Fuoribinario n168 agosto - sttembre

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Ogni diffusore di Fuori Binario DEVE avere ben visibile il cartellino dell’autorizzazione come quello qui a fianco. Il giornale ha un costo di produzione di € 0,70 che è la cifra con la quale il diffusore contribuisce e viene venduto a offerta libera, qualsiasi richiesta di denaro oltre quello che decidete di offrire non è autorizzata. G I O R N A L E DI STRAD A - A U T O GESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 168 AGOSTO/SETTEMBRE 2014 - OFFERT A L I B E R A -WWW.FU O R I B I N A R IO.ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COMMA 20/CL 662/96 - FIRENZE - N elle PagINe INterNe INserto: I l testameNto dI uNalbero Intervenendo alla Camera sulla «crisi a Gaza», la ministra degli esteri Federica Mogherini ha invitato il par- lamento e l’opinione pubblica italiana a “non cedere alla logica della parti- gianeria, all’idea che ci si debba divi- dere tra amici di Israele e amici della Palestina, che si debba scegliere da che parte stare nel conflitto”. L’Italia ha da tempo già scelto, istitu- zionalizzando sotto forma di legge (con larga intesa bipartisan) la coope- razione militare con Israele. Il memorandum d’intesa sulla coope- razione militare italo-israeliana, rati- ficato nel 2005dal Senato (in partico- lare grazie ai voti del gruppo Democratici di sinistra-Ulivo schie- ratosi con il centro-destra) e dalla Camera, è divenuto Legge 17 maggio 2005 n. 94. Lacooperazione tra i mini- steri della difesa e le f o r z e armate di Italia e Israele riguarda «l’importa- zione, esportazio- ne e trans- ito di mate- riali milita- ri», «l’orga- nizzazione delle forze armate», la «formazio- ne/adde- stramento». [….] In tale quadro, l’Italia sta fornendo a Israele i primi dei 30 velivoli M- 346 da addestra- mento avan- z a t o , costruiti da Alenia Aermacchi (Finmec- canica), che possono essere usati anche come caccia per l’attacco al suolo in ope- razioni belli- che reali. A sua volta l’Italia si è impegnata ad acquistare da Israele (con una spesa di oltre un miliardo di dollari) il siste- ma satellitare ottico ad alta risoluzio- ne Optsat-3000, che serve a indivi- duare gli obiettivi da colpire, più due aerei Gulfstream 550 che, trasformati dalle Israel Aerospace Industries, svolgono la funzione di comando e controllo per l’attacco in distanti tea- tri bellici. Questa è solo la punta dell’iceberg di un accordo, non solo militare ma poli- tico, attraverso cui l’Italia aiuta nei fatti Israele a soffocare nel sangue il diritto dei palestinesi, riconosciuto dall’Onu, di avere un proprio stato sovrano. Fonte: il manifesto 29/07/2014 Invece noi siamo “PARTIGIANI”

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GIORNALE DI STRADA N. 168 AGOSTO/SETTEMBRE 2014

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Ogni diffusore di Fuori Binario DEVE avere ben visibile il cartellino dell’autorizzazione come quello qui a fianco.

Il giornale ha un costo di produzione di € 0,70 che è la cifra con la quale il diffusore contribuisce e viene

venduto a offerta libera, qualsiasi richiesta di denaro oltre quello che decidete di offrire non è autorizzata.

GIORNALE

DIS

TRAD

A- A

UTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 168 AGOSTO/SETTEMBRE 2014 - OFFERTA LIBERA-W

WW

.FUO

RIBINARIO.ORG-SPED.ABB.POSTALEART.2COMMA20/CL662/96-FIRENZE-

Nelle PagINe INterNe INserto: Il testameNto dI uN albero

Intervenendo alla Camera sulla «crisi

a Gaza», la ministra degli esteri

Federica Mogherini ha invitato il par-

lamento e l’opinione pubblica italiana

a “non cedere alla logica della parti-

gianeria, all’idea che ci si debba divi-

dere tra amici di Israele e amici della

Palestina, che si debba scegliere da

che parte stare nel conflitto”.

L’Italia ha da tempo già scelto, istitu-

zionalizzando sotto forma di legge

(con larga intesa bipartisan) la coope-

razione militare con Israele.

Il memorandum d’intesa sulla coope-

razione militare italo-israeliana, rati-

ficato nel 2005dal Senato (in partico-

lare grazie ai voti del gruppo

Democratici di sinistra-Ulivo schie-

ratosi con il centro-destra) e dalla

Camera, è divenuto Legge 17 maggio

2005 n. 94. Lacooperazione tra i mini-

steri della

difesa e le

f o r z e

armate di

Italia e

I s r a e l e

r i g u a r d a

«l’importa-

z i o n e ,

esportazio-

ne e trans-

ito di mate-

riali milita-

ri», «l’orga-

nizzazione

delle forze

armate», la

«formazio-

n e / a d d e -

stramento». [….]

In tale quadro, l’Italia sta fornendo a

Israele i

primi dei 30

velivoli M-

346 da

a d d e s t r a -

mento avan-

z a t o ,

costruiti da

A l e n i a

Aermacchi

( F i n m e c -

canica), che

p o s s o n o

essere usati

anche come

caccia per

l’attacco al

suolo in ope-

razioni belli-

che reali.

A sua volta l’Italia si è impegnata ad

acquistare da Israele (con una spesa

di oltre un miliardo di dollari) il siste-

ma satellitare ottico ad alta risoluzio-

ne Optsat-3000, che serve a indivi-

duare gli obiettivi da colpire, più due

aerei Gulfstream 550 che, trasformati

dalle Israel Aerospace Industries,

svolgono la funzione di comando e

controllo per l’attacco in distanti tea-

tri bellici.

Questa è solo la punta dell’iceberg di

un accordo, non solo militare ma poli-

tico, attraverso cui l’Italia aiuta nei

fatti Israele a soffocare nel sangue il

diritto dei palestinesi, riconosciuto

dall’Onu, di avere un proprio stato

sovrano.

Fonte: il manifesto 29/07/2014

Invece noi siamo “PARTIGIANI”

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PER NON PERDERSI PAGINA 2

CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI

A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani,443 Tel. 055 453580

C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39- orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 0554630876, [email protected].

CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17,mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar.e gio. ore 9-12 per gli italiani.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore16-19; ven: ore 9-11.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole -Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150.

SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “ilProgresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30.

CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S.Lorenzo - Tel. 055 291516.

CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel.055 677154 - Lun-sab ore 9-12.

ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635- ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30.

CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar.ore 10 -12.

TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 15-18 allo 055 2344766.

GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven.ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterinad’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491.

L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze.Tel./fax 055 2479013.

PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3.

C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’AltroDiritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected]

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11rTel./fax 2466833.

SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823.Collegamento interventi prostituzione.

CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r -Tel.fax 055/667604.

CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21aTel. 055/2298922.

ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donnestraniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326

PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza abassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 0556582000 - email: [email protected]

CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione divestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza SantiGervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto,max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI

SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (infor-mazioni: CARITAS Tel. 4630465).

ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 -orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta acco-glienza.

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alleMosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - Via

Baracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferi-mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta).

OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718.

C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro AccoglienzaTossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCOGLIENZA FEMMINILI

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri ViaA. Corelli 91- Tel. 055 4223727.

CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento,187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) -colazione + spuntino serale.

PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel.055 294093 - donne extracomunitarie.

S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 - donne extraco-munitarie con bambini.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S.Lorenzo - Tel. 055 291516.

MENSE - VITTO

MENSA S. FRANCESCO: (pranzo) P.zza SS. Annunziata - Tel.055 282263.

MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (pranzo più doccia; ritirarebuoni in Via dei Pucci, 2)

ASSISTENZA MEDICA

CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven.ore 15-19.

AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 -Ven. 8 - 10.

PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogatedalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112,dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.SPORTELLO DI ORIENTAMENTO ALLA SALUTE: orientamen-to alla salute ed al SSN anche per chi ha difficoltà ad accedervi,scelta della cura. Giovedì ore 16.30-19:00 presso AteneoLibertario - Borgo Pinti 50r [email protected]

SPORTELLO SALUTE DELL’ASSOCIAZIONE ANELLI

MANCANTI ONLUS È attivo tutti i LUNEDI’ dalle 19.15 alle20.30 presso l’Associazione Anelli Mancanti, Via Palazzuolo 8.mail: [email protected]; sito: www.anellimancanti.org; tel :+39.055.23.99.533.SPORTELLO UNICO DISABILITà (SUD): Lo sportello si trovanella sede degli Ambulatori della Misericordia di Firenze di via delSansovino 176, ed è aperto al pubblico il lunedì dalle 9.30 alle15.30 e il giovedì dalle 9.30 alle 19.30 con orario continuato.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa S. Gervasio

PARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì mat-tina; vestiario e docce mercoledì mattina.

BAGNI E DOCCE

BAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482.

PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. alPignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643.

AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart.a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono.

CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dallun. al ven. ore 15-18,30.

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE

CENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 0552480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici).

CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi di lingua italiana).

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150.

GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533.Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPOSITO BAGAGLI

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS

via G. Pietri n.1 ang. via Baracca 150/E, Tel. 055 301052 -deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro10 - 14.30.

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico GuarinoCAPo REDATToRE: Roberto PelozziCooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia PassigliGRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone,Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Clara, Rossella Giglietti, Franco DiGiuseppe, Sandra Abovich, Stanislava Sebkova, Enzo Casale.CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Nanu, Jon, Marzio, Donella, Teodor, Grafian, Cezar, Anna Pes,Stefano Galdiero.STAmPA: Nuova Cesat - Firenze-------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 - IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro- Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

“Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 -

Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.

email: [email protected]: www.fuoribinario.orgskype: redazione.fuoribinario

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PAGINA 3 LA BACHECA DI FUORI BINARIO

La Bottega di Fuori Binario è stataristrutturata, ci sono molti nuovi arrivi ...venite a trovarci troverete delle sorprese.

Vi aspettiamo in Via Gioberti 5r (lato Piazza Alberti).

Stiamo preparando un convegno nazionale sulla storia, per-corsi e attualità dei giornali di strada, per il mese di novem-bre. Chi fosse interessato a partecipare attivamente contattila redazione allo 055 22 86 348 o all ‘indirizzo [email protected].

Vivo nel presenteAmo il presente come comprensione del passato e del futuro.Ricerco una verità che non mi ricatti.Amo guardare nei tuoi immensi occhi e vedervi il futuro, come tu mi rappresentiqualcosa di nuovo, frutto prelibato del presente, amore.Come una scogliera vulcanica a picco sul mare, e vivere completamente immersanell'aria, nello iodio del mare. Che mi accarezza sul viso. Chissà quanto dovròaspettarti prima di incontrare il tuo punto x perso nel cielo nuvoloso di pioggiadicembrina.Perdona la mia fuga disperata quando capii che per te ero trasparente. Che per tenon sarei vissuta a lungo come una parete friabile di pietre rosse e blu da cui risa-le l'araba fenice, del nostro intendersi nella nostra comprensione reciproca incu-ranti dell'oggi, di ieri e del futuro.Rimane la gioia e la gloria del presente. Vivo nel presente.

Sisina

Non è il momento giusto

Non è il momento giusto

per scrivere una poesia!

Tanti pensieri piccoli

nascono e muoiono

dietro i miei occhi;

i semi della realtà

(quella fisica e logica fuori dalla testa)

ti attraversano a frotte,

inseminando la testa,

dove crecono e crescono

diventando grandi ossessioni

o muoiono, cambiano, evolvono

o si nascondono nell'oblio.

Non tratto i pensieri

come faccio con le persone;

i pensieri non si trattano tutti

allo stesso modo

o li si denigra o li si elogia

come loro si donano o ci dannano.

E quelli che amo -

i pochi che arrivo ad amare -

mi piace riempirli d'amore

stenderli piano su di un bel letto

di carta e bei suoni.

Non è proprio il momento giusto per scrivere una poesia!

Simone

Dipinto di Silvia Prelazzi

Andare sempre contro vento. Soltanto così è possibile alzarsi in volo.

Jim Morrison

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"Perché mi chiudono a chiave la

sera quando torno a casa?".

La vicenda del piccolo di Sollicciano fariemergere un problema poco cono-sciuto. Intervista a Riccardo Arena(Radio Carcere). Vive in carcere dacinque anni e tre mesi, a Sollicciano,Firenze. È il più giovane dei detenuti.Ha sei anni e mezzo, non ha commes-so reati, ed è arrivato nellasezione femminile assiemealla mamma, arrestata perreati legati allo sfruttamentodella prostituzione. La sua sto-ria l'ha raccontata il CorriereFiorentino. "Perché mi chiudo-no a chiave la sera quandotorno a casa?", ha chiesto ungiorno alle educatrici. E alladomanda di un compagno discuola - "tu dove abiti?" - con ilcandore che solo un bambinopuò avere ha risposto: "Casamia è in carcere". E adesso,quando non arrivano i volon-tari a portarlo fuori, ad esem-pio la domenica, lui protestaperché vuole uscire, e la sera,quando sente che chiudono achiave la porta, piange e prote-sta.

L'errore di RenziIl carcere di Sollicciano dal1983 è il principale istituto didetenzione di Firenze e sitrova nell'omonimo quartiere nellaparte sud-ovest della città ai confinicon la città di Scandicci. A ottobre2013 venne citato da Matteo Renzi,allora sindaco del capoluogo toscanoe candidato alle primarie del Pd, cheintervistato a Lucia Annunziata siriferì proprio ai bambini presentinelle case circondariali: "È devastan-te, per me, come sindaco e comepadre, vedere le giovani detenute chehanno un figlio che è nato in carcere ecresce con loro. È una cosa indecente.Noi siamo i primi in Italia ad averfatto l'Icam per far sì che le madri nonsiano costrette a far vedere il cielo asbarre ai propri bambini, che non

c'entrano niente". L'Icam è un istitutoa custodia attenuata per le donnedetenute madri. Il vicecapo del Dap,Luigi Pagano, lo aveva però smentito,attraverso i microfoni di RadioCarcere. Rubrica radiofonica in ondasu Radio Radicale e condotta daRiccardo Arena. "Il dottor Pagano -racconta Arena - ci ha confermato duefatti. Il primo, che nell'ottobre del

2013 l'Icam a Firenze non esisteva. Ilsecondo, che non è quindi vero che haFirenze sono stati "i primi" a istituirestrutture diverse dal carcere per lemamme detenuto con i bambini. Ilprimo Icam è quello di Milano, inau-gurato nel 2006. Segue quello diVenezia, entrato in funzione nel 2013,mentre Firenze allora era in una fasedi progettazione. Insomma un datoerroneo fornito da Renzi, causatoforse da un consigliere a dir poco fret-toloso".

