Gaetano G. Perlongo - Centro Studi e Ricerche Aleph · la complessità del suo mondo culturale e la...

70
1

Transcript of Gaetano G. Perlongo - Centro Studi e Ricerche Aleph · la complessità del suo mondo culturale e la...

1

2

Gaetano G. Perlongo

Beppe Cartello

Ironia e Maieutica: Dialoghi tra un

Poeta e un Pescatore

Introduzione di Salvo Vitale

Centro Studi e Ricerche “Aleph”

MMXV

3

Gaetano G. Perlongo e Beppe Cartello, Ironia e Maieutica:

Dialoghi tra un Poeta e un Pescatore Art Director: Gaetano G. Perlongo Copertina di Claudio Iemmola (Claps) MMXV - Centro Studi e Ricerche “Aleph” Via Vittorio Emanuele, 47/49 90040 - Trappeto (Palermo) - Italy http://www.centrostudialeph.it

Salvo dove diversamente specificato, questo e-book è rilasciato sotto la disciplina della licenza Creative Commons “Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5” Italia, il cui testo valido ai fini legali è disponibile alla pagina 68.

4

Introduzione

Il dialogo, è lo strumento indispensabile di costruzione del pensiero, l'incontro tra voci, culture, modi di pensare diversi in un'interazione che diventa contaminazione e ri-creazione, metamorfosi del logico in dia-logico, dove il dia è "attraverso", il ponte che unisce Weltanshauung diverse. Ho incontrato me stesso attraverso alcuni dialoghi, dal Fedro di Platone, ai mirabili dialoghi delle "Operette morali" di Leopardi, ai "Dialoghi con Leucò" di Pavese. C'è dialogo persino nell'ultimo Nobel per la pace attribuito al "Tunisian national dialogue quartet". Secondo Michael Bachtin il dialogo è la tradizione della letteratura europea è caratterizzata dal "dominio del dialogismo cioè dell'intreccio continuo tra più voci, fra tracce di discorsi differenti, nessuno dei quali viene a imporsi in maniera assoluta e definitiva". I dialoghi fra Tano e Beppe, il poeta e il pescatore, richiamano inevitabilmente, per il luogo e per la tecnica con sui si snodano, i dialoghi tra Danilo Dolci e tanta gente comune. In quel caso Dolci nasconde se stesso e lascia parlare il suo interlocutore, affascinato dalla scoperta di un mondo antropologicamente dal suo. Nel nostro caso Tano si rapporta apparentemente alla pari, cercando di scoprire le analogie tra la complessità del suo mondo culturale e la semplicità del mondo di Beppe, il quale, con poche e precise considerazioni, traccia la base primordiale, le strutture logiche originali su cui si dipana il graffito rudimentale del suo pensiero. I dialoghi non nascondono una trama logica nè offrono prospettive di conclusioni rispetto a temi in cui ci si dibatte da secoli, sono spunti, chiazze, spruzzi di colore e di comune meditazione in una dimensione d'infinito in cui scompare, si annulla, si diluisce ogni traccia, anche quella di complesse conoscenze scientifiche che non risolvono il problema dell'apparire e dell'essere. Il senso del lavoro di Tano Perlongo è tutto in una sua frase: "un oggetto nel suo essere,

non è distribuito uniformemente fra gli elementi che lo

5

compongono, ma sussiste un peso differenziato che fa sì che

una parte abbia maggiore dignità delle altre, anche se le parti

una volta separate, rimarranno per sempre ed intimamente

legate tra loro. Cioè in altri termini, quello che accade a uno

di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti molti

chilometri. Almeno questo è quello che sopravviene

costantemente nell'infinitamente piccolo, ma ho buone ragioni

per teorizzare che la stessa cosa si manifesta in tono minore

in scala macroscopica". In un intreccio di rapporti non solo cognitivi, ma personali, Tano e Beppe si ritrovano a vivere la stessa difficoltà avvertita da Giordano Bruno quattro secoli prima nel suo dialogo "La cena delle ceneri": "Se gli dei si fossero degnati

di insegnarci la teorica delle cose della natura, come ne han

fatto favore di proporci la pratica di cose morali, io più tosto

mi accosterei alla fede de le loro rivelazioni, che muovermi

punto della certezza de mie raggioni e proprii sentimenti". Salvo Vitale

6

Dialoghi

7

Ouverture: Episodio 1 - 12 settembre 2014

Stamani ho avuto un incontro inusuale con un pescatore del mio paese: dal fare semplice, ma con una curiosità dal retrosapore filosofico. Si avvicina deciso, tanto risoluto da rassomigliarlo ad un pescatore neorealista di Visconti; glissa i convenevoli e mi dice: «Dicono di lei che ha una testa che "Mulinia" forte! Mi sa dire dove va a finire il tempo che passa? Le ore, gli anni, i secoli e tutto il nostro passato? Dove si accumula?».

8

Il silenzio: Episodio 2 - 13 settembre 2014

Son tornato a cercare il "pescatore-filosofo", verosimilmente richiamato da una gemmazione di domande sospese. Lo incontro, si presenta col nome di Beppe Cartello, originario di Trappeto. Mi invita a riflettere sulla domanda di ieri: «A so scenza cosa rice, un giorno possiamo ritrovarlo tutto questo "Tempo"? Prufissù, io penso ca u "Tempo" è un capriccio ru riavolo!...» Scelgo il silenzio, perché ho da imparare da una intelligenza innocente e trasversale e mi trasformo in una levatrice, con la speranza di non poterlo mai contaminare dal sapere ricercato...

9

In una tazza di caffè: Episodio 3 - 14 settembre 2014

Terzo appuntamento con Beppe Cartello, il "pescatore-filosofo". Lo invito a darmi del tu e altresì lo esorto a chiamarmi Tano. Innanzi ad un caffè esperimentiamo l'idea del "nulla" e di altri scampoli concettuali. Beppe: «Caro mio Tano, stu caffè non sa di niente!» Tano: «Questo caffè non sa di niente o non sa di nulla?» Beppe: «Se la metti così credo che il "niente" e il "nulla" non abitano lo stesso tetto?» Tano: «Direi di no, ma a me interessa la vitalità delle idee che hai nella testa.» Beppe: «Ma così mi fai sentire un "succi" da studiare! Fino a due minuti fa il "niente" e il "nulla" per me erano la stessa cosa.» Tano: «Mettiamola così Beppe, nella mia percezione di poeta e non di filosofo il caffè sa di "nulla" quando emerge la sua malinconia, per avergli ucciso il sapore, al contrario, un caffè sa di "niente" quando non ha più una propria un'identità.» Beppe: «Ma rizzica u pilu sentire questo discorso. In ogni modo vediamo se ho capito: il caffè che sa di "nulla" e come me "figghia" "schetta" che fa uso del Lexotan, invece il caffè che sa di "niente" è come la mia povera madre, che morì di alzheimer disconoscendo Dio.» Tano: «Mirabile collegamento.»

10

Beppe: «Di mirabile c'è che sai stuzzicarmi la curiosità e che in una tazza di caffè può starci il "nulla", "il niente", il "sapore", il "sapere" e persino Dio!»

11

Idea di Dio: Episodio 4 - 18 settembre 2014

Alle 8.20 mi chiama Beppe Cartello, il "pescatore-filosofo", per un caffè. Sin da subito mi richiama al nostro ultimo incontro. Riporto alcuni passaggi essenziali. Beppe: «Ho raccontato a mia moglie sull'idea del "nulla", del "niente" o del Dio che possa stare dentro una tazzina di caffè. Non ti dico la sua reazione quando ho menzionato Dio in quella condizione! É convinta che mi dannerò l'anima se continuo a cercarti.» Tano: «Tu che idea hai di Dio?» Beppe: «Premetto che non vado in chiesa, perché i "parrini" mi stanno sul cazzo, però Dio onnipotente lo rispetto.» Tano: «Dai per scontato ch'è onnipotente?» Beppe: «Perché non lo è?» Tano: «Per te un Dio onnipotente è anche un Dio infinito?» Beppe: «Credo di sì, anzi senza credo, è infinito!» Tano: «Se Dio è infinito, significa che è tutto quello che è e che ha la possibilità di essere, col suo esatto contrario.» Beppe: «Mi vuoi dire che Dio è "bono" e "tinto" nello stesso momento? Che Dio e il "Bene" e anche il "Male"?, Che Dio è anche il Diavolo?!» Tano: «É così se postuliamo l'infinito in Dio.»

12

Beppe: «Allora Dio non è onnipotente!» Tano: «Credo che Dio sia fragile quanto l'uomo e che soffra della stessa solitudine. Quattordici anni fa ho scritto un testo dove teorizzavo che Dio ambisse a diventare uomo.» Beppe: «Mi sento affannato Gaetano. In ogni modo non dirò a mia moglie di questa discussione, altrimenti si vestirà di "minnitta" e mi "etta fora"!»

13

Luci nella notte: Episodio 5 - 23 settembre 2014

Mi chiama al cellulare il "filosofo-pescatore" Beppe Cartello, mi dà appuntamento allo Scaro di Trappeto alle ore 17.00. Anche questo incontro è stato un bell'esercizio di spada. Beppe: «Caro Tano, non vedevo l'ora di incontrarti, perché l'ultimo incontro mi "lassao cu i smanie".» Tano: «Perché hai scoperto la possibilità di un Dio piccolo?» Beppe: «Sì! Scoprire che Dio può essere piccolo" mi dà la possibilità di sentirmi in qualche modo un piccolo Dio. In effetti, a pensarci bene quest'idea era già dentro di me, ma non lo capivo.» Tano: «In che senso?» Beppe: «Nel senso che ho sempre desiderato essere come Dio, però senza devozione, perché non mi piace essere "priato".» Tano: «Quindi anche tu un "Dio assente".» Beppe: «Sì, assente come quello ufficiale...» Tano: «E pensare che quando ci sian conosciuti rispettavi Dio per la sua onnipotenza.» Beppe: «Ma lo rispetto anche ora, forse per compassione, ma lo rispetto!» Tano: «Nella tua spontaneità di pensiero pizzichi corde che a suo tempo furono di Cecco Angiolieri o di Friedrich Hölderlin.»

