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44 Martedì 10 Ottobre 2017 Corriere della Sera

L’appuntamento Il neuroscienziato riceverà l’8 novembre il premio di unmilione dieuro (più del Nobel) nella prima edizione di «Lombardia è ricerca».Qui spiega comemolti crimini della storia siano dovuti alla cancellazione della percezione empatica

NEL CERVELLOCONEMOZIONERIZZOLATTI, SCOPRITOREDEI NEURONI SPECCHIO«ORALA SFIDA È FILMARE L’ATTIVITÀCEREBRALE»

Neuroni specchio.«Ma sa che pro-prio non ricordoquando ci è venu-to in mente d ichiamarli così?»

Nessun eureka! allora? «No. An-zi, per molto tempo temevo chepotesse esserci un qualche arte-fatto. Solo dopo molti controllimi sono convinto che fosseroreali» .In questo modo, decisamen-

te sorprendente, parla dellascoperta che l’ha reso celebre intutto il mondo Giacomo Rizzo-latti, il neuroscienziato italianoche riceverà, l’8 novembre a Mi-lano, la prima edizione del pre-mio «Lombardia è ricerca», isti-tuito dalla Regione Lombardia,

del valore di unmilione di euro,superiore a quello del Nobel.I neuroni specchio sono cel-

lule nervose che si attivanoquando compiamo una deter-minata azione e anche quandoquell’azione la compie qualcunaltro. Se prendiamo un caffè albar nel nostro cervello si accen-dono (scaricano) determinatineuroni, che però si attivanoanche se vediamo qualcun altroprendere un caffè. Ciò implicache «capiamo» quello che fan-no gli altri sfruttando le stesserisorse neurali che usiamoquando facciamo noi la stessaazione. Osservazione e azionesono intimamente legate. Nepuò discendere che, più svilup-piamo le nostre capacità di agi-re, più sviluppiamo quelle dicomprendere le azioni eseguitedagli altri, e più sviluppiamo lecapacità di capire le azioni degli

prospettive più strettamentecliniche dei suoi studi e, inparticolare, all’impiego deifondi che gli saranno assegnaticon il «Nobel» della Lombar-dia che cosa si può dire?«Cercherò di dare il mio

contributo a quello che reputoun salto di qualità decisivo nel-lo studio del funzionamentodel cervello — risponde loscienziato—.Ora noi, attraver-so esami come per esempio laRisonanza magnetica funzio-nale e la Pet, siamo capaci divedere quali aree cerebrali siattivano in determinate condi-zioni. Ma si tratta di “fotogra-fie”, che non ci informano sulfronte del tempo: non ci svela-no in che successione avven-gono le attivazioni nervose. Perquesta ragione, giudico moltoimportante la collaborazioneche abbiamo avviato con ilCentro per la Cura Chirurgicadell’epilessia dell’ospedale Ni-guarda di Milano. I metodi chevengono adottati in questocentro per motivi clinici per-mettono, infatti, un’analisi cheva proprio in questa direzione.In questo modo potremo pas-sare dall’ottenere fotografiefunzionali del cervello a veri epropri film della sua attività».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Luigi Ripamonti

Questo può avere implica-zioni sociologiche e filosofi-che? «Certamente—confermaRizzolatti —, perché un contoè rapportarsi a qualcuno chepercepisco “come me”, altro aqualcuno o qualcosa di “lonta-no”, “diverso”. In questo se-condo caso la componenteemotiva è scalzata da quella in-ferenziale. Durante il nazismo,per esempio, la propagandacontro gli ebrei ha fatto in mo-do che essi fossero percepiticome qualcosa di differente,inferiore, rispetto ai tedeschi-ariani, e ciò ha cancellato lapercezione emotiva, rendendouomini normali, nel privatobuoni padri di famiglia, capacidi crimini orrendi. Psichiatriche hanno visitato Eichmannprima del suo processo lo han-no definito normale, non unmostro».Un’attenzione storica che

nonmeraviglia in questo figliodi duemedici che, sebbene oradiriga un «tranquillo» diparti-mento del Cnr a Parma, ha allespalle, fra l’altro, anche l’espul-sione della sua famiglia percause storico-politiche, daKiev, dove è nato nel 1937, edove il suo bisnonno era emi-grato dal nativo Friuli.Volendo invece guardare alle

