G. Ponte - Tradizione e Tradimento

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RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI mandata, pm elevata e piu degna della prima, non allontanarti dalla prima e sii saldo in essa. Ricordati della seconda ed esegui sicuramente la prima, e quando l'hai completata incomincia la seconda e compi anche essa: in questo modo Satana se ne torna scacciato (khasi' an) poiché non è riuscito nel suo proposito. Con questa cura la malattia di Satana se ne va dalla tua anima; e tu sarai nella condizione di 'Umar ( 'umariyya-l-maqami) 16 , per cui Satana non può tro- varti in una strada senza prendere una strada diversa dalla tua, se lo tratterai in questo modo. Ricordati dun- que di ciò su cui ho richiamato la tua attenzione! In- vero Allah fa l'elogio di coloro che « ... sono solleciti nelle buone azioni ed in esse giungono primi » (Cor. XXIII -6 I). E basti questa misura « Ed Allah dice il vero ed Egli conduce per la strada giusta » (Cor. XXXIII-4) . (traduzione dall'arabo di Placido Fontane si) 16 Ibn 'Arabi fa qui riferimento ad un hadi:th riportato da Sa' d ibn Abù Waqqas: « 'Umar .chiese il permesso di entrare dal- l'Inviato di Allah, su di lui il Saluto e la Pace, mentre erano presso di lui delle donne dei Quraish che, ad alta voce, gli par- lavano formulandogli le loro richieste. Quando 'Umar chiese il permesso di entrare esse si alzarono e corsero a nascondersi: allora l'Inviato di Allah, su di lui il Saluto e la Pace, ridendo gli diede il permesso di entrare. "Che Allah faccia schiudere il sorriso sui tuoi denti, o Inviato di Allah!" disse 'Umar, ed il Profeta gli rispose: "Mi sono stupito di vedere quelle donne che erano con me correre a nascondersi al suono della tua voce!" "Tuttavia tu, o Inviato di Allah - disse 'Umar - hai maggior diritto ad incutere loro soggezione!", poi aggiunse (rivolto alle donne): "0 voi nemiche delle vostre anime, avete soggezione di me e non avete soggezione dell'Inviato di Allah?!" "Certo - ri- sposero, - tu sei piu rude e piu rozzo dell'Inviato di Allah!"; al che l'Inviato di Allah disse: "Per Colui che mi tiene nella Sua mano, Satana non ti ha mai incontrato in una strada senza pren- dere tosto una strada diversa dalla tua!" ». (Sahi:h al-Bukhad, vol. IV, cap. 59, paragrafo rr, hadzth n. 26). TRADIZIONE E TRADIMENTO L'accostamento delle parole «tradizione» e « tradi- mento» ci suggerisce alcune considerazioni, che si ti- collegano in qualche modo a quanto scrivevamo nel nostro precedente articolo 1 a proposito dei rischi che si possono incontrare in una via iniziatica. A prima vista, potrebbe sembrare che non esistano connessioni di significato tra i due termini suddetti. Eppure, essi hanno la medesima etimologia, derivando ambedue dalla radice del verbo latino !radere, a sua volta risultante dalla contrazione di trans-dare . Il si- gnificato etimologico è dunque quello di « trasmissio- ne » e di « consegna ». In particolare, a quanto è dato di sapere, il signifi- cato preso dal termine « tradimento » si riferisce ori- ginariamente e in modo piu specifico alla « consegna » di Gesti Cristo ai suoi nemici, da parte di Giuda Isca- dota, che appunto per tale motivo è venuto ad essere considerato l'esempio tipico del «traditore». Poiché anche nel caso della « tradizione » si tratta essenzialmente di una «trasmissione» (o, se si vuole, di una «consegna») - da riferire all'influenza spiri- tuale sopra-umana e ai mezzi che di volta in volta ne sono il supporto -, è evidente la giustificazione del- l'affinità delle due parole. 1 Uni tà principiate, esoterismo e exoterismo - I mplicazioni e rischi, n ·l n. 7 di questa Rivist a.