14

Beppe: «Non li conosco.» Tano: «E non devi conoscerli e starò attento a non assumere un atteggiamento particolarmente professorale, perché ho paura che la tua intelligenza smetta di volare.» Beppe: «Vuoi trattare la mia curiosità come "na figghia fimmina senza peccato?"» Tano: «A cospetto del nostro pensionato Dio, il peccato è nel ventre della curiosità.» Beppe: «Mi dai molto da pensare questa notte...» Tano: «E ti metterò altra carne al fuoco. Poiché sei andato per mare una vita intera, ti racconto una breve storiella che farà da spunto per il nostro prossimo incontro. "Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: - Salve, ragazzi. Com'è l'acqua? - I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa: - Che cavolo è l'acqua?"»

15

Déjà vu: Episodio 6 - 27 settembre 2014

Beppe questa volta mi dà appuntamento all'ex campo sportivo di Trappeto. Appoggiati su una barca che sa di antico, mi incalza senza respiro. Tano: «Sei diventato popolare Beppe.» Beppe: «Perché?» Tano: «Ho pubblicato i nostri dialoghi su Facebook.» Beppe: «Hai pubblicato i nostri "riscurssi" in quel posto dove tutti si fanno i cazzi di tutti?» Tano: «Proprio così, mi auguro che non ti dispiaccia...» Beppe: «Beh, non saprei. Spero non mi abbia gettato in un porcilaio di maldicenti...» Tano: «É un rischio latente connaturato a questo strumento, ma in ogni modo in 15 giorni ti sei fatto molti ammiratori che amano la tua intelligenza, anche se spesso non sono d'accordo con le nostre conclusioni. Che mi dici sull'interrogativo dell'ultima volta?» Beppe: «Infatti, ho riflettuto sulla storiella dei pesci ammantati nell'acqua. Secondo me vivere dentro qualcosa senza che si abbia l'idea che esista quel qualcosa, semplicemente quella cosa non esiste affatto. Per questa ragione i pesci giovani non sanno cos'è l'acqua. A differenza del pesce anziano che l'ha immaginata nella sua testa; cioè in altre parole voglio dire che per il mondo dei pesci il mare non esiste, almeno per i pesci con un cervello normale.»

16

Tano: «Mi piace questa tua interpretazione, perché dai al pesce anziano la potenza vitale de "Il mondo come volontà e rappresentazione" di Schopenhauer.» Beppe: «Spiegati meglio.» Tano: «É macchinoso spiegarlo in poche parole, ma in qualche modo è come se i pesci fossero dentro un velo che sfoca e altera la loro percezione. Uomini compresi!» Beppe: «Vuoi dirmi che viviamo in una specie di prigione e quello che vedono i nostri occhi è frutto di una cataratta.» Tano: «Sì, voglio dire proprio questo. Non esiste una realtà assoluta, ma essa ha diversi livelli e tutti possibili: e questo è valido sia per la fisica, sia per la filosofia che per la psicologia.» Beppe: «Minchia! "Mi stannu ammuddennu i ammi!"» Tano: «Perché? E pure non è diversamente rivoluzionario rispetto alle scorse discussioni.» Beppe: «Questo lo è, perché ho perso un figlio di leucemia nel 1977, aveva solo 11 anni! La sua morte a quale livello di realtà la collochi?! Questa è la ragione per la quale t'ho chiesto inizialmente se esiste una fine dove il tempo si riversa come un fiume. Se Lui è lì!» Tano: «Mi spiace Beppe per aver aperto questa ferita, vuoi che smettiamo?» Beppe: «Assolutamente no! Dimmi, questo nostro incontro è tanto reale quanto non averti incontrato? Vuoi dirmi che esiste un piano diverso della realtà dove mio figlio possa essere vivo?»

17

Tano: «A un livello prettamente speculativo sì!»

Beppe: «Che vuoi dire!» Tano: «Rifletti attentamente. Oggi hai scelto di essere qui con me, ma c'è stata una motivazione privilegiata?» Beppe: «Beh, direi di sì, mi andava di vederti.» Tano: «Invece no Beppe. Nella vita quando prendiamo una scelta, quantomeno a un livello esteso di osservazione, è del tutto equiprobabile ad altre infinite possibili scelte, e la cosa inquietante e che le agguantiamo tutte quante.» Beppe: «Cioè vuoi dire che io sono qui, ma anche a casa, oppure a Milano o con mio figlio, ch'è morto 37 anni fa?» Tano: «Sembra un'autentica follia, ma è così che funziona il mondo. Ad esempio esiste in natura un oggetto piccolo, talmente piccolo che per comporre il più piccolo granello di sabbia dovresti metterne in fila 10 miliardi. Lo chiamano elettrone. Ebbene, quando l'elettrone si trova ad un bivio, secondo te prende la destra o la sinistra?» Beppe: «Come faccio a saperlo, mi auguro che la sua decisione non sia viziata da una scelta politica.» Tano: «Ovviamente no. Questa particella, confinata nel suo micro mondo, sceglie contemporaneamente di girare a destra e a sinistra e qualora si trovasse in un percorso che si dirige ad uno snodo con un miliardo di diramazioni, le imboccherebbe tutte quante. É sconcertante, ma questo è il bizzarro mondo della meccanica quantistica.» Beppe: «Scusami Tano, perché ho la consapevolezza di essere qui con te e non da nessun'altra parte?»

18

Tano: «Beh, mi piacerebbe risponderti, ma è un argomento estremamente complesso e non trovo in questo momento una via indolore per spiegartelo. Tecnicamente diremmo ch'è legato al collasso della funzione d'onda di Schrödinger. Tuttavia ti posso dire che quando si prendono scelte molto vicine tra loro, i percorsi di vita che ne susseguono posso sovrapporsi, ed è probabile che questa sia la vera causa del déjà vu o della possibile resurrezione di Gesù Cristo!» Beppe: «"Mizzica, mi sta scasanno u core scoprire quant'è incudduriato stu munnu". Ma fammi capire, ciò significa che c'è una realtà dove i nostri ruoli sono invertiti? Io poeta e tu "sciolla"? Io di sabato qui con te con la sensazione d'aver vissuto questo momento come replica di un film? E mio figlio in tutto questo dov'è? A "scafuniare u culo" all'elettrone per saperlo?» Tano: «Sei molto sveglio, partoriscila tu la risposta.» Beppe: «Non mi sento molto bene Tano, perché comincio a sospettare che forse mio figlio non è stato del tutto reale tanto quanto possa essere reale un déjà vu! "Com'è ca mi riciste antura", una sovrapposizione di percorsi di vita?»

19

Ombre: Episodio 7 - 11 ottobre 2014

A distanza di 14 giorni, rincontro l'ormai popolare "pescatore-filosofo". É stato un confronto a reazione non lineare e finanche un momento di autentica maieutica... Tano: «Ben trovato Beppe, è da tempo che non ci vediamo, come stai?» Beppe: «Poco bene, ho avuto problemi al fegato e alla colecisti.» Tano: «Ma davvero? Mi spiace! Credevo che ti fossi stancato di queste divagazioni filosofiche.» Beppe: «"Nun babbiare", altrimenti non ti avrei cercato.» Tano: «Sai che ti sei fatto un gran numero di lettori? Scrivono in tanti chiedendomi di te, della tua vita e nello stesso tempo tanti altri sostengono che sei frutto della mia fantasia...» Beppe: «"Botta ri sale! Ma chi pensano? Ca sugno finto?"» Tano: «Beh, è comprensibile, statisticamente parlando è remota la possibilità che esista un pescatore con velleità filosofiche.» Beppe: «Anche tu la pensi così?» Tano: «La mia posizione per certi versi è scomoda, perché per anni ho declamato la saggia intelligenza della "gente semplice", per intenderci quella professata da Danilo Dolci, nondimeno il tuo intelletto rasenta una dimensione di ordine superiore, che mal si amalgama con una certa linea di vita.»

20

Beppe: «Caro Tano, tu dai per scontato che sia andato per mare sin da piccolo, per tutta la vita, ma non è così. Ho un ricordo "insicuro" di aver frequentato il ginnasio.» Tano: «Insicuro? "Ma mi pigghi pi fissa?!"» Beppe: «Purtroppo nella mia testa c'è un "puzzu!" Un "puzzu vagnato" da un dissanguamento di ricordi. Tutto quello che ho fatto prima dei venticinque anni "s'inniu quasi nfunnu”. “Chiddo ca resta, nata como un tunno di mattanza!" Ma non mi va di parlare di questo e ti prego di non insistere. Semmai approfitto del mio attuale malessere fisico per chiederti se il dolore del corpo è dentro alle creature della Terra...» Tano: «In che senso?» Beppe: «Nel senso se tutti gli esseri viventi provano dolore...» Tano: «Credo che il dolore, nella sua forma e nella sua percezione, sia legato alla quota di coscienza. Scendendo lungo la scala della consapevolezza, il dolore diventa un primordiale riflesso di nervi e muscoli.» Beppe: «Da cosa dipende la consapevolezza?» Tano: «Dalla complessità dei sistemi e dalla loro attitudine all'auto-organizzazione, vedi ad esempio le strutture organizzative delle cellule, delle formiche e via discorrendo, ma non delle singole parti...» Beppe: «Cioè vuoi dirmi che se "scippo" la tibia ad una formica lei non prova dolore, perché ha una "spirtizza" misera e si contorce "pi disegno di natura?"»

21

Tano: «É una magnifica e attenta considerazione. Comunque credo proprio di sì, tuttavia nutro forti dubbi per il formicaio, che se è visto come sistema vivente potrebbe anche rappresentare una forma primigenia di coscienza.» Beppe: «Vale a dire che se metto tutte le formiche della Terra assieme, ad esempio in una scatola grande quanto una piramide, riuscirei a formare e potrei nello stesso tempo avere a che fare con una intelligenza che prova il dolore fisico degli uomini?» Tano: «In linea di principio sì! L'organizzazione delle formiche è un capolavoro di ingegneria sociale, nell'intricata rete di nessi possono raggiungere vette da sconfinare nella sensazione del dolore umano...» Beppe: «Quindi, più intrecciata è la trama e più ci si avvicina all'anima?» Tano: «Come estrema conseguenza è possibile! Se prendiamo il tuo modello di formicaio a piramide di Cheope, e ne incrementassimo il volume, probabilmente raggiungeremmo quella soglia al di là della quale essa può acquisire una Coscienza e con quest'ultima la mirabile depravazione del dubbio.» Beppe: «Cioè vuoi farmi credere... una creatura a forma di piramide "chi pensa, chi chiance e che rire?"» Tano: «...e per di più che s'innamora e che sorride.» Beppe: «Ho timore che per te il sorriso è ad un livello "chiù difficile" del riso! Ma in ogni modo su questa differenza ci torneremo in un altro momento. Casomai ho una curiosità legata al discorso di prima. Nell'universo, oltre alla Terra, il Sole e la Luna cosa c'è?»

