Fovea. Primo set californiano Foto del primo set californiano a Edendale (Selig Co., 1909)

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Primo set californiano

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Vsevolod Pudovkin (1893 - 1953)

Pudovkin

“Il primo piano dirige violentemente l’attenzione dello spettatore su di un particolare che, nel corso dell’azione e per quel momento, è il più importante”(“Film e Fonofilm”)

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La tela bianca

“Splendor”, Ettore Scola, 1988

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Bibiena

Giuseppe Galli Bibiena (1740)“Architettura fantastica di Roma”

Nel XV secolo, Leonardo Da Vinci descrisse le tecniche per rappresentare su tela la terza dimensione - la prospettiva lineare, la prospettiva aerea, l’occlusione e la distri-buzione delle luci e delle ombre. Queste tecniche sono conosciute con il nome di “indizi pittorici”, perché possono essere riprodotti sulla superficie statica e bidimensionale su cui opera il pittore (a differenza del movimento e della parallasse di movimento, che nel mondo ordinario costituiscono i più importanti meccanismi per la percezione della distanza). Una lunga tradizione intellettuale, che inizia col vescovo Berkeley e arriva fino ai giorni nostri (…), ha propugnato l’idea che la profondità pittorica sia una convenzione culturale. (…) Il colpo di grazia alla dottrina delle immagini come convenzioni culturali apprese è venuto però dal riconoscimento che anche altre specie animali, che evidentemente non hanno tradizioni di rappresentazione pittorica (…) percepiscono la profondità nelle immagini pittoriche.

G. Vallortigara, “Cervello di gallina”, Bollati Boringhieri 2005, p. 33-35.

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Tridimensionalità

La creazione dell’illusione di tridimensionalità

Prospettiva Profondità

Movimento

Dislocazione

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Attacco sull’asse

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Attacco sull’asse

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Chabrol

“Il problema di fondo dell’inquadratura è il seguente: l’in-quadratura racchiude tutto o racchiude solo una parte del-l’azione? E’ un problema essenziale. Per Fritz Lang, ad esempio, l’inquadratura racchiude la to-talità del mondo in un momento determinato. Perciò, nel suo cinema, ci sono movimenti di macchina che mi incan-tano.”

Claude Chabrol - da “Come fare un film” (2003)

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Murch 43

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Baricco

Quando io ho iniziato a giocare a pallone erano gli anni sessanta e Moggi e Sky non c’erano ancora. (…)Ai tempi si marcava a uomo. Questo significava che per tutta la partita giocavi appiccicato a un giocatore avversario. L’unica cosa che ti era chiesto era: annullarlo. (…) Era un calcio semplice, per cui io, che avevo il numero 3, marcavo il loro numero 7. (…) Poi le cose cambiarono. (…)

Perché vi infliggo le mie foto in bianco e nero? Perché se volete capire cosa ci guadagnano i barbari a eliminare Baggio, dovete capire con che cosa lo sostituiscono. Nel calcio, questo è inscritto chiaramente. Se rinunci a Baggio è perché ti sei immaginato un sistema di gioco meno bloccato, in cui la grandezza del singolo è per così dire ridistribuita su tutti, e in cui l’intensità dello spettacolo è diffusa. (…)

Quando i barbari pensano alla spettacolarità, pensano a un gioco veloce in cui tutti giocano simultaneamente tritando un numero di possibilità più alto possibile. Se per ottenere questo devono mettere in panchina Baggio lo fanno, e in questo è inscritto un verdetto che troveremo in tutti i villaggi saccheggiati: un sistema è vivo quando il senso è presente ovunque e in maniera dinamica: se il senso è localizzato, e immobile, il sistema muore. (…)

Perché il disegno sia visibile, percepibile, reale, la mano che traccia la linea deve essere veloce, dev’essere un unico gesto, non la vaga successione di gesti diversi: è un unico gesto, completo. Per questo deve essere veloce, e così fare esperienza delle cose diventa passare in esse per il tempo necessario a trarne una spinta sufficiente a finire altrove.

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Murinho

Mourinho ha inventato una specie di socialismo lussuoso dove tutti corrono per tutti e tengono per il conto finale la propria qualità. Non c’è stato nemmeno al Bernabeu un solo dribbling di troppo, la voglia di un preziosismo. Ognuno aveva un compito esatto e tutti avevano quello di aiutare il compagno più vicino. Ripeto, non c’entra la qualità del Bayern, l’Inter in questo momento avrebbe battuto qualunque avversa-rio. È la squadra più organizzata al mondo, un computer con un’anima che si espan-de dovunque. Ho visto tante finali di Champions, (…) ma non ricordo uno spetta-colo di precisione e cuore come questo di Mourinho.

È una straordinaria lezione per tutti. Abbiamo visto in questi ultimi mesi di Champions un capolavoro allargarsi e compiersi. È quasi impossibile andare oltre questo risultato, questa modernità. Milito e Sneijder sono la fotografia di questo salto nel tempo. Giocano senza alzare il pallone, sempre sullo scatto, sempre tenendolo incollato al piede, non tenendolo mai per più di tre secondi. E in quel tempo fanno accadere tutto. Questo è il calcio. Mario Sconcerti, “Il socialismo lussuoso di Mou”, Corriere della Sera, 23 maggio 2010

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Filmicità

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Psycho-doccia

• Autoconsapevolezza• Frammentazione• Flusso di movimento

FILMICITA’

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Baricco-doping

Alessandro BariccoIntervento su “La Repubblica”, 1 gennaio 2000