Fuorionda N°1 2011

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IN QUEST'ULTIMA PAGINA ABBIAMO VOLUTO PROPORVI LIBRI E/O FILM CHE MERITANO DI ESSERE LETTI O VISTI. A VOLTE VI RIPROPORREMO GRANDI CAPOLAVORI CHE TUTTI NOI ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA DOVREMMO GUSTARCI, A VOLTE INVECE VI PROPORREMO LAVORI PIù “MODESTI” MA CHE IN UGUAL MODO MERITANO ATTENZIONE. SI TRATTA DI ARTE, E COME TALE OGNUNO HA I PROPRI GUSTI. PER QUANTO POSSIBILE VI OFFRIREMO UNA PANORAMICA VASTA DI OPERE. SPERANDO CHE LA LETTURA ACQUISTI SEMPRE PIù MAGGIOR INTERESSE NELLE PERSONE, QUEST'OGGI VI PROPONIAMO: L'AMORE E GLI STRACCI DEL TEMPO autore Anilda Ibrahimi Una storia vibrante e sincera, di amicizie che durano una vita, di perdite e di speranza, di figli della guerra e dei loro tanti genitori. Un romanzo che tocca corde profonde, temi viscerali, con coraggio e delicatezza. Che non teme di fare i conti con un passato che «quando ti trova, ti guarda con i tuoi stessi occhi». Anilda Ibrahimi ci racconta, con la sua leggerezza, con la sua scrittura cruda e poetica, una vicenda struggente, di sentimenti forti, senza essere sentimentale. Ci porta di nuovo a un passo da qui, stavolta nel Kosovo, per farci scoprire un mondo e la sua repentina distruzione. Rintracciando però quel filo che continua a legare vecchio e nuovo, passato e futuro, in un flusso ininterrotto di vita. IL POTERE DEL CANE autore Don Winslow Il narcotraffico messicano rappresenta una guerra senza esclusione di colpi, che coinvolge sicari senza scrupoli , politici corrotti,servizi segreti americani, mafia, tra inganni, tradimenti e vendete spietate. Una guerra dove non esiste innocenza possibile, e dove è sempre in agguato, pronto a esplodere, il male assoluto: quella demoniaca crudeltà di uomini e cose cui una millenaria tradizione ha saputo dare un solo nome, evocativo quanto misterioso. Il potere del cane. Un libro che si legge tutto di un fiato, fatto di colpi di scena e di azione. Scorrevole, sembra di vivere affianco ai protagonisti e provare le loro stesse emozioni, mai banale e scontato, la trama e ben cucita su quella che è la cruda realtà quotidiana, di uno dei mercati più florido di sempre che fattura miliardi di dollari l'anno. Imperi veri e propri fondati sul sangue e sul denaro. Quello stesso denaro che rappresenta il motore a cui tutta la macchina narrativa e i suoi personaggi sono trainati e influenzati. 714 pagine che vi faranno immergere in un mondo parallelo, arrivando alla fine sperando che non sia l'ultima. L'autore, Don Winslow, ex investigatore e consulente di studi legali e compagnie di assicurazioni, è considerato tra gli esponenti maggiori del nuovo crime americano. Ha al suo attivo dieci romanzi, coronati da un successo crescente di critica e pubblico. OGNUNO MUORE SOLO autore Hans Fallada Uno degli ultimi libri di Hans Fallada, grande scrittore tedesco che visse tra il le due guerre mondiali, del suo ultimo capolavoro Primo Levi commentò cosi: “uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo". "Ognuno muore solo" è la storia meravigliosamente triste di un vecchio operaio tedesco che dichiara guerra ad Hitler, reo di avergli portato via il figlio sul fronte russo. Il vecchio padre ferito incomincia a girare per la città seminando ovunque biglietti altamente sovversivi: "HITLER UCCIDE I NOSTRI FIGLI", oppure "HITLER, IN RUSSIA VACCI TU". I biglietti vengono infilati nei sottoscala, lungo le sale d'aspetto dei medici, sui tram. Ad un certo momento il Reich se ne accorge e incomincia un'indagine contro questo "movimento destabilizzatore". Genialmente attualissimo, "Ognuno muore solo" è il capolavoro di un uomo che si innamorò della sua pazzia e ne fece un'opera d'arte. ROBINSON CRUSOE autore Daniel Defoe v Tutti almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare di Robinson Crusoe, ma in quanti abbiamo realmente letto il libro? Vogliamo riproporvi quello che da molti è considerato capostipite del moderno romanzo di avventura e, da alcuni critici letterari, del romanzo moderno in generale. Il romanzo racconta le fantastiche avventure del ragazzo di nome Robinson Kreutznaer, figlio di un mercante straniero, chiamato da tutti Crusoe, che, desideroso di avventure fra i sette mari, si imbarca su una nave all' età di 19 anni. La nave naufraga, ma Robinson non si scoraggia. Purtroppo viene catturato durante un altro viaggio da pirati di Salè e rimane prigioniero per alcuni mesi. Fortunatamente Robinson riesce a fuggire e si ritrova in Brasile, dove allestisce diverse piantagioni. La sfortuna non abbandona Crusoe; durante un nuovo viaggio intrapreso allo scopo di acquistare schiavi, la nave su cui viaggia affonda al largo del Venezuela, presso la foce del fiume Orinoco e il giovane si ritrova ad essere l'unico sopravvissuto di tutto l'equipaggio. Crusoe, dopo un momento di smarrimento, esplora l'isola e pian piano la colonizza tutta. LETTURE LE VARIE E LE EVENTUALI PER OGNI COMMENTO O CONSIGLIO POTETE RIVOLGERVI DIRETTAMENTE A NOI, SCRIVENDOCI ALL'INDIRIZZO QUI IN FONDO. CI AUGURIAMO CHE SIATE IN TANTI A PROPORCI I VOSTRI LIBRI O LE VOSTRE IDEE, RISPONDEREMO A TUTTI. SIAMO IL FUTURO, NEL VERO SENSO DELLA PAROLA, COMINCIAMO A FARCI SENTIRE PERCHé DOBBIAMO DIRE, E SOPRATUTTO FARE ANCHE LA NOSTRA PARTE. CONTATTI [email protected] I NOSTRI PIÙ SINCERI RINGRAZIAMENTI ALL'UNIVERSITÀ DI TRIESTE DIRETTORE Marco Catania VICEDIRETTORE Caterina Saviano SEGRETARIO Besart Shyti COLLABORATORI Erald Hasambelli Odeta Dinoshi GRAFICA luciapasqualin.com STAMPATO DA Tipografia Adriatica CON IL CONTRIBUTO DI E’ SEMPRE BELLO QUANDO TI CHIEDONO DI SCRIVERE UN PEZZO CHE SPIEGHI LA STORIA DI UN PROGETTO IN CUI HAI CREDUTO E TI SEI IMPEGNATO AFFINCHé SI REALIZZASSE. E QUESTO VALE PER FUORIONDA, IDEA NATA NEL 2007 COME ASSOCIAZIONE, E DECOLLATA UN ANNO PIù TARDI COME RIVISTA. LO SCOPO FONDANTE è STATO QUELLO DI CREARE UN GIORNALINO PER STU- DENTI: FATTO, GESTITO, SCRITTO (E LETTO) DA STU- DENTI, CON L’AMBIZIONE DI ESSERE IL PIù OBIETTI- VO POSSIBILE MA, ALLO STESSO TEMPO, IN GRADO DI DARE SPAZIO A TUTTE LE DIVERSE OPINIONI. UN LUO- GO APERTO DOVE CONFRONTARE DIFFERENTI PUNTI DI VISTA E MET- TERLI A DISPOSIZIONE DEI LETTORI-STUDENTI. DOVE LEGGERE LE NOTIZIE PIù SALIENTI DEL MONDO, DELLA SOCIETà E DELLE VICENDE INTERNE DELL’UNIVERSITà, CON UNO SGUARDO GIOVANE. E PERCHé NO DI ABITUARE GLI UNIVERSITARI A LEGGERE I GIORNALI. IL PROGET- TO SI è SVILUPPATO PASSO DOPO PASSO: SE PENSIAMO AL PRIMO NU- MERO PUBBLICATO, VIENE DA SORRIDERE PER COME LO SI ERA SCRIT- TO ED IMPAGINATO. EPPURE ORA SIAMO QUI A SCRIVERE, MENTRE UN NUOVO GRUPPO CAPITANATO DA MARCO CATANIA (STUDENTE DI INGE- GNERIA –CURIOSO ANCHE QUESTO, N.D.R.) SI ACCINGE A PRENDERNE LE REDINI. QUESTO è IL BELLO: OGNI PERIODO HA LA SUA FASE, I SUOI PROTAGONISTI, LE SUE STORIE. LE GESTIONI NASCONO, VIVONO E PAS- SANO. LA STRUTTURA, RESTA. E’ COME UN CONTENITORE CHE HA BISO- GNO DI ESSERE RIEMPITO. LA COSA IMPORTANTE è CHE CI SIA SEMPRE QUALCUNO PRONTO A METTERCI DENTRO QUALCOSA. ECCO PERCHé è CON ENORME GRATITUDINE CHE AUGURIAMO ALLA NUOVA REDAZIONE UNA FELICE GESTIONE, PIENA DI GIOIE E SODDISFAZIONI. ALLA FINE, UN’ASSOCIAZIONE è UN’ASSOCIAZIONE, COSì COME UN GIORNALINO è UN GIORNALINO: QUELLO CHE CONTA è CIò CHE CI SI METTE DENTRO! BUON LAVORO RAGAZZI. ALESSIO GAVINA 0– LA RIFORMA DELLA PROTESTA 1– QUESTIONARIO SULLA MENSA DELL'UNITS 2– ERDISU TRATTENUTA DI 600 EURO SULLA BORSA DI STUDIO 3– LISTA OLTRE 4– LISTA AUTO NOMA MENTE 5– ASAT 6– AISIEC IL GIORNALINO DELL' UNIVERSITà n° 1 2011

