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STORIA DELLA MODA Benedetta Del Romano

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STORIA DELLA MODA Benedetta Del Romano

KRIZIAMARIUCCIA MANDELLI

1925-2015

MARIUCCIA MANDELLI

Mariuccia Mandelli nacque a Bergamo nel 1925. Nonostante avesse unainnata passione per la moda decise di fare la maestra elementare. Dopoun breve periodo nell’insegnamento decise di dare vita ad una azienda diabbigliamento in società con un’amica: Flora Dolci.

Krizia, il cui nome venne preso dai Dialoghi di Platone, nacque nel 1954.La prima presentazione fu al Samia (Salone mercato dell’industriadell’abbigliamento) di Torino. Da subito le creazioni di Krizia furononotate dai buyer, in particolar modo per i tessuti stampati a grandi frutti.

Nel 1964 iniziò a sfilare alla Sala Bianca con una collezione in bianco enero, ricevendo anche un premio.

Nel 1967 lanciò la sua linea di maglieria Kriziamaglia, che diventerà unpunto di forza della sua produzione. In quegli anni collaborò condisegnatori come Walter Albini e Karl Lagerfeld.

MARIUCCIA MANDELLI

Caratteristici di Krizia sono i volumi complessi degli abiti e l’uso della maglia,spesso arricchita da immagini di animali. La prima ad essere rappresentata fuuna pecorella nel 1968 per poi arrivare ad animali feroci che le valsero ilsoprannome di «regina della giungla».

Altri temi ricorrenti sono i richiami all’arte - dedicò infatti diverse collezioni adartisti come Magritte, Klimt, Fontana, Burri – i riferimenti orientali, l’usoarchitettonico del plissé.

Fondamentale sarà la collaborazione con Anna Domenici, che sarà al suo fiancodal 1970 fino al 1994.

Nel 1995 furono celebrati i quarant'anni di attività con una retrospettiva presso laTriennale di Milano, realizzata con la collaborazione di Gabriella Pescucci eDante Ferretti.

Mariuccia Mandelli morì a Milano il 6 dicembre del 2015.

KRIZIA

MISSONI

MISSONI

Rosita e Ottavio Missoni hanno fondato la loro azienda dal caratterefortemente familiare nel 1953.

I due si erano conosciuti in occasione dei giochi Olimpici di Londra del’48, a cui Ottavio partecipava come ostacolista. Egli aveva già iniziato conun amico, il discobolo Giorgio Oberweger, un’attività di maglieria sportiva.Rosita Jelmini veniva invece da una famiglia di Sarti. I due si sposarononel ‘53 ed aprirono la prima attività.

La loro prima cliente è stata Biki, seguita poi dalla Rinascente nel 1958.Nel 1966 sfilarono per la prima volta al Teatro Gerolamo di Milanopresentando una collezione completa di maglieria disegnata con lacollaborazione di Emanuelle Khanh. In questa collezione figuravano degliabiti da sera in maglia di lurex stampati con motivi astratti.

L’anno successivo iniziarono a sfilare a Palazzo Pitti, diventandoprotagonisti di un involontario scandalo: le modelle non indossavano ilreggiseno perché si sarebbe visto sotto ai capi e le luci della passerellacrearono un effetto di trasparenza che provocò un nude look non previsto.

Nel 1969 incontrarono Diana Vreeland che permise loro di venireconosciuti sul mercato americano.

Il successo dell’elemento caratteristico dello stile Missoni, chiamato dagliamericani put-together, risale a quello stesso anno, mentre negli anniseguenti si moltiplicarono i successi sul mercato internazionale.

Ben presto ampliarono la produzione a tessuti per l’arredamento, aaccessori e gioielli, mentre nel 1976 inaugurarono la prima boutique aMilano.

MISSONI

Nel 1978 celebrarono i 25 anni di carriera con una retrospettiva presso laRotonda si via Besana a Milano dal titolo Missoni 25°portata poi al WhitneyMuseum of American Art di New York.