L'Icam ancora non c'èA un anno di distanza, cos'è cambia-

to? "Ad oggi l'Icam a Firenze ancora

non c'è. Non a caso nel carcere diSollicciano ci sono bambini detenuti euno tra questi ha addirittura più di 6anni, quando per legge i bambinidevono lasciare il carcere al compi-mento del terzo anno di età. Pochi losanno, ma attualmente sono circa unatrentina i bambini detenuti che vivo-no in cella all'interno delle carcerid'Italia, anche se il dato è ovviamente

in continua evoluzione. A volte non siha neanche la capacità e la serietà dicapire che alcune madri, per la naturadei reati commessi, non meritano ditenere accanto a sé il proprio figlio.Un aspetto che so essere di estremadelicatezza, ma su cui è necessarioragionare". Sarebbero, invece, solouna decina i bambini che vivono negliIcam di Milano e Venezia. Perché? "Lalegge non viene applicata perché sonopochissime (2 o 3 in tutta Italia) lestrutture diverse dal carcere indicatedalla normativa. D'altra parte, nonserviva neanche scomodare l'asson-nato Parlamento per fare l'ennesimalegge, ma sarebbe bastato un sempli-

ce accordo amministrativo tra mini-stero della Giustizia e i singoli entilocali per creare queste strutturealternative e togliere i bambini dallecarceri. Nel capoluogo lombardo inpochi mesi è stata creata una sezionedel carcere di San Vittore in un appar-tamento nella città. Un "miracolo aMilano", realizzato grazie alla capaci-tà di chi lo ha voluto e a un semplice

atto amministrativo, senzachiedere un intervento nor-mativo".

Amnistia e indulto?Il premier Matteo Renziaveva annunciato entro giu-gno una straordinaria rifor-ma della giustizia, che effet-tivamente verrà portata inconsiglio dei ministri ilprossimo 27 giugno. Fra gliobiettivi, allungamentodella prescrizione e archi-viazione dei processi dilieve entità. La volta buona?"Il teatrino intorno allariforma della legge elettora-le, riforma che è assai piùsemplice rispetto a quelladella giustizia, mi sembrapurtroppo eloquente.L'amnistia e l'indulto com-portano da parte dello Statouna rinuncia alla sua pote-stà punitiva. Una rinunciache non piace neanche a me.

Ma il problema resta e va affrontatoanche con strumenti poco graditi.Infatti il processo penale non riescepiù a dare una risposta di giustizia, equando questa arriva è tardiva, men-tre la pena si traduce in una tortura.Resto stupito da una politica cheignora un problema che attiene alloStato di diritto e quindi all'assettodemocratico del Paese. Come restostupito da una politica che non abbiala capacità, ed il coraggio, di affronta-re il grave problema rappresentatodal collasso in cui versa un poteresovrano dello Stato".

Chiara Sirianni - Tempi

CARCERE PAGINA 4

La timeline creata dal laboratorio perUnaltracittà el'Altracittà ricorda le 92 persone che hanno perso lavita nei penitenziari in regione dal 2002 a oggi

Un nome, e una dignità, ai detenuti morti nelle car-ceri. E' il progetto del laboratorio perUnaltracittà el'Altracittà, il giornale delle Piagge che hanno creatouno strumento per ricordare le 92 persone chehanno perso la vita nelle carceri toscane dal 2002 adoggi. Una timeline navigabile, una cronologia multi-mediale costruita sulla base dei dati contenuti nelmeritorio Rapporto "Morire di carcere" curato daRistretti Orizzonti, la rivista edita nel carcere diPadova, su fonti indipendenti e del ministero della

giustizia. La prima vittima censita è GiovanniBonomo, cittadino italiano di 40 anni deceduto nel-l'ospedale psichiatrico giudiziario di MontelupoFiorentino il 3 febbraio 2002, l'ultima AdilEddyrhoussi, cittadino marocchino di 33 anni suici-datosi lo scorso 29 giugno a Sollicciano con il gas diuna bomboletta da campeggio respirato all'internodi un sacchetto. Chi muore suicidandosi lo fa quasisempre impiccandosi o con il gas, anche se non man-cano casi di decessi legati ad uno stato di saluteincompatibile con la detenzione. Nei 18 istituiti dipena toscani al 31 maggio scorso si registravano3.647 persone recluse di cui 3.507 uomini e 140donne; gli stranieri (1.841) sono presenti in numero

maggiore rispetto agli italiani (1806). Dal 2002 adoggi 37 persone sono decedute negli istituiti di penafiorentini, 22 in quelli livornesi e 11 a testa nelle pro-vince di Pisa e Prato; record positivo per Arezzo, nes-sun decesso.

"Nelle carceri italiane si muore - dicono dal laborato-rio - nella maggior parte dei casi togliendosi la vita,con una frequenza di ben 20 volte maggiore rispettoalla media nazionale. Nei penitenziari italiani sono2.311 le persone morte negli ultimi 15 anni, di cui, inben 822 casi, si tratta di suicidio (92 le vittime inToscana, 53 i suicidi). Ogni anno tra i 50 e i 60 dete-nuti si suicidano in Toscana nell'indifferenza dei più,

finiscono in una breve sui giornali e spesso nonhanno neanche un nome, un volto, una storia. Sitratta di persone morte a causa di fattori ambientalilegati non tanto alla dimensione del carcere, mapiuttosto alla condizione di vita al di fuori della lega-lità in cui versano le galere italiane. Cause principalidi questa tremenda situazione sono il sovraffolla-mento, la mancanza di misure alternative decenti,leggi che, come quella sulle droghe, hanno dopato -inutilmente - la densità delle celle come mai nellastoria italiana".La timeline è consultabile a questo indirizzohttp://bit.ly/morteincarcereintoscana

minori in carcere

"morire in carcere in toscana": restituire un nome ai detenuti

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PAGINA 5 IMMIGRAZIONE

Abrogazione del reato di clandestinitàL’inutilita del reato di ingresso e sog-giorno illegale e le buone ragioni per lasua rapida abrogazioneIl recente tragico naufragio diLampedusa e l’iscrizione al registrodegli indagati dei sopravvissuti da partedella Procura di Agrigento ha riportatoall’attenzione dell’opinione pubblica ilreato di ingresso e soggiorno illegale.Inquesta nota ASGI traccia brevemente ilquadro della situazione ed evidenzia leragioni e le conseguenze sin qui prodot-te dalla sua introduzione nel 2009.Il recente tragico naufragio diLampedusa ha riportato all’attenzionedell’opinione pubblica il reato di ingres-so e soggiorno illegale, cioe l’art. 10-bisinserito nel testo unico delle leggi sul-l’immigrazione dalla legge n. 94/2009(il c.d.”pacchetto sicurezza“).Occorre subito precisare che questoreato non ha nulla a che fare con ladisciplina inutilmente restrittiva e ves-satoria della condizione degli stranieriprevista con le modifiche allo stessotesto unico delle leggi sull’immigrazio-ne, introdotte con la legge n. 189/2002(c.d. legge Bossi-Fini), che e una riformadel 2002 e che precede di ben setteanni l’introduzione del reato di clande-stinita.Il reato in questione di per se nondovrebbe neppure applicarsi ai soprav-vissuti dell’ultima tragedia lampedusa-na, salvo il fatto che ha destato stuporeche – secondo notizie di stampa nonsmentite – la Procura di Agrigentoabbia senza indugio iscritto nel registrodegli indagati i naufraghi sopravvissuti,mentre ancora si cercavano i dispersi esi contavano le vittime. Lo sconcertoper tanta solerzia ha riproposto allaribalta un reato ormai dimenticato damedia e politici, che vivacchiava da anninelle sale di udienza dei giudici di pace(perche e a questi giudici onorari che lalegge ne attribuisce la cognizione).Contestualmente a tali fatti, il messag-gio alle Camere del PresidenteNapolitano ha riproposto all’attenzionedell’opinione pubblica e del dibattitopolitico la drammatica e illegittima con-dizione carceraria. Cio ha indotto erro-neamente a ritenere che tra le causedel sovraffollamento vi siano le normeintrodotte dalla Bossi-Fini e/o il reato diclandestinita.A fronte di tanta disinformazione, sutemi cosi delicati, occorre fare chiarez-za:1. nessun imputato o condannato per ilreato di clandestinita puo finire in car-cere (a meno che non debba risponde-re anche di altri reati differenti) per lasemplice ragione che detto reato e unacontravvenzione punita con l’ammendada 5.000 a 10.000€ e non con penedetentive;2. non esiste piu neppure il reato diinosservanza all’ordine di allontana-mento dal territorio dello Stato imparti-to dal Questore allo straniero espulso orespinto (reato questo si introdotto in

una prima versione fin dal 2002, cioedalla legge Bossi – Fini ed erroneamen-te confuso nella vulgata mediatica conil reato di clandestinita) che prevedeval’arresto obbligatorio e la pena dellareclusione e che riempiva le carceri:esso non si applica piu dal 28.4.2011 –data in cui la Corte digiustizia dell’Unione Europea ha dichia-rato che viola la direttiva UE del 2008sui rimpatri degli stranieri in situazioneirregolare, e dal maggio 2011 e statosostituito con altro reato analogo mapunito soltanto con la multa.Percio oggi, nessuno straniero e in car-cere per reati connessi solo con la irre-golarita dell’ingresso o del soggiorno(ad eccezione del reato di reingressoillegale dello straniero espulso) e, per-tanto, queste fattispecie non sono fat-tori di incremento della popolazionedetenuta.Tuttavia il reato di ingresso o soggiornoirregolare e una fattispecie odiosa, inu-tile e razzista, anche se non producedetenuti e anche se non c’entra nullacon la tragedia di Lampedusa.

Occorre non dimenticare che il reato diingresso e soggiorno illegale fu forte-mente voluto dall’allora MinistroMaroni al fine dichiarato di eluderel’applicazione della Direttiva2008/115/CE –c.d. Direttiva rimpatri –nella parte in cui impone agli Statimembri dell’U.E. di adottare talunegaranzie nelle procedure espulsive e, inparticolare, prevede che i provvedi-menti di rimpatrio degli stranieri insituazione di soggiorno irregolare deb-bano essere eseguiti soprattuttomediante la concessione di un termineper la partenza volontaria invece checon l’accompagnamento con la forzaalla frontiera (eventualmente previapermanenza in un C.I.E) sempre ecomunque. Detta Direttiva pero con-sente agli Stati membri di non applicarele garanzie ivi previste nel caso in cuil’espulsione dello straniero sia l’effettodi una sanzione penale e fu percio che,su proposta del governo Berlusconi del2009, fu approvata la legge che intro-dusse il reato di clandestinita struttura-to nei seguenti termini:- lo straniero che entra o soggiorna ille-galmente nel territorio dello Stato e

punito con l’ammenda da 5.000 a10.000 €- il giudice puo sostituire la pena pecu-niaria con l’espulsione- l’espulsione diventa cosi una “pena” esi puo aggirare la Direttiva rimpatri Sitratto insomma della classica “truffadelle etichette”.Peraltro quel tentativo di eludere ladirettiva falli gia due anni dopo quandola Corte di giustizia della UE nella sen-tenza El-Dridi confermo che l’ordina-mento italiano doveva comunque ade-guarsi alla nuova direttiva, il che avven-ne con un decreto-legge del giugno2011, a sua volta in gran parte elusivodella medesima direttiva.Chiarite le ragioni storiche del reato,vediamo la sua utilita.Anzitutto nessuno straniero condanna-to per questo reato ha mai pagato nem-meno un centesimo: chi soggiorna ille-galmente non puo essere titolare di unconto corrente, non puo lavorare inregola (quindi non ha una busta paga),non puo acquistare un immobile ... insostanza non ha beni patrimoniali alla

luce del sole aggredibili dalla agenziadelle entrate.

In compenso pero, lo Stato impegnarisorse per la celebrazione di questiprocessi: si tratta di spese che nonrecuperera mai. Quindi non solo l’am-ministrazione pubblica non guadagnanulla, ma spende pure ingenti risorseeconomiche e umane.E inoltre evidente che e del tutto inesi-stente l’efficacia deterrente dell’illecitoche certo non induce nessuno stranieroa osservare la legge.Peraltro oggi non sarebbe neppure ipo-tizzabile punire la clandestinita con ilcarcere perche:1. la capienza degli istituti penitenziarigia oggi supera di 20 mila i posti massi-mi disponibili e percio non consentireb-be un ulteriore significativo incrementodi detenuti2. la giurisprudenza della Corte diGiustizia dell’Unione Europea ha ripe-tuto che gli Stati membri non possonopunire con il carcere l’irregolarita delsoggiorno perche cio contrasta con l’ef-fetto utile della Direttiva rimpatri cheimpone che gli stranieri irregolari ven-

gano allontanati dal territoriodell’Unione.Basterebbero queste elementari consi-derazioni per comprendere – al di la diogni ideologia – la totale inutilita diquesto reato.Nemmeno e utile la previsione dellapossibile sostituzione della pena pecu-niaria con l’espulsione perche:la legge prevede che tale sostituzione sipossa effettuare solo se non vi sonoostacoli alla immediata esecuzione del-l’allontanamento, ma, poiche la naturacontravvenzionale del reato non con-sente l’applicazione di misure coerciti-ve, il processo si svolge con l’imputato apiede libero e questa situazione non sipuo mai verificare;lo straniero che sia entrato o soggiorniirregolarmente nel territorio dello Statooltre ad essere denunciato per il reatodi clandestinita e anche oggetto di unprovvedimento amministrativo diespulsione disposto dal prefetto e taledecreto e quasi sempre eseguibile dalquestore con accompagnamentoimmediato alla frontiera: quindi o laquestura riesce ad espellere l’imputatoprima che si svolga il giudizio per ilreato di ingresso o soggiorno irregolare(ed in tal caso il giudizio si chiude conuna sentenza d’improcedibilita), oppu-re lo straniero fara collezione di espul-sioni, quella del prefetto e quella delgiudice, entrambe destinate a nonessere eseguite e a restare sulla carta.Si tratta dunque di un reato inutile pre-visto da una c.d.” legge manifesto”, cheal pari delle grida manzoniane, vuoleaffermare astrattamente che la clande-stinita e reato, perche cosi si da l’illu-sione che lo Stato e forte (con i deboli),poi non importa se non serve a nulla,l’importante e dare all’elettorato il“tranquillante messaggio” dello stigmadel “clandestino”, della costruzionenormativa del “nemico” e della devian-za. L’identificazione clandestino ugualedelinquente e cosi compiuta nell’imma-ginario collettivo. Quel che importa e ilmessaggio che si veicola. Ma questomessaggio e un messaggio razzista.Questa e l’utilita vera del reato di clan-destinita.Non vi sono dunque ragioni per mante-nerlo in vita, e chi afferma il contrario onon e informato o ha interesse al man-tenimento dello stigma.E dunque positivo che – seppure inmodo irrilevante rispetto alla tragediadi Lampedusa e con le disumane condi-zioni carcerarie – si riapra il dibattitosulle irragionevoli ragioni dell’esistenzadi un reato inutile, che maschera l’inca-pacita e la non volonta del legislatore didisciplinare in modo efficace e realisti-co canali di ingresso regolare dell’immi-grazione, un fenomeno strutturale,destinato a crescere, e che percio nonpotra mai essere impedito irrazional-mente con norme penali.

