GARFAGAA IL GIORALE DI CASTELUOVO DI - Il Giornale della ... · un ricordo di un grande pittore che...

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Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca Anno VII - Numero 62 - Settembre 2013 Tra chi parte e chi torna, la nostra valle è percorsa da mille sentieri e mille storie La forza della Garfagnana: lo stupore STUDIO PALMERO - BERTOLINI ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLI RAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115 Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100 P. IVA 0041711.046.7 Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected] Paghe: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected] E’ difficile spiegare cosa si sente quando si esce dalla Garfagnana e la si vede dal- l’esterno. Oppure quando si torna o quando la si guarda con gli occhi di una donna. Cosa si prova quando si cerca di capirne i contorni, i dettagli. Chi rimane in valle rimane protetto fisicamente e ideal- mente tra gli Appennini e le Alpi Apuane. E come un tempo ha un orizzonte limitato dal sorgere e dal tramontare del sole. Si trova quasi cullato e lontano da ogni guaio o malanno (apparentemente, ma que- sto è sufficiente per “vivere” bene). Difficile e doloroso quindi il di- stacco quando un valligiano è co- stretto ad andarsene. A lasciare la “cuccia” protettiva e sicura. Uno choc fortissimo, indelebile, ma con un risvolto interessante. Pensate come deve essere stato caratterial- mente forte per un garfagnino di cento anni fa, partire magari da San Romano e finire a New York. Una esplosione di sensazioni e di sti- moli. Orizzonti sconfinati, gratta- cieli altissimi, strade larghe e auto e luci ovunque. Sensazioni e stimoli che sono diventati poi energia. Ecco quello è accaduto a migliaia di nostro concittadini che sono partiti e che grazie a quella marcia in più hanno fatto fortuna all’estero. Bisogna pensare a questo elemento per costruire il futuro dei nostri figli. Lo stupore del camminare lungo sentieri nuovi e scoprire nuove terre. Come avete ben inteso questo, a di- spetto dei precedenti, non è un articolo di apertura o un editoriale, ma un per- corso di riflessioni sulla Garfagnana e sui suoi pellegrini. E tra questi pezzi non poteva mancare un ricordo di un grande pittore che ci ha lasciato: Angelo Roberto Fiori. L’ar- tista che nel 2009 ha disegnato il pelle- grino della Via del Volto Santo – nell’immagine in questa pagina - e che più di ogni altro ha saputo ricreare lo stato d’animo di colui che intraprende il cammino. Fiori era un poeta del colore, un ricer- cato delle essenze e un immenso co- struttore di spazi artistici. Fiori aveva dentro la nostra terra e si vedeva, si sen- tiva, visitando le sue mostre. Unico nel suo genere aveva esposto a Venezia, Roma, Modena, Volterra e di lui ave- vano scritto importanti critici e storici dell’arte. In pochi mesi la Garfagnana ha perso con Fiori e con Gino Bertoncini due tra i più importanti pittori degli ul- timi anni. Oggi osservando il panorama artistico rimane solo Sergio Suffredini che può essere spunto per le giovani ge- nerazioni (proprio lui che fu allievo di Bertoncini). Teniamocelo stretto. Dicevo però che vorrei comporre un sentiero della valle e dopo aver propo- sto il volto del pellegrino migrante con Angelo Roberto Fiori, tracciamo la via del ritorno. Si chiama “Orizzonti circolari - Parco nel mondo” il progetto della Regione Toscana e della Regione Emilia Roma- gna portato avanti dall’Unione dei Co- muni della Garfagnana – grazie anche e soprattutto a Francesco Pinagli - che ospita discendenti di coloro che parti- rono, facendoli diventare ambasciatori della nostra terra. Immaginate lo stupore di giovani di 20 anni nati e cresciuti a New York di fronte a San Romano. Un sentimento al contrario: gli antenati di fronte al futuro magnificente e inim- maginabile, i pronipoti al cospetto delle radici, dell’inizio. Ecco se fondiamo insieme i sentimenti e il desiderio di stupirsi ancora incon- triamo una forza che solo la Garfagnana sa donare a chi la lascia, a chi la scopre, a chi la ritrova. Concetto – lo ammetto – difficile da af- ferrare e cogliere (non si parla di biroldo o polenta di necci), ma concetto che è linfa vitale per chi vuole guardare oltre la siepe, oltre la curva. Camminando però su questo sentiero fatto di migranti e pellegrini non in- tendo dimenticare chi è vera pietra portante della nostra casa: le donne della Garfagnana. Loro sono partite come balie, loro hanno atteso lettere di chi era partito, loro hanno cresciuti piccoli che poi sarebbero presto par- titi anch’essi. E come non ricordare a tutti quello che subirono. Leggete con me: “Sia la nutrice di mediocre grassezza, abi- tualmente sana e vigorosa senza de- formità apparenti, piuttosto bruna, che bionda, non mai capelli rossi: le donne di rossa capigliatura hanno d’ordinario una traspirazione cuta- nea assai fetida. Abbia bianchi ed in- teri denti, gengive sode, le labbra vermiglie, l’alito dolce, non abbia la pelle scabra, sudicia, coperta da eru- zioni. Sia la vice soave e bene artico- lata. Sia accostumata, onesta, sobria”. Queste sono le regole per certificare una buona balia. Furono scritte nel 1833. Quante Garfagnine andarono in Francia e Svizzera a dar latte ai figli dei ricchi. Avete ben letto dunque quanto do- vettero subire le nostre antenate, ric- che di latte ma soggette a regole e limiti che forse solo con il loro ricco e sano stupore riuscirono a superare. Il sentiero è composto tra stupore per chi è partito e stupore in chi è tornato. Tra le nostre donne e il volto del vero pellegrino disegnato da Angelo Roberto Fiori. Ora magari rileggiamolo questo articolo perchè nasconde tante altre cose. Andrea Giannasi IL GIORALE DI CASTELUOVO DI G ARFAGAA Missione compiuta Lasciatemelo dire dopo tre anni di ar- ticoli, articolacci, urla e sbraiti (ricor- date anche la prima pagina con la foto dei container al posto degli ospedali), possiamo dire che la Missione è com- piuta. Ovvero siamo riusciti - insieme ad altri e non certo da soli (di questo vanno ringraziati i comitati) - a ricompattare il fronte dei sindaci e sentire cose che volevamo sentire. La prima è che in primis bisogna pen- sare ai servizi, a cosa mettere dentro ad un futuro ospedale, e non perdere tempo intorno a metri quadrati, eli- porti o luoghi migliori o peggiori. Personalmente ho provato emozione e grande gioia quando ho visto Marco Bonini sindaco di Barga e Gaddo Gaddi sindaco di Castelnuovo insieme a parlare finalmente della sanità in valle. Era il 30 luglio in piena estate, quando si sono stretti la mano e la valle ha tro- vato UNITA’ di intenti. Bravi, anzi bravissimi. Si sono poi dette tante cose e proposte anche manifestazioni comuni ma la frase che vorrei che tutti rileggessero è questa: “L’ospedale che si vuol realiz- zare - scrivono Bonini e Gaddi - con soli 80 posti letto (riabilitazione com- presa) non può sicuramente dare le ri- sposte in termini di servizi sanitari che la popolazione tutta deve invece avere”. Ecco quando parlavamo di riunirsi tutti insieme per pensare ai cittadini pensavo a questo. Al sentire comune. Finalmente il messaggio è arrivato a destinazione e possiamo tutti insieme ora guardare al domani con maggior fiducia anche se purtroppo credo che a Firenze le scelte siano già state fatte tutte. Però è bello comunque avere a fianco sulle barricate Bonini e Gaddi sotto la stessa bandiera. E non ci fermiamo a questo. La valle ha bisogno anche di unità politica, am- ministrativa, culturale, turistica, com- merciale, economica. E chiudo tornando alla sanità. In questi giorni ho avuto modo di vi- vere per alterne vicende il pronto soc- corso dell’ospedale di Castelnuovo. Il personale corre ovunque e con com- petenza soddisfa le decine di richieste ma è evidente che qualcosa non va. Troppo lunghe le file e i tempi di at- tesa. Bisogna fare qualcosa di più. L’ho già scritto e lo riscrivo: dobbiamo avere in una zona di montagna come la nostra un pronto soccorso di grande eccellenza. Non possiamo farne a meno. Il direttore Garfagnana in Giallo A novembre arriverà il Garfagnana in Giallo 2013. Per aprire l'evento abbiamo pubblicato il noir di Mario Rocchi "Diario imprevisto di un serial killer" che dal pros- simo fine settimana sarà in libreria. Il viaggio di un uomo di Lucca, che fino ad allora aveva condotto una vita normale, si trasforma in una incessante ricerca delle gioie o dei tormenti che conquistano e le- gano l’essere umano alla vita.Ma cosa tra- sforma quello che è una ricerca del tempo perduto condita dall’incessante ricerca di atti d’amore, in una serie di tragici gesti? Quali le ragioni che spingono un piccolo borghese a diventare un serial killer? E perchè le uccide durante l’amplesso? Cosa cerca in Francia tra hotel di quart’ordine, droga e sesso? Lo trovate in libreria. Buona lettura.

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Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca).Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it

Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma)Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di LuccaAnno VII - Numero 62 - Settembre 2013

Tra chi parte e chi torna, la nostra valle è percorsa da mille sentieri e mille storie

La forza della Garfagnana: lo stupore

STUDIO PALMERO - BERTOLINIASSOCIAZIONE PROFESSIONALE

DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLIRAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI

Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100

P. IVA 0041711.046.7Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected]: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected]

E’ difficile spiegare cosa si sente quandosi esce dalla Garfagnana e la si vede dal-l’esterno. Oppure quando si torna oquando la si guarda con gli occhi di unadonna.Cosa si prova quando si cerca di capirnei contorni, i dettagli. Chi rimane in vallerimane protetto fisicamente e ideal-mente tra gli Appennini e le AlpiApuane. E come un tempo ha unorizzonte limitato dal sorgere e daltramontare del sole. Si trova quasicullato e lontano da ogni guaio omalanno (apparentemente, ma que-sto è sufficiente per “vivere” bene).Difficile e doloroso quindi il di-stacco quando un valligiano è co-stretto ad andarsene. A lasciare la“cuccia” protettiva e sicura. Unochoc fortissimo, indelebile, ma conun risvolto interessante. Pensatecome deve essere stato caratterial-mente forte per un garfagnino dicento anni fa, partire magari da SanRomano e finire a New York. Unaesplosione di sensazioni e di sti-moli. Orizzonti sconfinati, gratta-cieli altissimi, strade larghe e auto eluci ovunque. Sensazioni e stimoliche sono diventati poi energia.Ecco quello è accaduto a migliaia dinostro concittadini che sono partitie che grazie a quella marcia in piùhanno fatto fortuna all’estero. Bisogna pensare a questo elementoper costruire il futuro dei nostrifigli. Lo stupore del camminarelungo sentieri nuovi e scoprirenuove terre.Come avete ben inteso questo, a di-spetto dei precedenti, non è un articolodi apertura o un editoriale, ma un per-corso di riflessioni sulla Garfagnana esui suoi pellegrini.E tra questi pezzi non poteva mancareun ricordo di un grande pittore che ciha lasciato: Angelo Roberto Fiori. L’ar-tista che nel 2009 ha disegnato il pelle-grino della Via del Volto Santo –nell’immagine in questa pagina - e chepiù di ogni altro ha saputo ricreare lostato d’animo di colui che intraprendeil cammino.Fiori era un poeta del colore, un ricer-cato delle essenze e un immenso co-struttore di spazi artistici. Fiori avevadentro la nostra terra e si vedeva, si sen-tiva, visitando le sue mostre. Unico nelsuo genere aveva esposto a Venezia,Roma, Modena, Volterra e di lui ave-vano scritto importanti critici e storicidell’arte. In pochi mesi la Garfagnanaha perso con Fiori e con Gino Bertoncinidue tra i più importanti pittori degli ul-timi anni. Oggi osservando il panoramaartistico rimane solo Sergio Suffrediniche può essere spunto per le giovani ge-nerazioni (proprio lui che fu allievo diBertoncini). Teniamocelo stretto.Dicevo però che vorrei comporre unsentiero della valle e dopo aver propo-sto il volto del pellegrino migrante conAngelo Roberto Fiori, tracciamo la viadel ritorno.Si chiama “Orizzonti circolari - Parco

nel mondo” il progetto della RegioneToscana e della Regione Emilia Roma-gna portato avanti dall’Unione dei Co-muni della Garfagnana – grazie anche esoprattutto a Francesco Pinagli - cheospita discendenti di coloro che parti-rono, facendoli diventare ambasciatoridella nostra terra.

