Franco Bochicchio e Francesca Grassi © CO.IN.FO - Franco Bochicchio e Francesca Grassi CO.IN.FO....
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© CO.IN.FO - Franco Bochicchio e Francesca Grassi Franco Bochicchio e Francesca Grassi
CO.IN.FO.Consorzio Interuniversitario sulla Formazione
c/o Università degli Studi di Torino, Via Verdi, 8 – 10124 TORINOtel. 011.6702290/1 Fax 011.8140483 e-mail: [email protected]
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•Sensibilizzare i partecipanti sulle dinamiche della Comunicazione interpersonale e fornire gli strumenti della Comunicazione in pubblico.
La comunicazione: spontanea e/o intenzionale I presupposti della comunicazione La comunicazione verbale La comunicazione non verbale La progettazione della comunicazione in pubblico I supporti visivi alla comunicazione La gestione degli imprevisti La gestione degli interventi L’ascolto
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E
È la comunicazione che trae impulso dalla propria volontà. Deriva infatti dal latino SPONTE,
ovvero volontà, impulso. È dunque la modalità “istintiva” che utilizziamo
per entrare in contatto con gli altri.
È la comunicazione propriamente volta, tesa, diretta ad un preciso obiettivo.
Deriva infatti dal latino INTÈNDERE, composto da IN verso e TENDERE,
ovvero dirigere, volgere i sensi, l’animo, le cure, la mente ad un dato termine.
È dunque la modalità “guidata” che mettiamo in pratica per entrare in relazione con gli altri.
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IMPOSSIBILITÀ DELLAIMPOSSIBILITÀ DELLA
NON-COMUNICAZIONE NON-COMUNICAZIONE
Mi vorrà dire che è stanco?
La comunicazione spontanea esiste sempre, ha obiettivi impliciti
e dunque ampi margini di interpretazione.
La comunicazione intenzionale esiste solo in presenza di un obiettivo esplicito
e in assenza di spazi interpretativi.
.
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META-COMUNICAZIONE META-COMUNICAZIONE
Se contenuto e relazione sono coerenti, la comunicazione non presenta ostacoli.
Se non c’è coerenza tra ciò che viene detto e come viene detto, siamo portati a credere maggiormente
alla relazione (COME) che al contenuto (COSA).
La comunicazione intenzionale deve essere coerente.
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MODALITÀ COMUNICATIVEMODALITÀ COMUNICATIVE
Ti amo
Utilizziamo in modo privilegiato: la modalità verbale per comunicare contenuti,
la modalità non verbale per comunicare relazioni.
La comunicazione verbale è volontaria e sotto il nostro diretto controllo.
La comunicazione non verbale è spontanea e sfugge in buona parte al nostro controllo.
.
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EMPATIAEMPATIA
Ho ragione io!!
No, Io!No, Io!
No,Io!
L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”,e comprendere meglio il suo punto di vista.
Riconoscere unicamente il proprio punto di vistasignifica solo “comunicare se stessi”
e non comunicare con gli altri.
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CHIAREZZASequenzialitàEssenzialità
ADATTIVITÀScelta dei contenuti
Reciprocità
FEEDBACKDisponibilitàTempestività
SIGNIFICATIVITÀImportanzaInnovatività
ACCESSIBILITÀScelta dei
terminiSemplicità
PERTINENZALogicità
Contestualità
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Un individuo entra nel nostro spazio visivo e si muove verso di noi…
…notiamo il suo atteggiamento …
…lo guardiamo in volto…
…ci concentriamo sugli occhi…
…ascoltiamo la sua voce…
…vediamo i suoi gesti…
…osserviamo i suoi simboli.
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1 LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO
5 LA VOCE
3 IL VOLTO
4 LO SGUARDO
2 L’ATTEGGIAMENTO
6 LA GESTUALITÀ
7 I SIMBOLI
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
1 LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO
MOVIMENTIDISTANZA CON GLI OGGETTIGESTIONE DELLO SPAZIOORIENTAMENTO SPAZIALE
forniscono informazioni sulla relazione dell’individuo rispetto allo spazio in cui si muove
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
2 L’ATTEGGIAMENTO
POSTURADISTANZA INTERPERSONALEORIENTAMENTO PERSONALE
forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo ha con se stesso nella relazione con gli altri
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
3 IL VOLTO
CONFORMAZIONE DEL VOLTOCOLORE DELLA PELLEESPRESSIONE DEL VISO
forniscono informazioni sulla relazione dell’individuo rispetto alla situazione emotiva
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
4 LO SGUARDO
DIREZIONEDURATAINTENSITÀCOINVOLGIMENTO
forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo intrattiene gli altri
Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi.