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«Rivista di Studi Tradizionali» nn. 58-59, Torino, Edizioni Studi Tradizionali, Gennaio-Dicembre 1983

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RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI

mandata, pm elevata e piu degna della prima, non allontanarti dalla prima e sii saldo in essa. Ricordati della seconda ed esegui sicuramente la prima, e quando l'hai completata incomincia la seconda e compi anche essa: in questo modo Satana se ne torna scacciato (khasi' an) poiché non è riuscito nel suo proposito.

Con questa cura la malattia di Satana se ne va dalla tua anima; e tu sarai nella condizione di 'Umar ( 'umariyya-l-maqami) 16

, per cui Satana non può tro­varti in una strada senza prendere una strada diversa dalla tua, se lo tratterai in questo modo. Ricordati dun­que di ciò su cui ho richiamato la tua attenzione! In­vero Allah fa l'elogio di coloro che « ... sono solleciti nelle buone azioni ed in esse giungono primi » ( Cor. XXIII -6 I). E basti questa misura « Ed Allah dice il vero ed Egli conduce per la strada giusta » ( Cor. XXXIII-4) .

(traduzione dall'arabo di Placido Fontane si)

16 Ibn 'Arabi fa qui riferimento ad un hadi:th riportato da Sa' d ibn Abù Waqqas: « 'Umar .chiese il permesso di entrare dal­l'Inviato di Allah, su di lui il Saluto e la Pace, mentre erano presso di lui delle donne dei Quraish che, ad alta voce, gli par­lavano formulandogli le loro richieste. Quando 'Umar chiese il permesso di entrare esse si alzarono e corsero a nascondersi: allora l'Inviato di Allah, su di lui il Saluto e la Pace, ridendo gli diede il permesso di entrare. "Che Allah faccia schiudere il sorriso sui tuoi denti, o Inviato di Allah!" disse 'Umar, ed il Profeta gli rispose: "Mi sono stupito di vedere quelle donne che erano con me correre a nascondersi al suono della tua voce!" "Tuttavia tu, o Inviato di Allah - disse 'Umar - hai maggior diritto ad incutere loro soggezione!", poi aggiunse (rivolto alle donne): "0 voi nemiche delle vostre anime, avete soggezione di me e non avete soggezione dell'Inviato di Allah?!" "Certo - ri­sposero, - tu sei piu rude e piu rozzo dell'Inviato di Allah!"; al che l'Inviato di Allah disse: "Per Colui che mi tiene nella Sua mano, Satana non ti ha mai incontrato in una strada senza pren­dere tosto una strada diversa dalla tua!" ». (Sahi:h al-Bukhad, vol. IV, cap. 59, paragrafo rr, hadzth n. 26).

TRADIZIONE E TRADIMENTO

L'accostamento delle parole «tradizione» e « tradi­mento» ci suggerisce alcune considerazioni, che si ti­collegano in qualche modo a quanto scrivevamo nel nostro precedente articolo 1 a proposito dei rischi che si possono incontrare in una via iniziatica.

A prima vista, potrebbe sembrare che non esistano connessioni di significato tra i due termini suddetti. Eppure, essi hanno la medesima etimologia, derivando ambedue dalla radice del verbo latino !radere, a sua volta risultante dalla contrazione di trans-dare . Il si­gnificato etimologico è dunque quello di « trasmissio­ne » e di « consegna ».

In particolare, a quanto è dato di sapere, il signifi­cato preso dal termine « tradimento » si riferisce ori­ginariamente e in modo piu specifico alla « consegna » di Gesti Cristo ai suoi nemici, da parte di Giuda Isca­dota, che appunto per tale motivo è venuto ad essere considerato l'esempio tipico del «traditore».

Poiché anche nel caso della « tradizione » si tratta essenzialmente di una «trasmissione» (o, se si vuole, di una «consegna») - da riferire all'influenza spiri­tuale sopra-umana e ai mezzi che di volta in volta ne sono il supporto -, è evidente la giustificazione del­l'affinità delle due parole.

1 Unità principiate, esoterismo e exoterismo - I mplicazioni e rischi, n ·l n. 7 di questa R ivista.

RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI

A questo proposito, proprio sulla base dell'identità del verbo reggente (tradere), appare in evidenza la con­trapposizione tra una « trasmissione » o « consegna » normale e ordinata, su cui si fonda la conservazione e lo sviluppo di tutto ciò che è di ordine tradizionale, e, d'altro canto, una «trasmissione» o «consegna» ano­mala, disordinata e tale da opporsi all'ordine tradizio­nale ed all'azione dell'influenza spirituale.

