fuori binario 154 gennaio/febbraio

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Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno. G I O R N A L E DI STRA D A - A U T OGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 154 GENNAIO /FEBBRAIO 2013 - OFFERT A L I B E R A - WWW.F U O R I B I N A RIO.ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COmmA 20/CL 662/96-FIRENZE - Nella situazione attuale, a margine di nuove elezioni, sono tante le parole che i politici spendono per risultare migliori, i più bravi a sistemare le cose. Tra tutti i bla bla non si cercano volu- tamente soluzioni alla realtà che coin- volge i lavoratori: perdita del lavoro, disoccupazione, lavoro precario, posti a rischio, l’incertezza del futuro, sono cose di cui non parlare apertamente. Tutto è concentrato sull’uscita dalla crisi economica come se fosse fine a se stessa. Purtroppo siamo in prima persona a farne parte, a pagare le conseguenze delle malgestioni di questi ultimi anni, a scoprire che, come è già accaduto, ci fidiamo sempre di chi poi peggiora le cose. Nelle pagine interne inserto sul lavoro Richard-Ginori giovani disoccupati 37% disoccupati ATAF EDISON ILVA Maggio Musicale esodati e precari sfrattati per morosità FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 1

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giornale di strada

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Page 1: fuori binario 154 gennaio/febbraio

Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.

GIORNALE

DI

STR

AD

A- A

UTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 154 GENNAIO /FEBBRAIO 2013 - OFFERTA LIBERA

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RIBINARIO.ORG-SPED.ABB.POSTALEART.2COmmA20/CL662/96-FIRENZE-

Nella situazione attuale, a margine di

nuove elezioni, sono tante le parole

che i politici spendono per risultare

migliori, i più bravi a sistemare le cose.

Tra tutti i bla bla non si cercano volu-

tamente soluzioni alla realtà che coin-

volge i lavoratori: perdita del lavoro,

disoccupazione, lavoro precario, posti

a rischio, l’incertezza del futuro, sono

cose di cui non parlare apertamente.

Tutto è concentrato sull’uscita dalla

crisi economica come se fosse fine a se

stessa.

Purtroppo siamo in prima persona a

farne parte, a pagare le conseguenze

delle malgestioni di questi ultimi anni,

a scoprire che, come è già accaduto, ci

fidiamo sempre di chi poi peggiora le

cose.

Nelle pagine interne inserto sul lavoro

Richard-Ginori

giovani disoccupati 37%disoccupati

ATAF

EDISONILVA

Maggio Musicale

esodati e precari

sfrattati per morosità

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CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI

A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani,443 Tel. 055 453580

C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39- orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 0554630876, [email protected].

CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17,mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar.e gio. ore 9-12 per gli italiani.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore16-19; ven: ore 9-11.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole -Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150.

SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “ilProgresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30.

CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S.Lorenzo - Tel. 055 291516.

CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel.055 677154 - Lun-sab ore 9-12.

ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635- ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30.

CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar.ore 10 -12.

TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 15-18 allo 055 2344766.

GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven.ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterinad’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491.

L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze.Tel./fax 055 2479013.

PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3.

C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’AltroDiritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected]

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11rTel./fax 2466833.

SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823.Collegamento interventi prostituzione.

CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r -Tel.fax 055/667604.

CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21aTel. 055/2298922.

ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donnestraniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326

PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza abassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 0556582000 - email: [email protected]

CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione divestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza SantiGervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto,max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI

SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (infor-mazioni: CARITAS Tel. 4630465).

ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 -orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta acco-glienza.

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle

Mosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - ViaBaracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferi-mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta).

OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718.

C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro AccoglienzaTossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCOGLIENZA FEMMINILI

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri ViaA. Corelli 91- Tel. 055 4223727.

CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento,187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) -colazione + spuntino serale.

PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel.055 294093 - donne extracomunitarie.

S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 - donne extraco-munitarie con bambini.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S.Lorenzo - Tel. 055 291516.

MENSE - VITTO

MENSA CARITAS: Via Santa Caterina d'Alessandria,11.

MENSA S. FRANCESCO: (pranzo, più possibilità doccia) P.zzaSS. Annunziata - Tel. 055 282263.

ARCA DI SAN ZANOBI: (locali suore Carmelitane parrocchiaSanta Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 055741383 - ore 18-20.

MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoniin Via dei Pucci, 2)

MENSA ROVEZZANO: Via Aretina, 463.

ASSISTENZA MEDICA

CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven.ore 15-19.

AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 -Ven. 8 - 10.

PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogatedalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112,dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa di SanGervasio.

PARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì mat-tina; vestiario e docce mercoledì mattina.

BAGNI E DOCCE

BAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482.

PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. alPignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643.

AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart.a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono.

CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dallun. al ven. ore 15-18,30.

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE

CENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 0552480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici).

CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi di lingua italiana).

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150.

GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533.Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPOSITO BAGAGLI

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS

via G. Pietri n.1 ang. via Baracca 150/E, Tel. 055 301052 -deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro10 - 14.30.

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico GuarinoCAPo REDATToRE: Roberto PelozziCooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia PassigliGRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone,Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, DimitriDi Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich,Stefano Galdiero.CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor.STAmPA: Nuova Cesat - Firenze-------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 - IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro- Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

“Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 -

Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.

email: [email protected]: www.fuoribinario.orgskype: redazione.fuoribinario

PER NON PERDERSI PAGINA 2

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Page 3: fuori binario 154 gennaio/febbraio

“Racconti senzafissa dimora”

PAGINA 3 LA BACHECA DI FUORI BINARIO

Dal fuori verso il dentro,

dal piccolo sempre più verso il grande

Un nuovo ciclo di MORMODOU una terapia popolare a rifiuti zero.

Per coltivare il proprio giardino interiore, con costante consapevolezza

e senza strappare le erbacce.

Da “una roba per disorientati” , “al trucco della candela”:

: 9 incontri settimanali, sulle orme di Tiziano Terzani.

“Il grande progresso materiale non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi forse da

questo punto di vista l’uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l’idea

che l’uomo, coscientemente, inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario stru-

mento che è la sua mente. Quella mente finora impegnata prevalentemente a conoscere ed impossessarsi

del mondo esterno, come se quello fosse la sola fonte della nostra struggente felicità, dovrebbe rivolgersi

anche all’esplorazione del mondo interno, alla conoscenza di sé.” T.Terzani,Lettere contro la guerra.

nella sede di FUORI BINARIO, giornale di strada dei senza dimora,in via del Leone 76, Firenze

Ogni mercoledi a partire dal 06.02.2013 , dalle 18 alle 20,

Si raccomanda la puntualità!

Gli incontri saranno condotti da Gian Luca Garetti, medico e psicoterapeutaIl costo simbolico dell’intero ciclo è di 50 euro da devolvere all’Associazione Fuori binario

PER ADESIONI: mandare email a: [email protected]

o telefonare al 3348668064 o lasciare messaggio al 0553427368

Gli ultimi tre incontri

saranno dedicati ad una esperienza di danzamovimentoterapia

insieme a Manuela Giugni

iscritta al Registro Professionale Nazionale dei Danzamovimentoterapeuti Italiani(APID) e al C.I.D (Centro Internazionale Danza), [email protected]

“Invece che cercare le medicine per le malattie, cerchiamo di vivere in maniera che le

malattie non insorgano”. T. TERZANI, Un altro giro di giostra.

RESTIAMO UMANI

È possibile sopravvivere a quei cambiamenti più o meno traumatici chenel nostro dizionario esistenziale comunemente cataloghiamo alla vocecrisi? Come si convive poi con gli stress provocati da scelte nostre o altrui,seguite spesso da conseguenze imprevedibili, che fanno fatalmente, avolte frettolosamente, rimpiangere quando si stava peggio?

Queste sono solo alcune delle suggestioni narrative evocate dal tema scel-to per la prima edizione del concorso letterario “Racconti senza fissadimora” ed appunto intitolato “Stavo meglio quando stavo peggio?Sopravvivere alle crisi”.

Organizzato dal Centro Animazione Culturale “Antonio Aristide” diPotenza, in collaborazione con il Gruppo Volontariato “Solidarietà”, il con-corso è rivolto a tutti quelli che hanno una storia di crisi, di cambiamento,da raccontare, non importa se autobiografica o inventata di sana pianta.

Gli autori che intendono dire la loro potranno farlo gratuitamente invian-do un racconto inedito di lunghezza non superiore alle venti cartelle entroe non oltre il 28 febbraio 2013 utilizzando l’indirizzo di posta [email protected].

Le opere in concorso saranno valutate in maniera anonima da una giuriapopolare. La proclamazione del vincitore avrà luogo nel corso di una sera-ta inserita nel programma della XXIX edizione del “Quartiere in Festa”,manifestazione che si svolge ogni anno a Potenza durante l’ultima setti-mana di giugno. Per i primi tre classificati sono previsti premi in denaroed attestati di merito più tutto ciò che la generosità degli sponsor consen-tirà…

Incontrarsi per stare faccia-a-facciaPer affermare qualcosa di sé

Per creare un lavoro artistico in comunePer raccontare, per condividere quello che ci frulla in testa

Regaliamoci storie…poesia arte musica,

deliri notturni e sogni diurni,foto collages disegni,

diari di viaggio da paesi lontani o dal nostro quartiere,memorie e progetti,

urla pianti sospiri risate,inni al sole e ululati alla luna,

i nostri sì e i nostri no…per creare un lavoro artistico in comune,

per ascoltare la storia di un'altraper non delegare la propria voce

per esprimere voci diverse...

REDAZIONE APERTASECONDO APPUNTAMENTO

8 MARZOUNA GIORNATA DEDICATA ALLE DONNE

DA COSTRUIRE INSIEME

Via del Leone 76 - dalle 11 fino a seraInfo: [email protected]

Rossella - 333 4565423

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OPG Montelupo in attesa della chiusuraDENTRO LA GABBIA PAGINA 4

Il 23 novembre 2012, la senatrice deiRadicali Donatella Poretti e il dr.Cesare Bondioli, Responsabile carcerie opg di Psichiatria Democratica,hanno effettuato una visita all’Opg diMontelupo Fiorentino.Nelle more della chiusura di questestrutture - che per legge è previstaper il prossimo marzo - abbiamopotuto constatare che finalmentedopo un anno dalla fine dei lavori, edopo una serie di problemi burocrati-ci e pratici la consegna all’uso deilocali è stata data lo scorso 13 settem-bre, ora le nuove celle sono agibili eoccupate dagli internati. Stamani erano presenti 105 internati(15 piano terra - Pesa -, 46 al primopiano e 44 al secondo. Il primo e secondo piano sono cosìtornati alla loro origine per metà vec-chie (del 2007) e per metà nuove(primo piano aperto il 30 ottobre e ilsecondo sabato scorso).Le nuove celle (con soffitti a cassetto-ne e simil cotto al pavimento) e inuovi spazi comuni sono una buonanotizia e una realtà dignitosa contro ildegrado della parte più vecchia che seal piano terra ha infiltrazioni di acqua

e muffa, anche nei piani a saliremostra tutta la necessità di interventidi ripulitura.Purtroppo la carenza dei fondi per ilmantenimento e la gestione ordinariaè alla base di una sporcizia e del con-seguente degrado delle celle vecchie,ma già inizia ad apparire anche inquelle nuove. Le pulizie sono (non)fatte dagli internati...Va inoltre sotto-lineato che gli arredi sono rimastiquelli recuperati dalle vecchie celle esono totalmente inadeguati e in pessi-me condizioni, il che aggrava il sensodi degrado complessivo della struttu-ra che nemmeno il recente restauroriesce a nascondere.Una sala colloqui nuova è pronta dal-l’estate ma senza l’autorizzazionedelle opere pubbliche non può aprire,e altre problematiche minori si sonorilevate, ma la contraddizione delluogo di detenzione per persone chehanno bisogno di cure sanitarie èsempre più evidente.La struttura ormai ha assunto semprepiù l’aspetto di un carcere a mediasicurezza, dagli spazi esterni per l’a-ria ai blindati delle celle e dei sistemidi vigilanza. Una struttura in attesa di

essere svuotata dagli internati chedevono per lo più essere riassorbitinei progetti dei loro territori concomunità o altre nuove strutture chela legge sta individuando.Da quanto sottolineato dagli operato-ri sanitari, in particolare, si è colto ildisagio per la mancanza di iniziativeconcrete per la dimissione degli inter-nati il 25% circa dei quali si trova inregime di proroga della misura disicurezza (in qualche caso la prorogaè stata rinnovata ripetutamente,anche per 23 volte!); in particolare ilregime di proroga è particolarmentegrave tra gli internati provenientidalla Sardegna (11 proroghe su 28internati) ma anche per le altreRegioni del bacino: per la Toscana (7su 45), per la Liguria (7 su 20) el’Umbria (2 su 7 internati di cui unocon 23 proroghe).Occorre quindi che i programmi didimissione ricevano un nuovo impul-so e che le Regioni competenti, attra-verso i loro Dipartimenti di SaluteMentale, formulino i progetti tera-peutico-riabilitativi in favore dei lorointernati con date certe per la lororealizzazione.

Occorre altresì che le Regioni, chehanno richiesto il finanziamento perla realizzazione delle strutture sanita-rie alternative all’opg, tanto più orache è stato emanato il Regolamentocon le loro caratteristiche strutturali,passino alla realizzazione delle strut-ture per cui hanno richiesto il finan-ziamento. Il rischio che, in assenza di un effetti-vo governo della fase di transizione,gli opg rimangano in funzione in atte-sa di una proroga (da tutti oramaidata per scontata) dei termini per laloro chiusura va scongiurato e che cisi accontenti delle piccole miglioriesenza dare seguito alla riforma. Ad un migliaio di internati in tuttaItalia sono negati ancora oggi il dirit-to alla salute e alla dignità umana. Unproblema numericamente piccolo,che ha la legge e i fondi economici perla sua soluzione, e a cui va “solo” dataapplicazione.

Ventiduesima lettera di Buon Compleanno

alla compagna di un uomo ombra

Buon compleanno amore.

Eccoti anche quest’anno la mia lettera di Buon compleanno.E con questa sono ventidue.Lo so! In tutto questo tempo non è stato facile starmi accanto.Eppure ci sei riuscita.E per tutti questi anni sei stata l’energia del mio cuore e dei miei pensieri.Buon compleanno amore.

Lo so!È stato difficile amarmi.E lo hai fatto senza chiedere nulla in cambio.D’altronde un uomo ombra non può più dare nulla alla compagna che ama.Buon compleanno amore.