Immaginate lo stupore di giovani di 20anni nati e cresciuti a New York difronte a San Romano. Un sentimento al contrario: gli antenatidi fronte al futuro magnificente e inim-maginabile, i pronipoti al cospetto delleradici, dell’inizio.Ecco se fondiamo insieme i sentimenti eil desiderio di stupirsi ancora incon-triamo una forza che solo la Garfagnana

sa donare a chi la lascia, a chi la scopre,a chi la ritrova.Concetto – lo ammetto – difficile da af-ferrare e cogliere (non si parla di biroldoo polenta di necci), ma concetto che èlinfa vitale per chi vuole guardare oltrela siepe, oltre la curva.Camminando però su questo sentiero

fatto di migranti e pellegrini non in-tendo dimenticare chi è vera pietraportante della nostra casa: le donnedella Garfagnana. Loro sono partitecome balie, loro hanno atteso letteredi chi era partito, loro hanno cresciutipiccoli che poi sarebbero presto par-titi anch’essi. E come non ricordare a tutti quelloche subirono. Leggete con me: “Sia lanutrice di mediocre grassezza, abi-tualmente sana e vigorosa senza de-formità apparenti, piuttosto bruna,che bionda, non mai capelli rossi: ledonne di rossa capigliatura hannod’ordinario una traspirazione cuta-nea assai fetida. Abbia bianchi ed in-teri denti, gengive sode, le labbravermiglie, l’alito dolce, non abbia lapelle scabra, sudicia, coperta da eru-zioni. Sia la vice soave e bene artico-lata. Sia accostumata, onesta, sobria”.Queste sono le regole per certificareuna buona balia. Furono scritte nel1833. Quante Garfagnine andarono inFrancia e Svizzera a dar latte ai figlidei ricchi.Avete ben letto dunque quanto do-vettero subire le nostre antenate, ric-che di latte ma soggette a regole elimiti che forse solo con il loro ricco e

sano stupore riuscirono a superare.Il sentiero è composto tra stupore perchi è partito e stupore in chi è tornato.Tra le nostre donne e il volto del veropellegrino disegnato da Angelo RobertoFiori.Ora magari rileggiamolo questo articoloperchè nasconde tante altre cose.

Andrea Giannasi

IL GIOR�ALE DI CASTEL�UOVO DI

GARFAG�A�A

Missione compiutaLasciatemelo dire dopo tre anni di ar-ticoli, articolacci, urla e sbraiti (ricor-date anche la prima pagina con la fotodei container al posto degli ospedali),possiamo dire che la Missione è com-piuta.Ovvero siamo riusciti - insieme ad altrie non certo da soli (di questo vannoringraziati i comitati) - a ricompattareil fronte dei sindaci e sentire cose chevolevamo sentire.La prima è che in primis bisogna pen-sare ai servizi, a cosa mettere dentroad un futuro ospedale, e non perderetempo intorno a metri quadrati, eli-porti o luoghi migliori o peggiori.Personalmente ho provato emozione egrande gioia quando ho visto MarcoBonini sindaco di Barga e GaddoGaddi sindaco di Castelnuovo insiemea parlare finalmente della sanità invalle.Era il 30 luglio in piena estate, quandosi sono stretti la mano e la valle ha tro-vato UNITA’ di intenti.Bravi, anzi bravissimi.Si sono poi dette tante cose e proposteanche manifestazioni comuni ma lafrase che vorrei che tutti rileggessero èquesta: “L’ospedale che si vuol realiz-zare - scrivono Bonini e Gaddi - consoli 80 posti letto (riabilitazione com-presa) non può sicuramente dare le ri-sposte in termini di servizi sanitari chela popolazione tutta deve inveceavere”.Ecco quando parlavamo di riunirsitutti insieme per pensare ai cittadinipensavo a questo. Al sentire comune.Finalmente il messaggio è arrivato adestinazione e possiamo tutti insiemeora guardare al domani con maggiorfiducia anche se purtroppo credo che aFirenze le scelte siano già state fattetutte. Però è bello comunque avere afianco sulle barricate Bonini e Gaddisotto la stessa bandiera.E non ci fermiamo a questo. La valleha bisogno anche di unità politica, am-ministrativa, culturale, turistica, com-merciale, economica.E chiudo tornando alla sanità.In questi giorni ho avuto modo di vi-vere per alterne vicende il pronto soc-corso dell’ospedale di Castelnuovo.Il personale corre ovunque e con com-petenza soddisfa le decine di richiestema è evidente che qualcosa non va.Troppo lunghe le file e i tempi di at-tesa. Bisogna fare qualcosa di più.L’ho già scritto e lo riscrivo: dobbiamoavere in una zona di montagna comela nostra un pronto soccorso di grandeeccellenza. Non possiamo farne ameno.

Il direttore

Garfagnana in GialloA novembre arriverà il Garfagnana inGiallo 2013. Per aprire l'evento abbiamopubblicato il noir di Mario Rocchi "Diarioimprevisto di un serial killer" che dal pros-simo fine settimana sarà in libreria.Il viaggio di un uomo di Lucca, che fino adallora aveva condotto una vita normale, sitrasforma in una incessante ricerca dellegioie o dei tormenti che conquistano e le-gano l’essere umano alla vita.Ma cosa tra-sforma quello che è una ricerca del tempoperduto condita dall’incessante ricerca diatti d’amore, in una serie di tragici gesti?Quali le ragioni che spingono un piccoloborghese a diventare un serial killer? Eperchè le uccide durante l’amplesso? Cosacerca in Francia tra hotel di quart’ordine,droga e sesso?

Lo trovate in libreria. Buona lettura.

Pagina 2 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 62 - Settembre 2013

Intervista ricca di idee e proposte quella rilasciata da Eugenio Casanovi

Istituto Agrario e Comune unico

Arieti, formaggio e Premio Pedreschi La giornata di sabato 31 agosto 2013, a Castelnuovo Garfagnana, è stata dedicata interamente ai prodotti dellaterra e ai prodotti tipici della montagna. L'annuale Fiera del Formaggio Garfagnino per l'occasione si è svolta in contemporanea con la 4a Mostra-Mercatodegli Arieti di razza Garfagnina Bianca, col Mercato Contadino e la rassegna Formaggi d'Appennino e, infine, èstata chiusa dalla bella cerimonia di consegna del “Premio Enzo Pedreschi”. Grande partecipazione di produt-tori agricoli, pastori, pubblico locale e turisti, grazie anche alle ottime condizioni meteo, e centro storico animatocome nei migliori giorni. La fiera del formaggio è infatti, da sempre, tradizionale giornata di inizio della fiera Ca-stelnuovese d'autunno e i colori e sapori del mondo agricolo, della pastorizia e della montagna hanno fatto dapadroni e dato un tocco di sapore e autenticità a questa festa. Si è anche capito bene che la Fiera del Formaggioe degli Arieti Garfagnini non è fatta ad uso e consumo dei turisti, non è orchestrata dagli uffici di promozioneturistica, ma vive di una propria tradizione, molto antica, che ha radici nel medioevo: è la festa della fine del-l'alpeggio, della discesa a valle con i prodotti della montagna e del ritrovarsi dei pastori prima fra loro, poi coni commercianti castelnuovesi e i consumatori. Il tutto nella tradizionale cornice del centro storico di Castelnuovo,e in particolare “Sotto le Logge”, punto di incontro fin dal medioevo delle genti di Garfagnana e delle vallate con-finanti, luogo di scambi, trattative commerciali, affari e traffici. Gli arieti sono stati posizionati nei box espositivi

nell'angolo sud di piazza delle Erbe, mentre sotto le logge, alla spicciolata, pastori ed allevatori hanno allestito i banchi con le loro forme sotto gli archi.Molti anche i produttori di formaggi delle altre zone, ed alcuni commercianti locali, ad allestire banchetti di formaggi tipici in Piazza delle Erbe mentre i produt-tori del Mercato Contadino hanno riempito gli ultimi spazi delle Logge con verdure fresche, mirtilli, miele, farro, marmellate, pani e altri alimentari, ma anche fel-tro, lana di pecora garfagnina, oggetti d'artigianato tipico e tessuti prodotti coi tradizionali telai a mano. Nel frattempo, con la consueta discrezione e segretezza,un nutrito gruppo di esperti assaggiatori dell’O.N.A.F. (organizzazione nazionale degli assaggiatori di formaggi) svolgeva il gradito e delicato compito di assag-gio e valutazione dei formaggi in gara. Compito evidentemente non facile, terminato molto tardi, con la valutazione di 31 forme in gara (12 di pecorino, 14 di ca-prino, 4 di misto e 1 di vaccino) con una classifica svelata solo dopo un ottimo pranzo degli allevatori – consumato tutti insieme in un unico lunghissimo tavolosotto il loggiato Porta allestito dalla storica “Trattoria Marchetti” - che ha proclamato vincitori dell’edizione 2013 della gara dei formaggi: per il pecorino: BrunoBertoncini (il Pallera) del Sillico – Pieve Fosciana. Per il caprino: Candida Marchi di Renaio- Barga. Per il misto: Luciano Gonnella di Barga. Per il vaccino: il gio-vane Luca Pelliccia di Verni – Gallicano. Niente valutazione, classifica e premi per i caseifici artigianali, quest'anno, vista la gran mole di forme presentate dai pri-vati che hanno saturato le possibilità di assaggio dei giudici, ma un grande riconoscimento di pubblico per la loro qualità. A fine pomeriggio cambio di location epubblico, con la Saletta Suffredini piena di gente per la consegna del premio “Enzo Pedreshi 2013” - ambito riconoscimento che ogni anno va a personaggi del-l'agro-alimentare o della gastronomia garfagnina – che quest'anno ha visto i riconoscimenti assegnati alla famiglia Triti, ristoratori da generazioni in Santa Luciaaccanto al Teatro Alfieri, e a Marco Giannasi, Castelnuovese che si è fatto apprezzare a Glasgow non solo come ristoratore e divulgatore della gastronomia garfa-gnina, ma anche come mecenate del resturo del “Battlefield Rest” - edificio storico del centro di Glasgow - sede ora del suo omonimno ristorante.Una grande giornata per Castelnuovo, ricca di presenze importanti e di eventi, nel solco della tradizione non solo di “sapori” ma anche dei “saperi” della tradi-zione rurale e gastronomica di tutta la Garfagnana.