22

Tano: «Ci sono tanti altri Soli, tante altre Terre così come tante altre Lune, in un numero così grande che sfugge alla nostra immaginazione.» Beppe: «Possiamo pensare l'universo come ad un formicaio spaziale?» Tano: «Certo che sì e per darti la misura della sua interconnessione ti cito le parole di Gregory Bateson, che da qualche parte scrisse che: "non si può toccare un fiore senza disturbare una stella"!» Beppe: «"Nerbo! Che bella sta frase". Quindi mi pare di capire che l'universo è la cosa più complicata che esista?» Tano: «É così!» Beppe: «Quindi nell'universo è “ammucciata” la Coscienza di tutte le coscienze?!» Tano: «Più che "ammucciata", la Coscienza nell'universo è intenzionalmente spartana.» Beppe: «Dunque l'universo è la Mente di Dio?» Tano: «Sì Beppe!» Beppe: «Porca puttana, ma è angosciante tutto questo!» Tano: «Perché mai?» Beppe: «Perché l'universo potrebbe anche suicidarsi per l'immensa solitudine!»

23

Il petalo: Episodio 8 - 24 ottobre 2014

Altro incontro d'intelligenza trasversale con Beppe Cartello, offrendoci nuovi raffinati colpi sgualembri. Tano: «Come stai Beppe?» Beppe: «Ho avuto forti dolori in questi ultimi giorni, devono togliermi la cistifellea.» Tano: «Beh, questo mi addolora. Quando verrai operato?» Beppe: «Forse, se tutto va bene, fra dieci giorni, dopodiché sarò ancora meno Beppe Cartello.» Tano: «In che senso?» Beppe: «Nel senso che negli anni mi hanno tolto l'appendice, la milza, un pezzettino di "vureddu", per una diverticolite, quindi ho meno organi di qualche anno fa.» Tano: «Tu pensi che sei distribuito uniformemente in tutta la materia di cui sei fatto?» Beppe: «Penso di sì, almeno che non mi smonti questa altra verità.» Tano: «Ti faccio un esempio tramite una penna, come questa che ho in mano, come vedi è una Biro BIC.» Beppe: «Viu, viu. Altro gioco di prestigio con le parole vero?!» Tano: «Fai attenzione. Se tolgo il tappo, questa penna è la stessa prima?» Beppe: «Certo che sì.»

24

Tano: «E se tolgo il corpo centrale?» Beppe: «In qualche modo sì.» Tano: «E se taglio a metà la canna contenente l'inchiostro? Conservandoci ovviamente la parte includente la punta?» Beppe: «E sempre una penna, anche se mutilata, però non sono convinto che si tratti della BIC di partenza.» Tano: «Quindi questo significa che un oggetto nel suo essere, non è distribuito uniformemente fra gli elementi che lo compongono, ma sussiste un peso differenziato che fa sì che una parte abbia maggiore dignità delle altre, anche se le parti una volta separate, rimarranno per sempre ed intimamente legate tra loro. Cioè in altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti molti chilometri. Almeno questo è quello che sopravviene costantemente nell'infinitamente piccolo, ma ho buone ragioni per teorizzare che la stessa cosa si manifesta in tono minore in scala macroscopica.» Beppe: «"Prufissù! Ma che fai cughiunie!" Per sempre intimamente "ncuhhiate" a distanza!» Tano: «Comprendo il tuo stupore e tutto ciò può sembrare irragionevole, ma è una delle tante ed eleganti stranezze della natura. In fisica questo fenomeno è conosciuto come "Entanglement quantistico".» Beppe: «"Minchia, ma sta fisica è fatta pi gente crastigna però!" "Ma veremo" se ho capito. Senza la milza, senza un pezzo di budello e senza sacchetto biliare sarò sempre io, è questo "u capisciu." Invece fino a che punto dobbiamo spingerci affinché si perda il senso della mia persona?»

25

Tano: «Provaci tu, sei diventato ardente abbastanza per essere deduttivo.» Beppe: «Se mi dovessero togliere braccia, gambe, un polmone, anche "l'asceddu", manterrei per me e per la gente sempre la stessa identità. Gusto?» Tano: «Beh, senza "uccello" avresti una buona quota depressiva, ma saresti ancora tu nel pieno della tua essenza.» Beppe: «Allora esagero. "Mettemu caso" che la medicina sia capace di tenermi in vita la testa una volta ghigliottinata. Sono o no ancora Beppe Cartello?» Tano: «Sì, saresti ancora tu, anche se questa "operazione" in generale va fatta su un soggetto adulto, perché la propria identità è anche dipesa dalla relazione col proprio corpo, almeno nella fase della formazione.» Beppe: «Quindi usando le tue parole e il mio ragionamento, significa che sono distribuito più nel cervello e meno nel mio corpo, ma qualcosa ancora mi sfugge...» Tano: «Cosa?» Beppe: «Il cervello è fatto di materia, il mio pensiero e le mie emozioni, che non hanno nessun peso in grammi, non si toccano con le dita, ma stanno nella materia del cervello.» Tano: «Proprio così, parafrasando un passo delle "Lezioni americane" di Italo Calvino, il pensiero non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza della materia corporea del cervello; ma è il pensiero che comanda, che agisce sul mondo esterno e che si evolve per elaborare una realtà sempre più complessa.»

Beppe: «Quindi è una grande minchiata quando si dice che

26

uno è spiritualista e un altro è materialista, le due cose sono legate come le facce di una moneta!» Tano: «Bravo Beppe! "Coscienza" e "Materia" si presentano senza interruzione di continuità. L'universo nella sua globalità è un'amalgama di coscienza e materia, sia a livello cosmologico che a livello miscrofisico.» Beppe: «Allora questo significa che se dovessi vedere un'ape su un fiore, decapitando l'ape, spezzando il fiore e accarezzandone un petalo, metà dell'ape potrebbe arrossire per l'emozione?!» Tano: «---!»

27

L'immortalità: Episodio 9 - 12 novembre 2014

Beppe: «Finalmente ci incontriamo, come stai Tano?» Tano: «Insomma, l'insonnia è sempre più attenta a non spezzarmi il ritmo continuo della vita.» Beppe: «Beh, quando la notte non riesci a dormire è perché sei sveglio nei sogni di qualcuno. É un proverbio africano.» Tano: «Se è così vuol dire che sono un'estasi visione per tre quarti d'Africa. E tu come stai?» Beppe: «Ora bene, dopo la paura dell'intervento!» Tano: «Perché non è andato come si deve?» Beppe: «Sì, è andato bene, ma a poche ore dall'operazione mi sono fatto prendere dal panico: ho creduto che potessi morire e non riabbracciare più mia figlia!» Tano: «"Il mai più", innanzi alla morte, non è così rigido.» Beppe: «Non capisco quello che vuoi dire...» Tano: «Voglio dire che una volta morti esiste un'eventualità molto piccola di ritornare vivi!» Beppe: «No, no, Tano Perlongo! "Puro si mi metti sutta ncapo", questa non la bevo. Così mi riaccendi per la seconda volta la speranza di rivedere mio figlio Gianni! E non va affatto bene...» Tano: «Comprendo la tua esplosione emotiva, ma e giusto fissare alcuni capisaldi per dare un senso alla mia affermazione.»

28

Beppe: «Quando "si more si more" e basta! Se tu avessi ragione "na sta Terra ci fussiru un casino" di persone nate mille anni fa e anche più...» Tano: «Ti invito a seguire questo esperimento mentale.» Beppe: «Esperimento che?» Tano: «Sì, un esperimento mentale. È un esperimento che non si intende realizzare praticamente, ma viene solo immaginato: i suoi risultati non vengono misurati sulla base di una esperienza, ma calcolati teoricamente in base alle leggi della logica matematica, della fisica o della filosofia.» Beppe: «"Quantave ca ti canuscio mi vinni a re voglia di fumare. Ma comunque sentemu."» Tano: «Immagina di mettere all’interno di una scatola d’acciaio una persona viva e senza cibo. Un involucro che scambi con l'ambiente esterno energia e non materia. Passato un certo periodo di tempo, supponiamo 40 giorni, ci sono buone possibilità che quella persona sia morta. Secondo te, cosa accade da questo momento in poi?» Beppe: «Mah, comincia a fare puzza.» Tano: «Sai perché?» Beppe: «"A carne morta comincia a fetere", è normale.» Tano: «Sì, comincia il processo di putrefazione, perché le molecole di cui è fatta la carne iniziano a "smontarsi" o a scindersi per occupare uno stato di minima energia, che corrisponde in ultima analisi al massimo disordine degli atomi all'interno della scatola stessa. La natura funziona così: tende al massimo sconvolgimento o come si dice in maniera più concettualizzata, tende alla massima entropia...»

29

Beppe: «"Me Pà mi riscìa che i vivi saziano a famigghia e i morti saziano i vermi". "A ogni modo" fammi un esempio terra terra, perché non ho capito un cazzo tra energia, entropia e quel povero minchia dentro la scatola!» Tano: «Hai mai visto una casa ridursi in macerie?» Beppe: «Beh, sì, vedi il terremoto dell'Aquila...» Tano: «Da un cumulo di macerie hai mai visto erigersi un edificio?» Beppe: «No!» Tano: «Hai mai visto il caffè che si miscela col latte dopo una "riminata col cucchiaio?» Beppe: «L'ho visto! "Ma ti rico ca mi staiu sintennu anticchia babbu"...» Tano: «Stai tranquillo, hai mai visto spontaneamente il caffè separarsi dal latte?» Beppe: «A pensarci bene no!» Tano: «Prendi una custodia di scarpe e metti delle biglie perfettamente in ordine, agitala e apri il coperchio, le palline come saranno?» Beppe: «Scombinate ovviamente.» Tano: «Ebbene, l'esito di questi fenomeni dipende giustappunto dalla predisposizione a tendere alla minima energia e quindi alla massima entropia. L'ordine costa in natura e la natura "pulsa" in perfetta economia.»

