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Funzione derivabile. La derivata.
Dati:
If−→ R funzione; I ⊂ R intervallo aperto ; x0 ∈ I .
Definizione (Derivata come limite del rapporto incrementale)
Se esiste finito (cioe, non +∞ o −∞) il limite del rapportoincrementale
limx→x0
f (x)− f (x0)
x − x0
(limh→0
f (x0 + h)− f (x0)
h
)f si dice derivabile in x0 e tale limite si chama la derivata di f nelpunto x0.
Alcune notazioni per la derivata
f ′(x0)df
dx(x0) (Leibniz) Df (x0) f (x0) (Newton)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 1/45
Il differenziale.
Definizione (Funzione lineare)
R T−→ R si dice lineare se T (h) = L · h, (L ∈ R fissato).
Definizione (Il differenziale)
Supponiamo f derivabile in x0. Si chiama differenziale di f in x0, esi denota dfx0 , la funzione lineare
Rdfx0−→ R h 7−→ dfx0(h) = f ′(x0) · h (1)
Esempio
f (x) = x2; x0 = 1; f ′(x0) = 2x0 = 2; dfx0 : h→ 2h.
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 2/45
Differenziabile equivale a derivabile
Teorema (Proprieta di differenziabilita)
1 Se f e derivabile in x0, allora si puo scrivere:
f (x0 + h) = f (x0) + f ′(x0) · h + o(h) per h→ 0 (2)
2 Se esiste una funzione lineare R −→ R, h→ L · h tale che
f (x0 + h) = f (x0) + L · h + o(h) per h→ 0 (3)
allora f e derivabile in x0 e L = f ′(x0).
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 3/45
Dimostrazione
Implicazione (1):
limh→0
f (x0 + h)− f (x0)− f ′(x0) h
h=
limh→0
[f (x0 + h)− f (x0)
h− f ′(x0)
]= f ′(x0)− f ′(x0)
= 0
Implicazione (2):
limh→0
f (x0 + h)− f (x0)
h= lim
h→0
[L +
o(h)
h
]= L + lim
h→0
o(h)
h= L
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 4/45
Interpretazione geometrica del differenziale.
dfx0(h)(= f ′(x0) · h) e la variazione dell’ordinata, corrispondenteall’incremento h dell’ascissa, letta sulla retta tangente (anziche sulgrafico).
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Teoremi sulle derivate (1)
Teorema (Derivabilita implica continuita)
Se f e derivabile in x0, allora e continua in x0.
Dimostrazione
limx→x0
[f (x)− f (x0)] = limx→x0
[f (x)− f (x0)
x − x0(x − x0)
]= f ′(x0) · 0 = 0
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Funzioni derivabili e non derivabili
Derivabile: esistono le rette tangenti
f ′−(x0) 6= f ′+(x0)
Continua non derivabile
Non continua (Salto)f (x) = x sin
1
x, f (0) = 0
Continua non derivabile
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Formule di derivazione (1)
Teorema (Somma, prodotto, quoziente)
Se f , g sono derivabili in x, allora:
1 f + g e derivabile in x, e
(f + g)′(x) = f ′(x) + g ′(x)
2 f · g e derivabile in x, e vale la Regola di Leibniz:
(f · g)′(x) = f ′(x)g(x) + f (x)g ′(x)
3 (Derivata del quoziente) Se g(x) 6= 0, allora il rapporto f /g ederivabile in x e si ha:(
f
g
)′(x) =
f ′(x)g(x)− f (x)g ′(x)[g(x)
]2Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 8/45
Derivata della funzione composta e della funzione inversa
Teorema (Derivata della funzione composta. “Chain Rule”)
Se e definita la funzione composta g ◦ f , f e derivabile in x0 e g ederivabile in y0 = f (x0), allora g ◦ f e derivabile in x0 e si ha
(g ◦ f )′(x0) = g ′(y0) · f ′(x0)
Teorema (Derivata della funzione inversa)
Sia f una funzione reale definita su un intervallo I e invertibile.Supponiamo f derivabile in un punto x0 ∈ I e f ′(x0) 6= 0. Allora lafunzione inversa f −1 e derivabile nel punto y0 = f (x0) e si ha
(f −1)′(y0) =1
f ′(x0)(4)
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Alcune derivate importanti (Da dimostrare)
1 Dxα = αxα−1
2 Dex = ex
3 D ln x =1
x4 D sin x = cos x
5 D cos x = − sin x
6 D tan x =1
cos2 x
7 D arctan x =1
1 + x2
8 D sinh x = cosh x
9 D cosh x = sinh x
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Punti di massimo o minimo locale per una funzione
Definizione
Sia Df−→ R una funzione definita su un sottoinsieme D ⊂ R.