In questi 22 anni mi hai fatto esistere grazie al tuo amore.E hai sempre sussurrato al mio cuore:-I sogni a forza di crederli diventano veri.Dopo tutto il tempo che è passato e con un fine pena nel 9999 è difficile crederlo ancora.Io non ci credo più, ma il mio cuore continua a crederci ancora.Buon compleanno amore.

È stato facile amarti.Ti amavo ancora prima di conoscerti.Impossibile è stato smetterlo di farlo.E mai lo farò.Buon compleanno amore.

Si può imprigionare un uomo per tutta la vita.E divorargli tutti i suoi sogni.Non si può però impedirgli di amare.Ed io ti amo.Buon compleanno amore.

Carmelo Musumeci Carcere Padova, 19 dicembre 2012

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Carceri, Strasburgo condanna l'Italia

PAGINA 5 DENTRO LA GABBIA

Ogni anno 60 detenuti e 10 poliziotti penitenziari si tolgono la vita Due suicidi su tre correlati a condizioni di vita (e di lavoro) fuori dalla legalitàLa frequenza dei suicidi tra i detenuti è 20 volte superiore rispetto alla norma, mentre quel-la tra gli agenti penitenziari è 3 volte superiore alla norma e risulta anche la più elevata tratutte le Forze dell’Ordine.

Di frequente il suicidio è legato a vicendepersonalissime, tuttavia un semplice stu-dio comparativo ci fa ritenere che alme-no i 2/3 dei casi sono correlati al “fattoreambientale”: non tanto per l’ambientecarcerario di per se stesso, quanto piut-tosto per una condizione detentiva “al difuori della legalità”. Negli ultimi decenni le carceri italianehanno vissuto una progressiva perdita dilegalità, con l’intensificarsi del sovraffol-lamento e della “detenzione sociale” (tos-sicodipendenti, immigrati), con la dimi-nuzione delle opportunità di lavorointerno, delle risorse economiche per il“trattamento dei detenuti”, del numerodi personale penitenziario. Angelo Antonio Aragosa, 48 anni è statoritrovato impiccato la notte del 7 dicem-bre 2012 in una cella del carcere diAriano Irpino. L’ennesimo suicidio di undetenuto, il 57esimo dall’inizio dell’anno,il 748esimo dal 2000 ad oggi. Ogni annogli agenti di Polizia Penitenziaria (edanche i compagni di cella) salvano oltre1.000 detenuti da morte certa, quasisempre per impiccagione. Senza questiinterventi provvidenziali, le carceri ita-liane (“specchio della civiltà del Paese”)sprofonderebbero a livelli da TerzoMondo.

L’opinione pubblica purtroppo è assuefatta e la politica altrettanto: un detenuto che si togliela vita non fa “notizia”, il fatto che in carcere il suicidio sia 20 volte più frequente rispetto alcomplesso della società italiana sembra assolutamente “normale” perché giustificato dalla“inevitabile sofferenza” della detenzione. Anche tra il Personale di Polizia Penitenziaria lafrequenza dei suicidi è 3 volte superiore alla norma e negli ultimi 10 anni quasi 100 poliziot-ti si sono uccisi.

La discesa in campo degli uomini ombra

“Più che mai dato persis tente di inc iv i l tà da s radicare in I ta l iar imane la rea l tà angosc iosa del le carceri” (Giorgio Napolitano: Messaggio di fine anno, 31 dicembre 2012)

Ormai ci siamo. Il 24 febbraio si voterà. Per gli uominiombra queste saranno le votazioni più importanti della lorovita. Soprattutto per quelli che hanno 20, 30 o più anni dicarcere sulle spalle. Oggi al colloquio mia figlia mi ha dettoche è indecisa per chi votare e mi ha chiesto consiglio. Edho pensato che se anche i detenuti e gli uomini ombra nonpossono votare, lo potranno però fare i parenti e gli amici. Subito dopo mi è venuta l’idea di fare campagna elettoralealla luce del sole nelle carceri. Molti nostri familiari, amici econoscenti di norma non vanno a votare, ma lo potrebberofare per quei partiti, che per le imminenti elezioni, nel loroprogramma sulla giustizia metteranno questi tre punti: 1) Legalità in carcere 2) Applicazione della funzione rieducativa della pena previstadall’articolo 27 della Costituzione 3) Abolizione dell’ergastolo In questi giorni mi sto chiedendo: molte persone perbene (eforse non perbene) sono “scese in campo”, perché non farloanche noi? In Italia molti cittadini hanno a che fare con lagiustizia, molti di questi sono ristretti in carcere e alcuni inpene alternative. E tutti insieme, con le nostre famiglie,parenti e amici, possono essere un serbatoio di voti per qual-siasi partito politico che abbia il coraggio e sia d’accordo amigliorare la giustizia e a riconoscere ai detenuti il diritto arelazioni affettive intime, diritto al lavoro (anche ricompensa-to esclusivamente con sconti di pena), allo studio e il dirittoa un fine pena per gli ergastolani. Dopo ventidue anni di car-cere sono molto convinto che se lo Stato saprà custodire isuoi prigionieri con più attenzione e in condizioni di legalità,questi usciranno persone migliori. Molti uomini politici hannosempre affermato che il garantismo per i poveracci e l’impe-gno per i detenuti fanno perdere i voti. Ora i detenuti e soprattutto gli uomi-ni ombra desiderano dimostrare che quel partito o lista civica che s’interes-serà di carcere li guadagnerà. Il voto dei nostri familiari è l’unico mezzo pertrasformare la debolezza del singolo detenuto nella forza di tutti i detenuti.  

Ignazio Bonaccorsi - Carmelo Musumeci - Gaetano Fiandaca  

Scommetto che il famoso "ce lo chiedel'europa" vale per tagliare pensioni ediritti, molto meno per interveniresulle carceri ...

STRASBURGO - L'Italia viola i dirittidei detenuti tenendoli in celle dovehanno a disposizione meno di 3 metriquadrati. La Corte europea dei dirit-ti umani di Strasburgo ha quindi con-dannato il nostro Paese per tratta-mento inumano e degradante di 7carcerati detenuti nel carcere diBusto Arsizio e in quello di Piacenza.La Corte ha inoltre condannato l'Italiaa pagare ai sette detenuti un ammon-tare totale di 100 mila euro per dannimorali. Nella sentenza anche l'invita aporre rimedio immediatamente alsovraffollamento carcerario.

"C'era da aspettarselo", sentenzia ilministro della Giustizia PaolaSeverino, "sono profondamente avvi-lita ma purtroppo l'odierna condannadella Corte europea dei diritti dell'uo-

mo non mi stupisce". Per le carceriitaliane, aggiunge il Guardasigilli,sono urgenti "misure strutturali".

I giudici della Corte europea hannoconstatato che il problema del sovraf-follamento carcerario in Italia è dinatura strutturale, e che il problemadella mancanza di spazio nelle cellenon riguarda solo i 7 ricorrenti: laCorte ha già ricevuto più di 550 ricor-si da altri detenuti che sostengono diessere tenuti in celle dove avrebberonon più di 3 metri quadrati a disposi-zione. La richiesta europea all'Italia èquindi anche quella di dotarsi, entroun anno, di un sistema di ricorsointerno che dia modo ai detenuti dirivolgersi ai tribunali italiani perdenunciare le proprie condizioni divita nelle prigioni e avere un risarci-mento per la violazione deiloro diritti.

Con la sentenza emessa oggi l'Italiaviene condannata una seconda volta

per aver tenuto i detenuti in celletroppo piccole. La prima condannarisale al luglio del 2009 e riguardavaun detenuto nel carcere di Rebibbia diRoma. Dopo questa prima condannal'Italia ha messo a punto il "piano car-ceri" che prevede la costruzione dinuovi penitenziari e l'ampliamento diquelli esistenti oltre che il ricorso apene alternative al carcere.

Ma la sentenza europea di oggi toccauna ferita aperta. Il 6 gennaio undetenuto somalo di 38 anni,Mohamed Abdi, si è suicidato nelpenitenziario di Borgo San Nicola, aLecce, impiccandosi in una delle celledell'infermeria. L'uomo era detenutoda circa un anno per reati contro ilpatrimonio. "I soccorsi dei pochiagenti lasciati nella programmazionedei servizio nella serata festiva di ieri,non sono serviti", ha racconta il vice-segretario del sindacato degli agentidi polizia penitenziaria Osapp,

Domenico Mastrulli.

Mastrulli ha sottolineato come il car-cere leccese sia vessato da vari pro-blemi, "fra cui un sovraffollamentomai risolto". Ieri nella struttura eranoreclusi in 1.400. Lecce - ha sottolinea-to il sindacato - ha "il primato delle'vittime' le cui responsabilità o lecolpe non devono e non possonoricercarsi sull'anello più deboledel sistema penitenziario italiano, mavanno ricercate nel fallimento di unsistema dove ministro e capo diparti-mento poco fanno nonostantela drammaticità dei penitenziari edella situazione del personale di poli-zia dipendente". Proprio L'Osapp si èdetto pronto "a dichiarare lo stato diagitazione, proteste su tutto il territo-rio con l'astensione dalla mensadi servizio". Ma anche manifestazioniin strada "per attirare la sensibilitàdell'opinione pubblica".

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I soldi per le case popolari ai trasportiAPPELLO ALLA GIUNTA, ALLE

FORZE POLITICHE,AI CONSIGLIERI REGIONALI DELLA

TOSCANA

REGIONE:I SOLDI PER CASE POPOLARI E

SFRATTATI AI TRASPORTIIL NO DEI SINDACATI INQUILINI!!!

I Sindacati Inquilini, SUNIA, SICET,Unione Inquilini della Toscana espri-mono la loro contrarietà e preoccupa-zione per la decisione della Giuntaregionale Toscana di distogliere lasomma di 130 milioni di euro daifondi destinati a dare risposta al biso-gno e all’emergenza abitativa persanare, per il solo 2011, la mancanzadi risorse del trasporto pubblico loca-le.Pur comprendendo le difficoltà dellaRegione nel reperire risorse per assi-curare importanti servizi alla colletti-vità compromessi dai tagli del gover-no centrale, la giunta Rossi rischia dicomportarsi allo stesso modo sulfronte dell’emergenza abitativa.

È stata proprio la Regione negli annipassati a riuscire a recuperare, nonsenza difficoltà, un “tesoretto” dimilioni di euro che, dalla fine deglianni 80 e fino al 2000, i Comuni nonavevano saputo e voluto spendereper costruire nuove case popolari eper ristrutturare quelle esistenti.Fu proprio la Regione, su denunciadei Sindacati Inquilini, a bloccare peranni, attraverso un vivace contenzio-so, milioni di euro al Comune diFirenze perché quest’ultimo, invecedi destinarli al settore abitativo liimpiegava indebitamente per ripia-nare altre voci del bilancio comunale.Adesso, proprio quando la crisi eco-nomica, la precarizzazione e perditadei posti di lavoro sta rendendo anco-ra più drammatica la vita di migliaiadi famiglie toscane strozzate dal caroaffitti, dagli sfratti per morosità e perl’impossibilità di pagare le rate delmutuo, la Regione adotta un provve-dimento che rischia di compromette-re pesantemente la vita futura di que-ste famiglie, sottovalutando in pro-spettiva il fenomeno e sminuendo iltema del diritto alla casa a favore del

diritto alla mobilità.Sono anni che il governo centrale nonfinanzia più il settore abitativo. Ilfondo per il contributo all’affitto èstato ridotto ad un elemosina. Laprossima introduzione della cedolaresecca a favore dei proprietari di casanon produrrà di fatto alcuna calmie-razione del caro affitti. Gli uffici casa,di assistenza sociale dei grandiComuni toscani e non solo, lamentanoun aumento preoccupante delle fami-glie in stato di precarietà abitativasenza poter loro dare risposte ade-guate, soprattutto, perché il patrimo-nio di case popolari esistenti è insuffi-ciente e versa in precarie condizionimanutentive.Non sarà sufficiente a sanare la situa-zione il piano straordinario che laRegione si appresta a varare per lacasa, ne il contentino di 10 milioni dieuro spendibili subito destinato aicontributi di sostegno all’affitto.Di fatto, senza adeguate garanzie sulrientro dei 130 milioni di euro e sulreperimento di una fonte di finanzia-mento costante del settore, a partiredal 2012 i fondi regionali per inter-

venti strutturali per la casa sarannototalmente prosciugati.Infine, i sindacati inquilini esprimonoforti dubbi sulla legittimità dell’atto.Quei soldi sono per legge vincolati adinterventi per l’edilizia residenzialepubblica. Il trasferire tali fondi a set-tori che niente hanno a che fare con lepolitiche abitative risulta esserequantomeno una forzatura contabile.I sindacati inquilini invitano la Giunta,le Forze politiche, i Consiglieri regio-nali, a rivedere il provvedimentonelle prossime riunioni di bilancio didicembre nella convinzione che ilsostenere l’accesso delle famiglie aduna abitazione con canoni sostenibilicostituisca la migliore forma diammortizzatore sociale e di sostegnoalla produttività del sistema paese.Facciamo si che, almeno nella nostraregione, la soluzione abitativa siaconsiderata come una priorità al paridi lavoro, studio e salute!

Per le Segreterie generali dellaToscana di SUNIA, SICET, U.I.

Simone Porzio – SUNIADaniele Cosci - SICET

Vincenzo Simoni - U.I.

RIComINCIA LA “mATTANZA”È finita la tregua ... Lunedì 14 a ritmo implacabile riprendono le esecuzioni di sfratto.Quasi 70 esecuzioni per gli ultimi 15 giorni di gennaio, una media di cinque sfratti al giorno ...

Il tutto in un quadro istituzionale che parlail linguaggio, forte, della più pesante deso-lazione ...Tante donne sole con bambini, tante fami-glie disperate e senza possibilità alcuna ...Nella maggioranza dei casi il Comune nonha riconosciuto la morosità incolpevole, equindi per tanti nuclei familiari non sonopreviste soluzioni alloggiative. Le nuovenorme, rigidissime, imposte dalla RegioneToscana per l’accesso alle graduatorie diedilizia sociale, escludono nuovamente lefamiglie in “morosità” dall’assegnazione dialloggi pubblici ... inutile dire che tutti glisfratti, oramai, sono per morosità ...Mentre i Servizi Sociali sono lentamentespariti, e le loro funzioni si sono nel tempo,trasformate in funzioni di controllo socialee di psichiatrizzazione collettiva ... benlontani da costruire vincoli di solidarietà emutuo aiuto alla persona.

Questa è la Firenze del candidato premier Renzi, una città sempre meno giardino e sempre piùgalera, dove aumentano povertà e disperazione sociale, dove le aziende chiudono, e la preca-rietà (dal lavoro alla abitazione) diventa l’elemento costante dell’esistenza quotidiana...Da tempo ci organizziamo a tutela dei bisogni sociali, della difesa del diritto alla vita di migliaiadi uomini e donne, in una guerra a bassa intensità che ci vedrà impegnati anche nel mese digennaio.