Abbiamo incontrato una personache da sempre piace al Giornaledi Castelnuovo Garfagnana: Eu-genio Casanovi. Un autenticoamante della nostra terra. Unuomo che ascoltiamo volentieri.Ecco l’intervista che ci ha rila-sciato ricca di spunti, stimoli,idee e slanci.

Facciamo il punto della si-tuazione del Mercato conta-dino? Numeri, prospettive,etc.Dopo 2 anni e mezzo di Mer-cato Contadino nel centro sto-rico di Castelnuovo (2weekend ogni mese) da ago-sto 2013 l'inaugurazione delMercato Contadino Coperto(una grossa struttura accantoal terminal bus recuperata conun contributo dell'Unione Eu-ropea) sta aprendo nuoveprospettive di commercializ-zazione diretta dei prodotti aKm zero non solo verso i con-sumatori finali ma ancheverso le utenze professionaliquali ristoranti, gruppi d'ac-quisto, ecc. Penso che il Mer-cato Coperto abbia lecaratteristiche per diventareun punto d'incontro tra pro-duttori e consumatori diven-tando un volano per lacommercializzazione di tuttele produzioni tipiche dellaGarfagnana con lo sviluppoconseguente delle produzionistesse e una ripresa delle atti-vità agricole. Poi di conse-guenza verràù anche ilmiglioramento del paesaggioagrario e del territorio, dellavalle in generale...

La fiera del formaggio e ilsettembre a Castelnuovo;tante iniziative tante soddi-sfazioni. Come sta andandoil settore agricolo in valle?

Tener viva la tradizione dellafiera del formaggio è statouno degli obiettivi che l'am-ministrazione di Castelnuovoha portato avanti con convin-zione. La fiera del primo set-tembre, in solo 4 anni, si ètrasformata in qualcosa di di-verso e più importante. Nonpiù semplice "Fiera del For-maggio Garfagnino" - con lastorica "gara dei formaggi" -ma anche: "Mostra mercatodegli arieti di razza garfa-gnina bianca", rassegna "For-maggi d'Appennino" - cuivengono invitati i produttoridel crinale appenninico dallaLunigiana al pistoiese, al mo-denese - e infine "Premio EnzoPedreschi" che chiude la gior-nata con un tocco di cultura edà lustro a chi fa conoscere,localmente o nel mondo, lanostra cultura alimentare e lanostra gastronomia. Credoche aver rilanciato la "Fieradel Formaggio" e aver trasfor-mato il primo "giorno dellafiera di settembre" in questavetrina delle produzioni tipiche e dell'alle-

vamento della Garfagnana siaun buon trampolino di lancioper l'agricoltura e l'immaginedell'agricoltura e della tipicitàgarfagnina all'esterno. Adessotocca ai produttori rimboc-carsi le maniche e lavorare suqualità e, soprattutto, quantitàdelle produzioni.

Sogno nel cassetto: a qualeprogetto vorresti lavorare?Più di ogni altra cosa lavore-rei volentieri per aprire unistituto secondario ad indi-rizzo agrario-forestale specia-lizzato per la montagna, quiin Garfagnana. Non riesco acapire come le persone chehanno la responsabilità del-l'istruzione in valle (la confe-renza dei sindaci perl'istruzione) siano ancorate aschemi tanto arcaici e difen-dano la struttura formativa at-tuale (i Licei, Ragioneria,IPSIA ad indirizzo indu-striale) rispetto all'innova-zione e alla formazione difigure professionali legate allavocazione del nostro territo-rio. Così continuiamo a sfor-

nare ogni anno schiere di di-plomati che non sanno nientedi forestazione, di agricoltura,di agriturismo di paesaggioecc. e diventano disoccupati onuovi emigranti... per la-voro... Da 4 anni che il co-mune di Castelnuovo chiedeche venga aperto il bienniodell'istituto agrario affiancan-dolo all'ITC esistente ma èuna lotta impari contro un si-stema sclerotizzato e che è im-paurito solo del possibile calodi iscritti alle attuali scuole se-condarie e non pensa mini-mamente al futuro dei nostriragazzi e al potenziale lavoroche sta dietro al territorio, allaforestazione, agricoltura e al-levamenti.

Cosa non va e qualche ricettaper superare i problemi dellaGarfagnana?Il particolarismo dei nostripiccoli comuni, avere 16 sin-daci in 16 piccoli regni sepa-rati con la conseguentedispersione dei centri decisio-nali e la competizione per lepoche risorse disponibili - frai comuni stessi - senza che cisia una strategia globale difondo per lo sviluppo sosteni-bile dell'intera vallata. Tuttoquesto ha provocato in pas-sato e continua a generare ser-vizi scadenti per i cittadini,inefficienza ed alti costi del-l'amministrazione pubblica(pensate a una riunione inprovincia o a GAIA dovemandiamo 16 sindaci di pic-coli comuni, con 16 auto pub-bliche, e nessuna forzacontrattuale e strategia condi-visa). Immaginate invece ilterrore degli amministratoriprovinciali e regionali (o di GAIA o del-l'ATO) se un domani si tro-

vassero davanti il sindaco del"Comune Unico Garfagnana"con il potere contrattuale e de-cisionale concentrato in unasola persona e una sola parolaper la valle nei loro confronti!Oggi la nostra debolezza statutta nei litigi interni e nell'in-viare richieste e pareri di-scordi alle altreamministrazioni pubblichecon cui ci interfacciamo. Il “di-vide et impera” - come 2000anni fa sapevano bene i Ro-mani - funziona benissimoanche ai nostri tempi! Unacampagna della società civileper l'istituzione del "ComuneUnico Garfagnana" potrebbeessere l'impegno di ungruppo di persone con la testasulle spalle e al di sopra delledivisioni politiche in vistadelle amministrative 2014.Certamente una simile cam-pagna avrebbe molti avver-sari perché ridurre il numerodi sindaci da 16 a 1, far sparirel'Unione dei Comuni inglo-bandone le funzioni, mandarea casa 200 persone in valle traconsiglieri comunale e asses-sori di certo creerebbe uncerto scompiglio ma contem-poraneamente porterebbe adun risparmio di 80mila euro almese di indennità agli ammi-nistratori, ad una drastica ri-duzione delle auto pubblichee dei mezzi di servizio delleamministrazioni locali, oltread una razionalizzazione diservizi e uffici migliorando alcontempo, usando bene le retitelematiche, i servizi ai citta-dini. Spero che saltino fuori le per-sone giuste per fare questabattaglia e magari anche un …giornale che ci appoggi!

Al lavoro e grazie Eugenio.

ORARIO CONTINUATO DAL MARTEDI AL SABATO DALLE 9.00 ALLE 20.00

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Numero 62 - Settembre 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 3

Paolo Fantoni, Assessore al-l’agricoltura, politiche energeti-che, ambiente, protezione civile etrasporti è il nuovo Vice-Presi-dente dell’Unione Comuni Gar-fagnana (oltre che sindaco delcomune di Piazza al Serchio).Lo incontriamo per parlare diProtezione civile, di terremoto edi ferrovie.

Assessore Fantoni l'emer-genza terremoto ha messo inmoto la macchina della pro-tezione civile in Garfagnana.Come può valutare la strut-tura in valle tra emergenza eintervento?L’evento sismico del 21 giu-gno ha messo tutti a duraprova: famiglie, amministra-tori, sistema locale e nazionaledi Protezione Civile. La prote-zione civile locale ha rispostoimmediatamente nelle attiva-zioni delle strutture, chiara-mente lo ha fatto con le risorsedisponibili cercando nell’im-mediato di capire l’entità delfenomeno e garantire il soste-gno alla popolazione. Losforzo è stato massimo e sullostesso avrei poco da sottoli-neare, ogni Comune e lastessa Unione, alla quale è de-legata la funzione, hanno datoil meglio di loro.La particolarità dell’evento hacomunque evidenziato alcunenecessità su cui è già statofatto il punto e per le quali glienti locali stanno già cercandodi provvedere. È risultato infatti evidentecome il sistema nazionale nonabbia un’attivazione gra-duale: o si trova ad affrontareeventi distruttivi oppurecome ebbe a dire il PrefettoGabrielli siamo di fronte adun “non evento” .Pertanto è fondamentale riu-scire, in casi come questi, amantenere una gestione localedell’emergenza. Ad esempiola richiesta di avere tendesparse per ogni piccola fra-zione stride con le direttive dimantenere le persone concen-trate in campi attrezzati. Que-sto è un principio ottimo in

situazioni come quella del-l’Abruzzo o dell’Emilia Ro-magna, dove era apparsosubito chiaro che la gestione sisarebbe protratta per lungotempo, ma sproporzionata eforse inadeguata alle esigenzedell’evento del 21 giugno.Questa riflessione ha fatto siche, gli Enti locali chiedesseroalla Regione Toscana lo sta-zionamento presso il Centrodi Protezione Civile Interco-munale di un modulo per l’as-sistenza con n. 48 tendeautostabili, due gruppi elet-trogeni da 159 Kw, una torrefaro da 11Kw oltre a 400 bran-dine.

Il terremoto accompagna lastoria della nostra terra da se-coli: quali secondo lei leprossime scelte politiche ob-bligate in termini di preven-zione del rischio sismico?Più volte ho sottolineato el’ultimo intervento sismico neè la riprova, che l’enorme la-voro fatto sul patrimonio edi-lizio esistente e nuovo, hafatto in modo che una scossadi magnitudo 5.2 avesse ef-fetti così limitati. La stradadell’adeguamento antisi-smico, la sua incentivazionecon politiche ad hoc, sono lanuova sfida per le ammini-strazioni: in Garfagnana que-sto ha significato interventi findopo il terremoto del 1911 edel 1920, le leghe e i cordoliper le vecchie strutture, lanuove costruzioni antisismi-che sono un viatico da cui èpericoloso scostarsi. Per que-sto abbiamo chiesto in piùamministratori che la Regionedefinisca delle misure specifi-che sulla nuova programma-zione comunitaria 2014/2020,rilanciando un progetto comequello degli anni 80/90 chepermise l’adeguamento ditutti gli edifici pubblici eanche molte abitazioni pri-vate.