1 Un punto x0 ∈ D e punto di massimo locale per f , e il valoref (x0) si chiama un massimo locale per f , se esiste un intornoI di x0 tale che per ogni x ∈ I ∩ D si abbia
f (x0) ≥ f (x) (5)
2 Un punto x0 in D e un punto di minimo locale per f , e ilvalore f (x0) si chiama un minimo locale per f , se esiste unintorno I di x0 tale che per ogni x ∈ I ∩ D si abbia
f (x0) ≤ f (x) (6)
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Teorema d Fermat
Definizione
Un punto x0, appartenente a un insieme D ⊂ R, si dice interno aD se esiste un intorno I (x0; r) = (x0 − r , x0 + r), di raggio r > 0,incluso in D:
I (x0; r) ⊂ D
Teorema (Fermat)
Sia Df−→ R una funzione a valori reali definita su un insieme
D ⊂ R. Supponiamo che:
1 x0 sia un punto di massimo (o di minimo) locale per f ;
2 x0 sia interno a D;
3 f sia derivabile in x0.
Allora x0 e un punto stazionario di f , cioe f ′(x0) = 0.
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Dimostrazione del T. di Fermat
Sia x0 un punto di massimo locale per f . Esiste un intornosufficientemente piccolo I di x0 con le due proprieta seguenti:I ⊂ D (perche x0 e interno a D) e
∀x ∈ I f (x)− f (x0) ≤ 0 (7)
(perche x0 e punto di massimo locale). Per ogni x ∈ I , x 6= x0, siha allora
f (x)− f (x0)
x − x0≤ 0 (8)
se x > x0 ef (x)− f (x0)
x − x0≥ 0 (9)
se x < x0. Passando al limite per x che tende a x0, si ricavarispettivamente f ′(x0) ≤ 0 e f ′(x0) ≥ 0. Di conseguenzaf ′(x0) = 0. �
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Teorema di Rolle
Teorema (Rolle, 1690)
Sia [a, b]f−→ R una funzione continua sull’intervallo compatto
[a, b] e derivabile sull’intervallo aperto (a, b). Supponiamo
f (a) = f (b) (10)
Allora esiste (almeno) un punto γ ∈ (a, b) in cui la derivata di f siannulla:
f ′(γ) = 0 (11)
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Dimostrazione del T. di Rolle
Per il teorema di Weierstrass la funzione f , continua sul compatto[a, b], assume il suo valore massimo M e il suo valore minimo m.Questo significa che esiste (almeno) un punto xM ∈ [a, b] ed esiste(almeno) un punto xm ∈ [a, b] tali che f (xM) = M e f (xm) = m.Sono possibili due casi.
1 Sia xM che xm cadono negli estremi di [a, b]. In tale caso, perl’ipotesi f (a) = f (b), si ha M = m. Ma allora f e costante, equindi f ′(x) = 0 in ogni punto x di (a, b).
2 Almeno uno dei due punti xm, xM e interno ad [a, b]. Allora,per il teorema di Fermat, in un tale punto la derivata siannulla .
