FUORI DAL COMUNE

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dal COMUNE Immagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni Comune di Moresco 07 ALLEGATO - N.11/2011 Fuori envenuti a Moresco. Moresco vi affascinerà con la sua bellezza, con i suoi scenari, le sue torri, i suoi angoli medioevali e i suoi capo- lavori, proprio per questo è uno dei borghi più belli d’Italia, l’unico del Fermano. A 405 mt. s.l.m., 10 km dal mare e 30 km dal parco Nazionale dei Monti Sibillini, Moresco, che ancora conserva la struttura originale dell’antico castello, come pochi altri, è intriso di beni storici e culturali unici ed esemplari dentro e fuori le mura: le torri, gli edifici storici e le chiese dislocate in cui sono conservate prestigiose opere d’arte, costituiscono tappe fondamentali per la scoperta delle sue ricchezze ben conservate e custodite. Tutto intorno poi si estende il manto verde ricco di vegetazioni, che dalla collina scende a valle dando vita ad uno scenario agreste meravi- gliosamente incontaminato. Andiamo sicuramente fieri della nostra bellezza che è il punto di forza, ma siamo altrettanto orgogliosi della nostra identità e delle nostre tradizioni; siamo una popolazione capace, ingegnosa e piena di risorse, l’abbiamo dimostrato nel corso della storia e continueremo a dimostralo, perché lo spirito libero e la voglia di fare sono fortemente radicati nel DNA dei moreschini. Ma non di solo spirito vive l’uomo, per questo la campagna di Moresco offre tante prelibatezze a cominciare dalla frutta, dai vigneti, dagli uliveti e dai campi di ortaggi che garantiscono una ricca raccolta di prodotti naturali e biologici tale da carat- terizzare l’attività economica moreschina, insieme alle aziende agroalimentari di carni e formaggi ed alle aziende florovivaistiche. Il settore delle attività ricettive è quello che si sta sviluppando sempre di più grazie all’attenzione e alla cura dei gestori di bar, ristoranti, osterie e agriturismi nei confron- ti degli avventori che restano immancabilmente deliziati dal paesaggio e dalle tipicità culinarie, acquistabili in ogni momento. Nell’arco dell’anno, soprattutto in estate, diverse sono le occasioni di festa per lasciarsi incantare dal fascino di Moresco, la meraviglia della Valdaso. Le chiavi della città Saluto del primo cittadino Amato Mercuri B Osteria del Merlo L’Oste Stefano vi aspetta con una accurata scelta di prodotti genuini e una tavola semplice e raffinata per riscoprire le primizie del territorio ...tutti i giorni pranzo e cena, mai di lunedì! Sapori e segreti della nostra famiglia Moresco, Piazza del Castello, 19 - Tel. 0734.270224 - 388.1615009 - mail: osteriadelmerlo@live.it Cucina tipica della Valdaso e dell’Alta Sabina

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Comune di Moresco

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dalCOMUNEImmagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni

Comune di Moresco

07ALLEGATO - N.11/2011

Fuori

envenuti a Moresco. Moresco vi affascinerà con la sua bellezza, con i suoi scenari, le sue torri, i suoi angoli medioevali e i suoi capo-

lavori, proprio per questo è uno dei borghi più belli d’Italia, l’unico del Fermano. A 405 mt. s.l.m., 10 km dal mare e 30 km dal parco Nazionale dei Monti Sibillini, Moresco, che ancora conserva la struttura originale dell’antico castello, come pochi altri, è intriso di beni storici e culturali unici ed esemplari dentro e fuori le mura: le torri, gli edifici storici e le chiese dislocate in cui sono conservate prestigiose opere d’arte, costituiscono tappe fondamentali per la scoperta delle sue ricchezze ben conservate e custodite. Tutto intorno poi si estende il manto verde ricco di vegetazioni, che dalla collina scende a valle dando vita ad uno scenario agreste meravi-gliosamente incontaminato. Andiamo sicuramente fieri della nostra bellezza che è il punto di forza, ma siamo altrettanto orgogliosi della nostra identità e delle nostre tradizioni; siamo una popolazione capace, ingegnosa e piena di risorse, l’abbiamo dimostrato nel corso della storia e continueremo a dimostralo, perché lo spirito libero e la voglia di fare sono fortemente radicati nel DNA dei moreschini. Ma non di solo spirito vive l’uomo, per questo la campagna di Moresco offre tante prelibatezze a cominciare dalla frutta, dai vigneti, dagli uliveti e dai campi di ortaggi che garantiscono una ricca raccolta di prodotti naturali e biologici tale da carat-terizzare l’attività economica moreschina, insieme alle aziende agroalimentari di carni e formaggi ed alle aziende florovivaistiche. Il settore delle attività ricettive è quello che si sta sviluppando sempre di più grazie all’attenzione e alla cura dei gestori di bar, ristoranti, osterie e agriturismi nei confron-ti degli avventori che restano immancabilmente deliziati dal paesaggio e dalle tipicità culinarie, acquistabili in ogni momento. Nell’arco dell’anno, soprattutto in estate, diverse sono le occasioni di festa per lasciarsi incantare dal fascino di Moresco, la meraviglia della Valdaso.

