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STORIA&MODA A oltre trent’anni dalla sua nascita il movimento goth non è più solo musica dai ritmi ipnotici e dalle voci dissonanti, l’ombra nera e cupa degli sfolgoranti Anni Ottanta. Con molta auto-ironia si è evoluto. E nella moda, accanto al «classico» look post-punk e fetish, ha aggiunto un gusto per l’abito storico anche se «reinterpretato». A Lipsia, dove i dark di mezza Europa si radunano ogni anno, non è strano incontrare sui tram, ai concerti o in pista da ballo dame rinascimentali, dandy della belle epoque e uomini e donne in uniformi vintage di Emanuele Mastrangelo – Foto di Cecilia Pede STORIA IN RETE | 80 Febbraio 2011 81 | STORIA IN RETE Febbraio 2011 Alcuni ospiti del Raduno Wave e Gotico di Lipsia: al centro, una famiglia in un perfetto abito Ancien Regime. Nelle foto in alto, nostalgie per la Guerra dei Sette Anni e una ragazza in «military fashion», e una dama in abito ottocentesco S ono passati ol- tre trent’anni da quando il movi- mento goth prese le prime mosse dal post-punk e dalla new-wave , creando quel me- lange culturale che doveva essere il controcanto agli Anni Ottanta. Era il decennio delle luci al neon, dell’edo- nismo, della società e degli uomini di plastica, dei «sorrisi e canzoni». Il dark intervenne in questi anni con una filosofia per l’epoca rivoluziona- ria: «nessuno vietava di farlo, ma sor- ridere non era più un obbligo», come è stato acutamente osservato da Luca Frazzi, giornalista di «Rumore», una delle più importanti riviste musicali italiane. Questo rifiuto de «l’obbligo di sorridere» accompagna il tipico dark , un po’ stereotipato: vestito di nero, di umore tetro e introspettivo, amante del cinema espressionista, della let- teratura horror e dei poeti maledetti come Baudelaire. Insomma, il dark ha fin dagli al- bori un po’ la testa girata indietro, verso il passato: la fascinazione per il periodo vittoriano e per quello ro- mantico – l’epoca dei grandi romanzi «gotici» - per il dandismo decadente che si diffuse a cavallo tra Ottocento e Novecento ha finito per imporsi an- che nella moda. Con la fine degli anni Ottanta e l’evoluzione del movimento in numerosi rivoli anche molto diffe- renti fra loro (con la comparsa di sot- to-generi come il neofolk o il neome- dievale) hanno aperto un panorama del tutto inedito per gli stilisti. E mai un movimento culturale fu più an- che moda e stile quanto il dark . Così – specialmente nell’area culturale te- desca, dove non a caso si tengono i principali festival del genere – all’ori- ginario ceppo post-punk e new-wave (con le loro creste e le borchie, o gli abiti azzimati e i tagli di capelli anni GALLERIA

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STORIA&MODA

A oltre trent’anni dalla sua nascita il movimento goth non è più solo musica dai ritmi ipnotici e dalle voci dissonanti, l’ombra nera e cupa degli sfolgoranti Anni Ottanta. Con molta auto-ironia si è evoluto. E nella moda, accanto al «classico» look post-punk e fetish, ha aggiunto un gusto per l’abito storico anche se «reinterpretato». A Lipsia, dove i dark di mezza Europa si radunano ogni anno, non è strano incontrare sui tram, ai concerti o in pista da ballo dame rinascimentali, dandy della belle epoque e uomini e donne in uniformi vintage

di Emanuele Mastrangelo – Foto di Cecilia Pede

Da che epoca mi vesto oggi?

STORIA IN RETE | 80 Febbraio 2011 81 | STORIA IN RETEFebbraio 2011

Alcuni ospiti del Raduno Wave e Gotico di Lipsia: al centro, una famiglia in un perfetto abito Ancien Regime. Nelle foto in alto, nostalgie per la Guerra dei Sette Anni e una ragazza in «military fashion», e una dama in abito ottocentesco

Sono passati ol-tre trent’anni da quando il movi-mento goth prese le prime mosse dal post-punk e dalla new-wave, creando quel me-

lange culturale che doveva essere il controcanto agli Anni Ottanta. Era il decennio delle luci al neon, dell’edo-nismo, della società e degli uomini di plastica, dei «sorrisi e canzoni». Il dark intervenne in questi anni con una filosofia per l’epoca rivoluziona-ria: «nessuno vietava di farlo, ma sor-ridere non era più un obbligo», come

è stato acutamente osservato da Luca Frazzi, giornalista di «Rumore», una delle più importanti riviste musicali italiane. Questo rifiuto de «l’obbligo di sorridere» accompagna il tipico dark, un po’ stereotipato: vestito di nero, di umore tetro e introspettivo, amante del cinema espressionista, della let-teratura horror e dei poeti maledetti come Baudelaire.