Dunque, in ogni caso esiste (almeno) un punto γ nell’intervalloaperto (a, b) in cui la derivata si annulla. �
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Teorema del Valore Medio (di Lagrange)
Teorema (del Valore Medio, o di Lagrange)
Sia [a, b]f−→ R una funzione continua sull’intervallo compatto
[a, b] e derivabile sull’intervallo aperto (a, b). Allora esiste unpunto γ ∈ (a, b) per il quale si ha
f (b)− f (a) = f ′(γ)(b − a) (12)
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Dimostrazione del T. di Lagrange
Si consideri la funzione
g(x) = f (x)− f (a)− f (b)− f (a)
b − a(x − a) (13)
definita sull’intervallo [a, b]. Tale funzione soddisfa le ipotesi delteorema di Rolle. Dunque, esiste un punto γ in (a, b) in cuig ′(γ) = 0. La derivata di g(x) e
g ′(x) = f ′(x)− f (b)− f (a)
b − a
Quindi si ha
0 = g ′(γ) = f ′(γ)− f (b)− f (a)
b − a
che e la tesi. �
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Funzioni con derivata nulla su un intervallo
Teorema
Una funzione definita su un intervallo aperto I = (a, b) e conderivata nulla in ogni punto di tale intervallo e costante.
Dimostrazione
Prendiamo due punti x1, x2 in (a, b). Per il teorema di Lagrange,esiste un punto c , compreso tra x1 e x2, per il quale si ha:
f (x2)− f (x1) = f ′(c)(x2 − x1) = 0 · (x2 − x1) = 0
Ne segue f (x1) = f (x2). Quindi f e costante. �
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Funzioni con derivate uguali su un intervallo
Teorema
Siano f e g due funzioni reali, definite su un intervallo apertoI = (a, b), con uguale derivata in ogni punto di I = (a, b):
∀x ∈ I f ′(x) = g ′(x) (14)
Allora f e g differiscono per una costante.
Dimostrazione
Applicare il Teorema precedente alla funzione ϕ(x) = f (x)− g(x).
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Funzioni monotone
Definizione
Una funzione Df−→ R e crescente (o non decrescente) su D
(sottoinsieme qualunque di R, non necessariamente un intervallo),se, per ogni x1, x2 ∈ D,
x1 < x2 =⇒ f (x1) ≤ f (x2) (15)
Se per ogni x1, x2 ∈ D,
x1 < x2 =⇒ f (x1) < f (x2) (16)
diremo che f e strettamente crescente su D.In modo analogo si definiscono le funzioni decrescenti (o noncrescenti) e le funzioni strettamente decrescenti.
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Funzioni strettamente monotone
Teorema (Funzioni derivabili strettamente monotone)
Sia I un intervallo aperto e sia f una funzione reale derivabile su I .
1 Se f ′(x) > 0 in ogni punto x ∈ I , allora f e strettamentecrescente su I .
2 Se f ′(x) < 0 in ogni punto x ∈ I , allora f e strettamentedecrescente su I .
Dimostrazione. (Implicazione (1))
Siano x1, x2 due punti di I , con x1 < x2. Per il Teorema diLagrange esiste un punto c , compreso tra x1 e x2, per il quale
f (x1)− f (x2) = f ′(c)︸ ︷︷ ︸>0
(x1 − x2)︸ ︷︷ ︸<0
< 0
Dunque f e strettamente crescente su I . (La (2) e analoga). �Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 21/45
Funzioni derivabili monotone
Teorema
Sia I un intervallo aperto e sia f una funzione reale derivabile su I .Allora:f crescente su I ⇐⇒ f ′(x) ≥ 0 per ogni x ∈ I
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Dimostrazione: =⇒Fissiamo x0 ∈ I . Poiche, per ipotesi, f e crescente, il rapportoincrementale e sempre maggiore o uguale a zero. Quindi(Permanenza del Segno) il limite del rapporto incrementale,quando x tende a x0, resta maggiore o uguale a zero:
f ′(x0) = limx→x0
f (x)− f (x0)
x − x0≥ 0
Dimostrazione: ⇐=
Siano x1, x2 ∈ I , con x1 < x2. Per il Teorema di Lagrange, esisteun punto c , x1 < c < x2, tale che
f (x1)− f (x2) = f ′(c)︸ ︷︷ ︸≥0
(x1 − x2)︸ ︷︷ ︸<0
≤ 0
Dunque f e crescente in I . �
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Teorema di Cauchy
Teorema (di Cauchy)
Siano f e g due funzioni continue sull’intervallo compatto [a, b] ederivabili sull’intervallo aperto (a, b). Supponiamo g ′(x) 6= 0 perogni x in (a, b). Allora esiste (almeno) un punto γ ∈ (a, b) per ilquale
f (b)− f (a)
g(b)− g(a)=
f ′(γ)
g ′(γ)(17)
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Regole di de L’Hospital
Teorema (Joh. Bernoulli 1691, de L’Hospital 1696. Caso0
0.)