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Fuorionda, giornalino dell' Università degli studi di Trieste

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In quest'ultIma pagIna abbIamo voluto proporvI lIbrI e/o fIlm che merItano dI essere lettI o vIstI. a volte vI rIproporremo grandI capolavorI che tuttI noI almeno una volta nella vIta dovremmo gustarcI, a volte Invece vI proporremo lavorI pIù “modestI” ma che In ugual modo merItano attenzIone. sI tratta dI arte, e come tale ognuno ha I proprI gustI. per quanto possIbIle vI offrIremo una panoramIca vasta dI opere. sperando che la lettura acquIstI sempre pIù maggIor Interesse nelle persone, quest'oggI vI proponIamo:

L'amore e gLi stracci deL tempoautore Anilda Ibrahimi

Una storia vibrante e sincera, di amicizie che durano una vita, di perdite e di speranza, di figli della guerra e dei loro tanti genitori. Un romanzo che tocca corde profonde, temi viscerali, con coraggio e delicatezza. che non teme di fare i conti con un passato che «quando ti trova, ti guarda con i tuoi stessi occhi». anilda ibrahimi ci racconta, con la sua leggerezza, con la sua scrittura cruda e poetica, una vicenda struggente, di sentimenti forti, senza essere sentimentale. ci porta di nuovo a un passo da qui, stavolta nel Kosovo, per farci scoprire un mondo e la sua repentina distruzione. rintracciando però quel filo che continua a legare vecchio e nuovo, passato e futuro, in un flusso ininterrotto di vita.

iL potere deL caneautore Don Winslow

il narcotraffico messicano rappresenta una guerra senza esclusione di colpi, che coinvolge sicari senza scrupoli , politici corrotti,servizi segreti americani, mafia, tra inganni, tradimenti e vendete spietate. Una guerra dove non esiste innocenza possibile, e dove è sempre in agguato, pronto a esplodere, il male assoluto: quella demoniaca crudeltà di uomini e cose cui una millenaria tradizione ha saputo dare un solo nome, evocativo quanto misterioso. il potere del cane. Un libro che si legge tutto di un fiato, fatto di colpi di scena e di azione. scorrevole, sembra di vivere affianco ai protagonisti e provare le loro stesse emozioni, mai banale e scontato, la trama e ben cucita su quella che è la cruda realtà quotidiana, di uno dei mercati più florido di sempre che fattura miliardi di dollari l'anno. imperi veri e propri fondati sul sangue e sul denaro. Quello stesso denaro che rappresenta il motore a cui tutta la macchina narrativa e i suoi personaggi sono trainati e influenzati. 714 pagine che vi faranno immergere in un mondo parallelo, arrivando alla fine sperando che non sia l'ultima.L'autore, don Winslow, ex investigatore e consulente di studi legali e compagnie di assicurazioni, è considerato tra gli esponenti maggiori del nuovo crime americano. Ha al suo attivo dieci romanzi, coronati da un successo crescente di critica e pubblico.

ognUno mUore soLoautore Hans Fallada

Uno degli ultimi libri di Hans Fallada, grande scrittore tedesco che visse tra il le due guerre mondiali, del suo ultimo capolavoro primo Levi commentò cosi: “uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo"."ognuno muore solo" è la storia meravigliosamente triste di un vecchio operaio tedesco che dichiara guerra ad Hitler, reo di avergli portato via il figlio sul fronte russo. il vecchio padre ferito incomincia a girare per la città seminando ovunque biglietti altamente sovversivi: "HitLer Uccide i nostri FigLi", oppure "HitLer, in rUssia Vacci tU".i biglietti vengono infilati nei sottoscala, lungo le sale d'aspetto dei medici, sui tram.ad un certo momento il reich se ne accorge e incomincia un'indagine contro questo "movimento destabilizzatore". genialmente attualissimo, "ognuno muore solo" è il capolavoro di un uomo che si innamorò della sua pazzia e ne fece un'opera d'arte.