I coniugi Missoni amavano pensare ad ogni capo di abbigliamento come aun’opera d’arte, da acquistare per il piacere di indossarlo.

Nel 1994 festeggiarono i 40 anni dell’azienda con una mostra dal titoloMissonologia, che ebbe luogo prima a Firenze e, in seguito, a Milano.

Nel 1997 l’azienda fu affidata ai tre figli: Angela, Vittorio e Luca.

Nel 2003 fu organizzata una sfilata Missoni al Life Ball di Vienna, a favoredell’AIDS Life, in occasione dei 50 anni dell’azienda.

Nel 2011 Ottavio Missoni pubblicò la sua autobiografia per i suoi 90 anni. OttavioMissoni morì nel 2013 dopo un periodo di malattia probabilmente causata dallatragica scomparsa del figlio Vittorio in un disastro aereo in Venezuela.

MISSONI

MISSONI

GIANNI VERSACE 1946-1997

GIANNI VERSACE

Gianni Versace nacque nel 1946 a Reggio Calabria. Sua madre Franca erauna sarta, specializzata in riproduzioni di modelli francesi, quindi il suorapporto con la moda fu molto precoce. Apprese le basi del mestiere dallamadre e si considerò sempre un sarto, ritenendo indispensabile per unostilista conoscere le tecniche della sartoria.

La sua terra natale gli fu sempre di grande ispirazione: un esempio ne è latesta di Medusa, logo del brand, oppure la passione per le fogge dalsapore classicheggiante costruite con un uso sapiente del drappeggio.Proprio per approfondire queste tecniche aveva studiato le lavorazioni diMadeleine Vionnet e Madame Grès, cercando di rendere la classicità unelemento contemporaneo, non un revival.

La storia fu sempre un suo elemento di ispirazione, in particolare l’epocabizantina, il Rinascimento e il Settecento.

Trasferitosi a Milano, nel 1972 diventò stilista per Callaghan al posto diAlbini, poi lo stilista della linea principale di Genny e successivamente diComplice e Alma.

Fondò la Gianni Versace nel 1978 insieme al fratello Santo e a ClaudioLuti, presentando in quello stesso anno le prime collezioni donna e poiuomo.

Nel 1982 presentò per la prima volta i suoi capi in una speciale magliametallica, chiamata oroton, innovativa e non aggressiva, che era possibiledrappeggiare a piacimento e che divenne un elemento distintivo delmarchio e che da allora apparve in quasi ogni collezione Versace.

Spesso utilizzò materiali innovativi ed insoliti, come plastica, vinile eneoprene accostati a cristalli o seta.

GIANNI VERSACE

Negli anni successivi alla nascita della griffe con il suo nome continuò a disegnareper altri merchi. Nel 1985 creò la linea Istante, nel 1989 la linea di alta modapronta Atelier Versace e la linea dedicata ai giovani, Versus. Nel 1993 inauguròinvece una linea per la casa, Signature, mentre nel 1997 nacque Versace make-up.

Nelle sue sfilate erano protagoniste le top model più importanti degli anni ‘80/’90e collaborò spesso con celebri fotografi, quali Richard Avedon, Helmut Newton,Bruce Weber, Herb Ritts, per le sue campagne pubblicitarie. Collaborò spessoanche con esponenti del mondo della musica e lavorò anche per il teatro.

Lo stile Versace fu sempre caratterizzato da una sessualità senza pudori, unaspregiudicatezza e un’inventiva senza limiti, una creatività sfrontata checonciliava mode di strada e couture.

Dopo la sua tragica scomparsa nel 1997, la gestione dell’azienda passò ai fratelliSanto e Donatella.

GIANNI VERSACE

VERSACE

GIANFRANCO FERRÉ 1944-2007

GIANFRANCO FERRÉ

Gianfranco Ferré nacque a Legnano, il 15 agosto 1944. Si laureò inArchitettura al Politecnico di Milano nel 1969 e proprio in quegli anniavvenne il suo casuale debutto nel mondo della moda : Ferré disegnavabijoux ed accessori che regalava ad amiche e compagne di università.