Beppe: «Comincio forse a capire. É per questo motivo che il

30

vento soffiando sulla sabbia non costruisce cubi?» Tano: «Bene, avverto nella tua testa orgasmi multipli.» Beppe: «"Sì vabbè, ora haiu un clittoride pi ciriveddu."» Tano: «Beh, in senso figurato perché no. In ogni modo sì, è per questa ragione che la natura non costruisce cubi sulla sabbia.» Beppe: «Quindi significa "ca si issimo" na Luna o su un altro mondo e "truvassimo" una roccia a forma di pilastro, "na ma scantare", perché spontaneamente la natura non crea architetture. Ma tutto questo come si collega con quella povera creatura dentro la scatola?» Tano: «Il nostro uomo, ormai morto, comincia a dissolversi in maniera corpuscolare in tutta la scatola, ed esiste una soglia temporale al di là della quale diventa un ammasso particellare, che danza all'interno di questo micromondo.» Beppe: «Una pantomima sciamanica, o come diresti tu, un balletto entropico...» Tano: «In qualche modo sì, ma non dimentichiamo che la nostra scatola scambia energia con l'esterno.» Beppe: «Fa qualche differenza?» Tano: «Sì, perché l'ineluttabile moto degli atomi non avrà mai fine ed esiste una possibilità, molto piccola, che essi si ricompattino nella stessa configurazione che avevano nell'istante prima che l'uomo morisse.» Beppe: «Cioè, se ho capito bene l'uomo ritorna in vita?!» Tano: «Sì, hai capito bene.»

31

Beppe: «E perché i cimiteri sono spenti di vita?» Tano: «Perché il tempo richiesto affinché ciò accada è superiore alla vita media dell'universo. É per questa ragione che una volta morti esiste una probabilità remota, sottolineo molto remota, di ritornare in vita!» Beppe: «Questa è eresia!» Tano: «Eretico è colui che ama la ricerca della verità.» Beppe: «Che dirti?... Mi rendo conto che questo è un sapere diverso rispetto a quello che ti insegnano a scuola, altrimenti non avremmo tutti "sti" soldatini che danno "sciato a la ucca", insegnanti compresi. Ti arricchisce tutta sta conoscenza, "piccarità", ma a che prezzo? Dopo le nostre chiacchiere, penso e ripenso alle cose che ci diciamo, per giorni e giorni, fino alle vertigini, fino a sentirmi sempre più solo. Un "t'affennere" Tano, a volte maledico il giorno in cui ti ho incontrato, ma di questo male, oggi forse non posso più farne a meno.»

32

La libertà: Episodio 10 - 7 Dicembre 2014

Beppe: «"Talia" com'è bello il mare stamattina. Mi mette una serenità che faccio fatica a descriverti.» Tano: «Hai ragione, anche se in questo momento ne intravedo la sua servitù nei confronti del cielo.» Beppe: «Per quale motivo, perché il mare restituisce l'immagine del cielo attraverso il suo specchio?» Tano: «Sì. E per certi aspetti mi vien da pensare che il mare è una manifestazione "psichica" del cielo.» Beppe: «Cosa vuoi dire che il mare è la sua ansia?» Tano: «La sua ansia, la sua sovraeccitazione, oppure il suo sedativo.» Beppe: «Beh, tu sei uno scrittore, per te è normale vedere il mare in questo modo.» Tano: «Vuoi essere più preciso?» Beppe: «Nel senso che tu vedi le cose laddove altri vedono il nulla e spesso guardando il nulla ci vedi un universo!» Tano: «E tu che sei un pescatore, dalla bonaria follia, che sa di Socrate e di Ulisse, come vedi il mare o il cielo?» Beppe: «Io preferisco "taliare u mare". "Il mare è stata la mia prima "fimmina", anzi è "a fimmina mia". La mia amante e la mia compagna.» Tano: «Tua moglie lo sa?» Beppe: «"Me muggheri u sape."»

33

Tano: «E come ha accolto questo triangolo amoroso?» Beppe: «"Me muggheri non può e non deve parlare, picchì cumminao una cosa che quannu u vinne sapire ci vulia rumpiri la testa."» Tano: «Ti ha tradito?» Beppe: «"No, nente corna". Almeno spero!» Tano: «Cos'è successo? Ti va di raccontarlo?» Beppe: «Cinquant'anni fa, la ragazza che poi è diventata mia moglie, per conquistarmi, da premettere "ca era antipatica ri morere e io non la vulia, pi fammi canciare testa mi fici manciare i viscotta priparati di so madre, mettennuci nell'impasto u so sangu cu marchisi". Ti rendi conto, nel 1964, nel pieno miracolo economico, l'Italia cantava "Non ho l’età" di Gigliola Cinguetti, da qualche parte veniva inaugurata l’autostrada del Sole, sulle spiagge comparivano le prime donne "cui minni ri fora" e io "chi facia", masticavo i "viscotta" col sangue mestruale della mia futura moglie.» Tano: «Una fattucchieria che ha avuto il suo effetto, visto che ti sei sposato con lei.» Beppe: «Che ti devo dire, "ci carivi come un piro. Quannu ci pensu ancora oggi, mi vinissi r'ammazzarla", perché l'ho saputo tra l'altro dopo 23 anni. Ma in ogni modo, mi sono preso negli anni le mie piccole rivincite.» Tano: «Beh, se il sangue mestruale fa questo effetto è possibile che tua moglie abbia preparato frequenti piatti al pomodoro, magari per orientarti al consenso delle sue volontà.»

34

Beppe: «"Tano! Ma mi voi fari accririri ca u pirocchiu avi a tussi? Nun mi mettiri avutri "firnicie" in testa!» Tano: «Per il momento lasciamo perdere questo argomento e ritorniamo al discorso iniziale.» Beppe: «Ve bene, come ti dicevo, il mare è la "me fimmina" e poi la mia libertà.» Tano: «La tua libertà... Sai che c'è una tua ammiratrice su Facebook che mi ha invitato a chiederti cos'è la Libertà per un pescatore?» Beppe: «Ma vero dici?» Tano: «Sì è così! Scrivono per sapere da Beppe Cartello cos'è la "felicità", cos'è la "morte", cos'è "una vita illusoria" oppure "cosa rende giusta o ingiusta la società" o addirittura qualcuno ti chiede quanto "reale sia la realtà"...» Beppe: «"Accussì mi sento nuru nuru. Mica sugnu un prufissuri universitario!"» Tano: «Ma un accademico della vita sì! E in quanto tale mi incuriosisce la tua idea di libertà.» Beppe: «Per me la Libertà è quel piacevole affanno di non poter mai afferrare l'orizzonte e quando hai la sensazione di averlo tra le mani, ti accorgi che l'orizzonte ha per riva un altro oceano.» Tano: «"Il mare stesso al mare fosse riva", Emily Dickinson! Del resto l'orizzonte va così veloce che il mare fa fatica a starle dietro! Mi piace questa tua visione della libertà!» Beppe: «E per il poeta Gaetano Perlongo, cos'è la Libertà?»

35

Tano: «In questo momento non è così importante, sei tu il divo di quest'attimo, a tratti ti materializzi come un Amleto mortale, che "rinchiuso in un guscio di noce si sente re dello spazio infinito."»

36

Nel labirinto degli dèi: Episodio 11 - 16 Febbraio 2015

Invito Beppe Cartello alla libreria Feltrinelli a Palermo, dopo averci infuso calore innanzi ad un the alla mela e cannella.

Beppe: «"Matri mia quanto libbra!"» Tano: «Non sei mai entrato in una libreria?» Beppe: «Mai! O forse così grande in nessuna occasione. Mi piace questo posto, questo colore arancio, "fino a lu ciavuru!" Ma Feltrinelli è il proprietario?» Tano: «In qualche modo sì. Feltrinelli, Giangiacomo Feltrinelli, ha aperto la sua prima libreria verso la metà degli anni '50 a Pisa, si è poi diffuso in tutta Italia nell'arco di un ventennio.» Beppe: «Quanti anni ha?» Tano: «Non è più in vita, Beppe! É stato ucciso nel 1972, dilaniato da un'esplosione ai piedi di un traliccio dell'alta tensione a Segrate, nelle vicinanze di Milano.» Beppe: «Perché?» Tano: «Le ipotesi della sua morte sono diverse e mai del tutto chiarite. Va comunque precisato che non era un semplice imprenditore: è stato un editore e un attivista partigiano.» Beppe: «"Avia i palli quatrate!"» Tano: «"Quatrate e fumanti!"» Beppe: «Mi hai fatto un bel regalo portandomi qui. Guarda questo libro che bel titolo: "Nel labirinto degli dèi. Storie di mafia e di antimafia" di Ingroia.»

37

Tano: «Te lo regalo!» Beppe: «Ma no Tano dai... mi imbarazzi...» Tano: «Ma scherzi? Mi fa piacere regalartelo e magari commentarlo. E con un po' di fortuna incontrare anche l'autore.» Beppe: «Lo conosci di persona?» Tano: «Sì, l'ho conosciuto lo scorso anno, proprio qui alla Feltrinelli, con l'ex magistrato Gian Carlo Caselli, durante la presentazione del loro libro "Vent'anni contro."» Beppe: «Minchia! Però non fare scherzi eh! Prima leggo il libro e poi vediamo! "Nel labirinto degli dèi?!" Lo sai che mi sento un po' ficcanaso nel labirinto di questa libreria e con questi dèi della cultura?» Tano: «Mi piace questo gioco.» Beppe: «Cioè?»