robinson crUsoeautore Daniel Defoe

v

tutti almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare di robinson crusoe, ma in quanti abbiamo realmente letto il libro?Vogliamo riproporvi quello che da molti è considerato capostipite del moderno romanzo di avventura e, da alcuni critici letterari, del romanzo moderno in generale.il romanzo racconta le fantastiche avventure del ragazzo di nome robinson Kreutznaer, figlio di un mercante straniero, chiamato da tutti crusoe, che, desideroso di avventure fra i sette mari, si imbarca su una nave all' età di 19 anni. La nave naufraga, ma robinson non si scoraggia.purtroppo viene catturato durante un altro viaggio da pirati di salè e rimane prigioniero per alcuni mesi. Fortunatamente robinson riesce a fuggire e si ritrova in brasile, dove allestisce diverse piantagioni.La sfortuna non abbandona crusoe; durante un nuovo viaggio intrapreso allo scopo di acquistare schiavi, la nave su cui viaggia affonda al largo del Venezuela, presso la foce del fiume orinoco e il giovane si ritrova ad essere l'unico sopravvissuto di tutto l'equipaggio. crusoe, dopo un momento di smarrimento, esplora l'isola e pian piano la colonizza tutta.

LettUre

Le Varie e Le eVentUaLi

per ognI commento o consIglIo potete rIvolgervI dIrettamente a noI, scrIvendocI all'IndIrIzzo quI In fondo. cI augurIamo che sIate In tantI a proporcI I vostrI lIbrI o le vostre Idee, rIsponderemo a tuttI. sIamo Il futuro, nel vero senso della parola, comIncIamo a farcI sentIre perché dobbIamo dIre, e sopratutto fare anche la nostra parte.

[email protected]

I nostrI pIù sIncerI rIngrazIamentI all'UnIversItà dI trIeste

dIrettoremarco catania

vIcedIrettorecaterina saviano

segretarIobesart shyti

collaboratorIerald hasambelli odeta dinoshi

grafIcaluciapasqualin.com

stampato datipografia adriatica

con Il contrIbuto dI

e’ sempre beLLo QUando ti cHiedono di scriVere Un pezzo cHe spiegHi La storia di Un progetto in cUi Hai credUto e ti sei impegnato aFFincHé si reaLizzasse. e QUesto VaLe per FUorionda, idea nata neL 2007 come associazione, e decoLLata Un anno più tardi come riVista. Lo scopo Fondante è stato QUeLLo di creare Un giornaLino per stU-denti: Fatto, gestito, scritto (e Letto) da stU-denti, con L’ambizione di essere iL più obietti-Vo possibiLe ma, aLLo stesso tempo, in grado di dare spazio a tUtte Le diVerse opinioni. Un LUo-

go aperto doVe conFrontare diFFerenti pUnti di Vista e met-terLi a disposizione dei Lettori-stUdenti. doVe Leggere Le notizie più saLienti deL mondo, deLLa società e deLLe Vicende interne deLL’UniVersità, con Uno sgUardo gioVane. e percHé no di abitUare gLi UniVersitari a Leggere i giornaLi. iL proget-to si è sViLUppato passo dopo passo: se pensiamo aL primo nU-mero pUbbLicato, Viene da sorridere per come Lo si era scrit-to ed impaginato. eppUre ora siamo QUi a scriVere, mentre Un nUoVo grUppo capitanato da marco catania (stUdente di inge-gneria –cUrioso ancHe QUesto, n.d.r.) si accinge a prenderne Le redini. QUesto è iL beLLo: ogni periodo Ha La sUa Fase, i sUoi protagonisti, Le sUe storie. Le gestioni nascono, ViVono e pas-

sano. La strUttUra, resta. e’ come Un contenitore cHe Ha biso-gno di essere riempito. La cosa importante è cHe ci sia sempre QUaLcUno pronto a metterci dentro QUaLcosa. ecco percHé è con enorme gratitUdine cHe aUgUriamo aLLa nUoVa redazione Una FeLice gestione, piena di gioie e soddisFazioni. aLLa Fine, Un’associazione è Un’associazione, così come Un giornaLino è Un giornaLino: QUeLLo cHe conta è ciò cHe ci si mette dentro! bUon LaVoro ragazzi. AlessIo gAvInA

0–la rIForma della protesta1–qUestIonarIo sUlla mensa dell'UnIts2–erdIsU trattenUta dI 600 eUro sUlla Borsa dI stUdIo3–lIsta oltre4–lIsta aUtonomamente5–asat6–aIsIec

iL giornaLino

deLL'UniVersità

n° 1

—2011

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mostrano che gli studenti gradisco-no l’aspetto del locale, la pulizia, la cortesia del personale e l’orario di apertura.

per la valutazione in genera-le sui cibi i risultati sono buoni per quanto riguarda la quantità delle porzioni, la temperatura del cibo, e la qualità dei primi e dei secondi piatti. meno buona invece l’impres-sione sulla cottura dei cibi e sulla qualità di contorni, frutta, dessert, oltre che sulla varietà dei dei menù.

Venendo ai dettagli dei sin-goli brand, gli studenti premiano il brand pizza & pizza, il brand a tutto pasta e il brand colazione. il brand pizza&pizza viene valutato positi-vamente nel suo insieme. gli uni-ci problemi sono i tempi d’attesa (molto lunghi soprattutto durante la sera) e la varietà limitata del menù.

anche nel servizio a tutto pasta, l’unica cosa migliorabile ri-sulta essere la varietà del menù. nulla da eccepire sulla qualità per il brand colazione che viene valu-tato però sotto la media per i tempi di attesa.

meno positivamente viene valutato il brand barbeque, dove la qualità del cibo e i tempi di attesa, ma soprattutto la poca varietà, sem-brano non soddisfare gli studenti.

anche il brand più utilizza-to, il self-service, ha ottenuto dei punteggi molto bassi per quanto ri-guarda la qualità del cibo e i tempi di attesa, che dal sondaggio risulta-no i veri problemi del servizio. non si salvano nemmeno gli altri cam-pi (grado di cottura, quantità delle porzioni, temperatura del cibo e va-rietà del menù), tutti sotto la media dei punteggi.

i brand pani e sapori e Fre-sche idee vengono invece totalmen-te bocciati: a fronte di tempi di atte-sa molto brevi, l’offerta è carente di qualità e di varietà.