Napoleone
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
5 LA VOCE
TONOINTENSITÀ DELLA VOCETIMBRO
contribuiscono a identificare le modalità che l’individuo utilizza nell’entrare in relazione con gli altri
RITMOPAUSESILENZIINTERRUZIONIESITAZIONI
contribuiscono a identificare le modalità con cui l’individuo lascia che gli altri entrino in relazione con lui
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
6 LA GESTUALITÀ
BRACCIAGAMBEMANIPIEDIVISO
INTENSITÀCOERENZAINVASIVITÀ
forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo intrattiene con la dimensione emotiva dei contenuti della sua comunicazione
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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
7 I SIMBOLI
ABBIGLIAMENTOORNAMENTIACCONCIATURAOGGETTIASPETTO ESTERIORE
forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo ha con l’immagine di sé
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A. PREPARAZIONE (controllo)1. Profilo del pubblico2. Contenuto 3. Preparazione psicologica
B. APERTURA (decollo)1. Presentazione del relatore 2. Presentazione del pubblico3. Presentazione dell’intervento 4. Presentazione delle modalità dell’intervento
C. CORPO (volo)4. Obiettivo 5. Contenuti
D. CHIUSURA (atterraggio)6. Conclusione7. Dibattito
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PROFILO DEL PUBBLICO:
• Informazioni significative sul pubblico• Conoscenza delle condizioni di contesto• Livelli di interesse e di significatività della
comunicazione per il pubblico
PREPERAZIONE PSICOLOGICA
• Consapevolezza• Autocritica• Empatia
CONTENUTI:
• Copione• Scaletta• Mappa mentale
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PRESENTAZIONE del relatore:
Nome e Cognome Professione e Organizzazione di appartenenza Competenza professionale sulla materia Qualcosa da ricordare…
Variante di contestoPRESENTAZIONE dei partecipanti:
Nome e Cognome Professione e Organizzazione di appartenenza Competenza professionale sulla materia Aspettative Qualcosa da ricordare…
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Presentare l’INTERVENTO:
Titolo Obiettivi Articolazione dell’intervento
Variante di contestoPresentare le MODALITÀ DELL’INTERVENTO:
Tempi Aspetti logistici Metodologie didattiche Gestione delle domande
Variante di contestoDescrivere gli OBIETTIVI tenendo in considerazione (contratto
psicologico):
Obiettive e aspettative della committenza Aspettative dei partecipanti Proposta comunicativa
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Esporre i CONTENUTI attraverso una modalità:
1. Deduttiva2. Induttiva3. Per problemi4. Storico-sequenziale
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PREMESSA
PRINCIPI GENERALI
SVILUPPO ARGOMENTI
CONSEGUENZE PRATICHE/ESEMPI
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CASO PARTICOLARE
RIFLESSIONI
CONCETTI
CONSEGUENZE
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DOMANDE SIGNIFICATIVE
PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARNE
SOLUZIONI E CONCETTI
CONCLUSIONI E CONSEGUENZE
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FASE 1
FASE 2
FASE 3
FASE 4
Consiste nel ripercorrere o ricostruire:
• le tappe storiche• l’iter procedurale• il processo tecnico
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Giungere ad una CONCLUSIONE:
Sintetizzare i contenuti presentati Ribadire i messaggi chiave Presentare gli sviluppi
Variante di contestoGestire il DIBATTITO:
Progettare spazi di intervento Rispondere alle domande
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RELATORE1. Come devo presentarmi?2. Come posso stimolare interesse?3. Cosa mi aspetto dai partecipanti?4. Quali sono i tempi a disposizione?
PARTECIPANTI1. Chi sono i miei interlocutori?2. Cosa può interessare loro della mia
comunicazione?3. Quanto sono interessati al dettaglio?4. Quali sono le loro motivazioni sul tema
trattato?5. Qual è la conoscenza pregressa dell’uditorio
sull’argomento?6. Quali premesse e informazioni di base devo
fornire loro per facilitare la comprensione della mia comunicazione?
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DURANTE L’APERTURA, COME POSSO …:
1. Costruire la mia credibilità ?2. Catturare l’interesse della platea ?3. Sintonizzarmi sulla loro stessa lunghezza
d’onda ?4. Mettere a proprio agio il pubblico?
DURANTE L’APERTURA, COME POSSO “ROMPERE IL GHIACCIO”?
1. Con una domanda?2. Con una storia o citazione?3. Stimolando la curiosità?4. Con un “giro di tavolo”?
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Dimmi e io dimentico! Insegnami e io ricordo!