La Garfagnana è terra fragilenon solo per eventi sismici,ma anche per rischio inonda-

zioni, frane, smottamenti.Come vi state preparando al-l'autunno e all'inverno?L’inverno desta sempre moltepreoccupazioni, in particolareper le frane. Stiamo solo oggiricucendo le ferite aperte nelterritorio dall’alluvione delnovembre 2012, molte stradesono ancora chiuse. Anche inquesto senso fondamentale è

la prevenzione: la filosofia chead oggi guida l’intento degliamministratori è quella di rea-lizzare anche piccoli inter-venti di manutenzione per laregimazione delle acque su-perficiali, abbiamo approvatoil progetto REGIS sostenutocon fondi dell’Unione per in-tervenire sulle situazioni piùemergenziali a monte dei cen-tri abitati. Vogliamo inoltredare nuova spinta a chi vivein montagna responsabiliz-zando gli agricoltori rimasti apiccoli interventi di manuten-zione. Ciò nella consapevo-lezza che solo una presenzaumana responsabile permettecon piccoli investimenti dif-fusi sul territorio di limitaregli enormi danni a cui pur-troppo troppo spesso ci siamoabituati.

E veniamo al tema dei tra-sporti. La linea ferroviariaLucca-Aulla sembra vivere inuna sorta di limbo. L'arrivodell'autunno, la riaperturadelle scuole, ripresenterannoi soliti storici problemi legatia ritardi, cancellazioni o so-vraffollamento delle vetture?Non tutti hanno realizzato chela linea ferroviariaLucca/Aulla è fondamentaleper il mantenimento delle per-sone nel nostro territorio, è iltronco da cui scorre la linfa vi-tale per la Valle del Serchio,ma in particolare l’Alta Valle.Il limbo è reale, ma è anche in-

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Intervista a Paolo Fantoni, assessore presso l’Unione dei Comuni della Garfagnana

Fare una migliore programmazione

Progetto Villa 1920Ricordate il Progetto Villa 1920? Quello lanciato attraverso gliStati generali della Garfagnana, quello nel quale si formulavaun progetto “chiavi in mano” - ovvero a costo zero - da lan-ciare sul territorio della valle mettendo in sinergia tutti gli enti,gli studi professionali, gli ordini, e i cittadini, in un unicogrande corpo teso a fare prevenzione sismica.Una idea vagliata da ingengeri e architetti e stimata anche daqualche politico che l’ha definito un progetto “geniale”.Ebbene la paginahttp://statigeneralidellagarfagnana.wor-dpress.com/ambiente/ è stata vista da quasi 20.000 persone;segno che c’è interesse sull’argomento è che di prevenzione deiterremoti bisogna parlarne e parlarne sempre.Grande e lodevole l’impegno prezioso della ormai efficientis-sima protezione civile in valle ma ora pensiamo al domani nonsolo all’immediato dell’emergenza.La macchina funziona ora diamogli fanali per scrutare l’oriz-zonte e vedere lontano. Del resto se pensate bene il Giapponedagli anni ‘50 ha inaugurato una politica simile e oggi le cittàresistono a terremoti anche di 7 gradi della scala Richter. Se lohanno fatto loro lo possiamo fare anche noi.

comprensibile, vista la pre-messa, eppure è così. Il pro-blema viene affrontato inmaniera ciclica, mai con la do-vuta costanza ed attenzione,personalmente ritengo diaver fatto la mia parte, masono consapevole che è insuf-ficiente. Le continue protesteportarono all’acquisto daparte della Regione di nuovo

materiale rotabile, ad oggivera spina del fianco dellalinea, penso che stiamo atten-dendo tutti fiduciosi il suo ar-rivo!

Come sempre permettimi diaggiungere una piccola rifles-sione:siamo in un periodoparticolarmente difficile, oggicome mai l’obiettivo di ogniamministratore che abbia acuore la propria terra deve es-sere quello di mantenerlaviva.Sfida questa sempre più diffi-cile se si pensa alle nostre re-altà: pochi servizi, poco

lavoro e devo dire scarsa at-tenzione da parte del cd. “si-stema paese”.Su ogni argomento nodale perla vita dignitosa delle per-sone: sicurezza abitazioni (ter-remoto), sanità, trasporto,difesa del territorio, il calcoloormai è divenuto squisita-mente economico. Più volteed in più occasioni, l’ultimadelle quali al Consiglio Co-munale aperto a Volterrasulla riorganizzazione sanita-ria del 3 settembre scorso, hosottolineato come sia necessa-rio pensare ad elementi nonquantificabili economica-mente come i costi sociali chequotidianamente un cittadinoche vive in montagna o inzone poco densamente popo-late (marginali) deve soffrire.Invece siamo sempre di frontead uno squisito calcolo econo-mico… peccato che si facciasolo alla periferia e non al cen-tro.Una piccola speranza ai terri-tori marginali e montanil’aveva data l’allora ministroBarca, nel definire le lineeguida preparatorie alla for-mazione della nuova pro-grammazione europea2014/2020. Ma purtropposembra essere stata una breveparentesi, al di là di quello chesi sente dire la montagna èscomparsa dalla programma-zione italiana e anche regio-nale… lo sforzo quotidiano dipiccoli amministratori rischiaogni giorno di essere vanifi-cato dall’indifferenza dellaprogrammazione generale…

"Si fanno i miracoli". Questafrase potrebbe trovare il suospazio a pieno titolo sul car-tello segnaletico di ingresso aCastelnuovo. Come descri-vere altrimenti quello che,anche in questa estate 2013, hapermesso di organizzare laSettimana del Commercio?Sfido chiunque a rintracciarein un raggio abbastanzaampio, un comune di pocopiù di 6.000 abitanti che sia ingrado di organizzare unevento che riempie di folla lestrade del paese per quasi duesettimane piene. Si fanno i mi-racoli, si diceva, ed è ancorpiù vero se si riflette sul fattoche l'intero evento non èfrutto di una collaudata mac-china organizzativa compostada professionisti del settore,bensì è la creatura che i com-mercianti stessi, spesso inprima persona ed insieme aduno sparuto manipolo di col-laboratori, ognuno con il pro-prio mestiere diverso daquello di organizzare eventi,riescono a plasmare e far vi-vere con molta passione. D'al-tronde fu chiaro da subito, daquando la Settimana delCommercio vide la sua lucemolti anni fa e durava ap-punto una settimana, che i ca-stelnovesi erano in grado dicostruire qualcosa di bello eimportante. La Settimanagiunta alla sua 30° edizione èorganizzata dall'associazioneCompriamo a Castelnuovo,che in pieno accordo con leamministrazioni cittadine,promuove il proprio territoriocon eventi che richiamano adagosto fino ad oltre 5.000 per-sone a serata nelle vie del cen-tro storico e non solo.Famiglie, anziani, turisti, vil-leggianti e giovani, tutti tro-vano un punto di attrazionein questa che è una manifesta-zione proprio per tutti, che siè collaudata ed affinata nelcorso degli anni fino a trovareuna dimensione da grandi nu-meri. E' vero, qualcosa puònon essere andato nel versogiusto anche in questo agosto2013, qualche scelta poteva es-

sere stata fatta diversamente,ma anche degli errori i com-mercianti hanno saputo faretesoro e rendere migliorel'evento. C'è anche chi proprionon sopporta la folla, chi nongradisce la musica ad alto vo-lume, chi si infastidisce per lechiusure del traffico o la diff-coltà di parcheggio, ma cre-diamo certamente che si trattidi una minoranza. In fondoanche le cifre non sono tutto.Non vogliamo soffermarciquindi sulle migliaia di visita-tori che hanno partecipato alleserate della Settimana. Nem-meno addentrarci in ragiona-menti sull'efficacia, per letasche dei commercianti, diun evento di questo tipo. Si sa,viviamo un momento di crisi,e non è un momento facile peri consumi. Ci bastano però laparole del presidente dell'as-sociazione Gianni Dini e delsuo staff, che a più ripresehanno espresso piena soddi-sfazione per quanto si è semi-nato e raccolto. Vogliamoinvece mettere l'accento sullaqualità delle proposte, cherendono qualificante il sog-giorno nella nostra terra, al-meno per il mese di agosto, aimolti turisti che la scelgonocome luogo di vancanza. Apartire dalla musica, quelladelle cover band alternatesinelle varie serate sul palco inPiazza Umberto, tra le quali

Grande successo della Settimana del Commercio

A Castelnuovo si fanno i miracoliPagina 4 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 62 - Settembre 2013

spiccano quella dei Queen,che ha aperto la Settimana, oquella dei Negramaro, che hainfiammato la piazza. Le verechicche le ha potute scoprire egustare chi ha avuto la pa-zienza di far tardi e aggirarsinei vari music corner nei qualisi sono esibiti anche artisti conproposte meno pop. E poi fi-nalmente abbiamo visto i Gio-chi sotto le stelle , versionerivisitata dei celebri Giochisenza frontiere, trasportati nel

centro storico, per la gioia so-prattutto dei piccini. Belloanche il ritmo dato alla seratache ha visto protagoniste lesocietà sportive locali, ognunapremiata con pieno merito

anche dall'amministrazionecomunale per le eccellenzeraggiunte durante l'anno.Grande successo natural-mente hanno riscosso i grandiclassici della Settimana, tra iquali il percorso degustativonelle vie del centro imprezio-sito in questa occasione dal-l'offerta di vini lucchesi, ol'intramontabile mercatinosotto le stelle, o ancora la sfi-lata di moda, che coniuga bel-lezza e promozione. Una

menzione particolare la me-rita soprattutto lo show diLeo Fiaschi, conduttore edimitatore, che ha incantato edivertito la piazza di Castel-nuovo per quasi due ore. Unospettacolo che per molti èstato una vera e propria rive-lazione. Ciascuno ha, come ègisuto che sia, il "suo" evento,quello che ha preferito nelleserate d'agosto, e sono statitalmente tanti che si fa faticaanche a tenerli a mente. Unmomento della Settimana èstato speso, giusto sottoline-arlo, anche per attirare l'atten-zione sul devastanteproblema della violenza neiconfronti delle donne. Se ne èparlato in un dibattito pu-

blbico, e si è realizzato unflash mob serale con molteballerine a tenere alta l'atten-zione su questo tema. Nonsono infine mancate le pole-miche, una tradizione in unpiccolo paese come il nostro,dove si discute per giornianche sul colore delle pan-chine. Le polemiche piccole,che nascono e muoiono nellospazio di poche ore, e quelleche invece ancora non si sonosopite a settimane di distanza.Ci riferiamo all'annoso pro-blema di chi non aderisce al-l'associazione Compriamo aCastelnuovo, non pagando laquota che serve ad organiz-zare gli eventi, ma usufruisceugualmente della presenza digente nelle vie della città. Laposizione dell'associazione èchiara e molto razionale. Sicerca di tutelare, con segni vi-sibili, coloro i quali la quota lapagano e quindi sono arteficidell'evento. Una piccola vitto-ria in questo senso l'hanno ot-tenuta quando, nella seratadel mercatino, alcuni esercentinon aderenti alla Settiman,a sisono visti chiedere dalla Poli-zia Municipale il pagamentodell'utilizzo del suolo pub-

blico per poter allestire la ban-carella. Chi aveva aderitoinfatti con la quota si era assi-curata anche questa possibi-lità. Le bancarelle in alcunicasi sono state ritirate con ma-lumori. Polemiche sono sorteanche ad opera di gruppi po-litici locali ai quali ha rispostocompostamente lo stesso pre-sidente dell'associazione, ri-badendo le proprie posizioni.Chissà che l'anno prossimo leadesioni siano maggiori, e cheil fatidico bollino sulla portadel negozio con il logo dellaSettimana sia ancora più pre-sente. Sarebbe l'ennesimo mi-racolo che da queste parti, sisa, non è un'eccezione...