Quali sono i suggerimenti più gettonati dagli studenti? in pri-mis, è necessario trovare un modo per razionalizzare i tempi d’attesa. come? bè, si potrebbero installare delle macchinette per le ricariche automatiche, oppure aggiungere delle casse nei brand più utilizzati, da aprire nelle ore di punta. poi sa-rebbe opportuno porre maggior at-tenzione alla qualità e alla varietà dei cibi, per esempio inserendo un dolce tra i dessert.

i dati completi delle valuta-zioni ed il questionario li potere tro-vare sul sito:

www.listaautonomamente.itandrea ceolIn – marco lunghI (lIsta autonomamente)

— Da pochi giorni, un Foglio appeso in bacheca illumina come l’ente Regionale per il Diritto allo studio Universitario ha deciso di

gestire le borse di studio. —

il testo annuncia: gli stu-denti iscritti ad anni successivi al primo risultati beneficiari di bor-sa di studio, a fronte della tratte-nuta di 600 euro per i ‘fuori sede’ e di 400 euro per i ‘pendolari’ e ‘in sede’, potranno usufruire quoti-dianamente, a partire dal 1° gen-naio 2011, di un pasto gratuito (il pranzo o, in alternativa, la cena se non usufruiscono del pranzo) fino al raggiungimento della quo-ta di 1,90 corrispondente al pasto completo di prima fascia. la quo-ta non usufruita a pranzo non po-trà essere utilizzata a cena.

se qualcuno volesse fare le pulci al manifesto inizierebbe dalla parola ‘gratuito’, ma visto gli asini che girano per il momento lascia-mo stare le pulci. chiunque con un po’ di buon senso partirebbe guardando i giorni in cui la men-sa rimane aperta durante l’anno e moltiplicando questi per la tratte-nuta di 1.90 euro scoprirebbe già che il prodotto è più basso dei 600 euro che vengono trattenuti ai fuo-ri sede, ma anche su questo possia-mo chiudere un’occhio.

Quel Foglio appeso però dichiara che 1.90 euro vengono trattenuti da un solo pasto e tutto quello che non viene consumato in quel pasto è perduto. diciamo al-lora che se il Foglio fosse onesto enuncerebbe che ‘la parte di 1.90 euro che non viene consumata a pranzo potrà essere consumata a cena’. ma purtroppo questo al Fo-glio non è venuto in mente! tra le conseguenze che seguono questo fatto, in primo loco c’è la reazione degli studenti beneficiari che co-minciano a prendere i pasti inte-ri da 1.90 euro, al posto dei pasti parziali che consumavano normal-mente. perché bisogna ricordare che la maggior parte degli studenti non hanno bisogno quasi mai del pasto completo.

da questo derivano due pro-blemi: primo si incita la gente a mangiare più del dovuto, cosa al quanto grave, visto che l’obesita’ è una delle piaghe che attanaglia-no l’occidente; secondo problema è l’aumento di cibo gettato via, visto che comunque lo stomaco è uno e tutto quello che non ci sta dentro verrà gettato nelle immondizie.

Questo come problema sembrerebbe ancora più grave del primo, qua parliamo di aumento dello spreco dei cibi e aumento della produzione di rifiuti. con-cludiamo questa parte meditando a vantaggio di chi va tutto questo, giusto per capire con chi è che il Foglio si è messo d’accordo. sen-za dubbio alla sodexo tutto que-sto conviene, la gente consumerà molto di più, e molto di più entrerà

— e’ inutile. sono passati due anni e nessuno ha prestato attenzione

agli studenti che sono scesi in piazza non soltanto per difendere il diritto

all’istruzione —

ma anche per sottolineare un momento di disagio, una situa-zione difficile nella quale il futuro non si prospetta roseo, dove l’avan-zamento tende verso il nulla, la di-soccupazione aumenta, i cervelli scappano, il modello di crescita non è funzionale, il ricambio genera-zionale è assente, il divario sociale aumenta, e dove, in ultima analisi, le decisioni miopi della classe poli-tica hanno intaccato pesantemente il futuro dei giovani. La nuova ge-nerazione ha voglia di cambiare, di esprimere idee nuove, di prendere decisioni importanti, di essere con-siderata, di dimostrare alle masse che c’è, che è pronta, e che è capace di gestire e risolvere problemi.

L’opinione pubblica -che avrebbe dovuto essere quella più sensibile al problema- si è invece inasprita contro gli studenti, quei fannulloni che pensano solo a pro-testare e non a studiare. i media, informano di scontri in piazza tra studenti e poliziotti, quest’ultimi impauriti dalla psicologia folle della folla [La psicologia delle folle - gu-stav Le bon, 1841-1931]. il risultato è che la riforma è passata, la clas-se politica è ancora lì; ed ora, chi si deve preparare al peggio, sono i giovani e le Università italiane.

il quesito da porre allora è in quale modo la protesta sia arrivata nelle case delle persone, e perché essa sia stata percepita in un modo negativo. Forse qualcosa da cam-biare c’è. e una risposta (forse) la si può trovare nello stile. La protesta è figlia della società che la vive. e ogni società ha le sue caratteristi-che, i suoi costumi, le sue mode.

Visti i tempi, un elemento di rinnovamento è allora opportuno; ed un tentativo lo si potrebbe fare rivisitando la forma, l’atteggiamen-to, con il quale ci si presenta ad una manifestazione. L’utilità di una pro-testa in piazza, sta nell’attrarre l’at-tenzione dei media (oltre che della classe dirigente) verso un disagio che affligge una parte della società civile, ed in questo modo arrivare nelle case della gente di ogni ordi-ne e grado.

L’unico e più immediato modo per rendere partecipi le mas-se, anche quella che guarda pro-grammi come: Kalispera, gieffe, amici, Uomini e donne e che rap-presenta una bella fetta degli ita-liani. in questa visione, la mani-festazione va considerata come il biglietto da visita di una generazio-ne che deve risultare credibile e che vuol essere ascoltata. e solitamente, quando ci si presenta agli appunta-menti importanti, lo si fa nel modo migliore possibile. Un tempo le per-sone si vestivano in un determinato modo la domenica per andare alla

messa, oppure il giorno delle elezio-ni per andare a votare. oggigiorno, chi si sposa, chi si laurea, chi va ad un colloquio di lavoro, chi esce con la ragazza che sogna, si presenta in un certo modo. così, lo stesso pen-siero dovrebbe associarsi anche per “l’andare a manifestare”, l’occasio-ne di mostrarsi al grande pubblico! (cosa rara al dì d’oggi dove la sce-na è sempre occupata dalle vecchie mummie che non si schiodano dalla sedia).

molti possono obiettare che ciò che conta è l’idea e non come la si presenta. non è così. nella socie-tà odierna, è ipocrisia non afferma-re che l’immagine svolge un ruolo primario. L’effetto senza dubbio sa-rebbe originale: un fiume di studen-ti che sfila per le vie della capitale in giacca, camicia bianca e cravat-ta (e magari con i poliziotti in divisa che li picchiano!).