A.S.G.I.

(Ass. Studi Giuridici sull’Immigrazione)

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Morti Bianche

la taV a Firenze: un dNa sbagliatoCITTÀ PAGINA 6

Radio Cora.it è on-line dal mese di giugno concontenuti quotidianamente aggiornati eapprofondimenti mensili sui temi che general-mente hanno scarsa o nessuna visibilità suimezzi di comunicazione. Da ottobre Radio Cora sarà anche radio web,con fasce di informazione quotidiana, appro-fondimenti e rubriche di cui saranno protago-niste associazioni e comunità che sono parteintegrante del progetto. Radio Cora è informa-zione libera e indipendente. Un progetto finan-ziato dal basso con un tesseramento popolareda dieci euro l'anno. Ecco come contribuire:- versando (almeno...) 10 euro sul conto aper-to a nome dell'Associazione Radio Cora, pres-so Banca Etica, IT49 Y050 1802 8000 00000173 825- tramite bollettino postale al CC 19616414

intestato a nome dell'Associazione Radio Cora

Idra spiega al sindaco di FirenzeDario Nardella perché la TAV aFirenze è ferma. “Un DNA sbagliato”.

“L'alta velocità non è figlia nostra madi decisioni nazionali, però è un'operastrategica, se ci sono le condizioni perterminarla e le regole sono rispettatelo si faccia presto, altrimenti si spie-ghi perché siamo ancora fermi”,aveva dichiarato due giorni fa il sin-daco di Firenze Dario Nardella.

Idra prova a spiegare.

La TAV, caro sindaco, è ferma perchéla sua storia italiana, forse il suo stes-so DNA, è intrisa di qualità e lussiche il nostro Paese non può piùpermettersi: progetti scadenti oincompleti, forniture taroccate, smal-timenti illeciti, lievitazioni di costipubblici fuori controllo.

Sono dati riportati nelle sentenze enelle inchieste, dalle relazioni diFerdinando Imposimato sulla Roma-Napoli (anni ’90) alle ultime investi-gazioni della Direzione DistrettualeAntimafia in riva d’Arno.

E non è forse un caso che laCommissione europea, nella“Relazione dell’Unione sulla lotta allacorruzione” pubblicata a febbraio2014, nel capitolo dedicato all’Italiascriva fra le altre cose, citando comefonte il saggio di Ivan Cicconi “Il libronero dell’Alta Velocità”: “In Italia il

settore delle infrastrutture è a quanto

pare quello in cui la corruzione degli

appalti pubblici risulta più diffusa;

dato che le risorse in gioco sono cospi-

cue, il rischio di corruzione e infiltra-

zioni criminali è particolarmente ele-

vato. Anche il rischio di collusione è

peraltro elevato dal momento che solo

pochi prestatori sono in grado di forni-

re le opere, le forniture e i servizi inte-

ressati. Secondo studi empirici, in

Italia la corruzione risulta particolar-

mente lucrativa nella fase successiva

all’aggiudicazione, soprattutto in sede

di controlli della qualità o di completa-

mento dei contratti di opere/fornitu-

re/servizi (...). Nel solo caso delle gran-

di opere pubbliche la corruzione (com-

prese le perdite indirette) è stimata a

ben il 40% del valore totale dell’appal-

to (...).Secondo gli studi, l’alta velocità

in Italia è costata 47,3 milioni di euro

al chilometro nel tratto Roma-Napoli,

74 milioni di euro tra Torino e Novara,

79,5 milioni di euro tra Novara e

Milano e 96,4 milioni di euro tra

Bologna e Firenze, contro gli appena

10,2 milioni di euro al chilometro della

Parigi-Lione, i 9,8 milioni di euro della

Madrid-Siviglia e i 9,3 milioni di euro

della Tokyo-Osaka. In totale il costo

medio dell’alta velocità in Italia è sti-

mato a 61 milioni di euro al chilome-

tro!”.

Se è vero dunque che “l'alta velocitànon è figlia nostra ma di decisioninazionali” (Dario Nardella, laRepubblica, 7.8.’14), che “della Tavnon mi interessa nulla” (Enrico Rossi,la Repubblica, 7.8.’14), forse ancheperché si è visto in Mugello “il bene

comune ambiente stritolato nuova-mente nelle mani di interessi dipochi” (Enrico Rossi, La Nazione,16.7.’14); se è vero che il presidentedella Regione Toscana, dopo le recen-tissime rivelazioni de la Repubblica,afferma 'Leggo di ulteriori ritardi ailavori per il sottoattraversamento diFirenze dell'alta velocità ferroviaria”,e la fonte di quelle notizie è una pic-cola associazione ecologista, Idra...ebbene allora vuol dire che i tempisono maturi per riconsiderare dalleradici (contrattuali, erariali, traspor-tistiche, ambientali, sociali e – comeipotizza la DDA di Firenze – criminali)il progetto di sottoattraversamentodella città.

L’arresto di un componente dellaCommissione di Valutazione diImpatto Ambientale del Ministerodell’Ambiente e la conseguentesospensione dell’intero piano di uti-lizzo delle terre da scavo per i tunnele la stazione TAV a Firenze paionodimostrare, se leggiamo con attenzio-ne le nuove prescrizioni fissate dalMinistero, che non ci troviamo alcospetto di una mela marcia in unsistema sano: i nuovi requisiti impostidal Ministero allo smaltimento delleterre rivelano in filigrana l’inefficaciae l’irresponsabilità dell’interoimpianto normativo in vigore. E’ esat-tamente quello che l’associazioneIdra ha iniziato a sottoporre due annifa all’attenzione del Parlamento edella Commissione europea col soste-gno della presidente dellaCommissione Antimafia comunitaria,Sonia Alfano.

E’ l’ora di staccare questa spina. AFirenze come in Val di Susa, adArquata Scrivia come a Trento, aVenezia, a Trieste, a Napoli e a Bari! AFirenze è giunto il momento dicominciare a discutere piuttosto, inmaniera questa positiva e costruttiva,ad esempio di come rammendarequella nuova oscena periferia creatadove c’era il parco degli ex Macelli (eadesso da anni campeggia una distesaanonima di cemento e macchinarioggi inoperosi, destinati ad arruggi-nirsi come la povera Monna Lisa), efarla tornare a vivere come unangolo gentile e respirabile dellacittà.

Associazione di volontariato Idra

Tel. e fax 055.233.76.65, e-mail [email protected]; web www.idraonlus.it

Chiamatele pure morti bianche.

Ma non è il bianco dell’innocenza

non è il bianco della purezza

non è il bianco candido di una nevicata in montagna

E’ il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli

che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto

occhi spalancati dal terrore

dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.

Un attimo eterno che toglie ogni speranza

l’attimo di una caduta da diversi metri

dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni

del trattore senza protezioni che sta schiacciando

dell’impatto sulla strada verso il lavoro

del frastuono dell’esplosione che lacera la carne

di una scarica elettrica che paralizza il cuore.

E’ un bianco che copre le nostre coscienze

e il corpo martoriato di un lavoratore

E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso

di una vita che si spegne lontana dagli affetti

di lacrime e disperazione per chi rimane.

Anche quest’anno oltre mille morti

vite coperte da un lenzuolo bianco.

Bianco ipocrita che copre sangue rosso

e il nero sporco di una democrazia per pochi.

Vite perse per pochi euro al mese

da chi è spesso solo moderno schiavo.

Carlo Soricelli

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Le istituzioni non hanno mai saputo

calibrare l’importanza e l’importantis-

simo ruolo che giocano gli alberi e il

verde urbano in quanto alla qualità di

vita che si può avere nelle città.

Già nella metà del XVII secolo si docu-

mentavano le varietà appropriate, le

loro … d’impianto, le cure da eseguire

per ridurre, rumori, odori, calore e

l’impatto visivo dei materiali nell’ar-

chitettura di costruzioni in legno.

Il dimenticato o mancato interesse a

tali accorgimenti sta comprometten-

do la vita di questi giganti verdi cre-

sciuti per vivere anche millenni accom-

pagnando molte generazioni della

nostra specie, dandoci l’ossigeno, la

vita che respiriamo.

Così stanno scomparendo in una lenta

agonia che gli fa perdere pezzi a volte

provocando con la caduta sciagure

simili all’ultima di poco tempo fa acca-

duta alle cascine e che ha segnato la

morte di zia e nipotina.

Anni dopo anni si possono elencare

molti di questi incidenti, oltre ai danni

materiali su case strade macchine e

quant’altro.

La poca coscienza del verde, che cre-

sce ogni giorno di più permette che le

istituzioni: comuni, assessori all’am-

biente, corpi forestali, addetti, conti-

nuino a svolgere lo scempio che si sta

effettuando davanti ai nostri occhi,

tagliando al settimo mese dell’anno, o

peggio capitozzando l’albero stesso

non si fa altro che prolungare l’agonia

e creare pericolo all’infinito.

Gli operatori “diversamente ecologici”

non sono i veri responsabili di queste

faccende, essi sono solo degli incom-

petenti che devono portare a casa la

pagnotta, potrebbero però essere dei

buoni macellai ai quali hanno dato

una motosega in mano e sul cestello

tra i rami si divertono incoscientemen-

te mutilando quelle povere piante/

bestie, che se potessero scapperebbe-

ro via.

La vera colpa va a chi incompetente

nelle istituzioni delega questi lavori.

Pepe

(Questo inserto è curato da Pepe che

sta scrivendo un libro dal titolo “Il

testamento dell’Albero”)

Scarsa Coscienza

C'è un bosco in Valsusa, a Chiomonte, che patisce un'aggressione devastatrice: oltre 5.000 alberi già abbattuti, con castagni di oltre 268 anni d'età.

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Ad ogni passo oggi siamo circondatidagli effetti di un atteggiamento che innome della efficienza e della specializ-zazione ha interesse a frammentare gliinsiemi che per l'analisi perde di vista lasintesi e si polarizza in ideologie anta-goniste invece di coltivare un interessealtrettanto creativo per la comunità.Un’unità occulta e sacra dietro la riccavarietà di una madre primigenia che stadietro tutte le nascite. Questo mirabileimpulso primario dell'uomo verso l'albadel mondo è il mistero delle origini orase possiamo comportarci come devota-mente umili o sfacciatamente superiorise sorridiamo o ci stupiamo delle anti-che forme di fede in una natura anima-ta, il nostro reale rapporto con la natu-ra persino la dove la conosciamo solopiù come oggetto di sfruttamento, èancora quello che il bambino ha con lamadre e non si sono aggiunti percorsinuovi a quei pochi antichissimi che pos-sono condurre l'uomo alla realizzazionee alla saggezza uno di questi percorsi ilpiù facile e infantile è il cammino dellostupore per la natura dell'ascolto pienodi trasalimenti del suo linguaggio.Avrei desiderato far conoscere a tuttiamare l'immensa e taciturna vita dellanatura per far si che giungessero a sen-tire il palpito del cuore della terra chepartecipassero alla vita dell'universoche non dimenticassero sotto l'assillodelle piccole cose personali che nonsiamo dei creatori di noi stessi ma figli eparte della terra e del cosmo intero.Avrei voluto loro ricordare che come icanti dei poeti e i sogni delle nostrenotti anche fiumi e mari nuvole passeg-gere e tempeste sono simboli e espres-sioni di quella nostalgia che stende lesue ali tra il cielo e la terra il cui fine è laindubbia certezza del diritto alla vita e

dell'immortali-tà di ogni esse-re vivente.E avrei volutoinsegnare agliuomini a cerca-re le fonti dellagioia e il fiume vivo della vita nell'amo-re per la natura e per ogni essere viven-te.Avrei voluto che apprendessero l'artedi osservare di camminare nel mondo edi gustare il momento presente.Volevo fare parlare per voi in un lin-guaggio di forte attrattiva montagnemari isole verdi e volevo invitarvi avedere quale vita incommensurabil-mente varia e attiva fiorisce e traboccaogni giorno fuori delle nostre case edelle vostre città.Volevo arrivare a farvi vergognare disaperne di più di guerre fra lontanepotenze e straniere di moda di pettego-lezzi di letteratura e di arti che nondella primavera che fuori delle vostrecittà espande la sua irrefrenabile forzagerminatrice del fiume che scorre sottoi vostri ponti dei boschi dei prati...avevo l'inclinazione a cogliere formebizzarre della natura non da osservato-re ma abbandonandomi al loro fascinoal loro capriccioso profondo linguaggio.La contemplazione di simili disegni l'ab-bandonarsi a forme della natura irrazio-nale capricciose strane genera in noi unsenso di concordia del nostro io interio-re con la volontà che fa esistere questeforme.E la stessa indivisibile divinità che è atti-va in noi e nella natura.Montagna e fiume albero e foglia radi-ce e fiore tutto quello che è formato innatura è in noi come immagine archeti-pa proviene dall'anima della cui essen-

za è eternità la cui essenza è sconosciu-ta ma che si rende sensibile a noi comecapacità d'amore e come energia crea-tiva.La natura è dovunque bella non dobbia-mo cercare ma trovare non dobbiamogiudicare ma osservare e comprendererespirare ed elaborare quanto abbiamoinalato.Dal bosco e dal prato che si falcia inautunno dal ghiacciaio e dal campogiallo di spighe attraverso tutti i sensideve fluire in noi vita vigore spiritosignificato valore.Anche se per adesso il giardino è anco-ra spoglio per chi ci lavora è già tuttopresente allo stato germinale e ideale.Con l'avanzare del lavoro gli impruden-ti entusiasmi si decantano e si acquieta-no e stranamente questo piccolo inno-cente giardino ci coinvolge con risonan-ze e pensieri di altro genere.Nella sistemazione di un giardino c'è untanto di felicità e di presunzione creati-va uno può modellare un angolo diterra a proprio arbitrio può procurarsiper l'estate i frutti preferiti i colori e iprofumi che predilige.Può rendere una piccola aiuola un maredi colori se non che questo ha confinilimitati quali che siano le voglie e le fan-tasie in definitiva si deve volere quelloche vuole la natura e bisogna lasciarlafare e provvedere e la natura è inesora-bile.In certa misura si fa lusingare in appa-renza si fa raggirare ma poi rivendica

tanto più inflessibilmente i suoi diritti.Per me è sempre motivo di stupore e diriflessione la straordinaria rapidità efretta con cui in un giardino l'estatearriva e se ne va.Un paio di mesi in questo breve temponelle aiuole le generazioni cresconovivono avvizziscono e muoiono.E poi in nessun altro luogo come in ungiardino il breve ciclo vitale di ogni esi-stenza è ancora più breve evidente eilluminante.E l'inteso semplice e sicuro ciclo dellavita che da all'uomo tanti gravi pensierie a qui trepido timore reverenzialetutte le religioni alludono si compie espontaneamente in ogni giardinetto inmodo discreto rapido e evidente.Nella lieta aspettativa della primaverasemino nel mio piccolo giardino fagiolie insalata resede e nasturzi e li concimocon i resti dei loro predecessori ripensoa quelli e alle future generazioni dipiante.Come tutti prendo questo ben ordina-rio ciclo vitale come una cosa naturale ein sostanza profondamente bella.Solo di tanto in tanto per qualche istan-te quando semino o raccolgo mi vienefatto di pensare come è curioso che ditutte le creature della natura solo noiuomini abbiamo da muovere rimo-stranze a questo corso delle cose e nonci accontentiamo della immortalitàcomune a tutto l'esistente ma nevogliamo avere una personale propria especiale.

