce che si andava strutturando – proprio come la Creaturadel romanzo – quel frutto di esperienze, emozioni, memorie ogni giorno ali-mentate dalle discussioni in casa Byron.La storia prende avvio dalle lettere che Robert Walton, un esploratore ingle-

se, scrive alla sorella Margaret durante un suo lungo viaggio per mare. Narra diaver salvato uno strano personaggio che andava alla deriva sulla banchisa polare.Il naufrago è Victor Frankenstein di Ginevra, studioso di scienze naturali, il qualeracconta di aver condotto strani esperimenti. Unendo varie parti anatomicheavrebbe “costruito” una creatura in cui “in una cupa notte di novembre” riuscì ainfondere la vita. Paradossalmente, questo essere rivela un carattere mite e sensibi-le; però, scoprendo l’orrore che suscita negli altri, diviene sempre più crudele, com-piendo delitti terribili. La Creatura chiede a Frankenstein una compagna e lo scien-ziato pare intenzionato a rispondere alla richiesta, ma quando l’opera è quasi com-piuta, la distrugge. Allora l’essere mostruoso si vendica con l’omicidio, attirando ilsuo creatore in luoghi sempre più remoti, fino a portarlo al Polo Nord, dove loabbandona sui ghiacci su cui sarà ritrovato da Walton. Dopo il racconto della suatragica esistenza, Frankenstein muore nella cabina della nave. Durante la notte,

dalla gelida morsa dei ghiacci in cui la nave si era bloccata, giunge la Creaturache rilascia a Walton la sua “confessione”, constatando che la sua esistenza artifi-ciale ormai è senza scopo. Con il cadavere del suo creatore si allontana su unazattera di ghiaccio verso il Polo Nord, dove dà fuoco al suo povero corpo e aquello dell’altrettanto sfortunato Fran-kenstein.

Il flash-back artico è l’incipit per rievocare la tragedia di Victor, che ha inizioquando è studente di medicina: uno studente per certi aspetti “eretico”, poichéaffianca alle scienze canoniche la lettura delle opere di Paracelso, CornelioAgrippa e Alberto Magno.È animato dal desiderio, che presto si muterà in osses-sione, di scoprire il segreto della vita. Un segreto che il giovane scienziato ricer-ca mosso da una convinzione molto precisa: “Per analizzare la cause della vitabisogna prima rivolgersi alla morte”…

Due secoli di FrankensteinNel 1816 il capolavoro di Mary Wollstonecraft Shelley

Massimo Centini

Ritratto di Mary Shelley(particolare) di RichardRothwell (1840) espostoalla Royal Academy diLondraIn basso: la prima pagi-na del manoscritto diFrankenstein (part.)

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SIMBOLI E MITI

Frustrato dai fallimenti, Fran-kenstein vorrebbe abbandonare lesue ricerche, che però trovanonuova linfa quando lo scienziatodecide di servirsi dell’energia elettri-ca. Va infatti ricordato che a MaryShelley erano note le esperienze sul-l’elettricità animale condotte daGalvani, nel 1803, a Londra. Inoltre,la Shelley aveva letto il trattatoZoomia di Erasmus Darwin, nonnodel noto Charles, traendone grandeimpressione, soprattutto per lacapacità dell’autore di far convivereaspetti scientifici con altri filosofici:una perfetta armonia tra ambitiapparentemente lontani, che ritro-viamo anche nella biografia del dot-tor Frankenstein. Erasmus era quin-di l’incarnazione moderna del filo-sofo di natura che si favoleggiavaavesse compiuto esperimenti alloraritenuti straordinari: infatti, correva voce che fosse riuscito a ridare la vitaa una porzione di tenia. Si trattava di esperienze che per Mary ebbero cer-tamente un’importante ricaduta nella realizzazione della trama del suoromanzo. Inoltre, l’autrice di Frankenstein non fu certamente indennedall’influenza poetica del marito, Percy Bisshe Shelley, cantore della “bel-lezza della morte” e delle sue tetre valenze estetiche; però Mary seppe tra-sfigurarle su un piano decisamente opposto, in cui la morte è combattu-ta con ogni mezzo attraverso un meccanismo metamorfico che sembraammantare la medicina di valenze alchemiche. Comunque, nell’impro-babile simbiosi tra medicina e pratiche che si nutrono di filosofia occul-ta, la Creatura acquista la vita: però è una vita sconvolta dall’alterità edalla mostruosità. Il disastro del risultato non sembra però interessare aFrankenstein, che ha in sé qualcosa di faustiano, è un cercatore di poten-za più che di verità: il suo desiderio è soprattutto quello di abbattere lamorte, senza avvalersi del processo di resurrezione, ma servendosi diquello basato sulla creazione della vita. Vi è però un aspetto che il creato-re non ha considerato: la consapevolezza della Creatura di essere unmostro e quella certezza la indurrà a cercare una rivalsa nei confronti del-l’artefice di tanto abominio. Il fallimento è evidente nell’aspetto stessodella Creatura: lei che avrebbe dovuto essere l’espressione più autentica evivissima del successo della scienza sulla materia, di fatto diventa imma-gine della morte imbattibile, che si beffa dell’arroganza dell’uomo con-vinto di aver scoperto il segreto più profondo posto all’origine della vita.

