(Foto Errebi) Un altro medico rischia la radiazione 04 17 Corriere Treviso... · ieri pomeriggio,...

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Page 1: (Foto Errebi) Un altro medico rischia la radiazione 04 17 Corriere Treviso... · ieri pomeriggio, l’area di cari-co della Cartiera Giorgione di ... cio anche io ma non sarò l’uni-co

DOMENICA 30 APRILE 2017 - ANNO XVI - N. 102 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

corrieredelveneto.itLE ALTRE EDIZIONI: Venezia-Mestre, Padova-Rovigo, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona TREVISO E BELLUNO

MusicaCinque seratein Arenacon Zucchero

La mostraLa Cina e la cultura dei capelli, un ponteper il dialogo

a pagina 22 Verni a pagina 23 Visentin

La nominaBiennale ArchitetturaCucinella cureràil Padiglione Italia

a pagina 23

VERONA Dopo il dottor RobertoGava, radiato dall’Ordine deiMedici di Treviso con l’accusadi essere un antivaccinista, unaltro camice bianco rischia lastessa sanzione. Il dottor Clau-dio Sauro, medico di famigliaveronese, è sotto procedimen-to disciplinare perchè consi-glia ai malati di cancro la «che-mioterapia naturale», basatasu vitamina D associata ad al-tre vitamine ma anche a oliod’oliva, spezie e verdure. Il 23maggio l’Ordine di Veronaemetterà il verdetto finale, malui su Facebook scrive: «Saròradiato». Gli atti trasmessi inProcura.

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Gli autonomi

LE SPINEDELCETO MEDIOdi Vittorio Filippi

Èstato bello, come sidice con nostalgia dicerte storie d’amore.È stato bello celebrare il Lavoro

(si, con la maiuscola, come merita) quando c’era il Veneto delle tre «c». Che riassumevano la sua stupefacente alchimia di business composta da capannoni, camion e collaboratori. Cioè da mille luoghi produttivi, dalla logistica che li collegava su gomma, da dipendenti che però era difficile chiamare in modo così staccato, dato che spesso erano amici dell’imprenditore, o parenti. O semplicemente futuri colleghi e magari competitor.

Così andava il mondo. Quelmondo. Che oggi appare lontano, sgualcito, infragilito. Perché, nel frattempo, è entrato in sofferenza quel ceto medio che ne era il motore sommo. Se la storia dello sviluppo italiano – come dice il Censis inventando un brutto neologismo – è stata una storia di «cetomedizzazione», il Veneto ed il nordest ne sono stati a maggior ragione alfieri di successo. In realtà però quella che chiamiamo classe media ha due grandi componenti: la cosiddetta piccola borghesia dei lavoratori autonomi (soprattutto artigiani e commercianti) e la classe media impiegatizia. Inutile dire che l’elastico – e l’ascensore sociale - della trasformazione economica delle nostre aree di piccola e media impresa è stata la piccola borghesia autonoma. E sarebbe anche inutile aggiungere che la grande vittima di ciò che ormai chiamiamo crisi (in realtà iniziata già all’inizio del Duemila) è sempre la piccola borghesia autonoma.

continua a pagina 2

Le cure alternative Dopo la sanzione al dottor Gava, spunta un nuovo caso a Verona. Gli atti trasmessi alla Procura

Un altro medico rischia la radiazioneVitamine e verdure contro il cancro, l’Ordine accusa il dottor Sauro per la «chemioterapia naturale»

TREVISO «Una multa per le be-stemmie? Non ci penso pro-prio a pagarla. Così dice il tre-vigiano multato per aver be-stemmiato su facebook dopouna perquisizione dei carabi-nieri. «Sarei l’unico in Italia a pagare un cosa simile».

a pagina 7

BLASFEMIA SU FACEBOOK

Bestemmia sul webmultato dall’Arma«Ma io non pago»

Il Bello dell’Italia L’iniziativa del Corriere a Verona

La bellezza che trascinala crescita e la cultura(e diventa business)

La Bellezza del Made in Italy alla prova della nuova rivoluzione industriale del 4.0. La cultura che può, e forse deve, diventare anche business. Se n’è parlato ieri al Palazzo della Gran Guardia di Verona, dove è approdato «Il Bello dell’Italia», iniziativa-evento del Corriere della Sera. a pagina 4

I redditi dei dipendenti Studio dei consulenti del lavoro in vista della festa del Primo Maggio