Insomma, il dark ha fin dagli al-bori un po’ la testa girata indietro, verso il passato: la fascinazione per il periodo vittoriano e per quello ro-mantico – l’epoca dei grandi romanzi «gotici» - per il dandismo decadente

che si diffuse a cavallo tra Ottocento e Novecento ha finito per imporsi an-che nella moda. Con la fine degli anni Ottanta e l’evoluzione del movimento in numerosi rivoli anche molto diffe-renti fra loro (con la comparsa di sot-to-generi come il neofolk o il neome-dievale) hanno aperto un panorama del tutto inedito per gli stilisti. E mai un movimento culturale fu più an-che moda e stile quanto il dark. Così – specialmente nell’area culturale te-desca, dove non a caso si tengono i principali festival del genere – all’ori-ginario ceppo post-punk e new-wave (con le loro creste e le borchie, o gli abiti azzimati e i tagli di capelli anni

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Trenta) si è lentamente aggiunto un panorama stilistico enorme, solo par-zialmente coincidente con gli aspetti musicali del movimento, ma senz’al-tro appariscente dal punto di vista della moda. Una moda che si compia-ce di copiare e reinterpretare la storia.

Una visita ad un sito internet che vende abbigliamento dark o ancora meglio al mercato dell’Agra durante

il Wave Gotik Treffen di Lipsia [vedi «Storia in Rete» numeri 32 e 47] è il-luminante: accanto alla tradizionale e immarcescibile moda anni Ottan-ta si vendono corsetti ottocenteschi, camice con jabot in stile Ancien Regime, abiti dalle fogge medieva-li per lei e camicie rinascimentali per lui, più una serie di copricapi in stile militare liberamente ispira-ti alle uniformi tedesche, sovietiche

o americane degli anni Quaranta e Cinquanta. Una passeggiata poi fra gli avventori del Treffen è ancora meglio: la suggestione della storia trova qui pieno sfogo, e dai rudi germani vestiti di pelli si passa ai molli dandy tardo ottocenteschi; agli splendori risorgimentali si af-fianca una vena di nostalgia per i secoli del Barocco e del Rococò (fra l’altro, epoche d’oro per la Sassonia,

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Come sarebbe stato il mondo se la macchina analitica di Charles Babbage (1791-1871)

fosse stata funzionale? Un XIX se-colo dotato di computer, insomma, con una cascata di invenzioni e sco-perte del secolo successivo antici-pate di cento anni ma in un’epoca in cui il vapore (steam, in inglese) era la principale forza motrice. E’ il tema della fantascienza Steampunk, un genere nato negli anni Ottanta e che sta conoscendo in questi anni un improvviso exploit. Si re-inventa tutta la seconda parte del 1800 cre-ando scenari fantastorici e macchi-ne futuribili ma con le tecnologie dell’epoca, dove rame, ottone ed

ingranaggi si affian-cano alla moda di Lord Brummel. E allo Steampunk si

è recentemente aggiunto an-

che il fratello minore Die-s e l p u n k : m u t a t i s mutandis, fantasto-ria ambien-tata fra gli anni Dieci e Trenta del XX seco-lo, dove le suggestioni sono date dal l ’a l lu-minio, ac-ciaio cro-mato e le v a l v o l e a diodi. (EM) n

Fantastoria e moda: lo Steampunk

dove si trova Lipsia, patria di Bach ed Haendel e cuore musicale dell’Europa già nel 1600 e 1700); l’immancabile vittoriano fatto di pizzi, crinoline e bustini (da qualche anno in coppia con la sua versione fantascientifica: lo steampunk, vedi box) fa coppia col cosiddetto «military fashion» dove – con più d’una licenza sull’unifor-mologia – si indossano le divise dei passati regimi (purgate delle simbo-

logie «politicamente scorrette», sulle quali, in Germania, non si scherza).

Chiaramente non siamo davanti ad una «rievocazione storica». Non c’è fi-lologia né ricerca (anche se alcuni dei costumi più preziosi e storicamente ac-curati hanno sicuramente dietro un im-pegno di studi e un conseguente inve-stimento di denaro non dappoco) né vo-glia di far rivivere un passato. Piuttosto

quello di attualizzarlo e farlo proprio. In un’epoca in cui la storia (la «storia cri-tica», direbbe Nietzsche) viene usata ed abusata per creare lacci con cui rendere sempre più difficile la vita all’uomo con-temporaneo, una volta tanto assistiamo ad un uso della storia spensierato, inco-sciente e quindi liberatorio.

Emanuele [email protected]

NeomedievaleNeoromaNtico

la belle epoque

l’età cortese

vittoriaNo

viNtage

Il neomedievale è molto apprezzato nei paesi di area germanica e si affianca ad un genere musicale molto seguito

Dal Rinascimento al Baroccoall’Ancien Regime: un costosovezzo per gli abiti più sontuosi

Il dandismo ha avuto un forte revival negli edonisti anni Ottanta, con un pizzico di cinica ironia e decadentismo

L’alba del XIX secolo esercita molto il suo fascino, con richiami all’eleganza maschile dello sturm und drang

Moda d’elezione per i goth, esercita un irresistibile fascino che rievoca l’epoca di Bram Stoker e Charles Baudelaire

Il «fascino dell’uniforme»: dalle perfette riproduzioni (eccetto che per i dettagli «politici») alle suggestioni anni Cinquanta