Ciò si può anche avvicinare a due espressioni con­trapposte di uso abbastanza comune quali « fedeltà alla consegna » e « rottura della consegna », la seconda delle. quali si ricollega al significato di « rottura del Piltto », e ci riporta al senso generalmente preso dalla paroh tradimento, con una specifica possibilità di ap­plicazione al patto iniziatico.

Del resto, tutti questi significati si possono ricolle­gare chiarendosi vicendevolmente. Esiste una connes­sione tra la mancata « fedeltà alla consegna », da parte cif chi si trova impegnato in una determinata funzione di ~ualsiasi ordine, ed. un att~arsi, i_n ~uogo_ de~ co~­pimento di quella funzwne, d1 effettl d1sordmat1 e di­storti; tale distorsione può del resto avvenire in gradi molto diversi e variabili, fino al caso estremo di un compléto rovesciamento, come allorché ciò che è stato ricevuto (cioè letteralmente il contenuto della « tra­d:iiione ») viene «tradito» mettendolo addirittura di­reÙ.amente a disposizione dell'« avversario » 2 che in­tende « uccidere » l'influenza spirituale nel mondo uma­no: e si vede come l'esempio già citato di Giuda Isca­ridta sia davvero tremendamente emblematico al ri­guardo.

In realtà, la conservazione della tradizione non di­pende soltanto dal mantenimento di determinate ma-

2 Naturalmente, ciò non può riguardare che delle manifes ta­zioni della tradizione e non la sua essenza che, come tutto ciò che è di ordine spirituale, non può in nessun modo ven ir « con~ -gnata» all'« avversario» d è p t esso ri ros~ rn ·nt e inn llingib il ·.

TRADIZIONE E TRADIMENTO

nifestazioni che ne sono il veicolo, ma anche ed essen­zialmente dall'orientamento ad utilizzarle nella con­formità all'influenza sopra-umana da cui derivano che sola le può vivificare e ordinare con la sua presenza 3 •

Si può inoltre osservare che, in accordo con quanto è stato sempre insegnato nelle diverse forme tradizio­nali, nel caso di un'iniziazione fondata sul rapporto tra Maestro e discepolo, per quest'ultimo il suo Mae­stro incarna l'influenza spirituale e la meta del suo orientamento, essendo propriamente per lui la mani­festazione del «Guru interiore» 4 : la conformità al­l'influenza spirituale si identifica allora alla conformità al proprio Maestro iniziatico (purché questi sia vera­mente tale); mentre l'opposizione alla conformità e il tradimento si manifesteranno parimenti in rapporto a lui ed all'ordine di cose che gli corrisponde.

Si può porre la questione di quali siano i presuppo­sti che rendono possibile il tradimento, in particolare

3 D'altra parte, proprio in funzione di quella conformità, di per sé essenzialmente interiore, il mantenimento rigoroso dei con­tenuti tradizionali dovuti è un mezzo letteralmente « fondamen­tale» (e cioè tale da servire di fondamento) per la presenza del­l'influenza spirituale di cui si tratta.

4 Cfr. RENÉ GuÉNON, Sulla funzione del Guru (cap. XXIV di I niziazione e realizzazione spirituale), ed anche l'articolo di PIETRO NuTRrzro, La funzione del Guru nella via iniziatica (pubblicato nel n. 57 di questa Rivista). Rimandiamo in particolare alle spie­gazioni ivi contenute, indicanti perché « la funzione del Guru è ben !ungi dall'essere qualcosa che assomiglia, neppure da lontano, ad un'azione di plagio»; e ricordiamo le parole di Abdul-Radi secondo cui « Vero Sheikh non è colui che forma l'aspirante se­condo la sua immagine personale, ma è invece colui che svilùppa il murid (l'aspirante) secondo la volontà di Allah; egli è colui che vi restituisce a voi stessi e vi fa prendere coscienza del vostro proprio essere ». Ciò significa anche che il tradimento del proprio M~ stro spit:itual implica in realtà il tradimento di ciò che vi :-.. di pitl prol' ndo in ~e ~ tess i.