Tano: «Andiamo a caccia di un titolo e proviamo ad elaborare una personale esperienza.» Beppe: «Va bene...» Tano: «Ad esempio "Le confessioni del diavolo. I dialoghi in carcere di Totò Riina..."» Beppe: «"Le confessioni del diavolo...?!" Per me Totò Riina è una montagna di merda!» Tano: «Mi citi Peppino Impastato?» Beppe: «Perché non posso? Anzi, è una cacca dappertutto:

38

colline di merda alla Regione Sicilia, montagnole di merda nei Comuni e poi... dammi qualche sinonimo...» Tano: «Beh: altura, colle, dosso, duna, rilievo, fai tu...» Beppe: «Dossi! Dossi mi piace! Bene... dossi di merda tra i politici di Roma!» Tano: «E le dune?» Beppe: «Le dune di merda sono per i miei coetanei, che non hanno mai preso parte e mai hanno preso decisioni per questa nostra terra. Forse me compreso!» Tano: «Notevole il tuo stato febbrile! Rivedo in quello che esprimi un passaggio di Gramsci, quando dice: "Odio gli indifferenti, l’indifferenza è il peso morto della storia." Sei di sinistra Beppe?» Beppe: «"Ero nammurato di Enrico Berlinguer!" Ora c'è solo porcheria!» Tano: «Berlinguer è stato un gran signore, per sostanza e per dialettica. Ti cerco un altro titolo.» Beppe: «Aspetta Tano, ora tocca a me!» Tano: «Ovviamente Beppe, "così di gusto", dai, datti da fare!» Beppe: «Ecco, questo titolo mi piace: "L'avventurosa storia dell'uzbeko muto" di Luis Sepúlveda. "Che manciatina ti senti in testa?"» Tano: «Ah, il mio caro cileno Sepúlveda! Non ho ancora letto questa sua ultima fatica letteraria, ma "l'uzbeko muto" mi risuona una certa agitazione emotiva, mi viene in mente un

39

passaggio di una poesia di Anise Koltz: "...credo alla lingua dei sordomuti, che capta e trasmette il silenzio."» Beppe: «Captare e trasmettere il silenzio?! È bellissima questa frase! Ora ho le parole giuste per spiegare quello che ho fatto per una vita intera ai miei pesci: intercettavo il loro silenzio, per sentire il loro orrore, sopratutto quando arpionavo i tonni.» Tano: «Uomo di Mattanza!» Beppe: «Dovevo pur vivere, ma non mi nobilita affatto.» Tano: «Mi incuriosisce il tuo rapporto col silenzio...» Beppe: «"Chi tà dire?..." A volte sento che il silenzio m'illumina.» Tano: «"T'illumina l'anima", come in Kahlil Gibran.» Beppe: «Gibran?» Tano: «È stato un poeta e filosofo libanese. In qualche modo come sei tu.» Beppe: «Ruffiano con me come al solito! E il silenzio, che compito ha nella tua vita?» Tano: «Ti rispondo con lo stesso gioco, perché i titoli di questi volumi mi vengono affettuosamente incontro. Vedi il libro che è di fronte a te nel secondo scaffale?» Beppe: «Quale?» Tano: «"Oggetto quasi" di José Saramago.» Beppe: «"Quale chiddo cu a machina stampata?"»

40

Tano: «Sì, proprio quello. Per Saramago "ogni persona è un silenzio, ciascuna con il silenzio che è."» Beppe: «Infatti, credo che solo gli uomini di virtù "sformando" il silenzio fanno la storia. Dico bene?!» Tano: «Sono d'accordo e aggiungo da corollario che le scorie di questa "deformazione" producono l'uomo apatico e qualunquista.» Beppe: «E anche menefreghista!» Tano: «Ma altresì perbenista!» Beppe: «Pure fascista?!» Tano: «Ma se la metti così finanche terrorista!» Beppe: «Perché mi vien da dirti berlusconista!» Tano: «Beh, probabilmente perché è un menefreghista, un perbenista, un "morbido" fascista e qualunque scoria, col suffisso ista!» Beppe: «"Minchia a cussì cauru mai ta visto!"» Tano: «Usciamo da questo "anello linguistico" e cercami qualche altro titolo.» Beppe: «Vediamo un po'... "La ruga del cretino" non mi dice niente, "In silenzio nel tuo cuore", per come ti conosco potresti mandarmi affanculo. "Nella mente dell'ipnotista" di Lars Kepler, questo mi piace.» Tano: «Beppe, leggimi il sovra titolo di copertina.» Beppe: «Scusami, è il tuo turno, leggilo no!»

41

Tano: «"Respira piano, ascolta la mia voce. E non avrai più paura."» Beppe: «Me lo leggi con questa voce bassa e profonda? Così no! "Sta minchia che mi ipnotizzi!"» Tano: «Ora tocca a me.» Beppe: «No Tano, con l'ipnotista ho fatto "mala fiura". Fammi riprovare...» Tano: «Vai.» Beppe: «Allora vediamo... Però mi girano l'occhi con tutti "sti libbra". Ah, ecco, bellissimo questo titolo: "Come il Fiume che Scorre" di Paulo Coelho. Questo è per me, è il mio titolo, la mia vita: "Come il Fiume che Scorre!"» Tano: «Magnifico, sei entrato nelle sonorità del "Labirinto degli dèi". Sento ora in te la risonanza dell'oscuro Eraclito e di un Beppe Cartello in continua mutazione, in un persistente divenire.» Beppe: «In che senso?» Tano: «Eraclito affermava che è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, perché dopo la prima volta, sia il fiume, nel suo perenne scorrere, sia l'uomo, nel suo perenne divenire, non sono più gli stessi.» Beppe: «Infatti, penso che quando uscirò da questa libreria la "foce" della mia vita sarà ancora più in là, così come il mio sguardo, che cade al di là dello scaffale e trova il titolo giusto per te: di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, "A che punto è la notte"?»

42

Appendice

43

Commenti agli espisodi

Episodio 1

Enrico Caruso: «Ringrazio il caro amico Gaetano G. Perlongo per avermi inviato questi frammenti di pura Maieutica. Questi incontri fugaci tra il Poeta e il Pescatore Filosofo, sono pillole di geniali intuizioni, capaci di farci reagire alle noie quotidiane, con un divertito buon senso.»

44

Episodio 5

Carlo Marsala Fanara: «Geniale. Chiedere a Beppe cosa é un segno divino e cosa é per lui un segno? E cosa é per lui la morte? E magari anche cosa sia per lui una vita illusoria. Cosa rende giusta o ingiusta la società?» Enrico Caruso: «Grazie Sommo Tano! L'ho letta ad alta voce ai miei figli, e credimi, è stato bello vedere le loro facce prima, incuriosite e pensierose, poi, che si sbellicavano dal ridere! Archivio e Condivido!»

45

Episodio 6

Antonino Russo: «Esiste veramente questo "pescatore filosofo" o è solo un frutto astratto della tua sublime mente?» Carlo Marsala Fanara: «Senza parole... Da pubblicarle per scriverne un libro.» Yelania Hosquet: «Geniale e dialoghi veramente superiori... basita dalla semplicità in cui esponete tematiche complesse... grazie, per me una bellissima scoperta.»

46

Episodio 7

Giusi Perlongo: «Prima o poi scriverai un libro su questo personaggio così interessante. E un piacere sentire i vostri dialoghi partite da cose semplici fino a discorsi magnificamente filosofici.» Enrico Caruso: «Beppe è tornato! Un bel personaggio, che ha trovato il suo Autore.» Carlo Marsala Fanara: «Comunque anche se non esistesse il Beppe, i racconti di Perlongo, sono molto piacevoli nella lettura e nel contenuto filosofico. Quindi metto 10.» Giusi Perlongo: «Lo stimolo proviene da Beppe quindi per me anche 10 per lui!» Tommaso Billitteri: «Mamma mia maestro Gaetano... dialoghi stupendi, mi ci perdo!» Gianluca Perlongo: «Questi dialoghi si prestano per una sceneggiatura. È interessante concentrarsi nei primi 25 anni di vita di Beppe.» Elena Di Gaetano: «Bellissima questa frase: "Mi sa dire dove va a finire il tempo che passa? Le ore gli anni i secoli e tutto il nostro passato?"» Salvo Vitale: «Il tuo dialogo mi sembra una continuazione di quello che Danilo faceva con i pescatori di Trappeto. Ti mando per email un mio lavoro di imminente pubblicazione, in cui, senza saperlo, riprendo la tua tematica d'incontro con un pescatore-filosofo. Solo che con il mio non avevamo bisogno di parlare. Ciao e salutami il tuo Beppe.»

Giuseppe Casarrubea: «Complimenti Gaetano per tutto quello che leggo su di lei.»

47

Carlo Ruta: «Gaetano, ho letto alcuni passaggi, e scopro in Cartello un pensatore interessante. Un caro saluto.» Jessica Musso: «Wow! È interessante questo tizio. Ma quanti anni ha?» Laura De Blasi: «Interessante e sbalorditivo, come può un uomo avere in se tanti quesiti ed essere così perspicace senza, almeno si crede, aver aperto un libro. Un filosofo. Un uomo colto a modo suo, che decide comunque di parlare di questo Dio, anche se la moglie glielo nega, solo perché curioso di spiegarsi un infinito nel finito, un tempo e un luogo dove vadano a finire tutte le cose perdute. La speranza, forse è questo che spinge quest'uomo a conoscere. La speranza di un figlio andato via prematuramente.» Gianluca Perlongo: «Nel tuo prossimo incontro potresti affrontare un tema particolare: da uomo di mare avrá imparato a muoversi con la luna e le stelle, a riconoscere i venti, dove nascono e dove vanno a morire. Cos'è per Beppe l'Ovest e cosa è l'est? Quali pensieri e ricordi stanno in queste coordinate della sua mente? Ad est il passato mentre nell'ovest si annidano passi di futuro. Da quanto letto ad oriente Beppe non vede che penombre e trame indefinite di cui non ha più rimembranza. Com è riuscito a convivere col suo presente avendo perso traccia di un passato così importante?» Elena Di Gaetano: «Interessante osservazione... muoversi con la luna e i venti...» Yelania Hosquet: «Beppe è straordinario! Allibita.»

48

Episodio 8

Filippo Grillo: «Geniale come sempre!!!»

Enrico Caruso: «Grazie Caro Gaetano G. Perlongo. Continuano i dialoghi "illuminati", tra il poeta e il pescatore filosofo. È sempre più interessante leggere come il Poeta affronta la ricerca della verità, l'intelligente pescatore viene indotto prima ad entrare in contraddizione, poi esso stesso a compiere il più grande atto intellettuale, "conosci te stesso".» Angelo Urfalino: «L'entanglement quantistico è veramente "crastignu".» Marianna Bandecchi: «Incredibile! Andrei ogni giorno da Beppe...» Elena Di Gaetano: «Beppe ha detto proprio spiritualista e materialista? Accidenti... Sono senza parole...l'ape... il fiore spezzato ecc. E tutto il resto dei discorsi... e sempre stato a Trappeto questo signore?» Gianluca Perlongo: «Mirabile! Sopratutto perché con le sue capacità è arrivato (senza saperlo) ad una visione avanzata... Pur essendo di parte devo ammettere che è notevole il lavoro fatto da Gaetano nell'aiutare quest'uomo a partorire la propria saggezza.» Procopio Canfora: «Interessante il passaggio dei pensieri e delle emozioni... che pur essendo astratti, si trovano nella materia... riflessione geniale a mio avviso!»