Gabriele Coli

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Marta Dini Miss Lucca4you E' la nuova Miss Lucca4You. Stiamo parlando diMarta Dini che ha conquistato l'ambita fascia dimiss nella serata finale che si è tenuta in una disco-teca di Lucca sabato 21 settembre. Il concorso cheha visto Marta prevalere ha avuto diverse tappe du-rante l'estate e Marta, giunta all'atto conclusivo, èèstata eletta miss grazie alla valutazione di una giu-ria composta da 11 esperti. Marta ha 16 anni, abitaa Pieve Fosciana, e possiede diverse passioni, oltreevidentemente a quella recente delle sfilate. Praticada diversi anni il nuoto, e studia canto, attività cheperò non la distraggono troppo dal suo impegnoscolastico. Ma ci piace pubblicare la notizia dellasua vittoria nel concorso perchè Marta ha collabo-rato anche con il nostro Giornale! Infatti in passato,insieme ad alcune sue amiche, ha scritto alcuni ar-ticoli pubblicati sul giornale cartaceo. Non c'è chedire, una ragazza veramente eclettica, che ora sigodrà anche gli splendidi premi vinti con il con-corso, tra cui una crociera ed un corso di inglese.

Intervista a Luca Biagioni assessore al commercio a Castelnuovo

Sono molto soddisfatto

Al via le iscrizioni per il 2013/2014

Riapre l’Agrinido

zioni più importanti hannosempre registrato una grandepartecipazione di pubblicobasti pensare alla piazza gre-mita durante le serate dellaSettimana del Commercio oper la Fiera della prima do-menica di settembre cosìcome all'ottimo risultato otte-nuto dai "Venerdì by night" edal Baviera Fest.Inoltre l'apertura di nuove at-tività e l'ottima iniziativa "Inpiazzetta" hanno rivitalizzatoil centro storico di Castel-nuovo, riportando nel capo-luogo garfagnino gran partedei giovani come non si ve-deva da molti anni.Mi posso dunque riteneresoddisfatto.

Quale il momento più belloe l'evento che ha dato mag-giori soddisfazioni in tuttal'estate?L'evento che ha dato maggiorisoddisfazioni è sicuramente laNotte Bianca del 15 giugno,

Ed ecco Luca Biagioni uno deitanti motori dell’estate castel-nuovese e non solo. Con lui abbiamo fatto il puntodella situazione.

Come è andata l'estate castel-nuovese?Purtroppo dal punto di vistameteorologico l'estate 2013,non solo a Castelnuovo diGarfagnana ma anche in granparte d'Italia, è iniziata moltoin ritardo. Oltre a questo glieventi sismici di giugnohanno fatto si che molti turisti,soprattutto italiani, annullas-sero le proprie prenotazionieffettuate per quel periodo.Questi due fattori hanno ine-vitabilmente prodotto un vi-stoso calo di presenze almenofino a luglio. Da lì in poi l'estate castelnuo-vese ha cominciato a decollarecosì da registrare addiritturaun incremento di presenze aCastelnuovo soprattutto nelmese di agosto. Le manifesta-

Aperte le iscrizioni all'asilonido "Agrinido" Lo Spaventa-passeri.Dopo il grande successo delloscorso anno lo staff dell'agri-nido comunica che da oggisono aperte le iscrizioni per ilnuovo anno scolastico2013/14. Per avere un appuntamento,conoscere i progetti educativi,i servizi e visitare le strutture èsufficiente contattare la diret-trice Barbara Coli al nr. 3286984822, per mail: [email protected], tramite ilprofilo facebook o visitando ilsito internet fattoriagarfa-gnana.it . Ecco alcuni semplici motiviche spingono le famiglie a sce-gliere questo tipo di asilo nidoper i loro bambini. Il Sogno: più di tre genitori suquattro sognano di far cre-scere i propri figli in un agri-nido, un ambiente semplice,familiare e naturale dove gio-care all’aria aperta con piantee animali e gustare merende epranzi genuini e garantiti. Soddisfazione: l'Agrinidoviene incontro alle famiglie in

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Numero 62 - Settembre 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 5

un'assoluta novità per l'estateCastelnuovese che ha portatonella nostra città migliaia divisitatori in un periodo solita-mente "morto". E' stata unasfida che ho voluto intrapren-dere e che fino all'ultimo miha tenuto col fiato sospeso,ma grazie alla professionalitàdi Also Eventi e la grande par-tecipazione delle attività com-merciali del territorio, ilrisultato è stato eccezionale sesi pensa anche al poco tempoa disposizione per l'organiz-zazione e la promozione.Per quest'ultima, effettuatacon risorse pari a zero, oltreagli articoli sui quotidiani lo-cali abbiamo utilizzato esclu-sivamente la rete pubblicandoannunci su siti dedicati allapromozione di eventi e utiliz-zando vari profili sui princi-pali social network. Devo direche la strategia si è rivelatavincente, mai si era vista cosìtanta gente a Castelnuovo inuna serata di giugno.Come momento più bello esoprattutto più divertente nonposso che citare la perfor-mance di Leonardo Fiaschidurante la notte blu della Set-timana del Commercio, unaserata davvero speciale du-rante la quale il comico livor-nese è riuscito a coinvolgereper tutto lo spettacolo, duratopiù di un'ora e mezzo, l'esi-gente pubblico di piazza Um-

berto I.Per questa e per le altre 12 se-rate faccio i complimenti al-l'Associazione "Compriamo aCastelnuovo" che ha saputomettere in piedi, in un mo-mento di ristrettezze econo-miche, un programma diottimo livello per la trente-sima edizione della manife-stazione.

Castelnuovo è il centro dellavalle da sempre ma negli ul-timi anni questa leadershipsembra appannarsi: quali ri-cette trovare per rilanciare ilcapoluogo?Su questo non sono d'ac-cordo, la leadership di Castel-nuovo non ritengo sia indiscussione. Dal punto divista turistico-commerciale edei servizi la nostra città nonha eguali nella Valle. Lostesso vale per il numero e laqualità degli eventi e dellemanifestazioni che durantetutto l'arco dell'anno si svol-gono nella nostra città. Ne citodue su tutti: la "Settimana delCommercio" ovvero il terzoevento della Provincia diLucca per numero di pre-senze, e il prestigioso "Inter-national Academy of Music"che ormai da dieci anni sisvolge a Castelnuovo e vedela partecipazione dei piùgrandi docenti di musica clas-sica e di centinaia di ragazzi

provenienti da tutti i conti-nenti.

E ora i lati meno positivi:dove si deve lavorare conmaggior forza?Serve una politica di Valle peril turismo. Enti, aziende e as-sociazioni devono fare si-stema per creare un'offertaturistica integrata sfruttandole peculiarità e le eccellenzedel nostro territorio. Il brandGarfagnana è abbastanza co-nosciuto, adesso bisogna la-vorare per fare un salto diqualità sui servizi offerti, que-sto può essere ottenuto sololavorando tutti in un'unica di-rezione senza inutili campani-lismi.Solo con un'offerta di vallepossiamo competere con altredestinazioni turistiche, il no-stro "rivale" non deve essere ilpaese vicino ma un'altra loca-lità al di fuori della Garfa-gnana.Serve una cabina di regia chepermetta tutto questo e cheriesca a coordinare nei limitidel possibile eventi e manife-stazioni elaborando con largoanticipo un calendario unicoda poter promuovere anche aldi fuori dei nostri confini.I tempi sembrano essere ma-turi, sono fiducioso...

Grazie assessore e buon lavoro.

Emigrare per tornareSono stati i temi dell’emigrazione, del ritorno, dell’imprendi-torialità in Valle del Serchio al centro dell’evento che si èsvolto in località La Croce, nella tenuta del Ciocco, il 22 set-tembre.«“Emigrare. Partire. Per tornare. Sempre”. Il titolo di questainiziativa sottolinea perfettamente il legame a doppio filo trale comunità italo-estere e il paese di origine, un legame che hapermesso di arricchire il territorio di provenienza con l’im-portante esperienza acquisita lontano da casa».A dirlo è Ilaria Del Bianco, presidente dell’Associazione Luc-chesi nel Mondo, di cui proprio quest’anno ricorre il 45° an-niversario. «45 anni di attività - prosegue la presidente -significano un patrimonio di legami importanti, da conser-vare, con le seconde, terze e quarte generazioni. Di qui l’im-portanza del riappropriarsi della lingua italiana anche graziea corsi formativi locali. Un ringraziamento particolare - con-clude la Del Bianco - va a Marialina Marcucci, ex vicepresi-dente del Consiglio dei Toscani all’estero, ricordata per la suasensibilità a questa tematica».«Del viaggio oltreoceano lo stesso Giovanni Pascoli raccontain “Meditazioni di un solitario italiano. Un paese donde siemigra”, un articolo denso di similitudini tra i panorami e lemontagne della Valle del Serchio e quelli delle lontane Ame-riche », afferma Pietro Luigi Biagioni, direttore della Fonda-zione Paolo Cresci nel corso di un appassionato intervento.«Ciò che accomuna due realtà così diverse sono la dignità dellavoro, la voglia di riscatto, l’aspirazione a qualcosa di mi-gliore – continua Biagioni -. Questa è la modernità del mes-saggio del poeta». Tra le autorità presenti il sindaco di BargaMarco Bonini e quello di Fosciandora Moreno Lunardi. Dopola benedizione da parte del diacono Marco Tomei, le autoritàsollevano il telo scuro che copre un blocco di marmo all’om-bra degli alberi. Una citazione di Pascoli è incisa sulla paretebianca: “Ai ritornanti per la lunga via, già vicini all'antico fo-colare, la lor chiesa sonò l'Avemaria. Erano stanchi! avean pas-sato il mare!”