Le sue creazioni vennero notate da Rosy Biffi, talent scout e titolare diuna boutique d’avanguardia, che ne parlò ad Ileana Pareto Spinola e AnneSophie Benazzo: conquistate da questi oggetti realizzati in modo ancoraartigianale, li ospitarono nel loro show room e li proposero ai buyers.Capitati quasi per caso sotto gli occhi di alcune redattrici di moda (AnnaPiaggi ed Anna Riva, le prime) furono fotografati dalle riviste del settore enel 1971, uno di questi accessori finì sulla copertina del mensile“Arianna”. In questo periodo Christiane Bailly e Walter Albini iniziano acommissionargli accessori per le loro collezioni.

GIANFRANCO FERRÉ

Nel 1973 intraprese il primo dei suoi numerosi viaggi in India, dove trascorselunghi periodi di lavoro sino al 1977: per conto di un’azienda genovese diabbigliamento, la «San Giorgio Impermeabili», di proprietà della famiglia Borelli,disegnava e faceva produrre in loco la collezione Ketch. Fu l’occasione pervisitare ogni parte del Paese, studiandone l’artigianato e le potenzialitàproduttive, anche su incarico del Governo indiano. Ferré venne letteralmentesedotto dall’India, dove si consolidò la sua formazione e prese avvio il suopercorso creativo.

Nello stesso periodo, nelle sue soste in Italia, mantenne una serie di rapporti dicollaborazione e di consulenza per gli accessori e rapporti di consulenza stilisticacon aziende di maglieria e costumi da bagno, che sfilarono per la prima voltanell’ambito di Maremoda Capri, per i quali otterrà il primo dei tanti premi checostellarono la sua carriera.

Nel 1974, iniziò a lavorare per il prêt-à-porter, disegnando la linea«Baila» affidatagli da Franco Mattioli, un imprenditore bolognese che, nel 1978,diventerà suo socio.

GIANFRANCO FERRÉ

Al maggio del 1978, infatti, risale la fondazione della società «Gianfranco Ferré»,con sede in Via San Damiano prima, ed in Via della Spiga, poi.

Nell’ottobre dello stesso anno fu presentata la prima collezione di prêt-à-porterfemminile, che si svolse all’Hotel Principe di Savoia di Milano. A colpire furono ilrigore delle linee e la pulizia dei colori, elementi distintivi del suo stile. Altrielementi cardine del suo stile furono la progettazione architettonica dell’abito ele linee decise, nonché un lavoro di ricerca sulla camicia bianca.

Al lancio dell’abbigliamento maschile nel 1982, ed alla creazione di una gammaarticolata di accessori e prodotti realizzati su licenza in collaborazione connumerose aziende leader nei rispettivi settori merceologici, si aggiunse poi, nel1986, l’esperienza dell’Alta Moda, con sfilate a Roma, per sei stagioni.

Nel 1983 partecipò alla elaborazione del piano didattico della nascente «DomusAcademy», scuola post-universitaria di Design, Design management e FashionDesign dove, fino al 1989, diresse il corso Design dell’abito.

GIANFRANCO FERRÉ

Nel maggio del 1989 Gianfranco Ferré fu nominato Direttore Artistico dellamaison Dior per le linee femminili di haute couture, prêt-à-porter efourrure. L’incarico presso Dior venne poi riconfermato nel 1993 sino al 1996.

Nel 1995 lanciò la linea giovane GFF, poi la linea Gianfranco Ferré Jeans.

Nell’autunno del 1998 furono festeggiati i vent’anni di attività della GianfrancoFerré attraverso un insieme di eventi determinanti per il futuro della società, checulminarono con l’inaugurazione a Milano della nuova sede negli spazicompletamente rinnovati dell’ex Palazzo Gondrand di Via Pontaccio.

Nel 2002 la Società Gianfranco Ferré venne acquisita dalla IT Holding di ToninoPerna e Gianfranco Ferré ne divenne Direttore Artistico.