Giusi Perlongo: «Wau! Da un come stai a, essenza.»

Elena Di Gaetano: «Sì, sì... tutto il discorso in sé... Sì Gianluca...veramente mirabile.»

49

Giusi Perlongo: «Della vita Formidabile. Alla fine del colloquio, Tano sei rimasto senza parole? Stavolta ti ha messo a KO (Scherzo).» Carlo Marsala Fanara: «Complimenti Tano, il Beppe mi preoccupa, troppo fino di cervello, come mai uno così elastico di materia non abbia mai fatto politica? Sarebbe potuto diventare sindaco di Trappeto?» Gaetano Perlongo: «Uno così avrebbe potuto fare il governatore della Sicilia e anche più...» Orazio De Guilmi: «Per diventare sindaco di Trappeto occorrono ben altre qualità, assai diverse di quelle che possiede Beppe. Chi vuol intendere intenda! Lo stesso vale per il governatore della sicilia.» Gaetano Perlongo: «Vi invito ad una querelle di pertinenza all'universo cartelliano.» Carlo Marsala Fanara: «Orazio, ma il Cartello potrebbe far seriamente il sindaco/onorevole/presidente regione. Quelle qualità forse son migliori di quelle che pensi. Come mai una intelligenza sopraffina come quella di Beppe non possa, in qualità di governatore della Sicilia, sdoganare quest'isola dal malaffare e dal clientelismo?» Orazio De Guilmi: « Sono perfettamente d'accordo con te. Sostenevo che la politica dei partiti di oggi darebbe poco spazio a persone di qualità, preferendo tromboni, millantatori e maneggioni.»

Gaetano Perlongo: «Incredibile come i dialoghi di Beppe stiamo spopolando nel web.»

Elena Di Gaetano: «Strabiliante e dire poco.»

50

Yelania Hosquet: «Spettacolo... lezione di filosofia, fisica ed anche poesia per me. Complimenti per questo lavoro: è superbo!!!»

51

Episodio 9

Angelo Urfalino: «Strano, u zi Tanu non me ne voglia, stavolta la sua congettura, parrannu cu rispettu, mi pari propriu na minchiata: il secondo principio della termodinamica esclude la reversibilità della direzione della linea temporale, né la meccanica quantistica è riuscita ad invertire la freccia del tempo... Apriti celu...» Gaetano Perlongo: «Ciao Angelo, è pura disquisizione di fisica teorica, nella fattispecie mi sono ispirato al lavoro di Frank J. Tipler, "La fisica dell'immortalità". Tuttavia, se vuoi ragionare, discorsivamente o tecnicamente, sull'argomento, sarò lieto di mettermi a disposizione.» Angelo Urfalino: «Ciao Gaetano, non credevo, oggi pomeriggio di imbattermi con Tipler, credevo di parlare, scherzare più che altro con don Tano. Non immaginavo che la cosa fosse così seria. Che risponderti? Lessi tempo fa un'intervista rilasciata da Tipler a Odifreddi, ancor oggi in Rete, rileggendola mi ha provocato lo stesso allontanamento che provai in prima lettura: nulla di più distante dalla mia visione esistenziale. Con rispetto delle altrui credenze, a me dell'immortalità non interessa niente, soprattutto se la via è quella proposta da Tripler. La sua fiducia nella tecnica, e la sua "visione", è per me aberrante. Nulla di personale, ovviamente.» Gaetano Perlongo: «Ovviamente "nulla di personale" Angelo, perché è una benigna e utile querelle per chi ci legge. Tuttavia, temo che tra un post e l'altro si possa annidare lo "spettro" dell'equivoco. Sono un uomo di scienza che sta dentro il paradigma galeliano, con tutti i sostegni filosofici conseguenti: vedi il falsificazionismo popperiano. Sono totalmente consapevole della poca ortodossia scientifica del saggio di Tipler, ma non posso non riconoscere l'eleganza matematica servitasi per esporre la sua tesi. Ciò nondimeno

52

ho ritenuto costruttivo, ai fini della mia esperienza di narrazione controfattuale con Beppe Cartello, richiamarlo nei nostri dialoghi.» Enrico Caruso: «Ma che piacere caro Gaetano G. Perlongo, mettere a zero il volume della tv, e leggere ad alta voce, ai miei ragazzi, un'altro incontro tra il poeta e il pescatore. I loro occhi ogni volta di più, si aprono dallo stupore. Non vedono l'ora di stuzzicare la loro immaginazione con le "illuminanti" teorie fisiche e filosofiche di Tano, e scoppiare in grandi risate con il modo paradossale di filosofare di questo meraviglioso personaggio che è Beppe. Ed ora tutti già si chiedono; quando si rincontreranno di nuovo questi due curiosi personaggi?» Marianna Bandecchi: «Sarebbe bello farsi raccontare da Beppe la sua vita in mare. Sapere che cos`è per Beppe la vita, cos`è la felicità e lui che conosce il mare cos`è la libertà. Aspetto il prossimo incontro intanto pure io penso al caffè quando si mescola con il latte.» Giovanni Benenati: «Storia impossibile da credere... Ma secondo me, a prescindere dal fatto che Beppe esista o meno (a quanto pare esiste), dobbiamo riflettere sul fatto che nonostante la professione (in questo caso pescatore) si può andare oltre dal "pensare" terreno... Ma rivolgersi ad una mentalità ultraterrena! Espandersi e come dice Gaetano VOLARE! Questi episodi sono stati creati da una mente stanca del far comune e quindi una mente già in volo, pronta a tendere la mano per far volare altre menti. Dobbiamo riflettere ed "agire" per poter espanderci. Ma un gran complimento va soprattutto a Gaetano che è stato capace di tener testa ad una così grande mente.» Yelania Hosquet: «Bel pezzo di cultura. "Staiu tirannu un ciato di suspiru! ...la clitoride pi ciriveddu è sublime!!!"»

53

Episodio 10

Marianna Bandecchi: «Il mare come riverbero del cielo. E libertà. L'orizzonte va così veloce che il mare fa fatica a stargli dietro. Il mare figlio del cielo o fratello gemello. Se questo sguardo non è libertà. Grazie, Gaetano.» Enrico Caruso: «Il mare come manifestazione "psichica" del cielo, specchio delle sue ansie, sedativo della sua sovreccitazione, è una visione poetica affascinante e romantica. E quando il Pescatore descrive il suo concetto di Libertà; come una piacevole e affannosa ricerca, inafferrabile come un orizzonte nell'oceano, illusoria come un miraggio, si capisce che i dialoghi tra il Poeta e il Pescatore sono sempre pregni di quella forza invisibile, che è capace, ogni volta, di farci provare un senso di stupore e di meraviglia.» Raffaela Cicale: «Enrico Caro... riflessioni queste che solo un'anima nobile, pura, romantica, rara può fare... Saper leggere dove non ci sono parole è di pochi eletti!» Gianluca Perlongo: «I dialoghi con Beppe Cartello hanno - per me - un sapido sapore d'antico in cui di vecchio in bambino si tramanda il verbo laico di epoche sepolte. Che Beppe sia frutto della fantasia del narratore, che sia personaggio strappato alla terra degli Dei oppure un essere reale, fatto di carne, abitudini, scontri e contraddizioni a me non importa, poiché le sue parole hanno il gusto della poesia delle anime perse, fibre della tela di un dipinto ottocentesco in cui i colori sono intrappolati e gli scenari resi eterno cristallo. Le conversazioni con Beppe Cartello sono cronache di un epifania per gli adolescenti della mia generazione resi talmente avidi dalla vita al punto di dimenticare nel corpo e nell'anima le illusioni dell'avvenire, finchè la realtà - puntuale - insegna loro che il futuro non è come lo sognavano: così scoprono la nostalgia.

54

Che sia vero o irreale, Cartello è una bestia pura, priva di sapere, che succhia l'anima dell'universo.» Angelo Urfalino: «Come se "il mare stesso al mare fosse riva".» Gaetano Perlongo: «Il nostro pescatore legge Emily Dickinson?» Marianna Bandecchi: «Mi sa tanto di si. Ma non vuole dircelo. Ho trovato questo frammento di Joseph Conrad, per il nostro pescatore: "Tutto si può trovare in mare secondo lo spirito che guida la ricerca". Caro Beppe, che differenza c'è tra il mare e la terra? Ho capito che a Beppe fa piacere sapere che ci sono persone incuriosite dal fargli domande. Ecco, questa è per lui. Grazie ancora, Gaetano G. Perlongo.» Carlo Marsala Fanara: «Bellissima lettura sempre a migliorare peccato che Beppe non ha risposto alla mia di domanda, spero che nel prossimo incontro il brillante Beppe possa dirmi cosa sia per lui il sonno? Anche bella la parte di inquadratura storica dell'Italia anni 60, ed esilarante la battuta della pasta al pomodoro. Grande Gaetano, riesci a farmi staccare dalla TV domenicale con i tuoi incontri cartelliani.» Antonino Russo: «Tano, la tua definizione di libertà è meravigliosa.» Stefano Provenzano: «La libertà è inarrivabile?» Giusi Perlongo: «La libertà pura utopia e ne sa qualcosa Beppe Cartello grande saggio.» Giusi Perlongo: «Riflettendo sui dialoghi finora avuti tra Beppe e Gaetano mi sorge la domanda seguente: Perché Beppe Cartello si incontra volentieri con Gaetano? Cos'é che

55

Beppe vuole tirare fuori da questi discorsi? Io una mezza idea me l'ha sono fatto, mi piacerebbe conoscere le vostre.»