I vostri diariLa Garfagnana editrice in occasione del centena-rio dello scoppio della Prima guerra mondiale in-tende pubblicare un libro che ricordi i caduti dellavalle. Se avete storie, diari, ricordi, fotografie, fa-tene copie e scriveteci. Mandateci tutto via email a [email protected] oppure per posta nella nuova sede(in via di ristrutturazione) in Località Le Lame diSopra 239 a Castelnuovo di Garfagnana.Vi aspettiamo anche sul sito www.garfagnana-edi-trice.it

quanto è la vera novità posi-tiva introdotta nel panoramadelle strutture per l’infanziain Italia. Esso rappresenta, altempo stesso, un innovativocontributo alla soluzione delproblema della carenza dellestrutture esistenti ed un servi-zio di qualità che soddisfa inpieno tutte le famiglie. Qualità: con il termine agri-nido si intende una strutturadi accoglienza realizzata al-l’interno di una azienda agri-cola per bambini fino a tre

anni di età. Si tratta spesso dipiccole “classi” contenute allequali vengono garantite tuttele appropriate cure quoti-diane : gioco, attività, pranzo,sonno, cambio, ma con piùtempo all’aria aperta a con-tatto con la natura, in unasorta di “palestra verde” dovecoltivare le piante, socializ-zare con gli animali, impararea conoscere i ritmi della na-tura e i principi di una ali-mentazione sana. Realtà unica: l’apprezza-mento per gli agrinido è di-mostrato dalle quasi centoiniziative in cantiere, moltedelle quali si sono già trasfor-mate in realtà, promosse invarie regioni, soprattutto Ve-neto, Piemonte, Trentino eFriuli. L’agrinido lo Spaventapasseridi Castelnuovo di Garfagnanasi fregia dell’onore di essere ilprimo di tutta la regione To-scana.

Ovviamente i posti sono limi-tati quindi per l’inserimentoverrà seguito l’ordine di iscri-zione.

Abbiamo incontrato la figlia del Giusto tra i Giusti

Il nostro Gino Bartali

I prodotti sono stati portati in Calabria e a Terracina

Successi per Slow Food Garfagnana

La notizia è recentissima eviene riportata su quotidiani,tv e web: il grande Gino Bar-tali, indimenticato campionedel ciclismo, viene nominato“Giusto tra le nazioni” dal-l’ente Nazionale per la memo-ria della Shoah (Yad Vashem)per il suo impegno e l’attivitàsvolta durante la secondaguerra mondiale a supportodi una rete di salvataggiodegli ebrei. Naturalmentequale modo migliore di aiu-tare se non quello di peda-lare? Così Gino, facendo laspola da Assisi a Firenzeaveva più volte trasportatodocumenti importanti na-scondendoli nella sua amatabicicletta!All’indomani di questa noti-zia siamo andati a trovare lafiglia di Gino, Bianca Mariache vive ormai da molti anniin Garfagnana con il maritoAttilio e il figlio Giacomo.Non tutti sanno infatti che“Ginettaccio” trascorrevamolto tempo qui da noi e ilmotivo della nostra visita èproprio quello di provare acarpire qualche segreto oqualche aneddoto dei suoi tra-scorsi in terra Garfagnina!Ci racconta Bianca: “..unavolta mi sussurrò, saiBianca….io ho salvato tantepersone, ma non voglio che sene parli”. Solo questo l’ac-

cenno di Gino sulla vicenda.“Era fatto così e diceva che ilbene si fa… ma non si dice”.Attilio ci dice che quandoqualche giornalista entravasulla vicenda del suo aiutoagli ebrei, quasi si irritava.Nelle frequenti e lunghe gitein macchina, Gino sostenevaspesso che quello che si fa,viene spesso visto e interpre-tato dalle persone e magari sirischia di distorcerne il signi-ficato. “Qui in Garfagnana, continuaBianca, lui stava bene. Era unuomo per forza di cose estre-mamente impegnato. Termi-nata la carriera di ciclista èsempre rimasto legato almondo delle 2 ruote cheamava. Era la sua vita e ve-niva chiamato in continua-zione. Lui si prestavavolentieri ma ogni volta chepoteva, veniva qua. Dellecorse con me non parlavaspesso. Io sono la più piccolae quando cominciavo a ca-pire, mio padre aveva giàsmesso di correre da un po’.Forse parlava già troppo di ci-clismo fuori di casa e quandoera qua, trovava un ambientetranquillo e lontano dalla fre-nesia che lo circondava al-trove”“Qua era a suso agio, per ilpudore e la semplicità dellepersone. Forse si identificava

un po’ anche nel carattere diquesta gente: umile e pura. Sisentiva libero, non c’eranofolle che lo fermavano magarisolo per un autografo. Daquesta casa partiva per i suotanti impegni, ma qua era so-lito tornare ”.“Riceveva inviti e chiamate daogni dove ma se poteva sce-gliere tra far da testimone allapresentazione di squadre diprofessionisti, dove magari lopagavano pure, o quelle di ra-gazzini esordienti, non avevadubbi: andava dai ragazzi.Per lui il ciclismo era la vita eil sogno di sempre e avrebbefatto di tutto per farlo colti-vare anche ai più giovani.Anche il progetto del suomuseo l’ha sempre volutocome un servizio e unospunto per i bimbi. Lui chenon si negava mai a nessuno ,mai e poi mai avrebbe negatoil suo autografo ad un ra-gazzo. Una volta raccontò chedopo una importante corsaprofessionistica, il vincitore(nome conosciuto degli ultimianni che non vi sveleremo) ri-fiutò in malo modo la firmaad un ragazzo. Gino lo ripresedicendogli che mai si dovevafare: mai negare un autografoad un ragazzino che magariquella firma la poteva appen-dere in camera. Era come tar-pare le ali di un sogno oimpedire alla persona di rea-lizzarsi. Pensate che a voltedurante i suo viaggi dove-vamo scendere a prendergliun caffè, perché se entrava luila folla lo circondava e risul-tava difficile andarsene. Unavolta seguimmo con lui unatappa del giro d’Italia: ali difolla si chiudevano davanti alui e alla sua auto, la gente gli

voleva bene e lo acclamava incontinuazione.Nei suoi periodi a Castel-nuovo, adorava mettersi ingiardino, sedere davanti al fo-colare: amava le cose sem-plici e genuine forse perché lasua gioventù era stata tem-prata dal sacrifico e dalla po-vertà e non furono certo lafama e la straordinaria gloriache lo circondarono nella vitaa distrarlo dai valori sempli-cemente veri dell’esistenza.Era uno di compagnia e alletavolate con gli amici in que-sta casa era un vero chiacchie-rone, sempre l’ultimo adalzarsi. Io, curioso e affascinato dalsolo nome di Gino ho dovutochiedere: ma è vero che di-ceva sempre “gl’è tutto sba-gliato , gl’è tutto da rifare?.“Come no…, era fatto così. UnToscano doc senza peli sullalingua e quando vedeva qual-cosa che non andava lui lo do-veva dire non per niente lochiamavano “Ginettaccio”,ma era un buono. In tanti glihanno chiesto di schierarsi inpolitica oppure di assumerecariche in Federazione, ma luiamava solo la bicicletta e ilsuo sport, nessun compro-messo e nessuna strumenta-lizzazione “.E di Coppi ne parlava? Cosapensava? “A coppi voleva ungran bene. Guai a chi lo toc-cava o a chi ne parlava male.Tante volte ci diceva cheavrebbe voluto fosse ancoraqui con lui almeno avrebberodiviso il compito di presidiareeventi , gare , manifestazioniecc. “Bianca ci ha raccontato: “Nonscorderò mai quando, già pro-

vato nel fisico e forse consa-pevole che la sua luce si stavaspegnendo, mi disse che vo-leva venire a “m… re ” qui acasa mia. Purtroppo non sonoriuscita ad esaudire la sua ri-chiesta.”Io non scriverò quella parolaperché dopo tanti anni , purnon sapendo niente di questemura e di questa famiglia,sono certo che “Ginettaccio”in questa casa di Garfagnananon si è mai spento così comenon si è mai spento nel cuoredei suoi cari e di tutta la genteche lo ha visto e che gli ha vo-luto bene. Esco arricchito eanche un po’ emozionato dal-l’aver conosciuto la figlia diGino Bartali, la figlia di cuimagari tanti ignorano l’esi-stenza. Esco arricchito dal-l’aver conosciuto una famigliaperbene che mi ha accolto incasa come avrebbe fatto lui,semplicemente e raccontan-domi scene di vita quotidiana,una vita semplice nel suc-cesso, riservata nella fama enell’acclamazione, silenziosanel fragore degli applausi.Scrivo queste poche righe fe-lice e contento di sapere diret-tamente dalle parole dei suicari, che il buon Gino ha vis-suto anche qui con noi, ap-prezzando la nostra terra efacendone un rifugio di tran-quillità. Un solo rammarico:non aver potuto parlare conlui prima che ci salutasse.

(Foto inedita che ritrae Biancaancora piccola in casa con Gino ela mamma Adriana)Si ringrazia Bianca per la gentileconcessione d’uso)

Fabrizio Ferrari

Pagina 6 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 62 - Settembre 2013

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Dopo il Salone Internazionaledel libro di Torino, Slow FoodGarfagnana è stata ospiteanche al Festivaletteratura diCalabria (nella foto a desra ladegustazione a Cropani), e alTerracina Book festival.Grande successo per i for-maggi Bertagni, il Biroldo, isalumi di Bellandi, le birre diPetrognola. Durante gli eventisono stati distribuiti depliantdell’Unione dei Comuni dellaGarfagnana e di Ponti nelTempo, facendo conoscere lanostra valle. Grande successoanche su Facebook e Twitterdove la notizie e le foto sonostate condivise da centinaia diamici.

Ritrovati i resti di un aereo abbattuto a Torrite nel 1944

Alla ricerca del P- 47

APPROFONDIMENTO STORICO - CHI ERA IL TENENTE LYTH

Durante l’ultima guerra mon-diale caddero a Torrite uno oforse due aerei americani.Questo più o meno dicevanotutti a Torrite. Ma le informa-zioni non erano molto precise.Così, quando ai primi di ago-sto, mi giunse una richiesta diinformazioni da parte di Ago-stino Alberti del gruppo AirCrash Po di Cremona, specia-lizzato in ricerche di aeroplaniprecipitati durante la SecondaGuerra Mondiale in Italia(www.aircrashpo.com), ri-sposi vagamente. Alcunigiorni dopo incontrai l’amicoBravi Franco, classe 1926, me-moria di ferro. La sua testi-monianza si rivelò subitoimportantissima. Fu lui adirmi con sicurezza che, negliultimi periodi di guerra, aTorrite caddero due aerei. Ilprimo di questi aerei caddenei “campetti del Daniele”che si trovano subito oltre laTurrite Secca, a fianco del Ca-nale dello Scepato. Franco sitrovava allora in localitàMonti, in compagnia diVando Candeletti, allora sfol-lato all’Orbaco. Erano andatilassù per farci cucire dallasarta una camicia con dellastoffa che avevamo recupe-rato dopo il bombardamentodella Valserchio. L’azione du-rante la quale cadde questoaereo fu l’unica con la qualegli alleati colpirono Villa Ber-tagni che era allora sede del