Alcuni giorni fa è stata, i frequentatoridel giardino Bartlett-Nidiaci di Viad'Ardiglione, epicentro delle lottedell'Oltrarno fiorentino, hanno segnala-to la fessurazione di un ramo su unalbero.L'ufficio del Verde Pubblico è giusta-mente intervenuto subito; manon si è limitato a tagliare ilramo o a cercare eventuali altrirami marci.È stata intrapresa un'opera diradicale potatura anche deglialberi sani, in una stagione incui non va assolutamente fatta,minacciandone la stabilità e lastessa sopravvivenza e metten-do quindi a repentaglio la sicu-rezza futura dei frequentatoridel giardino. Un'opera condotta, peraltro,da due operai non seguito daalcun tecnico.Un agronomo aderente alla

nostra Associazione ha immediato ispe-zionato lo scempio, e ha lanciato ilseguente appello, che l'AssociazioneAmici del Nidiaci in Oltrarno fa proprio:"L'intervento di potatura che il Comunedi Firenze sta effettuando nel giardinoBartlett-Nidiaci è contro ogni logica di

gestione razionale del bene ambiente.Calpesta ogni regola fisiologica deglialberi e ne pregiudica la futura sicurez-za e stabilità.Mai in nessuna circostanza legata allealberate, si interviene in luglio con lamodalità di potatura sistematica adot-

tata in questo caso.E' stato allertato l'Ufficio Tecnico delComune per un ramo fessurato che gra-vava sul campetto di calcio, che conqualche altro individuato e/o segnalatoai responsabili rappresentava un peri-colo imminente.

L'intervento ha invece riguarda-to finora una parte considerevo-le del giardino con monconipotati a metà, di diametroeccessivo, asportando porzioniesagerate di rami senza il rispet-to dei requisiti base fisiologici,tecnici ed estetici dell'interaarea.Per favore fermiamoli, non per-mettiamo che lascino la loroimpronta devastante sul nostroquartiere".Associazione Amici del Nidiaci in

Oltrarno Onlus

http://www.nidiaci.com

tel. 349-1575238

Ad ogni passo ...

Fermiamo la devastazione del verde al Nidiaci

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Il testamento di un albero non è un documento diinteressi burocratici stipulato da nessuno.Pertanto non ha nessun riconosciuto notaio cheaccrediti la sua validità. Non ha nemmeno avvocatoche provi a rendere evidenti agli occhi dei giudici letante atrocità provocate da parte della nostra specie,che il pubblico ministero ben difende.Il testamento di un albero non è custodito in nessu-na cassaforte di nessun castello blindato, protetto daeserciti e bandiere. Non ha bisogno di una linguaspecifica ed è lui stesso che ci permette, a tutti, dipotere osservarlo.Lui è scolpito da acide lacrime che solo lui sa placare,di modo da permettere l'infinita crescita verso ilSole. Virtù che distingue gli alberi dal resto delle spe-cie viventi. Il testamento di un albero è tanto estesoquanto intenso è stato il resto dell'Esistente e vice-versa.Il testamento di un albero è ovunque; è ciascuno deiciocchi di legno che troviamo in giro e che con lanostra tecnologia possiamo sezionare, frantumare,polverizzare, e anche bruciare. Innato dono che pos-siede la nostra specie.Il testamento di un albero è testamento perché viveancora...L'anima segreta delle piante sembrerebbe essereuna opportunità di osservare con occhi diversi chisembra essere il protagonista...quel leccio di cuiqualcuno ha sentito l'energia o il colosso gingko eroemutilato per essersi trovato nel mezzo dei nostriassurdi giochini chiamati guerre per la pace o l'eco-nomia.Lui sta incidendo continuamente il testamento nellostesso modo in cui lo fa il resto della sua famiglia,che poco più di duecento anni fa conformava la zona.Questi ultimi hanno viaggiato in una infinita agoniaattraversando le terre d'Italia da Nord a Sud perpoterci appoggiare le rotaie che hanno messo incomunicazione il Bel Paese. Il leccio potrebbe dircipure che lui da solo apporta la quantità di aria chechiunque di noi respira lungo una giornata, dato chel'ossigeno che solo gli alberi sanno produrre ciapprovvigiona di quest' aria che respiriamo; (tecni-camente la media è di nove litri di ossigeno (O2) alminuto, equivalente a un'estensione arborea di120/150 metri quadri).Potrebbe pure dirci che l'Ozono (O3) è uno stratodell'Atmosfera che permette di filtrare i raggi ultra-violetti sì da crearla, ed essa differenzia la Terra datutti gli altri Pianeti del nostro Sistema Solare.Permettendo così quello che noi conosciamo come laVita. Questi giganti verdi sono pionieri di un cambiamen-to evolutivo cruciale nel quale con l'immagazzina-mento di CO2 e di una moltitudine di gas irrespira-bili, nel tessuto parenchimatico (il cosiddetto legno),sono riusciti a cambiare la percentuale dell'aria ailivelli che sono costituiti per il 22 percento di ossige-no e per il 72 di azoto; questo è uno dei fattori checonsente l'esistenza a tutti i mammiferi a sanguecaldo come noi.Ogni chilogrammo di legno equivale all'assorbimen-to di cinquecento grammi di Carbonio e altri cinque-cento del resto dei gas suddetti. Questo è il residuodella fotosintesi clorofilliana nel processo di produ-zione dell'ossigeno.Lui potrebbe pure raccontarci che dall'Ottocento finoal 1920 erano sparite già quindici milioni di specieviventi; che ha sentito dire che gli Etruschi quandopassavano di lì non ne lasciavano uno in piedi comelui, e di conseguenza i Greci avevano denominato ilposto come 'lo scheletro di un uomo ammalato'. Ladifferenza fra gli Etruschi e la civiltà che si subisceadesso è che prima non ti strappavano dalla terra,nemmeno ti avvelenavano come spesso accade diquesti tempi, ma ti tagliavano consentendo in que-sto modo la rinascita.Vi potrebbe raccontare inoltre che delle tre Ereambientalistiche che ha vissuto, questa è quella più

dolorosa, dato che è manipolata dai mass media inmaniera studiata per deviare ancora più l'attenzionedall' obiettivo e nutrire ancora un po' l'ignoranzache ci differenzia come specie.Ci potrebbe raccontare che tutta questa era 'bio,'eco', 'green', ecc., è tutta centrata su dei dati che noncombaciano con la Realtà. Le emissioni di CO2 nonsono state altro che uno dei principali nutrimenti chelo conformano, e che tuttalpiù diventa obeso, nellesituazioni dove la concentrazione diventa alta.Pertanto tutto quello che si vende a bassa emissionedi CO2 non c'entra affatto con il problema dell'at-tuale stato ambientale.Fra tutti i gas che insieme all'Anidride Carbonica sta-bilizzano il legno, il più noto e nocivo è l'AnidrideSulfurosa (SO2), che appena entra in contatto con unambiente umido diventa Acido Sulfurico (SO3)Infatti questo acido è quello che comporta più pro-blemi alle foglie degli alberi nelle città, perché ilminor numero di alberi causa una saturazione deglistessi che non riescono a smaltire, compromettendocosì la loro continuità.La loro continuità è indispensabile per tanti altriesseri viventiinclusi noi.Dalla metàdel Seicento cisono docu-m e n t a z i o n iche guidanoverso unagestione dellecittà sosteni-bile, impian-tando deisoggetti conun criterio e inuna modalitàche assicure-rebbe aglia m b i e n t iurbani tantol'ombra comel'eliminazionedi cattivi odoricome la puli-zia delleacque; coseindispensabiliper la qualitàdi vita delleciviltà. Invecequesta Era dà l' impressione di agire in modo tantodevastante e primitivamente che neanche nel MedioEvo esisteva tanta indifferenza nei confronti deglialberi.Chi sa se l'anima delle piante risiede anche nel legno,pensarlo sarebbe comunque una buona ragione perriflettere un attimo prima di mettere un ciocco den-tro al camino acceso, liberando in questo modo dinuovo nell'atmosfera [in fumo] il nobile lavoro cheda millenni ci offrono con tanta dignità.Sembrerebbe un buon momento di riconciliazionecol resto degli esseri viventi, prendendo coscienza edatto di una rivalutazione ambientale coerente coi cri-teri stabiliti dai giganti verdi che da sempre e dall'alto vegliano su di noi.Tutto ciò è inciso continuamente nel suo personaletestamento.Il Legno come fosse l'oracolo che parla nel e del corsodel tempo. Tempo che spero di condividere con voiper approfondire il tema.Secondo i referti fossili analizzati accuratamente leprime foreste emerse sulla terra risalgono a75.000.000 di anni fa.Tra questi alberi di Ginko e Magnolia tutt'oggi viven-ti. Questi ultimi "fossili viventi" hanno conferitoall'atmosfera respirabile in modo che i primi piccolimammiferi di sangue caldo potessero respirare ed

evolvere fino a portare avanti l'ultima delle specieviventi apparse sulla terra.Non approfondiamo su questo periodo, per noimolto lontano e poco significativo, dato che dopol'ultima era glaciale (20.000 anni fa) si è tutto ricon-formato nel modo che conosciamo oggi. Nella necessità di comunicare che ha marchiato ladifferenza tra noi e il resto degli animali ci riflettel'indispensabile ruolo che questi giganti verdi hannogiocato nei nostri confronti, cominciando dall'ariache respiriamo passando per i combustibili che cihanno riscaldato o difeso dai predatori, i nobilimateriali per costruire le nostre dimore e l'arreda-mento di esse, le droghe "medicine" o gli alcooli pernominare alcune delle materie che quotidianamen-te utilizziamo tutt'oggi, persino per documentare lanostra esistenza dato che la carta dove si scrive inorigine erano degli alberi li c'è stata impressa la filo-sofia o le altre tecniche di cui abbiamo conoscenza.In questa nostra abilità comunicativa che più o menonacque 10.000 anni fa abbiamo trascinato una gran-de degradazione del rispetto delle materie primedimenticando le priorità biologiche che conformano

e gli dannostabilità e con-tinuità fisica alresto degliesseri viventiinclusi noistessi.10.000 anni fala nostra spe-cie non supe-rava i10.000.000 diindividui inge-gnosi comuni-cativi e ricchidi risorse peròallora soggettialle stesseleggi e limita-zioni chegovernavano ilresto deglialtri animali.In seguito allanascita dell'a-gricoltura que-sto straordina-rio essere si èdiffuso in tutti

gli angoli della terra in un modo senza precedenti. Gli uomini dell'età della pietra che un tempo vaga-vano su grandi estensioni dell'Africa meridionaledipinsero le immagini degli animali da loro cacciatifu il talento grafico dell'uomo antico prodotto daabili dita di una visione acuta e di una elevata imma-ginazione che consentì la trasmissione di esperienzealle generazioni future realizzando la trasmissione didati indipendentemente dalla presenza fisica graziealla scrittura.Dalla Mesopotamia all'Egitto, la Magna Grecia ol'impero romano è sempre stato passo a passoaffiancato alla natura adeguando a noi stessi ciò cheavevamo intorno contrariamente a quanto le altrespecie viventi ci hanno dimostrato.Evidentemente noi abbiamo dovuto disboscare vastezone della terra, tanto per assediarci quanto percreare terreni fertili per le nostre coltivazioni però inquesto modo e soprattutto grazie all'agricolturasiamo passati dall'essere 300.000.000 di individui a4.000.000.000 solo nello scorso millennio fino adoggi che superiamo i 7.000.000.000 dei quali il 60%vivono vicino all'acqua mari e fiumi devastati nelmodo che nemmeno tutte le altre specie viventiinsieme avrebbero potuto immaginare di combina-re.Tutto frutto di una deviazione mentale provocata

dall'addomesticamento al quale siamo sottomessi ealla sottrazione delle conoscenze che già nell'etàdella pietra tentavano di integrare alle future gene-razioni.Le terre emerse sono altrettanto devastate poichénel mondo occidentale manteniamo uno pseudoequilibro ambientale che rispetta un 40% delle areeurbane come verdi tutto ciò grazie alla poca coscien-za e conoscenza della devastazione che dall'eraindustriale fino ad ora si sta praticando in quellezone chiamate in via di sviluppo o addirittura terzomondo, terzo mondo che ci rifornisce di tutte le risor-se che utilizziamo dalla mattina alla sera senza ren-derci conto o alquanto mimetizzando in un modoimpeccabile. Grazie a questi altri mondi noi ci per-mettiamo  di godere delle nostre aree verdi che altri-menti si sarebbero desertificate più di due secoli fa,frutto dell'avidità nei confronti delle risorse di cuifacciamo uso.Non tanto l'era industriale che cominciò a muovere iltutto a base di legna e carbone, è stata quella fasci-sta e capitalista quella più determinate nella deva-stazione ambientale a cui fa riferimento questotestamento di un albero.La furbizia che tali dittatori hanno messo in praticaha cambiato la faccia di tutte le terre conosciutestrappando dalle viscere del pianeta gli elementinobili (le foreste originarie) soppiantandole conalberi a crescita veloce (pini, eucalipti pioppi ecc)generando un finto verde che in poco più di 50 anniha trasformato la climatologia e il panorama in unainesatta scienza della quale ormai non si capiscenulla.L'ecologia è una delle scienze più recenti emerse nelnostro indottrinamento però nel corso di questi ulti-mi 20 anni  è totalmente mancante di base e criterioche ai tempi provocò la sua nascita.Da Greenpeace ai corpi forestali dell'intero pianetavengono impulsi di una cecità che limita a fabbricaredei cerotti per coprire le ferite che incessantementeaffliggiamo all'ambiente però che generazione dopogenerazione ci rende più inconsapevoli anzi ci condu-ce in una sorta di green economy che con migliaia dipersone convinte di operare nel miglior modo, non sifa altro che nutrire un capitalismo che ben pocomostra sensibilità nei confronti della natura.Queste mancate conoscenze sono alla portata ditutti e ci sono dei martiri che scomodi per il control-lo della società hanno plasmato dei capolavori cheoffrono un punto di vista oggettivo meritevoli diessere letti e rispettati.Aldo Leopold per esempio trovato bruciato in stranecondizioni nel Wiscontsin aveva scritto delle grandiopere quali "L'etica della terra" facendo già riferi-mento in essa all'insostenibilità che alla fine dell'ot-tocento ai primi del novecento si faceva con le risor-se dando una grande spinta alla famosa crisi statuni-tense del 1920.I cittadini avevano smesso di smerciare gli assurdioggetti e sembravano aver preso atto di coscienzasugli sprechi che questo mondo fisico non si potevapermettere a lungo.Ecco qui la prima era ambientale alla quale i poteri ele istituzioni che li conformano hanno dovuto farefronte distorcendo una oggettività, conformava iltutto nei biomi allora esistenti che come cuspidi rag-giungevano il cosiddetto climax da qui passando peril movimento sessantottino fino ai nostri giorni, ilsenso di bioma si è degradato nel modo che ciascu-no di noi (occidentali) si può permettere di continua-re a devastare il pianeta anche con una pseudocoscienza ambientale che ci indica di essere nel giu-sto o nel meno sbagliato.