La sensazione delle casalin-ghe, degli anziani, dei nonni che vedono in tV i loro nipoti sbarbati con i capelli a posto, ben vestiti -per come lo intendono loro-, sfilare per le strade incazzati allo stesso modo e urlanti a squarcia gola le stesse cose, costituirebbe un elemento di novità.

potrebbero perfino sembra-re più credibili, anche agli occhi di persone che fino ad allora avevano un opinione contraria. perché nella società dell’immagine accade anche che i nostri rappresentanti al parla-mento siano considerati, dalle mas-se, autorevoli poiché vestono con una giacca ed una cravatta; se poi dicono buffonate, non importa, nes-suno se ne accorge.

in questo modo si combatte ad armi pari. siccome in questi anni di protesta, poco o nulla è cambiato, tanto vale allora fare un tentativo, aggiungere una novità alla protesta. gli anni sessanta sono finiti, le nuo-ve generazioni devono ingegnarsi, rinnovarsi, rigenerarsi, e il prover-bio ricorda che il tentar non nuoce. L’obiettivo è quello. il mezzo conta meno.alessIo gavIna

— Risultati del questionario sulla mensa: bene la pizza e la pasta, bocciati i panini

e le verdure. orari flessibili, ambiente accogliente, ma le code sono interminabili nelle

ore di punta. —

pubblichiamo i risultati del questionario mensa che la Lista autonomamente ha somministra-to agli studenti alla fine dell’anno scorso. il questionario era nato con l’intento di raccogliere le impressio-ni degli studenti e sottoporle all’at-tenzione dell’erdisu e della sodexo. sin dalle prime domande le risposte

0–la rIForma della protesta1–qUestIonarIosUlla mensadell'UnIts2–erdIsU trattenUta dI 600 eUro sUlla Borsa dI stUdIo

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ecco come ci vede tanta parte d’italia, anche grazie al genio che ha portato qualcuno di noi a scrivere le sue idee sui nostri muri, che non sono ancora stati ri-tinteggiati con i soldi delle nostre tasse universitarie.

Aris MilaniLe foto sono disponibili allo short-link: alturl.com/tr-

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neWsVandaLismoattUaLità

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aggregativo destinate agli studenti, con il determinato intento di realiz-zare uno spazio pubblico e sociale al quale tutti i giovani possano par-tecipare.

La sua natura assolutamente apartitica e lontana da etichette ha permesso talvolta di stimolare l’in-teresse sopito degli studenti e di ot-tenere un buon numero di successi.

Le conferenze promosse dalla lista hanno toccato gli argo-menti della governance universi-taria, delle discriminazioni interne alla nostra società, su scala sessua-le per la paura del “diverso”, dello spazio concesso attualmente ai gio-vani triestini all’interno della città e di quello che invece sarebbe de-siderato dagli stessi.

svariati membri della lista hanno anche partecipato attiva-mente al dibattito sociale attorno alla riforma universitaria e ai ta-gli finanziari che hanno interessa-to l’intero mondo dell’istruzione. a questo riguardo, la lista si è spesa nel proporre momenti di incontro e di dialogo tra gli studenti, al fine di analizzare con occhio critico ed oggettivo la suddetta riforma. Que-sti sforzi si sono capitalizzati in una recente conferenza/dibattito che ha visto la partecipazione, oltre de-gli studenti, di illustri relatori ed esperti in materia giunti a trieste da altri atenei italiani, sotto invito di autonomamente.

La lista autonomamente è, in conclusione, un gruppo di stu-denti che opera a favore degli stu-denti stessi, determinata ogni gior-no a fare il meglio per tutti, nella convinzione che gli studenti possa-no grandi cose, tramite l’impegno, all’interno di questo microcosmo.

— AsAT - “Associazione degli studenti Albanesi

a Trieste” nata ufficialmente il 23.06.2009 —

da un gruppo di giovani studenti che hanno deciso di pro-muovere e sostenere l’integrazio-ne degli studenti albanesi iscritti presso l’Università di trieste nel-la comunità studentesca e non, dell’ateneo giuliano. Vuole inol-tre orientare e facilitare gli stu-denti albanesi, per quanto riguar-da la questione alloggi e il diritto allo studio in genere, e si prodi-gherà anche per appoggiare con-cretamente tutti coloro che inten-dono tornare nel loro paese dopo la fine del loro precorso di studi. L’asat vuole essere anche un’an-tenna della cultura “shqipëtar” e per questo promuove e incentiva la conoscenza e la diffusione della cultura albanese cercando di raf-forzare l’amicizia tra studenti di origine albanese, italiana e di altre nazionalità.

in un periodo relativamen-te breve l’associazione, con il suo direttivo, i suoi soci e i simpatiz-zanti, si è saputa inserire a pieno titolo nella comunità studentesca triestina.

La dimostrazione concreta si è vista con la celebrazione delle due feste nazioanli di grande im-portanza per la comunità albane-se: “Festa e Flamurit” (il giorno della bandiera in ricordo dell’in-dipendenza dell’albania) e “pa-varsia e Kosovës” (in occasione dell’anniversario dell’indipenden-za del Kosovo). Queste feste sono risultate un vero successo e si sono contraddistinte da una parte per la giusta spensieratezza degli studen-ti e dall’altra per aver portato alla luce la ricchezza culturale che può sussistere anche all’interno di un medio-piccolo ateneo.

c’è stata così l’occasione di creare un vero momento d’incon-tro tra popoli, dove studenti alba-nesi, italiani, croati e di ogni dove hanno ballato assieme, tenendo-si per mano, al ritmo della musica tradizionale del paese delle aquile, shqipëria.

inoltre, ha realizzato al-tri progetti, come la la conferenza l’“albania. il paese di fronte” con la proiezione del documentario con lo stesso nome dove era pre-sente anche il regista roland sej-ko. Un altro evento che deve essere accennato è la mostra fotografica “scoprire l’albania” realizzata in piazza Unità d’italia.

L’obiettivo della mostra fo-tografica è stato quello di far cono-scere l’albania, sotto un’altro punto di vista. Le immagini relative al no-stro paese ci raccontano tutta l’al-bania, dal nord fino al sud.

La scelta di portare la mo-stra a trieste è di motivare le per-sone a visitare l’albania, la sua splendida natura e la sua storia at-traverso queste immagini. durante le diverse iniziative realizzate, tan-ti italiani hanno espresso interesse per conoscere meglio l’albania, la sua storia e la cultura.

prendendo spunto da que-sto abbiamo deciso di esporre i più belli paesaggi albanesi anche a trieste. La maggior parte delle foto sono state scattate dagli studenti dell’Università di bologna durante i loro viaggi in albania.

con questa mostra vogliamo far conoscere quell’albania che c’è nei nostri ricordi e pensieri, colo-rata e soleggiata, fatta di profumi e di luoghi che ci sono molto cari e che vogliamo far sentire cosi vicini anche a chi la nostra terra non l’ha mai vista.