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da parte di chi con la propria volontà aveva pur inteso aderire all'impegno iniziatico. Effettivamente, il tradi­mento implica una contraddizione rispetto a quella vo­lontà, ma tale contraddizione è ben comprensibile con­siderando che si tratta di esseri non «unificati» 5, con tendenze divergenti, almeno allo stato latente, e in questi casi addirittura suscettibili, allorché se ne ve­rificano le condizioni, di diventare il supporto d' ele­zione delle forze di divisione e di avversione.

Cosi, nel caso di Giuda Iscariota, si può capire che le sue motivazioni individuali abbiano sviluppato i loro effetti 6 fino a consentire in definitiva, secondo la testi­monianza dei Vangeli, un intervento propriamente « sa­tanico » in lui 7 (e cioè all'interno della stessa cerchia degli Apostoli), portando alla consegna di Gesti ai rap­presentanti degenerati di un exoterismo tradizionale, divenuti strumenti delle forze che tendevano ad otte­nere la sua scomparsa.

Un altro esempio significativo a questo riguardo si può trovare nell'iniziazione massonica, considerando la « leggenda » del sacrificio di_ Hiram: i tre Compagni infedeli (qualificati del resto come «traditori») cer­cano invano di estorcere dal Maestro Hiram un inse­gnamento segreto che, in realtà, non sono atti a rice­vere, e ne provocano la morte. Anche qui, nella via

5 Su questa « unificazione », quale esigenza non soddisfatta e da soddisfare per chi entra in una via iniziatica, cfr. il nostro precedente articolo, in particolare a pp. 83-84 di questa Rivista.

6 In questo caso, è risaputa la motivazione costituita dall'of­ferta dei trenta denari da parte dei capi dei sacerdoti. Del resto oltre al suo significato letterale, vi si può anche vedere, in senso piu generale, un simbolo degli attaccamenti individuali che indu­cono (come dice un'espressione coranica) a «barattare il patto per un prezzo vile ».

7 Secondo il Vangelo di Luca (22, 3) «entrò Satana in Giuda» ( « intravit aut e m Satanas in J udas »), e parimenti secondo il Van­gelo di S. Giovanni (13, 27) «entrò in lui Satana (« introivit in eum Satanas » ): e queste affermazioni corrispondono s n ~A dubbi a un preciso significato, c 111 indi h r 111 in s gtlit o.

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m1z1atica di questi discepoli traditori, è evidente una concezione individuale distorta, la quale aveva fatto loro supporre di poter ottenere alcunché di valido im­ponendosi al loro Maestro anziché sottomettendosi a lui; ed è questo il presupposto che consente l'inter­vento delle forze avverse e la loro apparente vittoria contro colui che rappresenta l'influenza spirituale.

Di fatto però, operando in senso contrario al patto iniziatico, sono proprio i traditori a perdere, e cioè a realizzare per sé la possibilità negativa ( evidente~ente insita nella loro natura) costituita dalla perdita del le­game con l'influenza spirituale.

Come abbiamo già accennato a proposito della vi­cenda di Giuda Iscariota, nella tradizione ebraico-cri­stiana il principio di questa possibilità negativa è rap­presentato da Satana ( esh-Shaytdn nella tradizione isla­mica). Dapprima Angelo apportatore di luce (Lucife­ro), precisamente designato secondo la Qabbalah come Hakathriel (cioè l'Angelo della prima Sephirah, Ke­ther) 8, con la sua ribellione 9 egli perde il suo rango spirituale e il suo stesso nome, e viene precipitato in basso per manifestarsi appunto come « Satana » e cioè, in rapporto agli uomini, come « avversario » per anto­nomasia, tendendo a renderli partecipi della sua ca-

8 Cfr. RENÉ GuÉNON, Il Re del Mondo, cap. V, in nota. 9 Tale ribellione, che è comunque sempre un'affermazione di

separatività, viene rappresentata con diverse modalità: in parti­colare, come è noto, nella tradizione islamica si tratta del rifiuto di obbedire all'ordine di Allah di prosternarsi di fronte ad Adamo, mentre questo tema si trova raramente in testi preislamici ebraici e cristiani. Ad ogni modo, intendiamo riferirei a questo argo­mento soltanto in termini generali e generalmente conosciuti; d'altra parte, nei racconti che vi si riferiscono sotto forma di eventi drammatici individuali antropomorfici intervengono aspetti che possono essere intesi soltanto in senso simbolico: e ciò può spiegare anche la varietà delle espressioni, pur sempre piena­m nL va li de (qlt8ndo si.an autenticamente tradizionali) nell'am­I it o dvii · ri spe11i v • tmdi ~ i ni_