Gli Accordi

● Nella leggeregionale29/2016spiccano gliAccordi per laRicerca el’Innovazione,nati conl’obiettivo diaggregareaziende diqualunquedimensione eUniversità ocentri di ricerca.Per l’assessoreregionaleall’Università eOpenInnovationLuca Del Gobbo(foto)«l’alleanza trasettoreproduttivo emondo dellaricerca è ilpassaggioobbligato perfar crescerecompetitività ebenessere.RegioneLombardia hainvestito 106milioni di euroa fondoperduto, cheserviranno afinanziare 32progettiselezionati,capaci digenerare unritorno ininvestimentisul territorio di206 milioni dieuro. Siraggiungeinoltrel’obiettivo diarrivare 800contratti diricerca nei 3anni di duratamedia deiprogetti».

altri più sviluppiamo le nostredi agire.«Non a caso oggi vediamo la

possibilità di sfruttare i neuronispecchio nella riabilitazione,cioè per fare ri-apprendere ra-pidamente schemi motori apersone che, per qualsiasimoti-vo, non li abbiano potuto utiliz-zare per lunghi periodi» esem-plifica lo scienziato.«Però i neuroni specchio ci

hanno aperto prospettive anchesu fronti diversi—prosegue—.Ora, infatti, sappiamo che inter-pretiamo alcune cose con i neu-roni specchio, in maniera feno-menologica (qualcuno fa qual-cosa e la sua azione in qualchemodo risuona in me) e altre inmaniera oggettiva, inferenziale(su qualcosa penso, ragiono ecapisco). Se estendiamo il con-cetto alle emozioni, la cosa si fainteressante perché è molto di-verso capire l’altro con l’empa-tia, in maniera fenomenologi-ca, perché i miei neuroni “scari-cano” insieme ai suoi, oppurein maniera oggettivo-inferen-ziale. Un esempio: se so che inun Paese molto lontano hannoucciso 20 persone mi dispiace,ma non nello stesso modo(emotivo) in cui accade quandovedo soffrire una persona difronte a me».

Eventi La cerimoniaAlla Scala tra gli artistie «Astro Samantha»Il 70% della cifrareinvestita sul territorio

Lo scenario non poteva essere più nobile: l’8novembre, in una mattinata di primo invernomilanese, alla Scala va in scena l’innovazione, con laprima edizione della Giornata della Ricerca e delpremio internazionale Lombardia è Ricerca. Unassegno da 1 milione di euro, superiore perportafoglio a quello del Nobel, consegnato alneuroscienziato Giacomo Rizzolatti, autore dellascoperta dei neuroni specchio, ovvero la baseneurofisiologica dell’empatia e quindi della socialità.

Una cifra che per il 70%, verrà utilizzata in unimportante progetto di ricerca sul territorio lombardoselezionato dal vincitore: uno studio sull’epilessia incollaborazione con l’ospedale Niguarda. A darespessore alla scommessa della regione Lombardia èil peso della giuria di 14 scienziati, a cui è statoaffidato il compito di designare il vincitore. Rizzolatti èstato scelto in una lista di 70 scienziati e ricercatoriitaliani individuati su base dell’H-Index, perl’innovazione, ma soprattutto le ricadute pratiche sul

Tra le star LenaYokohama: suonauno Stradivari

di Stefano Landi

La stimolazione elettricaper «mappare» l’epilessiaLe diagnosi anatomiche del Niguarda diMilano

S apere sempre di più sull’epilessia vuol direpoter curaremeglio le persone che ne sof-frono (circa 500 mila in Italia), ma ancheaumentare le conoscenze sul cervello, con

l’obiettivo di tracciare la mappa completa di tut-te le sue aree funzionali. Un importante contri-buto alla ricerca arriva dal Centro Munari per lachirurgia dell’epilessia, dell’ospedale Niguardadi Milano, a cui verrà destinato gran parte delpremio vinto da Giacomo Rizzolatti. Nel Centrovengono operate ogni anno circa 120 personecon forme epilettiche che non rispondono allecure farmacologiche (età media 24 anni, bambi-ni in più di un terzo dei casi) e per il 40 per centodi questi pazienti è utilizzata prima dell’inter-vento l’«indagine tramite elettrodi all’internodel cervello», metodica molto sofisticata che,