I PRImI PRESIDI ANTISFRATTo:

LUNEDI’ 14 GENNAIo oRE 9 - PRESIDIo IN VIA mICHELAZZI 16, QUARTIERE DI CAREGGImARTEDI’ 15  GENNAIo oRE 9 - IN VIA DE’ VAGELLAI 8, QUARTIERE DI SANTA CRoCEmARTEDI’ 15 GENNAIo oRE 9 - IN VIA DI BELVEDERE 19, QUARTIERE DI SAN NICCoLo’

IL COMITATO SFRATTATI DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA

L'ODISSEA DEI PROFUGHIAPPELLO A TUTTE/I GLI ANTIRAZZISTI

Il 31 dicembre scadono i termini di aiuto e assistenza umanitaria in tutta Europa peri profughi della Libia.Non era difficile immaginare che un gruppo consi-stente di queste persone si rivolgesse direttamenteal movimento di lotta per la casa. Sono perlopiù singoli cittadini del Ghana,dell'Eritrea, del Bangladesh ...Cosa succede in pratica:Finita la pappatoia dei finanziamenti UE, le organiz-zazioni umanitarie comunicano ai diretti interessatiche devono lasciare le strutture entro il 31 dicembre,con qualche eccezione per le famiglie con i bambini...Ci viene risposto, da qualche incaricato, che nessunosarà abbandonato al proprio destino ...In realtà a queste persone, che non parlano italiano,gli viene concesso (al massimo) qualche centinaio dieuro con l'invito esplicito a lasciare la città ..."arrive-derci e grazie"... con l'attuale ondata di gelo andiamoben ...Tuttavia da quasi un mese alla sede del movimento,oltre il consueto parapiglia di sfrattati e famiglie inemergenza abitativa, questi uomini cercano risposte che difficilmente siamo in gradodi offrire. Infatti, oltre l'enormità dei quotidiani problemi, pensavamo in cuor nostroche perlomeno l'ultima ondata di richiedenti asilo diventasse un problema da risol-vere all'interno dei tavoli europei e istituzionali ...ANCORA UNA VOLTA NON CI SIAMO ...Da parte nostra non vogliamo diventare l'ultimo rifugio dei richiedenti asilo, ne tan-tomeno costringere uomini e donne a occupare case senza ancora comprendere leragioni e le cause che costringono centinaia di sfrattati e senza casa all'estremo stru-mento delle occupazioni. Abbiamo già forzato su richiedenti asilo somali, eritrei,etiopi alla fine di battaglie epocali per il diritto alla vita delle persone.Ma non ce la sentiamo di lasciare altre decine di persone vittime di legislazioni d'in-ferno in balia del freddo e delle incomprensioni.

alcuni compagni/e del movimento di lotta per la casa

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“Grande comprensione” e “attenta considerazione” da parte delGruppo Feltrinelli nei confronti della lettera aperta che, sottoforma di volantino, i dipendenti della libreria Edison di Firenze,chiusa da alcune settimane, hanno indirizzato a Carlo Feltrinelli. Ma il gruppo editoriale, in una nota, ribadisce che “la responsabili-tà della situazione venutasi a creare è tutta della proprietà diEdison”, che aveva sede nei locali di proprietà del GruppoFeltrinelli al quale sono tornati dopo un lungo contenzioso giudi-ziario. E comunque il Gruppo Feltrinelli non è “controparte nego-ziale” dei lavoratori Edison e quindi un incontro con loro sarebbe“inopportuno e prematuro”.

La proprietà di Edison, spiega infattiFeltrinelli, “negli anni, invece di

cercare una soluzione diversa eadeguata per la libreria si è limitata

a sollevare contenziosi legali chesono stati regolarmente respinti dadiversi Tribunali”. “Come è stato piùvolte dichiarato durante lo scorso annoall’amministrazione cittadina, al sinda-cato e in ogni occasione pubblica, ilGruppo Feltrinelli non è oggi in grado distabilire se e quando potrebbe essereaperta una Libreria Feltrinelli nei localiex-Edison. Non lo può fare principal-mente a causa della perdurante debo-lezza del mercato del libro e, soprattut-to, a causa dell’incertezza circa la dis-ponibilità dei locali nella Stazione diSanta Maria Novella - prosegue nelcomunicato riferendosi al progetto diuna nuova libreria - su cui sono con-centrati gli investimenti cittadini del-l’azienda”.“Inoltre Librerie Feltrinelli ha comesua primaria responsabilità la sicu-rezza dei propri dipendenti cheoperano nella piazza di Firenzeanche a seguito della chiusura delnegozio Ricordi MediaStore: i postidi lavoro dei dipendenti di quelnegozio - continua il comunicato -sono stati salvaguardati con l’atti-vazione del contratto di solidarietà

che coinvolge tutti i lavoratori Feltrinelli cittadini che sacrificanoparte del loro orario di lavoro e delle loro retribuzioni per contri-buire alla difesa dei livelli occupazionali in attesa dell’apertura diSanta Maria Novella. Infine il Gruppo Feltrinelli, oltre ad aver con-cesso a Edison una proroga gratuita del contratto di affitto di circadue mesi, si è già pubblicamente impegnata, e non ha mai ritiratoquesto impegno, a selezionare alcuni lavoratori di Edison nel casoin cui l’organico della libreria della stazione ferroviaria dovesseessere rafforzato. Perdurando la situazione qui descritta e verifica-bile da parte di ogni fiorentino - conclude la nota - qualunqueincontro con i dipendenti Edison sarebbe inopportuno, perché ilGruppo Feltrinelli non è controparte negoziale di quei lavoratori, ecomunque prematuro”.

Dopo la chiusura della Libreria Edison di Firenze a fine novembre 2012,e in attesa di un progetto concreto per quanto riguarda il futuro dellospazio di piazza della Repubblica, i dipendenti della libreria hannodeciso di scrivere una lettera aperta a Carlo Feltrinelli. In allegato è pre-sente anche il volantino che riproduce la lettera.

Gentilissimo Carlo Feltrinelli,abbiamo deciso di scriverle questa lettera, sintesi delle nostre rifles-sioni sugli ultimi fatti accaduti a Firenze quest’anno, avvenimenti che ciriguardano da vicino e di cui lei è certamente a conoscenza. La suaimmobiliare, EFFECOM, ha acquisito alcuni anni fa la società che gesti-va l’affitto della Libreria Edison, non rinnovando poi il contratto dilocazione.Nessuno vuol criticare metodi e strate-gia per sviluppare la rete di vendita efinalizzati alla realizzazione di più utili,ma vorremmo che il tutto avvenissesecondo criteri di sostenibilità - pertutti - e nel rispetto dell’Altro.Altro, che è il lettore, il quale preferi-rebbe godere di un mercato in cui ci siapossibilità di reale concorrenza inveceche di un regime di monopolio;Altro, che oggi è il giovane disoccupa-

to, l’esodato forneriano, l’operaio cas-saintegrato;Altro, che siamo noi, librai senza piùlavoro di una libreria che era un postodavvero speciale, un punto di incontro edi scambio. E che fosse speciale ce lohanno dimostrato i Fiorentini con le loroquarantamila firme a difesa del vincoloculturale sull’immobile;L’Altro è soprattutto la sofferenza dellediversità e delle pluralità possibili senzadignitoso futuro. Ma l’Altro riguarda anche lei. I libri e gli autori della straordinaria casaeditrice Giangiacomo Feltrinelli si sonooccupati dell’Altro.

Che cosa hanno scritto autori comeFoucault, Baudrillard, Deleuze e tantialtri se non parole per illuminare sullostato e sull’ordine sociale impostosull’Altro dalle diverse forme di potere repressivo?La Feltrinelli, in piazza della Repubblica, potrebbe gestire una libreriadi grande futuro, direttamente o in altre forme, anche con l’aiuto dellanostra esperienza, recuperando la sua immagine nella nostra città .Crediamo che una libreria in quei locali possa ancora vivere e connuove idee anche migliorare.Ecco, vorremmo discutere con lei di NOI che in questo momento rap-presentiamo un ALTRO dei tanti possibili Altro che esistono in questaassurda liquida società. Può farlo per noi, che ancora amiamo IL LIBRO,può farlo per i suoi autori e per i loro lettori.Di una cosa siamo certi: gliene sarebbero tutti molto grati.

I dipendenti Edison

Vi scrivo queste veloci due righe dopo aver letto sia la lettera dei libraiEdison sia la tua testimonianza nella mailinglist sulla giornata di ieri.Premetto la massima solidarietà ai lavoratori Edison ed alle loro fami-glie, e sottolineato che, in questi casi, come sempre, la priorità va allasalvaguardia dei posti di lavoro. In ogni modo.Però, poi, voglio anche dirvi, per esperienza personale, avendo pubbli-cato tre libri con l'editore Bellentani (patron di Edison) che la Edisonnon chiude per colpa della Feltrinelli, ma per l'insensatezza delle poli-tiche del 'pirata' Bellentani. Già condannato per bancarotta fraudo-lenta, allontanato in malo modo da Bologna per i fatti di 'Sala Borsa',da chi lo conosce bene definito senza mezzi termini, 'l'imprenditoredel debito'.Lo stesso Bellentani cui, in estate 2011, i distributori avevano smes-so di consegnare libri perché non li pagava, lo stesso che credo nonpagasse l'affitto a Feltrinelli da mesi. Ecco, vorrei che in questo fran-gente, con l'onestà che ci dobbiamo tra chi, come noi, pensa che unmondo migliore sia sempre possibile, non si perdesse di vista -ancheattraverso il ns. Giornale- che in questo caso ai lavoratori tocca paga-re il prezzo non tanto del 'monopolio' Feltrinelli, ma soprattutto di un'padrone' indegno e truffatore. Che ha usato per anni il ricatto occu-pazionale per farsi, letteralmente, gli affari suoi. Per inciso Bellentaniè lo stesso che pochi mesi fa ha chiuso la martelli (da lui acquistatadopo il fallimento marzocco), senza nemmeno bisogno della Feltrinelli.Quindi: solidarietà ai lavoratori, ma anche da parte loro mi piacerebbeche venisse detto qualcosa di più sull'infausto personaggio artefice della

loro sciagura.Scusate lo sfogo, un lettore ben informato

ODISSEA

EDISON

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In soccorso dell'azienda è sceso anche ilPresidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, firmando un decreto sull'Ilva diTaranto che dà al potere esecutivo una pre-minenza su quello giudiziario. È uno dei piùgravi tentativi di violazione della Costituzionemai avvenuti in Italia e va respinto perché ipoteri dello Stato devono rimanere indipen-denti e non va consentito che il governoblocchi la magistratura.La situazione è resa ancora più grave inquanto nel decreto le ragioni economichedell'azienda acquisiscono priorità sul dirittoalla vita e alla salute dei cittadini, mentre laCostituzione Italiana subordina le ragioni del-l'economia alla difesa della salute e della vita,ritenendo tali diritti inalienabili e incomprimi-bili.Tuttavia la partita non è persa e può riserva-re grosse sorprese in quanto la Procura

potrebbe sollevare il conflitto di attribuzionefra i poteri dello stato (ossia fra governo emagistratura).In tal caso la questione passerebbe all'esa-me della Corte Costituzionale. È un procedi-mento lungo che durerebbe mesi, nei qualituttavia gli impianti non verrebbero disse-questrati.Infatti il conflitto di attribuzione nel frattempo"congelerebbe" il procedimento in corsonello stato attuale, ossia mantenendo l'ordi-nanza che impone il sequestro senza facoltàd'uso degli impianti ritenuti "pericolosi" dalleperizie commissionate dalla Procura.Se la Procura deciderà di sollevare il conflit-to di attribuzione, il Decreto del governo avràfallito nel suo intento immediato, ossia direstituire all'azienda la piena disponibilitàdegli impianti per produrre come prima.Passerebbero mesi e la Procura avrebbe il

tempo per lanciarel'affondo finalefacendo rispettareappieno il principiodella "non facoltàd'uso" e bloccandole emissioni cance-rogene e nocive conlo spegnimento degli impianti inquinanti.Ormai è un braccio di ferro e noi sappiamoda che parte stare. Dall'altra parte ci sonocoloro che sono stati intercettati e indagati.È ormai una questione morale, oltre cheambientale, e chiediamo a tutti gli italiani chehanno a cuore la difesa della Costituzione disostenere la Procura di Taranto, che in que-sto momento rappresenta lo Stato di diritto,la Costituzione e l'ultimo baluardo a difesadella salute e della vita dei cittadini.Chiamiamo a raccolta tutti i comitati in difesa

della Costituzione e della legalità, tutti i comi-tati che si battono per l'ambiente e la salutein Italia. Difendere la Procura dellaRepubblica di Taranto è oggi fondamentaleper tutta la nazione.Taranto è oggi il cuore dello stato di diritto, illuogo simbolo dove far vivere lo spirito e lalettera della nostra Costituzione.