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duta IO. Si può dunque dire che Satana è anche, o pri­ma ancora che l'avversario, l'archetipo del perditore o il principio della perdizione, e che l'attuazione speci­fica di questo tipo di possibilità negli esseri viventi ri­sulta dall'intervento di tale principio in coloro che ne diventano i supporti 11

Beninteso, poiché per questi ultimi si tratta di pos­sibilità che vanno nel senso della perdizione, anche le loro eventuali vittorie esteriori e apparenti non sono altro che momenti di un cammino in tale direzione. D'altra parte, già accennammo altrove 12 che questo cammino presenta possibilità incomparabilmente piu vaste e piu gravi per chi non sia semplicemente un «profano», ma faccia parte della « controiniziazione », come può avvenire, in particolare, per coloro che, dopo aver avuto accesso all'iniziazione, abbiano «tradito» il patto iniziatico, operando in senso contrario ad esso, ed abbiano praticamente «consegnato» se stessi al­l'« avversario».

A questo argomento si possono ricollegare diretta­mente certe significative affermazioni di Gesu riportate nei Vangeli, come quella riguardante colui che lo tra-

IO A questo proposito, dobbiamo almeno accennare alla stretta connessione che, in un senso microcosmico, esiste tra il principio « satanico » e l'aspetto illusoriamente separativo dell'« io » o del­l'anima (in arabo, della « nafs » ).

11 A tali « supporti » individuali viene anche attribuito diretta­mente il nome di « diavoli » (dal termine greco « diabolos » che corrisponde all'ebraico « Satan ») e, nella tradizion~ islamica, il nome di « shayatin » (plurale di « Shaytan » ). Gesu stesso (allu­dendo a Giuda prima ancora che attuasse il suo tradimento) si rivolse ai dodici Apostoli affermando che uno di essi era un dia­volo (cfr. Giovanni, 6, 70); ed è appunto secondo questo mede­simo modo di espressione che, nella tradizione islamica, si parla di esseri individuali umani o del mondo sottile (i jinn) qualifican­doli come shayatin non perché appartenenti a una determinata specie di esseri ma per il loro orientamento «satanico» (cfr., in questo stesso fascicolo, la traduzione del cap. 55° di Al-Futuhdt al-Makkiyyah, in particolare la nota 6).

12 Cfr., nel n. 37 di questa Rivista, pp. 82-83.

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diva, secondo la quale meglio sarebbe stato per lui che non fosse mai nato 13

• E non meno significativi sono · i numerosi versetti coranici a proposito del tradimento (senza dubbio riferibili eminentemente al tradimento del patto iniziatico) e delle conseguenze che ne deri-vano per chi lo abbia compiuto 14

• · •

Se si procede fino in fondo in questo senso, la con­clusione non può essere che quella efficacemente espres­sa da Dante allorché descrive Giuda Iscariota divorato e dilaniato indefinitamente da Lucifero 15

; o quella si­milmente indicata da Guénon a proposito della « rea­lizzazione rovesciata » della controiniziazione come «disintegrazione totale dell'essere» e «dissoluzione senza ritorno » 16

A questo punto, occorre mettere in evidenza che le stesse possibilità di cui abbiamo parlato assumono aspetti completamente diversi per chi non ne sia egli stesso il supporto (come nel caso del « traditore »), ma

13 Matteo, 26, 24. 14 « In verità, i peggiori esseri viventi, per Allah, sono i

miscredenti - poiché essi non crederanno - con i quali hai stret­to un patto che però essi infrangono ... » (Sura 8, 55-56 o 57-58 secondo le numerazioni); «Chi violerà (il patto), non lo violetà se non contro se stesso » ( Sura 48 , r o); « ... coloro che violano il patto di Allah dopo la sua conclusione, dividono quanto Allah ha ordinato che fosse unito e portano la corruzione sulla terra, quelli sono i perdi tori » ( Sura, 2, 2 7 o 2 5); « Come dirigerà Allah degli esseri che sono miscredenti dopo che avevano creduto ed avevano testimoniato che l'Inviato era veridico e dopo che erano giunti loro i segni evidenti? Ma Allah non guida coloro che sono iniqui: la loro ricompensa consisterà nel fatto che su di loro sarà la maledizione di Allah, degli Angeli e di tutti gli uomini» (Sura 3, 86-87 o 8o-8r); ed a queste citazioni se ne potrebbero aggiungere parecchie altre. ·