QUANDO L'UOMO FECE UN SORRISO ALLATERRA, LA TERRA GLIELO RESTITUI’ QUANDO L'UOMO SI MISE A RIDERE LA TERRAINCOMINCIO' A TREMARE DI PAURA.

Da Silvia Prelazzi per gli alberi

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Cosa c’è di sbagliato nella capi-

tozzatura?

La pratica perversa del capitozzare glialberi ha ormai assunto una diffusioneallarmante, confermandosi la principa-le minaccia per gli alberi delle città,riducendone drammaticamente la lon-gevità e trasformandoli in fonti dirischio in aree ad alta densità.L’importanza degli alberi per l’ecologiaurbana e globale, comincia solo ora adessere pienamente conosciuta edapprezzata.Questo risveglio non è però ancora sup-portato da una adeguata educazionedel pubblico e da chiare politicheamministrative in grado di assicurare lasopravvivenza degli alberi e la nostrastessa incolumità. NON TRASFORMARE UN PREZIOSOVALORE COMUNE IN UNARESPONSABILITÀ ESTETICA, ECONOMI-CA E LEGALE! LEGGI E CONSIDERAQUANTO SEGUE:

5 buone ragioni per non

capitozzare

1) NON FUNZIONA:

Se lo scopo è di contenere le dimensio-ni dell'albero, la capitozzatura non fun-ziona. Un albero deciduo, dopo la capi-tozzatura, aumenta il tasso di crescita,nel tentativo di rimpiazzare rapidamen-te la superficie fogliare perduta, neces-saria per fornire nutrimento al fusto edalle radici. E non rallenterà la crescitafino a quando non avrà raggiunto più omeno la stessa grandezza di prima dellacapitozzatura: vale a dire pochi anni! Unica possibile eccezione alla regoladel rapido ritorno alla precedentedimensione, è che la salute dell'alberosia talmente compromessa da nonlasciargli la forza necessaria a ripren-dersi. L'albero cioè sta morendo, e con-tinuerà per diversi anni a deperire inuna inarrestabile spirale discendente.La capitozzatura non può determinare

la grandezza di un albero; un acerogiapponese o un maggiociondolopotranno crescere da tre a nove metrinella loro vita, una quercia o un frassi-no raggiungeranno venticinque, trentametri. E non è possibile "fermarli" capi-tozzando. Se ci si riesce, allora si è ucci-so l'albero!

2) È COSTOSA

Un albero capitozzato deve essere"fatto e rifatto" ogni pochi anni - edeventualmente rimosso quando muoreo quando i proprietari si stancano. Ognivolta che una branca viene tagliata,numerosi germogli lunghi e magri (chia-mati succhioni o rami epicormici) cre-scono rapidamente per rimpiazzarla.Questi dovranno venire tagliati e rita-gliati, ma ricresceranno sempre l'annosuccessivo, rendendo il lavoro espo-nenzialmente più difficile. Qualcosa disimile all'Idra, il serpente a molte testecombattuto da Ercole; e c'è chi creaquesti "mostri di manutenzione" nelproprio giardino di casa! Un alberopotato correttamente resta "a posto" alungo, perchè dopo la potatura non èstimolato ad una massiccia ricrescita.La potatura corretta esalta la salute e labellezza dell'albero e, nel lungo termi-ne, risulta essere molto meno costosa.

3) È BRUTTA

La vista di un albero capitozzato permolte persone è offensiva. Branche erami appena tagliati ricordano monche-rini di gambe o braccia amputate. Equesto è solo il primo pugno nell'oc-chio; il peggio arriva con la successivaricrescita di succhioni dritti, intricati,brutti, che rendono l'albero simile allascopa della strega. La naturale bellezzadella chioma di un albero dipende dal-l'ininterrotto assottigliarsi, dal troncofino ai rametti più fini e delicati, e dalregolare dividersi di branche e rami. Gliarboricoltori considerano la capitozza-tura un crimine: la naturale bellezzaaccumulata da una albero in 90 anni di

crescita può essere distruttaper sempre in un paio d'ore.La capitozzatura distrugge lasilhouette invernale dell'albe-ro. La ricrescita di succhionipotrà fare ben poco, o nulla.Anche se, dopo anni, l'albero riuscirà aristabilirsi, non sarà comunque lo stes-so di prima.

4) È PERICOLOSA

La capitozzatura è il danno più serio chesi possa infliggere ad un albero.Secondo quanto sostiene Alex Shigo,noto scienziato ed "inventore" dellamoderna arboricoltura, pesanti e ripe-tute capitozzature possono generarecolonne interne di legno cariato, il cuimalefico effetto si manifesterà soloanni dopo, in coincidenza con periodisiccitosi o altri stress. Per ironia, moltitagliano i loro alberi perchè così pensa-no di renderli più sicuri! In alcuni rego-lamenti comunali la capitozzatura è vie-tata perchè possibile fattore di rischioper la cittadinanza.

CARIE: Il capitozzo apre la strada all'in-vasione degli organismi cariogeni. Unalbero riesce ancora a difendersi quan-do vengono rimosse le branche laterali,ma gli è impossibile contenere la diffu-sione della carie quando viene capitoz-zato. Come risultato si avrà la perdita dibranche o dell'intero albero, nel giro dialcuni anni.

FAME: Molto semplicemente: le fogliedi un albero fabbricano il suo cibo. Laripetuta rimozione di fogliame - la fontedell'alimentazione - letteralmente affa-ma l'albero. Ciò lo rende più suscettibi-le, ad esempio, ai marciumi radicali,causa comune di crollo d'alberi.

RAMI DEBOLI: I nuovi rami originati daisucchioni saranno debolmente inseritie facilmente potranno spezzarsi per ilvento o il carico della neve, anche moltianni dopo, quando sono ormai diventa-ti grandi e pesanti. Questi rami nonavranno mai più l'integrità strutturale

di quelli originali.

ACCRESCIUTA RESISTENZA AL VENTO:

La densa ricrescita di succhioni renderàla chioma molto pesante e molto menopermeabile ai venti. Questo aumenta lapossibilità di schianti in caso di tempe-ste. Una potatura di diradamento alcontrario permette al vento di passareattraverso la chioma, riducendone così"l'effetto vela".

5) TI FA APPARIRE MALE

Capitozzare un albero ti fa apparire unapersona folle o crudele. Più si diffondela comprensione su quello che significarealmente capitozzare e minore sarà lastima nei confronti di chi lo fa (o lo faeseguire). Magari puoi fare capitozzareun albero per godere di una bella vistasul mare, ma ci saranno sempre piùpersone, i tuoi vicini di casa, i tuoiamici, che vedranno invece un alberomacellato con il mare sullo sfondo.

PlantAmnesty e un'organizzazione non- profit dedicata alla promozione dellecorrette tecniche di giardinaggio epotatura.

Per maggiori informazioni visita il sito:www.plantamnesty.org

Per maggiori informazioni sulla correttapotatura, contatta un arboricoltore cer-tificato: l'elenco completo e disponibilesul sito di S.I.A. - sezione italiana dell'I.S.A. : www.isaitalia.org

International Society of Arboricolture

(ISA) P.O. Box 71Urbana, IL 61801(217) 328-2032

Societa Italiana di Arboricoltura (SIA)

Sezione Italiana di ISA

Segreteria Operativa:c/o Scuola Agraria del Parco di MonzaViale Cavriga 320052 Monza (MI)tel./fax 039-325928

Traduzione e adattamento: Giulio Giuli

5 buone ragioni per smettere di capitozzare gli alberi

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Ieri, nel pomeriggio, gli occupanti del-l’ex albergo Concorde hanno messo inatto, in viale Gori, un corteo, per pro-testare, in maniera pacifica, control'intervento dei tecnici ENEL, chehanno operato il distaccodella fornitura. Durantel'intervento, gli occupantiaffacciati alle finestrehanno gridato la loro pro-testa contro il distaccodell'energia elettrica perpoi farla proseguire conun corteo al quale hannopartecipato una quaranti-na di persone tra le qualianche alcuni bambini, intutto questo, i tecnicidell'Enel, dopo aver effet-tuato il distacco, hannoanche provveduto allamessa in sicurezza e alla blindaturadella cabina elettrica, per impedireche la cosa potesse ripetersi. Al di làdi quanto sin qui detto, che rimanepura cronaca, l’amara considerazioneda fare, rimane sempre la stessa: ildramma è la dinamica delle politicheborghesi, sempre più ciniche e incat-tivite dalla logica del libero mercato,dove le azioni, figlie di povertà edisperazione, diventano crimine edove chi non ha forza per reclamare ipropri diritti è messo, non ai margini,ma nell’immondezzaio. L’emergenzaabitativa, è l’elemento centrale di unadelle più brutte storie della nostrasocietà, dove precarietà, indigenza,mancanza di solidarietà, l’inosservan-za del primordiale diritto ad abitare,

rimangono quella serie di cose che leistituzioni continuano a tamponarecon espedienti che nulla hanno a chevedere con la volontà di risolvere ilproblema alla radice, aggredendo lecause che l’hanno generata. Il capola-voro legislativo è il decreto Renzi -Lupi, nei riguardi del quale è stataevidenziata, durante la discussione inSenato, tutta una serie di contraddi-zioni, ma che alla fine, per lasciarlocosì com’era nato, è stato approvatofacendo ricorso alla solita fiducia. Laparte del decreto che proprio non sipuò digerire è, infatti, che si continua

a tenere in essere la scandalosa mec-canica che favorisce il trasferimentodi denaro pubblico nelle disponibilitàdei privati e che si continui a favorireil consumo di suolo e la conseguente

speculazione, senza che ci si pongaminimamente il problema delle con-dizioni, di quanti, italiani o migranti,disoccupati, privi di alcuna forma direddito, o cassintegrati che non pos-sono più permettersi il costo, oramaifuori mercato, di un affitto o di unmutuo. Nelle grandi città come nellepiccole, assessori e giunte potrebberofare tantissimo se solo avessero ilcoraggio e l’intelligenza politica diutilizzare al meglio gli strumenti chela legge mette loro a disposizione, inmaniera da operare scelte in contro-tendenza rispetto ai desiderata dipalazzinari, speculatori e governicreati ad hoc per garantirne i privile-gi, ma questo significherebbe sceglie-re di porre il benessere sociale al cen-

tro della propria azione politica, pur-troppo va detto che le azioni politicheispirate a questo criterio sono prati-camente inesistenti. Va ricordato chein Senato, durante la discussione perl’approvazione del decreto Renzi -Lupi, il senatore PD Felice Cassonpropose la requisizione, senza inden-nizzo, per i grandi stabili privati inuti-lizzati da più di tre anni, proposta chenaturalmente è stata bocciata; un’a-zione in controtendenza è, invece,una delibera recentemente approvatadal Comune di Napoli che requisirà ilcostruito vuoto e inutilizzato per rica-

varne alloggi. Ovviamente la questio-ne è semplicemente una questione dirapporti di forza, se le istituzioni loca-li vengono messe con le spalle almuro, si trovano costrette a prendere

decisioni in controten-denza. Il serio timore,però, è che quanto acca-duto a Napoli, possarimanere un episodioisolato perché le crona-che delle nostre cittàcontinuano a parlare difamiglie sfrattatecostrette ad accettare leimprobabili soluzioniproposte dai servizisociali, continuano aparlare di canone con-cordato (che favoriscesolo i proprietari) e di

housing sociale (che favorisce coope-rative e costruttori) e per disoccupati,precari, lavoratori che subisconoriduzione di ora-rio, licenziamenti,cassa integrazio-ne, rimangonosolo marginalità,perdita della casa,con la conseguen-te perdita dellaresidenza e deidiritti connessirelativi a salute,scuola, voto, per-manenza sul terri-torio italiano ecc.Il PCL esprime lapropria solidarie-tà a immigrati,proletari e a tutticoloro che, in que-sta situazione,solo nella lotta enell’autorganizza-zione orizzontaledal basso, possonocontribuire acostruire la capa-cità di resistere alpeso schiacciantedella crisi che stamassacrando equindi la capacitàdi gettare il semedi quella trasfor-mazione politicain vista di unmondo basato sulbenessere socialepiuttosto che sulprofitto. Il PCL èqui anche perribadire aglia m m i n i s t r a t o r ilocali dalla propriacostante presenzaal fianco di ognipersona o famigliache deciderà di

opporsi all’ingiustizia dello sfratto,pronto a sostenere il riappropriarsi diogni diritto che viene sottratto epronto a innescare il conflitto se l’o-perato di quanti sono preposti algoverno di queste cose continuerà adavallare le scelte criminali di chi spe-cula sulla vita e l’esistenza delle per-sone, perché va ricordato a tutti, conforza, che la casa è un diritto sancitodalla Costituzione Italiana, dalle leggieuropee e da tutti i dettati del dirittointernazionale. Oggi il vero crimine èl’affitto non l’occupazione di chi nonha mezzi e risorse e non vuole rinun-ciare alla propria dignità dell’esserpersona.