A lessandro Marescott iPresidente di PeaceLink - www.peacelink.it

manifestazione in difesa della sanità pub-blica, contro i tagli regionali

A settembre si è costituito un Coordinamentonazionale per la difesa della sanità pubblica, conlo scopo di contrastare le politiche del Governo edella Regione, che stanno demolendo l’assistenzasanitaria come diritto universale e costituzionale.A livello regionale hanno dato vita alCoordinamento: associazioni di utenti (ADINA,AIM, Amici del Cuore, Consulta Comunale DisabiliFirenze, In Nome dei Diritti) e operatori (MedicinaDemocratica), sindacati di base (COBAS, CUB,USB), altre associazioni e comitati (AugustoCastrucci Onlus, Consumatori In Marcia, le Lottedei Pensionati, San Salvi Chi Può, In Marcia).I provvedimenti del governo Berlusconi e quelliattuali del governo Monti stanno imponendopesanti tagli lineari ai fondi del SSN, dopo il quasitotale azzeramento dei fondi per il sociale: nel2013 un decimo del 2008! Tutto questo, accompagnato dall’incremento deiticket sui farmaci e sulle prestazioni specialistiche,mette a durissima prova le fasce più deboli dellapopolazione: i disabili, gli anziani e i menoabbienti. Ma i provvedimenti del governo sono anche miopied ingiustificati sotto il profilo economico. Infattila spesa per la sanità in Italia è del 7% del PIL, afronte del 9% in Germania e Francia, del 14%negli USA. Questo 7% garantisce l’assistenza a tutti i cittadi-

ni - come sancito dalla nostra Costituzione. Setutti pagassero le tasse in rapporto al redditoreale, le risorse per il SSN ci sarebbero. Altre sonole spese da tagliare: spese militari e grandi opereinutili. La Regione Toscana nel documento di “riorganiz-zazione del Sistema Sanitario” del 25 ottobre2012 peggiora notevolmente i provvedimenti delgoverno. In tale documento si prevede la riduzio-ne dei posti letto a 3,15 ogni mille abitanti, afronte dei 3,7 previsti dal governo quindi con untaglio di 2000 posti letto. Nell’ASL 10 è prevista ladismissione di 82 posti letto: 18 a Torregalli, 14 diPonte a Niccheri, 12 del Serristori di Figline, 13 diBorgo San Lorenzo e 10 di Santa Maria Nuova;ulteriore riduzione dei distretti territoriali; ridu-zione del 20% delle prestazioni diagnostiche chesarà “ceduto” al privato sociale; l’accorpamento diservizi e prestazioni (prevenzione, laboratori ana-lisi, 118…).Tutto ciò, senza che sia stato minimamente avvia-to quel processo, più volte dichiarato, di un realepotenziamento del territorio, e di un’implementa-zione delle cure intermedie, con la creazioneannunciata di circa 400 posti letto a bassa e mediaintensità di cura. Si tolgono posti letto ospedalie-ri senza garantire servizi e prestazioni alternativesul territorio con una ricaduta negativa sulla qua-lità dell’assistenza,sui servizi ai cittadini e suilavoratori del settore.Infatti, accanto alla riduzione della spesa sul per-sonale del servizio pubblico con il blocco del turn

over, la revisione e il taglio previsto dalla spen-ding review nazionale, porterà anche al tagliosino al 10% delle convenzioni e dei contratti inessere con le ditte e le cooperative a cui si sonoappaltati i vari servizi sanitari e sociosanitari, conricadute pesantissime sul livello occupazionale, intermini di ore lavorative, di tutele e di diritti, inparticolare su quei lavoratori già a forte rischio diprecarizzazione e con già scarsissimi livelli salaria-li, come i lavoratori delle cooperative in appaltoche,oltre ai tagli delleore, all’attivazionedella Cassa integrazio-ne in deroga, hannovisto anche bloccato ilmagrissimo aumentocontrattuale previstonel mese di ottobre (20euro).La programmazionesanitaria regionaledeve essere costruita apartire dall’analisi deibisogni dei cittadini,da investimenti chepotenzino il pubblicomigliorandone le pre-stazioni e eliminando-ne gli sprechi, da unpotenziamento deiservizi sul territorio apartire dalla preven-

zione, dai distretti sanitari, dall’assistenza domici-liare, dalle cure primarie, dal controllo qualitativosulle prestazioni, dalla riduzione delle liste diattesa…… Siamo fermamente contrari a che si possa trasfor-mare il diritto alla salute in un affare di mercatodove vince il più forte. Un diritto, quello alla salu-te che può essere garantito solo da una forte sani-tà pubblica a carattere universale.

Ennesima doccia fredda di MarchionneDoccia fredda arriva per lo stabilimento di Melfi, Potenza, dopo chel’Azienda ha annunciato la cassa integrazione straordinaria perristrutturazione dal prossimo 11 febbraio fino al 31 dicembre 2014.La notizia ha gelato tutti anche perché non è trascorso neppure unmese da quando l’amministratore delegato della Fiat, SergioMarchionne, annunciava che avrebbe fatto dell’Italia la base produt-tiva per le esportazioni del gruppo e che proprio a Melfi sarebberostati investiti 1 miliardo di euro. Nel gruppo si sarebbe presto pro-ceduto alla fabbricazione della nuova fiat 500X, la grande 500L epresto anche un modello a marchio Jeep. La produzione dei duenuovi modelli fiat sarebbe partita già all’inizio del 2014. Una notaemessa da Fiat chiariva che lo stabilimento aveva necessità di esse-re rinnovata attraverso l’installazione di “una piattaforma modulare,che può essere facilmente adatta per costruire vetture di dimensio-ni anche maggiori”.Profondi dubbi sono stati espressi dalla Fiom Cgil che ha espressoforte preoccupazione perché non non sono ancora noti né i dettaglidell’investimento, né i tempi per la realizzazione del nuovo progetto.Di tutt’altro parere la FIM, la cui posizione è stata espressa daLeonardo Bruno per il quale l’avvio della ristrutturazione offre allostabilimento prospettive future” e lo impegna in una dimensione nonsolo più europea ma mondiale e questo è l’aspetto più significativoper una rapida uscita dalla crisi.”L’unica cosa certa è che l’annuncio della cassa integrazione perristrutturazione è stato dato proprio mentre sono in corso le tratta-tive con i sindacati per l’aumento del salario, e come non sembraproprio un caso.Avere dei dubbi sull’operazione della Fiat è più che lecito dalmomento che con una cassa integrazione per due anni i costi dellaristrutturazione di Fiat ricadranno sullo stesso Stato. Infatti, la Cigs(cassa integrazione guadagni straordinari) è in misura prevalente acarico dello stato che vi provvede attraverso la GIAS istituita pressol’Inps con la legge n.88 del 1989. Gli assegni sono pagati dallo Statoche li eroga attraverso l’Inps, che a sua volta riceve i versamentidalle imprese nella misura dello 0,90% delle retribuzioni mensili, diquesti lo 0.30% è a carico dei lavoratori. A carico dell’impresa vi èun onere pari al 4,5% per aziende superiori ai 50 dipendenti e del3% per quelle che hanno meno di 50 dipendenti.Quindi se Fiat si atterrà alla parola data e per ci sarà l’investimentoda 1 miliardo, quale sarà il contributo che lo Stato Italiano dovràoffrire per mantenere gli operai in cassa integrazione straordinariaper due anni per i 5500 lavoratori di Melfi?

Tagli alla sanità ... e il diritto alla salute?

ILVA: lavoro o salute?

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Come è noto, da lunedì gli operai

della Ginori di Sesto Fiorentino sono

in occupazione, dopo che il tribuna-

le ha annunciato il fallimento del

gruppo. Sotto trovate un messaggio

da parte del Coordinamento 20

Maggio su cui a partire da domani

raccoglieremo adesioni e firme nelle

aziende. Non è solo un messaggio di

solidarietà, ma un testo che vuole

porre il problema politico e sindaca-

le a tutti i soggetti esterni alla Ginori

di imbastire una mobilitazione terri-

toriale, che comprenda anche lo

sciopero generale territoriale.

Attendiamo adesioni, osservazioni e

firme.

Uniti siamo tutto, divisi siamo nulla

Coordinamento 20 Maggio

Tutti per la Ginori, la Ginori per

tutti

Il tribunale ha dichiarato il falli-mento della Ginori. Un fatto stranoe clamoroso se si considera cheGinori aveva già trovato un com-pratore e che i primi operai eranogià pronti a rientrare in produzio-ne. Ma al di là di ogni ipotesi su

quanto accaduto, ciò che vogliamoaffermare è che ciò che è fallito è ilgruppo imprenditoriale che posse-deva Ginori.Ma la Ginori sono i suoi lavoratori elavoratrici, sono le loro famiglie. E’il territorio. E gli operai Ginori oggisono ancora in campo. Dopo la noti-zia del fallimento, hannoimmediatamente occupa-to l’azienda.Un’azione fondamentaleper rimarcare la difesa adoltranza dello stabilimentoproduttivo di Sesto.La Ginori diventa così unavertenza chiave per tuttinoi. La chiusura dell’azien-da inciderebbe su tutto ilterritorio. Viceversa unavittoria degli operai Ginoridiventerebbe un esempioper tutti coloro che oggicombattono contro crisieconomica, licenziamenti,disoccupazione. Sarebbela dimostrazione che la lotta, il pro-tagonismo e la compattezza deilavoratori è l’unica reale risposta

alla crisi e agli attacchi che tutti noisubiamo.Alla Ginori la maggioranza dei lavo-ratori è iscritto ai Cobas. E sono iCobas la struttura che sta portandoavanti in maniera più determinatala difesa dei posti di lavoro. Maindipendentemente dalla propria

appartenenza sindacale, ogni lavo-ratore deve adoperarsi perché que-sta lotta vinca.La solidarietà astratta non è però

sufficiente. È necessario chiedereche ogni soggetto sociale metta incampo tutte le sue forze per impe-dire la chiusura della fabbrica, apartire dalle organizzazioni sinda-cali. La questione dovrebbe essereposta in ogni assemblea sindacale,

andrebbero formati comitatidi solidarietà, aperta unacassa di resistenza, per pre-

parare e arrivare a uno

sciopero generale territo-

riale.Il messaggio da lanciare achiunque voglia specularesulla Ginori è questo: mettevil’animo in pace, la Ginori nonvi appartiene.Appartiene ai suoi lavoratori ealle sue lavoratrici e a lorofianco il territorio ne impediràla chiusura. Attorno allaGinori, devono così trovaremotivo d’unione tutti coloroche oggi lottano contro pre-carietà, licenziamenti,

sfruttamento. Tutti per la difesa della Ginori,

la difesa della Ginori per tutti

"LaGinori deve vivere": con questo striscione i lavoratori dellanota azienda ora in crisi hanno sfilato a Sesto Fiorentino.Erano almeno duemila persone, che così hanno volutoesprimere tutta la loro preoccupazione per una ditta stori-ca sull'orlo del baratro e per i loro posti di lavoro, maicome ora in bilico. L'assessore regionale Simoncini hamanifestato insieme agli operai. ''La Richard Ginori devevivere - dice l'assessore - In questa direzione che, fin dal-l'inizio, la Regione si è mossa e sta continuando anche inquesti giorni a lavorare, per assicurare continuità produt-tiva e occupazione a un pezzo importante della storia indu-striale toscana e italiana che, come più volte ribadito, èindissolubilmente legata a questo territorio e qui deve

restare''.

Esodati L’approvazione della legge di stabilità non annulla il numero dei senza lavoro e senza pensioneA differenza di quanto i maggiori canali d'informazione hanno dato ad intendere, il problema esodatinon è per nulla risolto e vede una stima di 260 mila persone ancora senza tutela.Facciamo un po' di chiarezza: poco più di un anno fa s'insedia il Governo Monti e il ministro Fornero nelgiro di pochi giorni emana una riforma delle pensioni che, per sua stessa ammissione, presenta moltibuchi normativi, tanto da lasciare migliaia di persone senza lavoro e senza pensione.La magagna è dovuta al fatto che un allungamento dell'età pensionabile mette in seria difficoltà tuttequelle persone che dopo aver perso il lavoro, magari addirittura aseguito di accordo con l'azienda, erano in procinto di 'agganciarsi'alla pensione alla fine del periodo di mobilità o con il pagamentodi contributi volontari, o addirittura con entrambi i meccanismi.In tutte le situazioni analoghe precedenti il legislatore avevatenuto conto di chi, ormai fuori dal mondo del lavoro, aveva intra-preso un percorso che li avrebbe portati alla pensione, tutelando-li dai provvedimenti di legge successivi al licenziamento; ma lariforma Fornero non ha quest'accortezza ed il Ministero del Lavorostima inizialmente i soggetti penalizzati in circa 60 mila.Altre fonti sindacali ed INPS arrivano invece a ipotizzare cifre ditrecento, quattrocentomila esodati! Il calcolo è reso difficile se nonimpossibile dalla miriade di accordi collettivi ed individuali stipu-lati da aziende e sindacati nel corso degli ultimi anni.I soggetti così drammaticamente penalizzati dalla riforma sono lavoratori prossimi al conseguimentodella pensione di anzianità o di vecchiaia e hanno dunque contribuito per tutto l'arco lavorativo alla suamaturazione, trovandosi quando ormai erano ad un passo dal raggiungerla, senza reddito e con un'etàche non li rende più appetibili al mondo del lavoro. Facile immaginare lo stato di prostrazione che puòassalire chi venga a trovarsi in tale situazione con una famiglia da mantenere e tasse da pagare.Per tamponare la situazione, il governo farà una parziale marcia indietro concedendo la possibilità diaccedere alla pensione con le vecchie regole con tre decreti successivi, prima a 65milasoggetti, poi adaltri 55mila ed infine, con l'approvazione recente della legge di Stabilità, ad altri10mila.Ma i conti non tornano e ad oggi, a più di un anno dall'entrata in vigore di una riforma concretizzata nelgiro di qualche giorno da un governo ormai dimissionario, si ipotizzano 260mila persone (e relative fami-glie) fuori tutela, sprofondate nell'angoscia di trovarsi senza lavoro, senza pensione e senza la speranza,ormai ultracinquantenni, di accedere ad un lavoro che non c'è nemmeno per i loro figli.

Persi 567 mila posti di lavoro in quattro anni

In Italia si sono persi 567 mila posti di lavoro in quattro anni. Lo ha rilevato l'osservatoriodella Cisl, evidenziando anche il boom della cassa integrazione. Anche nel 2012 e rispettoai valori pre-crisi, in tutto il periodo 2008-2012, i livelli di utilizzo risultano superiori dicirca sette volte. Con i dati definitivi dell'anno, le ore di cassa integrazione si attestanointorno al miliardo per il quarto anno consecutivo, pari a circa 500 mila lavoratori media-mente coinvolti ogni anno.Nel terzo trimestre 2008, vale a dire subito prima dell'inizio della crisi mondiale, il tasso di

occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23milioni 518 mila persone occupate, dopo quattroanni l'indicatore è sceso al 56,9%, pari a22.951.000 di occupati, segnala ancora l'osserva-torio Cisl.CIG: AUmENTo DEL 12,1%. A dicembre 2012, evi-denzia il sindacato, le ore autorizzate di cassaintegrazione ammontano a 86,5 milioni, portan-do il numero di ore complessivamente autorizzatenel 2012 a 1.090,6 milioni, contro i 973,2 milionidel 2011, con un aumento del 12,1%. Nel 2012,rispetto all'anno precedente, sale il valore dellacassa ordinaria, indicativo di nuove aziende incrisi, mentre l'utilizzo complessivo della cassastraordinaria e di quella in deroga è simile nei dueanni.

SoFFRE IL CommERCIo. Il settore più in sofferenza nel 2012 è il commercio che ha visto unaumento di circa il 40% delle ore autorizzate rispetto al 2011. L'area geografica più pena-lizzata è invece il Centro Italia con un aumento delle ore di cassa tra 2011 e 2012 di circa il26% più del doppio del dato medio del Paese. Nel complesso del periodo gennaio-novem-bre 2012 le domande di disoccupazione sono cresciute del 14,49% rispetto allo stessoperiodo 2011 e le domande di mobilità del 17,82%.Gli effetti della crisi si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato,mentre crescono i dipendenti a termine e i collaboratori, e nella riduzione del tempo pienocon contestuale aumento del tempo parziale involontario. In qualche modo lavoro flessi-bile e part-time evitano un calo ancora maggiore dell'occupazione, ed è ancora il settoreindustriale a mostrare chiari segnali di sofferenza.