In Veneto gli stipendi più bassi del NordLe donne? Pagate meno della media italianaVENEZIA La forbice è di quelle significative, tra i110 e i 190 euro. Ma non in più, in meno. La bu-sta paga dei lavoratori veneti è infatti più legge-ra di quella dei colleghi, e vicini di casa, di AltoAdige, Emilia e Lombardia. Proiettata sull’an-no, guadagnano uno stipendio in meno. Per lelavoratrici, la situazione è ancora più pesante:fanno fatica a trovare un impiego e quando lotrovano hanno buste paga più leggere dei lorocolleghi maschi. «C’è ancora molto lavoro da fa-re per le donne», chiosa Maria Cristina Piove-san, presidente di Unindustria Treviso.

a pagina 2 Bertasi

di Michela Nicolussi Moroa pagina 9

L’INTERVISTA

«Non credo alla chemio ma non la sconsiglio»

LETTERA ALLA BATTISTOLLI

Minacce di morte alla guardiache ha ucciso il bandito«Gli taglieremo la testa»VENEZIA Minacce di morte alla guardia giurata che la notte tra il22 e il 23 aprile ha sparato e ucciso un presunto bandito che sta-va scappando dopo un colpo a un bancomat di Vedelago. Gli au-tori sarebbero i complici del morto. Polemiche al convegno sullalegittima difesa. Zancan: «Siamo soli».

a pagina 7 Polese

Cartiera a fuoco, nube su CastelfrancoRogo devasta l’area di carico, ingentissimi i danni. «Forse una scintilla o una sigaretta»

CASTELFRANCO (TREVISO) Un de-vastante incendio ha distrutto,ieri pomeriggio, l’area di cari-co della Cartiera Giorgione diCastelfranco Veneto sprigio-nando una nube nera visibileper chilometri e causandodanni per centinaia di migliaiadi euro. Il rogo, scoppiato percause accidentali (forse peruna scintilla provocata da unmuletto, ma non si escludeneppure la sigaretta buttatafra la carta) fortunatamentenon ha provocato feriti né in-tossicati.

a pagina 15 Citter

VENETO LAVORO

Ma l’occupazioneè in crescita

B uoni segnali per l’occupa-zione: il Veneto guadagna

30 mila posti di lavoro in più inun anno. a pagina 3

di Tiziano Barone

IL CASO

Reintegratoperché si sposa

U n giudice ha reintegratoun dipendente Cna licen-

ziato perché si sposa (grazie auna legge del ‘63). a pagina 2

di Benedetta Centin

Il Primo Maggio tutti gli iper apertiCome già l’anno scorso tutti i principali ipermercati della Regione saranno aperti (Foto Errebi)

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Corriere del Veneto Domenica 30 Aprile 2017 REGIONE ATTUALITÀ TV7

Minacce di morte alla guardia giuratache ha sparato e ucciso il banditoLettera alla Battistolli: «VI porteremo la testa». Il caso dibattuto al convegno del Coisp

L’intervista «Ho bestemmiato? Sarei l’unico italiano a pagare una multa Non penso proprio»

BORSO DEL GRAPPA «Io quellamulta non la pago, non spen-do 103 auro per aver bestem-miato. Se pagano tutti quelliche bestemmiano allora lo fac-cio anche io ma non sarò l’uni-co in Italia a farlo».

Nicolò De Paoli, 22 anni diBorso (Treviso) è un ragazzo.Si dice così, oggi, per giustifi-care comportamenti tropposfrontati. Che l’abbia fatta(piuttosto) grossa lo sa anchelui. Ma chi è senza peccato sca-gli la prima pietra, e in tempicome questi giusto i preti pos-sono prendersela con i be-stemmiatori seriali. E inveceNicolò si è preso una multaper oltraggio contro le divinitàperché un mese fa, dopo esse-

re stato sottoposto a un’ora diperquisizione in auto e a un’al-tra ora di attesa di un verbale in una caserma dei carabinieri(morale: due ore perse e seratacon gli amici in fumo), è tor-nato a casa molto arrabbiato(eufemismo) e pronto a condi-videre il suo malumore con gliamici (altro eufemismo). Allafine, senza tante riflessioni, nesono uscite dieci righe di be-stemmie sulla pagina face-book. «Non erano contro i ca-rabinieri, ma per la situazio-ne». Si giustifica Nicolò, ma icarabinieri non l’hanno presabene e gli hanno affibbiatouna multa per «oltraggio alledivinità». Proprio così. «Sonouscito incredulo con il verbale

in mano e un maresciallo miha pure detto che su facebookc’è anche il Papa che si potevaanche offendere - spiega Nico-lò - ho pensato che se il Papa se si mette a spulciare su face-book trova ben di peggio chele mie bestemmie».Ma per capire gli eventi biso-gna partire da capo. Il 7 marzoNicolò è con un amico al bar aBorso del Grappa. Sta par-cheggiando, i carabinieri gli simettono dietro e gli perquisi-scono la macchina. Cercanodroga? «No, non mi dicononiente». Ci sono gravi prece-denti alle spalle? «No ho solorotto un lampione a 17 anni».Insomma cosa cercano? «Cer-cano armi, lo scopro qualche

giorno dopo quando mi dan-no il verbale - dice - se cercava-no davvero le armi perquisiva-no anche casa, ma lì non sonoandati, per cui questa cosa ionon l’ho proprio capita e misono arrabbiato».