SOLIDARIETÀ AGLI OCCUPANTIDEL CONCORDE

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

ex Concorde: azione di forza

eNel stacca la luce scatta la protesta

PAGINA 11 CASA

EMERGENZA ABITATIVA ... È DI NUOVO "ALTA TENSIONE"

Ieri mattina (25 agosto) davanti all'Hotel "Concorde" occupato si sono presenta-ti un centinaio di agenti Digos, carabinieri in assetto di guerra, Blindati chehanno militarizzato il territorio. La scusa è stata lo STACCO dell'erogazione del-l'energia elettrica. Il piccolo esercito ha PRESIDIATO il territorio sino a notte inol-trata...Una manovra poliziesca condita di vero e proprio senso della frustrazione e del-l'impercettibile VIOLENZA nei confronti dei precari della casa.Infatti all'Hotel Concorde vivono oltre 20 nuclei familiari, una trentina di bambi-ni, molte famiglie sfrattate. L'allaccio per l'energia elettrica era stato richiestoben prima dell'applicazione dell'offensivo articolo 5...per ben due volte la sededi ENEL ENERGIA in Via Corridoni era stata occupata proprio per ottenere l'allac-cio della corrente...ma a Firenze come in altre città l'ordine pubblico serve solo acolpire i pìù deboli ?

Poi l'INFAME articolo cinque ha fatto il resto...negare ACQUA, LUCE, GAS E RESI-DENZE a coloro che occupano gli stabili sfitti. Un articolo ampiamente anticosti-tuzionale, l'esercizio e l'appicazione della vendetta nei confronti di chi vive l'e-mergenza abitativa...in poche parole la negazione dei diritti elementari...comeil diritto a sopravvivere...Questa aberrante applicazione ricorda le epurazioni di massa degli indesiderati,alla faccia del buonsenso e degli aiuti umanitari...

intanto...incombono pesanti prospettive per gli sfrattati

Solo nei primi tre giorni di settembre sono previste oltre 20 ESECUZIONI DISFRATTO, nessuna di queste famiglie ha possibilità di ottenere un alloggio diedilizia sociale...Questa mattanza quotidiana costringerà, nonostante l'articolo 5, decine difamiglie a nuove OCCUPAZIONI DI STABILI.Intanto il Comune di Firenze in pochi mesi è riuscito a rendere l'emergenza abi-tativa UN VERO E PROPRIO DRAMMA SENZA FINE...

*Il Comune di Firenze ha CANCELLATO IL BANDO TRANSITORIO per l'ottenimentodelle case popolari previsto per settembre 2014...*Ha avviato l'applicazione di numerosi SFRATTI per case ERP E COMUNE GARAN-TE*Ha cancellato COMMISSIONE di graduazione degli sfratti prevista dalla REGIO-NE TOSCANA...

e noi ci prepariamo a nuove forme di ribellione e resistenza...

miti e quieti come sempre IL MOVIMENTO DI LOTTA PERLA CASA

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Cresciuto nell'Iraq meridionale, si trasferisce per ragioni di studio a Baghdad dove pub-blica le prime opere di narrativa e poesia, collaborando come giornalista a varie riviste.Nel 1981 è costretto a fuggire dall'Iraq in quanto renitente alla leva nella guerra control'Iran. Vive da allora in esilio a Firenze, dove si è laureato in Lettere e Filosofia. Ha fattoinoltre un dottorato di ricerca all'Istituto Universitario Orientale di Napoli.Mia Lecomte [...]: il travagliato processo antropologico di trasporre il proprio pensiero,cioè quanto più intimamente ed estrinsecamente legato all'emotività dell'anima, nelsuono, nelle parole d'una lingua straniera e, superato l'arduo valico, ritrovarsi nell'uni-versale topos della 'nazione poesia' cantando da esule, che esule non è più in quantopoeta ed il poeta è esule dalla sua patria solo quando si arrende e perde il contatto conil pianeta poesi, l'altrove che lo salva. [...] E, poiché è nient'altro che poesia quello checi porta al coinvolgimento, trascinati, scopriamo, ci creda l'autore, che l'esule che sem-pre peregrina è l'umanità stessa". Fonte: Wikipedia

VOCI PAGINA 12

SEPARAZIONE TOTALESparirà il corpo dal suo desiderio

Sparirà la sua smania

Fuggirà il mare dalla sua spiaggia

Fuggirà dal suo arenile

Svanirà la palma dal suo tronco

Svanirà dalle sue radici

Scompariranno i tornati dal paradiso

L'ubriaco fuggirà dal suo ultimo bicchiere

La parola fuggirà dal suo Libro Sacro

Fuggirà dal suo Corano

L'amore era ingannato e l'innamorato sparirà

Fuggirà l'assassino perché non ha una vittima

Gli amanti spariranno perché non c'era amore

Scompariranno gli alberi dal loro giardino

Le rovine si dissolveranno perché non avranno più la terra

Il poeta senza parole fuggirà

Senza femminilità le donne spariranno

Dentro questi corpi c'è un cuore che se sarà isolato morirà

Hasan Atiya Al Nassar

Immigrazione, denuncia Unhcr: 1.900 morti quest'anno nel Mediterraneo.

«Italia non sia lasciata sola»

Gli ultimi giorni sono stati i peggiori di quest'anno per le persone che affrontano la traver-sata del Mediterraneo per raggiungere l'Europa: almeno tre navi si sono capovolte o sonoaffondate e si contano più di 300 vittime. Nel complesso, sono circa 1.900 le persone mortequest'anno in queste traversate, di cui 1.600 dall'inizio di giugno. Questa la stima dell'uffi-cio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che parla di arriviraddoppiati quest'anno rispetto al 2013. L'anno scorso erano stati circa 60.000 mentre nel2014, fino a questo momento, sono stati circa 124.380. [Ansa]

Mare rosso

di Sicilia

E ora dobbiamo noi cantare

cosa fa rosso il nostro mare:

l’odio cane fra persone

venute al mondo da un unione

tutte, senza distinzione.

Quella tendenza perversa

a fare di ogni carattere

una pericolosa differenza.

La paura dura a morire

di osservare e toccare

chi porta i segni del dolore.

Chi salva il culo da quel lurido mare,

poi, lo dobbiamo imprigionare?

E ora dobbiamo noi cantare

lo schifo del nostro cuore.

Guido

Osservazioni alla bozza di Piano Sanitario e SocialeIntegrato Regionale 2012 – 2015È molto positivo e di fondamentale importanza che apagina 226 si citino per esteso gli articoli 2 e 3 dellaCostituzione. A pagina 235 del testo integrato marzo 2014, dopol’elenco puntato, è scritto che i progetti di vita indi-pendente sono “revocabili solo nel caso di cessazionedella condizione prevista per l’accesso al progetto”.Le condizioni sono più di una e quindi va messo alplurale. Sempre a pagina 235, poco dopo, la Giunta ha inseri-to un testo molto confuso che torna a confondere“vita indipendente” e ciò che per brevità è indicabilecome “dopo di noi”. Questo è fatto volutamente perché ora ci sono 9milioni per la vita indipendente ottenuti con lotte eoccupazioni da parte delle persone disabili, e sivogliono prendere un po’ di questi soldi per finanzia-re cose che niente hanno a che vedere con la vitaindipendente. È doveroso ricordare che “vita indi-pendente” significa “autodeterminazione”. LaRegione ha il preciso dovere di finanziare altre formeassistenziali, però questo va fatto nel rispetto delloStatuto regionale, della Costituzione, della Carta deiDiritti fondamentali dell’Unione Europea e dellaConvenzione ONU sui disabili che prevedono la prio-rità della vita indipendente; e poi non si possonoprendere i soldi della vita indipendente per finanzia-re strutture legittime ma che sono il contrario dellavita indipendente. Si sottolinea che operazioni delgenere producono anche l’effetto di aumentare la

conflittualità tra i cittadini e la Regione. Quindi, sichiede di cassare o riformulare il testo. A pagina 236, il punto sulla vita indipendente parladi “emancipare e migliorare le opportunità di vita e dilavoro dei cittadini”. Ribadiamo con forza che si tratta di “garantire i dirit-ti fondamentali delle persone”. Nello stesso punto, la Giunta ha inserito la precisa-zione “previa verifica di quanto ad oggi attuato edefinizione di parametri oggettivi ed omogenei perl’accesso”. Sarebbe sufficiente che la Regione approvasse lanostra proposta di legge per migliorare di molto lecose. Facciamo rilevare come sia drammaticamente osce-no che la nostra autodeterminazione debba sotto-stare all’apertura dei bandi nel cui periodo soltanto èpossibile presentare la domanda per la vita indipen-dente. Riguardo al punto Vita Indipendente (da pagina 237ultimo capoverso a pagina 239 primo rigo), si formu-lano le seguenti osservazioni. A inizio p. 238, si riporta che “con DecretoDirigenziale n. 103/2013 è stato attivato un appositotavolo permanente di monitoraggio, valutazione econtrollo dell'attuazione territoriale.”Si fa presente che i partecipanti a tale tavolo nonpossono vantare nessuna accertata e comprovataesperienza in tema di vita indipendente. Ciò apparedi dubbia legittimità giuridica perché contrasta con icriteri dell’efficacia e dell’efficienza che laCostituzione prescrive alle istituzioni.

I quattro capoversi successivi della stessa p. 238 siperdono in una descrizione dei presunti aspetti posi-tivi della vita indipendente senza però centrare l’ar-gomento. Se la materia fosse normata correttamente secondogli standard internazionali del movimento per la vitaindipendente e mediante una specifica legge regio-nale di cui la nostra Associazione ha già da tempoelaborato una proposta, sarebbe sufficiente scrivereche “per le persone con gravi disabilità, la vita indi-pendente è una libera scelta ed è la concreta attua-zione nei loro confronti degli articoli 2 e 3 dellaCostituzione.”Al primo capoverso di pagina 238, è scritto che il con-tributo per la vita indipendente è “finalizzato all'as-sunzione di un assistente personale”. Si fa presente che esistono altre forme legali di rap-porto di lavoro oltre a quello dipendente. Inoltre, gliassistenti personali possono essere più di uno. Il capoverso successivo parla di “capacità di costruireil proprio progetto di vita”. Ribadiamo che “vita indipendente” significa il con-creto esercizio da parte del disabile delle libertàgarantite dalla Costituzione. Agli altri cittadini non sichiede di avere la capacità di costruire progetti divita. Non vediamo perché tale capacità debba essererichiesta ai disabili. Al quinto capoverso di pagina 238, la Giunta haaggiunto le parole “nel rispetto dei diritti contrattua-li dei lavoratori”. Tale precisazione ha tutto il sapore della beffa, per-ché, vista l’esiguità delle somme erogate, il pieno

rispetto di tali diritti non può che andare a discapitodei diritti di pari, e persino superiore, importanzadell’utente disabile. Al settimo capoverso di pagina 238, è scritto che “Ilprogetto personale di vita indipendente si presenta aseguito di avvisi/bandi emanati dal territorio ed èsottoposto a valutazione della UVM”. È inammissibile che l’esercizio dei diritti fondamen-tali delle persone disabili sia subordinato all’emissio-ne di bandi o avvisi. Inoltre, i poteri attribuiti alleUVM sono davvero eccessivi. La schematizzazione dell’ottavo capoverso apparetroppo superficiale. Per quanto scritto nel punto sulle azioni, ribadiamola necessità di una legge regionale specifica sulla vitaindipendente, partendo dalla nostra proposta dilegge. Ribadiamo l’inutilità e la dubbia legittimitàgiuridica di un gruppo di lavoro per il monitoraggio ela valutazione composto da persone totalmente ine-sperte di vita indipendente. Riteniamo molto importante che il Consiglio abbiacondiviso la nostra richiesta in tema di Isee appro-vando due norme di legge regionale in cui si prevedel’esonero della vita indipendente dall’Isee. Dato peròche, se si guarda la realtà nelle sue reali dimensioni,emerge con chiarezza che la disabilità grave è unevento devastante della vita che fa saltare tutti iparametri reali di valutazione della situazione eco-nomica, chiediamo che il Consiglio abbia la lungimi-ranza di disporre l’esonero della disabilità grave datutte le valutazioni dell'Isee.

ASSOCIAZIONE VITA INDIPENDENTE ONLUS

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Dopo il licenziamento in tronco di duelavoratori affetti da problemi di salute econ un'anzianità di servizio di oltre 20anni, l'Amministrazione leghista insedia-tasi al San Paolo nel 2011 vuole ora dis-farsi dei sindacalisti che stanno difen-dendo i lavoratori lasciati a casa, man-dandoli in commissione disciplinare. Le motivazioni che hanno comportato illicenziamento senza neanche il preavvi-so di questi 2 dipendenti, in altri momen-ti sarebbero state sanzionate con qual-che ora di sospensione, mentre le conte-stazioni addebitate ai due sindacalistiUSI sono: l'aver violato gli «obblighi deldipendente».... «sino ad aver impedito aldirigente del Sitra di attendere alla pro-pria attività lavorativa...., perseguibilipenalmente», secondo l'avv. Vigezzidell'Azienda, «con arresto fino ad unanno».

I fatti si riferiscono alla giornata del 21maggio 2014 quando, al termine di unaAssemblea Generale dei Lavoratoriindetta da USI e FSI, alcuni delegati deci-sero di presidiare l'Ufficio del Sitra perdenunciare: - i metodi repressivi nellagestione del personale, la mancanza diregole sulla mobilità, sulla libera profes-sione, il ricorso massiccio dell'armadisciplinare e dei licenziamenti, contro ilritorno nelle corsie delle agenzie di som-ministrazione di personale, nuovo capo-ralato attuato sulla pelle degli operatorisanitari.

PROSEGUE da LUNEDI' 11 Agosto 2014PRESIDIO PERMANENTE AD OLTRAN-ZA, presso la Sede Sindacale dell'OspedaleSan PaoloRaffaele in sciopero parziale della famedal 16 luglio '14 entrerà in sciopero tota-le

Durante lo svolgimento del Presidio ver-ranno promosse iniziative culturali,proiezioni, dibattiti ecc. e continuerà lasottoscrizione della petizione a sostegnodei 2 dipendenti lincenziati e dei sinda-calisti inquisiti (già 1.092 firme di lavo-ratori e utenti sono state fatte recapitarealla Dirigenza dell'ospedale). Mercoledì27 agosto invece, presso il TribunaleCivile di Milano in via Pace n.10 ore15.00, si svolgerà la prima udienza dellacausa di lavoro di Raffaele.

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIOÈ PER CHI CHIUDE I POSTI LETTO EREPARTI OSPEDALIERI, NON PER CHIRIVENDICA ASSUNZIONI E QUALITÀDELL'ASSISTENZA.

Invitiamo tutti i lavoratori e i cittadini apassare dal PRESIDIO e a manifestaretutta la solidarietà possibile, perchèRaffaele non deve rimanere solo.

Segreteria Aziendale USI-SanitàOspedale San Paolo

PAGINA 13 VOCI

“ Piombo l’elegante”

Lo chiamano Piombo nel quartiere S. Ambrogio,veste sempre con giacca, camicia e cravatta

abiti che si toglie si e no ogni annod’inverno porta due o tre cappotti

e sono supersporchi, puzzolenti e untuosi,non si lava proprio mai.