Siano f e g due funzioni continue sull’intervallo [x0, b] (x0 ∈ R) ederivabili in (x0, b). Supponiamo che valgano le seguenti ipotesi:
1 f (x0) = g(x0) = 0.
2 g ′(x) 6= 0 per ogni x ∈ (x0, b).
3 Esiste (finito o infinito) il limite limx→x+
0
f ′(x)
g ′(x)= L
Allora esiste anche il limite limx→x+
0
f (x)
g(x)ed e uguale al precedente:
limx→x+
0
f (x)
g(x)= L
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Dimostrazione di de L’Hospital
Caso L finito.
Applichiamo il teorema di Cauchy alla coppia di funzioni f ,gsull’intervallo [x0, x ]. Poiche f (x0) = g(x0) = 0, per il teorema diCauchy si ha
f (x)
g(x)=
f (x)− f (x0)
g(x)− g(x0)=
f ′(γ)
g ′(γ)
per un opportuno γ soddisfacente x0 < γ < x . Quando x tende ax0, il punto γ, compreso tra x e x0, deve tendere a x0. Quindi,poiche
f (x)
g(x)=
f ′(γ)
g ′(γ)
e limx→x+
0
f ′(x)
g ′(x)= L, anche il limite lim
x→x+0
f (x)
g(x)deve esistere, e deve
essere uguale a L. �
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Teorema (de L’Hospital, caso∞∞
. (Senza dimostrazione))
Siano f e g due funzioni continue sull’intervallo [x0, b] e derivabiliin (x0, b). Supponiamo che valgano le seguenti condizioni:
1 limx→x+
0
f (x) = limx→x+
0
g(x) = +∞
2 g ′(x) 6= 0 per ogni x ∈ (x0, b).
3 Esiste (finito o infinito) il limite
limx→x+
0
f ′(x)
g ′(x)= L (18)
Allora esiste anche il limite limx→x+
0
f (x)
g(x)ed e uguale al precedente:
limx→x+
0
f (x)
g(x)= L (19)
(Non facciamo la dimostrazione).Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 27/45
Altri casi di de L’Hospital
Infine, le regole di de L’Hospital valgono anche per le forme di
indeterminazione0
0o∞∞
quando x tende a +∞ o −∞.
L’enunciato e sempre dello stesso tipo: se esiste il limite
limx→+∞
f ′(x)
g ′(x)= L
(finito o infinito) allora esiste anche il limite limx→+∞
f (x)
g(x)ed e
uguale al precedente:
limx→+∞
f (x)
g(x)= L
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I polinomi di Taylor
Teorema (Polinomio di Taylor)
Sia f una funzione derivabile n volte in un punto x0. Allora esisteun polinomio Pn(x), e uno soltanto, di grado minore o uguale a n,che ha in comune con f , nel punto x0, tutte le prime n derivate,cioe che soddisfa le n + 1 condizioni:
Pn(x0) = f (x0), P ′n(x0) = f ′(x0), ......,P(n)n (x0) = f (n)(x0)
Tale polinomio, detto polinomio di Taylor di ordine n di f , centratoin x0, e dato da:
Pn(x) = f (x0) + f ′(x0)(x − x0) + · · ·+ f (n)(x0)
n!(x − x0)n
Problema fondamentale: Il resto = f (x)− Pn(x) =?