Le chiavi della cittàSaluto del primo cittadino Amato Mercuri

B

Osteriadel Merlo

L’Oste Stefano vi aspetta con una accurata scelta di prodotti genuinie una tavola semplice e raffinata per riscoprire le primizie del territorio

...tutti i giorni pranzo e cena, mai di lunedì!Sapori e segreti della nostra famiglia Moresco, Piazza del Castello, 19 - Tel. 0734.270224 - 388.1615009 - mail: [email protected]

Cucina tipica della Valdaso e dell’Alta Sabina

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2Moresco

L’origine del significato del nome del paese, Moresco, non è unica, ma certo è che nonostan-te sia stato eretto a difesa delle aggressioni dei barbari mussulmani già nel V-VI secolo, il nome non dipende dall’appellativo degli invasori “Mori”, poiché questo termine venne usato solo secoli più tardi rispetto alla nascita del castello stesso. Comunque sia, la derivazione del nome potreb-be far riferimento al casato di un signore locale (Morico) o di una famiglia (Mori), ma più proba-bilmente si fa risalire alla conformazione fisica del luogo: in dialetto con la parola morrecine s’in-tende un mucchio di pietre, quelle che caratteriz-zano questo territorio (dette more o morene) e sulle quali poggia la fortezza. La presenza degli insediamenti in età romana nel Castrum Morisci è testimoniata da resti, conservati nel Museo Archeologico della vicina Monterubbiano, delle ville rustiche, dei tratti di fondazioni e pavimenti. Nel corso dell’Alto Medioevo, a seguito delle invasioni e distruzioni che arrivavano dalla costa, anche Moresco, come tutti gli altri incasati vicini al litorale adriatico, fu coinvolto nel processo dell’incastellamento, ovverosia nella trasforma-zione dei piccoli e sparsi abitati in nuove forme di habitat più compatte e organizzate, quindi anche più sicure. La nascita dell’attuale castello si fa risalire all’XI-XII secolo. Da questo momento in avanti Moresco, con la sua gente, cercherà vivi-damente e con forte determinazione di liberarsi da ogni soggezione istituzionale per rendersi comune autonomo, riuscendo ad affrancarsi dai vincoli feudali nel Cinquecento. Durante questo periodo Moresco, che visse un secolo di grande splendore artistico, riuscì a migliorare la situazio-ne delle campagne che sotto l’autorità pontificio-fermana diventarono sempre più sicure e meglio gestibili. Il territorio rurale limitrofo cominciò allora a ripopolarsi facendo registrare un incre-mento della produzione agricola a seguito anche di un altro fenomeno tipico di quel tempo, quello dell’appoderamento: i coltivatori si stabilizzarono e andarono a vivere con le loro famiglie presso nuove numerose abitazioni campestri, le quali,