Con gli amici la vicenda di-venta una barzelletta, ma Ni-colò non ci sta a far passare lacosa come una goliardata e sufacebook sfoga tutto il suo li-vore sfiorando con gli insultiquasi tuti i santi del paradiso. Icarabinieri se ne accorgono, loriconvocano e gli danno lamulta: 103 euro. «Che non pa-gherò mai, anche i miei geni-tori hanno detto che possostracciare tutto - dice - ho esa-gerato? forse sì, ma anche i ca-rabinieri hanno esagerato afarmi una perquisizione al bar,umiliandomi davanti a tutti imiei amici». Ora il caso restaaperto. Nicolò non pagherà,ma prima o poi dovrà capitola-re, a meno che non faccia unricorso. Non resta che da chie-dersi ora se sul web nasceran-no gli inquisitori antibestem-mia pronti far la spia con cara-binieri e polizia. E invece lasempre più diffusa (e tollera-ta) maleducazione, come simisurerà?.

R. Pol.© RIPRODUZIONE RISERVATA

�De PaoliForse ho esagerato, ma anche i carabinieri hanno esagerato umiliandomi davanti agli amici

A. Fojadelli Le leggi che ci sono vanno bene, sono i giudici che devono cercare di avere più buon senso

VENEZIA La notte tra il 22 e il 23aprile scorso a Vedelago, Mas-simo Zen, guardia giurata dellaBattistolli, ha sparato e uccisol’uomo che gli puntava un’ar-ma contro (e che scappava daun assalto a un bancomat).Non sapeva chi aveva davanti.Lo ha capito quando ha saputoil suo nome: Manuel Major, diGiavera. E in quel momento hacominciato a temere per la suavita. Perché Zen, di Cittadella,conosce bene le bande di gio-strai e sa quanto sono vendica-tive. E le minacce di morte nonsi sono fatte attendere.

Il giorno dopo la morte diManuel, avvenuta in ospedalea tre giorni dal colpo sparatoda Zen, qualcuno, forse i suoicomplici, ha spedito alla Batti-stolli una lettera che non hanulla da invidiare a quelle deiclan mafiosi. «Vi porteremo latesta di Massimo Zen infilatain un ferro da spiedo, paghere-te anche voi per il bastardo delvostro compagno che ha ucci-so Manuel». La Battistolli ha

preso tutte le misure di sicu-rezza necessarie, ha portato lalettera alle forze dell’ordine, èstata aperta un’inchiesta e del-la sicurezza di Zen si stannooccupando gli investigatori.

Ma questa minaccia non po-teva restare segreta in un am-biente dove tutti conosconotutti, dove commercianti inti-miditi dalle aggressioni allac-ciano con le guardie giurate,oltre che con carabinieri e poli-zia, stretti rapporti personali. Eieri il caso è esploso a Martella-go, dove si è tenuto un conve-gno sulla legittima (o «illegitti-ma») difesa organizzato dalsindacato di polizia Coisp.C’erano le istituzioni da unaparte, con il capo della poliziaFranco Gabrielli e il sottose-gretario alla giustizia CosimoMaria Ferri, l’ex capo della pro-cura di Treviso Antonio Foja-delli. E dall’altra c’erano le vitti-me, gente scossa da aggressio-ni in casa o in negozio, perso-ne armate che hanno sparato eucciso spinte da un istinto che

la legge non codifica, costrin-gendole a pesanti e costosetrafile giudiziarie e a risarci-menti danni esorbitanti. Alconvegno di ieri il capo della polizia Gabrielli ha usato paro-le misurate, ma non ha potutonon parlare della mancanza dicertezza della pena, non ha po-tuto non tener conto di tuttaquella gente «scottata» dalleaggressioni e da una giustiziatroppo lenta che spesso garan-tisce più gli aggressori delle

a Martellago si è parlato diquesto e molto altro. E a sbot-tare, prima degli altri, è statoRoberto Zancan, proprietariodella gioielleria di Nanto, nelVicentino, che stava per essereassaltata da un commando diladri il 3 febbraio 2015, se nonfosse stato per i colpi sparati dal vicino benzinaio vicinoGraziano Stacchio, che ha ucci-so uno dei rapinatori con uncolpo di pistola.