La Creatura urla tutta la sua frustrazione che trasforma in odio pro-fondo nei confronti di chi l’ha generato: “Maledetto creatore! Perché haigenerato un mostro tanto ripugnante da cui persino tu ti sei allontanatopieno di disgusto? Dio, nella sua pietà, fece l’uomo a sua immagine, belloe affascinante; ma il mio corpo è la brutta copia del tuo modello, e la stes-sa somiglianza lo rende ancora più orribile. Satana aveva i suoi compa-gni, altri diavoli, che lo ammiravano e lo incoraggiavano; ma io sono soloe aborrito”.

Quell’essere comprende che lasua condizione è tale da relegarlo ailimiti della società, tarpando persempre le ali alle sue prospettive diessere un uomo come gli altri; infat-ti, acquisendo la consapevolezza delsuo status afferma: “Resterei ai mar-gini di questo mondo per sempre”.

Anche lo scienziato acquistacoscienza che la sua presunzione di“infondere vita in un corpo inani-mato” conduce solo alla tragedia: ilsuo disegno non poteva essere altroche sogno, nel quale la bellezzaimmaginata era presto svanita perlasciare spazio a un “orrore e un di-sgusto soffocanti”. Frankenstein è“incapace di sopportare la vistadell’essere” che aveva creato e si dàalla fuga, prima barricandosi nelsonno, e poi lontano dallo spaziodegli uomini.

Scappando c’è forse la speranzadel ritorno alla normalità: ritrova ivalori certi, quelli più umani, con leloro regole rassicuranti, che consen-tono allo spirito inquieto di allonta-narsi dalla Babele in cui l’illusioneaveva condotto l’uomo certo aver di

Boris Karloff è Frankenstein nell’omoni-mo film del 1931 diretto da James Whale

Manifesto del primo film (1910) ispiratoal Frankenstein di Mary Shelley,diretto da J. Searle Dawley

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trovare il modo di sentirsi simile a Dio. Travolto dalla suasindrome prometeica, il dottor Frankenstein si è macchia-to di due colpe: in primo luogo ha voluto porsi in compe-tizione con Dio, infrangendo la morale religiosa; poi hadimostrato un atteggiamento critico nei confronti dellascienza ufficiale del suo tempo, proponendo una visioneinnovativa, contro le regole fino ad allora considerate inal-terabili. Tutto ciò non gli ha concesso alcun trionfo, masolo il fallimento, sia sul piano scientifico sia su quelloumano. Come un apprendista stregone, Victor Franken-

stein ha fatto proprie forze sovrannaturali che poi non èstato capace di dominare e ne è rimasto schiacciato.Quindi, il creatore non è un superuomo, ma una vittimadel mito in cui ha creduto di poter scorgere la strada peraccedere a una dimensione che gli consentisse di control-lare ogni cosa: i corpi e le anime.