soprattutto quelle più ricche, furono corredate di “palombare” (torri annesse alle abitazioni in cui allevare piccioni e colombi per usarne il loro concime naturale e proteggere le colture pregia-te, come aranci e limoni). Nei secoli successivi Moresco fu coinvolto nei disordini e riassetti politici legati alla città e il territorio di Fermo, conquistando e perdendo più volte la propria indipendenza senza mai rinunciare però al desiderio di autonomia. Riuscì definitivamente a conquistarla nel XX secolo separandosi da Monterubbiano di cui era frazio-ne dall’Unità d’Italia. Con regio decreto, dunque, dal 1910 Moresco divenne comune autonomo.Il Cinquecento per Moresco, come già sottolinea-to, fu un secolo positivo in cui il comune si arric-chì di beni culturali, chiese ed opere d’arte, che ancora oggi sono ben conservati e si possono ammirare, come se il tempo non fosse mai tra-scorso. Il Castello di Moresco è completamente cinto di mura e ha forma triangolare con al vertice un torrione eptagonale del XII secolo. La Torre eptagonale, alta 25 metri, oltre ad offrire lo stu-pendo panorama circostante, è utilizzata, soprat-tutto in estate, come struttura museale-espositiva. Un’altra torre, minore, detta Torre dell’orologio, scandisce ancora il tempo nel borgo e nelle cam-pagne grazie alle sue antiche campane. Segue la porta di accesso al paese affiancata da un elegante portico cinquecentesco (già navata sini-stra della Chiesa di S. Maria in Castro, demolita agli inizi dell’‘800 perché giudicata insalubre). La torre-portaia ospita la Fototeca Comunale: un racconto fotografico sulla storia del paese. Tre vie parallele convergono nella Piazza del Castel-lo, piazzetta dell’antico “castrum”, separando gli isolati in modeste case a schiera: un piccolo scrigno di affreschi ed edifici antichi perfettamente conservati che diventa location d’eccezione per spettacoli e feste che si svolgono nei mesi più caldi. Il Palazzo Comunale, che funge anche da Piccola Pinacoteca, conserva opere provenienti da chiese e collezioni private, prima fra tutte una grande pala d’altare di Vincenzo Pagani (pittore

monterubbianese del 1500). Le chiese a More-sco sono quasi tutte fuori le mura, anche quella patronale, la Chiesa dei santi Lorenzo e Nicolò (XVIII-XIX secolo), che sorge alle porte del borgo e conserva sullo sfondo dell’altare una rappre-sentazione di una veduta di Moresco, così come appariva nel XVIII secolo.Particolarmente interessanti sono poi la Chiesa della Madonna dell’Olmo, meta della rituale scampagnata che ogni anno raduna numerosi fedeli e che protegge al suo interno un’edicola votiva affrescata dal Pagani; la Chiesa di San Lorenzo, costruita in un’area di grande interesse paesaggistico per cui vale la pena andare a visi-tarla; ed il Santuario della Madonna della Salu-te, molto venerata dalla popolazione, che fu edifi-cato tra il primo ed il secondo conflitto mondiale e che è meta di una processione notturna che ogni anno raggiunge il castello e ne attraversa i vicoli. All’estremo est del centro abitato, poco al di fuori della cinta muraria, al lato di quella che antica-mente era l’unica strada diretta verso il contado e la costa, vi è l’ex Chiesa di Santa Sofia con la sua austera facciata, che oggi ospita il Teatrino Comunale inaugurato nel 2005 con circa 60 posti a sedere.

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Ringraziamenti Per gli aneddoti della tradizione orale Lorenzo CionfriniPer il materiale fotografico Sabrina Meconi e Stefano Santarelli

Per saperne di più Moresco gioiello dell’antica Marca - Guida del comune di Morescowww. valdasomarche.it

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Se è vero che lo sviluppo di un paese può misurar-si dall’operato di coloro che quel paese lo abitano e lo vivono, si capisce perché Moresco sia da sempre così autenticamente bella ed affascinante. Tutti i moreschini, anche quelli “acquisiti”, ognu-no con il proprio ruolo, non perdono mai occasio-ne per promuovere, tutelare e valorizzazione il proprio comune. Una rete sentieristica comunale collega la campagna della Valdaso fin al cen-tro storico, passando per le chiese del paese, offrendo così la possibilità, con percorsi brevi ed accessibili a tutti, di scoprire direttamente questo territorio così ricco e fecondo. Strutture private permettono inoltre di coltivare singolari attività sportive: oltre al tennis, infatti, è possibile prati-care la pesca sportiva presso i laghi Santarelli, dove vengono disputate gare di sport acquatici come la canoa-polo. Non sono poi rare quelle occasioni, messe a disposizione dalle aziende predisposte, in cui scolaresche o visitatori curiosi possono essere ospitati negli stabilimenti more-schini. Vere e proprie visite guidate di notevole pregio possono essere organizzate per scoprire tutte le fasi della produzione dei cibi naturali, ma anche assaggiarli gratuitamente ed acqui-starli direttamente. Olio d’oliva extravergine e biologico, vino crudo e cotto, carni marchigiane, formaggi, salumi, insieme a tutta la raccolta orto-frutticola, sono i prodotti genuini che Moresco può vantare da molte generazioni. Eccellenza moreschina è il ciauscolo per cui è stata indetta anche una sagra e, per il periodo natalizio, la