L’asat continuerà a pro-muovere la cultura albanese e i va-lori di quest’ultima, con uno spiri-to aperto verso la collaborazione, il dialogo e il confronto con tutti gli studenti, senza alcuna distinzione di religione e di etnia.arlInd doberdolanI

— lavorare un anno in un’azienda in Russia,

trascorrere un’estate insegnando a dei bambini in Brasile, o partecipare ad un progetto culturale

in un team internazionale in India... —

Questi sono solo esempi del-

le opportunità che aiesec può of-frire a tutti gli studenti universitari ed ai neolaureati che vogliano spe-rimentarsi e vivere un’esperienza altamente formativa e sicuramente fuori dal comune.

nel 2010 infatti ben 10.000 ragazzi da 111 paesi in tutto il mon-do hanno sfruttato l’opportunità di effettuare uno stage retribuito all’estero tramite questa piattafor-ma, lavorando in campo gestionale, tecnico, educativo o di volontariato presso aziende, ong, scuole, uni-versità ed altre organizzazioni.

si tratta quindi di coniuga-re un’esperienza lavorativa, che accresce e sviluppa le conoscenze professionali, con un’esperienza di vita all’estero che consente di sco-prire mondi e culture nuovi e di ac-quisire una rete internazionale di contatti ed amicizie.

niente paura! non è neces-sario essere laureati, e si possono scegliere sia la durata del periodo lavorativo che quando cui si vuole partire.

infatti gli stage proposti hanno durate tra le 6 e le 52 setti-mane, e se ne possono trovare in qualsiasi momento dell’anno.

per la ricerca dello stage più adatto alle esigenze dello studen-te occorrono da pochi giorni ad un paio di mesi... meglio fare doman-da per tempo!

per chi fosse interessa-to, giovedì 27 gennaio alle ore 15:00 nell’aula dieses (al ii piano dell’edificio di economia) verrà presentato il programma di mobi-lità internazionale aiesec, dove sarà possibile avere ulteriori infor-mazioni e chiarire ogni dubbio!

altri eventi saranno i giorni 03, 10 e 17 febbraio. per informa-zioni scrivete su Facebook ad aie-sec trieste o a [email protected]! inoltre il 28 gennaio, e tutti i venerdì dalle 9 alle 13 l’uffi-cio aiesec sarà aperto per rispon-dere alle vostre domande. all’uffi-cio si accede dall’atrio della facoltà di economia.

ma cos’è aiesec? aiesec è un’organizzazione internaziona-le apolitica, indipendente e no pro-fit, gestita interamente da studenti e neolaureati che attualmente con-ta 50.000 membri in tutto il mondo (www.aiesec.org).

nelle tasche della ditta. all’erdisu ovviamente entrerà in tasca sia la parte di pasto che gli studenti non consumano durante il pasto stesso, sia però tutto quello che non ver-rà mai consumato dagli studenti nei giorni in cui rientrano a casa o quando per qualsiasi motivo di stu-dio o personale non fanno in tempo a raggiungere le mense.

Questo è un ottimo introi-to, la maggior parte degli studenti fuori sede italiani rientrano a casa per lo meno 60 giorni all’anno, cir-ca 5 giorni al mese, quindi di me-dia 1 giorno su 6, da cui si dedu-ce che all’erdisU vengono regalati oltre a parte non ben definita del pasto, anche circa 100 di quei 600 euro trattenuti. se per i beneficiari il tutto si conclude qui, non avvie-ne lo stesso per gli idonei, i quali essendo già sul filo del rasoio per la borsa di studio, sanno che an-che nel caso la ricevessero sarà de-curtata dei famosi 600 euro; però non possono comunque prendersi i pasti completi per usufruire il più possibile di questa decurtazione, perché nel caso invece non la rice-vessero, gli toccherebbe mettere di tasca loro le consumazioni dei pa-sti completi effettuati ed ecco che le perdite per questi ultimi risulte-ranno molto maggiori.

con queste buone notizie si è aperto il 2011 all’Università di trieste, come si dice ‘anno nuovo, buone nuove’, e speriamo che per quest anno però siano finite qui e auguriamo a tutti ‘buon appetito’ e a presto, in coda per il pasto, alla mensa centrale!

— la lista oltre nasce nel 2000 da un gruppo di ragazzi decisi a tenere una linea alternativa

alla sinistra —

unendosi in seguito a stu-dent office nasce la lista universi-taria oltre-student office, che oggi è una delle maggiori realtà pre-senti all’interno dell’ateneo. Forte della sua autonomia, ottenuta non senza difficoltà, oltre-student offi-ce ha subito iniziato a radicarsi fra gli studenti, affiancando alla strut-tura prettamente dedicata alle ele-zioni circoli, associazioni culturali e gruppi universitari.

il primo obiettivo della lista è sicuramente quello di una rap-presentanza tecnica, al di fuori di ogni logica politica e dalla parte degli studenti; studenti che da sem-pre sono il motore dell’università e devono stare di conseguenza al centro dell’attenzione della politi-ca universitaria; allo stesso tempo crediamo che il contatto tra rap-presentanti e studenti debba essere forte perché chi si impegna a rap-presentare gli studenti deve avere un rapporto di confronto quotidia-

no con i propri compagni di corso, in modo da poter svolgere in modo pieno e responsabile il proprio ruo-lo, collaborando con i rappresen-tanti delle altre liste perché il bene dello studente è interesse comune.

da un paio di mesi la lista si è dotata di un sito internet (www.oltre-studentoffice.it), all’interno del quale sono presenti i contatti di tutti i nostri rappresentati nel-le facoltà dell’ateneo, news, in-terviste, immagini riguardanti la vita universitaria e non solo. per contattarci scriveteci all’indirizzo mail: [email protected].

L’attuale coordinatore del-la lista è rocco Ferluga che è an-che il rappresentante degli studen-ti dell’ateneo nel coordinamento Universitario regione FVg (core-co). La lista è presente nelle facoltà e negli organi universitari maggiori con un consigliere d’amministra-zione (marco saponi) e un senatore accademico (roberto Fusco). il ca-pogruppo della lista in consiglio de-gli studenti è piero geremia.

La lista inoltre organizza eventi culturali e conferenze tema-tiche (l’ultima conferenza si è te-nuta ad economia sul tema del la-voro ed ha avuto come relatore un dirigente di Lamborghini Holding s.p.a.).

— AutonomaMente è una lista universitaria che nasce in vista delle elezioni dei rappresentanti

degli studenti per il biennio accademico 2008-2010. —

Frutto di un esperimento politico, intende riunire in sé stu-denti con una buona volontà di partecipazione attiva alla società, indipendentemente dall’apparte-nenza di ognuno ai classici colori politici odierni.

La lista nasce, quindi, sle-gata da qualsivoglia ideologia di partito, convinta che l’apporto in-tellettuale di ogni componente sia ingrediente prezioso e costruttivo per la realizzazione dei propositi e degli intenti della lista stessa.

in occasione delle sue prime elezioni, autonomamente ottiene, sia per numeri che per qualità di rappresentanza, un ottimo risultato che viene confermato alle seconde elezioni del 2010, conseguendo un maggior successo e allargando la propria base elettorale.