Tutti per la Ginori, la Ginori per tutti

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Tra i dipendenti che lavorano aterra quasi uno su due perderà ilposto di lavoro. Il piano industria-le è stato illustrato alle Rsu

ORA non sono neanche piùpaure. I numeri parlano crudi ecerti. Annunciano quello che siprofila come un dramma socialeall’Ataf. Tra i dipendenti chelavorano a terra, che non guida-no, quasi uno su due perderà ilposto: senza ammortizzatori aattenuare la botta, il contratto dilavoro del trasporto pubbliconon li prevede. Lo perderannoanche una sessantina di autisti,anche se c’è la speranza che alcu-ni di loro, i più giovani, si trasfe-riscano pur di non perdere illavoro. I nuovi proprietari (insostanza le Ferrovie che attra-verso Busitalia hanno la quasitotalità di Ataf più Cap eAutogiudovie) hanno ieri illu-strato alla rsu il piano industria-le. Prima e non discuti-bile intenzione, dima-grire l’organico. Gliesuberi sono quasiduecento, per l’esattez-za 194. I dipendenti diAtaf sono 1.181, devo-no scendere a 987.I tagli tra gli autistisono del 6,7%: da 887a 828. Quelli tra chi sta

a terra del 45,9, 135 lavoratorisui 294 che devono diventare159: quasi la metà. Tra loro nonc’è nessuno che abbia chiesto iltrasferimento e pochi che sem-brino intenzionati a andarsene acasa volontariamente con unincentivo.I nuovi proprietari procedono agamba tesa, con logica aziendalema senza fingere. Ataf perde,dicono, 8 milioni e mezzo l’anno,noi ne vogliamo guadagnare unoe mezzo. C’è un divario di diecimilioni da recuperare: tagliando idipendenti, ma anche aumentan-do il biglietto da 1,20 a 1,50 euroe gli abbonamenti del 10% inmodo da ricavare per ogni viag-gio 2,28 euro invece di 1,95. Nonbasta.Siccome i compensi, rivendicano,devono essere indicizzati secon-do l’Istat, chiederanno allaProvincia, che per ora continua aessere il riferimento del traspor-

to pubblico in attesa che la gararegionale lo trasferisca allaRegione, di ricevere 2,61 euroinvece di 2,46 a chilometro. Così sarà braccio di ferro anchecon la Provincia a cui strappare ilsì all’aumento sia delle tariffe chedei compensi.Quasi 200 esuberi sono meno dei270 inizialmente e informalmen-te annunciati da Ataf Gestioni,come ora si chiama l’azienda. Mala consolazione è magra. Il nume-ro è comunque alto. Anche se i69, tra gli autisti, che per ora sisono detti pronti a trasferirsi (43in Germania e 26 in Italia) noncambiassero idea durante la trat-tativa per un qualche sostegno enon la mutasse neanche la quin-dicina, tra autisti e personale aterra, che sembra vagamentefavorevole a andarsene a casacon incentivo, resterebbero tra135 e 120 lavoratori da licenzia-re. “Ma voi lo sapete che non

abbiamo ammortizzatori socia-li?” grida all’azienda AmericoLeoni, delegato della Faisadurante l’incontro sui licenzia-menti. L’azienda allarga le brac-cia. Ha detto: assolutamente esubito, ogni giorno perdiamosoldi.“Purtroppo la realtà ci ha datoragione visto che noi prevedeva-mo gli esuberi e il sindaco dicevache erano barzellette. Sono lui el’ex presidente Bonaccorsi a averraccontato le barzellette. Lacolpa è loro che non hanno volu-to mettere nella vendita la clau-sola sociale che tutela i lavorato-ri”, protesta Massimo Milli dellarsu. Sostiene Andrea Viciani, FiltCgil: “Le istituzioni dovrannocontribuire ad alleviare il dis-astro. Il Comune che non ha volu-to la clausola sociale. Ma anche laRegione che nella gara stanziarisorse per i lavoratori, ma è ilfuturo: invece bisogna affrontare

questo dramma subi-to”. Quando già siannuncia un inizioanno di fuoco sul bus.“Al primo licenzia-mento la risposta saràdrastica”, avvertono isindacati.

ILARIA CIUTI

Ataf, la cura di Moretti sono 194 esuberi

Ci dicevano che ilgestore privato avreb-be riorganizzato Ataf-Gestioni per migliora-re l'efficienza e offrireun servizio migliore. Pensavano che per farquesto, avrebberopresentato un pianoindustriale, la cui parolad'obbligo fosse “risana-mento”.Invece niente di tuttoquesto.Ci sono state mostrate 2 diaposi-tive con dentro due numeri euna parola: 59 autisti e 135 indi-retti in ESUBERO. Cifre queste,prese dai Sindacalisti di profes-sione per “oro colato” senza veri-ficare o almeno capirne i criteri.Ma da quelle diapositive erachiaro solo il vero progettoaziendale, il PROFITTOAtaf per loro non è l'azienda cheper 76 anni ha fatto trasporto estoria in città, è una scatolavuota, senza significato, da farsparire tranquillamente. Ciò che

a loro interessa è accaparrarsi ilbuono per poi, nei prossimi 6/7mesi (massimo fine anno), pas-sarci a Cap e Busitalia alle loronormative.Gli altri, gli “avanzi” e gli “scarti”(impiegati, operai e inidonei)resteranno in attesa di un mira-colo salvifico o di una elimina-zione definitiva.Non è servito a nulla offrire lanostra disponibilità a “rimetterin gioco tutte le carte” per garan-tire a TUTTI un posto di lavoro eun futuro.

Non contenti, ormai che c'erano,hanno chiesto e ottenuto con laconsueta condiscendenza sinda-cale, anche il “rimborso” degliincentivi all'esodo a spese nostre(1,2 milioni €), che otterrannocon una nuova “strizzatina” aisoliti autisti.Un vero e proprio “SACCHEG-GIO” già iniziato con la cessionedel “Volainbus” e proseguito conil trasferimento forzato degliapprendisti per soddisfare lealtre aziende del gruppo pro-prietario. Non ci è dato sapere

come proseguirà, senon giorno per gior-no, senza darci unavisione di insieme.Non sappiamo nien-te, ma intanto i sin-dacati bravi firmanoun accordo.Con questo scenario,

la sottoscrizione del-l'accordo avrebbesignificato l'accetta-zione di questo per-corso di razzia facen-

doci divenire loro complici.Adesso proveranno a screditarcie a illudersi di aver salvato gliapprendisti che, in realtà, sesaranno assunti, sarà solo per-ché dopo aver lavorato tre anni apart-time, sottopagati e con lepeggiori normative, accetteran-no di trasferirsi in altre città enon certo grazie all'accordo fir-mato.Il tempo purtroppo ci darà ragio-ne. Basterà aspettare.

COBAS ATAF

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I “deportati” di San salviPAGINA 11 CITTÀ

Si è consumata ancora una ingiustiziaall’ex manicomio di San Salvi non-ostante la grande conquista di civiltàdella legge 180 (legge Basaglia).

I 60 ospiti dei mini appartamentisono stati “democraticamente depor-tati”.

Nel 1985 quando il dott. CarmeloPellicanò assunse la direzionedell’Ospedale Psichiatrico di San Salviper attuare la legge Basaglia e quindichiudere definitivamente il manico-mio, aveva dimesso pazientiautosufficienti e senza piùfamiglia accogliendoli in unreparto ristrutturato in miniappartamenti.

Qui questi ex ricoverati aveva-no finalmente abbandonato ipadiglioni infernali e segre-ganti dove per anni avevanosubito atrocità e disumanità,riconquistando così dignità diuomini, libertà ed autonomia.

Avevano ognuno il loro spa-zio, le loro cose ed avevanoimparato di nuovo a gestirsi, eranofinalmente usciti dal manicomio e sierano creati i loro punti di riferimen-to nel quartiere, ricostruendo rappor-ti umani anche con volontari che liandavano a trovare.

Purtroppo però a questi mini appar-tamenti non è stata fatta mai nessuna

manutenzione fino a giungere all’at-tuale totale degrado nonché alla peri-colosità della struttura denunciatarecentemente dalla stampa cittadina.Questo motivo la ASL è stata costrettaad accelerare l’indegna deportazionedi queste anziane persone tra l’altroseparandole in due gruppi uno nellazona del Guarlone e l’altro addiritturaall’Antella, sradicandoli così dalla lorocasetta, dal quartiere in cui si eranocostruiti faticosamente il loro fragileequilibrio.

Oltre alla denuncia della stampa siaggiungono le sollecitazioni fattedall’Associazione per una Memoriaviva di San Salvi che ha scritto ancheal Sindaco (senza avere risposta) edha incontrato quasi un anno fa ilDirettore della ASL di allora,l’Assessore Regionale alla Sanità e

quello comunale del Welfare, incon-tro che non ha avuto nessun esito.

Il trasferimento di queste anzianepersone sembrerebbe un atto diresponsabile attenzione da partedella ASL: riteniamo invece chesarebbe stato più responsabile se laASL oltre ad aver ristrutturato alcunipadiglioni dismessi per trasferire isuoi uffici avesse anche effettuato ladoverosa manutenzione ai miniappartamenti: forse ora non sarebbestata necessaria questa assurda

deportazione.

A questo punto bisogna anchedire il vero motivo di questoinsano ed incivile trasferi-mento: la ASL vuole venderegran parte dell’aria di SanSalvi per cui ovviamente hatutto l’interesse di liberarequeste strutture.

Pare che con il ricavato dellavendita intenda per ultimare ilavori dell’Ospedale diTorregalli.

Vorrei far riferimento alla legge Bindi(1998) che prevede che il ricavatodella vendita del patrimonio deimanicomi dismessi venga rinvestitoin strutture psichiatriche, ma nonsanitarie in genere.

Sappiamo che le strutture dove sonostati trasferiti gli ospiti del “Giardino

delle Rose” sono luoghi belli, puliti enuovi, ma fa difetto la possibilità dilibero movimento perché le porteprincipali sono chiuse così come lefinestre delle stanze al piano terra.

In queste nuove strutture fa difetto laprivacy perché quasi tutte le cameresono doppie ed abituarsi a questapromiscuità dopo aver vissuto in unacamera singola per tanti anni e contutte le proprie cose è un po’ dura.

Dispiace sapere che i propri elettro-domestici siano immagazzinati in unlocale dell’azienda perché nelle nuovestrutture non c’è possibilità di avere ilfrigorifero o la televisione privata.

Per l’incuria dell’istituzioni che si per-petua da anni come si può impune-mente far pagare un così alto prezzoad anziane persone fragili che dopoaver subito per anni la segregazione ele atrocità del manicomio speravanoalmeno di morire liberi e dignitosi?

L’ultima ingiustizia che è stata loroinflitta non è degna di tutte le istitu-zioni di questa città che orgogliosa-mente si ritengono democratiche eche noi vorremmo riscontrare neifatti.

Concetta Pellicanò

Presidente dell’Associazione “Memoria Viva di

San Salvi, Carmelo Pellicanò”

Il problema è che ricordo. Ciò mi causa un senso dipoco adattamento immerso, come tutti, in una real-tà in cui la maggior parte dei miei simili dimentica-no le notizie con la medesima velocità con cui leapprendono. Sono contento così però. Le varie noti-zie, che inizialmente si affastellano in disordinecome matasse di fili di lana, col tempo si ordinano edinizia a comparire una trama. A quel punto tuttodiventa molto chiaro. Basta ricordare e pazientare.

Ricordo una notizia che apparve sul quotidiano “LaRepubblica” a novembre e mi colpì perchè riferita apersone ed a luoghi che conosco bene: le residenzeassistite “I Girasoli” e “Il giardino delle Rose” perutenti con malattia psichiatrica e disagio psichicograve.

Ricordo il vostro articolo di denuncia sullo stato deiluoghi in cui venivano assistite le persone, moltodettagliato e preciso nel fare il punto della situazio-ne. Giustamente critico, se non scandalizzato, peral-tro. Entraste al “Giardino delle Rose” accompagnatida chi conosceva bene le persone ed i luoghi: fosteliberi di girare per la residenza, fare domande e foto.

Dopo pochi giorni, a quell'articolo seguì una replicadell'allora neo-insediato Direttore dell'AziendaSanitaria di Firenze, il Dott. Morello. Egli, nonresponsabile della situazione perchè appena arriva-to alla direzione dell'Azienda, promise pronta e rapi-da soluzione i problemi denunciati. L'indomani talenotizia fu salutata dal vostro giornale con contentez-za e soddisfazione: “ecco il buon risultato dellanostra denuncia” era la sostanza del messaggio, senon ricordo male.

I pazienti e gli addetti ai lavori si rallegrarono conmeno contentezza.

Sorrisero a mezza bocca perchè c'era incertezza suquale sarebbe stata la “pronta e rapida soluzione”.Avrebbero cambiato gli infissi che, con lo spiffero,fanno passare anche la pioggia? Ripareranno l'im-pianto elettrico che, funestato dalla mancanza difusibili nelle derivazioni delle stanze, era mezzoinservibile? Oppure gli ascensori che spesso sonofermi? Oppure imbiancheranno i locali, che l'ultimavolta furono rinfrescati in occasione delle riprese delfilm “Per le antiche scale” con Mastroianni, giratoproprio là? Bah ... non riuscivano a capire e la con-tentezza non poteva essere piena.

Ai primi di dicembre dissero che i pazienti sarebberostati trasferiti presto... non si sapeva quando ma sisapeva che era “presto”. E già le facce cominciaronoad essere meno contente. Prima di Natale i pazientide “I Girasoli” seppero che sarebbero stati trasferiti agennaio. Gennaio. Il giorno non era dato di sapere edil luogo ancor meno, però essendo alla vigilia diNatale di tempo non nen manca molto.

I timori erano tanti. Le persone alloggiate presso lastruttura, ben lungi dall'essere allucinate dalla real-tà come farebbe pensare la definizione generica di“schizofrenici” riportata nell'articolo di denuncia,temevano di essere in procinto di perdere i contattiumani con le persone con cui avevano convissuto pertanto tempo e con gli operatori. Temevano cheavrebbero perso gli arredi dei loro appartamentiacquistati con tanti sacrifici. Temevano di perdere laloro identità, ricostruita a faticosamente in quei luo-ghi. C'era in tutti il sano timore di un trasloco,

annunciato “a breve” senza sapere dove e come.

Lunedì 7 gennaio, nella riunione convocata per le 14,fù annunciato che l'indomani mattina sarebbe parti-to il primo gruppo. Un secondo gruppo il giovedìseguente e l'ultimo gruppo lunedì 11 gennaio.