“pizza ficata”, un tipico dolce fatto appunto con i fichi. Tuttavia in ogni periodo dell’anno la cucina moreschina può essere apprezzata presso pani-fici, ristoranti, agriturismi ed osterie del comune, con la garanzia di gustare pietanze tutte rigoro-samente fatte a mano. Attraverso le associazioni di settore, la Pro Loco e tutte le attività commerciali, Moresco ha saputo infine creare eventi per incrementare quel fer-mento che da sempre contraddistingue l’alacre attività dei suoi cittadini, tanto da far nascere, insieme ad altri comuni limitrofi, nel 1998, l’As-sociazione Valdaso: un gruppo di lavoro volto a creare una rete solida per portare avanti politiche di sviluppo, sempre più consistenti, nei confronti di quel patrimonio artistico e culturale che lega da sempre l’uomo all’ambiente. Moresco è sempre stato considerato uno dei più graziosi e pittoreschi borghi delle Marche, detto anche “paesino di fiaba”. Per questo non stupi-sce se inaspettatamente ci si trova ad ascoltare un signore che perpetua senza parsimonia una vita di aneddoti, tutti segnati nel suo volto, fiero e gagliardo, vissuti o frutto di fantasie traman-date . “Li zippillà”, come sono chiamati i more-schini dalla vicina (e rivale) Monterubbiano per indicarne l’indole indipendente, ovvero di voler mettere li zippi come barriera tra un comune e l’altro, da sempre sono famosi per “li tonandi”, lo spettacolo pirotecnico che chiude la festa paesa-na, che fa eco per tutta la valle dell’Aso. Allora non importa se è vero o no che basta mettere

una castagna in tasca, quella dell’ippocastano moreschino, per rendersi immuni dai fastidi della stagione più fredda: Moresco, gioiello dell’antica Marca di Fermo, incanta chiunque.

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3Moresco

Appuntamenti

Ultima domenica di AprileScampagnata alla Madonna dell’Olmo Luglio/AgostoConcerti, cinema, teatro e mostre nella cornice suggestiva del castello Primo fine settimana agostoFesta dell’asado9 e 11 Agosto Sagra della polenta con le vongole 10 agostoFesta del Patrono San LorenzoUltima settimana AgostoFesta del ciauscolo Terza domenica di OttobreFesta della Madonna della SaluteUltima domenica di OttobreFesta del Braciere

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Metti una serata estiva passata tra amici a cantare e suonare le canzoni del folklore marchigiano tramandate dai nonni. Sotto una pianta di fichi fioroni nacque così, per caso, nel 2004, il duo musicale “Li Fellaccià”, omonimo del nome in vernacolo dei frutti sotto i quali si esibirono quella serata, che fu la prima di numerose altre. I brani scelti di repertorio rispolverano le storie di vita ormai dimen-ticate, gli stornelli maliziosi e le “passate

di Saltarello” (danza folkloristica) e tutto quello che riguarda quell’antica arte di esorcizzare la fatica di un tempo. La voglia di non perdere questo patrimonio della tradizione orale e di diffonderlo si è concretizzata anni dopo, dal 2008, con la pubblicazione di alcuni cd di gran-de successo (il primo ha venduto oltre 15.000 copie solo nel primo anno di usci-ta). Per alimentare e ridurre la distanza generazionale, che separa i giovani dai

più anziani di almeno 50 anni, e per dare seguito ad un fermento troppo relegato ai margini dei programmi culturali, Li Fellaccià hanno dato vita nell’incante-vole scenario del castello di Moresco ad un festival interregionale folkloristico “Du bbotte a lu castellu”: un evento straordinario in cui centinaia di ballerini, suonatori e tamburellisti di tutt’Italia, fino a tarda notte, rappresentano la loro terra d’origine con canti e balli coinvolgenti.

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