con invasività e rischi contenuti, permette diesplorare direttamente qualsiasi zona cerebrale.«La chirurgia consente in una quota di epiles-

sie farmacoresistenti di eliminare la zona da cuioriginano le crisi ed è il più delle volte risolutiva,— spiega Giorgio Lo Russo, direttore del CentroMunari — ma è indispensabile avere la certezzadi poter intervenire sul paziente riducendo almassimo il rischio d’insorgenza di nuovi deficitneurologici. In alcuni casi, con le indagini noninvasive, tra le quali la risonanza magnetica e laPet, non riusciamo ad avere informazioni anato-

mo-elettro-cliniche convergenti, per agire in si-curezza. Allora, introducendo gli elettrodi, pos-siamo registrare le crisi, a volte indurle con la sti-molazione elettrica e mappare le regioni funzio-nali, così da definire la zona da dove originano».Gli elettrodi, da 5 a 20, vengono inseriti nella

scatola cranica del paziente, sotto anestesia, at-traverso fori di 2,5 mm di diametro e lasciati insede mediamente per 12 giorni durante i quali ilmalato sarà collegato al sistema di registrazionedei dati. «La finalità — sottolinea Giorgio LoRusso — è prima di tutto diagnostica, ma puòavere anche risvolti terapeutici, e offre ai neuro-fisiologi, ad esempio al gruppo di ricerca delprofessor Giacomo Rizzolatti con il quale colla-boriamo, l’opportunità di acquisire dai pazientiinformazioni sull’attività fisiologica cerebrale».Le ricerche sull’epilessia percorrono anche al-

tre strade. «Numerosi studimirano alla scopertadi nuovi farmaci, ben tollerati dai pazienti, che

siano in grado non solo di curare le forme attual-mente intrattabili (il 30% dei casi), ma anche dibloccare imeccanismi alla base dellamalattia—sintetizza Oriano Mecarelli, del Dipartimento diNeurologia dell’Università La Sapienza di Romae presidente della Lega Italiana contro l’epilessia—. Sono in corso, poi, ricerche per prevenirel’insorgenza dell’epilessia dopo gravi insulti ce-rebrali, (un trauma o un ictus), grazie a biomar-catori nel sangue che segnalino i malati a ri-schio. Un altro importantissimo di ricerca puntaa formulare terapie personalizzate, che tenganoconto dell’espressione dell’epilessia nel singolopaziente, della causa, delle caratteristiche gene-tiche, delle altre patologie presenti. Infine, sicercano biomarcatori per prevenire la morte im-provvisa in epilessia, 50 mila casi all’anno nelmondo (su 65milioni dimalati). Per alcuni degliambiti, ad esempio per i biomarcatori, siamo so-lo all’inizio; per altri, come le terapie personaliz-zate, ci sono già risultati promettenti».«La ricerca italiana, pur nei limiti delle risor-

se, si colloca bene a livello internazionale —concludeMecarelli—. E nel 2020 è atteso un im-portante investimento europeo per avviare studisull’epilessia ai quali parteciperanno certamentecentri del nostro Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Cristina D’Amico

Mal di famiglia In «I pugni in tasca» (1965), filmd’esordio di Marco Bellocchio, Paola Pitagora è la sorelladi Lou Castel, giovane tormentato e malato di epilessia

L’altra viaAlla Sapienza si studiano nuovifarmaci in grado di curare formefinora intrattabili, il 30% dei casi

Chi èGiacomo Rizzolatti, neuroscienziato italiano, il «papà deineuroni specchio», dirige un dipartimento del Cnr aParma. La sua famiglia fu espulsa per cause storico-politiche, da Kiev, dove il neuroscienziato è nato nel1937, e dove il suo bisnonno era emigrato dal nativoFriuli. Ha vinto il Premio Principe delle Asturie per laricerca scientifica e tecnica (Franco Origlia/Getty Images)

❞L’indagineSappiamo«fotografare» leattivazioni nervosemanonsappiamo ancora in chesuccessione avvengano

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