Quello era il momento in cui avreste potuto cogliereil tipo ed il tenore delle emozioni con cui fù accolto il

risultato di cui con malcelata soddisfazione vi ralle-graste. Però, a voler essere onesti, non avreste potu-to scrivere un articolo che avrebbe trasmesso unmessaggio di contentezza. Non c'eravate perchè nonfoste avvisati.

Però siete sempre in tempo a fare un resoconto.L'ultimo gruppo parte lunedì prossimo e, se venite,

potrete parlare con qualcuno e forse fare delle foto.

Poi potreste andare a vedere come sono alloggiati glialtri già partiti. Ecco ... in quelle strutture ho seridubbi che possiate entrare e liberamente girarecome faceste al “Giardino delle Rose”. Ancor piùdubbi che vi facciano fare foto. Poco male, testimo-nio io che i luoghi sono belli, puliti e nuovi.

Magari fà difetto la possibilità di libero movimento,perchè le porte principali sono chiuse, così come lefinestre delle stanze al piano terreno. Hanno lasciatoapribili le finestre dei piani superiori ... e c'è il rischioche qualcuno, prima o poi, abbia in mente di saltaregiù: nell'Ospedale Psichiatrico succedeva spesso.Ecco, spero che l'eventuale vostro articolo spingal'Azienda ad un'altra pronta soluzione. Nele nuovestrutture fà difetto la privacy, perchè quasi tutte lecamere sono doppie, ed abituarsi a questa promi-scuità dopo aver vissuto in una camera singola pertanti anni è un po' dura. Dispiace sapere che i proprielettrodomestici siano immagazzinati in un localedell'Azienda, perchè nelle nuove strutture non c'èpossibilità di avere frigoriferi, lavatrici o televisioniprivate.

Spero vogliate prendere coscienza, e dare testimo-nianza, di come è arrivata a valle la palla di neve cheincautamente lasciaste andare a novembre. Capitoloche è finale per “I Girasoli”, ma preludio alla soluzio-ne finale dei problemi denunciati presso il “Giardinodelle Rose”. Spero vogliate farlo per dar modo ad altriricordanti, che pur ci sono, di ordinare in una tramala matassa di fili colorati.

Alessandro Restivo

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PERQUISIZIONI E ARRESTI hanno travolto il tun-nel Tav di Firenze, giovedì 17 gennaio. Ecco, diseguito, la notizia, il comunicato del comitato Notunnel Tav e quello della consigliera comunaleOrnella De Zordo.

IPoTESI TRUFFA, CoRRUZIoNE E SmALTImENToABUSIVo DEI RIFIUTI Firenze, 17 gen. –(Adnkronos) – Sono una trentina le perquisizioni intutta Italia in corso dalle prime ore del mattino, nel-l’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze sullaTav. Gli accertamenti sarebbero relativi al passanteferroviario fiorentino dell’alta velocità e le ipotesi direato sarebbero di truffa, corruzione e smaltimentoabusivo dei rifiuti. Secondo quanto appreso, sarebbestata perquisita la sede di Nodavia, la società che havinto la gara per realizzare il nodo fiorentino della

Tav.

IL ComUNICATo DEI No TIUNNEL TAV FIo-RENTINI

L’intervento della magistratura con il sequestro deiCantieri Tav è davvero una bella notizia! Da mesi, daanni denunciamo i problemi, le contraddizioni e leirregolarità di questo assurdo progetto di sottoattra-versamento Tav della città, un’opera che abbiamosempre definito inutile, dannosa e fonte di grandespreco di denaro pubblico. Un’opera che rappresentasolo un affare per grandi imprese e grandi cooperati-ve di costruzioni, una potente lobbydel cemento, trasversale agli schiera-menti di centrodestra e centrosinistra,a Pdl e Pd, mentre in piena crisi ven-gono tagliati servizi sociali basilari peri cittadini.

Alterazione della falda, possibili danniper centinaia e centinaia di edifici,mancanza di Valutazione di ImpattoAmbientale per la Stazione Foster, dif-formità nelle normative antisismiche,gestione e conferimento dei materialidi scavo, forte crescita dei costi dell’o-pera (tra cui aver montato eppoi tenu-to ferma la “talpa”), mancanza di unadeguato controllo pubblico..sonoalcune delle questioni su cui abbiamosempre concentrato la nostra iniziativa, anche a livel-lo giuridico, proponendo in alternativa il progetto dipassaggio in superficie dei treni veloci, unica soluzio-ne per eliminare i suddetti problemi, evitare unnuovo scempio alla città e risparmiare risorse prezio-se da destinare al rilancio del trasporto regionale.

Anche alla luce del sequestro di stamani, richiediamocon forza a Governo, Ferrovie dello Stato, Regione,Comune e Provincia di FERMARE QUESTO PROGETTOASSURDO, che, lungi dal rispondere al primato del-l’interesse pubblico, nasconde ormai gravi irregolari-

tà e interessi particolari, su cui non a caso laMagistratura ha deciso di intervenire.L’alternativa c’è!

Venerdi 18 gennaio 13 ore 11.30 CONFERENZA STAM-PA alle Giubbe Rosse in piazza della Repubblica,Firenze

IL ComUNICATo DI oRNELLA DE ZoRDo

“Fermare tutti i cantieri dell’Alta velocità a Firenze,compreso quello della stazione Foster. E’ semplice-

mente questa la prima cosa da fare dopo l’aperturadell’inchiesta della Procura che ha portato al seque-stro del cantiere di Campo di Marte e dell’ormai miti-ca fresa Monna Lisa. Allo stesso tempo vanno final-mente fatte tutte le verifiche, anche in sede ammini-strativa: tutti gli allarmi sulle irregolarità che sonostati più volte avanzati non hanno mai avuto un serioascolto nelle istituzioni.” Lo ha detto Ornella DeZordo, capogruppo a Palazzo Vecchio della lista di cit-tadinanza perUnaltracittà. “I reati contestati, corru-zione, truffa, gestione abusiva dei rifiuti, oltre ad altrireati contro la pubblica amministrazione, sono trop-

po gravi e coinvolgono a quanto risulta anche ‘sog-getti riferibili a strutture pubbliche’ per essere igno-rati dai committenti pubblici di questa grande operainutile, costosa e dannosa per la città.

“Tutto va fermato, subito, e vanno utilizzate quellerisorse per opere realmente utili al trasporto locale ealla sicurezza del territorio. Abbiamo detto più volteche le procedure seguite per l’approvazione dei pro-getti non erano trasparenti nè regolari, come puretutta la problematica relativa al trattamento deimateriali di scavo. Era solo l’estate scorsa quando

perUnaltracittà rese pubblica la mis-siva riservata con la quale proprioNodavia, il general contractor del sot-toattraversamento dell’Alta velocitàfiorentina, annunciava che nonostan-te ancora non siano partiti i lavoridegli interventi maggiormente com-plessi e impattanti, il costo dell’inter-vento è già passato da 694 milioniiniziali a oltre 890 milioni, con unincremento di 200 milioni, quasi il30%».”

De Zordo in quell’occasione spiegòche dalla lettura di quei documentiriservati si evinceva come si fossevoluto montare a tutti i costi la fresaMonna Lisa quando ancora non c’era

la possibilità di portare via il materiale, e quindi difatto tenere tutto fermo, il che comportò, propriosecondo Nodavia, danni pari a 5 milioni di euro. 5milioni di cui Nodavia chiedeva conto perchè qualcu-no decise ‘discrezionalmente di non gestire il mate-riale come rifiuto, ma di attendere il perfezionamen-to del percorso giuridico-amministrativo per gestireil materiale come terra e roccia.

Ci hanno sempre trattato come visionari, ora final-mente facciamo chiarezza.

CITTÀ PAGINA 12

“Buongiorno signor vigileche c’è? una multa per me! e

che ho fatto?”

“Si alzi immediatamente carosignore (per modo di dire) daquesto angolo privato che iosto tutelando e che lei staintralciando, ma come mi chie-do e mi domando al meravi-gliato, come ha fatto di esserecosì sbandato a non vederequel cartellino appiccicato adue dita dal suo naso e che poiè appeso per tutta quanta lacittà, ora lo vede? VIETATO!ecco la multa ha da aggiunge-

re… aaah ora si vuole scusarecosa? addirittura scolpare!”

“Sì signor giudice cioè signor vigi-le la assicuro lei è in errato quello

di sbagliato, ma io sono SergioBertero! il piccolo poeta della grandestrada non ha mai sentito! ma come èpossibile cosa? e se ne frega , masignor vigile mi sono giusto e mi sem-brava giusto di essermi qui sedutosolo per un minuto nel riposando inmio faticato dal mio lavorato ma allo

spicciolato però lo giuro mai speculato,vede io vivo alla giornata e così in questominuto mi sono approfittato nel ripassan-do in mio meditato per uno scritto che saràper la prossima uscita in nero su bianco sucarta di stampo che verrà stampata su que-sta illustrissima rivista su questo giornali-no naturalmente di strada che io vendo dastrada in strada, se lei non mi crede glieloposso far sentire alla recitata o alla cantataper via del canto o addirittura alla fischiataper via del fischio, quale di queste vie ilsignor vigile preferisce? o sennò c’è quellascorciatoia per via sua, arriva molto primase va via subito”“Si alzi immediatamente, raccolga i suoibricioli li tenga stretti e prosegua la suastrada,se ne vada!”“Ma che belle maniere nel vostro potere”“Se ne vada!”“Mamma mia, ma non si può nemmeno piùsedere nemmeno riposare, nemmeno pen-sare, nemmeno la pisciata senza la pagata,ma dove ci ha cascati questa cascata, maquesta città è tutta privata? ma fra un pocosarà anche l’acqua che cade dal cielo quan-do si fa nero, ma l’aria si deve respiraresolo nei saloon privati?”

“Se ne vada!!”“Calma, calma signor vigilino, ma non vedeil mio inchinando che sta raccattando per ilmio andando sì! però prima che vada unacosetta levolevo nel ben dire a voce un po’alzata alla strillata alla urlata, TU M’HAISTUFATO e sopra cagato, piccolo cretino diun grande imbecille, vai a fare in culo alme-no il tuo non è privato è di tutti, ora me nevado, ma guardate un pò sto barattolobucato … a uno come me!”……

Come eri bella Firenzesembravi una diva

in quel vestitino di poesiama te l’hanno sudiciato

te l’hanno strappatoe gettato via

per questo di straccidi questa malinconia

ma anche in queste condizioniio non ti lascio

ti starò sempre vicino perché io sono il tuo piccolo poeta

e tu la mia poesiaanche tra questo grande schifo!

povera Firenze mia.

Sergio Bertero

Sergio Bertero

NEL SOGNO

Nella notteDi una profonda

Vidi d’occhiIn verde fiamma

Di una brunaIn veste bianca…Vibrante al vento

Limpida e trasparenteCome in una primavera

L’acqua d’un fiumeScorrendo di sera…

Sorrideva!Come luna

Romantica piena…Ai tremolii

Di fiammelleDelle stelle…

Dal brillo mantoNel vestendo

Cielo in splendo…Nel firmamento

Un luminato stello Illuminava d’immenso

Per l’universo…In uno spazio Di un enorme

Manifestava l’apparsoDei finiti

Nel ben finitoun maestrale dipinto

Le dimostrava Tra l’infinito

Al sù d’ altureSulle pianure

Ad una tra una collinaalle penombre

dei ulivia un danzo di foglie

sui rami al ventoal cado di luci

cadendo dai lumitra la notteprofonda…

Vibrò l’ vesto biancoSulla pelle

Di quella brunaDa sogno!Nel sogno.

Il tunnel TAV è in arresto

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Page 13: fuori binario 154 gennaio/febbraio

Rivolta nel Cie “Assolti, fu legittima difesa”Tre immigrati trattenuti nel centrod’espulsione di Crotone erano impu-tati per danneggiamento e resistenzaa pubblico ufficiale. Il giudice non lipunisce: erano lì illegittimamente ein condizioni al “limite della decenza”, quindi reagirono a “offese ingiuste”.Roma – 8 gennaio 2012 - Dal 9 al 15ottobre scorso tre cittadini stranieri,un tunisino, un algerino e un maroc-chino, furono i protagonisti di unarivolta nel centro di identificazione edespulsione di Isola capo Rizzuto,Crotone. Tra le altre cose, salirono sultetto e lanciarono sulla Polizia sup-pellettili, rubinetti e grate. Lo fecero,però, per “legittima difesa” e quindinon risponderanno dei reati di dan-neggiamento e di resistenza a pubbli-co ufficiale.Ad assolverli, il 12 dicembre scorso, èstato il Tribunale di Crotone, con ilgiudice Edoardo D’Ambrosio che hasposato la linea dei difensori, gli avvo-cati Natale De Meco, Eugenio

Naccarato e Giuseppe Malena. E nonha accolto la richiesta del pmFrancesco Carluccio, che voleva unacondanna a 1 anno e 8 mesi di reclu-sione.Secondo D’Ambrosio, quellarivolta era una “difesa propor-zionata all’offesa”.Innanzitutto perché i provve-dimenti di trattenimento“erano privi di motivazione, edunque illegittimi alla luce del-l’articolo 15 della direttiva n.115 del 2008, così come inter-pretato dalla Corte di Giustiziaeuropea”. Omettevano infatti“del tutto l’indicazione delleragioni specifiche in forza dellequali non era stato possibileadottare una misura coercitivameno afflittiva del tratteni-mento presso il Cie”.C’erano poi da considerare le condi-zioni di vita nel centro, con “materas-si luridi, privi di lenzuola e con coper-

te altrettanto sporche, lavabi e “bagnialla turca” luridi, asciugamani spor-chi, pasti in quantità insufficienti econsumati senza sedie né tavoli”.

Strutture ”al limite della decenza”,cioè, ha spiegato il giudice, “non con-venienti alla loro destinazione: che èquella di accogliere essere umani. E,

si badi, esseri umani in quanto tali, enon in quanto stranieri irregolarmen-te soggiornanti sul territorio naziona-le. Lo standard qualitativo delle con-

dizioni di alloggio nondeve essere rapportato achi magari è abituato acondizioni abitative preca-rie, ma al cittadino medio,senza distinzione di condi-zione o di razza”.Gli imputati sono statiquindi vittima di “offeseingiuste”, alle quali hannoopposto una “legittimadifesa”. Senza alcuna spro-porzione, anzi: “il confron-to tra i beni giuridici inconflitto – si legge nellasentenza - è pacificamentea favore dei beni difesi

(dignità umana e libertà personale),rispetto a quelli, offesi, del prestigio,efficienza e patrimonio materialedella pubblica amministrazione”.