15 .Tnjem o, 4, 55-63 . 16 fr . Tl )~ '.{( 110 delltl QuaJ~tità e i Segni dei Tempi, capi-

l o lo XXX VI II .

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bénsf ne incontri in qualche modo le manifestazioni ticonosèendone la natura.

Cosi, per Gesu e per i discepoli a lui fedeli, il pre­visto tradimento di Giuda viene ad essere una delle circostanze necessarie per il compimento della sua mis­sione 17

Ritornando poi alla già citata «leggenda» masso­nica, la si può riconsiderare in modo piu specifico con riferimento a Hiram. Gli viene chiesto con la violenza di trasmettere irregolarmente un insegnamento inizia­tico, cioè gli viene chiesto precisamente di «tradire», ed egli persiste nel suo rifiuto fino ad essere successi­vamente colpito per tre volte ed ucciso. Cosi, proprio mentre gli uccisori attuano la loro infedeltà, dal punto di vista del Maestro Hiram la loro aggressione è anche lo strumento, se cosi si può dire, per mezzo della quale egli porta all'estremo compimento il suo impegno ini­ziatico, incarnandolo fin nel suo corpo martirizzato; ed è questo un presupposto per lui necessario, me­diante l'intervento dell'influenza spirituale, per la sua successiva resurrezione. È noto, del resto, che nella Massoneria operativa era usato per designarlo il nome « Amon », che significa anche «Fedele» 18

• Attraverso

17 Oltre al tradimento di Giuda Iscariota, vi sarebbero da considerare anche, dopo la scomparsa di Gesti, i tradimenti e le contraffazioni operate, secondo l'espressione usata nell'Epistola di Giovanni, da « molti anticristi » che « uscirono da . noi ma non erano di noi; infatti, se fossero stati di noi, sarebbero parimenti rimasti con noi; ma ciò avvenne affinché fosse reso manifesto che non sono tutti di noi»; in altre parole, le manifestazioni di in­fedeltà di costoro adempivano allo scopo necessario di condurre a un discernimento definitivo tra veri e falsi discepoli, tra la via autentica lasciata da Gesti e le imposture che si servivano ingan­nevolmente del suo nome. È appena il caso di aggiungere che considerazioni simili potrebbero applicarsi in altri casi che presen­tino circostanze corrispondenti.

18 Cfr. la recensione di RENÉ GuÉNON a Speculative Mason dell'ottobre I949, ripubblicata in Études sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, vol. II, p. I 79· Ci riferiamo qui al si ni-

TRADIZIONE E TRADIMENTO

gli stessi fatti, dunque, ciascuno realizza le possibilità della propria natura, che per i Compagni traditori com­portano momentaneamente la conservazione della vita corporea e la perdita di quella spirituale; e, per il Maestro Hiram-Amon, la conservazione e l'avanza­mento nella vita spirituale e la perdita di quella cor­porea destinata a risorgere.

Naturalmente, si tratta qui soltanto di un esempio significativo; mentre potrebbero presentarsi in altri casi modalità assai diverse. A questo proposito, ciò che importa notare è che, secondo questo modo di in­tendere i fatti, persino quelli piu puramente negativi per chi li mette in opera, come le deviazioni e i tra­dimenti, possono essere, per l'iniziato che non se ne lascia coinvolgere, uno strumento provvidenziale per condurre a un discernimento delle possibilità prima la­tenti e per procedere oltre nella fedeltà alla via in­trapresa.