Procopio Canfora: «Io non credo che Beppe s'incontri solo con Gaetano, ma solo con lui riesce a tirar fuori la sua ricchezza. Ho fatto un giro su facebook e ho scoperto che anche filosofi e uomini di lettere sono interessate a questi dialoghi.» Giusi Perlongo: «Non pensate che Gaetano sia bravo nel far tirare fuori quelle verità nascoste, conflitti di un esistenza messa a dura prova da una vita di episodi dolorosi? Beppe resta per me un grande modello di persona più che altro di paziente che va dal suo psicologo ad esternare i suoi pensieri più remoti e dopo averli fatti diventa una persona sempre più saggia. Penso che in questo sfogo meditativo sta tutta la sua energia.» Salvatore Mangano: «Molto bello. Davvero!» Carlo Marsala Fanara: «Mi mancava il Gaetano psicologico, però riflettendo é vero il Beppe arriverà lui a studiare il Perlongo, sento che presto uscirà un dialogo dove Gaetano sarà la cavia da studiare.» Giusi Perlongo: «Gaetano dove sei? Come ti senti nelle vesti di Psicologo?» Gaetano Perlongo: «Nei confronti di Beppe Cartello mi sono forzato di essere una "levatrice", un ostetrico sui generis.» Raffaele Santonastaso: «Ho trovato piacere e nutrimento nella lettura. Complimenti...» Mario Tripodi: « Ho finito appena appena di leggere i tuoi dialaghi con Beppe e sono molto interessanto a sentirne di più, spero che Beppe Cartello ti rimanga ancora per un lungo

56

periodo a disposizione così che tu possa continuare a divulgare il tuo sapere in modo abbastanza assorbibile per il lettore semplice. Le vostre divulgazioni sono interessanti anche se non sempre coincidono con il mio modo di vedere le cose, il tuo Mondo Gaetano e troppo filosofico per me, tuttavia mi fa piacere leggerti e capire come vedi il mondo. Ci sarebbero sicuramente tante cose che mi piacerebbe discutere con te e quello che hai parlato con Beppe, per esempio la risposta che hai dato al pescatore quando ha detto che l`universo sia la cosa piu complicata che esista, come possiamo noi dare una definizione di “complicato” senza sapere se noi siamo veramente quello che siamo o soltanto un piccolo punto in un ampio che non comprendiamo?» Gaetano Perlongo: «Mi fa piacere che abbia letto con interesse questi dialoghi. Le "verità" che vengono dipanate in questi incontri, così come nella vita, non hanno una caratura assoluta: restano tali fino a quando non se ne dimostra.» Vincenzo Sanfilippo: «Circa la veridicità del personaggio credo che non importi, come dici tu Gaetano è importante il messaggio letterario di ciò che hai proposto. Del personaggio pescatore-filosofo posso solo dirti che i suoi discorsi sono molto aulici per me, ma ciò non esclude il fatto che nella vita non si possa arrivare a fare riflessioni di quel genere.» Antonella Pitarresi: «Davvero apprezzabile anche per chi, come me, ha smesso di approcciarsi alla filosofia negli anni del liceo! Ovviamente irrinunciabile il riferimento ai social network. Personalmente lo avrei apprezzato anche senza.» Yelania Hosquet: «Mamma mia! Leggere questo pezzo, mi catapulta in un tempo ormai quasi dimenticato... mi ricordo dei biscotti fatti con il sangue del mestruo per irretire l'eventuale marito... pensavo fosse una storiella di magia, invece era vera la pratica...»

57

Episodio 11

Marianna Bandecchi: «A Gaetano Perlongo, vi stavo aspettando e mi avete sorpresa. Siete stati bellissimi. Anche io quando vado in biblioteca faccio un gioco simile e mi diverto. Siete stati meravigliosi davvero! Se fossi stata con voi avrei partecipato pure io. Caro Beppe e caro Gaetano Perlongo, secondo voi il suono del mare è la voce o silenzio degli abissi? Vi abbraccio e grazie. A che punto è la notte?» Enrico Caruso: «Ma quante citazioni letterarie affascinanti da scoprire, mio caro Tano. E poi, tutto quel susseguirsi di aggettivi che tu definisci "scorie con il suffisso in -ista", mi ha ricordato l'invettiva di Orson Welles all'italiano medio, ne "La Ricotta" di Pasolini e poi anche la scena della cena di commiato del Professor Remy Girard, prima della sua eutanasia ne "Le Invasioni Barbariche" di Arcand. È proprio vero, davanti a certi libri, è possibile che gli animi si infervorano su dispute di alto sentimento, in fondo è in libreria che scoppiano le passioni per certi personaggi, o almeno per quelli che con le loro parole, sanno farti tremare fin dalle fondamenta. Quindi non è un caso, che proprio da Feltrinelli, accada che il dialogo tra Tano e Beppe si arricchisca di ulteriori trame poetiche e filosofiche, che si intrecciano ai sentimenti del lettore, con la solita naturalezza e humour degli altri episodi, in un susseguirsi di intuizioni illuminanti.» Carlo Marsala Fanara: «Non posso non scrivere un commento, Tano anche in questo incontro ha saputo dare il massimo insieme a Beppe, i vari suffissi -ista, saluto i morbidi/ coccolosi/ tenerosi, bolscevichisti, del sorridente paese di Beppe e Gaetano, che possano godere di queste persone. Che aiuta anche con molta crudità a dir la verità sulle montagne di merda a partire dal paese di Trappeto e finire a Roma.»

58

Angelo Urfalino: «Mi gridano da Seir: «Sentinella, a che punto è giunta la notte? Sentinella, a che punto è giunta la notte?». La sentinella risponde: «Vien la mattina, poi anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure; ritornate, venite». (Isaia 21,1-12)» Filippo Grillo: «Nel leggerli i nostri due personaggi sono degli "dèi" moderni!» Piero Lo Iacono: «Le biblioteche che felicità! Piacevolissimo racconto sui libri e la "Sana Libridine."» Giusi Perlongo: «Bello e stuzzicante l'invito alla libreria Feltrinelli. Ma Gaetano, avevi già studiato la mossa a tavolino per stimolare la fantasia del nostro caro amico Cartello?» Nino Santonastaso: «Beh! Sai cosa mi intriga di Cartello? Questa intelligenza assolutamente fuori dal comune... é come se lui fosse un pescatore-pensatore un po' filosofo se vuoi, ma stranamente colto... a questo punto sono curioso di psicanalizzare anch'io il "Cartello" ...perciò mi piacerebbe sapere il suo rapporto con la musica... inteso a tutto tondo ...cos'è per lui la musica...? Chi è il suo artista preferito...? Sono proprio curioso di capire l'animo del buon Beppe... sempre che sia possibile capire l'animo umano...» Yelania Hosquet: «Grazie, bellissimo questo dialogo istruttivo.» Vento ribelle: «Un po' di cultura, profumo della mia terra sicula.»

59

Brainstorming sul titolo dell'e-book

Marianna Bandecchi: «Riprendo le parole usate da Gaetano Perlongo per introdurre l`ottavo incontro con Beppe. "Dialoghi con Beppe, raffinati colpi sgualembi".» Procopio Canfora: «"Pescare pensieri".» Adalgisa Caschiman: «"Cartello, il pescatore con la sindrome della domanda".» Elena Cusumano: «"Il pescatore di pensieri".» Filippo Grillo: «"Beppe Cartello, il pescatore socratico".» Fabio Madelio: «"L'inconsapevolezza dell'estro".» Salvo Marchese: «"Echi di mare".» Carlo Marsala Fanara: «"Anche dio si prende il caffè al bar".» Francesco Monticciolo: «"La voce del mare: il pescatore di pensieri".» Gianluca Perlongo: «"La penna e la rete. Conversazioni con Beppe Cartello".» Orazio De Guilmi: «Mi pare che "la penna e la rete" di Gianluca Perlongo possa andar bene!» Elena Cusumano: «"...la penna e la rete... dove si pescano pensieri...". Mi è venuta così, leggendo quella di Gianluca.» Giusi Perlongo: «"Beppe: il filosofo-pescatore".»

60

Antonino Russo: «"Anche l'infinito ha i suoi perché".» Carlo Marsala Fanara: «Altro titolo che propongo: "Filosofo? ma non troppo l'amico Beppe Cartello".»

Gaetano G. Perlongo: «Scusami Carlo, spiegaci dalla tua prospettica cos'è la filosofia, purché non ci declami il manuale.» Enrico Caruso: «"Ironia e Maieutica: Dialoghi tra un Poeta e un Pescatore".» Stefano Provenzano: «Mi piace Enrico.» Salvo Marchese: «Si, un bel titolo, ma sicuramente mi saró saltato qualcosa. In quale dei dialoghi tra il poeta ed il pescatore si evince l'ironia?» Enrico Caruso: «I concetti filosofici trattati sono serissimi, ma i dialoghi sono permeati di ironia e leggerezza. Il poeta, con fare sornione e giocoso, offre un gran numero di assist al simpatico Beppe, che se ne esce con battute capaci di strappare sempre un sorriso; con quel tipico gergo siciliano, con quella voluttuosa autoironia e quel tocco di purezza, che ci lascia divertiti e allo stesso tempo incantati.» Salvo Marchese: «Enrico: É vero, pur non trovandomi d'accordo con molte delle conclusioni a cui i due nostri personaggi arrivano, devo dire che i temi trattati sono davvero molto seri, per l'importanza che hanno in sé e per la nostra vita/esistenza. Inoltre, la trattazione leggera permette a noi tutti una migliore fruizione e a te di raccontarli ai tuoi figli, facendogli impennare l'ingegno e nascere qualche sorriso. Dubito che ció avverrebbe se gli leggessi un trattato di fisica o di filosofia. Ció nondimeno il mio dubbio permane, ma sicuramente avró perso qualche puntata... proveró a rileggerli

61

tutti, ma se mi vuoi aiutare suggeriscimi un passo dove é chiaro l'atteggiamento ironico dell'uno o dell'altro.» Stefano Provenzano: «Molto probabilmente non coglierai niente di ironico nei dialoghi, ma io colgo un velo di ironia insita nella persona di Beppe il pescatore.»