comando tedesco. Per la ve-rità però non colpirono pro-prio la villa, ma unacappellina che era annessa eche ancora adesso è disfatta.L’altro aereo cadde nella “Pa-stura del Giannetti” ... Francoaggiunse poi che alcuni restidi questo secondo aereo ce liaveva il Francesco Pioli.A questo punto Agostino capìche eravamo sulla buonastrada e non solo per il P-47-D del quale si chiedevano no-tizie dagli stati uniti, maanche per il misterioso aereodel pilota Lyth di cui parlavaMario Pellegrinetti nel suolibro Note per una storia dellaguerra civile in Garfagnana,194371945, M.P.F. ed., Lucca,2003. Ricevetti da Agostinouna serie di informazioni sul-l’aereo caduto nei “campettidel Daniele”. Le riassumo diseguito.IL CONTESTO - Inverno 1944.Il fronte italiano è bloccatosulle posizioni della LineaGotica, che correva da Monti-gnoso a Ravenna. Sono mesidurissimi per le popolazionidella Lucchesia, Garfagnana,Lunigiana, Versilia, Apuania,mesi scanditi dai combatti-menti fra Aleati e tedeschi,dai bombardamenti, dallalotta partigiana, dai rastrella-menti, dai bombardamentiaerei, dalla fame e dallapaura. Il 26 dicembre, scattòimprevisto un contrattacco te-

desco ... Fu un fuoco di pagliae del resto l'azione aveva loscopo di prevenire un'offen-siva Alleata verso Bologna everso la stessa Garfagnana.Pochi giorni dopo, le truppetedesche si ritirarono ed ilfronte si stabilizzò di nuovo.L'aviazione Alleata, che dete-neva l'assoluto controllo deicieli italiani, intervenne inforze per appoggiare le pro-prie truppe di terra, effet-tuando decine di incursioniaeree sull'area Castel-nuovo/Barga/Piazza al Ser-chio. IL FATTO 29 Dicembre 1944. Alle 14:00,ai comandi del Captain Bal-dwin e dei Lts. Schremm, Ma-thew e Riskeney, decollaronoda Pisa San Giusto 4 caccia-bombardieri P-47D Thunder-bolt del 345th FighterSquadron / 350th FighterGroup, diretti a bombardarecinque edifici occupati datruppe nemiche in L115080,sulla sponda Nord del tor-rente che attraversa Torrite, aSW di Castelnuovo Garfa-gnana. L'azione era la classica"Rover Joe", ossia una mis-sione di appoggio ravvicinatoalle truppe di terra, lungo lalinea del fronte. I 4 aerei giun-sero sulla verticale di Castel-nuovo alle 14:30, alla quota di12000 piedi; il cielo era serenoma c'era densa foschia alsuolo. Le radio non funziona-vano a dovere e la ricezioneera disturbata; i piloti ameri-cani incrociarono sulla zonaassegnata per quasi 50 minuti;alle 15:20, i quattro P-47 si lan-ciarono in picchiata, sgan-ciando le bombe sugli edifici

Numero 62 - Settembre 2013 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 7

da 5000 piedi e spazzandol'area con il fuoco delle mitra-gliatrici. A quel punto, incon-trarono un preciso ed intensofuoco di mitragliatrici ed armileggere proveniente da terrache colpì in pieno il P-47D -28RA s/n 43-28344 pilotatodal Captain Eldon G. Bal-dwin. L'aereo fu visto puntareverso terra, senza che venissericevuta alcuna chiamataradio, con le due bombe an-cora agganciate sotto le ali ....Il Lt. Baldwin rimase uccisonell'impatto al suolo. Tre dellesei bombe colpirono gli edi-fici, provocando esplosioni eduna colonna di fumo densoche impedì di valutare i danniinferti.L'APPELLOMr. Keith Vizcarra, figlio delLt. Gilbert Vizcarra, pilota del345th FS / 350th FG, da SantaFè, New Mexico, lancia un in-solito appello. L'appello è ri-volto ad anziani ... di Torrite eha l'obiettivo di individuareesattamente il punto di ca-duta dell'aereo appartenuto alpadre e, se possibile, di recu-perare qualche frammento delvelivolo. L'aereo a bordo delquale si trovava il Lt. Bal-dwin, che si schiantò neipressi di Torrite, era il P-47sul quale abitualmente volavail padre ... in livrea intera-mente metallo naturale (ove-rall natural metal), quindiprivo di mimetizzazione, erastato soprannominato "LIT-TLE VIC II" e portava in fuso-liera i codici "5D5".Parlammo con FrancescoPioli, appassionato di storialocale, e conoscitore espertis-

simo dei dintorni di Torrite.Francesco si dimostrò subitomolto collaborativo ed inte-ressato. La ricerca sul campoprese avvio avvalendosi didue esperti collaboratori delgruppo Air Crash Po munitidi metal detector (Luca Merlie Matteo Annoni). La mattinadel 21 agosto ci trovammo aCastelnuovo e poi ci trasfe-rimmo a Torrite. Oltre ai dueesperti del gruppo Air CrashPo, c’eravamo io, FrancoBravi, Mario Pellegrinetti,Francesco Pioli e TommasoTeora. Prima andammo nei“campetti”. I metal detectoriniziarono ben presto a “grac-chiare”; raccogliemmo nume-rosi resti dell’aereo. Ilpomeriggio lo impiegammo ascandagliare la “Pastura delGiannetti”. Anche in questocaso, nonostante l’erba ed i ce-spugli, la ricerca diede frutticopiosi. Nei giorni seguenti fueffettuata una veloce ricercapresso l’archivio parrocchialedi Torrite. Don Alessandro ciaiutò e così accertammo cheun pilota ignoto era caduto, il29 dicembre 1944, allo sboccodestro del canale dello Sce-pato insieme ad un altro suocompagno che si presumefosse di colore (e lui di razzabianca). Don Gigliante ed il te-nente medico della DivisioneMonte Rosa De Paoli, recupe-rarono i miseri resti che fu-rono collocati in una cassa esepolti nel cimitero di Torrite. Tutto tornava dunque. L’ae-reo dello sventurato CapitanoEldon G. Baldwin era stato ri-trovato.

Mariano Verdigi

L’otto di febbraio del 1945 cifu, come quasi ogni giorno,un’incursione di cacciabom-bardieri americani su Castel-nuovo e dintorni. Si trattavadegli ormai famosi Thunder-bolt P-47 che, con ardite pic-chiate, si gettavanomitragliando a tutto spianosull’obiettivo sganciando, altermine della picchiata, gene-ralmente due bombe del pesodi circa 250 chili ciascuna. Inquell’occasione uno di quegliaerei cadde. La relazione difonte U.S.A., redatta sullabase delle osservazioni deglialtri aerei, è la seguente .“8 Febbraio 1945 Il Lt. AlfredR. Lyth, del 66th FS / 57th FG,a bordo del P-47D 42-29307,fu costretto a lanciarsi con ilparacadute dopo che il suoaereo era stato investito dal-l'esplosione provocata da untreno carico di munizioni neipressi di Castelnuovo Garfa-gnana.Mentre cabrava, dopo aversganciato le bombe, il suo ca-posezione, 1st Lt. Mosites,notò lingue di fuoco uscire dalturbocompressore dell'aereodi Lith. Gli ordinò di dirigersiverso Sud.Immediatamente dopo, il Lt.Lith rovesciò il proprio aereoe si lanciò, da circa 4000 piedi.Il vento portò il paracadute diLith ad atterrare mezzo mi-glio ad Ovest di Castelnuovo.Un aereo leggero da osserva-zione L5, fu notato dirigersiverso il punto in cui Lith eraatterrato.L'aereo si schiantò a Cerre-toli.”” (1)In realtà la versione di DonPalmiro Pinagli - parroco diFilicaia e autore di quel pre-ziosissimo diario di guerra nelquale con assoluta, scrupolo-sissima precisione annota ifatti che accadevano in queltriste periodo, sia per essernevenuto a conoscenza da fontesicura, sia per averli diretta-

mente osservati – collimaquasi completamente con larelazione americana, salvo suun punto: l’obiettivo del Lythnon fu un treno carico di mu-nizioni parcheggiato presso lastazione di Castelnuovo (nonaveva senso la presenza di unsimile convoglio nella sta-zione di una linea ferroviarianon più attiva dal giugno del-l’anno precedente ed espostaa pressoché quotidiani bom-bardamenti e cannoneggia-menti) bensì la galleria “deiMessali” posta sulla stessalinea fra le stazioni di Villettae Pontecosi, probabilmenteutilizzata come deposito dimunizioni. Secondo Don Palmiro l’aereoprolungò troppo la picchiata,tardò la cabrata e fu investitodall’esplosione delle suestesse bombe. Egli, che proba-bilmente da Filicaia (situataproprio di fronte a Villettasulla riva opposta del Serchio)vide direttamente, almeno inparte, l’azione, dice anche chel’aereo cadde nei pressi diCerretoli e che il pilota, che siera gettato col paracadute, fucondotto a Camporgiano. Con la diretta testimonianza

degli abitanti dei luoghi (e lapreziosissima collaborazionedel Sig. Francesco Pioli) si èpotuto appurare che l’aereocadde in un luogo tra Prunetadi Sopra e Scepato di Sopra,approssimativamente a sud diCerretoli (il luogo preciso èstato individuato con assolutacertezza) mentre il Lyth at-terrò poco più in alto, a norddi una casa contadina attual-mente trasformata in un bel-l’agriturismo. Testimonioculari, alcuni ancora viventi,(2) hanno descritto così l’at-terraggio del Lyth: “Mentre ilparacadute stava scendendoda terra fu fatto fuoco controdi lui che, però, non vennecolpito. Giunto vicino alsuolo, cadde su un pioppo (e

forse rimase ferito a unagamba) e rimase impigliatofra i rami. Egli aveva fra le braccia unacagnetta che, evidentemente,aveva portato con se sull’ae-reo come mascotte e cheaveva voluto salvare. (3)Gli abitanti della casa conta-dina corsero sul luogo e loaiutarono a districarsi e ascendere a terra. Si trattava diPioli Silvio e dei figli Pietro eRina. I due uomini lo aiuta-rono tagliando le corde delparacadute che lo trattene-vano in aria. Subito, però, ar-rivarono i marò dellaDivisione San Marco, che ave-vano un presidio proprio neipressi, per catturarlo. Pare cheegli estraesse un pacchetto disigarette e ne offrisse una al-l’ufficiale (o sottufficiale) ita-liano, accendendone poi unaper se.Ma ecco che i militari lo tra-scinano via prendendolo perle braccia mentre altri, dal die-tro, lo spintonano e lo pren-dono a calci nelle gambe,probabilmente per farlo an-dare più svelto, dato che lui,essendo claudicante, tantosvelto non sarà andato. Il pri-gioniero fu portato al co-mando situato nella“Palazzina” nei pressi di An-tisciana e, poi, condotto aCamporgiano presso il co-mando di divisione della“Monterosa”. Da qui iniziauna sequenza di eventi piut-tosto oscuri e mai perfetta-mente chiariti.I fatti certi sono questi: proba-bilmente il giorno stesso fu in-terrogato nella sede delcomando. Poiché il Tenente Peruzzidella Gendarmeria, che, cono-scendo l’inglese, solitamentefungeva da interprete, quelgiorno era assente, fece da in-terprete un civile, tale SilvioCardosi che, avendo vissuto alungo a Londra conosceva la