Del resto, piu in generale, l'importanza della ma­nifestazione di possibilità avverse come strumento di realizzazione 19 per chi le assume correttamente, sia in senso conoscitivo che sul piano dell'azione - combat­tendole, o resistendo ad esse, o accettandone l'esistenza e affrontando con esse il martirio - si trova frequen­temente in diversi testi sacri, dalla Bhagavad Gìtà al Corano 20

• E qui non è certo questione di indulgere a una compiacenza nella sofferenza per un bisogno di

ficato che si ricollega alla stessa radice (A M N) della parola ebraica « Amen », e della parola araba « Amin » (che è anche, nella tradizione islamica, uno dei nomi del Profeta).

19 Ciò di cui parliamo corrisponde anche, sotto un certo aspet­to, al significato che ha nell'ermetismo l'utilizzazione del « mer­curio di opposizione » nel corso del compimento dell'Opera.

20 Non ci soffermeremo qui su tale argomento, che si preste­tcbbe a tanti riferimenti e sviluppi diversi, e ricorderemo soltanto la sionificativa espressione coranica (Sura 29, z): «Pensano forse J( li uomini che siano lctsciati a dire: " crediamo" ( Àmanna), e che 111!11 Stll 't/11110 11/t'S.I' i t1ltt1 prova? ».

·l'

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consolazione, come avviene in una certa religiosità de­generata: vi si possono vedere invece degli avverti­menti precisi riguardanti condizioni tecnicamente ne­cessarie, riferibili in particolare a un aspetto impor­tante della via iniziatica, e del resto variabili, nell'or­dine delle contingenze, secondo le caratteristiche e le funzioni di ciascun essere.

C'è da auspicare che considerazioni di questo genere possano aiutare ad affrontare difficoltà che, da un punto di vista piu limitato, apparirebbero forse non accettabili. Peraltro, naturalmente, oltre i riferimenti relativi ad applicazioni che possono essere preziose ma che non sono sempre discernibili in modo specifico, ancora piu importante è non perdere la consapevolezza che comunque e sempre tutte le possibilità, anche le p ili tenebrose, fanno parte dell'ordine universale 21

, cosi come, anche se non ce ne rendiamo conto, la loro ma­nifestazione al momento dovuto fa parte del piano del «Grande Architetto dell'Universo», e tutti gli squili­bri parziali concorrono all'equilibrio totale. Non per nulla René Guénon, in un -passo famoso della sua ope­ra 22

, si rivolgeva a «coloro che sarebbero tentati di ce­dere allo scoraggiamento » invitandoli a superarlo fa­cendo proprio il motto iniziatico « V i nei t omnia V e­ritas ».

21 In realtà, anche le possibilità propriamente « sataniche » fanno parte dell'ordine universale, si potrebbe d'ire, allo stesso titolo di qualsiasi altra. Però, ad evitare gravi equivoci a questo riguardo, occorre tenere ben presente che ciò non significa mini­mamente che le loro manifestazioni debbano essere accolte passi­vamente, ma anzi, per chi ne riconosca la natura, è necessario trattarle di conseguenza per quello che sono nell'ordine delle con­tingenze in cui le si incontrano. In particolare, nel Corano si trovano piu volte gli avvertimenti indicanti che per l 'uomo Satana è nemico, e deve da lui essere preso come tale (ad esempio, nella Sura 36, 6: «In Verità lo Shaytan è per voi nemico, prendetelo quindi per nemico» - « Inna-sh-Shaytana lakum aduwwan, fa­ttakhidhuhu aduwwan » ).

22 Si tratta delle ultime parole della Crisi del Mondo 111(1 !t•mo.

TRADIZIONE E TRADIMENTO

Ritornando al nostro tema iniziale, tale affermazione può riferirsi, in particolare, alla sicura finale vittoria di ciò che costituisce l'essenza della tradizione su qual­siasi «tradimento». Ma, al di là di un significato an­cora limitativo, quell'affermazione si può i:nfìne tra­sporre in un senso puramente metafisico, quale vittoria incondizionata della Conoscenza coincidente con la Ve­rità principiale, nell'« Identità Suprema » al di fuori della quale non vi è nulla e che non è altro che la Pos­sibilità totale 23

GrovANNI PoNTE

23 Tale concezione dell'« Identità Suprema» è senza dubbio di un'importanza incomparabile nel messaggio dottrinale dell'ope­ra di René Guénon, ed essa si ritrova magistralmente espressa nell'insegnamento di Shrì Shankaracharya contenuto nel testo tra­dotto dopo il presente articolo.

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