Nel marzo 2007 Gianfranco Ferré è nominato Presidente dell’Accademia di BelleArti di Brera.

Il 17 giugno 2007 morì a seguito di un’emorragia cerebrale.

GIANFRANCO FERRÉ

FRANCO MOSCHINO 1950-1994

MOSCHINO

Nato ad Abbiategrasso nel 1950, Moschino entrò all’Accademia delle Belle Arti diMilano a soli 17 anni, coltivando il sogno di diventare pittore. Il gusto per lestampe e il colore, infatti, restò sempre una delle sue cifre distintive.

L’incontro con la moda avvenne per caso: dovendosi mantenere gli studi iniziò alavorare come illustratore freelance per importanti riviste. Nel 1971 iniziò acollaborare con Gianni Versace e dopo sei anni diventò il designer del marchiod’abbigliamento Cadette che abbandonò nel 1982.

Nel 1983 venne presentata la prima collezione con il suo nome prodotta da Aeffe.Un anno dopo la nascita della linea Moschino donna nacque la prima collezioneuomo, nel 1986 la linea Moschino Jeans e, nel 1987, durante un party a tema“Luna park” fu lanciata la prima fragranza femminile.

“Copio e dissacro gli stilisti altrui, racconto quello che succede tentando di capirele motivazioni della gente”, queste parole del designer sintetizzano perfettamentela sua visione della moda: uno strumento per riflettere con ironia sulla società.

MOSCHINO

Ogni dettaglio sulle passerelle Moschino acquisiva un preciso significato,segnando tra i primi uno dei percorsi che seguirà la moda negli anni successivi:la reinvenzione. Franco Moschino amava partire dai classici del guardaroba,come il tailleur di Chanel che dissacrò con ironia, oppure gli accessori esagerati,opulenti, ma di materiali tutt’altro che preziosi, o ancora le gonne fatte dicravatte degli yuppies del tempo.

Franco Moschino fu tra i primi a fiutare il successo delle seconde linee, creandocosì nel 1989 Moschino Cheap and Chic uomo e donna. Tra il 1989 e il 1990furono aperti i primi negozi in Italia, mentre Moschino da vero provocatore iniziòuna dura campagna di sensibilizzazione sull’ecologismo: “Essere alla moda vuoldire essere coscienti del male che si può fare alla natura. La natura è megliodella couture”, queste le sue parole. Alla fine degli anni ‘80 Moschino iniziò aportare sulle passerelle pellicce ecologiche, inaugurando quella che diventeràun’abitudine per altri grandi nomi della moda.

Nel 1994 Franco Moschino morì prematuramente all’età di 44 anni, riuscendoperò a festeggiare il decennale della sua casa di moda, anniversario celebratocon una mostra retrospettiva, un libro dal titolo “X anni di caos” ed una sfilataevento.

MOSCHINO

MIUCCIA PRADA

PRADA

Il marchio fu fondato da Mario Prada nel 1913 e all’inizio produceva accessori inpelle. Miuccia Prada nacque nel 1946 e, dopo la laurea in Scienze Politiche e unabreve esperienza nella recitazione al Piccolo Teatro di Milano, entrò nell’aziendadi famiglia negli anni ‘70, occupandosi della progettazione di accessori.

Nel 1977 incontrò Patrizio Bertelli, suo futuro marito, con il quale assunse ladirezione dell’azienda.

L’invenzione del logo, composto da un triangolo rovesciato risale all’inizio deglianni ‘80. Dello stesso periodo sono gli zaini di nylon nero che sono diventati unclassico. Nel 1979 fu lanciata la prima collezione di scarpe, mentre nel 1988 fupresentata la prima linea di prêt-à-porter donna.

Nel 1993 nacquero la collezione Miu Miu e la collezione uomo. Nel 1997 nacquela linea dedicata al tempo libero caratterizzata dalla ormai celebre Linea Rossa.