Askavusa Il 12 gennaio attorno alle 18 un gruppo di migranti veniva portatodalle forze dell’ordine all’interno del centro di Imbriacola, i migran-ti si trovavano di fronte alla piazza della chiesa come succede damesi. Alcuni migranti dicono che l’atteggiamento all’interno del centro ècambiato da alcuni giorni, non vengono consegnate le schede telefo-niche, viene impedito di pregare, dall’oggi al domani si impedisceloro di uscire dal centro e non sono stati consegnati loro i ticket perla mensa del centro. Al canale d’informazione on line LiberaEspressione è stato impedito di filmare quanto accadeva, ed è statofatto cancellare il materiale fino a quel momento filmato, nonostan-te l’operazione fosse in una piazza pubblica e non presentava appa-renti motivi di segretezza militare.Si sceglie ancora una volta una strategia che non comprendiamo,invece di regolamentare le entrate e le uscite di queste persone, cheda più di un mese escono ed entrano dal centro, si sceglie di vietarela libertà di circolazione in maniera brusca.Invece di trasferirli in altre zone d’Italia e garantire loro i diritti dicui dovrebbero godere, si sceglie di incarcerarli e ridurre i loro dirit-ti.Inoltre, ma sono notizie da accertare, si dice che sono stati stanziatisette milioni euro per l’ampliamento del centro di Imbriacola e perla destinazione a centro per migranti, alla ex baseLoran.Ci opponiamo assolutamente ad altri luoghidi detenzione sull’isola di Lampedusa ein ogni luogo, non vogliamo carceri eribadiamo che Lampedusa può esse-re un luogo di passaggio per imigranti, questa regola vienecostantemente violata, da tutti igoverni di tutte le posizioni politi-che e fa in modo che Lampedusadiventi ciclicamente teatro di sof-ferenze e ingiustizie per i migrantie per la popolazione locale.— Ass. Culturale Askavusasede amministrativaVia G.Verga 1Lampedusa e Linosa (Ag)sede legale - Via Terranova 42

PAGINA 13 mIGRANTI

medici per i Diritti Umani (mEDU), Naga e Cittadinidel mondo, associazioni che prestano assistenza socio-sanitaria ai migranti forzati (richiedenti asilo, rifugiati eprofughi in transito verso altri paesi europei) in condizionidi precarietà a Roma, Milano e Firenze, esprimono  profon-da preoccupazione per l’imminente chiusura - tra due set-timane - delle strutture di accoglienza approntate nell’am-bito dell’Emergenza Nord Africa, che ospitano a tutt’oggioltre 17.500 profughi. Il rischio concreto è che, a parti-re dal primo gennaio, la maggior parte di questepersone, si ritrovi sulla strada senza aver potutoaccedere ad un reale percorso di integrazione.Il 31 dicembre è terminato infatti lo stato di emergenzadichiarato il 12 febbraio 2011 in seguito all’afflusso di cit-tadini in fuga dai rivolgimenti politici verificatisi nei Paesidel Nord Africa. La maggior parte dei profughi ospitatinelle strutture di accoglienza distribuite in tutte le Regioniitaliane (alberghi, centri della rete associativa, strutturecomunali, appartamenti, caserme ecc) si sono trovati

senza dimora e faranno inevitabilmente riferimentosoprattutto ai Comuni delle grandi aree metro-

politane, già in difficoltà nel gestire l’acco-glienza ordinaria dei rifugiati.

Sono infatti ormai ben conosciute  lerilevanti carenze del sistema di

accoglienza dei richiedenti asiloe rifugiati del nostro Paese trale quali la cronica insufficien-za dei posti di accoglienza e laframmentazione del sistemacomplessivo in differentisotto-sistemi – CARA (Centri

di accoglienza per RichiedentiAsilo), CDA (Centri di accoglien-

za), SPRAR (Sistema di protezio-ne per richiedenti asilo e rifugiati),

centri degli enti locali e ora appuntoPiano straordinario della Protezione Civile

-  che si differenziano tra loro per la rilevante

disomogeneità dei costi e dei servizi offerti e la persisten-te difficoltà a pianificare in modo adeguato i flussi dirichiedenti asilo. Tale situazione ha portato alla nascita di circuiti informalidi accoglienza (tendopoli, baraccopoli, edifici abbandona-ti, stazioni ferroviarie), soprattutto nelle grandi areemetropolitane, che, per le loro stesse caratteristiche diestrema precarietà, non possono che rappresentare dellesoluzioni mancate caratterizzate da fenomeni di ghettizza-zione e cronica marginalità.  E proprio in queste aree, pres-so le quali i medici e volontari di MEDU, Naga e Cittadinidel Mondo operano, i profughi che usciranno dall’acco-glienza il 31 dicembre 2012 potrebbero trovare “rifugio”.medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini delmondo rivolgono quindi un appello al ministerodell’Interno affinché, a partire dal primo gennaio2013,  le migliaia di profughi dell’Emergenza NordAfrica non vengano abbandonati a se stessi e affin-ché vengano loro assicurate la necessaria protezio-ne e gli opportuni percorsi di integrazione. Nel ricordare che l’Italia ospita un numero di rifugiati, sia intermini assoluti  che relativi,  ancora ben inferiore rispettoai principali paesi europei, Medici per i Diritti Umani, Nagae Cittadini del Mondo chiedono che venga affrontata l’in-tollerabile condizione di precarietà ed emarginazione incui vengono lasciati migliaia di profughi, richiedenti asilo erifugiati nel nostro Paese, in particolare nelle grandi areemetropolitane. In una prospettiva di civiltà e di rispetto dei diritti fonda-mentali della persona che il nostro Paese ha il dovere diassicurare,  Medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini delMondo  ritengono ineludibili e prioritari il potenziamentoe la razionalizzazione del sistema di accoglienza per irichiedenti asilo e i rifugiati, sia dal punto di vista dellerisorse finanziare (il recente decreto del Viminale cheaumenta di 702 posti i posti a disposizione dello SPRAR èun passo positivo ma di certo non sufficiente) sia per quan-to riguarda la pianificazione  dei servizi  in un sistemaorganico e coerente.

NON MANDIAMOLI SULLA STRADA!Con la chiusura dell’emergenza Nord Africa,

rischiano di aggravarsi le condizioni di precarietà di migliaia di migranti forzati in Italia

Appello delle associazioni Medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini del Mondo

Annamaria Rivera

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Incenerimento mascheratoOggi, dopo due anni di lotte il Tar Toscana ha accolto tutti e tre i ricorsi con-

tro l’impianto di incenerimento di rifiuti della Waste Recycling aCastelfranco di Sotto, annullando così l’autorizzazione che era stata rila-

sciata nel dicembre dell’anno scorso dal Servizio Ambiente dellaProvincia di Pisa.

I Pirogassificatori rappresentano la nuova frontiera dell’incene-rimento mascherato. Si tratta comunque di sistemi per distrug-gere i rifiuti ed ottenere energia. “Il trucco” questa volta sta chenel fatto che il pirogassificatore tratta rifiuti industriali e, inquesto modo sfugge al piano regionale che limita il numero

degli impianti di trattamento. Altra particolarità di questo ince-neritore mascherato è quella di poter fare a meno anche della

Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) perchè presentato comepiano di ristrutturazione produttiva ed energetica. La scelta “innova-

tiva” di questi piccoli inceneritori aziendali sta nel fatto che si eliminaqualsiasi operazione di separazione e trattamento dei rifiuti per valorizzarli

producendo energia e quindi profitti.Indipendentemente dai motivi giuridici, che saranno ulteriormente valutati, con l’occasio-

ne vogliamo ringraziare chiunque si sia impegnato in questa lotta contro i poteri forti regionali. Poteri chehanno sostenuto falsamente e cinicamente come tali impianti “non producano rifiuti tossici”. La tempera-tura normale minima per la pirolisi è di 800°C, temperatura alla quale vengono prodotte ancora polveri sot-tili, le famose PM2.5 e PM10. La temperatura massima raggiungibile dall’impianto, 1600°C, richiederebbeun’enorme quantità di spesa energetica iniziale, per raggiungere la temperatura stessa. Inoltre, è proprioaumentando la temperatura di combustione che diminuisce la grandezza delle polveri prodotte. In partico-lare, alla temperatura massima un inceneritore emette grandi quantità di metalli pesanti in forma moleco-lare. È noto che gli unici filtri per questo tipo di particelle sono le matrici biologiche, ossia i nostri polmonie le foglie. La forte mobilitazione di questi due anni ha obbligato le amministrazioni locali a “cambiare rotta” spingen-dole a condividere l’impugnazione al Tar.Invece, al Presidente Rossi gli vogliamorivolgere un invito ad un pubblico “meaculpa”. Forse sarà giunta l’ora delle scuse allapopolazione del Comprensorio del Cuoioed alle sue amministrazioni che ha trat-tato con tanta supponenza?

Giovanni Rubattu, Cobas Empoli - Valdelsa

CONFRONTO E PROGETTAZIONE Letizia SgalambroFOTOGRAFIA E TERRITORIO Massimo D’AmatoIMMAGINE E FORMAZIONE FotomorganaINCONTRO E NARRAZIONE Biancalisa Conti

CI SIAMO UNITI per azzerare le distanze reali sociali cultura-li generazionali e psicologiche che impediscono il fluire dellerelazioni fra persone provenienti da diversi background, percostruire ponti e permettere il dialogo tra le differenze.L’associazione nasce per sperimentare nuove modalità digestione dei rapporti e per intraprendere metodologie alter-native di produzione culturale.

VOGLIAMO raccontare storie individuali e collettive attraver-so pensieri e immagini, testimoniare la vita quotidiana, offri-re strumenti per sviluppare le capacità individuali, favorire lacomunicazione fra persone con culture o età diverse, mette-re la nostra esperienza a servizio di chi vuole imparare.

CI RICONOSCIAMO nei valori del Rispetto, dell’Uguaglianza,della Compassione.

Con questi intenti agiremo nel territorio e metteremo a

disposizione le nostre professionalità

Per costruire reti di associazioni, organizzare momenti diincontro e condivisione, promuovere iniziative di formazio-ne, realizzare ricerche storiche e lavori di documentazione;Per collaborare alle proposte di enti pubblici e associazioniche condividono il nostro percorso.

Balenghi si nasceE tu lo naqquesty, caro mio buon amico, buon anno, il pezzo inizia qui e non finirà mai, mio dolce fratello.A 38,8 gradi all'ombra scieriii, muoio per te? non credo, un grande vaffanculoa tutte le volte che non ci salutano, per tutte le volte che li incontreremo,anche se non vorrebbero,Noi della tribù dei Malvolsuti,Noi dalle bocche sdentate,Noi dalle dita livideNoi dall'enfisema facileNoi inopportuniNoi così poco spendibiliE troppo commerciatiNoi della banda randaNoi delle coperte rubate dall'ordine pubblicoNoi dalle costole rotte non importa più da chi, se son fasci sfasceranno, il prodotto non ci cambia le radiografie. Noi che malsopportiamoLe brutture della falsa solidarietàNoi assolutamente fuori da qualsiasi ordine di priorità, anche perche non fu mai nemmeno presa in considerazione, anche perché se permetti se ne è viste talmente tante ... tra abusi e veri soprusiChe siamo proprio noi a salutare giusto per la gastrite, giusto per quel sano incazzo a guardarli nella mischiaMentre si spartiscono le ultime budelladi un vecchio transeunte potere di un paletot ormai consunto. Noi, caro mio salutiamo sempre, come si concerne alla schiatta dei coerenti, la minaccia di un ciao sarà costante, fa più danni di una bomba. Ti auguro davvero un buon anno vecchio uomo e mio buon amico.Noi, che rotoliamo in una fede così cieca che non ammette nessun tipodi correzione ottica, noi che ancora lottiamo contro un’ottusità che non ci appartiene.Noi, mio amato complice, per semprissimo, non ce la faranno mai.

Anna

SolitudineLa morte non è speranza

dove c’è l’idolatria c’è vittimismo dove c’è tristezza c’è amarezza

dove amarezza ....c’è dolore .questo è il mio pensiero.

Ma la ricchezzadi ogni ANIMA

risiede solo nella

Solitudine.

VOCI PAGINA 14

La deportazione è cominciatae, chissà quando, finirà...?

La deportazione è cominciata...il popolo dei senza niente,subisce un nuovo insulto.

Un traguardo della scuola dell'umiliazione.Trattati un'altra volta,

come nonsense.Un numero, un'anima come

carne, sulla quale,sperimentare farmaci.

E nuove tecnichepiù o meno aggiornate,

e al più possibiletali da indurre veramente a impazzire.

Cerchiamo di diminuire,la sofferenza, mi dicevo,

fra le lacrime.nessuno mi diceva niente.

Sempre un approfittare,della nostra mancanza di potere.

In positivo, c'era una certa garanziadella nostra privacy.

Alcune persone ai girasolierano da sempre vissute in queste strutture

ed era la prima volta che potevano averecure a livello di assistenza-

che poteva garantire lorolibertà e dignità

sebbene come ho detto in situazioni strane.

Intanto si erano formati,tutta una forma di legami sottobosco,

nei dintorni della struttura.Legami perduti per strada.

Un ultimo riferimento al modo,alla velocità con cui è stato attuato

questo trasloco, in tre giorni e non ancora terminato.

La deportazione è cominciata, e chissàquando, finirà...?

Sisina (deportata da I Girasoli di S. Salvi)

Tornare bambinoTornare bambino; è molto difficile o forse impossibile.

Perché non riesci a capirti con facilità, ma anche perché hai più sofferto che gioito.

Perché gli altri non sanno capirti con facilità.Perché gli altri non sanno capirti

quando sei sincero e vuoi loro del bene.Non sanno il gioire del tuo tornare bambino;

non sanno vedere il bello di questo.Tornare bambino: meno inibizione,

cocciutaggine e voglia di capire come si muovono le cose del mondo e perché.

Tornare bambino: rompere le palle agli altri.Chiedendo ciò che ti interessa.

Enzo Casale

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Siamo tutti concordi nel constatare che questo è unperiodo storico, sociale ed economico particolarmen-te difficile. E non solo difficile, ma anche confuso. Èuno sbandamento generale anche ideologico, e que-sta situazione fa certamente il gioco del potere. Anzi,è indotto deliberatamente.

E’ evidente che le vecchie categorie e divisioni politi-che a cui siamo abituati a fare riferimento non sonopiù credibili, ma ci è difficile destrutturare modi dipensare con i quali ci siamo identificati per decenni.

Alcuni di noi sono diventati qualunquisti, non capen-doci più niente in questo caos e in questa generalecorruzione e ingiustizia; altri continuano a ripetereslogan antiquati, non riuscendo a trovare alternativevalide, altri ancora fanno quello che possono a livel-lo del loro cerchio di vita quotidiana e nelle scelte ditutti i giorni.

Con una crisi così profonda, il cambiamento richiestoè altrettanto profondo.