Salvo Marchese: «Ciao Stefano, non ho detto che non c'é ironia, ma che nei dialoghi che ho letto non m'é sembrato che l'ironia possa costituire una delle cifre dei dialoghi tra i nostri due personaggi. Ho anche specificato che molto probabilmente mi saró perso qualche puntata. Ma tu affermi la figura complessiva di Beppe é attraversata da un velo di ironia... potrai allora aiutarmi tu a rendermene conto.» Enrico Caruso: «Ripeto, sono tanti i momenti di ironia. Ad esempio: noi ci siamo molto divertiti a vedere con quanta leggerezza, il poeta, porta Beppe ad affrontare quei concetti pesantissimi, salvo poi farlo sbottare con tutte quelle espressioni colorite. A caso, ho trovato esilaranti, le considerazioni sul niente e il nulla del caffè e, quante risate ci siamo fatti quando descrive le possibili reazioni della moglie, se continuasse a renderla partecipe dei discorsi su l'onnipotenza di Dio, affrontati con il poeta. E poi, tanto altro ancora. È certo che, non sempre l'ironia viene colta da tutti allo stesso modo. Io nonostante il peso dei concetti, colgo un gran senso di libertà espressiva, che mi diverte e mi alleggerisce.» Salvo Marchese: «Scusa Enrico, forse sono io che ho una conoscenza limitata del significato del concetto di ironia ed a volte anche dubbia, perché molto spesso é difficile distinguerla da altre figure retoriche o concetti affini. Ma tu mi sembri sicuro, ed allora mi potresti spiegare cosa intendi per ironia? Non mi pare che affrontare un discorso serio con leggerezza, con espressioni colorite, o pensare alle possibili reazioni di una moglie che giustamente ha ad altro a cui

62

pensare sia di per sé ironico. Ma ripeto, ho una conoscenza parziale dei dialoghi.» Carlo Marsala Fanara: « Salvo, i dialoghi sono stati sempre inseriti sul gruppo e su Facebook. Poi io li vedo molto ironici come tutti (che tu non vedi per partito preso da buon contestatore), poi non so te, ma io li vedo di grande spessore emozionale tutti i temi trattati dal genio Gaetano che guida il Cartello a delle soluzioni/risposte molto interessanti, penso che quello che stiamo leggendo avidamente, diventerà un prossimo libro, rispetto a tanti altri che nella vita pagano per farsi pubblicare i libri, qui si parla di un prodotto da finanziare perché valevole.» Salvo Marchese: «Carlo, mi stupisci. Mi spieghi qual'é il partito che avrei preso? Mi spieghi perché sarei un buon contestatore rispetto alle domande che ho posto? Forse non hai letto tutta la discussione. Non ho negato valore ai contenuti dei dialoghi, anzi ho spiegato che i temi trattati sono importanti, seri, e per di piú scritti in un modo leggero, semplice, arricchite da gustose espressioni, tali da farci persino sorridere e, aggiungo, degni di una pubblicazione. Non ho detto nemmeno che i dialoghi non hanno valore ironico, ma che rispetto a quello che ho letto, non tutto, non credo che l'ironia sia una delle cifre dei dialoghi tra Beppe e il nostro caro amico Tano. Per cui, ho chiesto lumi, non per negare, ma per capire. Quindi, visto che ne sei convinto, potresti spiegarmi perche vedi i dialoghi tra Beppe e Tano molto ironici?» Enrico Caruso: «Come da sua richiesta ho cercato di citarle, quei passaggi che, a mio modesto parere, meglio esprimono il mio modo di intendere l'ironia. Ora mi deve spiegare lei perché, come mai non riconosce -come tali- le alterazioni paradossali che esprime Beppe nel suo linguaggio, il suo modo di dissimulare la realtà con termini che sono palesemente di bonaria ed arguta ironia?»

63

Alessandro La Corte: «Quoto il titolo scelto da Enrico.» Giusi Perlongo: «"La rete del pescatore Beppe Cartello".» Gaetano G. Perlongo: «Temo che ci siamo inviluppati in un cortocircuito semantico, in quanto la parola "Ironia", spinta al di là della barricata del sostantivo, ha una fitta e sottoarticolara gradazione di significati. Nell'accezione di Enrico Caruso ha una valenza socratica, così come dichiarato altresì nelle fasi iniziali dei dialoghi. "«L'ironia» socratica" consiste storicamente nella pretesa del filosofo Socrate di mostrarsi ignorante in merito ad ogni questione da affrontare, che conduce l'interlocutore a trovare da solo le risposte alle proprie domande piuttosto che affidarsi ad una autorità intellettuale in grado di offrire risposte preconfezionate. Probabilmente l'impasse di Salvo è nata da una lettura parziale dei dialoghi, così verosimilmente rimarrebbe della stessa posizione qualora acquisisse una visione d'insieme del progetto.» Gaetano G. Perlongo: «La proposta di Enrico Caruso riassume in poche parole ciò che il lettore troverà nel libro, il suo titolo può essere usato anche come una lente che ingrandisce il particolare e restringe l’angolo visuale dei dialoghi.» Enrico Caruso: «Grazie Gaetano, sono lusingato, già sai che, mi sono divertito molto a leggere il tuo racconto ai miei figli, così come scrutare le loro espressioni di curiosa intelligenza e le fragorose risate. Spero di rileggere presto il racconto rilegato.»

64

Biografia

Gaetano G. Perlongo nasce a Solingen, in Germania, nel 1970 e vive a Trappeto (Palermo). Dopo essersi diplomato in elettronica ha studiato fisica, spaziando, con notevoli risultati, dalla matematica speculativa alla fisica teorica e all’astrofisica. A Trappeto, paese adottivo del grande Danilo Dolci, Perlongo inizia il suo viaggio nel mondo delle parole. Tra i libri di poesia ricordiamo: “La licantropia del poeta” (2001), “Il calabrone ha smesso di volare” (2002), “Il vuoto mistico della retta” (2003), “Nassiriya - Frammenti di voci dalla galassia terrestre” (2003), “Metessi” (2003), “La Mattanza. Poesie e Canzoni di protesta” (2004), “Le vene aperte della poesia (Appunti per un Seminario)” (2005), “Rincorsa alle ombre” (2006), “Chi semina versi” (2009), “Una fiamma ossidrica mascolina” (2009) e “Uno stoico calibro 38 / Prototype 6. «Ipotesi per un monologo teatrale»“ (2009). Tra le opere antologiche citiamo: “Teorema d’immagini”, Accademia Internazionale “Il Convivio”, Castiglione di Sicilia (Catania), 2001; “Città di Rieti - Centro d’Italia”, Celori, Rieti, 2001; “Profumi di Saba”, Antologia della I e II Edizione del Premio di Poesia “Giulio Palumbo”, Ficarazzi (Palermo), 2002; “Nubi e Anfora di Miele”, Antologia del Premio di Poesia 5° e 6° Edizione “Elvezio Petix”, Casteldaccia (Palermo), 2002; “Essenze”, Pagine Editore, Roma, 2002; “Navigando nelle Parole”, Edizioni Il Filo, vol.6, Roma, 2003; “Senza confini”, A.L.I.A.S., Melbourne, 2003; “Prima antologia di Nuoviautori: Racconti e Poesie”, Nuoviautori Ed., Roma, 2003; “L’Agenda dei Poeti 2004”, OTMA Edizioni, Milano, 2003; “Navigando nelle Parole”, Edizioni Il Filo, Roma, 2003; “Le Pagine del Poeta”, Pagine Editore, Roma, 2005; “Pace e Libertà - la battaglia delle idee”, Editrice AIASP, Roma, 2005; “Sportiamoci in versi”,

65

Bradipolibri editore, Torino, 2005; “Dizionario dei poeti”, Pagine Editore, Roma, 2006; “Peppino è vivo. Poesie e canzoni per Peppino Impastato”, EGA-Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2008; “Alakhar - Voci dalla Poesia Italiana Contemporanea”, Fondazione 40, Beirut, 2012; “Poesia a Strappo 2009/2010” - Raccolta testi, La Tipografia Alghero Editore, Alghero (Sassari), 2012. Per la saggistica: “…il tenero amplesso tra l’aleph e l’universo «aforismi, pensieri e frammenti»“ (2000), “Rumore di fondo. Meditazioni sull’Arte” (2006), “Filippo Grillo. La nuova alba della Cucurbita” (2007), “Il simbionte Moschata Butternut. Filippo Grillo e l’alba della Cucurbita” (2012) e “Sintropia” (2002-2015). Attualmente parte delle sue opere sono state tradotte in Medio Oriente e Russia. Nell’ottobre del 2005 fonda il “Centro Studi e Ricerche Aleph”. Ha insegnato presso la Libera Università Popolare “Danilo Dolci” di Partinico (Palermo). Nel 2011 Adunis lo sceglie con Milo De Angelis e Valerio Magrelli tra gli autori italiani contemporanei da tradurre in arabo.

66

Giuseppe (Beppe) Cartello nasce il 13 febbraio 1938 ed è un "pescatore-filosofo" originario di Trappeto (Palermo).

Beppe Cartello

67

Indice

Introduzione

Diaologhi

Ouverture: Episodio 1 - 12 settembre 2014

Il silenzio: Episodio 2 - 13 settembre 2014

In una tazza di caffè: Episodio 3 - 14 settembre 2014

Idea di Dio: Episodio 4 - 18 settembre 2014

Luci nella notte: Episodio 5 - 23 settembre 2014

Déjà vu: Episodio 6 - 27 settembre 2014

Ombre: Episodio 7 - 11 ottobre 2014

Il petalo: Episodio 8 - 24 ottobre 2014

L'immortalità: Episodio 9 - 12 novembre 2014

La libertà: Episodio 10 - 7 Dicembre 2014

Nel labirinto degli dèi: Episodio 11 - 16 Febbraio 2015 Appendice

Commenti agli espisodi Brainstorming sul titolo dell'e-book

Biografia

68

Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5

Tu sei libero:

di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest’opera Alle seguenti condizioni:

Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza.

Non commerciale. Non puoi usare quest’opera per fini commerciali.

Non opere derivate. Non puoi alterare o trasformare quest’opera, né usarla per crearne un’altra.

69

• Ogni volta che usi o distribuisci quest’opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza.

• In ogni caso, puoi concordare col titolare dei diritti d’autore utilizzi di quest’opera non consentiti da questa licenza.

Le utilizzazioni consentite dalla legge sul diritto d’autore e gli

altri diritti non sono in alcun modo limitati da quanto sopra.

Questo è un riassunto in linguaggio accessibile a tutti del Codice Legale (la licenza integrale).

70

Centro Studi e Ricerche “Aleph” Via Vittorio Emanuele, 47/49

90040 - Trappeto (Palermo) - Italy http://www.centrostudialeph.it

28 Dicembre 2015