Fammi partecipe e io apprendo!Benjamin Franklin
I supporti visivi nella comunicazione servono per:
1. MIGLIORARE L’ATTENZIONE2. SEMPLIFICARE IL MESSAGGIO3. CONSENTIRE LA COMPRENSIONE4. FAVORIRE LA MEMORIZZAZIONE5. FACILITARE L’APPRENDIMENTO
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NOI STESSI
OGGETTIFILMATI
LAVAGNA A FOGLI MOBILILAVAGNA LUMINOSA
PROIETTORE
ALCUNE REGOLE:
VERIFICARNE PREVENTIVAMENTE IL FUNZIONAMENTO
UTILIZZARE UN SUPPORTO ALLA VOLTA CONSIDERARLI SOLO DEI SUPPORTI !
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I LUCIDI che vengono proiettati con la lavagna luminosa o con il proiettore devono essere:
SCHEMATICI SEMPLICI COLORATI LEGGIBILI CON IMMAGINI CON TITOLO
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La gestione di episodi di:
DISATTENZIONE INTERRUZIONE PROVOCAZIONE CONFLITTO
Ogni episodio imprevisto richiede di metterci
dal punto di vista dei partecipanti e di focalizzarci meglio sui loro bisogni.
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GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO DEVONO ESSERE:
STIMOLATI (se non ne vengono fatti)
GESTITI (se ne vengono fatti troppi)
CONTENUTI (se vengono monopolizzati solo da
qualcuno)
GENERALIZZATI (se troppo personali)
CONTESTUALIZZATI (se troppo generali)
RIFORMULATI (se poco chiari)
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ASCOLTAREASCOLTARE
È È
COMUNICARE ALL’INTERLOCUTORE COMUNICARE ALL’INTERLOCUTORE
LA NOSTRA INTENZIONELA NOSTRA INTENZIONE
A CAPIRE E COMPRENDERE A CAPIRE E COMPRENDERE
PRIMA DI FORMULARE UNA RISPOSTA.PRIMA DI FORMULARE UNA RISPOSTA.
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È possibile attraverso:
UTILIZZO DI DOMANDE
OSSERVAZIONE
RIFORMULAZIONE
RICAPITOLAZIONE
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OSSERVAZIONE
NON BISOGNA FERMARSI ALLE PAROLE,
MA È NECESSARIO DEDICARE ATTENZIONE
ANCHE AI COMPORTAMENTI CHE ESPRIMONO
EMOZIONI, ATTEGGIAMENTI, INTENZIONI COME
TONO DI VOCE, SILENZI-ASSENZI, GESTUALITÀ-
POSTURA, SGUARDO,
ESPRESSIONI MIMICHE
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LE DOMANDE SONO IL MODO PIÙ DIRETTO PER:
COINVOLGERE
CHIARIRE
APPROFONDIRE
CONFRONTARE
ENTRARE IN SINTONIA
UTILIZZO DI DOMANDE
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CONSISTE NEL:
RIPROPORRE CIÒ CHE È STATO DETTO USANDO
PAROLE E CONCETTI DIVERSI O ESEMPI DI
SITUAZIONI DIVERSE.
RIPRENDERE L’INTERVENTO DELL’ALTRO
COLLEGANDOLO A SITUAZIONI COMPARABILI
O A INTERVENTI PRECEDENTI.
DEDURRE E TRARRE CONSEGUENZE LOGICHE
CHE AGGIUNGONO VALORE A QUANTO GIÀ
DETTO.
RIFORMULAZIONE
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CONSISTE NEL RIBADIRE O SINTETIZZARE
I PUNTI ESSENZIALI
DELLA COMUNICAZIONE
PER IMPRIMERE MAGGIORMENTE NEL RICORDO
LE PRIORITÀ.
RICAPITOLAZIONE
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“IL SEGRETO DELL’ARTE DI ESPRIMERSI CONSISTE
NEL DIRE LA STESSA COSA TRE VOLTE:
SI DICE CHE LA SI DIRÀ,
LA SI DICE,
SI DICE CHE LA SI È DETTA”
GUITTON
“L’ARTE VIVE SEMPRE CON LA CONVENIENZA.
BISOGNA QUINDI CONOSCERE BENE SE STESSI E,
PER DECIDERE LA PROPRIA AZIONE,
REGOLARSI NON SUI PRINCIPI GENERALI,
BENSÌ SULLE DISPOSIZIONI NATURALI”
QUINTILIANO
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“Non ho mai cercato di ispirare agli altri
dolore, pietà, invidia o rancore senza che io
stesso, giunto il momento di colpirli, sentissi
vivamente
le emozioni che volevo comunicare”
Cicerone
“Quando si parla, senza una profonda
partecipazione d’amore, quel che si dice non
merita di essere riferito”
Goethe
“A mio parere un oratore, sia pur eccellente,
dotato di una eloquenza duttile ed elegante,
se non è emozionato ed un po’ intimorito al
momento dell’esordio, è uno sfacciato o poco
meno””
Cicerone