La lista ha lavorato forte-mente nell’ambito della rappre-sentanza studentesca, in seno al consiglio degli studenti e agli al-tri organi consiliari dell’ateneo, ma non si è limitata a questo. Forte anche dell’appoggio dei suoi mem-bri non eletti in organi consiliari, sin dall’inizio della propria attività la lista ha perpetuato una serie di iniziative a carattere informativo e

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Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna: dall’8 ottobre 2010 al 6 febbraio 2011 il Com-plesso del Vittoriano di Roma riporta nella capitale il genio assoluto di Vin-cent van Gogh, che ha lasciato un se-gno indelebile nella storia dell’arte e nell’immaginario collettivo dell’uomo moderno.

il pittore olandese è assente dal-la città eterna da ben 22 anni, e al Vit-toriano si presenterà con quadri prove-nienti da alcuni dei principali musei del mondo.il percorso scientifico dell’esposi-zione analizza per la prima volta le due inclinazioni contraddittorie che spesso hanno guidato il pittore nella scelta dei soggetti dei suoi dipinti: il suo amore per la campagna, come ambiente fisso ed immutabile, e il suo legame con la città, centro della vita moderna.

saranno esposti oltre 70 capolavo-ri tra dipinti, acquarelli e opere su car-ta del maestro olandese, e circa 40 opere dei grandi artisti che gli furono di ispira-zione, tra i quali millet, pissarro, cézan-ne, gauguin e seurat.

La curatrice della mostra, corne-lia Homburg, tra le massime esperte del genio olandese, ha spiegato: “in mostra non c’è il Van gogh dei girasoli e delle nature morte ma, accanto a lavori usciti per la prima volta dalle collezioni priva-te, non mancano le opere celeberrime”. pittore di paesaggi traboccanti di luce, ma anche di vibranti ritratti, Vincent van gogh è un artista impetuoso e appassio-nato che, all’occorrenza, dimostra un al-tezzoso disprezzo per le convenzioni.

conosciuto come pittore della campagna, l’arti-sta olandese è stato anche uomo di città. anzi, il suo desiderio era forgiare la propria identità artistica di pit-tore moderno, eppure al tempo stessa imperitura. La campagna come immagine di luogo sen-za tempo sarebbe stata dunque l’icono-grafia più adatta a rappresentare l’aspet-to dell’eternità, mentre le vedute cittadine erano destinate a esprimere la modernità del suo operare.

Van gogh ci mostra la “sua” cam-pagna, dove non sembra ancora arrivata la rivoluzione industriale, i sobborghi cittadi-ni, in cui antico e moderno si fondono.

ecco alcune opere che sono esposte al Vittoriano: i piantatori di patate (dal Von der Heydt-museum di Wuppertal) e i bel-lissimi disegni di contadine chine al lavoro (Kröller-muller stifting), il viadotto (gug-genheim museum), gli orti a montmartre (Van gogh museum - amsterdam), le te-ste di contadini. e i due autoritratti (anche questi dal Van gogh museum - amster-dam), uno in cui si raffigura un contadino e l’altro un gentiluomo di città.

nonostante i più vedano Vincent van gogh come un artista maledetto, egli è, invece, un uomo di grande cultura, un pensatore raffinato che parla perfetta-mente varie lingue, come il francese e l’inglese, e che ha studiato per diventare mercante d’arte. La sua sorprendente me-moria visiva gli ha permesso di ricordare fin nei minimi dettagli dipinti o stampe già visti, e dalle sue lettere apprendiamo quanto importante sia stata questa cono-scenza storico artistica per lo sviluppo del suo personale stile.

sin dall’inizio della sua esperienza

di pittore, egli si avvicina ai maestri del recente passato, come eugene delacroix, charles dau-bigny, Jean-François millet - che egli chiamava addirittura père, padre; Vincent ne copia le inci-sioni più e più volte nei suoi disegni e ne ripro-duce le composizioni anche nei propri dipinti.

se rembrandt è il suo modello, Van gogh ritiene vitale, però, anche l’incontro con i col-leghi artisti, il dibattito sui temi legati alla con-temporaneità, e l’epocale rivoluzione artistica portata avanti dagli impressionisti, come ca-mille pissarro e paul cézanne, e dai pittori post-impressionisti della sua generazione, come paul gauguin e georges seurat.

proprio a testimonianza di questa fitta rete di rapporti e dell’importanza cruciale di queste fonti di studio ed ispirazione per Van gogh, viene presentata in mostra una selezio-ne accurata e puntuale di opere di questi ed altri artisti, cui il maestro olandese fece riferi-mento. tra essi spiccano il capolavoro di gau-guin Lavandaie al canal roubine du roi dal moma di new York ed il bellissimo i raccogli-tori di fieno di millet dal Louvre.

pur spesso tormentato da profondi dub-bi, in parte originati dalla malattia, Van gogh è anche un uomo molto ambizioso. egli ebbe, in fin dei conti, una percezione estremamente chiara della propria opera nel suo insieme e del ruolo che egli avrebbe poi ricoperto nella storia dell’arte.

costo del biglietto 12 euro intero – 8,50 euro ridottoorariodal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30venerdì e sabato 9.30 – 23.30domenica 9.30 – 20.30.

La biglietteria chiude un’ora prima

Vincent van Gogh, Autoritratto con cappello di feltro, parigi, 1887, olio su cartone 42 x 34 cm stedelijk museum (amsterdam)

Università di trieste: cin-quecentobandiere gialle sventola-no dalle finestre dei dipartimenti. iniziano a vedersi anche ai balconi della città; portano impresso l’em-blema della repubblica italiana e tre parole: scuola - università pubblica. Le hanno issate docen-ti e studenti, a difesa del diritto ad insegnare, a studiare, ad effet-tuare lavoro di ricerca, a proget-tare il proprio futuro in una scuola pubblica. L’iniziativa, promossa in modo autonomo da un gruppo di docenti e condivisa da un lar-go numero di studenti e lavoratori dell’ateneo giuliano, è stata rapida-mente adottata dal senato accade-mico, all’unanimità.

La finalità è quella di sensi-bilizzare i cittadini sull’importanza dell’istruzione pubblica, quale mo-tore di sviluppo della società e ri-chiamare l’attenzione delle forze politiche di ogni schieramento sul-la centralità di questo tema per il futuro, soprattutto dei giovani.

e’ una manifestazione so-bria: non contempla slogan. non ci sono punti esclamativi, non in-viti all’adunata. soltanto quel sim-bolo, e quelle tre parole sventolate dalla bora. Quattro elementi pove-ri: tre termini comunissimi, che si pronunciano senza dover riflettere, ed un simbolo che siamo abituati a vedere su pacchetti di sigarette, fi-ligrana di francobolli, intestazione di documenti. così soliti, che ci sia-mo quasi dimenticati dell’effettivo valore di cui sono portatori.

“e’ una iniziativa che vuole contrastare il tentativo di distrug-gere la cosa pubblica per farla di-

Scrittrice e traduttrice india-na, triestina d’adozione, lavo-ra come collaboratrice lingui-stica all’università. In un suo articolo pubblicato da Inter-nazionale (n. 876, 10 dicem-bre 2010) afferma che “Trieste è lo specchio delle contraddi-zioni italiane”.

Quali contraddizioni vede nell’Italia di oggi?Vedo enormi risorse umane

sprecate, usate male in un momen-to di crisi, e trieste ne è proprio un esempio: abbiamo grandi centri di ri-cerca che attirano i migliori cervelli, li formano e poi questi portano il know how appreso qui in tutto il mondo. Questa può essere una grande con-traddizione di questo paese, aver la capacità di formare e poi, purtroppo, perdere tutte queste risorse. e’ un in-vestimento a perdere: si spendono mi-gliaia di euro per formare una persona e dargli un’istruzione superiore, e poi questi investimenti vengono di fatto regalati ad un altro paese. e’ assurdo, non può funzionare così.