PRADA

Nel 1995 iniziò l’impegno della coppia in campo artistico, con la nascita dellaFondazione Prada con l’intento di promuovere mostre ed eventi artistici.

Gli anni ‘90 sono il periodo in cui Miuccia sviluppa il suo stile e la sua filosofiarelativa alla moda. La sua ricerca si concentrò sul «bad taste», affermava di fare«vestiti brutti con stoffe brutte». Sono gli anni delle stoffe ispirate a tovaglie oalle carte da parati anni ‘50 e ‘60.

Il minimalismo divenne una delle sue cifre distintive, ma nel nuovo millennioarricchì il suo stile con broccati e tessuti preziosi, gonne a palloncino, piume,corpetti all’uncinetto, abiti lampadario.

Gli abiti sono, per Prada, un modo per esprimere concetti frutto della sua ricercae della sua visione, distillando l’essenza della modernità, attingendo all’ereditàculturale e fissando la società in mutamento.

PRADA

GUCCI 1881-1953

GUCCI

Gucci è stata fondata a Firenze da Guccio Gucci che, dopo aver lavorato all’HotelSavoy, svolse un apprendistato a Milano. Aprì la prima bottega di articoli daviaggio nel 1921 in via della Vigna Nuova. Nel 1938 inaugurò una succursale invia dei Condotti a Roma. Durante il periodo dell’autarchia si distinse per l’utilizzodi materiali insoliti come la canapa e il bambù.

Nel dopoguerra nacquero alcuni dei prodotti che diventeranno dei classicidell’azienda: la borsa con il manico di bamboo (1947), il mocassino con ilmorsetto (1952-’53), il foulard Flora (1966) disegnato per Grace Kelly, la borsaJackie O’ (primi anni ‘60).

Nel 1951 venne inaugurato il negozio milanese di via Montenapoleone poi, dueanni dopo, una succursale a New York. In questi anni la produzione si esteseanche all’abbigliamento e uno dei primi stilisti che hanno collaborato con Guccifu Alberto Fabiani.

GUCCI

Nel 1982 Gucci si trasformò in spa e l’azienda passò un periodo didifficoltà Tra il 1989 e il 1993 la famiglia Gucci cedette il marchio allafinanziaria Investcorp International. Tra il ’95 e il ’96 Investcorp uscì dalcapitale Gucci, che diventò una public company.

Negli anni ‘90 gestirono il rilancio del marchio Domenico De Sole,amministratore delegato e presidente della società dal 1995 al 2004 e lostilista texano Tom Ford, direttore creativo dal 1994 al 2004. Ford avevastudiato alla Parson’s School of Design di New York.

Tom Ford rilanciò, modernizzandolo, lo stile della griffe, creando unaperfetta fusione tra minimalismo e seduzione, essenzialità e glamour. Ladonna che lo ispirava era forte, sicura di sé e sexy. Rilanciò alcunielementi classici del marchio, come l’uso delle doppie G, la Jacki O’ e imocassini con il morsetto che divennero scarpe con il tacco di 10 cm.

Tom Ford diede al marchio Gucci un’immagine basata totalmente sul suo stile.Nel 2004, dopo l’acquisto del marchio da parte di PPR (diventata Kering nel2013), al suo posto subentrò un team costituito da Alessandra Facchinetti, FridaGiannini e John Ray.

A seguito del termine del contratto con la Facchinetti, Frida Giannini divenne ladirettrice creativa anche per la donna, riportando nello stile di Gucci l’amore peril colore e per la mediterraneità. Nel 2006 la Giannini divenne l’unico direttorecreativo del marchio. Per il suo lavoro si servì molto dell’archivio, reinterpretandomolti pezzi iconici.

Nel 2011 Gucci ha inaugurato un museo in Piazza della Signoria, che ripercorretutte le tappe della storia del brand.

Nel 2015, dopo l’addio frettoloso di Frida Giannini, divenne direttore creativoAlessandro Michele, inaugurando una nuova primavera per lo storico marchiofiorentino.

GUCCI

TOM FORD PER GUCCI