La notte dorme nell’androne dell’agenzia immobiliareIn via Pietrapiana, i suoi bisogni li fa come i cani,fa tutto all’aperto, alla luce del sole come Diogene,

come i cinici antichi e non ha più vergogna di nulla a far queste coseagli occhi di tutti così indecorose, perché ormai son più di trent’anni

che sta sulla strada e non ha più ritegno in nulla, neanche a mandare fanculo tutti.

Povero Piombo! Hai sempre cercato la soluzione alla tua miseria, fidando nella scommessa, giocando ai cavalli

Ad altro più non pensi che al cavallo vincente, in verità come te ce n’è tanti.Nell’agenzia ippica di via Della Mattonaia,

in alto troneggia la foto di Piombo, proprio così,com’è ridotto e tutti lo mirano con derisione e paura,

che quella può diventare la propriavita in un prossimo o poco più lontano futuro, la sorte di ognuno, nella volontà del destino.

Francesco Cirigliano

Wolfgang Buckwar è un signoredistinto, originario della Germania,ma dopo la guerra, molto spesso inItalia a Firenze. Tramite Fuori Binario ha conosciutoRadio Cora e ne è diventato sostenito-re. Queste le sue riflessioni.

“Da giovane ho vissuto la 2° guerramondiale, risiedevo alla periferia diBerlino ed avevo 12 anni. Ricordomolto bene lo scoppio delle bombe edelle granate che terrorizzavano lagente e non riuscirò mai a dimentica-re la parola guerra. Sono una personatollerante, ma non riesco a sopporta-re chi prepara e inizia a fare le guerre.I nostri politici ci dicono “Dobbiamocombattere contro il terrorismo, main verità il massimo del terrorismo èproprio la guerra! Guardiamoci attor-no, siamo già nella terza guerra mon-diale, i conflitti nella ex Jugoslavia,nell’ Irak, nell’Afghanistan, nellaLibia, nella Siria, in Ukraina etc.. loconfermano”.Torno spesso a Firenze, è la mia cittàpreferita perché amo la musica, la cul-tura, la storia, e la gente di Firenze.Quattro anni addietro ho conosciuto

l’A.N.P.I. e sono stato nella sede inOltrarno per sapere di più della suastoria, lì ho conosciuto e fatto amici-zia con due grandi partigiani, LilianaBenvenuti detta Angela e Leandro

Agresti, tutti e due insigniti delFiorino d’oro per l’impegno nella resi-stenza e nella liberazione.Li ammiro molto, perché io magari alloro posto, non avrei avuto il coraggiodi combattere di nascosto contro ifascisti.Tramite Fuori Binario, di cui sonoaffezionato lettore, sono venuto a

conoscenza dell’esistenza al tempodella liberazione di un ponte radiocon gli alleati, Radiocora, ho volutosaperne di più anche perché sonorimasto emozionato dalla rinascita

della stessa in questi giorni, voluta esostenuta dall’A.N.P.I. Settanta annidopo siamo al punto di rinnovare laresistenza e quindi ho voluto subitotesserarmi.

Perché resistere oggi?Nella società europea e non solo, simuovono forti interessi attorno al

vitello d’oro. Questo vitello si chiamaliberismo selvaggio il quale crea mas-simo profitto legato inseparabilmenteal sistema capitalista la cui base è lacrescita economica, spalmata ad hoctutti i giorni su tutti i quotidiani. Sevuole sopravvivere esso deve cresce-re all’infinito.Noi però viviamo su un pianeta limi-tato, quindi non è possibile cresceresenza fine. Ma è proprio così impossi-bile riconoscere che il capitalismodistrugge l’umanità, la società, l’eco-logia, la natura e in finale tutto il pia-neta terra seguendo le sue leggi eco-nomiche?Per fortuna resistono le alternativelegate alle economie dal basso a km 0che si avvalgono di idee, progetti eproposte validi. Io credo che ci sia lapossibilità di un’altra società, un’altraEuropa, un altro mondo.Il cambiamento comincia con la resi-stenza è vero, poiché arrendersi alpresente è il modo peggiore dicostruire il futuro.

Testimonianza raccolta da RobertoPelozzi di Fuori Binario

Perché resistere oggi?

DOMENICA 24/08/14

14° GIORNO di SCIOPERO DELLA FAME di RAFFAELE

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VOCI PAGINA 14

Circa 47.648 i senza dimora inItalia nel 2011 (Passati a51.000 in soli due anni)

La maggior parte è straniero (59,4%), uomo(86,9%), con meno di 45 anni (57,9%, la media è di42,2 anni), vive al Nord (58,5%), nei due terzi dei casiha al massimo la licenza di media inferiore ed è statocostretto alla strada per la perdita di un lavoro stabi-le e per la separazione dal coniuge (33,7%).È la fotografia che emerge dall'indagine Istat 'Le per-sone senza dimora (2011)' condotta nell'ambito diuna ricerca sulla condizione delle persone che vivonoin povertà estrema realizzata a seguito di una con-venzione con il Ministero del Lavoro, la Federazioneitaliana degli organismi per le persone senza fissadimora (Fio.Psd) e la Caritas.L'indagine prende inconsiderazione le persone senza dimora che, tranovembre e dicembre 2011, hanno utilizzato almenoun servizio di mensa o accoglienza notturna in 158comuni in cui è stata condotta la rilevazione.Il rapporto dell'Istat: "I senza dimora in Italia sono47.648". Secondo l'Istat quindi le persone senzadimora in Italia sono stimabili in 47.648 e corrispon-dono a circa lo 0,2% della popolazione regolarmenteiscritta presso i comuni considerati dall'indagine.L'incidenza sul totale dei residenti risulta più elevatanel Nord-ovest (vi risiede il 38,8% del totale) dove lepersone senza dimora corrispondono a circa lo 0,35%della popolazione residente; seguono il Nord-est(19,7%) con lo 0,27%, il Centro (22,8%) con lo0,20%, le Isole (10,1%, incidenza dello 0,21%) e ilSud (8,7%, 0,10%).

La maggioranza è costituita dastranieri.La maggioranza delle persone senza dimora è costi-tuita da stranieri (59,4%) e le cittadinanze più diffu-se sono la rumena (l'11,5% del totale delle personesenza dimora), la marocchina (9,1%) e la tunisina(5,7%). Gli stranieri senza dimora sono più giovanidegli italiani (il 47,4% ha meno di 34 anni control'11,3% degli italiani), hanno un titolo di studio piùelevato (ha almeno la licenza media superiore il40,8% contro il 22,1% degli italiani) e vivono dameno tempo nella condizione di senza dimora (il17,7% lo è da almeno due anni, contro il 36,3% degliitaliani). Più spesso vivono con altre persone (il 30%contro il 21,8%), in particolare con amici (17,4%contro 10,2%); ben il 99,1% è nato in uno stato este-

ro e solo il 20% era senza dimora prima di arrivare inItalia.

In media, le persone senza dimorariferiscono di esserlo da circa 2anni e mezzo.Quasi i due terzi (il 63,9%), prima di diventare senzadimora, viveva nella propria casa, mentre gli altri sisuddividono pressoché equamente tra chi è passatoper l'ospitalità di amici e/o parenti (15,8%) e chi havissuto in istituti, strutture di detenzione o case dicura (13,2%). Il 7,5% dichiara di non aver mai avutouna casa. Più della metà delle persone senza dimorache usano servizi (il 58,5%) vive nel Nord (il 38,8%nel Nord-ovest e il 19,7% nel Nord-est), poco più diun quinto (il 22,8%) nel Centro e solo il 18,8% vivenel Mezzogiorno (8,7% nel Sud e 10,1% nelle Isole).Milano e Roma, spiega ancora l'Istat, accolgono benil 71% della stima campionaria. Ben il 44% delle per-sone senza dimora utilizza servizi con sede a Roma oMilano: il 27,5% a Milano e il 16,4% a Roma.

La maggioranza dei senza dimorasi trova nel Nord.La stima è più elevata a Milano, soprattutto per lepersone senza dimora che utilizzano i servizi dimensa; queste ultime rappresentano, infatti, l'86,4%

delle persone senza dimora stimate a Milano, controil 66,2% di quelle stimate a Roma. La capitale sicaratterizza per una maggiore presenza di personecon dimora tra coloro che si rivolgono ai servizi dimensa (24,7% contro 17,4%), per una maggiore pre-

senza di persone senza dimora che utilizzano piùvolte lo stesso servizio (tra coloro che usano il servi-zio mensa, si rivolgono per tutta la settimana allostesso servizio il 47,4% di chi vi pranza - contro il35,3% di Milano - e il 53% di chi vi cena - contro il49,7%) e per una minore presenza di stranieri (sonoil 46,7% delle persone senza dimora, contro il 78,3%di Milano). Dopo Roma e Milano, Palermo è tra i 12comuni più grandi quello che accoglie il maggiornumero di persone senza dimora (3.829); vi vivequasi l'80% di coloro che utilizzano servizi nelle Isolee ben il 60,7% è costituito da stranieri. SeguonoFirenze (1.911), con il 60,9% di stranieri, Torino(1.424), con il 56,5%, e Bologna (1.005), con il51,6%.

Il 28,3% delle persone senza dimo-ra dichiara di lavorare.Si tratta in gran parte di occupazioni a termine, pocosicure o saltuarie (24,5%); i lavori sono a bassa qua-lifica nel settore dei servizi (l'8,6% delle personesenza dimora lavora come facchino, trasportatore,addetto al carico/scarico merci o alla raccolta deirifiuti, giardiniere, lavavetri, lavapiatti, ecc.), nell'edi-

lizia (il 4% lavora come manovale, muratore, operaioedile, ecc.), nei diversi settori produttivi (il 3,4%come bracciante, falegname, fabbro, fornaio, ecc.) ein quello delle pulizie (il 3,8%). Secondo il dossierdell'Istat, in media le persone che hanno un lavoro losvolgono per 13 giorni al mese (il 37,6% per meno di10 giorni e il 32,2% per 20 giorni o più) e il denaroguadagnato ammonta a 347 euro mensili (circa unquarto guadagna meno di 100 euro e quasi un terzooltre 500 euro). Non emergono particolari differenzetra italiani e stranieri. Oltre la metà delle personesenza dimora (il 51,5%) dichiara di non lavorare poi-ché non riesce a trovare un'occupazione, in particola-re per la "difficoltà a trovare lavoro" (57,8%).

I Senza dimora ricevono aiuti dallapropria famiglia.La maggior parte delle persone senza dimora(53,4%) riceve un aiuto economico dalla rete familia-re, parentale o amicale e da estranei e associazioni divolontariato, che, in molti casi, rappresentano l'unicafonte di sostentamento; il 57,6% dichiara, infatti, diavere una sola fonte di reddito. La perdita di un lavo-ro si configura come uno degli eventi più rilevanti delpercorso di progressiva emarginazione che conducealla condizione di 'senza dimora', insieme alla sepa-razione dal coniuge e/o dai figli e, con un peso piùcontenuto, alle cattive condizioni di salute. Ben il61,9% delle persone senza dimora ha perso un lavo-ro stabile e il 59,5% si è separato dal coniuge e/o daifigli. Nei 12 mesi precedenti l'intervista l'89,4% dellepersone senza dimora ha utilizzato almeno un servi-zio di mensa, il 71,2% un servizio di accoglienza not-turna, il 63,1% un servizio di docce e igiene persona-le (più ridotte le percentuali di utilizzo di servizi didistribuzione medicinali, accoglienza diurna, unità distrada).

Tra i senza dimora il 13% sonodonne:Le donne, conclude l'Istat, rappresentano il 13,1%delle persone senza dimora, con caratteristiche deltutto simili a quelle osservate tra gli uomini. Tra lestraniere prevalgono la cittadinanza rumena(36,6%), oltre un quarto ha più di 55 anni (27,4%,età media di 45,1 anni), vivono più frequentementedegli uomini con un coniuge o con i figli (31,4%) e unquarto (25,3%) dichiara di avere un lavoro che vienesvolto, in media, per 14 giorni al mese e con un gua-dagno di circa 314 euro.

fonte: dati ISTAT

Senza dimora in Italia

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PAGINA 15 VOCI

Perché stiamo perdendo la guerra contro il cancroLa malattia che era dell’età adulta, la metilazione e idanni irreversibili al DNA

Nel 1971 il Presidente Nixon firmò il National CancerAct, un ambizioso progetto con cui si delineava lastrategia della “guerra al cancro”, guerra che gli StatiUniti erano decisi a combattere ed ovviamente a vin-cere .Erano gli anni in cui l’uomo era arrivato sulla luna , lafiducia nelle potenzialità della scienza era pressochèillimitata e sembrava che con poderosi finanziamen-ti ogni traguardo potesse essere raggiunto. Eranoanche gli anni in cui prendeva corpo l’idea che il can-cro fosse una malattia “genetica” e che nascesse dauna singola cellula in qualche modo “impazzita”.Si pensava che per un “incidente genetico” casualeavvenissero una serie di mutazioni a carico del DNAtali da comportare una proliferazione incontrollataed una sorta di “immortalizzazione” delle cellulefiglie. L’idea era quindi che una sorta di selezione darwinia-na conferisse vantaggi in termini di sopravvivenza ecapacità di metastatizzare alle cellule figlie via viasempre più aggressive e maligne rispetto a quelle diorigine con un processo irreversibile che portava infi-ne a morte l’organismo ospite.Il cancro era ritenuto una malattia dell’età adulta incui, proprio per l’aumento della speranza di vita, erasempre più probabile che insorgessero mutazionicasuali: in qualche modo il cancro era visto quasicome un prezzo da pagare al nostro modo di vita edin definitiva allo sviluppo.Se l’origine del cancro risiedeva in un danno a caricodel DNA era logico quindi pensare di risolvere il pro-blema cercando di svelare tutti i segreti del genomae sperimentare terapie che colpissero la cellula nel

suo centro vitale, il DNA appunto. Gli investimenti che furono fatti negli USA ed inseguito anche in altri paesi del mondo occidentalefurono a dir poco esorbitanti, ma, come ha scritto nel2005 in una esemplare lettera aperta un grandeoncologo americano S. Epstein, “dopo trent’anni di

reclamizzate ed ingannevoli promesse di successi, latriste realtà è infine affiorata: stiamo infatti perden-do la guerra al cancro, in un modo che può essere sol-tanto descritto come una sconfitta.L’incidenza dei tumori – in particolare della mam-mella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi ei linfomi, in particolare nei bambini – che non posso-no essere messi in relazione con il fumo di sigaretta,hanno raggiunto proporzioni epidemiche, ora evi-denti in un uomo su due e in oltre una donna su tre”.Queste che sembravano pessimistiche considerazioni

di qualche medico isolato hanno in realtà trovatoautorevoli conferme in un articolo dall’emblematicotitolo “ Ripensare la guerra al cancro” comparso adicembre 2013 nella prestigiosa rivista Lancet(www.thelancet.com). Perchè l’obiettivo non è statoraggiunto? Dove abbiamo sbagliato?