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 29/45
Studio locale (vicino a un punto x0): Formula di Taylorcon il resto di Peano
Teorema (Formula di Taylor locale, con il resto di Peano)
Sia f una funzione di classe Cn su un intervallo aperto I dell’assereale. Fissiamo un punto x0 in I . Allora vale la Formula di Taylor:
f (x) = f (x0)+f ′(x0)(x−x0)+· · ·+ 1
n!f (n)(x0)(x−x0)n+o((x−x0)n)
In particolare, se x0 = 0, si ha la Formula (detta di Maclaurin):
f (x) = f (0) + f ′(0)x + · · ·+ 1
n!f (n)(0)xn + o(xn)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 30/45
Dimostrazione della Formula di Taylor con il resto di Peano
(Caso n = 2.)
Usando due volte di seguito il teorema di L’Hospital, abbiamo
limx→x0
f (x)− f (x0)− f ′(x0)(x − x0)− 12! f
′′(x0)(x − x0)2
(x − x0)2=
limx→x0
f ′(x)− f ′(x0)− f′′
(x0)(x − x0)
2(x − x0)=
limx→x0
f ′′(x)− f ′′(x0)
2= 0
Poiche l’ultimo limite (giustificato dalla continuita di f ′′ in x0)esiste e vale 0, per il teorema di de L’Hospital anche il limiteiniziale esiste e vale 0, come volevamo dimostrare.
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 31/45
Alcuni importanti sviluppi locali di Taylor (resto di Peano)
exp x = 1 + x +x2
2!+
x3
3!+ · · ·+ xn
n!+ o(xn)
cos x = 1− x2
2!+
x4
4!− x6
6!+ · · ·+ (−1)n
x2n
(2n)!+ o(x2n+1)
sin x = x − x3
3!+
x5
5!− x7
7!· · ·+ (−1)n
x2n+1
(2n + 1)!+ o(x2n+2)
ln(1 + x) = x − x2
2+
x3
3− x4
4· · ·+ (−1)n+1 xn
n+ o(xn)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 32/45
Altri sviluppi locali: Il binomio di Newton
Per ogni α ∈ R:
(1 + x)α =n∑
k=0
(α
k
)xk + o(xn)
= 1 + αx +α(α− 1)
2!x2 + · · ·
+α(α− 1) · · ·+ (α− n + 1)
n!xn + o(xn)
1
1 + x= 1− x + x2 − x3 + · · ·+ (−1)nxn + o(xn)
1
1− x= 1 + x + x2 + x3 + · · ·+ xn + o(xn)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 33/45
Altri sviluppi locali. (Taylor, resto di Peano)
arctan x = x − x3
3+
x5
5− x7
7+ o(x8)
tan x = x +1
3x3 +
2
15x5 + o(x6)
(L’espressione generale per i coefficienti e difficile.)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 34/45
Studio (“globale”) su un intervallo: Formula di Taylor conil resto di Lagrange
Teorema (Formula di Taylor con il resto di Lagrange)
Sia f una funzione derivabile n + 1 volte su un intervallo aperto Idell’asse reale. Fissiamo un punto x0 in I . Allora, per ogni altropunto x ∈ I esiste un punto c, compreso tra x0 e x, per il qualevale:
f (x) = f (x0) + f ′(x0)(x − x0) +f ′′(x0)
2!(x − x0)2 + · · ·+
· · ·+ f (n)
n!(x0)(x − x0)n +
f (n+1)(c)
(n + 1)!(x − x0)n+1
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Un’applicazione importante: stima dell’errore
Problema
Nell’intervallo [0, π/4], approssimiamo sin x con il polinomio diTaylor
P3(x) = x − x3
3!
Dare una stima dell’errore che si compie.
Soluzione
sin x = x − x3
3!+
cos c
5!x5
L’errore che si compie e dunque∣∣∣cos c
5!x5∣∣∣ ≤ (π/4)5
5!' 0, 0024
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La serie esponenziale
(Taylor, resto di Lagrange). Per ogni fissato x ∈ R e per ognin ∈ N, esiste un numero c , compreso tra 0 e x , tale che
ex = 1 + x +x2
2!+
x3
3!+ · · ·+ xn−1
(n − 1)!+
xn
n!ec (20)
Per ogni x fissato, per n→ +∞, il resto tende a zero:
xn
n!ec → 0
Abbiamo allora lo sviluppo di ex (serie esponenziale):
ex =+∞∑n=0
xn
n!= 1 + x +
x2
2!+
x3
3!+ · · ·+ xn
n!+ · · · (21)
valido per ogni x ∈ R.