Forse va rivista anche la gerarchia del potere reale edi chi lo detiene, al di là di quello che abbiamo cre-duto finora.

Forse le cose stavano diversamente da come ci èstato raccontato.

È un pezzo che cerco di capire come mai nella storiavanno avanti da sempre le parti peggiori, pur esi-stendo molti esseri umani consapevoli e sinceramen-te desiderosi di vivere in un mondo migliore e piùgiusto.

Sono anni che mi informo, chiedo, leggo. E’ solo ulti-mamente però, guarda caso in concomitanza conl’accelerarsi del degrado, che circolano ampiamenteinformazioni prima riservate a pochi eletti, ancheperché facilmentemettibili in dubbiodalle nostre mentioccidentali e pocoaperte.

Sempre di più circo-lano informazionidettagliate su comeil pianeta intero siaobiettivo di gran-diose manovre dipotere che vannoavanti fin dall’anti-chità. Un po’ comein certi film di fan-tascienza, che tantofantascienza evi-dentemente nonsono.

Non a caso la bramadi potere e il deliriodi dominare suglialtri non sono peculiarità esclusiva del mondo attua-le, ma hanno contraddistinto imperi, dittature, con-quiste in tutta la storia che ci viene propinata. Sì, per-ché questi sono gli esempi che deliberatamente civengono insegnati, come se essere una personagrande e realizzata significasse assoggettare,distruggere, possedere, violentare. Culture, tradizio-ni, ideologie diverse sono state distrutte, negate efatte scomparire nel nulla.

È ormai dall’antichità che il potere sta nelle mani dipersone che risultano da molti studi essere imparen-tate tra loro e fare parte di una stessa “razza”. Sono“altri” da noi esseri umani. È una cricca alla quale un

essere umano normale non ha accesso.

Vengono chiamati “rettiliani” (termine che derivadall’uso di una parte del cervello che presiede gliistinti più bassi).La loro storia ècomplessa erichiede un bricio-lo di fiducia ininformazioni ditipo diverse daquelle che siamoabituati a riceve-re.

Comunque, percapire meglio,tutti i grandi enoti organismi dipotere (grandipotenze, servizisegreti, banchei nte r n a z i o n a l i ,alta finanza,mafia e soprattut-to vaticano) sonostrettamente col-legati tra loro e leloro divergenze sono solo apparenti, e con questestudiate divisioni ci tengono scaltramente sotto (anoi meschini ci pare di essere d’accordo con la sini-stra, ad altri con la destra, qualcuno preferisce unpresidente, mentre altri preferiscono un altro. Piùfacce di una stessa medaglia). Ovviamente l’ONU èl’organizzazione preposta alla gestione operativa delpotere globale. In realtà tutte le guerre, i conflitti, lespartizioni delle ricchezze, la crisi economiche, le

inflazioni, la gestio-ne della salute edelle malattie, laricerca scientifica el’informazione sononelle mani dei gran-di potenti che mani-polano come burat-tini coloro che agi-scono in prima fila inquesti ambiti, e chea loro volta manipo-lano noi che glidiamo credito perchésono “autorevoli”.

Tutti questi settorivengono decisi alvertice all’unanimi-tà, compreso le falsedifferenze e i fintiantagonismi ideolo-gici.

Come vediamo quotidianamente nel nostro piccolo, ipolitici di diversi schieramenti si combattono in tele-visione, quasi si scannano, recitando un copione, epoi cenano allegramente insieme. Stessa cosa per laspartizione della torta più grande, le ricchezzedell’intero pianeta.

I personaggi che conosciamo noi sono solo pic-cole pedine, anche se a noi sembrano grandi.

È incredibile che l’uomo più ricco del mondonon sia un petroliere o un grande industriale,ma il “papa nero”, un signore cecoslovacco capodei gesuiti.

A un’analisi economica approfondita, ci sono tredicigrande famiglie che governano l’economia mondia-le, e se indaghiamo bene li ritroviamo sempre (da

secoli e secoli conle loro discenden-ze) implicati intutti i grossi movi-menti della storia.Visto che questo èsolo un piccoloarticolo che trattadi un argomentoforse nuovo permolti, rimando lalista dei nomi adaltra sede, maquando la si leggeci possiamo ricor-dare di diversinomi che conoscia-mo per qualchemotivo, daRockfeller a McDonald. Il bello èche proprio ieri hovisto alla televisio-

ne una pubblicità della Fondazione Mc Donald peraiutare i bambini (certo, dopo che li fanno ammalareloro....)

I membri di queste famiglie sono i grandi burattinai.Agiscono come piovre, hanno le mani dappertutto.Quasi tutti i potenti del mondo fanno parte dellamassoneria, la grande società del potere.

E’ gente che ha secolare esperienza di gestione delpotere occulto sulle masse.

Si divertono a farci credere che ci sia la democrazia,che possiamo scegliere, e leggere ecc ecc. Tutto unbluff. In realtà fanno sempre e comunque quello chevogliono.

Quello che sto scriven-do è giusto per avereuna visione alternativadel perché ci troviamonella situazione attua-le. Esistono già libri elibri con informazionidettagliate e prove deiloschi accordi, movi-menti e decisioni dellagrandi famiglie. Si puòrisalire alla loro originee conoscerne i nomi, seil presupposto inizialesembra convincente.Allora sì che viene lavoglia di saperne dipiù. Esempi interessanti di studi sull’argomento sonoi libri di David Icke, giornalista che a un certo puntodella sua vita ha deciso di indagare sulle connivenzee sulle complicità che stanno sotto alla politica mon-diale. Sono libri difficile da reggere, perché ci fanno

sentire veramente piccoli pesci dentro una granderete.

Ma ci danno anche da pensare sulla nostra forza edignità di esseri umani, la ricchezza più importanteche abbiamo.

Viene la voglia di svegliarsi, di non essere presi più ingiro, di non sottostare al senso di impotenza, frustra-zione e annichilimento che deliberatamente vienecreato da abili manipolatori.

Una volta ridotti a sentirci noi stessi delle nullità, alivello economico, sociale e anche individuale, di noisi può fare tutto, e siamo ancora più carne da macel-lo.

La consapevolezza di essere vittime di manovre dis-gustose anziché avvilirci potrebbe accomunarci edarci una forza nuova.

Ci aiuta certamente il diventare consapevoli cheniente è vero di quello che vogliono farci credere, cheil nostro valore di esseri umani è grande e non èmisurabile con i loro parametri e che perdersi in inu-tili differenze e guerre tra poveri fa solo il gioco delpotere.

Chissà che questo periodo di crisi possa rivelarsi posi-tivo perché stimola la consapevolezza e la crescitapersonale. Non ha senso urlare slogan politici e ripro-durre meccanismi di potere e di sopraffazione nellanostra vita quotidiana.

Siamo tutt’uno col pianeta, con la natura, con gli ani-mali, con gli altri esseri umani. Siamo un unico corpoche lavora insieme, nessuna parte deve essere tra-scurata o violentata. Il potere e il denaro non sono lanostra storia, anche se ce lo fanno credere.

Penso che come esseri umani potremmo ribellarci auna logica imposta dai nostri sopraffattori e non farcicontagiare. Cercare di non riprodurre la filosofia delsopruso e della manipolazione. Di contrastare la per-versa logica del “divide et impera”. Potremmo sce-gliere di non sottostare alla castrazione e all’infelici-

tà nelle quali voglio-no farci vivere.

Per questo credo chel’informazione dicome stanno vera-mente le cose ci puòessere di grandeaiuto. Questa è unaproposta di lavoroinsieme, potremmoscriverne ancora,parlarne insieme,comunicare, appro-fondire, quindi evi-tare di credere atutte le balle che ciraccontano e ci

hanno raccontato per potersi gradualmente impa-dronire di tutto annullando le nostre teste.

Questa non è vita!

Un abbraccio a tutti, Caterina

La lunga strada della vita

Una lunga strada percorsami volto indietro guardo rabbrividisco

di certo il più è fattoper nulla, mai vorrei rifarla

forse sono al centro o alla finedavanti vedo una via infinita

che mi inorridisceche mi mette angoscia

e solo la morte può tracciarela linea del traguardo.

Francesco Cirigliano

Nell’atrio della chiesa io con gli altri aspettavamo che il servizio parrocchiale

ci distribuisse un pranzo.

C’era un discreto freddo e il sole dell’estate si faceva vedere da lontano.

Come i rami degli alberi senza foglie ognuno viveva la sua situazione di solitudine

dove anche il paesaggio della piazza vicina non aveva più il colore dell’autunno.

Ardu Emilio, 9/1/2013

Otto gennaio a Borgunto

Alla tredicesima ora di oggi, a BorguntoLa nebbia si dissolveLa natura riappare

In tutta la sua magnificenzaIl sole illumina con calore

Nonostante la fredda stagioneUrano si dipinge d’azzurro

La figlia Ciprigna mi sorrideLa natura si manifesta

In tutta la sua divina bellezzaTogliendosi il misterioso Velo di Maya

Ciò che in politica non accade maiGiacché verrebbe manifesta

Solo la corruzione, la bruttezzaE si vela e si nasconde

Dietro il velo dell’ipocrisia

Francesco Cirigliano

PAGINA 15 VOCI

Risveglio

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A gennaio arriva in italia e viene presentato a Firenze il film ‘Trashed’, di JeremyIrons, che segna un altro passo importante verso la piena presa di coscienza sullanecessità di un cambio di rotta mondiale rispetto al modello consumistico e capita-listico sfrenato che ha generato ad oggi solo invivibilità, insostenibilità, disastriambientali e distruzione del pianeta. I rifiuti ne sono la dimostrazione più evidente e tangibile: collocati alla fine di unprocesso di consumo spinto lineare e non circolare, rappresentano oggi in questosistema viziato solo qualcosa di cui doversi sbarazzare in qualsiasi modo. E i gover-ni non vogliono capire che una via ecosostenibile circolare, alternativa alla distru-zione della materia, è l’unica che potrà salvare il pianeta.Questo film, da non perdere, è un contributo significativo che farà discutere molto e,c’è da giurarci, sarà osteggiato e boicottato dai circuiti cinematografici nazionalilegati alle grandi lobbies.Il film sarà presentato in prima assoluta in Italia il giorno 23 gennaio 2013 a Firenzepresso il cinema Odeon in piazza Strozzi alle ore 20,30. Presenterà DomenicaGuarino con il Prof. Paul Connett, promotore nel mondo della strategia Rifiuti Zeroe Rossano Ercolini co-coordinatore di Zero Waste Italy.

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Se l’Italia fosse realmente una repubblica fondata sul lavoro moltiproblemi del paese sarebbero risolti. Chi lavora e lo riesce a farecon dignità sente il peso diretto delle responsabilità legate alle sueazioni. Questa è una delle lezioni di Viareggio, dove i ferrovieri e ifamiliari delle vittime si ritrovano uniti nel sostenere una battagliache cerca verità e giustizia. Di questo parla lo spettacolo “Non c’èmai silenzio”, andato in scena a Firenze come prima nazionale, alTeatro Puccini, l’8 gennaio, grazie anche a Libera e all’ARCI. Lo sguardo del pubblico accoglie una scenografia essenziale, dovedue figure si muovono con gesti semplici e lineari, come se per un’o-ra e mezzo si stesse assistendo allo scorrere di una scena di vitareale, fluida e priva di interruzioni. Dall’ottima interpretazione diElisabetta Salvatori ci si lascia trasportare in un insieme di colori,odori e suoni (realizzati anche dalle non invadenti esecuzioni diMatteo Ceramelli): il tutto a trasmettere il senso di una strage chedoveva essere evitata. Il coinvolgimento del pubblico sta nella naturalità di una strada cheviene descritta attraverso i ritratti di chi morirà in quella notte del29 giugno 2009, quando un “treno bomba”, squarciato, causeràun’esplosione che si trascinerà dietro la vita racchiusa in viaPonchielli. Non si rompe l’intimità delle famiglie e degli amici colpiti dal lutto.Non si indaga sulla vita dei singoli. Non si fanno distinzione tra ita-liani nati nella penisola e italiani che sono arrivati a vivere nelpaese. Si dipinge quello che era e adesso non c’è, provando a lasciare daparte il dolore e l’angoscia, dimostrando l’importanza della vita equindi di ciò che riempie il silenzio, perché dove c’è silenzio c’èmorte e dove c’è morte non c’è ricordo o memoria.I gesti di chi animava via Ponchielli sono parti di una composizionemusicale che tra testo recitato e canzoni reinterpretate, ancheattraverso le parole di Guccini e Battiato, descrive una parte dellenote che sono state scritte sul pentagramma della città di Viareggio,la seconda in Italia (dopo Napoli), per canzoni dedicate alla propriastoria.La strage di Viareggio è direttamente legata alla parte peggiore diuna “povera patria” dove l’amministratore delegato delle Ferroviedello Stato, un tempo sindacalista, si impegna a licenziare un ferro-viere deciso a far emergere la verità su un pluriomicidio che nonpuò essere ridotto ad incidente. Il marcio di un paese che ha vissu-to il fascismo come pagina autobiografica da cui con difficoltà siriscatta quella parte migliore che, prima sulle montagne, oggi neipiccoli e grandi gesti di resistenza, si mostra unita nella voglia dicostruire rapporti di solidarietà, attraverso la ricerca di una veritàda conquistare.Uno spettacolo a cui occorre essere presenti, per ascoltare, sentire,capire, quello che è stato, che non deve essere dimenticato e chepotrebbe ancora essere. Perché la velocità di 100 chilometri orari acui viaggiava il treno merci quel 29 giugno è stata limitata solo per

la stazione diViareggio, una cittàdove però si è decisodi non abbattersi, nonchiudersi nel dolorema riempire con lamemoria il silenzioche vorrebbe essereimposto da una societàsempre più in crisi, dacui occorre riscattarsi,giorno dopo giorno.I prossimi spettacoli:17 gennaio a Lucca, 26gennaio a Casalguidi(PT), a marzo alFestival Crucifixus aBrescia, il 27 gennaiogiorno della memoria.Il 22 gennaio si terràl'udienza di RiccardoAntonini.

SPETTACOLI PAGINA 16

Strage di Viareggio: nessun silenzio

VOGLIAMO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE CI SOSTENGONO QUOTIDIANA-MENTE, OGNUNO A MODO SUO: LE TIPOGRAFIE NUOVA CESAT E IDEALPRESS,LE TANTE PERSONE CHE HANNO DECISO DI COMPRARE I REGALI DI NATALENELLA BOTTEGA DI FUORI BINARIO E QUELLE CHE CONTINUAMENTE CI POR-TANO CIò DI CUI HANNO BISOGNO LE PERSONE CHE VIVONO IN STRADA.

BUON 2013

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