Evidentemente concentrare tutte le risorse sullaricerca di terapie, bene e spesso rivelatesi inefficaci osulla diagnosi precoce non è stata la strada vincente. In effetti nuove emergenti teorie sulle modalità concui il nostro genoma si relaziona con l’ambiente cifanno capire come anche la nostra visione del pro-blema cancro – e non solo- sia stata estremamenteriduttiva e di come quindi dobbiamo radicalmentecambiare il nostro punto di vista se solo vogliamosperare di uscire da questo empasse.Si è sempre pensato al genoma come a qualcosa di

predestinato ed immutabile, ma le conoscenze cheda oltre un decennio provengono dall’epigenetica cidicono che le cose non stanno così. Il genoma è qual-cosa che continuamente si modella e si adatta aseconda dei segnali - fisici, chimici, biologici - con cuientra in contatto. Come una orchestra deve interpre-tare uno spartito musicale facendo suonare ad ognimusicante il proprio strumento, così l’informazionecontenuta nel DNA viene continuamente trascrittaattraverso meccanismi biochimici che comprendonometilazione, micro RNA, assetto istonico che vannoappunto sotto il nome di epigenoma. L’epigenetica ciha svelato che è l’ambiente che “modella” ciò chesiamo, nel bene e nel male, nella salute e nellamalattia....L’origine del cancro non risiede quindi solo in unamutazione casualmente insorta nel DNA di una qual-che nostra cellula, ma anche in centinaia di migliaiadi modificazioni epigenetiche indotte dalla miriadedi agenti fisici e sostanze chimiche tossiche e perico-lose con cui veniamo in contatto ancor prima dinascere e che alla fine finiscono per danneggiare inmodo irreversibile lo stesso DNA.L’articolo di Lancet sostiene che per vincere la guerracontro il cancro abbiamo bisogno di una nuova ediversa visione del campo di battaglia: per coloro cheda decenni si battono per una riduzione dell’esposi-zione delle popolazioni agli agenti inquinanti e can-cerogeni questa nuova visione del problema ha ununico nome: Prevenzione Primaria che non può esse-re ridotta solo alle indicazioni riguardanti gli “stili divita”, ma che deve intervenire energicamente sullatutela degli ambienti di vita e di lavoro, come ci indi-cano drammaticamente anche i dati recenti dellacronaca italiana!

Patrizia Gentilini

Stiamo perdendo la guerra contro il cancro

I lc o o r d i n a -

mento dei comitati della piana fio-rentina rende noto che, su sua richie-

sta,le principali associazioni ambientaliste naziona-li WWF, Italia Nostra e il Forum ambientalista, conl’apporto tecnico dell’associazione MedicinaDemocratica, hanno presentato ricorso al TAR dellaToscana per l’annullamento della delibera dellaProvincia di Firenze che ha approvato la valutazionedi impatto ambientale (VIA) sull’inceneritore di casePasserini.Il ricorso mette in evidenza una serie di gravi irrego-larità della procedura seguita per l’approvazione delprogetto e denuncia la volontà dell’ Ente di perse-guire l’obiettivo della realizzazione dell’impianto inevidente violazione - e in più casi a prescindere -dalle norme che disciplinano la legalità dell’inter-vento.Il Ricorso afferma in particolare che: - la delibera di Via è in conflitto con il pianoregionale di risanamento dell’aria il quale  pre-vede   di ridurre la popolazione esposta all’inquina-mento atmosferico superiore ai valori limite – comeè per l’aria della piana che a causa dell’ inquinamen-to atmosferico è zona sottoposta a obbligo di risana-

mento.- la VIA non esa-

mina le alternative all’in-cenerimento come invece è tenuta perlegge; violazione intollera-bile a fronte di alternativepraticabili. - la delibera viola ildecreto legislativo 155/2010 il quale ha tra le suefinalità il mantenimento della qualità dell'ariaambiente, laddove buona, e migliorarla negli altricasi (art. 1 lett.d),- la stima delle concentrazioni degli  inquinan-ti emessi  non è allineata alle concentrazioni ailimiti di legge, ma ai limiti "garantiti" dal propo-nente che sono significativamente inferiori. E’  conse-guente, dunque una sottostima del contributo emis-sivo dell'impianto all’inquinamento dell’aria nellapiana; allo stesso tempo la valutazione del rischiodelle emissioni non viene effettuata sui valori limiteper i quali viene richiesta l’autorizzazione, ma suvalori emissivi significativamente più bassi.- parametri (valori di soglia)  di valutazione delrischio per la salute umana accettati dall’ammini-

strazione sono di gran lunga superiori rispetto ai datinormativi di cui al decreto legislativo 155≠/2010 e aquelli dell’ OMS; ne segue anche in tal caso una inac-cettabile sottostima della valutazione del rischio- la ASL ha reso esplicita la rischiosità dell’im-pianto per la salute umana avendo chiesto tral’altro: - la sorveglianza degli effetti sugli esiti ripro-duttivi (aborti spontanei, nati pretermine e/o dibasso peso, malformazioni congenite ecc) e sull'in-

cidenza dei tumori potenzialmente correlabilialle emissioni dell’inceneritore e un progettodi controllo della contaminazione della catena

alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti,attraverso indagini presso le attività di coltivazione edi allevamento presenti nell'area di potenziale rica-duta delle emissioni dell'impianto e monitoraggiodelle popolazioni animali . Ma questo è in contraddi-zione con la decisione postiva- non è stata fatta, come invece prescritto perlegge la relazione di incidenza sul sito di impor-tanza comunitaria prossimo all’impianto. Alsuo esito doveva essere subordinata la decisionesul  progetto. Si tratta di una grave violazione deldiritto Comunitario.- non  è oggetto di valutazione la produzionedi scorie e ceneri volanti: fino a 55 mila tonnella-te anno e 9.000 tonnellate di ceneri altamente tossi-

che, di cui non si indica la destinazione finale e i rela-tivi costi.- Emerge un grave difetto di istruttoria nelparere della Soprintendenza ai beniPaesaggistici. La soprintendenza, rinviando difatto, qualsiasi valutazione ad altri momenti non sipronuncia in maniera chiara su quanto di sua compe-tenza.Il ricorso è sostenuto dalle firme di garanzia di oltretrecento cittadini i quali intendono in tal modo,insieme ai promotori del ricorso, sostenere l’azionegiudiziaria in difesa del diritto alla salute e alla digni-tà morale delle comunità della Piana contro l’aggres-sione che subiscono da decisioni contrarie all’interes-se pubblico. Il ricorso è stato comunicato anche aiSindaci di Campi Bisenzio e di Sesto Fiorentino. Adessi i comitati chiedono di farsi avanti e di presenta-re a loro volta il ricorso contro la delibera della Giunta(ne hanno ancora il tempo con ricorso straordinarioal Presidente della Repubblica). Oltre che assolvere aun dovere istituzionale in difesa dei loro amministra-ti, essi avrebbero l’opportunità di non rendersi piùacquiescenti alle decisioni prese in danno dei cittadi-ni. Il ricorso è stato curato dagli avvocati ClaudioTamburini e Marco Rossi.

Per info : Claudio 3386707355CooRDINAmENTo DEI ComITATI DELLA PIANA

mEDICINA DEmoCRATICA SEZIoNE DI FIRENZE

“ASSOCIAZIONI E CITTADINI RICORRONO AL TAR TOSCANA CONTRO L’INCENERITORE DI CASE PASSERINI”

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PALESTINA PAGINA 16

Salve, in questo ultimo mese molte per-

sone si chiedono cosa possiamo fare in

questo momento per la Palestina e

nello specifico per la gente della

Striscia di Gaza che è sotto i bombar-

damenti israeliani da 28 giorni.

Possiamo fare questo:1- raccontare ad amici, colleghi eparenti che la Palestina è sotto occu-pazione militare israeliana dal 1948 eda quel momento in poi:

- circa 10 milioni profughi palestinesisono costretti a vivere in altri paesiperché non gli è permesso di ritorna-re nelle loro case, di questi centinaiadi miglia vivono in campi profughi

Cisgiordania- nel 2002 Israele ha costruito unmuro intorno ai centri abitati palesti-nesi, ad oggi ne è stato costruitol’80% e una volta ultimato sarà lungo760 km. Il muro è stato costruito daIsraele con la scusa di doversi difen-dere e in questo modo limita i movi-menti di più di 1.700.000 palestinesiche vivono in Cisgiordania e che violala risoluzione ONU (ES-10/15 del2004) è stato considerato illegaleanche dalla Corte internazionale digiustizia dell’Aja nel 2004

- In Cisgiordania e a Gerusalemme est(che è zona palestinese) sono in con-tinua crescita le colonie israeliane,

anche queste illegali secondo ilDiritto Internazionale, nel 2012si stimavano 250 colonie con520.000 abitanti (FonteB’Tselem) che arrivano da tuttele parti del mondo. Queste colo-nie sono collegate da straderiservate solo agli israeliani.

- per spostarsi da una parteall’altra del muro dove ci sonoparenti e amici o magari il postodi lavoro i palestinesi devonopassare per dei checkpointsotto contro israeliano e i tempidi attesa possono essere moltolunghi e il militare di turno ha ladiscrezionalità di fare passare o

meno il/la palestinese

- i contadini e i pastori che stannovicino alle colonie israeliane inCisgiordania vengono attaccati daicoloni che vanno in giro armati dipistole e fucili (per autodifesa!)

Striscia di Gaza- la più grande prigione a cielo aper-

to e la zona più popolata al mondo,grande 360 km² abitata da 1.800.000persone (più della Sardegna che è 67volte più grande)

- chiusa a nord da Israele e sud daEgitto, questi due stati decidono chi equante persone far uscire (Israelesolo casi sanitari gravi, cooperanti egiornalisti NO altri palestinesi; Egittosolo casi sanitari gravi, giornalisti,qualche attivista e alcuni palestinesicon richieste particolari)

- 80% vive di aiuti umanitari; 40%disoccupati

- contadini vengono sparati al confinedove c’è unico pezzo di terra dellastriscia coltivabile e i terreni vengo-no bruciati e distrutti con le ruspedell’esercito israeliano

- i pescatori vengono sparati e le lorobarche sequestrate dalle imbarcazio-ni nella marina militare israeliana sesuperano le 6 miglia (Accordi di Oslo

del 1992 pre-vedevano 20miglia di navi-gazione)

- Anagrafe:Israele con-trolla il regi-stro di statocivile dellapopolazione.Ogni palesti-nese deveessere regi-strato dalm i n i s t e r od e l l ' I n t e r n oisraeliano. Asedici anni, surichiesta, gliviene rilascia-

ta una carta di identità. Leinformazioni sulla carta,segnala Haaretz, sono scrittein ebraico.

- prodotti alimentari: AlJazeera e il quotidiano israe-liano Haaretz pubblicano nel2007 la ricerca dell'esercitod'Israele il quale ha calcolatoqual è il minimo di calorie cheun palestinese che abita nellaStriscia di Gaza deve assume-re per non essere malnutritononostante il blocco. Tradottoin cifre, le calorie "sufficienti"corrispondono a 1.836 gram-mi di cibo per persona, e a 2 milioni emezzo di tonnellate di cibo in totaleper l'intera popolazione di Gaza.

- Corrente elettrica: Gli impiantielettrici di Gaza presentano seri pro-blemi e resta arduo introdurre il car-burante per il funzionamento dellacentrale elettrica di Gaza un po’ daEgitto e un po’ Israele. Sono 7 le ore dielettricità al giorno, chi si può per-mettere un generatore e il carburantepuò avere più ore a disposizione.

- Acqua: 90% non è potabile acquasalmastra in alcune zone (2 km mare)dove la falda acquifera si trova a novemetri sotto il livello del mare e l’acquamarina si infiltra nella falda

- In 5 anni la striscia è stata bombar-data 3 volte:

2008 Piombo Fuso: quasi 1400morti e 5300 feriti 11.154 casedistrutte

2012 Colonna di difesa: 171 morti1000 feriti

2014 Bordo protettivo: a oggi 4 ago-sto 2014: 1.830 morti, 9.200 feriti,400.000 persone sfollate dalle propriecase e 10.000 case parzialmente ocompletamente distrutte. Ma i numericrescono minuto dopo minuto

2 – Unisciti alla campagna per contri-buire a costruire il movimento inter-nazionale BDS contro il regime israe-liano di occupazione, colonialismo eapartheid.

Lanciata dalla stragrande maggioran-za delle organizzazioni della societàcivile palestinese nel 2005 e ispiratadal movimento contro l’apartheid inSudafrica, la campagna per il boicot-taggio, disinvestimento e sanzioni(BDS) è ormai un diffuso movimentointernazionale.

La campagna BDS si sta dimostrandocapace di ottenere un sostegno dimassa e di convincere aziende, istitu-zioni culturali, artisti e governi adaderire o osservare il boicottaggio diIsraele.

Qui maggiori informazioni:

http://www.bdsitalia.org/index.php/campagna-bds/1406-8-modi

Associazione Le Mafalde [email protected]

GazaDisperanti

i corpicini avvoltiin candidi sudari

che la calcolatrice impazzita della stragemoltiplica giorno dopo giorno.

Disperantii pianti senza lacrime

di donne orfane di proleche al cielo gridanomaledizioni e strazio.

Disperantii perpetui fuochi d’artificioarricchiti da fosforo biancoapogeo della festa macabra

di un demone perverso.Più d’ogni cosa

disperantiquesti signori

magari un tempo ribelliche discettano compunti

le ragioni degli uni e degli altri-degli uni più che degli altri-

impermeabili al doloreallo scempio dei corpiai cadaveri insepolti

ai feriti senza speranzaalle case e alle moscheealle scuole e agli ospedali

ridotti in polvere.E voi palestinesi

come pretendete di chiamarviarabi pezzenti

incivilibigotti

integralistivoi che credete ancora

che i bambini sono bambiniche la fame è sempre fameche la sete è sempre sete

che la guerra è sempre guerrache la morte è sempre morte

piegatevi infineal nuovo ordine mondiale

oppure perdionon inceppate

la macchina del massacro.

Annamaria Rivera

Come aiutare la gente di gaza?

Tributo a Mohammed, Ahed, Zakaria, e Mohammed Bakr, i quattro bambini palestinesidilaniati dal fuoco della marina israeliana il 16 luglio sulla spiaggia di Gaza City

Amir Schiby (artista israeliano)