Parlando delle protagoniste del suo Amiche per la pelle (edizioni e/o) ha detto che “la donna è la forza del mondo”. Come vede la donna oggi? Ma soprattutto, come le donne possono far valere e veder ri-conosciuta questa loro forza?secondo me è molto importante

caricare la donna non solo di doveri, ma anche di diritti. in questa società, l’italia, purtroppo in questo momen-to... io pensavo di esser arrivata in un paese in cui le donne avevano fatto il percorso del femminismo, dove le donne avevano ottenuto pari dignità, che è vero in certi casi, ma pari digni-tà e pari opportunità a volte significa anche doppio carico di lavoro.

e’ ormai accertato che ci siano più studenti di sesso femminile all’uni-versità, e hanno voti più alti in certe facoltà, poi però nel mondo del lavoro non trovano le stesse occasioni, le stesse opportunità e le stesse paghe, come nemmeno la stessa rappresentazione. Quello che mi stupisce di più in merito a quest’ultima riforma dell’università è che il ministro gelmini è una donna, che non sta pen-sando al futuro dei propri figli; senza cadere in quello che gli inglesi chiama-no the nanny nation dovrebbe pensare a tutti gli studenti universitari del pre-sente e del fututo come a figli suoi.

Multiculturalità, integrazione, comunità. Vede una realtà per queste parole all’interno del nostro ateneo?sì, la vedo, o almeno fino a que-

sto momento c’era. io insegno soprat-tutto alla scuola interpreti, dove più che multiculturalità c’è interculturalità, un clima bellissimo perchè si respira pro-prio il futuro del mondo, una politica vincente.purtroppo con questi tagli ci saranno dei grossi guai, a livello di tutta l’università. si sta tagliando l’insegna-mento dell’italiano come lingua stra-

niera; come faranno gli stranieri che verranno qui con la voglia di imparare, senza lo strumento linguistico, a giocare su uno stesso level playing field con gli italiani? Questi potrebbero essere i migliori ambasciatori del nostro paese un do-mani. senza interazione, poi, non ci può essere integrazione; si creerà una società di tolleranza, non di accoglienza. rimanendo sul tema dell’in-terazione, riprendo una sua frase: “immigrazio-ne significa praticamente rinascere, riapprende-re tutto da capo”. L’immigrato ha qualcosa in più come (nuovo) individuo?

io dico che è “rinascere” perchè non si tratta di imparare solo una lingua, è proprio un concetto del mondo diverso. in come diventare italiani in 24 ore (barbera editore) ho provato molto ironicamen-te a esprimere cosa significhi essere italiani, quali sono i valori, i modi di agire, quali sono i modi di essere in italia che fanno dello straniero un italia-no. gli stranieri, studenti e non, sono una finestra costantemente aperta verso mondi poco conosciuti, e secondo me il valore dello straniero sta proprio nel portare un altro punto di vista; solo chiamando-lo al nostro tavolo per affrontare i problemi avremo la soluzione vincente. in india, dove sono nata, que-sta è la normalità: parlare più lingue, avere più re-ligioni, e poi tutti sentirsi indiani, comunque. Vorrei che fosse lo stesso per l’italia, condividere più modi di essere italiani.

Parole, università... “Se non abbia-mo le parole, come possiamo pre-tendere che gli altri ci ascoltino?”, sono parole sue. In questo partico-lare momento che sta affrontando l’università italiana e la scuola in generale, quali sono secondo lei le parole che mancano agli studenti per farsi ascoltare?

credo sia perchè viene vissuto dalla so-cietà e dal governo come un problema, un peso e non come una risorsa. manca una strategia di co-municazione che faccia vedere che se l’università va male, questo andrà poi a influire sull’intero si-stema paese, sanità, infrastrutture, pensioni...

Una sorta di effetto domino?esatto. Una persona che va in ospedale

con una malattia grave apprezza il medico ben formato, e in quel momento capisce. Questa è la strategia che manca. bisogna poi far passare in-sistentemente il messaggio che davvero l’istru-

zione è il futuro di un paese, una parola che forse non viene ancora fuori abbastanza; oggi non è niente, è tutto domani.

andrea carbellon

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lla ventare privata” afferma il profes-

sor geremia. “L’emblema della repubblica vuole significare la di-fesa della costituzione. tanta gente ha voglia di dimostrare, con picco-li gesti concreti, che non se ne può più di questa situazione”.

c’è un particolare (eco-nomico, come è giusto che sia, in giorni nei quali si discute molto del ruolo guida del profitto) che sot-tolinea l’impegno di chi ha deciso di sventolare la bandiera: non lo si può fare gratis. La bandiera va pa-gata per coprire le migliaia di euro dei costi di produzione. Una cifra poco più che simbolica, ma, con questi chiari di luna, ed in un pe-riodo in cui internet ha abituato al “tutto gratis”, l’autotassazione non è frequentissima. soprattutto, a so-stegno di una idea.

L’iniziativa ha ottenuto delle significative adesioni anche in al-tri atenei. tra queste vanno sicura-mente ricordate quelle dei più im-portanti scienziati italiani come il Fisico prof. giorgio parisi, dell’Uni-versità “La sapienza”, roma e il chimico prof. Vincenzo balzani dell’Università di bologna .

Ha aderito alla iniziativa an-che un personaggio molto famoso tra i giovani un paio di decenni or sono: gianni pettenati. oggi, pette-nati, che ha sessantacinque anni, è soprattutto critico musicale, ma nella seconda metà degli anni ‘60 una sua canzone, “bandiera gial-la”, furoreggiava nei juke-box. Ha saputo della iniziativa ed ha con-cesso volentieri la liberatoria per-ché proprio quel brano potesse es-sere usato come colonna sonora delle immagini montate a trieste e pubblicate su youtube. dal vinile ad internet.

(www.youtube.com/watch?=vgl7ddnmu2gU)andrea carbellon

Il 18 febbraio 2011 si terrà la settima edizione dell'iniziativa "m'illumino di meno" promossa dal program-ma radifonico caterpillar. lo scopo dell'iniziativa è una generale sensi-bilizzazione verso i temi dell'inqui-namento globale e della ecososteni-bilità. Le singole iniziative vengono lasciate alla fantasia degli aderenti, unica nota comune è lo spegnimen-to a partire dalle ore 18 dei rifletto-ri sulle facciate degli edifici pubbli-ci. La nostra università ha aderito all'iniziativa organizzando, all'inter-no della mensa universitaria, una cena a lume di candela e impegnan-dosi a spegnere le luci di piazzale europa. Questo evento è sostenuto e promosso dal consiglio degli stu-denti, che organizzerà un seminario sulle tematiche ambientali, in colla-borazione con radio in corso un pro-gramma radiofonico dedicato e un volantino contenente consigli sul ri-sparmio energetico.

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