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Dimostrazione: Il resto Rn =xn
n!ec tende a 0
Dimostrazione (non richiesta)
Dimostriamo che, per ogni x ∈ R, il restoxn
n!ec tende a 0. La
successionexn
n!(x ∈ R fissato) tende a 0. (Fatto gia dimostrato).
Sia nel caso x < c < 0 che nel caso 0 < c < x , vale | c |<| x | equindi
ec ≤ e |c| < e |x |
Dunque, posto K = e |x |, vale sempre la disuguaglianza ec < K .Dunque
0 <xn
n!ec <
xn
n!K
Siccomexn
n!K → 0, anche
xn
n!ec → 0 (per n→ +∞) per il criterio
del confronto. �
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 38/45
Altri sviluppi in serie di potenze
sin x = x − x3
3!+
x5
5!− x7
7!+ · · · x ∈ R
cos x = 1− x2
2!+
x4
4!− x6
6!+ · · · x ∈ R
(1 + x)α =+∞∑n=0
(α
n
)xn − 1 < x < 1
1
1− x= 1 + x + x2 + x3 + · · ·+ xn + · · · − 1 < x < 1
1
1 + x2= 1− x2 + x4 − x6 + · · · − 1 < x < 1
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 39/45
Funzioni convesse
Definizione
Una funzione f definita su un intervallo aperto I si dice convessa,se per ogni x1, x2 ∈ I il segmento di estremi M = (x1, f (x1)) eN = (x2, f (x2)) sta al di sopra del grafico di f .
0
MN
In modo equivalente, se per ogni x1, x2 ∈ I e per 0 ≤ t ≤ 1 si ha:
f ((1− t)x1 + tx2) ≤ (1− t)f (x1) + tf (x2) (22)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 40/45
Funzioni concave
Definizione
Una funzione f definita su un intervallo aperto I si dice concava,se (−f ) e convessa, cioe se per ogni x1, x2 ∈ I il segmento diestremi M = (x1, f (x1)) e N = (x2, f (x2)) sta al di sotto delgrafico di f .
0
MN
In modo equivalente, se per ogni x1, x2 ∈ I e per 0 ≤ t ≤ 1 si ha:
f ((1− t)x1 + tx2) ≥ (1− t)f (x1) + tf (x2) (23)
Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Derivate 41/45
Funzioni convesse derivabili
Teorema
Condizione necessaria e sufficiente perche una funzione f ,derivabile in tutto un intervallo [a, b], sia convessa e che la rettatangente al grafico in un suo qualsiasi punto stia tutta al di sottodel grafico.
(La dimostrazione e semplice, ma non la riportiamo).
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Interpretazione del segno della derivata seconda
Teorema
Supponiamo che f sia derivabile due volte su un intervallo apertoI . Se per ogni x ∈ I si ha f ′′(x) ≥ 0, allora f e convessa.
Dimostrazione
Siano x0, x ∈ I . Per la formula di Taylor centrata in x0, esiste c ,compreso tra x e x0, per il quale vale:
f (x)︸︷︷︸Ordinata sul grafico di f
= f (x0) + f ′(x0)(x − x0)︸ ︷︷ ︸Ordinata sulla retta tangente
+f ′′(c)
2(x − x0)2︸ ︷︷ ︸≥0
Abbiamo cosı dimostrato che il grafico di f sta tutto al di sopradella retta tangente nel punto (x0, f (x0)). �
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Punto di flesso
Definizione (Punto di flesso)
Sia If−→ R una funzione definita su un intervallo aperto I ⊂ R.
Un punto x0 si dice punto di flesso per f se e estremo comune didue intervalli, su uno dei quali la funzione e convessa, e sull’altroconcava.
Osservazione
Sia f una funzione due volte derivabile sull’intervallo aperto I e siax0 ∈ I . La condizione f ′′(x0) = 0 e necessaria perche x0 sia unpunto di flesso per f , ma non sufficiente. (Esempio: f (x) = x4).
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