La ricerca della conoscenza che consente di creare lavita – affrancando l’uomo dalle regole della natura, o, se sipreferisce, da quelle divine – ha determinato la catastrofedi Frankenstein. Lo scienziato, prima accecato dalla smaniadella scoperta e narcotizzato dal delirio di raggiungerevette mai conquistate dal sapere umano, riacquista la luci-dità quando la Creatura chiede una compagna: “Devi crea-re una femmina per me, con cui possa vivere nel mutuoscambio di attenzioni necessarie alla mia esistenza. Questo,solo tu puoi farlo e lo esigo da te come un diritto che nonpuoi rifiutare di concedermi”.

Frankenstein rifiuta, non subito, ma quando acquisiscela consapevolezza che quella seconda creatura avrebbe soloconfermato i fallimenti già ben evidenti nella prima: “Erostato scosso dai sofismi dell’essere che avevo creato; erostato colpito e intimorito dalle sue diaboliche minacce; maora, per la prima volta, la mia promessa mi si parò davan-ti in tutte le sue perversità; rabbrividii al pensiero che legenerazioni future mi avrebbero maledetto come unapeste che per egoismo non aveva esitato a comprarsi la

pace al prezzo, forse, della sopravvivenza dell’interogenere umano”.

Per la prima volta, Frankenstein pensa alle “gene-razioni future”, forse intravede la possibilità che daidue esseri possa svilupparsi una genia destinata aessere “altra” e fatalmente costretta a scontrarsi conla normalità del genere umano.

Va però osservato che la Creatura di Franken-stein nasce come mostro, ma solo sul piano fisico. Ineffetti, quell’essere d’aspetto orribile e temuto datutti per la sua mostruosità, dimostra di avere sensi-bilità, attrazione per il bello, forse una coscienza,addirittura un’anima; quando però, suo malgrado,sarà trasformato nel capro espiatorio per dare unsenso ai disagi della collettività e quindi identificatocome malvagio senza esserlo, allora avrà la consape-volezza della sua insanabile differenza, dell’impossi-bilità di essere “come gli altri”, divenendo nemico eorientando la sua distruttiva ira contro il genereumano. Frankenstein nega ogni speranza allaCreatura, non fornendogli la compagna desiderata:“Non creerò mai un altro essere come te, uguale a tein mostruosità e malvagità”. In quel momento laCreatura si esprime con toni che rivelano come idue protagonisti siano ormai sull’identico piano:“Schiavo, ho cercato di ragionare con te, ma dimo-stri di non meritare la mia tolleranza. Ricorda chesono potente; tu ti credi infelice, ma io potrei ren-derti così disperato che la luce del giorno ti sarebbeodiosa. Tu sei il mio creatore ma io sono il tuopadrone: obbedisci!”.

La Creatura definisce Frankenstein “schiavo”,afferma di essere stato “tollerante”, pone in evidenzala sua “potenza” che potrebbe rendere odiosa l’esi-stenza del suo nemico. Davanti al creatore non hadubbi nel riconoscersi “padrone” e a confermare ilsuo potere rivolgendosi in modo imperativo al dot-tore: “Obbedisci!”. Adesso la Creatura è diventataveramente umana: ha assunto tutta l’arroganzaantropocentrica del genere con cui condivideva l’a-tavica discendenza, si arroga poteri e privilegi e perfarlo perde di vista i propri limiti, facendosi travol-gere dall’illusione di un’onnipotenza irraggiungibi-le. Dal suo stadio di inferiorità iniziale, il “mostro”passa attraverso una fase di crescita che lo conducein breve tempo a comprendere la sua dimensioneoggettiva: da quel momento saprà di desiderare piùdi ogni altra cosa al mondo un confronto con il suocreatore. Quel confronto produrrà dolore a moltepersone, fino al tragico epilogo al Polo Nord, quan-do, dopo tanto inseguirsi, i due si perderanno senzaritorno nell’oblio del gelo e in una tetra atmosfera dimorte e disperazione.

Marty Feldman (a sinistra) è Igor, l’assistente del prof. Frankensteininterpretato da Gene Wilder (a destra) in una scena del famoso filmdi Mel Brooks Frankenstein Junior (1974)