«Sono stato zitto e ho ascol-tato tanto - ha detto Zancan -ma quando sento parlare leistituzioni mi sento solo e nonsono l’unico: anche io ho lettole minacce alla guardia giurataMassimo Zen, che conosco be-ne, ne ho parlato al capo dellapolizia e al sottosegretario: ba-sta con le ipocrisie, le personeperbene in questo paese nonsono tutelate o protette, siamosoli, ci dobbiamo difendere».

In platea c’erano molte vitti-me, che fanno ora parte del-l’Osservatorio nazionale a so-stegno delle vittime della legit-tima difesa, coordinata da Fe-derica Pagani, vedova di PietroRaccagni, ucciso da quattro ra-pinatori nella sua villetta a Bre-scia nel luglio del 2014. Ne fan-no parte Franco Birolo (tabac-caio di civè di Correzzola), Ro-sina Fracasso (massacrata conun ferro da stiro nella sua casadi campagna padovana da duestranieri, ora già liberi e resi-denti a pochi metri da casa), emolti altri aggrediti di tutta Ita-lia.

Della necessità di considera-re il ruolo chiave di «vittime»delle aggressioni ha parlatoanche l’ex procuratore capo diTreviso Antonio Fojadelli: «Leleggi che ci sono vanno bene,sono i giudici che devono ave-re più buon senso - spiega -iscrivere le vittime nel registrodegli indagati perché si sonodifese anche sparando, manelle loro case, è un atto inutileperché nessuno di loro avreb-be sparato se non si fosse sen-tito in pericolo - dice - non bi-sogna mai prescindere dallaproporzionalità e inoltre di-fendersi è sempre un atto do-vuto, non si deve sempre pre-sumere una colpevolezza nellapersona che difende se stessa ela famiglia, la legge in questocaso fa poco se c’è un’applica-zione rigida della normativa -aggiunge - ho percepito un cli-ma esasperato al convegno delCoisp - dice - capisco quellepersone, la gente non è dispo-sta a tollerare oltre».

Roberta Polese© RIPRODUZIONE RISERVATA

vittime. Troppo fresco il permesso

«premio» all’omicida di Jenni-fer Zacconi, sepolta viva 11 annifa insieme alla creatura cheportava in grembo, uccisa dal-l’ex Lucio Niero. Il premio al-l’assassino è previsto dalla leg-ge che scandisce i tempi e imodi del reinserimento in so-cietà. Ma i tempi e i modi di re-cupero emotivo della famigliadi una figlia ammazzata, aquelli non pensa nessuno. Ieri

La guardia giurata Massimo Zen e Manuel Major il presunto ladro ucciso la notte tra il 22 e il 23 aprile nel corso di una sparatoria

La maratona sulla scienza della Terra

Vita su Marte e allarme clima: cento (piccoli) geni per la NasaVICENZA Oltre una quarantina di team, composti tutti da quattro elementi, stanno partecipando fino a stasera, nella sede centrale dell’Università di Vicenza, alla sesta edizione dello Space Apps Challenge. Si tratta del più grande hackathon, evento organizzato dalla Nasa in simultanea in oltre 205 città del mondo. Oltre a Vicenza, che per la prima volta ospita l’evento, le altre città italiane sono tutte metropoli, ossia Roma, Milano, Torino e Napoli. Fino alle 18.30 i gruppi elaboreranno gli elaborati sul tema che per quest’anno riguarda la scienza della terra, declinato in cinque categorie: «The Earth and Us» (l’interazione uomo-ambiente), «Planetary Blues» (l’acqua), «Warning! Danger Ahead!» (i disastri naturali), «Our Ecological Neighborhood» (i sistemi ecologici) e «Ideate and Create» (le esplorazioni estreme). L’obiettivo è sviluppare non solo nuove app, ma anche soluzioni di robotica, dati, hardware e design per risolvere i problemi della terra e dello spazio. In palio premi di 1.300, 1.000 e 700 euro per i primi tre team classificati e, a livello mondiale, l’opportunità di assistere a un lancio di un missile e l’ammissione alle selezioni della Nasa.

© RIPRODUZIONE RISERVATALa sfida di Vicenza L’hackathon no-stop in corso da ieri e organizzato da Nasa con Artigiani, Comune e Università

Bestemmia sul social Nicolò De Paoli mostra la multa