lingua. Terminato l’interroga-torio il Lyth fu condotto, apiedi, verso il carcere manda-mentale (allora usato dallagendarmeria) situato a norddel paese a circa un chilome-tro. Durante questo percorso ilLyth cadde ucciso da un solocolpo di fucile sparatogli nellaschiena. All’epoca si parlò diun tentativo di fuga cui eraseguita la fucilata che loaveva fermato. E questo ètutto quel che si seppe al-l’epoca.A guerra finita, probabil-mente nel maggio 1945,venne a Camporgiano ungrosso furgone americano chesi recò davanti al cimiterodove, insieme a molti altri ca-duti italiani e tedeschi, erastato sepolto il Lyth. Uominivestiti con tute bianche, conmascherine e guanti ne disce-sero, individuarono il luogodi sepoltura ed esumarono ilcadavere. Il corpo era intattoma era, ovviamente, in unostato di avanzata putrefa-zione. Ma, poiché era stato se-polto direttamente nella terra,gli umori erano stati assorbitidalla terra stessa e quella cheera stata la carne si presen-tava come una sostanza gri-giastra. Gli uomini scesi dalfurgone procedettero allaidentificazione esaminandoaccuratamente gli abiti rima-sti sul cadavere. Ricordo (ho assistito a questeoperazioni insieme ad altricuriosi) il minuzioso controllodell’etichetta della maglia,che si trovava sulla schienadel cadavere. Poi il cadaverefu collocato in un appositosacco, caricato sul furgone eportato via. Fece una certa sensazione lasollecitudine con cui gli ame-ricani vennero a recuperare ilcorpo, per cui circolò la voceche quel pilota fosse nipotedel Presidente Truman o di

sua moglie. Probabilmente fusolo quella sollecitudine adalimentare la credenza che sitrattasse comunque di unapersona importante. Non mirisulta che sia mai emersaqualche tipo di conferma.La storia continua con l’arre-sto di persone ritenute re-sponsabili dell’uccisione.Furono arrestati sicuramenteil Capitano Simonatti dellaGendarmeria, il SergentePilon e, probabilmente, il Te-nente Peruzzi della GNR Mo-bile, che svolgeva servizio diPolizia Militare, e altri.Ci fu un lungo processo che siconcluse nel 1947 con la con-danna del Capitano Simonattialla fucilazione e del SergentePilon all’ergastolo. Non sono disponibili gli attidel processo per cui si samolto poco di come il pro-cesso si svolse. Si seppe, però,che il Tenente Peruzzi si salvòin virtù della provata assenzain loco il giorno dell’uccisionedel Lyth. Si seppe anche che si tentò dicoinvolgere lo stesso generaleCarloni ma nulla fu provatoin proposito.

Mario Pellegrinetti

NOTE:

(1) Notizie fornite dal gruppo diricerca Air Crash Po di Cremona(2) Hanno visto cadere l’aereo e ilpilota e la sua cattura la signoraPioli Rina che ricorda tutto an-cora lucidamente e il Sig. FrancoBravi, all’epoca partigiano, che sitrovava presso la casa dove eranosfollati i suoi familiari, che è nonmolto lontana dal luogo della ca-duta. (3) Secondo quanto asserisce ilSig. Franco Bravi la cagnetta fupresa dal Sig. Gualtierotti che siè sempre preso cura di lei. Essaebbe anche dei cuccioli che fu-rono donati ad altre persone.

Pagina 8 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 62 - Settembre 2013

Una tratta ferroviaria nata tra mille sofferenze

L’infinita ferrovia

Una tratta ferroviaria nata tra mille sofferenze

Intorno ai buoni propositi del PD

Il buon gelato è...in Piazza Duomoa Castelnuovo di

Garfagnana

Il 9 Settembre 1900, a Castel-nuovo, si tenne una manife-stazione a sostegno dellarealizzazione della ferroviaLucca-Aulla. Accantonati icampanilismi, da tutta laValle accorsero numerose as-sociazioni, spinte dalla vo-lontà di impegnarsi per ilbene comune. Concorrerecioè, a quel sogno di una fer-rovia che avrebbe portatotanti benefici economici, mache rischiava di rimanere talea causa delle lungaggini bu-rocratiche del governo cen-trale. Da Barga, presenziòl’avvocato Salvo Salvi, in qua-lità di presidente della Societàdella Fratellanza Artigiana. Iltesto del suo intervento, pro-nunciato al teatro Alfieri, in-sieme a tutti gli altri propostidurante il comizio, sarà ri-chiesto da Demetrio Vannu-

gli, del periodico “La Garfa-gnana”, per essere pubblicato.

Discorso a sostegno della fer-rovia (9 settembre 1900).In rappresentanza della So-cietà della Fratellanza Arti-giana di Barga, io porto aicomponenti questa riunione ein specie alle società conso-relle di Castelnuovo un salutoanimato dal più vivo compia-cimento di partecipare a que-sto solenne ritrovo per unoscopo comune fra noi, scopodi civiltà e di progresso, peraffermare un nostro diritto,per invocare che siano soddi-sfatti i nostri desideri già datanto tempo e in tanti modiesplicati. La necessità della linea Lucca-Aulla riconosciuta dalla leggedel 1879 è conferma del-l’equità e giustizia di ciò che la

popolazione della Valle delSerchio domanda. Essa ha di-ritto che l’impegno preso conlei dal Governo e dal Parla-mento non sia più a lungo di-sconosciuto. Ha diritto che l’affidamentoad essa dato non sia più alungo deluso. Ha diritto che una legge san-cita dalla Stato non resti let-tera morta e con ragionereclama che questa linea siacontinuata e portata ad unpunto che la renda veramenteutile e proficua. La voce che oggi parte dallaforte Garfagnana, dal cuoredella Valle del Serchio, dalcentro più cospicuo di essa,che esce unanime e solennedal cuore di un popolo fedelealle istituzioni, ma coscientedei propri diritti sia monito edesortazione ad un tempo per-ché Governo e Parlamento,abbandonando le sterili lotte,assurgano all’intuizione deiveri interessi del paese, vo-gliano con doverosa concor-dia dedicare l’opera loro allarisoluzione del problema fer-roviario che è condizioneprima indispensabile a quellosviluppo, a quel migliora-mento economico a quellagiustizia amministrativa chela pubblica coscienza indicacome provvedimento essen-ziale ai mali che nell’ora pre-sente travagliano la società. In nome delle società liberaliBarghigiane mi associo quindiai voti di cui questa riunione èespressione augurandomi cheessi trovino eco presso il Par-lamento e presso il Governoche ha fatto suo programmadello svolgimento economico

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Piazza Umberto a Castelnuovo di Garfagnana

del paese.

Dovranno passare ancoramolti decenni, da quel 9 set-tembre 1900, prima chel’opera potesse finalmente es-

sere completata, questi ritardirappresenteranno un bersa-glio ideale per la pungente sa-tira garfagnina.

Cristian Tognarelli

Da tempo pare che la Garfa-gnana, anche se il suo "brand"rappresenta pur sempre un si-curo potenziale di svilupposocio-economico, non godadell'interesse tangibile delleistituzioni nazionali e territo-riali. Se ciò é vero, per giun-gere alla piena consapevolezzadel valore del "patrimonio gar-fagnino" c'è bisogno di analisied impegno. Una inchiesta og-gettiva, anche fuori dalla poli-tica, che consentasuccessivamente di pianificarela misura degli investimenti ele competenze politiche e ma-nageriali indispensabili al ri-lancio dell'intera Valle. Gestireil cambiamento, rispondendoadeguatamente alle esigenzedella gente, è influire più chesubire malintesi, pregiudizi osilenzi dalla pubblica ammini-strazione o dai politici - "di-stratti"- di ogni schieramento.Gestire, nel caso specifico, si-

gnifica trovare forme di orien-tamento, per individui o istitu-zioni, capaci di convincere edinfluenzare azioni adatte ai bi-sogni dei garfagnini. Per que-sto solo in parte, i propositi delPd di Castelnuovo sono condi-visibili. E' sulla piccola comu-nità, sulle analisi e leresponsabilità di politiche ge-nerali che le mie opinioni di-vergono. Il diritto dellecomunità non dipende dalladimensione, ma dalla qualitàdelle condizioni di vita come illavoro ed il benessere. Non oc-corre riappropriarci della poli-tica; essa è sempre stata nostraed ognuno dei votanti o degliastenuti deve assumersi laporzione di responsabilità. Lariflessione su Castelnuovo, seil ragionamento è richiesto, èdi come emancipare una vi-sione, collettiva per elaborarepolitiche socio-economiche dicrescita complessiva. Per ritro-

vare il gusto e la dignità dipartecipare o l'impegno di go-vernare, bisogna, innanzituttoriconoscersi nella Garfagnanacome "grande comunità" e inCastelnuovo suo Centro natu-rale; entrambi da amare e ri-spettare sempre e non soltantonel periodo del rally elettorale.Se non ci crediamo per priminoi, come faremo a convinceregli altri? La forza propulsivadel PD di Castelnuovo è posi-tiva. Puntare sulla rifonda-zione, la rottamazione o ilreset sono voglie gattoparde-sche. Queste tentazioni, cheemergono puntualmente alsentore di "Primarie", sonotempo perso. La sfida sta nelsaper correggere i propri er-rori, in corsa, e proporrenuove i processi che consen-tano (es: Finalmente ad un PDGARFAGNINO unico e unito)di realizzare asset strategici ra-gionati ed accompagnati da di-

segni di gestione associata. Un"Manifesto garfagnino" chedebba ispirare tutti i soggetti,che aneliamo coinvolgere, masopratutto attrarre ogni sin-golo cittadino e convincere leistituzioni. L'avventura del-l'ospedale unico è la prova chei rappresentanti politici, ap-poggiati o aggrappati, con osenza "pedigree", orientati allachiacchiera o al pragmatismo,non possono essere garanziadi successo. Siamo realisti! Lascelta dei candidati sarà, sem-pre, influenzata da corrente dipartito, dall'esperienza, dallastoria personale o dalle emo-zioni; sicuramente con un pro-getto chiaro e funzionale lapreferenza potrebbe cadere,una volta tanto, su personalitàanche della società civile ca-paci, adeguate, magari con-centrate ed a tempo pieno, agarantire l'obiettivo della piat-taforma programmatica. L'im-

pegno e la progressività cheCastelnuovo saprà assicurareal sostegno della Valle produr-ranno ritorni evidenti e signi-ficativi, sotto molti aspetti, pertutta la Garfagnana e circo-stanze performanti per l'eco-nomia e la visibilità diCastelnuovo "Centro" dellaGarfagnana". Un Centro senzarelazioni e responsabilità, piùche piccolo, risulta essere arro-gante e presuntuoso; quindinon riconosciuto, debole e in-significante. Da qui può par-tire il riscatto. Con questospirito e con un ritrovato slan-cio è possibile arrestare il de-clino. Uniti sulle decisionipossiamo influenzare chi cre-diamo utile o necessario allacausa.Buona fortuna!

Lupi Pietro PaoloDisincantato simpatizzante

progressista.